Media Monitoring per 27-09-2018 - Rassegna stampa del 26-09-2018 - Ruggi

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27-09-2018

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 26-09-2018
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
   Basta furbi del cartellino. Al lavoro in ospedale con le impronte digitali ........................ 1
   A Vietri sul Mare si parla di bellezza e benessere ............................................................... 3
   Infarto del miocardio: Cardarelli primo in Campania per numero di ricoveri ................. 4
   OSPEDALE RUGGI D'ARAGONA. LA DENUNCIA DI AMATRUDA ............................................ 8
   Umberto I, i letti del reparto di Medicina appena inaugurato non entrano
        nell'ascensore ..................................................................................................................... 9
   Bando di progettazione per Nuovo Ospedale a Salerno. - Un complesso ospedaliero –
        policlinico universitario. .................................................................................................. 10
   Murolo a Servalli «Chiarisca il futuro dell'ospedale» ........................................................ 11
   Nuovo Ruggi, Fi si oppone «Rinnovare l’esistente» .......................................................... 12
   Parcheggi, torna l'assedio degli abusivi .............................................................................. 14
   Umberto I, letti troppo grandi: non entrano negli ascensori ........................................... 16
Sanità Salerno e provincia ............................................................................................................ 18
   54enne muore in corsia I familiari vogliono giustizia ....................................................... 18
   «Giovine, la lungimiranza della medicina moderna» ......................................................... 19
   Calvario in tre ospedali, muore: è inchiesta ....................................................................... 20
   Fondi agli atenei, Salerno seconda in Italia In cinque anni recuperati trenta milioni
        .............................................................................................................................................. 21
   Morti sospette in corsia Riesumate sette salme ................................................................ 23
   Odissea tra gli ospedali Muore donna di Agropoli ............................................................. 25
   Sale mortuarie nel degrado ................................................................................................... 27
   Sono chiusi i reparti appena inaugurati .............................................................................. 28
Sanità Campania ............................................................................................................................. 30
   Angioplastica, la Clinica Mediterranea sul podio ............................................................... 30
   Atto aziendale «San Pio» Pizzuti: niente modifiche, darà vita a servizi migliori .......... 32
   «In tre anni previste 1.100 assunzioni tra Asl e ospedale» .............................................. 34
   «L' Asl Napoli 1 ripristini l' autorizzazione per la "Parrocchia della Vita"» ................... 36
   Mauro: «Da De Luca solo annunci elettorali» ..................................................................... 38
   Ospedali riuniti, «no» del sindacato ..................................................................................... 39
   Policlinico, si tratta a Roma per sbloccare gli stipendi ..................................................... 41
   Primario licenziato Del Monaco: chiarezza .......................................................................... 43
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 44
   Bimba morta per un' otite: «Era sufficiente un antibiotico» ............................................ 44
   Brega Massone si scusa con chi ha sofferto Il Pg chiede l' ergastolo ............................ 46
   Burioni: così i genitori non sanno cosa fare ....................................................................... 48
   Campagna anti-diabete in farmacia ..................................................................................... 49
   Il sorpasso delle dottoresse (ma il capo è sempre lui) ..................................................... 50
   La Grillo non vuole i vaccini ma apre alle droghe leggere ............................................... 52
   Le vitamine inutili per il cuore .............................................................................................. 54
   MA PROPRIO MAI IL CANCRO È UN DONO ............................................................................ 56
   Medicina personalizzata, al Gemelli ogni anno 290 nuovi progetti ................................ 58
   Nadia, la malattia e le parole d' aiuto .................................................................................. 59
   Paralizzati da anni, ora camminano ..................................................................................... 61
   Quando la tiroide va in tilt ne risente tutto l' organismo ................................................. 63
   Sanità, via il superticket spazio ai costi standard ............................................................. 65
   Trapianto di faccia, ok la ricostruzione temporanea ......................................................... 67
   VACCINI, LE GIRAVOLTE DEI CINQUE STELLE ...................................................................... 68
   Vaccini, le troppe giravolte .................................................................................................... 70
   Vaccini, si cambia ancora «Obbligatorio il morbillo l' esavalente è facoltativo» .......... 72
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24/09/2018
                                          newsstandhub.com
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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      Basta furbi del cartellino. Al lavoro in ospedale con le
                         impronte digitali

 Il più grande ospedale del Sud Italia dice
 addio ai vecchi marcatempo e anche ai
 "timbratori seriali", categoria di truffatori
 che periodicamente conquista le pagine
 delle     cronache     nazionali.    Questa
 mattina, infatti, una squadra di tecnici
 entrerà al Cardarelli per installare un
 rilevatore biometrico a ogni ingresso dei
 21 padiglioni. Ai più grandi se ne
 piazzeranno due, per evitare code al
 momento dell'ingresso dei dipendenti
 che tra pochi giorni dovranno inserire il tesserino di riconoscimento e le impronte
 digitali.A questo punto, gli onesti (la grande maggioranza) tireranno un sospiro di
 sollievo e i disonesti dovranno cercare altri espedienti per non lavorare. E dopo il via
 libera del Garante e 30mila euro ben spesi, i cosiddetti furbetti del cartellino saranno
 un ricordo lontano. Almeno al Cardarelli. Il direttore generale, Ciro Verdoliva - non a
 caso ingegnere - spiega: "Serviranno due giorni per l'installazione dei rilevatori
 biometrici, poi inizieremo il rilievo delle impronte di ogni dipendente. Chi non si
 presenta si assume la responsabilità delle sue azioni: non potrà più entrare in
 ospedale con le nuove tecnologie". Verdoliva non nasconde che ci sono stati
 malumori per la sua scelta di garantire trasparenza all'ospedale e ha sostenuto un
 braccio di ferro con la Cgil che diffondeva tra i dipendenti ospedalieri fuorvianti
 volantini con la scritta: "Non ci stiamo a far passare gli operatori del Cardarelli anche
 per disonesti. Non è lecita la rilevazione delle presenze tramite impronte digitali".
 Questo a dispetto del via libera del Garante che aveva scritto nel documento:
 "L'obiettivo dell'installazione del sistema non è di accertare la prestazione lavorativa
 del singolo dipendente, ma di garantire che ogni dipendente registri l'inizio della
 prestazione lavorativa unicamente per sé stesso e non per altri colleghi". La
 riservatezza, del resto, è tutelata al 100 per cento: l'impronta non viene conservata
 ma semplicemente memorizzata sul badge del dipendente. "Questo malumore
 diffuso mi conforta commenta Verdoliva - vuol dire che stiamo colpendo nel segno di
 chi ha la coscienza sporca. Le pecore nere in ospedale sono poche e questo sistema
 le metterà nell'angolo".Verdoliva conosce il clima dell'ospedale. In passato ha
 inchiodato una decina di "furbetti del centralino" che timbravano e si
 "dimenticavano" di rispondere alle chiamate.Ma una volta allontanate le mele

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marce, l'ingegnere ha risolto il problema alla radice: "Ho installato il risponditore
automatico".Ma il Cardarelli non è un precursore del lettore biometrico. È arrivata
prima la Asl di Caserta.Dove il direttore generale Mario De Biase ha messo sotto
scacco i furbetti di ben 12 distretti sanitari e sette ospedali. "Due anni fa abbiamo
acquistato 243 rilevatori biometrici per un totale di 120 mila euro e ora funzionano
nell'85% delle strutture. È un lavoro lungo e capillare perché si tratta di oltre 4.600
dipendenti. C'è stata molta resistenza, i sindacati non li volevano.Ma non è giusto
che per colpa di pochi l'immagine di tutta la struttura ne risulti danneggiata". Due
storie di rivalsa. Che non sono isolate. L'Ospedale S. Giovanni di Dio e Ruggi
d'Aragona di Salerno ha fatto da apripista anni fa utilizzando le impronte digitali per
i 3mila dipendenti. Il direttore generale Nicola Cantone ammette che "il sistema ha
debellato il malcostume e i dipendenti che risultano in servizio lo sono
effettivamente". Anche alla Asl di Avellino, dove decine di assenteisti sono finiti
sotto processo, sono state introdotte da pochi mesi i rilevatori in alcune delle 89 sedi
aziendali. Un cambiamento graduale ma inesorabile. Da esportare anche al Nord.

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25/09/2018
                                                       ildesk.it
                                                                                                                         EAV: € 257
                                                                                                                         Lettori: 400
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         A Vietri sul Mare si parla di bellezza e benessere

 “La      bellezza    continua….Benessere
 globale e antiaging”. Sarà questo il tema
 dell’appuntamento, giunto alla sua
 quarta edizione, che si svolgerà nei
 giorni 28 e 29 settembre, a Vietri sul
 Mare, ideato e organizzato dalla
 dottoressa Maria Laura Vinciguerra, con
 il patrocinio della Regione Campania,
 dell’A.O.U. San Giovanni e Ruggi di
 Salerno, dell’ Università Federico II, oltre
 al contributo dell’Università degli Studi
 di Salerno e dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Salerno. Il
 convegno farà convergere, anche in questa edizione, presso il Lloyd’s Baia Hotel di
 Vietri sul Mare i maggiori esperti del settore nazionali ed internazionali.
 Appuntamento fisso, quindi, per tanti professionisti che in queste giornate di studio
 riescono ad approfondire temi legati a varie problematiche con relatori di chiara
 fama. Quello intrapreso dalla Vinciguerra, Responsabile Scientifico dell’evento, è un
 percorso che si propone di offrire ai medici partecipanti una visione globale delle
 ultime novità in ambito medico estetico, dermatologico, della chirurgia estetica e di
 quella ricostruttiva. Come per le edizioni passate, il Convegno sarà suddiviso in
 momenti dedicati per vari argomenti. In apertura, la mattina del 28 settembre, una
 intera sessione dedicata alla Medicina Estetica con Relazioni di elevato livello
 scientifico ed una interessante tavola rotonda. Nel pomeriggio, focus su tematiche
 dermatologiche con la presenza di Docenti Universitari di Salerno e Napoli che
 affronteranno anche i risvolti psicologici del paziente affetto da malattie cutanee. La
 giornata di sabato 29 settembre vedrà la mattinata dedicata alla Chirurgia Plastica:
 il ringiovanimento del volto, gli attuali orientamenti nella rinoplastica, ma anche la
 ricerca della bellezza al maschile e al femminile sono solo alcuni degli argomenti che
 saranno trattati. Importante novità: La chirurgia plastica nel bambino, disciplina che
 sta sempre più interessando i professionisti del settore. La sessione conclusiva,
 infine, affronterà i temi della tricologia, nutrizione , stili di vita, nuove norme per
 l’attività professionale, nonché le ultime novità nel campo fiscale per il medico, il
 tutto per offrire agli ospiti un Convegno che possa fornire le più qualificate
 informazioni sulle novità nei vari campi.

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Media Monitoring per 27-09-2018 - Rassegna stampa del 26-09-2018 - Ruggi
25/09/2018

                                                                                                                                EAV: € 1.670
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                          Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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     Infarto del miocardio: Cardarelli primo in Campania per
                       numero di ricoveri
 Barbara Fiorillo
 In occasione della Giornata Mondiale per
 il Cuore (World Heart Day), in
 programma         il     29     settembre,
 doveecomemicuro.it, il portale di public
 reporting    delle    strutture   sanitarie
 italiane, ha realizzato un'indagine sugli
 ospedali più performanti per volume di
 ricoveri per infarto miocardico acuto e
 per numero di interventi di bypass
 aortocoronarico, di angioplastica coronarica e per aneurisma dell'aorta addominale
 non rotto. Secondo la classifica regionale, l’Azienda Ospedaliera A. Cardarelli è la
 prima struttura in Campania per numero di ricoveri per infarto miocardico acuto. Ad
 occupare la prima posizione per il bypass aortocoronarico e per l’aneurisma
 dell'aorta addominale non rotto è l’Azienda Ospedaliera OO.RR. San Giovanni di Dio
 e Ruggi di Salerno; per l’angioplastica coronarica è prima la Clinica Mediterranea di
 Napoli. A livello nazionale, invece, l’Azienda Ospedaliera OO.RR. San Giovanni di Dio
 e Ruggi di Salerno è al 2° posto per numero di interventi di bypass aortocoronarico e
 la Clinica Mediterranea di Napoli è al 2° per l’angioplastica coronarica. Cuore
 affaticato: dove operarsi in Campania? Nel nostro Paese solamente 1 ospedale
 italiano su 2 rispetta lo standard minimo per volume di ricoveri per infarto
 miocardico acuto; 1 su 4 quello per numero di interventi di bypass aortocoronarico e
 aneurisma dell'aorta addominale non rotto; 6 su 10 raggiungono la soglia minima di
 interventi di angioplastica coronarica. Solo la metà degli ospedali italiani accreditati
 raggiunge i 100 ricoveri annui per infarto acuto al miocardio, soglia minima fissata
 dalle autorità ministeriali. Appena un quarto arriva a 200 interventi di bypass
 aortocoronarico. La stessa quota esegue almeno le 60 operazioni richieste per
 aneurisma dell'aorta addominale non rotto. Solamente 6 strutture su 10, infine,
 effettuano i 250 interventi di angioplastica coronarica fissati come standard minimo
 di riferimento nazionale. Il volume annuo di operazioni è un parametro importante di
 cui tenere conto quando si valutano le performance di un ospedale, perché
 indicativo dell'esperienza acquisita. “È noto da tempo, infatti, come vi sia una
 correlazione diretta tra il numero degli interventi annui, gli esiti positivi e la
 riduzione delle complicanze”, dice Antonio Bartorelli, responsabile della Cardiologia
 Interventistica del Centro Cardiologico Monzino IRCCS, di Milano. “Altri indicatori da
 guardare sono la percentuale di pazienti sottoposti ad angioplastica coronarica

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transluminale percutanea (PTCA) entro 48 ore dal ricovero per infarto miocardico
acuto e la mortalità a 30 giorni”, spiega Elena Azzolini, medico specialista in Sanità
Pubblica e membro del Comitato Scientifico di www.doveecomemicuro.it. Fotografia
della realtà italiana Le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano
ricoveri per infarto miocardico acuto sono 746 : il 47% si trova al nord, il 22% al
centro e il 31% al sud. Della totalità dei ricoveri, il 46% è stato effettuato al nord, il
23% al centro e il 31% al sud. Gli ospedali che eseguono interventi di bypass
aortocoronarico sono 97 : il 46% si trova al nord, il 21% al centro e il 33% al sud.
Della totalità delle operazioni, il 45% è stato effettuato al nord, il 20% al centro e il
35% al sud. I centri che effettuano operazioni per aneurisma dell'aorta addominale
non rotto sono 216 : il 54% si trova al nord, il 19% al centro e il 27% al sud. Della
totalità delle operazioni, il 52% è stato effettuato al nord, il 25% al centro e il 22% al
sud. Le strutture che eseguono interventi di angioplastica coronarica sono 383 : il
48% si trova al nord, il 23% al centro e il 29% al sud. Della totalità delle operazioni,
il 49% è stato effettuato al nord, il 21% al centro e il 30% al sud. Ancora pochi
raggiungono gli standard minimi Il valore di riferimento ministeriale di minimo 100
ricoveri l’anno per infarto miocardico acuto è rispettato solo dal 52% delle strutture
italiane: il 45% è situato al nord, il 21% al centro e il 34% al sud. Gli ospedali
accreditati che rispettano anche gli altri 2 valori di riferimento - cioè una mortalità a
30 giorni dal ricovero inferiore all’8% e una percentuale di pazienti sottoposti a PTCA
entro 48 ore dal ricovero superiore al 45% - sono 76, pari al 10% . La soglia di
minimo 200 interventi annui di bypass aortocoronarico , invece, è rispettato dal 26%
delle strutture italiane: il 40% si trova al nord, il 28% al centro e il 32% al sud. Gli
ospedali che rispettano anche il secondo valore di riferimento – cioè una mortalità a
30 giorni dall’intervento inferiore all'1,5% - sono 11, pari all’ 11%. Il valore di
riferimento ministeriale di minimo 60 interventi annui per aneurisma dell'aorta
addominale non rotto è rispettato dal 24% delle strutture: il 51% è situato al nord, il
29% al centro e il 20% al sud. Gli ospedali che rispettano anche l'altro valore di
riferimento – cioè una mortalità a 30 giorni dal ricovero inferiore all'1% - sono 24,
pari all’ 11% . Il valore di riferimento ministeriale di minimo 250 interventi annuali di
angioplastica coronarica , infine, è rispettato dal 60% delle strutture: il 49% si trova
al nord, il 20% al centro e il 31% al sud. Angioplastica e bypass: indicazioni agli
interventi A cosa servono e quando sono necessari un’angioplastica coronarica e un
bypass aortocoronarico? La prima mantiene adeguatamente dilatata un’arteria in cui
si è creato un restringimento in modo da consentire il passaggio del sangue
ossigenato verso il miocardio. Il secondo, crea una via alternativa attraverso cui il
sangue ossigenato può arrivare al cuore. Entrambi, dove ci sia il rischio di ostruzioni
delle arterie coronariche, possono scongiurare un infarto miocardico.
“Un’angioplastica, se eseguita tempestivamente, può oggi essere considerata una
procedura salvavita avendo contribuito a ridurre la mortalità di oltre 4 volte. I
formidabili progressi tecnologici che l’hanno interessata, uniti ai miglioramenti delle
terapie farmacologiche post-intervento e all’esperienza degli operatori hanno
permesso di ridurre progressivamente il ricorso al bypass aortocoronarico.
Quest'intervento cardiochirurgico è ancora utilizzato nelle patologie ostruttive più
gravi delle coronarie o quando si rende necessario sostituire una valvola cardiaca

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con una protesi”, spiega Antonio Bartorelli. Fattori di rischio e prevenzione
dell’aterosclerosi Responsabile dei restringimenti e delle ostruzioni è l'aterosclerosi:
una patologia cronica che interessa la parete dei vasi arteriosi, non solo coronarici
ma anche appartenenti ad altri distretti vascolari. “Fattori di rischio, oltre alla
familiarità, sono l'abitudine al fumo, il diabete, l'ipertensione arteriosa e
l'ipercolesterolemia. Capisaldi strategici della prevenzione, sia per chi gode di buona
salute sia per chi ha ricevuto una diagnosi di aterosclerosi, invece, sono uno stile di
vita sano, una corretta alimentazione, un'adeguata attività fisica e l'astensione dal
fumo”. Gli esami per arrivare alla diagnosi “L’ecografia Doppler (ecocolordoppler
cardiaco), tecnica semplice, poco costosa e non invasiva, permette di indagare in
modo accurato svariati distretti vascolari: quello carotideo, l’aorta addominale, le
arterie renali e quelle degli arti inferiori, ma non le coronarie. Queste arterie, fino a
pochi anni fa, potevano essere visualizzate solo mediante un esame invasivo, la
coronarografia. Oggi, invece, per osservarle con accuratezza, in molti casi basta la
TC del cuore, test non invasivo che richiede unicamente l’iniezione del mezzo di
contrasto in una vena periferica. La risonanza magnetica cardiaca (CINE RM) non è
utilizzata per visualizzare le coronarie ma fornisce informazioni utili sul buon
funzionamento del cuore. Quanto al ricorso alla scintigrafia miocardica (SPET) - che
prevede la somministrazione di un radiofarmaco debolmente radioattivo - proprio
grazie all'introduzione di queste nuove tecnologie diagnostiche, si è notevolmente
ridotto”. Follow-up post intervento I controlli che seguono una procedura di
angioplastica coronarica o un intervento di bypass aortocoronarico sono
principalmente clinici e servono per monitorare l’eventuale ricomparsa dei sintomi
tipici dell’ischemia miocardica - cioè dello stato di sofferenza del cuore dovuto
all'occlusione delle coronarie. “Le loro condizioni, però, vanno valutate
periodicamente anche mediante esami da stress come l’elettrocardiogramma o
l’ecocardiogramma da sforzo. Se persistono dei dubbi, inoltre, si può ricorrere a una
TC coronarica. Se poi sintomi ed esami indicano inequivocabilmente una grave
progressione della malattia è consigliabile ripetere una coronarografia invasiva”.
CLASSIFICHE REGIONALI (Fonte: PNE 2017) Ricoveri per infarto miocardico acuto Le
strutture pubbliche o private accreditate che effettuano questo tipo di ricovero sono
64. Le 5 strutture che in Campania effettuano un maggior numero di ricoveri sono:
Azienda Ospedaliera A. Cardarelli di Napoli (n° ricoveri: 802) Azienda Ospedaliera
dei Colli - Monaldi di Napoli (n° ricoveri: 750) Azienda Ospedaliera OO.RR. San
Giovanni di Dio e Ruggi di Salerno (n° ricoveri: 655) Azienda Ospedaliera
Universitaria Federico II di Napoli (n° ricoveri: 647) Presidio Ospedaliero San G.
Moscati di Aversa (CE) (n° ricoveri: 496) In Campania il valore di riferimento
ministeriale di minimo 100 ricoveri l’anno è rispettato dal 58% delle strutture.
L’Azienda Ospedaliera dei Colli - Monaldi di Napoli oltre a vantare alti volumi
mantiene anche una bassa mortalità a 30 giorni dal ricovero (che deve mantenersi
inferiore all’8%) (mortalità a 30gg: 7,15%). Non ci sono strutture che rispettano il
valore di riferimento per cui almeno il 45% di pazienti sono sottoposti a PTCA
(angioplastica coronarica percutanea transluminale) entro 48 ore dal ricovero. Il
3,9% dei residenti sceglie di farsi curare in altre regioni. Il 96,1% dei residenti
sceglie di farsi curarsi nella propria regione. Il 2,3% di interventi eseguiti su non

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residenti. Interventi chirurgici di bypass aortocoronarico Le strutture pubbliche o
private accreditate che effettuano questo tipo di intervento sono 9. Le strutture che
in Campania effettuano un maggior numero di interventi sono: Azienda Ospedaliera
OO.RR. San Giovanni di Dio e Ruggi di Salerno (n° interventi: 348) SECONDA IN
ITALIA Azienda Ospedaliera dei Colli - Monaldi di Napoli (n° interventi: 265) Casa di
Cura Pineta Grande di Castel Volturno (CE) (n° interventi: 200) In Campania il valore
di riferimento ministeriale di minimo 200 interventi l’anno è rispettato dal 33% delle
strutture. L’Azienda Ospedaliera OO.RR. San Giovanni di Dio e Ruggi di Salerno oltre
a vantare alti volumi mantiene anche una bassa mortalità a 30 giorni dall’intervento
(che deve mantenersi inferiore all’1,5%) (mortalità a 30gg: 1,32%). L’ 8,6% dei
residenti sceglie di farsi curare in altre regioni. Il 91,4% dei residenti sceglie di farsi
curarsi nella propria regione. Il 3,3% di interventi eseguiti su non residenti.
Interventi chirurgici per aneurisma dell’aorta addominale non rotto Le strutture
pubbliche o private accreditate che effettuano questo tipo di intervento sono 18. Le
strutture che in Campania effettuano un maggior numero di interventi sono: Azienda
Ospedaliera OO.RR. San Giovanni di Dio e Ruggi di Salerno (n° interventi: 106) Casa
di Cura Pineta Grande di Castel Volturno (CE) (n° interventi: 82) Azienda Ospedaliera
A. Cardarelli di Napoli (n° interventi: 76) Azienda Ospedaliera dei Colli - Monaldi di
Napoli (n° interventi: 73) In Campania il valore di riferimento ministeriale di minimo
60 interventi l’anno è rispettato dal 22% delle strutture. Non ci sono strutture che
oltre a vantare alti volumi mantengano anche una bassa mortalità a 30 giorni
dall’intervento (che deve mantenersi inferiore all’1%). Il 15,7% dei residenti sceglie
di farsi curare in altre regioni. L’ 84,3% dei residenti sceglie di farsi curarsi nella
propria regione. Il 2,7% di interventi eseguiti su non residenti. Interventi chirurgici di
angioplastica coronarica Le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano
questo tipo di intervento sono 35. Le 5 strutture che in Campania effettuano un
maggior numero di interventi sono: Clinica Mediterranea di Napoli (n° interventi:
1283) SECONDA IN ITALIA Casa di Cura Montevergine di Mercogliano (AV) (n°
interventi: 1057) Azienda Ospedaliera dei Colli - Monaldi di Napoli (n° interventi:
828) Casa di Cura Santa Lucia di San Giuseppe Vesuviano (NA) (n° interventi: 788)
Azienda Ospedaliera A. Cardarelli di Napoli (n° interventi: 731) In Campania il valore
di riferimento ministeriale di minimo 250 interventi l’anno è rispettato dal 54% delle
strutture. Il 5,6% dei residenti sceglie di farsi curare in altre regioni. Il 94,4% dei
residenti sceglie di farsi curarsi nella propria regione.

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Media Monitoring per 27-09-2018 - Rassegna stampa del 26-09-2018 - Ruggi
25/09/2018
                                              tvoggisalerno.it
                                                                                                                          EAV: € 279
                                                                                                                          Lettori: 467
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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  OSPEDALE RUGGI D'ARAGONA. LA DENUNCIA DI AMATRUDA

 L’ospedale di Salerno finisce in una sorta
 di braccio di ferro tra la destra e la
 sinistra. Da una parte il presidente della
 Regione Campania, Vincenzo De Luca,
 che neppure dieci giorni or sono ha
 annunciato la partenza del bando del
 Nuovo      Ruggi    d’Aragona      ed     un
 investimento faraonico per il nuovo polo
 ospedaliero      dell’intera      provincia.
 Dall’altra, l’opposizione che suggerisce
 di investire quel denaro pubblico per
 ristrutturare e risollevare l’attuale
 nosocomio salernitano. Per garantire
 posti di lavoro, evitare la fuga di cervelli
 altrove e scongiurare una politica cosiddetta del mattone. Perentorio l’intervento del
 vice coordinatore provinciale di Forza Italia, Gaetano Amatruda. FORZA ITALIA
 gaetano amatruda investimento faraonico ospedale ruggi d'aragona vincenzo de
 luca Entra a far parte della CHAT di TV Oggi Salerno NOTE SUI COMMENTI L'area dei
 commenti vuole fornire agli utenti di questo sito la possibilità di esprimere la propria
 opinione su vari argomenti. Questo però deve avvenire nel pieno rispetto del vivere
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 ritenuti responsabili di come, dove e da chi questo forum viene utilizzato in quanto
 non sono nella possibilità concreta di esercitare un controllo diretto sugli stessi.
 Chiunque però dovesse riscontrare contenuti non in linea con i principi fin qui
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25/09/2018
                                                  radioalfa.fm
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                                                                                                                         Lettori: 233
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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  Umberto I, i letti del reparto di Medicina appena inaugurato
                    non entrano nell'ascensore

 A gennaio del 2016 accadde al Ruggi di
 Salerno. L’azienda acquistò una ventina
 di letti per rispondere alla normativa
 europea sulla grandezza. I letti nuovi
 però       non        entravano       nei
 “vecchi”    ascensori   del   nosocomio
 salernitano. A distanza di due anni,
 stessa situazione all’ospedale nocerino
 Umberto I. Come racconta Salerno
 Sanità, i letti del nuovo reparto di Medicina, inaugurato sabato scorso dal
 Governatore De Luca, non entrano negli ascensori. I vertici aziendali sono al lavoro
 per trovare immediate soluzioni che possano evitare disagi ai pazienti che, intanto,
 potrebbero essere spostati con le sedie a rotelle. La soluzione definitiva al problema
 non dovrebbe essere particolarmente difficile. Si ipotizza semplicemente di
 modificare l’apertura degli impianti.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
26/09/2018
                                                   edilia2000.it
                                                                                                                          EAV: € 310
                                                                                                                          Lettori: 300
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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  Bando di progettazione per Nuovo Ospedale a Salerno. - Un
      complesso ospedaliero – policlinico universitario.

 È stata pubblicata la gara a procedura
 aperta per l’affidamento del servizio di
 Progettazione di fattibilità tecnica ed
 economica, definitiva ed esecutiva e il
 coordinamento della sicurezza in fase di
 progettazione, per la realizzazione del
 nuovo Ospedale “San Giovanni di Dio e
 Ruggi d’Aragona” di Salerno. La Regione
 Campania, attraverso So.Re.Sa. Spa in
 qualità di stazione appaltante ausiliare,
 ha    pubblicato      il   bando     per    la
 progettazione del nuovo complesso
 ospedaliero che avrà le caratteristiche di
 un policlinico universitario, e che offrirà servizi di un DEA di secondo livello con una
 potenzialità di circa 716 posti letto. Il nuovo ospedale prenderà il posto dell’attuale
 “plesso Ruggi”. Si tratta di una procedura aperta secondo quanto previsto
 dall’articolo 60 del nuovo Codice degli appalti con un valore € 13.377.648,49 (Iva
 Esclusa), e potranno parteciparvi professionisti del settore, da soli o in associazione
 temporanea, che rientrino nei requisiti previsti dalla normativa vigente. La nuova
 struttura vuole essere all’avanguardia per le soluzioni tecnologiche adottate, per la
 qualità e la facilità di risposta alle future evoluzioni della medicina e delle tecnologie
 biomediche, senza perdere di vista confort, efficienza e umanizzazione. Si punta
 quindi alla realizzazione di un ospedale 4.0 in cui ricerca e cura vivono
 perfettamente in simbiosi. Le offerte dovranno essere presentate entro le ore 12.00
 di mercoledì 21 novembre 2018. L’intervento è previsto nel Patto per la Campania
 ed è finanziato con il Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014/2020 e il Programma
 operativo complementare Regione Campania 2014/2020, sottoscritto tra il Ministero
 per la Coesione territoriale e la presidenza della Regione Campania. Il Presidente
 Vincenzo De Luca ha dichiarato: “Il nuovo ospedale di Salerno è un’opera decisiva
 considerando che l’attuale struttura per i propri limiti è destinata alla chiusura. Si
 tratta di una scelta coraggiosa. Trovare complessivamente risorse per 400 milioni di
 euro per questa realizzazione è stato davvero un miracolo. Seguiremo con
 attenzione tutti i passaggi amministrativi fino alla realizzazione dell’opera, che
 diventa parte essenziale della rete ospedaliera regionale insieme all’Ospedale del
 Mare e al Policlinico di Caserta.

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
26/09/2018                                                                                                                Pagina 12
                                           La Città di Salerno
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

          Murolo a Servalli «Chiarisca il futuro dell'ospedale»
 (a.c.)
 «Il sindaco ha sempre detto che
 l'ospedale è fuori pericolo e che i
 cittadini non devono preoccuparsi. Li
 rassicuri anche adesso che stanno
 circolando notizie tanto allarmanti da far
 pensare che la chiusura sia imminente».
 Marcello Murolo, il portavoce del gruppo
 di opposizione Responsabili per Cava,
 interviene sui problemi legati alla
 carenza di personale al Santa Maria
 dell'Olmo,      portati      all'attenzione
 dell'opinione pubblica dal sindacalista
 Cisl Gaetano Biondino. «Per Servalli
 l'ospedale, con i suoi 90 posti letto, è
 salvo ha ribadito Murolo Se è ancora
 convinto di ciò, attendiamo una
 conferma pubblica che rassicuri tutti
 quei pazienti che da mesi attendono di
 essere chiamati per un intervento
 chirurgico».

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
26/09/2018
                                            lacittadisalerno.it
                                                                                                                          EAV: € 1.041
                                                                                                                          Lettori: 6.500
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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        Nuovo Ruggi, Fi si oppone «Rinnovare l’esistente»

 Per Amatruda occorrono tecnologie per
 modernizzare le strutture attuali I
 sindacati a De Luca: non ci sono solo
 l’Agro e Salerno, dimentica le zone
 interne 25 settembre 2018 Dopo la
 pubblicazione del bando per costruire il
 nuovo “Ruggi” e i dettagli sul progetto
 forniti dal dg Giuseppe Longo, Forza
 Italia boccia l’iniziativa pianificata dalla
 Regione. In particolare Gaetano Amatruda, vice coordinatore provinciale degli
 “azzurri”, parla di trovare «altre soluzioni». Il suo auspicio è che venga «riqualificato
 l’esistente», più che favorire «i signori del mattone», con la costruzione di un nuovo
 ospedale. Come? Utilizzando «70 milioni di fondi pubblici» già disponibili per
 modernizzare l’attuale presidio. Mentre i soldi per il nuovo ospedale potrebbero
 essere destinati, a suo avviso, alla riqualificazione degli altri presidi aziendali come,
 ad esempio, quelli di Cava e San Severino. E se per Amatruda il dg Longo è un
 «bravo manager», parla di «follia» rispetto a una nuova costruzione. E spiega:
 «Investire circa 400 milioni e di questi circa 300 solo per l’infrastruttura, per il
 mattone, è scelta fuori da ogni logica». I soldi andrebbero usati per altri progetti. E
 cioè «prioritariamente in nuove tecnologie – dichiara l’esponente di Forza Italia – per
 la modernizzazione delle strutture attuali, per rilanciare i presidi esistenti e per
 puntare su nuove assunzioni». Occorrono, puntualizza, giovani infermieri e giovani
 medici. C’è bisogno di «migliori prestazioni perché spesso si rinuncia alle cure e si
 attendono tempi troppo lunghi». Secondo l’Istat, afferma, l’aspettativa di vita dei
 cittadini del Sud Italia è 24 mesi inferiore a quella del nord «un divario che grida
 vendetta». «È una scelta politicamente criminale non superare questi problemi per
 puntare al vantaggio dei signori del mattone», secondo Amatruda: piuttosto bisogna
 finanziare il reddito di salute, per garantire prestazioni sanitarie a chi ha più bisogno
 e, contrariamente ai sindacati, sostiene sia opportuno «valorizzare il comparto del
 sistema privato». «L’amministrazione Caldoro – conclude - ha recuperato circa 70
 milioni per modernizzare il “Ruggi”. Sono sufficienti. Il resto delle risorse destinate
 alla costruzione della nuova sede ospedaliera andrebbe destinato alle sedi di Cava
 piuttosto che di San Severino». Se la prendono con le scelte del governatore De Luca
 anche Pasquale Addesso (Cgil) Pietro Antonacchio (Cisl) e Donato Salvato (Uil
 Salerno), che parlano di «collasso definitivo della sanità e totale assenza di
 programmazione», mentre la riabilitazione privata fattura 800 milioni annui. Anche
 Biagio Tomasco, delegato Rsu Asl Salerno, affonda il dito nella piaga sulla
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
migrazione fuori regione. «Il governatore ricorda l’Agro e Salerno, ma dimentica
Cilento, Vallo di Diano e Piana del Sele», commentando le dichiarazioni rilasciate
all’Umberto I all’inaugurazione dei nuovi reparti. La mobilità passiva, dice, incide per
300 milioni sulle casse della sanità regionale, ma il 20% dei fondi è rappresentato
dalla mobilità dei cittadini del Diano che vanno a curarsi, malattie cardiologiche e
oncologiche, in Basilicata. Perché Sapri, eroga servizi sanitari «in condizioni al limite
della sopportazione».

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26/09/2018                                                                                                                 Pagina 5
                                            La Città di Salerno
                       Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                  Parcheggi, torna l'assedio degli abusivi
 Salvatore De Napoli
 «Ma in questa città siamo davvero
 arrivati al punto che non ti puoi
 nemmeno fermare un attimo in piazza
 Vittorio Veneto, restando in auto, senza
 che i parcheggiatori abusivi ti chiedono i
 soldi?». A chiederselo Claudio Tringali ,
 noto magistrato ora presidente della
 Fondazione Menna. L'ex presidente della
 sezione penale della Corte d'Appello
 aggiunge su Facebook: «Quando ci
 vogliamo      svegliare,    care    autorità
 competenti? Siamo in fiduciosa attesa».
 L'appello     ha      posto    al    centro
 dell'attenzione      il    problema     dei
 parcheggiatori abusivi in città, ancora
 presente      nonostante      le    diverse
 operazioni di carabinieri, polizia di stato
 e      della    municipale.       Raggiunto
 telefonicamente Tringali ricorda che nel
 tardo pomeriggio di domenica aveva
 accompagnato la moglie in auto alla
 stazione ferroviaria di Salerno e mentre
 scaricava i bagagli si è avvicinato uno dei tanti parcheggiatori abusivi che si trovano
 nella piazza e gli ha chiesto i soldi per la sosta. «Alle mie rimostranze per la
 richiesta, per giunta avanzata anche per una semplice fermata e non un parcheggio
 sottolinea l'uomo mi ha risposto che non ero obbligato a darglieli e intanto ha
 continuato a chiedermeli. Alla mia ferma reazione è andato via». Nelle scorse ore, a
 la Città è giunta la segnalazione di una donna di Modena che si trova a Salerno che
 ha denunciato di essere assillata dai parcheggiatori abusivi ogni volta che lascia
 l'auto in sosta nei pressi del cinema The Space o dell'ospedale Ruggi. Passa il tempo
 ma il problema rimane, quindi, anche se è diminuito in alcune zone. Il dato che si
 riscontra è soprattutto che a fare da parcheggiatori abusivi sono spesso sempre le
 stesse persone. E se interviene un Daspo o una misura cautelare come nella recente
 operazione dei carabinieri, allora il posto viene ceduto a un familiare o un amico,
 come hanno scoperto gli uomini della polizia municipale del nucleo decoro urbano
 nei pressi dello stadio Arechi. Va anche detto che i caschi bianchi hanno più volte
 denunciato i guardiamacchine non autorizzati per inosservanza al foglio di via
 obbligatorio che spesso si ripresentano al loro posto di lavoro. Un caso particolare,
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ad esempio, è il posteggiatore nei pressi del Forte la Carnale che collezione denunce
a raffica. Di giorno la situazione, con l'unica pattuglia in borghese della polizia
municipale, è migliorata in molte zone, dopo le 20 di sera, quando la presenza delle
forze dell'ordine diminuisce, Salerno torna nelle mani dei parcheggiatori illegali, nei
pressi dei cinema, ristoranti e pizzerie, specie d'estate o nei fine settimana. Nei
pressi dell'ospedale Ruggi, la presenza non è più oppressiva come prima ma spesso i
guardimacchine si aggirano pure nelle strisce blu in zona stadio Arechi. C'è la
necessità di un controllo più assiduo delle strade cittadine ma gli agenti della polizia
municipale sono pochi e devono attendere a più incombenze. Di sera poi, le
pattuglie dei caschi bianchi presidiano i viali del lungomare e la città rimane
scoperta. Di ieri la notizia che la questura ha emesso altri due Daspo per i due
posteggiatori illegali scoperti dalla polizia municipale. Intanto, Tringali chiede ai
salernitani di comportarsi «da cittadini e far valere i loro diritti, senza eccessive
paure di ritorsioni da parte di questi signori ».

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26/09/2018                                                                                                                Pagina 30
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 7.598
                                                                                                                          Lettori: 133.364
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

  Umberto I, letti troppo grandi: non entrano negli ascensori

 LA SANITÀ Nello Ferrigno I letti del nuovo
 reparto di Medicina sono troppo grandi
 per entrare negli ascensori dell'
 ospedale. Succede all' Umberto I a
 Nocera Inferiore. A creare ingombro non
 sono soltanto le paratie laterali ma
 anche le dimensioni. Un caso che ha dell'
 inverosimile. TAGLIO DEL NASTRO I letti
 arrivati in ospedale alcuni giorni prima
 dell' inaugurazione di sabato scorso sono
 costruiti secondo le norme europee. Ma
 le porte scorrevoli degli elevatori, non
 certo nuovi di zecca, non si chiudono. I
 nuovi letti, tutti dotati di ruote per il
 trasporto degli ammalati, fanno parte
 della dotazione di Medicina. Stesso
 problema dovrebbe esserci anche per
 Rianimazione e Anestesia. I due reparti,
 anche se nessun paziente ha ancora
 varcato la loro soglia, sono stati riaperti
 dopo i lavori di ristrutturazione sabato
 scorso alla presenza del presidente della
 Regione Campania, Vincenzo De Luca.
 Ora si sta cercando di trovare una
 soluzione anche perché non tutti gli ammalati possono essere trasportati su una
 sedia a rotelle. La stessa cosa si verificò alcuni anni fa all' ospedale Ruggi d'
 Aragona a Salerno. La vicenda fu liquidata sostituendo gli ascensori che erano
 obsoleti rispetto ai nuovi standard. Anche nel Pronto Soccorso nocerino sono state
 registrate delle difficoltà legate sempre ai letti. «Per poter alzare o abbassare lo
 schienale ha raccontato un infermiere ci vogliono due operatori, uno a destra, l' altro
 a sinistra per pigiare contemporaneamente due pedali. I letti erano nel deposito dell'
 ospedale di Agropoli. Sono arrivati a Nocera la scorsa primavera. Stiamo aspettando
 ancora i tecnici, forse c' è stato un errore nel montaggio». Ma la mancata operatività
 di Rianimazione non è dovuta soltanto al problema dei letti. C' è anche quello del
 personale. I posti in reparto sono 12 ma ne potranno essere utilizzati soltanto otto.
 GLI ORGANICI Gli infermieri attualmente in servizio sono 24 e a stento riescono a
 coprire i cinque turni. Non si tirano indietro nemmeno quando sono chiamati a
 svolgere funzioni che dovrebbero essere a carico degli operatori socio sanitari che
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mancano. Ne servirebbero otto. Difficoltà legate all' organico anche al quinto piano
in Medicina. Il commissario straordinario dell' Asl Salerno, Mario Iervolino, durante la
cerimonia del taglio del nastro, aveva promesso per ottobre l' arrivo di 120
infermieri da distribuire nei quattro ospedali dell' Agro nocerino sarnese. Notizia
confermata anche dal governatore De Luca che aveva sottolineato che bisognava
accelerare sul rilancio della sanità campana. Dobbiamo marciare aveva detto
guardando i minuti non gli anni. I soldi ci sono, il personale pure. Anche se bisognerà
fare i conti con la burocrazia. E non solo. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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26/09/2018                                                                                                               Pagina 17

                                                                                                                         EAV: € 567
                                                                                                                         Lettori: 29.750
                                 Argomento: Sanità Salerno e provincia

       54enne muore in corsia I familiari vogliono giustizia

 AGROPOLI Una donna di 54, Antonella
 Casale, di Agropoli, è morta durante la
 notte presso l' ospedale "San Luca" di
 Vallo della Lucania. Lascia il marito e tre
 figli. I familiari hanno presentato una
 denuncia per comprendere se il decesso
 era inevitabile o se c' è stata qualche
 responsabilità da parte dei sanitari che l'
 hanno avuta in cura. Si è trattato infatti
 di               un                decesso
 improvviso,apparentemente             senza
 spiegazioni. Per questo ora si chiedono
 esami più approfonditi sul corpo della
 vittima al fine di comprendere cosa sia
 realmente accaduto. Tutto è iniziato
 sabato scorso. La donna accusava un
 dolore al fianco, veniva trasportata a
 Vallo della Lucania dove però è stata
 rimandata a casa. Domenica il problema
 si è ripresentato: i familiari contattano il
 118 e i medici provvedono ad un
 lavaggio.     La     situazione     sembra
 migliorare ma dopo qualche ora il malore è addirittura più forte. Nuovo intervento
 del 118, nuovo lavaggio, ma questa volta le condizioni della donna non migliorano.
 Nella notte tra domenica e lunedì, una nuova corsa all' ospedale "San Luca" di Vallo
 della Lucania dove purtroppo muore, intorno alle due di notte.

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26/09/2018                                                                                                                Pagina 19
                                           La Città di Salerno
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

        «Giovine, la lungimiranza della medicina moderna»

 I medici salernitani ricordano Federico
 Giovine , già primario della divisione di
 Cardiologia- Utic dell'ospedale di Eboli,
 un professionista a tutti noto nella Valle
 del Sele. Lui fu uno dei primi specialisti
 in Malattie reumatiche del cuore e dei
 vasi e successivamente, per esigenze
 legate alla sua attività di assistente
 medico nell'antico ospedale della Croce
 Rossa di Eboli, si specializzò in Anestesia
 e Rianimazione, così da supportare
 l'attività operatoria ospedaliera in rapida
 crescita. «Alla fine degli anni Sessanta
 ricorda il presidente dell'Ordine di medici
 di Salerno, Giovanni D'Angelo - grazie al
 contributo di altri valenti medici e
 primari, la complessità delle attività
 specialistiche attivate nell'ospedale,
 portò alla struttura il riconoscimento di
 Ospedale generale provinciale , nel
 quale Federico Giovine, oltre che
 primario della divisione di Cardiologia-
 Utic, andò a ricoprire il ruolo strategico di Direttore sanitario, iscrivendo il suo nome
 tra i padri fondatori del nuovo nosocomio ». Fu nei primi anni Settanta che Federico
 Giovine inaugurò la Terapia intensiva coronarica, tra le prime nella regione, cui seguì
 l'implementazione dell'attività ancora pioneristica di impianto di stimolatori cardiaci
 e l'introduzione di tecniche diagnostiche innovative quali la ecocardiografia. Tanti i
 giovani cardiologi formatisi nel reparto da lui diretto, alcuni dei quali oggi dirigono
 Unità operative di cardiologia. «Professionista lungimirante, attento alle evoluzioni
 tecnologiche diede la sua impronta professionale anche come consulente alla Casa
 di cura Campolongo Hospital, dove tanti lo ricordano con stima ed affetto».

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26/09/2018                                                                                                                Pagina 33
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 5.662
                                                                                                                          Lettori: 133.364
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             Calvario in tre ospedali, muore: è inchiesta

 VALLO DELLA LUCANIA Carmela Santi Un
 calvario tra gli ospedali di Eboli, Agropoli
 e Vallo della Lucania. Negli ultimi giorni
 Antonella Casale, 54enne di Agropoli,
 con forti dolori ad un fianco si era rivolta
 a diverse strutture sanitarie. Era stata
 rispedita puntualmente a casa per cure
 domiciliari. IL MALORE Domenica notte il
 tragico epilogo. La giovane mamma è
 morta durante presso l' ospedale San
 Luca di Vallo dove era arrivata per la
 seconda volta nelle ultime 48 ore. I
 familiari hanno presentato denuncia ai
 carabinieri. La vicenda della donna è
 iniziata sabato scorso. Antonella Casale
 è arrivata presso il pronto soccorso dell'
 ospedale di Agropoli con un forte dolore
 ad un fianco. Da lì è stata dirottata a
 Vallo dove i sanitari del San Luca dopo
 alcuni controlli l' hanno rimandata a
 casa. Domenica il problema si è
 ripresentato.     I   medici     del    118
 provvedono       ad   un     lavaggio.   La
 situazione sembra migliorare ma dopo
 qualche ora il malore al fianco è addirittura più forte. Nuovo lavaggio, ma le
 condizioni della donna non migliorano. Nella notte tra domenica e lunedì, una nuova
 corsa all' ospedale San Luca dove purtroppo la situazione precipita, la 54enne
 muore, intorno alle due di notte. Ieri mattina la denuncia ai carabinieri di Vallo della
 Lucania. Sul caso la procura ha aperto un fascicolo di indagine. La salma della donna
 è stata posta sotto sequestro in attesa dell' esame autoptico. LA DENUNCIA
 «Antonella era stata negli ospedali di Eboli, Agropoli e Vallo della Lucania e sempre
 rimandata a casa per cure domiciliari» denunciano i familiari, che ora vogliono
 capire cosa è accaduto. Si è trattato di un decesso improvviso, apparentemente
 senza spiegazioni. Un caso che ricorda la morte di Gaetana Incognito, la 47enne di
 Massa di Vallo morta un mese fa circa dopo un doppio ricovero all' ospedale San
 Luca. Il decesso probabilmente a seguito di una peritonite. Nel registro degli
 indagati, in questo secondo caso, sono finiti due medici in servizio presso del pronto
 soccorso. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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26/09/2018                                                                                                                Pagina 27
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 10.021
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                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

   Fondi agli atenei, Salerno seconda in Italia In cinque anni
                   recuperati trenta milioni

 L' UNIVERSITÀ Barbara Landi Salerno
 primo ateneo del Centro Sud e secondo
 in Italia solo all' Università del Piemonte
 Orientale per crescita percentuale del
 Fondo di Finanziamento Ordinario per il
 2018. Nella ripartizione del FFO
 ufficializzato dal Miur, ovvero la
 maggiore fonte di finanziamento per gli
 atenei italiani, Unisa registra infatti per il
 prossimo anno accademico un più 4per
 cento     circa     (+3,89%)    di    risorse
 ministeriali rispetto al 2017, pari a
 4.322.239 euro, derivante dalla somma
 delle quota di base, premiale e
 perequativa.       L'    INCREMENTO         L'
 incremento risente dell' introduzione del
 nuovo costo standard, criterio che
 intende limitare le sperequazioni fra le
 diverse università dovute al differente
 contesto      sociale     ed     economico,
 assumendo         come      parametri      di
 riferimento il livello di reddito delle
 famiglie e l' accessibilità (trasporti,
 logistica e mobilità), a cui si aggiunge il
 peso della quota premiale e dei piani straordinari docenti. Intento del nuovo costo
 standard è invertire la tendenza che negli ultimi anni ha fortemente svantaggiato gli
 atenei meridionali o di dimensioni ridotte. Così dei 7,3 miliardi investiti dal ministero
 dell' Istruzione, dell' Università e della Ricerca e distribuiti tra le 65 università
 pubbliche italiane, Salerno conquista 115milioni e 328 mila euro, ovvero 9milioni in
 più rispetto allo scorso anno. Un andamento crescente, che nell' ultimo quinquennio,
 dal 2013 al 2018, si è tradotto in un incremento totale di circa 30milioni di euro
 (circa 5milioni in più per singolo anno). L' hippocratica civitas salernitana realizza,
 inoltre, nell' assegnazione dei fondi, anche il primato campano, seguita da Napoli
 Orientale in settima posizione con +2,48%, Sannio in 13esima con +1,35%, Federico
 II in 14esima con +1,24, e solo in 55esima posizione con dato negativo l' università
 della Campania (-1,23%). Uno «scenario tuttavia ancora sottofinanziato», secondo l'

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unione degli studenti che considera «illusorio» l' aumento di 300milioni di euro
generale di FFO disposto dal Miur che investe nell' università solo 7 miliardi di euro,
a fronte dei 28,7 miliardi della Germania e dei 23,7 della Francia. Esprime invece
soddisfazione il rettore Aurelio Tommasetti: «Dal 2013 ad oggi abbiamo recuperato
circa 30 milioni di euro sulla quota FFO assegnata dal Ministero. I nuovi criteri di
calcolo del costo standard hanno fatto aumentare l' incidenza generale della nostra
università in ambito nazionale chiarisce Tommasetti - Un dato su cui incide la
performance nella ricerca e nella didattica, il numero di studenti in corso, il costo
medio dei professori, le politiche di reclutamento, la partecipazione ai programmi
Erasmus, la trasparenza». Il costo standard per studente Unisa cresce del 20,67% in
rapporto allo scorso anno, indice dell' aumento dei laureandi in corso, definendo un
peso percentuale sul sistema universitario dall' 1.99% del 2017 al 2.23% del 2018.
Altro parametro è la valutazione scientifica dell' Anvur, trasposto in un ulteriore 10%
di quota premiale. Altro indicatore determinante è l' Autonomia responsabile, che
misura la percentuale di studenti che nel 2017 ha conseguito almeno 40 CFU (crediti
formativi) e la percentuale di personale assunto dall' esterno, per un ulteriore
+16,61%. GLI INDICATORI «È uno stimolo a proseguire sulla strada della qualità,
della sostenibilità economica e dell' attenzione al diritto allo studio chiarisce
Tommasetti - continuando a dare forza alla politica delle tasse e del merito a
supporto degli studenti e delle famiglie». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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