Unione della Romagna Faentina - lunedì, 20 aprile 2020
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Unione della Romagna Faentina lunedì, 20 aprile 2020 Prime Pagine 20/04/2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) - Interna 4 Prima pagina del 20/04/2020 20/04/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) 5 Prima pagina del 20/04/2020 20/04/2020 Il Sole 24 Ore 6 Prima pagina del 20/04/2020 20/04/2020 Italia Oggi Sette 7 Prima pagina del 20/04/2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) 20/04/2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 34 8 Bici, sport, cani: tanti divieti alla Vena 20/04/2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 31 10 Contagiato un medico della terapia intensiva 20/04/2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 31 12 Ieri solamente 5 nuovi positivi 20/04/2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 40 13 «Gp a porte chiuse? È l' ipotesi peggiore» Corriere di Romagna (ed. Ravenna) 20/04/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 27 MICHELE DONATI 15 La lotta al pregiudizio più forte del virus con "Sorelle di corpo" 20/04/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 3 16 Malati Covid, bilancio di una settimana: meno in terapia intensiva, più a casa 20/04/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 24 18 La Uil solleva il caso dei reparti "ibridi" 20/04/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 25 19 Nel Ravennate un altro giorno senza vittime e il contagio rallenta ancora 20/04/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 29 LAURA GIORGI 20 Autodromo, dopo le polemiche Formula Imola: «Confrontiamoci» Pubblica Amministrazione ed Enti Locali 20/04/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 8 Valentina Melis 22 Lo stop alle rette dei nidi mette a rischio i servizi per l' infanzia 20/04/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 8 Eugenio BrunoClaudio Tucci 24 Scuola, più contributi o maxi-detrazione per salvare le paritarie 20/04/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 13 26 Le tutele per chi segnala
20/04/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 20 27 L' integrazione malattia per coronavirus è a carico dello Stato 20/04/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 22 Piero BellandiCristina Pozzi 29 Concessione turistica revocata Disatteso il periodo transitorio 20/04/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 22 Gianluca BertagnaDavide D' Alfonso 31 Il limbo della sospensione blocca le nuove assunzioni 20/04/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 22 Luigi Lovecchio 33 Sulle ritenute uno stop a tutto campo 20/04/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 22 Piero BellandiCristina Pozzi 35 La buona Pa può iniziare dalle richieste giuste nei bandi di concorso 20/04/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 22 Piero BellandiCristina Pozzi 37 Al Tpl non bastano fondi aggiuntivi 20/04/2020 Italia Oggi Sette Pagina 16 38 Niente tasse sulle pertinenze accorpate 20/04/2020 Italia Oggi Sette Pagina 18 39 Comuni italiani sempre più smart 20/04/2020 Italia Oggi Sette Pagina 24 41 Tributi locali, avvisi a carattere recettizio 20/04/2020 Italia Oggi Sette Pagina 25 43 Locazioni finanziarie, Imu dovuta dai locatori
[ § 1 § ] lunedì 20 aprile 2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) - Interna Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 4
[ § 2 § ] lunedì 20 aprile 2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 5
[ § 3 § ] lunedì 20 aprile 2020 Il Sole 24 Ore Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 6
[ § 4 § ] lunedì 20 aprile 2020 Italia Oggi Sette Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 7
[ § 1 5 7 1 9 9 9 9 § ] lunedì 20 aprile 2020 Pagina 34 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Bici, sport, cani: tanti divieti alla Vena Il nuovo regolamento del parco regionale verso l' approvazione. Previste numerose restrizioni per non disturbare la fauna Arriverà lunedì sulle scrivanie del comitato esecutivo dell' Ente parchi per la biodiversità della Romagna il nuovo regolamento per la fruizione dell' area protetta del parco regionale della Vena del Gesso: il testo, una volta approvato, farà poi rotta in direzione della giunta regionale, il cui sì definitivo sancirà la sua effettiva entrata in vigore. Il regolamento disciplina la fruizione del parco a tutte le categorie di frequentatori: escursionisti, speleologi, bikers, appassionati di trail running. Alcuni capitoli sono stati dettati da problematiche emerse nel corso degli ultimi anni: «per evitare fonti di disturbo alla fauna selvatica si è optato per il divieto all' accesso notturno delle mountain bike», spiega la presidente della Comunità del parco, l' assessore di Riolo Terme con delega alla Vena del Gesso Marina Lo Conte. Vietate le bici, anche se condotte a mano, nei pascoli presidiati dai cani da pastore, mentre in altri punti non potranno superare i 5 km/h. Saranno ammessi i cani da compagnia purché tenuti al guinzaglio: «Una necessità dettata da quanto accaduto un anno fa, quando lo smarrimento di un cane e le sue ricerche crearono disturbo a una cucciolata di lupi, che i genitori finirono con lo spostare dalla tana». Va in direzione della tutela della fauna anche la messa al bando di droni, fonti luminose superiori ai 200 lumen, fonti sonore e metal detector. Divieto totale anche per l' arrampicata: pericolosa su pareti gessose e fonte di disturbo per i rapaci nidificanti. I punti più controversi sono però altri - nello specifico nelle tre pagine dedicate all' accesso alle grotte - e laddove si interviene sulla percorribilità notturna dei sentieri, che diventerà vietata a partire da un' ora dopo il tramonto, fino a un' ora prima dell' alba. Unica eccezione le escursioni organizzate dal Cai e le visite guidate. Via libera invece ai sentieri che congiungono l' abitato di Brisighella alla Torre dell' Orologio e alla Rocca, o il rifugio Carné al parcheggio dedicato. Aspettare l' alba o il tramonto dalla vetta di alcune delle cime della Vena - come il Monte di Rontana o Monte Mauro - diventerà più difficile. Le strade comunali che attraversano la Vena saranno dunque la sola porzione di area protetta aperta anche di notte: è il caso di via Rontana o della strada che congiunge Zattaglia e Riolo Terme, passando al di sotto della chiesa di Monte Mauro. Il nuovo regolamento è stato presentato in febbraio alle associazioni direttamente interessate, quali il Cai e le organizzazioni dedicate a mountain bike e trail running. «Ma a Riolo, Casola e Brisighella molti cittadini non ne sanno nulla», fa notare il consigliere riolese Mirko De Carli. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 8
[ § 1 5 7 1 9 9 9 9 § ] lunedì 20 aprile 2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) «Tutti quanti siamo convinti che il futuro di questi comuni passi dalla tutela della Vena e della sua fauna. Credo però che vada salvaguardato anche l' affetto della popolazione per luoghi come Rontana o Monte Mauro. Prendiamoci qualche momento di riflessione in più, in primis dentro i consigli comunali». Filippo Donati. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 9
[ § 1 5 7 2 0 0 0 0 § ] lunedì 20 aprile 2020 Pagina 31 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Contagiato un medico della terapia intensiva Crollo dei positivi (5), tra cui anche un ospite del Giglio d' oro, e zero decessi. A Russi polemica sui filmati oscurati alla Baccarini Nessun decesso e appena cinque nuovi casi positivi. Tra questi c' è anche una dottoressa della terapia intensiva Covid dell' ospedale di Ravenna, la quale ha manifestato sintomi lievi che non hanno reso necessario il ricovero, ma solo l' isolamento domiciliare. Gli operatori della terapia intensiva lavorano con protezioni particolari, il contagio potrebbe essere avvenuto durante le operazioni di svestizione. Complessivamente i nuovi casi riguardano tre casi a Ravenna, uno a Russi e uno a Riolo Terme: due donne e tre uomini, tutti hanno avuto contatti stretti con casi già accertati. Soltanto due quelli ricoverati, tra cui un ospite della casa di riposo il Giglio d' oro di Ravenna, dove ora i positivi sono una quindicina. L' altro, invece, si è presentato al pronto soccorso. Numeri che, almeno per la realtà ravennate, fanno ben sperare. Come quello delle guarigioni, ben 42 complessive più una guarigione clinica. Restano circa 300 le persone in quarantena e sorveglianza attiva. Nessun nuovo contagiato alla casa di riposo Baccarini di Russi, dove nei giorni scorsi si erano registrati numeri casi di pazienti positivi al virus, poi trasferiti negli ospedali. «La situazione clinica dei pazienti ricoverati alle 13.30 di oggi (ieri, ndr) era stabile - dichiara la sindaca Valentina Palli - ed erano stati sottoposti a nuova visita anche tutti i pazienti negativi ancora in struttura. Nessuno di questi ultimi ad oggi presenta alcun sintomo riconducibile al virus». Stasera alle 19 è stato convocato un consiglio Comunale di urgenza, trasmnesso in streaming, a Russi, dove la Palli relazionerà in merito alla situazione della Baccarini. Ma proprio da Russi e dalla Baccarini divampa una polemica che diventa anche politica. A innescarla è stata un utente facebook e riguarda foto e video messi in rete da quando i familiari non possono più accedere alla struttura a tutela degli ospiti della struttura. L' utente lamentava la rimozione di tali documenti. Il capogruppo della Lega, Andrea Flamigni, parla di «singolare risposta del sindaco Palli» secondo cui «i video non erano stati rimossi, ma oscurati per evitare che i giornalisti potessero estrapolare alcune parti. In prima battuta - accusa il Carroccio - se i video mostravano personale munito dei dispostivi di protezione previsti durante questa emergenza, non ci deve essere alcun timore da parte della stampa locale». Secca la risposta del sindaco, per lei i fatti sono invece diversi: «Una persona mi ha segnalato, su una pagina facebook, che alcuni video della Baccarini sarebbero stati rimossi a seguito dell' insorgenza del virus in alcuni degenti. Ho risposto che avrei verificato l' accaduto con i responsabili della struttura». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 10
[ § 1 5 7 2 0 0 0 0 § ] lunedì 20 aprile 2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Contattata dal sindaco, la responsabile della Baccarini ha spiegato che «ha ritenuto di mettere in modalità privacy alcuni video che ritraevano degenti oggi malati, allo scopo di evitare che alcuni giornalisti potessero estrapolare tali immagini. Io ho fatto presente - precisa la Palli - che lo scrupolo mi pareva eccessivo e ho chiesto che i video in questione fossero rimessi visibili». l. p. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 11
[ § 1 5 7 2 0 0 0 1 § ] lunedì 20 aprile 2020 Pagina 31 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) il bilancio Ieri solamente 5 nuovi positivi Complessivamente in provincia sono confermati 926 casi. Così suddivisi: 419 a Ravenna 124 a Faenza 65 a Lugo 58 a Cervia 49 a Russi 31 a Bagnacavallo 28 ad Alfonsine 21 a Castel Bolognese 18 a Fusignano 15 a Cotignola 11 a Massa Lombarda 10 a Brisighella 9 a Riolo Terme 8 a Conselice 6 a Solarolo 3 a Sant' Agata sul Santerno 2 a Casola Valsenio 49 i fuori provincia 56 i decessi. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 12
[ § 1 5 7 1 9 9 9 8 § ] lunedì 20 aprile 2020 Pagina 40 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) «Gp a porte chiuse? È l' ipotesi peggiore» Fausto Gresini vorrebbe scongiurare le tribune vuote: «Ma la salute viene prima di tutto, speriamo di tornare in pista in agosto» Lo scriveva anche Lorenzo il Magnifico nella 'Canzona di Bacco': «Del doman non c' è certezza», che seguiva l' arcinoto «Chi vuol esser lieto sia». È un po' come si sente il mondo delle due ruote che si vede sparire sotto gli occhi i Gran Premi in programma, che si parli di MotoMondiale o di SuperBike. Nelle derivate di serie si è corso in Australia mentre la classe regina è ferma dall' ultima gara del 2019, visto che solo Moto2 e Moto3 sono riuscite a gareggiare in Qatar, poi solo rinvii. Piloti e scuderie stanno scalpitando, come ha detto Fausto Gresini titolare dell' omonimo team faentino che partecipa regolarmente a dirette Instagram sul sito della squadra manfreda, ma è stato anche ospite a GPOne.com. Tra l' altro si è parlato non solo di gare a porte chiuse nel Mondiale, ovviamente con l' hospitality limitata al team, ma anche con un accesso ridottissimo per la stampa e squadre molto contenute nel numero dei tecnici per ridurre al massimo i rischi. «È un' ipotesi ma non è l' unica - spiega lo stesso Fausto Gresini, team campione del Mondo in carica in MotoE con Matteo Ferrari - oppure si è pensato anche ad un paddock con un numero molto limitato degli ospiti. Vedremo: al momento la chiusura totale al pubblico è l' ipotesi peggiore. Ovviamente la salute ed evitare qualunque rischio è la cosa principale per cui mi piacerebbe tornare a gareggiare a luglio, ma è più facile che accada in agosto». Fausto Gresini, che gestisce anche le due Aprilia ufficiali in MotoGp, oltre che ai team di Moto2, Moto3 e MotoE, è anche l' agente del romagnolo Lorenzo Savadori, oggi secondo test driver di Aprilia in MotoGp. «Il suo talento e le sue capacità sono apprezzati in Aprilia: prima di fare programmi con lui è più importante capire cosa succedere nel Mondiale». Disponibilissimo a parlare di moto è il sammarinese Alex De Angelis, davvero poliedrico talento, da una ventina d' anni sulle piste di tutto il mondo. Oggi commentatore per Sky, pilota per Pramac nel Mondiale di MotoE, ma anche istruttore e team principal - con il riminese Massimo Roccoli - di Roc' n'Dea, dalle iniziali dei due cognomi: una squadra che avrebbe dovuto debuttare in questa stagione nel Civ in SuperSport300 con la Yamaha R3. «Per allenarci andavamo con le 300 nei kartodromi - dice sorridendo proprio Alex De Angelis - assieme a Massimo Roccoli che conosco da quando avevo 7 o 8 anni: ho una foto ad un mio compleanno assieme a lui. Mi è sempre piaciuto parlare con i giovani che magari ci seguivano per rubare le traiettorie ideali o ricevere consigli. Così, visto che ci piace fare le cose seriamente, abbiamo voluto fare anche questa cosa, anche per insegnare davvero a chi vuol scendere in pista. Già siamo entrambi istruttori per i giovani talenti azzurri e insegnare a nostri ragazzi è un piacevole impegno che abbiamo preso molto volentieri. Purtroppo ci siamo trovati in questa situazione per il Coronavirus Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 13
[ § 1 5 7 1 9 9 9 8 § ] lunedì 20 aprile 2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) e i campionati non sono iniziati, ma speriamo di tornare in pista». Ugo Bentivogli. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 14
[ § 1 5 7 2 0 0 0 3 § ] lunedì 20 aprile 2020 Pagina 27 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Corriere di Romagna (ed. Ravenna) LA STORIA La lotta al pregiudizio più forte del virus con "Sorelle di corpo" Successo oltre ogni aspettativa per il primo festival interamente digitale organizzato a Faenza MICHELE DONATI FAENZA È stato il primo festival interamente digitale organizzato a Faenza: "Sorelle di corpo", rassegna di eventi, arte e cultura al femminile ideata dall' associazione Fatti d' Arte, si è concluso da pochi giorni e la curatrice Veronica Bassani traccia un bilancio dell' esperienza. «Avevamo lavorato sodo per portare a Palazzo delle Esposizioni una nutrita serie di iniziative tra conferenze, performance, mostre e tanto altro - spiega - ma il giorno stesso dell' inaugurazione, l' 8 marzo, è arrivato lo stop a tutte le forme di aggregazione». Le organizzatrici (insieme a Veronica Bassani anche Angela Molari) non si sono però perse d' animo e a tempo di record il festival è stato spostato sulle piattaforme online: «Sono saltati solo un paio di eventi impossibili da realizzare a distanza - prosegue Bassani -ma nel complesso siamo soddisfatte del risultato finale e della risposta del pubblico, 500 persone contando tutti i collegamenti. Tutti gli eventi, le interviste e i talk sono ora disponibili sul nostro canale YouTube, in continuo aggiornamento con nuovi contenuti». "Sorelle di corpo" voleva raccontare la femminilità senza pregiudizi e stereotipi di genere: alla base del progetto vi era la mostra fotografica di Valentina Botta, posta in dialogo con gli scatti realizzati dai ragazzi del Gruppo Aula 21. «Un ringraziamento speciale -sottolinea a questo proposito Bassani -va a Elisa Stefani, Marco Barbera e Enrico Pasi, che con la loro professionalità ci hanno salvate. Elisa e Marco con la loro attrezzatura hanno digitalizzato tutto Palazzo delle Esposizioni rendendo le mostre fruibili da casa, mentre Enrico ha creato ilsito Fatti d' arte in una forma nuova e adatta ad accogliere la tecnologia 360°». Le attività di Fatti d' arte non si sono però fermate con il festival: in questi giorni proseguono sulla piattaforma Zoom i corsi di teatro per i ragazzi, mentre su instagram è nato il profilo "Quarantheater", dove artisti dal territorio e dall' Europa si esibiscono settimanalmente. Per chi invece vuole cimentarsi con la scrittura creativa c' è la possibilità di inviare i propri racconti a Theater of Tarots, realtà che da anni collabora con Fatti d' Arte mettendo in scena divertenti improvvisazioni basate sui tarocchi. «Quella del Festival - conclude Bassani - è stata un' esperienza molto forte, nessuno di noi si era mai messo così in gioco sul lato tecnologico. In futuro manterremo nel team chi si è occupato della parte digitale, da cui non sipuò più prescindere, ma non vediamo l' ora di tornare in mezzo alle persone». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 15
[ § 1 5 7 2 0 0 0 5 § ] lunedì 20 aprile 2020 Pagina 3 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Corriere di Romagna (ed. Ravenna) Malati Covid, bilancio di una settimana: meno in terapia intensiva, più a casa I casi gravi calano ogni giorno e passano dai 335 del 12 aprile ai 289 di ieri Le situazioni lievi di isolamento a domicilio sono però cresciute di 392 unità BOLOGNA Più malati di Coronavirus a domicilio e casi meno gravi. Nell' ultima settimana è questa la tendenza in Emilia-Romagna in base ai dati forniti dalla Regione nel consueto bollettino quotidiano che riporta i dati accertati alle 12 sulla base delle richieste istituzionali. Il numero dei ricoverati in terapia intensiva è passato da 335 a 289 (- 7 ieri), quelli collocati negli altri reparti covid ieri è sceso di altre 68 unità. I casi lievi in isolamento a domicilio però in una settimana sono passati da 8812 a 9204 (+ 392). La tendenza Insomma, anche se l' emergenza ospedaliera sta migliorando, nel territorio il Covid è ancora ben presente anche se l' aumento dei contagi sta diminuendo. Ieri si sono registrati 376 casi in più in linea con la tendenza degli ultimi sette giorni. In totale la regione ha toccato i 22560 casi positivi totali e i decessi hanno superato quota tremila (3023). Ma aumentano le guarigioni (ieri 350). Le persone complessivamente guarite salgono a 5.985: 2.168 "clinicamente guarite", divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all' infezione, e 3.817 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi. Ieri, sempre nel dato delle 12, la regione ha registrato 58 nuovi decessi (28 uomini e 30 donne), la maggior parte dei quali in Emilia: 15 nella provincia di Piacenza, 8 in quella di Parma, 6 in quella di Reggio Emilia, 8 in quella di Modena, 12 in quella di Bologna. Anche i nuovi casi di positività si concentrano soprattutto da Bologna in su: 70 a Piacenza, 45 a Parma, 101 a Reggio Emilia, 50 a Modena, 60 a Bologna. LA RETE OSPEDALIERA Da Piacenza a Rimini, il lavoro della rete ospedaliera per il piano di rafforzamento messo a punto dalla Regione ha portato complessivamente, a oggi, a 4.815 posti letto aggiunti vi destinati ai pazienti Covid 19:4.244 ordinari (36 in meno di ieri, perché riconvertiti ad attività no Covid) e 527 di terapia intensiva. Nel dettaglio: 594 posti letto a Piacenza (di cui 38 per terapia intensiva), 983 Parma (69 quelli di terapia intensiva), 539 a Reggio Emilia (58 terapia intensiva), 506 a Modena (74 terapia intensiva), 1.117 nell' area metropolitana di Bologna e Imola (151 terapia intensiva, di cui 16 a Imola), 333 Ferrara (38 terapia intensiva), 699 in Romagna, di cui 99 per terapia intensiva (nel dettaglio: 187 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 22 Riccione; 106 Ravenna, di cui 14 per terapia intensiva; 24 a Faenza, al San Pier Damiano Hospital; 103 Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 Forlì, di cui 10 per terapia intensiva, a cui si aggiungono 40 letti ordinari nella struttura Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 16
[ § 1 5 7 2 0 0 0 5 § ] lunedì 20 aprile 2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Corriere di Romagna (ed. Ravenna) privata Villa Serena; 128 a Cesena, di cui 26 per terapia intensiva). Restano 33 i punti triage attivi in Emilia-Romagna (10 davanti alle carceri, 23 per ospedali e cliniche): 3 in provincia di Piacenza (Piacenza città, Fiorenzuola d' Arda e Castel San Giovanni); 3 in provincia di Parma (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro); 3 in provincia di Reggio Emilia (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); 5 in provincia di Modena (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città); 3 nella città metropolitana di Bologna (Sant' Orsola e Maggiore, e a Imola); 2 in provincia di Ferrara (Argenta e Cento); 1 in provincia di Forlì -Cesena (Meldola); 1 in provincia di Ravenna (Ravenna città); 1 in provincia di Rimini (Rimini città), 1 nella Repubblica di San Marino. I DRIVETHROUGH Con mezzi dell' Agenzia, dei coordinamenti e consulte provinciali e il lavoro dei volontari, sono state approntate 11 strutture drive through per l' effettuazione di tamponi di verifica a chi è in via di guarigione: Reggio Emilia, Guastalla, Castelnuovo Monti (Re), Cesena, Forlì, Bagno di Romagna (Fc), Modena (2), Imola, Medicina, Ravenna. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 17
[ § 1 5 7 2 0 0 0 4 § ] lunedì 20 aprile 2020 Pagina 24 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Corriere di Romagna (ed. Ravenna) La Uil solleva il caso dei reparti "ibridi" RAVENNA Per ripartire ed entrare in «assoluta sicurezza» nella fase 2 la Uil Fpl di Ravenna ritiene «sia fondamentale iniziare ad orientarsi alla separazione netta di ospedali e reparti per la gestione netta di ospedali e reparti per la gestione dei malati Covid, eventualmente anche con il contributo delle case di cura private, perché oggi è il momento forse più delicato nel quale non possiamo minimamente permetterci rischi di ulteriori focolai». Il sindacato mette indubbio la gestione che finora è stata messa in campo dall' Ausl Romagna che ha trasformato Lugo in un Covid Hospital salvo poi dedicare all' emergenza interi reparti del Santa Maria delle Croci e, al momento, pur in fase di attenuazione dei contagi «alcuni reparti come Medicina I piano e Medicina d' urgenza vengono destinati ad una gestione "ibrida" dei pazienti Covid in corso di accertamenti mentre l' ospedale di Lugo resta mezzo vuoti». Considerando che anche Cervia è stato trasformato in una struttura Covid, per ospitare gli anziani positivi provenienti dalla Rsa di Russi, resta pienamente operativo soltanto l' ospedale di Faenza. Il sindacato chiede quindi una separazione più netta considerando «la cronica carenza di posti letto di Medicina che a Ravenna». I degenti con altre patologie hanno, per la Uil Fpl, «visto ulteriormente ridimensionata la disponibilità di posti letto e l'offerta assistenziale ». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 18
[ § 1 5 7 2 0 0 0 6 § ] lunedì 20 aprile 2020 Pagina 25 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Corriere di Romagna (ed. Ravenna) CORONAVIRUS Nel Ravennate un altro giorno senza vittime e il contagio rallenta ancora Solo cinque le positività registrate, tutti casi legati ad altri già noti nel territorio provinciale Tre persone sono residenti nel comune capoluogo, uno a Russi e un altro a Riolo Terme RAVENNA Una domenica positiva per il territorio ravennate sul fronte Coronavirus. Nessun decesso registrato e soltanto cinque nuovi casi in provincia di Ravenna. I dati, diffusi ieri dalla Regione, sembrano quindi rassicurare chi temeva l' esplosione di nuovi casi dopo la scoperta di focolai nelle case di riposo, in particolare alla Baccarini di Russi. Serve comunque cautela e almeno un altra settimana per escludere un aumento di nuove positività legate ai casi della struttura russiana. La media delle positività degli ultimi quattro giorni è comunque molto bassa (dieci casi) ed è in calo anche quella settimanale che risente delle 53 positività scoperte il 14 aprile ma si attesta comunque sul confortante dato di 17 casi al giorno. Dieci i decessi registrati nell' ultima settimana: una triste contabilità ma che resta comunque migliore rispetto all' andamento delle altre province romagnole. LA SITUAZIONE COMPLESSIVA IN PROVINCIA Secondo quanto scrive l' amministrazione, le cinque persone risultate positive sono casi che hanno avuti contatti stretti con casi già accertati. Si tratta di due donne e tre uomini. Dei cinque pazienti due sono ricoverati mentre gli altri sono seguiti a domicilio. Le guarigioni complessive registrate oggi sono 42 (il numero è ormai in costante aumento) mentre si è registrata una guarigione clinica che dovrà essere verificata attraverso il doppio tampone nei prossimi giorni. Circa 300, invece, le persone ancora in quarantena. In questo caso si tratta di un dato che sta calando progressivamente: due settimane fa erano il doppio. LA SITUAZIONE NEI COMUNI Complessivamente i casi sono dunque 926, confermati alle 12 del 19 aprile. I nuovi pazienti positivi abitano nel comune capoluogo (tre persone) a Russi e a Riolo Terme (rispettivamente un nuovo caso ciascuno). Questa la nuova distribuzione divisa per territorio: 49 persone positive sono residenti fuori provincia; 419 a Ravenna; 124 Faenza; 58 Cervia; 65 Lugo; 49 Russi; 28 Alfonsine; 31 Bagnacavallo; 21 Castelbolognese; 8 Conselice; 11 Massa Lombarda; 3 Sant' agata Santerno; 15 Cotignola; 9 Riolo Terme; 18 Fusignano; 6 Solarolo; 10 Brisighella; 2 Casola Valsenio. Nessun caso, infine, a Bagnara di Romagna. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 19
[ § 1 5 7 2 0 0 0 2 § ] lunedì 20 aprile 2020 Pagina 29 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Corriere di Romagna (ed. Ravenna) IN SEGUITO ALL' ANNULLAMENTO DELLA SUPERBIKE Autodromo, dopo le polemiche Formula Imola: «Confrontiamoci» Ribadisce che la decisione finale «non è stata unilaterale» e propone un tavolo con tutte le categorie LAURA GIORGI IMOLA LAURA GIORGI Dopo le polemiche, il gestore dell'autodromo Formula Imola rilancia proponendo l'avvio di un tavolo di confronto sul futuro dell'attività. LA POLEMICA A suscitare la reazione degli albergatori imolesi era stata la notizia, a loro dire appresa senza preventivo confronto, dell'annullamento della tappa imolese della Superbike fissata per i prossimi 8-10 maggio. Polemica a cui si è aggiunta quella politica sollevata dalla candidata sindaca di Imo la guarda avanti Carmen Cappello, secondo cui la scelta sarebbe stata fatta da Formula Imola per evitare di esporre il bilancio in chiusura di mandato da parte della società presieduta da Uberto Selvatico Estense. Come ricostruito dal Corriere Romagna ieri, l'annuncio dell'annullamento è stato preceduto da alcuni passaggi, una lettera in cui il 19 marzo Formula Imola scrive alla Dorna, organizzatrice del campionato motociclistico, risolvendo il contratto avviato nel 2018 e in scadenza proprio quest'anno annullando l'evento. Alla risposta piccata della Dorna, accompagnata da una richiesta di incontro, si è poi addivenuti all'accordo reso noto dalla stessa società controllata del Con.Ami negli scorsi giorni: annullamento della tappa per quest'anno e appuntamento all'anno prossimo. «L'azienda (con delibere approntate in Cda) si prende la totale responsabilità della scelta operata per il bene e la salute dei suoi dipendenti, delle manovalanze coinvolte e degli appassionati stessi, concittadini e non, oltreché per i risvolti conseguenti e inerenti la conservazione e la tutela del patrimonio pubblico di fronte a scenari di eventuali flop organizzativi», ha ribadito ieri la società Formula Imola in una nota dell'ufficio stampa. Ribadisce inoltre che: «Non è mai stata decisa unilateralmente la cancellazione "definitiva" per la stagione 2020 della tappa imolese del mondiale Superbike. Al di là dei formalismi obbligatori relativi alla gestione di contratti aventi come controparti un'azienda a controllo pubblico, l'annullamento del round è stata una decisione presa congiuntamente con Dorna dopo aver esaminato opzioni alternative di data (luglio o novembre 2020), di pattuizioni economiche, oltreché di modalità di esecuzione del l'evento (se a porte chiuse o aperte al pubblico, in base ovviamente ad eventuali ulteriori verifiche da effettuarsi con gli organi di controllo competenti). Tale dialogo ha portato alla firma di un accordo integrativo tra le parti con previsione di svolgere il round nel 2021 e di rinnovare, dopo apposita negoziazione da svolgersi in un momento differito e di maggior chiarezza, il contratto tra Dorna e Formula Imola per ulteriori anni a venire. Decontestualizzare le comunicazioni tra le parti contrattuali senza un'analisi con le stesse, e adducendo inoltre presunti interessi personali, ci pare assolutamente fuori luogo». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 20
[ § 1 5 7 2 0 0 0 2 § ] lunedì 20 aprile 2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Corriere di Romagna (ed. Ravenna) Specifichiamo che nel ricostruire i passaggi avvenuti, riportando anche della lettera molto chiara della Dorna, oltre che dell'accordo poi raggiunto e già ampiamente comunicato, sabato, come in tutte le altre occasioni il presidente di Formula Imola è stato da noi contattato ulteriormente,ma non ci ha risposto.Si è scritto poi che alla chiusura di esercizio in scadenza semplicemente lo stesso presidente potrebbe, il condizionale è appunto dovuto al fatto che non abbiamo ricevuto risposta diretta, rimettersi in gioco per guidare ancora la società. Ipotesi che per il momento non viene comunque smentita dalla nota stessa dell'autodromo. TASSA DI SOGGIORNO Un elemento nuovo lo pone la stessa Formula Imola rispetto al contributo che dagli albergatori arriverebbe all'autodromo, correggendo quanto da noi riportato e svelando anche un elemento interessante. «Solo nell'ormai "lontano" 2014 la STAI (società rappresentativa di alcuni albergatori locali ora ridenominata IF e partecipata da Con.Ami) ci diede un contributo di Euro 33.962,67 con causale "contributo volontario fondo albergatori" su pressione dell'allora amministrazione comunale imolese, ma che dopo quell'episodio non abbiamo mai più visto traccia di questi denari/contributi nei nostri bilanci, né tantomeno di alcun riversamento a nostro vantaggio di tasse di soggiorno da parte di chichessia (le tasse di soggiorno ricordo sono state istituite su tutto il territorio nazionale senza destinazione di impiego specifico da parte di alcuna amministrazione, né tantomeno da parte di quella di Imola per l'autodromo). Ci interroghiamo quindi sul significato di questa affermazione da parte della categoria degli albergatori imolesi in questo tremendo contesto storico che vale anche per l'autodromo, questa sì davvero un affermazione curiosa e che meriterebbe un indagine più approfondita». PROPOSTA DI CONFRONTO Formula Imola quindi lancia la sua proposta:«Vogliamo comunque essere ottimisti perfino in tempi di pandemia e quindi rilanciamo chiedendo a chi ci attacca ed anche a chi ci sostiene, l'apertura di un tavolo di confronto insieme ai cosiddetti "stakeholder", ovvero i soggetti coinvolti direttamente ed indirettamente sulla gestione del circuito, che possa dimostrarsi pro-attivo e risolutivo delle problematiche non solo degli albergatori, ma di tutte le categorie coinvolte nella crisi del comparto legato alla gestione dei grandi eventi, ma anche delle attività di routine dell'autodromo fa sapere la stessa società . Noi società di gestione insieme con il Con.Ami, come dimostrano i fatti,ci stiamo battendo per il futuro del l'autodromo pensando continuamente a nuove idee di utilizzo e di rilancio». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 21
[ § 1 5 7 2 0 0 1 1 § ] lunedì 20 aprile 2020 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali l' offerta per i piÙ piccoli Lo stop alle rette dei nidi mette a rischio i servizi per l' infanzia Valentina Melis Con la chiusura di scuole e asili nido da fine febbraio per l' epidemia da coronavirus, i Comuni hanno fatto scattare pressoché ovunque lo stop al pagamento delle rette a carico delle famiglie per nidi (pubblici e convenzionati), mense e trasporto scolastico. Le formule adottate dai Comuni cambiano in base all' organizzazione dei servizi e alle modalità della tariffazione, ma sostanzialmente sono stati azzerati i pagamenti da marzo in poi e in alcune città (come Roma o Bari), per le famiglie che avessero già pagato in un' unica soluzione, saranno riconosciuti crediti da spendere l' anno prossimo. Questo stop ha imposto due problemi. Il primo è la drastica diminuzione delle entrate per i nidi: pubblici, convenzionati e privati. Il sistema dei nidi si poggia fortemente, in tutta italia, sugli operatori privati: dei 354.641 posti disponibili, solo il 51% sono in strutture pubbliche. Il nido infatti, nel nostro sistema di welfare, non è un servizio essenziale garantito dallo Stato, ma un servizio "a domanda individuale". Il secondo problema è rappresentato dalle minori entrate dei Comuni: un ostacolo ancora più rilevante dove l' ente locale gestisce direttamente la maggior parte degli asili nido, perché si deve far fronte anche alle spese per il personale. A Napoli, ad esempio, la quasi totalità dei 55 asili nido cittadini è comunale. A Bologna, in 50 asili nido e 70 scuole dell' infanzia comunali sono impiegati 1.400 dipendenti. Per sostenere le strutture, che spesso sono gestite da enti del Terzo settore, i Comuni si stanno avvalendo della strada aperta dal Dl "cura Italia" (Dl 18/2020): l' articolo 48 consente che i servizi svolti in convenzione o in appalto con organizzazioni private possano essere erogati anche a domicilio o a distanza. Così in molti casi i servizi educativi, anche per i bambini più piccoli, si sono trasformati in servizi online, o l' assistenza ai bambini con disabilità è stata organizzata senza la presenza fisica degli educatori. «Nella prima fase dell' emergenza per l' epidemia da coronavirus - spiega Cristina Giachi, vicesindaco di Firenze e responsabile scuola dell' Anci - non ci siamo affatto preoccupati di che cosa stesse succedendo ai bambini, ma il tema dei servizi educativi e scolastici ha un ruolo centrale, soprattutto quando si comincia a ragionare sulla ripresa delle attività. Inoltre - aggiunge - è essenziale non mettere in crisi i gestori dei servizi educativi nel territorio, perché senza gli operatori privati il sistema dei servizi per l' infanzia non reggerebbe». Gli interventi delle Regioni In attesa di interventi statali, le Regioni hanno già cominciato a muoversi. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 22
[ § 1 5 7 2 0 0 1 1 § ] lunedì 20 aprile 2020 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Il Lazio (che ha 486 nidi, 259 pubblici e 227 privati, con 21.938 posti totali) ha stanziato sei milioni. Per metà saranno destinati ai nidi privati non convenzionati, che si reggono solo sulle rette delle famiglie e rappresentano circa il 30% dei posti accreditati. Serviranno a riconoscere circa 100 euro al mese per ogni posto accreditato, da marzo a luglio: un aiuto per pagare utenze, affitti, manutenzione e sanificazione dei locali. Gli altri tre milioni saranno destinati ai nidi pubblici e convenzionati, anche per rimodulare i servizi sospesi, come previsto dal decreto cura-Italia. Il Piemonte ha stanziato 15 milioni : 10 milioni destinati ai servizi per i bambini fino a tre anni, e 5 milioni per la fascia 3- 6 anni. C' è chi ha già calcolato quanto peseranno per i municipi i minori incassi dalle rette: l' assessore all' istruzione del Comune di Torino, Antonietta Di Martino, stima che «considerando le mancate entrate fino a luglio e la sospensione dei centri estivi, l' amministrazione avrà mancati introiti per 13 milioni di euro». Per l' assessora alle politiche educative del Comune di Bari, Paola Romano, «tra i minori incassi e i rimborsi alle famiglie, prevediamo minori entrate tra 650mila e 800 mila euro». Il tutto - fa notare l' assessora all' istruzione del Comune di Napoli, Annamaria Palmieri - «mentre il Comune ha già sospeso i versamenti fiscali su rifiuti e occupazione del suolo pubblico, e non ha più entrate dall' imposta di soggiorno». Le richieste dei gestori Intanto il comitato «Educhiamo», che si è costituito per rappresentare i nidi e le scuole private, chiede al Governo la proroga della cassa integrazione per tutte le settimane di chiusura dei servizi, contributi a fondo perduto per le spese ineludibili e sgravi fiscali. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 23
[ § 1 5 7 2 0 0 1 4 § ] lunedì 20 aprile 2020 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Il Governo studia il bonus da inserire nel decreto di aprile per sostenere gli istituti privati che devono fare i conti con lo stop alle rette e rischiano di restare chiusi a settembre Scuola, più contributi o maxi-detrazione per salvare le paritarie Eugenio BrunoClaudio Tucci Ogni nove studenti che scelgono le scuole statali ce n' è uno che opta per le paritarie. E nel comparto dell' infanzia questo rapporto scende a due. Benvenuti nel sistema nazionale di istruzione che in Italia esiste da 20 anni e che vede istituti paritari (religiosi e non) e comunali in campo accanto a quelli pubblici. Stiamo parlando di un universo variegato che non sempre ha brillato per trasparenza e qualità, ma che in alcune regioni (e in alcuni comparti) si rivela indispensabile per l' erogazione universale del servizio scolastico dai 3 anni in su di età. Un mondo che sta facendo i conti con l' emergenza coronavirus e che a settembre - quando si tornerà finalmente in classe - rischia di essere fortemente decimato. Tant' è che il Governo sta pensando di correre ai ripari con il decreto Aprile e anche le Regioni e i Comuni stanno iniziando a fare la loro parte (su cui si veda l' altro articolo in pagina). La galassia non statale Partiamo dai numeri. Le scuole paritarie in Italia, secondo gli ultimi dati del Miur, sono 12.564 (contro le 40mila statali) e accolgono 866.805 studenti (a fronte dei 7,5 milioni iscritti al pubblico): la fetta principale, 524.031, sono nel segmento della scuola dell' infanzia (compresi asili e materne). Il settore impiega circa 160mila unità di personale alle dipendenze, tra docenti (90mila) e tecnici-amministrativi (70mila) e tutto sommato ha retto al grande "esodo" di insegnanti che hanno colto al volo le varie tornate di stabilizzazioni iniziate nel 2015/2016, optando per il posto fisso negli istituti statali. I fondi Il finanziamento al mondo delle paritarie negli anni è salito, per effetto degli interventi spinti dall' ex sottosegretario, oggi deputato Iv, Gabriele Toccafondi. Il contributo pubblico ora ammonta a 512,7 milioni annui; a cui si aggiungono i 35,9 milioni previsti per inserire gli studenti con disabilità (gli ultimi dati indicano circa 12mila alunni). Le rette a carico delle famiglie oscillano dai 2mila ai 4-5mila euro, suddivise in 10 mensilità, a seconda del grado di istruzione; ma è prevista una detrazione, al pari delle scuole statali, del 19% fino a 800 euro di spese. La riapertura a rischio Già prima dell' emergenza coronavirus il sistema era in affanno: negli ultimi tempi, tra chiusure e nuove aperture, si sono perse circa 200 paritarie l' anno, soprattutto superiori, e con la stretta sui "diplomifici" in vigore da tre anni è stata tolta la parità a oltre un centinaio di istituti. In questo scenario è arrivata la crisi legata al Covid-19. Anche le scuole non statali sono state chiuse in tutta Italia dal 5 marzo e si sono dovute "riconvertire" alla didattica a distanza. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 24
[ § 1 5 7 2 0 0 1 4 § ] lunedì 20 aprile 2020 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Ma gli interventi statali di sostegno scarseggiano. Per effetto del decreto "cura Italia" le paritarie si sono viste recapitare 3,7 milioni (sui 43,5 complessivi) per le pulizie straordinarie dei plessi e l' acquisto di prodotti igienizzanti e, dopo un emendamento parlamentare, 2 milioni (contro gli 85 previsti sin dall' inizio per le scuole statali) per dotarsi di piattaforme e strumenti digitali da usare nelle lezioni online. Il nodo restano le rette, che molti genitori, a loro volta colpiti dalla crisi, non stanno più versando. Come conferma Luigi Sepiacci, presidente di Aninsei Confindustria (che associa 600 gestori di strutture private): «A marzo ha pagato il 30% delle famiglie, ad aprile nessuno, anche chi sta usufruendo della didattica a distanza. Se continua così - è il suo allarme - a settembre rischiamo di avere il 50-60% degli asili chiusi. E quelli che resteranno in piedi saranno costretti a raddoppiare le rette». Ma un extra-costo rischia di pagarlo anche lo Stato. Un' eventuale chiusura di massa delle scuole paritarie costerebbe alla collettività circa 5-6 miliardi di euro all' anno, considerando che, secondo l' Ocse, la spesa media complessiva per uno studente è in Italia di circa 6.500 euro all' anno. Le misure allo studio Per evitare lo tsunami di settembre paventato da Sepiacci il Governo sta pensando di aiutare il mondo delle paritarie. A oggi allo studio ci sono due strumenti: un potenziamento delle detrazioni vigenti per ristorare i genitori con cifre maggiori. Oppure un fondo ad hoc, «che dovrà avere una capienza di non meno di 100 milioni di euro - avverte Toccafondi - per aiutare le famiglie in difficoltà con i pagamenti». Su entrambi gli strumenti sono in corso approfondimenti dei tecnici del Mef. L' intervento dovrebbe confluire nel decreto atteso per fine aprile. Ma la crisi morde e il tempo stringe. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 25
[ § 1 5 7 2 0 0 1 0 § ] lunedì 20 aprile 2020 Pagina 13 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Le tutele per chi segnala La legge «Severino» per la prevenzione e repressione della corruzione e dell' illegalità nella Pa (legge 190/2012) ha introdotto tutele a protezione dei dipendenti pubblici che segnalano illeciti, modificando con l' articolo 1, comma 51, il testo unico sul pubblico impiego (il decreto legislativo 165/2001), nel quale inserisce l' articolo 54-bis. Stabilisce, tra l' altro, che il denunciante non possa essere sanzionato, licenziato o sottoposto a una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle sue condizioni di lavoro. E che, nell' ambito del procedimento disciplinare, l' identità del segnalante non possa essere rivelata senza il suo consenso. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 26
[ § 1 5 7 2 0 0 0 9 § ] lunedì 20 aprile 2020 Pagina 20 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali trattamenti per i lavoratori L' integrazione malattia per coronavirus è a carico dello Stato L' aiuto riguarda la quota a carico del datore fino a esaurimento dei fondi Il Dl 18/2020 (ora all' esame della Camera per la conversione in legge) ha introdotto alcune regole particolari per i casi di malattia legati al coronavirus. Per i lavoratori del settore privato, il periodo trascorso in quarantena con sorveglianza attiva o in permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva, è equiparato alla malattia ai fini del trattamento economico previsto dalla normativa di riferimento e non è computabile ai fini del periodo di comporto. In queste ipotesi è il medico curante che deve darne evidenza, compilando il certificato di malattia con gli estremi del provvedimento che ha dato origine agli eventi stessi: i certificati riguardanti queste casistiche emessi prima del 17 marzo (data di entrata in vigore del Dl 18/2020) sono considerati comunque validi. Invece, se il lavoratore si trova in malattia accertata da Covid-19, il certificato è redatto dal medico curante nelle consuete modalità telematiche. Fino al 30 aprile, per i lavoratori dipendenti pubblici e privati che hanno il riconoscimento di disabilità grave (articolo 3, comma 3 della legge 104/1992) e per i lavoratori in possesso di certificazione rilasciata dai competenti organi medico legali, attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, il periodo di assenza dal servizio prescritto dalle autorità sanitarie è equiparato al ricovero ospedaliero. Infine, l' articolo 26, comma 5 del Dl 18/2020 ha previsto che l' eventuale integrazione a carico del datore da corrispondere ai lavoratori, con riferimento ai casi appena descritti, possa essere posta a carico dello Stato, dietro presentazione di una istanza ad hoc all' ente previdenziale, nei limiti delle risorse stanziate. Su questo punto si attendono le istruzioni gestionali, che dovranno anche prevedere le modalità di rimborso dei trattamenti di integrazione già erogati in attesa dei chiarimenti operativi. Per la relazione tra la malattia e la fruizione di un ammortizzatore sociale, secondo la prassi Inps (circolare 82/2009, tuttora valida) bisogna distinguere l' ipotesi in cui la malattia sia insorta durante il periodo di sospensione dall' ipotesi in cui la malattia sia precedente. Nel primo caso, l' evento non è indennizzabile poiché non c' è obbligo di prestare attività lavorativa. In questa situazione non è neppure necessario che il lavoratore si faccia certificare dal medico curante e comunichi lo stato di malattia. Se invece la malattia è iniziata prima della sospensione dell' attività lavorativa si possono verificare Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 27
[ § 1 5 7 2 0 0 0 9 § ] lunedì 20 aprile 2020 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali due fattispecie: la totalità del personale in forza all' ufficio o al reparto cui il dipendente appartiene ha sospeso l' attività: anche questi beneficerà dunque delle prestazioni garantite dall' ammortizzatore attivato, dalla data di inizio dello stesso; non è sospesa dal lavoro la totalità degli addetti in forza all' ufficio o al reparto di appartenenza del lavoratore: quest' ultimo continuerà a godere dell' indennità di malattia, se prevista. Quando c' è una cassa integrazione con riduzione di orario, il relativo trattamento non è dovuto, in alcun caso, per le giornate di malattia, indipendentemente dall' indennizzabilità di queste ultime. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 28
[ § 1 5 7 2 0 0 1 7 § ] lunedì 20 aprile 2020 Pagina 22 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali TAR VENETO Concessione turistica revocata Disatteso il periodo transitorio La pronuncia è in contrasto con la legge 145/2018 e con la Corte Ue su Promoimpresa Piero BellandiCristina Pozzi Con la sentenza 218/2020, il Tar Veneto si è pronunciato su una vicenda relativa a una concessione, nel Comune di Chioggia, per l' ormeggio di natanti e imbarcazioni da diporto. Attore del giudizio un club velico invitato a presentare osservazioni ex articolo 18 del regolamento per l' esecuzione del Codice della navigazione che si è visto respingere l' istanza presentata in concorrenza per l' assegnazione dell' area ed è ricorso al Tar (rilevando il contrasto con l' articolo 12 della direttiva servizi e con l' articolo 49 del Tfue). Al di là della legittimazione e dell' interesse ad agire della ricorrente, quali, ad esempio, la qualità imprenditoriale o meno del ricorrente club velico, il tema verte sul criterio di proficuità dell' utilizzo del bene demaniale, principio cardine dell' articolo 37 del Codice della navigazione che impone all' amministrazione concedente la ricerca del migliore utilizzatore del bene concesso, tenendo conto dei diversi contenuti di tale principio (ad esempio, la tutela ambientale). Senza considerare la finalità sociale dei soggetti in questione, questo sarebbe stato un interessante caso per valutare i confini della migliore condotta dell' amministrazione con riferimento al criterio della proficua utilizzazione e alle valutazioni preliminari che la sentenza Promoimpresa pone in capo al concedente. Nel merito, il Tar ritiene la diretta operatività della direttiva servizi, richiama la sentenza Promoimpresa, unico precedente in materia e la sentenza del Consiglio di Stato 7874/2019. Tuttavia la Corte di giustizia Ue, prima di giungere alle proprie conclusioni aveva svolto un circostanziato ragionamento, affermando una serie di principi di assegnazione che devono essere tenuti presenti nella valutazione, che va svolta caso per caso. Parte della giurisprudenza, anche precedente alla pronuncia, aveva indicato la via della procedura concorrenziale per l' assegnazione delle concessioni; la Corte Ue - ritenendo le concessioni italiane quale autorizzazioni all' esercizio di imprese - orienta l' attenzione alla valutazione dei singoli casi e delle caratteristiche del mercato rilevante. Il riferimento va ai criteri di ricognizione (limitazione del numero delle autorizzazioni per via della scarsità delle risorse naturali, interesse transfrontaliero certo, accertamento del ritorno economico degli investimenti), elementi da valutare caso per caso. La legge 145/18, estendendo la durata delle concessioni, non ha istituito una proroga automatica, ma un congruo «periodo transitorio» atto a completare una complessiva riforma del settore. Anche la sentenza 7874/19 del Cds non opera la disapplicazione della legge 145/18, ma enuncia i principi cui potrebbe riferirsi ove adito. La sentenza del Tar, con un' affermazione difforme da quanto previsto dalla pronuncia Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 29
[ § 1 5 7 2 0 0 1 7 § ] lunedì 20 aprile 2020 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Promoimpresa, afferma che la concessione in esame «ha avuto una durata sufficientemente estesa (dodici anni) per consentire l' ammortizzazione degli investimenti iniziali, mentre non sarebbero rilevanti eventuali investimenti realizzati in tempi più recenti, non potendo il concessionario vantare per essi un legittimo affidamento». Tale affermazione non è corroborata dall' analisi economico-finanziaria degli investimenti attuati, della loro portata e del loro periodo di ammortamento, ma si risolve in una semplice affermazione apodittica che non dà conto di tali elementi; si ferma a mere supposizioni su asset ad utilità pluriennale, non affrontando il tema del tempo necessario al ritorno finanziario dei beni investiti per la gestione dell' attività propria del soggetto richiedente. Non si può quindi non cogliere la difformità dai criteri ribaditi dalla giurisprudenza europea e una sostanziale incapacità di considerare gli aspetti economico-finanziari, liquidati senza l' acquisizione di elementi tecnico-contabili a supporto. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 30
[ § 1 5 7 2 0 0 0 8 § ] lunedì 20 aprile 2020 Pagina 22 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali EMERGENZA COVID-19PERSONALE Il limbo della sospensione blocca le nuove assunzioni Fra le procedure stoppate la scadenza dei bandi e le verifiche sulla mobilità In naftalina anche il decreto atteso entro oggi per attuare l' addio al vecchio turn over Gianluca BertagnaDavide D' Alfonso Un percorso a ostacoli con effetti simili a un blocco delle assunzioni. Questo sono diventate le procedure di reclutamento nella primavera del Coronavirus. Il complicato momento storico ha prodotto una serie di confusi interventi normativi che impattano in modo pesantissimo sulla possibilità di assumere. Tutto ciò in una fase nella quale i pensionamenti non si fermano e il bisogno di turn-over preme sulle amministrazioni. La dilazione dei termini Prima questione: l' assenza di termini certi per i procedimenti. L' articolo 87, comma 5, del Dl 18/2020 ha sospeso per 60 giorni lo svolgimento delle procedure concorsuali. Chiarito dal Dl 22/2020 che il differimento riguarda le prove d' esame e non le pubblicazioni di nuovi bandi, resta il fatto che le procedure in corso, salvo quelle solo telematiche o curriculari, sono arenate fino a metà maggio. D' altra parte l' articolo 103 del decreto Cura Italia, integrato dagli effetti del Dl 23/2020, prevede la sospensione del computo dei termini ordinatori o perentori, propedeutici, endoprocedimentali, finali ed esecutivi, relativi allo svolgimento di procedimenti amministrativi su istanza di parte o d' ufficio dal 23 febbraio fino, ora, al 15 maggio. I bandi di concorso aperti al 23 febbraio o pubblicati da quella data vedono quindi congelati i 30 giorni canonici di pubblicazione, che riprendono (o iniziano) a decorrere dal 16 maggio. Aspettando gli esuberi Nei giorni scorsi il dipartimento della Funzione pubblica ha indicato, tra i procedimenti per i quali intende siano sospesi i termini, anche quello legato alla verifica degli esuberi ex articolo 34-bis del decreto legislativo 165/2001. I 45 giorni che gli enti debbono concedere al Dipartimento per effettuare le sue verifiche sono attualmente bloccati, anch' essi, fino al 15 maggio compreso. Sembrava porre rimedio a questo ulteriore problema un emendamento alla legge di conversione del Dl 18/2020 finalizzato a sottrarre all' azione dilatoria dell' articolo 103 le procedure improntate al meccanismo del «silenzio-assenso», ma all' ultimo momento il correttivo è stato escluso dal maxiemendamento al Senato. Il Dpcm assunzioni E pensare che questo periodo avrebbe dovuto essere il momento culminante per partire con le maggiori assunzioni promesse dall' articolo 33, comma 2, del decreto legge 34/2019. Il Dpcm attuativo era atteso, secondo quanto annunciato in Conferenza Stato-Città, proprio per oggi, 20 aprile. La bozza è conosciuta fin da metà dicembre e nel frattempo il decreto Crescita ha subito ben due ritocchi, prima con la legge di bilancio e poi con la conversione del Milleproroghe. In questa attesa rimangono valide le regole classiche: contenimento delle spese di personale, turn-over generalizzato per i Comuni Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 31
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