COMUNE DI RUSSI Giovedì, 12 aprile 2018
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COMUNE DI RUSSI Giovedì, 12 aprile 2018 Prime Pagine 12/04/2018 Prima Pagina Corriere di Romagna (ed. Ravenna) 1 12/04/2018 Prima Pagina Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) 2 Cronaca 12/04/2018 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 7 Anziana morta in corsia Le parti civili attendono la Cassazione per... 3 12/04/2018 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 41 «Primario e caposala inattivi E quelle autopsie interne...» 4 12/04/2018 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 42 Bimbi e conflitti: stasera un incontro 6 12/04/2018 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 42 Erbe e Bel e Cot: è la Festa di primavera 7 12/04/2018 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 42 Focus su salute e terza età 8 12/04/2018 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 42 Ladri scatenati in via Cavour 9 12/04/2018 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 42 MOSTRA Ultimi giorni per le foto di Badiali e Collina 10 11/04/2018 RavennaNotizie.it Cultura. A tu per tu con Eraldo Baldini su peste, epidemie, guerre e altre... 11 Pubblica Amministrazione ed Enti Locali 12/04/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 12 Marco Rogari «Def, subito il tendenziale in attesa del nuovo governo» 16 12/04/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 12 Angelo Busani Quanto pesano le imposte su acquisti e vendite 18 12/04/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 16 Luca Orlando Fisco sulle imprese: +9% in 5 anni 20 12/04/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 26 Gianni Trovati L' Ici non pagata dalla Chiesa va recuperata dall' Italia 22 12/04/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 26 G.Tr. Piccoli centri, bilanci semplificati 24 12/04/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 27 Gian Paolo Tosoni Consolidato possibile anche con il calcolo «catastale» del... 25 12/04/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 28 Angelo Busani Comproprietà, rinunciadonazione 27 12/04/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 28 Adriano Pischetola Divisione senza conguaglio con registro all' 1 per cento 29 12/04/2018 Italia Oggi Pagina 24 VALERIO STROPPA Ici sulla Chiesa da recuperare 31 12/04/2018 Italia Oggi Pagina 27 DUILIO LIBURDI E MASSIMILIANO SIRONI Società agricole concludenti 33 12/04/2018 Italia Oggi Pagina 28 MATTEO BARBERO Ok al rinvio della contabilità 35 12/04/2018 Italia Oggi Pagina 28 Uffici e capannoni, fisco pesante 37
12 aprile 2018 Corriere di Romagna (ed. Ravenna) Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 1
12 aprile 2018 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 2
12 aprile 2018 Pagina 7 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Cronaca Anziana morta in corsia Le parti civili attendono la Cassazione per Poggiali Dopo la richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura, ieri è stata la volta delle parti civili, comparse davanti al gup Antonella Guidomei nel procedimento che vede indagati Giuseppe Re e Cinzia Castellani, rispettivamente ex primario 68enne e caposala 62enne del reparto di Medicina dell' ospedale Umberto I di Lugo. L' accusa è in relazione alla morte di Rosa Calderoni, la 78enne di Russi che secondo la procura sarebbe stata uccisa dall' ex infermiera Daniela Poggiali con un' iniezione letale di potassio. Per la Poggiali, condannata in primo grado e assolta in appello, si attende ora la Cassazione. Le parti civili, gli avvocati Marco Martines e Maria Grazia Russo in difesa dei figli dellavittima, hanno sostenuto quanto ribadito dalla Procura e cioè che sia il primario (assistito dagli avvocati Guido Magnisi e Roberto D' Errico) che la caposala (difesa dagli avvocati Paola Brighi e Manuela Liverani) pur avendo funzioni di tutela dei pazienti decisero di non intervenire. In particolare, hanno riepilogato le indagini ricordando i prelievi non giustificati e le autopsie disposte dal dottor Re, a dimostrazione dell' esistenza di sospetti perle morti sopra la media durante i turni dell' infermiera. Sospetti che però non sono scaturiti in segnalazioni alla procura. Hanno quindi evidenziato alla luce della sentenza in appello che ha ribaltato l' assetto accusatorio di primo grado la necessità di ritrattare il caso in corte d' assise. A settembre toccherà alle difese. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 3
12 aprile 2018 Pagina 41 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Cronaca «Primario e caposala inattivi E quelle autopsie interne...» I legali dei figli della paziente morta: «La loro fu una scelta di campo» LE AUTOPSIE interne con il prelievo di campioni. Ma anche coperte e federe che non bastavano mai a causa dei molti pazienti deceduti. A loro avviso, ci sono fatti inequivocabili a dimostrare che i due sapessero cosa stava accadendo nel reparto di Medicina dell' ospedale d' Umberto I' di Lugo. È per questo che gli avvocati dei due figli della paziente morta, i legali Maria Grazia Russo e Marco Martines, hanno metaforicamente puntato il dito verso l' allora primario e l' allora caposala chiedendone il rinvio a giudizio, come peraltro già fatto dalla procura, in ragione delle loro funzioni di garanzia e di vigilanza. Ieri mattina davanti al gup Antonella Guidomei, è stata la volta delle parti civili nell' udienza preliminare che vede il 68enne Giuseppe Re, siciliano di nascita ma residente a Bologna, e la 62enne Cinzia Castellani, di origine ferrarese ma residente a Fusignano, accusati di omicidio volontario con dolo eventuale. Il tutto è legato alla sorte della paziente 78enne Rosa Calderoni di Russi la cui morte l' 8 aprile del 2014 a poche ore dal ricovero, aveva alimentato la notoria inchiesta contro l' allora infermiera Ausl Daniela Poggiali, oggi 45enne. Per la procura, era stata proprio la Poggiali a uccidere la 78enne con una iniezione letale di potassio: e in primo grado nel marzo 2016 l' infermiera era stata condannata all' ergastolo. Nel luglio 2017 però ecco il colpo di scena in appello a Bologna: imputata assolta e subito scarcerata dopo avere trascorso esattamente 1.003 giorni di cella. Inevitabile dunque che la sorte dei due procedimenti ex infermiera Ausl da una parte, ex primario e caposala dall' altra sia legata da un minimo comune denominatore: la causa della morte della 78enne. Se la Cassazione per il caso Poggiali, già fissata per metà luglio, dovesse rendere definitiva la tesi dei giudici d' appello circa una morte naturale per possibile scompenso glicemico, ecco che allora a metà settembre, quando toccherà alla difese di ex primario ed ex caposala, il procedimento per omicidio si troverebbe a un bivio probabilmente imprescindibile. IL GUP AVRÀ in ogni caso totale autonomia di decisione. E la richiesta delle parti civili di processare i due accusati, mira proprio a chiarire nel contraddittorio di un pubblico dibattimento, quelli che a loro avviso sono gli aspetti non sufficientemente chiariti dai giudici d' appello. In particolare l' avvocato Martines ha precisato davanti al gup come le circostanze dell' assoluzione dell' ex infermiera Ausl siano Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 4
12 aprile 2018 Pagina 42 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Cronaca Bimbi e conflitti: stasera un incontro PROSEGUONO le conversazioni educative a Russi con esperti del settore, allo scopo di informare, discutere e confrontare molteplici aspetti della vita educativa, della scuola e dello sviluppo dei bambini e degli adolescenti. Appuntamento presso la Biblioteca Comunale, in via Godo Vecchia 10 alle ore 18, il tema è 'Il conflitto come risorsa: educare i bambini a gestire le proprie potenzialità sin dalla prima infanzia'. Se ne parla con Massimo Lussignoli, pedagogista del Centro Psico Pedagogico di Piacenza. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 6
12 aprile 2018 Pagina 42 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Cronaca NEL WEEKEND ENOGASTRONOMIA Erbe e Bel e Cot: è la Festa di primavera QUEST' ANNO la festa di primavera diRussi si terrà sabato e domenica prossima. La novità di questa edizione sarà la presenza delle diverse razze di suini autoctoni italiani, con al centro quelli della nostra Regione (la Mora Romagnola e il Nero di Parma), con il famoso bele cot, realizzato da diversi produttori (in primis i tre mitici macellai di Russi: Fiorentini, Renzi e Cappelli) e con la sfida fra Suino Bianco e Mora Romagnola. Sarà coinvolta l' intera città, ma al centro, in piazza, saranno presenti ben 8 food truck abbinati a produttori, dove si alterneranno 5 cuochi stellati di ChefToChef EmiliaRomagnaCuochi in utilissime esibizioni di show coking. I VINI AUTOCTONI e una rassegna di mastri birrai faranno da cornice all' iniziativa, insieme a produttori di specialità gastronomiche e a creazioni di artigianato di qualità fatte con le mani e con il cuore. Una vera festamercato, quindi, dove si potrà gustare, capire ed eventualmente acquistare il top dei salumicotti di tutti i tipi (mortadelle, bele cot, zamponi e cotechini, mariola, salama da sugo e spalla cotta di San Secondo, prosciutto, coppe di testa e molto altro ancora). Inoltre, per tutto il mese di aprile alcuni ristoranti di Russi (Insolito Ristorante, La Cucoma, Il Sociale della Caccia e Da Luciano) prepareranno menù a tema e le realtà culturali saranno presenti con espressioni storicoartistiche legate alla gastronomia che vede il binomio vincente 'bele cot e canèna' ancora una volta protagonista. A bilanciare il tutto, non mancherà l' esperta di erbe Luciana Mazzotti, che illustrerà le erbe spontanee dei nostri fossi e ci accompagnerà a raccoglierle lungo il fiume Montone nella giornata di sabato 21 aprile. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 7
12 aprile 2018 Pagina 42 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Cronaca PORTA NOVA Focus su salute e terza età IL CENTRO Sociale Culturale Porta Nova, con i l p a t r o c i n i o d e l C o m u n e d i Russi e i l contributo delle farmacie Errani e Farini di Russi, organizza un incontro per parlare di salute, psicologia della salute e invecchiamento positivo. Appuntamento presso la sede del Centro in via Aldo Moro 2/1, oggi alle ore 15, in compagnia della relatrice Emanuela Zambianchi, autrice del libro 'L' invecchiamento positivo'. Il tema è 'Gusto e salute: la Dieta mediterranea' come strumento di prevenzione delle malattie e promozione del benessere in età anziana'. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 8
12 aprile 2018 Pagina 42 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Cronaca CRIMINALITÀ BLITZ ANCHE NELLA CASA OSPITALE DE 'IL MANTELLO'. TANTI DANNI Ladri scatenati in via Cavour Saccheggiati il centro polivalente, il teatro, il circolo e cinema Jolly LADRI IN AZIONE la notte scorsa nel cuore di Russi. I malviventi, a quanto pare a caccia esclusivamente di contanti, hanno setacciato la centralissima via Cavour prendendo di mira, uno dopo l' altro, il centro polivalente, sede degli uffici Cultura e Istruzione, il Teatro comunale, il barcircolo Jolly, la 'casa ospitale' dell' associazione Il Mantello e il confinante cinema Jolly. AD ACCORGERSI del blitz notturno, ieri mattina, i dipendenti comunali che, alla riapertura degli uffici, hanno trovato i locali completamente sottosopra. I ladri, entrati in azione di certo dopo la mezzanotte, orario di chiusura del bar del circolo, hanno approfittato dell' oscurità per introdursi nel centro polivalente dall' ingresso che si affaccia sul retro, lungo il vicolo Giordano Bruno. Dopo aver forzato una porta sono penetrati all' interno dei locali comunali svuotando cassetti e armadi. Intascata giusto qualche banconota da cento euro, la banda ha fatto poi visita alla 'casa ospitale' del Mantello, associazione di volontariato che fornisce supporto economico e socioassistenziale a immigrati e cittadini in difficoltà. Anche in questo caso, una volta forzata la porta d' accesso, i malviventi hanno messo a soqquadro l' immobile, centro di primo aiuto nel quale i più bisognosi possono trovare un pasto caldo e farsi una doccia. Da qui, dopo aver trafugato in totale circa un migliaio di euro, come acrobati i ladri hanno camminato sul tetto e raggiunto il vicino circolo e il confinante cinema Jolly, entrambi di proprietà della curia. Con il solito modus operandi hanno manomesso due porte e rubato i pochi spiccioli presenti nel fondo cassa del bar e della sala cinematografica. Non ancora paghi, forse per via di un bottino che pensavano decisamente più cospicuo, hanno forzato la porta centrale del teatro. L' assenza di allarmi e di telecamere ha consentito ai malviventi di agire indisturbati e in tutta tranquillità. Una volta svuotati i cassetti della biglietteria, racimolando qualche centinaio di euro, la banda si è allontanata in direzione di via Pascoli dove ha messo a segno l' ultimo colpo ai danni dell' Unione Sportiva Russi. Penetrati all' interno del campo sportivo Ghigi, i malviventi hanno rovistato dentro la sede della società calcistica facendo più danni che altro. La scia di furti notturni che in totale dovrebbe aver fruttato ai ladri non più di 23mila euro è stata denunciata ai carabinieri. I militari, guidati dal Comandante Francesco Camastra, invitano chi abbia sentito o visto qualcosa a rivolgersi al comando di via Garibaldi. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 9
12 aprile 2018 Pagina 42 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Cronaca MOSTRA Ultimi giorni per le foto di Badiali e Collina La Consulta della cultura e della valorizzazione del territorio del Comune di Russi, allestisce al Museo Civico di Russi (presso la rocca di via Don Minzoni) 'Passi in teatro', una mostra fotografica di Roberta Badiali e Francesca Collina. Chiude domenica, si può visitare sabato dalle 9 alle 12. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 10
11 aprile 2018 RavennaNotizie.it Cronaca Cultura. A tu per tu con Eraldo Baldini su peste, epidemie, guerre e altre paure antiche e moderne Eraldo Baldini , 65 anni, nato a San Pancrazio di Russi, saggista e romanziere, creatore del genere Gotico Rurale che poi è anche una raccolta di suoi racconti, autore di tanti lavori di successo, vincitore di premi e riconoscimenti, con la sua ultima fatica "Il fango, la fame, la peste" scritto a quattro mani con Aurora Bedeschi e pubblicato dalla Società Editrice Il Ponte Vecchio è tornato al primo amore, ovvero agli studi storico e t n o g r a f i c i . R a v e n n a PageDetail728x90_320x501 Lo raggiungo a casa sua, a Ravenna, appena tornato da Russi dove ha dovuto sbrigare una serie di pratiche burocratiche legate alla vendita della casa di famiglia a San Pancrazio. La casa dove è nato e cresciuto, nella stessa via dove sono nato e cresciuto anch' io, pochi anni dopo di lui, a trecento metri di distanza in linea d' aria. L' INTERVISTA Eraldo, partiamo dalle radici. Che cosa rappresentano per te le radici e quanto sono state importanti nel tuo lavoro? "Lo sono state, certo, non perché siano radici particolari, ma perché io sono rimasto legato alle mie radici anche per scelta. Non mi sono mai allontanato e anzi ho cercato nella terra dove affondano le mie radici quei temi che hanno nutrito le mie ricerche per la saggistica e la mia immaginazione per la narrazione. E anche per ragioni anagrafiche ho vissuto la mia infanzia e adolescenza in un mondo antico, ancora pienamente riconoscibile." Cioè? "Il paese era piccolo e tutti si conoscevano. Di tutti conoscevi vita, morte e miracoli, perfino la genealogia, la cultura, la mentalità." C' era una cultura del luogo, quindi. "Sì. Senza voler restringere il tutto a un solo paesino, c' era però una cultura contadina della pianura, diffusa, con le sue forme riconoscibili, i suoi valori, i riti. I paesini come San Pancrazio avevano le loro regole, che scandivano i tempi e i modi della vita." Regole e riti. Nel bene e nel male. "Certo. C' era un grande spirito comunitario, ma per esempio mancava tutta la dimensione contemporanea della privacy" E c' era un ferreo controllo sociale "Che non ti permetteva di sgarrare. C' era una fascia di comportamenti individuali codificata come normale e non potevi permetterti di andare sotto quel livello giudicato giusto ma nemmeno potevi permetterti di andare oltre, di trasgredire, di superare il limite superiore, se no eri strano e ti guardavano male." Poi c' era il solito matto del paese "Sì, quella era la classica eccezione accettata da tutti, che confermava la regola. E poi allora si cresceva in casa. In casa c' erano i nonni. E c' erano le storie, i saperi del passato, i modi di dire e di fare le cose. Insomma le regole da seguire, trasmesse dai vecchi ai giovani. E c' era il dialetto Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 11
11 aprile 2018 RavennaNotizie.it
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12 aprile 2018 Pagina 12 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Conti pubblici. Rapporto della direzione studi e ricerche Intesa San Paolo «Def, subito il tendenziale in attesa del nuovo governo» ROMA Davanti al prolungarsi del percorso per la formazione del nuovo governo, spetta all' esecutivo Gentiloni predisporre il Def, anche se per il solo quadro "tendenziale". A pensarla in questo modo sono in tanti al ministero dell' Economia, ma non solo. Anche nel "focus Italia" dedicato al Documento di economia e finanza che è stato elaborato dalla direzione studi e ricerche di Intesa San Paolo si afferma che «in assenza di un nuovo esecutivo, dovrebbe essere il governo uscente a predisporre il Def, limitandosi al solo quadro a legislazione vigente». E si sottolinea che, come indicato più volte dal ministro (uscente) Pier Carlo Padoan, il sentiero di finanza pubblica resta angusto. Secondo il "report", le previsioni macroeconomiche, nonché l' evoluzione di deficit e debito, dovrebbero risultare poco variati rispetto all' ultima NaDef dello scorso autunno. Il quadro tendenziale incorporerà le ultime stime Istat sul 2017, che tengono conto della decisione Eurostat sulla contabilizzazione degli effetti per gli interventi di salvataggio delle banche Venete. Ma la revisione al rialzo del deficit (al 2,3%) e del debito (al 131,8% del Pil) non produrrebbe effetti drammatici sul percorso di finanza pubblica anche perchè sia il deficit che il debito sono previsti ulteriormente in calo quest' anno. Lo studio mette però in guardia dalle tentazioni di aggiramento dei vincoli di finanza pubblica. Le difficoltà nel percorso di miglioramento del saldo primario e di abbattimento del debito negli ultimi anni rendono di fatto obbligata la strada della disciplina fiscale e anche per questo motivo il prossimo governo avrà margini di manovra ridotti per politiche espansive, a meno che non scelga la strada di uno scontro aperto con Bruxelles. Nello studio si sostiene che, oltre al debito, lo scoglio maggiore è rappresentato dall' aumento dell' Iva previsto dalle clausole di salvaguardia, che dovrebbe essere incorporato dal "tendenziale" del Def. E si segnala che se il prossimo governo dovesse optare per una copertura in deficit per lo stop agli aumenti Iva, questa soluzione si collocherebbe in un percorso del disavanzo strutturale in direzione opposta rispetto a quella prevista dalle regole Ue e il debito non si ridurrebbe in maniera significativa. Questa eventualità potrebbe provocare le sanzioni di Bruxelles, che scatterebbero però solo nel 2019. Ma prima di quella data, si fa sempre notare nello studio, la pressione per una maggiore disciplina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 16
12 aprile 2018 Pagina 12 Il Sole 24 Ore
12 aprile 2018 Pagina 12 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Quanto pesano le imposte su acquisti e vendite La tassazione della compravendita di un' abitazione non è, in teoria, una operazione complessa. In pratica, tuttavia, vi sono diversi particolari, di non poco conto, da tener presenti. Occorre anzitutto distinguere se il venditore sia o meno un soggetto Iva. Nel caso di vendita non effettuata da un soggetto Iva, si applicano l' imposta di registro con l' aliquota del 9 per cento, l' imposta ipotecaria in misura fissa (attualmente stabilita in euro 50) e l' imposta catastale in misura fissa (anch' essa attualmente stabilita in euro 50). La situazione peraltro cambia radicalmente nel caso in cui l' acquirente benefici dell' agevolazione per l' acquisto della "prima casa": in tale ipotesi, infatti, l' imposta di registro deve essere applicata con l' aliquota del 2 per cento (o dell' 1,5 per cento se l' acquisto è effettuato per il tramite di un contratto di leasing) e le imposte ipotecaria e catastale sono dovute nella misura fissa di euro 50 per ciascuna. La base imponibile cui applicare le predette aliquote dell' imposta di registro è rappresentata, di regola, dal valore venale del bene compravenduto; a questo principio però si fa eccezione nel caso in cui sia applicabile la normativa del cosiddetto "prezzovalore", e cioè quella in base alla quale la tassazione avviene in base al valore catastale d e l b e n e compravenduto (vale a dire la rendita catastale moltiplicata per 115,5, se si tratta dell' acquisto della "prima casa" o per 126 in ogni altra ipotesi) indipendentemente dal prezzo dichiarato. Ebbene, la regola del "prezzovalore" è applicabile a tutte le compravendite di abitazioni e relative pertinenze, soggette all' imposta di registro, nelle quali la parte acquirente sia una persona fisica che non agisca nell' esercizio di attività commerciali, artistiche o professionali, chiunque sia il venditore (vale a dire persona fisica o persona giuridica), a condizione che l' acquirente eserciti l' opzione di volersi avvalere della suddetta regola. Nel caso invece di vendita effettuata da un soggetto Iva, occorre distinguere tra diverse ipotesi: se l' abitazione sia ceduta, entro 5 anni dall' ultimazione dei lavori, dall' impresa che ha effettuato i lavori di costruzione (o l' ha sottoposta a lavori di ristrutturazione), l' acquirente deve applicare, al prezzo dichiarato nel contratto, l' aliquota Iva del 10 per cento (o del 4 per cento, in caso di agevolazione "prima casa") oltre a pagare le imposte di registro, ipotecaria e catastale nella misura fissa di euro 200 per ciascuna; se l' abitazione è ceduta, dopo 5 anni dall' ultimazione dei lavori, da un soggetto Iva che ha effettuato i lavori di costruzione (o l' ha sottoposta a lavori di ristrutturazione), Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 18
12 aprile 2018 Pagina 12 Il Sole 24 Ore
12 aprile 2018 Pagina 16 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Studio Assolombarda. La pressione locale sui capannoni industriali di Milano, Lodi, Monza e Brianza è salita Fisco sulle imprese: +9% in 5 anni Milano Il miglioramento c' è ma non si vede. Troppo lieve il calo della pressione fiscale locale del 2017 per compensare la corsa avviata nel 2012, con un saldo quinquennale che per le imprese resta ampiamente negativo. È il risultato del 6° rapporto sulla fiscalità locale promosso da Assolombarda, analisi originale che mette sotto osservazione la pressione fiscale esercitata dai comuni della Città Metropolitana di Milano e delle province di Monza e Brianza e Lodi sugli immobili d' impresa. Tenendo conto di Imu, Tasi, Tari, oneri d i urbanizzazione e addizionale Irpef (per le persone), i risultati restano dunque deludenti. Anche se nel 2017 si registra una lievissima frenata rispetto all' anno precedente, sia per i capannoni (0,4) sia per gli uffici (0,3%), negli ultimi 5 anni questi ultimi hanno visto un incremento della pressione fiscale dell' 8,7%: 619 euro in più. Aggravio che sale a 3.346 euro per i capannoni industriali, dove l' aumento dal 2012 è del 9,1%. Ampie, tuttavia, le differenze geografiche, con i livelli più alti nei Comuni maggiori. Nella "top five" per carico complessivo (Imu, Tasi e Tari su uffici e capannoni) troviamo infatti Milano, Sesto San Giovanni, Paullo, Rozzano e Cologno Monzese. Dati, evidenzia il rapporto, influenzati tuttavia dal valore catastale degli immobili , in questi territori particolarmente elevato. «L' auspicio spiega Carlo Ferro, Vicepresidente di Assolombarda con delega a Politiche industriali e Fisco è che questo monitoraggio su ben 250 comuni diventi uno strumento utile a orientare le scelte future. Occorre infatti ridurre il peso del fisco sulle imprese e snellire la burocrazia per rendere il territorio ancora più attrattivo, in aggiunta ai suoi requisiti di imprenditorialità, competenze e qualità del lavoro, e far crescere la competitività delle nostre aziende. A cominciare, per esempio, dalla rimodulazione tra Imu e Tasi: quest' ultima è interamente deducibile dalle imposte sui redditi delle società e pertanto più conveniente a parità di gettito per il Comune. Oltre alla necessità di uniformare l' interpretazione della norma sulla Tari per i magazzini funzionali all' attività produttiva, che molti Comuni continuano a tassare nonostante il ministero dell' Economia li abbia dichiarati esenti». Allontanandosi dai centri maggiori la situazione come detto migliora. I comuni più virtuosi in termini di pressione fiscale sono tutti in provincia di Lodi: Castelnuovo Bocca D' Adda, Maccastorna, Cornovecchio, Cavacurta e Orio Litta. In generale il divieto di aumento di aliquote di Imu e Tasi previsto dalla Legge di Stabilità 2017 ha bloccato i valori sui livelli 2016 mentre si rileva una diminuzione della Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 20
12 aprile 2018 Pagina 16 Il Sole 24 Ore
12 aprile 2018 Pagina 26 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Corte di giustizia Ue. Richiesta dell' Avvocato generale L' Ici non pagata dalla Chiesa va recuperata dall' Italia ROMA Gli inciampi organizzativi di una pubblica amministrazione n o n s o n o u n a ragione sufficiente per non recuperare gli aiuti di Stato illegittimi. Con questa motivazione, nelle sue conclusioni su tre cause avviate da una scuola privata laica e dal titolare di un bed & breakfast italiani, l' Avvocato generale della Corte Ue ha chiesto ai giudici di aprire un altro capitolo nella storia infinita dei vecchi sconti Ici agli enti ecclesiastici; e di costringere l' Italia a recuperare il gettito che si è perduto fra 2006 e 2011 grazie alle esenzioni poi dichiarate illegittime dalla commissione. Con la sua proposta, l' Avvocato generale chiede di ribaltare le conclusioni a cui era arrivato il Tribunale Ue nel 2016, e le decisioni della commissione, che avevano aderito all' idea di "scordare il passato". In pratica g l i sconti generalizzati agli enti ecclesiastici, che salvavano dall' Ici anche gli immobili utilizzati per servizi scolastici o alberghieri a tariffa e quindi con modalità commerciali, sono stati bocciati dalla commissione Ue come aiuti illegittimi, perché davano un vantaggio concorrenziale rispetto alle scuole e agli alberghi soggetti all' imposta comunale. Dal 2012, con l' Imu, il problema è stato superato grazie al complicato meccanismo che sulla base delle tariffe applicate distingue gli spazi utilizzati in modo commerciale, e quindi paganti, a quelli che ospitano attività «non commerciali» e quindi evitano l' imposta. Il sistema è già complicato per il presente, come ha mostrato la sua lunga gestazione attuativa; e la ricostruzione ex post della geografia degli immobili commerciali, a cui chiedere l' Ici arretrata, era subito apparsa di una difficoltà tale da convincere anche i giudici e la commissione Ue a lasciar perdere. Il Tribunale, però, nel 2016 aveva per la prima volta giudicato appellabili le decisioni della commissione in base all' articolo 263, comma 4 del Trattato sul funzionamento della Ue, aprendo la porta al giudizio arrivato ieri alle conclusioni dell' Avvocato generale che possono riaprire i giochi. La vecchia esenzione a largo raggio, è vero, ha portato Stato e Comuni a disinteressarsi di un censimento puntuale delle attività ospitate dagli immobili salvati dall' Ici, ma per l' Avvocato generale l' assenza di banche dati puntuali e più in generale i problemi organizzativi di un' amministrazione pubblica non sono una ragione sufficiente a permettere che un aiuto illegittimo passi in cavalleria. Se la Corte Ue sarà d' accordo, si aprirà l' ennesima sfida impossibile per il nostro Fisco. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 22
12 aprile 2018 Pagina 26 Il Sole 24 Ore
12 aprile 2018 Pagina 26 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Rendiconti. La contabilità economicofinanziaria è facoltativa per il 2017 Piccoli centri, bilanci semplificati ROMA La contabilità economicopatrimoniale per i piccoli Comuni è facoltativa per quest' anno. L' apertura attesa dalle ragionerie degli oltre 5mila municipi fino a 5mila abitanti alle prese in queste settimane con il rendiconto 2017 è arrivata ieri dalla commissione Arconet, con una "interpretazione" condivisa da Mef e Viminale che permette di fatto uno slittamento di un anno per chi non è pronto. La norma «incerta» L' interpretazione, che risponde alle pressioni crescenti arrivate dagli amministratori locali, s i a g g a n c i a a l l a formulazione scivolosa della norma, l' articolo 232, comma 2 del Tuel introdotto dalla riforma contabile del 2011, secondo cui i piccoli Comuni «possono non tenere la contabilità economicopatrimoniale fino all' esercizio 2017». Da qui è nato il dibattito sulla domanda se l' esercizio 2017 fosse escluso o incluso nella deroga; in un primo momento era prevalsa la prima lettura, ma le difficoltà operative riscontrate in tantissimi piccoli Comuni h a n n o a l l a f i n e c o n v i n t o d e l l ' opportunità/necessità di un nuovo intervento. Il carattere "opzionale" della contabilità economica anche per il 2017 rappresenta per certi versi la soluzione con il miglior rapporto costi/benefici. Chi è pronto e chi no Il passaggio dalla contabilità finanziaria a quella economica infatti non si improvvisa in un giorno, e ha bisogno di un complesso procedimento di avvio che passa da una nuova analisi dei residui e soprattutto dall' apertura dello stato patrimoniale. Chi ha già acceso in tempo la macchina può quindi andare avanti, mentre per gli altri c' è un anno in più per recuperare il ritardo. I tempi supplementari possono aprire una finestra utile per ridiscutere gli obblighi di contabilità dei piccoli enti in ottica semplificazione. Dup semplificato Per arrivarci, però, occorre rivedere le norme, e quindi serve un governo e una discussione politica sul tema. Più brevi sono i tempi per la semplificazione del Documento unico di programmazione, che in base all' ultima manovra (comma 887 della legge 205/2017) deve tradursi entro fine aprile in un decreto del Mef per aggiornare il principio contabile applicato sul Dup. © RIPRODUZIONE RISERVATA. G.Tr. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 24
12 aprile 2018 Pagina 27 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Società agricole. Risoluzione delle Entrate Consolidato possibile anche con il calcolo «catastale» del reddito Il consolidato fiscale è possibile anche se una società agricola del gruppo ha optato per la determinazione del reddito su base catastale; lo precisa l' agenzia delle Entrate con la risoluzione 28/E di ieri che ha fornito la risposta ad alcuni quesiti. Si ricorda che a norma dell' articolo 1, comma 1093, della legge 296/2006, le società agricole a responsabilità limitata (oltre alle Snc e Sas), in possesso dei requisiti di cui all' articolo 2 del Dlgs 99/2014 (denominazione società agricola ed oggetto esclusivo di attività agricola), possono optare per la determinazione del reddito imponibile in base al reddito agrario in base all' articolo 32 del Tuir. In questo caso le società in sede di dichiarazione dei redditi annullano il reddito effettivo portando in diminuzione i ricavi ed in aumento i costi e dichiarano il reddito catastale. L' Agenzia conferma quindi che la determinazione del reddito su base catastale, anziché in modo analitico, non rientra fra le esclusioni del consolidato fiscale e quindi l' opzione di cui all' articolo 117 del Tuir è legittima. Infatti le esclusioni dal consolidato fiscale riguardano le ipotesi di riduzione della aliquota dell' imposta, ma non di una determinazione agevolata del reddito. L' Agenzia nega invece la possibilità di dedurre dal reddito complessivo netto globale l' eccedenza di Ace della controllata società agricola. La risoluzione richiama l' articolo 9 del decreto 3 agosto 2017 che vieta il beneficio dell' Ace alle società agricole che dichiarano il reddito catastale. Per questa ragione viene negato anche il riporto dell' eccedenza; l' Agenzia prevede che nella determinazione del reddito complessivo globale, ai fini Ace, vada esclusa la quota di reddito agrario trasmesso al consolidato dalla società agricola. Altra precisazione fornita dall' Agenzia riguarda la rateizzazione delle plusvalenze in cinque quote costanti qualora il bene sia posseduto da almeno tre anni. Si ricorda che ai sensi del Dm 213 del 27 settembre 2017 in vigenza di applicazione del regime catastale, i beni immobili generano comunque plusvalenza o minusvalenza; l' eventuale plusvalenza può essere rateizzata ai sensi dell' articolo 86 del Tuir. Invece sul riporto degli interessi passivi eccedenti il 30% del Rol, l' Agenzia nega la possibilità del riporto dagli anni precedenti in cui la società era tassata a bilancio. Si ricorda che il citato decreto 213 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 25
12 aprile 2018 Pagina 27 Il Sole 24 Ore
12 aprile 2018 Pagina 28 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Ctr Veneto. Come tassare l' atto che provoca l' espansione delle quote degli altri comproprietari Comproprietà, rinunciadonazione Imposte fisse se il beneficiario ha diritto all' agevolazione prima casa Se un comproprietario rinuncia alla sua quota, provocando con ciò l' espansione della quota di comproprietà degli altri comproprietari, l' atto di rinuncia (che è tassato con l' imposta di donazione) può beneficiare dell' agevolazione "prima casa" e, quindi, assolvere le imposte ipotecaria e catastale nella misura fissa di 200 euro per ciascuna. Lo decide la Commissione tributaria regionale del Veneto con sentenza 407 del 9 aprile. Il caso è interessante sia per il suo profilo civilistico, sia per il suo trattamento tributario. I l Codice civile prende in considerazione la rinuncia alla quota di comproprietà in tre particolari fattispecie (dalle quali si desumono, in linea generale, la legittimità dell' atto di rinuncia alla comproprietà e gli effetti dell' atto di rinuncia): l' articolo 882, in tema di riparazioni del muro comune, secondo il quale il comproprietario di un muro comune può esimersi dall' obbligo di contribuire nelle spese di riparazione e ricostruzione, rinunziando al diritto di comunione; l' articolo 1104, in tema di spese della comunione, secondo cui ciascun partecipante deve contribuire nelle spese necessarie per la conservazione e per il godimento della cosa comune e nelle spese deliberate dalla maggioranza, salva la facoltà di liberarsene con la rinunzia al suo diritto; l' articolo 1118, comma 2, che invece, stante il carattere "necessario" delle parti condominiali di un edificio, esclude la rinunciabilità della loro comproprietà. L' atto di rinuncia alla quota di comproprietà è dunque un atto unilaterale, che non necessita, per la sua efficacia, dell' accettazione degli altri comproprietari, in capo ai quali pertanto si produce (per il fatto che il diritto del comproprietario è un "diritto sul tutto", solamente limitato dal concorrente diritto degli altri contitolari) un automatico, proporzionale e non rifiutabile accrescimento delle loro quote. Secondo la Cassazione (sentenza 23691/2009), «con la rinuncia, negozio di natura abdicativa, si è operato ipso iure, in forza del principio di elasticità della proprietà, l' accrescimento della quota rinunciata a favore del compartecipe»; e (sentenza 3819/2015) nel caso di «rinunzia abdicativa alla quota di comproprietà (...) l' acquisto del vantaggio accrescitivo da parte degli altri comunisti si verifica (...) in modo indiretto attraverso l' eliminazione dello stato di compressione in cui l' interesse degli altri contitolari si trovava a causa dell' appartenenza del diritto in comunione anche ad un altro soggetto» in quanto la rinuncia provoca «con una estensione automatica» del diritto dei comproprietari «in proporzione delle loro quote Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 27
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12 aprile 2018 Pagina 28 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Cassazione. La natura dichiarativa dipende dal rapporto tra quota di fatto e di diritto Divisione senza conguaglio con registro all' 1 per cento Assume importanza essenziale, per l' individuazione dell' imposta da applicare a una divisione, il rapporto tra quota di diritto e quota di fatto; solo nel caso in cui quest' ultima superi la pars iuris, la divisione, per l' eccedenza, perderà la sua natura dichiarativa, per divenire un negozio parzialmente traslativo, assoggettato alla relativa imposta di trasferimento. Lo afferma la Corte di cassazione (sentenza 28 marzo 2018 n. 7606 ), in relazione a una divisione giudiziale statuente assegnazione di un immobile indivisibile a uno solo dei condividenti e obbligo di pagamento a carico di questi e a favore dell' altro condividente di una somma di denaro pari all' esatta metà del valore dell' immobile assegnato al primo. L' agenzia delle Entrate aveva richiesto il pagamento di maggiori imposte di registro, ipotecaria e catastale calcolate ritenendo che in esecuzione della sentenza derivasse un vero e proprio trasferimento (quanto alla metà del valore del compendio immobiliare assegnato) con la relativa aliquota, più gravosa rispetto a quella (1 per cento) prevista per gli atti dichiarativi. Ne nasceva un contenzioso con i contribuenti interessati e in secondo grado, innanzi alla Ctr, veniva accolta la tesi dell' Ufficio. Ma i Supremi giudici hanno sconfessato l' operato dei giudici dell' appello, ritenendo che la natura solo dichiarativa (e non traslativa) della divisione non è compromessa se a ciascun condividente risultino assegnati, di fatto, beni o valori corrispondenti alle quote di diritto spettanti sull' intera massa divisionale, e ciò è da intendersi anche qualora questo risultato finale sia conseguito attraverso percorsi diversi dalla mera divisione "in natura" dei beni comuni, come ad esempio grazie a compensazioni in danaro, anche se estraneo alla massa divisionale (Corte di cassazione, sentenze 17866/2010, 20119/2012 e 17512/2017). In effetti se il concetto di "conguaglio" (che, se eccede la quota di diritto, dà luogo a tassazione con i criteri propri del "trasferimento", secondo l' articolo 34 del Dpr 131/86) deve correttamente intendersi in base all' articolo 728 del Codice civile, come lo strumento diretto a compensare l'«ineguaglianza in natura delle quote» attraverso un equivalente in denaro, nella fattispecie esaminata dai giudici di legittimità non si configurava alcun conguaglio in senso tecnico, in quanto la compensazione imposta all' assegnatario dell' immobile indivisibile (e per esso poi ai suoi eredi, al medesimo subentrati) consentiva Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 29
12 aprile 2018 Pagina 28 Il Sole 24 Ore
12 aprile 2018 Pagina 24 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Dure conclusioni dell' avvocato generale della Corte Ue. Un pacchetto da oltre 4 mld Ici sulla Chiesa da recuperare Esenzioni illegittime. Incasso difficile? Niente scuse Le esenzioni Ici concesse dall' Italia agli enti ecclesiastici e poi ritenute illegittime dalla Commissione Ue nel 2012 devono essere recuperate. Il fatto che si tratti di una «mission impossible», dovuta alla mancata p r e d i s p o s i z i o n e d i d a t a b a s e catastali aggiornati e puntuali, «non giustifica un' eccezione alla regola per la quale gli aiuti di stato illegali vanno recuperati». Sono queste le conclusioni dell' avvocato generale presso la Corte Ue, il belga Melchior Wathelet, depositate ieri nelle cause riunite C622, 623 e 624/16, che suonano come una stoccata al governo italiano, ma soprattutto all' esecutivo comunitario. Secondo stime dell' Associazione nazionale dei comuni italiani l' importo da recuperare oscilla tra quattro e cinque miliardi di euro (si veda ItaliaOggi del 21 settembre 2016). Le controversie rappresentano il secondo grado di due giudizi attivati separatamente da una scuola privata romana e dal titolare di un piccolo bed and breakfast, che avevano impugnato al tribunale dell' Ue la decisione di Bruxelles di «abbuonare» gli aiuti pregressi. Gli sconti Ici previsti dalla legge italiana erano andati al tappeto in quanto concessi agli enti ecclesiastici su tutti gli immobili da essi detenuti (previdenziali, sanitari, didattici, ricettivi, culturali) e non solamente per quelli in cui sono svolte attività non economiche (come invece previsto dalla disciplina Imu entrata in vigore dal 2012). La scelta della Commissione di non ordinare all' Italia la riscossione delle agevolazioni indebitamente fruite era dettata sostanzialmente dal fatto che tale compito «sarebbe stato assolutamente impossibile», essendo «oggettivamente impossibile, con le banche dati fiscali e catastali esistenti, determinare se e in che misura l' immobile di proprietà dell' ente non commerciale fosse stato utilizzato per attività economiche». L' inefficienza dei database del fisco, tuttavia, non può essere una valida scusante, a parere dell' avvocato generale. Wathelet ha quindi proposto alla Corte di giustizia di annullare le sentenze del tribunale (e con esse la decisione della Commissione) nella parte in cui ritengono corretta l' omissione dell' ordine di recupero degli aiuti di stato Ici dichiarati illegittimi. L' impossibilità dovuta a «difficoltà organizzative imputabili allo stato», si legge nelle conclusioni depositate ieri, «non giustifica un' eccezione alla regola». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 31
12 aprile 2018 Pagina 24 Italia Oggi
12 aprile 2018 Pagina 27 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Risoluzione dell' Agenzia delle entrate tratteggia il comportamento fiscale corretto Società agricole concludenti Principio per chi ha i requisiti del reddito catastale L e società agricole in possesso dei requisiti per la determinazione del reddito su base catastale, possono applicare il principio del comportamento concludente in caso di assenza di manifestazione di opzione. Possono, inoltre, far parte di un consolidato e, nella determinazione del reddito, procedere alla rateizzazione delle plusvalenze conseguite per la cessione di immobili. Sono questi alcuni dei chiarimenti forniti dall' Agenzia delle entrate con la ponderosa risoluzione n. 28 di ieri con la quale l' amministrazione finanziaria ha affrontato una serie di problematiche relative a quelle società ( d i p e r s o n e o d i capitali) che, rivestendo la qualifica di società agricole, hanno optato per la determinazione del reddito secondo le disposizioni di cui all' articolo 32 del Tuir e, dunque, su base catastale. Il primo dei quesiti ai quali risponde l' Agenzia delle entrate per effetto dell' interpello proposto appare quello di maggiore interesse anche in ragione del fatto che potrebbe aprire delle riflessioni in merito ad ulteriori fattispecie nelle quali il contribuente dimentica di esercitare delle opzioni adottando, nella sostanza, un comportamento concludente e coerente con il contenuto dell' opzione non espressa. Nella fattispecie specifica, la società istante (una srl), ha tutti i requisiti per applicare le disposizioni di cui alla legge n. 296 del 2006 poi abrogate ma successivamente ripristinate e che consentono, nella sostanza, alle società agricole di adottare ai fini delle imposte sui redditi il sistema di tassazione catastale come regolamentato dall' articolo 32 del Tuir. In concreto, la società fa presente all' amministrazione finanziaria di non avere esercitato nella prima dichiarazione Iva annuale, l' opzione prevista per il predetto regime. L' opzione in questione, per effetto dei provvedimenti attuativi delle disposizioni di legge è da ricondurre all' alveo delle previsioni contenute nel dpr n. 442 del 1997. Proprio tale dpr contiene una serie di indicazioni in merito al rapporto con i comportamenti concludenti tenuti dal contribuente a condizione, evidentemente, che siano coerenti con le caratteristiche soggettive dello stesso. Nel caso di specie, il regime in questione decorre dal periodo di imposta 2016 ma senza che, tale regime, fosse stato manifestato mediante l' opzione prima descritta nella dichiarazione annuale Iva presentata nel 2017. Ai fini delle imposte sui redditi, però, per il medesimo periodo di imposta la Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 33
12 aprile 2018 Pagina 27 Italia Oggi
12 aprile 2018 Pagina 28 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Commissione Arconet, sì su conto e stato patrimoniale. Grandi enti, 30 aprile confermato Ok al rinvio della contabilità Più tempo per comuni e unioni fino a 5 mila abitanti Sì al rinvio della contabilità economico patrimoniale, ma solo per i comuni e le unioni fino a 5 mila abitanti. Nulla da fare, invece, per le amministrazioni più grandi, per le quali la scadenza rimane ferma al prossimo 30 aprile. È questo l' orientamento espresso ieri dalla Commissione Arconet, l' organismo che s o v r a i n t e n d e a l l ' a p p l i c a z i o n e a g l i enti territoriali del nuovo ordinamento contabile disciplinato dal dlgs 118/2011. Arconet doveva pronunciarsi sulla richiesta, presentata nei giorni scorsi dall' Anci, d i prorogare il termine del 30 aprile per la presentazione del conto economico e dello stato patrimoniale, scongiurando così il rischio di una serie di commissariamenti a catena per i tanti enti ritardatari. Si tratta, infatti, di attività molto complesse, sia per la necessità da parte degli uffici di assimilare correttamente i nuovi criteri di valutazione, che sovente richiedono analisi molto dettagliate ed il ricorso ad apposite perizie di stima, e sia per la difficoltà ed i ritardi con cui le case di software riescono ad adeguarsi alle (continue) modifiche normative. Non a caso, lo scorso anno, quando l' obbligo riguardava inderogabilmente gli enti d i maggiori dimensioni, venne concessa una proroga di tre mesi. Ora che in ballo ci sono gli enti più piccoli (fino a 5 mila abitanti) e di norma meno attrezzati sul piano amministrativo, l' esigenza di una proroga si pone con ancora maggior forza. Sul punto, Arconet avrebbe espresso una non contrarietà (il condizionale è d' obbligo, in attesa della pubblicazione del resoconto ufficiale della riunione) all' interpretazione sostenuta dall' Anci in base all' art. 232, comma 2, ai sensi del quale «gli enti locali con popolazione inferiore a 5 mila abitanti possono non tenere la contabilità economicopatrimoniale fino all' esercizio 2017»: tale formulazione, secondo Anci, «determina con sufficiente evidenza la decorrenza dall' esercizio 2018 di tale obbligo (con rendicontazione nel 2019), confermata dal medesimo tenore del comma 3 dell' articolo 233bis, relativo al bilancio consolidato». In questo modo, ai mini enti sarebbe concesso un altro anno per adeguarsi, mentre il rendiconto 2017 potrebbe esser presentato limitatamente alla componente finanziaria. Ma ad essere in difficoltà sono anche gli enti di maggiori dimensioni, che quest' anno dovranno fare i conti con i controlli più stringenti della Bdap: essi, quindi, speravano in una proroga secca come quella prevista lo scorso anno, cosa che però esula dai poteri di Arconet e dovrà essere rimessa al nuovo Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 35
12 aprile 2018 Pagina 28 Italia Oggi
12 aprile 2018 Pagina 28 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali assolombarda: imu, tasi e tari picchiano nei grandi enti Uffici e capannoni, fisco pesante In Lombardia i primi cinque comuni per carico fiscale complessivo sulle imprese (considerando Imu, Tasi e Tari su uffici e capannoni) sono Milano, Sesto San Giovanni, Paullo, Rozzano e Cologno Monzese. Anche Monza e Lodi sono alti in graduatoria, rispettivamente all' 8ª e al' 11ª posizione. I comuni con il livello di pressione fiscale più alto sono in genere quelli di grandi dimensioni e più vicini ai capoluoghi. Allontanandosi dai principali capoluoghi, invece, la situazione migliora. I comuni più virtuosi in termini di pressione fiscale sono tutti in provincia di Lodi. Tra questi Castelnuovo Bocca D' Adda, Maccastorna, Cornovecchio, Cavacurta e Orio Litta. È quanto emerge dal 6° Rapporto sulla fiscalità locale promosso da Assolombarda, che analizza la pressione fiscale esercitata dai comuni della città metropolitana di Milano e delle province di Monza e Brianza e Lodi. L' indagine riguarda Imu, Tasi, T a r i , oneri d i urbanizzazione e l' addizionale Irpef nel 2017. Sebbene questo anno registri una lievissima riduzione della pressione fiscale rispetto all' anno precedente, sia per i capannoni (0,4) sia per gli uffici (0,3%), negli ultimi cinque anni (20022017) gli uffici hanno visto un incremento della pressione fiscale dell' 8,7%, che li ha portati a pagare in media 619 euro in più. Ancora più consistente l' aumento per i capannoni industriali pari al 9,1% con un incremento di 3.346 euro. Il monitoraggio mette, inoltre, in evidenza che Imu e Tasi rimangono sui valori del 2016. Un risultato determinato dalla Legge di Stabilità 2017 che ha imposto ai Comuni, già dal 2016, il divieto di aumentare le aliquote. Nessuna Amministrazione, tra quelle oggetto del monitoraggio, le ha però riviste al ribasso, ad eccezione di Legnano che ha ridotto l' aliquota dell' Imu dei capannoni e alzato quella della Tasi mantenendo inalterato il carico complessivo. Dal 2012 gli importi dovuti per queste imposte sono cresciuti complessivamente dell' 11,3% per gli uffici e del 22,1% per i capannoni. Anche gli oneri d i urbanizzazione non hanno riscontrato rilevanti scostamenti rispetto allo scorso anno: 0,5% per gli uffici e 0,0% per i capannoni. In sei anni l' incremento complessivo è stato di circa il 5% per entrambe le tipologie di immobili. Ugualmente l' addizionale Irpef rimane sui livelli del 2016. Quasi la totalità dei comuni ha confermato le aliquote dell' anno precedente. Solo Cusano Milanino e Cologno Monzese l' hanno ridotta. Diminuzione invece per la tassa sui rifiuti. Nel 2017 la Tari nei principali comuni è diminuita in media dell' 1,4% per gli uffici e dell' 1,6% per i capannoni industriali. Una tendenza consolidata per questi ultimi che, anche nel periodo 20122017, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 37
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