COMUNE DI RUSSI Mercoledì, 22 agosto 2018

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COMUNE DI RUSSI Mercoledì, 22 agosto 2018
COMUNE DI RUSSI
Mercoledì, 22 agosto 2018
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COMUNE DI RUSSI
                                                       Mercoledì, 22 agosto 2018

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 22/08/2018 Prima Pagina
 Corriere di Romagna (ed. Ravenna)                                                                                                1
 22/08/2018 Prima Pagina
 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)                                                                                               2
Ambiente
 22/08/2018 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 53                           Maria Marabini segretario Lega Nord Russi .
 Centrale di Russi, chiediamo incontro pubblico                                                                                   3
 21/08/2018 Ravenna Today
 Ancora dubbi sulla centrale a biomasse di Russi: "Vogliamo dati certi e...                                                       4
Cultura e Turismo
 22/08/2018 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 7
 Incontro con Zingaretti in piazzetta Dante                                                                                       6
 22/08/2018 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 46
 'Ravenna: l' album di famiglia' Presentazione in piazzetta Dante                                                                 7
sport
 22/08/2018 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 18
 Arrondini firma con il Classe Oggi test a Russi                                                                                  8
 22/08/2018 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 69
 Savignanese-Classe si gioca domenica                                                                                             9
 22/08/2018 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 71
 La Spem Ravenna riparte dalla Prima Divisione                                                                                    10
Pubblica Amministrazione ed Enti Locali
 22/08/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 3                                                                                      Gi. L.
 Accelera il Ddl sull' acqua pubblica                                                                                             11
 22/08/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 3                                                         Giuseppe Latour Manuela Perrone
 Dalle autostrade alle Tlc: 35mila concessioni nel mirino del governo                                                             12
 22/08/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 4                                                                            Giorgio Santilli
 Sì agli omissis in chiaro, ma il Mit studia ancora il modo                                                                       14
 22/08/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 13                                                                             Dino Pesole
 Tagliare non basta, per il Governo la vera sfida sarà riqualificare...                                                           16
 22/08/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 13                                                                            Marco Rogari
 Manovra, caccia a 3-4 miliardi con tagli a ministeri e acquisti Pa                                                               18
 22/08/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 16                                                                    Piergiorgio Gawronski
 coesione e strategia unica per tenere a bada lo spread                                                                           20
 22/08/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 21                                                                                    M.Pri.
 Controlli sugli orari anche senza Jobs act                                                                                       22
 22/08/2018 Italia Oggi Pagina 5                                                                               UGO ARRIGO
 Autostrade controllava se stessa                                                                                                 23
 22/08/2018 Italia Oggi Pagina 6                                                                               BRUNO TINTI
 Controllori che non controllano                                                                                                  26
 22/08/2018 Italia Oggi Pagina 20                                                                      GIACOMO BERBENNI
 Autostrade prepara la replica                                                                                                    28
 22/08/2018 Italia Oggi Pagina 27                                                         BENITO FUOCO E NICOLA FUOCO
 Imu soft ma con la residenza                                                                                                     30
 22/08/2018 Italia Oggi Pagina 29
 Non profit e Codice appalti, parola all' Anac                                                                                    32
 22/08/2018 Italia Oggi Pagina 29                                                                        MATTEO BARBERO
 Le regioni difendono l' imposta sulla benzina                                                                                    34
 22/08/2018 Italia Oggi Pagina 29                                                                  FRANCESCO CERISANO
 Statali, niente doppi incarichi                                                                                                  36
 22/08/2018 Italia Oggi Pagina 31
 Controlli un ponte? Ad Avellino niente compenso                                                                                  38
COMUNE DI RUSSI Mercoledì, 22 agosto 2018
22 agosto 2018
                 Corriere di Romagna
                    (ed. Ravenna)
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22 agosto 2018
                 Il Resto del Carlino (ed.
                         Ravenna)
                                     Prima Pagina

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COMUNE DI RUSSI Mercoledì, 22 agosto 2018
22 agosto 2018
Pagina 53                       Il Resto del Carlino (ed.
                                        Ravenna)
                                                         Ambiente

  MARABINI (LEGA NORD) «TANTI ASPETTI ANCORA DA CHIARIRE»

  Centrale di Russi, chiediamo incontro pubblico
  MOLTI aspetti collegati alla futura centrale a
  biomasse di Russi c o n t i n u a n o a n o n
  convincerci.
  Tutto legittimo, certamente, e immagino anche
  che gli organismi preposti abbiano controllato
  e verificato le procedure intercorse. Noi
  residenti, tuttavia, che da questo impianto non
  sappiamo ancora quali ricadute aspettarci,
  avremmo preferito più chiarezza. Che né la
  Regione, né l' amministrazione comunale, ma
  neppure le proprietà, hanno saputo o voluto
  dare.
  Di sicuro vogliamo capire cosa verrà
  effettivamente bruciato nell' impianto e da
  dove arriveranno i materiali vegetali da
  utilizzare. Non ci bastano, infatti, le
  dichiarazioni di prammatica della dirigenza del
  nuovo proprietario, il fondo F2i, che saranno
  residui agricoli, come potature di alberi da
  frutta e simili. E' presumibile che questi residui
  agricoli non saranno sufficienti per alimentare
  la centrale, che necessita, lo ricordiamo, di
  circa 270.000 tonnellate di combustibile annui,
  nè potranno essere, come ventilato in un primo
  tempo, a chilometro zero. Di qui, le preoccupazioni generalizzate per l' aumento del traffico veicolare
  per il trasporto del combustibile, per la sua provenienza e per la sua qualità e composizione. Credo che
  il sindaco di Russi dovrà fare molto di più di una dichiarazione semplicistica, quanto vuota di contenuti,
  come quella rilasciata ai primi di luglio. Il suo sostegno alle 'operazioni societarie' che sono intervenute
  non ci rassicura. Vogliamo dati. Dati certi e aggiornati che sia il Comune che la Regione, assumendosi
  tutte le responsabilità del caso, devono illustrare in una prossima e urgente conferenza pubblica da
  organizzare a Russi, a cui possano partecipare tutti i cittadini interessati.
  Maria Marabini segretario Lega Nord Russi .

                                                                 Maria Marabini segretario Lega Nord Russi .

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COMUNE DI RUSSI Mercoledì, 22 agosto 2018
21 agosto 2018
                                          Ravenna Today
                                                         Ambiente

  Ancora dubbi sulla centrale a biomasse di Russi:
  "Vogliamo dati certi e risposte"
  Maria Marabini, segretaria della Lega di Russi, torna su un tema che fa ancora discutere
  e i cui contorni sono, a suo avviso, da approfondire a poche settimane dal nuovo
  passaggio di proprietà dell' impianto

  1 L' emozionante spettacolo del "mare in
  amore" che si illumina di notte 2 Colpisce uno
  scooter e si allontana: coppia resta ferita sulla
  Baiona 3 Colta da un malore mentre
  passeggia in acqua: paura per una turista 4
  Denunciato il "pirata" che ha colpito una
  coppia in scooter su via Baiona "Molti aspetti
  collegati alla futura centrale a biomasse di
  Russi continuano a non convincerci". Maria
  Marabini, segretaria della Lega di Russi, torna
  su un tema che fa ancora discutere e i cui
  contorni sono, a suo avviso, da approfondire a
  poche settimane dal nuovo passaggio di
  proprietà dell' impianto prima ancora di
  diventare operativo. "Tutto legittimo,
  certamente, e immagino anche che gli
  organismi preposti abbiano controllato e
  verificato le procedure intercorse. Noi
  residenti, tuttavia, che da questo impianto non
  sappiamo ancora quali ricadute aspettarci,
  avremmo preferito più chiarezza. Che né la
  Regione, né l' amministrazione comunale, ma
  neppure le proprietà, hanno saputo o voluto
  dare. Di sicuro - commenta Marabini -
  vogliamo capire cosa verrà effettivamente
  bruciato nell' impianto e da dove arriveranno i
  materiali vegetali da utilizzare. Non ci bastano,
  infatti, le dichiarazioni di prammatica della
  dirigenza del nuovo proprietario, il fondo F2i, che saranno residui agricoli, come potature di alberi da
  frutta e simili. E' presumibile che questi residui agricoli non saranno sufficienti per alimentare la
  centrale, che necessita di circa 270.000 tonnellate di combustibile annui, nè potranno essere, come
  ventilato in un primo tempo, a chilometro zero. Di qui, le preoccupazioni generalizzate per l' aumento
  del traffico veicolare per il trasporto del combustibile, per la sua provenienza e per la sua qualità e
  composizione. Credo che il sindaco di Russi dovrà fare molto di più di una dichiarazione semplicistica
  come quella rilasciata ai primi di luglio. Il suo sostegno alle 'operazioni societarie' che sono intervenute
  non ci rassicura. Vogliamo dati certi e aggiornati che sia il Comune che la Regione, assumendosi tutte
  le responsabilità del caso, devono illustrare in una prossima e urgente conferenza pubblica da
  organizzare a Russi, a cui possano partecipare tutti i cittadini interessati". "Conosco l' annosa vicenda
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                                                                                                 Continua -->    4
COMUNE DI RUSSI Mercoledì, 22 agosto 2018
21 agosto 2018
                                          Ravenna Today
COMUNE DI RUSSI Mercoledì, 22 agosto 2018
22 agosto 2018
Pagina 7                            Corriere di Romagna
                                    (ed. Ravenna-Imola)
                                                    Cultura e Turismo

  Incontro con Zingaretti in piazzetta Dante
  RAVENNA Stasera Carlo Zingaretti presenta il
  libro "Ravenna, l' album di famiglia"in
  piazzetta Dante alle 21. L' evento rientra nel
  programma estivo d' incontri letterari con
  autori che, ogni mercoledì alle 21,
  presenteranno i loro libri. Simone Cellini sarà il
  moderatore delle serate. L' iniziativa è
  organizzata dall' associazione Kultura, dalla
  libreria LibriMi di Miranda Blosi e dal Bar
  Gelateria Centrale, con il patrocinio del
  Comune di Russi.
  Carlo Zingaretti Gli appuntamenti della
  rassegna proseguono anche nelle prossime
  settimane, fino a settembre. Mercoledì 29
  agosto Paolo Casadio presenta il suo libro "Il
  bambino del treno". Mercoledì 5 settembre
  2018"Cercasi disperatamente Madonna", una
  proiezione del film alla presenza del regista
  Atos Fuschini.

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COMUNE DI RUSSI Mercoledì, 22 agosto 2018
22 agosto 2018
Pagina 46                        Il Resto del Carlino (ed.
                                         Ravenna)
                                                   Cultura e Turismo

  IL LIBRO DI ZINGARETTI A RUSSI

  'Ravenna: l' album di famiglia' Presentazione in
  piazzetta Dante
  'INCONTRI a catena: rassegna letteraria in
  piazzetta Dante', a Russi, propone alle 21
  Carlo Zingaretti (foto) che presenta il suo libro
  'Ravenna: l' album di famiglia'. Moderatore
  Simone Cellini. Il 29 agosto Paolo Casadio
  presenterà il suo libro 'Il bambino del treno'.
  Per info: Raffaella 0544-583219, Miranda 333-
  453 5018.

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COMUNE DI RUSSI Mercoledì, 22 agosto 2018
22 agosto 2018
Pagina 18                                Corriere di Romagna
                                         (ed. Ravenna-Imola)
                                                                 sport

  Arrondini firma con il Classe Oggi test a Russi
  Davide Arrondini CLASSE Torna in campo il
  Classe dopo lo stop forzato in Coppa. In attesa
  del recupero con la Savignanese al "Capanni"
  (lo stadio di Savignano ha avuto la deroga),
  ibiancorossi avranno oggi le prove generali a
  Russi c o n t r o l a f o r m a z i o n e l o c a l e d i
  Promozione.
  Stasera alle 20 Stefano Evangelisti userà
  questa partita per trarre altre indicazioni utili
  sulla sua squadra, attesa dal debutto in D.
  «È chiaro che non aver giocato lo scorso
  week-end ha un po' scombinato i nostripiani-
  dice Evangelisti comunque come sempre ci
  adattiamo e andiamo avanti. Questa
  amichevole è una tappa di avvicinamento al
  nostro esordio ufficiale, quindi cercherò di
  mettere minutaggio nelle gambe dicer ti
  giocatori. Avremo anche delle assenze per
  lavoro come Ceroni e Noschese. Per giovedì
  ho fissato un incontro con la Juniores così chi
  avrà giocato meno potrà mettere altri minuti
  nelle gambe».
  Inattesa di trovare il bomber, la società ha
  tesserato la punta Arrondini(1999)dalla
  Juniores del Santarcangelo. La dirigenza sta
  provvedendo a mettere a norma il campo per
  la D, ma passeranno due o tre mesi prima di
  ricevere l' agibilità, così come stadio per
  giocare nel frattempo ha indicato negli
  incartamenti il Benelli di Ravenna.

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  D Stasera test col Russi

  Savignanese-Classe si gioca domenica
  IL CLASSE, matricola nel campionato di serie
  D, gioca stasera, alle 20, a Russi contro i
  falchetti di Promozione, l' ultimo test prima di
  cominciare la stagione. Il debutto in Coppa
  Italia avverrà domenica prossima, alle 16, a
  Martorano contro la Savignanese, altra
  matricola nel massimo campionato
  dilettantistico nazionale. Si tratta del turno
  preliminare di Coppa, e si giocherà in gara
  unica.
  Sarà un match di grande importanza perché la
  vincente, ospiterà poi il Cesena. La Lega
  dilettanti ha comunicato che, a breve, sarà
  ufficializzata la composizione dei gironi. Nel
  frattempo, il team del presidente Cavina ha
  tesserato l' attaccante Arrondini, classe '99 dal
  Santarcangelo.
  Il ds Guardigli cerca un portiere e una punta.

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  Basket Colpo di scena

  La Spem Ravenna riparte dalla Prima Divisione
  Ravenna CLAMOROSA rinuncia in
  Promozione. La Spem Ravenna non si
  iscriverà al campionato e nelle prossime
  settimane valuterà se ripartire dalla Prima
  Divisione: un vero colpo di scena per una
  società che lo scorso anno puntava al salto di
  categoria. La dirigenza sarebbe voluta ripartire
  con un gruppo di giovani prendendoli in
  prestito anche da altre società, ma quando si è
  accorta che il progetto non si sarebbe
  concretizzato, ha deciso di non iscriversi. Nel
  prossimo campionato di Promozione ci
  saranno dunque quattro ravennati: Russi,
  Faenza Basket Project, Massa Lombarda e la
  ripescata Fusignano. Negli ultimi giorni il
  Russi ha confermato le proprie ambizioni,
  tesserando Trerè, Basaglia e Montanari (già
  ufficializzati) e accordandosi con Vistoli, Morigi
  e Bigazzi, gruppo di giocatori che militava
  nella Spem e nel Selene Sant' Agata in D.

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  DA SETTEMBRE

  Accelera il Ddl sull' acqua pubblica
  «La proposta di legge è stata presentata alla
  Camera e abbiamo previsto di discuterla in
  commissione Ambiente già da settembre».
  Federica Daga del Movimento 5 Stelle parla
  così del Ddl che porta la sua firma e che, dal
  prossimo autunno, è destinato a subire una
  brusca accelerazione.
  Il testo «vuole raccogliere gli strumenti
  necessari per avviare un processo di ritorno a
  una gestione pubblica e partecipativa del
  Servizio idrico».
  Per Daga, infatti, «la privatizzazione ha
  dimostrato di avere fallito il suo mandato.
  Avrebbe dovuto portare maggiori investimenti
  e un servizio migliore ma non è andata così. Il
  nostro obiettivo è ridare ai Comuni e a l l a
  cittadinanza un ruolo centrale nella gestione di
  questa risorsa».
  Un' impostazione non condivisa da Utilitalia, l'
  associazione che riunisce le imprese di acqua,
  ambiente ed energia. Spiega il suo direttore
  generale, Giordano Colarullo: «La grande
  parte delle imprese che oggi gestiscono il
  servizio idrico è partecipata o controllata da
  soggetti pubblici. Il pubblico ha già oggi un
  ruolo fondamentale». Questo non toglie che ci
  possano essere correttivi: «Potremmo ragionare - conclude Colarullo - sul tema della governance, delle
  verifiche e dei controlli affidati al pubblico, ma non smontare l' attuale assetto della gestione».
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  Dalle autostrade alle Tlc: 35mila concessioni nel
  mirino del governo
  Il piano. Dopo il disastro di Genova parte una ricognizione che coinvolgerà tutti i settori
  Esecutivo pronto a valutare ogni soluzione: dalla messa in gara dopo la scadenza all'
  aggiornamento dei canoni e delle condizioni senza escludere il ritorno dello Stato

  «Incassare risorse e difendere gli interessi dei
  cittadini». Dal governo sintetizzano così l'
  obiettivo della revisione delle concessioni
  pubbliche avviata dopo il disastro di Genova.
  Un' impresa ambiziosa - quelle attive sono
  35mila, i soli contratti prossimi a scadenza
  valgono 1,4 miliardi di canoni annui - e nient'
  affatto nuova. Il Programma nazionale di
  riforma contenuto nel Def 2017 del governo
  Gentiloni lanciava la riforma delle concessioni
  proprio con il target di «valorizzare le entrate
  per la Finanza pubblica e la concorrenza». Ma
  il piano è rimasto lettera morta.
  Sopravvive la premessa, identica nonostante il
  cambio di maggioranza: la convinzione di un
  rapporto squilibrato tra i canoni e i profitti, a
  vantaggio dei privati. Il progetto dell' esecutivo
  Conte è alle battute iniziali: non ce n' è traccia
  nel contratto di governo, è andato prendendo
  forma dopo il crollo del ponte Morandi. Con
  una sorta di cabina di regìa a Palazzo Chigi, in
  prima linea i sottosegretari Giancarlo Giorgetti
  (Lega) e Stefano Buffagni (M5S), affiancati dai
  ministeri coinvolti, in primis Infrastrutture, Mise
  e Mef. Imprescindibile il confronto con regioni
  ed enti locali.
  Sulla scia del percorso già avviato su strade, dighe e impianti idroelettrici, si parte da una
  «ricognizione» delle concessioni in scadenza o scadute nei settori indicati da Giorgetti: acque minerali,
  "sorvegliate speciali", idrocarburi, frequenze per tv e telefonia. Nessun riferimento a spiagge né
  ambulanti, che insieme valgono 850 milioni (750 per i comuni) di quegli 1,4 miliardi. Non è un caso. Il
  governo ha deciso di accantonare i dossier, complice la storica sensibilità della Lega alle ragioni dei
  balneari e del M5S a quelle degli ambulanti, messe in pericolo dalla Bolkestein. Qui il contratto di
  governo è chiaro: «Ci impegneremo nel superamento degli effetti pregiudizievoli per gli interessi
  nazionali derivanti dalla direttiva Bolkestein».
  Sugli altri ambiti invece l' esecutivo vuole andare avanti. Finita la ricognizione, deciderà caso per caso:
  dall' aggiornamento di canoni e condizioni al non rinnovo a scadenza. Senza escludere il rientro del
  pubblico quando ci siano competenze e strutture. Vale per le dighe in Valtellina, indicate da Giorgetti,
  come per le autostrade. Sempre che le vedute di M5S e Lega coincidano. In linea teorica, allora, il
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  La trasparenza sulla convenzione con autostrade

  Sì agli omissis in chiaro, ma il Mit studia ancora il
  modo
  Sono in corso valutazioni tecniche, si attende il parere della Funzione pubblica

  La tragedia di Genova merita risposte precise
  sulle responsabilità del crollo che sarà la
  magistratura ad accertare. Il ponte Morandi sta
  però anche evidenziando aspetti critici del
  rapporto fra concessionario privato e
  amministrazione pubblica concedente. C' è un'
  area grigia di questo rapporto che di tanto in
  tanto torna alla ribalta e non riguarda solo il
  settore autostradale. Concessioni e in house
  restano in molti settori chiave, dai trasporti all'
  energia, dalle infrastrutture ai rifiuti all' acqua,
  regimi giuridici ed economici opachi in cui la
  concorrenza non entra, le gestioni di beni e
  servizi pubblici restano al riparo di qualunque
  valutazione sull' efficienza economica, il
  rapporto pubblico-privato è privo di regole
  certe e stabili, il tornaconto per i cittadini
  difficilmente misurabile. Nel 2006-2007 l' area
  grigia era la differenza fra investimenti
  programmati (per aumentare le tariffe) e
  investimenti realizzati: Antonio Di Pietro
  ottenne un atto aggiuntivo che modificò il
  metodo di aggiornamento                     tariffario
  concedendo gli aumenti solo a investimenti
  avviati. Gli investimenti della concessionaria
  crebbero molto, la zona grigia fu ridotta a
  beneficio di tutti, furono completate opere che andavano a rilento come la variante di valico. Oggi in
  quell' area grigia c' è la trasparenza degli atti che regolano il rapporto fra il concessionario e lo Stato,
  che negli ultimi mesi ha visto un passo avanti notevole con la pubblicazione sul sito del ministero delle
  Infrastrutture e dei trasporti, il 2 febbraio scorso, delle convenzioni fra lo Stato e le società
  concessionarie (è la prima volta che accade a venti anni dalla privatizzazione) ma con alcuni omissis
  che hanno attratto l' attenzione più delle notizie rivelate. Questi omissis riguardano il piano economico
  finanziario (Pef), alcuni aspetti del metodo tariffario, il cronoprogramma degli investimenti in opere e
  manutenzioni.
  Aspetti centrali nella valutazione della sana gestione autostradale e dell' effettivo perseguimento dell'
  interesse pubblico sotteso alla gestione concessoria.
  Ma anche aspetti delicati che riguardano il finanziamento degli investimenti, la remunerazione del
  capitale (Wacc), il terminal value, vale a dire il valore residuo alla scadenza della concessione.
  Sulla questione è intervenuta l' Anac di Raffaele Cantone che - inizialmente su sollecitazione del
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  L' ANALISI

  Tagliare non basta, per il Governo la vera sfida sarà
  riqualificare la spesa dello Stato
  Si parte dai tagli ai ministeri, per recuperare
  risorse in vista della manovra 2019. Dalla
  risposta che verrà dai singoli titolari dei
  dicasteri, si verificherà tra breve la fattibilità
  dell' ambizioso, quanto complesso programma
  di contenimento della spesa corrente indicato
  dal ministro dell' Economia, Giovanni Tria, lo
  scorso 3 luglio presso le commissioni Bilancio
  di Camera e Senato: mantenere fermo l'
  andamento nominale della spesa di parte
  corrente con riferimento al consuntivo 2018,
  per aprire spazi all' aumento della componente
  in conto capitale, in sostanza gli investimenti
  soprattutto in infrastrutture.
  Intendimento programmatico apprezzabile, e
  ora reso ancor più stringente dopo il
  drammatico crollo del ponte Morandi a
  Genova, ma alquanto complesso da
  realizzare. Con il blocco della spesa corrente
  si potrebbero conseguire risparmi per 50
  miliardi nel triennio, secondo i calcoli del
  ministero. Ma prima di tutto occorre stabilire
  dove e come intervenire. Del totale
  complessivo della spesa pubblica, pari a 839
  miliardi, 164 miliardi sono destinati ai redditi
  da lavoro dipendente, 140 miliardi ai consumi
  intermedi, 342 alle prestazioni sociali, con le pensioni che assorbono ben 264 miliardi.
  Spazi effettivi di intervento vi sono, ma occorre una precisa e ferma volontà politica nel perseguirli. Tria
  annuncia che ogni ministero «avrà obiettivi specifici», e che in ogni caso non vi saranno tagli su sanità,
  scuola e ricerca. Torna a riproporsi l' eterna e irrisolta questione della riqualificazione della spesa
  pubblica. Con l' aggiornamento del Documento di economia e finanza in arrivo per fine settembre il
  quadro si chiarirà. Si parte dal bilancio presentato dall' ultimo commissario alla spending review, Yoram
  Gutgeld: 29,9 miliardi di riduzione di capitoli di spesa tra il 2014 e il 2017, cui dovrebbero aggiungersi i
  2,5 miliardi previsti dalla manovra 2018 (con un intervento di 1 miliardo sui ministeri). Il problema è che
  quelle risorse sono state utilizzate per coprire altri interventi di spesa, con il risultato che nel saldo finale
  non si è assistito a una vera frenata. Ben 12,7 miliardi dei risparmi realizzati nel 2014-2017 sono andati
  a coprire maggiori prestazioni previdenziali e assistenziali. Si torna alla questione di partenza.
  Poiché l' azione di contenimento della spesa pubblica è operazione politica di prim' ordine, la domanda
  è se l' attuale governo, autodefinitosi del cambiamento, intenderà o meno assumersene l' onere (con
  relativi costi da pagare in termini di consenso almeno nell' immediato). Ridurre la spesa corrente per

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  CONTI PUBBLICI

  Manovra, caccia a 3-4 miliardi con tagli a ministeri e
  acquisti Pa
  A inizio settembre i ministri dovranno indicare a Tria i capitoli di spesa da ridurre. Verso
  la rimodulazione di vari fondi. Sotto la lente le uscite per gli acquisti Pa

  ROMA L' appuntamento è per i primi giorni di
  settembre. Tra un paio di settimane o poco più
  quasi tutti i ministri saranno costretti a scoprire
  le carte e a indicare al premier Giuseppe
  Conte e, soprattutto, al ministro dell'
  Economia, Giovanni Tria, oltre alle specifiche
  richieste di risorse le voci e i capitoli dei propri
  budget su cui far scattare la nuova fase di
  spending review facendo leva sia su veri e
  propri tagli sia su rimodulazione di fondi. I
  "compiti" sono stati assegnati ai responsabili
  dei dicasteri dallo stesso titolare del Mef prima
  della pausa estiva seguendo una procedura
  sostanzialmente obbligata anche alla luce
  della sfasatura della tabella di marcia fissata
  dalla riforma del bilancio dello Stato in vigore
  dallo scorso anno per rendere permanente e
  vincolante il processo di revisione della spesa.
  Cifre fin qui non ne sono state fatte.
  Ma secondo alcuni tecnici dell' esecutivo la
  nuova spending dovrà garantire alla prossima
  manovra almeno un quarto delle risorse che
  dovranno essere individuate autonomamente
  dal nuovo Governo (al momento, secondo le
  prime ipotesi, 12-13 miliardi da aggiungere a
  una fetta più o meno analoga sotto forma di
  flessibilità da ottenere dalla Ue rallentando il percorso di riduzione del deficit strutturale).
  Quindi, dalla revisione e dalla ricalibratura della spesa dovrebbero arrivare non meno di 3-4 miliardi, ai
  quali se ne dovrebbero aggiungere circa 3 in versione una tantum dalla pace fiscale e almeno 5 dalla
  potatura delle tax expenditures. Il tutto al netto dell' esito della partita con Bruxelles sui nuovo spazi di
  "extra-deficit" e in attesa di capire quanto peserà sulla prossima legge di bilancio la variabile "spread".
  La "dote-tagli" dovrebbe essere recuperata attraverso interventi su tutte le amministrazioni centrali, ma
  non sugli enti locali, e guardando con attenzione il perimetro di spesa degli acquisti Pa. In ogni caso
  Tria ha fatto chiaramente capire a più riprese che punta a ridurre il peso delle uscite correnti sul bilancio
  pubblico, escludendo però dalla nuova fase di spending review sanità, istruzione e ricerca.
  Resta da capire come sarà gestito il flusso di risorse necessarie per alimentare il piano di messa in
  sicurezza di infrastrutture, invasi e forse anche scuole, annunciato dal sottosegretario alla Presidenza
  del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, e di fatto confermato dal premier Conte. Tria considera prioritario un
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  coesione e strategia unica per tenere a bada lo
  spread
  Il ministro Paolo Savona (Il Sole 24Ore del 18
  agosto) ha annunciato l' intenzione del
  governo di "spingere" la crescita nel 2019 fino
  al 2%, da un tendenziale inferiore all' 1 per
  cento. Lo strumento utilizzato sarebbe la
  rinuncia al "consueto trattamento statico" dei
  parametri europei di finanza pubblica, "in linea
  con la più elementare teoria economica".
  Questa impostazione, e il relativo dibattito,
  meritano di essere illustrati con tre scenari in
  funzione delle politiche di bilancio c h e s i
  adotteranno.
  Ipotizzando l' inflazione costante all' 1,8%, nel
  primo scenario (S1) la politica di bilancio i n
  linea con gli anni passati riduce il rapporto
  deficit/Pil di circa 0,2% di Pil all' anno: l' effetto
  è una crescita costante pari all' 1% e una lenta
  d i s c e s a d e l d e b i t o pubblico e d e l l a
  disoccupazione.
  In S2 - che ricalca un' equilibrata proposta di
  La Malfa per una politica economica espansiva
  ma "senza fughe in avanti" (Corriere del 5
  agosto) - si introducono investimenti pubblici
  addizionali pari al 2% del Pil all' inizio del
  2019: il deficit sale al 4,1 per cento. Con quali
  effetti? Se gli spread restano invariati, data l'
  ampia disoccupazione di fattori produttivi (lavoratori, capannoni, capitali a basso costo) sarebbe lecito
  ipotizzare una forte reazione dell' economia; inoltre Savona ci ricorda che esistono "più moltiplicatori in
  funzione della spesa effettuata"; e che il governo selezionerà quelle con moltiplicatore elevato. Ma
  anche un' ipotesi prudente di moltiplicatore medio = 1 genera una crescita del 3,1%, e una forte caduta
  del debito/Pil; l' aumento del Pil è tale da sopravanzare quello del debito.
  Nel 2020, benché si ipotizzi il ritorno a una politica di bilancio neutra, l' extra gettito fiscale maturato nel
  2019 riporta il deficit al 3,3%. Inoltre, si ipotizza che la forte crescita del 2019, il successivo
  miglioramento del deficit, e la caduta della disoccupazione sotto il 9,5% generino un piccolo
  miglioramento (ipotesi minimalista) delle aspettative, dei consumi, e della crescita tendenziale da 1% a
  1,2%: e del deficit (da 3,3% a 3,2%). La discesa del debito rallenta (un effetto sottolineato da Cottarelli e
  Galli, Corsera 8 agosto), risultando nel 2022 più alto che in S1.
  Dal 2021, all' aumento progressivo dei consumi si sommano gli investimenti delle imprese private,
  sostenuti dal classico "effetto acceleratore", che alzerebbero la crescita (ipotesi prudente) all' 1,5% se
  non fosse per la politica di bilancio ora restrittiva che la riporta all' 1,2%, in cambio di riduzioni del deficit
  più rapide. Del deficit infatti c' è sempre meno bisogno: è la spesa privata ora, non magici effetti di
  offerta, a sostenere l' economia. In particolare, la disoccupazione bassa e calante rende meno
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  CASSAZIONE

  Controlli sugli orari anche senza Jobs act
  Consentito verificare le timbrature del lavoratore per contrastare un illecito

  Rispetta i limiti previsti dall' articolo 4 dello
  Statuto dei lavoratori (nella versione ante
  modifiche del Jobs act) il controllo effettuato a
  posteriori dal datore di lavoro sulle timbrature
  effettuate da un dipendente.
  La vicenda su cui si è espressa la Corte di
  cassazione con la sentenza 20879/2018
  d e p o s i t a t a i e r i r i g u a r d a u n dipendente
  pubblico che contemporaneamente risultava
  presente in più luoghi. In particolare, in più
  giornate risultava essere in missione fuori
  ufficio (con relativa indennità e anche
  compenso per le ore di straordinario) e al
  contempo svolgeva consulenza tecnica d'
  ufficio in tribunale o risultava presente presso il
  suo studio.
  Il datore di lavoro, per capire come fosse
  possibile l' ubiquità del dipendente, h a
  verificato che quest' ultimo nelle giornate di
  missione utilizzava un pass visitatori per
  entrare in ufficio, invece di quello personale.
  In merito alla possibilità di controllare le
  timbrature, la Cassazione ricorda che la
  rilevazione degli orari di entrata e uscita
  tramite badge «se non concordata con le
  rappresentanze sindacali, né autorizzata dall'
  Ispettorato del lavoro è illegittima ai sensi dell' articolo 4, comma 2, della legge 300 del 1970 se si
  risolve in un accertamento sul "quantum" dell' adempimento» (dopo il Jobs act non serve autorizzazione
  o accordo per i sistemi di registrazione degli accessi). La normativa consentiva i controlli difensivi
  "occulti" riguardanti comportamenti illeciti «diversi dal mero inadempimento della prestazione
  lavorativa».
  In questo caso, secondo la Cassazione, la verifica effettuata dal datore di lavoro è stata svolta non per
  controllare l' attività «più propriamente detta e il suo esatto adempimento, ma per completare le indagini
  relative ad attività illecite poste in essere da un "funzionario infedele"...si è trattato di un controllo ex
  post, di cui è stata indispensabile l' effettuazione per completare il quadro di tutte le condotte scorrette
  che sono state poste alla base del licenziamento».
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  La legge prevedeva che fosse nominato un ente regolatorio prima di cedere aziende
  monopoliste

  Autostrade controllava se stessa
  Prima dell' Enel ci fu Arera e prima di Telecom, l' Agcom

  Il tragico evento di Genova ha fatto sorgere
  urgenti domande sulla qualità e l' efficacia dell'
  intervento pubblico nel settore delle autostrade
  in concessione.
  Che cosa ha fatto il ministero dei Trasporti e il
  concedente Anas per controllare l' operato del
  concessionario Autostrade per l' Italia sia dal
  punto di vista dell' esercizio delle tratte
  assegnate che degli interventi manutentivi,
  ordinari e straordinari? E le tariffe di pedaggio
  che sono state autorizzate nel tempo erano
  giustificate dai costi di esercizio a carico dell'
  operatore e dagli investimenti promessi negli
  accordi di concessione?
  Sono domande alle quali non si può dare una
  risposta precisa per carenza delle necessarie
  informazioni, che non sono pubbliche, ma si
  intuisce che essa sia tendenzialmente
  negativa e con grande probabilità anche molto
  negativa.
  Dopo la privatizzazione del 1999 sembra infatti
  che il settore pubblico abbia volutamente
  minimizzato il suo ruolo nel               settore
  autostradale quasi nell' intento di non arrecare
  disturbo al soggetto regolato. Questo vale
  tanto per la regolazione tecnica quanto per
  quella economica.
  Riguardo ai controlli tecnici alcuni giorni fa il
  Secolo XIX ha scritto che il concessionario se li faceva da soli: «Autostrade è, di fatto, l' unico controllore
  di se stesso, esegue con personale proprio ispezioni e autocertificazioni, oppure le affida a consulenti
  pagati dalla medesima società.
  Nessun ente pubblico compie screening autonomi, perversione d' una norma le cui conseguenze
  possono essere catastrofiche".
  Al riguardo sconcerta l' assenza, non è che chiaro se per mancanza di obbligo legale o per mancanza
  del suo rispetto, di un monitoraggio pubblico indipendente da quello del titolare della concessione.
  Si tratta di una situazione che poteva forse essere giustificata quando la società Autostrade era
  pubblica, appartenendo all' Iri, e in conseguenza poteva risultare un' inutile duplicazione che la mano
  pubblica sinistra del concedente Anas verificasse i controlli della mano pubblica destra del
  concessionario Autostrade, trattandosi di due mani dello stesso corpo pubblico. Ai tempi bastava la
  seconda, ma dopo la privatizzazione era invece indispensabile la prima. Anche in questo caso sembra
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  Anche perché i controllati hanno spesso dalla loro parte delle leggi che sono al loro servizio

  Controllori che non controllano
  La manutenzione si può anche fare senza ricorrere agli appalti

  Il crollo del ponte di Genova non è solo una
  tragedia.
  Non è nemmeno (solo) una questione giuridica
  di responsabilità e risarcimenti. E infine non è
  (solo) un problema logistico ed economico.
  Cosa hanno fatto invece i nostri reggitori in
  contemporanea con il crollo del ponte
  (nemmeno un giorno di riflessione)? Hanno
  urlato alla nazionalizzazione.
  Hanno sfruttato un dramma nazionale. Che
  senso ha sostituire imprenditori (per loro
  natura interessati al personale profitto, ma che
  si possono controllare) con satrapi di Stato, in
  genere nominati per «meriti» politici piuttosto
  che per esperienza e competenza?
  Avrebbero dovuto invece chiedersi se simile
  opzione era fattibile; e poi se era utile.
  Cominciamo dall' urlo di guerra dei
  grilloleghisti: revoca immediata della
  concessione.
  Qualcuno gli avrà certamente spiegato che
  non si può revocare immediatamente proprio
  niente. Che è assolutamente impossibile
  creare un esercito di manutentori che, dall'
  oggi al domani, sia in grado di prendersi cura
  di 3-4 mila km di autostrade e di un numero
  imprecisato di ponti, viadotti e gallerie. Che il
  costo di una simile operazione farebbe
  impallidire quello del reddito di cittadinanza e della flat tax.
  Che, infine, la revoca della concessione non deve avere natura di sanzione (a quello ci penserà la
  magistratura, naturalmente nei dieci anni che saranno necessari per via delle illuminate leggi
  processuali volute, certo in passato, da un esercito di illusi, competenti o incompetenti); ma deve
  (dovrebbe) rispondere a esigenze di razionalità ed efficienza. Io credo di sì, che glielo abbiano
  spiegato. E credo anche che, come per tutto il resto, ai grilloleghisti, i grilli saggi gli diano fastidio e che
  sia andata ancora bene che non li abbiano spiaccicati sul muro.
  Allora il problema diventa: meglio il pubblico o il privato? Privato significa profitto.
  Che, quando lo si ricava da un bene di interesse pubblico, è una cosa pericolosa: si tende a
  comprimente il secondo nell' interesse del primo. Restando in tema di concessioni di autostrade, il
  privato ha interesse a dimostrare che i profitti sono scarsi; in tal modo potrà richiedere aumenti tariffari
  che gli saranno concessi facilmente: un po' perché, se non guadagna, è giusto darglieli; e un po' perché
  le autostrade generano una tale massa di soldi liquidi (i pedaggi) e di opportunità politiche (pensate
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  Il cda ha preso atto delle contestazioni del ministero sul crollo del ponte a Genova

  Autostrade prepara la replica
  E costruirà una nuova struttura in acciaio in otto mesi

  Il cda di Autostrade per l' Italia ha preso atto
  della lettera di contestazioni ricevuta dal
  ministero delle infrastrutture e dei trasporti,
  relativa al crollo del ponte di Genova, e verrà
  riconvocato in tempo utile per fornire e
  deliberare un adeguato riscontro alle stesse: lo
  ha reso noto la società guidata dall' a.d.
  Giovanni Castellucci.
  Il board, convocato in seduta straordinaria
  (oggi sarà la volta di quello della controllante
  Atlantia), ha osservato un minuto di silenzio in
  ricordo delle 42 vittime e ha espresso «sentito
  cordoglio e vicinanza» alle famiglie coinvolte,
  alle istituzioni e alla comunità del capoluogo
  ligure.
  Castellucci ha informato il consiglio sul piano
  di supporto approntato dopo la sciagura.
  È stata condivisa una prima lista di iniziative,
  per una stima preliminare di 500 milioni di
  euro, finanziati con mezzi propri, già
  annunciata nella conferenza stampa tenuta
  sabato scorso. È stato assicurato immediato
  supporto alle famiglie colpite dalla tragedia.
  Autostrade ha risposto all' appello lanciato
  sulla piattaforma social Change.
  org, istituendo un fondo per soddisfare le
  prime esigenze delle famiglie e i bisogni degli
  sfollati. La società ha proposto, inoltre, al
  comune di Genova di creare un fondo sociale di alcuni milioni di euro da destinare in aiuto alle famiglie
  delle vittime.
  Quanto alla ricostruzione dell' infrastruttura, Autostrade sta proseguendo le attività di progettazione per
  riattivare il ponte Morandi.
  Il progetto, per il quale si sta coordinando un gruppo di imprese, esecutori e progettisti anche di livello
  internazionale, prevede la demolizione delle attuali strutture e la ricostruzione del ponte in acciaio
  secondo le più moderne tecnologie oggi disponibili in un periodo stimato di otto mesi, a decorrere dall'
  ottenimento delle necessarie autorizzazioni.
  Per quanto riguarda la viabilità, la società ha studiato assieme al comune alcuni interventi urgenti: in
  particolare, un asse viario sul lato destro del torrente Polcevera, una rotonda per facilitare l' ingresso al
  porto, la messa in sicurezza di un viadotto di proprietà demaniale di accesso al casello di Genova
  aeroporto e un percorso riservato ai mezzi pesanti sulle aree Ilva. Infine, il pagamento del pedaggio
  lungo la rete genovese dell' autostrada A10 è stato sospeso con effetto retroattivo a partire dal 14
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  SENTENZA DELLA CTP DI SONDRIO

  Imu soft ma con la residenza
  Le agevolazioni per l' Imu s p e t t a n o a
  condizione che nell' abitazione principale il
  contribuente abbia, oltre alla dimora abituale,
  anche la residenza anagrafica. Sono le
  motivazioni che si leggono nella sentenza n.
  76/2018 emessa dalla sezione seconda della
  Commissione tributaria provinciale di Sondrio
  depositata in segreteria il 26 giugno scorso. La
  vicenda riguarda degli avvisi di accertamento
  Imu per gli anni dal 2012 al 2015 notificati al
  contribuente; il Comune, in assenza di
  residenza anagrafica, non aveva ritenuto
  spettanti le agevolazioni Imu richieste dallo
  stesso contribuente e aveva notificato la
  maggior pretesa.
  Opponendo gli accertamenti, il ricorrente
  assumeva di aver dimostrato la residenza «di
  fatto» nell' immobile, condizione che lo poneva
  tra gli aventi diritto alle agevolazioni delle
  imposte locali al pari dei residenti iscritti all'
  anagrafe dei residenti. La Commissione
  provinciale di Sondrio ha rigettato il ricorso e
  confermato la debenza dell' imposta. I giudici
  provinciali osservano come, ai fini dell'
  applicazione dell' Imu, il concetto di abitazione
  principale sia inserito nell' articolo 13, comma
  2, del decreto legge n. 201/2011 (decreto
  Monti) il quale dispone che «per abitazione
  principale si intende l' immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità
  immobiliare, nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono
  anagraficamente». Quindi affinché un immobile possa essere considerato abitazione principale, sono
  necessarie tre condizioni: I) il possesso/proprietà o altro titolo reale quale ad esempio l' usufrutto o il
  diritto di abitazione; II) la residenza anagrafica; III) la dimora abituale intesa come elemento che sussiste
  continuativamente nel tempo. Ne deriva che, l' elemento di novità, rispetto al passato, è che il concetto
  di «abitazione principale» sia legato all' ulteriore requisito (oltre a quello della dimora abituale)
  rappresentato dalla residenza anagrafica. Il collegio aggiunge che in effetti, la congiunzione «e» della
  parte finale dell' articolo 13, comma 2 del dl n.201/2011 () nel quale il possessore e il suo nucleo
  familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente (...) non lascia spazio a una
  interpretazione letterale diversa da quella che, secondo la norma, i requisiti della dimora abituale e della
  residenza anagrafica non siano tra di loro alternativi, ma debbano sussistere entrambi. Rigettando il
  ricorso, la Ctp ha compensato tra le parti le spese di lite.

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  Non profit e Codice appalti, parola all' Anac
  Non rientrano nell' ambito di applicazione del
  Codice appalti le procedure di affidamento di
  servizi sociali prive di carattere selettivo,
  oppure volte ad affidare un servizio che sarà
  svolto dall' affidatario in forma integralmente
  gratuita. Viceversa, e procedure di affidamento
  dei servizi sociali contemplate nel Codice del
  terzo settore saranno soggette al Codice dei
  contratti pubblici, al fine di tutelare la
  concorrenza anche fra enti del terzo settore,
  quando il servizio sarà svolto dall' affidatario in
  forma onerosa. E in tale fattispecie rientra
  anche la mera corresponsione di rimborsi
  spese forfettari. In questi casi le
  amministrazioni, devono motivare il ricorso a
  tali modalità di affidamento, che, «in quanto
  strutturalmente riservate ad enti non profit, de
  facto privano le imprese profit della possibilità
  di rendersi affidatarie del servizio».
  Lo ha chiarito il Consiglio di stato nel parere n.
  2052/2018 reso dalla Commissione speciale di
  palazzo Spada lo scorso 26 luglio ma
  depositato il 20 agosto. A interpellare i giudici
  di palazzo Spada è stata l' Anac che ha
  chiesto chiarimenti sulla normativa applicabile
  agli affidamenti di servizi sociali alla luce del
  combinato disposto del Codice appalti (dlgs
  n.50/2016) e del Codice del terzo settore (dlgs
  n.117/2017).
  Il Consiglio di stato è intervenuto a dettare chiarimenti anche su quella che costituisce la più
  problematica modalità di gestione dei rapporti tra amministrazioni pubbliche ed enti del terzo settore, e
  cioè sulle convenzioni di cui all' art. 56 del dlgs. n. 117 del 2017.
  In particolare, a suscitare maggiori problemi interpretativi è il terzo comma dell' art. 56, secondo cui «l'
  individuazione delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale con cui
  stipulare la convenzione è fatta nel rispetto dei principi di imparzialità, pubblicità, trasparenza,
  partecipazione e parità di trattamento, mediante procedure comparative riservate alle medesime». Il
  problema, osserva palazzo Spada, è che sono enunciati principi essenzialmente riconducibili nell'
  ambito dell' imparzialità e della trasparenza e «costituenti il contenuto imprescindibile di ogni
  procedimento di valutazione comparativa, o ad evidenza pubblica in senso ampio». Tuttavia, osservano
  i giudici, il procedimento volto alla scelta dell' organizzazione di volontariato o dell' associazione di
  promozione sociale per la stipula di una convenzione non è permeato dal principio di concorrenzialità,
  ma solamente da quello di parità di trattamento. Il Consiglio di stato suggerisce, qualora le circostanze
  evidenzino che il ricorso alla convenzione realizza un comportamento vietato in quanto distorsivo del
  confronto competitivo tra operatori economici, di rimettere alla valutazione dell' Anac la decisone di
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  Per i governatori il tributo è in linea con il diritto Ue

  Le regioni difendono l' imposta sulla benzina
  Regioni a difesa dell' imposta regionale sulla
  benzina per autotrazione.
  Secondo la tesi dei governatori, il tributo, finito
  nel mirino Commissione europea, non
  necessiterebbe di «finalità specifica» e
  sarebbe quindi in linea con il diritto
  comunitario. Come anticipato da ItaliaOggi del
  19/7/2018, Bruxelles ha inviato all' Italia una
  lettera di messa in mora che ingiunge di
  cancellare l' Irba (al momento applicata solo in
  Piemonte, Liguria, Marche, Lazio e Puglia), in
  quanto essa «non persegue scopi specifici,
  ma punta solo a obiettivi di bilancio, cosa
  contraria al diritto dell' Unione». In pratica, la
  tesi è che si voglia fare solo cassa e non
  perseguire finalità di politica fiscale.
  L' Irba è disciplinata dall' art. 17 del dlgs
  398/1990, in base al quale le regioni a statuto
  ordinario hanno facoltà' di istituirla con proprie
  leggi in misura non eccedente la quota di 30
  lire al litro (circa 2 centesimi di euro).
  Essa si applica sulla benzina per autotrazione
  erogata dagli impianti di distribuzione ubicati
  nel territorio regionale, ivi compresi quelli
  destinati ad uso privato ed è dovuta dal
  concessionario o titolare dell' autorizzazione
  dell' impianto o, per loro delega, dalla società
  petrolifera che sia unica fornitrice del
  medesimo.
  L' ultimatum della Commissione rappresenta la prima tappa della procedura d' infrazione che, nel suo
  ultimo stadio, potrebbe portare il Paese davanti alla Corte di giustizia. Tale presa di pozione si basa sul
  disposto dell' art. 1, paragrafo 2, della direttiva 2008/118/CE, che richiede la "finalità specifica" come
  conditio sine qua non per l' applicazione di altre imposte indirette gravanti su prodotti già colpiti da
  accisa, oltre che un nesso diretto tra l' uso del gettito derivante dall' imposta e la predetta finalità
  specifica.
  Il fulcro della questione ruota proprio intorno alla obbligatorietà o meno di tale requisito, ma, alla luce dei
  numerosi pronunciamenti dei giudici comunitari su cosa si debba intendere per finalità specifica. i
  tecnici regionali ritengono sostenibile la tesi di considerare l' Irba come un' accisa armonizzata per la cui
  applicazione essa non sarebbe necessaria.
  Il Governo ha ancora un mese di tempo per rispondere e nel frattempo valutare il da farsi.
  La questione, è delicata, in quanto tocca il tema, caro alla Lega, del federalismo fiscale: è evidente,
  infatti, che sopprimere l' Irba assesterebbe un nuovo colpo alla già precaria autonomia impositiva degli

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  Per la Cassazione la reiterata violazione del divieto di cumulo giustifica la sanzione

  Statali, niente doppi incarichi
  Licenziamento legittimo anche in caso di inerzia del datore

  Il licenziamento del dipendente pubblico per
  violazione del divieto di cumulo degli incarichi
  è legittimo anche in caso di inerzia da parte
  del datore di lavoro nel reprimere il
  comportamento contrario ai doveri di ufficio.
  Semaforo verde, dunque, al licenziamento del
  dirigente medico che aveva svolto, senza la
  preventiva autorizzazione del datore di lavoro,
  l' incarico di medico penitenziario per due
  anni, percependo compensi annuali superiori a
  100 mila euro.
  Lo ha deciso la sezione lavoro della Corte di
  cassazione nella sentenza n.20880/2018
  depositata ieri.
  Gli Ermellini hanno rigettato il ricorso del
  medico sanzionato confermando la sentenza
  con cui la Corte d' appello di Firenze aveva a
  sua volta ritenuto legittima la decisione di
  primo grado sul licenziamento. I giudici di
  primo grado avevano infatti ritenuto l'
  allontanamento dai ruoli della p.a. per cumulo
  degli incarichi una sanzione «proporzionata all'
  addebito contestato» nonostante essa non sia
  espressamente prevista nell' elencazione dell'
  art.55 quater del dlgs 165/2001 (Testo unico
  sul pubblico impiego).
  Infatti, hanno chiarito gli Ermellini, «le
  fattispecie tipizzate dell' art.55 quater non
  costituiscono un numero chiuso, in quanto lo stesso legislatore ha mantenuto ferma la disciplina in tema
  di licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo e ha fatto salve le ulteriori ipotesi previste dai
  contratti collettivi». La Cassazione ha smontato tutti i motivi di ricorso sollevati dal medico, a cominciare
  da quello basato sulla presunta falsa applicazione dell' art.2 legge n.740/1970.
  Tale norma afferma che le prestazioni dei medici incaricati presso gli istituti di prevenzione e pena non
  integrano un rapporto di pubblico impiego, bensì una prestazione d' opera professionale «caratterizzata
  dagli elementi tipici della parasubordinazione». La Corte ha riconosciuto che la disposizione esclude l'
  obbligo di esclusività («anche al fine di estendere la platea dei possibili aspiranti all' incarico, in
  considerazione della peculiare natura dello stesso»). Ma da ciò, puntualizza il collegio presieduto dal
  giudice Antonio Manna, «non si possono trarre le conseguenze pretese dal ricorrente perché la norma
  non incide sulla disciplina di rapporti diversi da quello al quale si riferisce e, pertanto, non conferisce al
  medico incaricato il diritto a cumulare l' incarico con qualsiasi altra attività, prescindendo dai requisiti
  che per quest' ultima il legislatore richiede». «Il distinto rapporto che viene in rilievo», ha proseguito la
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  Il sindaco irpino invia una lettera con la richiesta agli ordini professionali

  Controlli un ponte? Ad Avellino niente compenso
  Far parte di una commissione dedicata al
  controllo tecnico dell' efficienza di un ponte
  senza veder prevista nessuna forma di
  compenso. Assumersi le responsabilità ed
  eseguire attività tecniche gratuitamente. È
  quanto richiesto dal sindaco d i A v e l l i n o
  Vincenzo Ciampi per la supervisione dello
  storico «Ponte della ferriera». Il primo cittadino
  irpino ha, infatti, inviato una lettera all' Ordine
  degli ingegneri, degli architetti e dei geologi di
  Avellino, nonché ai vigili del fuoco e alla
  soprintendenza archeologia, belle arti e
  paesaggio, chiedendo ai suddetti organismi di
  mettere a disposizione un tecnico
  gratuitamente.
  «Questa amministrazione, in qualità di ente
  proprietario, intende procedere al controllo
  tecnico dell' efficienza dello storico «Ponte
  della Ferriera. Constatata l' importanza dell'
  opera», si legge nella lettera inviata dal
  sindaco, « s i c h i e d e , n e l l o s p i r i t o d i
  collaborazione che da sempre
  contraddistingue codesti enti, di voler indicare
  un proprio tecnico, che abbia maturato
  esperienza nel settore, disponibile a far parte,
  a titolo gratuito, della commissione che avrà il
  compito di verificare l' efficienza dello storico
  Ponte della Ferriera. Nel ringraziare
  anticipatamente si resta in attesa di ricevere in tempi brevi i nominativi dei tecnici prescelti».
  La lettera ha provocato una serie di reazioni indignate da parte delle varie categorie. Sui social è stato
  lanciato l' allarme dell' assunzione delle responsabilità che investono un professionista tecnico nell'
  espletamento di un controllo di efficienza di un' infrastruttura.
  Secondo Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri e portavoce della
  Rete delle professioni tecniche, «per noi è importante il controllo delle infrastrutture, ma il modo in
  questo caso non è corretto. La volontà da parte nostra c' è, ma ci vuole accortezza da parte delle
  istituzioni. Diventa antipatico dire di no, specialmente in un periodo come questo, ma in questo modo si
  finisce per snaturare il rapporto tra enti e professionisti.
  Ci dovremmo assumere delle responsabilità importanti senza che sia previsto un compenso per
  questo». Un altro aspetto non secondario sollevato dal presidente Zambrano riguarda l' assicurazione
  professionale: la copertura assicurativa, infatti, copre solo le attività remunerate. In questo caso, quindi,
  non si avrebbe neanche l' assicurazione.
  «È evidente che, comunque vada, bisogna stabilire dei precisi criteri di selezione dei professionisti»,

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