BARILLA PER LA PRIMA VOLTA A GUSTUS 2017 PRODOTTI, NOVITà E SOLUZIONI PER I CONSUMI FUORI CASA - Gustus Napoli
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storia di copertina BARILLA PER LA PRIMA VOLTA A GUSTUS 2017 PRODOTTI, NOVITà E SOLUZIONI PER I CONSUMI FUORI CASA GUSTUS Quarta edizione del salone I PROFESSIONISTI DELLO ShAkER La moda della mixology GIAPPONESE ChE PASSIONE Trand Sushi IL PANETTONE DEL SOLE Pasticceria campana IL SIGNORE DELL’IMPASTO Intervista a Ciro Salvo special price € 2.00 NUMERO 1 NOVEMBRE 2017 www.gustusnapoli.com T R I M E S T R A L E D I A G R O A L I M E N TA R E E D E N O G A S T R O N O M I A . E D I T O R E : P R O G E C TA S R L
03-05 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:44 Pagina 3 editoriale Diego Lama FOOD: UN GRANDE MOTORE SOCIALE Dopo il fascicolo 0, pubblicato a luglio 2017, eccoci giunti al primo vero numero della rivista Gustus che esce in concomitanza con l’omonima fiera professionale allestita in questi giorni presso la Mostra d’Oltremare di Napoli. Gustus è l’unica grande manifestazione dedicata all’agroalimentare e all’enogastronomia presente nel Mezzogiorno d’Italia. Nelle scorse edizioni sono giunti a Napoli – in 6.000 mq di esposizione – 8.000 visitatori professionali, 120 espositori, 40 buyers internazionali da tutto il mondo. Un evento così interessante merita dunque una rivista che possa approfondire le tematiche relative al cibo seguendo altri percorsi e altre contaminazioni culturali: una sorta di controcanto alla fiera. Ha ragione Santa di Salvo quando scrive nell’ultimo articolo di questo numero: ci sediamo a tavola per la cena del sabato e parliamo sempre e solo di cibo... È proprio vero: ci piace parlare di cibo, oltre che mangiare. Forse troppo. Il mondo della cucina – del food, come si usa dire oggi – popola le nostre conversazioni, la nostra vita sociale, e anche i nostri pensieri. Ne discutiamo come piacere, sia dal punto di vista dell’alimentazione, delle diete, della salute, del benessere, ma anche perché la cucina è – lo è sempre stato – uno straordinario motore di socializzazione, forse oggi più che in passato. Siamo sempre più attratti dalle classifiche: in questo numero ne troverete alcune molto interessanti di Antonio Fiore e Michela Guadagno, rispettivamente sui ristoranti e sui vini. Non sono vere e proprie graduatorie, ma appunti da intenditori. Da non perdere. Potrete anche leggere un articolo divertente sul rapporto tra rock e cibo, di Ludovico Bova, o un saggio istruttivo sulla competizione tra vino italiano e vino francese nella storia, di Michele Scognamiglio. Avrete la possibilità di seguire due interessanti interviste a Ciro Salvo e Carlo Olivari, personaggi molto diversi però entrambi accomunati da un’identica passione, o quasi. E poi – sotto Natale – non potevamo farvi mancare il panettoni, con l’articolo di Donatella Bernabò Silorata. In questo numero troverete anche notizie sui cocktail partenopei, sul sushi, sulle sfogliatelle e tanti focus e altre news. Insomma, anche noi di Gustus non riusciamo a non parlare – a non scrivere – di cibo. Forse perché siamo tutti costantemente a dieta. GustusMagazine 3
03-05 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:44 Pagina 5 SOMMARIO 3 Editoriale di Diego Lama 6 Intervista a Franco Alfieri di Carlo Scatozza 8 Agroalimentare di Basilicata 12 Storia di copertina: Barilla 14 I professionisti dello shaker di Marina Salerno 18 Giapponese che passione di Mario Cosentino 24 Focus Sushi 26 Panettone del sole di Donatella Bernabò Silorata 30 Architettura del palato di Diego Lama 34 Perbacco di Michele Scognamiglio Trimestrale di agroalimentare ed enogastronomia 36 La sfogliatella tra innovazione e fedeltà di Sebastiano Gaeta Numero 1 • novembre 2017 Registrazione presso il Tribunale di Napoli 40 Intervista a Ciro Salvo di Francesca Giorgio autorizzazione n° 27 del 20/07/2017 Editore: Progecta srl 44 Focus Maiale Direzione, redazione e amministrazione Via Vannella Gaetani, 15 - 80121 Napoli tel. +39 081 7640032 46 Oltre la tradizione di Tullia De Simone fax +39 081 2451769 gustus@progecta.org 48 Vino di Ponza di Michela Guadagno Direttore responsabile: Diego Lama 50 News lamadiego@libero.it Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: 52 I magnifici sette (enoteche) di Michela Guadagno Donatella Bernabò Silorata, Ludovico Bova, Santa Di Salvo, 54 I magnifici sette (ristoranti) di Antonio Fiore Antonio Fiore, Michela Guadagno, Michele Scognamiglio e altri autori Progetto editoriale e redazione 56 Rock&Food di Ludovico Bova grafica Progecta srl: Giuliana Gargano - gargano@progecta.org Simona Postelli - postelli@progecta.org 58 Il cibo petulante di Santa di Salvo Stampa: Grafica Metelliana s.p.a. 84085 Mercato San Severino (SA) Via Sibelluccia, area PIP info@graficametelliana.com www.graficametelliana.com Pubblicità Progecta srl: Giuliana Gargano - gargano@progecta.org edizioni GustusMagazine 5
06-07 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:46 Pagina 6 territorio AGROALIMENTARE, PUNTIAMO Intervista a Franco Alfieri, capo della segreteria del Presidente della Regione Campania Avv. Alfieri, la Campania la seconda regione italiana mesi scorsi abbiamo approvato che arriva a Gustus 2017 per numero di imprese il calendario delle fiere è una terra che si è lasciata agroalimentari guidate da under agroalimentari cui il sistema- definitivamente alle spalle 35, cioè giovani, un numero che Campania prenderà parte la crisi di immagine legata nel giugno 2016 è cresciuto di nel biennio 2018-2019. alla “Terra dei Fuochi”. 8,6 punti percentuale rispetto Questo piano, che si pone Dalla grande iniziativa di rilancio allo stesso mese del 2015. in continuità con quello in vigore fatta dal Presidente De Luca per quest’anno e dialoga ad Expo 2015 ne è stata fatta Quali sono le principali con il calendario fieristico di strada. Tracciamo un bilancio iniziative che l’Amministrazione in ambito turistico, prevede per l’agroalimentare campano regionale pone in essere la presenza della Regione in questi due anni? per rendere più moderno e delle imprese e consorzi, Grazie alle importanti azioni e competitivo il comparto selezionati con manifestazione messe in campo in questi ultimi agroalimentare? d’interesse, alle principali fiere anni, su impulso del Presidente Ad inizio anno, nell’ambito del che si svolgono in Europa, De Luca, tra cui il sistema PSR, abbiamo aperto il bando ma con una valenza di certificazione QR-CODE, che finanzia gli investimenti spiccatamente internazionale possiamo affermare che oggi nell’agroalimentare, il primo e rivolte prevalentemente la Campania è la prima regione che questa Amministrazione agli operatori del settore. d’Italia sia per controlli ha dedicato alle imprese Per promuovere le nostre sulle produzioni alimentari sia del comparto. In corso d’opera, eccellenti produzioni vitivinicole, per monitoraggio dell’ambiente. abbiamo portato la dotazione che, per il loro forte legame Il 99% del territorio campano finanziaria dagli iniziali 35 milioni con il territorio, sono tra le più è sano e adeguatamente agli attuali 45 milioni di euro per efficaci ambasciatrici del made tutelato e ai consumatori poter soddisfare il maggior in Campania, saremo presenti, garantiamo produzioni numero possibile di beneficiari. come già fatto negli ultimi anni, tracciabili, sicure e salubri. Sul fronte della valorizzazione e a due appuntamenti Il bilancio è più che positivo: promozione, il nostro obiettivo fondamentali come il Vinitaly il fatturato globale del nostro prioritario è rafforzare il di Verona e il Prowein agroalimentare si attesta su 8 posizionamento delle imprese di Düsseldorf. miliardi di euro di cui 2,5 sono agroalimentari, soprattutto in Infine, nel calendario abbiamo realizzati grazie alle esportazioni forma associata, sul mercato inserito anche alcune fiere sui mercati esteri, garantendo, nazionale e internazionale, in che si svolgono in mercati in tal modo, più di un quarto primo luogo in Europa dove si extra-europei di primaria dell’intero export campano. concentrano principalmente le importanza, dove torniamo Altro dato che corre l’obbligo esportazioni delle nostre dopo alcuni anni di evidenziare è che siamo imprese del food. A tal fine, nei di immotivata assenza. 6 Gustus Magazine
06-07 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:46 Pagina 7 AMO SU ECCELLENZE E GIOVANI Si registra una maggiore attenzione all’agricoltura, soprattutto tra le nuove generazioni. In che modo favorite il ricambio generazionale nel settore primario? Sono sempre più numerosi i giovani che decidono di entrare nel settore primario, le cui straordinarie produzioni rappresentano i pilastri della Dieta Mediterranea e con un potenziale di crescita enorme, Il Presidente della Regione in grado di dare un forte Campania Vincenzo De Luca contributo alla crescita del PIL e il Capo della Segreteria Franco Alfieri regionale. Il nostro obiettivo è fare dell’agricoltura/agroalimentare il motore dello sviluppo economico della Campania In pratica, i giovani, presentando L’agroalimentare, nonostante e siamo fermamente convinti un’unica domanda di sostegno, rappresenti un settore trainante che una presenza più incisiva possono richiedere dell’economia campana e direi dei giovani, con nuove energie contestualmente, a differenza identificativo dei nostri territori e competenze, e più propensi del passato, sia il premio e delle economie che in maniera all’innovazione e alle TIC, per il primo insediamento eccellente esprimono, sconta importanti per un’agricoltura previsto dalla tipologia 6.1.1 la mancanza di un polo fieristico competitiva e di qualità, sia sia il sostegno finanziario, regionale dedicato al comparto, fondamentale per centrare contemplato dalla 4.1.2, in grado non solo di promuovere l’obiettivo. Proprio per per realizzare investimenti le nostre aziende ma anche imprimere una forte spinta nelle nuove aziende agricole. di catalizzare l’attenzione al processo di rinnovamento, Approfitto per ricordare delle altre imprese nazionali favorendo l’ingresso di giovani che il termine ultimo per la ed estere, soprattutto dei buyer neo-imprenditori e creando presentazione delle istanze è internazionali. Ben vengano, le condizioni per garantire fissato per il 28 febbraio 2018. dunque, saloni professionali la redditività e la permanenza come Gustus, che speriamo, nel comparto delle aziende La sfida di Gustus è anche negli anni a venire, possa al primo insediamento, la sfida di un Sud che, anche diventare sempre più solido nelle scorse settimane abbiamo nel sistema fieristico, non vuole e con un crescente appeal varato, nell’ambito del PSR, essere secondo alle realtà nei confronti dei più importanti il bando di attuazione del del Nord. Come valuta questa buyer esteri del comparto. “Progetto Integrato Giovani”, opportunità per la Campania del valore di 140 milioni di euro. dell’agroalimentare? di Carlo Scatozza Gustus Magazine 7
08-11 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:48 Pagina 8 territorio AGROALIMENTARE DI BASILICAT Intervista a Luca Braia, Assessore alle Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata La Basilicata Arriva a Gustus registra, per Svimez, un +12% Quali sono le principali con dati del sistema nel 2015/2016, collocandoci iniziative che la Regione dell’agroalimentare più che come quarta regione in Italia tre Basilicata pone in essere positivi relativi agli ultimi due volte sopra la media nazionale, per rendere più moderno anni e che rappresentano anche anche grazie alle politiche e competitivo il comparto per una regione piccola la di incentivo per i giovani, agroalimentare? possibilità concreta di generare nonostante la congiuntura Giovani e impresa, ricerca economia e sviluppo. Ritengo negativa che sta caratterizzato ed innovazione, formazione sempre più che il futuro della il settore agricolo. Orogel e tecnologia, trasformazione Basilicata sia legato annuncia investimenti per 18 e commercializzazione, principalmente ai comparti come milioni di euro per i magazzini di organizzazione e filiere, agricoltura, ambiente e turismo, Policoro. Il piano di investimento sono binomi che devono decisivi per rilanciare del progetto Ferrero vede la necessariamente caratterizzare definitivamente la nostra regione Basilicata interessata da uno il presente ed il futuro dal punto di vista economico ed sviluppo di 6000 Ha per la di un comparto importante occupazionale. In questa coltivazione del nocciolo oltre su cui come Regione Basilicata direzione stiamo dirigendo che investimenti che superano i abbiamo voluto scommettere e l’azione politica producendo il 50 milioni di euro per una nuova che però deve recuperare valore massimo sforzo possibile. linea di merendine. Barilla da 30 alle proprie produzioni di Abbiamo messo in campo, anni contribuisce allo sviluppo eccellente qualità, migliorando nonostante le difficoltà di economico della nostra regione, efficenza e recuperando mercato e le calamità che ci con una relazione forte con il competitività. Stiamo provando hanno colpito nel 2016 per le territorio. Dalla nostra terra ogni a rafforzare innanzitutto quali oggi il valore aggiunto delle giorno prendono la via del il contesto umano che ha le attività di produzione del sistema mercato e delle tavole degli capacità e deve utilizzare le agroalimentare di Basilicata è italiani e mondiali, circa 6,5 tecnologie, il digitale, i sensori, pari a 809 milioni di euro, l’8,2% milioni di fette biscottate, 1,5 i droni, i gps ecc. e la loro del valore aggiunto complessivo milioni di merendine e 200mila applicazione in agricoltura. prodotto dall’economia pani lievitati. I soci di Basilicata Un passaggio fondamentale regionale. La produzione conferiscono il 30% del latte per il ricambio culturale e agroalimentare coinvolge 18,7 prodotto a Granarolo generazionale dell’agricoltura mila imprese (il 31,7% della base rappresentandone il 5,58%. lucana si è consumato in questi imprenditoriale complessiva), Sono solo alcuni esempi ultimi 2 anni ed è quello di avere con un’occupazione stimabile in di un ritrovato interesse della sostenuto circa 363 giovani circa 32 mila unità di lavoro componente relativa per il primo insediamento (escludendo i lavoratori all’industria della trasformazione con 24 milioni di euro: nuove stagionali), il 17,1% del totale. nazionale ed internazionale generazioni di imprenditori L’occupazione in agricoltura per la nostra terra. agricoli di cui oltre il 70% 8 Gustus Magazine
08-11 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:48 Pagina 9 Un bilancio dell’Agroalimentare lucano in questi ultimi due anni LICATA E PRESENZA A GUSTUS Luca Braia, Assessore per avviare la nuova impresa alle Politiche Agricole agricola a caratterizzare le e Forestali della Regione Basilicata proposte progettuali con innovazione e utilizzo di ultime tecnologie. Ai giovani abbiamo voluto assicurare non solo un premio automatico di 60/70 mila euro ma, soprattutto, una modalità nuova di pensare al futuro, selezionando i nuovi insediati secondo criteri legati a innovazione e conoscenza oltre che incentivarli ulteriormente con la misura del Psr dedicata al miglioramento aziendale, con una dotazione finanziaria di ulteriori 32 milioni di euro. Siamo, inoltre pronti a spingere ancora la scommessa sui giovani e l’innovazione, con un ulteriore bando loro dedicato, diplomati o laureati proprio Si registra una maggiore di prossima uscita. in studi agrari. Dati che ci attenzione all’agricoltura La sfida di Gustus è anche consentono di essere, come soprattutto tra le nuove la sfida di un sud che, anche regione, tra quelle virtuose generazioni. nel sistema fieristico, non vuole per l’aumento percentuale In che modo favorite essere secondo alle realtà di imprenditoria giovanile il ricambio generazionale del nord. Come valuta questa in agricoltura. L’agroalimentare nel settore primario? opportunità per la Basilicata lucano, oggi, deve sempre più Grazie alla rivoluzione apportata dell’Agroalimentare? essere capace di progettare da un bando che, forse Abbiamo voluto essere presenti e mettere in atto, attraverso altri per la prima volta in questa a Gustus, come Dipartimento bandi attualmente aperti del Psr regione, ha deciso di puntare Agricoltura, attraverso il Basilicata 2014-2020, un nuovo sull’innovazione e sulla Programma Operativo FEAMP concetto di filiera che professionalità degli operatori, per valorizzare il prodotto ittico comprenda tutte le fasi premiando proprio i giovani del nostri circa 70 km di costa e gli attori della produzione, che vedono il loro futuro nel su due mari, in abbinamento della trasformazione e della comparto e studiano per con i prodotti tipici lucani con un commercializzazione che accrescere conoscenze all’allestimento che richiamerà apportino una maggiore efficacia e competenze di settore. sia il tema mare, doveroso nella e una riduzione dei costi data Allo stesso tempo però, il bando splendida cornice napoletana proprio dalla capacità di stare ha premiato fortemente i giovani che ospita la manifestazione, insieme in maniera sostenibile. richiedenti l’aiuto comunitario che la tipicità lucana con un GustusMagazine 9
08-11 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:48 Pagina 10 territorio claim “Basilicata, un mare di sapori”. Siamo presenti, inoltre al Congresso della Federazione Italiana Cuochi, invitati dal presidente nazionale, lucano anche lui, Rocco Pozzulo, dove saremo presenti con corner di prodotti lucani e cooking show a cura dell’Unione Regionale caratterizzando la volontà e 19,2% di incidenza percentuale Cuochi Lucani, nostri primi l’azione di destinare una fetta di superficie bio per azienda. testimonial e ambasciatori del cospicua di risorse del Psr La Regione Basilicata gusto nelle manifestazioni Basilicata 2014-2017, oltre 87 presente a Gustus porta fieristiche in cui proviamo ad milioni di euro, proprio al un brand Basilicata è divenuto esprimere al meglio la Basilicata sostegno dell’agricoltura sempre più conosciuto dell’Agroalimentare. biologica, caratterizzando di dagli italiani e non solo negli Assessore, la Basilicata conseguenza l’agroalimentare ultimi anni, si è vicini, è uno dei tasselli lucano con l’equazione qualità tra l’altro, anche al grande del grande mosaico uguale sostenibilità e salute. Il appuntamento Matera 2019, della dieta mediterranea, settore del Biologico in Basilicata in questo straordinario evento in questi anni come oggi vede 2.524 operatori iscritti culturale quale sarà il ruolo è cambiato, anche in termini all’albo dei produttori regionali e dell’agroalimentare lucano di consapevolezza, il comparto registrate dagli uffici e meridionale in genere? agroalimentare lucano e quali dipartimentali, siamo la terza La Basilicata punta su sono i mercati di riferimento regione in Italia con aumento Matera, capitale europea delle imprese lucane? degli operatori dell’82,8% della cultura 2019, anche Stiamo provando a comunicare rispetto al 2015. Si accresce la per rompere l’isolamento attraverso diverse iniziative presenza di produzioni di qualità infrastrutturale e l’agroalimentare lucano e i certificata, su un totale di oltre conquistare vantaggi fiscali prodotti della nostra eccellenza 95 mila ettari di superficie per la piattaforma logistica come fortemente connesso con coltivata a biologico rispetto ai agroalimentare dello Ionio la dieta mediterranea. Dobbiamo 49 mila censiti l’anno precedente che dovrà essere il volano trasmettere al mondo intero che da Sinab, quarta regione d’Italia commerciale dell’ortofrutta i prodotti della nostra terra non con un incremento di superficie dell’area di Metaponto. sono solo buoni, ma anche sani. del 90%, con un trend di crescita Abbiamo oggi prodotti I prodotti che caratterizzano la di 1000 operatori e 50 mila ettari di eccellenza a cui il mondo dieta mediterranea in Basilicata in più rispetto al precedente guarda con interesse, trovano la massima espressione periodo di programmazione riconoscendo nel brand (ortofrutta, olio, latte, carne ecc). europea. Siamo la terza regione, Basilicata un territorio con le Abbiamo un avanzamento dopo Sicilia e Puglia, per la sue tipicità che è proiettato alla straordinario nel biologico produzione di cereali biologici Capitale Europea della Cultura perché terra particolarmente con 35.903 ettari e l’ottava in del 2019. Non possiamo perdere vocata per clima ideale, sole e Italia per la produzione di ortaggi questo treno ma dobbiamo quantità di acqua e terra, frutto bio con oltre il 5% della essere capaci di accompagnarlo soprattutto degli effetti della produzione nazionale. Siamo la con politiche nuove visione politica che sta quarta regione d’Italia con un e al passo con i tempi. 10 Gustus Magazine
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12-13 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:49 Pagina 12 storia di copertina UN CRESCENTE IMPEGNO NEL “FUORI CASA” PRODOTTI, SERVIZI E LE TANTE NOVITÀ PRESENTATE IN ANTEPRIMA A GUSTUS Barilla nasce a Parma 140 anni locale e specializzato sia il modo cucina e la dieta mediterranea fa da una bottega che produceva più diretto e costruttivo per rappresentano in questo pane e pasta ed oggi è tra i primi sviluppare il proprio business momento. gruppi alimentari italiani, leader professionale, sempre più attento Tra le numerose novità del mondiale nel mercato della alle evoluzioni della Ristorazione Gruppo Barilla previste per pasta, dei sughi pronti in Europa e dei consumi in casa e Fuori Gustus 2017 presenteremo: continentale, dei prodotti da Casa. Evoluzioni queste, forno in Italia e dei pani croccanti fondamentali per la crescita nei Paesi scandinavi. Il Gruppo del nostro paese nel mondo. GAMMA SNACKS Barilla possiede 28 siti produttivi Un importante momento Composta da monoporzioni (14 in Italia e 14 all’estero) di confronto col territorio e con vendibili singolarmente dei più ed esporta in più di 100 Paesi. gli operatori, non solo nazionali, apprezzati brand quali Mulino Dagli stabilimenti escono ogni sull'enorme patrimonio che la Bianco, Grancereale, anno circa 1.700.000 tonnellate di prodotti alimentari, che vengono consumati sulle tavole di tutto il mondo, con i marchi: Barilla, Mulino Bianco, Harrys, Pavesi, Wasa, Filiz, Yemina e Vesta, Misko, Voiello, Academia Barilla. Quest'anno per la prima volta Barilla parteciperà alla fiera Gustus di Napoli, forte dei crescenti successi dimostrati nelle scorse edizioni e convinta che manifestazioni di questa natura possano in modo importante contribuire alla promozione nazionale ed internazionale delle eccellenze alimentari del nostro paese. Barilla ritiene inoltre che un momento di confronto col Trade 12 Gustus Magazine
12-13 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:49 Pagina 13 EMILIANE CHEF O Pan di Stelle e Pavesini ideali per i canali vending e bar La nuova qualità della pasta e la novità firmata all’uovo creata dall’esperienza Gran Pavesi “Tarallini”. di Barilla Foodservice, con un mix di semole di grano duro e 5 uova fresche da galline allevate RINGO THIN a terra per ogni kg di semola. La nuova dimensione Anche la pasta all’uovo Emiliane À dello snack, super croccante e super sottile per una Chef è approvata dalla Federazione Italiana Cuochi. S super esperienza di gusto! SELEZIONE ORO CHEF La nuova qualità della pasta di semola Barilla dedicata alla ristorazione e approvata dalla Federazione Italiana Cuochi. È studiata per la doppia cottura e perfetta in cottura espressa. Il team Barilla sarà lieto di accogliervi nel proprio stand nella Hall2 per presentarvi tutti i prodotti della gamma Foodservice e le novità GustusMagazine 13
14-17 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:50 Pagina 14 vetrina Anche a Napoli dilaga Giovani, preparati e creativi: è la nuova generazione di bartender che cresce e fa della mixology una vera la moda della mixology tra e propria arte, complice una tendenza sempre più grandi cult e ricette ispirate diffusa di abbinare alla buona cucina il bere misce- alla cultura partenopea lato. Una moda internazionale che sta prendendo piede anche in Italia e a Napoli dove crescono i locali dove si beve bene. Sono ristoranti trendy e american bar, ma non mancano indirizzi alternativi come il su- permercato chic con bancone bar come Gourmeet Marina Salerno a Chiaia dove la giovane Francesca Riano, 28 anni, 14 Gustus Magazine
14-17 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:50 Pagina 15 I PROFESSIONISTI DELLO SHAKER prepara drink dal gusto internazionale ma con erbe, barman tra i più giovani e talentuosi della città. Si è radici e frutta di stagione, limoni della penisola Sor- formato nei locali più prestigiosi nel Paese tra cui il rentina e zenzero fresco. Un esempio? Il Gin tonic al Jerry Thomas Project di Roma, oggi 33esimo bar al rosmarino, un cocktail classico arricchito dall’aroma mondo nella classifica del World 50 Best Bar. Mattia affumicato del rosmarino e da un infuso artigianale è il bartender del Sancta Bar di Sancta Sanctorum, ottenuto con bacche di ginepro, zenzero, cetriolo e il risto-bar-terrace di via Filangieri, inaugurato da rosmarino oppure la CaPeroska, ottenuta a partire meno di un anno e già meta di tendenza. La cocktail da una purea di pera fresca e vaniglia. Come aperi- list è da veri intenditori: i carta c’è il meglio delle eti- tivo o after dinner, il cocktail appassiona le genera- chette e dei distillati. Ma è la creatività l’ingrediente zioni più giovani. Mattia Anatrella, classe 1993, è in più: Mattia si ispira alla cultura partenopea per il Gustus Magazine 15
14-17 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:50 Pagina 16 vetrina cocktail Janara, una sua invenzione che in pelle, tende in velluto rosso, luci sof- mixa il liquore Strega con cordiale all’ana- fuse, musica jazz e swing. Per chi infine nas e rum Zacapa 23. E’ un cocktail piace- predilige atmosfere classiche e una bella vole con sentori di erbe e lime che serve a vista sulla città c’è il Grand Hotel Parker’s rimarcare il carattere acido e aggressivo con la Terrazza delle Muse e l’accogliente delle streghe. Piacevole l’ambiente e il de- Bidder’s Bar dove Giovanni Avolio, re- sign, si sorseggia al bancone tra pareti blu staurant manager e barman, prepara velvet e guizzi di bronzo oro. Eleganza in stile anni cocktail classici ma anche ricette del tutto innovative. Trenta e atmosfera informale da speakeasy sono la Il suo Ricciardi è il drink ispirato alla saga del Com- cifra distintiva dell’Antiquarium di Alex Frezza, aperto missario Ricciardi dello scrittore napoletano Maurizio nel 2013 e subito diventato indirizzo cult: in lista cock- De Giovanni: un cocktail che trae ispirazione dai gusti tail classici e moderni, e alcune ricette esclusive della e dai distillati tipici degli anni ’30, quelli in cui si sus- casa come il Blondie Mary con vodka all'olio d'oliva, seguono le storie del commissario ideato da De Gio- succo di pomodoro giallo, spezie, limone e rapa rossa. vanni. Ecco dunque che il Rabarbaro Zucca, il Curaçao Frezza, classe 1977, è un professionista di lungo corso: e un bar spoon di Vecchia Romagna Etichetta Nera, finalista del Bombay Sapphire World’s Most Imaginative si mescolano tra loro; a questo Avolio ha aggiunto il Bartender 2014, è sua l’idea di Bar in movimento, so- top di Spumante prima di decorare il cocktail con un cietà di cocktail catering, e della scuola di formazione ciuffetto di menta e la buccia di arancio priva dei suoi Bar in movimento Academy. oli essenziali. Una nota tipica di Avolio è la creazione Dietro la vetrina di quello che sembra un negozio di di cocktail a base di vini campani come gli spumanti antiquariato, nella strada degli antiquari partenopei, da Aglianico e Falanghina di Villa Matilde per un bere l’Antiquarium svela un club dal sapore vintage: divani quasi a chilometro zero e cento per cento campano. 16 Gustus Magazine
14-17 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:50 Pagina 17
18-23 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:51 Pagina 18 tendenze GIAPPONESE CHE PASSIONE TREND SUSHI Mario Cosentino 18 Gustus Magazine
18-23 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:51 Pagina 19 GustusMagazine 19
18-23 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:51 Pagina 20 20 Gustus Magazine
18-23 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:51 Pagina 21 tendenze Dai primi timidi sushi bar alle formule all you can eat ne è passato di tempo: vent’anni almeno di insegne e locali che hanno contribuito al dilagare di maki e nigiri in tutta Italia. In testa le grandi città come Milano, Roma, Firenze e Napoli dove “il giapponese” è moda, ma anche business con lo sbarco di veri e propri co- lossi della ristorazione nipponica come Toridoll: 900 ristoranti in Giappone e 300 in giro per il mondo, un fatturato annuo di un miliardo di euro. A Milano ha già aperto due locali ed ora punta a Roma, mentre la ca- tena Wagamama, molto nota in Gran Bretagna, sta cer- cando di aprire in Italia. La domanda aumenta e soprattutto da parte dei giovanissimi che con venti euro mangiano sushi set e tempura il sabato sera. Il trend è chiaro: da un lato si posizionano i Japanese re- staurant che propongono piatti di cucina nipponica che vanno ben oltre sushi e sashimi (dal 2003 in Italia esiste anche una Associazione italiana Ristoratori Giap- ponesi che promuove l’educazione al gusto della cu- cina e del cibo giapponese), dall’altro i locali dalle formule più easy e più concentrati sui tipici bocconcini di riso bianco e pesce crudo. La differenza è nel prezzo: da una parte una cucina raffinata e ricercata con prezzi che oscillano dai 70 ai 120 euro a persona, dall’altra un’offerta gastronomica più ristretta, per lo più fredda, con minori varietà di pesce, e un prezzo decisamente più contenuto. C’è mercato per tutti. Dopo Milano e Roma, è Napoli la terza città italiana per i sushi lovers. Tra il centro città e la provincia le insegne giapponesi aperte negli ultimi due anni non si contano: ha fatto notizia l’apertura nel GustusMagazine 21
18-23 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:51 Pagina 22 tendenze anche il brand Misaki del napoletano Lucio Giordano che, dopo il successo del locale di Pompei aperto nel 2014, ha inaugurato ad ottobre Misaki Sorrento, nel centro della cittadina, conquistando il pubblico locale e internazionale della Penisola sorrentina. Anche qui il menu va ben oltre i soliti maki, roll e nigiri e propone piatti come l’Unagi rice che è l’anguilla arrostita in salsa teriyaki e riso e tre opzioni di Chirashi, la tradizionale ciotola di riso con pesce crudo. A Nola Roji Japan Fu- sion Restaurant celebra l’incontro tra la cucina gourmet del Sol Levante e quella mediterranea con cotture de- licate e connubi insoliti come la seppia con salsa ponzu e crumble di freselle alla colatura di alici. A Napoli città centro della city, in via Deprestis, di J Contemporary Ja- i pionieri restano Jap One e Kukai, ma cresce il con- panese Restaurant, griffe di eccellenza, sintesi estrema senso di tanti altri locali che hanno intuito il business di opulenza e minimalismo contemporaneo. Un pro- e cavalcato il trend: da Zenbu che appassiona il pub- getto di quattro imprenditori partenopei che dopo il blico vomerese a Puro nella riservata via Schipa che successo del J di Portici hanno replicato su Napoli: vanta una delle migliori selezioni di sake e cocktail da champagne, bollicine italiane e grandi vini accompa- abbinare ai piatti. Il filo comune che si coglie è un’of- gnano una cucina che punta alla qualità e all’emozione ferta gastronomica che affonda le radici nella cucina pura. Cura maniacale dei dettagli e proposte gastro- tradizionale giapponese ma che al tempo stesso si ar- nomiche che vanno ben oltre il sushi come la ricciola ricchisce di nuovi spunti e contaminazioni, che ben si marinata agli aceti delicati e coulis di lamponi e spuma abbina ai vini nostrani, ma non dimentica il sakè e le di barbabietola; l'astice blu in crosta di mandorle; le birre giapponesi. Fusion è la parola ricorrente, indice tartare di tonno con guacamole e lime. Raddoppia di una cultura e di gusti sempre più trasversali. 22 Gustus Magazine
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24-25 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:52 Pagina 24 focus Di cosa parliamo quando parliamo di sushi? Anzi: cosa mangiamo quando mangiamo sushi? Ecco una breve guida per orientarci nel mondo del gusto giapponese. Attenzione però a non confondere il sushi - riso con pesce, alghe, SUSHI vegetali o uova - con il sashimi, che consiste principalmente in pesce o molluschi freschi tagliati in fettine sottili, di solito mangiati crudi e serviti con una salsa in cui intingerli. FUTOMAKI (rotoli larghi) Polpetta cilindrica, con il nori all’esterno, tipica- mente alta due o tre centimetri e larga quattro o cinque. È spesso fatta con due o tre ripieni scelti in URAMAKI (rotoli interno-esterno) modo da comple- Polpetta cilindrica con il nori all´interno, di dimen- tarsi a vicenda in sioni medie e con due o più ripieni. Il ripieno è al gusto e colore. centro circondato da un foglio di nori, quindi uno strato di riso e una guarnizione esterna di un altro ingrediente, come uova di pesce o semi di sesamo tostati. HOSOMAKI (rotoli sottili) OSHIZUSHI (sushi pressato) Polpettina cilindrica, con il nori all’esterno, tipica- Blocco formato usando una forma di legno detta mente alta due centimetri e larga due. General- oshibako. Il cuoco allinea il fondo dell’oshibako mente ha un solo con la guarnizione, lo copre con riso sushi e preme tipo di ripieno (sal- il coperchio della forma per mone) ma può creare un blocco compatto e contenere anche il rettangolare. Il blocco viene ri- tonno o l’avocado. mosso dalla forma e tagliato in pezzi delle dimensioni di un boccone. SASHIMI SASHIMI MAGURO SABA Tonno. Sgombro. 24 Gustus Magazine
24-25 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:52 Pagina 25 TEMAKI (rotoli mano) Polpetta a forma di cono, con il nori all’esterno e gli ingredienti che sporgono dall’estremità larga. Di maggiori dimensioni, tradizionalmente lungo dieci centimetri, va mangiato a morsi tenendolo con le dita, perché sarebbe troppo difficile da sol- levare con i bastoncini. INARIZUSHI (sushi ripieno) Piccola cavità riempita con riso sushi e altri ingre- dienti. La tasca viene ricavata da un pezzo di tofu fritto (油揚げ o abura age), da una sottile frittata (帛紗寿司 o fukusazushi) o da foglie di cavolo (干 瓢 o kanpyo). CHIRASHIZUSHI (sushi sparpagliato) Ciotola di riso sushi con gli altri ingredienti mi- schiati. Detto NIGIRIZUSHI (sushi modellato a mano) anche barazu- Polpettina di riso pressato a shi. . mano, spesso con una punta di wasabi, con una fet- tina sottile di guarni- zione sopra. Difficile da prepa- rare, è possibilmente legata con una striscia sottile di nori. GOMOKUZUSHI (sushi nello SASHIMI SAKE stile Salmone. del Kansai) Ingredienti cotti o crudi miscelati insieme al riso nella ciotola. SASHIMI IKA Calamaro. SASHIMI EBI Gamberetti. Gustus Magazine 25
26-29 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:52 Pagina 26 novità PANETTONI DEL SOLE La pasticceria campana si prepara al Natale Donatella Bernabò Silorata Autrice del libro I Panettoni del Sole e co-organizzatrice di Re Panettone Napoli con Stanislao Porzio I limoni della Costa d'Amalfi e i pomodorini del piennolo del Vesuvio, le nocciole di Giffoni, i fichi bianchi del Cilento, la lavanda selvatica del monte Cervati, il liquore Strega: sono tanti gli ingredienti medi- terranei che danno gusto e profumo ai panet- toni artigianali “made in Sud”, quelli che in una mia pubblicazione ho chiamato I Panettoni del sole. E sono molti i pasticcieri campani che ormai si cimentano con il grande lievitato delle feste nato in terra lombarda secoli fa: ci sono maestri indiscussi come Salvatore De Riso, Al- fonso Pepe e Pasquale Marigliano che da anni vincono premi e riconoscimenti in tutta Italia; nuove generazioni come Francesco Guida di Vico Equense, ma anche pasticceri di tradi- zione – da Sabatino Sirica ai Mennella di Torre del Greco - che hanno ormai intravisto nel Pa- nettone un trend e un nuovo business. Da al- meno dieci anni la produzione di panettoni 26 Gustus Magazine
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26-29 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:52 Pagina 28 novità artigianali in Campania cresce per quantità e qualità, complici manifestazioni di successo come Re Panet- tone a Milano che da tre anni ha una sua appendice a Napoli (il 2 e 3 dicembre al Grand Hotel Parker’s) e una maggiore consapevolezza nei consumatori. A vin- cere è il panettone artigianale fatto secondo le regole, senza conservanti, mono e digliceridi e semilavorati. Certo, il costo è sicuramente maggiore, ma non c’è confronto con il prodotto industriale che si acquista sugli scaffali del supermercato. Materie prime di eccellenza, lievito madre allevato con cura, padronanza della tecnica e poi un ingrediente fondamentale: la creatività. È in questa ricetta il suc- della provincia di Caserta, che nell’impasto ha sostituito cesso dei Panettoni campani. Fedeli al complesso e il burro con panna fresca di bufala ed ha ridotto la per- severo disciplinare di produzione (regolamentato da centuale di zucchero sfornando così un lievitato di un decreto ministeriale del 2005), i pasticcieri nostrani grande leggerezza e fragranza: nella versione Barocco hanno saputo innovare e sperimentare abbinamenti Napoletano è con arance, pisto, cioccolata e granelli di profumi e sapori; hanno infilato nell’impasto prodotti di roccoco. Carmen Vecchione, una fuoriclasse del lie- tipici del sud come le albicocche del Vesuvio o la panna vito madre, si è imposta all’attenzione della critica con fresca da latte di bufala, gli agrumi di Sorrento e la mela il suo Panettone Bianco servito con composta di cipolle annurca Igp. Il risultato sono creazioni di alta qualità candite, le pregiate ramate di Montoro, e pecorino: un che diventano ambasciatori della Campania Felix. omaggio alla sua Irpinia. Dalla stessa terra arrivano i Come il Pan (n) di bufala di Anna Chiavazzo, pasticciera panettoni al Fiano, all’Aglianico e al Taurasi di Raffaele Vignola, pasticciere in Solofra. Vincenzo Mennella ha conquistato il primo premio in Campania di Miglior Pa- nettone Innovativo a Re Panettone Napoli nel 2016 con il suo Mandarini e Mandorle: un impasto soffice e di bella fragranza, con tocchetti di mandarini canditi della Penisola Sorrentina e pasta di mandorla, e una copertura di glassa di pasta di mandorle foresta fiam- meggiata con scorzette di mandarino candito. Speri- mentano connubi di sapore anche i Malafronte, fornai e panificatori da quattro generazioni a Gragnano. Dagli anni Ottanta si cimentano con il comparto dolciario utilizzando solo ingredienti d’origine italiana, uova fre- sche, burro di montagna, farine selezionate e lievito naturale: il loro panettone artigianale ha una lavora- zione di 72 ore e una ricerca sugli abbinamenti come “Zenzero e albicocca”, “Sidro e mele”, “Pera e cioccolato” che solleticano il palato. La novità 2017? Un panettone salato realizzato in collaborazione con Sogni di Latte, selezionatori di formaggi e brand di suc- cesso tutto campano. 28 Gustus Magazine
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30-33 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:53 Pagina 30 intervista ARCHITETTURA DEL PALATO Intervista a Carlo Olivari, architetto, designer, disegnatore e chef napoletano Diego Lama Chi è Carlo Olivari? Da circa venticinque anni mi occupo di design, arte e grafica con OlivariID&A InteriorDesign&Art. Nel 2007 ho fuso il mio lavoro con la passione per la cucina. Ho cominciato a studiare, ho frequentato stage presso gli chef che più rispondevano alle mie esigenze, ho ap- profondito gli studi sulla logistica e sull’event manage- ment. È così nata Cooking Division e, potendo scegliere, mi sono dedicato alla cucina ricercata e gastronomica. Secondo me il disegno di un piatto, di un evento o di un oggetto partono dagli stessi presupposti e con gli stessi processi creativi. Sempre però due principi fon- damentali mi hanno accompagnato, l’Amore e la Li- bertà. Per questo la mia giubba non ha loghi, non ha nomi. Cooking Division ha scelto una strada diversa, quella di essere itinerante, di essere flessibile, di in- ventarsi cucine e proporre menù gastronomici in posti inusuali o nelle cucine professionali dove viene ospi- tata. Ho scelto la Libertà, anche quella di creare ricette e prepararle con grandi sforzi organizzativi. Nel 2017, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Frosinone e in seguito con quella de L’Aquila, ho iniziato a tenere sia workshop tesi a spiegare l’Arte, in qualunque sua espressione, attraverso il cibo, sia workshop di food design. 30 Gustus Magazine
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30-33 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:53 Pagina 32 intervista Spiegami meglio il tuo lavoro. Ti racconto come nasce un mio piatto. Gli studi di chimica e fisica sono fondamentali come quelli di architettura e design in senso stretto. È proprio dall’architettura del palato che inizia la “progettazione” di un piatto. Lì si elabora il gusto globale che dipende dalla perce- zione sinergica di cinque gusti fondamentali: amaro, aspro, dolce, salato e umami. Non solo, i sapori ven- gono percepiti dalle papille gustative in zone ben di- stinte della lingua e con un ordine preciso. Se si decide di proporre del cibo emozionale, oltre che buono, allora bisognerà affidarsi a queste conoscenze e alla tecnologia che ci aiuterà con il sottovuoto, la bassa temperatura controllata e tecniche innovative di cottura e manipolazione del cibo. 32 Gustus Magazine
30-33 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:53 Pagina 33 Puoi parlarmi di un tuo piatto? Ti racconterò ARANOBRAC (carbonara al contrario) un piatto che mi ha dato non poche soddisfazioni. Nasce dall’idea di spiegare la corrente pittorica del Cubismo at- traverso un piatto. Allora ho pensato di scomporre un piatto tradizionale e di ricomporlo secondo quelle regole che ho immaginato proprie di quella tecnica pittorica. Una nuova visione equivale a una nuova consistenza: ho trasformato gli elementi da croccanti in morbidi e viceversa. Aranobrac si presenta come un uovo poiché ricoperto da una spuma di pecorino e guarnito con una omogeneizzazione di pancetta affumicata cotta a bassa temperatura per 6 ore in forno a vapore. La pasta invece viene stracotta fino alla rottura della catena glucidica, poi disidratata e infine va fritta a 180 gradi. Questo trat- tamento le ha conferito una consistenza cristallina che, al primo boccone la fa quasi frizzare sul palato. Il risul- tato finale è la sensazione di assaggiare una vera car- bonara ma con consistenze nuove e intriganti. Da questo piatto ho iniziato ad elaborare una serie di ricette e piatti tipici rivisitati secondo tecniche e visioni all’avan- guardia, sicuramente con la consapevolezza che il cibo è una cosa seria, che passa dagli occhi al palato attra- verso le mani e coinvolge tutti i sensi. GustusMagazine 33
34-35 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:53 Pagina 34 riflessione PERBACCO Michele Scognamiglio E SE IL VINO FRANCESE PARLASSE ITALIANO? La notizia è sicuramente scegliendo di quelle da far storcere il naso quale marca- agli altezzosi cugini d’Oltralpe, tore biologico l’origine della prima viticoltura particolarmente indispettiti l’acido tartarico - acido Neolitica, in altre parole, dove i ogniqualvolta devono per forza pressocchè esclusivo della vite - grappoli furono coltivati per la di cose riconoscere una sconfitta McGovern ha ipotizzato prima volta in maniera volontaria, a opera dei vicini Italici. che i nostri lontani progenitori partendo dalla comparazione del A ogni modo, grazie alle furono i primi a degustare DNA di grappoli selvatici locali scoperte dell’Archeologo succo di grappoli selvatici e quelli delle moderne varietà. “del vino” Patrick McGovern fermentati spontaneamente, La scelta della Turchia Orientale, sembra proprio che i francesi servendosi probabilmente di otri come regione specifica da cui abbiano fatto la conoscenza di pelle d’animale o di grosso- partì l’addomesticamento e imparato a produrre vino lane ciotole scavate nel legno. della vite e la conseguente grazie ai nostri antenati (in realtà Il successivo tentativo di vinifi- produzione di vino per poi agli Etruschi) intorno al 500 a.C., care potrebbe essere stato diffondersi attraverso il mondo circa 2.500 anni fa. determinato dalla osservazione antico, è giustificata dall’ipotesi Sempre grazie alle ricerche attenta di quanto accadeva che proprio in tali fertili zone pare dell’autorevole archeologo, in natura, in particolare dalla abbia avuto origine la coltivazione docente presso università potente attrazione degli uccelli determinando il rivoluzionario di Pennsylvania in Philadelphia, e di altri animali per la frutta passaggio da un’alimentazione si sta sempre più affermando fermentata, e in tal modo occasionale a una abituale . l’ipotesi che il primo incontro decisero di sperimentare su se Tornando al primato sull’arte ravvicinato con un parente stessi se questo fervore in di far buon vino, verosimilmente prossimo del vino si sia realiz- qualche modo fosse giustificato. le cose potrebbero essere zato nella tarda Età della Pietra. Le ricerche di McGovern prose- andate così. Combinando l’archeologia guono attualmente nella Turchia La Vite (Vitis Vinifera) una volta con la chimica e l’analisi moleco- Orientale con la collaborazione di addomesticata nel vicino Oriente lare, la cosiddetta archeologia esperti italiani e dell’università di - circa 9.000 anni fa - fece biomolecolare: in questo caso Ankara allo scopo di risalire al- la sua comparsa nel Mediterra- 34 Gustus Magazine
34-35 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:53 Pagina 35 lare di una serie di reperti, per lo più anfore rinvenuti nella città portuaria di Lattara (attualmente Lattes) adiacente a Montpellier. L’analisi ha dimostrato che le anfore contenevano vino della stessa epoca, inoltre analiz- zando un antico torchio di calcare - rinvenuto nella stessa zona risalente al 400 a.C. - sono state rinvenute componenti chimici del vino mai ritrovate in Francia. Pertanto appare assai probabile che i Galli inizialmente abbiano importato vino dagli Etruschi e solo dopo qualche centinaio di anni abbiano comin- ciato ad allevare la vite e a produrre vino autonomamente. Con buona pace dei vignerons francesi soprattutto quelli attivi all’interno dei monasteri medie- vali, ai quali si deve senza dubbio il merito di aver favorito la diffu- sione dei metodi di vendemmia e di fermentazione del vino divenuti standard di riferimento mondiali, all’Italia tuttavia spette- neo grazie a mercanti greci, affascinate dalla bevanda d’uva. rebbe l’onore di aver esportato fenici e cananei. Solo successivamente si per prima l’arte del buon bere. Attorno all’VIII secolo a.C. realizzarono una produzione ed In attesa di ricevere altri scoop furono i Fenici a insegnare una vinificazione made in Francia magari su formaggi e altre eccel- la pratica della viticoltura alle probabilmente proprio sotto lenze alimentari la cui paternità popolazioni etrusche soprattutto la supervisione degli Etruschi. e superiorità è da sempre con- nell’Italia Centrale e nel corso Queste le conclusioni a cui è tesa con i francesi cugini, dei successivi 200 anni altret- giunto lo studioso pubblicate su l’1 a 0 portato a casa in campo tanto fecero gli Etruschi con Proceedings of the National enologico richiede un brindisi popolazioni della Francia Academy of Sciences dopo a patto però che si tratti di Meridionale irresistibilmente un’accurata analisi biomoleco- autentico vino italiano. Santé! GustusMagazine 35
36-39 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:54 Pagina 36 tradizione TRA INNOVAZIONE E FEDELTÀ ALLE ORIGINI La sfogliatella diventa un prodotto tipico Sebastiano Gaeta Croccante fuori e con un cuore morbido e goloso: la sfogliatella riccia napoletana è da secoli il dolce rap- presentativo della città di Napoli. Inconfondibile per gusto e forma, amata da tanti turisti e napoletani, fi- nalmente diventerà una specialità garantita e tutelata. Dopo la pizza napoletana, un nuovo riconoscimento sta per arrivare alla cultura gastronomica partenopea: un folto gruppo di pasticcieri napoletani sta lavorando infatti allo stesso tavolo per salvaguardare la ricetta della sfogliatella e farne un prodotto tutelato e rico- noscibile. Sulla sua origine si narrano varie ipotesi, tutte 36 Gustus Magazine
36-39 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:54 Pagina 37 GustusMagazine 37
36-39 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:54 Pagina 38 tradizione legate al mondo dei monasteri, ma la certezza è che una stagione di grande revival, malgrado l’avanzata di un tempo la sfogliatella era conosciuta in città grazie tanta pasticceria moderna e di nuovi miti, grazie alla a Pintauro, un taverniere a cui si attribuisce ai primi caparbietà di alcuni imprenditori-pasticcieri. Tra questi dell’800, non la creazione del dolce, ma la sua diffu- c’è senza dubbio Antonio Ferrieri, patron delle pastic- sione in città: si racconta che travolto dal successo cerie Cuori di Sfogliatella, che negli ultimi trent’anni ha delle sfogliatelle che aveva cominciato a proporre nella saputo coniugare tradizione e innovazione. Nel 1987, sua osteria, trasformò il locale in pasticceria per un Ferrieri ha l’intuizione del ripieno salato e inizia a pro- pubblico cittadino che sembrava non esserne mai durre oltre alla classica versione della sfogliatella riccia sazio. Oggi Pintauro, con unica sede in via Toledo, resta con ripieno dolce a base di pasta di semola, ricotta e un punto di riferimento: qui la sfogliatella viene servita canditi, anche una versione rustica. Il primo ripieno è calda e profuma di fior d’arancio, vaniglia e cannella. a base di salsicce e friarielli: una novità assoluta. Il suc- Tra ortodossi e innovatori, la leggendaria riccia vive cesso è immediato. La sfogliatella in versione salata 38 Gustus Magazine
36-39 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:54 Pagina 39 piace e in tanti cominciano a proporla con i ripieni più cerca, e c’è chi resta fedele alla tradizione e costante svariati. La collaborazione di Cuori di Sfogliatella con come i Fratelli Attanasio: da oltre ottant’anni il forno grandi chef – come Lino Scarallo di Palazzo Petrucci e delle sfogliatelle, celebrato anche dal New York Times Paolo Barrale del ristorante Marennà dei Feudi di San Magazine. Il locale è semplice e rustico ed è rimasto Gregorio – porta alla creazione di sfogliatelle gourmet sempre uguale nel tempo, così come è rimasta identica che conquistano il palato di tanti. La sfoglia resta quella la ricetta segreta del dolce più famoso di Napoli. Qui di sempre, fatta ancora a mano come vuole la tradi- gli ingredienti sempre freschi sono i veri protagonisti, zione, a cambiare sono gli ingredienti del ripieno - dal come la ricotta che arriva fresca da Salerno o gli agrumi baccalà alla papaccella napoletana – con ben trenta della costiera. A dirigere il tutto c’è Raffaele Attanasio referenze in catalogo oltre al Konosfoglia, versione che segue passo passo ogni aspetto della produzione cono gelato della tradizionale sfogliatella, coperto da e della vendita al pubblico garantendo sempre qualità, brevetto. C’è dunque chi investe in innovazione e ri- tradizione e freschezza. Gustus Magazine 39
40-43 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:54 Pagina 40 Intervista IL SIGNORE DELL’IMPASTO Intervista a Ciro Salvo 40 Gustus Magazine
40-43 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:54 Pagina 41 O GustusMagazine 41
40-43 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:54 Pagina 42 Intervista Francesca Giorgio La più autorevole critica nazionale e internazionale ce- lebra unanimemente il suo impasto. Il Gambero Rosso nel luglio 2013 gli ha dedicato la copertina, nel 2016 gli ha assegnato il Premio Maestro dell’Impasto e dal 2014 premia la sua pizzeria con i 3 Spicchi, il massimo riconoscimento nella Guida Pizzerie d’Italia. Parliamo di Ciro Salvo e della sua pizzeria 50 Kalò a piazza Sannazaro. Un’istituzione ormai a Napoli, indi- rizzo segnalato anche dalla prestigiosa Guida Michelin e consacrato dal New York Times nel 2014. Quaran- t’anni ancora da compiere, Ciro Salvo è uno dei cam- pioni della pizza napoletana: premi e riconoscimenti non gli mancano. Uno fra tutti la partecipazione ac- canto a Massimo Bottura e altri 10 top chef all’evento che ha celebrato i 10 anni di Eataly a Torino. Per tutti è il “Signore dell’impasto” e da qui abbiamo iniziato la nostra intervista. Per carpire i segreti di una ricetta super premiata. Andiamo subito al dunque. Esiste una formula ma- gica per una buona pizza o occorre solo procedere nel rispetto delle antiche regole? Non esistono regole da rispettare. Il segreto è sfruttare sapientemente le caratteristiche della farina e saperla lavorare al meglio. C’è dunque una farina perfetta o è il maestro pizza- iolo a renderla tale? La pizza è speciale se chi la fa è bravo. L’im- pasto lo fa il pizzaiolo, non la farina. La sua pizza è famosa per essere leggera, il suo impasto dicono sia speciale, unico. Com’è riuscito a differenziare un prodotto così semplice? Con lo studio e la sperimentazione. La mia ricerca è iniziata 20 anni fa nella pizzeria di mio padre, dove ho cominciato come for- naio per poi specializzarmi come pizzaiolo. La leggerezza dell’impasto ottenuta è il frutto di tutti questi anni di esperienza. Da sempre lo scopo è stato quello di poter la- sciare un’impronta riconoscibile nel mondo. Chi si differenzia vince. Continuo sempre a sperimentare, la pizza perfetta non esiste, 42 Gustus Magazine
40-43 GM01.qxp_Layout 1 13/11/17 18:54 Pagina 43 c’è sempre da migliorare. In tutto qui lavorano 55 persone ed io sono sempre Quali sono i giusti tempi di preparazione? presente. Tutto è controllato nel dettaglio, ogni singola Dalle 12 alle 24 ore. pizza viene preparata con cura e, anche quando ne Oltre alla lievitazione ed alla maturazione dell’impa- prepariamo una dopo l’altra, non smettiamo mai di ve- sto, nelle pizze firmate 50 Kalò ci sono sapori di qua- rificarne il risultato. Se una pizza non ci soddisfa, la lità e vere eccellenze. Quali sono gli ingredienti su scartiamo. cui punta maggiormente? Confermati i “3 spicchi Gambero Rosso”, uno dei Sicuramente i tre ingredienti principali - olio, pomodoro massimi riconoscimenti nel settore, a parte la sod- e mozzarella – che sono la base di ogni buona pizza. disfazione professionale, è cambiato qualcosa nel La ricerca, la selezione anche dei prodotti più semplici, suo modo di rapportarsi al lavoro? la sperimentazione, sono la chiave di una buona crea- Anche se non avessi ricevuto alcun premio, farei esat- zione: cerco sempre ciò che di meglio offre il mercato. tamente le stesse cose. Questo è il mio lavoro, farlo La pizza tradizionale per lei rimane un punto fermo bene è ciò che conta. I riconoscimenti sono sicura- nel tempo; come riesce a creare questa grande ar- mente una grande gratificazione e sono motivo di sod- monia tra innovazione e tradizione? disfazione, ma non sono questi a spingermi a fare L’idea nasce sempre per caso, magari da un prodotto meglio. Il lavoro è una cosa mentale ed è questa la mia che assaggio e mi colpisce. Decido così di portarlo in identità: il pizzaiolo. tavola e gli creo attorno qualcosa di nuovo, rispet- tando gli equilibri tra gli ingredienti ed i sapori. L’in- tento è dar vita ad una pizza d’autore, offrendo al tempo stesso un buon impasto tradizionale e ben equilibrato nel gusto. Dal 2014 è sulla breccia dell’onda. Qual è il motivo del suo successo? La qualità prima di tutto, ma non solo. Il segreto è un’organizzazione quasi perfetta a 360°: il servizio, il locale pulito ed ordinato, l’offerta di piatti completi e studiati, così come i vini e le birre. È la cura del dettaglio che assicura il successo. Ad ogni ora, in piazza Sannazaro dinanzi a 50 Kalò, vediamo file interminabili di persone di tutte le età. Come spiega la trasversalità della sua pizza apprez- zata da tutti? Per di più, lei sforna 1000 pizze a sera in due forni, come fa a mantenere alta la qualità? La pizza a Napoli si mangia tutti i giorni, è come il caffè: un must. Fa parte della vita quotidiana di tutti noi, dai più piccoli ai più grandi, probabilmente perché la pizza è il piatto più allegro che esista. La qualità si conserva con la meticolosità e la precisione. Il locale è sempre lo specchio di chi lo conduce ed è proprio quest’ aspetto che poi si trasmette nell’organizzazione generale. E in questo quanto conta il suo team? Quante per- sone lavorano dietro il banco e in sala? Gustus Magazine 43
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