COMUNE DI RUSSI Lunedì, 25 settembre 2017
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COMUNE DI RUSSI Lunedì, 25 settembre 2017 Prime Pagine 25/09/2017 Prima Pagina Corriere di Romagna (ed. Ravenna) 1 25/09/2017 Prima Pagina Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) 2 Cronaca 24/09/2017 RavennaNotizie.it Al Mei di Faenza il 30 settembre arriva la Notte Bianca della Musica... 3 25/09/2017 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Pagina 26 Giornata nera per il Russi che si prende tre reti dal Corticella 8 Pubblica Amministrazione ed Enti Locali 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 6 «Più risorse e regole omogenee per rendere efficiente l'... 9 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 8 Chiara Borghisani Riforma incisiva e profonda per il non profit 10 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 8 Elio Silva Una solidarietà che va oltre le emergenze 12 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 35 Raffaele Lungarella Alloggi sociali, riscatto dopo sette anni 14 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 35 R. Lu. Ogni abitazione può sfruttare il regime di favore 16 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 38 Margherita Bertin Tiziano Tessaro Dirigenti, tre nodi sui redditi online 18 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 38 Anna GuiducciPatrizia Ruffini Bilancio consolidato, il patrimonio netto... 20 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 38 A.Gu.P.Ruf. Il Comune può «aprire» sulle spese di personale 22 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 38 Gianni Trovati Province, le Regioni accelerano i fondi... 24 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 38 Società, nei piani incognita indirette 26 25/09/2017 Italia Oggi Sette Pagina 5 Difficoltà organizzative e disomogeneità territoriali fra i... 28 25/09/2017 Italia Oggi Sette Pagina 5 Evasione, i comuni si defilano 30
25 settembre 2017 Corriere di Romagna (ed. Ravenna) Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 1
25 settembre 2017 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 2
24 settembre 2017 RavennaNotizie.it Cronaca Al Mei di Faenza il 30 settembre arriva la Notte Bianca della Musica Emergente La Notte Bianca della Musica Emergente si terrà sabato 30 Settembre con un' anteprima venerdì 29 settembre alle ore 18 in Piazza del Popolo con le Corali delle Cante Romagnole di Ravenna e Russi e con oltre una cinquantina di adesioni tra bar, ristoranti, teatri, istituti culturali, associazioni, scuole, circoli e tanti altri soggetti che hanno aderito. Sono confermati tutti live in Piazza del Popolo, Teatro Masini, Palazzo Laderchi, Corona Cocktail Plaza, al Frankie di fronte al Museo Internazionale Delle Ceramiche, Infantini Cafe', Caffè Novecento, Osteria Della Sghisa, Clan Destino, Prometeo, Mens Sana, C a s a D e l Disco, Spider, Mordillo, Rione Verde, Baiocco del Rione Rosso e tantissimi altri e nei restanti oltre trenta spazi abituali usati per i live della Notte Bianca Della Musica Emergente, il vero e proprio Capodanno in Musica della Città, puntando all' apertura di tutta la citta' con una grandiosa Festa della Musica. Il programma: La Notte Bianca della Musica Emergente: Bar Linus Via Tolosano Agostino n 16: Dalle ore 20.00 IndipendentPoetry: Tavola rotonda (con letture poetiche) intorno al tema Musica & Poesia con ospiti a cura di Monica Guerra Poetry. Nasce il progetto Independent Poetry, un progetto che vuole fare incontrare musica e poesia. #POETRY in collaborazione con il MEI. Casa Spadoni Via Granarolo 99: Dalle ore 20.30: Presentazione del cd Tutto e' Romagna Mia con il musicista Christian Ravaglioli presentazione del video Romagna Mia e proiezione di estratti di Vai col Liscio, l' epopea del liscio su Sky Arte dei registi Giangiacomo De Stefano e Matteo Medri. Chiusura con l' incontro "la poesia feat la musica" con il poeta Davide Rondoni. Interventi di Gregor Ferretti, e Neverland Records con Alessandro Cicone, Andrea Cosso e Denise Misseri. In apertura Emusic con Stefano Pontani, Marco Guidolotti, Ugo Vantini, Riccardo Marini. Piazza del Popolo: Pasticceria Gelateria Centrale Piazza del Popolo n 4 Tel: 0546/28893 Aperitivo con Buffet. Bistrò Rossini Piazza del Popolo n 22 Tel 0546/21722 Vi aspetta con il suo menù di pesce a la carte e tante altre proposte; Apericena con tagliere misto di affettati e formaggi con spicchi di piadina e calice di vino: 10 euro; Cena al tavolo con Menù romagnolo: salumi e formaggi con piadina e tigelle, tagliatelle al ragù, zuppa inglese, vino e caffè 20 euro. Piazza Martiri della Libertà: Corona Cocktail Plaza Piazza Martiri della Libertà n 1 Tel: 0546/681359 Bar Caffè al Moro Piazza Martiri della Libertà n 36 Tel: 0546/681814 Vi propone in occasione della Notte Bianca del Mei: Stozzapreti alla boscaiola 7,00, piadina con salciccia , affettati, formaggio 5,50, patate al forno Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 3
25 settembre 2017 Pagina 26 Corriere di Romagna (ed. RavennaImola) Cronaca Giornata nera per il Russi che si prende tre reti dal Corticella RUSSI : C e n n i , L e o n i , G i o r g i n i , C a s t o , Vasumini, Costantini, Ricci (22' st Calderoni), Gallamini (15' st Benvenuti), Grimellini, Gualandi (8' st Sebastiani), Bini (29' st Coralli). A disp.: Casadio, Spazzoli, Consalvo, Benvenuti.All.: Mosconi. CORTICELLA : Stanzani, Marchesi (34' st Soldati), F. Ragazzini (39' st Cristopher), T. Ragazzini (41' st Stanzani), Scognamillo (31' st Paganini), Bevoni, Grazioso, Grazia, Oubakent, Marongiu (25' st Bertolone), Ballarini. A disp.: Romano, Soldati, Donvito. All.: Farneti. ARBITRO : Moretti di Cesena. RETI :1' pt Ballarini, 29' pt e 7' st Marongiu, 27' st Sebastiani. AMMONITI : Bini, Leoni. ESPULSO :45' st Bevoni. RUSSI C a d e i n c a s a i l R u s s i c o n t r o i l Corticella, che gli infligge tre gol. La partita prende subito una piega negativa per gli arancio ni e si capisce che sarà in salita. Passano appena sessanta secondi e i falchetti vanno già sotto. Ballarini punisce la difesa di casa piuttosto disattenta e ancora con la testa negli spogliatoi. Cenni non può nulla sulla conclusione dell' attaccante bolognese. Il Russi accusa il colpo e non riesce a costruire gioco. In contropiede, su un' altra disattenzione di squadra, il Corti cella raddoppia con Marongiu al 29'. Lo stesso attaccante si ripete nel secondo tempo, stavolta però il gol arriva da una punizione dai 25 metri. Mosconi prova a cambiare qualcosa e le scelte fatte danno più spirito e dinamismo alla squadra, che riesce anche ad accorciare le distanze con Sebastiani sugli sviluppi di un calcio di punizione. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 8
25 settembre 2017 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali I nodi della vigilanza. Parla Mario Padula, presidente della Covip «Più risorse e regole omogenee per rendere efficiente l' attività» D. Col. Ormai da cinque anni la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, la Covip, deve controllare anche gli investimenti delle casse professionali. Con i suoi 70 dipendenti su una pianta organica che ne dovrebbe contarne 80, con i suoi tecnici e attuari, oltre a monitorare la gestione di un risparmio previdenziale del valore di 231,3 miliardi detenuto dai Fondi pensione, ha dovuto attrezzarsi per vigilare anche sugli 80 miliardi (dato 2016) di attivi della Casse. Il budget non è cambiato: 12 milioni l' anno per le spese di funzionamento, sei dei quali assicurati dai Fondi pensione con un meccanismo fissato per legge: un' aliquota dello 0,5 per mille dei flussi contributivi annui. In pratica, da cinque anni, i Fondi pensione pagano anche la vigilanza sugli investimenti delle Casse e queste ultime si ritrovano ad essere l' unico soggetto che opera su un mercato, vigilato da un' Authority di settore, senza alcun onere. Un caso unico nel panorama nazionale. Il presidente della Covip, Mario Padula, usa le parole della diplomazia: «Uniformare le Casse ai Fondi pensione sul piano d e l f i n a n z i a m e n t o d e l l ' A u t o r i t à permetterebbe di irrobustire l' azione di vigilanza in un contesto in cui crescono le masse gestite e la complessità delle sfide poste dai mercati finanziari». E non potrebbe fare altrimenti, visto che siamo alla vigilia dell' apertura di una sessione di bilancio di fine legislatura. Dal suo osservatorio, del resto, il primo vuoto che il legislatore dovrebbe colmare è un altro: la regulation sugli investimenti delle Casse, attesa dal 2011 e che ancora non c' è: «L' assenza di una disciplina unitaria rende più difficoltoso il processo che le Casse devono intraprendere per diversificare adeguatamente i loro investimenti». Sicuramente, tra il Ddl di Bilancio 2018 e il Dl ordinamentale collegato, qualche misura sulla previdenza complementare è attesa. Non foss' altro per allineare la nuova Rendita integrativa temporanea anticipata (Rita) alle maggiori flessibilità introdotte con le legge sulla concorrenza. Ma il dossier promette molto di più, come gli annunciati allineamenti normativi per l' accesso alla previdenza complementare dei dipendenti pubblici. L' idea del Governo, fissata nel verbale d' intesa siglato con i sindacati il 28 settembre 2016, è quella di rilanciare il secondo pilastro. Chissà che non si trovi anche lo spazio per adottare quelle regole che mancano per le Casse. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 9
25 settembre 2017 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Terzo settore/2. I contenuti dei decreti attuativi della legge 106/2016 richiedono un intenso lavoro di studio e di interpretazione ai professionisti Riforma incisiva e profonda per il non profit L' attuazione governativa della delega conferita dal Parlamento con la legge 106/2016, con l' approvazione dei quattro decreti che costituiscono la struttura portante della riforma del terzo settore, ridisegna il quadro di riferimento dei soggetti non for profit (cioè di quegli enti che perseguono scopi ideali non volti al conseguimento di un profitto) della società civile. La grande attenzione riservata dal legislatore nell' opera di riforma nasce dalla constatazione che il cosiddetto terzo settore è u n settore trainante dell' economia, settore sussidiario in grado di fornire funzioni e servizi prima svolte dal soggetto pubblico. Il corposo intervento normativo necessita ancora di una quarantina di decreti attuativi e del parere della Commissione europea, per dispiegare completamente i suoi effetti. Le direttrici del mandato parlamentare sono sintetizzabili in quattro linee guida: sostegno, armonizzazione, accountability e semplificazione. Come sottolineato dal professor Ponzanelli, consigliere del Governo nella redazione degli schemi dei decreti delegati, l' intento non è solo, e semplicemente, quello di semplificare ma, in senso più ampio, di riformare e riformare in profondità. Un obiettivo così alto, di un riordino complessivo e organico del sistema normativo di riferimento, necessita ancora di alcune "correzioni di tiro" per ottemperare in modo più puntuale al mandato conferito. In attesa del completamento del quadro normativo, si possono avanzare alcune considerazioni di carattere generale sul decreto legislativo 117/2017, il Codice del terzo settore. Un primo, importante, elemento riguarda proprio i soggetti della riforma, gli Enti di terzo settore e l' impresa sociale (quest' ultima già esistente dal 2006). Gli Enti di terzo settore sono tipizzati in sette "categorie" (organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, enti filantropici, imprese sociali, cooperative sociali, reti associative e società d i mutuo soccorso) oltre alla residuale categoria di associazioni riconosciute e non, e fondazioni che perseguano finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale con lo svolgimento di attività di interesse generale (tassativamente elencate in 26 diverse tipologie, integrabili con un Dpcm ad hoc) e iscritte nel Registro unico nazionale del terzo settore. Il valore del complesso di enti operanti in questa area è ben sintetizzato nella locuzione «per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 10
25 settembre 2017 Pagina 8 Il Sole 24 Ore
25 settembre 2017 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali TERZO SETTORE/1 SECONDO IL CENSIS SONO 32 MILIONI GLI ITALIANI CHE SOSTENGONO ALMENO UNA CAUSA BENEFICA Una solidarietà che va oltre le emergenze In una società indaffarata e iperstimolata come quella odierna la pratica del dono, per quanto radicata nel dna e nell' evoluzione storica della nostra civiltà, risente di un effetto normalità che spesso la condanna al silenzio. Non che la cosa di per sé debba stupire: il bene si fa e non si dice, era un tempo l' insegnamento. E a giudicare da statistiche e sondaggi, a conti fatti, la generosità degli italiani non pare in discussione: il Censis, per esempio, ha stimato in 32 milioni il numero dei connazionali che nell' ultimo anno hanno sostenuto almeno una causa benefica. Il punto, però, è un altro. La solidarietà non è una variabile indipendente dai meccanismi della comunicazione: si accentua in presenza di forti sollecitazioni e, allo stesso modo, rischia di finire sotto traccia nella quotidianità. Sono le grandi emergenze, le crisi acute, i casi mediaticamente illuminati a fare da moltiplicatore, mentre le storie di quotidiano bisogno danno riscontri inferiori. Semplificando un po' si potrebbe dire che, così come i cambiamenti climatici, anche i flussi delle donazioni vanno soggetti a oscillazioni sempre più accentuate. A maggior ragione vale la pena di segnalare due campagne che, in questi giorni, stanno riportando sotto i riflettori il tema della donazione in una cornice culturale di ordinaria civiltà, senza l' assillo di alcuna specifica emergenza. La prima di queste è il "Giro dell' Italia che dona", serie di eventi che da oggi all' 8 ottobre si articoleranno in diverse tappe, coinvolgendo Comuni, scuole, imprese, associazioni e semplici cittadini. Le iniziative sui territori sono propedeutiche alla ricorrenza del Giorno del dono, che si celebra il 4 ottobre, come prevede la legge istitutiva 110/2015, che aveva come primo firmatario il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi e che fu votata due anni fa da tutte le forze parlamentari. La campagna sul Giro dell' Italia che dona è promossa dall' Istituto italiano della donazione in collaborazione con numerosi enti e istituzioni, tra i quali il ministero dell' Istruzione e l' Anci. In prima fila ci sono, come già l' anno scorso, gli alunni e gli studenti, invitati tra l' altro a produrre dei "corti" sull' idea del donare. Anche Comuni, associazioni, imprese e singoli cittadini hanno però risposto all' appello con un crescendo di adesioni. «L' edizione di quest' anno afferma Edoardo Patriarca, presidente dell' Istituto italiano della donazione sta confermando e rafforzando quello che era il nostro intento originario, ossia far sì che il Giorno del dono non rimanga un appuntamento limitato al mondo della solidarietà, ma coinvolga tutta la società Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 12
25 settembre 2017 Pagina 8 Il Sole 24 Ore
25 settembre 2017 Pagina 35 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Immobiliare. Il prezzo finale di compravendita noto solo al termine del contratto dopo la rivalutazione legata all' indice Istat Alloggi sociali, riscatto dopo sette anni Fissate le condizioni per acquistare con il rent to buy la casa «agevolata» dopo l' affitto Il rent to buy, ovvero l' affitto con riscatto, è ora possibile anche per gli alloggi sociali, quelli che hanno ricevuto un contributo pubblico. Sono state, infatti, definite le regole che permettono di diventare proprietari di un alloggio di edilizia sociale dopo averlo abitato per almeno sette anni come inquilino. Le detta il decreto del ministero delle Infrastrutture e trasporti del 21 giugno scorso (pubblicato nella «Gazzetta ufficiale» del 7 agosto), che rende possibile attuare le previsioni dell' articolo 8 del Dl 47/2014, il cosiddetto Decreto casa. Viene disciplinato quello che, con un' espressione inglese, è detto, appunto, rent to buy. È una soluzione che potrebbe aiutare a risolvere il problema della casa ai singoli e alle famiglie che non hanno risparmi sufficienti per pagare almeno quella parte del prezzo di acquisto non coperto dal mutuo (normalmente occorre anticipare almeno il 20 per cento). Il rent to buy per gli alloggi sociali ha anche un particolare trattamento fiscale (si veda l' articolo a fianco). Le condizioni L' alloggio può essere riscattato solo per diventare proprietari della prima casa. Questo significa che né l' inquilino che l' affitta in attesa di riscattarlo, né i suoi familiari devono già possedere, nel territorio della regione, un' altra casa considerata, dalla normativa statale e regionale, adeguata alle esigenze del nucleo familiare. Il decreto ministeriale dà facoltà all' inquilino di riscattare l' alloggio sociale dopo almeno sette anni di locazione. Gli si vuole, evidentemente, dare un po' di tempo per accumulare dei risparmi e ridurre anche l' importo del mutuo con cui finanziare l' acquisto. In ogni caso, l' opzione di riscatto va esercitata entro dieci anni dall' inizio della locazione. Il ruolo della convenzione Le condizioni economiche dell' operazione sono definite con la convenzione che i proprietari degli alloggi, da affittare prima e vendere dopo, sottoscrivono con il Comune e con il contratto di locazione. Con la convenzione vengono stabiliti i livelli massimi del prezzo di cessione e di affitto degli alloggi. In genere, gli operatori economici che approntano l' offerta degli alloggi sociali ricevono un contributo pubblico, che riduce il costo della loro realizzazione e che in tutto o in parte viene trasferito alle persone che li prendono in affitto o li acquistano, pagando canoni e prezzi più bassi di quelli di mercato (si veda Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 14
25 settembre 2017 Pagina 35 Il Sole 24 Ore
25 settembre 2017 Pagina 35 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Il perimetro. Le condizioni nel Dm 22 aprile 2008 Ogni abitazione può sfruttare il regime di favore Qualsiasi immobile trasformabile o destinabile ad alloggio sociale, comprese le pertinenze, può accedere ai contratti di locazione e di futuro riscatto. Lo precisa il Dm Infrastrutture del 21 giugno scorso. Quindi, anche a un alloggio inizialmente messo in vendita a prezzo di mercato, può essere applicata la disciplina del decreto, se il suo proprietario è disposto a trasformarlo in alloggio sociale. Ma cos' è un alloggio sociale? A definirlo ci ha pensato, a suo tempo, sempre il ministero delle Infrastrutture con il Dm 22 aprile 2008. Gli alloggi sociali sono indirizzati a ridurre il disagio abitativo delle persone singole e delle famiglie che non possono permettersi di acquistare o affittare una casa a condizioni di mercato. Non sono, pertanto, destinati a tutti, ma solo a chi non supera i livelli di condizione economica stabiliti di volta in volta dalle Regioni. Il decreto del 2008 consente di destinare questi alloggi tanto alla proprietà quanto all' affitto, sia permanente sia a termine. In quest' ultimo caso la locazione non deve durare meno di otto anni. Successivamente il decreto legge 47/2014 ha ridotto a sette anni la durata minima della locazione prima che l' alloggio possa essere riscattato. Le convenzioni che gli operatori economici devono sottoscrivere con i Comuni stabiliscono i livelli massimi dei canoni, che non possono superare quelli concordati, e dei prezzi di vendita. Affinché prezzi e canoni possano essere più bassi di quelli di mercato le imprese e le cooperative che offrono alloggi sociali ricevono contributi o agevolazioni pubbliche, quali erogazioni monetarie a fondo perduto, esenzioni fiscali, assegnazione di aree o immobili, fideiussioni di fondi di garanzia, agevolazioni di tipo urbanistico, mutui a tassi di interesse agevolati. Quasi sempre la costruzione di immobili di edilizia residenziale sociale, come anche di quella libera, viene finanziata dalle banche con la concessione di mutui. Il decreto del Mit dello scorso giugno stabilisce che:«Prima della stipula del contratto di locazione e di futuro riscatto è necessario cancellare l' ipoteca sul bene oggetto del futuro riscatto. È possibile prevedere l' accollo del mutuo da parte del conduttore». Si può verosimilmente ritenere che molti acquirenti avranno necessità di ottenere un mutuo, e quindi si accolleranno una quota del mutuo ottenuto dall' operatore. Naturalmente il trasferimento del mutuo dall' impresa all' acquirente dipende esclusivamente da come la banca valuta il suo merito di credito: darà il via libera all' accollo solo se lo riterrà in grado di pagare Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 16
25 settembre 2017 Pagina 35 Il Sole 24 Ore
25 settembre 2017 Pagina 38 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Alla Consulta Dirigenti, tre nodi sui redditi online Sugli obblighi di trasparenza di redditi e patrimoni dei dirigenti pubblici la saga si fa infinita. È quanto si ricava dalla lettura dell' ordinanza 9828/2017 del Tar Lazio (di cui è stata data notizia sul Sole 24 Ore del 22 settembre) che ha sollevato per contrasto con gli articoli 3 comma 2, 13 e 117 comma 1 della Costituzione la questione di legittimità costituzionale delle norme dell' articolo 14, commi 1bis e 1ter del Dlgs 33/2013, nella parte in cui prevedono che le Pa pubblichino i dati obbligatori nel caso dei politici (in particolare articolo 14, comma 1, lettere c) ed f) dello stesso decreto) anche per i titolari di incarichi dirigenziali. Alcuni dirigenti del Garante della Privacy avevano proposto ricorso al Tar per chiedere l' annullamento, previa sospensione, delle note con cui il Segretario generale dell' Autorità aveva richiesto i dati da pubblicare, e ciò «eventualmente previa disapplicazione dell' articolo 14, comma 1bis» del Dlgs 33 «ovvero, ove ritenuto necessario dal Giudice», la rimessione alla Corte Ue o alla Corte costituzionale. La sezione aveva concesso la sospensiva ritenendo «consistenti» le «questioni di costituzionalità e di compatibilità con le norme di diritto comunitario sollevate in ricorso» e «irreparabile» il «danno paventato dai ricorrenti». Anac, pochi giorni dopo l' ordinanza cautelare, aveva pubblicato le Linee guida sull' attuazione dell' articolo 14 (determina 241/2017 dell' 8 marzo), senza fare alcun riferimento alla decisione del Tar, salvo poi (con delibera 382/2017 del 17 aprile) sospenderne l' applicazione limitatamente alle indicazioni relative all' applicazione degli obblighi di pubblicazione di compensi e patrimoni (lettere c ed f dell' articolo 14) per tutti i dirigenti pubblici, compresi quelli del servizio sanitario. Con la comunicazione del Presidente del 17 maggio, l' Anac ha confermato l' operatività degli obblighi di pubblicazione da parte delle Pa previsti dal comma 1ter dell' articolo 14. Ora la storia si arricchisce di un altro capitolo perché i dubbi già espressi nelle precedenti occasioni trovano puntuale indicazione nella nuova ordinanza. Le motivazioni principali si fondano sul contrasto con l' articolo 3 della Costituzione, principio di uguaglianza formale e sostanziale (nel duplice profilo dell' irragionevole parità di trattamento prevista dalla norma tra titolari di incarichi politici e dirigenti, e della parificazione tra tutti gli stessi dirigenti) e con gli articoli 2 e 13 (diritti inviolabili dell' uomo e libertà personale), vista la prescrizione imposta ai dirigenti di comunicare i dati desunti dalla dichiarazione dei redditi, invece che una loro ragionata elaborazione per scongiurare la diffusione di dati sensibili o superflui ai fini perseguiti dalla norma oppure suscettibili di interpretazioni distorte. Il Tar ha esteso d' Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 18
25 settembre 2017 Pagina 38 Il Sole 24 Ore
25 settembre 2017 Pagina 38 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Contabilità. Ultimi giorni per l' approvazione Bilancio consolidato, il patrimonio netto «spia» per i revisori Terminato il controllo dei revisori, il bilancio consolidato arriva al rush finale. Entro il 30 settembre il documento deve essere infatti a p p r o v a t o d a l consiglio p r o v v i s t o d e l l a relazione dell' organo di revisione contabile, per la quale l' articolo 239, comma 1, lettera d bis) del Tuel assegna un termine non inferiore a 20 giorni dalla trasmissione della delibera di giunta con cui sono approvati gli schemi. Quali sono i controlli ai fini della stesura della relazione? Preliminare alla redazione del documento contabile è l' individuazione del Gap e del perimetro di consolidamento, cui gli enti devono avere già provveduto con delibera d i giunta, nel rispetto dei criteri definiti dal paragrafo 2 dell' Allegato 4/4 al Dlgs 118/11, tenendo conto dei valori di bilancio della capogruppo e degli enti/società aggiornati all' esercizio 2016. Anche se la delibera n o n necessita del parere, i revisori in questa sede dovrebbero verificare la correttezza dell' operato dell' ente locale. Sulla base delle direttive impartite, il consolidamento effettuato nel rispetto dei principi di uniformità, formale e sostanziale. Occorre, in altre parole, che tutti i soggetti appartenenti al gruppo forniscano le informazioni necessarie all' adozione dello schema di bilancio consolidato e all' utilizzo degli stessi criteri di valutazione delle poste contabili (ad esempio rimanenze di magazzino) o di calcolo degli ammortamenti. I bilanci dei soggetti da consolidare devono poi essere riferiti alla stessa unità temporale. La redazione del bilancio consolidato obbliga a elidere eventuali operazioni infragruppo, per dare rappresentazione solo dei rapporti con economie terze. Già in sede di rendiconto della gestione dell' esercizio 2016, l' organo di revisione contabile aveva dovuto asseverare i rapporti di debito/credito con tutte le società ed enti appartenenti al Gap. Ai fini del bilancio consolidato, la conciliazione dei rapporti fra Comune ed enti/società impone l' eliminazione di costi e ricavi, oltre che dei debiti/crediti. L' elisione riguarda anche i rapporti interni fra gli enti/società consolidati. Nel caso di diversa imputazione nella contabilità economicopatrimoniale, le eventuali differenze sono rilevate nelle rettifiche di consolidamento. L' eliminazione di alcune operazioni infragruppo, tra le quali la distribuzione di dividendi o la concessione di trasferimenti in conto capitale, determina poi variazione del risultato Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 20
25 settembre 2017 Pagina 38 Il Sole 24 Ore
25 settembre 2017 Pagina 38 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Aziende controllate. Margini di flessibilità negli obiettivi annuali e pluriennali che l' ente proprietario deve indirizzare alle sue imprese Il Comune può «aprire» sulle spese di personale Le direttive sulle spese di funzionamento che g l i enti soci devono emanare nei confronti delle controllate possono prevedere un aumento della spesa del personale. L' approfondimento operativo dell' articolo 19 del Dlgs 175/2016 arriva dalla sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Liguria (delibera 80/2017). L a n o r m a p r e v e d e c h e l e amministrazioni pubbliche socie fissino, con propri provvedimenti, obiettivi annuali e pluriennali sul complesso delle spese di funzionamento d e l l e società c o n t r o l l a t e . G l i i n d i r i z z i comprendono il controllo della spesa di personale, da attuare anche attraverso il c o n t e n i m e n t o d e g l i oneri c o n t r a t t u a l i e assunzionali e tenendo conto di quanto stabilito all' articolo 25, ovvero delle eventuali disposizioni che stabiliscono, a carico degli enti partecipanti, divieti o limitazioni specifiche. La precedente disciplina (articolo 18, comma 2bis, del Dl 112/2008) aveva generato due orientamenti difformi. Secondo una parte della giurisprudenza, l' ente controllante avrebbe dovuto definire con proprio atto di indirizzo criteri e modalità di attuazione del principio di contenimento dei costi del personale, tenendo conto del settore in cui ciascun soggetto opera e delle disposizioni che stabiliscono, a carico dell' ente, divieti o limiti alle assunzioni di personale. In sintesi, le società partecipate avrebbero potuto assumere personale, con aumento della spesa, qualora il settore in cui operavano avesse richiesto (per motivi di concorrenzialità, per l' efficientamento del servizio, eccetera) un aumento o una diversificazione dell' attività. Secondo altra giurisprudenza, invece, le società partecipate non erano sottratte ai rigidi vincoli alla spesa del personale cui erano sottoposti gli enti locali controllanti. L' articolo 19 del Testo unico partecipate si estende a tutte le società controllate da enti pubblici. In questo contesto, la necessità di aumentare l' attività prodotta, in favore degli enti pubblici o di terzi, con contestuale aumento del fatturato e dei servizi, il conseguimento di economie di scala e l' efficientamento del servizio, giustificherebbero, secondo i giudici contabili, una maggiore elasticità nelle politiche sul personale. Per i magistrati l' emanazione delle direttive previste dall' articolo 19 è un obbligo, e non una semplice facoltà. L' amministrazione socia, sulla base delle informazioni in proprio possesso e di valutazioni di ordine economico, è responsabilizzata a costruire degli obiettivi reali e raggiungibili e, in seguito, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 22
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25 settembre 2017 Pagina 38 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Area vasta. Il censimento dei finanziamenti arrivato in Unificata Province, le Regioni accelerano i fondi sulle funzioni trasferite ROMA Circa cinque milioni di euro per i centri per l' impiego in Emilia Romagna, che però sono in arrivo, 4,85 milioni di euro per Reggio Calabria, ma a sbloccarli sarà una richiesta della Città metropolitana, 3,47 milioni per la viabilità in Umbria e qualche altro piccolo buco qua e là da colmare. Il primo quadro dei finanziamenti regionali alle f u n z i o n i t r a s f e r i t e a Province e C i t t à metropolitane, però, appare oggi molto meno complicato del previsto. E sembra allontanare il rischio di tagli alle quote regionali del Fondo p e r i l trasporto pubblico p r e v i s t o p e r l e Regioni i n a d e m p i e n t i d a l l a m a n o v r i n a correttiva dei conti pubblici approvata la scorsa primavera. I primi numeri, dopo un lungo tira e molla fra le Regioni e Palazzo Chigi, sono usciti dalla nebbia che li circondava venerdì scorso, all' ultima seduta della Conferenza unificata. Si tratta di un panorama ancora parziale, ma dalla Lombardia alla Liguria, dal Lazio alla Toscana fino alla Puglia, nelle tabelle fornite dalle Regioni, e ora al centro di tavoli di confronto che partiranno nei prossimi giorni, sembrano disegnare un panorama idilliaco: tutte le risorse collegate alle funzioni trasferite, e misurate dalle leggi regionali, sono state impegnate ed erogate al 30 agosto. E proprio un' accelerazione estiva dovrebbe essere alla base del fenomeno. Vediamo perché. Tutto nasce, si diceva, dalla manovrina, che nel tentativo di far girare il meccanismo tradizionalmente inceppato dei finanziamenti regionali agli enti di area vasta ha introdotto la sanzione spauracchio: alle Regioni che hanno assegnato agli enti del proprio territorio le competenze ma non le risorse per svolgerle sarebbe arrivato un taglio del 20% sulla loro quota del fondo nazionale trasporti. La sanzione, rivolta ai governatori, ha allarmato però soprattutto gli amministratori locali, a partire dai sindaci delle Città metropolitane, perché sarebbero stati loro di fatto a subire le ricadute operative in termini di difficoltà del servizio, soprattutto dove i bilanci già zoppicano con il finanziamento pieno. Basta pensare a Roma, dove l' Atac viaggia (si fa per dire) verso il concordato preventivo e dove il blocco di un euro ogni cinque dell' assegno nazionale avrebbe segnato un tracollo ulteriore. Dopo un confronto serrato, la Conferenza Unificata del 3 agosto scorso ha visto l' intesa fra governo ed enti territoriali su un calendario per le verifiche un po' più disteso rispetto alle previsioni iniziali. A Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 24
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25 settembre 2017 Pagina 38 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Partecipate. Alla vigilia della scadenza ancora incertezze nelle amministrazioni sul perimetro della ricognizione Società, nei piani incognita indirette Le aziende di secondo livello vanno escluse solo se non c' è controllo congiunto Stefano Pozzoli Il "giorno del giudizio" delle n o s t r e p u b b l i c h e amministrazioni ( i l 3 0 settembre scadono i termini per il bilancio consolidato, per la revisione straordinaria delle partecipazioni e per la ricognizione delle e c c e d e n z e n e l l e società) s i a v v i c i n a inesorabile e, con esso, aumentano i dubbi e le perplessità. Una di queste incognite riguarda le società da inserire nella revisione straordinaria delle partecipazioni che, per quanto costituisca «aggiornamento del piano operativo di razionalizzazione adottato ai sensi del comma 612» della legge di stabilità 2015, comprende le partecipazioni indirette definite quali partecipazioni «in una società detenuta da un' amministrazione pubblica per il tramite di società o altri organismi soggetti a controllo da parte della medesima amministrazione pubblica» (articolo 2, comma 1, lettera g). Da qui anzitutto una novità, che accoglie una tesi sostenuta a suo tempo dalla sezione di Controllo della Corte dei Conti dell' Emilia Romagna, ovvero che devono essere prese in considerazione anche le società partecipate da enti (fondazioni, aziende speciali e quant' altro) controllati. In proposito una riflessione: attenzione a commisurare la necessarietà della partecipazione anche ai fini dell' ente partecipante in via diretta, e non solo a quelli del Comune. Il rischio, infatti, è di ragionare come se queste fossero partecipazioni dirette e quindi mettendole in relazione solo con le esigenze dell' ente locale. Però il tema che più appassiona, ovviamente, è quello di come limitare il numero di partecipazioni da inserire nel piano, anzitutto per motivi di semplificazione nella redazione dello stesso, visto l' entità delle informazioni richieste da Corte dei Conti e ministero dell' Economia. Da qui una tesi "minimalista" che sostiene non si debbano inserire le partecipazioni indirette nel caso di controllo congiunto. A sostenerla c' è anche una risposta a un quesito di un Comune fornita dalla direzione generale Revisione Partecipazioni del ministero dell' Economia, che dà una risposta molto netta secondo la quale «si conferma che tali partecipazioni non sono oggetto di revisione straordinaria». Il quesito però chiede conferma dell' esclusione delle partecipazioni indirette dalla revisione quando non vi sia «una partecipazione di controllo ex articolo 2359 del Codice civile oppure lo statuto non preveda in nessun caso il consenso unanime dei soci per le principali decisioni finanziarie e gestionali». Quest' Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 26
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25 settembre 2017 Pagina 5 Italia Oggi Sette Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Difficoltà organizzative e disomogeneità territoriali fra i motivi del flop Ai sindaci fare i gabellieri non è mai piaciuto. E lo si vede dall' incidenza dell' evasione anche sulle imposte e tasse di loro competenza. Come ovvio, infatti, i premi statali scattano quando il comune collabora nello stanare chi non paga fino all' ultimo euro tributi statali. Ma il primo obiettivo dei comuni dovrebbe essere il recupero dell' evasione riguardante i tributi propri. Ad esempio, per la sola Imu, in Italia, il taxgap medio negli ultimi anni non è mai stato inferiore a 4 miliardi di euro, pari a circa il 18% del gettito annuo teorico. Ma se in questo caso a influenzare i primi cittadini può essere il timore di perdere consenso presso gli elettori, nel primo l' anonimato della segnalazione e il fatto che l' eventuale cartella arrivi dall' amministrazione f i n a n z i a r i a d o v r e b b e r o essere un ulteriore incentivo. Allora perché la collaborazione è così scarsa e sporadica? Il presidente dell' Associazione nazionale dei comuni ( e sindaco d i B a r i ) , Antonio Decaro, fornisce al riguardo una spiegazione articolata: «Abbiamo riscontrato un calo da quando è partita l' armonizzazione d e i bilanci. O r a i comuni sono soprattutto impegnati e concentrati sul fronte della riscossione: il nostro obiettivo è riscuotere le cartelle esattoriali e dunque il personale è impegnato soprattutto su questo fronte, abbiamo avuto anche il blocco del turnover e per fare le segnalazioni ci vuole personale dedicato a quello. Le segnalazioni si sono ridotte perché l' Agenzia delle entrate ce lo ha chiesto, ci ha chiesto di fare meno segnalazioni ma più qualificate, ossia dalle quali è possibile ottenere cifre maggiori». La spiegazione convince fino a un certo punto: a pesare sono sicuramente le difficoltà organizzative dei municipi, alle prese con diffuse e gravi carenze di organico che rendono assai complesso distrarre risorse umane al disbrigo dell' ordinaria amministrazione. Ma il vero problema è che spesso le segnalazioni dei comuni vengono scartate per motivi incomprensibili e certamente non legati all' importo del gettito in gioco: per rendersene conto basta scorrere ancora una volta le tabelle del Viminale, dove si trovano somme irrisorie e quasi ridicole (in termini di proficuità comparata), come i 3,68 euro che certamente non faranno la fortuna di amministratori e cittadini di S. Ilario d' Enza (in provincia di Reggio Emilia). Non a caso, Decaro punta il dito anche contro l' amministrazione finanziaria, sottolineando come i risultati negativi e le sproporzioni fra i diversi territori dipendano anche dall' Agenzia delle entrate: «A Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 28
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25 settembre 2017 Pagina 5 Italia Oggi Sette Pubblica Amministrazione ed Enti Locali I dati diffusi dal Mininterno confermano il disinteresse dei sindaci per le segnalazioni Evasione, i comuni si defilano Collaborazioni diminuite anche nelle realtà più virtuose MATTEO BARBERO Icomuni collaborano sempre di meno con il Fisco nella lotta all' evasione fiscale. I nuovi dati diffusi dal ministero dell' Interno (si veda ItaliaOggi del 19 settembre) sui premi erogati agli enti c h e hanno contribuito al recupero di gettito si sono ulteriormente ridotti rispetto al 2016 confermando il crescente disinteresse dei sindaci per un' attività che pure può contare su importanti incentivi e che ha alle spalle protocolli d' intesa sottoscritti in pompa magna. Il calo è forte anche nelle regioni e nelle città tradizionalmente più virtuose. Dalle tabelle pubblicate la scorsa settimana dalla Direzione centrale per la Finanza locale, infatti, emerge che per il 2016 la premialità complessiva si è attestata a poco più di 13 milioni (13.319.929,23 per la precisione), in riduzione rispetto ai circa 17 milioni del 2016 e ai circa 21 milioni del 2015. Per comprendere questi numeri, occorre ricordare che il decretolegge n. 203/2005 (poi ripetutamente modificato) ha introdotto dei premi per le «segnalazioni qualificate» dei comuni che danno luogo ad accertamenti. Fino al 2019, all' ente che ha fornito all' Agenzia delle entrate o alla Guardia di finanza elementi utili per pizzicare gli evasori viene riconosciuto il 100% della somma riscossa. La premialità si applica alle maggiori somme relative a tributi statali riscosse a titolo definitivo nonché delle sanzioni civili applicate sui maggiori contributi riscossi a titolo definitivo, al netto delle somme spettanti ad altri enti e alla Ue. Pertanto, la consistenza di questi trasferimenti è un' ottima proxy del grado di collaborazione fra il centro e la periferia nello svolgimento di una funzione unanimemente considerata come strategica a fronte dell' enorme entità che il «sommerso» presenta in Italia. In questo senso, il calo è molto preoccupante, anche perché conferma un trend negativo che pare ormai consolidato: già nel 2015, il numero delle segnalazioni si era ridotto del 27% rispetto al 2014 e del 43% nell' arco dell' ultimo quadriennio. Per contro, l' ammontare delle premialità complessivamente riconosciute era aumentato del 22,7%, passando da 17,7 a 21,7 milioni, anche se solo grazie alla maggior percentuale riconosciuta all' ente segnalante. Negli ultimi due anni, invece, anche questo numero è caduto in picchiata, arrivando quest' anno quasi a dimezzarsi. Non per nulla, la Corte dei conti, nella relazione al rendiconto generale dello Stato per l' anno 2016, ha Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132017 Continua > 30
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