COMUNE DI RUSSI Lunedì, 25 settembre 2017

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COMUNE DI RUSSI Lunedì, 25 settembre 2017
COMUNE DI RUSSI
Lunedì, 25 settembre 2017
COMUNE DI RUSSI Lunedì, 25 settembre 2017
COMUNE DI RUSSI
                                                    Lunedì, 25 settembre 2017

Prime Pagine
 25/09/2017 Prima Pagina
 Corriere di Romagna (ed. Ravenna)                                                                                  1
 25/09/2017 Prima Pagina
 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)                                                                                 2
Cronaca
 24/09/2017 RavennaNotizie.it
 Al Mei di Faenza il 30 settembre arriva la Notte Bianca della Musica...                                            3
 25/09/2017 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 26
 Giornata nera per il Russi che si prende tre reti dal Corticella                                                   8
Pubblica Amministrazione ed Enti Locali
 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 6
 «Più risorse e regole omogenee per rendere efficiente l'...                                                        9
 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 8                                                            Chiara Borghisani
 Riforma incisiva e profonda per il non profit                                                                      10
 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 8                                                                    Elio Silva
 Una solidarietà che va oltre le emergenze                                                                          12
 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 35                                                         Raffaele Lungarella
 Alloggi sociali, riscatto dopo sette anni                                                                          14
 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 35                                                                       R. Lu.
 Ogni abitazione può sfruttare il regime di favore                                                                  16
 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 38                                            Margherita Bertin Tiziano Tessaro
 Dirigenti, tre nodi sui redditi online                                                                             18
 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 38                                                Anna GuiducciPatrizia Ruffini
 Bilancio consolidato, il patrimonio netto...                                                                       20
 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 38                                                                 A.Gu.P.Ruf.
 Il Comune può «aprire» sulle spese di personale                                                                    22
 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 38                                                               Gianni Trovati
 Province, le Regioni accelerano i fondi...                                                                         24
 25/09/2017 Il Sole 24 Ore Pagina 38
 Società, nei piani incognita indirette                                                                             26
 25/09/2017 Italia Oggi Sette Pagina 5
 Difficoltà organizzative e disomogeneità territoriali fra i...                                                     28
 25/09/2017 Italia Oggi Sette Pagina 5
 Evasione, i comuni si defilano                                                                                     30
COMUNE DI RUSSI Lunedì, 25 settembre 2017
25 settembre 2017
                    Corriere di Romagna
                       (ed. Ravenna)
                                       Prima Pagina

                    Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2017

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COMUNE DI RUSSI Lunedì, 25 settembre 2017
25 settembre 2017
                    Il Resto del Carlino (ed.
                            Ravenna)
                                        Prima Pagina

                     Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2017

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COMUNE DI RUSSI Lunedì, 25 settembre 2017
24 settembre 2017
                                       RavennaNotizie.it
                                                         Cronaca

  Al Mei di Faenza il 30 settembre arriva la Notte
  Bianca della Musica Emergente
  La Notte Bianca della Musica Emergente si
  terrà sabato 30 Settembre con un' anteprima
  venerdì 29 settembre alle ore 18 in Piazza del
  Popolo con le Corali delle Cante Romagnole di
  Ravenna e Russi e con oltre una cinquantina
  di adesioni tra bar, ristoranti, teatri, istituti
  culturali, associazioni, scuole, circoli e tanti
  altri soggetti che hanno aderito. Sono
  confermati tutti live in Piazza del Popolo,
  Teatro Masini, Palazzo Laderchi, Corona
  Cocktail Plaza, al Frankie di fronte al Museo
  Internazionale Delle Ceramiche, Infantini Cafe',
  Caffè Novecento, Osteria Della Sghisa, Clan
  Destino, Prometeo, Mens Sana, C a s a D e l
  Disco, Spider, Mordillo, Rione Verde, Baiocco
  del Rione Rosso e tantissimi altri e nei restanti
  oltre trenta spazi abituali usati per i live della
  Notte Bianca Della Musica Emergente, il vero
  e proprio Capodanno in Musica della Città,
  puntando all' apertura di tutta la citta' con una
  grandiosa Festa della Musica. Il programma:
  La Notte Bianca della Musica Emergente: Bar
  Linus ­ Via Tolosano Agostino n 16: Dalle ore
  20.00 ­ IndipendentPoetry: Tavola rotonda
  (con letture poetiche) intorno al tema Musica &
  Poesia con ospiti a cura di Monica Guerra ­
  Poetry. Nasce il progetto Independent Poetry,
  un progetto che vuole fare incontrare musica e
  poesia. #POETRY in collaborazione con il MEI. Casa Spadoni ­ Via Granarolo 99: Dalle ore 20.30:
  Presentazione del cd Tutto e' Romagna Mia con il musicista Christian Ravaglioli presentazione del
  video Romagna Mia e proiezione di estratti di Vai col Liscio, l' epopea del liscio su Sky Arte dei registi
  Giangiacomo De Stefano e Matteo Medri. Chiusura con l' incontro "la poesia feat la musica" con il poeta
  Davide Rondoni. Interventi di Gregor Ferretti, e Neverland Records con Alessandro Cicone, Andrea
  Cosso e Denise Misseri. In apertura Emusic con Stefano Pontani, Marco Guidolotti, Ugo Vantini,
  Riccardo Marini. Piazza del Popolo: Pasticceria Gelateria Centrale ­ Piazza del Popolo n 4 ­ Tel:
  0546/28893 Aperitivo con Buffet. Bistrò Rossini ­ Piazza del Popolo n 22 ­ Tel 0546/21722 Vi aspetta
  con il suo menù di pesce a la carte e tante altre proposte; Apericena con tagliere misto di affettati e
  formaggi con spicchi di piadina e calice di vino: 10 euro; Cena al tavolo con Menù romagnolo: salumi e
  formaggi con piadina e tigelle, tagliatelle al ragù, zuppa inglese, vino e caffè 20 euro. Piazza Martiri
  della Libertà: Corona Cocktail Plaza ­ Piazza Martiri della Libertà n 1 ­ Tel: 0546/681359 Bar Caffè al
  Moro ­ Piazza Martiri della Libertà n 36 ­ Tel: 0546/681814 Vi propone in occasione della Notte Bianca
  del Mei: Stozzapreti alla boscaiola 7,00, piadina con salciccia , affettati, formaggio 5,50, patate al forno
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COMUNE DI RUSSI Lunedì, 25 settembre 2017
24 settembre 2017
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25 settembre 2017
Pagina 26                         Corriere di Romagna
                                  (ed. Ravenna­Imola)
                                                        Cronaca

  Giornata nera per il Russi che si prende tre reti dal
  Corticella
  RUSSI : C e n n i , L e o n i , G i o r g i n i , C a s t o ,
  Vasumini, Costantini, Ricci (22' st Calderoni),
  Gallamini (15' st Benvenuti), Grimellini,
  Gualandi (8' st Sebastiani), Bini (29' st Coralli).
  A disp.: Casadio, Spazzoli, Consalvo,
  Benvenuti.All.: Mosconi.
  CORTICELLA : Stanzani, Marchesi (34' st
  Soldati), F. Ragazzini (39' st Cristopher), T.
  Ragazzini (41' st Stanzani), Scognamillo (31'
  st Paganini), Bevoni, Grazioso, Grazia,
  Oubakent, Marongiu (25' st Bertolone),
  Ballarini. A disp.: Romano, Soldati, Donvito.
  All.: Farneti.
  ARBITRO : Moretti di Cesena.
  RETI :1' pt Ballarini, 29' pt e 7' st Marongiu, 27'
  st Sebastiani.
  AMMONITI : Bini, Leoni.
  ESPULSO :45' st Bevoni.
  RUSSI C a d e i n c a s a i l R u s s i c o n t r o i l
  Corticella, che gli infligge tre gol.
  La partita prende subito una piega negativa
  per gli arancio ni e si capisce che sarà in
  salita.
  Passano appena sessanta secondi e i falchetti
  vanno già sotto. Ballarini punisce la difesa di
  casa piuttosto disattenta e ancora con la testa
  negli spogliatoi. Cenni non può nulla sulla
  conclusione dell' attaccante bolognese. Il
  Russi accusa il colpo e non riesce a costruire
  gioco.
  In contropiede, su un' altra disattenzione di squadra, il Corti cella raddoppia con Marongiu al 29'. Lo
  stesso attaccante si ripete nel secondo tempo, stavolta però il gol arriva da una punizione dai 25 metri.
  Mosconi prova a cambiare qualcosa e le scelte fatte danno più spirito e dinamismo alla squadra, che
  riesce anche ad accorciare le distanze con Sebastiani sugli sviluppi di un calcio di punizione.

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                                    Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

  I nodi della vigilanza. Parla Mario Padula, presidente della Covip

  «Più risorse e regole omogenee per rendere
  efficiente l' attività»
  D. Col. ­ Ormai da cinque anni la
  Commissione di vigilanza sui fondi pensione,
  la Covip, deve controllare anche gli
  investimenti delle casse professionali. Con i
  suoi 70 dipendenti su una pianta organica che
  ne dovrebbe contarne 80, con i suoi tecnici e
  attuari, oltre a monitorare la gestione di un
  risparmio previdenziale del valore di 231,3
  miliardi detenuto dai Fondi pensione, ha
  dovuto attrezzarsi per vigilare anche sugli 80
  miliardi (dato 2016) di attivi della Casse. Il
  budget non è cambiato: 12 milioni l' anno per
  le spese di funzionamento, sei dei quali
  assicurati dai Fondi pensione con un
  meccanismo fissato per legge: un' aliquota
  dello 0,5 per mille dei flussi contributivi annui.
  In pratica, da cinque anni, i Fondi pensione
  pagano anche la vigilanza sugli investimenti
  delle Casse e queste ultime si ritrovano ad
  essere l' unico soggetto che opera su un
  mercato, vigilato da un' Authority di settore,
  senza alcun onere. Un caso unico nel
  panorama nazionale. Il presidente della Covip,
  Mario Padula, usa le parole della diplomazia:
  «Uniformare le Casse ai Fondi pensione sul
  piano d e l f i n a n z i a m e n t o d e l l ' A u t o r i t à
  permetterebbe di irrobustire l' azione di vigilanza in un contesto in cui crescono le masse gestite e la
  complessità delle sfide poste dai mercati finanziari». E non potrebbe fare altrimenti, visto che siamo alla
  vigilia dell' apertura di una sessione di bilancio di fine legislatura. Dal suo osservatorio, del resto, il
  primo vuoto che il legislatore dovrebbe colmare è un altro: la regulation sugli investimenti delle Casse,
  attesa dal 2011 e che ancora non c' è: «L' assenza di una disciplina unitaria rende più difficoltoso il
  processo che le Casse devono intraprendere per diversificare adeguatamente i loro investimenti».
  Sicuramente, tra il Ddl di Bilancio 2018 e il Dl ordinamentale collegato, qualche misura sulla previdenza
  complementare è attesa. Non foss' altro per allineare la nuova Rendita integrativa temporanea
  anticipata (Rita) alle maggiori flessibilità introdotte con le legge sulla concorrenza. Ma il dossier
  promette molto di più, come gli annunciati allineamenti normativi per l' accesso alla previdenza
  complementare dei dipendenti pubblici. L' idea del Governo, fissata nel verbale d' intesa siglato con i
  sindacati il 28 settembre 2016, è quella di rilanciare il secondo pilastro. Chissà che non si trovi anche lo
  spazio per adottare quelle regole che mancano per le Casse. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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  Terzo settore/2. I contenuti dei decreti attuativi della legge 106/2016 richiedono un intenso
  lavoro di studio e di interpretazione ai professionisti

  Riforma incisiva e profonda per il non profit
  L' attuazione governativa della delega
  conferita dal Parlamento con la legge
  106/2016, con l' approvazione dei quattro
  decreti che costituiscono la struttura portante
  della riforma del terzo settore, ridisegna il
  quadro di riferimento dei soggetti non for profit
  (cioè di quegli enti che perseguono scopi
  ideali non volti al conseguimento di un profitto)
  della società civile.
  La grande attenzione riservata dal legislatore
  nell' opera di riforma nasce dalla
  constatazione che il cosiddetto terzo settore è
  u n settore trainante dell' economia, settore
  sussidiario in grado di fornire funzioni e servizi
  prima svolte dal soggetto pubblico.
  Il corposo intervento normativo necessita
  ancora di una quarantina di decreti attuativi e
  del parere della Commissione europea, per
  dispiegare completamente i suoi effetti. Le
  direttrici del mandato parlamentare sono
  sintetizzabili in quattro linee guida: sostegno,
  armonizzazione, accountability e
  semplificazione. Come sottolineato dal
  professor Ponzanelli, consigliere del Governo
  nella redazione degli schemi dei decreti
  delegati, l' intento non è solo, e
  semplicemente, quello di semplificare ma, in senso più ampio, di riformare e riformare in profondità.
  Un obiettivo così alto, di un riordino complessivo e organico del sistema normativo di riferimento,
  necessita ancora di alcune "correzioni di tiro" per ottemperare in modo più puntuale al mandato
  conferito.
  In attesa del completamento del quadro normativo, si possono avanzare alcune considerazioni di
  carattere generale sul decreto legislativo 117/2017, il Codice del terzo settore.
  Un primo, importante, elemento riguarda proprio i soggetti della riforma, gli Enti di terzo settore e l'
  impresa sociale (quest' ultima già esistente dal 2006).
  Gli Enti di terzo settore sono tipizzati in sette "categorie" (organizzazioni di volontariato, associazioni di
  promozione sociale, enti filantropici, imprese sociali, cooperative sociali, reti associative e società d i
  mutuo soccorso) ­ oltre alla residuale categoria di associazioni riconosciute e non, e fondazioni ­ che
  perseguano finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale con lo svolgimento di attività di interesse
  generale (tassativamente elencate in 26 diverse tipologie, integrabili con un Dpcm ad hoc) e iscritte nel
  Registro unico nazionale del terzo settore. Il valore del complesso di enti operanti in questa area è ben
  sintetizzato nella locuzione «per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche

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25 settembre 2017
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  TERZO SETTORE/1 SECONDO IL CENSIS SONO 32 MILIONI GLI ITALIANI CHE
  SOSTENGONO ALMENO UNA CAUSA BENEFICA

  Una solidarietà che va oltre le emergenze
  In una società indaffarata e iperstimolata come
  quella odierna la pratica del dono, per quanto
  radicata nel dna e nell' evoluzione storica della
  nostra civiltà, risente di un effetto normalità
  che spesso la condanna al silenzio. Non che la
  cosa di per sé debba stupire: il bene si fa e
  non si dice, era un tempo l' insegnamento. E a
  giudicare da statistiche e sondaggi, a conti
  fatti, la generosità degli italiani non pare in
  discussione: il Censis, per esempio, ha
  stimato in 32 milioni il numero dei connazionali
  che nell' ultimo anno hanno sostenuto almeno
  una causa benefica.
  Il punto, però, è un altro. La solidarietà non è
  una variabile indipendente dai meccanismi
  della comunicazione: si accentua in presenza
  di forti sollecitazioni e, allo stesso modo,
  rischia di finire sotto traccia nella quotidianità.
  Sono le grandi emergenze, le crisi acute, i casi
  mediaticamente illuminati a fare da
  moltiplicatore, mentre le storie di quotidiano
  bisogno danno riscontri inferiori.
  Semplificando un po' si potrebbe dire che,
  così come i cambiamenti climatici, anche i
  flussi delle donazioni vanno soggetti a
  oscillazioni sempre più accentuate.
  A maggior ragione vale la pena di segnalare due campagne che, in questi giorni, stanno riportando
  sotto i riflettori il tema della donazione in una cornice culturale di ordinaria civiltà, senza l' assillo di
  alcuna specifica emergenza. La prima di queste è il "Giro dell' Italia che dona", serie di eventi che da
  oggi all' 8 ottobre si articoleranno in diverse tappe, coinvolgendo Comuni, scuole, imprese, associazioni
  e semplici cittadini. Le iniziative sui territori sono propedeutiche alla ricorrenza del Giorno del dono, che
  si celebra il 4 ottobre, come prevede la legge istitutiva 110/2015, che aveva come primo firmatario il
  presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi e che fu votata due anni fa da tutte le forze parlamentari.
  La campagna sul Giro dell' Italia che dona è promossa dall' Istituto italiano della donazione in
  collaborazione con numerosi enti e istituzioni, tra i quali il ministero dell' Istruzione e l' Anci. In prima fila
  ci sono, come già l' anno scorso, gli alunni e gli studenti, invitati tra l' altro a produrre dei "corti" sull' idea
  del donare. Anche Comuni, associazioni, imprese e singoli cittadini hanno però risposto all' appello con
  un crescendo di adesioni.
  «L' edizione di quest' anno ­ afferma Edoardo Patriarca, presidente dell' Istituto italiano della donazione
  ­ sta confermando e rafforzando quello che era il nostro intento originario, ossia far sì che il Giorno del
  dono non rimanga un appuntamento limitato al mondo della solidarietà, ma coinvolga tutta la società

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  Immobiliare. Il prezzo finale di compravendita noto solo al termine del contratto dopo la
  rivalutazione legata all' indice Istat

  Alloggi sociali, riscatto dopo sette anni
  Fissate le condizioni per acquistare con il rent to buy la casa «agevolata» dopo l' affitto

  Il rent to buy, ovvero l' affitto con riscatto, è ora
  possibile anche per gli alloggi sociali, quelli
  che hanno ricevuto un contributo pubblico.
  Sono state, infatti, definite le regole che
  permettono di diventare proprietari di un
  alloggio di edilizia sociale dopo averlo abitato
  per almeno sette anni come inquilino. Le detta
  il decreto del ministero delle Infrastrutture e
  trasporti del 21 giugno scorso (pubblicato
  nella «Gazzetta ufficiale» del 7 agosto), che
  rende possibile attuare le previsioni dell'
  articolo 8 del Dl 47/2014, il cosiddetto Decreto
  casa. Viene disciplinato quello che, con un'
  espressione inglese, è detto, appunto, rent to
  buy.
  È una soluzione che potrebbe aiutare a
  risolvere il problema della casa ai singoli e alle
  famiglie che non hanno risparmi sufficienti per
  pagare almeno quella parte del prezzo di
  acquisto non coperto dal mutuo (normalmente
  occorre anticipare almeno il 20 per cento). Il
  rent to buy per gli alloggi sociali ha anche un
  particolare trattamento fiscale (si veda l'
  articolo a fianco).
  Le condizioni L' alloggio può essere riscattato
  solo per diventare proprietari della prima casa.
  Questo significa che né l' inquilino che l' affitta in attesa di riscattarlo, né i suoi familiari devono già
  possedere, nel territorio della regione, un' altra casa considerata, dalla normativa statale e regionale,
  adeguata alle esigenze del nucleo familiare.
  Il decreto ministeriale dà facoltà all' inquilino di riscattare l' alloggio sociale dopo almeno sette anni di
  locazione. Gli si vuole, evidentemente, dare un po' di tempo per accumulare dei risparmi e ridurre
  anche l' importo del mutuo con cui finanziare l' acquisto. In ogni caso, l' opzione di riscatto va esercitata
  entro dieci anni dall' inizio della locazione.
  Il ruolo della convenzione Le condizioni economiche dell' operazione sono definite con la convenzione
  che i proprietari degli alloggi, da affittare prima e vendere dopo, sottoscrivono con il Comune e con il
  contratto di locazione. Con la convenzione vengono stabiliti i livelli massimi del prezzo di cessione e di
  affitto degli alloggi.
  In genere, gli operatori economici che approntano l' offerta degli alloggi sociali ricevono un contributo
  pubblico, che riduce il costo della loro realizzazione e che in tutto o in parte viene trasferito alle persone
  che li prendono in affitto o li acquistano, pagando canoni e prezzi più bassi di quelli di mercato (si veda
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  Il perimetro. Le condizioni nel Dm 22 aprile 2008

  Ogni abitazione può sfruttare il regime di favore
  Qualsiasi immobile trasformabile o destinabile
  ad alloggio sociale, comprese le pertinenze,
  può accedere ai contratti di locazione e di
  futuro riscatto. Lo precisa il Dm Infrastrutture
  del 21 giugno scorso. Quindi, anche a un
  alloggio inizialmente messo in vendita a
  prezzo di mercato, può essere applicata la
  disciplina del decreto, se il suo proprietario è
  disposto a trasformarlo in alloggio sociale.
  Ma cos' è un alloggio sociale? A definirlo ci ha
  pensato, a suo tempo, sempre il ministero
  delle Infrastrutture con il Dm 22 aprile 2008.
  Gli alloggi sociali sono indirizzati a ridurre il
  disagio abitativo delle persone singole e delle
  famiglie che non possono permettersi di
  acquistare o affittare una casa a condizioni di
  mercato. Non sono, pertanto, destinati a tutti,
  ma solo a chi non supera i livelli di condizione
  economica stabiliti di volta in volta dalle
  Regioni.
  Il decreto del 2008 consente di destinare
  questi alloggi tanto alla proprietà quanto all'
  affitto, sia permanente sia a termine. In quest'
  ultimo caso la locazione non deve durare
  meno di otto anni.
  Successivamente il decreto legge 47/2014 ha
  ridotto a sette anni la durata minima della locazione prima che l' alloggio possa essere riscattato.
  Le convenzioni che gli operatori economici devono sottoscrivere con i Comuni stabiliscono i livelli
  massimi dei canoni, che non possono superare quelli concordati, e dei prezzi di vendita. Affinché prezzi
  e canoni possano essere più bassi di quelli di mercato le imprese e le cooperative che offrono alloggi
  sociali ricevono contributi o agevolazioni pubbliche, quali erogazioni monetarie a fondo perduto,
  esenzioni fiscali, assegnazione di aree o immobili, fideiussioni di fondi di garanzia, agevolazioni di tipo
  urbanistico, mutui a tassi di interesse agevolati.
  Quasi sempre la costruzione di immobili di edilizia residenziale sociale, come anche di quella libera,
  viene finanziata dalle banche con la concessione di mutui.
  Il decreto del Mit dello scorso giugno stabilisce che:«Prima della stipula del contratto di locazione e di
  futuro riscatto è necessario cancellare l' ipoteca sul bene oggetto del futuro riscatto. È possibile
  prevedere l' accollo del mutuo da parte del conduttore». Si può verosimilmente ritenere che molti
  acquirenti avranno necessità di ottenere un mutuo, e quindi si accolleranno una quota del mutuo
  ottenuto dall' operatore.
  Naturalmente il trasferimento del mutuo dall' impresa all' acquirente dipende esclusivamente da come
  la banca valuta il suo merito di credito: darà il via libera all' accollo solo se lo riterrà in grado di pagare

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  Alla Consulta

  Dirigenti, tre nodi sui redditi online
  Sugli obblighi di trasparenza di redditi e
  patrimoni dei dirigenti pubblici la saga si fa
  infinita. È quanto si ricava dalla lettura dell'
  ordinanza 9828/2017 del Tar Lazio (di cui è
  stata data notizia sul Sole 24 Ore del 22
  settembre) che ha sollevato per contrasto con
  gli articoli 3 comma 2, 13 e 117 comma 1 della
  Costituzione la questione di legittimità
  costituzionale delle norme dell' articolo 14,
  commi 1­bis e 1­ter del Dlgs 33/2013, nella
  parte in cui prevedono che le Pa pubblichino i
  dati obbligatori nel caso dei politici (in
  particolare articolo 14, comma 1, lettere c) ed
  f) dello stesso decreto) anche per i titolari di
  incarichi dirigenziali.
  Alcuni dirigenti del Garante della Privacy
  avevano proposto ricorso al Tar per chiedere l'
  annullamento, previa sospensione, delle note
  con cui il Segretario generale dell' Autorità
  aveva richiesto i dati da pubblicare, e ciò
  «eventualmente previa disapplicazione dell'
  articolo 14, comma 1­bis» del Dlgs 33
  «ovvero, ove ritenuto necessario dal Giudice»,
  la rimessione alla Corte Ue o alla Corte
  costituzionale. La sezione aveva concesso la
  sospensiva ritenendo «consistenti» le
  «questioni di costituzionalità e di compatibilità con le norme di diritto comunitario sollevate in ricorso» e
  «irreparabile» il «danno paventato dai ricorrenti». Anac, pochi giorni dopo l' ordinanza cautelare, aveva
  pubblicato le Linee guida sull' attuazione dell' articolo 14 (determina 241/2017 dell' 8 marzo), senza fare
  alcun riferimento alla decisione del Tar, salvo poi (con delibera 382/2017 del 17 aprile) sospenderne l'
  applicazione limitatamente alle indicazioni relative all' applicazione degli obblighi di pubblicazione di
  compensi e patrimoni (lettere c ed f dell' articolo 14) per tutti i dirigenti pubblici, compresi quelli del
  servizio sanitario. Con la comunicazione del Presidente del 17 maggio, l' Anac ha confermato l'
  operatività degli obblighi di pubblicazione da parte delle Pa previsti dal comma 1­ter dell' articolo 14.
  Ora la storia si arricchisce di un altro capitolo perché i dubbi già espressi nelle precedenti occasioni
  trovano puntuale indicazione nella nuova ordinanza. Le motivazioni principali si fondano sul contrasto
  con l' articolo 3 della Costituzione, principio di uguaglianza formale e sostanziale (nel duplice profilo
  dell' irragionevole parità di trattamento prevista dalla norma tra titolari di incarichi politici e dirigenti, e
  della parificazione tra tutti gli stessi dirigenti) e con gli articoli 2 e 13 (diritti inviolabili dell' uomo e libertà
  personale), vista la prescrizione imposta ai dirigenti di comunicare i dati desunti dalla dichiarazione dei
  redditi, invece che una loro ragionata elaborazione per scongiurare la diffusione di dati sensibili o
  superflui ai fini perseguiti dalla norma oppure suscettibili di interpretazioni distorte. Il Tar ha esteso d'

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25 settembre 2017
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  Contabilità. Ultimi giorni per l' approvazione

  Bilancio consolidato, il patrimonio netto «spia» per i
  revisori
  Terminato il controllo dei revisori, il bilancio
  consolidato arriva al rush finale. Entro il 30
  settembre il documento deve essere infatti
  a p p r o v a t o d a l consiglio p r o v v i s t o d e l l a
  relazione dell' organo di revisione contabile,
  per la quale l' articolo 239, comma 1, lettera d­
  bis) del Tuel assegna un termine non inferiore
  a 20 giorni dalla trasmissione della delibera di
  giunta con cui sono approvati gli schemi.
  Quali sono i controlli ai fini della stesura della
  relazione?
  Preliminare alla redazione del documento
  contabile è l' individuazione del Gap e del
  perimetro di consolidamento, cui gli enti
  devono avere già provveduto con delibera d i
  giunta, nel rispetto dei criteri definiti dal
  paragrafo 2 dell' Allegato 4/4 al Dlgs 118/11,
  tenendo conto dei valori di bilancio della
  capogruppo e degli enti/società aggiornati all'
  esercizio 2016. Anche se la delibera n o n
  necessita del parere, i revisori in questa sede
  dovrebbero verificare la correttezza dell'
  operato dell' ente locale.
  Sulla base delle direttive impartite, il
  consolidamento effettuato nel rispetto dei
  principi di uniformità, formale e sostanziale.
  Occorre, in altre parole, che tutti i soggetti appartenenti al gruppo forniscano le informazioni necessarie
  all' adozione dello schema di bilancio consolidato e all' utilizzo degli stessi criteri di valutazione delle
  poste contabili (ad esempio rimanenze di magazzino) o di calcolo degli ammortamenti. I bilanci dei
  soggetti da consolidare devono poi essere riferiti alla stessa unità temporale.
  La redazione del bilancio consolidato obbliga a elidere eventuali operazioni infragruppo, per dare
  rappresentazione solo dei rapporti con economie terze.
  Già in sede di rendiconto della gestione dell' esercizio 2016, l' organo di revisione contabile aveva
  dovuto asseverare i rapporti di debito/credito con tutte le società ed enti appartenenti al Gap.
  Ai fini del bilancio consolidato, la conciliazione dei rapporti fra Comune ed enti/società impone l'
  eliminazione di costi e ricavi, oltre che dei debiti/crediti.
  L' elisione riguarda anche i rapporti interni fra gli enti/società consolidati. Nel caso di diversa
  imputazione nella contabilità economico­patrimoniale, le eventuali differenze sono rilevate nelle rettifiche
  di consolidamento. L' eliminazione di alcune operazioni infragruppo, tra le quali la distribuzione di
  dividendi o la concessione di trasferimenti in conto capitale, determina poi variazione del risultato

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25 settembre 2017
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  Aziende controllate. Margini di flessibilità negli obiettivi annuali e pluriennali che l' ente
  proprietario deve indirizzare alle sue imprese

  Il Comune può «aprire» sulle spese di personale
  Le direttive sulle spese di funzionamento che
  g l i enti soci devono emanare nei confronti
  delle controllate possono prevedere un
  aumento della spesa del personale. L'
  approfondimento operativo dell' articolo 19 del
  Dlgs 175/2016 arriva dalla sezione regionale
  di controllo della Corte dei conti per la Liguria
  (delibera 80/2017).
  L a n o r m a p r e v e d e c h e l e amministrazioni
  pubbliche socie fissino, con propri
  provvedimenti, obiettivi annuali e pluriennali
  sul complesso delle spese di funzionamento
  d e l l e società c o n t r o l l a t e . G l i i n d i r i z z i
  comprendono il controllo della spesa di
  personale, da attuare anche attraverso il
  c o n t e n i m e n t o d e g l i oneri c o n t r a t t u a l i e
  assunzionali e tenendo conto di quanto
  stabilito all' articolo 25, ovvero delle eventuali
  disposizioni che stabiliscono, a carico degli
  enti partecipanti, divieti o limitazioni specifiche.
  La precedente disciplina (articolo 18, comma
  2­bis, del Dl 112/2008) aveva generato due
  orientamenti difformi. Secondo una parte della
  giurisprudenza, l' ente controllante avrebbe
  dovuto definire con proprio atto di indirizzo
  criteri e modalità di attuazione del principio di
  contenimento dei costi del personale, tenendo conto del settore in cui ciascun soggetto opera e delle
  disposizioni che stabiliscono, a carico dell' ente, divieti o limiti alle assunzioni di personale. In sintesi, le
  società partecipate avrebbero potuto assumere personale, con aumento della spesa, qualora il settore
  in cui operavano avesse richiesto (per motivi di concorrenzialità, per l' efficientamento del servizio,
  eccetera) un aumento o una diversificazione dell' attività. Secondo altra giurisprudenza, invece, le
  società partecipate non erano sottratte ai rigidi vincoli alla spesa del personale cui erano sottoposti gli
  enti locali controllanti.
  L' articolo 19 del Testo unico partecipate si estende a tutte le società controllate da enti pubblici. In
  questo contesto, la necessità di aumentare l' attività prodotta, in favore degli enti pubblici o di terzi, con
  contestuale aumento del fatturato e dei servizi, il conseguimento di economie di scala e l'
  efficientamento del servizio, giustificherebbero, secondo i giudici contabili, una maggiore elasticità nelle
  politiche sul personale.
  Per i magistrati l' emanazione delle direttive previste dall' articolo 19 è un obbligo, e non una semplice
  facoltà. L' amministrazione socia, sulla base delle informazioni in proprio possesso e di valutazioni di
  ordine economico, è responsabilizzata a costruire degli obiettivi reali e raggiungibili e, in seguito,

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25 settembre 2017
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  Area vasta. Il censimento dei finanziamenti arrivato in Unificata

  Province, le Regioni accelerano i fondi sulle funzioni
  trasferite
  ROMA Circa cinque milioni di euro per i centri
  per l' impiego in Emilia Romagna, che però
  sono in arrivo, 4,85 milioni di euro per Reggio
  Calabria, ma a sbloccarli sarà una richiesta
  della Città metropolitana, 3,47 milioni per la
  viabilità in Umbria e qualche altro piccolo buco
  qua e là da colmare.
  Il primo quadro dei finanziamenti regionali alle
  f u n z i o n i t r a s f e r i t e a Province e C i t t à
  metropolitane, però, appare oggi molto meno
  complicato del previsto. E sembra allontanare
  il rischio di tagli alle quote regionali del Fondo
  p e r i l trasporto pubblico p r e v i s t o p e r l e
  Regioni i n a d e m p i e n t i d a l l a m a n o v r i n a
  correttiva dei conti pubblici approvata la
  scorsa primavera.
  I primi numeri, dopo un lungo tira e molla fra le
  Regioni e Palazzo Chigi, sono usciti dalla
  nebbia che li circondava venerdì scorso, all'
  ultima seduta della Conferenza unificata. Si
  tratta di un panorama ancora parziale, ma
  dalla Lombardia alla Liguria, dal Lazio alla
  Toscana fino alla Puglia, nelle tabelle fornite
  dalle Regioni, e ora al centro di tavoli di
  confronto che partiranno nei prossimi giorni,
  sembrano disegnare un panorama idilliaco:
  tutte le risorse collegate alle funzioni trasferite, e misurate dalle leggi regionali, sono state impegnate ed
  erogate al 30 agosto.
  E proprio un' accelerazione estiva dovrebbe essere alla base del fenomeno. Vediamo perché.
  Tutto nasce, si diceva, dalla manovrina, che nel tentativo di far girare il meccanismo tradizionalmente
  inceppato dei finanziamenti regionali agli enti di area vasta ha introdotto la sanzione spauracchio: alle
  Regioni che hanno assegnato agli enti del proprio territorio le competenze ma non le risorse per
  svolgerle sarebbe arrivato un taglio del 20% sulla loro quota del fondo nazionale trasporti.
  La sanzione, rivolta ai governatori, ha allarmato però soprattutto gli amministratori locali, a partire dai
  sindaci delle Città metropolitane, perché sarebbero stati loro di fatto a subire le ricadute operative in
  termini di difficoltà del servizio, soprattutto dove i bilanci già zoppicano con il finanziamento pieno.
  Basta pensare a Roma, dove l' Atac viaggia (si fa per dire) verso il concordato preventivo e dove il
  blocco di un euro ogni cinque dell' assegno nazionale avrebbe segnato un tracollo ulteriore.
  Dopo un confronto serrato, la Conferenza Unificata del 3 agosto scorso ha visto l' intesa fra governo ed
  enti territoriali su un calendario per le verifiche un po' più disteso rispetto alle previsioni iniziali. A

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  Partecipate. Alla vigilia della scadenza ancora incertezze nelle amministrazioni sul perimetro
  della ricognizione

  Società, nei piani incognita indirette
  Le aziende di secondo livello vanno escluse solo se non c' è controllo congiunto

  Stefano Pozzoli ­ Il "giorno del giudizio" delle
  n o s t r e p u b b l i c h e amministrazioni ( i l 3 0
  settembre scadono i termini per il bilancio
  consolidato, per la revisione straordinaria delle
  partecipazioni e per la ricognizione delle
  e c c e d e n z e n e l l e società) s i a v v i c i n a
  inesorabile e, con esso, aumentano i dubbi e
  le perplessità. Una di queste incognite
  riguarda le società da inserire nella revisione
  straordinaria delle partecipazioni che, per
  quanto costituisca «aggiornamento del piano
  operativo di razionalizzazione adottato ai sensi
  del comma 612» della legge di stabilità 2015,
  comprende le partecipazioni indirette definite
  quali partecipazioni «in una società detenuta
  da un' amministrazione pubblica per il tramite
  di società o altri organismi soggetti a controllo
  da parte della medesima amministrazione
  pubblica» (articolo 2, comma 1, lettera g).
  Da qui anzitutto una novità, che accoglie una
  tesi sostenuta a suo tempo dalla sezione di
  Controllo della Corte dei Conti dell' Emilia
  Romagna, ovvero che devono essere prese in
  considerazione anche le società partecipate
  da enti (fondazioni, aziende speciali e quant'
  altro) controllati. In proposito una riflessione:
  attenzione a commisurare la necessarietà della partecipazione anche ai fini dell' ente partecipante in via
  diretta, e non solo a quelli del Comune.
  Il rischio, infatti, è di ragionare come se queste fossero partecipazioni dirette e quindi mettendole in
  relazione solo con le esigenze dell' ente locale.
  Però il tema che più appassiona, ovviamente, è quello di come limitare il numero di partecipazioni da
  inserire nel piano, anzitutto per motivi di semplificazione nella redazione dello stesso, visto l' entità delle
  informazioni richieste da Corte dei Conti e ministero dell' Economia.
  Da qui una tesi "minimalista" che sostiene non si debbano inserire le partecipazioni indirette nel caso di
  controllo congiunto. A sostenerla c' è anche una risposta a un quesito di un Comune fornita dalla
  direzione generale Revisione Partecipazioni del ministero dell' Economia, che dà una risposta molto
  netta secondo la quale «si conferma che tali partecipazioni non sono oggetto di revisione straordinaria».
  Il quesito però chiede conferma dell' esclusione delle partecipazioni indirette dalla revisione quando non
  vi sia «una partecipazione di controllo ex articolo 2359 del Codice civile oppure lo statuto non preveda
  in nessun caso il consenso unanime dei soci per le principali decisioni finanziarie e gestionali». Quest'
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                                    Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

  Difficoltà organizzative e disomogeneità territoriali
  fra i motivi del flop
  Ai sindaci fare i gabellieri non è mai piaciuto. E
  lo si vede dall' incidenza dell' evasione anche
  sulle imposte e tasse di loro competenza.
  Come ovvio, infatti, i premi statali scattano
  quando il comune collabora nello stanare chi
  non paga fino all' ultimo euro tributi statali. Ma
  il primo obiettivo dei comuni dovrebbe essere
  il recupero dell' evasione riguardante i tributi
  propri. Ad esempio, per la sola Imu, in Italia, il
  tax­gap medio negli ultimi anni non è mai stato
  inferiore a 4 miliardi di euro, pari a circa il 18%
  del gettito annuo teorico. Ma se in questo caso
  a influenzare i primi cittadini può essere il
  timore di perdere consenso presso gli elettori,
  nel primo l' anonimato della segnalazione e il
  fatto che l' eventuale cartella arrivi dall'
  amministrazione f i n a n z i a r i a d o v r e b b e r o
  essere un ulteriore incentivo.
  Allora perché la collaborazione è così scarsa e
  sporadica? Il presidente dell' Associazione
  nazionale dei comuni ( e sindaco d i B a r i ) ,
  Antonio Decaro, fornisce al riguardo una
  spiegazione articolata: «Abbiamo riscontrato
  un calo da quando è partita l' armonizzazione
  d e i bilanci. O r a i comuni sono soprattutto
  impegnati e concentrati sul fronte della
  riscossione: il nostro obiettivo è riscuotere le
  cartelle esattoriali e dunque il personale è
  impegnato soprattutto su questo fronte, abbiamo avuto anche il blocco del turnover e per fare le
  segnalazioni ci vuole personale dedicato a quello. Le segnalazioni si sono ridotte perché l' Agenzia delle
  entrate ce lo ha chiesto, ci ha chiesto di fare meno segnalazioni ma più qualificate, ossia dalle quali è
  possibile ottenere cifre maggiori».
  La spiegazione convince fino a un certo punto: a pesare sono sicuramente le difficoltà organizzative dei
  municipi, alle prese con diffuse e gravi carenze di organico che rendono assai complesso distrarre
  risorse umane al disbrigo dell' ordinaria amministrazione. Ma il vero problema è che spesso le
  segnalazioni dei comuni vengono scartate per motivi incomprensibili e certamente non legati all' importo
  del gettito in gioco: per rendersene conto basta scorrere ancora una volta le tabelle del Viminale, dove
  si trovano somme irrisorie e quasi ridicole (in termini di proficuità comparata), come i 3,68 euro che
  certamente non faranno la fortuna di amministratori e cittadini di S. Ilario d' Enza (in provincia di Reggio
  Emilia).
  Non a caso, Decaro punta il dito anche contro l' amministrazione finanziaria, sottolineando come i
  risultati negativi e le sproporzioni fra i diversi territori dipendano anche dall' Agenzia delle entrate: «A
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  I dati diffusi dal Mininterno confermano il disinteresse dei sindaci per le segnalazioni

  Evasione, i comuni si defilano
  Collaborazioni diminuite anche nelle realtà più virtuose

  MATTEO BARBERO ­ Icomuni collaborano
  sempre di meno con il Fisco nella lotta all'
  evasione fiscale. I nuovi dati diffusi dal
  ministero dell' Interno (si veda ItaliaOggi del 19
  settembre) sui premi erogati agli enti c h e
  hanno contribuito al recupero di gettito si sono
  ulteriormente ridotti rispetto al 2016
  confermando il crescente disinteresse dei
  sindaci per un' attività che pure può contare su
  importanti incentivi e che ha alle spalle
  protocolli d' intesa sottoscritti in pompa
  magna. Il calo è forte anche nelle regioni e
  nelle città tradizionalmente più virtuose.
  Dalle tabelle pubblicate la scorsa settimana
  dalla Direzione centrale per la Finanza locale,
  infatti, emerge che per il 2016 la premialità
  complessiva si è attestata a poco più di 13
  milioni (13.319.929,23 per la precisione), in
  riduzione rispetto ai circa 17 milioni del 2016 e
  ai circa 21 milioni del 2015.
  Per comprendere questi numeri, occorre
  ricordare che il decreto­legge n. 203/2005 (poi
  ripetutamente modificato) ha introdotto dei
  premi per le «segnalazioni qualificate» dei
  comuni che danno luogo ad accertamenti.
  Fino al 2019, all' ente che ha fornito all'
  Agenzia delle entrate o alla Guardia di finanza
  elementi utili per pizzicare gli evasori viene
  riconosciuto il 100% della somma riscossa. La premialità si applica alle maggiori somme relative a
  tributi statali riscosse a titolo definitivo nonché delle sanzioni civili applicate sui maggiori contributi
  riscossi a titolo definitivo, al netto delle somme spettanti ad altri enti e alla Ue.
  Pertanto, la consistenza di questi trasferimenti è un' ottima proxy del grado di collaborazione fra il centro
  e la periferia nello svolgimento di una funzione unanimemente considerata come strategica a fronte dell'
  enorme entità che il «sommerso» presenta in Italia.
  In questo senso, il calo è molto preoccupante, anche perché conferma un trend negativo che pare ormai
  consolidato: già nel 2015, il numero delle segnalazioni si era ridotto del 27% rispetto al 2014 e del 43%
  nell' arco dell' ultimo quadriennio. Per contro, l' ammontare delle premialità complessivamente
  riconosciute era aumentato del 22,7%, passando da 17,7 a 21,7 milioni, anche se solo grazie alla
  maggior percentuale riconosciuta all' ente segnalante. Negli ultimi due anni, invece, anche questo
  numero è caduto in picchiata, arrivando quest' anno quasi a dimezzarsi.
  Non per nulla, la Corte dei conti, nella relazione al rendiconto generale dello Stato per l' anno 2016, ha
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