Media Monitoring per 17-10-2018 - Rassegna stampa del 16-10-2018 - Azienda Ospedaliera Universitaria San ...
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 Efficienza sanitaria: meglio il nord ma al sud casi di eccellenza ....................................... 1 ESTRATTO BANDO DI GARA ...................................................................................................... 3 ESTRATTO BANDO DI GARA ...................................................................................................... 4 Ruggi, sul destino dei 500 dipendenti si decide a gennaio ................................................ 5 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 6 Al Tortora mancano gli operatori sanitari ............................................................................. 6 La 77enne morta all' ospedale "Santa Maria della Speranza" Aperta l' inchiesta. L' autopsia ............................................................................................................................... 7 Professoressa morta per legionella ........................................................................................ 8 Prove d'ammissione Falsificati i risultati ............................................................................ 10 Soldi per aggirare i test ......................................................................................................... 12 Sanità Campania ............................................................................................................................. 13 Università ad Avellino con la Facoltà di Medicina dell'Unisa. Asl o Moscati, l'ipotesi è viale Italia .......................................................................................................................... 13 «Io, a ottant' anni non mi arrendo al male e lotto con la scienza» ................................. 16 Cancro al fegato a Napoli il via al primo vaccino ............................................................... 18 Ceinge e neonati un laboratorio per le malattie metaboliche ......................................... 20 Così il genoma aiuta a superare il dolore e i traumi dell' infanzia .................................. 22 Cure palliative, medici insigniti dai pazienti ....................................................................... 24 De Luca commissario c' è lo stop del governo .................................................................... 25 Diabete, scoperta la proteina difettosa che «innesca» la malattia ................................ 27 Le nove «malattie» del San Leonardo .................................................................................. 29 Medicina, riflettori accesi su etica e futuro ........................................................................ 31 Nuovo ospedale De Luca ai sindaci «L'opera si farà» ........................................................ 32 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 34 "Così le staminali riaccendono la vista" .............................................................................. 34 "Non possiamo sprecare il 97% dei dati" ............................................................................ 36 Abolire il superticket obiettivo da 400 mln ......................................................................... 37 È in arrivo, colpirà un bimbo su quattro .............................................................................. 38 Con i nuovi pensionamenti lo Stato potrà assumere 90.000 prof e medici ................... 40 Così la depressione peggiora gli esiti di infarto e cancro ................................................ 43 Così si salta il numero chiuso ................................................................................................ 44 Dopo Charlie e Alfie un' altra guerra tra medici e genitori finisce in tribunale ............ 47 I super-poteri di Watson corrono in aiuto dei nefrologi ................................................... 49 Il Piemonte cambia rotta ........................................................................................................ 51 L' algoritmo diventa un assistente e aiuta l' oncologo nella diagnosi ........................... 52 L' INFLUENZA COSTA PIÙ DELLA MANOVRA ........................................................................ 54 Le stime Anatomia di una minaccia globale ........................................................................ 56 Medici in piazza: al governo non interessa la salute degli italiani ................................. 57 Mente sintetica in corsia ........................................................................................................ 59 Ospedali perché vincono i batteri ......................................................................................... 61 Sanità Via le leggi inutili e cento permessi ......................................................................... 63 Sanzioni agli infermieri che offendono e insultano sui social .......................................... 64 Superticket nel mirino, contratto dei medici: si cercano 500 milioni ............................. 66 Tre in uno per respirare ......................................................................................................... 68
15/10/2018 EAV: € 1.785 Lettori: 60.000 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Efficienza sanitaria: meglio il nord ma al sud casi di eccellenza Quando si parla di efficienza sanitaria, è difficile purtroppo pensare al Mezzogiorno d’Italia. Lo scorso anno l’Istituto Demoskopika ha realizzato l’IPS, l’Indice di Performance Sanitaria, sulla base di sette indicatori ed è emerso che nel 2016 il 17,6% degli Italiani, pari a 10 milioni, ha rinunciato a curarsi a causa delle liste di attesa troppo lunghe o perché non poteva andare in un’altra regione. Al Nord sono state registrate le performance migliori mentre il livello minore di soddisfazione è stato riscontrato in Molise, Campania e Puglia. Eppure vi sono delle eccezioni. Come riporta TripSanita, il portale DoveeComeMiCuro.it, nell’arco di due anni ha raccolto i dati relativi a circa 1.300 strutture sanitarie nazionali per stilarne una sorta di classifica. Tra quelle esaminate risulta essere proprio al Sud un istituto di eccellenza, si tratta dell’Humanitas Centro Catanese di Oncologia, presente dal 1958 e ritenuto un punto di riferimento per diagnosi e cure. DoveeComeMiCuro.it ha citato anche un’altra struttura meridionale, stavolta calabrese, parliamo del S. Anna Hospital di Catanzaro. Come riporta zoom24 il Centro vanta il più basso indice in assoluto di mortalità a 30 giorni (1,14%), ed è al terzo posto per volume di interventi eseguiti (322) per quanto riguarda il by-pass aortocoronarico. Se parliamo di cardiochirurgia, non si può non richiamare l’Azienda ospedaliero-sanitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno. Secondo l’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali la struttura è in grado di offrire cure efficaci, appropriate e sicure. Tra le altre cose l’Unità di Cardiochirurgia è nei primi cinque reparti italiani per numero di interventi di bypass aortocoronarici nel biennio 2015-2016. Sempre in Calabria, troviamo Villa Gioiosa, Villa Adelchi e il Centro Clinico San Vitaliano. Villa Gioiosa si trova a Caldopiano, località del Comune di Montalto Uffugo in provincia di Cosenza, ed è una residenza sanitaria per anziani disabili, non autosufficienti, affetti da patologie e che necessitano quindi di assistenza continua e qualificata e di trattamenti riabilitativi. È anche residenza sanitaria medicalizzata destinata a pazienti non autosufficienti. Infine offre cure palliative specialistiche, anche tipo a domicilio. Villa Adelchi , struttura immersa nel verde in provincia di Cosenza, dispone di novantuno posti letto per i degenti ed eroga oltre settantadue prestazioni Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
riabilitative ambulatoriali e domiciliari. Il Centro San Vitaliano di Catanzaro, nasce nel 2011 in collaborazione con il Centro Clinico Nemo dell’Ospedale Niguarda di Milano ed è l’unica struttura privata in Calabria, convenzionata con il Sistema Sanitario Nazionale, specializzata per le patologie neuromuscolari (SLA, distrofia muscolare e amiotrofie spinali) e per quelle terminali. Non sempre quindi la diffidenza nei confronti dell’efficienza degli ospedali meridionali è giustificata, perché è possibile trovare anche al Sud centri di eccellenza e strutture in grado di assistere i degenti con professionalità e personale competente. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/10/2018 Pagina 31 EAV: € 14.557 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Lettori: 796.905 ESTRATTO BANDO DI GARA La Società Regionale per la Sanità (SO.RE.SA. S.p.A), con sede legale in Napoli - C.A.P. 80143 - Italia - Centro Direzionale, Isola F9 - telefono 0812128174 - e-mail acquisti.centralizzazione@soresa.it, ha indetto una PROCEDURA APERTA PER L'AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI PROGETTAZIONE DI FATTIBILITÀ TECNICA ED ECONOMICA, DEFINITIVA ED ESECUTIVAEIL COORDINAMENTO DELLA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE PER LA REALIZZAZIONE DEL NUOVO COMPLESSO OSPEDALIERO SAN GIOVANNI DI DIO E RUGGI D'ARAGONA DI SALERNO. Il valore fìnale dell'appalto è di 13.377.648,49 iva esclusa. Il Responsabile del procedimento è il Dott. Domenico Tomo. Il bando di gara è stato pubblicato sulla G.U.U.E. in data 22/09/18 e pubblicato sulla G.U.R.I. in data 03/10/2018. IL DIRETTORE GENERALE Dott. Gianluca Postiglione Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/10/2018 Pagina 6 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ESTRATTO BANDO DI GARA La Società Regionale per la Sanità (SO.RE.SA. S.p.A), con sede legale in Napoli - C.A.P. 80143 - Italia - Centro Direzionale, Isola F9 - telefono 0812128174 - e-mail acquisti.centralizzazione@soresa.it, ha indetto una PROCEDURA APERTA PER L'AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI PROGETTAZIONE DI FATTIBILITÀ TECNICA ED ECONOMICA, DEFINITIVA ED ESECUTIVAEIL COORDINAMENTO DELLA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE PER LA REALIZZAZIONE DEL NUOVO COMPLESSO OSPEDALIERO SAN GIOVANNI DI DIO E RUGGI D'ARAGONA DI SALERNO. Il valore fìnale dell'appalto è di 13.377.648,49 iva esclusa. Il Responsabile del procedimento è il Dott. Domenico Tomo. Il bando di gara è stato pubblicato sulla G.U.U.E. in data 22/09/18 e pubblicato sulla G.U.R.I. in data 03/10/2018. IL DIRETTORE GENERALE Dott. Gianluca Postiglione Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/10/2018 Pagina 5 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Ruggi, sul destino dei 500 dipendenti si decide a gennaio (c.d.m.) Dovranno aspettare almeno sino a metà gennaio i cinquecento dipendenti ospedalieri che ancora hanno sul capo la spada di Damocle di un rinvio a giudizio per assenteismo. In duecento sono stati prosciolti tra febbraio e marzo, dopo un blocco di udienze preliminari tutte concluse con un'ordinanza di non luogo a procedere contro cui la Procura ha proposto appello. Per altri trecento il pm Francesco Rotondo ha invece firmato da tempo l'avviso di conclusione delle indagini, ma per optare tra esercizio dell'azione penale e la richiesta di archiviazione aveva deciso di attendere la pronuncia d'appello sui proscioglimenti, inizialmente fissata a ottobre. Nella scorsa settimana, però, quell'udienza è saltata per l'astensione degli avvocati e la nuova data è stata fissata a gennaio. Tutto rinviato, dunque, perché se anche la Procura dovesse decidere di non aspettare e procedere comunque con le richieste di rinvio a giudizio, sarebbe il giudice dell'udienza preliminare a fermare tutto, rinviando ogni determinazione al momento in cui sarà chiaro l'orientamento della Corte. Già ieri, in uno strascico delle prime udienze preliminari, il gup Piero Indinnimeo non ha esaminato le richieste di processo, rinviando tutto al 21 gennaio. A inizio anno aveva motivato le archiviazione spiegando che lo scambio di badge tra dipendenti del Ruggi non era legato in quei casi ad assenze dal posto di lavoro, perché i coinvolti erano comunque presenti in reparto. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/10/2018 Pagina 14 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Al Tortora mancano gli operatori sanitari Salvatore De Napoli Non ci sono operatori socio-sanitari a sufficienza e monta la protesta all'ospedale Andrea Tortora di Pagani. Una mancanza che si riscontra anche in reparti delicati come quello oncologico, dove ci sono pazienti che hanno bisogno di un'assistenza continua. Un'assenza che si registra anche al day hospital oncologico. Domenica pomeriggio, ad esempio, gli infermieri di turno al reparto oncologico sono dovuti scendere a portare le provette con gli esami del sangue di pazienti che dovevano andare in un altro ospedale per la refertazione, sguarnendo così il reparto. Una situazione insostenibile, specie in un'unità dove l'assistenza dovrebbe essere continua. Più volte è stata segnalata alla direzione del Dea Nocera- Pagani la necessità di avere più oss per varie incombenze, tra le quali l'accompagnamento dei pazienti da un reparto all'altro per le visite o le indagini diagnostiche o il recapito dei referti. La carenza degli operatori socio-sanitari che svolgono un servizio di supporto a quello dei sanitari è figlia del blocco delle assunzioni che si è avuto in Campania per il commissariamento della sanità. Un problema che si riscontra in tutti gli ospedali ma a Pagani sembra avere una maggiore urgenza. «Ai presìdi ospedalieri di Nocera Inferiore, Pagani e Scafati sono destinati 30 infermieri e 18 oss ricorda il direttore sanitario del Dea Nocera-Pagani, Alfonso Giordano - . Sono attesi entro la fine dell'anno e man mano che arriveranno saranno impiegati a seconda delle emergenze nelle tre strutture». A Pagani occorrerebbero una decina di infermieri e almeno quattro oss per uscire dall'emergenza in una struttura ospedaliera a prevalente indirizzo oncologico che è ormai punto di riferimento in Campania, attirando molta utenza anche da fuori regione. «Bene questi arrivi di nuove unità, ma non dimentichiamo che a breve andranno in pensione almeno 300 persone da tutta l'Asl Salerno, molte delle quali anche dal Tortora sottolinea Gennaro D'Andreatta della Cgil Funzione Pubblica - . Per questo, in contemporanea, occorre proseguire con nuove assunzioni e far lavorare i tanti imboscati che pure ancora ci sono. Si tratta di infermieri, tecnici e oss che vengono pagati come i colleghi che fanno un duro lavoro nei reparti e invece, nonostante le qualifiche, svolgo ruoli diversi e più comodi». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/10/2018 Pagina 18 EAV: € 651 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Salerno e provincia La 77enne morta all' ospedale "Santa Maria della Speranza" Aperta l' inchiesta. L' autopsia La Procura di Salerno indaga sulla morte di una donna di 77 anni avvenuta sabato scorso al presidio ospedaliero "Santa Maria della Speranza" di Battipaglia. Il decesso, secondo la denuncia dei familiari, sarebbe conseguente ad una caduta avvenuta, qualche giorno prima, in una casa di riposo per anziani nel comune alle porte della Piana del Sele. Il pm Francesco Rotondo, ieri mattina, ha ordinato che sul cadavere della donna venga effettuata l' autopsia. Dunque, dopo un primo esame esterno eseguito all' obitorio del nosocomio battipagliese, si è ritenuto necessario disporre anche l' esame autoptico, dal quale potranno chiarirsi le cause della morte. La 77enne, nel cadere all' interno della struttura di accoglienza, aveva riportato una frattura. Da questo, i familiari, ritenendo possa esserci qualche responsabilità da parte degli operatori, hanno sporto denuncia ai carabinieri della locale Compagnia. I militari dell' Arma, nella serata di sabato scorso, hanno informato il magistrato di turno che ha ordinato il sequestro della salma. red.cro. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/10/2018 Pagina 7 EAV: € 1.541 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Salerno e provincia Professoressa morta per legionella Morire di legionellosi, nel 2018? Ancora possibile, a quanto pare. Per ulteriori informazioni chiedere alla famiglia di Maria De Santis, la docente di lettere di 61 anni prestante servizio presso il liceo scientifico "Leon Battista Alberti" di Marina di Minturno, attualmente al centro delle indagini della Procura della Repubblica di Salerno per il reato di omicidio colposo in concorso, così come ipotizzato dalla denuncia querela sottoscritta dagli avvocati Mattia e Clara Aprea per conto delle due sorelle della vittima. Un nuovo caso di malasanità, in drastica sintesi, è quello che si ipotizza all' interno della documentazione con cui i due avvocati hanno richiesto e ottenuto l' apertura di un' indagine per definire cause e responsabilità della morte e del precedente calvario che ha visto Maria De Santis fermarsi - purtroppo definitivamente - presso l' ospedale "San Francesco d' Assisi" di Oliveto Citra, dove è deceduta per una forma acuta di legio nella da polmonite. Nel caso specifico, le legionelle prediligono le acque sorgive, comprese quelle termali attualmente oggetto d' indagine poiché la docente 61enne ha frequentato, nei giorni in cui è stata in vacanza nell' Alto Sele, ben tre stabilimenti del complesso termale di Contursi. In questo modo, si ritiene di poter circoscrivere il raggio d' azione del batterio e stabilirne l' effettiva fonte di contagio che ha poi portato al decesso della De Santis. L' Istituto Superiore di Sanità, in merito, ha spiegato che "le goccioline si possono formare sia spruzzando l' acqua che facendo gorgogliare aria in essa, o per impatto su superfici solide". Un caso specifico dunque, quello della trasmissione per vie aeree all' interno di una delle aree termali che la De Santis ha frequentato nel suo periodo di vacanza, che ha attirato l' attenzione della Procura di Salerno a tal punto da avviare le indagini coinvolgendo anche gli stabilimenti. La docente si è sentita male - così come spiegato dagli avvocati nella denuncia - nell' abitazione ereditata dai suoi genitori nel comune di Castelnuovo di Con z a, mentre trascorreva gli ultimi giorni di vacanza. I sintomi che portarono la donna a rivolgersi alla guardia medica di Colliano Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
erano febbre, spossatezza e tosse. Dopo il peggioramento dello stato di salute della De Santis, i familiari si sono recati d' urgenza presso l' ospedale di Oliveto Citra ma la situazione è stata trattata con assoluta disattenzione, così come denunciato dall' avvocato Mattia Aprea: «Secondo noi si tratta di un chiaro caso di malasanità. La signora si è rivolta presso la guardia medica, ma le colpe più gravi sono del personale medico che lavorava presso il pronto soccorso dell' ospedale di Oliveto Citra. Avrebbero dovuto ricoverarla, ripetere la lastra per constatare che c' era chiaramente una legionellosi in atto, dando il via alle cure di profilassi che le avrebbero permesso di essere ancora viva. Quando il primario l' ha visitata una settimana dopo, i polmoni erano ormai compromessi e non c' era più nulla da fare». Durante le fasi di visita presso il pronto soccorso, la De Santis non è stata dunque visitata con le dovute attenzioni del caso: «L' hanno praticamente costretta ad an dare via - commenta l' avvocato Aprea - Il personale medico presente ha prima detto che ritenevano che non avrebbe dovuto andar via ma poi le hanno detto che sarebbe stato inutile restare per ulteriori accertamenti, sarebbe bastato assumere un banale antibiotico, costringendola poi a firmare per le dimissioni». Attualmente sono in corso le indagini, ma nulla ancora è emerso: «Le indagini sono partite, e riguardano tutti i medici che la ebbero in cura. Si tratta dei medici del pronto soccorso e chiunque l' abbia avuta in cura, ma non sappiamo se il Pm ha ritenuto opportuno fare anche altro. Per noi si tratta di un caso di malasanità, ma c' è bisogno anche di accertarsi di quale sia il ceppo di nascita della legionella, ed è per questo che sono incluse nelle indagini le tre strutture che lei ha frequentato nel giro di quindici giorni, ossia il periodo di permanenza della De Santis in provincia di Salerno presso l' abitazione di Castelnuovo di Conza». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/10/2018 Pagina 2 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Prove d'ammissione Falsificati i risultati Alfonso T. Guerritore FISCIANO Violazione del sistema informatico, falso, abuso d'ufficio in concorso e truffa: sono queste le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, a nove persone nell'ambito di un'inchiesta riguardante la falsificazione di alcuni dati da parte di tre studenti dell'Università di Salerno. Le indagini si concentrano sull'accesso alle facoltà a numero chiuso di Medicina e Farmacia, rispettivamente con due casi e uno. Gli studenti risultavano iscritti senza mai aver mai concluso positivamente le prove d'ammissione previste. Non solo: nei sistemi informatici dell'Università risultava che avessero anche acquisito dei crediti formativi per prove ed esami che, in realtà, non avevano sostenuto. Infine, i tre studenti erano in regola con il pagamento delle tasse benché non avessero mai pagato. Il campanello d'allarme. L'inchiesta è partita da una segnalazione da parte degli uffici amministrativi dell'ateneo che hanno portato all'attenzione della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, competente per territorio, delle anomalie che avevano accertato. Di qui le verifiche condotte dai carabinieri della sezione polizia giudiziaria incrociando registri, banche dati e documenti d'esame. Dopo questa prima fase di indagine, gli atti sono stati trasferiti alla Procura distrettuale antimafia di Salerno, competente in materia di reati come l'accesso abusivo ai sistemi informatici. Gli indagati. Partendo dai ragazzi che hanno beneficiato delle manomissioni informatiche tre studenti originari di Nocera Superiore, Siano e della Calabria l'indagine ha portato ad individuare le responsabilità anche di un funzionario amministrativo dell'Università e di cinque genitori, che avrebbero avuto un ruolo attivo nella creazione del meccanismo che ha consentito ai loro figli di accedere alle facoltà a numero chiuso. In ballo c'era l'agognato ingresso a Medicina e a Farmacia. Ogni anno da migliaia di studenti in ogni parte d'Italia partecipano ai test di ammissione e per molti la porta della facoltà resta chiusa. Ma nel caso dei tre ragazzi finito sotto inchiesta, gli illeciti non si sarebbero fermati a questa fase: successivamente al superamento, mai avvenuto di fatto, delle prove per l'ingresso a Medicina o a Farmacia, i tre avrebbero anche trovato il modo di far registrare esami mai sostenuti, utilizzando le stesse modalità con cui avevano superato la prova d'ingresso. Infine quale ultima beffa, avrebbero pagato solo sulla carta le tasse per iscrizione e frequenza. Il sistema. I dati fasulli relativi ai tre giovani universitari sarebbero stati inseriti grazie ad un accesso abusivo alla banca dati web dell'ateneo, Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
effettuato con la complicità di un dipendente dell'ateneo stesso: una sorta di hackeraggio a metà, avvenuto tramite l'accesso di favore al sistema nel quale sono archiviati tutti i dati relativi alla carriera universitaria degli studenti, sia quelli delle prove e degli esami sostenuti, con i relativi crediti formativi ottenuti, sia quelli del pagamento delle tasse. I possibili sviluppi dell'inchiesta. La Procura nocerina ha portato avanti il lavoro iniziale. Il fascicolo è stato affidato al sostituto procuratore Daria Cioncada, che ha coordinato l'operazione di ricostruzione dei dati reali relativi ai tre tre studenti da parte dei carabinieri della sezione di polizia giudiziaria. Dopo questa fase si è arrivati all'identificazione non solo dei presunti responsabili ma anche di eventuali loro complici. Ma l'inchiesta ora affidata alla Procura antimafia può dirsi tutt'altro che conclusa: il fatto che la segnalazione sia partita dagli stessi uffici dell'ateneo mostra una certa efficienza nel monitoraggio del sistema, ma non esclude la possibilità di casi analoghi, in passato o anche in relazione a studenti ancora iscritti all'Università di Salerno. Di fatto, per i ragazzi coinvolti, i momenti chiave del percorso universitario, ad eccezione della laurea, sarebbero stati brillantemente superati con uno stratagemma, forse grazie alla complicità di una persona un dipendente in possesso delle credenziali di accesso. Oltre ad accertare se si siano verificati altri casi, resta da chiarire il dubbio legato ad eventuali scambiati per arrivare allo scopo, ovvero quello di ottenere dal funzionario l'indicazione sulle modalità per collegarsi alla banca dati informatica di Unisa. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/10/2018 Pagina 2 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Soldi per aggirare i test SALERNO C'è un precedente, già finito nelle aule giudiziarie, per il mercato illegale innescatosi sui test di ammissione ai corsi di laurea a numero chiuso. È una vicenda che riguarda la titolare di un'agenzia di pratiche universitarie, la quarantenne salernitana Alessandra Di Giacomo , rinviata a giudizio nel maggio del 2016 con l'accusa di truffa aggravata e millantato credito. A denunciarla era stata la madre di un aspirante medico, raccontando agli inquirenti che per consentire al figlio di realizzare il suo sogno aveva pagato senza risultati più di 10mila euro. Nella denuncia si spiegava che i primi 7mila le erano stati richiesti nel luglio del 2013 in cambio dell'iscrizione a una Facoltà di Medicina spagnola, che avrebbe consentito di aggirare la normativa italiana sui test d'ammissione. Dopo qualche settimana la presunta truffatrice contattò la signora per comunicarle che il figlio era stato ammesso all'Ateneo di Bari, assicurandole che presto le avrebbe restituito i soldi pagati per la Spagna ma intanto facendosi consegnare altri 1.600 euro per le tasse da versare in Puglia. Poi ci fu la terza fase, quella in cui fu annunciato che da Bari si era riusciti a ottenere (in cambio di altri 1.768 euro) il trasferimento all'Università di Salerno. A quel punto la donna iniziò a sospettare che fosse tutto un raggiro e che quell'iscrizione a Medicina sarebbe restata solo un'illusione. Così partì la denuncia, che nel corso del processo è stata però ritirata con una remissione di querela in cambio del risarcimento del danno. Lo stesso ha fatto anche un'altra denunciante, una studentessa che aveva pagato 600 euro per un'iscrizione alla Sapienza che in realtà non era mai avvenuta. Secondo la Procura la rete del raggiro era però molto più ampia, e non riguardava soltanto il pagamento delle tasse universitarie e la promessa di aggirare i test d'ingresso. Se da un lato la remissione delle querele ha attenuato in quelle vicende la posizione Alessandra Di Giacomo, dall'altro per la stessa donna è stato emesso lo scorso aprile un decreto di citazione diretta a giudizio che l'accusa di avere chiesto denaro in cambio dell'illusione di un posto di lavoro. A denunciarla è stata una coppia di coniugi, secondo cui la quarantenne salernitana avrebbe promesso di fare assumere il figlio nella redazione della trasmissione televisiva Uno Mattina, purché lui avesse prima partecipato a un master universitario del costo di 7mila euro e poi a un corso di formazione professionale che ne sarebbe costato altri 8mila. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
15/10/2018 nuovairpinia.it EAV: € 691 Lettori: 1.667 Argomento: Sanità Campania Link alla pagina web Università ad Avellino con la Facoltà di Medicina dell'Unisa. Asl o Moscati, l'ipotesi è viale Italia L’Università ad Avellino potrebbe arrivare con strutture decentrate o distaccate della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo di Salerno. Le indiscrezioni filtrano da ambienti ospedalieri di Avellino, dove da alcune settimane circola con insistenza una indiscrezione in questa direzione. L’interesse a dare spazio a questo progetto al momento ci sarebbe sia nell’Asl Avellino che nell’Azienda San Giuseppe Moscati, sia pure in maniera diversa e incrocerebbe esigenze diverse. IL DISEGNO ACCADEMICO. Per l’Ateneo salernitano, affidato alla responsabilità del Rettore Aurelio Tommasetti, l’operazione sarebbe coerente con la doppia strategia seguita nell’ultimo decennio. Ad undici anni dalla istituzione dei suoi corsi di laurea, l’approdo ad Avellino rappresenterebbe per l’istituzione culturale din Fisciano un ulteriore rafforzamento di una Facoltà che ha rinnovato solo nel 2005 l’antica tradizione della Scuola Medica Salernitana, poi università prima della chiusura decretata da Luigi Murat nel 1811, riaperta solo in epoca recente. Il 18 ottobre 2005 «la firma del protocollo d’intesa con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca getta le basi per l’istituzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia», come ricordano dall’ateneo salernitano, avvenuta «l 31 Gennaio 2013, quando «è stato firmato dal Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana Mario Monti il decreto per l’istituzione dell’Azienda universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona – Scuola Medica Salernitana». Giungendo ad Avellino la Facoltà, inizierebbe una espansione della Università verso le zone interne, in perfetta coerenza con l’indirizzo professato dal Rettore fin dal suo insediamento, desideroso di consolidare il suo rapporto con Avellino e la sua vasta provincia, riferimento privilegiato nel rapporto con la popolazione studentesca irpina. Ad Avellino potrebbe essere destinata una struttura decentrata, collegata peraltro alle attività ospedaliere e sanitarie pubbliche, dentro una provincia che vanta una vocazione sia nel pubblico che nel privato di eccellenza sia nel comparto pubblico che in quello privato. L’INTERESSE DELLE AZIENDE AVELLINESI. L’Asl di Avellino potrebbe utilizzare l’ex ospedale civile di viale Italia come sede universitaria, in accordo con la stessa Azienda San Giuseppe Moscati (oggi proprietaria dell’immobile) e con il Comune di Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Avellino (presto nuovo titolare, grazie ad uno scambio in corso col Moscati a cui cederebbe i suoi su cui sorge oggi il complesso dell’Amoretta). L’Azienda Sanitaria di via degli Imbimbo è la più attiva nel ricercare un assetto definitivo, non solo in conseguenza del decreto 29/2018, che l’ha privata del presidio solofrano del ‘Criscuoli’. Ma anche perché negli ultimi mesi interessata a riqualificare e rilanciare il proprio profilo, razionalizzando anche la spesa per le sedi. Ad Avellino in particolare è da tempo impegnata in una trattativa con il Comune di Avellino e l’Azienda San Giuseppe Moscati per ottenere l’utilizzo dell’ex ospedale ‘Maffucci’ di contrada Pennini, su cui puntava per il trasferimento dei propri uffici, ma non ha mai definitivamente accantonato ipotesi più impegnative sull’ex sede dell’ospedale civile, dotata di grandi spazi, con pertinenze e standard importanti per attività complesse come l’attività di alta formazione. Visto interessamento dell’Azienda San Giuseppe Moscati per una prospettiva universitaria all’interno del suo complesso dell’Amoretta, c’è chi ipotizza addirittura di sfruttare le potenzialità di soprelevazione del parcheggio multipiano attivato nei mesi scorsi, una sinergia con via degli Imbimbo potrebbe favorire anche il corposo intervento della Regione Campania nella ristrutturazione del complesso abbandonato a viale Italia. Per Moscati e Asl la attività universitaria non è una novità. Come riepilogano le schede successive, convenzioni con l’ex SUN oggi Università degli Studi della Campania ‘Vanvitelli’ di Napoli e con la Federico II di Napoli garantiscono alle due istituzioni pubbliche del servizio sanitario regionale in Irpinia una presenza importante delle attività di istruzione professionalizzante con sedi ad Avellino, Grottaminarda, Ariano e Sant’Angelo dei Lombardi. L’edificio che ha ospitato l’Ospedale Civile di Avellino, poi Azienda San Giuseppe Moscati, dismesso nel 2010 per il trasferimento dei repart, del pronto soccorso e della direzione generale nella Città Ospedaliera costruita in contrada Amoretta La sede della clinica Villa dei Platani, nota come la ‘Clinica Malzoni’ ubicata lungo il viale Italia ad Avellino VIALE ITALIA RESTA UN’EMERGENZA URBANISTICA PER IL CAPOLUOGO. Per chi ad Avellino è nato e cresciuto, ma anche per chi frequenta la città per motivi di studio, lavoro o servizi, la condizione di abbandono del prestigioso Viale Italia di Avellino, noto per quello che un tempo era il suo straordinario tunnel naturale offerto dall’intreccio dei platani, rappresenta un’emergenza da fronteggiare. Con la caserma militare a dividerlo dalla zona di espansione a occidente della città, viale Italia è stata per decenni la zona ospedaliera di Avellino, con il polo pubblico civile a pochi metri dalla clinica Villa dei Platani dei Malzoni. Riprendere una funzione sanitaria e ospedaliera con la funzione accademica e universitaria, realizzando un polo della ricerca e della formazione nel vecchio ospedale civile, contribuirebbe non poco al rilancio dell’intero settore, dove altre iniziative potrebbero annunciarsi recuperando almeno in parte l’area militare non necessaria all’Esercito e al Ministero della Difesa. Da settimane tiene banco in questo caso il progetto dell’ex dirigente della Provincia, Liliana Monaco, a proposito di una cittadella universitaria del Vino, ipotizzando lo sviluppo dell’ateneo avviato dalla Federico II in città con l’Istituto Agrario “Francesco De Sanctis”. L’Asl Avellino di via degli Imbimbo, nel centro del capoluogo I TRE POLI DIDATTICI DELL’ASL AVELLINO. Il Coordinamento Centrale delle attività universitarie dell’Asl (UOSD Formazione ed Aggiornamento del Personale/ Formazione Universitaria) è in via degli Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Imbimbo, 107 ad Avellino. La ASL Avellino è sede periferica dei Corsi di Laurea triennali (CdL) per le Professioni Sanitarie con l’Università degli Studi della Campania ‘L.Vanvitelli’ già SUN dal 2005 (ex ASL AV1/ poi ASL Avellino) e con la Università degli Studi Federico II di Napoli dal 2013. L’attività si svolge nei tre poli didattici attivi sul territorio provinciale. Vediamo il dettaglio. L’Asl ha il primo Polo didattico a Grottaminarda. Qui sono presenti i seguenti diversi corsi di laurea: Infermieristica, a cura della ‘Federico II’; Logopedia con la Università degli Studi della Campania “L.Vanvitelli”; Tecniche della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva con la Università degli Studi della Campania. Il Coordinatore delle Attività Formative Pratiche e di Tirocinio è Carmela Vella, mentre la Segreteria organizzativa è affidata ad Anna Filomena Tenore. La sede è in via Carpignano snc Grottaminarda. (Disponibile un indirizzo mail polodidattico.aslav@gmail.com ). Un secondo Polo didattico è ad Ariano Irpino. Il Corso di Laurea in Infermieristica è curato dalla Università degli Studi della Campania ‘L.Vanvitelli’. Stesso Coordinatore, la Segreteria Organizzativa è gestita da Maurizio Bianco. La sede è presso il Presidio Ospedaliero “S. Ottone Frangipane”, in Corso Vittorio Emanuele ad Ariano Irpino. Terzo Polo didattico a Sant’Angelo dei Lombardi. Qui è attivo il Corso di Laurea in Fisioterapia, a cura della Università degli Studi della Campania “L.Vanvitelli”. Il Coordinatore delle Attività Formative Pratiche e di Tirocinio è Raffaele Gizzi con la Segreteria Organizzativa affidata ad Antonietta D’Amelio e a Maria Assunta Sepe. La sede è il Presidio Ospedaliero “Criscuoli” al primo piano, in via Quadrivio snc a Sant’Angelo dei Lombardi. La sede dell’Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino NELLA SEDE OSPEDALIERA DI CONTRADA AMORETTA I CORSI DEL MOSCATI. L’Azienda Ospedaliera gestisce i corsi di laurea triennali in sede decentrata per le professioni sanitarie di: Infermieristica (abilitante alla professione sanitaria di infermiere con 105 posti), affidati al Coordinatore del corso Maria Rosa Lepre; Fisioterapia (abilitante alla Professione Sanitaria di Fisioterapista – 30 posti), affidati alla Coordinatrice del corso Anna Laporta; Tecniche della Radiologia Medica, per Immagini e Radioterapia (abilitante alla Professione sanitaria di tecnico di Radiologia Medica – 10 posti, sotto la responsabilità del Coordinatore del corso Enrico Barone. La sede di ogni corso è l’Azienda Ospedaliera ‘San Giuseppe Moscati’, presso le cui strutture vengono svolte sia le attività di tirocinio tecnico- pratiche che le attività didattiche. Referente dei Corsi di laurea triennale presso l’Azienda Ospedaliera Moscati di Avellino è la Egidia Gabrieli. Tutti i corsi sono realizzati dalla Seconda Università degli Studi di Napoli, Facoltà di Medicina e Chirurgia. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/10/2018 Pagina 14 EAV: € 7.179 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania «Io, a ottant' anni non mi arrendo al male e lotto con la scienza» Nonno Luigi, ottant' anni, di arrendersi alla malattia non ne vuole sapere. Lui, abituato a vedersela con la Natura che per anni ha sfidato con eroismo, come solo gli agricoltori sanno fare, non ci ha pensato su neppure una volta quando gli hanno proposto di sottoporsi alla sperimentazione del vaccino anti cancro al fegato. Luigi Turco di Marano, un paesone attaccato a Napoli, è il primo paziente campano a essere sottoposto alla cura con Hepavac. Un uomo di altri tempi, sorpreso del clamore suscitato dall' essere il primo napoletano a sperimentare il vaccino per il dare scacco al tumore al fegato. Come è iniziata la sua malattia? «Nel 1991 ho scoperto di avere l' epatite C. Oggi so che può essere curata ma a quel tempo non c' erano farmaci. Mi controllavo ma poi l' infezione è diventata cronica ed è degenerata prima in cirrosi e poi in epatocarcinoma». Quando le è stato diagnosticato il tumore? «Era il 2006, dopo un controllo. E ho avuto paura». E poi quali cure ha seguito? «Sono stato operato 4 volte e ho praticato altrettanti trattamenti in radiofrequenza. Con un ago nel fegato cercavano di bruciare le cellule malate. Stavo bene per un po' e poi il nemico si ripresentava. L' ultimo intervento è di cinque mesi fa». Cosa si aspetta da questa nuova cura? «Di poter vivere ancora a lungo. Lavoro ancora nei miei campi, produco roba genuina che quelli come me, che amano la terra, coltivano ancora nella maggior parte di queste zone». Cosa le hanno detto i medici? «Che con questo vaccino posso avere il 70 per cento delle probabilità che il tumore non ritorni più. Sarebbe una liberazione. Finora la malattia si è riproposta ogni due anni. Ho grande fiducia nei medici del Pascale. Sono diventato loro amico e di tutti gli operatori. Mi hanno adottato. Sono il loro paziente più affezionato». Quando ha iniziato la nuova cura? «La prima iniezione l' ho fatta venerdì scorso, giovedì farò la seconda puntura. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Quindi le altre sette di seguito». Come si sente? «Benissimo». Cosa pensa di chi va a curarsi al Nord? «Ognuno è libero quando si tratta della salute di fare quello che vuole. Ogni caso è una storia a sé, ma al Pascale ci sono strutture e medici altamente preparati. Io quando mi sono ammalato non ho mai pensato di andare in un altro ospedale che non fosse il Pascale. Certo, se mi fossi trovato male, sarei andato altrove. Ma così non è stato. Io sono napoletano, e sono contento di potermi curare a Napoli». e.m. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/10/2018 Pagina 14 EAV: € 8.668 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Cancro al fegato a Napoli il via al primo vaccino Ettore Mautone Combattere il tumore del fegato, stimolare le difese dell' organismo, addestrare il sistema immunitario contro le cellule neoplastiche: sono le basi di una nuova cura del cancro epatico che mira a indurre una reazione simile a quella del rigetto di un trapianto. Al Pascale è stato iniettato, per la prima volta a un paziente campano, il vaccino terapeutico del carcinoma del fegato Hepavac. Si tratta del quinto paziente al mondo trattato con questa innovativa tecnica (uno in Belgio e tre a Verona) nell' ambito di una sperimentazione internazionale a valle di un lungo lavoro di ricerca durato cinque anni di cui è capofila l' Istituto Tumori di Napoli. Gli obiettivi? Indurre nei malati una risposta immunitaria che possa ritardare il ripresentarsi del cancro o arrestare le recidive. La scelta è ricaduta su un paziente di 80 anni che ha una lesione localizzata al fegato, non in metastasi ma localmente avanzata. Una persona già più volte operata presso l' unità di Chirurgia epatica guidata da Francesco Izzo. Il Pascale coordina il progetto a livello europeo, finanziato con 6 milioni di euro, e sponsorizza lo studio clinico che vede impegnati anche Tubinga (Germania), Pamplona (Spagna), Anversa (Belgio) e Birmingham (Uk). In Italia oltre al Pascale di Napoli c' è l' Ospedale Sacro Cuore di Negrar a Verona. Allo sviluppo del vaccino hanno contribuito tutti i partner del progetto tra cui l' Università dell' Insubria. Durante i primi quattro anni di studi i ricercatori hanno identificato le molecole che rappresentano la carta di identità del tumore. Proteine che non si trovano sulle cellule sane del fegato né in altri organi. Segnali utilizzati per preparare il vaccino Hepavac. «A questo vaccino il team internazionale di ricercatori coordinati da Luigi Buonaguro, responsabile della struttura dipartimentale di Immunoregolazione dei tumori di questo Istituto - dice Attilio Bianchi manager del Pascale - sta lavorando dal 2013. Con la dovuta cautela siamo fiduciosi che possa essere il primo vaccino al mondo per il tumore epatico candidato alla successiva sperimentazione su vasta Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
scala». Il trattamento Il tumore del fegato rappresenta la terza causa di morte per cancro nel mondo e le opzioni terapeutiche sono limitate con una sopravvivenza media del 20 per cento. «Iltrattamento - ricorda Bonaguro - consiste in 9 punture intradermiche da effettuare periodicamente e precedute da un' unica infusione endovena di ciclofosfamide a bassa dose, un chemioterapico che prepara il terreno. L' obiettivo è valutare l' assenza di tossicità e la risposta immunitaria, e poi avere la stima di efficacia nel prevenire la ricomparsa della malattia». Ad oggi, in tutti i centri clinici coinvolti, sono stati arruolati 49 pazienti con carcinoma non metastatico. Di questi al Pascale ne sono stati individuati 15. Dopo tutti i vari step di verifica 5 sono arrivati in fase di vaccinazione. Uno ha completato il ciclo ed è seguito ad Anversa; tre finiranno la sperimentazione nelle prossime settimane al Negrar di Verona. Ora c' è Napoli. «Gli effetti collaterali nei primi quattro pazienti conclude Buonaguro - sono stati minimi. Abbiamo dato il semaforo verde per continuare l' arruolamento. Nella migliore delle ipotesi ci attendiamo l' assenza di ricomparsa del tumore». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/10/2018 Pagina 10 EAV: € 50.236 Lettori: 704.603 Argomento: Sanità Campania Ceinge e neonati un laboratorio per le malattie metaboliche GIUSEPPE DEL BELLO Ceinge, ancora in progress. Stavolta il Centro di Biotecnologie avanzate fondato dallo scienziato Franco Salvatore e presieduto oggi dall' ordinario della Federico II Pietro Forestieri si è arricchito di un' altra struttura all' avanguardia, quella dello "Screening neonatale esteso alle malattie metaboliche ereditarie". È l' unico punto di riferimento regionale, il nuovo laboratorio (acronimo Sne) che garantirà le indagini per tutti i neonati della Campania. Ogni anno in Italia un neonato su duemila viene al mondo con una malattia metabolica ereditaria. Si tratta di patologie rare che non consentono a chi ne è portatore di trasformare in energia sostanze come proteine, zuccheri o grassi contenute negli alimenti o prodotti all' interno delle cellule. La conseguenza è grave e si identifica nell' alterazione dei meccanismi cellulari che, a loro volta, si ripercuotono pesantemente sulla salute del bambino. Adesso, grazie allo screening programato, sarà possibile individuare al momento della nascita oltre 40 patologie. Patologie scoperte ancor prima che abbiano la possibilità di manifestarsi. Tutto questo si tradurrà in un beneficio enorme per il bambino: gli saranno evitati danni irreversibili. Una diagnosi così precoce di una malattia metabolica ereditaria dà la possibilità di individuare, dalla nascita, il protocollo terpautico in grado di migliorare il decorso della malattia e di prevenirne le gravi complicanze. E oggi si è passati dalla fase sperimentale a quella dell' obbligatorietà grazie ai nuovi "Lea" (Livelli essenziali di assistenza) emanati dal ministero della Salute per ampliare il sistema di screening. Se fino a ieri l' obbligo di screening scattava per tre patologie genetiche (fibrosi cistica, fenilchetonuria e ipotiroidismo), oggi ce ne sono oltre 40 nel mirino degli screening di prevenzione. In Campania, il Ceinge eseguiva sperimentalmente lo screening neonatale esteso dal 2007. Adesso esegue a regime le indagini diagnostiche per tutti i neonati della regione. Il laboratorio Sne lavora in collaborazione con i Punti nascita e le Tin (Terapia intensiva neonatale), la Federico II e il Santobono-Pausillipon. Dice Forestieri: «Grazie all' impegno di Regione, rettore Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
e manager, il Ceinge è oggi una splendida realtà, di assoluta eccellenza nazionale e internazionale. Le indagini genetiche, non più di sola ricerca di base o traslazionale, hanno acquisito un ruolo di importanza vitale nella programmazione terapeutica delle malattie oncologiche, rare ed eredo-familiari». Aggiunge Margherita Ruoppolo, responsabile dello Sne e ordinario di biochimica: «Abbiamo costituito un robusto sistema di screening, che non significa solo esecuzione del test biochimico, ma anche la creazione di una rete efficiente che pone al centro il neonato e coinvolge le famiglie, i punti nascita, i laboratori diagnostici ed i clinici. Sono sicura che la rete ci permetterà di fare enormi passi in avanti nella diagnosi precoce delle malattie metaboliche». © RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/10/2018 Pagina 10 EAV: € 60.220 Lettori: 704.603 Argomento: Sanità Campania Così il genoma aiuta a superare il dolore e i traumi dell' infanzia Il convegno Un dolore o un trauma lasciano tracce, spesso indelebili. Ma non è detto che col tempo non possano diventare una risorsa. Insomma, anche agli eventi più devastanti sotto il profilo psichico, si può sopravvivere. Forse anche rinascere a nuova vita. A spiegare che il genoma, cioè il patrimonio di geni che identifica gli esseri viventi, può rielaborare le informazioni ricevute in una chiave diversa è stata Patricia Crittenden, specializzata in Ecologia e Sviluppo della della famiglia, durante il convengo internazionale della Fiap, la Federazione associazioni di Psicoterapia che si è appena concluso a Napoli. Nei due workshop il tema centrale è stato dedicato al trauma e all' infanzia. Crittenden, che è anche presidente dell' International Association for the Study of Attachment insieme al neuropsichiatra infantile Andrea Landini che dirige il Family Relations Institute di Miami, ha evidenziato, attraverso filmati e casi clinici, gli effetti di un trauma e le strategie adottate per sopravvivere al dolore. In questo caso, mostrando in vivo le risposte di una madre nei confronti del figlio e l' attivazione di comportamenti che possono incidere in maniera pesante sul percorso evolutivo dei figli. «Risolto il trauma - spiegano gli specialisti - rimangono le cicatrici. Eppure, nonostante il passato sia immutabile, il suo significato viene riscritto ogni volta che è rievocato » . È una visione dinamica che apre alla possibilità di cura e a individuare nuove soluzioni. Sostiene Crittenden: « Il nostro Dna, grazie all' epigenoma, recente scoperta della biologia, è in grado di modificare la propria struttura e incidere positivamente anche sui figli. Situazioni particolarmente stressanti che una madre si trova a vivere possono infatti incidere sul feto e sull' espressione dei suoi geni. Al contrario - aggiunge la specialista - la rilettura delle situazioni stressanti e un' attenta cura dell' ambiente in cui la persona vive possono trasformare lo stress in risorsa. E la speranza sempre in evoluzione ci arriva dal Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
sapere che più si va avanti più si affinano i mezzi per riscrivere velocemente la nostra storia». Importante è raccogliere quante più informazioni possibili: attraverso il racconto o grazie alla scrittura. Il suo modello dinamico- maturativo si rivela strumento fondamentale nei contesti caratterizzati da maltrattamento dei minori, collocazione in affido, intervento precoce sui disturbi relazionali, violenza in famiglia e abuso di sostanze, al fine di prevenire gravi disturbi mentali e problemi futuri di genitorialita. Il modello dinamico- maturativo di Patricia Crittenden, nelle sue intenzioni, si propone come strumento da utilizzare nei contesti caratterizzati da maltrattamento dei minori, collocazione in affido, intervento precoce sui disturbi relazionali, violenza in famiglia e abuso di sostanze. Tutto questo con l' obbiettivo di prevenire gravi disturbi mentali e problemi futuri di genitorialità. A chiudere il convegno, gli interventi di Frank Lachmann, dell' Institute for the Psychoanalytic Study of Subjectivity di New York. Lo specialista ha sottolineato l' importante ruolo del terapeuta e dell' empatia affettiva: « È necessaria ma da sola non basta, occorre anche comprendere che non sono solo le difese a far si che un percorso psicoterapeutico possa dichiararsi riuscito, quanto piuttosto l' affetto che viene trasformato». - g. d. b. © RIPRODUZIONE RISERVATA Psicoterapeuta A sinistra, Patricia Crittenden, fra i maggiori esperti internazionali di psicoterapia. Il convegno che ha riunito psicoterapeuti ed altri esperti si è concluso a Napoli qualche giorno fa. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/10/2018 Pagina 7 EAV: € 389 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Cure palliative, medici insigniti dai pazienti Assegnati i premi Sono stati consegnati i riconoscimenti del Pallative Care Award 2018. Il premio è istituito dall' Associazione House Hospital onlus, guidata da Sergio Canzanella, l' Osservatorio regionale Cure palliative e medicina del dolore, la Fondazione Medicina palliativa, la Scuola regionale Accademia della conoscenza, l' Osservatorio regionale Cure domiciliari e la Fondazione AdAstra. «I medici insigniti sono stati indicati da malati che sono stati curati da loro - ha affermato Sergio Canzanella -. Questi medici sono degli eroi». I riconoscimenti a: Adiberto Favilli, Antonio Maddalena, Antonio Maione, Armando De Martino, Carmine Lauriello, Fabio Borrometi e Geppino Genua. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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