Media Monitoring per 16-09-2019 - Rassegna stampa del 13-09-2019 - Ruggi
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 13/09/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) L' autopsia non basta, altri sospetti e nuovo esame sul cuore di Lucia .................................. 1 12/09/2019 - WWW.SALERNOTODAY.IT Assenteismo al "Ruggi", la Cassazione conferma la condanna per l'ex caposala ................... 3 12/09/2019 - WWW.INFOCILENTO.IT Assenteismo all’ospedale di Salerno; prima condanna definitiva .......................................... 4 12/09/2019 - WWW.RADIOALFA.FM Assenteisti all’ospedale di Salerno, arriva la prima condanna definitiva ............................... 5 12/09/2019 - WWW.ILMATTINO.IT Assenteisti all'ospedale di Salerno, arriva la prima condanna definitiva ............................... 6 12/09/2019 - WWW.ILGIORNALEDISALERNO.IT Assenteisti all’ospedale di Salerno, arriva la prima condanna definitiva ............................... 7 12/09/2019 - WWW.ANTEPRIMA24.IT Lunedì 16 settembre il braccio di San Matteo al “Ruggi” ...................................................... 8 12/09/2019 - WWW.SALERNOTODAY.IT Ruggi d'Aragona, c'è grande attesa per l'arrivo del vescovo Bellandi .................................... 9 Sanità Campania ............................................................................................................................. 10 13/09/2019 - IL MATTINO (ED. CIRCONDARIO NORD) «Noi, precari alla deriva» Sit-in all' Asl per l' assunzione ..................................................... 10 13/09/2019 - IL MATTINO Caos lenzuola, operai sul tetto del Cardarelli ....................................................................... 12 13/09/2019 - IL ROMA Medici e vigilanti, carne da macello ..................................................................................... 14 13/09/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) Neuropsichiatria infantile apre l' ambulatorio dell' Asl ........................................................ 16 13/09/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) Ospedale -stazione Fs tavolo in Regione sui bus .................................................................. 18 13/09/2019 - IL MATTINO (ED. CIRCONDARIO SUD) Pazienti in coma «sfrattati» perchè manca una relazione .................................................... 19 13/09/2019 - IL MATTINO Schiaffi al medico del pronto soccorso: denunciato ............................................................. 21 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 22 13/09/2019 - LA STAMPA "Neolaureati in pronto soccorso ma con contratti di formazione" ........................................ 22 13/09/2019 - IL TEMPO «L' omeopatia è una terapia riconosciuta nel mondo» ......................................................... 24 13/09/2019 - AVVENIRE Il produttore dell' OxyContin potrebbe pagare 12 miliardi ................................................... 25 13/09/2019 - CORRIERE DELLA SERA La gang dei farmaci antitumorali ......................................................................................... 27 13/09/2019 - LA VERITÀ La Regione Toscana ha taciuto 3 mesi sul batterio killer causa di 31 morti ......................... 29 13/09/2019 - IL GIORNALE Quel business mondiale dei farmaci anticancro I malati colpiti due volte ............................ 31 13/09/2019 - AVVENIRE Vaccini, ecco chi dice no ...................................................................................................... 33
13/09/2019 Pagina 32 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 4.144 Lettori: 107.296 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona L' autopsia non basta, altri sospetti e nuovo esame sul cuore di Lucia CAVA DE' TIRRENI Simona Chiariello Un nuovo esame sul cuore: una sorta di supplemento di autopsia da svolgere fra trenta giorni per accertare se Lucia Ferrara doveva essere operata di urgenza e soprattutto cosa è successo nel corso del primo intervento tanto da rendere necessaria una seconda operazione dopo poche ore. Da che cosa è stato causato il ritorno in sala operatoria? Da una complicazione o da un errore? Sono queste le prime ipotesi venute fuori dall' esame autoptico, eseguito mercoledì pomeriggio sul corpo di Lucia, la ragazza cavese di 17 anni, dopo un intervento al cuore, eseguito nel reparto di cardiochirurgia, diretto da Enrico Coscioni. All' autopsia, disposta dalla Procura di Salerno, era presente anche il consulente di parte, il dottor Consalvo, incaricato dagli avvocati Mario Della Porta e Domenico Avagliano, legali della famiglia Ferrara. Subito dopo l' esame autoptico, i medici legali, nominati dalla procura, si sono dati novanta giorni di tempo per depositare la loro relazione tecnica. Ma c' è di più. Fra trenta giorni sarà necessario eseguire un esame specifico sul cuore della giovane. Si tratta di un accertamento volto ad eliminare qualche dubbio, ma soprattutto ad avvalorare alcune ipotesi, sulle quali i legali della famiglia, preferiscono mantenere il massimo riserbo. Con il sequestro della cartella clinica della ragazza, fin dal suo primo accesso all' ospedale Santa Maria dell' Olmo di Cava, si vuole accertare se l' intervento di sostituzione della valvola mitralica andava effettuato. L' altro punto da chiarire è il motivo della seconda operazione a poche ore di distanza dalla prima. La famiglia: «Perchè Lucia è stata portata di nuovo in sala operatoria?». A tutte queste domande, secondo il collegio difensivo, l' esame supplementare sul cuore dovrà dare le risposte. Intanto risultano iscritti nel registro degli indagati quattro medici: tre cardiochirurghi del reparto, diretto dal Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
dottor Coscioni, ed un rianimatore dell' ospedale San Leonardo. Lucia dopo un primo ricovero al S. M. dell' Olmo fu trasferita a Salerno per una consulenza. L' INCHIESTA Da qui la decisione di operarla per la sostituzione di una valvola mitralica. Ad un primo intervento è seguito un secondo, ma dopo due giorni la giovane muore. Nelle ore successive al decesso, il papà, Carmine Ferrara, decide di presentare denuncia alla polizia. La Procura di Salerno avvia un' inchiesta e dopo otto giorni viene fissata l' autopsia. Ora ai genitori è stato detto di aspettare per conoscere la verità. Intanto la salma, liberata dalla magistratura permetterà la celebrazione dei funerali che si terranno oggi, alle 10 nella chiesa di Dragonea. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/09/2019 salernotoday.it EAV: € 712 Lettori: 7.133 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Assenteismo al "Ruggi", la Cassazione conferma la condanna per l'ex caposala La donna fu condannata con il rito abbreviato a sei mesi (con la sospensione della pena) per truffa con il risarcimento del danno in quanto le ore lavorate risultarono inferiori rispetto all’obbligo contrattuale Diventa definitiva la condanna per un'ex caposala dell’azienda ospedaliera universitaria “Ruggi d’Aragona” di Salerno finita nel processo “Just in time”, scaturito da un’inchiesta della Procura e della Guardia di Finanza, sul fenomeno dell’assenteismo.La donna - riporta Il Mattino - fu condannata con il rito abbreviato a sei mesi (con la sospensione della pena) per truffa con il risarcimento del danno in quanto le ore lavorate risultarono inferiori rispetto all’obbligo contrattuale. L'ex caposala, che aveva una posizione organizzativa, avrebbe potuto marcare il badge al primo ingresso in ospedale e al momento di tornare a casa entrando ed uscendo nel corso della giornata per eseguire altri compiti che le erano stati affidati (come il lavoro presso lo sportello di via Mercanti, tanto che venne assolta per la violazione della legge Brunetta), ma la donna fu filmata dai militari della guardia di finanza mentre era in spiaggia durante l’orario di lavoro. Di qui la sentenza di condanna con il risarcimento del danno all’azienda ospedaliera. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/09/2019 infocilento.it EAV: € 407 Lettori: 1.700 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Assenteismo all’ospedale di Salerno; prima condanna definitiva Filmata in spiaggia durante l'orario di lavoro Con la decisione della Cassazione diviene definitiva la condanna a carico dell’ex caposala coinvolta nell’inchiesta “Just in time” sull’assenteismo presso l’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. La donna fu condannata in abbreviato a sei mesi (con la sospensione della pena) per truffa con il risarcimento del danno in quanto le ore lavorate risultarono inferiori rispetto all’obbligo contrattuale. La caposala, che aveva una posizione organizzativa, avrebbe potuto marcare il badge al primo ingresso in ospedale e al momento di tornare a casa entrando ed uscendo nel corso della giornata per eseguire altri compiti che le erano stati affidati (come il lavoro presso lo sportello di via Mercanti, tanto che venne assolta per la violazione della legge Brunetta), ma la donna fu filmata dai militari della guardia di finanza mentre era in spiaggia durante l’orario di lavoro.Di qui la sentenza di condanna con il risarcimento del danno all’azienda ospedaliera. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/09/2019 radioalfa.fm EAV: € 189 Lettori: 233 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Assenteisti all’ospedale di Salerno, arriva la prima condanna definitiva Prima condanna definitiva per la vicenda dei furbetti all’Azienda ospedaliera universitaria di Salerno. La sentenza della Cassazione riguarda una caposala dell’ospedale Ruggi coinvolta nella ben nota inchiesta denominata “Just in time” condotta dalla Finanza e coordinata dalla Procura di Salerno. Come riporta oggi il Mattino, l’imputata fu condannata nel corso del processo con rito abbreviato a sei mesi, con la sospensione della pena, per il reato di truffa con il risarcimento del danno. Le ore lavorate infatti sono risultate inferiori a quelle previste da contratto. La caposala, aveva una posizione organizzativa all’interno dell’azienda ospedaliera. Poteva uscire in qualsiasi momento una volta timbrato il badge al primo ingresso. Doveva marcare poi al termine del turno lavorativo. Lavorava anche allo sportello Asl di via Mercanti. Ad incastrarla però è stato il video della Guardia di Finanza realizzato mentre era in spiaggia durante l’orario di lavoro. Da questo episodio è scaturita la sentenza di condanna con il risarcimento del danno all’Azienda ospedaliera. Sei su Telegram? Per ricevere le notizie in tempo reale è possibile unirsi gratis al canale Telegram di Radio Alfa. Se trovi interessante questo articolo, condividilo sui tuoi social e segui Radio Alfa anche su Facebook e Twitter. Non esitare a lasciare un tuo commento ai nostri articoli. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/09/2019 EAV: € 2.506 Lettori: 176.667 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Assenteisti all'ospedale di Salerno, arriva la prima condanna definitiva È diventata definitiva la condanna a carico dell’ex caposala E.D.A., coinvolta nell’inchiesta “Just in time” sull’assenteismo presso l’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. L’imputata fu condannata in abbreviato a sei mesi (con la sospensione della pena) per truffa con il risarcimento del danno in quanto le ore lavorate risultarono inferiori rispetto all’obbligo contrattuale. La donna (difesa dall’avvocato Michele Sarno), che aveva una posizione organizzativa, avrebbe potuto marcare il badge al primo ingresso in ospedale e al momento di tornare a casa entrando ed uscendo nel corso della giornata per eseguire altri compiti che le erano stati affidati (come il lavoro presso lo sportello di via Mercanti, tanto che venne assolta per la violazione della legge Brunetta), ma la donna fu filmata dai militari della guardia di finanza mentre era in spiaggia durante l’orario di lavoro: da ciò è scaturita la sentenza di condanna con il risarcimento del danno all’azienda ospedaliera (rappresentata dall’avvocato Cecchino Cacciatore) e che, con la pronuncia della Corte di Cassazione, è diventata definitiva. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/09/2019 ilgiornaledisalerno.it EAV: € 394 Lettori: 1.000 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Assenteisti all’ospedale di Salerno, arriva la prima condanna definitiva È diventata definitiva la condanna a carico dell’ex caposala E.D.A., coinvolta nell’inchiesta “Just in time” sull’assenteismo presso l’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. L’imputata fu condannata in abbreviato a sei mesi (con la sospensione della pena) per truffa con il risarcimento del danno in quanto le ore lavorate risultarono inferiori rispetto all’obbligo contrattuale. La donna (difesa dall’avvocato Michele Sarno), che aveva una posizione organizzativa, avrebbe potuto marcare il badge al primo ingresso in ospedale e al momento di tornare a casa entrando ed uscendo nel corso della giornata per eseguire altri compiti che le erano stati affidati (come il lavoro presso lo sportello di via Mercanti, tanto che venne assolta per la violazione della legge Brunetta), ma la donna fu filmata dai militari della guardia di finanza mentre era in spiaggia durante l’orario di lavoro: da ciò è scaturita la sentenza di condanna con il risarcimento del danno all’azienda ospedaliera (rappresentata dall’avvocato Cecchino Cacciatore) e che, con la pronuncia della Corte di Cassazione, è diventata definitiva. (fonte: ilmattino.it) Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/09/2019 anteprima24.it EAV: € 550 Lettori: 15.067 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Lunedì 16 settembre il braccio di San Matteo al “Ruggi” Tempo di lettura: 1 minutoSalerno – C’è grande attesa al plesso Ruggi dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona per la consueta visita dell’Arcivescovo metropolita di Salerno in occasione della festività di San Matteo. Per la prima volta l’ospedale cittadino ospiterà il nuovo Monsignore, S. E. Andrea Bellandi, che giungerà al Ruggi lunedì 16 settembre alle ore 17.00 e porterà con sé la sacra reliquia, il Braccio del Santo Patrono.Presso la Cappella ospedaliera, il vescovo presiederà l’Eucarestia e, al termine, accompagnato dalla Direzione Strategica, dal Rettore della Cappellania e dagli assistenti Religiosi, visiterà alcuni reparti, tra cui broncologia, ematologia, otorino e oncologia, per impartire la benedizione agli ammalati.L'articolo Lunedì 16 settembre il braccio di San Matteo al “Ruggi” proviene da Anteprima24.it. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/09/2019 salernotoday.it EAV: € 666 Lettori: 7.133 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Ruggi d'Aragona, c'è grande attesa per l'arrivo del vescovo Bellandi Il nuovo capo della Curia salernitana, in occasione dei festeggiamenti per San Matteo, porterà la sacra reliquia, il Braccio del Santo Patrono, all'interno dell'ospedale cittadino Approfondimenti Pellegrinaggio del Santo Patrono: ecco la nostra fotogallery della tappa ad Ogliara 9 settembre 2019 C’è grande attesa all’azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” per la consueta visita dell’Arcivescovo metropolita di Salerno in occasione della festività di San Matteo. L’evento Per la prima volta l’ospedale cittadino ospiterà il nuovo monsignore, Sua Eccellenza Andrea Bellandi, che giungerà al Ruggi lunedì 16 settembre alle 17 e porterà con sé la sacra reliquia, il Braccio del Santo Patrono. Presso la Cappella ospedaliera, il vescovo presiederà l’Eucarestia e, al termine, accompagnato dalla Direzione Strategica, dal Rettore della Cappellania e dagli assistenti Religiosi, visiterà alcuni reparti, tra cui broncologia, ematologia, otorino e oncologia, per impartire la benedizione agli ammalati. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
13/09/2019 Pagina 36 Il Mattino (ed. Circondario Nord) EAV: € 4.834 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania «Noi, precari alla deriva» Sit-in all' Asl per l' assunzione FRATTAMAGGIORE Giuseppe Maiello Operatori socio sanitari usa e getti, scaduti, 70 famiglie senza un lavoro: queste le scritte su striscioni e tazebao attaccati alle inferriate del palazzo della direzione strategica dell' asl Na 2 nord. Una settantina quelli che ieri mattina hanno fatto un sit-in in via Vergara. In 4 si sono incatenati e minacciano lo sciopero della fame. Sono gli operatori socio sanitari assunti, chi da 30 mesi, chi da un anno, a tempo determinato, a supporto dei livelli essenziali di assistenza negli ospedali di Ischia, Frattamaggiore, Giugliano, Pozzuoli, Rsa Cardito. Sono stati reclutati con avviso pubblico con impiego a 6 mesi, poi prorogati. Per alcuni la scadenza è prevista per il 12 ottobre, per altri la fine dello stesso mese. Speravano di arrivare ai tre anni previsti dalla legge Madia sulla stabilizzazione dei precari. Per alcuni di loro si è trattato di un vero e proprio supplizio di Tantalo: pochi mesi ed avrebbero raggiunto il tetto previsto. A novembre 2017 l' asl Napoli 2 nord aveva indetto un avviso pubblico per l' assunzione a tempo determinato di personale. 9000 i partecipanti. Alla fine di agosto viene invece pubblicata la graduatoria, con validità pluriennale: 792 vincitori. La speranza per i precari si affievolisce. Anche se sperano che le carenze rese ancora più evidenti dai prepensionamenti per la quota 100 - della sanità a livello regionale, possano dare risposte concrete occupazionali a tutti. L' asl invece si orienta verso l' assunzione dalla graduatoria dei vincitori di concorso. Per i 70 potenziali disoccupati è la disperazione: diversi sono quelli che vivono del solo reddito che arriva dal rapporto di lavoro con l' asl. Ieri mattina la protesta. Un sit in all' esterno della direzione dell' asl. Una delegazione di manifestanti insieme ad alcuni rappresentanti sindacali della Fials, vengono ricevuti dal direttore generale Antonio D' Amore. I responsabili aziendali di Cgil, Cisl ed Uil diffondono una nota nella quale si esprime solidarietà ai manifestanti, preoccupazione per l' incidenza della carenza di personale sulla qualità di alcuni servizi, e, dichiarano lo stato di Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
agitazione: chiedono di poter discutere al tavolo regionale anche perché «nella regione Campania vi è un fabbisogno di circa 5000 unità: la guerra dei poveri tra vincitori di concorso ed avvisisti' in scadenza è una mortificazione per tutti». Previsione avverata: sui social avvisti e vincitori di concorso, se le cantano. LE RICHIESTE «Usati e buttati via» commenta un precario. «Per i colleghi di Salerno c' è stata una proroga, perché?» chiede un altro. Il direttore generale dell' asl Antonio D' Amore dice: «Comprensione umana per la prossima scadenza di questi contratti. Tali rapporti lavorativi non potranno più essere rinnovati in quanto si tratta di personale selezionato con avvisi pubblici a tempo determinato per dare risposte immediate ai bisogni assistenziali urgenti. La legge impedisce di prorogarli ulteriormente considerato che l' asl - per assicurare stabilità ai livelli assistenziali - ha portato a termine un regolare concorso a tempo indeterminato per operatori socio sanitari. È auspicio dell' azienda che tutti gli idonei nella propria graduatoria possano presto entrare in servizio nel servizio sanitario regionale». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
13/09/2019 Pagina 32 EAV: € 6.297 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Caos lenzuola, operai sul tetto del Cardarelli IL CASO Ettore Mautone Torna in primo piano la difficile vertenza dei 240 lavoratori della American Laundry che ieri hanno occupato i magazzini del Cardarelli (dove sono conservate le riserve di lenzuola e altri presidi e kit per i quotidiani ricambi delle corsie, delle medicherie e delle sale operatorie). Per ore, sin dal primo mattino, gli operai dell' azienda di Melito (in crisi da oltre un anno dopo essere stata raggiunta da un' interdittiva antimafia) hanno manifestato con striscioni e slogan inneggianti al lavoro e alla salvaguardia dei livelli occupazionali bloccando anche il ritiro della biancheria sporca da parte di un fornitore alternativo individuato dai Commissari. Utilizzati anche i cassonetti della spazzatura come tamburi metallici per alzare l' attenzione dell' opinione pubblica calata inesorabilmente nelle ultime settimane, dopo il blitz notturno al Pascale prima delle ferie, quando per alcune ore fu bloccato il subentro della American Service, arrivata seconda nell' originario bando di gara. STOP DA TRE GIORNI Da tre giorni a Melito lo stabilimento produttivo della Laundry è fermo. I commissari che amministrano l' azienda (Olga Porta, Antonella De Luca e Alfonso Rufino) stanno da mesi gestendo il difficile passaggio di consegne tra la Laundry e l' American Service, azienda arrivata seconda nell' originario bando di gara e subentrata, dopo un lungo contenzioso giudiziario, nella fornitura. Per ora, dopo numerose proroghe, il subentro è avvenuto al Pascale e al policlinico Vanvivelli mentre da qui alla fine di ottobre ci sarà lo stesso avvicendamento al Santobono, all' azienda dei Colli quindi in tutti i presidi ospedalieri della Asl Napoli 1 e al policlinico Federico II. FUTURO INCERTO Per la maggior parte dei 240 lavoratori della Laundry, e per le rispettive famiglie, il futuro è quantomai incerto. L' azienda di Melito, a fronte della perdita della maggior parte delle commesse, (ne conserva ancora nel settore privato e in altre regioni segnatamente in Sicilia e Calabria) ha avviato i licenziamenti collettivi. Su 240 lavoratori 67 sono impiegati direttamente negli Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
ospedali e solo questa quota è destinata ad essere salvata in quanto riassorbiti dal nuovo fornitore come già avvenuto al Pascale e alla Vanvitelli. Per gli altri non c' è obbligo di legge alla salvaguardia, almeno non in base alla norma vigente al momento dell' assegnazione della gara, e tutti i tavoli convocati al ministero e il prefettura non hanno dato finora l' esito sperato. Ieri, solo nel primo pomeriggio e dopo lunghe ed estenuanti trattative alla presenza della Digos e grazie alla mediazione dei commissari, al Cardarelli è tornata la calma. Dopo aver fissato un nuovo incontro il prefettura lunedì, al quale parteciperà anche la Regione, i lavoratori hanno inoltre deciso di riaccendere le caldaie a Malito. Pertanto nei prossimi giorni le forniture dovrebbero essere assicurate con regolarità. Il principale nodo da sciogliere è a questo punto la possibilità di attivare, almeno, gli ammortizzatori sociali. Anche questo paracadute non è però automatico che si apra nei casi in cui vi sia, appunto, l' interdittiva antimafia. In base alle notizie apprese dal Mattino sono tuttavia in corso colloqui al Ministero per esplorare questa possibilità da parte dei commissari. Un precedente simile, con i dovuti distinguo, ci sarebbe con il caso della Cpl concordia. Una linea dietro la quale potrebbe, in scia, operare in appoggio anche la Regione che entrerà in campo per la sua parte al tavolo di Lunedì in prefettura. IL CARDARELLI Intanto dal Cardarelli il manager Giuseppe Longo avverte che «non c' è stato nessun disservizio per l' assistenza. Gli atteggiamenti messi in atto in questa protesta nel cui merito non intendo entrare sono da stigmatizzare, il Cardarelli è un ospedale dove c' è gente da curare e non può essere teatro di rimostranze che nulla hanno a che vedere con la salute dei pazienti». La direzione strategica dell' Azienda evidenzia comunque che grazie ad un' attenta opera di mediazione (messa in atto soprattutto dai commissari e dalle forze dell' ordine) è stato possibile evitare che vi fossero ripercussioni sulle prestazioni assistenziali erogate ai degenti. «È opportuno ribadire - conclude il direttore generale Longo - che la direzione strategica del Cardarelli non ha alcuna discrezionalità in merito alle decisioni assunte sull' American Laundry e anche noi ringraziamo i Commissari prefettizi dell' American Laundry, le forze dell' ordine e la Poliìzia di stato del distretto Arenella e i rappresentanti della Digos per il prezioso supporto che ci hanno fornito». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
13/09/2019 Pagina 11 EAV: € 1.263 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Medici e vigilanti, carne da macello SANITÀ Due aggressioni in poche ore, una al San Paolo e l' altra al Loreto Mare. Alla guardia giurata tentano anche di portar via la pistola NAPOLI. Due episodi in poche ore. Due aggressioni che vedono a teatro altrettante strutture sanitarie napoletane, il San Paolo a Fuorigrotta e il Loreto Mare in via Marina. Cominciando da quest' ultima, accaduta nella nottata di ieri, ad aver scatenato le ire di un padre, che aveva accompagnato il figlio al pronto soccorso perchè in preda a lancinanti dolori dovuti ad una colica renale, l' attesa, seppur di pochi minuti e in codice verde. Prima di lui c' erano già, nonostante l' orario, una decina di pazienti in attesa alcuni dei quali con codici di maggiore urgenza. Ma nonostante ciò trascorsi pochi minuti il padre del ragazzo si è spazientito e si è diretto "senza se e senza ma" verso il chirugo di turno insultandolo e poi prendendolo a calci e pugni. Il medico non ha reagito per evitare il peggio, ma non ne avrebbe avuto nemmeno il tempo vista la tempestività dell' accaduto. Si è fatto refertare e nonostante l' umiliazione subita ha continuato a visitare i pazienti e ha concluso il turno ieri mattina, come da prassi, per tornare a casa. Ovviamente, hanno aggiunto da Nessuno Tocchi Ippocrate, l' associazione che tiene conto delle aggressioni che avvengono all' in terno delle strutture sanitarie, un episodio del genere ti traumatizza e non solo a livello fisico. Ma non è finita qui. In queste ore allucinanti un altro episodio ha coinvolto le guardie giurate ed è stato particolarmente rischioso in quanto l' aggressore ha tentato anche di sfilare la pistola al vigilante. Il tutto è avvenuto nella serata di mercoledì alle 20 all' ospedale San Paolo, a Fuori grotta. Un uomo è arrivato in autombulanza in evidente stato di ubriachezza. Forse proprio nei fumi dell' alcol appena è sceso dal veicolo ha cercato di prendere a calci un paio di pazienti in attesa di essere visitati dal medico del pronto soccorso. In preda ad una furia incontrollabile è entrato nel pronto soccorso gettanto a terra quello che aveve di fronte fino a quando non è intervenuto un Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
vigilante ha lo ha bloccato pro prio mentre stava scagliando un attrezzo contro il medico di turno alle visite. Nel fermarlo però il vigilante non ha fatto altro che deviare l' attenzione dell' ubriaco indirizzando verso se stesso la furia dell' uomo che per tutta risposta si è divincolato e ha cercato di afferrare l' arma che aveva nella fondina. Da qui ne è nata una colluttazione. Ed è stato a questo punto che sono intervenuti altri due vigilantes che hanno tenuto fermo l' ubriaco ma è stato necessario l' intervento dei sanitari che lo hanno sedato in attesa dell' arrivo della polizia. Sul posto sono giunte le volanti del commissariato di Bagnoli che hanno identificato l' uomo e verbalizzato il resoconto dei vigilantes che hanno reputato necessario chiedere aiuto alle forze dell' ordine. «Siamo in balia di chicchessia - hanno sentenziato i medici che si sono trovati loro malgrado coinvolti in questo bailamme - Inoltre questo tipo di episodi stanno aumentando in maniera preoccupante ed esasperante. Non riusciamo più a lavorare con tranquillità e questo pregiudica tutta la catena sanitaria: noi, gli infermieri, per finire addirittura ai vertici aziendali, siamo ormai sempre sul chivalà». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
13/09/2019 Pagina 29 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 4.479 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Neuropsichiatria infantile apre l' ambulatorio dell' Asl PUGLIANELLO Gianluca Brignola «Un altro tassello per avvicinare i bisogni di sanità dei cittadini». Così nella mattina di ieri il direttore generale dell' Asl di Benevento Franklin Picker a margine della cerimonia di inaugurazione a Puglianello del nuovo ambulatorio di neuropsichiatria dell' infanzia e dell' adolescenza. Un centro di riferimento per i disturbi dello spettro autistico al servizio del distretto sanitario intitolato alla memoria del compianto sindaco del piccolo borgo, scomparso 12 mesi fa. «Quello di oggi è il risultato di un lavoro di squadra - ha proseguito Picker -. Nei vari interventi che si sono susseguiti è stato ricordato il sindaco Bartone, un esempio di passione e amore per il proprio paese che ha guidato in questi mesi la nostra azione. La sua storia ha aggiunto sicuramente qualcosa il più. Ho governato per 3 anni e mezzo un' Asl con 288 mila abitanti, a loro volta, cittadini dei propri comuni. Dobbiamo sempre tenere ben presente che sindaci e Asl condividono gli stessi obiettivi e non può che esserci sintonia tra le due istituzioni». «Noi - prosegue Picker - lavoriamo per dare dei servizi sanitari, i sindaci per dare dei servizi sociali alle proprie comunità. Il legame di chi dirige l' Asl rimane fortissimo. Questa struttura ha dato risposta a tutta una serie di esigenze. Abbiamo affrontato, come azienda, una patologia insidiosa molto diffusa a cui forse il legislatore non ha ancora dato una risposta seria ed esaustiva. L' autismo che diventa di competenza, della neuropsichiatra sino ai 18 anni, e della salute mentale dopo. Questo passaggio non deve essere determinato dalla carta d' identità o dalla data di nascita. Nella nostra visione questo centro sarà gestito dalla neuropsichiatria infantile e dal dipartimento di salute mentale per un passaggio progressivo e di conoscenza dei pazienti, per trovare delle risposte congiunte. A fine mese terminerò il mio mandato e sono abbastanza soddisfatto del lavoro portato avanti grazie ai miei collaboratori. Da solo non avrei potuto fare veramente niente». «Qui verranno effettuate le attività di diagnosi e terapia - le Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
parole di Domenico Dragone, direttore del centro -, ma sarà anche un presidio propulsivo per tutti i progetti di inclusione sociale dei ragazzi che stiamo seguendo. Ora stiamo inaugurando il piano terra della struttura, ma abbiamo già presentato alla Regione una progettualità per l' apertura di un presidio a supporto di attività per gli adolescenti e gli adulti autistici. Inoltre, diventerà un punto di riferimento anche per un' altra patologia che è l' AdHd, vale a dire il disturbo da deficit di attenzione iperattività». «Finalmente - ha dichiarato il primo cittadino di Puglianello Francesco Maria Rubano - possiamo destinare in questo immobile un servizio Asl, all' interno della riorganizzazione di alcuni servizi del distretto sanitario. Dopo tante battaglie e tante cattiverie, tutte vinte, ci siamo riusciti onorando un altro grande impegno. Sono certo che da lassù siamo riusciti a strappare un sorriso a Tonino Bartone». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
13/09/2019 Pagina 28 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 2.628 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Ospedale -stazione Fs tavolo in Regione sui bus SANT' AGATA DE' GOTI/1 Martedì prossimo il sindaco di Sant' Agata de' Goti Giovannina Piccoli e il primo cittadino di Durazzano Alessandro Crisci saranno in Regione, convocati presso la Direzione generale per la Mobilità. All' ordine del giorno ci sarà il tema del trasporto pubblico locale e, nello specifico, dei collegamenti tra l' ospedale «Sant' Alfonso Maria de' Liguori» di Sant' Agata de' Goti e la stazione ferroviaria di Cancello Scalo, una delle più vicine al territorio di Durazzano, utilizzata ogni giorno da numerosi pendolari santagatesi e durazzanesi. Lo scorso 28 agosto erano stati i due sindaci a richiedere un incontro alla Regione per discutere l' ipotesi dell' istituzione di nuove corse per gli autobus di linea dopo la sottoscrizione di un protocollo d' intesa con il quale il Comune di Sant' Agata si impegnava a sostenere la delibera con la quale l' amministrazione durazzanese poneva alla Regione due questioni. Una prima, relativa a una intensificazione delle corse tra Sant' Agata e la stazione di Cancello via Durazzano. Ed una seconda, legata al problema degli orari delle corse già esistenti. «La nostra è una richiesta spiega il sindaco di Durazzano Alessandro Crisci - che va incontro alle esigenze di quanti, tra studenti e lavoratori, ogni giorno partono da Durazzano per la stazione di Cancello. Ma anche per quei ragazzi che al mattino devono frequentare le scuole superiori di Sant' Agata. Ad oggi abbiamo solo due corse e sono programmate in orari che non rispondono alle esigenze dei pendolari. Chiederemo quindi nuove corse indispensabili, anche per i collegamenti con l' ospedale di Sant' Agata». v.d.r. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
13/09/2019 Pagina 36 Il Mattino (ed. Circondario Sud) EAV: € 4.782 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Pazienti in coma «sfrattati» perchè manca una relazione SORRENTO Ciriaco M. Viggiano Il reparto di ortopedia ristrutturato ma ancora privo di alcuni arredi. Pazienti oncologici e in rianimazione in spazi non adeguati. Senza dimenticare la paralisi dei lavori nell' unità di medicina, bloccati da due anni, e la carenza di personale, soprattutto al pronto soccorso. Ecco i problemi che affliggono l' ospedale di Sorrento e che ora sono sulla scrivania di Gennaro Sosto: emergenze che il nuovo direttore generale dell' asl Napoli 3 sud ha toccato con mano nel corso della sua prima visita alla struttura. SOPRALLUOGO Sosto si è presentato al Santa Maria della Misericordia per verificare le criticità rilevate dai carabinieri del Nas e segnalate alla procura di Torre Annunziata. Si tratta di problemi strutturali ormai cronici a causa della lentezza che ha caratterizzato l' attività di manutenzione nonostante i continui solleciti indirizzati dai vertici dell' ospedale all' ufficio tecnico dell' asl. L' esempio più eclatante il reparto di ortopedia, dove a marzo sono stati avviati lavori di ristrutturazione che si sarebbero dovuti concludere in 30 giorni. A causa del mancato coordinamento delle varie ditte, invece, l' intervento è stato ultimato alla fine di luglio. Il reparto, però, non è ancora dotato di alcune suppellettili: sedie e scrivanie ma soprattutto parte degli arredi dei bagni. I degenti, nel frattempo, sono stati smistati: otto negli spazi ancora disponibili al terzo piano dell' ospedale, altri appoggiati su letti e barelle in medicina e chirurgia. SBALLOTTATI Vittime dei disagi anche i pazienti oncologici, per lungo tempo accolti in due stanze alla fine del corridoio che attraversa ortopedia e, dopo l' apertura del cantiere in quest' ultimo reparto, sballottati al secondo piano. Per risolvere il problema si è pensato di destinare le due stanze di oncologia alle attività ambulatoriali di ortopedia per liberare spazi più ampi, riservati e confortevoli per i accogliere i malati di tumore. La proposta, sostenuta dal primario Raffaele D' Ambra, ha incassato un primo ok dal neo-direttore Sosto. E la rianimazione? Medici, infermieri e pazienti sono stipati in Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
angusti locali al piano terra in attesa della ristrutturazione del primo piano dell' ospedale, storica sede del reparto. Il governo, a febbraio scorso, ha sbloccato i fondi necessari per completare i lavori. A paralizzare tutto, però, è la mancanza di una relazione antisismica: questione sulla quale l' asl intende accelerare. Stesso discorso per i lavori nella parte destra dell' unità di medicina, avviati nel 2017 e paralizzati dalla mancanza di fondi e dalle inchieste giudiziarie. Quanto alla carenza di personale, sia il direttore generale Sosto che il direttore sanitario dell' asl Luigi Caterino hanno confermato che, nel giro di un mese, due chirurghi saranno destinati al pronto soccorso di Sorrento e che all' ospedale Santa Maria della Misericordia saranno presto assegnati anestesisti e figure professionali mancanti. Nel frattempo, ai nuovi vertici aziendali giunge l' appello del tribunale per i diritti del malato: «Carenze strutturali e di personale stanno minando irrimediabilmente la sanità pubblica locale, costringendo i pazienti a rivolgersi a strutture private sottolinea il presidente Giuseppe Staiano L' asl intervenga al più presto». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
13/09/2019 Pagina 32 EAV: € 1.979 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Schiaffi al medico del pronto soccorso: denunciato Ancora un' aggressione all' interno di un ospedale, stavolta l' increscioso episodio è avvenuto al nosocomio del «Loreto Nuovo». Un medico del pronto soccorso all' interno della struttura ospedaliera è stato schiaffeggiato ieri dal padre di un giovane paziente, di 22 anni. Il ragazzo in attesa di cure era stato inserito al triage con un codice verde. Il padre, 47 anni, ha dapprima lamentato la lentezza della prestazione da parte dei medici, poi lo scatto d' ira e successivamente ha colpito con uno schiaffo il medico di turno al pronto soccorso. Nonostante tutto dopo l' aggressione il medico ha continuato a prestare il suo servizio restando sul posto di lavoro ad assistere gli altri pazienti. A fine turno ha però deciso di sporgere querela per lesioni presso la stazione carabinieri di Borgoloreto. I militari hanno verificato i referti e in poco tempo sono riusciti a risalire all' aggressore che hanno identificato. Immediatamente i carabinieri hanno denunciato l' uomo all' autorità giudiziaria con l' accusa di lesioni personali aggravate dall' aver colpito un pubblico ufficiale. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
13/09/2019 Pagina 38 EAV: € 17.472 Lettori: 418.324 Argomento: Sanità nazionale "Neolaureati in pronto soccorso ma con contratti di formazione" ALESSANDRO MONDO il sindacato apre con riserva alla proposta della regione alessandro mondo Emergenza medici: il piano della Regione - impiegare i camici bianchi neolaureati e non ancora specializzati per tamponare gli organici dei pronto soccorso, con riferimento ai codici di minore gravità - registra i primi passi in avanti. Due le novità emerse nella giornata di ieri, dove l' assessore alla Sanità ha incontrato a più riprese i sindacati di categoria: apertura, con riserva, da parte dei medici ospedalieri; confermata la collaborazione con i medici di medicina generale, già avviata nella precedente legislatura ed ora estesa a nuove categorie. Primi spiragli Sul primo fronte, quello degli ospedalieri, Anaao Assomed ha ribadito la necessità di assumere gli specializzandi al quarto e quinto anno: «Proprio perchè alla fine del percorso formativo, garantiscono qualità». Quanto alla proposta di inserire i neolaureati dopo un corso di 6 mesi, spiega Chiara Rivetti, segretario regionale Anaao Piemonte, «al massimo questo dovrebbe essere fatto solo garantendo loro un percorso formativo, tale da consentire ai medici di conseguire dopo cinque anni la specialità: proponiamo la creazione di contratti formazione-lavoro che permettano ai neolaureati di formarsi sul campo, negli ospedali territoriali, e completare la formazione teorica nell' Università. Così facendo, «garantirebbero per cinque anni l' attività negli ospedali di formazione e al termine potrebbero essere assunti a tempo indeterminato». In caso contrario, commenta Rivetti, «si rischia di creare un eccessivo turn over dei colleghi, che inizierebbero a lavorare nei Dea per poi lasciare dopo pochi mesi, magari per entrare in specialità: invece a chi dovesse decidere di rimanere non si offrirebbero prospettive, se non un futuro da precario perché non avrebbe mai accesso alla dirigenza che richiede la specialità». Anche così le variabili non mancano, dato che la formazione post-laurea è un tema nazionale (l' assessore Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
lo porrà la prossima settimana, quando si recherà a Roma). Sul quale, oltretutto, deve esprimersi l' Università: «Il peso della Regione e la situazione di crisi potrebbero consentire una modifica normativa in tempi brevi, l' Università potrebbe contribuire ad evitare la chiusura di molti servizi e il servizio sanitario continuare a far lavorare medici formati». Accordi rinnovati Per i medici di medicina generale la situazione è meno problematica. Come spiega Roberto Venesia, segretario Fimmg Piemonte, l' accordo stipulato con l' ex-assessore Saitta per dislocare i camici bianchi nei pronto soccorso è stato rinnovato ed esteso. La possibilità di essere "arruolati" riguarderà anche i medici che hanno seguito il corso per l' emergenza sanitaria (il 118), quelli che, pur essendo abilitati alla professione, non sono specializzati e non hanno seguito il corso di formazione, gli specializzandi. Con una premessa, precisa Venesia: «Parliamo sempre di non urgenze». - c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Pronto soccorso a rischio. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
13/09/2019 Pagina 13 EAV: € 1.311 Lettori: 46.925 Argomento: Sanità nazionale «L' omeopatia è una terapia riconosciuta nel mondo» Battaglia Omeoimprese, associazione dei produttori dei medicinali, difende le cure: «Sono legali» Omeoimprese, l' associazione delle aziende italiane e straniere che in Italia producono e distribuiscono medicinali omeopatici e antroposofici, per mezzo dei suoi legali ha inviato alla Casa Editrice Rizzoli una lettera di diffida nella quale chiede all' editore di astenersi dall' utilizzare per il prossimo libro di Roberto Burioni il titolo: «Omeopatia. La grande truffa». Da qualche tempo infatti circola la notizia della imminente uscita di un libro del professor Burioni con quel titolo e dedicato interamente alla confutazione dell' omeopatia. «Come noto - si legge nella diffida l' omeopatia è una disciplina medica riconosciuta e tutelata nell' ordinamento nazionale, nell' ambito del quale trova una specifica regolamentazione nel c.d. Codice del Farmaco di cui al D.Lgs. 24 maggio 2006, n. 219. (...) Posto quanto sopra, non può non rilevarsi la natura inequivocabilmente diffamatoria del titolo del testo in via di pubblicazione, la cui diffusione sarebbe senz' altro idonea a produrre grave danno all' intero comparto dell' omeopatia: medici omeopati, aziende produttrici di medicinali omeopatici, distributori. Si diffidano, pertanto, i soggetti in indirizzo dal procedere alla pubblicazione dello scritto in questione con il predetto titolo, invitandosi gli stessi a porre in essere ogni azione necessaria e/o opportuna affinché sia modificato il titolo medesimo in senso non diffamatorio ed inoltre siano adeguati contenuti dell' opera, ove anch' essi denigratori». «Le imprese produttrici di farmaci omeopatici - dichiara Giovanni Gorga, presidente dell' associazione - i farmacisti, i medici omeopati, 11 milioni di pa hanno sempre accettato il confronto e rispettato le posizioni di tutti. L' omeopatia è una terapia legale, riconosciuta come tale dalla normativa europea e di tutto il mondo». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
13/09/2019 Pagina 20 EAV: € 15.100 Lettori: 352.765 Argomento: Sanità nazionale Il produttore dell' OxyContin potrebbe pagare 12 miliardi L' EPIDEMIA DEGLI OPPIOIDI NEGLI STATI UNITI New York Purdue Pharma, produttore dell' antidolorifico OxyContin, avrebbe raggiunto un accordo provvisorio con circa metà dei 23 Stati e delle più di 2.000 città e contee che le avevano fatto causa per il suo ruolo nell' epidemia delle dipendenze da oppioidi negli Stati Uniti. Ma le critiche degli avvocati di almeno una dozzina di Stati minacciano di tenere aperta la causa contro la società e la famiglia che la possiede, la Sackler. Proprio la quantità di denaro che i Sackler dovranno sborsare, oltre alla loro ammissione di colpa, sono punti critici dell' intesa. L' accordo, che non è ancora ufficiale, prevede che Purdue, che ha sede a Stamford, nel Connecticut, paghi fino a 12 miliardi di dollari alle amministrazioni locali e che la famiglia Sackler rinunci al controllo dell' azienda. I Sackler dovranno inoltre pagare 3 miliardi in sette anni, che finanzierebbero almeno in parte con la vendita di un' altra azienda in loro possesso, Mundipharma. Non sarebbero però tenuti ad ammettere alcun illecito. La compagnia dovrebbe inoltre dichiarare bancarotta e risorgere come un trust il cui scopo principale sarà produrre farmaci per combattere la dipendenza da antidolorifici. Non è il primo accordo nell' ambito delle cause mosse contro aziende farmaceutiche accusate di aver innescato l' epidemia di oppiacei negli Usa - la più grande crisi da tossicodipendenza della storia americana. Di recente un giudice dell' Oklahoma ha imposto a Johnson & Johnson una multa di 572 milioni di dollari per aver contribuito volontariamente a inondare lo Stato di potenti antidolorifici derivati dall' oppio (un tempo riservati ai malati terminali di cancro), promuovendone i benefici presso medici e pazienti e riducendo al minimo i rischi di dipendenza. Quello con Purdue, se diventerà definitivo, sarebbe però il primo accordo raggiunto a livello nazionale per far pagare a una casa farmaceutica i costi diretti di una crisi che ha provocato oltre 400mila vittime di overdose in due decenni, secondo le statistiche federali. Ma anche se il comitato di avvocati che rappresentano i diversi soggetti coinvolti nelle cause contro Purdue e altre compagnie farmaceutiche starebbero raccomandando di Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
accettare l' accordo, molti procuratori generali statali considerano che non sia abbastanza. Gli Stati che vi si oppongono apertamente - tra cui California, Connecticut, Carolina del Nord, New York, New Jersey, Maryland e Pennsylvania - minacciano di presentare le loro obiezioni al tribunale fallimentare e di far durare il procedimento per anni. «Questo accordo è uno schiaffo a tutti coloro che hanno dovuto seppellire una persona cara a causa della distruzione e dell' avidità di questa famiglia - ha dichiarato il procuratore generale della Pennsylvania Josh Shapiro -. Permette ai Sackler di rimanere miliardari e di non ammettere azioni illecite». Purdue ha detto di «continuare a lavorare con tutti i querelanti per raggiungere una risoluzione globale che garantirà miliardi di dollari e farmaci di salvataggio contro le overdose alle comunità in tutto il Paese colpite da questa crisi». Elena Molinari RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
13/09/2019 Pagina 11 EAV: € 26.292 Argomento: Sanità nazionale Lettori: 725.830 La gang dei farmaci antitumorali Francesca Morandi Cremona, sgominata una banda che smerciava medicinali rubati negli ospedali. Ventuno arresti Cremona Li chiamano farmaci antitumorali «intelligenti», perché mirano alla distruzione della patologia neoplasica. Sono costosissimi: anche 30 mila euro a confezione. Così come costosissimi sono i medicinali antivirali per curare l' epatite e l' Hiv. I carabinieri del Nas di Cremona ne hanno sequestrati per 4 milioni di euro nell' ambito di una indagine che ha stroncato un business sulla pelle dei malati, messo in piedi da una organizzazione criminale con epicentro a Crema. L' associazione ricettava farmaci rubati prevalentemente negli ospedali del Sud Italia per poi piazzarli in Europa, in Medio Oriente, ma, soprattutto, nel Nord Africa, dove c' è carenza di medicinali. Ieri sono state eseguite 14 ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip a carico di napoletani ed egiziani. In sei sono finiti in carcere, otto sono stati mandati ai domiciliari, quattro devono presentarsi a firmare davanti alla polizia giudiziaria. L' accusa: associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e al commercio di medicinali guasti o imperfetti. Sono state effettuate 34 perquisizioni con l' impiego di 200 militari di Cremona, Lodi, Milano, Piacenza, Bologna, Napoli e Salerno. Una organizzazione criminale «molto articolata», ha detto il sostituto procuratore, Ilaria Prette, che ha coordinato l' indagine «Dawaa» (farmaco, in arabo) nata a Crema con il sequestro di un plico consegnato da un egiziano ad un corriere privato e destinato in Francia. «Conteneva 99 confezioni di farmaci ad alto costo e ad uso esclusivo ospedaliero per un valore di 103 mila euro - ha spiegato il capitano Giuseppe Antonicelli, comandante dei Nas di Cremona -. Grazie alla collaborazione dei carabinieri presso l' Agenzia del farmaco si è riusciti a tracciare non solo il lotto dei farmaci, ma anche la singola scatola, questo ci ha permesso di dare ampio respiro a tutta l' attività investigativa». Le intercettazioni hanno fatto il resto. Si è scoperto che i farmaci rubati negli ospedali delle province di Catania, Bari, Salerno e Bologna, sono stati Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
acquistati dai napoletani, i quali li hanno rivenduti agli egiziani, gli unici in grado di dare uno sbocco al mercato illecito grazie ad una rete di spedizionieri e piazzisti. Gli egiziani hanno comprato farmaci anche da ex dipendenti di una logistica farmaceutica di Lodi al centro di numerosi furti. I medicinali finivano soprattutto in Egitto. All' aeroporto di Malpensa i complici li infilavano nelle valigie. Al Cairo ci pensavano altri a rivenderli a medici oppure a pazienti facoltosi, ignari di assumere salvavita che per legge devono essere tenuti a certe temperature, ma che «viaggiando nei bagagli, se va bene non erano efficaci, se va male erano anche pericolosi per la salute». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
13/09/2019 Pagina 9 EAV: € 1.479 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità nazionale La Regione Toscana ha taciuto 3 mesi sul batterio killer causa di 31 morti Lucia Cavaliere Settecentotto contagiati, 75 ammalati, 31 morti. In 10 mesi. Sono i numeri, impietosi, del contagio del batterio New Delhi Metallo beta-lactamase (Ndm), in Toscana, da novembre 2018. Un' epidemia che la Regione Toscana ha tenuto sotto silenzio per tre mesi, finché il Corriere fiorentino il 3 settembre non ha pubblicato la notizia. L' allarme lanciato dall' Ecdc, ovvero il centro di prevenzione e controllo delle malattie considerato - a livello europeo - massima autorità in fatto di epidemie, è arrivato agli uffici regionali toscani all' inizio di giugno 2019, ma è stato tenuto nascosto fino agli inizi di settembre. Muto il governatore Enrico Rossi, zitta l' assessore alla Sanità, Stefania Saccardi. Un silenzio giustificato, secondo lei, come ha risposto in Consiglio regionale a un' interrogazione del consigliere Maurizio Marchetti (Forza Italia) sulle misure straordinarie messe in campo per fronteggiare l' epidemia e ratificate con un atto del 26 luglio. L' assessore ha specificato che «da quando è arrivato l' avviso dell' Ecdc all' atto del 26 luglio emanato dalla Giunta, non siamo rimasti con le mani in mano». Ma i dati forniti dall' Azienda regionale per la sanità (Ars) dicono che le misure straordinarie non sono state sufficienti, tanto che a luglio si sono registrati ben 13 casi. Il batterio killer (40% di tasso di mortalità) si trasmette per contatto, soprattutto negli ospedali: i più colpiti sono quelli della Asl Toscana nord-ovest, che comprende anche parte della costa, con un picco di casi al nosocomio pisano di Cisanello, ben 31. Si annida nell' intestino, in cui può restare silente, nei casi di portatori sani, o da cui può invece colonizzare tutto il corpo, infettando il sangue, provocando la sepsi e quindi la morte per setticemia, e che predilige pazienti più fragili come gli immunodepressi. Ma la gravità dell' epidemia è tutta nella mancanza di un rimedio efficace e nel ritardo nel veicolare le informazioni a cui adesso si cerca di mettere una pezza. Il ceppo è Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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