Il Delta dei veleni Gli impatti delle attività dell'Eni e delle altre multinazionali del petrolio in Nigeria
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Campagna per la riforma della Banca Mondiale Il Delta dei veleni Gli impatti delle attività dell’Eni e delle altre multinazionali del petrolio in Nigeria I.R.
Campagna per la riforma della Il Delta dei veleni Banca Mondiale Gli impatti delle attività dell’Eni e delle altre multinazionali del petrolio in Nigeria Autori: Luca Manes e Elena Gerebizza Fotografie: Luca Tommasini Progetto grafico: Carlo Dojmi di Delupis Si ringraziano: lo staff di Environmental Rights Action, l’Host Community Network, i rappresentanti delle autorità e i membri delle comunità visita- te, lo studio legale Law Edge di Port Harcourt, Maurizio De Martino. Le testimonianze riportate nella pubblicazione sono frutto della missione sul campo realizzata nel settembre 2011, condotta da CRBM, The Corner House, CEE Bankwatch Network, e facilitata da Environmental Rights Action. Le suddette testimonianze sono state raccolte durante una serie di interviste e incontri pubblici videoregistrati presso le comunità di Goi, Bodo e Ebocha (Rivers State), Kwale e Okpai (Delta State), Kalaba (Bayel- sa). Testi chiusi il 20 ottobre 2011 Allegato al numero 133 di Altreconomia, dicembre 2011 Registrazione del tribunale di Milano, n. 791, 24.12.1999 sped. abb. postale 45%, art.2, comma 20/B, filiale di Milano Direttore responsabile: Pietro Raitano Stampa: New Press - Como Stampato su carta certificata FSC
Sommario 1. Nelle terre di Ken Saro-Wiwa [pag 2] - L’Ogoniland continua a soffrire - Una bonifica destinata a durare decenni - Il sacrificio di Ken Saro-Wiwa 2. L’Agip segue il cattivo esempio della Shell?[pag. 8] - Le ragioni di Ebocha - La versione dell’azienda - dal sito web dell’ENI - Una pratica fuorilegge, ma che non ha mai fine - Tubi che perdono 3. Per qualche credito in più [pag. 13] - Kwale, dove lo sviluppo non c’è - Qualche domanda all’assemblea degli azionisti - Il meccanismo CDM: riduzioni di emissioni di carbonio e violazioni dei diritti umani - Ma l’energia è un diritto? 4. La mobilitazione della società civile [pag. 21] - Una popolazione esasperata - Voltare pagina, lasciando il petrolio nel sottosuolo Conclusioni [pag. 28]
1. Nelle terre di Ken Saro-Wiwa L’Ogoniland continua a soffrire Goi è un villaggio fantasma. versando così nello specchio d’acqua accanto al quale era sorto il villaggio il suo carico La scuola è diroccata, il funesto, che ha finito per infettare la splen- piccolo municipio ricoperto dida natura del luogo. Gli alberi e le piante si sono ammalate, i pesci sono morti, la da erbacce, di alcune case terra si è impregnata di una sostanza oleosa non rimangono che dei muri che ne ha minato la fertilità. Visitando quei luoghi, sembra di rivivere in prima persona scrostati e nulla più. le immagini che ciclicamente le televisioni di tutto il mondo mandano in onda quando si Dal 2009 qui non vive più nessuno. Ine- spezza lo scafo di qualche petroliera. Qui di sorabile, la maledizione del petrolio ha sversamenti ce ne sono stati altri, nel 2008 e colpito anche nel 2009, ma di ope- questa comunità re di bonifica non se dell’Ogoniland. n’è vista nemmeno Ovvero uno dei l’ombra. territori dell’im- menso Delta “Nel 2005 abbiamo del Niger, dove fatto ricorso a un l’anglo-olandese tribunale dell’Aja Royal Dutch Shell contro la Shell ha iniziato a tri- perché reputiamo vellare nel 1958, che sia la condizione quando la Nigeria dell’oleodotto e non era ancora una fantomatici casi di colonia britannica sabotaggio, come Eric Dooh all’interno alla faticosa ricer- sostiene la compa- del suo panificio a Goi ca della sua indipendenza (poi raggiunta nel gnia, ad aver causato 1960). l’incidente” ci spiega Eric Dooh, uno dei capi della comunità di A segnare per sempre il destino di Goi sono Goi. Qui suo padre dava lavoro a oltre 200 state le perdite dell’oleodotto (la Trans persone, tra l’impresa ittica e il panificio. Niger Pipeline) che attraversa la regione fino “Adesso non c’è più nulla da pescare e l’ac- all’isoletta-terminale di Bonny, dove il greg- qua e la legna che usavamo per il panificio gio viene processato prima di essere esporta- sono contaminate. Nessuno ci ha risarcito to in tutto il mondo. Un terribile giorno del per il danno economico che abbiamo subito, 2004 un tubo vecchio di decenni non ha re- anzi, come tutti gli altri ce ne siamo dovuti sistito più all’usura del tempo, crepandosi e andar via” racconta mentre ci mostra i forni 2 IL DELTA DEI VELENI
L’inquinamento dello specchio d’acqua antistante Goi dove una volta veniva cotto il pane, ormai dall’estensione di oltre spenti da anni. Ma le conseguenze del disa- otto miglia che visitiamo stro non si fermano qui. “Mia madre è morta su una barca di pescatori per una malattia respiratoria, anche io uso ormai impiegata solo per qualche occasio- continuamente medicinali per lo stesso tipo nale trasporto merci. Il panorama che si di problemi. All’improvviso sono diventato presenta ai nostri occhi è ancora più impres- allergico all’ambiente dove sono nato e ho sionante di quello di Goi per dimensioni e vissuto per tanto tempo con la mia famiglia”. portata dei danni. La linea tracciata dalla bassa marea mostra le due facce del disastro: Anche la vicina comunità sopra il verde delle enor- di Bodo, la più popolosa “Adesso non c’è più nulla da mi foglie degli alberi di dell’Ogoniland con i suoi mangrovie all’apparenza 69mila abitanti, ha de- pescare e l’acqua e la legna che ancora rigogliosi (ma in ciso di adire le vie legali usavamo per il panificio sono realtà diminuiti in ma- esperendo una class ac- contaminate.” niera sensibile rispetto tion davanti a una corte al passato), sotto il nero londinese. Con successo, del petrolio che avvolge almeno a giudicare dai primi risultati. La nella sua morsa letale le radici e già da tem- Shell ha finalmente ammesso le sue respon- po ha cancellato ogni forma di vita. Qui non sabilità per le perdite occorse nell’estate del serve prendere precauzioni contro le zanzare 2008 (della durata di oltre quattro mesi, al anofele o altri insetti molesti, perché non ce ritmo di 2mila barili al giorno) e nel febbraio ne sono. Il velo di silenzio che avvolge un del 2009 nel Bodo Creek, il bacino d’acqua po’ tutto è inquietante così come il cattivo IL DELTA DEI VELENI 3
odore che ci pizzica le narici e ci provoca un principi non violenti del Mosop, l’organizza- fastidioso senso di nausea. zione per la sopravvivenza del popolo Ogoni C’è solo da provare a immaginare come fosse capeggiata da Ken Saro-Wiwa fino alla sua la situazione quando si è verificato lo sver- tragica scomparsa 16 anni fa. “Quando, dopo samento, con lo stillicidio di pesci e altri ani- l’incidente, la Shell ha provato a risarcirci mali anfibi soffocati dal greggio a punteggia- con qualche sacco di riso e poco più, abbia- re questo bacino d’acqua che una volta era mo capito che non avevamo altra scelta se una risorsa imprescindibile non di denunciare la com- per un’intera comunità, per pagnia e provare a ottenere il 60 per cento dipendente delle giuste compensazioni” dal settore ittico (il restante chiarisce. 40 per cento era impiegato nel comparto agricolo). Una bonifica “Adesso qui la gente non destinata a durare ha più lavoro e trova molte decenni difficoltà nel procurarsi del cibo, per pescare devo- Oltre 200 località visitate, no spingersi fino in mare tratti di oleodotti per un to- aperto, spingendo a mano tale di 122 chilometri esami- per due ore o più le picco- nati e 5mila cartelle cliniche le imbarcazioni usate per visionate. E ancora incontri navigare nelle acque poco con 23mila esponenti delle profonde dei mille passaggi comunità e analisi approfon- d’acqua del Delta. La nostra dite delle acque e del suolo in economia ormai è sull’orlo ben 69 siti, coprendo un’area della paralisi”, denuncia “Quando, dopo di circa 1.300 chilometri King Felix Geredeela, il capo quadrati. I ricercatori del della comunità di Bodo, che l’incidente, la Shell ha Programma delle Nazioni insieme agli altri “saggi” provato a risarcirci Unite sull’Ambiente (United del villaggio ci accoglie in con qualche sacco Nations Program Environ- pompa magna nella modesta di riso e poco più, ment – UNEP) per comple- sede del consiglio cittadino tare il loro rapporto sugli in Hospital Road. Sebbene abbiamo capito che non effetti delle attività estrattive evidenzi come soprattutto avevamo altra scelta se nell’Ogoniland si sono dati tra i giovani il disagio e il non di denunciare la molto da fare – sebbene alcu- livello di conflittualità siano compagnia” ni casi eclatanti, come Bodo in crescita, King Felix ci e Goi, non siano stati presi in tiene a ribadire che la lotta - King Felix Geredeela - considerazione. Certo, è stato della comunità si ispira ai un lavoro tanto impegnativo, 4 IL DELTA DEI VELENI
quanto utile e fruttuoso, quello svolto dagli è saturo di idrocarburi fino Nella foto in alto, a una profondità di cinque l’inquinamento dello esperti dell’Onu, che nelle 262 pagine del specchio d’acqua a loro rapporto finale mettono nero su bianco metri. Non è quindi più Goi. In basso, sede del una verità che le oil corporation, e la Shell in fertile, come invece era una consiglio cittadino di particolare, hanno fatto di tutto per celare volta. È stata inoltre accer- Bodo City agli occhi del pianeta: il tata la pre- loro operato ha prodotto Per il Programma senza di discariche abusive conseguenze catastrofiche delle Nazioni Unite di rifiuti tossici. Le persone, sull’ambiente e sulle popo- è quasi superfluo dirlo, si lazioni locali. sull’Ambiente serviranno ammalano, soffrono senza 25-30 anni per mondare che la Shell dimostri il pur Per l’UNEP serviranno 1 il territorio degli Ogoni minimo interesse. Appa- 25-30 anni per mondare il dalle lordure delle rirebbe, quindi, accertato territorio degli Ogoni dalle dalla UNEP che la società lordure delle compagnie compagnie petrolifere anglo-olandese non solo petrolifere. Leggendo lo non rispetta gli standard per studio si apprendono dati, l’attività petrolifera imposti notizie sconvolgenti, che però in parte erano dalla normativa nigeriana, ma in realtà igno- già emerse in indagini condotte nel recente ra le sue stesse linee guida e quelle accettate passato. Tra le varie cose che si apprendono, fanno impressione le notizie sulla comu- nità di Nisisioken Ogale, dove il livello del benzene, elemento altamente cancerogeno, eccede di 900 volte il limite previsto dall’Or- ganizzazione Mondiale della Sanità. Ma sono decine i pozzi d’acqua in cui l’inquinamento ha abbondantemente superato i livelli di guardia. Un po’ ovunque le riserve ittiche sono sparite del tutto e in 49 siti il terreno 1 http://www.unep.org/nigeria/ IL DELTA DEI VELENI 5
a livello internazionale. Spesso ha dichiarato compagnia anglo-olandese, per la quale la in maniera ufficiale di aver “cancellato” gli Nigeria riveste una posizione di rilievo nello effetti dell’inquinamento causato da alcune scacchiere internazionale. Ma avere buoni perdite di petrolio. Ma i terreni e le acque rapporti con il governo federale non equivale continuano a essere contaminati. Anzi, non a essere stimolato ad avere quanto meno un è azzardato evidenziare come la Shell abbia dialogo con le popolazioni locali e a operare addirittura approfittato dei quattro anni nel rispetto della legge. “Negli ultimi 50 anni necessari tra ricerche sul campo, analisi e l’industria petrolifera ha rappresentato un stesura del rapporto Unep, per rinviare ogni settore chiave per l’economia nigeriana, ma possibile intervento di bonifica. Lo studio molti nigeriani per tutto ciò hanno pagato è costato in totale dieci un costo troppo alto, come milioni di dollari. Quat- L’UNEP quantifica in dimostra il nostro rapporto” tro sono stati messi a un miliardo di dollari ha dichiarato Achim Steiner, disposizione dalla stessa la previsione di spesa direttore generale dell’UNEP. corporation, che così per iniziale per far rinascere L’agenzia delle Nazioni Unite continuare a incamerare quantifica in un miliardo di profitti miliardari anche l’Ogoniland dollari la previsione di spesa grazie alle sue pratiche iniziale per far rinascere l’Ogo- contestate ha pagato un “conto” di un solo niland. Il rapporto non parla del resto del milione l’anno. Spiccioli, per un’azienda che vasto territorio della regione del Delta. alla chiusura di ogni trimestre operativo fa registrare un sensibile incremento degli utili, L’Ong nigeriana Environmental Rights addirittura oltre le previsioni. Nei primi tre Action sostiene che la soluzione migliore sia mesi del 2011, tanto per fare un esempio, invece un fondo di un centinaio di miliardi l’utile adjusted (ovvero al netto di operazioni di dollari che possa servire a curare le ferite eccezionali) si attestava sui 6,29 miliardi di inferte in mezzo secolo di attività da tut- dollari, un bel più 60 per cento rispetto al te le multinazionali del petrolio all’intero periodo precedente. territorio del Delta del Niger. Già, perché in quell’angolo di mondo non c’è solo la Shell, La Nigeria è il principale Paese africano in ma anche altre compagnie, tra cui una che termini di esportazione di greggio, con una noi italiani conosciamo molto bene. produzione di circa due milioni di barili al giorno, secondo le stime ufficiali (ma fino a quattro, secondo quelle non ufficiali che guardano anche al petrolio estratto fuori dal controllo dello Stato, e rivenduto sul mer- cato nero) che ne fa il dodicesimo al mondo in termini di ricchezza delle riserve petroli- fere. Circa la metà di questo enorme flusso di oro nero viene estratto e raffinato dalla 6 IL DELTA DEI VELENI
Il sacrificio di Ken Saro-Wiwa Ritratto di Ken Saro-Wiwa. Il 4 gennaio del 1993, 300mila persone, circa Foto AI/Karen de Groot la metà dell’intera popolazione Ogoni, parteci- parono alla manifestazione indetta dal Mo- di omicidio. Il processo farsa – non furono mai sop (Movement for the Survival of the Ogoni prodotte prove a sostegno delle accuse rivolte People) per protestare contro le malefatte della allo scrittore – si concluse con la più terribile Shell nei lunghi decenni di sfruttamento petroli- delle condanne: la pena di morte. Nonostan- fero in Ogoniland. te la forte mobilitazione a livello internazionale, il 10 novembre A capo del Mosop c’era un 1995 Ken Saro-Wiwa e i suoi otto personaggio quanto mai eclet- compagni furono impiccati nella tico. Poeta e scrittore di fama prigione di Port Harcourt. internazionale, Ken Saro-Wiwa era soprattutto un attivista che Nel 1996 Jenny Green, avvocato del si ispirava alle pratiche non Center for Constitutional Rights di violente per rivendicare i diritti New York, avviò una causa con- della sua gente, gli Ogoni. La tro la Shell per dimostrare il suo protesta ebbe successo, visto coinvolgimento nell’uccisione del che la Shell ritirò il suo per- leader ogoni. Dopo anni di diatribe sonale dall’area. A quel punto giuridiche, nel maggio del 2009 le autorità locali iniziarono la il processo ha avuto finalmente loro opera di militarizzazione inizio. Si è chiuso dopo una sola dell’Ogoniland, accompagnata udienza, dal momento che la Shell da numerosi soprusi e dall’uc- ha subito patteggiato, accettando cisione di alcuni membri delle di pagare un risarcimento di 15 comunità locali, mentre Ken milioni e mezzo di dollari. Certo, la Saro-Wiwa subì intimidazioni oil corporation ha precisato di aver di ogni tipo. patteggiato non perché colpevole del fatto ma per aiutare il “processo Il caos che fece seguito di riconciliazione”, ma rimangono all’annullamento delle elezioni pochi dubbi sul suo ruolo nell’as- presidenziali del 1993 portò a sassinio di Ken Saro-Wiwa – come un’escalation delle violenze e a dimostrano anche documenti un primo arresto del leader del confidenziali divenuti negli anni di Mosop, accusato di sedizione. dominio pubblico. Altri ne seguirono, soprat- Ken Saro-Wiwa ha lasciato in eredi- tutto dopo il colpo di Stato tà alla sua gente la consapevolezza che non bi- di Sani Abacha, che appena entrato in carica sogna arretrare di un passo contro l’arroganza diede inizio a una sanguinosa repressione degli di chi non si fa scrupolo ad anteporre i profitti Ogoni. Abacha non si fece scrupoli di alcun alla salute delle persone. tipo, arrivando a far accusare Ken Saro-Wiwa e altri otto rappresentanti dei vertici del Mosop IL DELTA DEI VELENI 7
2. L’AGIP segue il cattivo esempio della Shell? Le ragioni di Ebocha “Siamo stati benedetti da Dio, produzione di petrolio è iniziata ufficialmen- te nel 1970. I più anziani presenti alla Royal non dall’Agip!”. Il monito Hall ricordano com’era senza le attività di aleggia per qualche secondo estrazione. “Vivevamo in un paradiso che ci forniva tutto quello di cui avevamo bisogno, nella grande sala della Royal adesso le cose continuano a peggiorare, Hall dove una settantina l’ambiente si deteriora e la povertà è in aumento”. di membri della comunità di Ebocha e una decina di Prima, ci spiegano, bastava un raccolto per comunità limitrofe sono sfamare intere famiglie e riuscire anche a rivendere quel che avanzava. Edna ha accorsi per incontrare gli uno sguardo fiero e il volto segnato da una esponenti della missione di miriade di rughe che la fanno sembrare più anziana dei 59 anni che Ong internazionali. dichiara di avere. Lei è in grado di fare raffronti con Ci sono rappresentanti di ogni il passato. “Ora – denun- fascia d’età, delle varie istitu- cia – nemmeno con tre o zioni e organizzazioni locali quattro semine riusciamo a incluso un gruppo di donne, far fronte ai nostri bisogni. presenza non proprio scontata Basta vedere che prima per in un Paese a forte impronta raccogliere la cassava (un patriarcale come la Nigeria. tipo di manioca, ndr) do- C’è tanta voglia di parlare, di vevi tagliarla, ora le radici esporre con dovizia di parti- sono così piccole e avvizzite colari e con grande determi- Segnale stradale che si può prendere con le nazione quelli che sono i problemi di questa all’interno della mani senza fare il minimo area situata tra il Rivers State e lo Stato di comunità di Ebocha sforzo”. L’agricoltura, che ol- Imo, a un centinaio di chilometri da Port tre alla cassava garantiva ge- Harcourt, la città più popolosa e importante nerose quantità di ogni tipo della regione del Delta del Niger. di ortaggi, noci di cocco, zucche e batate, era un’occupazione tutta femminile. Sotto la “luce dei riflettori”, come si può Agli uomini spettava il compito di uscire in intuire dalla frase appena menzionata, c’è la barca per pescare i giganteschi pesci gatto sussidiaria locale della più grande multina- o le carpe di cui erano ricchi i fiumiciattoli zionale italiana, l’Eni. Qui l’azienda del cane della zona. Adesso delle oltre mille specie di a sei zampe ha tenuto le prime prospezioni pesci che si trovavano fino a qualche decen- petrolifere negli anni Sessanta, mentre la nio fa, ne sono rimaste solo un centinaio ma 8 IL DELTA DEI VELENI
Gas flaring nella comunità di Ebocha La versione dell’azienda – in pochi (appena una decina) si azzardano dal sito web dell’Eni a gettare le reti per prendere qualcosa. Il motivo è semplice: l’acqua è troppo inqui- era attesa con ansia, ora è temuta. Rovina http://www.eni.com/it_IT/eni-nel-mon- tutto, anche i tetti di lamiera che dopo pochi do/nigeria/sviluppo-locale/sviluppo- locale.shtml IL DELTA DEI VELENI 9
mesi sono già da sostituire, arrugginiti e bucati come sono. “La nostra comunità non ha alcuna voce in capitolo, le compagnie continuano ad affermare che non impiegano il gas flaring, ma noi sappiamo bene qual è la realtà perché la viviamo quotidianamente sulla nostra pelle”. Elder Dandy è il coordi- natore dell’Host Community Network e fa fatica a contenere il suo risentimento per uno status quo che ormai da troppo tempo non accenna a migliorare. “Noi siamo i più poveri dei poveri, tante famiglie vivono con meno di 100 naira (0,50 euro) al giorno, ep- pure negli impianti dell’Eni sul nostro terri- torio ogni giorno si producono 50mila barili di oro nero” ci illustra Dandy. “Ieri abbiamo tenuto due funerali di persone decedute in maniera prematura, d’altronde le malattie della pelle e quelle respiratorie, nonché le morti dei neonati dopo il parto, sono ormai una costante” dichiara tra i segni d’assenso degli altri presenti. di indigenza della popolazione locale, che spesso si trova in difficoltà a reperire cibo I giovani, se possibile, sono ancora più disil- non solo per le ristrettezze economiche, ma lusi degli adulti. Ormai non credono più che anche per la massiccia presenza di militari la presenza di una multina- e forze dell’ordine, che creano “Noi siamo i più zionale straniera possa assi- difficoltà nel compiere traffici curare loro un posto di lavoro poveri dei poveri, tante commerciali con l’esterno. – ci dicono che un’assunzio- famiglie vivono con ne presso la vicina centrale meno di 100 naira Una situazione simile la vivono è un’eventualità alquanto (0,50 euro) al giorno” non lontano da Ebocha anche i improbabile – per cui in molti membri della comunità di Obo- chiedono che le oil corpora- go, dove tocchiamo con mano tion se ne vadano. un’altra delle problematiche che lo sfrutta- mento petrolifero reca con sé: l’accaparra- Verso la fine dell’incontro smette finalmente mento di terre. Come ci riferisce Emmanuel di piovere e alcune donne iniziano a distri- Zacraia, capo della comunità Obogo, per buire i piatti di riso leggermente speziato ampliare l’impianto di produzione energeti- che costituirà il nostro pranzo. Gli ultimi ca indipendente, nel 2006 la francese Total interventi continuano a ribadire lo stato ha preso possesso dei terreni di 8 dei 17 vil- 10 IL DELTA DEI VELENI
Una pratica illegittima, ma che non ha mai fine Il gas flaring in Nigeria è illegale da decenni. A stabilirlo una legge del 1979 – l’Associated Gas Reinjection Act – che fissava nel 1 gen- naio 1984 il limite ultimo per porre fine alla pratica e, in via giudiziaria, una sentenza dell’alta Corte Federale di Benin City datata 14 novembre 2005. In quello storico pronun- ciamento (vinto dai rappresentanti di Iwhre- kan nei confronti della Shell) si ribadì che il gas flaring viola il diritto fondamentale delle persone alla vita e alla dignità e che i cittadi- ni nigeriani, in base alla Costituzione, hanno diritto a svolgere la loro esistenza in un “am- biente salubre e privo di veleni e inquina- mento”. Risulta che tutte le multinazionali del petrolio, nessuna esclusa, non hanno mai rispettato questi provvedimenti, limitandosi laggi che compongono la Gas flaring nella a fare una serie infinita di promesse vuote comunità di Ebocha quanto inutili. Non a caso le compagnie si comunità, li ha recintati con due lunghissime file sono specializzate nei rinvii. Si è cominciato di muri elettrificati alla sommità e pare che con il posporre la prima scadenza, quella non abbia nemmeno pagato le giuste com- del Capodanno 1984, proseguendo con la pensazioni. necessità di avere “più tempo Ogni anno, dei 168 miliardi a disposizione” per quasi tre I negoziati intavolati di metri cubi di gas bruciati decenni. la volta Chissà quando sarà buona. Nel frattempo negli anni passati per ricevere quanto dovuto a livello mondiale, 23 (il in Nigeria sono oltre cento per l’acquisizione di ol- 13 per cento) sono “di le torri che sprigionano in tre 200 ettari di terra si competenza” della Nigeria maniera perenne lingue di sono risolti in un nulla fuoco, le quali contengono di fatto. Quali siano diossina, benzene, sulfuri e poi nel dettaglio le attività che si svolgono particolati vari. Tutti agenti cancerogeni, la all’interno dell’area recintata – che ci offre cui emissione nell’aria va di pari passo con una curiosa sensazione di deja vu berlinese – l’aumento di un ampio spettro di malattie non è dato sapere. respiratorie e forme tumorali nella regione del Delta del Niger. I dati satellitari ci illu- IL DELTA DEI VELENI 11
Tubature nei pressi della strano come ogni anno centrale IPP di petrolio e semi-lavorati nel solo mese di dei 168 miliardi di me- di Kwale-Okpai settembre. In base a quanto ci raccontano tri cubi di gas bruciati gli esponenti della comunità e Morris Alagua a livello mondiale, 23 (il 13 per cento) siano di Environmental Rights Action, tutti di “di competenza” della Nigeria, preceduta impianti dell’Agip. Il 5 settembre 2011 il pri- solo dalla Russia in questa poco onorevole mo: greggio puro che scorre per sei giorni, classifica. In termini di ossido di carbonio, prima che i tecnici della compagnia vengano parliamo di 400 milioni di tonnellate, ovvero a chiudere la perdita. A fine mese, tutto il il 25 per cento del consumo di gas annuo de- petrolio fuoriuscito, di quantità indefinita, gli Stati Uniti. Oltre i danni socio-ambienta- si trovava ancora lì, in attesa della bonifica li, ci sono anche quelli all’economia. Se il gas del territorio. Di conseguenza i campi della invece di bruciare fosse stato immagazzinato comunità di Kalaba, le falde acquifere, la e rivenduto, tra il 1970 e il 2006 la Nigeria si palude (in cui in questo periodo dell’anno si sarebbe ritrovata in cassa 70 miliardi di dol- pratica la pesca) sono contaminati. “Mentre lari in più. Uno spreco che rischia di andare parliamo, il petrolio continua a diffondersi avanti ancora per molto. Nel frattempo nella in tutta la zona. Gli animali che passano maggior parte delle abitazioni del Delta del di qua si avvelenano. Agip deve venire e Niger, ma anche nel resto del Paese, invece ripulire tutto” ci dice Alagua, enfatizzando del gas si deve far ricorso a fonti molto meno la richiesta della comunità, a cui il governo sostenibili e “nemiche” dell’ambiente, come e l’Agip non hanno ancora risposto. A poche il kerosene, il carbone o il legname. Un’altra centinaia di metri, il 19 settembre si verifi- delle tante contraddizioni di una regione in cano altre tre perdite. teoria in termini di risorse tra le più ricche Un altro oleodotto, sempre di proprietà dell’Africa, se non del Pianeta, dove invece dell’Agip, che trasporta un semi-lavorato, l’aspettativa di vita arriva a stento ai 40 anni sversa per almeno due settimane. Il 28 e la percentuale di famiglie che vivono al di settembre documentiamo con un video due sotto della soglia di povertà va ben oltre il 50 dei tre punti dove si è verificata la perdita: il per cento. semi-lavorato scorre senza sosta. Anche qui la foresta, i campi coltivati, le falde, tutto è Tubi che perdono inquinato. “Abbiamo chiesto al governo di muoversi per chiedere all’Agip di procedere Nel gergo tecnico si chiamano “equipment con la bonifica, prima di pensare a qualsia- failures”. Sono le crepe che si creano non si altra azione” ci dice il capo villaggio di di rado in oleodotti e gasdotti fatiscenti, in Kalaba. “Gli animali acquatici, gli organi- alcuni casi all’apparenza mai sostituiti dagli smi viventi, l’ecosistema, tutto è distrutto, anni Settanta ad oggi, e che sono causa di lo avete visto voi stessi. Le nostre piante e problemi continui per le comunità attraver- le nostre coltivazioni non stanno bene. La sate dagli stessi. Quella di Kalaba, nello Stato nostra salute è minacciata”, avverte. di Bayelsa, ha visto ben quattro sversamenti 12 IL DELTA DEI VELENI
3. Per qualche credito in più Kwale, dove lo sviluppo non c’è A poche centinaia di metri dal centro di raccolta e processamento di Kwale, nel Delta State, c’è un monumento che ricorda gli undici tecnici dell’Eni (dieci erano italiani) che persero la vita durante il conflitto del Biafra (1967-1970). Già in quegli anni, quando una delle più sanguinose guerre civili dell’epoca moderna comunità Ndokwa Una della strade principali sconvolgeva la Nigeria, la compagnia del “accolgono” anche del villaggio di Kwale cane a sei zampe svolgeva le sue attività nel centinaia di chilo- territorio delle comunità Ndokwa. metri di pipelines che trasportano gli idrocarburi verso il grande Ricca di petrolio e gas, Kwale si trova al centro di raccolta e processamento di petro- centro della concessione OML 602, di cui lio e gas del villaggio di Kwale, costruito nei è titolare l’Eni tramite la sussidiaria locale primi anni Settanta sulla terra delle comu- Nigerian Agip Oil Corpora- nità di Kwale e Okpai. Qui i tion (NAOC). La comunità di “Che cosa ci ha lasciato gas associati all’estrazione Kwale è una delle più grandi l’Agip dopo tanti anni? del petrolio proveniente dai della nazione degli Ndokwa, Niente scuole e niente numerosi pozzi Agip della oltre un milione di perso- concessione OML 60 sono ne organizzate in decine di strade, se non qualche separati dal greggio, per comunità e villaggi che oggi chilometro di asfalto permetterne il trasporto si riconoscono come host per raggiungere i propri attraverso chilometri di tubi communities, ovvero territori impianti” in direzione del terminale che ospitano la presenza di di Bonny Island. A Bonny compagnie straniere attive milioni di barili di petrolio e nell’estrazione delle loro risorse, oro nero gas prendono ogni giorno la via dei mercati e gas naturale in primis. Oltre ai pozzi, le mondiali, a bordo di navi cargo che li veico- lano in Europa, Stati Uniti o Cina. “Petrolio e gas sono risorse limitate, non durano per 2 http://www.eni.com/it_IT/eni-nel-mondo/nigeria/ sempre. Sono risorse del nostro territorio, sviluppo-locale/sviluppo-locale.shtml IL DELTA DEI VELENI 13
chi le estrae deve lasciare qualcosa, contri- includere una nuova sezione per la lavora- buire allo sviluppo delle comunità ospitanti. zione del gas. Di conseguenza le comunità di E che cosa ci ha lasciato l’Agip dopo tanti Kwale e Okpai, titolari dei diritti di proprietà anni? Niente scuole e niente strade, se non e di utilizzo tradizionale della terra, hanno qualche chilometro di asfalto per raggiunge- perso le terre senza alcuna tutela da parte re i propri impianti.” A parlare è il presiden- del governo. Negli anni l’Agip ha proseguito te della Federazione la sua espansione, non nazionale dei giovani solo con l’apertura di Ndokwa, l’avvocato pozzi di estrazione e Chimennma Hes- oleodotti e gasdotti ver- sington Okolo. so il centro di Kwale, ma anche con un nuo- Proprio la costruzio- vo grande impianto in- ne di questo impian- dustriale: quello di una to industriale viene centrale a gas per la visto da molti come produzione di energia uno degli elementi elettrica, conosciuta in scatenanti dell’alta loco come la centrale conflittualità tra le Agip IPP di Kwale. comunità. “Nel 2000 Un progetto che era abbiamo firmato un in cantiere da diversi memorandum con anni, sebbene i lavori Agip per formaliz- siano cominciati solo zare dopo anni la nel primo decennio relazione con loro. del 2000, allorché per Si sono impegnati ad l’Eni si materializzò la assumere personale possibilità di presen- delle comunità, però tare il progetto come hanno messo sotto intervento per la ridu- contratto solo due zione delle emissioni persone. Si sono in atmosfera derivate nella foto, abitante del villaggio impegnati a pagare un affitto per la terra di Kwale dal gas flaring trami- occupata, ma dal 1987 ad oggi non abbia- te il meccanismo di mo visto un soldo. E li ascoltiamo dire al sviluppo pulito (Clean resto del mondo che Agip ha portato svilup- Development Mechanism – CDM)3 previ- po a Kwale. Quale sviluppo?” si infervora il sto dal Protocollo di Kyoto delle Nazioni capo villaggio di Kwale, Francis Obegbo, alla Unite. L’impianto per la produzione di 450 presenza della delegazione. Il primo nucleo megawatt dovrebbe utilizzare i gas associati della centrale di raccolta e processamento di Kwale è stato infatti allargato nel 1987, per 3 http://cdm.unfccc.int/Projects/DB/DNV- CUK1155130395.3/view 14 IL DELTA DEI VELENI
all’estrazione del petrolio per produrre ener- gia elettrica destinata alla rete di distribuzio- ne nazionale. L’accordo con il governo nigeriano per la costruzione della centrale risale al 2002, ci dicono Obegbo e gli altri capi della comuni- tà. Nessuno di loro lo ha mai visto. L’intesa, le sue clausole, come del resto gli altri patti che riguardano la realizzazione di infrastrut- ture collegate all’estrazione e al trasporto del petrolio in Nigeria, finora non sono stati resi pubblici. Sono tutti negoziati tra rappre- sentanti del governo e delle multinazionali Gas flaring nei pressi del petrolio, lasciando le comunità locali della centrale di Kwale all’oscuro dei contenuti e al margine di un potere decisionale che percepiscono sempre Ad oggi, nelle comunità di Kwale, Okpai, come troppo lontano. Beneku e nelle altre decine di comunità Ndokwa residenti nel raggio di 50 chilometri Al 2002 risale anche la valutazione di dall’impianto a gas, non c’è traccia dell’ener- impatto ambientale del gia prodotta nella progetto, che ci viene Quello che rimane evidente centrale. Le uniche fonti descritta dall’avvocato di luce, dal tramonto Okolo. Tra le raccoman- è il chiarore delle enormi all’alba, sono quelle ali- dazioni, incluse nella fiamme del gas associato che mentate dai generatori valutazione dalla stessa l’Agip continua a bruciare a diesel che si possono NAOC, ci sarebbe quella a cielo aperto nel centro di permettere le famiglie di fornire energia elettri- meno povere. Quello ca alle comunità Ndokwa raccolta e processamento di che rimane evidente è residenti nel raggio di 50 Kwale il chiarore delle enormi chilometri dalla centrale, fiamme del gas associato come previsto dalla legge, ricordando che che l’Agip continua a bruciare a cielo aperto questo aiuterebbe lo sviluppo delle attività nel centro di raccolta e processamento di economiche locali e migliorerebbe la qualità Kwale. Fiamme alte decine di metri e che, della vita delle comunità residenti. Lo stesso come le altre scorte a Ebocha, fanno un documento ricorda inoltre che la connessio- baccano assordante. Durante il tragitto ne ne delle comunità residenti nel raggio di 50 contiamo cinque, ma ci viene detto che esi- chilometri dalla centrale ridurrà il conflitto ste un altro punto in cui il gas viene bruciato tra le comunità e la compagnia e aiuterà a orizzontalmente e che non è individuabile costruire la pace e il benessere comune. dalla strada. IL DELTA DEI VELENI 15
In alto a sinistra, abitazione nei pressi della centrale IPP di Kwale- Nell’aria si sente l’odore Okpai; in alto a destra, imbarcazioni acre delle emissioni. At- sul fiume Niger; a sinistra, il torno a noi, nel territorio traghetto che collega il villaggio agli impianti petroliferi di Okpai, è visibile l’im- patto della pioggia acida sugli alberi, sulla vegetazione e sui tetti compagnia si sarebbe impegnata a metter su delle case. “Vedete quel tetto di lamiera? È entro tre anni e di cui oggi si vedono pochi stato cambiato meno di due mesi fa. Adesso scheletri di costruzioni mai completate. Tra è completamente arrugginito” ci indica un queste c’è il municipio di Okpai. Progetti per abitante del villaggio. Okpai è stretta tra un ammontare complessivo di 1,5 milioni il fiume Niger e un suo affluente minore, di dollari, che le comunità locali non sanno che separa il territorio del villaggio e degli dove e come siano stati spesi. impianti Agip da quello della comunità di Kwale. Basterebbe un ponte per unire le due Una donna punta il dito verso un punto del sponde, migliorando moltissimo la qualità Niger. Lì c’era la piazza del mercato, ci spie- della vita di queste persone. I pochi servizi ga, ma è stata inghiottita dal fiume, assieme sanitari disponibili si trovano infatti nel alle abitazioni di alcune decine di famiglie territorio di Kwale. L’unico mezzo di col- della comunità di Okpai. La causa sareb- legamento esistente è un battello a diesel, be stata una massiccia frana di una delle sul quale vengono caricati veicoli, uomini e sponde, avvenuta in seguito alle operazioni animali. E quando non c’è diesel, gli abitanti di costruzione della centrale a gas, allorché di Okpai non possono raggiungere l’altra grossi quantitativi di sabbia furono prelevati sponda. “Se una donna è in travaglio e deve dal letto del fiume. Testimoni locali raccon- partorire, come può raggiungere in tempo tano che all’epoca gli abitanti del villaggio l’ospedale?” ci dice un ragazzo che incon- si mossero per chiedere spiegazioni ad Agip. triamo sul traghetto. La risposta fu la promessa di costruire uno sbarramento che avrebbe protetto il villaggio Oltre all’energia elettrica, oggetto della dal pericolo di erosione. Ma lo sbarramento contesa è anche un accordo per la costru- non è stato mai costruito e l’intera comunità zione di infrastrutture di base che sarebbe ne paga il prezzo. Oggi il centro medico si stato siglato nel 2007 tra la NAOC e i capi trova a poco più di un metro dalla sponda, è delle comunità locali. Infrastrutture che la pericolante ed è stato chiuso in seguito alla 16 IL DELTA DEI VELENI
frana. Se l’erosione continua, sarà il prossi- ha favorito l’entrata di Osayande Omokaro mo edificio a sparire tra gli impetuosi flussi in Assemblea, e pubblicata anche sul sito del Niger. Mentre parliamo con un gruppo dell’Eni5,contengono la conferma dell’esi- di rappresentanti della comunità locale, stenza dei sei punti in cui viene praticato il una donna vicino a noi pulisce il suo scarso gas flaring nell’impianto di Kwale. Tuttavia raccolto di manioca. Radici grandi non più di secondo l’azienda, dal 2005, quando è stato un terzo della dimensione media. E’ l’effetto commissionato l’impianto di Okpai IPP, delle piogge acide, ci dicono, e del gas flaring il gas flaring è stato sensibilmente ridotto che qui non si ferma mai, da più di qua- e dall’avvio delle operazioni dell’impianto rant’anni. Okpai IPP nell’aprile maggio 2005 fino alla fine del 2010, si è raggiunto un ammontare Qualche domanda di riduzioni di emissioni di CO2 pari a 5,41 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Tale all’assemblea degli ammontare è stato calcolato, secondo la azionisti compagnia, sulla base della quantità di gas associato separato e inviato all’impianto di Già lo scorso maggio, la questione della cen- Okpai. La compagnia continua affermando trale a gas di Kwale e del gas flaring in terra che zero gas flaring presso l’impianto di Ndokwa è stata presentata Kwale è in programma per all’assemblea degli azionisti È stato chiesto giugno 2011. dell’Eni da un rappresen- all’amministratore tante dell’organizzazione delegato dell’Eni [...] Dalla Nigeria ci perviene una nigeriana Environmental come mai la compagnia diversa versione dei fatti: a Rights Action. In maniera molto diretta è stato chiesto non avesse mantenuto distanza di mesi dalla scaden- za definita dall’Eni, presso all’amministratore delegato l’impegno di fornire 50 l’impianto di Kwale il gas dell’Eni, Paolo Scaroni, e al megawatt di energia flaring continua senza sosta, management dell’azienda, elettrica alla comunità 24 ore al giorno. L’eviden- come mai la compagnia non za dei fatti conferma che, avesse mantenuto l’impegno di Kwale nonostante le dichiarazioni, di fornire 50 megawatt di l’obiettivo sarebbe ancora energia elettrica alla comunità di Kwale e lontano dall’essere raggiunto. alle altre host communities nei pressi della centrale. Sono state domandate poi ulteriori Insomma, da un lato le comunità locali da delucidazioni sulle riduzioni di gas associato anni cercano un contatto con l’azienda e con bruciato nell’impianto e sulle sostanze emes- se in atmosfera tramite il gas flaring. CORP/17/2011, oggetto: domande poste durante Le risposte, fornite in assemblea e poi l’Assemblea Eni S.p.A. 2011. inviate in forma scritta all’azionista che 4 5 http://www.eni.com/attachments/governance/ assemblea-azionisti/2011/Focuses-required-at-the- 4 Lettera datata 8 giugno 2011, prot. SESO- Shareholders-Meeting.pdf IL DELTA DEI VELENI 17
Gas flaring a Ebocha il governo nigeriano per ottenere giusti- ti sarebbero bruciati in zia, dall’altro la contabilità ambientale del torcia nell’impianto di Kwale, Nigeria, nel progetto per la riduzione del gas flaring va periodo monitorato (9 novembre 2006- 31 avanti, calcolando riduzioni di emissioni di dicembre 2009) ha prodotto riduzioni di cui nel mondo reale, quello in cui vivono le emissioni di CO2 equivalente per 1,747,226 circa sei mila persone residenti a Okpai e le tonnellate”. Un dato molto più basso rispetto altre decine di migliaia residenti a Kwale e a quello fornito dall’Eni nel maggio del 2011. nelle comunità limitrofe, non si vedrebbe Il documento riconosce che “l’ammontare è traccia. inferiore a quello stimato nella fase di pro- gettazione”. Secondo la valutazione dell’UN- Il meccanismo CDM: FCCC, la differenza sarebbe dovuta a diversi problemi riscontrati con il funzionamento riduzioni di emissioni di dell’impianto e all’utilizzo di gas non asso- carbonio e violazioni dei ciato nel ciclo di produzione di energia. Il diritti umani rapporto tuttavia non contiene i valori reali del gas associato (e non associato) utilizzato Secondo il recente rapporto di valutazione dalla centrale, e nemmeno i dati specifici dei disponibile sul sito della Convenzione delle gas bruciati in torcia. Per questo è difficile Nazioni Unite per i Cambiamenti Climatici capire se a un’abbassamento di emissioni di (UNFCCC) – Monitoring Report for CDM CO2 corrisponde anche una riduzione della Project No. 0553 “Recovery of associated gas quantità del gas associato bruciato, e quindi that would otherwise be flared at Kwale oil- un contenimento degli impatti ambientali gas processing plant, Nigeria”6 - “il progetto e sociali causati dall’operazione. Un det- CDM Recupero di gas associati che altrimen- taglio importante, visto che il meccanismo del CDM si fonda proprio sulla premessa dell’UNFCCC per cui “il CDM stimola lo 6 http://cdm.unfccc.int/Projects/DB/DNV- CUK1155130395.3/view sviluppo sostenibile e la riduzione delle 18 IL DELTA DEI VELENI
emissioni”. Benefici di sostenibilità che, se- zio emesso dall’Alta Corte Federale di Benin condo logica, dovrebbero essere ben visibili City nel 2005 dichiari la stessa pratica una soprattutto per le comunità che vivono nei violazione dei diritti umani8. luoghi dove gli impatti del gas flaring sono più severi. Eppure, ascoltando le parole degli Ma l’energia è un diritto? esponenti delle comunità di Kwale e Okpai, nulla sarebbe cambiato rispetto al periodo In un Paese come la Nigeria, l’acces- che ha preceduto la costruzione del progetto. so all’energia dovrebbe essere un diritto La pratica del gas flaring, seppure vietata garantito a tutti, soprattutto alle comunità dalla legge e dalla giustizia nigeriana, conti- che vivono nelle terre da cui viene estratto il nua. E dei 50 megawatt di energia promessi petrolio. Dovrebbe, ma non è. dall’Eni non c’è ancora traccia. Rimane controverso l’aspetto che riguar- La NAOC non ha mantenuto fede all’impe- da l’addizionalità garantita dal progetto, gno preso nel 2000 con le comunità Ndokwa un altro elemento centrale su cui si fonda di garantire la fornitura di energia alle co- il CDM. Che il gas flaring sia una pratica munità di Okpai, Kwale e alle altre comunità illegale in Nigeria è fatto noto, e ricono- situate nel territorio della concessione OML sciuto dallo stesso validatore del progetto, 60, di cui ci ha parlato Chief Francis Obegbo. la norvegese Det Norske Eppure, ricorda il Presi- Veritas (DNV). Difficile In un Paese come la Nigeria, dente dei Leaders religio- dimostrare l’addiziona- si Ndokwa, il professor lità del progetto, ovvero l’accesso all’energia B.I.C. Ijomah, durante che senza il sostegno dovrebbe essere un diritto la cerimonia di apertura del CDM la riduzione di garantito a tutti, soprattutto della centrale nel 2005, emissioni generata dal alle comunità che vivono l’allora presidente della progetto non si sarebbe Nigeria Olusegun Oba- ottenuta. Eppure il pro- nelle terre da cui viene sanjo aveva richiesto alla getto è stato riconosciuto estratto il petrolio compagnia di provvedere dall’UNFCCC come ca- alla fornitura di energia pace di generare certificati di riduzione di alle comunità ospitanti. Dalla lettura di una emissioni (CER) che possono essere venduti lettera datata 28 ottobre 2008, che ci viene ad altre aziende o paesi. La spiegazione del mostrata, il ministero per l’Energia dello Sta- validatore? Nonostante l’esistenza di una to del Delta ha cercato di facilitare l’incontro legge che vieta il flaring dei gas associati, la tra i leader delle Comunità Ndokwa e l’Agip, pratica corrente in Nigeria è il flaring del per consentire loro di discutere le modalità gas. La pratica continuata del gas flaring può da utilizzare per far arrivare energia dall’im- essere quindi considerata la linea base del progetto7. Peccato che, come visto, il giudi- 8 Suit n. FHC/B/CS/53/05 between Mr. Jonah Gbenbre and Shell Petroleum Development Company Nigeria 7 http://cdm.unfccc.int/Projects/DB/DNV- LTD, Nigerian National Petroleum Corporation, Attor- CUK1155130395.3/view ney General of the Federation. 14 november 2005 IL DELTA DEI VELENI 19
tal modo le indicazioni del più alto organo di regolamentazione del settore estrattivo nigeriano11. Passi successivi sono stati mossi anche dall’ex presidente della Nigeria, Alhaji Umaru Musa Yar’Adua, tramite una lettera datata 13 novembre 2009, e dal Parlamento nigeriano12. Quest’ultimo, con una risoluzio- ne presa il 10 novembre 2010 (numero di ri- ferimento HR.27/2010), ha invitato la Niger Delta Power Holding Company e la Nigerian Agip Oil Company ad assicurare i 50 mega- watt di energia sopra citati alle comunità residenti nei pressi della centrale di Okpai. Durante la sua visita nello Stato del Delta, Sulla strada verso Kwale tenutasi il 26 febbraio 2011, l’attuale Presi- pianto di Okpai dente della Nigeria, il Goodluck Jonathan, ha alle comunità situate all’interno del baci- rivolto all’Agip la stessa raccomandazione13. no d’utenza. Nonostante i leader delle tre aree del governo locale della Ndokwa-Land avessero onorato l’invito, come riportato da Lista delle comunità Ndokwa Environmental Rights Action9, l’Agip non si residenti nella concessione OML 60, sarebbe presentata alla riunione. In un’altra operata da Agip: lettera datata 15 aprile 2009, la Nigerian Okpai, Kwale, Beneku, Umusadege, National Petroleum Corporation (NNPC) Umuseti, Amorji, Aboh, Emu Obodeti, ha inoltre consigliato all’Agip di fissare un Matsogo, Okuibome, Ashaka, Abalagada, incontro a tre che coinvolgesse la Nigerian Inyi, Egue, Ase River, Igbuku, Onyia, National Petroleum Investment Services Anieze, Umutu, Ebedei, Asuakpu, Adofio (NAPIMS), la stessa Agip e i responsabili River, Obianyima, Nemomai, Ogbogone. delle Comunità Ndokwa entro la fine del mese10. Secondo i diversi testimoni locali e Environmental Rights Action, l’Agip avrebbe rifiutato di convocare la riunione tripartita come suggerito dal NNPC, ignorando in 9 ERA special report: “Agip, host communities at 11 Ibidem loggerheads over non-supply of cdm electricty to catch- ment areas” April, 2011 12 Ibidem 10 Ibidem 13 Ibidem 20 IL DELTA DEI VELENI
4. La mobilitazione della società civile Una popolazione esasperata ospitano l’estrazione del petrolio da più di quarant’anni. Sono gli abitanti del Delta del “Vivo qui, mi vedi: sono Niger, coloro che nonostante tutto continua- no a difendere il proprio diritto tradizionale nero. Noi non andiamo alla terra. La terra dei loro avi, che vogliono all’ospedale. Solo chi ha i poter passare ai propri figli. Magari più puli- ta di com’è oggi. soldi può andare all’ospedale. E allora si accorge di essere “Siamo persone pacifiche, vogliamo solo vivere in un ambiente sano” ci dice uno dei malato”. membri del consiglio di Kwale. L’esempio della lotta non A parlarci così violenta degli Ogoni è un giovane di è stato ripreso da Okpai, a poche centinaia di altre centinaia di metri comunità del Delta, dal cancello della ritrovatesi a vivere centrale a gas in situazioni estreme costruita dalla a causa degli impatti NAOC. Con gli dell’estrazione del occhi guarda in petrolio e perfetta- direzione del gas mente consapevoli flaring provenien- di questo. In molte te dal centro di comunità, le donne raccolta e pro- sono in prima linea. cessamento di Manifestano in Kwale. Gas flaring centinaia, bloccano che continua da le strade, impedi- quando è nato La comunità di Goi scono l’accesso agli e che, nonostante la realizzazione della impianti petroliferi, per centrale a gas, non è ancora terminato. Lui e giorni e giorni. Immobili, spesso vittime de- decine di altri si sono raccolti attorno a noi gli attacchi violenti dei militari che “proteg- per capire chi siano quei bianchi che non gono” le compagnie petrolifere. Finisce sem- possono entrare in un luogo dove di solito i pre che vengono scacciate in malo modo. Ma bianchi hanno accesso senza difficoltà. “Non nel giro di poche settimane ritornano. Per abbiamo mai varcato questo cancello, non loro la controparte sono le oil corporation, la abbiamo mai visitato la centrale” ci dice uno cui presenza sul territorio è più che visibile. dei membri del consiglio dei capi di Okpai, Il governo è lontano, ad Abuja. Il petrolio, il l’organo tradizionale di governo della comu- gas e le multinazionali sono qui, in mezzo a nità. Eppure queste sono le comunità che loro. E sono le promesse mancate da parte IL DELTA DEI VELENI 21
delle compagnie a fare più male, in quanto na a vita per chi è nato qui e non vuole, o la maggiore sofferenza in queste comunità non può, andarsene. “Per noi giovani non è causata proprio dalle conseguenze delle c’è futuro qui” si infervora un giovane della loro operazioni. Un ambiente che prima era comunità. Un uomo anziano aggiunge che sano, ora è contaminato a livelli impensabili. prima stavano bene, che l’Agip dovrebbe La mancanza di un monitoraggio costan- pulire tutto e andarsene, così potrebbero te – di un audit ambientale – rende molto ritornare alla loro vita di prima. difficile per le comunità che vivono a diretto Promesse mancate. Oltre ai posti di lavo- contatto con le operazioni estrattive poter ro, le infrastrutture di base che avrebbero quantificare i danni. “In molti si chiedono se potuto aiutare le comunità a migliorare le il petrolio sia una benedizione o una male- proprie condizioni di vita. “Sono qui da più dizione. Bene, per noi è una maledizione” ci di quarant’anni, e non hanno rifatto nem- dice un abitante di Ebocha. “Le esplosioni meno le strade” si lamenta uno dei membri continue del gas che brucia aprono crepe del consiglio dei capi di Kwale. In effetti, a nelle nostre case. Un giorno o Kwale come nelle altre comu- l’altro l’intera comunità verrà nità in cui opera l’Agip da noi inghiottita. Sono 47 anni che “In molti si chiedono visitate, le strade sono piste viviamo con il gas flaring”. se il petrolio sia di fango o cementate a tratti, Una maledizione che non ha una benedizione o con buchi ovunque e posti di portato lavoro né sviluppo alle una maledizione. blocco che rallentano il pas- comunità del Delta. saggio. I locali, anche a piedi, Bene, per noi è una vengono fermati per control- Ovunque ci fermiamo, le maledizione” li. Progetti iniziati e lasciati comunità lamentano il fatto a metà sono allo stesso modo che le compagnie non impie- all’ordine del giorno. Come il gano persone del posto. Anche i ragazzi che chilometro di strada costruito da poco nella hanno completato gli studi superiori non comunità di Kwale e già rovinato. La cana- trovano lavoro. Non c’è redistribuzione della letta per la raccolta dell’acqua, a lato della ricchezza sul territorio. “Tre dei miei sette strada, è stata fatta a fondo cieco e non ha figli hanno il diploma e non hanno lavoro” ci mai svolto la sua funzione. O come il centro dice una donna tra le più anziane. Un uomo, medico a Okpai, mai completato. anche lui di Ebocha, ci racconta di un’enor- me discarica di petrolio e sostanze tossiche Niente lavoro, niente strade, niente opere derivate dall’estrazione nei pressi del gas infrastrutturali. E come si diceva prima, flaring, dove crescono gli alimenti che man- niente elettricità, e danni all’ambiente giano. Il risentimento è tanto, ed è compren- causati dal gas flaring e dalla “discutibile” sibile considerando le centinaia di milioni di gestione nelle operazioni correnti. barili di greggio all’anno che prendono le vie Nel corso degli ultimi anni, le compagnie dell’export direttamente da questa terra. Ciò multinazionali sono state citate in giudizio che rimane è la devastazione e una condan- da diverse comunità locali per le violazioni 22 IL DELTA DEI VELENI
Gas flaring sulla strada dei diritti umani collegate agli impatti del riguardo e le campagne per Ebocha gas flaring e delle altre operazioni estrattive. delle organizzazioni della Lo studio legale Law Edge di Port Harcourt società civile.” Ci parla ha ben nove casi aperti contro diverse azien- del procedimento aperto dalla comunità di de, tra cui l’Agip. Per lo più si tratta di danni Idu contro Agip. “Il caso è stato presentato causati nel corso delle normali operazioni, all’Alta Corte Federale nel 2008, nel corso e quindi non derivati da avve- dei due anni in cui il proce- nimenti eccezionali. Il caso più “Più petrolio viene dimento era in corso, quattro eclatante è quello del gas flaring prodotto, e più in dei ricorrenti sono morti a che, seppure vietato dalla legge, Nigeria aumenta il gas causa di elementi sconosciu- viene considerato una pratica ti. Ma quando una persona di routine dalle compagnie che flaring. Nonostante la manifesta problemi respi- operano qui. Gli avvocati ci normativa molto severa ratori e poi muore, anche spiegano che in diversi casi la al riguardo” se la causa di morte non è stessa valutazione di impatto riportata, noi crediamo che ambientale dei progetti riporta sia collegata a quanto accade la pratica come linea base delle operazioni. regolarmente nell’ambiente della comunità. Il che gioca a sfavore delle compagnie che E la stessa compagnia ha dichiarato che i gas si giustificano dicendo di avere i permessi. associati alla produzione del giacimento di “Permessi che poi in molti casi non sono in Idu vengono regolarmente bruciati a cielo grado di produrre in tribunale” ci racconta aperto”. George Ogara, avvocato e responsabile dello studio Law Edge. “Più petrolio viene prodot- In passato, come riferito da George Ogara, to, e più in Nigeria aumenta il gas flaring. sono state istruite cause anche per gli impat- Nonostante la normativa molto severa al ti derivati dallo sversamento di rifiuti tossici IL DELTA DEI VELENI 23
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