ROBERTO DI STEFANO FILOSOFIA DELLA CONSERVAZIONE E PRASSI DEL RESTAURO - ARTE TIPOGRAFICA EDITRICE
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Aldo Aveta, Maurizio Di Stefano Presentazione 3 ROBERTO DI STEFANO FILOSOFIA DELLA CONSERVAZIONE E PRASSI DEL RESTAURO a cura di Aldo Aveta Maurizio Di Stefano ARTE TIPOGRAFICA EDITRICE
Francesco Tomaselli Il paradosso della nave di Teseo 77 Il paradosso della nave di Teseo. Considerazioni sul concetto di autenticitaÁ e sulla crisi contemporanea del restauro architettonico Francesco Tomaselli Tra i tanti meriti scientifici che bisogna riconoscere a Roberto Secondo Lemaire l'autenticitaÁ consiste in un messaggio che Di Stefano si deve mettere in evidenza, a mio avviso, tra i piuÁ emana dall'architettura del passato, con una declinazione `for- importanti, quello di essere stato l'animatore di un continuo male' di tipo essenziale ed assoluto, ed una `storica' di tipo dibattito nazionale e internazionale nell'ambito del restauro casuale ed evolutivo 4. L'autenticitaÁ si trasmetterebbe dall'e- architettonico ed ambientale. Con l'insegnamento universita- mittente (architettura) al ricevente (osservatore), attraverso rio, le manifestazioni organizzate a Ravello, la direzione della l'emanazione di un messaggio genuino che eÁ affidato prevalen- Scuola di specializzazione e della rivista Restauro, presiedendo temente alla forma, che rappresenta quello che percepisce ed con vari ruoli l'ICOMOS, Di Stefano si eÁ distinto per l'inces- appaga il ricevente 5. Ma per Di Stefano il messaggio percepi- sante promozione di iniziative e ricerche sull'argomento, con- bile ha specificitaÁ piuÁ articolate, sintetizzabili nell'estrinseca- quistando, insieme a pochi altri, il ruolo di protagonista della zione di valori diversificati a cui si attribuisce la qualifica di cultura del restauro del Novecento. L'uscita di scena eÁ stata autenticitaÁ. Insieme al valore estetico-formale e storico dell'a- una gravissima perdita. nalisi di Lemaire, sono da considerare anche l'istanza psicolo- Accogliendo la sollecitazione di Raymond Lemaire, nel gica e il valore economico. In merito all'istanza psicologica, 1994, Roberto Di Stefano licenziava il numero 129 della rivi- avvalorando riflessioni manifestate sul finire del XIX secolo sta Restauro, intitolando quel quaderno AutenticitaÁ e patrimo- da Boito, Riegl e Dvorack, e seguendo gli insegnamenti di nio monumentale. Riteneva che il tema fosse diventato piuÁ che Benedetto Croce in merito all'interpretazione spirituale dell'o- mai cogente per il destino del patrimonio architettonico. Si pera d'arte, Di Stefano argomenta che essa mostra «come l'in- avvertiva, scrive Di Stefano, concordando con l'architetto teresse della conservazione tende a non essere piuÁ rivolto solo belga, il bisogno di chiarire meglio il significato di autenticitaÁ al monumento, in quanto `emittente' di messaggi riguardanti la e, per approfondire il concetto, invitava a partecipare al dibat- storia e l'arte, ma sempre piuÁ al `destinatario' del messaggio, tito alcuni noti studiosi in ambito internazionale 1: «Quando cioeÁ all'uomo. Vengono evidenziati nuovi valori che non risie- lessi, molti mesi fa, l'articolo di Raymond Lemaire su Authen- dono esclusivamente nel monumento. CosõÁ, alle esigenze deri- ticite et patrimoine monumental mi resi conto che esso portava vanti dalla duplice istanza della storicitaÁ e dell'artisticitaÁ si avanti il discorso avviato nel suo precedente saggio Quelle affiancano quelle dell'istanza psicologica, che agisce diretta- doctrine de sauvegarde pour demain?, e basato sulla considera- mente sull'uomo» 6. zione della ambiguitaÁ del concetto attuale di autenticitaÁ che A proposito del valore economico lo studioso napoletano impedisce `una sana politica di salvaguardia'» 2. annota: «Inoltre, all'apprezzamento del consolidato valore cul- Di Stefano, tramite queste prime riflessioni, riteneva che turale del monumento, si va applicando un nuovo valore, fosse opportuna una revisione del dettato della Carta di Venezia quello economico, derivante dalla auspicata utilizzazione dei che, a trenta anni dalla sua stesura, non appariva piuÁ adeguato monumenti (art. 5 della Carta di Venezia). Si parla, allora, non ai tempi: «Nonostante le interessanti ed attuali osservazioni piuÁ di `cose' di interesse storico ed artistico, ma di beni cultu- riguardanti la Conservazione ed il Restauro, ritenni che sa- rali ed ambientali... Si riconosce che, all'interno del costruito, rebbe stato utile ed opportuno sollecitare su di esse la rifles- vi sono beni economici... di tipo particolare in quanto forni- sione degli studiosi, a trenta anni dalla formulazione della scono la loro primaria utilitaÁ a vantaggio della sopravvivenza Carta di Venezia. Trenta anni densi di avvenimenti, di innova- umana. Questa parte del patrimonio edilizio eÁ, dunque, for- zioni e di variazioni della scala dei valori, individuali e collet- mata da beni economici particolari (detti beni culturali), im- tivi, e di trasformazioni culturali, socio-politiche ed economi- portanti per la qualitaÁ della vita umana, che nel loro insieme, che di cosõÁ profonda entitaÁ (oltre che di estensione planetaria) costituiscono il `patrimonio architettonico ed ambientale'; gli da costringere a rivisitare quella Carta di principi. Rivisitare e interventi su questo patrimonio architettonico, pur diretti in non cambiare o respingere, non essendo da addebitare a quel senso della conservazione producono sempre una reale utiliz- testo la colpa dei mali, che sempre con maggiore intensitaÁ, zazione del bene economico» 7. stanno portando alla distruzione del patrimonio mondiale, cul- Continuando con le sue argomentazioni, Di Stefano ricorda turale e naturale» 3. nel suo saggio che lo stesso tema dell'autenticitaÁ, era all'ordine Secondo Di Stefano la situazione era assai critica e si au- del giorno dell'imminente congresso che si sarebbe svolto nel gurava che, attraverso le riflessioni proposte dalla rivista, si novembre del 1994 a Nara in Giappone. Infatti, a Nara fu potesse avviare una discussione sia a livello europeo che mon- sottoscritto l'omonimo Documento che cercava di interpretare diale, allo scopo di elaborare per il restauro, e per i presupposti il significato di autenticitaÁ in chiave pluralistica e nel rispetto che ne stanno alla base, una strategia universale e condivisa, delle culture dei vari Paesi che aderivano all'UNESCO. Ogni ma con possibili varianti derivate dalle differenti culture locali. cultura deve conservare il proprio concetto di autenticitaÁ: «EÁ Di Stefano conveniva con Lemaire che autenticitaÁ eÁ la `pa- da escludere, di conseguenza, che i giudizi di valore e di au- rola chiave' attorno a cui eÁ costruita la dottrina della conser- tenticitaÁ inerenti ad esse possano fondarsi su criteri uniformi. vazione del patrimonio culturale, dunque il termine deve es- Al contrario, il rispetto dovuto a tali culture esige che ogni sere indagato a fondo, mettendone in evidenza le peculiaritaÁ. opera sia considerata e giudicata in rapporto ai criteri che
78 Roberto Di Stefano. Filosofia della conservazione e prassi del restauro caratterizzano il contesto culturale al quale esse apparten- mandato a Delo un corteo votivo: da allora continuano a farlo, gono» 8. Il Documento peroÁ non sgombra il campo da equivoci sempre in onore al Dio. CosõÁ quando si mette in moto il corteo, sul concetto di autenticitaÁ che viene preso in considerazione vige la regola religiosa di mantenere pura la cittaÁ e quindi di come valore assoluto, senza esaminare gli esiti delle opere di non eseguire alcuna condanna a morte prima che la nave sia restauro nei confronti dell'autenticitaÁ, analizzata invece, so- giunta a Delo e abbia fatto ritorno. Qualche volta passa parec- prattutto, come condizione per individuare il criterio selettivo chio tempo, per esempio quando tirano venti contrari che la da adottare per l'iscrizione di edifici nella Lista del Patrimonio trattengono. L'apertura della sacra spedizione avviene quando Mondiale. il sacerdote di Apollo inghirlanda la poppa della nave e per Anche nei Documenti internazionali successivi non si ri- combinazione, lo ripeto, questo eÁ successo il giorno prima del scontra alcun nesso tra l'autenticitaÁ e l'esecuzione di un re- processo. Ecco perche Socrate dovette passare molto tempo in stauro come possibile suggerimento operativo. Si deve consta- carcere fra la condanna e la morte» 10. tare che il concetto di autenticitaÁ nell'ambito delle pratiche del Il paradosso della nave di Teseo, che si dimostra molto utile restauro, forse per effetto dei tentativi di globalizzarne il si- per i riflessi nell'ambito del restauro, eÁ posto in questi termini: gnificato, resta senza effettiva chiarificazione e quindi con la nave appartenente all'eroe greco alla quale nel corso del senso ambiguo, lasciandolo alla libera interpretazione degli tempo sono stati sostituiti, anche piuÁ volte, tutti gli elementi operatori. costituenti, puoÁ ancora considerarsi l'autentica nave di Teseo? PuoÁ avere la stessa considerazione della nave che lo aveva Il paradosso della nave di Teseo accompagnato nelle sue eroiche imprese? Quella nave conserva in se l'identitaÁ originaria esaltata dall'essere stata posseduta ed Proprio sui concetti di autenticitaÁ e divenire si sono costruite utilizzata da Teseo? Non si dovrebbe invece valutare quella fondamentali meditazioni filosofiche giaÁ dall'antichitaÁ. Una nave, con tutte le sue componenti rimpiazzate, solo una copia disputa tra filosofi del III secolo a. C. ci svela le riflessioni di quella di Teseo, alla stessa stregua di tutte le altre ancora intorno al caso del restauro della nave di Teseo, facendolo simili al modello delle navi a trenta remi? diventare il tema di un paradosso, uno di quegli esempi em- Non si puoÁ trovare la soluzione del paradosso senza espri- blematici utilizzati nei discorsi e nelle lezioni per portare am- mere supposizioni a proposito dell'autenticitaÁ e dell'identitaÁ. maestramenti. Prima si devono formulare congetture intorno alla natura di Nell'opera Le vite parallele di Plutarco (48-127 d.C.), in cui queste qualitaÁ e rintracciare la loro origine, in maniera da si raccontano le gesta di Teseo e Romolo, a proposito di Teseo potere individuare, secondo le categorie aristoteliche, la `ve- (XI sec. a.C.) figlio di Egeo re di Atene, si ricorda il destino ritaÁ', assimilabile alla `bellezza', nella materia che costituisce della sua nave, conservata per circa mille anni dopo la sua l'entitaÁ nave o piuttosto nella sua forma, ammesso che almeno morte. Con quell'imbarcazione l'eroe greco aveva viaggiato quest'ultima, nel corso di mille anni, sia rimasta immutata. ed affrontato molte delle sue note `fatiche'. A proposito del All'epoca in cui ad Atene regnava Demetrio Falereo (345- ritorno dell'eroe da Creta dopo l'uccisione del Minotauro, 282 a.C.) prevalse la tesi che l'entitaÁ originaria fosse da ricer- Plutarco scrive: «La nave sopra la quale navigoÁ co' giovani care nella materia che costituiva la cosiddetta nave di Teseo, Teseo, e ricondusse salva, era a trenta remi, e infõÁno a' tempi prima ancora che nella sua forma. Per questo, considerandola di Demetrio Falereo la mantennero gli Ateniesi col sottrarne i come semplice copia di una vecchia nave, a quella tradizional- vecchi legni, e rimetterne e riconficcarne altri nuovi e forti; mente reputata di Teseo non fu piuÁ riconosciuto alcun valore talche i filosofi nelle dubbiose dispute del crescere le cose, la evocativo. Di conseguenza quell'imbarcazione perse il privile- allegavano per esempio, tenendo alcuni d'essi che fusse la me- gio di essere usata per le celebrazioni in onore di Apollo e desima, ed altri che no» 9. quindi dimenticata. Per lungo tempo la nave fu utilizzata e ad essa veniva Il paradosso della nave di Teseo eÁ stato riesaminato parec- attribuito un valore altamente simbolico percheÂ, dopo la pro- chio tempo dopo, nel XVII secolo, dal filosofo inglese Thomas messa fatta da Teseo come ringraziamento per l'aiuto divino Hobbes (1588-1679), che nella sua opera intitolata De corpore, ricevuto, si impiegava per il viaggio rituale a Delo per traspor- per sciogliere il dilemma dell'autenticitaÁ della nave di Teseo, tare le offerte al tempio di Apollo. Di questa circostanza si propone di ipotizzare che le componenti della nave originaria trova notizia piuÁ dettagliata nel dialogo di Platone tra Fedone, possano essere state salvate dalla distruzione e messe da parte. uno degli allievi prediletti di Socrate, ed Echecrate, un appar- Se venissero riassemblati, scrive Hobbes, i vecchi pezzi della tenente alla scuola di Pitagora. Il primo racconta al secondo le nave, ci troveremmo due navi pressoche identiche, ma quale di circostanze particolareggiate degli avvenimenti che precedet- queste sarebbe da considerare la vera nave di Teseo? 11. tero l'esecuzione di Socrate, avvenuta nel 399 a. C.: «Fedone- L'espediente di Hobbes mirava a dimostrare l'inconsi- CosõÁ non avete saputo neppure come si svolse il processo? stenza della tesi secondo la quale eÁ possibile operare la scelta Echecrate- Questo sõÁ. Qualche informazione eÁ giunta. A facendosi guidare dall'unitaÁ della forma come principio di proposito, non riusciamo a capire perche sia morto molto obiettivitaÁ. Se in questo caso si dovesse giudicare esclusiva- tempo dopo la celebrazione del processo. Come mai, o Fedone? mente in base alla forma, ci si troverebbe difronte all'assurda Fedone- Una combinazione, Echecrate. Una coincidenza. conclusione che entrambe le navi (simili per forma) siano la CapitoÁ questo: il giorno prima del processo s'inghirlandoÁ la nave di Teseo. poppa della nave che gli Ateniesi sono soliti mandare a Delo. Questo paradosso rappresenta `ante litteram' la testimo- Echecrate- Una nave? Che cosa significa? nianza di un vero e proprio caso di restauro eseguito, con Fedone- Ma sõÁ, come raccontano ad Atene, eÁ la nave sulla vari interventi, a partire dall'XI secolo a.C. che, sottoposto a quale Teseo salpoÁ verso Creta, portando le famose sette coppie valutazione, come si direbbe oggi, non ha superato la prova del di fanciulli e fanciulle che egli salvoÁ dalla morte, salvando tempo. Infatti i filosofi ateniesi hanno determinato che l'au- anche se stesso. Allora promisero ad Apollo, cosõÁ si racconta, tenticitaÁ materiale della nave di Teseo era stata tradita, e che, se si fossero salvati, ogni anno gli Ateniesi avrebbero quella al tempo presente era diventata soltanto una copia della
Francesco Tomaselli Il paradosso della nave di Teseo 79 vecchia imbarcazione, avendo perso la sua indispensabile pre- positivi di nuove architetture o per il ripristino di quelle esi- rogativa di sinceritaÁ documentaria. stenti. Un cambiamento di tendenza, col riconoscimento della Quell'intervento puoÁ essere equiparabile alla generica defi- coincidenza monumento-documento, avverraÁ solo dopo le pro- nizione che intende per restauro qualsiasi intervento volto a teste internazionali promosse da John Ruskin e coordinate dal rimettere in efficienza un prodotto dell'attivitaÁ umana. PeroÁ la 1879 dalla Society for the Protection of Ancient Buildings presie- nave di Teseo non rappresenta esclusivamente un comune pro- duta da William Morris per fermare le opere di liberazione e dotto dell'attivitaÁ umana, per la circostanza palese che la nave ripristino dirette dall'architetto Meduna nel duomo di San non fu mantenuta in efficienza come semplice mezzo di tra- Marco a Venezia 17. Spinto dalle forti critiche internazionali, sporto, ma perche essa era appartenuta all'eroe da ricordare nel tentativo di riconquistare credibilitaÁ e di svolgere un'effi- oltre che per l'uccisione del Minotauro, anche per essere stato cace azione disciplinatrice delle operazioni di restauro in Italia, l'artefice del `synoikismos' ellenico, ovvero la rifondazione di il Ministero della Pubblica Istruzione nel 1882 promulgava un Atene, unificando varie popolazioni dell'Attica sotto un unico decreto legislativo ed una circolare Sui restauri degli edifici mo- controllo della nuova e potente cittaÁ-stato. La nave rappresen- numentali 18. I provvedimenti legislativi del 1882, da conside- tava il tramite per mantenere la memoria dell'eroe e per ono- rare la prima Carta Italiana del Restauro, determinano una rare la sua promessa di glorificare Apollo. L'oggetto nave dun- nuova stagione per la conservazione dei monumenti, che que si caratterizza per la sua funzione, che peroÁ passa in se- dopo il fantasioso ripristino in stile si indirizza verso un piuÁ condo piano rispetto al significato trascendente di documento rispettoso atteggiamento filologico, ma sempre rivoto alla rico- (valore storico) che viene attribuito all'imbarcazione dall'es- stituzione dello stato originario 19. sere stata utilizzata da Teseo di cui si voleva conservare vivo La nuova coscienza del valore del documento, accompa- il ricordo. Il giudizio espresso dai filosofi ateniesi sancisce che gnato dall'orientamento conservativo nell'affrontare i restauri l'autenticitaÁ risiede nella materia che costituisce l'oggetto da nel rispetto delle testimonianze, si rafforza con le determina- conservare, ed anticipa (di quasi 3000 anni) i concetti ancora zioni del voto del IV Congresso nazionale degli ingegneri ed oggi validi ed essenziali. architetti del 1883: «Considerando che i monumenti architet- tonici del passato, non solo valgono allo studio dell'architet- Evoluzione del concetto di restauro tura, ma servono, quali documenti essenzialissimi, a chiarire e ad illustrare in tutte le sue parti la storia dei vari tempi e dei A questo punto eÁ legittimo chiedersi quale nesso possa esserci vari popoli, e percioÁ vanno rispettati con scrupolo religioso, tra le vicende antiche che sono state appena richiamate e i temi appunto come documenti, in cui una modificazione anche del restauro contemporaneo. EÁ presto detto. Si puoÁ ipotizzare lieve, la quale possa sembrare opera originaria, trae in inganno che riflessioni piuÁ approfondite su temi legati all'autenticitaÁ, e conduce via via a deduzioni sbagliate...» 20. come quelli collegati al paradosso della nave di Teseo, avreb- La condotta rispettosa per le stratificazioni eÁ consolidata bero orientato il restauro verso percorsi assai differenti da nel 1891 con le Norme per la conservazione dei monumenti, e poi quelli che effettivamente hanno connotato la sua evoluzione. insieme all'assoluto divieto dei ripristini, con la Carta di Atene Con molta probabilitaÁ il restauro concepito come opera per del 1931 e la Carta italiana del restauro dello stesso anno, e le serbare memoria e documenti si sarebbe differenziato dai piuÁ Istruzioni per il restauro dei monumenti del 1938. E poi ancora semplicistici interventi rivolti a mantenere lo stato d'uso di viene ribadito con la Carta di Venezia del 1964, e con la Carta beni a cui veniva riconosciuto solamente un valore utilitario. italiana del restauro del 1972, elaborata secondo le indicazioni Nel caso dell'architettura le prime definizioni di restauro sono di Cesare Brandi, a cui si eÁ aggiunto il Codice dei Beni Culturali riconducibili unicamente ad opere da svolgere su beni con e del Paesaggio del 2004 21. Per sottolineare il grado di atten- esclusivo valore venale per assicurarne la necessaria utilizza- zione alla conservazione che si era raggiunto, ma che oggi zione e la conseguente rendita economica. Si ricorda in propo- purtroppo sembra perduto, bisogna prendere in esame le sito la descrizione data da Leon Battista Alberti nel 1485 12 o Norme del 1891, varate quando vennero istituiti gli Uffici da Filippo Baldinucci nel 1681, a cui si sono ispirati molti altri Regionali per la Conservazione, in cui erano state pratica- autori 13. mente incluse le sette massime del congresso del 1883, di cui PiuÁ si avvicina al ripristino e all'abbellimento la definizione si eÁ perso quasi completamente il ricordo. Per sottolineare del monaco architetto Tommaso Maria Napoli riportata nella l'inderogabile importanza della materia di cui sono costituiti sua opera del 1688: «Restauro, in fine, eÁ quella [azione] che i monumenti e quindi per non corrompere l'autenticitaÁ, si toglie qualcosa, la cambia o la aggiunge agli edifici antichi raccomandava che le opere «dovranno essere eseguite per affinche siano riportati ad un aspetto piuÁ conveniente e piuÁ modo che abbiano ad alterare il meno possibile l'effetto d'as- bello, ripara le parti pericolanti, innalza le parti cadute ripor- sieme del monumento», per ottenere un buon risultato «gio- tandole nella condizione originaria» 14. veraÁ di tener sempre a mente che il valore artistico di un Anche nella definizione di restauro che elabora Viollet-le- monumento eÁ molte volte completato dalle alterazioni natural- Duc non si riscontrano riferimenti a valori documentali di cui eÁ mente subite dai materiali, che attestano la vita secolare del portatrice l'architettura del passato e il restauratore eÁ visto monumento» 22. come un artista che deve impersonare le qualitaÁ e il gusto Nel percorso evolutivo della teoria del restauro eÁ stato dell'originario progettista, per riplasmare l'edificio secondo fondamentale il contributo di Brandi per essere riuscito a fo- una nuova composizione coerente con lo stile originario 15. calizzare l'attenzione e statuire in forma esplicita ed inequivo- Il primo ad utilizzare, nell'ambito del restauro, l'espres- cabile la significativitaÁ della materia dell'opera da conservare, sione «monumento» (ma non ancora nel senso compiuto che «in quanto rappresenta contemporaneamente il tempo e il oggi si attribuisce), eÁ QuatremeÁre de Quincy nel suo Dizionario luogo dell'intervento di restauro» 23, che porta all'affermazione storico di architettura 16. Ancora nel monumento non si indivi- del primo assioma della teoria brandiana: «si restaura solo la duava alcuna proprietaÁ di testimonianza se non quella di pos- materia dell'opera d'arte» 24. Secondo Brandi nella materia si sedere elementi di studio degli stili e stimolo per esercizi com- concentrano i valori estetici e storici, e sulla superficie di que-
80 Roberto Di Stefano. Filosofia della conservazione e prassi del restauro sta si manifesta la patina: «il concetto di patina, lungi da con- dei monumenti? Perche abbiamo abbandonato la via tracciata finarsi in un'affabulazione romantica, si eÁ andato raffinando in dai maestri? Perche ancora noti operatori e comunicatori in- un concetto che intende rispettare le ragioni dell'arte e della neggiano al restauro impiegato come mezzo per riportare i storia, sicche eÁ strumento prezioso per designare sia il passag- monumenti al cosiddetto antico splendore? gio del tempo..., sia quel nuovo equilibrio in cui le materie... Per rispondere a tali quesiti si possono enumerare diffe- finiscono per assestarsi nell'affievolimento di una crudezza renti ordini di motivi a cui imputare l'attuale stato di deriva originaria... orma del tempo sull'opera» 25. Brandi eÁ riuscito a che patisce il restauro. trasformare il restauro da una pratica artigianale ed empirica, Una grave responsabilitaÁ eÁ da attribuire alla disattenzione esercitata per secoli con posizioni personali e ricette segrete da parte degli organi di controllo che omettono di fare rispet- (principalmente in ambito pittorico), in una nuova disciplina tare le disposizioni ministeriali come la Carta italiana del re- connotata da qualitaÁ critiche arricchite con l'apporto di cono- stauro del 1972 (mai abrogata e quindi ancora in vigore), in cui scenze storiche, filosofiche, estetiche ed acquisizioni scientifi- sono ben descritti i principi generali per gli interventi di re- che chimiche, fisiche, biologiche e tecniche. stauro. Nell'articolo 6, sono segnalati gli interventi «proibiti Lo stesso Brandi in un convegno svolto nel 1942 illustrava indistintamente» perche contrari alle «operazioni di salvaguar- la precedente e tradizionale concezione del restauro che se- dia e restauro», e nell'articolo 7 gli interventi ammessi. Con guendo una inclinazione «illuministica e positivistica esige il rammarico bisogna prendere atto che troppo spesso si vedono ripristino dell'opera anche al di laÁ dello stato mutilo in cui ci eseguiti, con grande disinvoltura, proprio gli interventi «proi- pervenne», contrapposta alla sua elaborazione cosiddetta «idea- biti indistintamente» e omessi quelli che programmaticamente lista che vuole il ristabilimento critico del testo autentico negli sarebbero consentiti. elementi, e solo in essi, coi quali l'opera eÁ sopravvissuta» 26. Un contributo rilevante alla confusione eÁ da imputare al- Con Brandi si apre la stagione del cosiddetto restauro cri- l'odierna, perdurante e ostentata fittizia aporia tra i termini tico. La riflessione che qualifica il restauro come atto critico restauro e conservazione, che offre l'opportunitaÁ per ostentare risale al 1945 e si trova nel primo dei dialoghi di Elicona, distinzioni ed accampare equivoche giustificazioni. Questo Carmine o della pittura: scrive Brandi, «Rientrano percioÁ nella dualismo poteva avere ragion d'essere nel XIX secolo, quando critica, non solo la designazione e la promulgazione dell'opera, il restauro architettonico coincideva col ripristino in stile a cui ma anche tutti i procedimenti che assicurino l'opera, senza si opponevano molti intellettuali a garanzia dell'autenticitaÁ. manomissioni e senza aggiunte, alla cultura del futuro. Quindi Ma se il restauro concepito come ripristino in stile eÁ stato anche il restauro eÁ critica, anche la collocazione di un'opera in bandito da oltre un secolo e mezzo, perche persiste l'abitudine un museo, e perfino la illuminazione, il fondale su cui l'opera, di utilizzarlo come termine di paragone da contrapporre alla se saraÁ un dipinto o una plastica, saraÁ esposta alla pubblica conservazione? Forse eÁ giunto il momento di chiarire definiti- cultura e percioÁ assicurata al futuro». Affermazione questa, vamente che le due espressioni non sono in contraddizione ma che precede la famosa definizione che discende dall'«aver ri- che, al contrario, coincidono nelle finalitaÁ. BisogneraÁ affer- condotto il restauro in rapporto diretto con il riconoscimento mare anzi, semplicemente, che i termini sono sinonimi, e dell'opera d'arte in quanto tale», e cioeÁ: «il restauro costituisce che, se si vuole essere piuÁ espliciti, la conservazione rappre- il momento metodologico del riconoscimento dell'opera d'arte, senta il fine da raggiungere attraverso le pratiche tecniche del nella sua consistenza fisica e nella sua duplice polaritaÁ estetica restauro. Il concetto era stato ben spiegato nel Documento e storica, in vista della sua trasmissione al futuro» 27. sottoscritto nel corso del congresso internazionale dell'ICO- Con la teoria del restauro di Brandi, che mira al riconosci- MOS Nessun futuro senza passato, tenutosi a Roma nel 1981, mento dell'opera e alla conservazione dei segni del tempo, si in cui eÁ riportato che «la conservazione eÁ intesa come il fine per determina, come affermava lo stesso autore, di mettere il re- assicurare la salvaguardia del patrimonio culturale, curando il stauro «sotto il controllo della morale» 28. suo idoneo adeguamento ai bisogni della societaÁ, attraverso un Nella Teoria del restauro di Brandi si esplicita, dunque, lo insieme di misure tecniche, legislative, finanziarie, fiscali, edu- strettissimo rapporto che sussiste tra morale, critica d'arte e cative, e cosõÁ via. Il restauro a sua volta eÁ inteso come il mezzo restauro. L'accostamento dei tre termini eÁ rilevante ed essen- tecnico di intervento volto a mantenere in efficienza ed a ziale. Il termine morale (`moralia' in latino) si accosta all'etica trasmettere integralmente al futuro il suddetto patrimonio» 29. (`ethos' in greco, come coscienza dell'uomo giusto). Ne deriva Il significato di conservazione e di restauro, insieme a quelli che la coscienza morale obbliga il restauro al rispetto dell'au- di prevenzione e manutenzione sono espressi compiutamente tenticitaÁ. nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, dove nella sezione relativa alle Misure di Conservazione, eÁ scritto: «La conserva- Le cause della distorta tendenza attuale zione del patrimonio culturale eÁ assicurata mediante una coe- rente, coordinata e programmata attivitaÁ di studio, preven- Desta grande perplessitaÁ e contemporaneamente profonda zione, manutenzione e restauro» 30. Quindi il restauro eÁ una amarezza, constatare che il restauro esercitato nel nostro delle componenti organiche dell'azione conservativa e non puoÁ Paese, da almeno venticinque anni, eÁ diventato un'attivitaÁ essere in antitesi o alternativo con questa: «Per restauro si senza codici di comportamento, affidata al libero arbitrio, intende l'intervento diretto sul bene attraverso un complesso come se, nell'elaborare progetti, si trattasse esclusivamente di operazioni finalizzate all'integritaÁ materiale ed al recupero di esprimere personali e originali questioni di gusto. del bene medesimo, alla protezione ed alla trasmissione dei Quale puoÁ essere il motivo di una generale perdita di me- suoi valori culturali» 31. moria del valore dell'autentica architettura del passato, essa La maggiore responsabilitaÁ della cattiva esecuzione dei re- stessa deposito della memoria del tempo trascorso? Come eÁ stauri eÁ da attribuire comunque all'inadeguatezza di molti ar- potuto accadere che nella maggior parte degli interventi il re- chitetti che risultano assolutamente disinformati (sia dal punto stauro si eÁ trasformato nello strumento piuÁ violento (ma dram- di vista teorico che tecnico) e, di conseguenza, in gravi diffi- maticamente accettato) per lo sconvolgimento dell'autenticitaÁ coltaÁ nelle pratiche della progettazione e della direzione dei
Francesco Tomaselli Il paradosso della nave di Teseo 81 lavori. Potrebbe sembrare paradossale ma, a proposito delle di miserevoli copie? Gli esiti di molti cosiddetti restauri che si tematiche del restauro, la piuÁ parte degli architetti non regge vedono in giro per il nostro Paese, possono essere considerati il confronto con altre categorie professionali che, da qualche come opere di demolizione e ricostruzione di modelli architet- tempo, dedicano allo studio in questo campo sempre maggiore tonici secondo gli stili dei secoli passati, ma non devono spac- attenzione e conquistano continuamente ulteriori spazi specia- ciarsi assolutamente per i monumenti di cui hanno preso il listici. Agli architetti del nostro tempo non vengono forniti gli posto, di cui al massimo, rappresentano una pallida imitazione, strumenti adeguati per il dialogo e la collaborazione con le altre se non, addirittura, una sfacciata e irridente parodia. Bisogna professioni che programmaticamente dovrebbero coordinare. che se ne prenda atto. Nella maggior parte dei casi, il con- Una parte della condizione di ambiguitaÁ che attraversa il fronto con i termini del paradosso della nave di Teseo, ci mette restauro eÁ da rintracciarsi all'interno della disciplina stessa, di fronte alla drammatica realtaÁ di dovere ammettere che il dove qualche individualismo e la differenziazione su singole restauro che oggi si pratica, altro non eÁ che la completa deva- posizioni teoriche ha contribuito ad alimentare il clima di in- stazione dell'architettura storica. determinatezza che oggi, piuÁ che mai, caratterizza il restauro. Al decadimento della conservazione e con essa alla disaffe- Sembrerebbe che nel restauro dei monumenti si possa scegliere zione per le testimonianze architettoniche ha contribuito il una linea di comportamento o, se si preferisce, un'altra com- grande aumento degli interventi di cosiddetto restauro, a fronte pletamente opposta. Secondo Giovanni Carbonara «si sono piuÁ del calo vertiginoso della domanda di produzione di nuova attentamente delineate, accanto alla linea critica e brandiana architettura. In passato il restauro rappresentava un'attivitaÁ ed ai suoi sviluppi critico-conservativi, le altre due che oggi professionale di nicchia esercitata prevalentemente dalle So- godono di maggiore autoritaÁ; quella che abbiamo definito ma- printendenze, ma oggi, col diminuire della domanda di nuova nutentivo-ripristinatoria e quella puro-conservativa. Visioni architettura, eÁ diventato il piuÁ diffuso impegno lavorativo di opposte, anche se mosse da un medesimo interesse iniziale, architetti, imprenditori e maestranze che non sono sufficiente- ma non per questo simmetriche ed equipollenti...» 32. mente preparati. A queste posizioni, che sono generate da componenti in- Forse bisogna ammettere che Renato De Fusco, in certa terne alla disciplina del Restauro, si deve ancora aggiungere misura, aveva avvertito il pericolo quando nel 1980, tra le quella, senza costrutto teorico alcuno, che segue la via che sue critiche alla teoria del restauro, scriveva che le attivitaÁ sulla appare rispondente all'ormai superato mandato professionale cittaÁ esistente e quindi anche quelle del restauro cominciavano degli architetti, ancora ostentato da taluni, che negano l'esi- ad essere preponderanti nella professione degli architetti, por- stenza stessa del restauro, ritenendo che ogni progetto abbia tatori di linfa creativa e rigeneratrice non sempre pertinente: come finalitaÁ esclusiva, sempre, la trasformazione dell'am- «per l'opera di conservazione dei beni culturali, si sta accom- biente costruito o naturale. Da questo atteggiamento deriva pagnando un orientamento storico-eclettico (comunque lo si l'assoluto disprezzo per le preesistenze che sono considerate voglia chiamare, pre- o post-modernismo) che informa l'atti- come oggetti da manipolare o qualche volta da esporre, in una vitaÁ di buona parte degli architetti contemporanei. E non di- certa ridotta misura, come cimeli per l'arredamento. Un'ulte- mentichiamo che la grande stagione del restauro ottocentesco riore posizione riscontrabile eÁ quella che mira al presunto de- coincise proprio con l'eclettismo storicistico dell'architettura coro, all'ordine e all'abbellimento dei centri storici, considerati militante» 34. Si prefigurava dunque un reflusso dell'atteggia- come facciate di edifici e quindi semplicemente delle quinte mento ripristinatorio, che incontestabilmente si eÁ verificato, e sceniche da decorare. Da questi atteggiamenti discendono gli per di piuÁ esercitato da soggetti privi delle benche minime interventi concepiti dai piani del colore, che hanno completa- cognizioni nell'ambito della progettazione eclettica, essendo mente stravolto l'aspetto delle antiche cittaÁ. In questi casi si stati educati prevalentemente nel seguire le lezioni del movi- sono individuati come mezzi per eseguire i `restauri', sempli- mento moderno secondo gli indirizzi di Le Corbusier, Gropius cemente la vernice e il pennello, convinti di avere svolto opera e Wright. meritoria nell'ambito del recupero di supposte tradizioni lo- Una spiegazione convincente per interpretare il fenomeno cali, ma con l'impiego dei `colori universali' prodotti da indu- ed analizzare il periodo difficile e pericoloso che attraversa il strie multinazionali e venduti in tutto il mondo 33. restauro e quindi il patrimonio architettonico, ci eÁ offerta da Il risultato del clima anarcoide che si eÁ generato ha regi- Francesco Gurrieri, che suggerisce una lettura in chiave filo- strato un continuo proliferare di `linee guida', `manuali', `co- sofica del fenomeno. Gurrieri fa risalire le cause al postmoder- dici di comportamento', e `piani particolareggiati', di cui si nismo e dichiara che «si assiste alla fine delle `ideologie': illu- dota ogni amministrazione o ente appaltante, come se nel re- minismo residuo, idealismo e marxismo si spengono lenta- stauro non fossero mai esistite norme di riferimento. Nella mente, postulando la fine dell'idea di `progresso'. Dilaga la quasi totalitaÁ i risultati dei restauri che si possono osservare sfiducia postmoderna nel progresso, postulando che «il futuro nelle nostre cittaÁ interpretano l'intervento come completo ri- eÁ giaÁ qui, ed eÁ la somma di tutti i passati». Dilaga l'afferma- facimento. Ma si puoÁ dire che un edificio a cui sono stati zione secondo cui «non ci sono fatti ma solo interpretazioni», sostituiti tutti i materiali di finitura, ovvero tutto quanto eÁ cosõÁ che il mondo vero ha finito per diventare una favola da percepibile dall'occhio umano (intonaci esterni ed interni, pa- viversi giorno per giorno 35. vimenti, coperture, coloriture, infissi etc.), sia ancora lo stesso Non eÁ stato sufficiente il tentativo di fare chiarezza ope- di prima? Dopo un generale intervento di sostituzione si puoÁ rato da Paolo Torsello con un suo recente contributo intitolato considerare il risultato ottenuto come opera di conservazione Che cos'eÁ il restauro?, per il quale ha invitato nove studiosi di testimonianze? Ma conservazione di che cosa, se nulla di italiani ad esprimere e consegnare alle stampe una propria originario eÁ rimasto? EÁ forse sufficiente che la forma riproduca definizione di restauro 36. Purtroppo questo episodio rafforza le linee caratterizzanti di un edificio perche lo si possa consi- l'idea che si eÁ persa un'univoca concezione del restauro, as- derare ancora come un monumento? L'autenticitaÁ, anche da sunto che ha fatto dichiarare a Roberto Masiero, autore della accettare almeno in termini percentuali, eÁ ancora un valore se postfazione del volume, dopo avere preso in esame le nove riferita al patrimonio architettonico, o ci si deve accontentare differenti declaratorie, paragonabili ad eterogenee manifesta-
82 Roberto Di Stefano. Filosofia della conservazione e prassi del restauro zioni di personali opinioni: «non eÁ possibile una definizione del segnamenti dell'ambito del restauro, che attualmente riesce ad restauro di tipo assertivo. Ne di tipo normativo, ma solo argo- offrire solo un ridotto orientamento metodologico. EÁ sicuro mentativo. Non eÁ credibile, date le considerazioni fatte, la peroÁ, che sia indispensabile uscire dall'attuale e perdurante di- possibilitaÁ di procedere fino al punto di ipotizzare una defini- sordine nell'ambito della didattica progettuale, che coinvolge zione di tipo sintetico» 37. La nota conclusiva di Masiero nega, molte materie, con diversi indirizzi disciplinari, ad occuparsi addirittura, al restauro lo status di ambito autonomo: «Penso impropriamente di restauro, causa primaria della confusione anche che coloro che operano e pensano al restauro dovrebbero che si genera negli allievi architetti. riflettere il piuÁ possibile usando tutti gli strumenti a disposi- Renato Bonelli, giaÁ quarant'anni addietro, aveva denun- zione sui paradossi, sulle contraddizioni, sulle aporie che fanno ciato il pregiudiziale esito dell'irruzione di altre discipline, col del restauro un'impossibile disciplina» 38. pericoloso ruolo di inquinamento del restauro: «Per quello che La profonda crisi della contemporanea progettazione archi- riguarda... il rapporto degli studi di architettura con le disci- tettonica ha coinvolto e sta trascinando con se anche la cultura pline storiche e col restauro in particolare, il fatto dominante eÁ del restauro, alla quale si vanno appiccicando le stesse incon- l'invasione di questo campo del restauro da parte della compo- gruenze e fragilitaÁ intellettuali dell'altra. Lo smarrimento della sizione e dell'urbanistica, che hanno parzialmente corrotto e progettazione architettonica ha cercato di colmare la vacuitaÁ guastato, con rozza improvvisazione causale, la scientificitaÁ dei propri attuali contenuti aggrappandosi al restauro, che mo- della didattica storico-critica volta all'intervento di restauro» 42. strava una concreta struttura teorica condivisa a livello inter- Bonelli continuava sostenendo il punto di vista del restauro nazionale. Come sta avvenendo per l'architettura anche il re- mirante alla conservazione, a cui si opponeva quel disinvolto stauro rischia la «liquefazione» 39. O forse sarebbe piuÁ oppor- atteggiamento che oggi va di moda definire `intervento di tra- tuno dire la `vaporizzazione', seguendo le prospettive che gli sformazione', auspicando una riforma delle FacoltaÁ di architet- riconosce Renato De Fusco «proponendo il restauro come `via tura con l'attivazione di corsi indirizzati specificatamente alla d'uscita', anche professionale, di fronte alla crisi dell'urbani- formazione di architetti restauratori: «Secondo questa posi- stica, diretta conseguenza della mala politica, e a quella dell'ar- zione, quindi, i monumenti del passato esistono soltanto per chitettura dominata dalle `trovate' dello `star system', a quella essere usati modificandoli, alterandoli, distruggendoli secondo i dello stesso `industrial designer', un tempo orgoglio del made in bisogni pratici che oggi si presentano. Il passato come valore Italy, ma ormai ridotto al livello della moda femminile» 40. storico, l'opera d'arte come eterno presente, sono cancellati e soppressi dal nostro tempo. Posizione inaccettabile, che non Qualche proposta puoÁ avere diritto di cittadinanza nel campo delle scienze stori- che, in quello del restauro e, direi, in una societaÁ moderna e Ma si tratta di un ineluttabile destino o si puoÁ ancora evitare il veramente civile. Per questo dobbiamo constatare che fra noi, totale annullamento della disciplina del Restauro e con essa la storici e restauratori, e i docenti di composizione e di urbani- perdita delle residue testimonianze autentiche dell'architettura? stica, v'eÁ un abisso incolmabile, una frattura che divide netta- Il primo problema da risolvere eÁ inerente alla formazione mente in due campi il ristretto mondo delle FacoltaÁ di archi- degli operatori e principalmente degli architetti e delle mae- tettura; nessuna possibilitaÁ d'intesa fra noi e quei docenti che si stranze che operano nel cantiere di restauro, che deve differen- rivelano cosõÁ privi di senso storico e di etica culturale da pro- ziarsi totalmente e definitivamente dal cantiere edile indirizzato clamare la distruzione del patrimonio architettonico. Occorre alla nuova produzione. Agli allievi architetti bisogna insegnare dunque dividerci dagli altri, raggruppando le discipline storiche che quello per la nuova architettura e quello per il restauro sono in un corso di laurea distinto ed autonomo, diretto a fornire un due distinte (assolutamente) maniere di interpretare ed elabo- titolo di studio speciale. Se non saraÁ possibile conseguire una rare il progetto. Infatti se eÁ vero che il progetto di architettura eÁ autonomia del «gruppo storico», queste discipline risulteranno considerabile una «pratica artistica e creativa», quello del re- inevitabilmente alterate e poi assorbite ed annullate nel clima stauro non lo eÁ affatto. Quest'ultimo mira alla conservazione generale di empiria, confusione mentale e demagogia populista della materia costituente e si avvale di ricerche storiche, elabo- che ormai regna sovrano nelle FacoltaÁ di architettura» 43. razioni critiche, pratiche analitiche, diagnostiche e tecniche. Ancora oggi troppo spesso accade che la disciplina universi- Nel restauro le esuberanti pulsioni creative sono controindicate, taria del Restauro sopporta nei corsi di laurea in architettura- perche il restauratore deve impegnare la propria creativitaÁ esclu- ingegneria edile una sorta di ostracismo e viene reputata una sivamente per le opere miranti alla conservazione e non alle materia inutile e sostituibile con altri insegnamenti che si occu- realizzazioni artistiche. A questo proposito occorre evidenziare pano di azioni sul costruito storico spacciate per progetti di che, ormai da lungo tempo, il restauratore di dipinti non eÁ un restauro. pittore, quello di sculture non eÁ uno scultore e cosõÁ lo scrittore Il quadro generale della perdurante crisi che attraversa il non eÁ un restauratore di libri antichi. L'unica eccezione in que- restauro architettonico sembra essere piuÁ chiaro e quindi, in sto campo eÁ la professione dell'architetto, a cui si chiedono, conclusione, si possono avanzare delle proposte per superare contemporaneamente, capacitaÁ creative e conservative, causa l'attuale smarrimento. Si dovrebbe cominciare col promuovere di contraddizioni insormontabili, derivanti dalla doppia perso- una moratoria e unirsi alle proteste avanzate qualche anno nalitaÁ, che hanno portato alla revoca del concetto di autenticitaÁ addietro da archeologi e storici dell'arte 44. e alla devastazione di gran parte del patrimonio architettonico. Come si eÁ fatto cenno in precedenza, un ostacolo cruciale eÁ Forse sarebbe opportuno mettere a punto, e con grande atten- rappresentato dalla carente formazione peculiare degli operatori zione, una nuova figura di architetto-conservatore 41. Se, invece e questo eÁ possibile che si superi soltanto con la presa di co- si vuole continuare ad attribuire a tutti agli architetti l'esclusi- scienza generale del valore profondo e dell'importanza della vitaÁ di operare nell'ambito del restauro architettonico, occorre conservazione delle testimonianze del passato che appartengono che si assicuri a questi la necessaria preparazione professionale, a tutti e quindi della tutela dell'autenticitaÁ del messaggio di cui frutto del contributo di tutte le componenti scientifiche impre- queste sono veicolo. Gli architetti che si occupano di progettare scindibili. Ne consegue, obbligatoriamente, l'aumento degli in- e dirigere i restauri devono essere in grado di colloquiare con
Francesco Tomaselli Il paradosso della nave di Teseo 83 altri specialisti (chimici, fisici, geologi, archeologi, biologi, sto- London 1655, p. 47. L'argomento eÁ stato ulteriormente esaminato ma rici dell'arte, ingegneri, restauratori delle varie specialitaÁ...) e si eÁ concentrato prevalentemente sugli esseri viventi e sulla predisposi- quindi ne devono comprendere l'utilitaÁ ed il linguaggio. L'ar- zione al mutamento col crescere di questi; si consultino in proposito D. chitetto-restauratore deve conoscere i materiali da costruzione, Wiggins, F. B. Dauer, B. Smart. 12 L'architetto enumera le possibili cause dei danni che possono afflig- il comportamento strutturale delle componenti dell'architettura gere le fabbriche (errori di progettazione, incendi, saette, terremoti, e deve essere uno specialista nella diagnostica visuale e strumen- inondazioni e il tempo), concludendo che non sempre si possono trova- tale, per individuare le problematicitaÁ delle fabbriche e proporre re rimedi adeguati e quando ci si dovesse trovare in situazioni partico- le terapie piuÁ opportune con l'impiego delle tecniche piuÁ appro- larmente difficili e compromesse, eÁ piuÁ conveniente demolire i vecchi priate. EÁ lampante che se il restauro si riduce (come si vorrebbe edifici per costruirne di nuovi ed efficienti. «Adunque i difetti de li edi- da taluni) ad un semplice `progetto di trasformazione', lo studio fici e pubblici, e privati, alcuni sono nati dall'architettore, e alcuni vi della diagnostica e delle tecniche d'intervento specifiche del sono stati portati d'altronde [...] Ma non tutti i difetti che procedono restauro diventano assolutamente inutili. d'altronde sono peroÁ inemendabili, ne anche i difetti che nascono da lo Ritengo che occorra, da parte dei rappresentanti delle isti- architettore, sono peroÁ tutti atti a potersi emendare; conciosiacheÁ le co- se guaste totalmente e depravate per ogni conto, non si possono emen- tuzioni preposte alla tutela, ma credo anche dei professori di dare. Quelle ancora che stanno di maniera che non si possono miglio- restauro dell'UniversitaÁ (auspicabile in tal senso la creazione di rare, se non si rivoltano sossopra tutte le linee, esse certo non si rime- una societaÁ scientifica con specifici scopi di orientamento), una diano; ma piuÁ presto si rovinano per farvene di nuovo de le altre», in L. assunzione di responsabilitaÁ per dare avvio, con umiltaÁ e con- B. Alberti, De re edificatoria, Firenze 1485 (prima edizione); la citazio- vinto spirito di cooperazione, ad una riflessione condivisa per ne eÁ riportata da Della Architettura, traduzione di C. Bartoli, Milano proporre univocamente un corretto indirizzo alle opere di re- 1833, pp. 341-342. stauro del patrimonio culturale che, non deve, mai piuÁ, essere 13 Restaurare eÁ «rifare a una cosa le parti guaste e quelle che mancano assoggettato al libero arbitrio. Il restauro si deve considerare per vecchiezza, o per altro accidente simile; il che diremmo anche, ma un'attivitaÁ etica da affrontare con spirito di servizio, nella in modo basso, rabberciare, rinnovare», in F. Baldinucci, Vocabolario toscano dell'arte del disegno..., Firenze 1681, ad vocem restaurare, p. consapevolezza che si esercita in nome dell'intera stirpe umana 134. Una definizione simile si trova anche nel Vocabolario degli Acca- e non soltanto del proprietario, del tal sindaco o tal ministro. demici della Crusca nell'edizione del 1741. Necessita anche che si smetta di pensare al restauro come 14 T. M. Napoli, Utriusque architetcturae compendium, Roma 1688, p. ghiotta occasione professionale da cui ottenere il massimo gua- IX. L'opera eÁ stata recentemente tradotta e sta per essere pubblicata a dagno. In proposito gli architetti che si occupano di restauro, cura di R. Scaduto, con lo stesso titolo. come i medici, dovrebbero prestare una sorta di `giuramento di 15 L'architetto francese scrive: «La parola e la cosa sono moderne. Re- Ippocrate'. Suggerisco che si possa denominare `giuramento di staurare un edificio non eÁ mantenerlo, ripararlo o rifarlo, eÁ ristabilirlo Demetrio', in memoria di Demetrio Falereo, il filosofo e re di in uno stato completo che potrebbe non essere mai esistito... Ogni edi- Atene che decretoÁ l'abbandono della cosiddetta nave di Teseo, ficio ed ogni parte di edificio devono essere restaurati nello stile loro dovuto, non solamente dal punto di vista formale, ma anche dal punto ormai considerata soltanto una sterile riproduzione. di vista strutturale... Ma se si tratta di ricostruire a nuovo parti di mo- Tra il restauratore ed il monumento si deve stringere un numenti di cui non resti nessuna traccia, sia per necessitaÁ costruttive, patto di leale cooperazione, in cui l'architettura promette di sia per completare un'opera mutila, eÁ allora che l'architetto incaricato svelare le proprie necessitaÁ e il restauratore si impegna a prov- del restauro deve ben compenetrarsi dello stile proprio del monumento vedere a queste senza alterare l'autenticitaÁ del documento sto- che gli viene affidato... Ma in queste circostanze abituali si deve ap- rico. Per raggiungere questo scopo occorre una grande dose di punto esercitare la sagacia dell'architetto», in E. E. Viollet-le-Duc, buona volontaÁ e la consapevolezza che la conservazione delle voce Restauration in Dictionnaire raisonne de l'architecture francaise du xi autentiche testimonianze delle civiltaÁ che ci hanno preceduti eÁ au xvi sieÁcle, Paris 1854-1868, vol. VIII, p. 14-34. un obbligo morale di tutti. 16 Secondo QuatremeÁre «Si usa piuÁ frequentemente questa espressio- ne a proposito della scultura che nei riguardi dell'architettura, sempre meno utilizzato, non nel senso puramente meccanico, ma nel suo rap- 1 Gli autori dei saggi pubblicati nella rivista sono: J. BartheÂlemy, F. porto con la integrazione di opere e di monumenti antichi degradati dal Borsi, G. Carbonara, R. Di Stefano, R. De Fusco, T. Krestev, R. Le- tempo o da accidenti di ogni genere ai quali sono esposti», in A. C. maire, P. Marconi, M. Parent, M. F. Roggero, R. Silva. QuatremeÁ de Quincy, Dictionnaire istorique d'architecture, Paris, t. 2 R. Di Stefano, Prefazione, in «Restauro», n. 129, 1994, p. 5. Il sag- II, p. 375, (la traduzione eÁ dello scrivente). gio di R. Lemaire, Quelle doctrine de sauvegarde pour demain? eÁ stato 17 Ruskin aveva denunciato lo scempio di San Marco giaÁ nel 1845, pubblicato in «Restauro», nn. 107-108, 1990. quando erano in corso i lavori nella facciata settentrionale, cfr. F. To- 3 Ibidem. maselli, Ho fatto appena in tempo a vedere il caro vecchio San Marco per 4 R. Di Stefano, L'autenticitaÁ dei valori, in «Restauro», n. 129, 1994, l'ultima volta (J. Ruskin 1845), in Saggi in onore di Gaetano Miarelli Ma- p. 118. riani, a cura di M. Sette, N. Caperna, M. Docci, M. G. Turco, Roma 5 Cfr. R. Lemaire, Quelle doctrine..., cit. e dello stesso autore Auten- 2007, pp. 433-446. ticitaÁ e patrimonio monumentale, in «Restauro», n. 129, 1994. 18 «Riconosciuta la convenienza di coordinare i criteri direttivi per lo 6 R. Di Stefano, L'autenticitaÁ dei valori, cit., p. 120. studio dei restauri dei monumenti e per la compilazione dei relativi 7 Ivi, p. 124. Di Stefano aveva in passato giaÁ trattato il tema, cfr. Id., progetti... evitare gli errori in cui ora per lo piuÁ si cade, ricorrendo a Conservazione ed economia, in R. Di Stefano, Antiche pietre per una rifacimenti non indispensabili, che spesso non rispettano ne per forma nuova civiltaÁ, Napoli 1984. ne per sostanza l'antico, a ripristinamenti per cui si sopprimono ricordi 8 B. G. Marino, Restauro e autenticitaÁ. Nodi e questioni critiche, Napoli storici od elementi di costruzione, o decorativi, e che hanno qualche 2006, p. 357. A questo volume con prefazione di A. Aveta, riconoscen- importanza per la storia o per l'arte, a completamenti non studiati a done la piuÁ completa ed aggiornata trattazione sul tema, si rimanda per sufficienza, che impongono interpretazioni discutibili, le quali possono ogni approfondimento. forse anche essere dimostrate erronee», in Decreto Ministeriale 21 lu- 9 Plutarco, Le vite parallele, trad. di M. Adriani, Firenze 1859, p. 25. glio 1882 Sui restauri degli edifici monumentali; cfr. anche la circolare 10 Platone, Apologia, Simposio, Fedone, traduzione e note a cura di A. esplicativa n. 683 bis di pari data. L'argomento eÁ trattato ampiamente Cerinotti e G. Giolo, Firenze 2006, pp. 185-186. nel recente volume di N. La Rosa, Francesco Bongioannini e la tutela 11 Cfr. T. Hobbes, Elementorum Philosophiae sectio primae De Corpore, monumentale nell'Italia di fine Ottocento, Napoli 2011. Cfr. anche F.
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