UN PAESE DI CENERE Le responsabilità italiane nella devastante corsa al carbone in Turchia - BankTrack
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Scritto da Dino Buonaiuto Foto: Dino Buonaiuto Editing: Luca Manes, Antonio Tricarico Prodotto da Re:Common www.recommon.org - info@recommon.org Grafica: Carlo Dojmi di Delupis Aprile 2019 Stampato su carta ecologica da Tipolitografia 5M - via Giuseppe Cei 20, Roma
Yeşilbağcılar Un ragazzino porta a spasso il proprio cane nella Yeşilbağcılar nuova, all’ombra dei fumi dei camini del vicino impianto di Yatağan.
Prefazione Il 21esimo secolo è le insormontabili difficoltà di natura Le nostre società sono indissolubil- culturale e macroeconomica: si fa fa- mente legate allo sfruttamento dei cominciato all’insegna tica a coinvolgere l’opinione pubblica e combustibili fossili. Dai trasporti, alla di una sfida a dir poco a sensibilizzare i cittadini sulle temati- produzione di energia elettrica, fino epocale per l’essere che ambientali, sulle scelte quotidiane all’importanza del barile di petrolio dei singoli e sulla consapevolezza del- inteso come unità di misura, si ha la umano: la minaccia la gravità della situazione. E se è vero sensazione di non potervici rinunciare incombente dei che si ha l’impressione che spesso ci con tanta semplicità, nonostante le cambiamenti climatici si renda conto delle dimensioni di un alternative ci siano, e non da oggi, e problema soltanto di fronte a eventi che oggi fonti di energia come carbo- e le emergenze ambientali eccezionali o al fatto compiuto, che ne e petrolio sarebbero da considera- di molti territori. tutto sommato si tende a sottovalutare re obsolete, appartenenti a un secolo determinati fenomeni circoscrivendo- industriale ormai superato. E nono- Da diversi anni, la comunità li in una sommaria normalità, è pur stante le alternative come il solare, scientifica non fa sconti in quanto vero che la percezione del rischio e la l’idrogeno, il plastic-free siano poten- ad allarmi lanciati, nella necessità necessità di modificare i nostri stili di zialmente solide realtà su cui varreb- di prendere misure immediate più vita vengono di fatto annichilite da quel be la pena scommettere. Manca, di per arginare la catastrofe che per sistema capitalista ed energivoro in base, uno sforzo concreto principal- porvi rimedio. Gli effetti collaterali cui abbiamo scelto di vivere, che offre mente politico, oltre che culturale. del surriscaldamento globale nel limitatissime possibilità di un cambia- frattempo continuano a mostrare la mento tanto radicale quanto repentino. Il principale campo di battaglia su propria virulenza latente, lasciando cui si gioca la partita contro i cam- presagire una repentina escalation In effetti, a dare una rapida occhia- biamenti climatici è legato proprio verso quello che in molti considerano ta alle agende politiche in materia all’approvvigionamento e alla diver- “il punto di non ritorno”. energetico-ambientale dei vari go- sificazione energetica. Gli allarmi verni si comprende subito che c’è un della comunità scientifica si orien- Il dibattito intorno a un fenomeno problema di priorità, dove più che tano soprattutto verso la limitazione tanto vasto si è presto ritrovato vitti- programmare transizioni a lungo dell’aumento delle temperature, da ma di una polarizzazione che di certo termine, definire investimenti sulle tenere ben al di sotto dei 2 gradi cen- non giova al pragmatismo necessario, tecnologie rinnovabili, incentivare una tigradi (possibilmente 1,5 gradi) in più oltrepassando i limiti da un estremo serie di processi culturali a favore rispetto al periodo pre-industriale. all’altro, tra chi continua a negare la di un maggiore rispetto ambientale, A tal fine, l’emissione antropica di drammaticità della situazione e chi pare che la tendenza sia la volontà di gas serra richiederebbe l’obiettivo di invece propone già un allarmistico accaparrarsi quello che c’è il prima “emissioni zero” a partire da un pe- “piano di adattamento” a un pianeta possibile, di “raschiare il fondo del riodo compreso tra il 2030 e il 2050. È che diventerà ben presto invivibile, barile” prima che la diversificazione quanto stabilisce l’Accordo di Parigi, secondo gli standard attuali. Di mezzo, diventi inevitabile. negoziato durante la XXI Conferenza
4 Un Paese di cenere Tra i paesi che non hanno ratificato l’accordo di Parigi, la maggior parte non supera lo 0,50% delle emissioni; fa eccezione la Russia, con un sontuoso 7,53%, l’Iran con l’1,30%, la Turchia con l’1,24%. delle Parti dell’UNFCCC (Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cam- biamenti climatici) e concordato all’u- nanimità dai 196 paesi partecipanti, il 12 dicembre 2015. L’Accordo è stato salutato come una “svolta storica” per l’obiettivo di ridurre il riscaldamento invece è avvenuta soltanto per 184 Yatağan globale, ma dalla firma alla ratifica paesi, che insieme rappresentano più Le ciminiere dell’impianto di Yatağan, il più sono saltati fuori non pochi problemi dell’88% delle emissioni globali di gas grande e il più inquinante dei tre impianti pre- senti nell’area di Muğla (dettaglio). di carattere geopolitico, economico o serra. Tra questi compaiono anche di interessi contrapposti tra le parti, la Cina, che detiene il primato delle che stanno rendendo il percorso pres- emissioni (20,09%), gli Stati Uniti soché intricato e di difficile gestione. (17,89%) - ma con la minaccia della Il tutto a discapito dell’orologio del revoca da parte dell’amministrazione mondo che continua a ticchettare, tra Trump, e l’India (4,10%). Tra i paesi i fumi dei camini gravidi di CO2, SO2 che non hanno ratificato l’accordo, la e NOx, PM2,5 e PM10 che continuano a maggior parte non supera lo 0,50% infestare l’ambiente e a intrappolare delle emissioni; fa eccezione la Rus- i raggi solari tra l’atmosfera e la su- sia, con un sontuoso 7,53%, l’Iran con perficie terrestre. l’1,30%, la Turchia con l’1,24%. Al febbraio 2019, sono 194 i paesi che hanno firmato l’accordo. La ratifica
Indipendenza energetica e dipendenza dal carbone Negli ultimi tempi, le sud, sul Mediterraneo); ma soprattut- fino a qualche anno fa, l’andamento to, nel breve termine, sta assicurando economico turco e l’impatto demogra- ambizioni in materia priorità massima alla tanto decantata fico di un paese sempre più giovane, energetica a cui sembrano “lignite nazionale”, le cui riserve ac- lasciava presagire un’impennata della aspirare numerosi governi certate sono stimate intorno ai 15,6 domanda energetica. L’approvvigio- miliardi di tonnellate. namento è garantito per circa il 35% nazionali pare siano legate In generale, il consumo energetico dal gas naturale, il 30% dal petrolio e più al perseguimento di pro capite in Turchia rimane ancora per il 30% dal carbone. Ma gas e pe- una totale indipendenza piuttosto basso rispetto alla media trolio in particolare caratterizzano la europea (1,7 tonnellate di petrolio dipendenza turca dalle importazioni: energetica. equivalente, contro le 3,2 dell’UE); rispettivamente, il gas è per il 99% Il principale obiettivo è spesso quello di smarcarsi dalle importazioni e dalla conseguente dipendenza da paesi esteri, investendo in mega progetti infrastrutturali e prospettive a lungo termine che poco hanno a cuore le dinamiche ambientali. Spuntano, nelle programmazioni di governo, chilometrici gasdotti e centrali nucleari, e c’è chi punta tutto sulle risorse fossili presenti sul proprio territorio. La Turchia in qualche modo ha fatto all-in di tutte le possibili opzioni: ha concesso alla società TAP di trancia- re orizzontalmente l’Anatolia con il gasdotto TANAP, garantendosi una buona quantità di metri cubi di gas dall’Azerbaigian e divincolandosi in parte dalla tenaglia russa; progetta la costruzione di almeno tre reattori Grafico. Impianti a carbone pianificati per nazione. Fonte: Coalexit.org. nucleari (due sul Mar Nero e uno a
6 Un Paese di cenere Turgut Nel giro di appena un mese, quest'area è passata dall'essere un rigoglioso uliveto, a terreno sacrificato all'espansione della miniera che fornisce la centrale di Yatağan. Lo smottamento è piuttosto recente, provocato dall'esplosione di dinamite. L'avanzamento della miniera di lignite minaccia il vicino villaggio di Turgut, che secondo i piani del governo sarà completamente ingoiato dall'invaso. importato, il petrolio per l’89%, per il governo turco vorrebbe perseguire centrali, con una portata di 7.000 MW. una percentuale totale di dipendenza in maniera autarchica, aumentando Con questa tendenza, la Turchia si è da import - considerando tutte le fonti la produzione elettrica locale con la portata al quarto posto dei paesi che di energia - pari a circa l’80%.1 costruzione di nuove centrali a car- maggiormente investono nel carbone, bone, in linea con la “Visione 2023” dietro soltanto a Cina, India e Viet- È in questo contesto che è stata pro- promossa da Ankara che vorrebbe il nam. Le energie rinnovabili nel paese grammata l’agenda energetica turca completamento di determinati obiet- restano inesorabilmente al palo, con degli ultimi anni. Il 2012 fu addirittura tivi energetici “nazionali” in vista un misero 7% di cui una percentua- inaugurato dal ministro dell’energia dell’imminente centenario della Re- le risibile per il solare. Mentre si fa come “l’anno del carbone”, una data pubblica turca. sempre più concreta l’ipotesi di in- cruciale e definitiva protesa al rag- stallare tre centrali nucleari. giungimento della tanto agognata in- Attualmente, sul territorio turco sono dipendenza. Una corsa al carbone che presenti 26 centrali a carbone. La loro capacità produttiva alla fine del 2015 era di circa 15.200 MW, ma in 1 https://euracoal.eu/info/country-profiles/ turkey/ programma vi è la costruzione di altre
La lignite nazionale La storia d’amore tra la «È una questione di tendenza, in Turchia», specifica Özlem Katısöz Turchia e il carbone è dell’associazione ambientalista TEMA, cominciata circa 70 anni fa, raggiunta in sede nell’area di Osman- quando venne inaugurato gazi a Istanbul. «Pochi anni fa, la fon- te fossile di maggior profilo era il gas il primo impianto sulle naturale; in seguito alle complicanze sponde del Mar Nero, nei geopolitiche legate al gas - è acclara- pressi di Zonguldak. to che una delle cause dell’attuale cri- si economica sia dovuta alle importa- Turgut zioni di metano - si è fatta retromarcia Un dettaglio della miniera di Yatağan-Eskihisar L’area ospita un cospicuo bacino di sul carbone, con lo sfruttamento delle alle prime luci del mattino, con l'attività di antracite, ma è l’unico a disposizione miniere locali affiancato da un discre- estrazione della lignite in corso. di Ankara. Ciò che abbonda nel resto to incremento delle importazioni». della Turchia, specie nelle aree sud- occidentali e centrali, è la lignite, su cui si stanno basando le prossime de- «Per quanto riguarda la discusso “blood coal” colombiano, la cui estrazione è caratterizzata da cadi da un punto di vista energetico. nostra lignite», continua metodologie poco ortodosse, con si- Özlem, «c’è un problema stematiche violazioni di diritti umani La lignite, infatti, è fortemente sussi- diata, estratta e gestita da alcune so- di fondo: è di una qualità delle comunità locali che hanno an- cietà statali e da diverse società pri- che presenta le peggiori che visto il coinvolgimento di gruppi paramilitari per sedare ogni forma vate che giovano di speciali benefici. Il caratteristiche. È molto di dissenso. Vi è inoltre il sospetto più importante giacimento si trova ad umida e ha un potere di importazioni illegali dalla regione Afşin-Elbistan, nei pressi della città di Maras, con riserve stimate intorno ai calorifico piuttosto Ucraina del Donbass3. Gas e carbone 7 miliardi di tonnellate. C’è poi quello basso». in Turchia sono più che mai intercon- nessi: l’aumento dei prezzi del gas nel di Soma, che assurse alle cronache 2019 potrebbe portare ad un incre- nel 2014 per il tragico incidente dove Non solo carbone nazionale, in effetti: mento delle importazioni di carbone. persero la vita circa 300 minatori, nel 2018 sono arrivate dall’estero ben vittime principalmente dell’avvelena- 31,5 Mt (milioni di tonnellate), gran «Per quanto riguarda la nostra li- mento da monossido di carbonio. Altri parte dovuti ai rapporti bilaterali con gnite», continua Özlem, «c’è un pro- siti di estrazione si trovano a Bursa, l’Unione Europea2, ma di questi una blema di fondo: è di una qualità che Çanakkale, Konya, nella provincia di buona fetta (18,2 Mt) proveniente dal presenta le peggiori caratteristiche. È Muğla, con gli impianti di Yeniköy, Ke- merköy e Yatağan. 2 http://www.hurriyetdailynews.com/updating- 3 https://jamestown.org/program/russias- customs-union-with-eu-is-priority-turkish- hybrid-strategy-in-the-sea-of-azov-divide-and- finance-minister-141557 antagonize-part-two/
8 Un Paese di cenere molto umida e ha un potere calorifico piuttosto basso». Si stima infatti che soltanto il 5,1% delle riserve di lignite presenti in Turchia possegga un po- tere calorifico di 3.000 kcal/kg (12.500 kJ/kg). «Da queste parti gira una bat- tuta su questo aspetto: in quasi tutti i casi, i bacini di estrazione si trovano a ridosso di importanti coltivazioni agri- cole; nell’Anatolia centrale, la miniera di lignite interseca un’enorme colti- vazione di meli di una qualità molto pregiata. Si dice che se bruciassimo le mele al posto del carbone, probabil- mente avremmo un più elevato potere calorifico». Battute a parte, la qualità della lignite turca rende complicata pure la ricer- ca di investitori: «Per mesi abbiamo Bağdamları L'impianto di Yeniköy dal vicino villaggio di Bağdamları, nell'area di Muğla appreso dai tg che il nostro ministro dell’energia era in visita in vari paesi, soprattutto in Cina, nella speranza di promuovere la nostra fonte di energia una spinta non di poco conto da parte materia ambientale tali da dispensare locale», prosegue Özlem, non celando del governo centrale di Ankara: le Va- le società da controlli e sanzioni, così un pizzico di sarcasmo, «ma i risultati lutazioni di Impatto Ambientale (VIA) da rendere la Turchia un “paradiso non sono stati dei migliori. È in tale vengono sistematicamente disatte- del carbone”. «Ma tutto questo non è contesto che si sono messi in moto se; la EÜAŞ, la più grande società di bastato per la ricerca di un investitore gli ingranaggi dell’amministrazione energia turca controllata dal ministe- straniero», conclude Özlem, «nono- turca, nel tentativo di aumentare gli ro dell’energia, intercede nella rac- stante l’investimento fosse in sostan- incentivi e presentare agli ipotetici colta dei permessi dai vari ministeri za servito su un piatto d’argento». investitori proposte più attraenti, in coinvolti, come quello dell’ambiente o qualche modo mitigando gli ostacoli dell’agricoltura, a favore di permessi di natura burocratica che si con- e concessioni necessari alle società trapponevano ai possibili accordi». carbonifere private; gli impianti go- Dall’anno del carbone in poi, centrali dono di speciali garanzie finanziarie e e miniere hanno nel concreto ottenuto di particolari deroghe ed esenzioni in
Finanziamenti e privatizzazioni Il ruolo di Unicredit L’alternativa però non è tardata Da un rapporto La somma erogata per Limak è ad arrivare: dal 2013 è in corso un servita principalmente all’acquisto di processo di privatizzazione dell’in- commissionato da alcuni impianti, mentre per Yildirim tero settore carbonifero turco. Gli Re:Common, 350.org e il finanziamento era destinato a impianti vengono man mano ceduti Climate Action Network progetti legati a infrastrutture a società private, che a quanto pare portuali, di cui in generale la Turchia orbitano nell’entourage del go- (CAN) riguardo ai si sta dotando per soddisfare le verno. Le privatizzazioni vengono finanziatori delle società esigenze di importazione. favorite sia dalla EÜAŞ, affiliata al carbonifere turche, ministero dell’Energia, sia da una Il ruolo di UniCredit consolida l’e- pioggia di finanziamenti arrivata emerge che UniCredit ha sposizione del gruppo bancario nel da vari istituti bancari. Se infatti si foraggiato direttamente settore del carbone in Turchia dopo i può parlare del 2012 come “l’anno la società Limak con un primi investimenti, attraverso la sus- del carbone”, bisognerebbe parlare sidiaria turca Yapı Kredi erogati dal del 2013 come “l’anno dei finanzia- prestito di 135 milioni di socio nel paese Koç Financial Ser- menti”, l’annata in cui le 13 società dollari, mentre 49 milioni vices A.S. Con questo sistema sono carbonifere presenti in Turchia sono andati alla Yildirim. arrivati importanti prestiti che hanno sono state ricoperte da prestiti e che nel periodo compreso tra il 2013 e il 2018 hanno ricevuto un Grafico. Principali finanziatori delle società carbonifere turche in milioni di dollari, dal 2013 al totale di 9,2 miliardi di dollari. settembre 2018. Fonte: Thomson EIKON e Bloomberg. Le principali coperture finanziarie arrivano da istituti bancari turchi (in ordine di oneri maggiori: Ga- ranti Bank, Türkiye Halk Bankası, Ziraat Bank, İşbank, Koç Finan- cial Services, Türkiye İş Bankası e VakıfBank), ma non mancano incentivi da parte di enti stranieri. A piazzarsi al primo posto come principale finanziatore straniero del carbone turco è l’italiana Uni- Credit, seguita da ING Group (Paesi Bassi), Sberbank (Russia), Kuwait Finance House (Kuwait) e DZ Bank (Germania).
10 Un Paese di cenere garantito il buon fine di alcune priva- tizzazioni nel 2014. Nello specifico, la fetta più cospicua è rappresentata Il consorzio dai 417 milioni finiti alla Limak e 417 milioni garantiti alla IC İçtaş; a queste Limak-IC İçtaş somme si aggiungono altri 29 milio- ni sempre a favore della Limak, per La Limak e la IC İçtaş sono gli impianti di raffreddamento prestiti seguenti alla privatizzazione, presenti come consorzio e dove vengono rilasciate le più 157 milioni per la Konya Seker e nel sud-ovest dell’Anatolia, acque di scarto. Un impatto, altre cifre irrisorie per la Kolin. In to- più precisamente nei quello delle due centrali, di tale dunque l’impegno della UniCredit distretti di Milas e Muğla. non poco conto, a partire dal nel business del carbone turco è di patrimonio storico-ambientale 1.204 milioni di dollari; l’orientamento Il 23 dicembre 2014, le due che incarna la regione: siamo maggiore della somma complessiva società hanno ufficialmente nell’antica Caria, un tempo cro- si è indirizzato verso le società Limak completato l’acquisto dei due cevia di culture che visse i suoi e IC İçtaş, con un totale di 998 milioni impianti a carbone presenti fasti tra l’undicesimo e il sesto di dollari, circa un miliardo nel giro di nell’area, quello di Yeniköy secolo avanti Cristo e i cui primi 5 anni. e di Kemerköy; il primo, più insediamenti si perdono nella longevo, costruito tra il 1986- notte dei tempi. La ricchezza 1987, composto da due unità e storica di questo angolo di Tur- una produzione di 420 Mwe; il chia si manifesta negli oltre secondo risalente al 1994-1995, trenta siti archeologici portati che presenta tre unità e una alla luce, ma gli stessi scavi produzione di 630 MWe. I due utili all’espansione della mi- impianti distano poco più di 15 niera lasciano presagire che il chilometri l’uno dall’altro, sfamati sottosuolo nasconda parecchio da una enorme voragine che in di più. A completare il quadro qualche modo li congiunge. È la di una regione “fortunata” ci si miniera di Milas-Sekköy, visibile mette la geografia, baciata dal dalle immagini satellitari come miglior clima del bacino del un’inquietante macchia bianca. Mare Nostrum, terre fertili e una costellazione di insenature Inoltre, l’impianto di Kemerköy è e di baie da non soffrire compe- stato costruito direttamente sulla tizione alcuna. costa del Mar Mediterraneo, da dove viene prelevata l’acqua per
Ören Il camino della centrale di Kemerköy svetta sulla strada per Ören, frequentata località balneare turca.
L’area di Muğla Tra turismo e vita rurale Bodrum è una località balneare il cui nome è rimbalzato parecchio su depliant e brochure delle agenzie di viaggio negli ultimi dieci anni. Un chiaro segnale di quando un luogo di mare diventa destinazione di mas- sa, appetibile anche per il più pigro dei vacanzieri. La costa sud della Turchia ha difatti vissuto un periodo d’oro dal 2000 a oggi, con numeri del settore turistico costantemente in au- mento - escludendo la brusca frenata del 2016, anno del “golpe turco” e de- gli attentati terroristici. Sono aree che condividono l’Egeo con le isole della Grecia, nel cuore del Mediterraneo più mite e rigoglioso; il suo riconosci- mento come meta attraente era pres- soché inevitabile. Dalle frastagliate Suçıkan Haluk, Burhan e Sibel, tre residenti dell’area di baie che caratterizzano il lungomare, Bastano infatti poche decine di chi- Suçıkan, costretti a convivere con l’impianto di poi, dirigendosi nell’entroterra, è lometri e lasciarsi alle spalle hotel Yeniköy. tutto un profluvio di uliveti e colline, di lusso e villette a strapiombo sul terra rossa e natura, in cui l’occhio mare. La strada a due corsie che col- del viaggiatore più attento non potrà lega Bodrum all’omonimo aeroporto questo territorio in quanto a ricchezza fare a meno di cogliere analogie con prosegue dritta verso i distretti di ambientale; è qui dunque che decisi le regioni italiane che giacciono sul Milas e Muğla, dove è tutto un sus- di investire per gli anni della mia pen- medesimo parallelo, dal Cilento alla seguirsi di terreni agricoli e villaggi sione». Haluk ci invita sul suo terraz- Valle d’Itria. Una combinazione di che a fatica superano i 3mila abitanti. zino di legno, il cui parapetto affaccia tutto rispetto, condita da una discreta «Ne ho girati tanti di luoghi simili», su un vigneto e su boschi di pino a quiete, una scarsa antropizzazione, spiega Haluk Akbatur, chirurgo ottico perdita d’occhio; l’unico suono che uno stile di vita lento e bucolico. di Ankara, «ma nessuno eguagliava rompe un surreale silenzio è quello di
Le responsabilità italiane nella devastante corsa al carbone in Turchia 13 «Queste acque vengono trasferirsi a Suçıkan, Haluk ha messo su tralicci di viti di diverse qualità dai utilizzate per gli impianti quali spreme vino con sempre più di raffreddamento della difficoltà. La vicinanza dell’impian- centrale e a lavoro to sta pian piano rendendo sterile il finito nelle stesse acque terreno, compromettendo tutti i tipi di raccolto, in molti casi unica forma vengono rilasciati gli di sostentamento per gli abitanti di scarti di lavorazione. Ci questi distretti turchi. «È colpa delle sono periodi in cui l’acqua piogge acide», precisa il medico, «e è inutilizzabile, sia per soprattutto colpa delle prime piogge Çiftlikköy La discarica abusiva alle spalle dell’impianto di necessarie ai raccolti. Le emissioni bere che per irrigare il dai camini dell’impianto rilasciano Yeniköy. mio vigneto» nell’aria numerose sostanze tossiche che poi la pioggia porta giù, inqui- un ruscello che scorre a pochi metri nando i terreni e bruciando i primi Da quelle parti, Haluk non è il solo ad dalla sua abitazione. Siamo a Suçıkan, germogli e le foglie». Il verde del giar- essersi ritirato a vita privata. Tra le un’area afferente al vicino villaggio di dino di Haluk è infatti disseminato da campagne di Suçıkan di tanto in tanto Karacahisar. Suçıkan in turco signifi- macchioline gialle, segno del proces- spuntano altre villette, altri professio- ca “lì dove emergono le acque”, una so appena descritto. Quando gli chie- nisti scappati via dagli inquinamenti toponomastica che lascia pochi dubbi diamo allora perché continua a vivere urbani. Burhan, dopo una breve car- alla natura di questo luogo. Eppure lì, con un impianto a carbone a circa riera militare, è tornato nella casa negli ultimi trent’anni l’abbondanza 10 chilometri in linea d’aria, Haluk paterna. Ha ereditato un uliveto della delle sorgenti d’acqua che caratte- sorride, «dove potrei andare? Dopo pregiata qualità memecik, olive di rizza la regione è stata compromessa tanti sacrifici, è qui che voglio restare. medie dimensioni che Burhan tiene in dal vicino impianto a carbone di Ye- Da dottore cosciente so bene a cosa barattoli sottolio con fette di limone niköy: «siete fortunati, oggi il ruscello sto andando incontro, ma è qui che ho e a cui pratica dei tagli per far sì che scorre e in questo periodo rimane investito tutti i miei risparmi. Da qui i prendano uno stupefacente retrogu- limpido», aggiunge Haluk con una camini non si vedono, ma si avverto- sto di agrumi. «Di queste ne crescono malcelata malinconia. «Queste acque no. In tanti, come me, avevano fatto sempre meno, con l’inquinamento le vengono utilizzate per gli impianti di le stesse scelte, e tanti sono scappati piante di olive memecik non fanno più raffreddamento della centrale e a la- via. Io resto. E lotto. Abbiamo promos- i frutti di una volta», afferma sconso- voro finito nelle stesse acque vengono so una raccolta firme per provare a lato Burhan. «Sono stato costretto a rilasciati gli scarti di lavorazione. Ci bloccare l’avanzamento della miniera sostituire le piante di memecik con sono periodi in cui l’acqua è inutiliz- e nel tempo libero raccolgo i dati delle quelle di gemlik [altra qualità di olive, zabile, sia per bere che per irrigare il specie endemiche presenti nell’area. tipica dell’area di Bursa, sempre in mio vigneto». Da quando ha deciso di In molte stanno sparendo». Turchia, ndr]. La qualità è più bassa,
14 Un Paese di cenere ma la pianta produce di più. Quando «Le verdure vengono una proposta di legge che permetteva ero piccolo con 150 alberi arrivavamo alle compagnie private di costruire a produrre 800 chili di olive, adesso fuori già marce, non se impianti energetici soppiantando gli che ne ho 400 non arrivo a 130 chi- ne ricava più nulla. Ci uliveti secolari. Nella norma, la mo- li». Nei terreni fa fatica a crescere vuole il doppio del lavoro difica più di rilievo fu quella riguardo qualunque cosa: «le verdure vengono per prendere la metà. alla definizione stessa di uliveto, da fuori già marce, non se ne ricava più tenere in conto soltanto per quelli di nulla. Ci vuole il doppio del lavoro per Qui siamo ai limiti di dimensione superiore ai 2,5 ettari (in prendere la metà. Qui siamo ai limiti un genocidio, ci stanno Turchia la media di un uliveto si atte- di un genocidio, ci stanno affamando. affamando. L’interesse sta intorno a 0,1 ettari). L’opposizione L’interesse dello Stato lo vediamo solo dello Stato lo vediamo locale non si fece attendere: una quando arrivano gli avvisi di sfratto. petizione raccolse ben 22mila firme, Vogliono mandarci via, questi terreni solo quando arrivano gli e fu inviata una lettera alla Camera sono destinati all’espansione della avvisi di sfratto. Vogliono di commercio del distretto afferente. miniera. Ma io la terra non la vendo, mandarci via, questi «Per ora la legge è stata messa da le cose per me restano due: o muoio terreni sono destinati parte», aggiunge con solerzia Haluk, prima io, o chiudono prima l’impianto. «probabilmente non si aspettavano In entrambi i casi, io da qui non mi all’espansione della una tale reazione. Ma potrebbe essere muovo». miniera. » una situazione temporanea. Le voci che girano da queste parti lasciano Nel giardino di Burhan ci vengono presagire una condanna piuttosto offerti memecik e formaggi, accom- re casa da queste parti. E ho trovato unanime: in dieci o vent’anni qui verrà pagnati da un ottimo cabernet prodot- la sorpresa!», sorride ironica. «Col espropriato tutto, se necessario pure to da Haluk. Da queste parti vige un senno di poi avrei voluto non aver con la forza». atavico senso di comunità, dove tutto compiuto questa scelta; la vita qui è condiviso. È l’ancestrale forza della si sta rendendo sempre più difficile, A pochi chilometri dal buen retiro Turchia rurale, l’elemento che rende bisogna lavorare duro nei campi, ma di Haluk, Burhan e Sibel, si estende possibile la sopravvivenza di luoghi l’età comincia a farsi sentire». Haluk, tra le colline della provincia di Muğla speciali come questi. Al banchetto si Burhan e Sibel stanno portando avan- il villaggio di Karacahisar, circa 700 unisce Sibel Bileke, che quando sente ti la loro battaglia per salvare le loro anime in tutto. L’appuntamento è che veniamo dall’Italia si rivolge a noi terre, rivolgendosi agli organi compe- con il mukhtar (capo villaggio) Şefik con un perfetto italiano: «negli anni tenti e coinvolgendo le comunità limi- Musluk, all’unica caffetteria del pa- ‘80 ho giocato a pallavolo nel Pescara, trofe. Nel 2014, l’anno in cui ci fu la ese. Il luogo è un tuffo in un passato in A2. È lì che ho imparato la vostra privatizzazione degli impianti dell’a- remoto: gli infissi in un legno consun- lingua. Dopo diversi anni sono tornata rea, vennero modificate alcune leggi to dal tempo decorato di uno sbiadito a Istanbul, poi mi sono innamorata di per favorire le nuove società carbo- verde pastello, la stufa a legno al questi luoghi e ho pensato di compra- nifere. In particolare, fu presentata centro della stanza, con l’ingombrante
Le responsabilità italiane nella devastante corsa al carbone in Turchia 15 tubo in verticale che si fa spazio in un buco nel soffitto, in un angolo un cu- cinino arredato a parete di mattonelle annerite dove vengono sfornati a ripe- tizione i çay nel consueto bicchierino a forma di tulipano. Prendiamo posto a un tavolo in un angolo, mentre tutto intorno ci piombano all’unisono occhi incuriositi dall’improvvisa visita; ma è tutto un concerto di “benvenuti” e sorrisi benevoli. Karacahisar ha perduto la propria spensieratezza da quando è entra- ta nel mirino dell’espansione della miniera: il villaggio non sarà diretta- mente intaccato, ma in base ai piani del governo ben presto si ritrovereb- be il cratere a ridosso. Da quando è giunta la notizia, Şefik si adopera nel suo ruolo di “prescelto”, a fare miniera sembra inesorabile; il cratere Karacahisar da mediatore tra le volontà dei suoi necessita di una continua orizzontali- Un gruppo di abitanti di Karacahisar all’esterno della caffetteria del villaggio. concittadini e i rapporti con le figure tà: «la lignite si trova a una profondità amministrative “superiori”. La sua che va dai 40 agli 80 metri, è come un vita è diventata una frenetica spola disco nero che si trova sotto i nostri pagna attraverso una fitta boscaglia, tra incontri ufficiali e tavoli di discus- piedi, dispiegato su un’area enorme», una zona che segna il confine con sione, nella speranza di scongiurare continua Şefik. Çiftlikköy. A un certo punto il bosco la drammatica eventualità. «Stiamo si apre, fa spazio a un invaso artifi- provando a mantenere le nostre ter- Al momento la miniera si trova al ciale pieno di cumuli di una poltiglia re, per tenere lontana la miniera, ma di là della strada principale, su cui semi-solida grigia e rossa. La pioggia anche perché queste terre sono tutto si immette la perpendicolare che della sera precedente rende poco ciò che abbiamo. Siamo preoccupati, porta al villaggio. E tra la strada e il comprensibile di cosa si tratta, «sono perché stiamo monitorando la situa- centro abitato c’è di mezzo pure una le ceneri di scarto dell’impianto, que- zione nei paesi limitrofi più prossimi modesta dorsale montuosa, «che sta è un’enorme discarica abusiva», al bacino, e nonostante alcuni accenni verrà completamente rasa al suolo», specifica Şefik. Siamo in effetti alle di protesta il destino di quei villaggi chiarisce il mukhtar. Dall’altra parte spalle dell’impianto di Yeniköy; da un appare segnato». L’avanzamento della del villaggio, invece, Şefik ci accom- lato si nota la parte alta del camino e i
Çiftlikköy La discarica abusiva tra i comuni di Çiftlikköy e Karacahisar, alle spalle dell'impianto di Kemerköy. suoi fumi che si levano liberi nell’aria. avanti), la svendita sistematica di case e decine di villaggi simili a Karacahi- La struttura non si scorge, è nascosta di proprietà, immobili, terreni, per sar; nei volti dei contadini, dei pastori, dall’alto perimetro bigio del fossato. cifre irrisorie che sovente non supe- degli anziani di questi luoghi traspare rano i 5mila euro, la disintegrazione una sconfitta lunga trent’anni, da La sorte a cui va incontro Karacahisar di equilibri sociali, stili di vita precari quando fu posata la prima pietra del è in parte condivisa da numerosi altri ma solenni in dignità, la cancellazio- primo impianto. Prima l’inquinamento villaggi della zona, ma in taluni casi il ne definitiva di una ruralità la cui età ha stravolto gli equilibri naturali e il destino appare persino peggiore: se media si attesta sui 50 anni, che non connubio antropico su cui si reggeva- Şefik e i suoi concittadini temono l’ap- ha la forza di opporsi, che è costretta no le comunità. Ora il colpo di grazia: prossimarsi della miniera, per altri a soccombere in una desolante rasse- un immane sacrificio umano in nome centri abitati si parla di eliminazione gnazione. della “lignite nazionale”. totale dalle mappe geografiche, tra- sferimenti forzati (a volte addirittura Alle miniere di Yeniköy-Kemerköy e di per ben due volte, come vedremo più Yatağan vengono dati in pasto decine
Gli anni ‘80 La costruzione delle centrali e le opposizioni locali Il “battesimo nero” dei metà di aree forestali, per l’altra metà Sin dagli anni ‘80, nei distretti di Milas di terreni agricoli e uliveti. e Muğla non sono mancate le prote- distretti di Milas e Muğla si ste da parte delle popolazioni locali. è avuto nel lontano 1977, In questo vasto territorio, nume- Già ai tempi dei primi sopralluoghi quando sono cominciati i rosi sono i paesini coinvolti dallo da parte degli addetti ai lavori per la sfruttamento delle due miniere a costruzione degli impianti, si regi- lavori per la costruzione cielo aperto. Nei pressi dell’invaso strarono diverse azioni non violente della centrale di Yatağan. di Milas-Sekköy, tre villaggi (Sekköy, da parte dei cittadini, come il blocco Hüsamlar e Ekizköy) sono stati già dei macchinari per gli scavi o di al- L’impianto è composto da tre unità, trasferiti per far spazio alla miniera. cuni ponti per impedire il passaggio divenute operative tra il 1982 e il 1984. Stando ai progetti di espansione, altri del personale. Molto spesso le azioni In quegli stessi anni, nel frattempo, 21 villaggi potrebbero subire la stessa di protesta venivano supportate dai cominciavano i primi espropri dei sorte, o comunque un simile destino: media locali o dai vari sindaci ed terreni a Ören, sulla costa, lì dove Kultak, Alatepe, Kalem, Pınarköy, De- enti amministrativi. In alcuni casi sarebbe poi sorto il secondo impianto reköy, Çakıralan, Yoğunoluk, Bayırköy, le opposizioni hanno attirato anche a carbone, quello di Kemerköy: due Gürceğiz, Bağdamları, Karacaağaç, l’attenzione dei maggiori partiti di unità divenute operative tra il 1994 e İkizköy, Kayadere, Çamköy, Karaca- governo. La protesta che più ha spin- il 1995. Nel 1986, invece, entravano in hisar, Pınararası, Alaçam, Söğütçük, to l’area all’attenzione dell’opinione operatività altre due unità, quelle del Kısılar, Balcılar e Çiftlikköy. Nella pubblica nazionale ha avuto luogo terzo impianto dell’area, Yeniköy. Le zona circostante l’area della miniera nel 1993, con una marcia contro le tre centrali vengono principalmente di Yatağan-Eskihisar, i villaggi già piogge radioattive che cadevano nella alimentate da due miniere: quella di trasferiti ammontano a sei (Eskihi- zona di Yatağan che ha visto la par- Yatağan-Eskihisar e quella di Milas- sar, Tınaz - trasferito ben due volte, tecipazione di 7mila persone. Nello Sekköy, i cui invasi sono entrambi Karakuyu, Bayaka, Yeşilbağcılar stesso periodo, a Muğla, un gruppo di cominciati nel 1979. Soltanto a - spostato una volta, ma potrebbe donne chiamato “Mamme che amano Yatağan l’area totale della miniera - essere ritrasferito). L’espansione i propri figli” organizzava una protesta compresa quella operativa e quella della miniera coinvolgerebbe altri annunciando che non saranno più dati prevista dall’espansione - ricopre una 25 villaggi dell’area: Bencik, Köklük, alla luce bambini finché gli impianti superficie di oltre 21mila ettari (quasi Turgut, Zeytin, Gökgedik, Kırık, Tur- non verranno chiusi. come 33mila campi di calcio); l’altra gutlar, Hacıveliler, Hacıbatramlar, miniera, quella che fornisce lignite Hisarardı, Yava, Akçaova, Salihpaşalar, Sono i primi segnali di una guerra alle centrali di Yeniköy e Kemerköy, ha Paşapınarı, Bayır, Kafaca, Bahçeya- senza quartiere, che ben presto si tra- invece una dimensione di oltre 23mila ka, Gökpınar, Çaybükü, Bozüyük, sformerà in petizioni, raccolta firme, ettari (circa 36mila campi di calcio). In Bağyaka, Kapubağ, Yeşilköy, Şahinler azioni legali, spostando il campo di entrambi i casi, la parte che sarebbe e Yeniköy. battaglia in sedi competenti nazionali destinata all’espansione consiste per ed internazionali. Nascono, negli anni,
18 Un Paese di cenere pianto di Yatağan, pari a 422,5 milioni di lire turche). «Negli ultimi cinque, sei anni, sia- mo ufficialmente entrati nell’era del carbone in Turchia», spiega Özgür Gürbüz, giornalista freelance e ana- lista energetico di Istanbul. «I limiti ambientali vengono sistematicamente aumentati, per rimuovere tutti i possi- bili ostacoli all’utilizzo del carbone. Le società che hanno acquistato le cen- trali non devono sottostare a vincoli ambientali, e per quanto riguarda la necessità di ammodernarli, spuntano Yatağan Impianto in piena attività, con le emissioni dai camini e dagli impianti di raffreddamento. fuori continue deroghe. Ciò significa che anche se un impianto inserisce un numerose associazioni e piattafor- to di Yatağan viene ripetutamente filtro di nuova generazione all’interno me contro il carbone, molto spesso bloccato per accertamenti giudiziari del camino, non è obbligato a usarlo e sospinte da gruppi di avvocati volon- (nel giro di soli due anni, dall’inizio le società non subiranno ispezioni dal tari, con il sostegno di organizzazioni del 2000 alla fine del 2001, verrà ministero. Inoltre, i danni ambientali non governative operanti in tutto il chiuso per ben 50 volte). Ma in linea causati dalla combustione del carbone paese. Soprattutto dall’anno 2000 in di massima non si arriverà mai ad non possono essere sanzionati». poi, quando si comincia a parlare di un cambiamento concreto e decisivo. privatizzazione degli impianti. Alcune Oggi le centrali dei distretti di Milas «Sono sempre le stesse società a azioni legali arrivano a compensazioni e di Muğla, come la maggior parte vincere gli appalti», continua Özgür, e risarcimenti, mentre si fa appello delle centrali turche, sono diventate «e viene utilizzato sempre lo stesso anche alla Corte Europea per i Diritti private e godono di numerosi sussidi metodo: vengono concesse garanzie dell’Uomo per la mancata applica- da parte del governo: esenzioni da IVA di acquisto a lungo termine. La que- zione di norme di natura ambientale; e dazi doganali, riduzione delle tasse, stione sta nel fatto che quando rilasci nel 2005 l’organismo internazionale concessione di terreni, abbuono di permessi per così tanti impianti per la condanna la Turchia al pagamento di interessi, garanzie di acquisto da par- produzione di energia, devi assicurarti mille euro per ciascun querelante (in te dello Stato di una parte di energia che i medesimi funzionino. Per questo questo caso dieci avvocati). elettrica prodotta (nel 2017, il 7,4% motivo si tende sempre più a favorire del totale per l’impianto di Yeniköy, meccanismi a supporto del carbone, e Proteste e azioni legali riescono a pari a circa 273 milioni di lire turche; sempre meno alle rinnovabili o all’ef- ottenere qualche vittoria, a ritardare l’11,1% per Kemerköy, pari a 409,5 ficienza energetica». alcuni passaggi burocratici; l’impian- milioni di lire turche; l’11,5% per l’im-
Inquinamento e impatto su ambiente e salute degli impianti di Muğla Nel novembre 2018, l’associazione CAN Europe ha pubblicato un rapporto dal titolo “The Real Costs of Coal: Muğla”, in cui vengono passati al setaccio i dati disponibili sull’impatto ambientale e la ricaduta in termini di salute pubblica dei tre impianti dell’area di Muğla. Dal 1983, anno di apertura delle cen- trali, gli impianti di Yeniköy, Kemerköy e Yatağan si sono resi responsabili delle emissioni di 9,5 milioni di ton- nellate di anidride solforosa, 890mila Stime della qualità dell’aria, impatto tossico e sulla salute degli impianti a carbone di Muğla. tonnellate di ossido di azoto, 65mila Fonte: “Rapporto “The Costs of Coal”: http://costsofcoal.caneurope.org/documents.html tonnellate di polveri sottili e 28mila chilogrammi di mercurio. Le emissio- ni di CO2 dei tre impianti si stimano (ad esempio, i limiti per SO2, NOx e giore sulla città di Milas. I livelli di intorno alle 360 milioni di tonnellate, polveri sottili per l’impianto di Yatağan NO2 sono riscontrabili invece fino a 50 mentre si calcola che in seguito all’e- risultano essere dalle 3 alle 10 volte chilometri dagli impianti. PM2,5 e NO2 spansione delle centrali potrebbero superiori rispetto a quanto consentito sono anche inquinanti di natura “tran- essere rilasciati nell’atmosfera ul- in altri paesi, inclusa la Cina e l’Unio- sfrontaliera”: approssimativamente, teriori 328 milioni di tonnellate (per ne Europea). il 53% della popolazione esposta al fare un paragone, le emissioni di CO2 particolato 2,5 e il 25% delle persone in tutta la Turchia nel 2017 sono state Le emissioni di PM2,5 delle centrali esposte al diossido di azoto rilasciato di 410 milioni di tonnellate). Secon- di Muğla coinvolgono un’area di un dagli impianti presi in esame si tro- do il rapporto, i limiti stabiliti per le raggio di circa 200 chilometri, che va vano al di fuori dei confini turchi, con emissioni dei tre impianti sono molto dalla città di Aydin fino alle coste di l’impatto maggiore subito dall’Egitto, elevati rispetto alle loro dimensioni Fethiye, con la concentrazione mag- seguito da Israele, Grecia e Palesti-
20 Un Paese di cenere na. Il maggiore impatto per quanto riguarda la qualità dell’aria in gene- rale ha luogo invece sull’isola di Rodi e sull’arcipelago del Dodecaneso, contribuendo a una alterazione degli standard delle isole. L’inquinamento delle centrali di Muğla porta pure alla sedimentazione di metalli pesanti, ceneri e al fenomeno delle piogge acide. La sedimentazio- ne avviene principalmente durante le giornate di pioggia, per cui le aree maggiormente affette risultano esse- re quelle in prossimità degli impianti, o sui clivi di montagne e colline che circondano la zona. Un fenomeno particolarmente ignorato ma di forte impatto ambientale è quello del rila- scio del mercurio: degli stimati 1.100 kg/anno di mercurio proveniente dagli impianti, circa 610 kg (o il 55%) rima- Media annuale prevista per la concentrazione di PM2,5 attribuibile alle emissioni degli ne nell’area delle centrali. Di questa impianti di Muğla. Fonte: “Assessing the air quality, toxic and health impacts of the Mugla coal- fired power plants” Rapporto “The Costs of Coal”: http://costsofcoal.caneurope.org/documents. quantità, 220 kg finiscono nel Medi- html terraneo, 150 kg nelle aree boschive e 120 kg nei terreni agricoli. Per quanto riguarda l’impatto sulla venissero rispettati), circa 46mila salute, secondo il modello portato ospedalizzazioni per problemi respi- avanti dallo studio, l’inquinamento ratori e cardiovascolari, e la perdita nella regione di Muğla ha causato di 12 milioni di giorni di lavoro. Ri- più di 45mila morti premature (se ne sultano esposte alle emissioni di NO2 stimano altre 5.300 fino al raggiun- circa 510mila persone; 80mila per le gimento, per i tre impianti, dei 50 concentrazioni di SO2. anni di attività, anche se venissero realizzati i lavori di ammodernamento e se i limiti di legge per le emissioni
L’impianto di Yatağan: il più grande e il più inquinante La statale D330 non strada che porta a Turgut, la nostra sprofondare di circa un centinaio di destinazione. metri nel vuoto a strapiombo. Si ha presenta particolari curve. l’impressione di essere appena so- Dall’aeroporto di Milas- Ad attenderci nel centro cittadino ci pravvissuti a un terremoto catastrofi- Bodrum recide netta le sono Tayyibe e Gulseven, sotto la pic- co. Sotto i nostri piedi, una distesa di cola casa-museo dedicata a Osman terriccio rosso e cumuli neri, il suono campagne fino al centro di Hamdi, tra i pionieri dell’archeologia che si leva sono delle escavatrici e dei Yatağan. turca. Tayyibe e Gulseven sono pronte camion che come formiche laboriose ad accompagnarci in giro, per toccare estraggono lignite in più punti. Sulla Sul percorso si ammirano per lo più con mano gli effetti collaterali di chi nostra destra, a ridosso dello scavo, uliveti e piane coltivate, fino ad una vive in prossimità di un impianto a si estende a mezza luna una distesa certa altezza, quando la carreggiata carbone (con annessa miniera). L’aria di un verde rigoglioso, dove spuntano costeggia delle imponenti rovine è pesante, gravida di sostanze nause- piante di ulivo a tracciare il perimetro archeologiche. Si tratta del sito di abonde. Per i nostri polmoni vergini della miniera, ancora in piedi - con Stratonikeia, uno dei più importanti è una sofferenza ad ogni respiro, le radici da fuori - a far da sentinelle centri della Caria centrale, portato mentre le nostre host sembrano non impotenti a salvaguardia della natura. alla luce negli stessi anni in cui, a 15 accusare problemi di sorta. Bastano Tayyibe ci indica proprio quella dire- chilometri di distanza, si ponevano i pochi minuti per stringerci la mano, zione: da quelle parti ha un terreno le fondamenta della centrale a che cominciamo a tossire d’istinto; di proprietà e per tenerlo in vita ha carbone di Yatağan. Non si fa in tempo la gola pizzica, il bisogno è quello di intrapreso una estenuante battaglia a sbirciare le colonne della porta scappare il più lontano possibile da in tribunale contro chi vede quell’uli- d’ingresso e i gradoni dell’anfiteatro, dove ci troviamo. veto soltanto un ostacolo alla propria che si viene prontamente distratti da avanzata. Tra i rami d’ulivo spuntano un’enorme colonna di fumo bianco Ci mettiamo subito in macchina. La diverse persone intente ad effettuare in lontananza. Sono le prime ore prima tappa è a ridosso dello scavo. dei sopralluoghi: sono archeologi che del mattino, il momento in cui gli Passiamo tra alcuni paletti della se- cercano reperti, prima di dare i terre- impianti di Muğla entrano in funzione gnaletica stradale, per imboccare una ni in pasto al mostro. a pieno regime. Il cielo terso di una strada che - ci dicono - prima collega- limpida giornata invernale viene va Turgut con Yatağan. «Adesso inve- (A distanza di un mese siamo tornati squarciato dalle emissioni dei tre ce bisogna circumnavigare la miniera nella stessa zona. L’interruzione della camini di Yatağan e dell’impianto con la nuova arteria», spiega Tayyibe. strada s’era anticipata di circa 200 di raffreddamento. Generatori di E in effetti ci troviamo presto di fronte metri, e tutta l’area verde dove un nubi. Yatağan è imponente: più ci si a un’interruzione. Proseguiamo a pie- mese prima gli archeologi operava- avvicina, più se ne comprendono le di e lo scenario che ci si para davanti no non esisteva più. L’avevano fatta dimensioni. Costeggia la statale sul è sconcertante: l’asfalto a un certo saltare in aria con la dinamite. Tra i nostro lato sinistro e fa angolo con la punto è spaccato in più punti, per poi detriti dell’esplosione spunta qualche
Yatağan Immagine dell’impianto dalla statale D330 che collega l’aeroporto di Bodrum al centro di Yatağan
Le responsabilità italiane nella devastante corsa al carbone in Turchia 23 ulivo semi-coperto dalla terra rossa, migliaia. «Ne voglio fare un mosaico», mentre era diventato più pericoloso racconta Gulseven, «voglio che queste avvicinarsi al cratere, col rischio di pietre continuino a vivere da qualche crollare giù). altra parte, prima che vengano com- pletamente distrutte. Tutta l’energia, «Io non vendo!», tuona decisa Tayyibe, la conoscenza di queste terre è incap- che da queste parti è diventata un po’ sulata in queste pietre. Queste ven- il simbolo di tutte le proteste contro le gono con me». Le battaglie di Tayyibe centrali. «Quando sono venuti qui dalla e Gulseven sono le stesse; cambia municipalità di Muğla avevano detto soltanto l’approccio. Gulseven è una Turgut che la miniera avrebbe dovuto tenere donna timida e sensibile, è tornata da Tayyibe e Gülseven, due residenti di Turgut, si oppongono all’espansione della miniera di una distanza di 87 metri dalle nostre circa 10 anni in queste terre da Istan- Yatağan. terre; ma le esplosioni hanno un rag- bul, per assistere la madre malata. gio d’azione ben più ampio. Non mi Poi ha deciso di restare. Cerca di evi- per poco più di 5mila euro. Si parte dite che se fai esplodere la dinamite a tare le nostre domande, ma quando in genere con degli incontri formali, 87 metri di distanza il mio terreno non comincia a rispondere si commuove: dove si cerca di trattare la vendita; se ne risente! Ma tutta questa distruzione «i miei antenati hanno vissuto su i proprietari non sono d’accordo, ar- per questo carbone di pessima quali- queste terre per generazioni. Quando rivano allora le autorità competenti e tà… ne vale la pena? Abbiamo il sole, tutto questo sarà spazzato via, perde- fissano un prezzo. O lo si accetta, o si guardate che sole! Perché non puntare remo anche il nostro cimitero, dove va incontro all’esproprio forzato. Oggi tutto sull’energia solare? Qui nel frat- riposano i nostri cari. Perché dobbia- Yeşilbağcılar è tranciato in due dalla tempo stiamo morendo tutti, in città mo abbandonare tutto questo in nome miniera: da una parte le ultime abita- non si contano i decessi per tumore, della lignite? Io non lo voglio». zioni rimaste attendono solo di essere tumori di tutti i tipi. Per non parlare buttate giù; sulla sponda opposta del di chi si è ammalato, di bronchite, di «Alle mie spalle», continua Gulseven, cratere, invece, è stato messo su un asma… Io stessa ho un tumore e sof- riferendosi al cratere della miniera, anonimo reticolato di villette a due fro d’asma, ma non resterò un giorno «prima sorgeva parte del villaggio di piani dall’improbabile colore rosa. solo su questa terra senza oppormi a Yeşilbağcılar, per metà completamen- Sono le nuove abitazioni dei residenti questo scempio». Il temperamento di te sparito. Rimangono solo alcune di Yeşilbağcılar, lì spostati in seguito Tayyibe è impressionante, ha la foga di case più su, verso la montagna. Ma al trasferimento forzato. chi è stanca di urlare, ma di chi ne ha anche lì verrà raso tutto al suolo». tanto dentro da apparire come un vul- Yeşilbağcılar è stato tra le prime vit- Proviamo a raggiungere entrambi i cano latente ad ogni frase pronunciata. time dell’espansione della miniera. luoghi. Per raggiungere quel che re- Come per tutti gli altri villaggi che sta del villaggio ci sono soltanto due Poco distante, invece, Gulseven rac- hanno avuto la malasorte di trovarsi modi: o si compiono circa tre ore di coglie pietre con una particolare cri- a ridosso di una riserva di carbone, cammino, inerpicandosi tra i boschi, stallizzazione. Nell’area ce ne sono a anche qui le case sono state svendute o si tenta di affrontare la viabilità di
24 Un Paese di cenere «Ma tutta questa distante il nuovo “ghetto” degli ormai cio di vite che sostiene a fatica dei ex residenti di Yeşilbağcılar. Lo stu- grappoli d’uva anneriti e rinsecchiti. distruzione per questo pore continua in qualsiasi direzione «La maggior parte di noi è anziana, e carbone di pessima si guardi: da un lato spunta un mina- si sostenta con le uova e il latte che qualità… ne vale la pena? reto mozzato, dall’altro una servitù ci garantisce il bestiame. Oltre alle Abbiamo il sole, guardate di passaggio che si è fatta largo tra case, abbiamo perduto le nostre stal- le abitazioni. Da questa prospettiva si le, i nostri terreni. E allora gli animali che sole! Perché non concentra la sintesi di tutto quello che dormono con noi nelle nostre nuove puntare tutto sull’energia significa la scellerata corsa al carbo- case, i giardini diventano la versione solare? Qui nel frattempo ne turco, il dramma umano, l’assenza ridotta dei nostri campi». stiamo morendo tutti, di regole, il disastro irreversibile. Una nuova casa, però, significa nuovo in città non si contano i Da Yeşilbağcılar vecchia ci dirigiamo mutuo. Sfrattati dalle proprie abitudi- decessi per tumore» verso la Yeşilbağcılar nuova. Da lonta- ni, dalla loro possibilità di sopravvive- no le villette rosa tutte a schiera sem- re anche lontano da qualsiasi schema servizio sconnessa già preparata per brano dare una parvenza di ordine in economico dei più elementari, oggi gli i lavori di demolizione. Nel secondo tutto quel caos. Ma avvicinandosi, si ex di Yeşilbağcılar si trovano a fare i caso, oltre a una vettura idonea, si notano dettagli piuttosto bizzarri: gli conti con rate e bollette: «paghiamo necessita di una discreta attenzione spazi esterni sono stati recintati con tasse più alte sulla spazzatura, e dob- e tenuta alla guida. Il percorso è par- muretti di fortuna, lamiere arruggini- biamo sostenere il peso economico ticolarmente impervio, ma una volta te e addirittura tappeti; dai piani infe- di una casa che forse non riusciremo in cima il panorama apocalittico si riori di queste nuove abitazioni spun- a finire di pagare», ci raccontano. erge a icona dell’intero affair turco tano caprette e pollame. Nei giardini Le abitazioni sono state fornite dalla con il carbone. L’impressione è che sono state coltivate verdure di tutti i TOKI, un ente ministeriale che era sul villaggio si sia abbattuto un fero- tipi in spazi minuscoli, mentre i pochi nato per garantire una casa per tutti, ce bombardamento; in verità le case bambini giocano in moderni e anonimi ma negli ultimi anni, similmente a rimaste in piedi sono state rese invi- decumani all’ombra della colonna di quanto accaduto per la privatizzazione vibili, per prevenire il possibile ritorno fumo della centrale di Yatağan. Ap- degli impianti a carbone, è diventato dei vecchi proprietari. Dall’alto, poi, si pare subito chiaro che si tratta di uno solo il “braccio destro” dei palazzinari scorgono i tetti malandati delle case strenuo tentativo di sopravvivenza: gli turchi: l’ente resta statale ma concede più basse, a far da cornice all’intero ex residenti di Yeşilbağcılar si sono ai privati, garantendo qualsiasi forma bacino minerario. Lo sguardo si perde portati dietro non solo i propri effetti di speculazione edilizia. Ma questa è all’orizzonte, disturbato dalla nebbia personali, ma anche il loro stile di un’altra storia. mattutina e dalle polveri che si alzano vita, riadattandolo alla meno peggio per i lavori, ma si riesce a distinguere alla loro nuova dimensione. «Abbiamo Il dramma di Yeşilbağcılar non è anche l’impianto di Yatağan, tutto in- bisogno dei nostri animali», ci spiega ancora terminato. Il villaggio è tra tento a vomitare ancora veleni, e poco un residente all’ombra di un tralic- i pochi esempi di centri abitati che
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