PARROCCHIA SANTA MARIA MAGGIORE MONTE SANT'ANGELO DICEMBRE 2018 - ANNO XXVIII n. 12
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PARROCCHIA SANTA MARIA MAGGIORE MONTE SANT’ANGELO VOCE della COMUNITÁ MENSILE DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE CULTURALE E RELIGIOSO ANNO XXVIII n. 12 DICEMBRE 2018
INDICE Messaggio natalizio dell’Arcivescovo eletto p. 3 Stemma episcopale dell’Arcivescovo. Descrizione. Notizie sull’ordinazione. p. 6 Avvento di Carità: India, Kerala flagellato da alluvioni p. 8 ‘I cristiani sono i primi ad aver dimenticato il Natale’ p. 10 Nuovamente buon Natale! p. 14 Le calende, previsioni di un nuovo anno nuovo tra empirismo e credenza p. 19 Storie davanti al presepe p. 23 Liturgia: Avvento. Natale p. 27 4 risate p. 29 Avvisi comunitari p. 30 Direttore responsabile: don Leonardo Petrangelo Comitato di redazione: Ernesto Scarabino Antonio Falcone Rosa di Padova Matteo Armillotta Guglielmo Ferosi Foto di Matteo Pio Ciuffreda; vari siti web. Ciclostilato in proprio. Ad uso interno.
La Voce della Comunità Messaggio natalizio di p. Franco MOSCONE, arcivescovo eletto Cari fratelli e sorelle della Chiesa che è in Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, sto incominciando a conoscervi, e forse qualcosa di me anche voi avete iniziato ad intuire, per cui è bello e stimolante scambiarci gli auguri natalizi e di felice nuovo anno 2019, seppure ancora a distanza. Con queste righe ed i pochi pensieri contenuti desidero entrare un attimo nelle vostre famiglie e condividere con voi i sentimenti che fanno del Natale la festa della presenza di Gesù in mezzo a noi, l’Emmanuele il “Dio con noi”! ABITARE i crocevia della Storia è la frase, credo scelta dal mio compianto predecessore mons. Michele Castoro, che accompagna il cammino dell’Arcidiocesi lungo l’anno pastorale 2018-2019. Una frase che contiene nel verbo ABITARE nello stesso tempo un’immagine, un’idea reagire a questi sentimenti tristi perché e un sentimento facilmente percepibili e ABITARE è un verbo che ben si addice eloquenti per tutti. al Natale e lo interpreta nella radice Ogni persona, immagine e somiglianza di evangelica. Dio (anche se a volte in modo Nel più grande crocevia della storia – inconsapevole), è alla ricerca di quello che per gli Ebrei e Cristiani un’abitazione che lo accolga e gli dia separò la Prima dalla Seconda Alleanza, sicurezza, come si trova sempre a e che per l’umanità tutta divise la storia decidere i passi del percorso della vita, nel prima e dopo Cristo – Giuseppe e posta continuamente in crocevia che se Maria, i genitori di Gesù, in un viaggio stimolano alla libertà, producono anche non da loro voluto, ma imposto incertezza e paura. E quanta incertezza e dall’autorità mondiale dell’epoca paura, per non dire violenza, abitano i (l’imperatore Cesare Augusto) non nostri giorni e sembrano togliere trovarono alloggio dove ABITARE (Lc speranza al nostro futuro. Dobbiamo 2,7). Tuttavia la loro difficoltà, il loro 3| Dicembre 2018
La Voce della Comunità emigrare dalla Galilea alla Giudea, la trascorrendo i miei primi tre giorni in loro povertà ed esperienza del rifiuto diocesi (23-25 novembre). subito, permise a Dio di farsi carne in un La parola è economia, l’esperienza è stata bambino, nato in una terra civilmente la visita a Casa Sollievo della Sofferenza. non sua, e di venire ad ABITARE in mezzo a noi (Gv 1, 14). Incomincio dalla parola economia. Diventiamo schiavi dell’economia Per poter ABITARE serve una casa. Solo globalizzata e dominata da una finanza trovando una casa sicura ed accogliente è speculativa, anche perché possibile dare futuro alla famiglia e dimentichiamo, o ci fanno dimenticare il permetterne che questa possa inserirsi significato etimologico del termine eco- nel percorso della storia da protagonista, nomia, composto di due parole. Nel sperimentando tanto i doni che riceve, termine è contenuta ancora una volta la come quelli che offre. parola casa e dovrebbe essere tradotta Nel nome della città dove nasce da così: norma per costruire la casa. migrante e non accolto, Gesù, il Figlio di Allora l’economia è ben lontana dal non Dio e dell’uomo, è contenuta la parola far trovar casa o costringere ad casa: in ebraico bet significa proprio casa, abbandonare casa perché si può e l’insieme della parola si traduce casa rimanere senza mezzi di sussistenza in del pane. nome di norme che mettono il mercato Senza casa, senza pane non c’è vita degna ed il guadagno prima della casa. dell’umanità, non c’è progresso storico, Visitando San Giovanni Rotondo mi ha non si cammina superando i crocevia, colpito che san Padre Pio abbia voluto ma si resta fermi, ostaggi del male che chiamare Casa il progetto di ospedale pretende di farsi signore della storia, di che aveva nella mente e nel cuore … ogni storia, quella piccola e nascosta anche il mio conterraneo san Giuseppe delle singole persone, come quella Cottolengo aveva già avuto un’intuizione grande delle culture, nazioni, per non simile dando alla sua opera ospedaliera il dire dell’intera umanità. nome di Piccola Casa della Divina Provvidenza. Non può essere così, non dobbiamo permettere che sia così facendoci ostaggi Eppure il termine ospedale, anche se ci o collaboratori di una situazione che può far timore (nessuno desidera nega la libertà per tutti e la Provvidenza andarci), è nel suo etimo “bello”, vuole per chi crede. coniugare il verbo OSPITARE. Ma i Santi, che sentono e progettano Permettetemi di presentarvi una parola ascoltando la Parola che si fa carne, che riempie continuamente pensieri, sanno che per ospitare ci vuole una casa. bocca e mezzi di comunicazioni ed un’esperienza che ho conosciuto Allora, cari fratelli e sorelle, ecco l’augurio che vorrei fare a tutti noi, 4| Dicembre 2018
La Voce della Comunità augurio racchiuso in quattro parole, per 3° … nessuno schiavo di un’economia il Natale del Signore 2018 ed il Nuovo senz’anima, ma attivi costruttori di anno 2019, crocevia di storia: un’economia che costruisce la società rendendola civile e fa della Chiesa il 1° … nessuno senza pane. Che sia il pane lievito che la fermenta verso lo sviluppo per alimentare i bisogni fisici e socio- e la crescita (Mt 13, 33). culturali del percorso storico, come il pane eucaristico che alimenta il 4° … nessuno privo di ospitalità. A tutti il cammino di chi crede. diritto di sentirsi accolti dal cuore degli altri e di poter accogliere gli altri nel 2° … nessuno senza casa. Che sia il luogo proprio cuore. fisico che permette l’impegnarsi a costruire una famiglia ed essere cittadini Cari fratelli e sorelle, BUON NATALE e nel mondo, come per chi crede FELICE 2019, sicuro che ognuno di noi, l’edificare la Chiesa famiglia di fede per se fa spazio a Gesù che viene ad essere nel mondo sale e luce di senso e incontrarci, sarà capace di ABITARE i testimonianza (Mt 5, 13-14). crocevia della propria ed altrui Storia! + p. Franco Moscone, vescovo eletto 5| Dicembre 2018
La Voce della Comunità Descrizione Lo scudo araldico di un vescovo indica la sua spiritualità e le linee programmatiche che intende percorrere nel suo ministero. L’usanza che ogni vescovo ne debba aver uno è antica e non è mai stata accantonata nella storia della Chiesa, anche dopo il Concilio Vaticano II. In quanto stemmi, ogni loro elemento obbedisce alle regole dell’araldica. Lo stemma di Mons. Franco Moscone è bipartito ed è autobiografico. Nella parte superiore mostra un Cristo caricato della croce che si avvia al Calvario, in definitiva lo stemma dell’Ordine dei Padri Somaschi, cui appartiene l’arcivescovo; di solito accompagnato dal cartiglio ‘Pondus meus leve est’ per indicare la specifica azione pastorale cui sono chiamati i Somaschi: l’educazione dei bambini orfani, abbandonati, della gioventù sbandata. Nel basso, un sole dorato nascente, all’alba su campo azzurro, allude al suo paese d’origine, Alba Torinese. Si tenga presente che la parola Alba potrebbe essere anche l’acrostico dei simboli degli evangelisti: Angelo, leone, bue, aquila. Il cartiglio in basso richiama ancora la spiritualità somasca: Servire pauperibus et Ecclesiae (Servire i poveri e la Chiesa). Prima di morire, infatti, S. Girolamo Emiliani dà ai suoi un testamento che è sintesi della sua esperienza spirituale, ma anche di un itinerario di vita cristiana: “Seguite la via del Crocifisso, disprezzate il mondo, amatevi gli uni gli altri, servite i poveri.” La vita di carità verso i poveri nasce da una comunità di persone che vivono il comandamento dell'amore reciproco, dopo aver deciso di avere come unico fine Dio, fondandosi sull'amore a Gesù nella massima espressione del suo dono: la croce. Notizie sull’ordinazione di Padre Franco Moscone Sabato 12 gennaio 2019, alle ore 15.30, l’arcivescovo Franco Moscone verrà ordinato nella Cattedrale di Alba. Una delegazione del clero e del laicato sarà presente alla celebrazione. Sabato 26 gennaio 2019, mons. Moscone farà il suo ingresso nella nostra Arcidiocesi: prima entrando nella Basilica di S. Maria Maggiore di Siponto e poi nella celebrazione in Piazza Duomo. Siamo tutti chiamati ad esserci e, per questo, tutte le chiese resteranno chiuse. Il giorno dopo, secondo l’antica prassi, farà l’ingresso in Vieste. Mentre il 2 febbraio in San Giovanni Rotondo. Non è ancora ufficiale e confermato, ma con ogni probabilità mons. Moscone potrebbe entrare in Monte Sant’Angelo il 3 febbraio. 7| Dicembre 2018
La Voce della Comunità Lunedì 20 Agosto 2018 India: Kerala flagellato da alluvioni. Caritas accanto a popolazione colpita Lo stato meridionale del Kerala, in India, colture e alle case. Non manchi a questi è da mesi flagellato da piogge fratelli la nostra solidarietà e il concreto monsoniche estremamente abbondanti e sostegno della Comunità internazionale. di molto superiori alle medie stagionali, Sono vicino alla Chiesa in Kerala, che è con un peggioramento nell’ultimo mese in prima linea per portare soccorso alla a causa di un territorio ormai saturo popolazione. Anche tutti noi siamo d’acqua. vicini alla Chiesa in Kerala e preghiamo insieme per quanti hanno perso la vita e Papa Francesco, nel'Angelus da piazza per tutte le persone provate da questa san Pietro del 19 agosto, ha ricordato grande calamità». come «negli ultimi giorni, gli abitanti del Kerala (India) sono stati duramente Dei 1.553 villaggi del Kerala, 1.287 sono colpiti da piogge intensissime, che hanno stati colpiti dalle alluvioni, causando provocato allagamenti e frane, con finora almeno 350 vittime, di cui 250 pesanti perdite di vite umane, numerosi solo negli ultimi venticinque giorni. Alle dispersi e sfollati, e ingenti danni alle perdite di vite umane di aggiunge 8| Dicembre 2018
La Voce della Comunità l’interruzione delle vie di comunicazione epidemia stanno aumentando perché e di accesso, la distruzione di abitazioni, moltissimi impianti di acqua potabile l’inondazione di campi, il blocco delle sono stati contaminati, le fognature sono attività produttive. Sono infatti ormai, state sommerse e danneggiate e le dall’inizio della stagione delle piogge, più malattie iniziano a diffondersi tra la di duemila le abitazioni completamente popolazione nei campi. distrutte e novemila quelle danneggiate. Caritas India, in coordinamento con le Gli sfollati, accolti in campi di Caritas Diocesane dei territori colpiti, ha accoglienza allestiti dal Governo, dalle fornito in queste settimane cibo, riparo, organizzazioni non governative o acqua potabile e medicine. Le Chiese e i ospitati presso familiari, sono almeno centri Caritas sono aperti all’accoglienza, seicentomila. 24.000 ettari di terreno e stanno facendo ogni sforzo di coltivabile sono andati completamente assistenza sin dalle primissime ore distrutti e con essi piccole e medie dell’emergenza. «È necessaria la attività produttive. solidarietà del mondo intero per far fronte a questo disastro, che avrà «È un disastro senza precedenti a conseguenze di lungo periodo – continua memoria d’uomo – dice padre Paul padre Paul – e anche se il Governo ha Moonjely, direttore di Caritas India ed promesso aiuti ingenti, mobilitandosi originario egli stesso del Kerala – e prontamente per i soccorsi, ancora l’estensione della distruzione è adesso ci sono villaggi da raggiungere. sconcertante. Ciò nonostante la Chiesa, Sono come sempre i più poveri dei molto attiva, si è mobilitata sin dalle poveri a rischiare di essere lasciati prime ore nel portare soccorso alle ancora per ultimi e di vedere il maggiore vittime e nel coordinarsi con le altre pericolo per la propria vita». agenzie sul territorio». Anche i rischi di AVVENTO di CARITÁ pro Kerala Ricordando il desiderio del nostro arcivescovo di non voler nessun regalo per sé, ma di aiutare la gente del Kerala, la Caritas diocesana invita tutti i fedeli a destinare l’Avvento di Carità all’aiuto materiale e alla ricostruzione del Kerala. Ogni comunità verserà quanto raccolto sul conto della Caritas diocesana. Si ricorda che nessuno è autorizzato a raccogliere denaro per conto delle comunità! Chi vuole, può lasciare direttamente la sua offerta all’amministratore parrocchiale don Leo oppure al diacono Tonino Gentile. 9| Dicembre 2018
La Voce della Comunità Attualità di Nicola Mirenzi "I cristiani sono i primi ad aver dimenticato il Natale" Intervista HuffPost a Massimo Cacciari: "Le omelie di molti preti, spesso, sono delle lezioni di anti religione". La parola del Vangelo l'ha ascoltata fuori dal tempio: "Le Chiese sono diventate delle grandi scuole di ateismo. Nella gran parte di esse, la forza paradossale del verbo di Cristo viene trasformata in un discorso catechistico e ripetitivo, un piccolo feticcio consolatorio e rassicurante, un idoletto. È l'opposto di ciò che insegnava Gesù domandando ai suoi discepoli: 'Chi credete che io sia?'". Massimo Cacciari era ancora uno studente al secondo anno di liceo quando, tra lo Zarathustra di Nietzsche e le prime letture di Hegel, aprì le pagine del Nuovo Testamento: "Fu entusiasmante sentire la straordinarietà di quel testo, la bellezza di una storia che induce ad andare alla ricerca, senza certezze, rischiando. Al novanta per cento, i preti sono incapaci di rendere la potenza di quel racconto. Le loro omelie, spesso, sono delle lezioni di anti religione". Negli anni sessanta e settanta, mentre erano di moda i capelloni, Marx, i pantaloni a zampa d'elefante, Marcuse, l'eros e la civiltà, Kerouac, la Cina e Janis Joplin, Cacciari leggeva i testi della teologia cristiana: "Nelle riviste della sinistra non organiche al partito comunista – "Quaderni Rossi", "Contropiano" – discutevamo della Santa Romana Chiesa insieme a Giorgio Agamben, Mario Tronti, Giacomo Marramao. Avevamo idee diverse, ma condividevamo le stesse letture: tutte abbastanza eretiche ". Il Natale degli alberi in pivvuccì, degli acquisti online e i centri commerciali aperti tutto il giorno; il Natale della neve luccicante incollata sulle vetrine, delle barbe bianche, delle renne e delle slitte, non 10 | D i c e m b r e 2 0 1 8
La Voce della Comunità lo scandalizza: "Basta sapere che la nascita di Cristo non ha niente a che vedere con quello che vediamo intorno a noi. Il Natale è diventato un festa per bambini e adulti un po' scemi. Non c'è da levare alti lai contro il consumismo. C'è solo da riflettere, meditando con sobrietà e disincanto". Nel suo libro, "Generare Dio" (Mulino), pittura occidentale – che Maria si mostra – da laico – che nel mistero innalza al ruolo di protagonista assoluta. dell'incarnazione di Dio c'è un Siamo di fronte a uno di quei casi in cui personaggio che abbiamo avuto sempre l'espressione figurativa è andata molto sotto gli occhi, eppure non siamo stati più in profondità del linguaggio. ancora in grado di vedere nella sua Cosa riesce a mostrare? interezza: Maria. Che se si toglie alla nascita di Cristo la Perché, professore? scelta di questa donna che accoglie nel Maria è stata pressoché ignorata anche suo ventre il figlio di Dio e il suo Logos, dai filosofi che hanno interpretato l'incarnazione diventa una commedia. l'Europa e la Cristianità, come Hegel e Maria è libera. Anzi, di più: il suo libero Schelling. Il discorso ha privilegiato il donarsi all'ascolto è in realtà un'iper rapporto del padre con il figlio. Maria è libertà. stata ridotta a una figura di banale Perché iper? umiltà, un grembo remissivo e ubbidiente che si è fatto fecondare dallo Quando – nel giardino dell'Eden – spirito santo senza alcun turbamento. Adamo mangia il frutto dell'albero della conoscenza obbedisce al proprio Invece? desiderio. La sua libertà è la libertà di Quando l'Arcangelo Gabriele le soddisfare i propri impulsi. Maria, annuncia che concepirà e partorirà un invece, riflette, s'interroga, soffre. Poi, fa figlio e che egli sarà chiamato Figlio la volontà dell'altro. La sua libertà è dell'Altissimo, Maria ha paura. Si ritrae, quella di far dono di sé. È come suo dubita, è assalita dall'angoscia, medita. Il figlio: fa la volontà del padre. E qual è la suo sì non è affatto scontato. Nel libertà maggiore: quella che ti incatena a momento in cui lo pronuncia, è un sì te stesso; oppure quella che ti libera libero e potente, fondato sull'ascolto dall'amor proprio? della parola. Perché Maria giunge a Ma la libertà può essere slegata da ciò che volere la volontà divina. si desidera? Nessuno se n'era accorto prima? Ma perché non si dovrebbe desiderare di Nel pensiero, solo pochi autori – penso a donare se stessi agli altri? Perché non Baltasar – hanno riflettuto sulla figura di può essere questo l'oggetto del desiderio, Maria. È nella pittura – nella grande 11 | D i c e m b r e 2 0 1 8
La Voce della Comunità anziché quello di soddisfare le proprie Per liberare il nostro tempo dalle sue pulsioni? miserie. Più la nostra epoca ci rinserra dentro di essa, più servono grandi idee, Possiamo riuscirci? pensieri limite, parole ultime. Sono le Gesù, Maria, Francesco ci hanno dato uniche cose che ci possono sradicare dal degli esempi della libertà intesa come tempo in cui ci viviamo. dono. È oltre umano seguirli? Può darsi. Come lo definirebbe? E può anche darsi che proprio qui s'incontrino la radicalità del messaggio Osceno, nel senso letterale del termine: cristiano e il super uomo di cui parlava un tempo in cui tutto deve essere posto l'anti cristiano Nietzsche: sulla scena: i nostri pensieri, le nostre nell'impossibile. fotografie, i nostro segreti. Niente deve stare in una zona scura. Invece, è proprio Ma se è impossibile, perché provarci? dal buio che proviene la luce che Perché l'impossibile non è una fantasia, illumina e rivela. Pensi alla pittura un gioco inutile e vano. L'impossibile è d'Europa, la terra del tramonto: cosa l'estrema misura del possibile. E, se non raffigurerebbe senza il gioco dell'ombra? orienti la tua vita in quella direzione, È tutto davvero così esposto? rimarrai prigioniero del tuo tempo. È questo il messaggio di Gesù: per essere Al contrario. Quella della trasparenza è libero, abbi come misura la mia solo un'ideologia. Mai come oggi le impossibilità. potenze che governano il mondo sono state così nascoste. Al di là Se non possiamo essere come lui, perché dell'apparenza, la nostra è l'epoca Cristo si è fatto uomo? dell'occulto, dei poteri anonimi, di ciò Perché è necessario avere come misura che non si vede. Mentre, nel caso di qualcosa che ci oltrepassa per riuscire a Maria, la luce divina si copre d'ombra spingerci altrove. Cristo non predicava per manifestarsi nella realtà, nel nostro nei templi: predicava fuori, nelle strade. tempo l'oscuro si nasconde dietro la I suoi discepoli dicevano: "È fuori". Nel luminosità. Lucifero è negli inferi, però senso: "È fuori di testa, è pazzo". Eppure, finge di essere portatore di chiarore. La Gesù ha segnato un prima e un dopo nostra epoca è attraversata dallo spirito nella storia dell'uomo, ha creato il dell'anti-Cristo. Ci sono stati momenti in mondo culturale e antropologico in cui cui esso si è manifestato nella sua forma viviamo. C'è qualcosa di più realistico di pura. Oggi, invece, circola mascherato. questo? Senza quell'impossibilità niente Anche la politica avrebbe qualcosa da ci spingerebbe a uscire da noi, a ri- imparare da Maria? orientare diversamente le nostre vite. Maria è una figura della libertà, non è il Perché dovremmo farlo? santino che raccontano i preti. La sua 12 | D i c e m b r e 2 0 1 8
La Voce della Comunità humilitas è meditazione e ascolto. Se l'etica della fede si coniuga alla volontà leggessero ancora, i politici potrebbero di potenza e l'assoluta dirittura morale imparare anche da lei. Se non altro, per ed etica si combina a una grande capacità essere più consapevoli della storia in cui di catturare il mondo nelle proprie reti. si collocano. Il dramma, però, è che c'è Perché neanche le femministe hanno stata una completa divaricazione tra il riflettuto su Maria? sapere e il potere. Perché anche loro – benché protagoniste Per quel che riguarda le figure religiose, i dell'ultima vera rivoluzione degli ultimi cristiani non potrebbero aiutarli? decenni – sono rimaste vittime della I cristiani sono i primi ad aver lettura maschilista dell'incarnazione. dimenticato il Natale, smettendo di Hanno guardato Maria come un figura predicare la paradossalità del verbo. servile, totalmente oscurata dal rapporto tra padre e figlio, non riuscendo a Anche il Papa? scorgere quello che c'è oltre. Il discorso è più complesso. Francesco si inscrive nella tradizione ignaziana, dove Presepe del 2017 13 | D i c e m b r e 2 0 1 8
La Voce della Comunità Attualità di Ernesto Scarabino NUOVAMENTE BUON NATALE! Non mi riesce facile sfuggire ai luoghi scenari fiabeschi sempre più stupefacenti comuni ed alla tentazione della retorica e sempre più sofisticati nei quali viene ogni volta che mi imbarco, come da voglia di annegare. Ti trovi come molti anni ormai, nella stesura immerso in un’atmosfera da favola e per dell’articolo natalizio per il nostro un piccolo lasso di tempo dimentichi giornalino parrocchiale. Ne ho fatti tutto riuscendo a ritrovarti (peraltro davvero tanti. Probabilmente uno ogni senza più esserlo) ingenuo e puro a dodicesimo numero dacché abbiamo somiglianza di quel Bambinello iniziato (settembre 1989!....) e così mi sorridente ed a braccia aperte che, sembra di non avere più nulla da dire al adagiato ancora una volta in un piccolo riguardo. In fondo in fondo la viluppo di paglia, riprende ad attendere preminenza del Natale fra tutte le feste le statuine dei pastori timidamente annuali (considerate ovviamente dal collocate nei presepi di carta arrotolata, punto di vista sia sacro che profano) odoranti di muschio strappato alla terra. consiste proprio in questo: ritorna a Il presepe, il nostro presepe, quello delle chiudere un altro anno della nostra nostre chiese e delle nostre piazze! Non esistenza e, con il suo splendore effimero ho paura di ripetere ciò che ho più volte e spesso solo di facciata, ci impedisce – stigmatizzato ultimamente: il Natale come dire – di pensare che abbiamo cristiano, l’unico, vero Natale senza del bruciato altri 365 giorni della nostra quale tutto il resto è fumo degli occhi, esistenza sulla terra. Così riapri gli viene fieramente combattuto non solo scatoloni, fai l’albero di Natale ed il dai latranti laicisti nostrani “radical presepe sempre con gli stessi oggetti e, chic”, ma anche da alcuni di quelli che, magari, negli stessi angoli della casa e ti accolti ed ospitati, hanno preso ad alzare sembra che il tempo si sia fermato o, la voce contro la fede cattolica, essenza addirittura, sia tornato indietro non solo stessa della nostra italianità poiché (tra all’anno passato, ma addirittura a quelli l’altro) proprio in mezzo a noi c’è il più lontani: spettacoli sempre nuovi ai Vicario di Cristo in terra. Ed invece, nostri occhi, ammirati prima con professare una qualunque religione l’innocenza dalla fanciullezza, poi con dovrebbe significare comportarsi da nelle vene il fuoco dell’innamoramento, apostoli dell’amore reciproco, della pace, ed ancora dopo con il legittimo orgoglio della concordia della mutua benevolenza di aver formato una famiglia. e quanto altro. Eccoci, dunque, al Natale 2018. Tornano Comunque ed anche in presenza di ad accendersi dappertutto le lampadine queste preoccupanti considerazioni, multicolori: innumerevoli e luminosi specie in una prospettiva futura che 14 | D i c e m b r e 2 0 1 8
La Voce della Comunità riguarderà i nostri discendenti, il ritorno che per la Chiesa il tempo di Natale delle feste natalizie, con la loro “sfuriata” finisce addirittura nella domenica del di belle sensazioni abilmente evocate e Battesimo di Gesù. rinvigorite da mille interessate Una festa un tempo ricordata anch’essa il pubblicità, costituisce sempre il 6 gennaio, ma con il calendario post momento più atteso dell’anno solare, conciliare fissata alla domenica seguente. non paragonabile neppure alla tanta Così ritorniamo ad essere protagonisti sospirata estate delle vacanze con il caldo trepidanti dell’atmosfera gioiosa cocente, i pericolosi stress da impensabile in altri momenti dell’anno e divertimento notturno, i lunghi viaggi destiniamo la doccia gelata del sotto il sole e nella polvere delle rammarico e del disappunto al sette autostrade e quanto altro. gennaio quando la scopa della Befana Natale fortunatamente resta tutto il avrà spazzato via dolciumi, coriandoli, contrario: invita a stare in famiglia o, luci colorate, allegria, svago e quanto comunque, tra le persone che si amano altro. di più e godere di giornate “a misura È tanto freddo e tanto triste gennaio!...... d’uomo”. Per questo la sua attesa si Specie in un’epoca complicata e difficile traduce in una specie di conto alla come la nostra in cui viviamo bevendo rovescia giorno per giorno sempre più ogni giorno un miscuglio infernale coinvolgente. E si sa che le attese sono i costituito dalla egoistica e solitaria momenti più graditi di una festa poiché indifferenza che pervade un po’ tutti non ci sono dubbi che il sabato sia più insieme alla voglia esagerata e persino lieto della domenica. Dunque a tutti noi morbosa di conoscere minuto per il Signore ha concesso ancora una volta minuto cosa accade sull’intero pianeta. E di vivere la più bella festa dell’anno. cosa ci può derivare da questo intruglio Addirittura negli ultimi tempi, se non insicurezza, paura, apatia, senso impazienti come siamo che una qualche di smarrimento?.... gradita novità faccia irruzione nella Anticamente si esorcizzava il rimpianto ormai scontata e piatta sequenza della “festa perduta” invocando dell’esistenza (ovviamente quando non l’imminente Carnevale: “Alla Pasqua ci sono i sempre numerosi problemi ed Bufanìe tutte li ffiste vanne via…. eventi negativi da affrontare), non Arrespònne Santantùne: Ce sté ‘ncòre abbiamo visto l’ora di piazzare gli quédda mèja”. addobbi natalizi. Qualcuno lo ha fatto Tirando, cioè, in ballo S. Antonio Abate addirittura sin dai primi di novembre, la cui ricorrenza cade il 17 gennaio e salvo – come si usa sempre più spesso dalla quale un tempo iniziavano i ormai – a disfarsene con sufficienza e preliminari del Carnevale. Oggi specie disappunto subito dopo Capodanno e ma non solo a Monte Sant’Angelo il senza aspettare neppure l’Epifania, Carnevale è praticamente inesistente. In quando ormai dovrebbe essere ben noto generale ha perso il suo vero significato 15 | D i c e m b r e 2 0 1 8
La Voce della Comunità di divertimento, cioè fare cose diverse parole uscite dalla sua bocca (San dalla normalità, in quanto è carnevale Giovanni Evangelista lo chiamerà il ogni momento che lo si voglia?..... Verbo con la v maiuscola) ed anche con Considerazioni intorno ad una realtà l’esempio dei suoi comportamenti umana tremendamente complicata quale durante la breve permanenza dentro un è quella odierna! corpo mortale che quel Dio che è tutto e Ma torniamo al Natale, quello vero, può tutto ci ama. Ama proprio noi, quello della gioia sincera che non teme minuscole e persino irrilevanti molecole l’Epifania o alla quale poco importa che rispetto a tutta l’immensità del Creato. comunque la festa con annesso E qui si che ci sarebbero da fare salti di Capodanno correranno veloci verso la gioia, mettendo da parte ogni loro fine come ogni anno. Quello che gli preoccupazione, paura e nostalgie. atei ed i liberi pensatori non potranno Se Dio ci ama fino a questo punto, che mai capire o gustare. Quale?... Si tratta cosa ci può importare di tutto il resto. della certezza, derivante da una nascita comprese disgrazie, tempo che passa, tutta speciale, che siamo amati di un contrarietà, solitudine, ingiustizie patite amore totale, sincero, irripetibile e persino la morte? nientemeno che dal Creatore. Dall’essere Ah, se riuscissimo a renderci conto Onnipotente che ha fatto dal nulla il completamente, senza “se” e senza “ma”, tutto e continua a regolare e governare di questo. Ma la verità è che la nostra l’universo intero. fede è più piccola di un granellino di Ma ci pensiamo?... Riusciamo a senape (lo ha rimproverato Gesù ai suoi comprendere da Chi siamo “voluti discepoli che pur tuttavia, sempliciotti bene”?..... E non si tratta di una favola quale erano, bene o male credevano in inventata per farci stare tranquilli e lui anche prima che lo Spirito Santo li sereni. Di questa affermazione esiste una illuminasse). Figuriamo cosa direbbe di prova inconfutabile che ci venne data e noi, inguaribili materialisti, propensi a che si poté toccare con mano poiché si credere prima di tutto in ciò che si vede materializzò in un essere umano, carne e si tocca, con i piedi ben piantati per della nostra carne, e che, invece, era il terra e, di conseguenza, disposti a tutto Figlio di Dio in persona. Il quale non per “stare meglio” nell’esistenza terrena solo diventò uno di noi, soggetto in tutto che è realtà indubitabile e che non ci e per tutto ai disagi della nostra umanità, vogliamo convincere prima o poi ma nacque povero, passò attraverso dovremo con altrettanta certezza innumerevoli traversie tale e quale (e abbandonare per quella eternità che, forse peggio) uno di noi e, alla fine, “scarsi” come siamo, ci appare piuttosto addirittura si assoggettò alla morte in aleatoria e persino da mettere talora in croce. La più crudele e infamante, la dubbio. Ho già passato i settanta. Quanta sorte peggiore che possa capitare ad un gente superba, vanitosa, potente ho essere umano. Perche?.... Per dirci con le conosciuto che, alzando solo una 16 | D i c e m b r e 2 0 1 8
La Voce della Comunità cornetta di telefono, procurava coloro che vogliono la giustizia, gli facilitazioni (le classiche operatori di pace ….. Saremo, dunque, “raccomandazioni”) e persino posti di giudicati (attenzione!.... giudicati, non lavoro immeritati. Ora vedo le loro foto condannati) con questi parametri che, sulle lapidi del Cimitero dietro le quali comunque, non sono irraggiungibili e sono ridotti ad un presumibile mucchio fuori della nostra portata. Ma questo d’ossa racchiuse in una scatola di legno sapere “a priori”, lungi dal terrorizzarci marcito. Alcuni sono ancora vivi, ma o affliggerci nella consapevolezza che hanno perso tutto il prestigio ed il troppe volte non abbiamo agito in timore reverenziale che incutevano e conformità ad essi e purtroppo vegetano rimbambiti. Eppure poco continuiamo a farlo, non ci dovrebbe tempo addietro erano personaggi riveriti, togliere la speranza. Bene o male, con rispettati, temuti e forse anche da l’aiuto del “buon peso” costituito dal Suo qualcuno amati. Solo lui, Gesù Bambino, Sangue redentore e dall’intercessione dei resta sempre tale e quale da più di nostri fratelli già salvi (i santi) che duemila anni ed ogni Natale ci aspetta, certamente fungeranno da avvocati della eterno neonato, per una preghiera, un nostra difesa ce la possiamo fare ad bacio, un sorriso di compiacimento. Non acchiappare “al volo” almeno l’ultimo promette soldi, aumenti di stipendi o tram diretto verso il regno del Padre, posti di lavoro. Egli non ha avuto una magari attaccati saldamente alla maniglia casa che lo abbia accolto al momento della portiera e con un piede solo sul della sua venuta al mondo, non ha avuto predellino. a disposizione neppure un fuocherello a Sono queste considerazioni le vere luci cui riscaldare le tenere membra, ma solo che dovrebbero accendere i nostri cuori il fiato probabilmente di odore nella ricorrenza annuale irripetibile. sgradevole di due umili animali. Eppure Questo il vero senso dell’essere più egli ieri, oggi e sempre regna nei cieli, allegri e ben disposti nella gioiosa tornerà a giudicarci questa volta nel atmosfera natalizia nella quale, se si fulgore di tutta la sua potenza, ci attende tiene ben in evidenza il punto centrale, al varco e non per condannarci non possono mancare di conseguenza impietosamente come tutti anche i divertimenti, l’allegria, la meriteremmo se applicasse il solo baldoria. criterio dell’inflessibile giustizia, ma per È un po’ come l’altare sul quale si celebra misurarci con un suo metro tutto il Sacrificio eucaristico. I fiori, le luci, le speciale che ha come termine di tovaglie ricamate non sono che corollari paragone la mitezza, l’amore, la giustizia, assolutamente non indispensabili il perdono, la semplicità, la sofferenza e all’evento che lì si realizza: la discesa in le ingiustizie patite. Ce l’ha già indicata carne ed ossa di Gesù, Figlio del Padre, al la scala dei valori che metterà in campo: momento della consacrazione. Perciò il “Beati i miti, gli umili, i perseguitati, Celebrante quando eleva a Dio una lode 17 | D i c e m b r e 2 0 1 8
La Voce della Comunità di ringraziamento anticipato per il dono il senso della parola “auguri” al plurale) è che si appresta a concedere ci esorta: “In di contribuire, pur nel nostro piccolo, a alto i cuori”. Cioè “state sereni”, conservare in mezzo a questo oceano “rallegratevi”, “gioite”, “festeggiate” tempestoso che tenta di travolgerci, poiché viene il Salvatore, colui che probabilmente mosso dalla furia risolverà ogni vostro problema non a demoniaca contro l’umanità come più o livello umano, ma con esclusivo riguardo meno velatamente ci ha fatto capire per l’eternità. anche il Santo Padre, la vera essenza ed i È proprio questo il vero nocciolo (e veri valori del Natale che è e resta un vorrei persino dire “l’unico”) della evento, un fatto solo ed assolutamente ineguagliabile ed incontenibile CRISTIANO. Pace, dunque, agli uomini esplosione di gioia legata al Natale: la di buona volontà, cioè che vogliono il consapevolezza che dai cieli aperti è bene sotto qualsiasi forma si concretizzi. “piovuta” la più grande prova d’amore Lo cantarono gli Angeli sulla grotta di che mai l’umanità abbia potuto ricevere Betlemme. E non c’è migliore augurio con conseguente garanzia certa della che ci si possa scambiare se non quello di nostra salvezza. Se togliamo questo al stare in pace. La pace interiore e, Natale, se ci sforziamo in tutti i modi di possibilmente, con i nostri simili si cancellare ed occultare il protagonista traduce immancabilmente in quella vera dalla scena, cioè il Bambino Gesù, tutto gioia che non teme di esaurirsi con la il resto è pompa vuota, inutile, destinata festa che passa. E’ un vero e proprio effettivamente a provocare rammarico e acconto di Paradiso sulla terra, un dono persino sofferenza una volta passata. Noi che avremmo la possibilità di farci fortunatamente viviamo in una zona del vicendevolmente e che, comunque, il mondo, in una nazione, in una regione, Creatore ci ha già fatto peraltro in una cittadina dove si ha ancora il pagandolo ad un prezzo ingentissimo: le senso del religioso e dell’attaccamento ai sofferenze e la morte del Suo Figlio propri valori, alla propria fede ed alle Unigenito. proprie tradizioni. Il proposito che BUON NATALE (QUELLO VERO!...) A dovremmo fare e con il quale augurarci TUTTI. IN PARTICOLARE AI CARI ED tante cose belle e buone (poiché è questo AFFEZIONATI LETTORI. 18 | D i c e m b r e 2 0 1 8
La Voce della Comunità Attualità di don Leo Petrangelo Quando liturgia ed astronomia ‘parlano’ all’uomo LE CALENDE, PREVISIONI DI UN ANNO NUOVO TRA EMPIRISMO E CREDENZA Accostando quelle generazioni nate negli coloni oblati delle varie grancie anni 30-40 del decorso secolo, dove monastiche; le opere di irrigazione, la almeno nel ricordo appare ancora il cura dei boschi e dei ponti sui fiumi; la retaggio di un mondo liturgico- sicurezza di trovare ospitalità e cure monastico da secoli imperante mediche anche nei luoghi più soprattutto nella nostra provincia impensabili lungo le tante strade foggiana, ci accorgiamo di quanto sia percorse dai pellegrini di ogni nazione. andato perduto in termini di liturgia, È quanto le migliaia di monaci, spiritualità, ma anche di tecnica, scienza soprattutto sublacensi (ma anche ed arte. cavensi, celestini, canonici È indubbio che nella nostra archidiocesi lateranensi…) hanno operato sul nostro – almeno dal III sec., anche con figure di Gargano e nel foggiano, lungo l’antica santità, stando alla Cronologia Via Sacra Langobardorum. sarnelliana – il monachesimo si è Una tale lunga premessa serve a noi per espresso in molteplici forme, da quello ricordare l’immenso patrimonio, non diocesano, passando per i ‘cercatori di solo religioso ed artistico, ma anche Dio’ itineranti di varie regole, fino a culturale, tecnico e medico addirittura registrarsi un significativo aumento ed (chi non ha un ‘rimedio della nonna’ per una stabilizzazione della matrice qualche acciacco, frutto in realtà delle benedettina pochi secoli dopo le erboristerie monastiche nate per curare i apparizioni micaeliche. coloni) che ha attraversato i secoli per Nell’equilibrata ‘ora et labora’ scontrarsi con una tecnica non al benedettina, immense schiere di uomini servizio dell’uomo e di una liturgia e donne medievali hanno trovato quella ‘mondana’ che ci ha resi ‘liquidi’. pace del cuore nell’armonia con la terra In modo particolare, questo era il da lavorare, da irrigare, da sfruttare al periodo della celebrazione della luce e massimo, da controllare: da qui nascono nella liturgia ufficiale e nell’astronomia. le grandi innovazioni agricole, quali il Liturgia ed astronomia, tempo d Dio e maggese, la concessione dei terreni ai tempo della natura sono molto uniti per 19 | D i c e m b r e 2 0 1 8
La Voce della Comunità parlare all’uomo dell’unico Dio. È Giacobbe e scettro da Israele” (Nm soprattutto quest’ultima ad offrirla con il 24,17), indicando così una prospettiva di lento sorgere del sole al mattino ed i dominio regale, che terrà salda la coloratissimi tramonti nei pomeriggi condizione del popolo di Dio. invernali, accompagnati entrambi dai Il Cristo centro di ogni cosa, atteso freddi caratteristici; favorendo ed sospirosamente, annunziato da Giovanni accompagnando così la riflessione sul il Battezzatore è il “sole che sorge senso e sullo scorrere del tempo: non a dall'alto, per risplendere su quelli che caso la Notte di Natale il canto della stanno nelle tenebre e nell'ombra di Kalenda ci ricorda che gli eventi storici morte” (Lc 1,78-79), chiamato a nascere ufficiali ed ogni mio atto personale ancora una volta per spandere sulla terra confluiscono ed hanno capo in Cristo, i suoi raggi benefici. ‘stella radiosa del mattino’ (cfr. Ap Non a caso le date del Natale e della 22,16), senso ultimo di ogni cosa! Perché natività del Battista sono vicine a due “tutto è stato creato […] in vista di lui solstizi! […] principio di tutte le cose” (Col 1,15- Giovanni il Battista annunzia che 16) “oportet illum crescere et ego deminui” La Stella del mattino nell'astrologia (Gv 3,30). Il 24 giugno, festa liturgica antica è spesso identificata con Sirio e, a della natività del Battista, è vicina al 21 motivo della sua bellezza, anche con giugno, solstizio di estate, cioè quando il Venere. È la stella più luminosa del corso della luce tende a diminuire, firmamento, che sorge prima del levar favorendo l’allungamento delle ore di del sole ed era ritenuta l'annunciatrice tenebra. del nuovo giorno e della luce, della vita Mentre il Natale è vicino al solstizio stessa. d’inverno, il 21 dicembre, quando le ore Presentandosi come la prima delle stelle, di luce pian piano tornano a vincere le quella che porta la luce sulla terra, il tenebre, crescendo per sei mesi. Tanto Signore ha promesso anche ai suoi fedeli che i nostri nonni paragonavano la di dare loro in premio la stella del crescita del giorno alla lentezza del mattino (cf Ap 2,28), ossia di far brillare “passo di gallina”. Molto significativa la la sua luce nei loro cuori (cf 2Pt 1,19). liturgia della Parola della ferie maggiore Come scrive san Beda, “Cristo è la stella del 21 dicembre: è l’unica volta che si mattutina che, passata la notte dei tempi, propone in lettura un brano del Cantico promette ed estende sui santi l'eterna dei Cantici: “Una voce! Il mio diletto luce della vita”. Anche la liturgia viene […] Vieni amica mia, mia bella, pasquale indica Cristo risorto come stella l’inverno è passato!”. Ed è un enorme mattutina, «la stella che non conosce peccato che gli venga proposta una tramonto», che verrà alla fine dei tempi. possibile sostituzione – quasi sempre Il futuro Messia è indicato nella profezia attuata! di Balaam come “stella che spunta da 20 | D i c e m b r e 2 0 1 8
La Voce della Comunità L’Atteso dalle genti è ricevuto non solo dell’anno non cadeva sempre nella data con le otto antifone “O”, ma anche con del 1° gennaio, si fissavano le calende in un ‘calendario dell’Avvento’ ante un periodo – della durata di dodici litteram: ossia associare un santo del giorni, quanti sono i mesi dell’anno – calendario al numero dei giorni che ci che poteva variare nei mesi di dicembre allontanano dal Natale: o gennaio. “Sanda Cataren, Natel a trenta deje” Secondo la credenza popolare “Sanda Andreje, Natele a venteseie” prevalentemente dei contadini, con “ Sand Necole, Natel a diciannove” questo ‘strumento’ – ovviamente non “Sanda Cungett, Natel a diaciasette” empirico, ma attendibile – “il tempo” “Sanda Lucje, Natel a tredece deje”. (meteo) che farà nell'anno successivo Ma quello che più intriga sono le rispecchierà quello che ha fatto nei cosiddette “calemme” (le calende): un giorni delle calende: dal 13 dicembre al vero e proprio calendario meteorologico 24 dicembre (vengono chiamati giorni redatto negli antichi monasteri dalla ‘alla drett’) si osservano in modo turnazione di due monaci osservatori per crescente i mesi da gennaio a dicembre; un’ora, i quali annotavano anche il si fa pausa il giorno del Santo Natale, e semplice passaggio di nuvole o lo strano poi si osservano dal 26 dicembre al 6 di volo di uccelli a stormo. gennaio (i giorni ‘all’ammerse’), Pare anche che delle calende si abbiano rispondenti ai mesi in senso decrescente, testimonianze bizantine fin dal X secolo da dicembre a gennaio. Tra le due d.C., ma poiché all’epoca l’inizio osservazioni si faceva una specie di 21 | D i c e m b r e 2 0 1 8
La Voce della Comunità media per avere una previsione meteo quindicina di giorni, seppure con una dell'intero mese. certa approssimazione. Certo, avevano Inoltre ho scoperto che questa delle dalla loro la fortuna di una ciclicità calende non è solo una nostra assicurata e non sconvolta dall’effetto tradizione, ma anche di altre regioni serra… ma per secoli i nostri avi sono italiane, sia del Sud che del Centro o andati avanti così, aiutati da questi e da del Nord. Venivano calcolate in altre tante tradizioni legate al ‘vespro’ (di Toscana, in Liguria, in Friuli: è da S. Michele, di Pulsano, della Concetta), considerarsi quindi una tradizione alla vigilia cioè di alcune feste cristiane popolare rurale nazionale. Unica care al nostro popolo. variazione: il periodo di raccolta dei E non nego che… sì, anche con un dati (al nord dal 1 al 12 gennaio, con la sorriso, ogni anno mi ritrovo ad osservare e a segnare su di un calendario festa del 13° giorno), mentre le le ‘mie previsioni’, come un tempo modalità sono più o meno le stesse facevano i miei nonni e qualche volta ho ovunque. visto fare a mia madre. Ricordo ancora la meraviglia Ingenuità? Nostalgia di chissà quali nell’apprendere da amici benedettini tempi? Può essere… però mi fa come questo antico computo sia ancora ripercorrere e vivere momenti di in auge in alcuni monasteri. liturgia, astronomia, ricordi e saggezza Qualcuno sorriderebbe… essendo oggi secolare che mi appartengono e che provvisto di svariate app metereologiche penso sia giusto tramandare. con cui si possono prevedere fino ad una 22 | D i c e m b r e 2 0 1 8
La Voce della Comunità STORIE DAVANTI AL PRESEPE a cura di Rosa di Padova NON C’È POSTO IN QUESTA LOCANDA Guido Purlini aveva 12 anni e frequentava la prima media. Era già stato bocciato due volte. Era un ragazzo grande e goffo, lento di riflessi e di comprendonio, ma benvoluto dai compagni. Sempre servizievole, volenteroso e sorridente era diventato il protettore naturale dei bambini più piccoli. L'avvenimento più importante della notte più intensamente di Guido Purlini. scuola, ogni anno, era la recita natalizia. A Guido sarebbe piaciuto fare il pastore E venne il momento dell'entrata in scena con il flauto, ma la signorina Lombardi di Giuseppe, che avanzò piano verso la gli diede una parte più impegnativa, porta della locanda sorreggendo quella del locandiere, perché comportava teneramente Maria. Giuseppe bussò forte poche battute e il fisico di Guido avrebbe alla porta di legno inserita nello scenario dato più forza al suo rifiuto di accogliere dipinto. Guido il locandiere era là, in Giuseppe e Maria. attesa. «Che cosa volete?» chiese Guido, «Andate via!» aprendo bruscamente la porta. La sera della rappresentazione c'era un «Cerchiamo un alloggio». folto pubblico di genitori e parenti. «Cercatelo altrove. La locanda è al Nessuno viveva la magia della santa completo». La recitazione di Guido era forse un po' statica, ma il suo tono era molto deciso. «Signore, abbiamo chiesto ovunque invano. Viaggiamo da molto tempo e siamo stanchi morti». «Non c'è posto per voi in questa locanda», replicò Guido con faccia burbera. «La prego, buon locandiere, mia moglie Maria, qui, aspetta un bambino e ha 23 | D i c e m b r e 2 0 1 8
La Voce della Comunità bisogno di un luogo per riposare. Sono la fronte solcata da rughe di certo che riuscirete a trovarle un preoccupazione e i suoi occhi si stavano angolino. Non ne può più». riempiendo di lacrime. A questo punto, per la prima volta, il Il finale di Guido. locandiere parve addolcirsi e guardò Tutt'a un tratto, quella recita divenne verso Maria. Seguì una lunga pausa, differente da tutte le altre. «Non andar lunga abbastanza da far serpeggiare un via, Giuseppe» gridò Guido. «Riporta qui filo d'imbarazzo tra il pubblico. Maria». E, con il volto illuminato da un «No! Andate via!» sussurrò il suggeritore grande sorriso, aggiunse: «Potete da dietro le quinte. prendere la mia stanza». «No!» ripeté Guido automaticamente. Secondo alcuni, quel rimbambito di «Andate via!». Guido Purlini aveva mandato a pallino la Rattristato, Giuseppe strinse a sé Maria, rappresentazione. che gli appoggiò sconsolatamente la testa Ma per gli altri, per la maggior parte, fu sulla spalla, e cominciò ad allontanarsi la più natalizia di tutte le con lei. Invece di richiudere la porta, rappresentazioni natalizie che avessero però, Guido il locandiere rimase sulla mai visto. soglia con lo sguardo fisso sulla miseranda coppia. Aveva la bocca aperta, pecore devono essere tutte uguali, tutte LA PECORA NERA avvolte di bianca lana?». La pecora nera non ne poteva più, quelle ALLA GROTTA DI parole erano come pietre e non riusciva a digerirle. BETLEMME E così decise di uscire dal gregge e andarsene sui monti, da sola: almeno là avrebbe potuto brucare in pace e C'era una volta una pecora diversa da riposarsi all'ombra dei pini. tutte le altre. Le pecore, si sa, sono Ma nemmeno in montagna trovò pace. bianche; lei invece era nera, nera come «Che vivere è questo? Sempre da sola!», la pece. si diceva dopo che il sole tramontava e la Quando passava per i campi tutti la notte arrivava. deridevano, perché in un gregge tutto Una sera, con la faccia tutta piena di bianco spiccava come una macchia di lacrime, vide lontano una grotta inchiostro su un lenzuolo bianco: illuminata da una debole luce. «Dormirò «Guarda una pecora nera! Che animale là dentro » e si mise a correre. Correva originale; chi crede mai di essere? ». come se qualcuno la attirasse. Anche le compagne pecore le gridavano «Chi sei?», le domandò una voce appena dietro: «Pecora sbagliata, non sai che le fu entrata. 24 | D i c e m b r e 2 0 1 8
La Voce della Comunità «Sono una pecora che nessuno vuole: luogo dove avrebbe intrapreso il viaggio una pecora nera! Mi hanno buttata fuori con Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, dal gregge». incontra un uomo vittima di una «La stessa cosa è capitata a noi! Anche aggressione. per noi non c'era posto con gli altri Egli sa che fermandosi non potrà nell'albergo. Abbiamo dovuto ripararci arrivare in tempo all’appuntamento con i qui, io Giuseppe e mia moglie Maria. magi, ma la sua coscienza lo spinge ad Proprio qui ci è nato un bel bambino. avere pietà per quell’uomo, a prestargli Eccolo!». assistenza e a fargli dono dello zaffiro. La pecora nera era piena di gioia. Prima I tre magi partono quindi senza di lui, ed di tutte le altre poteva vedere il piccolo egli continua da solo il suo cammino, Gesù. avendo come unica compagna e guida la «Avrà freddo; lasciate che mi metta stella. vicino per riscaldarlo!». Quando finalmente arriva a Betlemme, Maria e Giuseppe risposero con un dove era nato il Re Bambino, assiste alla sorriso. La pecora si avvicinò stretta “strage degli innocenti”. Per aiutare una stretta al bambino e lo accarezzò con la madre disperata, baratta la vita di uno di sua lana. quei bambini condannati dal Re Erode Gesù si svegliò e le bisbigliò con il rubino. nell'orecchio: «Proprio per questo sono Anche in questa occasione perde la venuto: per le pecore smarrite!». possibilità di incontrare il Messia, La pecora si mise a belare di felicità. Dal fuggito in Egitto con i genitori, Maria e cielo gli angeli intonarono il «Gloria». Giuseppe. Non sapendo dove trovarlo, chiede aiuto a una vecchia saggia che gli racconta che ARTABAN, LA colui che cerca non è un re, né un ricco LEGGENDA DEL signore, ma un uomo umile che vive tra i poveri e gli ammalati, gli umili e i reietti QUARTO RE della società in Galilea. Artaban riprende la ricerca e trascorre Un saggio, di nome Artaban, con altri tre molti anni aiutando i bisognosi alla magi decide di intraprendere un lungo ricerca del Nazareno. viaggio al seguito della cometa, per Quando ormai è già vecchio, giunge in andare a conoscere e a rendere omaggio una città e, assistendo alla vendita di una al nuovo Salvatore, un Re che gli astri schiava, decide di spendere la sua ultima indicavano come Colui che instaurerà un pietra preziosa per ridarle la libertà. nuovo Regno. Proprio in quella città è stato Artaban parte portando con sé tre pietre condannato a morte un uomo, accusato preziose da donare al Messia: uno zaffiro, di non aver rispettato il vecchio Potere e un rubino e una perla. di voler portare una nuova Legge e Nel deserto, però, mentre si recava al 25 | D i c e m b r e 2 0 1 8
La Voce della Comunità Artaban assiste alla sua crocifissione. tu sei stato il primo a conoscere il La stella, che non lo aveva abbandonato, Signore e per tutta la tua vita lo hai gli rivela che proprio quello è il Messia adorato e servito, quando hai portato che lui cercava. Un uomo buono, aiuto a coloro che hai incontrato sul tuo innocente, torturato e condannato a cammino. Il Signore Gesù, che hai morte. cercato per trentatré anni, diceva ‘In Solo tre donne piangono sotto la sua verità vi dico: Ogni volta che avete fatto croce. queste cose a uno solo di questi miei Così Artaban si ritrova vecchio e senza fratelli più piccoli, l’avete fatto a me’ ”. nulla da offrire al “suo re” morto e senza Artaban pianse e sì unì ai pochi che più nessuna pietra preziosa da offrire per accompagnarono il corpo del Signore nel asciugare le lacrime delle tre donne. sepolcro. Pensa di aver fallito la sua vita, ma la più Era il quarto Re, ma divenne il primo dei giovane delle donne che piangono, cristiani. Maddalena, gli dice: “Tu non hai fallito, Rinati alla Vita che non muore Carmine Crisomolo 26 | D i c e m b r e 2 0 1 8
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