PARROCCHIA SANTA MARIA MAGGIORE MONTE SANT'ANGELO DICEMBRE 2018 - ANNO XXVIII n. 12

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PARROCCHIA SANTA MARIA MAGGIORE MONTE SANT'ANGELO DICEMBRE 2018 - ANNO XXVIII n. 12
PARROCCHIA
                        SANTA MARIA MAGGIORE
                         MONTE SANT’ANGELO
VOCE della COMUNITÁ
                      MENSILE DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE
                              CULTURALE E RELIGIOSO

                                            ANNO XXVIII n. 12

                                        DICEMBRE 2018
PARROCCHIA SANTA MARIA MAGGIORE MONTE SANT'ANGELO DICEMBRE 2018 - ANNO XXVIII n. 12
INDICE
Messaggio natalizio dell’Arcivescovo eletto                        p. 3

Stemma episcopale dell’Arcivescovo. Descrizione.
Notizie sull’ordinazione.                                          p. 6

Avvento di Carità: India, Kerala flagellato da alluvioni           p. 8

‘I cristiani sono i primi ad aver dimenticato il Natale’           p. 10

Nuovamente buon Natale!                                            p. 14

Le calende, previsioni di un nuovo anno nuovo
tra empirismo e credenza                                           p. 19

Storie davanti al presepe                                          p. 23

Liturgia: Avvento. Natale                                          p. 27

4 risate                                                           p. 29

Avvisi comunitari                                                  p. 30

Direttore responsabile: don Leonardo Petrangelo

Comitato di redazione:
Ernesto Scarabino                              Antonio Falcone
Rosa di Padova                                 Matteo Armillotta
Guglielmo Ferosi

Foto di Matteo Pio Ciuffreda; vari siti web.

Ciclostilato in proprio. Ad uso interno.
PARROCCHIA SANTA MARIA MAGGIORE MONTE SANT'ANGELO DICEMBRE 2018 - ANNO XXVIII n. 12
La Voce della Comunità

Messaggio natalizio di p. Franco MOSCONE,
            arcivescovo eletto
Cari fratelli e sorelle della Chiesa che è
in Manfredonia-Vieste-San Giovanni
Rotondo,       sto    incominciando      a
conoscervi, e forse qualcosa di me anche
voi avete iniziato ad intuire, per cui è
bello e stimolante scambiarci gli auguri
natalizi e di felice nuovo anno 2019,
seppure ancora a distanza.

Con queste righe ed i pochi pensieri
contenuti desidero entrare un attimo
nelle vostre famiglie e condividere con
voi i sentimenti che fanno del Natale la
festa della presenza di Gesù in mezzo a
noi, l’Emmanuele il “Dio con noi”!
ABITARE i crocevia della Storia è la
frase, credo scelta dal mio compianto
predecessore mons. Michele Castoro, che
accompagna il cammino dell’Arcidiocesi
lungo l’anno pastorale 2018-2019. Una
frase che contiene nel verbo ABITARE
nello stesso tempo un’immagine, un’idea
                                             reagire a questi sentimenti tristi perché
e un sentimento facilmente percepibili e
                                             ABITARE è un verbo che ben si addice
eloquenti per tutti.
                                             al Natale e lo interpreta nella radice
Ogni persona, immagine e somiglianza di      evangelica.
Dio (anche se a volte in modo
                                             Nel più grande crocevia della storia –
inconsapevole), è alla ricerca di
                                             quello che per gli Ebrei e Cristiani
un’abitazione che lo accolga e gli dia
                                             separò la Prima dalla Seconda Alleanza,
sicurezza, come si trova sempre a
                                             e che per l’umanità tutta divise la storia
decidere i passi del percorso della vita,
                                             nel prima e dopo Cristo – Giuseppe e
posta continuamente in crocevia che se
                                             Maria, i genitori di Gesù, in un viaggio
stimolano alla libertà, producono anche
                                             non da loro voluto, ma imposto
incertezza e paura. E quanta incertezza e
                                             dall’autorità    mondiale       dell’epoca
paura, per non dire violenza, abitano i
                                             (l’imperatore Cesare Augusto) non
nostri giorni e sembrano togliere
                                             trovarono alloggio dove ABITARE (Lc
speranza al nostro futuro. Dobbiamo
                                             2,7). Tuttavia la loro difficoltà, il loro
                                 3| Dicembre 2018
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emigrare dalla Galilea alla Giudea, la         trascorrendo i miei primi tre giorni in
loro povertà ed esperienza del rifiuto         diocesi (23-25 novembre).
subito, permise a Dio di farsi carne in un
                                               La parola è economia, l’esperienza è stata
bambino, nato in una terra civilmente
                                               la visita a Casa Sollievo della Sofferenza.
non sua, e di venire ad ABITARE in
mezzo a noi (Gv 1, 14).                        Incomincio dalla parola economia.
                                               Diventiamo      schiavi      dell’economia
Per poter ABITARE serve una casa. Solo
                                               globalizzata e dominata da una finanza
trovando una casa sicura ed accogliente è
                                               speculativa,        anche            perché
possibile dare futuro alla famiglia e
                                               dimentichiamo, o ci fanno dimenticare il
permetterne che questa possa inserirsi
                                               significato etimologico del termine eco-
nel percorso della storia da protagonista,
                                               nomia, composto di due parole. Nel
sperimentando tanto i doni che riceve,
                                               termine è contenuta ancora una volta la
come quelli che offre.
                                               parola casa e dovrebbe essere tradotta
Nel nome della città dove nasce da             così: norma per costruire la casa.
migrante e non accolto, Gesù, il Figlio di
                                               Allora l’economia è ben lontana dal non
Dio e dell’uomo, è contenuta la parola
                                               far trovar casa o costringere ad
casa: in ebraico bet significa proprio casa,
                                               abbandonare casa perché si può
e l’insieme della parola si traduce casa
                                               rimanere senza mezzi di sussistenza in
del pane.
                                               nome di norme che mettono il mercato
Senza casa, senza pane non c’è vita degna      ed il guadagno prima della casa.
dell’umanità, non c’è progresso storico,       Visitando San Giovanni Rotondo mi ha
non si cammina superando i crocevia,           colpito che san Padre Pio abbia voluto
ma si resta fermi, ostaggi del male che        chiamare Casa il progetto di ospedale
pretende di farsi signore della storia, di     che aveva nella mente e nel cuore …
ogni storia, quella piccola e nascosta         anche il mio conterraneo san Giuseppe
delle singole persone, come quella             Cottolengo aveva già avuto un’intuizione
grande delle culture, nazioni, per non         simile dando alla sua opera ospedaliera il
dire dell’intera umanità.                      nome di Piccola Casa della Divina
                                               Provvidenza.
Non può essere così, non dobbiamo
permettere che sia così facendoci ostaggi      Eppure il termine ospedale, anche se ci
o collaboratori di una situazione che          può far timore (nessuno desidera
nega la libertà per tutti e la Provvidenza     andarci), è nel suo etimo “bello”, vuole
per chi crede.                                 coniugare il verbo OSPITARE. Ma i
                                               Santi, che sentono e progettano
Permettetemi di presentarvi una parola
                                               ascoltando la Parola che si fa carne,
che riempie continuamente pensieri,
                                               sanno che per ospitare ci vuole una casa.
bocca e mezzi di comunicazioni ed
un’esperienza che ho conosciuto                Allora, cari fratelli e sorelle, ecco
                                               l’augurio che vorrei fare a tutti noi,
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augurio racchiuso in quattro parole, per     3° … nessuno schiavo di un’economia
il Natale del Signore 2018 ed il Nuovo       senz’anima, ma attivi costruttori di
anno 2019, crocevia di storia:               un’economia che costruisce la società
                                             rendendola civile e fa della Chiesa il
1° … nessuno senza pane. Che sia il pane
                                             lievito che la fermenta verso lo sviluppo
per alimentare i bisogni fisici e socio-
                                             e la crescita (Mt 13, 33).
culturali del percorso storico, come il
pane eucaristico che alimenta il             4° … nessuno privo di ospitalità. A tutti il
cammino di chi crede.                        diritto di sentirsi accolti dal cuore degli
                                             altri e di poter accogliere gli altri nel
2° … nessuno senza casa. Che sia il luogo
                                             proprio cuore.
fisico che permette l’impegnarsi a
costruire una famiglia ed essere cittadini   Cari fratelli e sorelle, BUON NATALE e
nel mondo, come per chi crede                FELICE 2019, sicuro che ognuno di noi,
l’edificare la Chiesa famiglia di fede per   se fa spazio a Gesù che viene ad
essere nel mondo sale e luce di senso e      incontrarci, sarà capace di ABITARE i
testimonianza (Mt 5, 13-14).                 crocevia della propria ed altrui Storia!

                                              + p. Franco Moscone, vescovo eletto

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        Stemma

di mons. Franco Moscone
         6| Dicembre 2018
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                                    Descrizione
Lo scudo araldico di un vescovo indica la sua spiritualità e le linee programmatiche che
intende percorrere nel suo ministero. L’usanza che ogni vescovo ne debba aver uno è
antica e non è mai stata accantonata nella storia della Chiesa, anche dopo il Concilio
Vaticano II. In quanto stemmi, ogni loro elemento obbedisce alle regole dell’araldica.
Lo stemma di Mons. Franco Moscone è bipartito ed è autobiografico. Nella parte
superiore mostra un Cristo caricato della croce che si avvia al Calvario, in definitiva lo
stemma dell’Ordine dei Padri Somaschi, cui appartiene l’arcivescovo; di solito
accompagnato dal cartiglio ‘Pondus meus leve est’ per indicare la specifica azione
pastorale cui sono chiamati i Somaschi: l’educazione dei bambini orfani, abbandonati,
della gioventù sbandata. Nel basso, un sole dorato nascente, all’alba su campo azzurro,
allude al suo paese d’origine, Alba Torinese. Si tenga presente che la parola Alba
potrebbe essere anche l’acrostico dei simboli degli evangelisti: Angelo, leone, bue, aquila.
Il cartiglio in basso richiama ancora la spiritualità somasca: Servire pauperibus et
Ecclesiae (Servire i poveri e la Chiesa). Prima di morire, infatti, S. Girolamo Emiliani dà
ai suoi un testamento che è sintesi della sua esperienza spirituale, ma anche di un
itinerario di vita cristiana: “Seguite la via del Crocifisso, disprezzate il mondo, amatevi
gli uni gli altri, servite i poveri.”
La vita di carità verso i poveri nasce da una comunità di persone che vivono il
comandamento dell'amore reciproco, dopo aver deciso di avere come unico fine Dio,
fondandosi sull'amore a Gesù nella massima espressione del suo dono: la croce.

   Notizie sull’ordinazione di Padre Franco Moscone
Sabato 12 gennaio 2019, alle ore 15.30, l’arcivescovo Franco Moscone verrà ordinato
nella Cattedrale di Alba. Una delegazione del clero e del laicato sarà presente alla
celebrazione.

Sabato 26 gennaio 2019, mons. Moscone farà il suo ingresso nella nostra Arcidiocesi:
prima entrando nella Basilica di S. Maria Maggiore di Siponto e poi nella celebrazione in
Piazza Duomo. Siamo tutti chiamati ad esserci e, per questo, tutte le chiese resteranno
chiuse.

Il giorno dopo, secondo l’antica prassi, farà l’ingresso in Vieste. Mentre il 2 febbraio in
San Giovanni Rotondo.

Non è ancora ufficiale e confermato, ma con ogni probabilità mons. Moscone potrebbe
entrare in Monte Sant’Angelo il 3 febbraio.

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                                              Lunedì 20 Agosto 2018
                                              India: Kerala flagellato da
                                              alluvioni. Caritas accanto a
                                              popolazione colpita

Lo stato meridionale del Kerala, in India,          colture e alle case. Non manchi a questi
è da mesi flagellato da piogge                      fratelli la nostra solidarietà e il concreto
monsoniche estremamente abbondanti e                sostegno della Comunità internazionale.
di molto superiori alle medie stagionali,           Sono vicino alla Chiesa in Kerala, che è
con un peggioramento nell’ultimo mese               in prima linea per portare soccorso alla
a causa di un territorio ormai saturo               popolazione. Anche tutti noi siamo
d’acqua.                                            vicini alla Chiesa in Kerala e preghiamo
                                                    insieme per quanti hanno perso la vita e
Papa Francesco, nel'Angelus da piazza
                                                    per tutte le persone provate da questa
san Pietro del 19 agosto, ha ricordato
                                                    grande calamità».
come «negli ultimi giorni, gli abitanti del
Kerala (India) sono stati duramente                 Dei 1.553 villaggi del Kerala, 1.287 sono
colpiti da piogge intensissime, che hanno           stati colpiti dalle alluvioni, causando
provocato allagamenti e frane, con                  finora almeno 350 vittime, di cui 250
pesanti perdite di vite umane, numerosi             solo negli ultimi venticinque giorni. Alle
dispersi e sfollati, e ingenti danni alle           perdite di vite umane di aggiunge

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l’interruzione delle vie di comunicazione        epidemia stanno aumentando perché
e di accesso, la distruzione di abitazioni,      moltissimi impianti di acqua potabile
l’inondazione di campi, il blocco delle          sono stati contaminati, le fognature sono
attività produttive. Sono infatti ormai,         state sommerse e danneggiate e le
dall’inizio della stagione delle piogge, più     malattie iniziano a diffondersi tra la
di duemila le abitazioni completamente           popolazione nei campi.
distrutte e novemila quelle danneggiate.         Caritas India, in coordinamento con le
Gli sfollati, accolti in campi di                Caritas Diocesane dei territori colpiti, ha
accoglienza allestiti dal Governo, dalle         fornito in queste settimane cibo, riparo,
organizzazioni non governative o                 acqua potabile e medicine. Le Chiese e i
ospitati presso familiari, sono almeno           centri Caritas sono aperti all’accoglienza,
seicentomila. 24.000 ettari di terreno           e stanno facendo ogni sforzo di
coltivabile sono andati completamente            assistenza sin dalle primissime ore
distrutti e con essi piccole e medie             dell’emergenza.     «È    necessaria la
attività produttive.                             solidarietà del mondo intero per far
                                                 fronte a questo disastro, che avrà
«È un disastro senza precedenti a
                                                 conseguenze di lungo periodo – continua
memoria d’uomo – dice padre Paul                 padre Paul – e anche se il Governo ha
Moonjely, direttore di Caritas India ed
                                                 promesso aiuti ingenti, mobilitandosi
originario egli stesso del Kerala – e
                                                 prontamente per i soccorsi, ancora
l’estensione    della     distruzione    è       adesso ci sono villaggi da raggiungere.
sconcertante. Ciò nonostante la Chiesa,          Sono come sempre i più poveri dei
molto attiva, si è mobilitata sin dalle          poveri a rischiare di essere lasciati
prime ore nel portare soccorso alle              ancora per ultimi e di vedere il maggiore
vittime e nel coordinarsi con le altre           pericolo per la propria vita».
agenzie sul territorio». Anche i rischi di

           AVVENTO di CARITÁ pro Kerala
Ricordando il desiderio del nostro arcivescovo di non voler nessun regalo per sé, ma di
aiutare la gente del Kerala, la Caritas diocesana invita tutti i fedeli a destinare l’Avvento
di Carità all’aiuto materiale e alla ricostruzione del Kerala.
Ogni comunità verserà quanto raccolto sul conto della Caritas diocesana.

Si ricorda che nessuno è autorizzato a raccogliere denaro per conto delle
comunità!
Chi vuole, può lasciare direttamente la sua offerta all’amministratore parrocchiale don Leo
oppure al diacono Tonino Gentile.

                                  9| Dicembre 2018
La Voce della Comunità

                                                                   Attualità
                                                                   di Nicola Mirenzi

"I cristiani sono i primi ad aver dimenticato il Natale"
Intervista HuffPost a Massimo Cacciari: "Le omelie di molti preti, spesso, sono delle
lezioni di anti religione".

La parola del Vangelo l'ha ascoltata fuori dal tempio: "Le Chiese sono diventate delle
grandi scuole di ateismo. Nella gran parte di esse, la forza paradossale del verbo di Cristo
viene trasformata in un discorso catechistico e ripetitivo, un piccolo feticcio consolatorio
e rassicurante, un idoletto. È l'opposto di ciò che insegnava Gesù domandando ai suoi
discepoli: 'Chi credete che io sia?'". Massimo Cacciari era ancora uno studente al secondo
anno di liceo quando, tra lo Zarathustra di Nietzsche e le prime letture di Hegel, aprì le
pagine del Nuovo Testamento: "Fu entusiasmante sentire la straordinarietà di quel testo,
la bellezza di una storia che induce ad andare alla ricerca, senza certezze, rischiando. Al
novanta per cento, i preti sono incapaci di rendere la potenza di quel racconto. Le loro
omelie, spesso, sono delle lezioni di anti religione".
Negli anni sessanta e settanta, mentre erano di moda i capelloni, Marx, i pantaloni a
zampa d'elefante, Marcuse, l'eros e la civiltà, Kerouac, la Cina e Janis Joplin, Cacciari
leggeva i testi della teologia cristiana: "Nelle riviste della sinistra non organiche al partito
comunista – "Quaderni Rossi", "Contropiano" – discutevamo della Santa Romana Chiesa
insieme a Giorgio Agamben, Mario Tronti, Giacomo Marramao. Avevamo idee diverse,
ma condividevamo le stesse letture: tutte abbastanza eretiche ". Il Natale degli alberi in
pivvuccì, degli acquisti online e i centri commerciali aperti tutto il giorno; il Natale della
neve luccicante incollata sulle vetrine, delle barbe bianche, delle renne e delle slitte, non

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lo scandalizza: "Basta sapere che la nascita di Cristo non ha niente a che vedere con
quello che vediamo intorno a noi. Il Natale è diventato un festa per bambini e adulti un
po' scemi. Non c'è da levare alti lai contro il consumismo. C'è solo da riflettere,
meditando con sobrietà e disincanto".
Nel suo libro, "Generare Dio" (Mulino),             pittura occidentale – che Maria si
mostra – da laico – che nel mistero                 innalza al ruolo di protagonista assoluta.
dell'incarnazione di Dio c'è un                     Siamo di fronte a uno di quei casi in cui
personaggio che abbiamo avuto sempre                l'espressione figurativa è andata molto
sotto gli occhi, eppure non siamo stati             più in profondità del linguaggio.
ancora in grado di vedere nella sua
                                                    Cosa riesce a mostrare?
interezza: Maria.
                                                    Che se si toglie alla nascita di Cristo la
Perché, professore?
                                                    scelta di questa donna che accoglie nel
Maria è stata pressoché ignorata anche              suo ventre il figlio di Dio e il suo Logos,
dai filosofi che hanno interpretato                 l'incarnazione diventa una commedia.
l'Europa e la Cristianità, come Hegel e             Maria è libera. Anzi, di più: il suo libero
Schelling. Il discorso ha privilegiato il           donarsi all'ascolto è in realtà un'iper
rapporto del padre con il figlio. Maria è           libertà.
stata ridotta a una figura di banale
                                                    Perché iper?
umiltà, un grembo remissivo e
ubbidiente che si è fatto fecondare dallo           Quando – nel giardino dell'Eden –
spirito santo senza alcun turbamento.               Adamo mangia il frutto dell'albero della
                                                    conoscenza obbedisce            al   proprio
Invece?
                                                    desiderio. La sua libertà è la libertà di
Quando       l'Arcangelo     Gabriele     le        soddisfare i propri impulsi. Maria,
annuncia che concepirà e partorirà un               invece, riflette, s'interroga, soffre. Poi, fa
figlio e che egli sarà chiamato Figlio              la volontà dell'altro. La sua libertà è
dell'Altissimo, Maria ha paura. Si ritrae,          quella di far dono di sé. È come suo
dubita, è assalita dall'angoscia, medita. Il        figlio: fa la volontà del padre. E qual è la
suo sì non è affatto scontato. Nel                  libertà maggiore: quella che ti incatena a
momento in cui lo pronuncia, è un sì                te stesso; oppure quella che ti libera
libero e potente, fondato sull'ascolto              dall'amor proprio?
della parola. Perché Maria giunge a
                                                    Ma la libertà può essere slegata da ciò che
volere la volontà divina.
                                                    si desidera?
Nessuno se n'era accorto prima?
                                                    Ma perché non si dovrebbe desiderare di
Nel pensiero, solo pochi autori – penso a           donare se stessi agli altri? Perché non
Baltasar – hanno riflettuto sulla figura di         può essere questo l'oggetto del desiderio,
Maria. È nella pittura – nella grande

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anziché quello di soddisfare le proprie            Per liberare il nostro tempo dalle sue
pulsioni?                                          miserie. Più la nostra epoca ci rinserra
                                                   dentro di essa, più servono grandi idee,
Possiamo riuscirci?
                                                   pensieri limite, parole ultime. Sono le
Gesù, Maria, Francesco ci hanno dato               uniche cose che ci possono sradicare dal
degli esempi della libertà intesa come             tempo in cui ci viviamo.
dono. È oltre umano seguirli? Può darsi.
                                                   Come lo definirebbe?
E può anche darsi che proprio qui
s'incontrino la radicalità del messaggio           Osceno, nel senso letterale del termine:
cristiano e il super uomo di cui parlava           un tempo in cui tutto deve essere posto
l'anti         cristiano       Nietzsche:          sulla scena: i nostri pensieri, le nostre
nell'impossibile.                                  fotografie, i nostro segreti. Niente deve
                                                   stare in una zona scura. Invece, è proprio
Ma se è impossibile, perché provarci?
                                                   dal buio che proviene la luce che
Perché l'impossibile non è una fantasia,           illumina e rivela. Pensi alla pittura
un gioco inutile e vano. L'impossibile è           d'Europa, la terra del tramonto: cosa
l'estrema misura del possibile. E, se non          raffigurerebbe senza il gioco dell'ombra?
orienti la tua vita in quella direzione,
                                                   È tutto davvero così esposto?
rimarrai prigioniero del tuo tempo. È
questo il messaggio di Gesù: per essere            Al contrario. Quella della trasparenza è
libero, abbi come misura la mia                    solo un'ideologia. Mai come oggi le
impossibilità.                                     potenze che governano il mondo sono
                                                   state così nascoste. Al di là
Se non possiamo essere come lui, perché
                                                   dell'apparenza, la nostra è l'epoca
Cristo si è fatto uomo?
                                                   dell'occulto, dei poteri anonimi, di ciò
Perché è necessario avere come misura              che non si vede. Mentre, nel caso di
qualcosa che ci oltrepassa per riuscire a          Maria, la luce divina si copre d'ombra
spingerci altrove. Cristo non predicava            per manifestarsi nella realtà, nel nostro
nei templi: predicava fuori, nelle strade.         tempo l'oscuro si nasconde dietro la
I suoi discepoli dicevano: "È fuori". Nel          luminosità. Lucifero è negli inferi, però
senso: "È fuori di testa, è pazzo". Eppure,        finge di essere portatore di chiarore. La
Gesù ha segnato un prima e un dopo                 nostra epoca è attraversata dallo spirito
nella storia dell'uomo, ha creato il               dell'anti-Cristo. Ci sono stati momenti in
mondo culturale e antropologico in cui             cui esso si è manifestato nella sua forma
viviamo. C'è qualcosa di più realistico di         pura. Oggi, invece, circola mascherato.
questo? Senza quell'impossibilità niente
                                                   Anche la politica avrebbe qualcosa da
ci spingerebbe a uscire da noi, a ri-
                                                   imparare da Maria?
orientare diversamente le nostre vite.
                                                   Maria è una figura della libertà, non è il
Perché dovremmo farlo?
                                                   santino che raccontano i preti. La sua
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humilitas è meditazione e ascolto. Se               l'etica della fede si coniuga alla volontà
leggessero ancora, i politici potrebbero            di potenza e l'assoluta dirittura morale
imparare anche da lei. Se non altro, per            ed etica si combina a una grande capacità
essere più consapevoli della storia in cui          di catturare il mondo nelle proprie reti.
si collocano. Il dramma, però, è che c'è
                                                    Perché neanche le femministe hanno
stata una completa divaricazione tra il
                                                    riflettuto su Maria?
sapere e il potere.
                                                    Perché anche loro – benché protagoniste
Per quel che riguarda le figure religiose, i
                                                    dell'ultima vera rivoluzione degli ultimi
cristiani non potrebbero aiutarli?
                                                    decenni – sono rimaste vittime della
I cristiani sono i primi ad aver                    lettura maschilista dell'incarnazione.
dimenticato il Natale, smettendo di                 Hanno guardato Maria come un figura
predicare la paradossalità del verbo.               servile, totalmente oscurata dal rapporto
                                                    tra padre e figlio, non riuscendo a
Anche il Papa?
                                                    scorgere quello che c'è oltre.
Il discorso è più complesso. Francesco si
inscrive nella tradizione ignaziana, dove

                                 Presepe del 2017
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                                                                  Attualità
                                                                  di Ernesto Scarabino

                NUOVAMENTE BUON NATALE!
Non mi riesce facile sfuggire ai luoghi            scenari fiabeschi sempre più stupefacenti
comuni ed alla tentazione della retorica           e sempre più sofisticati nei quali viene
ogni volta che mi imbarco, come da                 voglia di annegare. Ti trovi come
molti anni ormai, nella stesura                    immerso in un’atmosfera da favola e per
dell’articolo natalizio per il nostro              un piccolo lasso di tempo dimentichi
giornalino parrocchiale. Ne ho fatti               tutto riuscendo a ritrovarti (peraltro
davvero tanti. Probabilmente uno ogni              senza più esserlo) ingenuo e puro a
dodicesimo numero dacché abbiamo                   somiglianza      di    quel    Bambinello
iniziato (settembre 1989!....) e così mi           sorridente ed a braccia aperte che,
sembra di non avere più nulla da dire al           adagiato ancora una volta in un piccolo
riguardo. In fondo in fondo la                     viluppo di paglia, riprende ad attendere
preminenza del Natale fra tutte le feste           le statuine dei pastori timidamente
annuali (considerate ovviamente dal                collocate nei presepi di carta arrotolata,
punto di vista sia sacro che profano)              odoranti di muschio strappato alla terra.
consiste proprio in questo: ritorna a              Il presepe, il nostro presepe, quello delle
chiudere un altro anno della nostra                nostre chiese e delle nostre piazze! Non
esistenza e, con il suo splendore effimero         ho paura di ripetere ciò che ho più volte
e spesso solo di facciata, ci impedisce –          stigmatizzato ultimamente: il Natale
come dire – di pensare che abbiamo                 cristiano, l’unico, vero Natale senza del
bruciato altri 365 giorni della nostra             quale tutto il resto è fumo degli occhi,
esistenza sulla terra. Così riapri gli             viene fieramente combattuto non solo
scatoloni, fai l’albero di Natale ed il            dai latranti laicisti nostrani “radical
presepe sempre con gli stessi oggetti e,           chic”, ma anche da alcuni di quelli che,
magari, negli stessi angoli della casa e ti        accolti ed ospitati, hanno preso ad alzare
sembra che il tempo si sia fermato o,              la voce contro la fede cattolica, essenza
addirittura, sia tornato indietro non solo         stessa della nostra italianità poiché (tra
all’anno passato, ma addirittura a quelli          l’altro) proprio in mezzo a noi c’è il
più lontani: spettacoli sempre nuovi ai            Vicario di Cristo in terra. Ed invece,
nostri occhi, ammirati prima con                   professare una qualunque religione
l’innocenza dalla fanciullezza, poi con            dovrebbe significare comportarsi da
nelle vene il fuoco dell’innamoramento,            apostoli dell’amore reciproco, della pace,
ed ancora dopo con il legittimo orgoglio           della concordia della mutua benevolenza
di aver formato una famiglia.                      e quanto altro.
Eccoci, dunque, al Natale 2018. Tornano            Comunque ed anche in presenza di
ad accendersi dappertutto le lampadine             queste preoccupanti considerazioni,
multicolori: innumerevoli e luminosi               specie in una prospettiva futura che
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riguarderà i nostri discendenti, il ritorno          che per la Chiesa il tempo di Natale
delle feste natalizie, con la loro “sfuriata”        finisce addirittura nella domenica del
di belle sensazioni abilmente evocate e              Battesimo di Gesù.
rinvigorite     da      mille     interessate        Una festa un tempo ricordata anch’essa il
pubblicità,     costituisce     sempre      il       6 gennaio, ma con il calendario post
momento più atteso dell’anno solare,                 conciliare fissata alla domenica seguente.
non paragonabile neppure alla tanta                  Così ritorniamo ad essere protagonisti
sospirata estate delle vacanze con il caldo          trepidanti      dell’atmosfera     gioiosa
cocente,     i    pericolosi     stress da           impensabile in altri momenti dell’anno e
divertimento notturno, i lunghi viaggi               destiniamo la doccia gelata del
sotto il sole e nella polvere delle                  rammarico e del disappunto al sette
autostrade e quanto altro.                           gennaio quando la scopa della Befana
Natale fortunatamente resta tutto il                 avrà spazzato via dolciumi, coriandoli,
contrario: invita a stare in famiglia o,             luci colorate, allegria, svago e quanto
comunque, tra le persone che si amano                altro.
di più e godere di giornate “a misura                È tanto freddo e tanto triste gennaio!......
d’uomo”. Per questo la sua attesa si                 Specie in un’epoca complicata e difficile
traduce in una specie di conto alla                  come la nostra in cui viviamo bevendo
rovescia giorno per giorno sempre più                ogni giorno un miscuglio infernale
coinvolgente. E si sa che le attese sono i           costituito dalla egoistica e solitaria
momenti più graditi di una festa poiché              indifferenza che pervade un po’ tutti
non ci sono dubbi che il sabato sia più              insieme alla voglia esagerata e persino
lieto della domenica. Dunque a tutti noi             morbosa di conoscere minuto per
il Signore ha concesso ancora una volta              minuto cosa accade sull’intero pianeta. E
di vivere la più bella festa dell’anno.              cosa ci può derivare da questo intruglio
Addirittura      negli     ultimi      tempi,        se non insicurezza, paura, apatia, senso
impazienti come siamo che una qualche                di smarrimento?....
gradita novità faccia irruzione nella                Anticamente si esorcizzava il rimpianto
ormai scontata e piatta sequenza                     della    “festa     perduta”    invocando
dell’esistenza (ovviamente quando non                l’imminente Carnevale: “Alla Pasqua
ci sono i sempre numerosi problemi ed                Bufanìe tutte li ffiste vanne via….
eventi negativi da affrontare), non                  Arrespònne Santantùne: Ce sté ‘ncòre
abbiamo visto l’ora di piazzare gli                  quédda mèja”.
addobbi natalizi. Qualcuno lo ha fatto               Tirando, cioè, in ballo S. Antonio Abate
addirittura sin dai primi di novembre,               la cui ricorrenza cade il 17 gennaio e
salvo – come si usa sempre più spesso                dalla quale un tempo iniziavano i
ormai – a disfarsene con sufficienza e               preliminari del Carnevale. Oggi specie
disappunto subito dopo Capodanno e                   ma non solo a Monte Sant’Angelo il
senza aspettare neppure l’Epifania,                  Carnevale è praticamente inesistente. In
quando ormai dovrebbe essere ben noto                generale ha perso il suo vero significato

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di divertimento, cioè fare cose diverse            parole uscite dalla sua bocca (San
dalla normalità, in quanto è carnevale             Giovanni Evangelista lo chiamerà il
ogni momento che lo si voglia?.....                Verbo con la v maiuscola) ed anche con
Considerazioni intorno ad una realtà               l’esempio dei suoi comportamenti
umana tremendamente complicata quale               durante la breve permanenza dentro un
è quella odierna!                                  corpo mortale che quel Dio che è tutto e
Ma torniamo al Natale, quello vero,                può tutto ci ama. Ama proprio noi,
quello della gioia sincera che non teme            minuscole e persino irrilevanti molecole
l’Epifania o alla quale poco importa che           rispetto a tutta l’immensità del Creato.
comunque la festa con annesso                      E qui si che ci sarebbero da fare salti di
Capodanno correranno veloci verso la               gioia, mettendo da parte              ogni
loro fine come ogni anno. Quello che gli           preoccupazione, paura e nostalgie.
atei ed i liberi pensatori non potranno            Se Dio ci ama fino a questo punto, che
mai capire o gustare. Quale?... Si tratta          cosa ci può importare di tutto il resto.
della certezza, derivante da una nascita           comprese disgrazie, tempo che passa,
tutta speciale, che siamo amati di un              contrarietà, solitudine, ingiustizie patite
amore totale, sincero, irripetibile                e persino la morte?
nientemeno che dal Creatore. Dall’essere           Ah, se riuscissimo a renderci conto
Onnipotente che ha fatto dal nulla il              completamente, senza “se” e senza “ma”,
tutto e continua a regolare e governare            di questo. Ma la verità è che la nostra
l’universo intero.                                 fede è più piccola di un granellino di
Ma ci pensiamo?... Riusciamo a                     senape (lo ha rimproverato Gesù ai suoi
comprendere da Chi siamo “voluti                   discepoli che pur tuttavia, sempliciotti
bene”?..... E non si tratta di una favola          quale erano, bene o male credevano in
inventata per farci stare tranquilli e             lui anche prima che lo Spirito Santo li
sereni. Di questa affermazione esiste una          illuminasse). Figuriamo cosa direbbe di
prova inconfutabile che ci venne data e            noi, inguaribili materialisti, propensi a
che si poté toccare con mano poiché si             credere prima di tutto in ciò che si vede
materializzò in un essere umano, carne             e si tocca, con i piedi ben piantati per
della nostra carne, e che, invece, era il          terra e, di conseguenza, disposti a tutto
Figlio di Dio in persona. Il quale non             per “stare meglio” nell’esistenza terrena
solo diventò uno di noi, soggetto in tutto         che è realtà indubitabile e che non ci
e per tutto ai disagi della nostra umanità,        vogliamo convincere prima o poi
ma nacque povero, passò attraverso                 dovremo con altrettanta certezza
innumerevoli traversie tale e quale (e             abbandonare per quella eternità che,
forse peggio) uno di noi e, alla fine,             “scarsi” come siamo, ci appare piuttosto
addirittura si assoggettò alla morte in            aleatoria e persino da mettere talora in
croce. La più crudele e infamante, la              dubbio. Ho già passato i settanta. Quanta
sorte peggiore che possa capitare ad un            gente superba, vanitosa, potente ho
essere umano. Perche?.... Per dirci con le         conosciuto che, alzando solo una

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cornetta      di    telefono,      procurava         coloro che vogliono la giustizia, gli
facilitazioni          (le          classiche        operatori di pace ….. Saremo, dunque,
“raccomandazioni”) e persino posti di                giudicati (attenzione!.... giudicati, non
lavoro immeritati. Ora vedo le loro foto             condannati) con questi parametri che,
sulle lapidi del Cimitero dietro le quali            comunque, non sono irraggiungibili e
sono ridotti ad un presumibile mucchio               fuori della nostra portata. Ma questo
d’ossa racchiuse in una scatola di legno             sapere “a priori”, lungi dal terrorizzarci
marcito. Alcuni sono ancora vivi, ma                 o affliggerci nella consapevolezza che
hanno perso tutto il prestigio ed il                 troppe volte non abbiamo agito in
timore reverenziale che incutevano e                 conformità ad essi e purtroppo
vegetano rimbambiti. Eppure poco                     continuiamo a farlo, non ci dovrebbe
tempo addietro erano personaggi riveriti,            togliere la speranza. Bene o male, con
rispettati, temuti e forse anche da                  l’aiuto del “buon peso” costituito dal Suo
qualcuno amati. Solo lui, Gesù Bambino,              Sangue redentore e dall’intercessione dei
resta sempre tale e quale da più di                  nostri fratelli già salvi (i santi) che
duemila anni ed ogni Natale ci aspetta,              certamente fungeranno da avvocati della
eterno neonato, per una preghiera, un                nostra difesa ce la possiamo fare ad
bacio, un sorriso di compiacimento. Non              acchiappare “al volo” almeno l’ultimo
promette soldi, aumenti di stipendi o                tram diretto verso il regno del Padre,
posti di lavoro. Egli non ha avuto una               magari attaccati saldamente alla maniglia
casa che lo abbia accolto al momento                 della portiera e con un piede solo sul
della sua venuta al mondo, non ha avuto              predellino.
a disposizione neppure un fuocherello a              Sono queste considerazioni le vere luci
cui riscaldare le tenere membra, ma solo             che dovrebbero accendere i nostri cuori
il fiato probabilmente di odore                      nella ricorrenza annuale irripetibile.
sgradevole di due umili animali. Eppure              Questo il vero senso dell’essere più
egli ieri, oggi e sempre regna nei cieli,            allegri e ben disposti nella gioiosa
tornerà a giudicarci questa volta nel                atmosfera natalizia nella quale, se si
fulgore di tutta la sua potenza, ci attende          tiene ben in evidenza il punto centrale,
al varco e non per condannarci                       non possono mancare di conseguenza
impietosamente             come          tutti       anche i divertimenti, l’allegria, la
meriteremmo se applicasse il solo                    baldoria.
criterio dell’inflessibile giustizia, ma per         È un po’ come l’altare sul quale si celebra
misurarci con un suo metro tutto                     il Sacrificio eucaristico. I fiori, le luci, le
speciale che ha come termine di                      tovaglie ricamate non sono che corollari
paragone la mitezza, l’amore, la giustizia,          assolutamente        non       indispensabili
il perdono, la semplicità, la sofferenza e           all’evento che lì si realizza: la discesa in
le ingiustizie patite. Ce l’ha già indicata          carne ed ossa di Gesù, Figlio del Padre, al
la scala dei valori che metterà in campo:            momento della consacrazione. Perciò il
“Beati i miti, gli umili, i perseguitati,            Celebrante quando eleva a Dio una lode

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di ringraziamento anticipato per il dono           il senso della parola “auguri” al plurale) è
che si appresta a concedere ci esorta: “In         di contribuire, pur nel nostro piccolo, a
alto i cuori”. Cioè “state sereni”,                conservare in mezzo a questo oceano
“rallegratevi”, “gioite”, “festeggiate”            tempestoso che tenta di travolgerci,
poiché viene il Salvatore, colui che               probabilmente      mosso     dalla     furia
risolverà ogni vostro problema non a               demoniaca contro l’umanità come più o
livello umano, ma con esclusivo riguardo           meno velatamente ci ha fatto capire
per l’eternità.                                    anche il Santo Padre, la vera essenza ed i
È proprio questo il vero nocciolo (e               veri valori del Natale che è e resta un
vorrei persino dire “l’unico”) della               evento, un fatto solo ed assolutamente
ineguagliabile       ed       incontenibile        CRISTIANO. Pace, dunque, agli uomini
esplosione di gioia legata al Natale: la           di buona volontà, cioè che vogliono il
consapevolezza che dai cieli aperti è              bene sotto qualsiasi forma si concretizzi.
“piovuta” la più grande prova d’amore              Lo cantarono gli Angeli sulla grotta di
che mai l’umanità abbia potuto ricevere            Betlemme. E non c’è migliore augurio
con conseguente garanzia certa della               che ci si possa scambiare se non quello di
nostra salvezza. Se togliamo questo al             stare in pace. La pace interiore e,
Natale, se ci sforziamo in tutti i modi di         possibilmente, con i nostri simili si
cancellare ed occultare il protagonista            traduce immancabilmente in quella vera
dalla scena, cioè il Bambino Gesù, tutto           gioia che non teme di esaurirsi con la
il resto è pompa vuota, inutile, destinata         festa che passa. E’ un vero e proprio
effettivamente a provocare rammarico e             acconto di Paradiso sulla terra, un dono
persino sofferenza una volta passata. Noi          che avremmo la possibilità di farci
fortunatamente viviamo in una zona del             vicendevolmente e che, comunque, il
mondo, in una nazione, in una regione,             Creatore ci ha già fatto peraltro
in una cittadina dove si ha ancora il              pagandolo ad un prezzo ingentissimo: le
senso del religioso e dell’attaccamento ai         sofferenze e la morte del Suo Figlio
propri valori, alla propria fede ed alle           Unigenito.
proprie tradizioni. Il proposito che               BUON NATALE (QUELLO VERO!...) A
dovremmo fare e con il quale augurarci             TUTTI. IN PARTICOLARE AI CARI ED
tante cose belle e buone (poiché è questo          AFFEZIONATI LETTORI.

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                                                                   Attualità
                                                                   di don Leo Petrangelo

Quando liturgia ed astronomia ‘parlano’ all’uomo

                      LE CALENDE,
             PREVISIONI DI UN ANNO NUOVO
               TRA EMPIRISMO E CREDENZA
Accostando quelle generazioni nate negli           coloni oblati delle varie grancie
anni 30-40 del decorso secolo, dove                monastiche; le opere di irrigazione, la
almeno nel ricordo appare ancora il                cura dei boschi e dei ponti sui fiumi; la
retaggio di un mondo liturgico-                    sicurezza di trovare ospitalità e cure
monastico       da    secoli     imperante         mediche anche nei luoghi più
soprattutto nella nostra provincia                 impensabili lungo le tante strade
foggiana, ci accorgiamo di quanto sia              percorse dai pellegrini di ogni nazione.
andato perduto in termini di liturgia,             È quanto le migliaia di monaci,
spiritualità, ma anche di tecnica, scienza         soprattutto sublacensi (ma anche
ed arte.                                           cavensi,         celestini,         canonici
È indubbio che nella nostra archidiocesi           lateranensi…) hanno operato sul nostro
– almeno dal III sec., anche con figure di         Gargano e nel foggiano, lungo l’antica
santità,     stando     alla    Cronologia         Via Sacra Langobardorum.
sarnelliana – il monachesimo si è                  Una tale lunga premessa serve a noi per
espresso in molteplici forme, da quello            ricordare l’immenso patrimonio, non
diocesano, passando per i ‘cercatori di            solo religioso ed artistico, ma anche
Dio’ itineranti di varie regole, fino a            culturale, tecnico e medico addirittura
registrarsi un significativo aumento ed            (chi non ha un ‘rimedio della nonna’ per
una stabilizzazione della matrice                  qualche acciacco, frutto in realtà delle
benedettina pochi secoli dopo le                   erboristerie monastiche nate per curare i
apparizioni micaeliche.                            coloni) che ha attraversato i secoli per
Nell’equilibrata    ‘ora     et     labora’        scontrarsi con una tecnica non al
benedettina, immense schiere di uomini             servizio dell’uomo e di una liturgia
e donne medievali hanno trovato quella             ‘mondana’ che ci ha resi ‘liquidi’.
pace del cuore nell’armonia con la terra           In modo particolare, questo era il
da lavorare, da irrigare, da sfruttare al          periodo della celebrazione della luce e
massimo, da controllare: da qui nascono            nella liturgia ufficiale e nell’astronomia.
le grandi innovazioni agricole, quali il           Liturgia ed astronomia, tempo d Dio e
maggese, la concessione dei terreni ai             tempo della natura sono molto uniti per

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parlare all’uomo dell’unico Dio. È                 Giacobbe e scettro da Israele” (Nm
soprattutto quest’ultima ad offrirla con il        24,17), indicando così una prospettiva di
lento sorgere del sole al mattino ed i             dominio regale, che terrà salda la
coloratissimi tramonti nei pomeriggi               condizione del popolo di Dio.
invernali, accompagnati entrambi dai               Il Cristo centro di ogni cosa, atteso
freddi caratteristici; favorendo ed                sospirosamente, annunziato da Giovanni
accompagnando così la riflessione sul              il Battezzatore è il “sole che sorge
senso e sullo scorrere del tempo: non a            dall'alto, per risplendere su quelli che
caso la Notte di Natale il canto della             stanno nelle tenebre e nell'ombra di
Kalenda ci ricorda che gli eventi storici          morte” (Lc 1,78-79), chiamato a nascere
ufficiali ed ogni mio atto personale               ancora una volta per spandere sulla terra
confluiscono ed hanno capo in Cristo,              i suoi raggi benefici.
‘stella radiosa del mattino’ (cfr. Ap              Non a caso le date del Natale e della
22,16), senso ultimo di ogni cosa! Perché          natività del Battista sono vicine a due
“tutto è stato creato […] in vista di lui          solstizi!
[…] principio di tutte le cose” (Col 1,15-         Giovanni il Battista annunzia che
16)                                                “oportet illum crescere et ego deminui”
La Stella del mattino nell'astrologia              (Gv 3,30). Il 24 giugno, festa liturgica
antica è spesso identificata con Sirio e, a        della natività del Battista, è vicina al 21
motivo della sua bellezza, anche con               giugno, solstizio di estate, cioè quando il
Venere. È la stella più luminosa del               corso della luce tende a diminuire,
firmamento, che sorge prima del levar              favorendo l’allungamento delle ore di
del sole ed era ritenuta l'annunciatrice           tenebra.
del nuovo giorno e della luce, della vita          Mentre il Natale è vicino al solstizio
stessa.                                            d’inverno, il 21 dicembre, quando le ore
Presentandosi come la prima delle stelle,          di luce pian piano tornano a vincere le
quella che porta la luce sulla terra, il           tenebre, crescendo per sei mesi. Tanto
Signore ha promesso anche ai suoi fedeli           che i nostri nonni paragonavano la
di dare loro in premio la stella del               crescita del giorno alla lentezza del
mattino (cf Ap 2,28), ossia di far brillare        “passo di gallina”. Molto significativa la
la sua luce nei loro cuori (cf 2Pt 1,19).          liturgia della Parola della ferie maggiore
Come scrive san Beda, “Cristo è la stella          del 21 dicembre: è l’unica volta che si
mattutina che, passata la notte dei tempi,         propone in lettura un brano del Cantico
promette ed estende sui santi l'eterna             dei Cantici: “Una voce! Il mio diletto
luce della vita”. Anche la liturgia                viene […] Vieni amica mia, mia bella,
pasquale indica Cristo risorto come stella         l’inverno è passato!”. Ed è un enorme
mattutina, «la stella che non conosce              peccato che gli venga proposta una
tramonto», che verrà alla fine dei tempi.          possibile sostituzione – quasi sempre
Il futuro Messia è indicato nella profezia         attuata!
di Balaam come “stella che spunta da

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L’Atteso dalle genti è ricevuto non solo         dell’anno non cadeva sempre nella data
con le otto antifone “O”, ma anche con           del 1° gennaio, si fissavano le calende in
un ‘calendario dell’Avvento’ ante                un periodo – della durata di dodici
litteram: ossia associare un santo del           giorni, quanti sono i mesi dell’anno –
calendario al numero dei giorni che ci           che poteva variare nei mesi di dicembre
allontanano dal Natale:                          o gennaio.
“Sanda Cataren, Natel a trenta deje”             Secondo       la    credenza       popolare
“Sanda Andreje, Natele a venteseie”              prevalentemente dei contadini, con
“ Sand Necole, Natel a diciannove”               questo ‘strumento’ – ovviamente non
“Sanda Cungett, Natel a diaciasette”             empirico, ma attendibile – “il tempo”
“Sanda Lucje, Natel a tredece deje”.             (meteo) che farà nell'anno successivo
Ma quello che più intriga sono le                rispecchierà quello che ha fatto nei
cosiddette “calemme” (le calende): un            giorni delle calende: dal 13 dicembre al
vero e proprio calendario meteorologico          24 dicembre (vengono chiamati giorni
redatto negli antichi monasteri dalla            ‘alla drett’) si osservano in modo
turnazione di due monaci osservatori per         crescente i mesi da gennaio a dicembre;
un’ora, i quali annotavano anche il              si fa pausa il giorno del Santo Natale, e
semplice passaggio di nuvole o lo strano         poi si osservano dal 26 dicembre al 6 di
volo di uccelli a stormo.                        gennaio     (i    giorni    ‘all’ammerse’),
Pare anche che delle calende si abbiano          rispondenti ai mesi in senso decrescente,
testimonianze bizantine fin dal X secolo         da dicembre a gennaio. Tra le due
d.C., ma poiché all’epoca l’inizio               osservazioni si faceva una specie di

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media per avere una previsione meteo             quindicina di giorni, seppure con una
dell'intero mese.                                certa approssimazione. Certo, avevano
Inoltre ho scoperto che questa delle             dalla loro la fortuna di una ciclicità
calende non è solo una nostra                    assicurata e non sconvolta dall’effetto
tradizione, ma anche di altre regioni            serra… ma per secoli i nostri avi sono
italiane, sia del Sud che del Centro o           andati avanti così, aiutati da questi e da
del Nord. Venivano calcolate in                  altre tante tradizioni legate al ‘vespro’ (di
Toscana, in Liguria, in Friuli: è da             S. Michele, di Pulsano, della Concetta),
considerarsi quindi una tradizione               alla vigilia cioè di alcune feste cristiane
popolare rurale nazionale. Unica                 care al nostro popolo.
variazione: il periodo di raccolta dei           E non nego che… sì, anche con un
dati (al nord dal 1 al 12 gennaio, con la        sorriso, ogni anno mi ritrovo ad
                                                 osservare e a segnare su di un calendario
festa del 13° giorno), mentre le
                                                 le ‘mie previsioni’, come un tempo
modalità sono più o meno le stesse
                                                 facevano i miei nonni e qualche volta ho
ovunque.
                                                 visto fare a mia madre.
Ricordo      ancora      la   meraviglia
                                                 Ingenuità? Nostalgia di chissà quali
nell’apprendere da amici benedettini
                                                 tempi? Può essere… però mi fa
come questo antico computo sia ancora            ripercorrere e vivere         momenti di
in auge in alcuni monasteri.                     liturgia, astronomia, ricordi e saggezza
Qualcuno sorriderebbe… essendo oggi              secolare che mi appartengono e che
provvisto di svariate app metereologiche         penso sia giusto tramandare.
con cui si possono prevedere fino ad una
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  STORIE DAVANTI AL PRESEPE
            a cura di Rosa di Padova

NON C’È POSTO IN
QUESTA LOCANDA
Guido Purlini aveva 12 anni e
frequentava la prima media. Era già stato
bocciato due volte. Era un ragazzo
grande e goffo, lento di riflessi e di
comprendonio, ma benvoluto dai
compagni.       Sempre        servizievole,
volenteroso e sorridente era diventato il
protettore naturale dei bambini più
piccoli.
L'avvenimento più importante della                 notte più intensamente di Guido Purlini.
scuola, ogni anno, era la recita natalizia.
A Guido sarebbe piaciuto fare il pastore           E venne il momento dell'entrata in scena
con il flauto, ma la signorina Lombardi            di Giuseppe, che avanzò piano verso la
gli diede una parte più impegnativa,               porta     della   locanda     sorreggendo
quella del locandiere, perché comportava           teneramente Maria. Giuseppe bussò forte
poche battute e il fisico di Guido avrebbe         alla porta di legno inserita nello scenario
dato più forza al suo rifiuto di accogliere        dipinto. Guido il locandiere era là, in
Giuseppe e Maria.                                  attesa.
                                                   «Che cosa volete?» chiese Guido,
«Andate via!»                                      aprendo bruscamente la porta.
La sera della rappresentazione c'era un            «Cerchiamo un alloggio».
folto pubblico di genitori e parenti.              «Cercatelo altrove. La locanda è al
Nessuno viveva la magia della santa                completo». La recitazione di Guido era
                                                   forse un po' statica, ma il suo tono era
                                                   molto deciso.
                                                   «Signore, abbiamo chiesto ovunque
                                                   invano. Viaggiamo da molto tempo e
                                                   siamo            stanchi            morti».
                                                   «Non c'è posto per voi in questa
                                                   locanda», replicò Guido con faccia
                                                   burbera.
                                                   «La prego, buon locandiere, mia moglie
                                                   Maria, qui, aspetta un bambino e ha
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bisogno di un luogo per riposare. Sono           la fronte solcata da rughe di
certo che riuscirete a trovarle un               preoccupazione e i suoi occhi si stavano
angolino. Non ne può più».                       riempiendo di lacrime.

A questo punto, per la prima volta, il
                                                 Il finale di Guido.
locandiere parve addolcirsi e guardò             Tutt'a un tratto, quella recita divenne
verso Maria. Seguì una lunga pausa,              differente da tutte le altre. «Non andar
lunga abbastanza da far serpeggiare un           via, Giuseppe» gridò Guido. «Riporta qui
filo d'imbarazzo tra il pubblico.                Maria». E, con il volto illuminato da un
«No! Andate via!» sussurrò il suggeritore        grande sorriso, aggiunse: «Potete
da dietro le quinte.                             prendere la mia stanza».
«No!» ripeté Guido automaticamente.              Secondo alcuni, quel rimbambito di
«Andate via!».                                   Guido Purlini aveva mandato a pallino la
Rattristato, Giuseppe strinse a sé Maria,        rappresentazione.
che gli appoggiò sconsolatamente la testa        Ma per gli altri, per la maggior parte, fu
sulla spalla, e cominciò ad allontanarsi         la    più   natalizia     di   tutte    le
con lei. Invece di richiudere la porta,          rappresentazioni natalizie che avessero
però, Guido il locandiere rimase sulla           mai visto.
soglia con lo sguardo fisso sulla
miseranda coppia. Aveva la bocca aperta,
                                                 pecore devono essere tutte uguali, tutte
LA PECORA NERA                                   avvolte di bianca lana?».
                                                 La pecora nera non ne poteva più, quelle
ALLA GROTTA DI                                   parole erano come pietre e non riusciva a
                                                 digerirle.
BETLEMME                                         E così decise di uscire dal gregge e
                                                 andarsene sui monti, da sola: almeno là
                                                 avrebbe potuto brucare in pace e
C'era una volta una pecora diversa da            riposarsi all'ombra dei pini.
tutte le altre. Le pecore, si sa, sono           Ma nemmeno in montagna trovò pace.
bianche; lei invece era nera, nera come          «Che vivere è questo? Sempre da sola!»,
la pece.                                         si diceva dopo che il sole tramontava e la
Quando passava per i campi tutti la              notte arrivava.
deridevano, perché in un gregge tutto            Una sera, con la faccia tutta piena di
bianco spiccava come una macchia di              lacrime, vide lontano una grotta
inchiostro su un lenzuolo bianco:                illuminata da una debole luce. «Dormirò
«Guarda una pecora nera! Che animale             là dentro » e si mise a correre. Correva
originale; chi crede mai di essere? ».           come se qualcuno la attirasse.
Anche le compagne pecore le gridavano            «Chi sei?», le domandò una voce appena
dietro: «Pecora sbagliata, non sai che le        fu entrata.

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«Sono una pecora che nessuno vuole:                luogo dove avrebbe intrapreso il viaggio
una pecora nera! Mi hanno buttata fuori            con Gaspare, Melchiorre e Baldassarre,
dal gregge».                                       incontra un uomo vittima di una
«La stessa cosa è capitata a noi! Anche            aggressione.
per noi non c'era posto con gli altri              Egli sa che fermandosi non potrà
nell'albergo. Abbiamo dovuto ripararci             arrivare in tempo all’appuntamento con i
qui, io Giuseppe e mia moglie Maria.               magi, ma la sua coscienza lo spinge ad
Proprio qui ci è nato un bel bambino.              avere pietà per quell’uomo, a prestargli
Eccolo!».                                          assistenza e a fargli dono dello zaffiro.
La pecora nera era piena di gioia. Prima           I tre magi partono quindi senza di lui, ed
di tutte le altre poteva vedere il piccolo         egli continua da solo il suo cammino,
Gesù.                                              avendo come unica compagna e guida la
«Avrà freddo; lasciate che mi metta                stella.
vicino per riscaldarlo!».                          Quando finalmente arriva a Betlemme,
Maria e Giuseppe risposero con un                  dove era nato il Re Bambino, assiste alla
sorriso. La pecora si avvicinò stretta             “strage degli innocenti”. Per aiutare una
stretta al bambino e lo accarezzò con la           madre disperata, baratta la vita di uno di
sua lana.                                          quei bambini condannati dal Re Erode
Gesù si svegliò e le bisbigliò                     con il rubino.
nell'orecchio: «Proprio per questo sono            Anche in questa occasione perde la
venuto: per le pecore smarrite!».                  possibilità di incontrare il Messia,
La pecora si mise a belare di felicità. Dal        fuggito in Egitto con i genitori, Maria e
cielo gli angeli intonarono il «Gloria».           Giuseppe.
                                                   Non sapendo dove trovarlo, chiede aiuto
                                                   a una vecchia saggia che gli racconta che
ARTABAN,                           LA              colui che cerca non è un re, né un ricco
LEGGENDA                          DEL              signore, ma un uomo umile che vive tra i
                                                   poveri e gli ammalati, gli umili e i reietti
QUARTO RE                                          della società in Galilea.
                                                   Artaban riprende la ricerca e trascorre
Un saggio, di nome Artaban, con altri tre
                                                   molti anni aiutando i bisognosi alla
magi decide di intraprendere un lungo
                                                   ricerca del Nazareno.
viaggio al seguito della cometa, per
                                                   Quando ormai è già vecchio, giunge in
andare a conoscere e a rendere omaggio
                                                   una città e, assistendo alla vendita di una
al nuovo Salvatore, un Re che gli astri
                                                   schiava, decide di spendere la sua ultima
indicavano come Colui che instaurerà un
                                                   pietra preziosa per ridarle la libertà.
nuovo Regno.
                                                   Proprio in quella città è stato
Artaban parte portando con sé tre pietre
                                                   condannato a morte un uomo, accusato
preziose da donare al Messia: uno zaffiro,
                                                   di non aver rispettato il vecchio Potere e
un rubino e una perla.
                                                   di voler portare una nuova Legge e
Nel deserto, però, mentre si recava al

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Artaban assiste alla sua crocifissione.             tu sei stato il primo a conoscere il
La stella, che non lo aveva abbandonato,            Signore e per tutta la tua vita lo hai
gli rivela che proprio quello è il Messia           adorato e servito, quando hai portato
che lui cercava. Un uomo buono,                     aiuto a coloro che hai incontrato sul tuo
innocente, torturato e condannato a                 cammino. Il Signore Gesù, che hai
morte.                                              cercato per trentatré anni, diceva ‘In
Solo tre donne piangono sotto la sua                verità vi dico: Ogni volta che avete fatto
croce.                                              queste cose a uno solo di questi miei
Così Artaban si ritrova vecchio e senza             fratelli più piccoli, l’avete fatto a me’ ”.
nulla da offrire al “suo re” morto e senza          Artaban pianse e sì unì ai pochi che
più nessuna pietra preziosa da offrire per          accompagnarono il corpo del Signore nel
asciugare le lacrime delle tre donne.               sepolcro.
Pensa di aver fallito la sua vita, ma la più        Era il quarto Re, ma divenne il primo dei
giovane delle donne che piangono,                   cristiani.
Maddalena, gli dice: “Tu non hai fallito,

                              Rinati alla Vita che non muore

                                          Carmine Crisomolo

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