Rassegna stampa 10 novembre 2016 - Anica

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Rassegna stampa
   10 novembre 2016

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INDICE

ANICA - ANICA CITAZIONI
   10/11/2016 Il Roma                                                                 7
   "Giornate Professionali di Cinema", Sorrento si prepara alle anteprime

ANICA - ANICA SCENARIO
   10/11/2016 Corriere della Sera - Nazionale                                         9
   E Verdone debutta nei video «Ho sempre sognato una clip per la Signora della
   canzone»

   10/11/2016 La Repubblica - Nazionale                                               10
   Così a Torino il festival del cinema va a tutto punk

   10/11/2016 La Repubblica - Nazionale                                               11
   La vita di Mastandrea si perde attorno alla Grande Bugia

   10/11/2016 Panorama                                                                13
   QUESTA PAZZA, PAZZA MANOVRA

   10/11/2016 Panorama                                                                15
   Corro verso l'Oscar con le ali ai piedi

   10/11/2016 La Stampa - Nazionale                                                   17
   Metropolitano e punk il Tff 2016 fotografa la generazione che verrà

   10/11/2016 La Stampa - Nazionale                                                   18
   "C'è poca Italia in gara Ma è un problema di tutti"

   10/11/2016 Il Messaggero - Nazionale                                               19
   Da Tom Hanks a McConaughey al via il Torino Film Festival

   10/11/2016 Il Fatto Quotidiano                                                     20
   La tavolozza dei Tarocchi dell ' invisibile Terrence Malick

   10/11/2016 Il Fatto Quotidiano                                                     22
   Storia di un giornalista e della sua mamma Bellocchio porta al cinema Gramellini

   10/11/2016 La Repubblica - TrovaRoma                                               24
   "FAI BEI SOGNI" IL RICORDO DELLA MADRE SCOMPARSA

   10/11/2016 La Repubblica - TrovaRoma                                               25
   Il Mediterraneo sul grande schermo
10/11/2016 La Repubblica - TrovaRoma                                  26
   L'omaggio a Wajda

ANICA - MULTIMEDIALITA
   10/11/2016 Il Sole 24 Ore                                             28
   Cda della Rai: stipendi, subito applicazione tetti

   10/11/2016 Il Sole 24 Ore                                             29
   Effetto «social» sulle serie tv

   10/11/2016 Il Sole 24 Ore                                             30
   Tacchia: «Chili tv non è in vendita»

   10/11/2016 Il Sole 24 Ore                                             31
   Pensioni, famiglia, statali e Rai: si apre la partita sui ritocchi

   10/11/2016 Il Sole 24 Ore                                             32
   Rcs chiude in rosso i primi nove mesi

   10/11/2016 Il Sole 24 Ore                                             34
   Vivendi: su Telecom investitori di lungo periodo

   10/11/2016 Corriere della Sera - Nazionale                            35
   Fabio Volo e il narcisistico ritratto di un provinciale di successo

   10/11/2016 La Repubblica - Nazionale                                  36
   Firme digitali, la riforma presto in Parlamento

   10/11/2016 Il Tempo - Nazionale                                       37
   Insinna e Incontrada maestri nella speciale Classe degli Asini

   10/11/2016 La Repubblica - Nazionale                                  38
   "Untraditional", post- vanzinismo o cosa?

   10/11/2016 La Repubblica - Genova                                     39
   Oscurato il sito dei film "pirata"

   10/11/2016 Panorama                                                   40
   Tutti i guai della Rai

   10/11/2016 Il Messaggero - Nazionale                                  41
   Rai, gli stipendi avranno un tetto limite massimo di 240 mila euro

   10/11/2016 MF - Nazionale                                             42
   Da Vivendi no comment su Premium
10/11/2016 ItaliaOggi                                                              43
  Chissà quando mai ci sarà la Bbc italiana

  10/11/2016 ItaliaOggi                                                              44
  Rai senza la concessione di servizio pubblico

  10/11/2016 Libero - Nazionale                                                      45
  Corriere (quasi) risanato Cairo punta sulla Spagna

  10/11/2016 Libero - Nazionale                                                      46
  LA RAI FA PONZIO PILATO

  10/11/2016 Wall Street Journal                                                     47
  Viacom said profit slid 71% on weakness at its networks and the box office as it
  explores a deal with CBS.

  10/11/2016 DailyMedia                                                              48
  MERCOLEDI' 16 NOVEMBRE #

  10/11/2016 La Notizia Giornale                                                     49
  Viale Mazzini svolta Tetto di 240mila euro a dirigenti e direttori

  10/11/2016 Today Pubblicità Italia                                                 50
  Rcs MediaGroup riduce la perdita ma calano ricavi (-4,5%) e raccolta (-2,9%)

ANICA WEB - ANICA WEB
  09/11/2016 www.adnkronos.com 08:40                                                 52
  Torna Cinema2day, oggi cinema a 2 euro

  09/11/2016 primissima.it                                                           53
  Torna cinema 2 euro il 9 novembre

  09/11/2016 www.ilmattino.it 12:16                                                  54
  Cinema Today, oggi il cinema costa solo due euro in tutta Italia

  09/11/2016 www.leggo.it_spettacoli 12:16                                           55
  Cinema Today, oggi il cinema costa solo due euro in tutta Italia

  09/11/2016 www.arezzoweb.it 08:40                                                  56
  Torna Cinema2day, oggi cinema a 2 euro

  09/11/2016 popcorntv.it 09:49                                                      57
  Cinema2Day: oggi al cinema a soli 2 euro

  09/11/2016 www.sassarinotizie.com 10:00                                            58
  Torna Cinema2day, oggi cinema a 2 euro
09/11/2016 libreriamo.it 14:29                              59
Cinema 2Day, il mercoledì i biglietti del cinema a 2 euro
ANICA - ANICA CITAZIONI

1 articolo
10/11/2016                                                                                             diffusione:28000
Pag. 33                                                    Il Roma

                                                                                                                          La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 LA 39ª EDIZIONE DAL 28 NOVEMBRE AL 1° DICEMBRE
 "Giornate Professionali di Cinema", Sorrento si prepara alle anteprime

 SORRENTO. Si svolgerà a Sorrento, dal 28 novembre all'1 dicembre, la 39ª edizione delle "Giornate
 Professionali di Cinema". Prodotte e organizzate dall'Anec, associazione nazionale esercenti cinema, in
 collaborazione con gli esercenti dell'Anem e i distributori dell'Anica, le "Giornate" costituiscono il principale
 momento d'incontro dell'industria cinematografica italiana. Organizzata con il sostegno del Comune di
 Sorrento e della Regione Campania, presenta anteprime, trailer e convention nel corso delle quali le case
 di distribuzione presenteranno i nuovi listini e dove registi e attori annunceranno molti dei titoli italiani in
 uscita. La manifestazione, che come di consueto avrà sede principalmente presso il centro congressi
 dell'Hilton Sorrento Palace, avrà inizio lunedì 28 novembre in piazza Tasso con i saluti del sindaco
 Giuseppe Cuomo e dell'assessore agli Eventi Mario Gargiulo che avvieranno la tradizionale festa di
 accensione dell'albero di Natale, affidata quest'anno ai costume character di "Paw Patrol-La squadra dei
 cuccioli", con animazioni e distribuzione di gadget a tutti i bambini presenti. Una festa che proseguirà
 all'Hilton Sorrento Palace, organizzata dalla "Notorious Pictures" nella sala "Sirene" ed aperta ad accreditati
 e pubblico, dove è prevista la proiezione in anteprima del film (in uscita sale il prossimo 22 dicembre) che
 propone sul grande schermo sei nuovi episodi inediti dei cuccioli più famosi della tv. Sempre nel pomeriggio
 del 28 inizierà il programma delle convention. Alle ore 20 poi tutti allo stadio di Sorrento per un altro ormai
 classico appuntamento: il derby calcistico tra la squadra degli esercenti e quella dei distributori. Alle ore
 21.30 infine, in programma al cinema Armida la proiezione, nella versione restaurata in 3D dalla Cineteca di
 Bologna, de "Il mago di Oz" di Victor Fleming. Anche quest'anno le "Giornate Professionali" coinvolgeranno
 la città di Sorrento con una settimana di anteprime ed eventi aperti al pubblico, in programma dal 27
 novembre al 3 dicembre, realizzati nell'ambito del progetto "M'illumino d'inverno" promosso dal Comune di
 Sorrento. Tra queste si segnala, in apertura, l'anteprima Microcinema del film "Dog eat dog" di Paul
 Schrader con Nicolas Cage e Willem Dafoe (domenica 27, ore 21.30 al cinema Armida). Tra gli altri
 appuntamenti delle "Giornate Professionali" anche la consegna dei "Biglietti d'Oro" del cinema italiano, il
 premio che l'Anec attribuisce ai maggiori successi al botteghino dell'annata cinematografica, e il Magis, il
 mercato delle tecnologie e dei servizi connessi al cinema.

ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 10/11/2016 - 10/11/2016                                                    7
ANICA - ANICA SCENARIO

13 articoli
10/11/2016                                                                                            diffusione:254805
Pag. 45                                                                                                  tiratura:382356

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 Il colloquio
 E Verdone debutta nei video «Ho sempre sognato una clip per la Signora
 della canzone»
 Cortometraggio del regista ispirato al pezzo «Se mi ami davvero» Come partner ho scelto Geppi Cucciari:
 non volevo una donna dalla bellezza esplosiva
 Valerio Cappelli

 ROMA «Ti porto i saluti di mamma, che è una tua grande ammiratrice». Mamma è Mina, il figlio è
 Massimiliano Pani il quale, insieme con Vincenzo Mollica, stava facendo un'intervista a Carlo Verdone. Lui
 naturalmente ha ricambiato. Perché «Mina è unica, inarrivabile, rappresenta la grande voce della musica
 leggera italiana». Carlo Verdone ha girato un video sul brano «Se mi ami davvero» che fa parte del cd «Le
 migliori» con cui Mina e Adriano Celentano tornano a duettare dopo diciotto anni.
 Il breve filmato sarà mostrato nella serata speciale di Rai1 dedicata ai due grandi cantanti. Carlo, che è al
 suo primo video musicale, ha chiamato al suo fianco Geppi Cucciari: «Non volevo una donna dalla bellezza
 esplosiva, io d'altra parte sono un uomo maturo. Geppi andava benissimo». Carlo è sia l'interprete che il
 regista (un altro video lo ha realizzato Ferzan Ozpetek). «Mi hanno dato carta bianca, potevo anche
 allontanarmi dai versi della canzone ma non mi sembrava giusto. È un brano piacevole, gradevole, anche
 spiritoso. Geppi fa il ruolo di un'ipotetica moglie. Racconta la crisi di una coppia che nel rush finale non ce
 la fa a separarsi. Recitiamo senza le parole, a tratti sillabiamo per dare forza alla nostra gestualità. Ci sono,
 tra esterni e interni, 89 inquadrature. Ho avuto una troupe vera e propria».
 Sia con Mina, che è anche la regina del silenzio dalla scena pubblica, che con un anarchico come
 Celentano, Verdone non si è mai incontrato. «Adriano l'ho conosciuto in passato, in questa occasione
 secondo me era lì quando parlavo con sua moglie, Claudia Mori. Mina suppongo che la incontrerò per la
 prima volta molto presto».
 Dopo lo scambio di saluti, Carlo ha ricevuto tutti i cd di Mina e poi la richiesta di girare il filmato. «Ho fatto
 presente che dovevo ascoltare il pezzo prima, mi hanno mandato una versione del rapper Mondomarcio,
 poi una fatta da coristi. Temevano piraterie. Ma non è la stessa cosa di quella originale e alla fine ho avuto
 le loro voci. In tempi non sospetti mi chiesero in una intervista quale sogno avessi, risposi un video
 musicale, tutti si aspettavano che dicessi per McCartney e invece pronunciai il nome di Mina. Lei è il
 simbolo della canzone. E poi l'eleganza, l'autorevolezza».
 Non è cambiata, forse per il silenzio che l'accompagna? «Sì, credo anch'io sia questo il motivo. In questo
 modo non si invecchia mai. Mina è ancora quella che appare nella tv in bianco e nero di Canzonissima . Il
 suo silenzio va rispettato. Ingmar Bergman, dopo la separazione da Liv Ullmann, si chiuse in casa, il
 rumore delle sue pantofole era l'unico che volesse sentire».
 E Celentano? «Un anarchico. Un immenso rivoluzionario, come Elvis Presley in America. In quell'Italia
 bigotta cantava 24 mila baci . Imperava la melodia di Claudio Villa e Luciano Tajoli e lui portava elettricità,
 aria fresca, era una voce proletaria, a volte imperfetta ma era lì il suo fascino. I sermoni? All'inizio mi
 facevano sorridere, quando prende troppe pause lo seguo fino a un certo punto. Ha ragione Renzo Arbore:
 ciò che accomuna Celentano e Mina è lo swing». Lo sapeva che nel 1960 hanno recitato insieme nel film
 Urlatori alla sbarra di Lucio Fulci? «No. Di sicuro è un musicarello. Quando i cantanti fanno gli attori sono
 sempre brutti film». Il cd piacerà ai teenager? «Lasciamo che si divertano con Lady Gaga. Poi, dopo i 25
 anni, scopriranno quei due giganti».
  © RIPRODUZIONE RISERVATA

ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/11/2016 - 10/11/2016                                                      9
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 R2 DAL 18 AL 26 NOVEMBRE
 Così a Torino il festival del cinema va a tutto punk
 ARIANNA FINOS

 ROMA. Il ciuffo e la silhouette di David Bowie sul manifesto del Torino Film Festival, edizione 34, ispirato
 ad Absolute Beginners. È il perfetto nume tutelare della rassegna diretta da Emanuela Martini (dal 18 al 26
 novembre) che offre, tra le altre cose, una corposa sezione dedicata al punk e un doc sui musicarelli
 firmato da Steve Della Casa, Nessuno ci può giudicare.
  Tra "i principianti assoluti" che si vedranno al Tff c'è l'unico italiano in gara nella sezione principale di 15
 film. È Andrea De Sica, figlio di Manuel, nipote di Vittorio, che porta il suo I figli della notte, thriller
 ambientato in una scuola in montagna per giovani rampolli della classe dirigente. Un esordio, il suo, che
 guarda alle favole nere e al cinema di Lynch.
  Tra gli altri italiani SlamTutto per una ragazza, commedia adolescenziale che Andrea Molaioli ha adattato
 dal romanzo di Nick Hornby, con Jasmine Trinca e Luca Marinelli. Maurizio Zaccaro interroga artisti, filosofi,
 politici nel suo La felicità umana. Daniele Segre ricostruisce la Resistenza attraverso le partigiane
 piemontesi in Nome di battaglia donna.
  Saranno 158 in tutto i lungometraggi presenti al festival (che ha 2 milioni e 300 mila euro di budget); 43 le
 anteprime mondiali e 73 quelle italiane.
  Premio alla carriera al regista Costa-Gavras, Gran Torino al direttore della fotografia Christopher Doyle.
 Fra gli ospiti confermati oltre a Gabriele Salvatores ("guest director" con due incontri con il pubblico e la
 proposta dei suoi "cinque pezzi facili", i film preferiti) Nanni Moretti (omaggio a Palombella Rossa ), Paolo
 Sorrentino Gianni Amelio, Rita Pavone, Roberto Bolle (protagonista di un documentario) e Lou Castel.
 Nella sezione Festa mobile il film più atteso è Sully di Clint Eastwood, che racconta la storia
 dell'ammaraggio sull'Hudson nel 2009 e del pilota eroe Chelsey Sullenberg, che sarà ospite del festival.
 L'apertura è affidata alla commedia indipendente Usa Between us di Rafael Palacio Illingworth, mentre la
 chiusura a Free fire di Ben Wheatley, film tarantiniano pieno di pallottole e battute con Brie Larson e Cillian
 Murphy.
 Foto: Il film "I figli della notte"

ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/11/2016 - 10/11/2016                                                    10
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Pag. 61                                                                                                  tiratura:374273

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 IL FILM DI PAOLO D'AGOSTINI/ FAI BEI SOGNI
 La vita di Mastandrea si perde attorno alla Grande Bugia
 Il film di Bellocchio non decolla per una certa mancanza di misura e per alcuni passaggi ricchi di
 potenzialità ma non sviluppati
 PAOLO D'AGOSTINI

 MASSIMO Gramellini è uno dei giornalisti italiani di maggior notorietà della sua generazione (classe '60).
 Torinese, entrato nel mondo dell'informazione attraverso le sue passioni sportive per poi, alla Stampa,
 passare alla politica negli anni 90 di Tangentopoli e della Bosnia.
  Vicedirettore della testata, titolare di una fortunata rubrica in prima pagina, infine romanziere. Fai bei sogni
 (Longanesi) diventa fenomeno editoriale nel 2012. È la confessione autobiografica del dolore per la perdita
 della mamma a soli nove anni e di quanto questo dolore abbia pesato sulla sua vita.
  Marco Bellocchio (come ha dichiarato lo stesso regista), ha trovato nel libro qualcosa che lo ha toccato. La
 figura materna, l'incombere di tragedie familiari, sono motivi che Marco porta con sé, nella sua opera, fin
 dal suo fulminante Pugni in tasca del 1965, aspro e dissacrante, bandiera di ribellione. E, nonostante una
 sensibilità molto diversa, ha ritenuto di poter tradurre il libro in un proprio film, adattandolo a sé.
 Valorizzando il sentimento di rabbia che Massimo porta con sé. Il potente prossimo alla caduta di Mani
 pulite gli tiene una lezione, ascoltata rapito, sul fatto che le persone felici non combinano niente e che per
 combinare qualcosa occorre una riserva di odio. Il prete (un meraviglioso Roberto Herlitzka) tenta di
 svegliare Massimo adolescente dalla bugia (il ragazzo mente ai coetanei nascondendo la morte della
 madre. Ma la Bugia è il fondamento di una relazione con la figura materna, e le modalità della sua morte,
 che accompagna Massimo fin oltre i quarant'anni) scuotendolo dalla tentazione vittimistica e spiegandogli
 che si diventa grandi nonostante le avversità, i dolori, le ingiustizie subite.
  Ma il film non prende mai il volo. Lascia l'impressione che il movimento non sia stato da Gramellini verso
 Bellocchio ma l'inverso.
  Sono rare le zampate riconoscibili del suo stile. Lo è la crudele apparizione di Piera Degli Esposti madre
 anaffettiva e inflessibile di un tale che si è messo a nudo in una lettera al giornale in cui confessa di odiarla,
 cui Massimo risponde raccontando la propria esperienza e guadagnandosi, in mezzo al commosso plauso
 generale, il disprezzo del vecchio collaboratore (Giulio Brogi, altra zampata) che lo accusa di essersi
 venduto l'anima alla carriera. Spie, se non prove, sono una certa mancanza di misura (anche nella durata
 del film) e il fatto che alcuni passaggi ricchi di potenzialità emozionanti non riescano a decollare.
  Per esempio il ricorrente rifugio di Massimo nelle fantasticherie che hanno a protagonista Belfagor,
 personaggio di una celeberrima serie televisiva degli anni 60. Per esempio quel secondo twist che Massimo
 adulto, dopo l'incontro con la donna della sua vita Elisa, si getta a ballare sfrenatamente evocando il primo
 twist spensieratamente ballato da bambino con la mamma. Il fatto è che quella di Gramellini è la
 testimonianza autobiografica di un uomo comune. Senza offesa: nel senso che non è la trasfigurazione di
 un artista.
  Quella che Marco Bellocchio, con tutti i ben superiori titoli che possiede, appesantito dal punto di partenza
 che ha scelto, è riuscito a realizzare solo parzialmente nella scelta di un interprete (Valerio Mastandrea)
 lontano da ogni tentazione mimetica.
  IL REGISTA Marco Bellocchio, ribelle del cinema italiano, esordisce nel 1965 con I pugni in tasca. Dai
 tempi della contestazione giovanile alla maturità continua la sua riflessione su cattolicesimo e politica nella
 vita italiana del secondo dopoguerra BOX OFFICE LA TOP FIVE DAL 3 AL 6 NOVEMBRE SETTIMANE
 SCHERMI INCASSI La ragazza del treno 4gg Doctor Strange 2 In guerra per amore 2 Trolls 2 Non si ruba
 a casa dei... 4gg 370 521 507 403 320 1.636.341 1.551.766 898.171 896.793 892.787 FAI BEI SOGNI
 Regia di Marco Bellocchio Con Valerio Mastandrea, Bérénice Bejo Guido Caprino, Fabrizio Gifuni, Miriam

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 Leone PER SAPERNE DI PIÙ trovacinema.repubblica.it www.repubblica.it/spettacoli/cinema

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  NELLE PIEGHE DEL BILANCIO
  QUESTA PAZZA, PAZZA MANOVRA
  Oltre 360 milioni per le auto sequestrate e 915 mila euro per i delfini, 45 milioni ai lavoratori socialmente utili
  e 900 mila euro alla demoetnoantropologia. Viaggio nelle spese dei ministeri. Con una scoperta: Palazzo
  Chigi non fa spending review.
  Marco Cobianchi

  Per leggerla tutta, con calma, capirla ed eventualmente proporre correzioni, una persona normale
  impiegherebbe 80 giorni, considerando un ritmo di lettura di 100 pagine al giorno. La legge di Bilancio dei
  prossimi tre anni si compone infatti di oltre ottomila pagine: 12 volte la Divina Commedia, 5 volte Il Capitale
  di Karl Marx e 2 volte e mezzo la Bibbia. Difficile (eufemismo) che qualche senatore o deputato legga tutte
  le tabelle dei bilanci previsionali dei ministeri; i più volenterosi si limiteranno alla sola legge di Bilancio, che
  li riassume, ma anche in questo caso c'è da sudare: 105 articoli che occupano 435 pagine che contengono
  (solo nei primi 60 articoli) 134 autorizzazioni di spesa. Soluzione? Passare direttamente alle tabelline
  riassuntive, che però quest'anno sono lievitate dalle classiche 2-3 paginette a 7. Ma rinunciare alla lettura
  dei bilanci di previsione dei ministeri è un vero peccato. I parlamentari scoprirebbero che i ministri
  prevedono delle spese nel migliore dei casi strampalatee nel peggiore davvero assurde. Panorama si è
  tuffato nell'orgia dei numeri e per raccontare che cosa ha scoperto non basterebbero tutte le pagine del
  settimanale, perciò bisognerà limitarsi solo alle spese che fanno rizzarei capelli in testa. Ad esempio: nei
  prossimi tre anni si spenderanno 144,9 milioni per custodire auto sequestrate più 96 per pagarei debiti
  pregressi verso le società che le custodiscono più 120 per custodire gli oggetti sequestrati. In totale si parla
  di qualcosa come 360,9 milioni di euro, di fronte ai quali le migliaia di mancette elargite ai Comuni
  semplicemente impallidiscono: 575mila euroa Campione d'Italia, 285mila al Comune di Sassocorvaro
  (Marche), 6,4 milioni per opere viariea Parmae 10 milioni a Reggio Calabria per il risanamento e lo sviluppo
  dell'area urbana. Incalcolabili sono i soldi che finiscono ai centri studi trai quali 900mila euro in tre anni
  all'Istituto centrale per la demoetnoantropologiae 372mila alla Società di studi fiumani, solo per citarne due.
  Nelle ottomila pagine del bilancio di previsione spuntano anchei 2,9 milioni che si spenderanno per
  collegare le strutture idriche del Vaticano con l'Italia in base a quanto previsto dai patti Lateranensi (1929).
  Ma questoè ancora niente. Il ministero dell'Università prevede di versare un milione di euro al Cnr per un
  «osservatorio sul mercato creditizio regionale», ma non potrà fare altro che «ricicciare» i dati della Banca
  d'Italia, che questi numeri li fornisce periodicamente. Il ministero della Sanità prevede invece nel 2017 il bis
  della sfortunata campagna di prevenzione contro sterilità e infertilità, 104mila euro con annessa campagna
  informativa, 198mila euro. Difficile da capire, piuttosto, come mai nel bilancio del ministero guidato da
  Beatrice Lorenzin spuntino decine di voci di spesa per trasfusioni, mutilazioni genitali femminili e
  prevenzione della cecità nelle province autonome di Trento e Bolzano. Pare siano indispensabili anche i 15
  milioni l'anno (!) per il Cciss (quello di «Viaggiare informati»), comunque più comprensibili del milione a
  favore di chi ristruttura un immobile danneggiato dalla guerra (quale?). Degna di approfondimento è un'altra
  voce di spesa: lo Stato prevede di contribuire a pagare i mutui contratti dai comuni siciliani e calabresi
  colpiti dai terremoti del 1971, 1972e 1973 con 550mila euro per tre anni. E chi pensa che spendere 30,9
  milioni in tre anni per organizzare la finale di Coppa del mondo di scia marzo 2020ei Mondiali di sci alpino
  nel 2021 siano troppi, dovrebbe considerare che le spese di Palazzo Chigi sono previste in aumento: dai
  558 milioni del 2016 ai 603 del 2017.E dovrebbe anche considerare che per il Quirinale la spending review
  è già finita: per i prossimi tre anni costerà 672,8 milioni. Poi ci sono le uscite puramente assistenzialistiche.
  Il ministero dell'Interno ha messo a bilancio complessivamente 45 milioni su tre anni per i lavoratori
  socialmente utili del Comune e della provincia di Napoli e del Comune di Palermo. Lo stesso ministero ha
  anche stanziato 24,9 milioni per finanziare i controlli sui dipendenti degli enti locali che mandano il
  certificato medico. Agli Esteri, invece, si ragiona in grande: per le «politiche di vicinato» verso i Paesi
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  africaniè prevista una spesa di 1,4 miliardi. Il fatto è che questi soldi finanzieranno «politiche di vicinato»
  anche verso i Paesi dei Caraibi, che non sono esattamente «vicini» all'Italia. Non badaa spese nemmeno
  quando si tratta di promuovere la lingua e la cultura italiana all'estero: a parte le decine e decine di accordi
  culturali con Paesi di tutto il mondo di importi insignificanti come Qatar (1.192 euro), Hounduras (667) e
  perfino l'Olp (511) il ministro Gentiloni intende spendere quasi 200 milioni per «la creazione e il
  mantenimento di cattedre di italiano presso le università straniere». In compenso cala leggermente la spesa
  per ambasciate e consolati: da 574,7 milioni del 2017 a 571,2 nel 2019, ma a questi ne vanno aggiunti 76
  per una non meglio precisata «valorizzazione degli immobili». A proposito: a quanto pare l'ambasciata
  italiana più costosaè quella di Pechino che pesa alle casse dello Stato 13 milioni l'anno seguita da Mosca,
  10 milioni. Il ministero della Cultura sembra aver tagliuzzato qua e là i sussidi allo spettacolo: i soldi al
  cinema passano da 126 milioni nel 2017 a 88 nel 2019 (ma in realtà è stato creato un fondo ad hoc da 400
  milioni); taglietti veri invece per il teatro, da 45 a 29 milioni; per la danza da 13 a 11. All'Opera di Roma e la
  Scala di Milano andranno 4,5 milioni l'anno, alle Fondazioni liriche 174, ai circhi 8,5 milioni mentre il Carlo
  Felice di Genova prende 872mila euro l'anno. Ma la spesa pubblica raggiunge il livello orgasmico delle
  spese ingiustificate quando si scopre che sono stati stanziati per la celiachia nei ristoranti 296mila euro, per
  i cetacei 915mila euro, per gli «uccelli acquatici migratori dell'Africa» 802mila euro e per la «conservazione
  della popolazione dei pipistrelli» 146mila e 700 euro. Shutterstock (4)- Agf- Alamy Stock Photo / IPA
  Stanziamenti per tutti Ecco alcuni esempi di spese inserite nella legge di Bilancio che riguardano i
  ministeri. Il documento è composto da oltre ottomila pagine con 134 autorizzazioni di spesa.
  915 MILA
  Ambasciata di Pechino
  13 MILIONI
  Lingua italiana all'estero
  200
  MILIONI
  euro
  146.700
  Uccelli acquatici migratori dell'Africa
  802 MILA
  Palazzo Chigi
  603 MILIONI
  informati
  Viaggiare
  15 MILIONI

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  LINK _TALENTI
  Corro verso l'Oscar con le ali ai piedi
  È il figlio del creatore della Nike. Eppure, invece di seguire le orme paterne, Travis Knight ha scelto
  l'animazione e il cinema . Vincendo la scommessa: il suo studio, in Oregon, sfida i colossi di Hollywood e il
  suo primo film da regista punta alla statuetta.
  Marco Giovannini - da Los Angeles

  Non faccio film animati che servano da babysitter surrogate. Non voglio calmare i bambini, ma spronarli,
  farli ragionare, aprirgli la mente e il cuore» dice Travis Knight, 43 anni, il più atipico dei filmaker in
  circolazione. Per cominciare è il più giovane capo di uno studio cinematografico, la Laika, che guida da
  quando aveva 36 anni (il mitico Steven Spielberg ha dovuto aspettare i 48 per fondare la Dreamworks). Poi
  c'è la sua rara «schizofrenia»: dei film che produce è anche animatore, cioè ogni giorno ci lavora
  manualmente, con forbici e colla, secondo la tecnica ultracentenaria della stop-motion, pupazzi mossi a
  mano, filmati un fotogramma alla volta (ce ne sono 24 al secondo). Ora, dopo una lunga gavetta, esordisce
  anche come regista, con Kubo e la spada magica, il classico viaggio dell'eroe, ambientato nell'antico
  Giappone popolato di samurai, dei, mostri e spiriti; un'avventura così epica e piena di sorprese, che ha
  rivolto una preghiera alla stampa: «Apprezzeremmo che non rivelaste i segreti che Kubo scopre sulla sua
  famiglia. Molte grazie». I primi tre film Laika ( Coraline e la porta magica, ParaNorman, Boxtrolls-Le scatole
  magiche ), hanno ottenuto tutti la nomination all'Oscar (nemmeno la mitica Pixar puà vantare questa
  media). Una specie di miracolo che oltretutto avviene a Portland, in Oregon, 1.350 chilometri lontano da
  Hollywood. «Sono il primo artista della mia famiglia» ammette. Ma non certo il primo imprenditore: suo
  padre, Phil Knight, è il creatore della Nike, scarpe e abbigliamento sportivo. Alle ultime olimpiadi di Rio de
  Janeiro, gli atleti di tutto il mondo che indossavano Nike hanno vinto 200 medaglie complessive, e tutte le
  34 medaglie d'oro americane dell'atletica leggera. Quando ha detto a suo padre che invece di lavorare con
  lui, voleva fare l'animatore, come l'ha presa? Mi ha raccontato di quando lui a 24 anni comunicò a suo
  padre, avvocato ed editore di giornali, che anziché sfruttare la laurea in economia presa a Stanford, voleva
  dedicarsi alle scarpe sportive. Le vendeva porta a porta tirandole fuori dal bagagliaio della macchina. Il suo
  consiglio? Mai accontentarsi di un lavoro, trova una passione. La sua passione è sempre stata il cinema?
  Non subito. Prima sono stato un rapper, nome d'arte Cilly Tee. Amavo scrivere le liriche, meno
  interpretarle. Non sono mai stato un esibizionista, sono più a mio agio dietro un sipario che davanti. Qual è
  la filosofia della Laika? Niente evasione, ma storie rilevanti, che esplorino la condizione umana, siano
  senza tempo, e non inseguano mode pop. A differenza dei nostri concorrenti non facciamo sequel né
  remake, anche quando sarebbe conveniente. Non amiamo ripeterci. Quanto è importante essere in
  Oregon? È una terra di pionieri e di hippy, si sente l'odore della pioggia e del patchouli. A differenza della
  Pixar e della Disney gli animatori non vengono da sotto casa, dal California institute of the arts dove c'è la
  più famosa scuola di cartoon, ma da tutto il mondo. Per cui il melting pot è superiore a ogni altro studio e la
  nostra cultura non è monolitica, né influenzata dall' esterno. Visione, identità e punto di vista sono
  personali, e non c'è proprio niente di hollywoodiano. Una domanda per l'amministratore delegato. Come si
  concilia il proverbiale motto «il tempo è denaro» con la lentissima tecnica della stop-motion, appena 3,31
  secondi di girato a settimana di media per animatore? È la più pura, la usava George Melies per andare
  sulla luna. Ma non siamo dei passatisti anti progresso, perché la ibridiamo con effetti computerizzati e per
  primi abbiamo introdotto una stampante 3D: in questo modo, per ognuno dei 30 pupazzi di Kubo alti 23
  centimetri, potevamo scegliere fra più di undicimila diverse bocche e 4.429 sopracciglia, per 23.187
  prototipi di facce con 48 milioni di possibili espressioni. La Laika è un laboratorio, un mix di arte e
  artigianato, scienza e tecnologia. Perché proprio Kubo, per il suo esordio da regista? Per strano che
  sembri, c'è molta autobiografia. Pago il mio debito di riconoscenza alla mia famiglia e al Giappone che ho
  scoperto a otto anni, l'età che ha Kubo, accompagnando mio padre in uno dei suoi viaggi d'affari alla
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  ricerca di fabbriche di scarpe. Dalla scoperta dei manga è cominciata una fascinazione che poi si è estesa
  a tutta quella cultura: architettura, cibo, moda, e ovviamente registi, da Akira Kurosawa a Hayao Miyazaki.
  Quindi, Kubo è lei? È un virtuoso della tecnica dell'origami, una sorta di animazione. Ed è uno storyteller,
  come me. E a sua madre invece cosa deve? L'amore per il fantasy. Mentre era incinta, 43 anni fa, sul
  comodino aveva Il signore degli Anelli. Ed evidentemente io lo leggevo con lei... Nicolo' Minerbi / LUZphoto
  Focus Features/Courtesy Everett Collection
  Foto: PRIMATI Travis Knight, 43 anni, è il più giovane capo di uno studio cinematografico.
  Foto: EMOZIONI Una scena di Kubo e la spada magica.

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 Anteprima
 Metropolitano e punk il Tff 2016 fotografa la generazione che verrà
 Dal 18 un Torino Film Festival molto musicale Tra gli ospiti Sorrentino, Moretti, Costa Gravas
 FULVIA CAPRARA ROMA

 Cinefilo e festaiolo, metropolitano e punk, impegnato e trasgressivo. Il 34° Torino Film Festival (1826
 novembre) diretto da Emanuela Martini con Gabriele Salvatores guest director, si riconferma appuntamento
 diverso da tutti gli altri, concentrato sui talenti in erba ma anche sulle opere che gettano ponti tra arti
 differenti (cinema e musica, cinema e danza), sui maestri del cinema straniero, sui grandi nomi del passato
 e sulle opere che ci hanno fatto essere quello che siamo oggi. Esempi? Il più eloquente lo offre Salvatores,
 che con i suoi «Cinque pezzi facili» ( Jules et Jim, Blow-up, If..., Alice's Restaurant, Fragole e sangue)
 svela le radici dell'ispirazione artistica e i legami con il suo percorso esistenziale. I film sono specchi
 dell'anima e, quando portano la firma di giovani autori, sono proiezioni sul futuro, informazioni sulla
 generazione che verrà. Per questo sarà interessante vedere, nella sezione competitiva «Torino 34», I figli
 della notte, opera prima di Andrea De Sica, figlio di Manuel e nipote di Vittorio, che ambienta in un college
 per rampolli della buona società una favola ne ra divisa tra suggestioni horror e cronache di scontri
 generazionali. Per questo sarà imperdibile l'appuntamento con Christine di Antonio Campos, storia vera
 della conduttrice tv Christine Chubbuck che ispirò Quinto potere di Lumet. E poi ancora, tra i più attesi oltre
 a Sully di Clint Eastwood, ci sono Slam - Tutto per una ragazza di Andrea Molaioli, tratto dal romanzo di
 Nick Hornby, Nessuno ci può giudicare, il documentario di Steve Della Casa sui «musicarelli» italiani degli
 Anni 60 con Morandi, Celentano, Caselli, Pavone e Mal, Sono Guido e non guido di Alessandro Maria
 Bonomo, dedicato al performer e poeta Guido Catalano, Free State of Jones di Gary Ross con Matthew
 McConaughey nel ruolo di Newt Knight, il contadino del Sud degli States che, durante la Guerra civile
 americana, si ribellò all'esercito confederato. Sul tappeto rosso, che a Torino non c'è mai stato e non ci
 sarà, sfileranno registi-star e nomi famosi come Nanni Moretti, invitato a parlare di Palombella rossa
 restaurata, Paolo Sorrentino, vincitore del Premio Langhe Roero e Monferrato (100 bottiglie di vino
 pregiato), Riccardo Scamarcio che recita la laudatio per Costa Gavras (cui va il «Premio Prolo» alla
 carriera), il leggendario direttore della fotografia Christopher Doyle («Gran Premio Torino»), e poi un'infinita
 processione di mostri, zombie, fantasmi e vampiri, protagonisti della Notte horror a cui, quest'anno, si
 aggiunge una scatenata Notte punk, a 40 anni dalla nascita del movimento. c
 Cinque buone ragioni per non perderlo L'esordio dietro la macchina da presa di Andrea De Sica, figlio di
 Manuel e nipote di Vittorio, con la favola nera «I figli della notte» (nella foto sopra) Il restauro di
 «Palombella Rossa» con Nanni Moretti (foto) che torna al Tff, che ha diretto Il premio alla carriera «Maria
 Adriana Priolo» consegnato a Costa Gavras (foto) da Riccardo Scamarcio, che pronuncerà la laudatio Il
 documentario in cui Maurizio Zaccaro indaga sulla «Felicità umana» (sopra, un'immagine) L'anteprima di
 «Sully» di Clint Eastwood, con Tom Hanks, sul pilota che atterrò sull'Hudson
 Foto: A destra, una scena dal film «Slam - Tutto per una ragazza» di Molaioli, tratto dal libro di Nick Hornby

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 Intervista
 "C'è poca Italia in gara Ma è un problema di tutti"
 Emanuela Martini dirige per la seconda volta "Felice di avere con noi Gabriele Salvatores"
 [F. C.]

 ROMA Quest'anno al Tff c'è un solo film italiano in concorso, «I figli della notte» di Andrea De Sica, come
 mai? «Mi sembra che anche altri festival abbiano avuto qualche problema nella selezione di titoli italiani. Al
 Tff non è la prima volta che succede, e non dimentichiamo che all'ultimo Festival di Cannes non c'erano
 nostri registi in gara. Comunque credo che le difficoltà derivi da semplici questioni produttive, il cinema
 italiano sta più o meno come negli anni passati». Il guest director è Gabriele Salvatores. Come siete arrivati
 a questa scelta? «È la persona giusta al posto giusto, ha colto subito al volo lo spirito della rassegna con
 cui è anche tradizionalmente in sintonia. E poi è una persona normale, cosa che per me è un gran
 complimento. Uno che sa stabilire una relazione diretta con il pubblico. Quando gli abbiamo detto che
 doveva scegliere e presentare una rosa di suoi film preferiti, li ha tirati fuori d'istinto, senza problemi».
 Un'altra punta di diamante del Tff è l'anteprima di «Sully», il nuovo film di Clint Eastwood. Perché era
 importante averlo? «Perché Eastwood è il John Fo rd d e i g i o r n i n o s t r i , u n p ro fe s s i o n i s t a co
 n l 'a n i m a , senso etico e fiducia nella democ razia». Eppure, in queste ore, starà festeggiando l'elezione
 di Trump. «Sarà. Però qualche anno fa ha girato Gran Torino, il film americano più di sinistra degli ultimi
 tempi». Il Tff arriva a poca distanza dalla Festa di Roma. Avete avuto problemi di concorrenza nelle scelte
 di film e personaggi? «Forse ci siamo vicendevolmente rubati qualcosa, ma senza arrabbiarci e senza
 scalpitare, ognuno fa i suoi percorsi». È la prima volta che il Tff si svolge in una città guidata da un sindaco
 Cinquestelle. Come pensa che andrà? «Who knows? Loro fanno il loro lavoro, noi il nostro».
 Foto: La direttrice del Torino Film Festival Emanuela Martini

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 CINEMA
 Da Tom Hanks a McConaughey al via il Torino Film Festival
 UNICA OPERA ITALIANA IN CONCORSO "FIGLI DELLA NOTTE" DI ANDREA DE SICA FIGLIO DI
 MANUEL E NIPOTE DI VITTORIO

 Centocinquantotto film, su 4000 selezionati, nel segno dell'impegno e non solo, tante sezioni e ospiti attesi,
 tra cui Paolo Sorrentino, Nanni Moretti, Roberto Bolle, Caterina Caselli, Rita Pavone, Jasmine Trinca,
 Costa Gavras, Riccardo Scamarcio, Gabriele Salvatores, Alberto Munzi, Christophe Doyle, Altan, Gianni
 Amelio, Denis Lavant e Daniele Segre. È la 34/a edizione del Torino Film Festival (18-26 novembre) che si
 aprirà con la commedia drammatica Beetween us di Rafael Palacio Illingworth e chiude con Free fire,
 action-thriller dal sapore tarantiniano a firma dell'inglese Ben Wheatley. Unico film italiano in concorso I figli
 della notte di Andrea De Sica, opera prima del nipote del grande Vittorio e figlio di Manuel. Imperdibili in
 questa edizione due film tratti da storie vere: Sully di Clint Eastwood con Tom Hanks, con la presenza a
 Torino del vero protagonista del film, ovvero Chesley Sullenberger, coraggioso pilota del volo US Airways
 1549, costretto a effettuare un ammaraggio di emergenza nel fiume Hudson nel 2009, e Free state of Jones
 di Gary Ross con Matthew McConaughey. Il festival avrà 15 film in concorso con una forte presenza
 dell'America Latina. In giuria il direttore della fotografia Edward Lachman (presidente); dallo scrittore e
 regista canadese Don McKellar; da Mariette Rissenbeek, della German Films Service; dal regista romeno
 Adrian Sitaru e dall'attrice israeliana Hadas Yaron.

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 IL FILM DA VEDERE
 La tavolozza dei Tarocchi dell ' invisibile Terrence Malick
 " Knight of Cups " , il settimo lungometraggio del regista americano, finalmente in sala dopo la première al
 festival di Berlino 2015 Hollywood Lo smarrimento di un famoso s ceneggiatore alle prese con il nonsense
 dello show biz
 ANNA MARIA PASETTI

 iglio mio, figlio mio... io so che un ' anima ce l ' hai anche tu, dopo tutto " . Nessuno mai saprà se Terrence
 Malick, il filosofo senza volto del cinema americano, stava già immaginando il corpo tracotante di vittoria di
 Donald Trump mentre scriveva i monologhi di Knight of Cups . Per lui, colto, umile e spirituale a dismisura
 nonostante l ' adolescenza e la gioventù trascorse nelle praterie radical repubblicane di Oklahoma e Texas,
 il trionfo del suo opposto non può che siglare la prova di una ragione esibita da sempre rispetto a un '
 America in caduta verticale. Ieri il suo Paese ha toccato quel fondo in cui Rick, il protagonista del suo
 penultimo film in uscita italiana dopo quasi due anni di giacenza post première alla Berlinale 2015, annaspa
 impotente e confuso. Già, perché " quando sei adulto e pensi di capire il mondo ti riscopri invece ancora più
 disperato e smarrito " . CONCETTI degni di un " reli giosissimo " quale in fondo è il 73enne cineasta
 laureato in Filosofia a Harvard, lo ha confermato anche il nostro Roberto Benigni che ha avuto la rara
 occasione di conoscerlo alla notte degli Oscar del 1999. Da allora Malick ha scelto di negarsi a ogni
 pubblico: nessun festival, conferenza stampa, première e ancor meno tappeti rossi, un ' assenza dalle
 scene mediatiche eguale ma opposta allo Young Pope di Sorrentino. Il regista idolatrato dalla cinefilia
 mondiale ha sgocciolato rare perle cinematografiche dall ' esordio del 1973 con La rabbia giovane fino al
 nuovo millennio ( The New World , 2005) per tornare a girare con un ' assidui tà " allenian a " dal 2011 con
 The Tree of Life a oggi, confezionando quattro film. Tuttavia è proprio da qu el l ' albero della vita premiato
 a Cannes con una discussa Palma d ' oro che Malick ha optato per un registro narrativo altro, dividendo
 nettamente la critica tra rafforzati sostenitori e accesi denigratori. Il suo cinema è diventato un racconto
 smaccatamente meditativo sull ' esistenza umana e sul decadimento morale di un ' America (leggi,
 Occidente) orfana dei valori ultimi. Knight of Cups s ' inserisce perfettamente in questa parabola ascetica e
 forse definitiva nel percorso di un cineasta che - probabilmente P rotagonisti Christian Bale (Rick) e Cate
 Blanchet ( Nancy) - considera ormai ridondante ogni poetica alternativa. Il plot è di una semplicità
 imbarazzante e rileva lo smarrimento esistenziale di un famoso sceneggiatore hollywoodiano alle prese con
 il n o ns e ns e vo r ti c os o dello show biz , nutrito da sfavillanti party , spogliarelliste ad usum , denaro e
 palazzi dorati a volontà: insomma fra La Dolce Vita e La Grande Bellezza a p p l i c ate però alle dolenti Los
 Angeles e Las Vegas contemporanee, fotografate dal sodale genio di Lubezki con vertiginosi tagli di luce
 dentro a inquadrature funamboliche e oblique, spesso organizzate da f ish -e ye des ta bilizzanti. Il rovescio
 della medaglia evoca una voice over divina in costante ravvedimento di quel figlio (apparentemente) privato
 di un ' anima, mentre lo osserviamo camminare ramingo e sconfortato lungo spiagge immense e deserte,
 accompagnato solo dai fantasmi di una vita e da una colonna sonora classica dal sapore biblico. " Where
 are we now ? " (A che punto siamo?) è la domanda incessante del Padre invisibile, onnipresente figura nel
 cosiddetto " ultimo Malick " . La carenza di narrazione classica di quest ' opera tanto più semplice di quanto
 appaia, è compensata da una struttura per capitoli " es i s t e n z i a l i s ti c i " d e n o m i n ati secondo
 alcune figure dei tarocchi: la Luna, l ' I mp iccato, l ' Eremita, la Papessa, la Morte e la Libertà con in mezzo,
 naturalmente, il titolo del film Knight of Cups - letteralmente " il Fante di Coppe " . EGLI È UN UOMO che
 ha smarrito il senso della realtà e s a t t am e n t e come un principe cercatore di perle ha perso la memoria
 della missione alla quale il padre l ' aveva destinato: la metafora della fiaba infantile che funge da incipit al
 film calza a pennello dentro a una pellicola più feroce che consolatoria, e che gli stessi attori hanno recitato
 senza tentare di comprendere mentre era in progress : " Ho aderito all ' ispirazione di Terrence, del quale
 mi fido ciecamente " , dichiarava il protagonista Christian Bale interrogato sul suo tormentato personaggio.
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 È il suo corpo (in)sofferente a segnare il cammino del cavaliere attraverso un viaggio che nessuno (forse
 neppure Malick stesso) sa dove porterà. Box Office 1a raga z z a del treno 1.636. 341 e u ro tot 1.636.361
 euro in 4 gg 2o c tor S t ra nge 1 . 5 5 1 .76 6 e u ro tot 5.394.514 euro in 2 sett 3n guerra per amore
 898.171 euro tot 2.583.178 in 2 sett 4rol l s 896.793 euro tot 2.205.775 euro in 2 sett

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 NELLE SA L E Il regista Cattani rappresenta invece i suicidi legati alla crisi economica (complice Equitalia)
 Storia di un giornalista e della sua mamma Bellocchio porta al cinema
 Gramellini
 AM PAS

 Fai bei sogni Re g i a : Marco Bellocchio Attori principali: Valerio Mastandrea, Bérénice Bejo D u ra t a : 133
 min. ,,, ,, DAL ROMANZO di Gramellini al film di Marco Bellocchio, una tranche de vie formato famiglia, con
 registro memoriale e interrogativo esistenziale: come possiamo conoscere noi stessi se non sappiamo degli
 altri? Valerio Mastandrea interpreta Massimo, oggi giornalista di successo, un tempo bambino felice, fino all
 ' i m p rov v i s a morte della madre. Mentre si prepara a vendere l ' ap partamento avito, gli sovviene: com '
 è morta davvero mamma? A catalizzarne la presa di coscienza, la dottoressa Elisa (Bérénice Bejo), di cui -
 facile - si innamora. Dalla famiglia alla religione, dall ' ipocrisia borghese alle menzogne collettive: i temi
 bellocchiani ci sono, il fascino psicologico-fantasmatico ( B e l fa g o r ) pure, ma non latitano stracche e
 incertezze, soprattutto laddove la storia di Gramellini non va dal regista, ma viceversa (l ' in tervista al
 presidente suicida, la guerra a Sarajevo). Non assiste un Mastandrea poco convinto, eppure questo Fai bei
 sogni aiuta ad afferrare lo Ze i tg e i s t del nostro cinema: già, che c ' azzecca Bellocchio con Beppe
 Caschetto (produttore) e Gramellini? O temp o ra ... FEDERICO PONTIGGIA Cronaca di una passione Re
 g i a : Fabrizio Cattani Attori principali: Vi t to r i o Viviani, Valeria Ciangottini D u ra t a : 80 min. ,,, ,, TRA IL
 2012 e il 2015 in Italia, 628 persone si sono tolte la vita per cause direttamente legate al deterioramento
 delle condizioni economiche personali o aziendali. Il regista Fabrizio Cattani parte da qui e dopo Maternity
 Blues (2011, su donne e infanticidio) non molla la cifra impegnata e scomoda del suo cinema: due coniugi
 sessantenni, Giovanni (Vittorio Viviani) e Anna (Valeria Ciangottini), precipitano per il mancato saldo di una
 cartella esattoriale, leggi Equitalia, in un inferno tragicamente ordinario, fatto di pignoramento e messa all '
 asta dell ' abitazione, trasferimento in casa famiglia e compromissione della dignità personale e relazionale.
 Complici ottimi interpreti, sobrietà della messa in scena ed empatia a basso volume, C ro n a ca di una
 passione - bel titolo, da leggersi evangelicamente e non - indaga lucidamente il cortocircuito tra onestà,
 burocrazia ed evasione. Senza clamore né sconti. FED. PONT. Sing Street Re g i a : John Carney Attori
 principali: Ferdia Walsh-Peelo, Lucy Boy n to n D u ra t a : 105 min. ,,, ,, CO M E mi salvo dal bullismo?
 Con la musica. A dieci anni da quella piccola meraviglia di O n ce , l ' irlandese John Carney torna a quel
 che gli viene meglio, ovvero il triangolo musica, sentimenti e ricordi personali. Nella Dublino anni 80, affida
 al 15enne Conor detto Cosmo una missione salvezza estendibile a tutti: bypassare vari problemi scolari,
 relazionali e familiari e capitalizzare un ' assertività e una resilienza persino incredibili alla sua giovane età
 inventandosi un gruppo musicale. Colonna sonora perfetta, che spazia tra Jam, Motorhead, Cure e Duran
 Duran, attori felici (che carina Lucy Boynton alias Raphina) e nostalgia che ti porta via, Sing Street canta e
 incanta, con accordi drammaturgici indovinati e uno spartito umano semplice e profondo. Nulla di nuovo,
 intendiamoci, ma che freschezza, che positività: andante con brio. FED. PONT. La ragazza del mondo Re g
 i a : Marco Danieli Attori principali: Sara Serraiocco, Michele Riondino D u ra t a : 104 min. ,, ,,, UN
 TALENTO per la matematica, il desiderio degli studi universitari, un carattere creativo. Tutto questo non
 basta a Giulia per immaginarsi un futuro diverso da quello prescritto per lei dai genitori, Testimoni di Geova.
 L ' incontro con Libero definisce uno choc radicale nella vita della ragazza, portandola verso una scelta
 estrema. A fronte di un indiscutibile coraggio nell ' avvicinare un " a m b i e n te " chiuso per antonomasia,
 ciò che sembra mancare ne La ragazza del mondo è proprio l ' osservazione approfondita di un ' umanità
 certamente più complessa che " eso tica " . Il regista romano predilige lo spostamento dello sguardo sulla
 protagonista, sorta di " soprav v i ss u t a " a una realtà m o n s t re , trascinata fuori da un purgatorio
 terrestre verso uno status diversamente feroce travestito da " primo amore " . Rispettando il percorso di
 Danieli, dunque, il film perde quelle potenzialità narrative e drammaturgiche che un soggetto così originale

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 poteva sviluppare. Peccato. AM PAS
 Foto: La sconfitta Da " Cronaca di una p a s s ione "
 Foto: " Fai bei sogni " Mastandrea e Bejo in una scena del film di Bellocchio
 Foto: Musica contro il bullismo U n ' i m m ag i ne di " Sing street " di John Carney

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Pag. 19 N.1313 - 10 novembre 2016         La Repubblica - TrovaRoma

                                                                                                                         La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 CINEMA
 "FAI BEI SOGNI" IL RICORDO DELLA MADRE SCOMPARSA
 NELLE SALE IL FILM DI MARCO BELLOCCHIO DAL LIBRO DI MASSIMO GRAMELLINI CON
 PROTAGONISTA VALERIO MASTANDREA
 Sara Sbaffi

 Massimo, già affermato giornalista, si "risveglia", affronta il suo dolore "primario" fino alla scoperta finale.
 Chi ha letto il romanzo autobiografico di Gramellini già conosce il colpo di scena di "Fai bei sogni", il film di
 Marco Bellocchio che riprende fedelmente il libro e narra la storia di un'assenza, dove la ricerca della verità
 e allo stesso tempo la paura di scoprirla, sono al centro del racconto. Dopo un'infanzia solitaria e
 un'adolescenza difficile Massimo intraprende una brillante carriera nel mondo dell'informazione, ma
 continua a convivere con il ricordo lacerante della madre scomparsa, e con un senso di mistero intorno alla
 sua morte. La vicinanza della dottoressa Elisa, l'attrice argentina Berenice Bejo, lo aiuterà ad affrontare la
 verità sul suo passato. Solo alla fine scoprirà come sono andate veramente le cose, e troverà il modo di
 risalire alla luce. "Questa storia mi ha molto colpito e coinvolto - ha spiegato il regista Marco Bellocchio -
 perché vi ritrovo tanti temi che ho affrontato spesso nei miei film precedenti. La famiglia, la mamma, il
 babbo, la casa dove si svolge la metà del film, la casa in epoche diverse, trent'anni almeno, nei quali l'Italia
 cambia radicalmente". Il ruolo di protagonista è interpretato da Nicolò Cabras quando è bambino, Dario Del
 Pero nell'adolescenza e Valerio Mastandrea da adulto, quest'ultimo ha incontrato lo scrittore torinese prima
 delle riprese: "Non si prescinde da tutto l'aspetto autobiografico, da molte cose invece sì, ma solo in
 funzione di una scelta di contenuti. E ho detto a Gramellini di non cercare se stesso nel film, non
 fisicamente, non come fosse davanti a uno specchio". La sceneggiatura è stata scritta dal regista insieme a
 Edoardo Albinati e Valia Santella, e affronta anche il tema dell'Italia vissuta da chi fa il mestiere di
 giornalista, cronista della realtà, freddo testimone oppure appassionato interprete, questa è una domanda a
 cui il film cercherà di rispondere. ALHAMBRA, EURCINE, GIULIO CESARE, MAESTOSO, QUATTRO
 FONTANE, GREENWICH, TIBUR, EDEN

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Pag. 21 N.1313 - 10 novembre 2016         La Repubblica - TrovaRoma

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 CHIUSURA SABATO CON LA PREMIAZIONE
 Il Mediterraneo sul grande schermo
 Franco Montini

 La ventiduesima edizione del MedFilm Festival si concluderà sabato 12 novembre, con la serata di
 premiazione in programma a partire dalle 20 al cinema Savoy e la proiezione del film vincitore del Premio
 Amore e Psiche che i lettori di Trovaroma scopriranno in anteprima. Ma intanto anche in questi ultimi giorni
 il programma della kermesse dedicata alle cinematografie del Mediterraneo e del medio oriente è
 particolarmente vano ed intenso. Oggi, sempre al Savoy, nel pomeriggio spazio ad un doppio programma
 di cortometraggi, mentre in serata alle 20,30 Mario Brenta e Karine de Villers presenteranno il
 documentario "Delta Park", che racconta la vita di un groppo di immigrati africani in un centro di
 accoglienza sul delta del Po. Fra gli appuntamenti di domani venerdì da segnalare: alle 16 "Inversion"
 dell'iraniano Behnam Behzadi, protagonista una donna costretta a scegliere fra l'amore e l'assistenza
 all'anziana madie. Seguiranno due film tunisini, ambientati sullo sfondo della rivoluzione del 2011: alle 18
 "Thala my love" di Mehdi Hmili, protagonista un prigioniero politico che fugge di prigione per ricongiungersi
 alla fidanzata e alle 20 "Appena apro gli occhi" di Leyla Bouzid sulla storia di una giovane donna in rotta
 con la propria famiglia. La regista sarà in sala a presentare il suo film al pubblico. Seguirà alle 22 la
 proiezione di "Four days en France" di Jérome Raybaud, racconto di un viaggio sentimentale ed erotico in
 chiave gay. • COSI' GU INVITI Peri lettori del Trovaroma un invito alla cerimonia di premiazione e alla
 proiezione del film vincitore del premio Amore e Psiche 2016 al cinema Savoy (via Bergamo 25) sabato 12
 alle ore 20. Le prenotazioni telefonando venerdì 11 dalle 13,00 alle 13,50 alf899.88.44.68. Gli inviti validi
 per due persone si ritirano al cinema.

ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/11/2016 - 10/11/2016                                                25
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