ANIEM Rassegna Stampa del 26/07/2017

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   Rassegna Stampa del 26/07/2017

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INDICE

ANIEM WEB
  Il capitolo non contiene articoli

SCENARIO EDILIZIA
   26/07/2017 Il Sole 24 Ore                                                 8
   Alt dell'Anac alle concessionarie

   26/07/2017 Il Sole 24 Ore Dossier                                         9
   Importo dei buoni pasto esente entro il limite di 5,29 euro

   26/07/2017 Libero - Nazionale                                             11
   Dopo le banche governo fregato anche sulle navi

   26/07/2017 QN - Il Resto del Carlino - Modena                             12
   Credemtel acquisisce il 20% di Sata

   26/07/2017 QN - Il Resto del Carlino - Forli                              13
   Restauri per oltre 2 milioni «In arrivo altri 49 alloggi»

   26/07/2017 QN - Il Resto del Carlino - Forli                              14
   Case popolari: cresce il canone per gli Isee più alti

   26/07/2017 Il Mattino - Benevento                                         15
   Ferraro (Ance): «Segni di ripresa sale il fatturato»

SCENARIO ECONOMIA
   26/07/2017 Corriere della Sera - Nazionale                                17
   Battaglia navale Italia-Francia per il controllo dei cantieri

   26/07/2017 Corriere della Sera - Nazionale                                19
   Italia-Francia, alta tensione su Fincantieri «Accordo solo se avremo la
   maggioranza»
26/07/2017 Corriere della Sera - Nazionale                                     20
«Pensioni, la spesa aumenterà ancora» Casero: bastano due-tre tasse, non 150

26/07/2017 Corriere della Sera - Nazionale                                     22
«La frase di Draghi? Salvò l'euro» E gli investitori tornano in Grecia

26/07/2017 Il Sole 24 Ore                                                      24
Telecom, a Genish direzione operativa L'interim di Cattaneo a de Puyfontaine

26/07/2017 Il Sole 24 Ore                                                      26
Borsa, al via road•show Elite•-Confindustria

26/07/2017 Il Sole 24 Ore                                                      27
Michael Kors supervaluta Jimmy Choo a 1,2 miliardi

26/07/2017 Il Sole 24 Ore                                                      28
«Ue difenda le banche su Basilea 4 Nessun rischio per la fine del Qe»

26/07/2017 Il Sole 24 Ore                                                      31
Ape, bonus donne e anticipo più facile dell'«integrativa»

26/07/2017 Il Sole 24 Ore                                                      33
L'industria rafforza la ripresa

26/07/2017 Il Sole 24 Ore                                                      35
L'offensiva cinese sui porti

26/07/2017 Il Sole 24 Ore                                                      38
«L'Ema a Milano trainerà ricerca e investimenti»

26/07/2017 Il Sole 24 Ore                                                      40
«Ipo Enav storia di successo, il modello fa scuola all'estero»

26/07/2017 La Repubblica - Nazionale                                           42
La ripresa a due facce

26/07/2017 La Repubblica - Nazionale                                           43
Telecom, nuovi vertici in agosto

26/07/2017 La Repubblica - Nazionale                                           45
Snam: "Aiuti alle imprese per battere l'opposizione dei pugliesi al Tap"

26/07/2017 La Stampa - Nazionale                                               47
Boom dell'industria in Italia L'Fmi: approfittate della ripresa

26/07/2017 Il Messaggero - Nazionale                                           48
Meno tasse e più Tfr ai fondi, spinta alla pensione di scorta
SCENARIO PMI
  26/07/2017 Il Sole 24 Ore                                               50
  Rush finale per Fico a Bologna

  26/07/2017 Il Sole 24 Ore                                               51
  Via a fondo di credito diversificato con Fei

  26/07/2017 MF - Nazionale                                               52
  La pasticceria 4.0 di Dolceria Alba

  26/07/2017 MF - Nazionale                                               54
  IN RIPRESA CON BRIO

  26/07/2017 MF - Nazionale                                               57
  DOVE HA MORSO LA CRISI

  26/07/2017 Libero - Nazionale                                           59
  Gli industriali fuggono in Romania E Snaidero vuole vendere ai cinesi
SCENARIO EDILIZIA

7 articoli
26/07/2017                                                                                             diffusione:107465
Pag. 14                                                                                                  tiratura:158319

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 Autostrade. Il parere sui lavori in house: no a slittamenti, dal 18 aprile 2018 le società dovranno
 mandare l'80% in gara
 Alt dell'Anac alle concessionarie
 GLI EFFETTI La decisione impatta su contratti da centinaia di milioni all'anno. Più lavori sul mercato, ma i
 sindacati temono licenziamenti
 Mauro Salerno

 ROMA Nessuno slittamento dei termini per l'obbligo di mandare in gara l'80% degli appalti delle società
 concessionarie, a cominciare dai lavori sulle autostrade. A partire dal 18 aprile 2018 tutte le società, titolari
 di un rapporto di concessione, dovranno garantire il rispetto del principio che, in base al nuovo codice dei
 contratti pubblici (Dlgs 50/2016), le obbligaa mettere sul mercato l'80% degli appalti, riservando al massimo
 una quota del 20% agli affidamenti in house, cioè realizzati tramite società controllate, co• me accade
 spesso proprio nel settore autostradale. È questo il "cuore" del parere con cui il presidente dell'Anac
 Raffaele Cantone ha risposto alla richiesta arrivata dal ministero delle Infrastrutture sull'interpretazione
 delle nuove norme che hanno innalzato dal 60% all'80% la quota di appalti da affidare con gara,
 concedendo alle concessionarie 24 mesi per mettersi in regola,a partire dalla data di entrata in vigore del
 nuovo codice (18 aprile 2016). Il dubbio, espresso da Porta Pia, riguardava la precisa perimetrazione degli
 obblighi da far scattare il prossimo 18 aprile. Nell'interpretazione del Mit, più favorevole alle concessionarie,
 entro quella data le società avrebbero dovuto semplicemente presentare un piano di adeguamento alle
 nuove norme. Mentre l'impegno a rispettare il nuovo limite dell'80% in gara avrebbe dovuto riguardare
 soltanto gli appalti relativi ai piani concordati coni concessionari dopo il 18 aprile 2018. Dunque, con la
 possibilità di mettersi in regola con le nuove disposizioni nei cinque anni successivi. Per Cantone, invece, le
 nuove regole vanno applicate subito. Con la conseguenza che a partire dal 18 aprile 2018 le società
 concessionarie dovranno dimostrare di essersi pronte a rispettare il nuovo sistema. Da quella data
 scatteranno anche i controlli, che il nuovo codice affida all'Anticorruzione invece che alle Infrastrutture. E
 che saranno condotti sulla base di linee guida che l'Anac ha già cominciato a studiare. Al di là dei
 tecnicismi giuridici, si tratta di una differenza non da poco in termini economici. Che impatta su un mercato
 capace di muovere appalti per centinaia di milioni ogni anno. Non a caso, contro la decisione di innalzare la
 soglia minima degli appalti da mandare in gara, si sono più volte sollevati anche i sindacati delle imprese di
 costruzione controllate dalle società concessionarie, che paventano un'ondata di licenziamenti,a causa dei
 nuovi paletti, più restrittivi, sugli affidamenti in house. Proprio su questo punto, solo 10 giorni fa,i sindacati
 avevano ottenuto un incontro con il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. © RIPRODUZIONE
 RISERVATA QUOTIDIANO EDILIZIA E TERRITORIO Piccoli lavori, l'Anac sblocca le procedure Procedure
 negoziate sotto il milione di euro: sul quotidiano digitale Edilizia e Territorio il testo del parere dell'Anac.
 ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 26/07/2017                                                                       8
26/07/2017
Pag. 8                                           Il Sole 24 Ore Dossier

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  Servizi e beni MENSA E ALTRI CASI
  Importo dei buoni pasto esente entro il limite di 5,29 euro
  La soglia sale a 7 euro per i ticket in formato elettronico
  Stefano Sirocchi

  I benefit fruiti in sostituzione di premi o di utili erogati ai lavoratori, non sono imponibili fiscalmente in capo al
  dipendente a patto che il loro valore non superi l'ammontare massimo delle somme assoggettabili
  all'imposta sostitutiva del 10% (ossia, dal primo gennaio 2017 entro il tetto di 3.000 euro, o 4.000 euro per i
  lavoratori "paritetici") e neppure gli importi stabiliti per dette utilità dai commi 2 e dall'ultimo periodo del
  comma 3 dell'articolo 51 del Tuir, ossia gli specifici limiti posti dal legislatore per ciascuna fattispecie di
  compenso in natura. Con legge di Bilancio 2017, questo principio è stato parzialmente superato per alcuni
  specifici benefit (contributi alla previdenza complementare, all'assistenza sanitaria integrativa e azioni
  distribuite ai dipendenti) ma non per i buoni pasto né per le indennità sostitutive. Le remunerazioni premiali
  e gli utili in oggetto sono quelli agevolati dalla legge di stabilità 2016, ex articolo 1, commi 182-189. Inoltre,
  il lavoratore può chiedere al proprio datore di lavoro di versare il premio di risultato o gli utili nei benefit di
  proprio gradimento a patto che questa possibilità di scelta sia contemplata nella contrattazione collettiva di
  secondo livello. Pertanto, qualora il contratto collettivo aziendale o territoriale lo preveda, il lavoratore può
  sostituire il premio di risultato, nel limite di 3.000 euro (o 4.000 euro), con prestazioni sostitutive del servizio
  di mensa, di cui alla lettera c) del comma 2 dell'articolo 51 del Tuir. L'irrilevanza reddituale Per beneficiare
  dell'irrilevanza reddituale, la conversione dei premi di risultato in buoni pasto deve rispettare sia la quota
  esente dei ticket, o fino a 5,29 euro al giorno per i buoni pasto in formato cartaceo, oppure fino a 7 euro per
  quelli in formato elettronico, sia le disposizioni previste al riguardo dal Dpr 207/2010, nonché i chiarimenti
  forniti dall'amministrazione finanziaria sull'argomento ed illustrati nei passati documenti di prassi (tra l'altro,
  circolare n. 326/1997 e risoluzione n. 63/2005), come confermato dal comma 3 dell'articolo 6 Dm 25 marzo
  2016 del ministero del Lavoro e nella circolare 28/E/2016 (al paragrafo 2.5.2) dell'agenzia delle Entrate.
  Restano dunque ferme le condizioni fissate dal citato Dpr 207/2010, per cui il buono pasto non è «cedibile,
  commercializzabile, cumulabile o convertibile in denaro» ed è «utilizzabile esclusivamente per l'intero
  valore facciale» non essendo possibile il rimborso dello stesso, neppure parziale, nella forma di resto di
  denaro spettante all'utilizzatore a fronte di acquisti inferiori al valore facciale del documento stesso. Per i
  buoni pasto, tuttavia, a differenza di quanto previsto per i voucher (di cui all'articolo 6, comma 1, Dm 25
  marzo 2016, vedi articolo sotto), non è preclusa la possibilità di integrazione monetaria da parte del
  dipendente. Ulteriore condizione da rispettare riguarda le modalità di distribuzione dei ticket che deve
  essere rivolta alla generalità dei dipendenti o a categorie omogenee di essi, secondo le indicazioni fornite
  nella circolare 326/E/1997 e della circolare 188/E/1998. Le modalità di fruizione Confermate anche le
  modalità di fruizione del buono pasto che potrà continuare ad essere utilizzato «durante la giornata
  lavorativa anche se domenicale o festiva, esclusivamente dai prestatori di lavoro subordinato, a tempo
  pieno o parziale, anche qualora l'orario di lavoro non prevede una pausa per il pasto». In sostanza, la
  detassazione riguarda un solo ticket al giorno con valore facciale entro il limite di 5,29 euro, o 7 euro per i
  ticket elettronici. Se, invece, il valore facciale del buono pasto supera le citate soglie, l'eccedenza concorre
  alla formazione del reddito di lavoro dipendente. La lettera c) del comma 2 dell'articolo 51 del Tuir prevede
  anche la possibilità di ricorrere alle indennità sostitutive di mensa da corrispondersi agli addetti «ai cantieri
  edili, ad altre strutture lavorative a carattere temporaneo o ad unità produttive ubicate in zone dove
  manchino strutture o servizi di ristorazione». La detassazione dell'indennità è piena entro il limite di 5,29
  euro al giorno e deve essere erogata in alternativa al buono pasto (a meno che quest'ultimo sia considerato
  imponibile fiscalmente).

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 26/07/2017                                                                         9
26/07/2017
Pag. 8                                           Il Sole 24 Ore Dossier

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  Le regole base 01 IRRILEVANZA REDDITUALE Per beneficiare dell'irrilevanza reddituale, la conversione
  dei premi di risultato in buoni pasto deve rispettare sia la quota esente dei ticket, o fino a 5,29 euro al
  giorno per i buoni pasto in formato cartaceo, oppure fino a 7 euro per quelli in formato elettronico 02 LA
  NON CEDIBILITÀ Il buono pasto non è cedibile, commercializzabile, cumulabile o convertibile in denaro ed
  è utilizzabile esclusivamente per l'intero valore facciale non essendo possibile il rimborso dello stesso,
  neppure parziale, nella forma di resto di denaro 03 L'UTILIZZO FESTIVO Il buono pasto che potrà
  continuare ad essere utilizzato durante la giornata lavorativa anche se domenicale o festiva,
  esclusivamente dai prestatori di lavoro subordinato, a tempo pieno o parziale, anche nel caso in cui l'orario
  di lavoro non preveda una pausa per il pasto

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 26/07/2017                                                                10
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Pag. 18                                                                                                     tiratura:79306

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 Disastro Fincantieri
 Dopo le banche governo fregato anche sulle navi
 NINO SUNSERI

 Un altro schiaffo in Europa per il governo Gentiloni. Non è basto quello sulle banche. Adesso anche i
 cantieri. Il presidente Macron, infatti, rifiuta di dare il via libera all'ingresso di Fincantieri come azionista di
 maggioranza nei cantieri Stx di Saint Nazaire. Anche l'ultima mediazione è saltata. I francesi vogliono che
 l'azienda italiana si fermi al 50% del capitale. In questa maniera non potrà comandare non avendo neppure
 la maggioranza del consiglio d'amministrazione. E' un'altra dimostrazione della fermezza con cui i francesi
 difendono quelli che ritengono i loro interessi. Dall'altra dell'inconsistenza dell'azione diplomatica dell'Italia.
 Non solo perchè Fincantieri è a maggioranza statale ma soprattutto considerando che ormai la partita è
 finita direttamente a Palazzo Chigi. In base all'accordo iniziale Fincantieri avrebbe dovuto prendere il 48%
 del capitale dei cantieri di Saint-Nazaire e rimanere azionista di minoranza per almeno 8 anni. Ad
 appoggiare il gruppo c'era Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste che avrebbe preso il il 7%. Da parte
 sua il governo francese avrebbe conservato un terzo del capitale e il diritto di veto. L'operazione sembrava
 chiusa con la benedizione di Hollande. I sindacati e le rappresentanze locali però si sono messi di trraverso
 . Sostenevano che si trattava di un camuffamento. Fincantieri sarebbe stata di fatto azionista di
 maggioranza grazie al sostegno dell'altro azionista italiano. Il 31 maggio Macron, non appena insediato,
 aveva pertanto deciso di chiedere una revisione dell'accordo. Sostanzialmente era stato uno dei primissimi
 atti da presidente. Con buona pace naturalmente di tutti i progetti elettorali che viaggiavano in direzione di
 una maggiore integrazione europea. Fincantieri ha cercato possibili soluzioni. Per esempio chiededendo a
 Msc (cliente di primo piano dei cantieri) di acquistare il 7% di Stx in mano alla Fondazione Cassa di
 Risparmio di Trieste. L'operazione però è saltata. E' molto probabile che Gianluigi Aponte, gran capo del
 gruppo Msc, abbia declinato l'invito. Si sarebbe infatti trovato nella scomoda posizione di fare l'azionista di
 minoranza con due soci di immenso peso come lo Stato francese e quello italiano. Da allora la trattativa ha
 girato in tondo, senza trovare una soluzione. Da Bruxelles non è arrivata nessuna sollecitazione nei
 confronti di Macron per un maggior rispetto degli accordi. . Eppure uno dei pilastri dell'Unione è proprio la
 libera circolazione degli uomini e dei capitali. Una regola che evidentemente funziona a intermittenza. In
 genere contro l'Italia. Si è visto chiaramente con le banche. Lo stop che rischiava di far saltare il
 salvataggio delle due Popolari venete infatti, non è arrivato dalla Bce ma dalla direzione generale che si
 occupa della concorrenza. In sostanza dagli uffici ddella Vestager che hanno rilevato una carenza di
 capitale giudicata inaccettabile. Bisognerà capire per quale ragione siano stati gli uffici amministrativi della
 Commissioone a mettere il veto e non quelli finanziari della Bce. Resta il fatto che le due venete sono
 fallite. Ora rischia anche di andare a monte l'acquisizione di Stx da parte di Fincantiri. . Su questo però
 Bruxelles tace.

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 26/07/2017                                                                         11
26/07/2017                                                                                          diffusione:101787
Pag. 7 Ed. Modena                                                                                      tiratura:133899

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 ECONOMIA
 Credemtel acquisisce il 20% di Sata

 ANNO SCOLASTICO di nuovo complicato per la provincia di Modena, dal punto di vista del buon
 funzionamento delle sue scuole. Dopo la vicenda dei lavori di adeguamento antisismico alle scuole medie
 di Serramazzoni e degli interventi di recupero sulle elementari dello stesso Comune, è la Cgil a porre
 l'accento sull'edilizia scolastica ma non solo. Su Serramazzoni, ad esempio, è positivo che ci sia stato
 «l'intervento della Regione che finanzia buona parte dei lavori per le medie Cavani, anche se tuttavia
 restano i disagi per gli studenti e le loro famiglie così come per tutto il personale». Lo segnala il segretario
 Flc-Cgil Claudio Riso: «Servono risorse adeguate e programmazione degli interventi: la messa in sicurezza
 del patrimonio edilizio pubblico, a partire da quello scolastico, è l'unica vera grande opera utile al nostro
 Paese». Ma ciò che preoccupa ancora di più, in realtà, è l'organizzazione generale dopo gli aggiornamenti
 sugli organici di diritto del personale tecnico-amministrativo Ata, da parte del ministero: «I numeri di
 personale previsti sono fortemente insufficienti per fronteggiare gli importanti carichi di lavoro delle
 segreterie, tra l'altro impossibilitate a effettuare sostituzioni in caso di necessità, e il crescente numero di
 studenti nelle scuole della nostra provincia». IL SINDACATO segnala dunque il crescente numero di
 studenti nelle scuole provinciali: a settembre saranno 33.276, in pratica 569 giovani e 30 classi in piu'
 rispetto all'anno scorso. È alla luce di questo «significativo aumento che il personale tecnico e
 amministrativo assegnato non basta - dice Riso - Basti pensare che lo scorso anno scolastico l'organico di
 fatto era superiore di oltre 200 dipendenti rispetto al numero complessivo attualmente assegnato per il
 prossimo anno». In pratica, conclude allora la Flc-Cgil sui numeri, con l'organico di fatto dell'anno scorso
 c'erano 2.411 posti mentre con l'organico di diritto di quest'anno ne sono stati assegnati solo 2.199, «a
 fronte di un importante aumento del numero di studenti».

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 26/07/2017                                                                     12
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Pag. 4 Ed. Forli                                                                                        tiratura:133899

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  Restauri per oltre 2 milioni «In arrivo altri 49 alloggi»

  DAL PROSSIMO anno Acer metterà a disposizione 49 alloggi - al momento non abitati - dopo aver
  effettuato lavori di manutenzione. «Questo grazie a una convenzione firmata dall'amministrazione e
  dell'azienda casa. Impiegheremo quasi 1,4 milioni di euro in totale», spiega l'assessore comunale
  all'urbanistica Francesca Gardini. Un milione arriva dalla vendita di quattro alloggi Acer che si trovano nelle
  vie 1° Maggio, 24 Maggio e Bolognesi. Si tratta di villette edificate diverse anni fa e che, spiega il direttore
  di Acer Paolo Bergonzoni, «non si prestano a essere assegnati come edilizia residenziale pubblica. Ne
  abbiamo altri in vendita ma si procede lentamente, anche per valorizzarli di più». ALTRI 200mila euro sono
  il prodotto di una serie di economie realizzate dall'azienda casa provinciale; 116mila arrivano da un
  risparmio contrattuale di Acer. I 49 alloggi si trovano tutti a Forlì. SEMPRE con questa somma verrà
  finanziata la messa in sicurezza di cinque edifici, in corso della Repubblica, corso Garibaldi e piazza Gialli
  del Calvario. I lavori prevedono l'adeguamento impiantistico ed energetico e l'eliminazione delle barriere
  architettoniche. Non è tutto, perché, continua Gardini, con un finanziamento regionale da 1 milione di euro,
  «verranno realizzati interventi di efficientamento energetico e manutenzione straordinario». I cantieri
  verranno aperti in via Marsala 7 (spesa 300mila; ci sono una quarantina di alloggi già abitati da sistemare)
  e in corso Garibaldi (700mila euro per 65 alloggi al momento occupati). Tra le altre cose c'è in previsione la
  sistemazione degli infissi. Dunque, aggiunge Gardini, «contando i due finanziamenti, quello da 1,4 milioni di
  euro e il milione che ci arriverà dalla Regione Emilia Romagna, metteremo a disposizione con Acer, per
  alloggi di edilizia residenziale pubblica, una cifra importante: 2,4 milioni». COME già comunicato nelle
  settimane scorse dall'azienda casa di Forlì-Cesena, entro la fine dell'anno termineranno i lavori per
  costruire 28 alloggi di edilizia residenziale pubblica in via Pelacano. Gli appartamenti verranno poi
  consegnati nella primavera-estate del 2018. Parliamo di un intervento di 5 milioni di euro. Acer gestisce in
  tutta la provincia di Forlì-Cesena 4.500 alloggi. Risulta essere moroso circa un utente su dieci.

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 26/07/2017                                                                      13
26/07/2017                                                                                           diffusione:101787
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  EDILIZIA PREVISTI AUMENTI, MA L'AFFITTO DIMINUISCE PER CHI HA UN REDDITO FINO AI 7.500
  EURO
  Case popolari: cresce il canone per gli Isee più alti

  NUOVI canoni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica dal 1°ottobre. La modifica è frutto di un paio di
  delibere regionali che il Comune di Forlì recepirà in questi giorni con un voto in consiglio. L'aumento medio
  sarà del 9,07%. Una crescita che però andrà a incidere sulle fasce di Isee più alte. A Forlì occupano al
  momento alloggi 1.247 assegnatari, così divisi: 686 nella fascia di protezione A, con Isee fino a 7.500 euro
  (con le nuove regole per loro, in media, il canone diminuirà del 10,60%. Il canone minimo applicabile sarà di
  40 euro); 475 sono in fascia di accesso B (Isee tra i 7.500 e 15.140 euro; l'aumento medio sarà del
  19,12%); 86 occupano la fascia di permanenza C. Hanno cioè un Isee superiore ai 15.140 euro: per loro
  mediamente il canone crescerà del 21,01%. Ancora: il canone medio pagato da chi occupa una casa
  popolare (dato di dicembre 2016) è di 112,62 euro. Con il nuovo regolamento passerà a 129,96 euro
  (+9,07%, parlando in termini percentuali). Si abbasserà poi la soglia per mantenere il diritto di permanenza
  nell'alloggio: viene fissato a 24.016 euro di reddito Isee e a 49mila euro di reddito patrimoniale, rispetto
  all'attuale limite Isee di 34.308 euro, mentre non esistono limiti al patrimonio immobiliare. «Una delle novità
  del regolamento - spiega l'assessore al welfare del Comune, Raoul Mosconi - è quello che si andrà ad
  esaminare anche la situazione patrimoniale di chi occupa un alloggio». La Regione, nello specifico il vice
  presidente Elisabetta Gualmini, aggiunge il presidente di Acer Patrizia Graziani, «ha fatto il regolamento
  dopo una serie di incontri sia con le aziende casa di tutta l'Emilia Romagna che con i Comuni. Questo
  perché noi avevamo il polso del possibile impatto di questo provvedimento». Per Mosconi obiettivi di questa
  riforma «sono quelli di generare una maggior rotazione nell'edilizia residenziale pubblica per sostenere chi
  ha bisogno e procurare le risorse necessarie per ripristinare le case Erp».

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 26/07/2017                                                                     14
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Pag. 24 Ed. Benevento                                                                                      tiratura:53894

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 Confindustria
 Ferraro (Ance): «Segni di ripresa sale il fatturato»

 Segnali di ripresa per il settore edile del Sannio. Se ne è discusso nell'assemblea di Ance Benevento,
 convocata per fare il bilancio delle attività realizzate dalla squadra del presidente Mario Ferraro e per
 ragionare sulla programmazione da mettere in campo. «Ance - ha detto Ferraro- è la casa dei costruttori, il
 luogo del confronto e della crescita professionale. Supporta le imprese attraverso informazione,
 formazione, consulenza e assistenza. Sono stati introdotti lo sportello appalti e l'edil market, senza
 tralasciare servizi tradizionali: meteo, servizio urbanistica, lavori pubblici e servizi sindacali. Le sfide future
 sono: innovazione, rigenerazione urbana e "smart cities". Le porteremo avanti nel segno dell'etica, della
 serietà e dell'indipendenza». Presente ai lavori il presidente di Confindustria Benevento Filippo Liverini. Ma
 veniamo ai dati: il sistema produttivo sannita presenta un +8% prodotto dall'edilizia nel 2016 con 322 milioni
 di fatturato. Le imprese edili sono il 10,3% del totale provinciale con oltre 7000 occupati. Sono oltre 1200
 quelle registrate in Cassa edile, 75 sono associate ad Ance con un incremento di oltre il 44% nell'ultimo
 anno. Buono l'andamento dei lavori pubblici: per i bandi + 33,9% nell'ultimo anno, per gli importi messi in
 gara +8%. A proposito di cantieri, Maria Venditti di «Onlus Italia accessibile» ha lanciato un appello a
 progettisti e imprese affinché nel costruire si tenga conto del nodo delle barriere architettoniche. Poi è stata
 completata la squadra con l'elezione di Biagio Mataluni, Carmine Nardone, Angelo Pepe, Ambrogio
 Romano quali probiviri. I revisori garanti contabili titolari sono Mauro Regardi, Libero Iannella e Ida Palmieri,
 i supplenti Chiara Santosuosso e Luisa Perrotta. A chiusura dei lavori, come riconoscimento per il
 contributo fornito come revisore dei conti, è stata consegnata una targa a Mario Porcaro. ©
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 26/07/2017                                                                        15
SCENARIO ECONOMIA

18 articoli
26/07/2017                                                                                             diffusione:245885
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 Il caso Parigi: via la maggioranza a Fincantieri. Il no di Roma
 Battaglia navale Italia-Francia per il controllo dei cantieri
 Dario Di Vico

 Scontro tra Roma e Parigi sui cantieri navali Stx di Saint Nazaire. Il ministro
 dell'Economia francese chiede una «spartizione paritaria» per la società che controlla i cantieri, acquisita
 ad aprile da Fincantieri. Il governo italiano parla di offerta irricevibile: il controllo deve essere italiano.
 a pagina 26 Savelli
 Finirà che i francesi rimarranno vittime dei loro simboli, della narrazione che si sono imposti e che
 perseguono con costanza anche quando il buonsenso o le considerazioni di business consiglierebbero
 altro. Maggiore prudenza o comunque un modico tasso di flessibilità.
 Diciamolo una volta per tutte, il caso dei cantieri di Saint Nazaire non è questione di vita e di morte per la
 Francia, prima che arrivasse l'italiana Fincantieri c'erano i coreani a dettar legge. E non ci risulta che a Seul
 quando si insedia un nuovo capo dello Stato si suoni l'Inno alla gioia di Beethoven.
 E' dunque una mera questione di orgoglio nazionale a muovere il governo di Parigi, unita a un disprezzo
 delle regole dell'economia globale che gli americani hanno sempre rimproverato ai sostenitori della
 grandeur in un Paese solo. L'industria della cantieristica europea sta vivendo una nuova giovinezza grazie
 al boom delle crociere che per certi versi rimanda a un'inedita composizione anagrafica e culturale delle
 società occidentali. Nonostante però i successi di mercato la cantieristica non è un business che possa
 garantire agli azionisti e agli investitori buoni margini, fa lavorare tante persone tra cui molti migranti,
 riqualifica settori delle Pmi che rischiavano l'obsolescenza ma alla fine chiude bilanci risicati. Il
 consolidamento dell'industria europea delle navi serve dunque a dare a un settore labour intensive (ne
 abbiamo bisogno non solo in Italia) il giusto riconoscimento in maniera che possa muoversi con maggiore
 lungimiranza (investimenti) e forza contrattuale in un mercato nel quale gli asiatici non hanno nessuna
 intenzione di stare con le mani in mano.
 Quindi una fusione tra Fincantieri e Stx che fosse prigioniera della politica e di equilibri diplomatici e non
 desse piena autonomia al management si rivelerebbe nella pratica di tutti i giorni anti-economica, incapace
 di rappresentare un vero passo in avanti per la cantieristica europea.
 Sostenere la nascita di campioni europei non è dunque un braccio di ferro tra Paesi in cerca di richiamo per
 i rispettivi elettorati, non è un risiko dove contano le bandierine, è una condizione necessaria per competere
 nell'economia globale, per non rassegnarsi ad essere il Continente che seppe vincere solo nel Novecento.
 Che poi operazioni come quella disegnata da Fincantieri possano valere come test per l'industria della
 difesa europea aggiunge alla vicenda un valore strategico che Emmanuel Macron non dovrebbe snobbare.
 E se le imprese dovessero andare avanti concentrandosi nel business anche i governi potrebbero trovare il
 coraggio necessario per costruire la sicurezza comune. Che forse vale più del 2% di un cantiere ex-
 coreano.
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  I numeri del gruppo Bilancio consolidato 2016, tra parentesi i dati 2015 Le consegne previste per le navi da
 crociera nei prossimi anni 30 giugno 2017 effettuate 3 2017 5 2018 5 2019 4 2020 4 2021 2 oltre 2021 5
 Fonte: sito Fincantieri Corriere della Sera 60 milioni (-252 milioni) Risultato di esercizio ante proventi e oneri
 estranei alla gestione e non ricorrenti Risultato d'esercizio 14 milioni (-289 mln) in 4 continenti 20.000
 dipendenti -615 milioni (-438 mln) Posizione finanziaria netta Navi in portafoglio (al 31 dicembre 2016)
 Ricavi 4.429 mln (4.183 mln) 99 20 cantieri
 1,3 per cento la crescita dei ricavi

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 26/07/2017                                                                       17
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 per Fincantieri nel primo semestre
 11 milioni l'utile netto per Fincantieri nei primi sei mesi dell'anno
 4,36 miliardi di euro il valore complessivo degli ordini di navi

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 26/07/2017                                         18
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 Italia-Francia, alta tensione su Fincantieri «Accordo solo se avremo la
 maggioranza»
 Il governo di Parigi: preferiamo soluzioni paritetiche. Il Tesoro: le nostre condizioni
 Fabio Savelli

 Saint Nazaire finisce per incrinare i rapporti tra Roma e Parigi. I cantieri, storicamente attivi nella
 produzione di portaerei e navi da crociera, diventano il terreno di scontro tra i due governi. Ieri il ministro
 dell'Economia francese, Bruno Le Maire, per la prima volta ha dichiarato pubblicamente di preferire
 «soluzioni uguali, al 50 e 50» per Stx France, la società a monte dei cantieri affacciati sulla Loira. In
 cambio, come contropartita, Le Maire avrebbe prospettato all'Italia di accrescere la cooperazione in campo
 navale militare.
 La proposta trova l'esecutivo italiano - nonostante i colloqui telefonici (e gli incontri) tra il presidente
 francese, Emmanuel Macron, e il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni - assolutamente contrario. Fonti
 del ministero dello Sviluppo e del Tesoro, guidati da Carlo Calenda e Pier Carlo Padoan, ritengono l'offerta
 irricevibile. Perché l'operazione con cui Fincantieri ha rilevato ad aprile il 66,67% di Stx France dagli
 azionisti sudcoreani, Stx Offshore&Shipbuilding finiti in amministrazione straordinaria, era stata concertata
 con Parigi quando all'Eliseo c'era Francois Hollande. Un investimento di 79,5 milioni di euro, il cui esborso
 non è stato ancora effettuato perché in attesa di trovare uno schema azionario compiuto. Le stesse fonti
 rivelano che il governo italiano darebbe il via libera ad un'eventuale diluizione della quota di Fincantieri
 soltanto a condizione che il gruppo guidato da Giuseppe Bono resti azionista di controllo e che tale
 controllo venga, poi, esercitato in consiglio di amministrazione. D'altronde, è il ragionamento, a Roma non
 comprendono questo inatteso passo indietro dell'europeista e liberale Macron soprattutto in considerazione
 del fatto che fino a qualche mese fa i soci di controllo erano a ragione sociale sudcoreana.
 Parigi però avrebbe ancora la carta per rovesciare il tavolo. Entro sabato 29 luglio può tecnicamente
 esercitare la prelazione con la quale nazionalizzare Saint Nazaire. Con un costo economico altissimo. E
 uno schiaffo all'Europa unita.
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 26/07/2017                                                                    19
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 «Pensioni, la spesa aumenterà ancora» Casero: bastano due-tre tasse,
 non 150
 La Ragioneria: nel 2040 in previdenza il 16,3% del Pil. Il viceministro apre alla patrimoniale La ripresa
 Secondo il Fmi il Pil tornerà ai livelli pre crisi solo a metà del prossimo decennio
 Enrico Marro

 ROMA Alla vigilia del nuovo incontro tra il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e i leader sindacali sulla
 previdenza (l'appuntamento è per domani alle 17), la Ragioneria generale dello Stato lancia l'allarme
 sull'aumento della spesa pensionistica. Che avrà un incidenza maggiore del previsto sul prodotto interno
 lordo, anche a causa della bassa crescita dello stesso. Nel 2040 la cosiddetta gobba della spesa
 previdenziale, toccherà il massimo, raggiungendo il 16,3% del Pil, 0,8 punti percentuali in più delle vecchie
 stime.
 Un monito che suona come un freno alle tante ipotesi di correttivi alla riforma Fornero: dal blocco degli
 adeguamenti dell'età pensionistica alla speranza di vita, all'allargamento della platea dei beneficiari dell'Ape
 (anticipo pensionistico) social; dalla pensione contributiva di garanzia per i giovani, ai contributi figurativi per
 chi ha carriere discontinue.
 Il governo prenderà le sue decisioni con la legge di Bilancio per il 2018, ma è sempre più chiaro che i
 margini di intervento si restringono.
 Tra l'altro, il rapporto della Ragioneria sulle «tendenze di medio-lungo periodo della spesa previdenziale e
 sanitaria» stima, per in prossimi 20 anni, una riduzione del flusso netto degli immigrati rispetto alle
 precedenti previsioni, con effetti negativi sulla crescita del Pil (Prodotto interno lordo), dando così
 indirettamente ragione al presidente dell'Inps, Tito Boeri, che insiste sul contributo netto degli immigrati sui
 conti previdenziali.
 Dalle pensioni al fisco. Il viceministro dell'Economia, Luigi Casero, in un'audizione parlamentare, ieri ha
 affermato: «Il nostro è un Paese ancora a elevatissima evasione, tra le più elevate tra i Pesi europei
 concorrenti, e con un sistema fiscale farraginoso e complesso» mentre «in un sistema ideale dovrebbero
 esserci non 150 tasse, ma 2-3 grandi tasse: sui redditi, sui consumi e, se il Parlamento lo decide, una
 patrimoniale». Parole che sembrano quelle di un esponente dell'opposizione o dei sindacati. In realtà ieri è
 stato il Fondo monetario internazionale a suggerire che l'Italia potrebbe «ampliare la base imponibile e
 attuare una tassa moderna sulle proprietà immobiliari per ridurre il cuneo fiscale».
 Più in generale, il Fmi ritiene che il nostro Paese dovrebbe approfittare dell'attuale ripresa per ridurre il
 debito e continuare sulla strada delle riforme, dalla concorrenza alla pubblica amministrazione. La ripresa si
 rafforza, secondo gli economisti di Washington, ma il Pil italiano tornerà ai livelli pre-crisi solo a metà del
 prossimo decennio. Ieri, intanto, l'Istat ha certificato il boom del fatturato dell'industria, cresciuto del 7,6% in
 un anno, e degli ordinativi che sono saliti del 13,7%.
  © RIPRODUZIONE RISERVATA
  Fonte: Istat Maggio 2015-maggio 2017, indici corretti per gli effetti di calendario (base 2010=100) La
 ripresa MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC GEN FEB MAR APRMAG GIU LUG AGO SET OTTNOV
 DIC GEN FEB MAR APRMAG 115 105 95 85 75 65 55 45 2015 2016 2017 Volume del fatturato
 Produzione industriale +4,3% +1,5%
 Il dato
 La Ragioneria generale
 dello Stato ha calcolato che
 la spesa avrà un'incidenza maggiore del previsto sul Prodotto interno lordo, anche a causa della bassa
 crescita del Pil Nel 2040

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 26/07/2017                                                                         20
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  la gobba della spesa previdenziale toccherà il massimo, raggiungendo
  il 16,3% del Pil, lo 0,8% in più delle vecchie stime

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 «La frase di Draghi? Salvò l'euro» E gli investitori tornano in Grecia
 Cinque anni dopo «whatever it takes». Véron: l'eurozona è in ripresa, Italia inclusa
 Giuliana Ferraino

 «Nei limiti del nostro mandato, la Bce è pronta a fare qualsiasi cosa per salvare l'euro. E credetemi, sarà
 abbastanza», disse Mario Draghi a Londra il 26 luglio 2012, nel mezzo della crisi del debito sovrano che
 rischiava di frantumare l'eurozona. Cinque anni dopo la missione del presidente della Banca centrale
 europea appare compiuta e l'eurozona in ripresa. Lo spread tra i Btp decennali e gli analoghi Bund tedeschi
 ieri ha chiuso a 156 punti, il giorno del whatever it takes il differenziale aveva aperto a 520 punti, per
 terminare a 473, dopo le parole di Draghi. Un'altra conferma arriva dalla Grecia, tornata con successo a
 finanziarsi sui mercati per la prima volta dal 2014: Atene ha collocato bond a 5 anni per 3 miliardi di euro,
 raccogliendo oltre 6,5 miliardi di ordini, offrendo un interesse del 4,625%. Il primo ministro Alexis Tsipras ha
 parlato di «pietra miliare», mentre i bond quinquennali greci già in circolazione sono scesi al 3,1%,
 nell'anticipazione che la Bce includa i titoli greci nel programma di acquisti (QE).
 «Non credo che la Grecia sia pronta a finanziarsi affidandosi esclusivamente al mercato, ma il
 collocamento greco è una buona notizia e rappresenta un passo avanti. Il problema vero della Grecia però
 è che non funziona come un sistema normale per colpa dei suoi cattivi politici», sostiene Nicolas Véron, 45
 anni, senior fellow presso il think tank Bruegel di Bruxelles e anche al Peterson Institute for International
 Economics a Washington.
  Sul resto della zona euro, però, l'economista francese si dichiara piuttosto ottimista. «L'area della moneta
 unica è in piena ripresa, con alcuni Paesi che registrano una crescita robusta, ad esempio la Spagna. Il
 settore bancario europeo oggi è più stabile, sebbene il processo di pulizia abbia richiesto troppo tempo. E
 questo vale anche per Italia e Portogallo, nonostante il ritardo causato dagli errori nelle politiche nazionali
 del credito. Credo che presto la gente smetterà di parlare di banche zombie in Italia e in Portogallo. Questo
 mi rende ottimista sulle future prospettive di crescita di entrambi i Paesi. L'allocazione del credito
 funzionerà meglio».
  La svolta risale proprio all'estate del 2012. In maggio si erano tenute le elezioni in Grecia, ripetute poi un
 mese dopo. In Spagna la crisi bancaria si aggravava: se Madrid non avesse più avuto accesso al mercato,
 il rischio avrebbe potuto contagiare l'Italia, con conseguenze inimmaginabili. «È stata una sequenza: il 29
 giugno a Bruxelles il Consiglio Ue dei capi di Stato e di governo ha preso la decisione di dar vita a un
 meccanismo di vigilanza unico, con la leadership della Bce, per spezzare il circolo vizioso tra il sistema
 bancario e l'esposizione al debito sovrano. Era la premessa per l'Unione bancaria europea. Ha indicato
 inoltre la possibilità che un nuovo fondo di stabilità europeo intervenisse direttamente nella
 ricapitalizzazione delle banche in difficoltà. Così a luglio Draghi ha potuto pronunciare il suo famoso
 whatever it takes, il punto di svolta che ha cambiato l'umore del mercato. Draghi ha mandato un chiaro
 segnale che la Bce non solo si sentiva autorizzata ad agire, ma che gli impegni di fine giugno sarebbero
 stati mantenuti e l'eurozona sarebbe rimasta unita». L'Eurotower ha quindi annunciato l'Omt (Outright
 monetary transaction), uno strumento al quale non ha mai dovuto fare ricorso, grazie soprattutto alla
 credibilità del presidente Bce.
  Certo, non tutto è stato risolto. L'inflazione nell'area euro resta lontana del target Bce, vicino ma sotto al
 2%, nonostante il Quantitative Easing, il programma di acquisti della banca centrale dei titoli sul mercato, il
 costo del denaro a zero, gli interessi sui depositi bancari presso la Bce negativi (-0,4%), e le aste di prestiti
 agevolate alle banche. La disoccupazione è ancora alta in molti Paesi, Italia inclusa. Ma il peggio è alle
 spalle e l'eurozona sembra star meglio degli Sati Uniti (ieri l'euro è risalito ai massimi da oltre un anno,
 chiudendo a 1,17 sul dollaro). «La Bce però non può fare miracoli», sostiene Véron. Tra le cose incompiute

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 resta l'assicurazione sui depositi per completare l'Unione bancaria. Ma se ne potrà riparlare solo dopo le
 elezioni in Germania in settembre.
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  Il cambio euro-dollaro Corriere della Sera 2013 2014 2015 2016 2017 Ieri 1,17 1,4 1,3 1,2 1,1 1,0
 L'esperto
 Nicolas Véron, 45 anni, è un economista francese. È co-fondatore, insieme con Jean Pisani-Ferry, di
 Bruegel, think tank europeo costituito nel 2002 e specializzato in temi economici 26 luglio 2012 Mario
 Draghi: nei limiti del nostro mandato la Bce è pronta a fare qualsiasi cosa sia necessaria per salvare l'euro.
 E, credetemi, basterà
 Foto: Eurotower Il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi

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 PANORAMA
 Telecom, a Genish direzione operativa L'interim di Cattaneo a de
 Puyfontaine
 Antonella Olivieri

 Slitta ad agosto il nuovo assetto di vertice di Telecom Italia. Flavio Cattaneo conserverà ancora per qualche
 giorno le cariche di ad e dg, che poi dovrebbero passare ad interim al presidente esecutivo Arnaud de
 Puyfontaine. L'atteso manager israeliano Amos Genish sarà direttore operativo. pagina 21 Slitta ad agosto il
 nuovo assetto di vertice di Telecom Italia. Domani si riunisce il consiglio per l'esame della semestrale, ma
 Flavio Cattaneo conserverà la carica di ad fino a venerdì quando presenterà i conti agli analisti in
 conference call e la carica di direttore generale fino a fine mese. È da considerare poi che il board che
 martedì ha approvato a maggioranza • con il no dei cinque amministratori espressi dai fondi e il parere
 negativo (seppur non vincolante) del collegio sindacale • l'accordo per l'uscita anticipata dell'ad, con tanto di
 dote da 25 milioni, non ha fatto tempo ad avviare le procedure per la successione che prevedono sia
 conferito l'incarico a un cacciatore di teste per la valutazione delle candidature. Tutte le deleghe di
 Cattaneo dovrebbero passare dunque, ad interim, al presidente esecutivo Arnaud de Puyfontaine, che è
 anche ceo di Vivendi. Era successo anche la primavera scorsa quando il precedente ad, Marco Patuano,
 era stato sostituito un anno prima della scadenza del suo mandato. L'interim era stato preso dal presidente
 Giuseppe Recchi e le procedure avevano richiesto una decina di giorni per arrivare a ufficializzare la
 nomina di Cattaneo che peraltro era stato convocato un paio di voltea Parigi, insieme con altri manager che
 erano stati presi in considerazione per la posizione, per un colloquio con il vertice dell'azionista di mag•
 gioranza relativa che aveva vagliato le candidature in parallelo con la società. Ma la principale novità è che
 il vero capo azienda prescelto dai francesi, il manager israeliano Amos Genish, che da inizio gennaio è
 chief operating officer di Vivendi, potrebbe dover accontentarsi almeno per ora • di un ruolo inferiore a quello
 a cui sembrava destinato: chief operating officer, anzichè direttore generale. Il suo arrivo in Telecom è
 previsto comunque a breve: dovrebbe essere nominato lunedì o martedì. L'ipotesi di portare in Telecom
 Genish aveva già fatto emergere una serie di limitazioni. Per via della nazionalità • in quanto non italiano •
 non possono essere attribuite a Genish le deleghe sulla sicurezza e su Sparkle, la controllata che detiene
 la rete di cavi internazionali. Per via del patto di non concorrenza con Telefonica • che ha rilevato da Vivendi
 Gvt, la società brasiliana che ha contribuito a fondare e di cui era amministratore delegato • Genish non ha
 la possibilità fino a tutto l'anno prossimo di occuparsi del Brasile, dove Telecom è presente con Tim Brasil,
 ultima attività all'estero del gruppo che vent'anni fa era un impero. Ora sarebbero emersi anche altri
 impedimenti, non meglio specificati, che suggerirebbero di assegnargli un incarico diverso da quello di
 direttore generale. La spiegazione più semplice però potrebbe essere un'altra. La nomina a chief operating
 officer non deve passare dal consiglio e potrebbe essere, dun• que, lo stesso presidente esecutivoa farla.
 Nonè stato possibile ottenere da Vivendi un riscontro alle indiscrezioni, che pure risultano fondate. Non è
 chiaro se domani il consiglio Telecom avvierà anche le procedure per esaminare l'ipotesi di joint venture
 con Canal plus, la pay•tv di Vivendi, di cui ha dato conto De Puyfontaine nel cda di lunedì. Il presidente • che,
 appunto, è anche ceo di Vivendi • ha riferito di avere ricevuto una proposta dal management di Canal plus
 per esaminare la possibilità di una collaborazione con Tim nel campo dell'acquisizione di diritti televisivi
 (per esempio, film, serie tv, intrattenimento e sport), per produzioni e co•produzioni, per la dif• fusione di
 contenuti lineari e non lineari, tra cui pay•tv, video on demand e video on demand in abbonamento. Sarebbe
 necessario istruire una procedura per operazioni con parti correlate e il massimale degli importi per
 esentare l'operatività della società. Di certo si tratta di un campo minato da potenziali conflitti d'interesse,
 ma si tratterebbe anche del primo esperimento pilota di convergenza tra la media company transalpina e la
 partecipata Tim, che di competenze nel campo non ne ha nessuna. Ieri intanto Inwit, la società delle torri

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 per la telefonia mobile controllata al 60% da Tim e guidata da Oscar Cicchetti, ha diffuso i dati del
 semestre, chiuso con ricavi in aumento del 5,4% a 178,8 milioni, Ebitda cresciuto del 13,7% a 90,6 milioni e
 utile netto in aumento del 21,6% a 59,1 milioni. Da segnalare infine che Jp Morgan, che aveva assistito
 Telefonica nell'emissione e nella gestione del presito convertendo in azioni Telecom, ha comunicato alla
 Consob in data 18 luglio, una posizione aggregata nel capitale Tim del 3,723%, rappresentata in gran parte
 (3,078%) dal bond scaduto lunedì. Telefonica ha ceduto tutto il pacchetto sottostante pari al 5,74% del
 capitale ai detentori del bond che erano tenuti alla conversione al prezzo minimo di 86 centesimi. Le
 quotazioni di Borsa fino a pochi giorni fa oscillavano intorno a quota 80 centesimi, mentre ieri il titolo ha
 chiuso a 0,8575 euro, in rialzo dell'1,66%.
 Telecom
 Andamento del titolo a Milano 0,86 0,84 0,82 0,80 0,78 0,815 23/06 0,858 25/07

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 PANORAMA
 Borsa, al via road•show Elite•-Confindustria
 LUCA PEYRANO «Il gruppo sta rafforzando il suo posizionamento come piattaforma di sistema
 internazionale per il sostegno a crescita e raccolta di capitali» Boccia: «Strumento che fa compiere un salto
 dimensionale e culturale»
 Alberto Magnani

 Parte oggi a Belluno il roadshow Elite•Confindustria per selezionare le nuove società Elite. Il roadshow
 punta a sostenere le imprese attraverso l'accesso ai mercati dei capitali. pagina 25 Inizierà oggi, a Belluno,
 il road show EliteConfindustria per selezionare le nuove società nel circuito Elite: il programma
 internazionale di Borsa Italiana, attivo dal 2012 e mirato a «crescita e sviluppo delle imprese attraverso
 l'accesso ai mercati dei capitali e agli strumenti di finanza alternativa». Il tour prevede 30 tappe nelle sedi
 territoriali di Confindustria che hanno messo in funzione degli "Elite desk", sportelli che contribuiranno alla
 selezione dei candidati. Ad oggi il totale delle aziende iscritte supera le 600 unità, con 25 Paesi e 36 settori
 rappresentati, per un totale di oltre 50 miliardi di euro di ricavi aggregati e più di 215.000 posti di lavoro in
 tutta Europa (e oltre). Stando ai dati annunciati lo scorso maggio, la community ha già registrato oltre 100
 nuovi ingressi solo nell'anno in corso, aprendo le porte anche a marchi come l'impresa del caffè veneta
 Pellini e l'azienda It Teorema Engineering. Gli obiettivi sono anche più ambiziosi, visto che l'amministratore
 delegato di Borsa Italiana Raffaele Jerusalmi ha annunciato sempre a maggio l'intenzione di «raggiungere
 1000 imprese in tempi rapidi». Un'accelerazione che potrebbe passare anche dall'itinerario intrapreso oggi,
 pensato proprio per avvicinare le aziende alla comunità di eccellenze imprenditoriali. Per ogni singola
 tappa, a quanto comunica Elite, le imprese avranno la possibilità di farsi conoscere e ambire a una
 «nomination» per l'ingresso già nel corso del 2017. Sempre nel vivo del road show verrà firmata la
 partnership "EliteConfindustria" tra Elite e le associazioni confindustriali radicate sul territorio, con l'obiettivo
 di favorire il più possibile l'avvicinamento di imprese locali al programma. I criteri di selezione restano gli
 stessi: «modello di business solido» e una «chiara strategia di crescita». La struttura di Elite procede poi a
 dare accesso a «opportunità di finanziamento, migliorare la visibilità e attrattività delle imprese, metterle in
 contatto con potenziali investitori e affiancare il management in un percorso di cambiamento culturale e
 organizzativo». Luca Peyrano, amministratore delegato di Elite, spiega che la società sta spingendo su una
 dimensione sempre più internazionale: «Il gruppo sta rafforzando sempre più il suo posizionamento come
 piattaforma di sistema internazionale per il sostegno alla crescita e la raccolta di capitali - dice Per questo
 siamo sempre più convinti dell'importanza di continuare a selezionare le migliori aziende in tutto il mondo».
 Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, conferma l'obiettivo di voler raggiungere mille imprese iscritte
 «entro il 2018» anche grazie alla rete di sportelli diffusi sul territorio. E ribadisce la fiducia per il programma
 Elite come leva di crescita: uno strumento che funziona «perché consente alle imprese di compiere quel
 salto culturale e dimensionale che serve a competere senza complessi d'inferiorità sui mercati nazionali e
 internazionali». Dopo l'inaugurazione di oggi, le prossime tappe sono previste a Mantova (19 settembre),
 Matera (27 settembre), Novara (29 settembre), Brescia (2 ottobre), Catania (12 ottobre), Cagliari (19
 ottobre) e Bari (25 ottobre). Il resto del programma è in via di definizione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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 PANORAMA
 Michael Kors supervaluta Jimmy Choo a 1,2 miliardi
 Giulia Crivelli

 Le scarpe di alta gamma Jimmy Choo sono passate da Jab Holdingsa Michael Kors, simbolo del lusso
 accessibile americano, per 1,2 miliardi di dollari cash: una supervalutazione. Crivelli pagina 21 pIl gruppo
 che ha venduto ha fatto un affare. L'azienda quotata che ha comprato chissà. Le scarpe di alta gamma
 Jimmy Choo sono passate da Jab Holdingsa Michael Kors, simbolo del lusso accessibile americano, per
 1,2 miliardi di dollari cash. Nel dettaglio, Michael Kors pagherà a Jab Holdings 230 pence per azione:
 Jimmy Choo è quotata a Londra da poco più di un anno e ieri ha chiuso a +17,05% a 228 sterline.
 L'enterprise value (Ev) è dunque di 1,35 miliardi di dollari, circa un miliardo di sterline o 1,15 miliardi in
 euro. Jab Holdings, che aveva una quota di poco inferiore al 70% di Jimmy Choo, può essere soddisfatta:
 l'annuncio che il marchio fosse in vendita era arrivato alla fine di aprile e gli analisti avevano fissato il suo
 valorea circa 800 milioni di euro (si veda Il Sole 24Ore del 25e 26 aprile). Come sottolineato da Luca Solca
 di Exanea pochi minuti dall'annuncio dell'operazione - che si completerà entro l'anno - i dati indicano un
 enterprise value pari a 2,5 volte il fatturato 2017 e 22 volte l'indice Ev/ Ebit. Non solo: 230 pence per azio•
 ne equivalgono a un premio del 18% sulla chiusura di lunedìa Londra. Ora Jab può sperare di fare
 operazioni altrettanto vantaggiose con gli altri marchi del lusso che ha in portafoglio e vuole vendere:
 Belstaff (rumor indicano un interesse della Otb di Renzo Rosso) e Bally (accessori). Di altri marchi (Derek
 Lam, Zagliani e Solange Azagury•Partridge per i gioielli), Jab siè già disfatta. La holding fa capo alla famiglia
 tedesca Reimann, tra le più ricche di Germania, grazie al controllo del colosso della cosmetica Cotye a
 quello del largo consumo Reckitt Beckinser, che controlla brand come Vanish, Scholl, Nurofen. Poi c'è il
 caffè: Jab possiede catene di caffetterie in Nord Europa e Stati Uniti. Il lussoè stato una de• lusione:
 Belstaffe Bally non hanno mai raggiunto il pareggio, Jimmy Choo ha una buona redditività ma cresce meno
 del previsto. Nel 2014 i ricavi erano saliti del 12%, nel 2016 si è passati al +2% e l'utile è calato del 20%a
 15,4 milioni di sterline. È da vedere se Michael Kors saprà invertire la tendenza: i posizionamenti sono
 diversi e così i core business. Il marchio americanoè di fascia medio•altae fortissimo nelle borse da donna.
 Jimmy Choo, amato da Lady Dianae reso famoso dalla serie tv «Sex and the City», è in quella alta, con
 prezzi che partono da 500 euro ed è specializzato in scarpe di lusso da donna, un mercato doppio,a livello
 globale - come sottolineato ieri dagli analisti di Euromonitor - rispettoa quello delle calzature maschili di alta
 gamma. «Negli ultimi tre anni Jimmy Choo è cresciuto più nell'uomo che nella donna, ma non abbastanza
 da trainare i ricavi. Resta l'incognita Brexit, visto che la societàè quotataa Londra». Se la City per ora ha
 gradito l'operazione, Wall Street un po' meno: le azioni Michael Kors non si sono praticamente mosse.
 Foto: Direttore creativo. Sandra Choi (a sinistra) continuerà a guidare l'ufficio stile. Qui sopra, un negozio
 Jimmy Choo

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