ANIEM Rassegna Stampa del 18/05/2017

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ANIEM
   Rassegna Stampa del 18/05/2017

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INDICE
SCENARIO EDILIZIA
   18/05/2017 Il Sole 24 Ore                                                              12
   Sicilia paralizzata dai vincoli

   18/05/2017 Il Sole 24 Ore                                                              14
   Le infrastrutture restano al palo

   18/05/2017 Il Sole 24 Ore                                                              15
   Nuove residenze per studenti a Bologna

   18/05/2017 Il Sole 24 Ore                                                              17
   Migliorano i pagamenti nell'edilizia

   18/05/2017 Il Foglio                                                                   18
   La manovrina che affosserà la locazione turistica italiana

   18/05/2017 QN - La Nazione - Umbria Terni                                              19
   Edilizia pubblica: nove alloggi disponibili per le famiglie sfollate

SCENARIO ECONOMIA
   18/05/2017 Corriere della Sera - Nazionale                                             21
   L'Italia dei 35enni ancora con i genitori Soltanto il Giappone ha più anziani di noi
18/05/2017 Corriere della Sera - Nazionale                                            23
  Bruxelles mette sotto accusa l'Italia «Ignorati i richiami sui motori Fca»

  18/05/2017 Corriere della Sera - Nazionale                                            25
  Le (strane) indagini della Ue solo sui diesel e l'attacco concentrico all'industria
  dell'auto

  18/05/2017 Corriere della Sera - Nazionale                                            26
  Export trainato dalla Cina Ai massimi da sei anni

  18/05/2017 Corriere della Sera - Nazionale                                            28
  Mazzucchelli: «E adesso l'Italia può diventare la sorpresa d'Europa»

  18/05/2017 Corriere della Sera - Nazionale                                            30
  Alitalia in vendita intera o a pezzi I compratori? Solo in regola con l'Iva

  18/05/2017 Il Sole 24 Ore                                                             31
  I rimborsi fiscali saranno più rapidi: 30 giorni in meno

  18/05/2017 Il Sole 24 Ore                                                             33
  Mps, piano in dirittura d'arrivo L'ok atteso la settimana prossima

  18/05/2017 La Repubblica - Nazionale                                                  35
  Hacker al videogame punti virtuali, soldi veri

  18/05/2017 La Repubblica - Nazionale                                                  37
  Addio borghesia e operai ecco le 9 nuove classi sociali*

  18/05/2017 La Repubblica - Nazionale                                                  41
  AAA, vendesi Alitalia. Anche fatta a pezzi

  18/05/2017 La Repubblica - Nazionale                                                  42
  Gentiloni e Vladimir, intesa su Libia e affari*

  18/05/2017 Panorama                                                                   43
  Calenda, il ministro solo al comando

  18/05/2017 Panorama                                                                   45
  OSCAR FARINETTI IL FUTURO STA IN UN RIASSUNTO

SCENARIO PMI
  18/05/2017 Il Sole 24 Ore                                                             48
  La produttività cresce dove c'è la tecnologia

  18/05/2017 Il Sole 24 Ore                                                             49
  La divergenza economica del grande asse politico
18/05/2017 Il Sole 24 Ore                                                        51
Cuneo rilancia l'economia locale

18/05/2017 Il Sole 24 Ore                                                        52
Paciotti rafforza i negozi all'estero

18/05/2017 Il Sole 24 Ore                                                        53
Hub europeo dei sistemi di visione

18/05/2017 Il Sole 24 Ore                                                        54
Welfare aziendale, pronto un milione

18/05/2017 La Stampa - Nazionale                                                 55
Boom dei piani di risparmio Entro l'anno 10 miliardi per finanziare le imprese

18/05/2017 La Stampa - Biella                                                    56
Terre Alte, una scommessa da 4 milioni
SCENARIO EDILIZIA

6 articoli
18/05/2017                                                                                             diffusione:107465
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 MEZZOGIORNO / ALL'INTERNO / Industria
 Sicilia paralizzata dai vincoli
 Nino Amadore

 pagina 16 Sicilia paralizzata dai vincoli PALERMO C'è la grande impresa che ha da tempo programmato un
 investimento per rendere più sicura e efficiente la rete elettrica regionale, l'azienda del Nord che ha
 pianificato in Sicilia investimenti sul fronte delle energie rinnovabili e ci sono decine e decine di piccole
 imprese che attendono solo un via per fare investimenti pianificati da tempo. Per non parlare poi di opere
 pubbliche,a volte anche strategiche, già finanziate ma ferme. C'è chi ha fatto una stima per difetto e ha
 calcolato in quasi due miliardi di euro gli investimenti bloccati in Sicilia. Un conteggio che, ovviamente, non
 comprende alcune grandi opere pubbliche strategiche (si veda articolo sotto) che restano ferme peri più
 vari motivi. La Sicilia è una regione che appare ferma, in balia di procedure lente e di innovazioni, si fa per
 dire, legislativeo regolamentari che bloccano tutto piuttosto che aiutare. Con situazioni paradossali e
 situazioni veramente kafkia• ne. Sotto accusa, in particolare, vi sono i Piani paesaggistici che fanno capo
 all'assessorato regionale ai Beni culturali, entrati in vigore negli ultimi anni. Con non pochi problemi: in molti
 casii vincoli cadono su opifici industriali già esistenti e costruiti anche da parecchi anni, in altri casi invece
 hanno stravolto l'iter autorizzativo di opere programmate molto tempo prima della loro entrata in vigore. È il
 caso, ma non certamente l'unico, della provincia di Ragusa dove i vincoli del Piano paesaggistico hanno
 paralizzato la ricercae il successivo sfruttamento di idrocarburi con il risultato di paralizzare investimenti per
 un centinaio di milioni, facendo mancare incassi derivanti da possibili royalties e da contributi straordinari
 che secondo stime ammonterebberoa oltre 4,5 milioni. Se neè reso conto l'assessorato regionale al•
 l'Energia che ha apertamente contestato il Piano paesaggistico. Il caso Ragusa è solo uno strapuntino
 rispetto al resto. Si prenda il caso degli investimenti di Terna che da anni provaa chiudere l'anello di 380 Kv
 che potrebbe dare stabilità e efficienza alla rete elettrica isolana, portando anche benefici di non poco conto
 a imprese e famiglie soprattutto dopo l'entrata in esercizio dell'elettrodotto Sorgente•Rizziconi che ha
 raddoppiato il collegamento elettrico tra la Sicilia e la Calabria. Terna ha messo sul piatto un investimento
 di 800 milioni solo per completare l'anello dell'elettrodotto da 380 Kv ma in qualche caso dal varo del piano
 di investimenti sono passati oltre dieci anni: è il caso, per esempio, dell'elettrodotto Paternò•Priolo il cui
 avvio della concertazione per la localizzazione dell'opera risale al 2006. Ebbene, in questo caso l'iter
 autorizzativo si trova in una situazione di stallo proprio a causa del Piano paesaggistico di Siracusa
 adottato mentre era in corso il procedimento di Valutazione di impatto ambientale Cosa si sono persi, nel
 frattempo, i siciliani? Non poco visto che la realizzazione di questo elettrodotto consentirebbe l'eliminazio•
 ne delle congestioni che si registrano sulle linee di collegamento tra due poli industriali importanti: quello di
 Priolo e quello di Catania. Ma soprattutto, tra le altre cose, non è avvenuto l'incremento di 500 Mw di
 capacità di produzione da fonte efficiente che avrebbe comportato un beneficio annuale per i cittadini di
 circa 50 milioni. Stesso discorso vale per un altro pezzo di quest'opera che tutti giudicano strategica ma
 che continua a rimanere impantanata: l'elettrodotto AssoroSorgente2•Villafranca, bloccato dai Piani
 paesaggistici in fase di concertazione. E meriterebbe un piccolo approfondimento la vicenda
 dell'investimento di A2a nell'area industriale di San Filippo del Mela, nel messinese, per la riqualificazione
 della vecchia centrale elettrica in un polo energetico integrato che prevede, tra le altre cose, la
 realizzazione di un termovalorizzatore per la trasformazione di Css (combustibile solido secondario) in
 energia: investimento previsto in questo caso di 180 milioni circa. Anche qui le cose, però, vanno
 abbastanza a rilento e anche in questo caso l'investimento si incrocia coni divieti del piano paesaggisti• co in
 una vicenda che, se possibile, la burocrazia ha fin qui atto di tutto per complicare. Per non parlare poi di
 decine di piccoli investimenti da uno o due milioni fermi alla commissione Via regionale cheè «stata

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 costituita da poco • spiegano dall'assessorato regionale al territorio • e che dunque deve avere il tempo di
 entrare a regime». Ma intanto alcune di queste aziende, in mancanza del parere della commissione,
 rischiano di essere penalizzate anche per la partecipazione ai bandi Ue. Abbiamo finito? Per nulla.
 All'elenco vanno aggiunti gli investimenti turistici bloccati a Siracusa: si tratta di interventi sulla costa e
 legati alla portualità il cui valore complessivo si avvicina a 500 milioni per un totale, secondo stime, di oltre
 mille posti di lavoro stabili a regime. In questo caso gli interventi più significativi riguardano la costruzione di
 due approdi turistici (uno che faceva capo alla società Acqua Marcia di Francesco Caltagirone oggi all'asta e
 l'altro alla Spero, società che fa capo alla famiglia Di Stefano), per non parlare degli investimenti alla
 Penisola Maddalena e ad Ognina, sempre sulle coste siracusane.
 I NUMERI 800 milioni Rete ad alta tensione Le risorse programmate da Terna per completare l'anello da
 380 Kv in Sicilia 180 milioni Il termovalorizzatore L'investimento pianificato da A2A per il termovalorizzatore
 nel messinese 100 milioni Gli idrocarburi Le risorse bloccate in provincia di Ragusa sul fronte petrolifero
 500 milioni Il turismo I fondi fermi a Siracusa e destinati ai porti turistici e altre strutture ricettive 1miliardo
 Opere pubbliche La stima fatta da Ance per opere stradali, autostradali e della depurazione

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 Il caso. Il monitoraggio di Ance Sicilia: strade e autostrade strategiche per l'isola ma i progetti vanno a
 rilento
 Le infrastrutture restano al palo
 N.Am.

 PALERMO A conti fatti balla oltre un miliardo di euro. Tutte risorse già disponibili per alcune infrastrutture
 importanti della Regione come, solo per fare un paio di esempi, il collegamento autostradale
 Catania•Ragusa oppure il collegamento tra Trapani e Mazara del Vallo. Al tema l'Ance Sicilia, l'associazione
 dei costruttori di cui è presidente Santo Cutrone, ha dedicato un ampio dossier segnando tutte le criticitàe
 le cause di rallentamento. Ovviamente trattandosi di opere pubbliche i piani paesaggistici non hanno alcuna
 responsabilità ma come è possibile vedere i problemi non mancano. In un settore come quello dell'edilizia
 che dal 2007 a oggi ha perso oltre centomila posti di lavoro: «Nel 2016 il comparto siciliano delle
 infrastrutture ha ricevuto 1.142 gare in meno per una perdita di1 miliardoe 142 milioni di euro rispetto al
 2007» spiega il presidente che nelle scorse settimane ha chiesto aiuto anche al presidente della
 Repubblica Sergio Mattarella. Una decisione presa dall'Ance Sicilia al termine di una riunione in cui ha «ha
 stigmatizzato il comportamento della classe politica e della burocrazia regionali, palesemente nemico dello
 sviluppo dell'Isola». L'opera più importante, tra quelle selezionate dall'Ance, è la Ragusa•Catania sia per il
 valore (815 milioni) che per l'importanza strategia: l'ultimo aggiornamento della scheda risale al6 aprile,
 giorno in cui è stato dato avviso di av• vio del procedimento di approvazione del progetto definitivo con
 procedura di verifica di ottemperanza e dichiarazione di pubblica utilità. In questo caso l'Ance alla voce
 criticità scrive: rispetto delle scadenze previste dall'iter amministrativo in considerazione delle attività
 complesse del progetto. Altra infrastruttura ritenuta importanteè il collegamento Trapani•Mazara del Vallo
 che vale 134 milioni. In questo caso di certo, spiegano dall'Ance, c'è che manca la firma da parte di regione
 siciliana, Anase ministeri competenti dell'Apq rafforzato strade che è stato annunciato a novembre dell'anno
 scorso e trasmesso dalla regione alle parti. Altra opera è un lotto della cosiddetta Nord•Sud che dovrebbe
 collegare Santo Stefano di Camastra in provincia di Messina a Gela, nel nisseno: vale 96 milioni. In questo
 caso manca la copertura finanziaria da parte della regionee mancano le firme all'Apq.

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/05/2017                                                                       14
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CASA PLUS 24

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 Focus città
 Nuove residenze per studenti a Bologna
 paola pierotti

 pag. 21 Nuove residenze per studenti a Bologna Rigenerazione del patrimonioe conversione di aree
 dismesse: il futuro di Bologna va in questa direzione con qualche operazione ai blocchi di partenza e con
 altre ancora da definire, in attesa di consenso e approvazioni. Alla Bolognina, nell'area dell'ex mercato
 Navile l'amministrazione è impegnata a portare a termine alcune opere pubbliche. «Con i fondi del Piano
 Città - racconta Valentina Orioli, assessore all'urbanistica - stiamo realizzando un centro civico e
 riqualificando la cosiddetta Tettoia Nervi,e si aprirà presto una casa della salute. Portiamo avanti la parte
 pubblica per stimolare gli interventi privati». Intanto proprio di fronte al municipio partiranno a breve i lavori
 per un nuovo The Student Hotel, con un concept dell'architetto Matteo Fantoni e il definitivo sviluppato dallo
 studio locale Open Project che curerà anche la direzione lavori. «Si tratta di un recupero, un ex palazzo
 Telecom che precedentemente era stato anche una fabbrica di 15mila mq di superficie - raccontano da
 Open Project - e che ospiterà, nell'ambito di una struttura alberghiera, 350 stanze per 620 posti letto
 complessivi». Riqualificazione energetica e sopraelevazione di un piano, 3mila mq aggiuntivi, per la catena
 olandese che sta via via entrando nel nostro Paese con diverse strutture nelle principali città universitarie.
 Sarà pronto per l'anno accademico 2018-2019, non lontano dall'ostello We Bologna ricavato all'interno di
 un Ferrhotel. «Il tema degli studentati è sotto i riflettori - commenta l'assessore Orioli - tanto che il nuovo
 rettore ha proposto un piano edilizio attraverso il quale prevede che in ogni sede dell'ateneo ci sia una
 quota di residenze universitarie; e altri soggetti, anche internazionali, hanno già manifestato il proprio
 interesse intercettando i finanziamenti statali disponibili per queste iniziative». Sul fronte delle ex caserme
 si attendea giorni l'aggiudicazione del concorso di progettazione per la riconversione dell'ex Sani promosso
 da Cdp sgr: in lizza ci sono 5 gruppi e a valle dell'assegnazione del masterplan urbano, Cdp valuterà se
 attuare l'intervento o se coinvolgere altri partner. In sospeso resta il futuro delle ex caserme Stamoto e
 Staveco. Negli ultimi mesi però il ministero della Giustizia ha ipotizzato la realizzazione di una cittadella
 giudiziaria all'ex Stamoto, chiedendo la disponibilità al Demanio. L'Ateneo bolognese intanto ha rinunciato
 al riuso dell'ex Staveco. «L'università siè ritirata- ha ribadito l'assessore Orioli - e tornando nella
 disponibilità del Comune cercheremo di concentrare in quest'area delle funzioni pubbliche, con un progetto
 di valorizzazione multifunzionale». Oltre le mura i fari sono puntati sull'ex Navile e sul Lazzaretto e per il
 fattivo decollo immobiliare di quest'ultima area si attende l'approvazione della variante urbanistica.
 «Abbiamo interrato l'elettrodotto, si sta completando il people mover e con il nuovo svincolo - aggiunge
 l'assessore all'urbanistica - sarà ampliato il sistema della tangenziale voluto da Autostrade. Quella zona
 presto diventerà davvero appetibile». I privati, come la Zucchini Costruzioni, aspettano da tempo che la
 variante venga approvata: «Qui abbiamo fatto un grosso investimento e attendiamo il via libera dal Comune
 - dichiara l'ingegner Carlo Zucchini, amministratore dell'omonima impresa - intanto però stiamo
 proseguendo con la trasformazione dell'area Sasib, di fronte all'ippodromo». In questo caso si tratta di un
 intervento di ristrutturazione edilizia, di una vecchia area industriale, dove sono già stati realizzati due
 fabbricati a uso uffici e si sta lavorando alla seconda fase residenziale. «In tutto saranno otto edifici con 240
 appartamenti, siamo in cantiere con i primi 60 che saranno pronti per metà 2018 - aggiunge l'imprenditore -
 e andranno sul mercato a cifre dell'ordine dei 3.300 euro/mq. Case in classe A, antisismiche, con
 fotovoltaico che stanno trovando una buona risposta su un mercato che lentamente si sta riprendendo».
 Residenze e studentati sono temi all'attenzione da anni, a Bologna invece il turismo è in un certo senzo una
 novità e in occasione del Mipim di Cannes non sono stati pochi gli investitori che hanno guardato con
 interesse alla riconversione di palazzi storici in strutture alberghiere. Su questo tema, secondo
 indiscrezioni, c'è una catena tedesca impegnata in queste settimane nella valutazione di alcuni studi di

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/05/2017                                                                       15
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CASA PLUS 24

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 fattibilità. «Anche per la diffusione di iniziative come quella di Airbnb - ha concluso l'assessore Orioli - va
 riorganizzata al più presto in città la domanda e l'offerta per turisti e studenti».
 Foto: Rendering. Come sarà il nuovo The Student Hotel di Bologna

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 dati cribis
 Migliorano i pagamenti nell'edilizia
 Adriano Lovera

 La puntualità dei pagamenti fotografa una situazione di ripresa del mercato dell'edilizia. A fine marzo il
 41,1% delle 708.700 imprese analizzate ha saldato i fornitori alla scadenza, meglio rispetto alla media
 dell'industria italiana ferma al 35,6%, dato che colloca il nostro Paese tra gli ultimi in Europa, distantissimo
 dalla virtuosa Germania dove l'81% delle fatture viene pagato con regolarità. Restando all'edilizia, un'altra
 dinamica positiva riguardai ritardi gravi, diminuiti del 9,6% rispetto alla rilevazione dell'anno scorso, mentre
 il 48,5% dei ritardi viene comunque risolto entro un mese. A diffondere i dati è lo Studio Pagamenti
 realizzato da Cribis (gruppo Crif). «Le aziende che hanno ottenuto le migliori performance - commenta
 Marco Preti, ad Cribis - sono quelle che hanno utilizzato la gestione del credito come uno dei parametri di
 segmentazione della clientela. La puntualità dei pagamentiè diventata un elemento chiave per ottimizzare i
 flussi di cassa e individuare i clienti da fidelizzare». Certo, si tratta ancora di segnali di fragili. Rispetto al
 2010, ad esempio, i pagamenti puntuali sono ancora indietro del 2,2%, mentre i ritardi oltre il mese sono
 ancora a un livello doppio. Entrando nel dettaglio del settore, è il comparto degli installatori a godere di
 maggior salute, con una puntualità del 42,8%, seguito dai costruttori con il 37,3%, mentre l'edilizia
 specializzataè ferma al 31,8%.I costruttori di edifici, invece, sono in difficoltà: la puntualità in questi ultimi
 anni è calata dell'11,6% mentre all'oppostoi ritardi gravi sono esplosi (+142,6%). Quanto alla distribuzione
 geografica, anche questa statistica mostra lo sbilanciamento noto tra aree del Paese, con il Nord Est dove
 addirittura il 52,2% delle imprese onora le fatture a scadenza, contro il 46,2% del Nord Ovest, il 38,7% del
 Centro e il 24,5% di Sud e isole.

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 • L'assurdità di una norma che renderà impossibili gli affitti brevi. Un bel problema per un paese che punta
 molto sul turismo
 La manovrina che affosserà la locazione turistica italiana
 Giorgio Spaziani Testa*

 Al direttore - Questa settimana, alla Camera, saranno esaminate le proposte di modifica a una norma della
 "manovrina" che ha previsto un prelievo alla fonte dell'imposta sul reddito dovuta sui canoni percepiti per gli
 affitti di durata fino a 30 giorni. La nuova regola dovrebbe essere più che sufficiente a tranquillizzare tutti
 coloro che - per interesse o per sentito dire - sentenziano un giorno sì e l'altro pure che la locazione breve,
 in particolare quella a scopi turistici, sarebbe il regno del sommerso. Di fatto, attraverso l'obbligo di ritenuta
 in capo ad agenti immobiliari e portali web come Airbnb, evadere il fisco in questo settore diventa
 impossibile (anche se, allo scopo, sarebbe sufficiente l'obbligo, pure previsto, di comunicare all'Agenzia
 delle entrate i dati relativi ai contratti). Sennonché, tutto ciò non basta a due categorie di soggetti: i fanatici
 della regolamentazione e i soggetti mossi da interessi. Della prima categoria fanno parte coloro che -
 quando notano un fenomeno economico o sociale, in questo caso l'affitto per finalità turistiche - hanno
 come primo riflesso quello di limitarlo, recintarlo, metterlo sotto controllo. Non ne colgono gli elementi
 virtuosi, le potenzialità di stimolo all'economia, l'occa sione di sviluppo del paese, no: ne rilevano solo i
 pericoli, i rischi, le incognite. Alla seconda categoria appartengono quelli che dal "fenomeno" si sentono
 minacciati e quindi cercano di respingere gli "intrusi" dal loro orticello. Nel caso degli affitti turistici, questo
 ruolo viene svolto da esponenti del settore alberghiero, che proprio in questi giorni hanno diffuso numeri
 tanto eclatanti quanto privi di fondamento sul presunto sommerso nel turismo, che Confedilizia ha smentito
 in modo inequivocabile (tutti i dettagli sul sito confedilizia.it). Il risultato di questa alleanza tra fanatici della
 regolamentazione e operatori interessati è racchiuso in un faldone di quasi 120 pagine zeppo di
 emendamenti finalizzati a "regolamentare" il "fenomeno". Un festival di prescrizioni che non hanno altro
 scopo se non quello di scoraggiare l'eser cizio del diritto di proprietà attraverso la locazione, a partire dalla
 folle equiparazione degli appartamenti affittati alle strutture ricettive. C'è, naturalmente, il solito registro, al
 quale dovrebbe iscriversi - presso l'Agen zia delle entrate - persino la famiglia che decidesse di affittare la
 casa al mare per una settimana all'anno o la signora che volesse ospitare dei ragazzi in una camera della
 sua casa. C'è chi richiede - sempre a carico di quella famiglia o di quella signora - l'obbli go di stipulare una
 polizza assicurativa e di inviare al comune una "segnalazione certificata di inizio attività" (ma quale?)
 contenente una sfilza di informazioni, fra cui "la posizione di ogni unità abitativa utilizzata per l'esercizio
 dell'attività, comprensiva di comune, via, numero civico, scala, piano, interno, coordinate geografiche
 espresse in gradi decimali e nominativo indicato sul citofono". Il tutto, non prima di aver acquistato "un
 adeguato numero di estintori portatili" conformi al decreto tal dei tali. Se qualche proprietario non avesse
 ancora compreso che deve smetterla con gli affitti brevi, c'è pronto un altro emendamento: stabilisce che
 "gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziari hanno facoltà di accedere in qualsiasi ora nelle unità immobiliari
 destinate all'eserci zio dell'attività di locazione breve". In qualsiasi ora, così dice. Chissà come saranno
 contenti i turisti stranieri quando si spargerà la voce che potranno subire irruzioni notturne in casa (senza
 neppure poter invocare la legittima difesa...). Il concetto è chiaro: per tentare di proteggere una categoria, si
 vuole affossare la locazione turistica (o condannarla al sommerso). In un paese a vocazione turistica.
 Siamo fantastici, no? * Presidente Confedilizia

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Pag. 15 Ed. Umbria Terni                                                                               tiratura:102414

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  SPOLETO
  Edilizia pubblica: nove alloggi disponibili per le famiglie sfollate

  - SPOLETO - NOVITA' in arrivo per chi ha perso la casa a seguito del terremoto. Nove alloggi di edilizia
  residenziale pubblica saranno a disposizione di altrettanti nuclei familiari che attualmente sono ospitati nelle
  strutture alberghiere del territorio, a causa della inagibilità della propria abitazione per le conseguenze del
  sisma. Lo stabilisce, con la determinazione dirigenziale n. 385 del 16 maggio, il Comune guidato dal
  sindaco Fabrizio Cardarelli (nella foto): di fatto si prevede «l'assegnazione temporanea per emergenza
  abitativa di nove alloggi di edilizia residenziale sociale pubblica, attualmente disponibili, a favore di
  altrettanti nuclei familiari residenti nel Comune di Spoleto e ospitati nelle strutture alberghiere
  convenzionate con la Regione». Attenzione alle date: la domanda, a pena di esclusione, deve essere
  presentata entro la scadenza delle 13 di venerdì 26 maggio, negli uffici della direzione Servizi alla Persona,
  in via San Carlo 1, a Spoleto. E non farà fede il timbro postale. Il modello di domanda può essere scaricato
  dal sito del Comune, www.comunespoleto.gov.it, oppure reperito nelle uffici comunali.

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SCENARIO ECONOMIA

14 articoli
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 L'Italia dei 35enni ancora con i genitori Soltanto il Giappone ha più
 anziani di noi
 L'Istat: cresce la disuguaglianza, niente sport per il 40%
 Alessandra Arachi

 ROMA La classe operaia non va più in paradiso, ma in pensione. Ma la pensione oggi, nell'economia del
 nostro Paese, è una sorta di piccolo paradiso, nel marasma di lavori atipici, precari e a termine.
   Ecco perché l'Istat nel suo rapporto annuale ha scelto di scattare una fotografia dinamica dell'Italia,
 inventando i gruppi sociali che sostituiscono le vecchie «classi» e dove le famiglie degli operai in pensione
 sono inaspettatamente le più numerose e tra le più benestanti (quasi 6 milioni di famiglie su 25,7 milioni che
 sono in Italia).
 La foto Istat di quest'anno, purtroppo, appare un po' sbiadita con un'Italia sempre più anziana, con
 l'ascensore delle classi bloccato e sette «Millenials» (i giovani nati tra i primi anni Ottanta e il 2000) su dieci
 bloccati a casa con i genitori (tradotto in numeri 8,6 milioni di persone tra i 25 e i 34 anni che non
 abbandonano il tetto di mamma e papà).
 «Siamo in fase di recupero della crescita, sebbene a ritmo moderato», dice il presidente dell'Istat Giorgio
 Alleva commentando la crescita dello 0,2% del Pil nel primo trimestre di quest'anno, ma nonostante la
 timida ripresa non si può non notare come la forbice della disuguaglianza continua ad aumentare. Un
 numero inquietante: il 6,5% della popolazione rinuncia alle visite mediche per motivi economici. Era il 4%
 nel 2008.
 La forbice che si allarga: le spese mensili del gruppo dirigente sono il doppio del gruppo più basso sociale
 (3.810 euro contro 1.697). E questo quando 3 milioni 590 mila famiglie (il 13,9% del totale) sono senza
 redditi da lavoro. Erano 3 milioni 172 mila dieci anni fa.
 A questo conto, però, si devono aggiungere i cosiddetti i Neet, un acronimo inglese che vuol dire che
 esistono giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano. In Italia sono i più numerosi d'Europa:
 2 milioni 200 mila.
 Siamo il Paese più anziano dell'Unione europea e nel mondo secondo soltanto al Giappone: al 1° gennaio
 del 2017 gli individui con più di 65 anni hanno raggiunto la quota del 22%. E anche gli stranieri nel nostro
 Paese cominciano a invecchiare: l'età media è passata da 31,1 a 34,2 anni.
 Ma i nostri ultrasessantacinquenni sono gagliardi e tosti. Lo dicono le statistiche: dal 2010, infatti, è
 aumentato il numero di anni vissuto senza limitazioni nelle attività della vita quotidiana dopo i 65 anni: da 9
 a 9,9 per gli uomini e da 8,9 a 9,6 per le donne.
 Siamo anziani in buona forma, ma con le culle drammaticamente vuote, lo sappiamo da un po' con il nostro
 indice di natalità che è sceso a 1,27 figli per donna ed è il più basso d'Europa. E per questo con soltanto
 474 mila bambini nati il saldo di quest'anno tra nati e morti è stato negativo per ben 134 mila unità. Siamo
 anche pigri. L'Istat è andato a fare i conti con le nostre attività quotidiane e ha scoperto che quattro persone
 su dieci dai 3 anni in su non praticano sport né attività fisica nel tempo libero. Sono più pigre le donne
 (43,4% contro il 34,8% degli uomini).
 Del resto a guardare le tabelle si vede come le donne hanno molto da fare in casa: l'Istat ha calcolato che
 le casalinghe con il loro lavoro producono beni e servizi per 49 ore a settimana.
 In ogni caso rimaniamo un popolo di gaudenti. Ci piace bere, in Italia: il nostro istituto di statistica ha
 calcolato che il 64,2% della popolazione dagli 11 anni in su ha consumato almeno una bevanda alcolica
 l'anno, il 21,4% almeno una bevanda ogni giorno.

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  © RIPRODUZIONE RISERVATA
  La fotografia della Penisola 4,73 milioni di individui 8,28 milioni di individui 5,42 milioni di individui I N U O
 V I G R U P P I S O C I A L I Famiglie a basso reddito con stranieri 1,84milioni Età media: 42,5 anni
 Famiglie a basso reddito di soli italiani 1,93 milioni 45,5 anni Anziane sole e giovani disoccupati 3,55 milioni
 65,6 anni Fonte: Istat Corriere della Sera 6,19 milioni di individui 3,64 milioni di individui 10,5 milioni di
 individui 12,2 milioni di individui 4,57 milioni di individui 5,25 milioni di individui 25,78 milioni Le famiglie
 censite in Italia IL TITOLO DI STUDIO DEI RESIDENTI 8,6 milioni LA POPOLAZIONE PER CLASSI D'ETÀ
 I NEET NEGLI ANNI (15-29 anni in migliaia) Fino alla licenza elementare Licenzia media Diploma Laurea e
 post-laurea Disoccupati Forze di lavoro potenziali Non cercano e non disponibili I residenti 15-34enni che
 vivono ancora nella famiglia di origine . Tra questi: 2008 2015 2016 562 621 636 998 762 589 960 688 566
 15-64 anni 63,8% 0-14 anni 13,5% 65 anni e più 22,7% DOVE VIVONO LE FAMIGLIE ITALIANE Aree
 altamente urbanizzate 32,9% Aree mediamente urbanizzate 43% Aree rurali 24,1% 15-24enni 65,2% 25-
 34enni 34,8% Famiglie tradizionali della provincia 846 mila 53,5 anni Famiglie degli operai in pensione 5,85
 milioni 72 anni Famiglie di impiegati 4,58 milioni 46 anni Pensioni d'argento 2,40 milioni 64,6 anni Giovani
 blue-collar 2,92 milioni 45 anni Classe dirigente 1,86 milioni 56,2 anni 31,2% 25% 32,1% 11,8%
 La parola
 istat
 È l'acronimo di Istituto nazionale di statistica. È un ente di ricerca pubblico italiano che compie censimenti
 sulla popolazione, sull'industria, sui servizi e sull'agricoltura, indagini campionarie sulle famiglie e indagini
 economiche. Creato come Istituto Centrale di Statistica nel 1926, durante il Fascismo, è stato riorganizzato
 nel 1989. Al 31 dicembre 2015 ci lavoravano 2.246 persone. © RIPRODUZIONE RISERVATA
 Il dossier
 Ieri l'Istat, l'Istituto italiano
 di statistica,
 ha presentato la 25esima edizione
  del suo «Rapporto annuale» Il docu-mento
 (lungo
 279 pagine) affronta
 il tema
 della
 struttura sociale
 del Paese attraverso
 le caratte-ristiche
 dei gruppi

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 Bruxelles mette sotto accusa l'Italia «Ignorati i richiami sui motori Fca»
 Via alla procedura di infrazione. Delrio: si poteva evitare, bastava chiedere chiarimenti
 Ivo Caizzi

 BRUXELLES La Commissione europea non ha accolto le richieste di rinvio del ministro dei Trasporti
 Graziano Delrio e ha aperto la prima fase della procedura d'infrazione per presunte irregolarità nei controlli
 statali sulle emissioni inquinanti di veicoli Fiat Chrysler (Fca), dopo un'indagine nata sulla scia dello
 scandalo dieselgate della tedesca Volkswagen. Altri annunci di procedure Ue contro il governo italiano
 riguardano lo smaltimento dei rifiuti, le acque di scarico e l'autostrada Civitavecchia-Livorno.
 La commissaria Ue per l'Industria, la polacca Elzbieta Bienkowska si è detta orientata a un accordo con Del
 Rio, che ha due mesi per inviare le risposte del suo ministero. «Aspettiamo il nostro dialogo con l'Italia per
 chiarire i fatti e trovare una soluzione», ha fatto sapere Bienkowska. «Sì, secondo me si doveva evitare.
 Bastava chiedere chiarimenti ulteriori, ha dichiarato Delrio: «La Commissione dice che si apre la procedura
 per ottenere chiarimenti. Si poteva fare un dialogo normale, senza aprire una procedura di infrazione»
 Il caso è stato sollevato dalle autorità tedesche in relazione alla Fiat 500X e altri modelli, dopo l'esplosione
 internazionale dello scandalo sui controlli truccati della Volkswagen. C'è stato un tentativo di mediazione tra
 Berlino e Roma. La Commissione ha esaminato «i risultati delle prove di emissioni e le informazioni fornite
 dall'Italia». Alla fine ha aperto la procedura chiedendo a Delrio di replicare ai sospetti di «azioni insufficienti
 sulle strategie di controllo delle emissioni intraprese dal gruppo Fiat Chrysler». Le autorizzazioni sono
 nazionali. Ma poi valgono negli altri 27 Paesi Ue. A Bruxelles intendono così garantire che, se una casa
 automobilistica manipola i controlli sulle emissioni inquinanti, «le autorità nazionali devono adottare misure
 correttive, come ordinare un richiamo, e applicare sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive».
 La Commissione ha anche portato davanti alla Corte di giustizia Ue la procedura contro il governo italiano
 per la mancata bonifica o chiusura di 44 discariche, che «costituiscono un grave rischio per la salute umana
 e l'ambiente». L'ultimo richiamo, in relazione alla scadenza nel 2009, risale al 2015. Bruxelles ha continuato
 la procedura sulla mancata messa a norma di sistemi di trattamento delle acque di scarico, comprese le reti
 fognarie, in 758 comuni con più di 2.000 abitanti. Secondo la Commissione coinvolge 18 regioni e 18 milioni
 di italiani. Rinvio in Corte di giustizia - per l'assenza della gara d'appalto nella proroga della concessione di
 18 anni alla Società Tirrenica - anche per la Civitavecchia-Livorno. Bruxelles - per favorire "occupazione e
 crescita" - ha esentato dalle restrizioni sugli aiuti di Stato una parte dei fondi pubblici per porti, aeroporti,
 cultura e regioni "ultraperiferiche".
  © RIPRODUZIONE RISERVATA
 Le questioni
 La procedura
 e il rischio sanzione
 La Commissione Ue
 ha avviato ieri una procedura d'infrazione legale contro l'Italia per aver ignorato le accuse sulle presunte
 frodi nei test sulle emissioni di ossidi di azoto (NOx) da parte di alcuni modelli Euro 6 di Fiat Chrysler.
 La procedura potrebbe portare il Paese davanti
  a un tribunale con
  il rischio di dover corrispondere una multa
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 Il test sui 22 minuti per le emissioni
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/05/2017                                                                        23
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 Il nodo principale riguarda ciò che succede alle vetture Fca sotto esame dopo 22 minuti dalla loro
 accensione.
  I loro livelli di emissione
 di ossido di azoto sarebbero molto al di là del consentito. Secondo Bruxelles sarebbero la prova dell'uso di
 sistemi di manipolazione delle emissioni nei primi 20 minuti, il limite per
 le prove in laboratorio
 La difesa Fca e
  i guasti al motore
 La difesa della casa automobilistica è nota
 ed è suffragata anche dalla posizione espressa dal ministero
 dei Trasporti italiano.
 I dispositivi
 di manipolazione non esisterebbero. I limiti vengono oltrepassati dopo 22 minuti
 per un meccanismo di modulazione di Fca per proteggere il motore
 da possibili guasti
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 Foto: Secondo Bruxelles
  c'è stato
 un «mancato adempimento» da parte di Fca sugli obblighi
  in materia di omologazione dei veicoli
 Foto: Bienkowska
 I costruttori di auto hanno prestato
  ben poca attenzione alla misurazione delle emissioni
  ed alcuni hanno persino infranto
 la legge: la responsabi-lità di farla rispettare non può essere lasciata esclusiva-mente ai singoli Stati
 membri
 Foto: Come ha spiegato ieri la commissaria Ue Elzbieta Bienkowska ( foto in alto ;
  in basso il ministro Delrio)
 Foto: Delrio
 La Commissio-ne dice che si apre la procedura per ottenere chiarimenti Si poteva fare un dialogo normale,
 senza aprire una procedura di infrazione
  E comunque siamo prontissimi a dare
 tutte le spiegazioni possibili

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 Il dossier
 Le (strane) indagini della Ue solo sui diesel e l'attacco concentrico
 all'industria dell'auto
 Lo smog I motori a gasolio, soprattutto gli Euro 6, risultano più puliti di quelli a benzina
 Bianca Carretto

 In Fiat Chrysler Automobiles, tanto a Torino, quanto a Mirafiori e al Lingotto, non c'è apprensione per la
 procedura avviata dalla Commissione Europea nei confronti dell'omologazione di un propulsore due litri,
 turbodiesel, montato sulla Fiat 500X. Sui mercati il titolo ha sofferto (-4,5% a Milano) ma gli analisti
 ritengono che gli effetti in Europa per la casa automobilistica saranno limitati. Banca Akros ieri ha ribadito la
 raccomandazione «buy» con target price a 13 euro spiegando che Volkswagen, accusata, negli Stati Uniti
 di aver alterato i risultati delle prove dei suoi motori diesel, non ha subito particolari oneri. Anzi: è stata
 premiata dalla clientela che ha continuato a credere nei valori del gruppo tedesco, che ha chiuso l'anno con
 vendite record.
  Già lo scorso settembre il ministero dei Trasporti di Berlino aveva chiesto delucidazioni sulle emissioni di
 ossidi di azoto (NOx, non particolarmente nocivo alla salute dell'uomo) di Fca, e la pratica si era chiusa
 poiché nulla di illegale era stato riscontrato. Enrico De Vita, uno dei maggiori esperti del settore, ha
 evidenziato, da tempo, che «tra condizioni di omologazione e guida reale esiste una sensibile differenza.
 Per i diesel Euro 6, ad esempio, con emissioni di NOx di 180g/km, nell'uso effettivo, questi valori possono
 aumentare di due o tre volte».
 È anche lecito chiedersi le ragioni per cui vi è - ormai da quasi due anni - un accanimento costante e
 ripetitivo sui motori diesel e non su quelli benzina, quasi fossero i soli responsabili dello smog che avvelena
 le città. Eppure il motore a gasolio, soprattutto nelle versioni Euro 6, risulta complessivamente più pulito di
 un benzina. Oggi gli ossidi di azoto costituiscono l'unica emissione critica dei diesel, dal momento che il
 particolato, grazie al filtro Fap, è stato in pratica annullato.
  Renault, Bmw, Mercedes, Land Rover, Psa oltre a Volkswagen e a Fca, sono state oggetto di controlli e di
 verifiche che hanno penalizzato un settore determinante per l'economia dei singoli Paesi. L'export italiano,
 a marzo, ha registrato un aumento del 14,5% rispetto al 2016, il maggior risultato da cinque anni, il
 contributo più alto è stato dato, per circa il 30%, dall'industria dell'auto.
  © RIPRODUZIONE RISERVATA

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 Export trainato dalla Cina Ai massimi da sei anni
 A marzo le vendite all'estero salgono del 14,5%. Con Pechino +32%
 Andrea Ducci

 ROMA Le imprese italiane sono più competitive e vendono meglio all'estero. Un rafforzamento, evidenziato
 dal presidente Istat, Giorgio Alleva, che si riflette in termini positivi sulla capacità di competere nei mercati
 internazionali da parte delle aziende made in Italy. A certificare il trend sono gli ultimi dati dell'Istituto di
 statistica relativi alle esportazioni del mese di marzo. Il balzo rispetto al mese precedente è del 4%, mentre
 su base tendenziale l'aumento dell'export segna un +14,5% rispetto al 2016. Un picco che non si vedeva
 da oltre cinque anni. Nell'agosto del 2011 il dato tendenziale aveva infatti segnato un +15,2%. In dettaglio,
 a trainare l'incremento del mese di marzo è l'aumento delle vendite di beni strumentali (+8,3%) e dei beni di
 consumo non durevoli (+3,1%).
 Vale ricordare che la performance delle esportazioni italiane si inserisce in un contesto internazionale
 contrassegnato da innumerevoli incertezze e da un euro tuttora forte. Tornando ai dati, l'Istituto presieduto
 da Alleva segnala che il saldo commerciale nel mese di marzo risulta positivo di 5,4 miliardi di euro, a fronte
 dei 5,2 miliardi di un anno prima. Una tendenza che porta il surplus del primo trimestre 2017 a quota 6,7
 miliardi, dato che al netto dei prodotti energetici segnerebbe un avanzo di 15,6 miliardi.
 Il cambio di passo dell'export di marzo beneficia della crescita del 6,5% su base congiunturale delle vendite
 verso i mercati fuori dall'area Ue, e in misura minore anche dell'incremento dei flussi verso i Paesi del
 Vecchio Continente (+2,1%). La tendenza si inserisce in un quadro che vede nel primo trimestre l'export
 crescere complessivamente del 3%, rispetto ai tre mesi precedenti. Anche in questo caso il contributo
 maggiore proviene dalle esportazioni dirette ai Paesi non appartenenti all'Unione Europea (+4,7%). Tra le
 cifre certificate dall'Istat spiccano le operazioni commerciali verso l'ex Celeste impero, l'export diretto in
 Cina a marzo cresce infatti del 32,3% (una fetta importante è costituita da autoveicoli). Un dato di poco
 inferiore all'incremento tendenziale del 31,1% evidenziato dai Paesi membri dell'Associazione delle Nazioni
 del Sud-Est asiatico (Asean). Ma le vendite italiane nel mese di marzo sono cresciute a doppia cifra,
 rispetto ad un anno prima, anche in Paesi come Romania (+25,2%) e Spagna (+23,4%). Analizzando il
 dettaglio dei prodotti esportati il contributo maggiore è stato determinato dai prodotti energetici, capaci di
 segnare una crescita del 47,5% rispetto al marzo del 2016. A seguire i beni intermedi o semi lavorati in
 aumento del 15,7% e dei beni di consumo (+14,1%). Oltre agli autoveicoli, agli articoli farmaceutici e
 chimico medicinali a trainare la crescita delle esportazioni è anche l'export del comparto agroalimentare,
 che nei primi tre mesi del 2017 è aumentato dell'8%, sfiorando il valore di 10 miliardi. L'Istat certifica anche
 un aumento delle importazioni, segnalando la crescita del 3,3% nel primo trimestre. Un incremento
 rilevante riguarda il greggio e i prodotti petroliferi raffinati.
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  Fonte: Istat CdS L'export italiano Variazioni percentuali per mercato di sbocco 10 0 30 Cina ASEAN
 (Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico) Romania Polonia Spagna Stati Uniti Regno Unito Francia
 Belgio OPEC 32,3 31,1 25,2 24,5 10,8 10,6 6,4 -3,2 23,4 4,6 LEGENDA gen.-mar.2017/gen.-mar.2016
 mar.2017/mar.2016
 6,7 miliardi
 Il surplus
  del primo trimestre
  di quest'anno
 6,5 per cento

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 L'incremento delle vendite verso i mercati fuori dall'Ue

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 L'intervista
 Mazzucchelli: «E adesso l'Italia può diventare la sorpresa d'Europa»
 I dati dell'export confermano come l'Italia abbia una capacità competitiva di livello assoluto. Dimostrata
 anche dai margini operativi aziendali Le banche italiane sono state messe in sicurezza a livello sistemico
 grazie a rafforza-menti patrimonia-li ingenti e recuperi di efficienza Sui mercati l'Europa può correre ancora
 molto se gli Usa restano stabili: ha tanto da recuperare, non tutte le buone notizie sono incorporate nei
 prezzi
 Michelangelo Borrillo

 «Un saldo commerciale di 5,4 miliardi, anche se forse in parte dettato dalla debolezza dei consumi interni, è
 certamente un segnale di forza per il Paese». Parola di Marco Mazzucchelli, managing director di Julius
 Baer, che indica nell'Italia «la possibile sorpresa d'Europa: sul futuro del nostro Paese sono molto più
 fiducioso del consenso».
 Come leggere i dati dell'export, al top dal 2011 come crescita?
 «I dati dell'export confermano come l'Italia abbia una capacità competitiva di livello assoluto. Dimostrata
 non solo dai saldi commerciali aggregati ma anche dai margini operativi aziendali. È vero, non ci sono
 grandi players dominanti globalmente, ma sono moltissime le eccellenze distintive ad alto valore aggiunto».
 E a livello internazionale qual è lo scenario?
 «Il 2016 è stato l'anno dell'elettrochoc per i cosiddetti poteri forti. Sono saltati modelli, paradigmi, riferimenti
 ed è finita l'autoreferenzialità dell'élite economica e finanziaria. Con il 2017, invece, è iniziata l'era della
 consapevolezza e delle responsabilità, non più solo ambientale, ma sociale, economica e politica. C'è
 voglia di includere, di ridurre le disuguaglianze, di valorizzare le diversità».
 E ciò cosa comporta a livello economico?
 «Che anche in economia e in finanza si comprende l'importanza di partire dalle persone invece che dai
 modelli teorici. E che comportamenti e aspettative sono guidati più da narrative in evoluzione che dai
 numeri».
 Però dall'export arrivano numeri, come anche lei ha sottolineato.
 «Sì, numeri che ci fanno dire che comunque le cose vanno decisamente meglio. Ma una crescita senza
 inclusione sociale non è sostenibile e, come ha detto il ministro Padoan al recente G7 Finanze, non è una
 crescita desiderabile».
 Sempre secondo Padoan, sulle banche l'Italia si è messa alle spalle la crisi.
 «È vero, sono state messe in sicurezza a livello sistemico. Grazie a rafforzamenti patrimoniali ingenti,
 recuperi di efficienza, miglioramento nella qualità degli attivi. Se adottassimo la soluzione suggerita dall'Eba
 per una bad bank risolutiva di sistema, guadagneremmo a mio avviso un paio di punti addizionali di Pil nel
 prossimo triennio».
 E sui mercati finanziari, invece, che prospettive ci sono?
 «Sono ancora ben impostati su un trend positivo fondato su crescita e profitti. L'Europa può correre ancora
 molto se gli Usa restano almeno stabili: ha tanto da recuperare, non tutte le buone notizie sono incorporate
 nei prezzi. Importante e delicato, però, sarà il percorso di normalizzazione monetaria: più che i tassi conta
 la liquidità, la cui scarsità è la vera causa delle crisi. Per questo reputo preferibile una sequenza invertita
 rispetto a quanto prospettato da Draghi: meglio normalizzare prima i tassi piuttosto che interrompere il Qe».
  © RIPRODUZIONE RISERVATA
 Chi è
 Marco Mazzucchelli (nella foto)
 è managing director
 di Julius Baer, banca svizzera che si occupa

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                        di gestione patrimoniale
18/05/2017
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 Alitalia in vendita intera o a pezzi I compratori? Solo in regola con l'Iva
 La vendita dovrebbe concludersi in autunno. Il confronto a Bruxelles sul tetto del 49%
 Fabio Savelli

 MILANO C'è una battaglia sottotraccia, condotta in Europa, che interessa Alitalia. Non riguarda il prestito-
 ponte da 600 milioni da parte dello Stato per garantire la continuità aziendale. Quel dossier - gestito dal
 commissario Enrico Laghi in virtù dei suoi rapporti a Bruxelles, retaggio del lavoro per Ilva - è stato
 superato a pieni voti, come ha rilevato la Commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager. Investe
 invece il tetto del 49% di capitale fissato per gli investitori extra-Ue nei vettori europei. Graziano Delrio in
 un'audizione al Senato due giorni fa l'ha giudicato «anacronistico».
   Il tema è dirimente. Perché restringe il campo delle potenziali offerte che finiranno sul tavolo dei
 commissari di Alitalia. Sandro Gozi, sottosegretario con delega agli Affari Europei, è stato investito della
 questione. Ma i margini di manovra sono minimi. C'è la resistenza di Francia e Germania, le uniche ad
 avere ancora compagnie di bandiera: Air France e Lufthansa. La Spagna si batte per una liberalizzazione
 totale, anche perché Iberia è confluita nel colosso Iag, che controlla anche British Airways ed è partecipato
 dal fondo sovrano del Qatar, che è appena entrato al 49% di Meridiana. In filigrana qualcuno lega la
 vicenda alla due giorni del premier Paolo Gentiloni in Cina. Il presidente del Consiglio ha confermato
 l'interesse da parte di alcuni fondi cinesi per Alitalia, ma è chiaro che il tetto del 49% non suggerisce grossi
 slanci di entusiasmo, perché il potenziale acquirente rischia di spendere risorse ed essere ostaggio delle
 decisioni del socio al 51%.
 Ieri in serata il bando è stato pubblicato, dopo un vertice al Mise tra i ministri Delrio, Carlo Calenda e i tre
 commissari Luigi Gubitosi, Laghi e Stefano Paleari. Fissa il termine del 5 giugno per eventuali
 manifestazioni di interesse. Tra i requisiti la necessità di essere in regola con le ultime tre dichiarazioni Iva.
 Dal giorno successivo si aprirà la seconda fase della procedura, in cui le società (o le cordate) interessate
 sono chiamate entro luglio a presentare le offerte non vincolanti dopo aver avuto accesso alla data room. Il
 programma di amministrazione straordinaria da qui potrà prendere una di queste tre strade: la vendita in
 blocco di Alitalia con la prosecuzione dell'esercizio di impresa; la ristrutturazione economica e finanziaria
 tramite un programma di risanamento; lo «spezzatino», con la cessioni a pezzi di beni e contratti.
  © RIPRODUZIONE RISERVATA
  Il governo
  ha dato il via libera al bando per cercare
 un acquirente per Alitalia.
 I tempi sono serratissimi: l'obiettivo è trovare una soluzione che garantisca la sopravvivenza della
 compagnia entro ottobre, quando la compagnia dovrà rimborsare il prestito ponte da 600 milioni
 Foto: Il bando
 È stato pubblicato ieri in serata sul sito di Alitalia
 il bando
 di vendita

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 Dieci accordi Entrate•imprese: sbloccati 4 miliardi di investimenti
 I rimborsi fiscali saranno più rapidi: 30 giorni in meno
 Pronto il piano per ridurre i tempi
 Marco Mobili Gianni Trovati

 Una semplificazione che punta ad accorciare di 30•40 giorni i tempi di erogazione del rimborso portandoli
 strutturalmente dentro il termine dei due mesi. La semplificazione dovrebbe arrivare con un emendamento
 alla manovra correttiva in discussione alla Camera. Sempre per ridurre il calendario, in commissione
 Bilancio si esamineranno anche le proposte bipartisan per rendere mensili le domande di rimborsi Iva, che
 oggi viaggiano a un ritmo trimestrale. Intanto, con l'istituto dell'interpello (in pratica il confronto preventivo
 tra agenzia delle Entrate e le grandi imprese) sui nuovi investimenti (certezza per le imprese sui profili
 fiscali) operativo da un anno l'agenzia delle Entrate ha già ricevuto 10 richieste, 6 da stranieri e 4 nazionali,
 per un volume di investimenti di oltre 4 miliardi di euro e ricadute occupazionali nell'ordine di 76mila unità.
 pagina 3 ROMA Il taglio dei tempi ai rimborsi di Ivae altre impostea favore dei contribuenti che ne hanno
 diritto passerà da una semplificazione della procedura, in vigore dal 1999, con l'obiettivo di affidare i
 pagamenti direttamente all'agenzia delle Entrate. La semplificazione, che promette di accorciare di 30•40
 giornii tempi di erogazione del rimborso portandoli strutturalmente dentro il termine dei due mesi, dovrebbe
 arrivare con un emendamento alla manovra correttiva in discussione alla Camera; sul punto, sempre per
 accorciare il calendario, in commissione Bilancio si esamineranno anche le proposte bipartisan per rendere
 mensili le domande di rimborsi Iva, che oggi viaggiano a un ritmo trimestrale. L'Iva è il cuore del problema
 rimborsi, collegato a doppio filo con il meccanismo dello split payment che proprio la manovra di primavera
 estende dal 1° luglio ai rapporti commerciali con società pubbliche e aziende quotate. La «scissione
 contabile» infatti porta la Pubblica amministrazione, e da domani appunto anche le società pubbliche,a
 pagare ai propri fornitori fatture al netto dell'Iva, che viene girata direttamente all'Erario per evitare
 l'evasione. Questo meccanismo ha portato già nella sua prima versionea una riduzione da 3,5 miliardi del
 tax gap Iva, ma ha sottratto liquidità alle imprese fornitrici rendendo ancora più importante la tempistica dei
 rimborsi, come chiesto anche dalla Ue. Oggi la pratica richiede in media un centinaio di giorni.A guardarei
 numeri, in realtà, il problema sembra meno diffuso del previsto, dal momento che su una platea di oltre
 600mila contribuenti interessati dallo split payment sono 4.600 le richieste di rimborso che
 l'amministrazione ha dovuto esaminare nella "corsia preferenziale" prevista per chi incappa nella scissione
 contabile. Per i singoli interessati, però, la questione resta cruciale. Ad allungare il calendario non sono
 tantoi tempi tecnici necessari all'agenzia delle Entrate per controllare l'istanza di rimborso (e ai contribuenti
 per presentare la documentazione); questo passaggio, in genere, si conclude entro 60 giorni, ma oggi
 rappresenta solo la premessa indispensabile per l'erogazione effettiva. Per questo secondo step la richiesta
 deve oggi passare attraverso Ragioneria generale e Banca d'Italia, in un giro che la impegna per altri 30•40
 giorni in media. Proprio questo secondo capitolo appare ora destinato a cadere con l'entrata in campo dello
 split payment allargato. Le novità sono emerse a margine dell'incontro sull'«amministrazione fiscale che
 cambia», tenuto ieri al ministero dell'Economia per far confrontare Fisco, Guardia di finanza, imprese,
 professionisti e contribuenti sull'attuazione delle nuove regolee sugli aspetti da correggere. «Le riforme - ha
 spiegato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan - sono un lavoro continuo, e la loro implementazione
 passa da una valutazione complessiva sui loro effetti; quando qualcosa non funziona bisogna avere la
 franchezza di tornare alla lavagnae correggere». Questa traduzione delle riforme in processi serve a
 trovare risorse, all'interno di uno «sforzo per ridurre la pressione fiscale che c'è statoe deve continuare»,
 ma anchea creare un'amministrazione in grado di «fare da traino per l'innovazione peri privati». L'obiettivoè
 ambizioso,e si gioca soprattutto sul terreno della fatturazione elettronica, che il governo punta a estendere
 agli scambi fra privati dopo l'obbligo introdotto nei rapporti commerciali con la Pubblica amministrazione.

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/05/2017                                                                       31
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