Rassegna stampa 14 aprile 2016 - Anica

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Rassegna stampa
   14 aprile 2016

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INDICE

ANICA - ANICA CITAZIONI
   14/04/2016 L'Unità - Nazionale                                                       6
   Cinemadays, oggi ultimo giorno per il cinema a prezzi scontati

   14/04/2016 DailyMedia                                                                7
   Partenza positiva per i CinemaDays: solo nel primo giorno 207 mila spettatori. Con
   un incremento pari al 103% dei biglietti staccati

   13/04/2016 Key4Biz                                                                   8
   Cinema, presenze in sala in aumento del 23% nel primo trimestre 2016

   13/04/2016 Key4Biz                                                                   9
   ilprincipenudo. Consultazione Rai, 'pubblica' ma 'a porte chiuse'. Cultura e
   pubblicità nel questionario?

ANICA - CINEMA
   14/04/2016 Corriere della Sera - Nazionale                                           15
   L'antieroe del cinema

   14/04/2016 La Repubblica - Nazionale                                                 17
   Così il filmino conquista i nativi digitali

   14/04/2016 La Repubblica - Nazionale                                                 18
   Jodie Foster a Cannes "Ora parliamo di soldi"

   14/04/2016 La Repubblica - Nazionale                                                 19
   Brooke, super eroina del quotidiano idealista e generosa

   14/04/2016 Il Messaggero - Roma                                                      21
   È festa al Gemelli in corsia c'è il film

   14/04/2016 Il Messaggero - Nazionale                                                 22
   Avvertenza agli spettatori: vi risveglierete in un videogame

   14/04/2016 Avvenire - Nazionale                                                      23
   "Abbraccialo per me": se in casa irrompe il disagio mentale

   14/04/2016 Avvenire - Nazionale                                                      24
   MOWGLI La favola di è un reality

   14/04/2016 Avvenire - Nazionale                                                      26
   Al Gemelli inaugurato il primo cinema in corsia d'Italia
14/04/2016 Il Giornale - Nazionale                                             27
   Ben Affleck sarà ancora «Batman»

   14/04/2016 Il Fatto Quotidiano                                                 28
   Immersi in un noioso videogioco " Hardcore ! " è un giocattolo mai riuscito

   14/04/2016 Il Fatto Quotidiano                                                 30
   Elio Germano sarà Nino Manfredi, diretto dal figlio Luca

   14/04/2016 L'Unità - Nazionale                                                 31
   La storia di San SuuKyi arriva sul grande schermo

   14/04/2016 L'Unità - Nazionale                                                 33
   Lieto fine nella striscia di Gaza: al cinema con "The Idol"

   14/04/2016 Il Manifesto - Nazionale                                            34
   Fra due mondi e due regni la vita di Mowgli, la vulnerabilità di un corpo in
   trasformazione

   14/04/2016 Il Manifesto - Nazionale                                            36
   Scoprire Gaza in una canzone

   14/04/2016 Il Manifesto - Nazionale                                            38
   Segreti e scoperte, i giovani registi amano l'adolescenza

   14/04/2016 Il Manifesto - Nazionale                                            40
   Far East Film festival, dall'oriente con furore

   14/04/2016 Il Tempo - Nazionale                                                41
   Il coraggio della Rocca «Parlo di disagio mentale cantando Cristicchi»

   14/04/2016 Alto Adige - Nazionale                                              42
   «Girare qui è stato fantastico, spero di tornare presto»

   14/04/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Basilicata                            44
   Tek è il primo western futuristico della Basilicata

ANICA - TELEVISIONE
   14/04/2016 La Repubblica - Nazionale                                           46
   Diritti tv, multa in arrivo per emittenti e Infront

   14/04/2016 Il Foglio                                                           47
   Dove nasce l'onda lunga che sta investendo reti, giornali e tv in Italia

ANICA WEB - ANICA WEB
13/04/2016 www.key4biz.it 17:52                                                    50
ilprincipenudo. Consultazione Rai, 'pubblica' ma 'a porte chiuse'. Cultura e
pubblicità nel questionario

13/04/2016 www.ilpost.it_cultura 12:57                                             56
Oggi e domani ci sono i Cinemadays

13/04/2016 www.quotidianodipuglia.it 21:13                                         58
Giovedì 14 aprile, ultimo giorno di CinemaDays: il biglietto a 3 euro

13/04/2016 giornaledellospettacolo.it 08:42                                        59
Quale film merita di vincere il David di Donatello 2016

13/04/2016 www.key4biz.it 12:37                                                    60
Cinema, presenze in sala in aumento del 23% nel primo trimestre 2016

13/04/2016 blog.screenweek.it 09:05                                                61
#CinemaDays - Spettatori in crescita nel secondo giorno, oggi nuovi film in sala

13/04/2016 youmovies.it 09:21                                                      62
CinemaDays 2016: partenza positiva

13/04/2016 cinefilos.it 17:11                                                      63
CinemaDays: in segno positivo anche la seconda giornata
ANICA - ANICA CITAZIONI

4 articoli
14/04/2016                                                                                          diffusione:22216
Pag. 21                                                    L'Unità                                     tiratura:57915

                                                                                                                        La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 L'INIZIATIVA
 Cinemadays, oggi ultimo giorno per il cinema a prezzi scontati

 - Oggi è l'ultimo giorno per approfittare dell'iniziativa Cinemadays: biglietti a 3 euro per vedere i film sui
 2700 schermi che , hanno aderito (5 euro le proiezioni in 3D). L'obiettivo è incentivare le presenze nelle
 sale. I promotori Anec, Anem, Anica e con il sostegno del Mibact confidano di replicare il successo dello
 scorso anno quando in quattro giorni furono venduti 1 milione e 800 mila biglietti. 1268mila spettatori di
 martedì (il 119% in più sul martedì della settimana precedente) fanno ben sperare.

ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016                                                  6
14/04/2016
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 Partenza positiva per i CinemaDays: solo nel primo giorno 207 mila
 spettatori. Con un incremento pari al 103% dei biglietti staccati

 Sono 207 mila gli spettatori che sono andati al cinema nella prima giornata dei CinemaDays, l'iniziativa che
 fino a oggi, 14 aprile, consentirà al pubblico di acquistare il biglietto a soli 3 euro (ad esclusione dei film in
 3D che costeranno 5 euro e degli eventi speciali). Un dato decisamente positivo rispetto al lunedì della
 scorsa settimana (4 aprile) quando gli spettatori in sala erano 102 mila, che registra un incremento del
 103%. Molto positivo anche l'aumento, +61,5%, rispetto all'analogo lunedì dell'anno scorso (13 aprile
 2015). Tanti i film in sala che il pubblico può vedere a 3 euro, a cominciare dai film usciti la scorsa
 settimana: Veloce come il Vento e Troppo napoletano (01 Distribution), L'età d'oro (Bolero Film), Grimsby -
 Attenti a quell'altro (Warner Bros), Il cacciatore e la regina di ghiaccio (Universal), Victor Frankenstein (20th
 Century Fox), Mister Chocolat (Videa), Una notte con la regina (Teodora), Il complotto di Chernobyl (I
 Wonder Pictures), Banat - Il viaggio (Movimento Film), Briciole sul mare (Studio Chirco Edizioni Musicali e
 Cinema). Da ieri i nuovi titoli come Hardcore! (Lucky Red), Nonno scatenato (Eagle), Criminal (Notorius),
 Un'estate in Provenza (Nomad Film), e, solo per oggi, usciranno Il libro della giungla (Disney), Nemiche per
 la pelle (Good Films), L'universale (L'occhio e la luna e Lo Scrittoio) The Idol (Adler), Mistress America
 (Fox), Les souvenirs (Parthenos), Senza lasciare traccia (HiraFilm), Il bambino di vetro (Lab 80 Film).
 Un'iniziativa importante che, per la prima volta, si è tenuta sia in autunno che in primavera e che
 contribuisce a rafforzare il legame tra il grande schermo, il suo pubblico e nuovi spettatori. Le intensiva la
 campagna sui social network con oltre 2 milioni 400 mila persone coinvolte. L'iniziativa è organizzata dalle
 associazioni dell'industria cinematografica ANEC, ANEM, ANICA, con il sostegno della Direzione Generale
 Cinema del MiBACT, soddisfatti anche dei risultati appena comunicati da Audimovie sui primi mesi del
 2016.
 Principali uscite
 Principali uscite (x - xx mese) Titolo del film (14 aprile) Nemiche per la pelle (14 aprile) Titolo del film Il
 libro della giungla (14 aprile) Titolo del film The Idol (14 aprile)
 Foto: In basso le locandine di Veloce come il vento e Il libro della giungla, due pellicole coinvolte nei
 Cinemadays

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13/04/2016
Sito Web                                                  Key4Biz

                                                                                                                         La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Media
 Cinema, presenze in sala in aumento del 23% nel primo trimestre 2016

 Il Cinema gode di ottima salute. E' quanto emerge dai dati Audimovie relativi al primo trimestre 2016. La
 società che rileva i dati delle presenze nelle sale cinematografiche italiane registra una crescita del +22,8%
 nel periodo gennaio-marzo del 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015. Il totale complessivo, si legge
 nella nota di Audimovie, sfiora così i 40 milioni di biglietti staccati (39.774.780) con la media di presenze per
 sala in incremento del +23,6%. In dettaglio, 23.100.616 spettatori (il 58,1% del totale) sono entrati in una
 delle sale delle tre Concessionarie di cui nel 2016 Audimovie certifica le presenze: Rai Pubblicità,
 Moviemedia, PRS. Esaurito l'effetto Zalone ad attrarre spettatori è un mix tra produzioni di qualità e
 blockbuster di livello. Così i primi dieci film del Ciclo di Marzo: "Kung Fu Panda 3", "Batman V Superman:
 dawn of justice", "Perfetti sconosciuti", "Zootropolis", "The Divergent Series: Allegiant", "Attacco al potere
 2", "Ave Cesare!" "Il caso Spotlight", "Lo chiamavano Jeeg Robot", "Forever young". Nel trimestre "Quo
 Vado?" resta il film più visto, seguito da un altro italiano, "Perfetti sconosciuti" e da "Revenant-Redivivo". Il
 55,2%, degli spettatori delle Concessionarie ha scelto una struttura con 8 o più schermi, il 17% con 6-7
 schermi, il 21,1% con 3-5 schermi, il 4,3% con 2 schermi e il 2,5% un monosala. Intanto, continua nelle sale
 la seconda edizione di #CinemaDays, l'iniziativa organizzata dalle associazioni dell'industria
 cinematografica ANEC, ANEM, ANICA che dall'11 al 14 aprile offre un prezzo scontato in tutta Italia di 3
 euro per tutti i film che diventano 5 euro per i 3D.Il primo giorno sono andati in sala circa 209mila spettatori,
 più del doppio rispetto al lunedì precedente, mentre ieri il numero di biglietti staccati è salito a quota
 267mila con un incremento del 39% degli incassi rispetto a martedì scorso nonostante i prezzi dimezzati.

ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016                                                    8
13/04/2016
Sito Web                                                  Key4Biz

                                                                                                                           La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Media
 ilprincipenudo. Consultazione Rai, 'pubblica' ma 'a porte chiuse'. Cultura
 e pubblicità nel questionario?

 Si è tenuta ieri a Roma, dalle ore 11 alle 17, presso l'Auditorium Parco della Musica, la prima fase della
 annunciata consultazione sulla Rai, promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico, ovvero un rapido
 "brain storming" di circa 160 operatori del settore, rappresentanti di categorie ed associazioni, esponenti
 della società civile, accademici e studiosi.I pannelli proposti alle pareti della kermesse recitavano:
 "#CambieRai. Consultazione nazionale sul servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimedia. I tavoli
 tecnici".L'incontro era tra l'altro finalizzato a buttar giù la bozza di questionario che Istat dovrebbe
 sottoporre a pubblica consultazione dal 1° maggio prossimo (vedi l'articolo su "Key4biz" di ieri,
 "Consultazione Rai: questionario online il 1° maggio. Concessione prorogata a ottobre").L'iniziativa mostra
 aspetti controversi: senza dubbio intellettualmente stimolante (per chi ha avuto l'onore di essere
 "convocato"), ricca di suggestioni, ma organizzata con modalità non proprio eccellenti (nella sostanza e
 nella forma). Abbiamo espresso più volte i nostri dubbi su queste colonne, e purtroppo la kermesse li ha in
 parte confermati: vedi "Key4biz" del 1° aprile ("Partenza last minute per la consultazione Rai: ecco la
 convocazione"), del 4 aprile ("Consultazione Rai: editoria, musica e sociale assenti all'appello?") ed infine
 del 7 aprile ("Consultazione Rai: attesa per il confronto pubblico del 12 aprile").Per coloro che non son stati
 privilegiati (...) dall'invito ministeriale, è opportuno anzitutto una descrizione accurata delle modalità
 organizzative della kermesse:- l'elenco dei "convocati" non è stato reso di pubblico dominio (né "ex ante" né
 "ex post"), e già questo deficit di trasparenza è allarmante; l'elenco non è stato messo a disposizione
 nemmeno di coloro che hanno partecipato all'incontro; incredibile poi che gli stessi 16 "coordinatori" dei
 tavoli non fossero a conoscenza di chi partecipasse ai tavoli tematici altri; la cartella per i partecipanti era
 sostanzialmente vuota (se non i rituali bloc-notes e penna), senza nemmeno indicazione delle tematiche
 dei 16 tavoli! anche i nomi dei 16 "responsabili" istituzionali, così come dei 16 "rappresentanti" Rai, non
 sono stati resi di pubblico dominio; da non crederci veramente... un'atmosfera un po' alla "Eyes Wide Shut"
 di Stanley Kubrick;- i 160 partecipanti (ogni "tavolo tematico" aveva 10 partecipanti, di cui 1 rappresentante
 istituzionale - per lo più ministeriale - ed un rappresentante della Rai) sono stati convogliati in 1 enorme
 stanzone, dall'aspetto discretamente inquietante (pareti color nero, luci al neon dirette sui bianchi tavoli,
 nessuna apertura verso l'esterno... quest'ultima osservazione si pone anche come metafora della dinamica
 organizzativa), nel quale erano stati predisposti "blocchi" di tavoli, 4 a 4, per ogni macro-area tematica
 appunto, con badge cromatico identificativo dei partecipanti (rosso per "Sistema Italia", blu per "Industria
 creativa", verde per "Digitale", grigio per "Società Italiana"); intorno ad ogni tavolo, i convocati;- la vicinanza
 spaziale dei tavoli di ogni singola "macro-area" era tale da determinare un rumore di fondo assolutamente
 spiacevole, un continuo fastidio sonoro che si è protratto per molte ore, aggravato dal tono di voce
 stentoreo di alcuni intervenienti; una dinamica intollerabile (ed anche discretamente incivile), che ha
 stimolato in alcuni partecipanti finanche l'idea di abbandonare i lavori, in assenza di chance di adeguata
 concentrazione intellettuale;- i lavori si son svolti in due cosiddetti "round"; il primo dalle 11 alle 13.30 (con
 un'oretta di pausa, e discreto buffet in piedi); il secondo dalle 14.30 alle 17.30; era stata annunciata la
 formula del "World Cafè", per cui - al pomeriggio - i partecipanti avrebbero potuto, se lo avessero voluto,
 "ruotare" negli altri tavoli della medesima macro-area, e quindi "contaminare" le altre discussioni; questa
 contaminazione non s'è però concretizzata, anche perché i coordinatori hanno poi chiarito che, chi lasciava
 il tavolo di appartenenza, poteva sì andare a sedersi ad un altro... ma non poteva tornare a quello di
 provenienza (surreale!);- verso le 16.30, con un'oretta di anticipo rispetto alle previsioni, molti decidevano di
 lasciare l'incontro (già stanchi? presi da altri impegni professionali? o forse resisi conto dell'inutilità
 dell'iniziativa o comunque annoiati dalla stessa?!), e si osservava una progressiva "desertificazione", con la

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13/04/2016
Sito Web                                                  Key4Biz

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 grande sala che assumeva un aspetto tra lo spettrale, la sala da poker, tra la "dark room" ed il...
 fantascientifico, una simil-Leopolda svuotata: surreale "consultazione"!- ogni coordinatore di tavolo ha
 dovuto redigere, spesso in solitaria autonomia (data la fuga di molti convocati, che lo hanno "delegato"), un
 breve documento di sintesi del dibattito (il format imposto dall'alto prevedeva due, massimo tre cartelle) ed
 una bozza delle domande che l'Istat dovrà andare a sottoporre a pubblico sondaggio (due domande,
 massimo tre semplici e di agevole comprensibilità per il cittadino);- il "programma" (poche righe), unico
 documento presente nella cartellina per i partecipanti, prevedeva che dalle 17.30 alle 18.30 i 16
 coordinatori si incontrassero tra loro (loro soltanto, naturalmente), e si confrontassero sui documenti
 elaborati da ogni singolo "tavolo"; un po' per stanchezza, un po' per noia... questa riunione di
 "coordinamento" non s'è concretizzata, ed ogni "coordinatore" di tavolo si è limitato a consegnare, su pen
 drive il frutto del proprio lavoro di iper-sintesi...Ad inizio mattinata, il Sottosegretario Antonello Giacomelli
 s'era presentato, pochi minuti e con discrezione, per salutare i partecipanti, ed augurar loro buon lavoro. Ha
 ringraziato per "la partecipazione, l'impegno e l'entusiasmo": quest'ultima dimensione, francamente, ci è
 sfuggita...Da lamentare: nessuna pubblicità dei lavori, se non qualche commento laconico e qualche
 fotografia su Twitter (il che conferma la debolezza di questo "social network" come strumento di autentica
 distribuzione culturale); nessuna registrazione dei lavori, né audio né video, in assenza di "streaming", e
 quindi nessuna chance di "download" di questi riservatissimi lavori.Perché questa modalità "riservata"
 ovvero - metaforicamente - al buio, che ricorda le pratiche massoniche (un po' anche per la coreografia
 dell'evento)?!Quale incomprensibile riservatezza (totale) doveva caratterizzare i lavori?!Di grazia, non si è
 trattato dell'avvio di una consultazione "pubblica"?!Da segnalare che l'iniziativa è stata denominata
 "CambieRai": una titolazione non proprio originale, dato che riproduce esattamente il titolo di un convegno
 sulla Rai promosso qualche settimana fa da Alleanza Popolare - Ncd - Udc (di cui abbiamo ampiamente
 scritto anche su queste colonne: vedi "Key4biz" del 14 ottobre 2015, "Area Popolare vuole rivoluzionare la
 Rai, Campo Dall'Orto digitalizzarla e Giacomelli esalta la riforma"). Convegno al quale era peraltro
 intervenuto anche lo stesso Sottosegretario Antonello Giacomelli.Non è possibile esprimere un parere
 sull'effettiva "rappresentatività" di questo "campione" di "convocati": di fatto, 128 persone (8 per ogni tavolo
 per 16 tavoli, dato che 2 per ogni tavolo erano istituzionali-Rai); il Mise sostiene che erano presenti 62
 associazioni (elenco indisponibile), 20 enti pubblici e istituzioni (elenco indisponibile), 11 centri studi e "think
 tank" (elenco indisponibile) e 20 esperti (elenco indisponibile)...Abbiamo notato professionisti di livello, e ci
 limitiamo qui a ricordare colleghi come Francesco Siliato (Studio Frasi) ed Augusto Preta (It Media), esperti
 come Antonio Sassano e Stefano Rolando e Stefano Balassone, accademici come Mario Morcellini,
 esponenti di associazioni (Stefano Selli per Confindustria Radio Tv e Riccardo Tozzi per l'Anica), ma anche
 di associazioni non esattamente allineate, come Marco Quaranta (MoveOn Italia - IndigneRai), esponenti
 dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (dalla Capo di Gabinetto Annalisa D'Orazio)...Come dire?!
 Una sorta di "compagnia di giro" (tra media, cultura e tlc, ma soprattutto media) discretamente ampia e
 plurale, e finanche con qualche apprezzabile innesto eterodosso: ci limitiamo a citare Sergio Bellucci di Net
 Left, Guido Scorza dell'Istituto per le Politiche dell'Innovazione, Remigio Del Grosso Vice Presidente del
 Consiglio Nazionale degli Utenti (Cnu Agcom), Vincenzo Vita già Sottosegretario alle Comunicazioni ed
 attualmente Presidente dell'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (Aamod)...Tra gli
 assenti... i sindacati dei lavoratori, che hanno manifestato il proprio comprensibile malessere, ed a buona
 ragione: non sono anch'essi, di grazia, "società civile", e comunque "stakeholder" della Rai?! Massimo
 Cestaro, segretario del Sindacato dei Lavoratori della Conoscenza della Cgil, ha denunciato la "deriva
 autoritaria" del Governo.L'unica occasione per una qualche informale interazione "extra-tavoli" è stata data
 dalla pausa per la colazione "light".Fin qui, la "forma" (che pure in taluni contesti - questo, senza dubbio - è
 anche sostanza).Della "sostanza", che dire?!Possiamo esprimerci soltanto in relazione al tavolo al quale
 siamo stati invitati, coordinato - in modo equilibrato ed elegante - da Gianluca Lioni, Portavoce di Dario

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 Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.L'eletta schiera del "Tavolo 15" era
 formata da: Claudio Bocci (Direttore di Federculture), Massimo De Angelis (Presidente di Infocivica - Carta
 di Amalfi), Gennaro Iasevoli (Direttore Dipartimento Scienze Umane, Comunicazione, Formazione,
 Psicologia Lumsa), Luigi Perissich (Direttore Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, in
 rappresentanza anche di Patrizia Asproni, Presidente della Fondazione Industria e Cultura di
 Confindustria), Lorenzo Scarpellini (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo - Agis), Monique
 Veaute (Fondatrice e Presidente della Fondazione Romaeuropa, ma anche membro del Comitato dei
 Programmi della rete televisiva franco-tedesca Arte).Il rappresentante Rai è stata Silvia Calandrelli,
 Direttrice di Rai Cultura, una delle dirigenti Rai della "vecchia guardia" che non è stata rimossa né da Luigi
 Gubitosi né da Antonio Campo Dall'Orto, il che la dice lunga sul know how ed esperienza che può vantare.Il
 dibattito s'è rivelato molto stimolante, franco, dialettico.È presto emersa l'esigenza di promuovere una
 maggiore distintività della Rai nel panorama televisivo nazionale: infatti, nel corso del tempo, il profilo
 identitario del "public service broadcaster" italiano s'è andato via via annacquando, nell'inseguimento
 continuo delle logiche di share della televisione commerciale. La Rai deve riacquisire il senso della propria
 diversità.Naturale è quindi emersa la questione che si pone come vero e proprio spartiacque ideologico e
 strategico: pubblicità "si" o pubblicità "no" sulla Rai?! Ed è stata proprio questa una delle due semplici
 domande che il "Tavolo 15" ha chiesto all'Istat di far proprie nel questionario imminente.L'esigenza di una
 maggiore presenza di "cultura" è anch'essa emersa naturale, a fronte di un palinsesto complessivo Rai nel
 quale la sensibilità nei confronti delle arti e dello spettacolo appare modesta, inadeguata rispetto alla
 ricchezza storica ed attuale del nostro patrimonio culturale. Modesta anche rispetto alle migliori esperienze
 degli altri "psb" europei.S'è anche ragionato su un'interpretazione estesa e plurale del concetto
 (intrinsecamente polisemico) di "cultura": tutti i partecipanti hanno inteso proporre una visione plurale,
 "culture" piuttosto che "cultura"; una cultura intesa in senso post-moderno, e quindi non soltanto come
 rappresentazione di quella che un tempo si definiva cultura "alta" (teatro, musica, danza, letteratura...), ma
 come strumento di integrazione e coesione sociale, come strumento di tutela delle minoranze (linguistiche,
 etniche, religiose...) e più in generale delle diversità (fisiche, psichiche, sociali...).Cultura intesa anche come
 esigenza di alfabetizzazione digitale del Paese, con una Rai che si ponga come grande "orchestra" della
 cultura nazionale, mettendo in rete esperienze variegate, ricerca e sperimentazione, e ponendosi come
 grande "bussola" rispetto all'infinita offerta del web: una guida multimediale civile nella babele del caos
 digitale.Risorse: questione essenziale e nodale.Debbono crescere, in assoluto: abbiamo ricordato come la
 "spesa pubblica" pro-capite per il servizio pubblico televisivo italiano sia tra le più basse d'Europa, e non
 cambierà granché dall'iniezione di risorse che dovrebbero venire dal canone nella bolletta
 elettrica...Debbono crescere, in relazione alle specifiche risorse allocate alla cultura: il budget di cui dispone
 Rai Cultura è assolutamente inadeguato, e si dovrebbe ragionare su una maggiore disseminazione delle
 sue produzioni nei palinsesti delle tv generaliste. Si ricordi che i due maggiori canali che dipendono da Rai
 Cultura ovvero Rai5 e Rai Storia raggiungono rispettivamente uno share dello 0,3% e 0,2%: l'offerta è di
 gran qualità, alcune produzioni meriterebbero la prima serata di Rai 1, ma spesso il potenziale di ascolto
 che potrebbe esprimere Rai Cultura è limitato dallo status stesso di canale "tematico".Le risorse per la
 cultura - intesa in senso lato, plurale e inclusivo - possono derivare anche da una auspicata sinergia con i
 fondi del Ministero dei Beni e Attività Culturali e Turismo.Il tavolo "Cultura" ha quindi proposto che la
 convenzione in gestazione preveda che il Mibact venga coinvolto attivamente nella stesura del "contratto di
 servizio" che verrà.Agis, in particolare, ha chiesto che, così come vengono imposti obblighi di investimento
 a Rai in materia di produzione di cinema e fiction, vengano introdotti specifici obblighi anche in relazione
 allo spettacolo dal vivo: Lorenzo Scarpellini ha ricordato che dal 1975 al 1985 è stata in vigore una
 dimenticata legge, che prevedeva che il 2% dei proventi lordi della Rai fossero vincolati al finanziamento di
 manifestazioni teatrali e musicali, in Italia ed all'estero.Monique Veaute si è soffermata sull'esperienza del

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 canale culturale per antonomasia, Arte, pan-europeo nelle intenzioni ma ancora a prevalente asse franco-
 tedesco. Un'esperienza di eccellenza rispetto alla quale l'Italia non mostra l'interesse che merita: basti
 pensare alle potenzialità di un doppiaggio in lingua italiana dei programmi dell'emittente.Si è ragionato
 anche sul senso di un provocatorio "trasferimento" di Rai5 in... Rai3, ovvero su un riposizionamento delle
 reti del servizio pubblico (con conseguente riallocazione delle risorse): Rai 1 rete "nazional-popolare", Rai 2
 rete "giovanile", Rai 3 rete "culturale".È stata evocata anche l'esperienza di RaiMed, infelicemente
 conclusasi: canale satellitare della Rai andato in onda dal 2001 al 2014 via satellite in modalità "free-to-air",
 visibile attraverso qualsiasi decoder satellitare in Europa e dalla sponda settentrionale dell'Africa. Il canale
 era strettamente collegato al canale Rai News 24 (di cui trasmetteva il palinsesto-base), e proponeva ogni
 giorno, in prima serata, la traduzione in lingua araba dell'edizione principale del Tg3 delle ore 19, nonché
 programmi dedicati ai Paesi mediorientali che si affacciano sul mare Mediterraneo. Saggiamente voluto
 dalla Rai per stimolare un dialogo fra lItalia ed il mondo arabo e tra le numerose comunità di lingua araba
 italiane ed europee, ma incomprensibilmente chiuso nel 2014, per le solite ragioni di riduzione dei costi del
 "psb" italiano (che spesso finiscono per colpire e penalizzare le iniziative più meritorie).La seconda
 domanda che il tavolo "Cultura" della consultazione ha espresso è quasi... ovvia: "Lei ritiene che la Rai
 debba trasmettere più cultura (teatro, musica, arti visive, danza, musica...) nei propri palinsesti?". Quesito
 semplice ed apparentemente banale, ma di fatto essenziale, e tutt'altro che scontato. Si ha ragione di
 temere che la risposta della "maggioranza" possa essere paradossalmente... negativa.Nulla (ci) è poi dato
 sapere dai tre tavoli "limitrofi", ovvero gli altri della "macroarea" denominata "Società Italiana", ovvero, in
 verità, ogni tanto, giungeva l'eco di un commento, un frammento di battuta, ma nessuna "interazione" né
 condivisione di sorta s'è venuta a determinare rispetto ai gruppi di lavoro rispettivamente intitolati
 "Informazione e nuovi linguaggi", "Scuola e Università" e "Pubblica utilità". Peccato: frammentazione e
 dispersione, una occasione di dialettica in parte vanificata da una metodologia erratica ed
 incomprensibile.In sostanza: un incontro interessante e stimolante.Si rinnova però la radicale perplessità:
 perché... "a porte chiuse"?!Perché questi dibattiti non sono stati oggetto di registrazione (almeno audio), e
 non sono stati messi a disposizione della comunità professionale e della collettività tutta?!Quale "logica" ha
 determinato una simile decisione, che offende l'esigenza di trasparenza che dovrebbe caratterizzare l'agire
 di ogni pubblica amministrazione moderna e democratica?La rassegna stampa odierna è stata,
 ovviamente, molto modesta (non poteva essere altrimenti). Carlo Tecce su "il Fatto Quotidiano" (in un
 articolo intitolato "CambieRai: il governo riflette, l'uomo Mediaset agisce") s'è concentrato sull'intervento
 dell'esponente Mediaset Stefano Selli, che è sia Vice Presidente di Confindustria Radio Tv (alla quale, si
 ricordi, aderisce comunque anche Rai, e l'attuale Presidente è non a caso Franco Siddi, membro del Cda di
 Viale Mazzini), ma anche Direttore Relazioni Istituzionali di Mediaset. Nel documento finale di uno dei
 "tavoli", si chiede che il ruolo di servizio pubblico debba essere espletato dalla Rai su tre "piattaforme",
 ovvero digitale terrestre, satellite, online. Selli ha richiesto che venisse posta particolare enfasi sul digitale
 terrestre. Il gruppo di lavoro è stato formato da Alessio Beltrame (Mise), Valerio Zingarelli (Rai), Mario
 Frullone (Fub- Fondazione Ugo Bordoni), Antonio Sassano (Università La Sapienza di Roma), Marco Mele
 (Comunicare Digitale).Mele ha spiegato i suoi dubbi sul proprio blog "Media 2.0". La questione non ci
 sembra in fondo così drammatica, essendo noti gli interessi di Cologno Monzese: la Commissione Europea
 impone agli editori tv di liberare le frequenze della "banda 700" entro il 2020, e Mediaset ha interesse a
 rinviare il termine. Normale dialettica di mercato, ci sembra. E d'altronde anche Mediaset ha diritto - come
 chiunque, cittadino associazione impresa - ad esprimersi in materia di "servizio pubblico".Altri hanno notato
 che al tavolo "Cinema" (coordinatore il Direttore Generale del Mibact Nicola Borrelli, Paolo Dal Brocco
 rappresentante Rai), si sarebbe registrata resistenza da parte di Viale Mazzini nell'accettare l'idea che il
 "psb" debba incrementare le risorse destinate al cinema. Anche qui, un "gioco delle parti" assolutamente
 prevedibile.Piccole polemiche a parte, ribadiamo il convincimento che "#CambieRai" sia stata una iniziativa

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 stimolante, ma l'aver precluso una disseminazione pubblica dei lavori resta un errore gravissimo, e ne
 inficia il senso tecnico oltre che civile: imperdonabile - riteniamo - rispetto a quella che è stata annunciata
 come "consultazione pubblica".Da cittadini, chiediamo quindi cortesemente al Sottosegretario Antonello
 Giacomelli ovvero al Mise, di rendere pubblici quanto prima almeno i documenti che son stati redatti dai 16
 tavoli di lavoro di "#CambieRai": a questo punto (essendo purtroppo irrimediabilmente andata perduta la
 traccia mnemonica completa di queste ore di dibattito), è il minimo che il Ministero deve fare. In nome della
 trasparenza, della dialettica, del dibattito civile e politico: per il bene del futuro "servizio pubblico
 radiotelevisivo".Noi, da parte nostra, riteniamo di dover rendere di pubblico dominio - anzitutto a favore dei
 lettori di "Key4biz" - le elaborazioni del "tavolo" cui abbiamo avuto l'onore ed il piacere di partecipare.E ci
 auguriamo che anche la "bozza" di questionario che il Mise affiderà all'Istat venga resa di pubblico dominio,
 prima della sua pubblicazione online. Clicca qui, per leggere la bozza delle conclusioni del "Tavolo 15"
 ("Cultura"), prima fase di "#CambieRai. Consultazione nazionale sul servizio pubblico radiofonico, televisivo
 e multimedia", Roma, 12 aprile 2016

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ANICA - CINEMA

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 L'intervista L'attore candidato ai David per due ruoli: il cattivo di «Jeeg Robot» e il tossico di «Non essere
 cattivo»
 L'antieroe del cinema
 Luca Marinelli: «Gioco con la follia dei miei personaggi estremi Il successo? Cerco di non bruciarmi» Idoli
 Nella mia stanza avevo il poster di Brando ma imparavo a memoria le battute di Gassman
 Valerio Cappelli

 roma Luca Marinelli, 31 anni, romano, è l'attore del momento, candidato a due David di Donatello (il 18 in
 diretta su Sky): Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti e Non essere cattivo di Claudio Caligari. I
 due personaggi sono due antieroi, un criminale e un tossico, vivono nella periferia romana.
  L'hanno definita il simbolo del nuovo cinema italiano .
 «Vivo tutto questo con grande imbarazzo, e sono felice naturalmente, ma secondo me si sbagliano. Ho
 avuto la fortuna di recitare in due bei film, affronto le cose con calma, senno' diventa un fuoco che brucia
 subito».
 Le hanno appena dato il premio «Vittorio Gassman»...
 «Beh, posso dire di aver fatto l'Accademia d'arte drammatica come lui. Purtroppo non l'ho mai visto recitare
 a teatro ma imparavo a memoria le battute dei suoi film, come I Soliti Ignoti ».
 È vero che lei da piccolo voleva fare l'archeologo?
 «Sì, ma dopo aver visto Indiana Jones al cinema. Al liceo dissi a mio padre che mi sarebbe piaciuto
 diventare attore. Mi rispose: sì, però studia. Non credevo di poter riuscire, al Centro Sperimentale di
 Cinematografia non fui ammesso, forse perché quando Lina Wertmüller, una delle esaminatrici, mi chiese
 l'ultimo film che avevo visto, risposi Batman ».
 Il destino dei supereroi...
 «Però in Jeeg Robot sono la nemesi del supereroe (Claudio Santamaria), sono lo Zingaro, il cattivo con
 una dose da cavallo di follia. Ho pensato all'assassino "Buffalo Bill" e a Anthony Hopkins in Il silenzio degli
 innocenti . E quando devo tirar fuori ambizioni canore in età adolescenziale il modello è stato Anna Oxa».
  Anna Oxa?
 «La chiave è stata il suo video di Un'emozione da poco : lei da giovanissima a Sanremo, vestita da uomo,
 con la ventiquattr'ore in mano e quel rock'n'roll...».
 I produttori non volevano fare «Jeeg Robot», convinti che sarebbe stato un flop.
 «Segna uno spartiacque, si è capito che quei film lì, un fantasy italiano che fa il controcanto a quelli
 americani degli effetti speciali, noi li possiamo fare. Gabriele, il regista, ha contenuto il divertimento scenico
 e la follia del mio personaggio nel contesto di Tor Bella Monaca, la periferia dove abbiamo girato, che non è
 Gotham City: i centri commerciali, la frustrazione, un certo esibizionismo. Sono contento di aver conosciuto
 un quartiere della mia città. Se avessi io superpoteri mi batterei per una giusta normalità».
  La strana storia del film di Caligari: candidato italiano agli Oscar, ma fuori concorso a Venezia .
 «È stato un peccato però essere lì era già un traguardo. Ci hanno ringraziato in tanti. Caligari venne a
 mancare poco dopo la fine del primo montaggio, era un intellettuale alla maniera di Pasolini».
 Lei vive a Berlino?
 «Da quattro anni, per ragioni private. Dopo lo svezzamento con La solitudine dei numeri primi di Saverio
 Costanzo e Tutti i santi giorni di Paolo Virzì, ho la fortuna di poter fare meno provini rispetto al passato, e
 qualche incontro in più. Non è scomodo, basta organizzarsi. Ho da poco girato con Jasmine Trinca Tutto
 per una ragazza di Andrea Molaioli, la prima volta in cui interpreto un padre. Adoro il modo in cui la
 Germania tutela i ragazzi. Ci sono film vietati ai 6, agli 8, ai 12, ai 14, ai 16 e ai 18 anni. Non una censura».
 Com'è il cinema italiano visto dalla Germania?

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 «Parlerei di crisi di coraggio, non di talento, non siamo messi così male: con Rosi abbiamo vinto alla
 Berlinale, e prima c'è stato l'Oscar di Sorrentino».
  Ogni attore è cresciuto con un poster in camera .
 «Sopra il letto avevo la foto di Marlon Brando col cranio rasato e uno scarafaggio in testa: Apocalypse Now
 era il mio augurio prima di andare ogni giorno in Accademia. Poi trovo che Joaquin Phoenix sia un attore
 maestoso. È un lavoro fantastico, se avrò la fortuna di continuare a farlo».
  © RIPRODUZIONE RISERVATA
 Il profilo
 Luca Marinelli, nato a Roma il 22 ottobre 1984, è candidato ai premi David come protagonista per «Non
 essere cattivo» e come non protagonista per «Lo chiamavano Jeeg Robot»
 Foto: Sul set di Caligari Luca Marinelli (al centro) in «Non essere cattivo» di Claudio Caligari, presentato
 fuori concorso al festival di Venezia dello scorso anno
 Foto: Luca Marinelli in «Lo chiamavano Jeeg Robot», il film di Gabriele Mainetti in cui è lo Zingaro, un
 criminale. L'attore dice di essersi ispirato anche ad Anthony Hopkins in «Il silenzio degli innocenti»

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 R2 IL COMMENTO
 Così il filmino conquista i nativi digitali
 Un pò moda, un pò snobismo: si tratta di una reazione all'eccesso di perfezione tecnologica
 MICHELE SMARGIASSI

 Un medium dimenticato da tutti, perfino dalla nostalgia. Ma proprio questo fa la fortuna del "filmino", che
 oggi è pronto a ricominciare da zero, a stupire come la prima volta, strepitosa innovazione analogica in
 questa annoiata era digitale.
  Il cinema da salotto entrò nelle case degli italiani agli albori del boom economico: il proiettore da montare
 sul tavolo da pranzo, davanti alla parete bianca (stacca il quadro dal chiodo! chiudi le persiane!) era
 l'elettrodomestico dell'immaginario familiare, dava vita e movimento a fotografie dell'album troppo immobili
 per quegli anni dinamici.
   Ma il cinema domestico ha patito per primo la legge dell'obsolescenza dell'interfaccia tecnologica:
 insomma il proiettore di casa a un certo punto si rompeva, quand'era già arrivata l'era del video, i pezzi di
 ricambio non c'erano più, e le mini-pizze di pellicola rimanevano nei cassetti degli italiani, inerti e afasiche.
 Mentre le fotografie dei nonni col bordo frastagliato diventavano vintage, le bobine di celluloide diventavano
 semplice cianfrusaglia. Così, quando nel 2002 a Bologna un gruppo di cinefili intelligenti cominciò a
 raccoglierle in un archivio, Home Movies, promettendo in cambio un riversamento in dvd, furono sommersi
 da filmati di spiagge e prime comunioni. Ora ne custodiscono oltre cinquemila ore, c'è dentro la memoria
 tremula e sfarfallante della famiglia italiana letteralmente in movimento verso il benessere. Bene, la notizia
 è che, mentre i padri si comprano la GoPro, i figli cominciano a girare su pellicola. Il 5 gennaio,
 sorprendendo chi la dava per agonizzante, la Kodak ha lanciato sul mercato un modello tecnologico di
 cinepresa per film Super8 (formato più economico dell'8mm, lanciato nel 1965). Il primo aprile poi è
 resuscitato ufficialmente un marchio blasonato della fotografia italiana: la Film Ferrania, una startup che
 vanta un'eredità secolare, rianimata da due giovani imprenditori toscani, ricomincerà fra pochi mesi a
 sfornare, oltre a rullini fotografici, anche pellicole 8 e 16 mm. Non si tratta di operazioni nostalgiche. Il target
 sono gli "immigrati analogici".
   Non sessantenni che ritrovano antichi amori, ma nativi digitali che scoprono per la prima volta il gusto
 dell'immagine alchemica, che si forma su un supporto solido, che si può toccare e guardare in controluce.
 Soprattutto, quelle immagini che si animano in un rumore di ali di pipistrello regalano il brivido
 dell'imprevisto. Succede alle immagini in movimento quel che è accaduto con le toy camera, le Lomo, le
 Holga, le Diana: abituati a software intelligentissimi dove è impossibile che una foto "venga male", la
 pellicola ci sorprende con un'avventura nel territorio della "sbagliografia", dell'errore felice e creativo. Un po'
 moda, un po' snobismo del downgrading, un po' reazione all'eccesso di perfezione digitale, la resurrezione
 del Super8 è stata salutata con affettuoso entusiasmo da grandi registi come Steven Spielberg («mi piace
 che la nostra arte centenaria conservi quel certo look da pellicola») e Quentin Tarantino («ventiquattro
 fotogrammi al secondo attraversati dalla luce di una lampada, per me la magia del film è questo»). Pochi
 ricordano che gli inventori del cinematografo, i fratelli Lumière, se lo immaginavano non come la settima
 arte ma come un divertimento casalingo, uno dei loro primi filmati fu il sempiterno "bagnetto del bambino".
 Poi venne Meliès, sparò un proiettile nell'occhio della Luna e fu tutta un'altra storia; ma il cinemino di casa,
 umile e servizievole costruttore di legami familiari, non ha voluto morire.

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 R2
 Jodie Foster a Cannes "Ora parliamo di soldi"
 La regista presenta in Francia "Money Monster" con Clooney Ma prima si riunirà a New York con tutto il
 cast di "Taxi driver" Il 21 aprile al Tribeca Festival con DeNiro celebrerà i 40 anni del film di Martin Scorsese
 SILVIA BIZIO

 LOS ANGELES JODIE Foster che dirige George Clooney e Julia Roberts: è già un piccolo evento il thriller
 Money Monster-L'altra faccia del denaro, che racconta la crisi finanziaria e i torbidi affari di Wall Street.
  Non a caso il nuovo film firmato dall'attrice due volte premio Oscar (per Sotto accusa nel 1989 e per Il
 silenzio degli innocenti nel 1992) è stata scelta per debuttare al festival di Cannes prima di uscire nelle sale
 italiane il 12 maggio. Per Jodie Foster è un ritorno al festival francese: nel 2011 aveva portato sulla
 Croisette la sua terza opera come regista, Mr. Beaver con Mel Gibson. Per la Roberts è invece la prima
 volta a Cannes.
  In Money Monster Clooney è il conduttore di un programma televisivo di analisi di economia e finanza che
 viene preso in ostaggio in diretta da un uomo armato infuriato per investimenti disastrosi. La Roberts è la
 produttrice del programma. Il film è stato realizzato in tempi record. «Nel momento in cui ho dato da leggere
 il copione a Clooney tutto ha iniziato a correre», spiega Jodie Foster, 53 anni, «perché quando lui si mette
 in moto, la macchina fila subito in corsia di sorpasso. Il suo contributo al film è stato molto importante.
 Pensavo a come fosse riuscito a rendere interessante un dramma tutto dentro uno studio televisivo come
 Good night, and Good luck. Ecco, quella sua esperienza si è senz'altro riversata in Money Monster. E poi
 insieme abbiamo ripensato a tanti classici del genere, da Quinto potere a Re per una notte con Robert De
 Niro e Jerry Lewis. Mi sono chiesta come avrebbe diretto Money Monster Sidney Lumet».
  Nel film si parla molto di soldi, con cui la regista ha un rapporto curioso. «Sono cresciuta con una mamma
 single sempre senza soldi, l'averne o non averne mi procurava ansia, ma per motivi di stretta
 sopravvivenza. Poi sono diventata quella che provvedeva alla famiglia fin da giovane e l'ansia è continuata,
 perché se non venivo scritturata rischiavamo di ritrovarci tutti di nuovo in gravi ristrettezze. Insomma, ho un
 pessimo rapporto col denaro! Ma con l'età sto migliorando».
   Prima dell'arrivo in sala di Money Monster un altro appuntamento importante attende però l'attrice:
 l'anniversario per i 40 anni di Taxi Driver. Insieme al cast originale, dal regista Martin Scorsese agli
 interpreti Robert DeNiro e Cybill Shepherd, celebrerà l'evento il 21 aprile al Tribeca Festival di New York
 per ricordare l'importanza che ha avuto per più generazioni.
  Compreso Leonardo DiCaprio, che ha detto che Taxi Driver è il film che maggiormente lo ha influenzato
 come attore. All'epoca delle riprese Jodie Foster aveva solo 13 anni. «È stata un'esperienza eccezionale, e
 lavorare a quell'età con Martin Scorsese per forza ti segna per sempre.
   Ma soprattutto mi ritengo fortunata per aver partecipato in prima persona a quel movimento
 cinematografico in America negli anni Settanta, per me l'età dell'oro del cinema statunitense. Infatti, come
 dicevo prima, Sidney Lumet, autore di Quinto potere, è il mio idolo come regista, e questo mio nuovo film si
 pone decisamente in quel solco, in cui lo studio caratteriale e il personaggio sono al centro di tutto».
 Foto: ARTISTA Jodie Foster, 53 anni, attrice e regista. Il nuovo film da lei diretto, "Money Monster L'altra
 faccia del denaro", arriva nelle sale italiane il 12 maggio

ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016                                                             18
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 R2 Al cinema IL FILM DI ROBERTO NEPOTI/ MISTRESS AMERICA
 Brooke, super eroina del quotidiano idealista e generosa
 Il film di Noah Baumach è un piccolo inno all'indipendenza e alla marginalità di chi non accetta di
 omologarsi
 ROBERTO NEPOTI

 IL QUARANTASEIENNE newyorkese Noah Baumbach non è una star della regia. Però si è assicurato un
 pubblico fedele con film a piccolo budget delicati e intelligenti, quali Il calamaro e la balena o Frances Ha:
 dove ha raccontato (e scritto) storie di gente normale, imperniate sui sentimenti, le difficoltà di affrontare
 l'età adulta, le famiglie che si disgregano e si ricompongono. Il tutto mantenendo un benefico equilibrio tra
 serietà e humour. Ora torna con una commedia a venature amare che è un po' - anche se in modo
 "ufficioso" - il seguito di Frances Ha. La protagonista è la stessa, l'attrice-feticcio nonché attuale compagna
 del regista Greta Gerwig, e il suo personaggio, Brooke, è una Frances con qualche anno in più, ma che non
 ha ancora trovato una stabilità professionale, né sentimentale. Appena trasferita a New York per
 frequentare il college, la giovanissima Tracy la cerca solo per assecondare la madre, che sta per sposarne
 il padre. In realtà per Tracy, disambientata e scontenta, l'incontro con la futura sorellastra è la manna:
 Brooke sembra la regina della città, è popolare e piena di progetti. Anche se al momento, come dice lei,
 campa dando lezioni agli «stupidi figli dei ricchi perché diventino un po' meno stupidi». La parte migliore
 comincia quando le ragazze vanno a far visita a due vecchie conoscenze di Brooke: il suo ex-fidanzato e la
 moglie di questi, una ex-amica che s'è arricchita rubandole un'idea di marketing per le t-shirt. Qui si svolge
 un gioco delle parti pieno di umorismo, con momenti di assurdo che evocano Woody Allen; fino alla
 scoperta, da parte della ragazza più navigata, che la finta ingenua è ben più calcolatrice di lei.
  Baumbach non fa parte di coloro che hanno sposato l'ideologia del successo, né della guerra di tutti contro
 tutti pur di emergere. Da americano qual è, ama sì l'individualismo, però di un genere differente. Ossia il
 tipo d'individualismo della bionda Brooke, idealista generosa e un po' scombinata di cui la gente trova
 naturale approfittarsi (il talento non le manca affatto) per poi, magari, sbeffeggiarla. Poco a poco il film
 lascia venir fuori la sua vera natura, che è quella di una super eroina del quotidiano, indomita e perdente
 «come un cow boy». Alla quale però (scopritelo nel finale) si potrebbe applicare il motto del teatro
 giapponese Daruma: «Cadere sette volte e rialzarsi otto».
   Piccolo inno all'indipendenza e alla marginalità di chi non accetta di omologarsi, quasi senza parere
 Mistress America raggiunge un'intensità inaspettata attraverso mezzi semplici: gesti, sguardi, posture e
 dettagli di comportamento che la macchina da presa di Baumbach sottolinea con una naturalezza solo
 apparente; ma che danno, invece, sostanza e umanità al personaggio, cui Greta Gerwigh presta doti di
 attrice raffinata. È buffo pensare che presto ritroveremo Baumbach (appassionato di cartoon, è già stato
 sceneggiatore di Fantastic Mr. Fox e Madagascar 3) alla regia di un film d'animazione della DreamWorks
 con animali parlanti; perché pochi, oggi, sanno usare come lui la "cinepresa ad altezza d'uomo". O meglio
 di donna, come è più giusto dire in questo caso.
  Il cacciatore e la regina...
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 Foto: IL REGISTA Noah Baumbach nel '95 scrive e dirige Scalciando e urlando.
  Collabora con Wes Anderson alla sceneggiatura di diversi film.
  Nel 2005 è candidato all'Oscar per la migliore sceneggiatura originale del film Il calamaro e la balena

ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016                                                           19
14/04/2016                                                                   diffusione:235298
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 Foto: MISTRESS AMERICA Regia di Noah Baumbach Con Greta Gerwig Lola Kirke

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14/04/2016                                                                                           diffusione:116159
Pag. 41 Ed. Roma                                                                                        tiratura:152668

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 Inaugurato MediCinema: 130 posti a misura di pazienti per la terapia del sollievo. Il via con medici, vip e
 proiezione del "Libro della Giungla"
 È festa al Gemelli in corsia c'è il film
 Maria Serena Patriarca

 L'EVENTO La settima arte approda in corsia: Mowgli e i suoi simpatici amici animali, ma anche Mickey
 Mouse, beniamino di tutti i bambini, per tenere a battesimo la sala cinematografica del Policlinico Gemelli.
 Festa grande, ieri, per il taglio del nastro di MediCinema, a cui sono stati invitati tanti volti noti, molti dei
 quali con prole al seguito, visto che l'inaugurazione coincide con la proiezione speciale del "Libro della
 Giungla", da oggi ufficialmente nelle sale. Arrivano il conduttore tv Giovanni Muciaccia con la moglie Chiara
 e i figli Edoardo e Maria Vittoria, Camila Raznovich con le sue bimbe Sole e Viola, Katia Pedrotti con i
 pargoli Tancredi e Matilda, Sebastiano Somma, Gianni Letta, Francesco Giorgino , la conduttrice radio
 Myriam Fecchi, Fanny Cadeo, Antonella Salvucci . Grandi e piccini posano divertiti per la foto ricordo
 accanto a Topolino che, nella stessa giornata, ha fatto visita ai piccoli ricoverati nei reparti pediatrici. C'è
 chi, come la Pedrotti e la Salvucci, non resiste alla tentazione di un selfie con il personaggio-icona dei
 cartoon. A dare il benvenuto agli invitati sono Giovanni Raimondi ed Enrico Zampedri , presidente e
 direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli, Rocco Bellantone , preside della
 Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e Giorgio Meneschincheri ,
 direttore medico Relazioni Esterne del Gemelli, affiancati da Daniel Frigo, ad di The Walt Disney Company
 Italia, partner del progetto insieme con la Rai e Raicinema. Come precisa Zampedri «la Fondazione e
 MediCinema Italia onlus hanno realizzato la prima sala cinematografica in Italia in un grande ospedale,
 sulla base dell'esperienza ventennale di MediCinema in Inghilterra, che ha fatto propria la missione di
 portare il cinema e la cultura negli ospedali, con finalità terapeutiche a beneficio dei pazienti». Gli fa eco
 Frigo: «Portare la magia dell'intrattenimento a bambini e famiglie in difficoltà è un valore fondamentale per
 la nostra company. Siamo veramente orgogliosi di sostenere quest'iniziativa». La sala, che nasce dalla
 mission della "cinematerapia" (o terapia del sollievo) appunto, è costruita tra l'ottavo e il nono piano del
 complesso ospedaliero, è la più grande in Europa nel suo genere ed è attrezzata per ospitare 130 persone,
 anche a letto o su sedia a rotelle. Fra i presenti all'opening anche Celestino Pio Lombardi , responsabile
 Commissione medico-scientifica per il progetto MediCinema Policlinico Gemelli, Fulvia Salvi , presidente di
 MediCinema Italia Onlus, il cui slogan è «feel better with film», Paolo Del Brocco , ad di RaiCinema. Buio in
 sala e spazio alle suggestioni evocate dalla giungla di Mowgli. Bollicine e delicatessen per il cocktail finale.
 Accanto, Camila Raznovich con le figlie Più a destra, Fanny Cadeo In alto, sotto al grande schermo:
 Riccardo Tramezzani, Rocco Bellantone, Enrico Zampedri, Fulvia Salvi, Daniel Frigo e Paolo Del Brocco In
 alto a destra, Sebastiano Somma (foto RIZZO/CAPRIOLI/TOIATI)

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