Rassegna stampa 14 aprile 2016 - Anica
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Rassegna stampa 14 aprile 2016 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio.
INDICE ANICA - ANICA CITAZIONI 14/04/2016 L'Unità - Nazionale 6 Cinemadays, oggi ultimo giorno per il cinema a prezzi scontati 14/04/2016 DailyMedia 7 Partenza positiva per i CinemaDays: solo nel primo giorno 207 mila spettatori. Con un incremento pari al 103% dei biglietti staccati 13/04/2016 Key4Biz 8 Cinema, presenze in sala in aumento del 23% nel primo trimestre 2016 13/04/2016 Key4Biz 9 ilprincipenudo. Consultazione Rai, 'pubblica' ma 'a porte chiuse'. Cultura e pubblicità nel questionario? ANICA - CINEMA 14/04/2016 Corriere della Sera - Nazionale 15 L'antieroe del cinema 14/04/2016 La Repubblica - Nazionale 17 Così il filmino conquista i nativi digitali 14/04/2016 La Repubblica - Nazionale 18 Jodie Foster a Cannes "Ora parliamo di soldi" 14/04/2016 La Repubblica - Nazionale 19 Brooke, super eroina del quotidiano idealista e generosa 14/04/2016 Il Messaggero - Roma 21 È festa al Gemelli in corsia c'è il film 14/04/2016 Il Messaggero - Nazionale 22 Avvertenza agli spettatori: vi risveglierete in un videogame 14/04/2016 Avvenire - Nazionale 23 "Abbraccialo per me": se in casa irrompe il disagio mentale 14/04/2016 Avvenire - Nazionale 24 MOWGLI La favola di è un reality 14/04/2016 Avvenire - Nazionale 26 Al Gemelli inaugurato il primo cinema in corsia d'Italia
14/04/2016 Il Giornale - Nazionale 27 Ben Affleck sarà ancora «Batman» 14/04/2016 Il Fatto Quotidiano 28 Immersi in un noioso videogioco " Hardcore ! " è un giocattolo mai riuscito 14/04/2016 Il Fatto Quotidiano 30 Elio Germano sarà Nino Manfredi, diretto dal figlio Luca 14/04/2016 L'Unità - Nazionale 31 La storia di San SuuKyi arriva sul grande schermo 14/04/2016 L'Unità - Nazionale 33 Lieto fine nella striscia di Gaza: al cinema con "The Idol" 14/04/2016 Il Manifesto - Nazionale 34 Fra due mondi e due regni la vita di Mowgli, la vulnerabilità di un corpo in trasformazione 14/04/2016 Il Manifesto - Nazionale 36 Scoprire Gaza in una canzone 14/04/2016 Il Manifesto - Nazionale 38 Segreti e scoperte, i giovani registi amano l'adolescenza 14/04/2016 Il Manifesto - Nazionale 40 Far East Film festival, dall'oriente con furore 14/04/2016 Il Tempo - Nazionale 41 Il coraggio della Rocca «Parlo di disagio mentale cantando Cristicchi» 14/04/2016 Alto Adige - Nazionale 42 «Girare qui è stato fantastico, spero di tornare presto» 14/04/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Basilicata 44 Tek è il primo western futuristico della Basilicata ANICA - TELEVISIONE 14/04/2016 La Repubblica - Nazionale 46 Diritti tv, multa in arrivo per emittenti e Infront 14/04/2016 Il Foglio 47 Dove nasce l'onda lunga che sta investendo reti, giornali e tv in Italia ANICA WEB - ANICA WEB
13/04/2016 www.key4biz.it 17:52 50 ilprincipenudo. Consultazione Rai, 'pubblica' ma 'a porte chiuse'. Cultura e pubblicità nel questionario 13/04/2016 www.ilpost.it_cultura 12:57 56 Oggi e domani ci sono i Cinemadays 13/04/2016 www.quotidianodipuglia.it 21:13 58 Giovedì 14 aprile, ultimo giorno di CinemaDays: il biglietto a 3 euro 13/04/2016 giornaledellospettacolo.it 08:42 59 Quale film merita di vincere il David di Donatello 2016 13/04/2016 www.key4biz.it 12:37 60 Cinema, presenze in sala in aumento del 23% nel primo trimestre 2016 13/04/2016 blog.screenweek.it 09:05 61 #CinemaDays - Spettatori in crescita nel secondo giorno, oggi nuovi film in sala 13/04/2016 youmovies.it 09:21 62 CinemaDays 2016: partenza positiva 13/04/2016 cinefilos.it 17:11 63 CinemaDays: in segno positivo anche la seconda giornata
ANICA - ANICA CITAZIONI 4 articoli
14/04/2016 diffusione:22216 Pag. 21 L'Unità tiratura:57915 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INIZIATIVA Cinemadays, oggi ultimo giorno per il cinema a prezzi scontati - Oggi è l'ultimo giorno per approfittare dell'iniziativa Cinemadays: biglietti a 3 euro per vedere i film sui 2700 schermi che , hanno aderito (5 euro le proiezioni in 3D). L'obiettivo è incentivare le presenze nelle sale. I promotori Anec, Anem, Anica e con il sostegno del Mibact confidano di replicare il successo dello scorso anno quando in quattro giorni furono venduti 1 milione e 800 mila biglietti. 1268mila spettatori di martedì (il 119% in più sul martedì della settimana precedente) fanno ben sperare. ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016 6
14/04/2016 Pag. 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Partenza positiva per i CinemaDays: solo nel primo giorno 207 mila spettatori. Con un incremento pari al 103% dei biglietti staccati Sono 207 mila gli spettatori che sono andati al cinema nella prima giornata dei CinemaDays, l'iniziativa che fino a oggi, 14 aprile, consentirà al pubblico di acquistare il biglietto a soli 3 euro (ad esclusione dei film in 3D che costeranno 5 euro e degli eventi speciali). Un dato decisamente positivo rispetto al lunedì della scorsa settimana (4 aprile) quando gli spettatori in sala erano 102 mila, che registra un incremento del 103%. Molto positivo anche l'aumento, +61,5%, rispetto all'analogo lunedì dell'anno scorso (13 aprile 2015). Tanti i film in sala che il pubblico può vedere a 3 euro, a cominciare dai film usciti la scorsa settimana: Veloce come il Vento e Troppo napoletano (01 Distribution), L'età d'oro (Bolero Film), Grimsby - Attenti a quell'altro (Warner Bros), Il cacciatore e la regina di ghiaccio (Universal), Victor Frankenstein (20th Century Fox), Mister Chocolat (Videa), Una notte con la regina (Teodora), Il complotto di Chernobyl (I Wonder Pictures), Banat - Il viaggio (Movimento Film), Briciole sul mare (Studio Chirco Edizioni Musicali e Cinema). Da ieri i nuovi titoli come Hardcore! (Lucky Red), Nonno scatenato (Eagle), Criminal (Notorius), Un'estate in Provenza (Nomad Film), e, solo per oggi, usciranno Il libro della giungla (Disney), Nemiche per la pelle (Good Films), L'universale (L'occhio e la luna e Lo Scrittoio) The Idol (Adler), Mistress America (Fox), Les souvenirs (Parthenos), Senza lasciare traccia (HiraFilm), Il bambino di vetro (Lab 80 Film). Un'iniziativa importante che, per la prima volta, si è tenuta sia in autunno che in primavera e che contribuisce a rafforzare il legame tra il grande schermo, il suo pubblico e nuovi spettatori. Le intensiva la campagna sui social network con oltre 2 milioni 400 mila persone coinvolte. L'iniziativa è organizzata dalle associazioni dell'industria cinematografica ANEC, ANEM, ANICA, con il sostegno della Direzione Generale Cinema del MiBACT, soddisfatti anche dei risultati appena comunicati da Audimovie sui primi mesi del 2016. Principali uscite Principali uscite (x - xx mese) Titolo del film (14 aprile) Nemiche per la pelle (14 aprile) Titolo del film Il libro della giungla (14 aprile) Titolo del film The Idol (14 aprile) Foto: In basso le locandine di Veloce come il vento e Il libro della giungla, due pellicole coinvolte nei Cinemadays ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016 7
13/04/2016 Sito Web Key4Biz La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Media Cinema, presenze in sala in aumento del 23% nel primo trimestre 2016 Il Cinema gode di ottima salute. E' quanto emerge dai dati Audimovie relativi al primo trimestre 2016. La società che rileva i dati delle presenze nelle sale cinematografiche italiane registra una crescita del +22,8% nel periodo gennaio-marzo del 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015. Il totale complessivo, si legge nella nota di Audimovie, sfiora così i 40 milioni di biglietti staccati (39.774.780) con la media di presenze per sala in incremento del +23,6%. In dettaglio, 23.100.616 spettatori (il 58,1% del totale) sono entrati in una delle sale delle tre Concessionarie di cui nel 2016 Audimovie certifica le presenze: Rai Pubblicità, Moviemedia, PRS. Esaurito l'effetto Zalone ad attrarre spettatori è un mix tra produzioni di qualità e blockbuster di livello. Così i primi dieci film del Ciclo di Marzo: "Kung Fu Panda 3", "Batman V Superman: dawn of justice", "Perfetti sconosciuti", "Zootropolis", "The Divergent Series: Allegiant", "Attacco al potere 2", "Ave Cesare!" "Il caso Spotlight", "Lo chiamavano Jeeg Robot", "Forever young". Nel trimestre "Quo Vado?" resta il film più visto, seguito da un altro italiano, "Perfetti sconosciuti" e da "Revenant-Redivivo". Il 55,2%, degli spettatori delle Concessionarie ha scelto una struttura con 8 o più schermi, il 17% con 6-7 schermi, il 21,1% con 3-5 schermi, il 4,3% con 2 schermi e il 2,5% un monosala. Intanto, continua nelle sale la seconda edizione di #CinemaDays, l'iniziativa organizzata dalle associazioni dell'industria cinematografica ANEC, ANEM, ANICA che dall'11 al 14 aprile offre un prezzo scontato in tutta Italia di 3 euro per tutti i film che diventano 5 euro per i 3D.Il primo giorno sono andati in sala circa 209mila spettatori, più del doppio rispetto al lunedì precedente, mentre ieri il numero di biglietti staccati è salito a quota 267mila con un incremento del 39% degli incassi rispetto a martedì scorso nonostante i prezzi dimezzati. ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016 8
13/04/2016 Sito Web Key4Biz La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Media ilprincipenudo. Consultazione Rai, 'pubblica' ma 'a porte chiuse'. Cultura e pubblicità nel questionario? Si è tenuta ieri a Roma, dalle ore 11 alle 17, presso l'Auditorium Parco della Musica, la prima fase della annunciata consultazione sulla Rai, promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico, ovvero un rapido "brain storming" di circa 160 operatori del settore, rappresentanti di categorie ed associazioni, esponenti della società civile, accademici e studiosi.I pannelli proposti alle pareti della kermesse recitavano: "#CambieRai. Consultazione nazionale sul servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimedia. I tavoli tecnici".L'incontro era tra l'altro finalizzato a buttar giù la bozza di questionario che Istat dovrebbe sottoporre a pubblica consultazione dal 1° maggio prossimo (vedi l'articolo su "Key4biz" di ieri, "Consultazione Rai: questionario online il 1° maggio. Concessione prorogata a ottobre").L'iniziativa mostra aspetti controversi: senza dubbio intellettualmente stimolante (per chi ha avuto l'onore di essere "convocato"), ricca di suggestioni, ma organizzata con modalità non proprio eccellenti (nella sostanza e nella forma). Abbiamo espresso più volte i nostri dubbi su queste colonne, e purtroppo la kermesse li ha in parte confermati: vedi "Key4biz" del 1° aprile ("Partenza last minute per la consultazione Rai: ecco la convocazione"), del 4 aprile ("Consultazione Rai: editoria, musica e sociale assenti all'appello?") ed infine del 7 aprile ("Consultazione Rai: attesa per il confronto pubblico del 12 aprile").Per coloro che non son stati privilegiati (...) dall'invito ministeriale, è opportuno anzitutto una descrizione accurata delle modalità organizzative della kermesse:- l'elenco dei "convocati" non è stato reso di pubblico dominio (né "ex ante" né "ex post"), e già questo deficit di trasparenza è allarmante; l'elenco non è stato messo a disposizione nemmeno di coloro che hanno partecipato all'incontro; incredibile poi che gli stessi 16 "coordinatori" dei tavoli non fossero a conoscenza di chi partecipasse ai tavoli tematici altri; la cartella per i partecipanti era sostanzialmente vuota (se non i rituali bloc-notes e penna), senza nemmeno indicazione delle tematiche dei 16 tavoli! anche i nomi dei 16 "responsabili" istituzionali, così come dei 16 "rappresentanti" Rai, non sono stati resi di pubblico dominio; da non crederci veramente... un'atmosfera un po' alla "Eyes Wide Shut" di Stanley Kubrick;- i 160 partecipanti (ogni "tavolo tematico" aveva 10 partecipanti, di cui 1 rappresentante istituzionale - per lo più ministeriale - ed un rappresentante della Rai) sono stati convogliati in 1 enorme stanzone, dall'aspetto discretamente inquietante (pareti color nero, luci al neon dirette sui bianchi tavoli, nessuna apertura verso l'esterno... quest'ultima osservazione si pone anche come metafora della dinamica organizzativa), nel quale erano stati predisposti "blocchi" di tavoli, 4 a 4, per ogni macro-area tematica appunto, con badge cromatico identificativo dei partecipanti (rosso per "Sistema Italia", blu per "Industria creativa", verde per "Digitale", grigio per "Società Italiana"); intorno ad ogni tavolo, i convocati;- la vicinanza spaziale dei tavoli di ogni singola "macro-area" era tale da determinare un rumore di fondo assolutamente spiacevole, un continuo fastidio sonoro che si è protratto per molte ore, aggravato dal tono di voce stentoreo di alcuni intervenienti; una dinamica intollerabile (ed anche discretamente incivile), che ha stimolato in alcuni partecipanti finanche l'idea di abbandonare i lavori, in assenza di chance di adeguata concentrazione intellettuale;- i lavori si son svolti in due cosiddetti "round"; il primo dalle 11 alle 13.30 (con un'oretta di pausa, e discreto buffet in piedi); il secondo dalle 14.30 alle 17.30; era stata annunciata la formula del "World Cafè", per cui - al pomeriggio - i partecipanti avrebbero potuto, se lo avessero voluto, "ruotare" negli altri tavoli della medesima macro-area, e quindi "contaminare" le altre discussioni; questa contaminazione non s'è però concretizzata, anche perché i coordinatori hanno poi chiarito che, chi lasciava il tavolo di appartenenza, poteva sì andare a sedersi ad un altro... ma non poteva tornare a quello di provenienza (surreale!);- verso le 16.30, con un'oretta di anticipo rispetto alle previsioni, molti decidevano di lasciare l'incontro (già stanchi? presi da altri impegni professionali? o forse resisi conto dell'inutilità dell'iniziativa o comunque annoiati dalla stessa?!), e si osservava una progressiva "desertificazione", con la ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016 9
13/04/2016 Sito Web Key4Biz La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato grande sala che assumeva un aspetto tra lo spettrale, la sala da poker, tra la "dark room" ed il... fantascientifico, una simil-Leopolda svuotata: surreale "consultazione"!- ogni coordinatore di tavolo ha dovuto redigere, spesso in solitaria autonomia (data la fuga di molti convocati, che lo hanno "delegato"), un breve documento di sintesi del dibattito (il format imposto dall'alto prevedeva due, massimo tre cartelle) ed una bozza delle domande che l'Istat dovrà andare a sottoporre a pubblico sondaggio (due domande, massimo tre semplici e di agevole comprensibilità per il cittadino);- il "programma" (poche righe), unico documento presente nella cartellina per i partecipanti, prevedeva che dalle 17.30 alle 18.30 i 16 coordinatori si incontrassero tra loro (loro soltanto, naturalmente), e si confrontassero sui documenti elaborati da ogni singolo "tavolo"; un po' per stanchezza, un po' per noia... questa riunione di "coordinamento" non s'è concretizzata, ed ogni "coordinatore" di tavolo si è limitato a consegnare, su pen drive il frutto del proprio lavoro di iper-sintesi...Ad inizio mattinata, il Sottosegretario Antonello Giacomelli s'era presentato, pochi minuti e con discrezione, per salutare i partecipanti, ed augurar loro buon lavoro. Ha ringraziato per "la partecipazione, l'impegno e l'entusiasmo": quest'ultima dimensione, francamente, ci è sfuggita...Da lamentare: nessuna pubblicità dei lavori, se non qualche commento laconico e qualche fotografia su Twitter (il che conferma la debolezza di questo "social network" come strumento di autentica distribuzione culturale); nessuna registrazione dei lavori, né audio né video, in assenza di "streaming", e quindi nessuna chance di "download" di questi riservatissimi lavori.Perché questa modalità "riservata" ovvero - metaforicamente - al buio, che ricorda le pratiche massoniche (un po' anche per la coreografia dell'evento)?!Quale incomprensibile riservatezza (totale) doveva caratterizzare i lavori?!Di grazia, non si è trattato dell'avvio di una consultazione "pubblica"?!Da segnalare che l'iniziativa è stata denominata "CambieRai": una titolazione non proprio originale, dato che riproduce esattamente il titolo di un convegno sulla Rai promosso qualche settimana fa da Alleanza Popolare - Ncd - Udc (di cui abbiamo ampiamente scritto anche su queste colonne: vedi "Key4biz" del 14 ottobre 2015, "Area Popolare vuole rivoluzionare la Rai, Campo Dall'Orto digitalizzarla e Giacomelli esalta la riforma"). Convegno al quale era peraltro intervenuto anche lo stesso Sottosegretario Antonello Giacomelli.Non è possibile esprimere un parere sull'effettiva "rappresentatività" di questo "campione" di "convocati": di fatto, 128 persone (8 per ogni tavolo per 16 tavoli, dato che 2 per ogni tavolo erano istituzionali-Rai); il Mise sostiene che erano presenti 62 associazioni (elenco indisponibile), 20 enti pubblici e istituzioni (elenco indisponibile), 11 centri studi e "think tank" (elenco indisponibile) e 20 esperti (elenco indisponibile)...Abbiamo notato professionisti di livello, e ci limitiamo qui a ricordare colleghi come Francesco Siliato (Studio Frasi) ed Augusto Preta (It Media), esperti come Antonio Sassano e Stefano Rolando e Stefano Balassone, accademici come Mario Morcellini, esponenti di associazioni (Stefano Selli per Confindustria Radio Tv e Riccardo Tozzi per l'Anica), ma anche di associazioni non esattamente allineate, come Marco Quaranta (MoveOn Italia - IndigneRai), esponenti dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (dalla Capo di Gabinetto Annalisa D'Orazio)...Come dire?! Una sorta di "compagnia di giro" (tra media, cultura e tlc, ma soprattutto media) discretamente ampia e plurale, e finanche con qualche apprezzabile innesto eterodosso: ci limitiamo a citare Sergio Bellucci di Net Left, Guido Scorza dell'Istituto per le Politiche dell'Innovazione, Remigio Del Grosso Vice Presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti (Cnu Agcom), Vincenzo Vita già Sottosegretario alle Comunicazioni ed attualmente Presidente dell'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (Aamod)...Tra gli assenti... i sindacati dei lavoratori, che hanno manifestato il proprio comprensibile malessere, ed a buona ragione: non sono anch'essi, di grazia, "società civile", e comunque "stakeholder" della Rai?! Massimo Cestaro, segretario del Sindacato dei Lavoratori della Conoscenza della Cgil, ha denunciato la "deriva autoritaria" del Governo.L'unica occasione per una qualche informale interazione "extra-tavoli" è stata data dalla pausa per la colazione "light".Fin qui, la "forma" (che pure in taluni contesti - questo, senza dubbio - è anche sostanza).Della "sostanza", che dire?!Possiamo esprimerci soltanto in relazione al tavolo al quale siamo stati invitati, coordinato - in modo equilibrato ed elegante - da Gianluca Lioni, Portavoce di Dario ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016 10
13/04/2016 Sito Web Key4Biz La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.L'eletta schiera del "Tavolo 15" era formata da: Claudio Bocci (Direttore di Federculture), Massimo De Angelis (Presidente di Infocivica - Carta di Amalfi), Gennaro Iasevoli (Direttore Dipartimento Scienze Umane, Comunicazione, Formazione, Psicologia Lumsa), Luigi Perissich (Direttore Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, in rappresentanza anche di Patrizia Asproni, Presidente della Fondazione Industria e Cultura di Confindustria), Lorenzo Scarpellini (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo - Agis), Monique Veaute (Fondatrice e Presidente della Fondazione Romaeuropa, ma anche membro del Comitato dei Programmi della rete televisiva franco-tedesca Arte).Il rappresentante Rai è stata Silvia Calandrelli, Direttrice di Rai Cultura, una delle dirigenti Rai della "vecchia guardia" che non è stata rimossa né da Luigi Gubitosi né da Antonio Campo Dall'Orto, il che la dice lunga sul know how ed esperienza che può vantare.Il dibattito s'è rivelato molto stimolante, franco, dialettico.È presto emersa l'esigenza di promuovere una maggiore distintività della Rai nel panorama televisivo nazionale: infatti, nel corso del tempo, il profilo identitario del "public service broadcaster" italiano s'è andato via via annacquando, nell'inseguimento continuo delle logiche di share della televisione commerciale. La Rai deve riacquisire il senso della propria diversità.Naturale è quindi emersa la questione che si pone come vero e proprio spartiacque ideologico e strategico: pubblicità "si" o pubblicità "no" sulla Rai?! Ed è stata proprio questa una delle due semplici domande che il "Tavolo 15" ha chiesto all'Istat di far proprie nel questionario imminente.L'esigenza di una maggiore presenza di "cultura" è anch'essa emersa naturale, a fronte di un palinsesto complessivo Rai nel quale la sensibilità nei confronti delle arti e dello spettacolo appare modesta, inadeguata rispetto alla ricchezza storica ed attuale del nostro patrimonio culturale. Modesta anche rispetto alle migliori esperienze degli altri "psb" europei.S'è anche ragionato su un'interpretazione estesa e plurale del concetto (intrinsecamente polisemico) di "cultura": tutti i partecipanti hanno inteso proporre una visione plurale, "culture" piuttosto che "cultura"; una cultura intesa in senso post-moderno, e quindi non soltanto come rappresentazione di quella che un tempo si definiva cultura "alta" (teatro, musica, danza, letteratura...), ma come strumento di integrazione e coesione sociale, come strumento di tutela delle minoranze (linguistiche, etniche, religiose...) e più in generale delle diversità (fisiche, psichiche, sociali...).Cultura intesa anche come esigenza di alfabetizzazione digitale del Paese, con una Rai che si ponga come grande "orchestra" della cultura nazionale, mettendo in rete esperienze variegate, ricerca e sperimentazione, e ponendosi come grande "bussola" rispetto all'infinita offerta del web: una guida multimediale civile nella babele del caos digitale.Risorse: questione essenziale e nodale.Debbono crescere, in assoluto: abbiamo ricordato come la "spesa pubblica" pro-capite per il servizio pubblico televisivo italiano sia tra le più basse d'Europa, e non cambierà granché dall'iniezione di risorse che dovrebbero venire dal canone nella bolletta elettrica...Debbono crescere, in relazione alle specifiche risorse allocate alla cultura: il budget di cui dispone Rai Cultura è assolutamente inadeguato, e si dovrebbe ragionare su una maggiore disseminazione delle sue produzioni nei palinsesti delle tv generaliste. Si ricordi che i due maggiori canali che dipendono da Rai Cultura ovvero Rai5 e Rai Storia raggiungono rispettivamente uno share dello 0,3% e 0,2%: l'offerta è di gran qualità, alcune produzioni meriterebbero la prima serata di Rai 1, ma spesso il potenziale di ascolto che potrebbe esprimere Rai Cultura è limitato dallo status stesso di canale "tematico".Le risorse per la cultura - intesa in senso lato, plurale e inclusivo - possono derivare anche da una auspicata sinergia con i fondi del Ministero dei Beni e Attività Culturali e Turismo.Il tavolo "Cultura" ha quindi proposto che la convenzione in gestazione preveda che il Mibact venga coinvolto attivamente nella stesura del "contratto di servizio" che verrà.Agis, in particolare, ha chiesto che, così come vengono imposti obblighi di investimento a Rai in materia di produzione di cinema e fiction, vengano introdotti specifici obblighi anche in relazione allo spettacolo dal vivo: Lorenzo Scarpellini ha ricordato che dal 1975 al 1985 è stata in vigore una dimenticata legge, che prevedeva che il 2% dei proventi lordi della Rai fossero vincolati al finanziamento di manifestazioni teatrali e musicali, in Italia ed all'estero.Monique Veaute si è soffermata sull'esperienza del ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016 11
13/04/2016 Sito Web Key4Biz La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato canale culturale per antonomasia, Arte, pan-europeo nelle intenzioni ma ancora a prevalente asse franco- tedesco. Un'esperienza di eccellenza rispetto alla quale l'Italia non mostra l'interesse che merita: basti pensare alle potenzialità di un doppiaggio in lingua italiana dei programmi dell'emittente.Si è ragionato anche sul senso di un provocatorio "trasferimento" di Rai5 in... Rai3, ovvero su un riposizionamento delle reti del servizio pubblico (con conseguente riallocazione delle risorse): Rai 1 rete "nazional-popolare", Rai 2 rete "giovanile", Rai 3 rete "culturale".È stata evocata anche l'esperienza di RaiMed, infelicemente conclusasi: canale satellitare della Rai andato in onda dal 2001 al 2014 via satellite in modalità "free-to-air", visibile attraverso qualsiasi decoder satellitare in Europa e dalla sponda settentrionale dell'Africa. Il canale era strettamente collegato al canale Rai News 24 (di cui trasmetteva il palinsesto-base), e proponeva ogni giorno, in prima serata, la traduzione in lingua araba dell'edizione principale del Tg3 delle ore 19, nonché programmi dedicati ai Paesi mediorientali che si affacciano sul mare Mediterraneo. Saggiamente voluto dalla Rai per stimolare un dialogo fra lItalia ed il mondo arabo e tra le numerose comunità di lingua araba italiane ed europee, ma incomprensibilmente chiuso nel 2014, per le solite ragioni di riduzione dei costi del "psb" italiano (che spesso finiscono per colpire e penalizzare le iniziative più meritorie).La seconda domanda che il tavolo "Cultura" della consultazione ha espresso è quasi... ovvia: "Lei ritiene che la Rai debba trasmettere più cultura (teatro, musica, arti visive, danza, musica...) nei propri palinsesti?". Quesito semplice ed apparentemente banale, ma di fatto essenziale, e tutt'altro che scontato. Si ha ragione di temere che la risposta della "maggioranza" possa essere paradossalmente... negativa.Nulla (ci) è poi dato sapere dai tre tavoli "limitrofi", ovvero gli altri della "macroarea" denominata "Società Italiana", ovvero, in verità, ogni tanto, giungeva l'eco di un commento, un frammento di battuta, ma nessuna "interazione" né condivisione di sorta s'è venuta a determinare rispetto ai gruppi di lavoro rispettivamente intitolati "Informazione e nuovi linguaggi", "Scuola e Università" e "Pubblica utilità". Peccato: frammentazione e dispersione, una occasione di dialettica in parte vanificata da una metodologia erratica ed incomprensibile.In sostanza: un incontro interessante e stimolante.Si rinnova però la radicale perplessità: perché... "a porte chiuse"?!Perché questi dibattiti non sono stati oggetto di registrazione (almeno audio), e non sono stati messi a disposizione della comunità professionale e della collettività tutta?!Quale "logica" ha determinato una simile decisione, che offende l'esigenza di trasparenza che dovrebbe caratterizzare l'agire di ogni pubblica amministrazione moderna e democratica?La rassegna stampa odierna è stata, ovviamente, molto modesta (non poteva essere altrimenti). Carlo Tecce su "il Fatto Quotidiano" (in un articolo intitolato "CambieRai: il governo riflette, l'uomo Mediaset agisce") s'è concentrato sull'intervento dell'esponente Mediaset Stefano Selli, che è sia Vice Presidente di Confindustria Radio Tv (alla quale, si ricordi, aderisce comunque anche Rai, e l'attuale Presidente è non a caso Franco Siddi, membro del Cda di Viale Mazzini), ma anche Direttore Relazioni Istituzionali di Mediaset. Nel documento finale di uno dei "tavoli", si chiede che il ruolo di servizio pubblico debba essere espletato dalla Rai su tre "piattaforme", ovvero digitale terrestre, satellite, online. Selli ha richiesto che venisse posta particolare enfasi sul digitale terrestre. Il gruppo di lavoro è stato formato da Alessio Beltrame (Mise), Valerio Zingarelli (Rai), Mario Frullone (Fub- Fondazione Ugo Bordoni), Antonio Sassano (Università La Sapienza di Roma), Marco Mele (Comunicare Digitale).Mele ha spiegato i suoi dubbi sul proprio blog "Media 2.0". La questione non ci sembra in fondo così drammatica, essendo noti gli interessi di Cologno Monzese: la Commissione Europea impone agli editori tv di liberare le frequenze della "banda 700" entro il 2020, e Mediaset ha interesse a rinviare il termine. Normale dialettica di mercato, ci sembra. E d'altronde anche Mediaset ha diritto - come chiunque, cittadino associazione impresa - ad esprimersi in materia di "servizio pubblico".Altri hanno notato che al tavolo "Cinema" (coordinatore il Direttore Generale del Mibact Nicola Borrelli, Paolo Dal Brocco rappresentante Rai), si sarebbe registrata resistenza da parte di Viale Mazzini nell'accettare l'idea che il "psb" debba incrementare le risorse destinate al cinema. Anche qui, un "gioco delle parti" assolutamente prevedibile.Piccole polemiche a parte, ribadiamo il convincimento che "#CambieRai" sia stata una iniziativa ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016 12
13/04/2016 Sito Web Key4Biz La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato stimolante, ma l'aver precluso una disseminazione pubblica dei lavori resta un errore gravissimo, e ne inficia il senso tecnico oltre che civile: imperdonabile - riteniamo - rispetto a quella che è stata annunciata come "consultazione pubblica".Da cittadini, chiediamo quindi cortesemente al Sottosegretario Antonello Giacomelli ovvero al Mise, di rendere pubblici quanto prima almeno i documenti che son stati redatti dai 16 tavoli di lavoro di "#CambieRai": a questo punto (essendo purtroppo irrimediabilmente andata perduta la traccia mnemonica completa di queste ore di dibattito), è il minimo che il Ministero deve fare. In nome della trasparenza, della dialettica, del dibattito civile e politico: per il bene del futuro "servizio pubblico radiotelevisivo".Noi, da parte nostra, riteniamo di dover rendere di pubblico dominio - anzitutto a favore dei lettori di "Key4biz" - le elaborazioni del "tavolo" cui abbiamo avuto l'onore ed il piacere di partecipare.E ci auguriamo che anche la "bozza" di questionario che il Mise affiderà all'Istat venga resa di pubblico dominio, prima della sua pubblicazione online. Clicca qui, per leggere la bozza delle conclusioni del "Tavolo 15" ("Cultura"), prima fase di "#CambieRai. Consultazione nazionale sul servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimedia", Roma, 12 aprile 2016 ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016 13
ANICA - CINEMA 21 articoli
14/04/2016 diffusione:325546 Pag. 45 tiratura:405864 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'intervista L'attore candidato ai David per due ruoli: il cattivo di «Jeeg Robot» e il tossico di «Non essere cattivo» L'antieroe del cinema Luca Marinelli: «Gioco con la follia dei miei personaggi estremi Il successo? Cerco di non bruciarmi» Idoli Nella mia stanza avevo il poster di Brando ma imparavo a memoria le battute di Gassman Valerio Cappelli roma Luca Marinelli, 31 anni, romano, è l'attore del momento, candidato a due David di Donatello (il 18 in diretta su Sky): Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti e Non essere cattivo di Claudio Caligari. I due personaggi sono due antieroi, un criminale e un tossico, vivono nella periferia romana. L'hanno definita il simbolo del nuovo cinema italiano . «Vivo tutto questo con grande imbarazzo, e sono felice naturalmente, ma secondo me si sbagliano. Ho avuto la fortuna di recitare in due bei film, affronto le cose con calma, senno' diventa un fuoco che brucia subito». Le hanno appena dato il premio «Vittorio Gassman»... «Beh, posso dire di aver fatto l'Accademia d'arte drammatica come lui. Purtroppo non l'ho mai visto recitare a teatro ma imparavo a memoria le battute dei suoi film, come I Soliti Ignoti ». È vero che lei da piccolo voleva fare l'archeologo? «Sì, ma dopo aver visto Indiana Jones al cinema. Al liceo dissi a mio padre che mi sarebbe piaciuto diventare attore. Mi rispose: sì, però studia. Non credevo di poter riuscire, al Centro Sperimentale di Cinematografia non fui ammesso, forse perché quando Lina Wertmüller, una delle esaminatrici, mi chiese l'ultimo film che avevo visto, risposi Batman ». Il destino dei supereroi... «Però in Jeeg Robot sono la nemesi del supereroe (Claudio Santamaria), sono lo Zingaro, il cattivo con una dose da cavallo di follia. Ho pensato all'assassino "Buffalo Bill" e a Anthony Hopkins in Il silenzio degli innocenti . E quando devo tirar fuori ambizioni canore in età adolescenziale il modello è stato Anna Oxa». Anna Oxa? «La chiave è stata il suo video di Un'emozione da poco : lei da giovanissima a Sanremo, vestita da uomo, con la ventiquattr'ore in mano e quel rock'n'roll...». I produttori non volevano fare «Jeeg Robot», convinti che sarebbe stato un flop. «Segna uno spartiacque, si è capito che quei film lì, un fantasy italiano che fa il controcanto a quelli americani degli effetti speciali, noi li possiamo fare. Gabriele, il regista, ha contenuto il divertimento scenico e la follia del mio personaggio nel contesto di Tor Bella Monaca, la periferia dove abbiamo girato, che non è Gotham City: i centri commerciali, la frustrazione, un certo esibizionismo. Sono contento di aver conosciuto un quartiere della mia città. Se avessi io superpoteri mi batterei per una giusta normalità». La strana storia del film di Caligari: candidato italiano agli Oscar, ma fuori concorso a Venezia . «È stato un peccato però essere lì era già un traguardo. Ci hanno ringraziato in tanti. Caligari venne a mancare poco dopo la fine del primo montaggio, era un intellettuale alla maniera di Pasolini». Lei vive a Berlino? «Da quattro anni, per ragioni private. Dopo lo svezzamento con La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo e Tutti i santi giorni di Paolo Virzì, ho la fortuna di poter fare meno provini rispetto al passato, e qualche incontro in più. Non è scomodo, basta organizzarsi. Ho da poco girato con Jasmine Trinca Tutto per una ragazza di Andrea Molaioli, la prima volta in cui interpreto un padre. Adoro il modo in cui la Germania tutela i ragazzi. Ci sono film vietati ai 6, agli 8, ai 12, ai 14, ai 16 e ai 18 anni. Non una censura». Com'è il cinema italiano visto dalla Germania? ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016 15
14/04/2016 diffusione:325546 Pag. 45 tiratura:405864 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Parlerei di crisi di coraggio, non di talento, non siamo messi così male: con Rosi abbiamo vinto alla Berlinale, e prima c'è stato l'Oscar di Sorrentino». Ogni attore è cresciuto con un poster in camera . «Sopra il letto avevo la foto di Marlon Brando col cranio rasato e uno scarafaggio in testa: Apocalypse Now era il mio augurio prima di andare ogni giorno in Accademia. Poi trovo che Joaquin Phoenix sia un attore maestoso. È un lavoro fantastico, se avrò la fortuna di continuare a farlo». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il profilo Luca Marinelli, nato a Roma il 22 ottobre 1984, è candidato ai premi David come protagonista per «Non essere cattivo» e come non protagonista per «Lo chiamavano Jeeg Robot» Foto: Sul set di Caligari Luca Marinelli (al centro) in «Non essere cattivo» di Claudio Caligari, presentato fuori concorso al festival di Venezia dello scorso anno Foto: Luca Marinelli in «Lo chiamavano Jeeg Robot», il film di Gabriele Mainetti in cui è lo Zingaro, un criminale. L'attore dice di essersi ispirato anche ad Anthony Hopkins in «Il silenzio degli innocenti» ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016 16
14/04/2016 diffusione:235298 Pag. 37 tiratura:335733 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R2 IL COMMENTO Così il filmino conquista i nativi digitali Un pò moda, un pò snobismo: si tratta di una reazione all'eccesso di perfezione tecnologica MICHELE SMARGIASSI Un medium dimenticato da tutti, perfino dalla nostalgia. Ma proprio questo fa la fortuna del "filmino", che oggi è pronto a ricominciare da zero, a stupire come la prima volta, strepitosa innovazione analogica in questa annoiata era digitale. Il cinema da salotto entrò nelle case degli italiani agli albori del boom economico: il proiettore da montare sul tavolo da pranzo, davanti alla parete bianca (stacca il quadro dal chiodo! chiudi le persiane!) era l'elettrodomestico dell'immaginario familiare, dava vita e movimento a fotografie dell'album troppo immobili per quegli anni dinamici. Ma il cinema domestico ha patito per primo la legge dell'obsolescenza dell'interfaccia tecnologica: insomma il proiettore di casa a un certo punto si rompeva, quand'era già arrivata l'era del video, i pezzi di ricambio non c'erano più, e le mini-pizze di pellicola rimanevano nei cassetti degli italiani, inerti e afasiche. Mentre le fotografie dei nonni col bordo frastagliato diventavano vintage, le bobine di celluloide diventavano semplice cianfrusaglia. Così, quando nel 2002 a Bologna un gruppo di cinefili intelligenti cominciò a raccoglierle in un archivio, Home Movies, promettendo in cambio un riversamento in dvd, furono sommersi da filmati di spiagge e prime comunioni. Ora ne custodiscono oltre cinquemila ore, c'è dentro la memoria tremula e sfarfallante della famiglia italiana letteralmente in movimento verso il benessere. Bene, la notizia è che, mentre i padri si comprano la GoPro, i figli cominciano a girare su pellicola. Il 5 gennaio, sorprendendo chi la dava per agonizzante, la Kodak ha lanciato sul mercato un modello tecnologico di cinepresa per film Super8 (formato più economico dell'8mm, lanciato nel 1965). Il primo aprile poi è resuscitato ufficialmente un marchio blasonato della fotografia italiana: la Film Ferrania, una startup che vanta un'eredità secolare, rianimata da due giovani imprenditori toscani, ricomincerà fra pochi mesi a sfornare, oltre a rullini fotografici, anche pellicole 8 e 16 mm. Non si tratta di operazioni nostalgiche. Il target sono gli "immigrati analogici". Non sessantenni che ritrovano antichi amori, ma nativi digitali che scoprono per la prima volta il gusto dell'immagine alchemica, che si forma su un supporto solido, che si può toccare e guardare in controluce. Soprattutto, quelle immagini che si animano in un rumore di ali di pipistrello regalano il brivido dell'imprevisto. Succede alle immagini in movimento quel che è accaduto con le toy camera, le Lomo, le Holga, le Diana: abituati a software intelligentissimi dove è impossibile che una foto "venga male", la pellicola ci sorprende con un'avventura nel territorio della "sbagliografia", dell'errore felice e creativo. Un po' moda, un po' snobismo del downgrading, un po' reazione all'eccesso di perfezione digitale, la resurrezione del Super8 è stata salutata con affettuoso entusiasmo da grandi registi come Steven Spielberg («mi piace che la nostra arte centenaria conservi quel certo look da pellicola») e Quentin Tarantino («ventiquattro fotogrammi al secondo attraversati dalla luce di una lampada, per me la magia del film è questo»). Pochi ricordano che gli inventori del cinematografo, i fratelli Lumière, se lo immaginavano non come la settima arte ma come un divertimento casalingo, uno dei loro primi filmati fu il sempiterno "bagnetto del bambino". Poi venne Meliès, sparò un proiettile nell'occhio della Luna e fu tutta un'altra storia; ma il cinemino di casa, umile e servizievole costruttore di legami familiari, non ha voluto morire. ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016 17
14/04/2016 diffusione:235298 Pag. 53 tiratura:335733 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R2 Jodie Foster a Cannes "Ora parliamo di soldi" La regista presenta in Francia "Money Monster" con Clooney Ma prima si riunirà a New York con tutto il cast di "Taxi driver" Il 21 aprile al Tribeca Festival con DeNiro celebrerà i 40 anni del film di Martin Scorsese SILVIA BIZIO LOS ANGELES JODIE Foster che dirige George Clooney e Julia Roberts: è già un piccolo evento il thriller Money Monster-L'altra faccia del denaro, che racconta la crisi finanziaria e i torbidi affari di Wall Street. Non a caso il nuovo film firmato dall'attrice due volte premio Oscar (per Sotto accusa nel 1989 e per Il silenzio degli innocenti nel 1992) è stata scelta per debuttare al festival di Cannes prima di uscire nelle sale italiane il 12 maggio. Per Jodie Foster è un ritorno al festival francese: nel 2011 aveva portato sulla Croisette la sua terza opera come regista, Mr. Beaver con Mel Gibson. Per la Roberts è invece la prima volta a Cannes. In Money Monster Clooney è il conduttore di un programma televisivo di analisi di economia e finanza che viene preso in ostaggio in diretta da un uomo armato infuriato per investimenti disastrosi. La Roberts è la produttrice del programma. Il film è stato realizzato in tempi record. «Nel momento in cui ho dato da leggere il copione a Clooney tutto ha iniziato a correre», spiega Jodie Foster, 53 anni, «perché quando lui si mette in moto, la macchina fila subito in corsia di sorpasso. Il suo contributo al film è stato molto importante. Pensavo a come fosse riuscito a rendere interessante un dramma tutto dentro uno studio televisivo come Good night, and Good luck. Ecco, quella sua esperienza si è senz'altro riversata in Money Monster. E poi insieme abbiamo ripensato a tanti classici del genere, da Quinto potere a Re per una notte con Robert De Niro e Jerry Lewis. Mi sono chiesta come avrebbe diretto Money Monster Sidney Lumet». Nel film si parla molto di soldi, con cui la regista ha un rapporto curioso. «Sono cresciuta con una mamma single sempre senza soldi, l'averne o non averne mi procurava ansia, ma per motivi di stretta sopravvivenza. Poi sono diventata quella che provvedeva alla famiglia fin da giovane e l'ansia è continuata, perché se non venivo scritturata rischiavamo di ritrovarci tutti di nuovo in gravi ristrettezze. Insomma, ho un pessimo rapporto col denaro! Ma con l'età sto migliorando». Prima dell'arrivo in sala di Money Monster un altro appuntamento importante attende però l'attrice: l'anniversario per i 40 anni di Taxi Driver. Insieme al cast originale, dal regista Martin Scorsese agli interpreti Robert DeNiro e Cybill Shepherd, celebrerà l'evento il 21 aprile al Tribeca Festival di New York per ricordare l'importanza che ha avuto per più generazioni. Compreso Leonardo DiCaprio, che ha detto che Taxi Driver è il film che maggiormente lo ha influenzato come attore. All'epoca delle riprese Jodie Foster aveva solo 13 anni. «È stata un'esperienza eccezionale, e lavorare a quell'età con Martin Scorsese per forza ti segna per sempre. Ma soprattutto mi ritengo fortunata per aver partecipato in prima persona a quel movimento cinematografico in America negli anni Settanta, per me l'età dell'oro del cinema statunitense. Infatti, come dicevo prima, Sidney Lumet, autore di Quinto potere, è il mio idolo come regista, e questo mio nuovo film si pone decisamente in quel solco, in cui lo studio caratteriale e il personaggio sono al centro di tutto». Foto: ARTISTA Jodie Foster, 53 anni, attrice e regista. Il nuovo film da lei diretto, "Money Monster L'altra faccia del denaro", arriva nelle sale italiane il 12 maggio ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016 18
14/04/2016 diffusione:235298 Pag. 55 tiratura:335733 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R2 Al cinema IL FILM DI ROBERTO NEPOTI/ MISTRESS AMERICA Brooke, super eroina del quotidiano idealista e generosa Il film di Noah Baumach è un piccolo inno all'indipendenza e alla marginalità di chi non accetta di omologarsi ROBERTO NEPOTI IL QUARANTASEIENNE newyorkese Noah Baumbach non è una star della regia. Però si è assicurato un pubblico fedele con film a piccolo budget delicati e intelligenti, quali Il calamaro e la balena o Frances Ha: dove ha raccontato (e scritto) storie di gente normale, imperniate sui sentimenti, le difficoltà di affrontare l'età adulta, le famiglie che si disgregano e si ricompongono. Il tutto mantenendo un benefico equilibrio tra serietà e humour. Ora torna con una commedia a venature amare che è un po' - anche se in modo "ufficioso" - il seguito di Frances Ha. La protagonista è la stessa, l'attrice-feticcio nonché attuale compagna del regista Greta Gerwig, e il suo personaggio, Brooke, è una Frances con qualche anno in più, ma che non ha ancora trovato una stabilità professionale, né sentimentale. Appena trasferita a New York per frequentare il college, la giovanissima Tracy la cerca solo per assecondare la madre, che sta per sposarne il padre. In realtà per Tracy, disambientata e scontenta, l'incontro con la futura sorellastra è la manna: Brooke sembra la regina della città, è popolare e piena di progetti. Anche se al momento, come dice lei, campa dando lezioni agli «stupidi figli dei ricchi perché diventino un po' meno stupidi». La parte migliore comincia quando le ragazze vanno a far visita a due vecchie conoscenze di Brooke: il suo ex-fidanzato e la moglie di questi, una ex-amica che s'è arricchita rubandole un'idea di marketing per le t-shirt. Qui si svolge un gioco delle parti pieno di umorismo, con momenti di assurdo che evocano Woody Allen; fino alla scoperta, da parte della ragazza più navigata, che la finta ingenua è ben più calcolatrice di lei. Baumbach non fa parte di coloro che hanno sposato l'ideologia del successo, né della guerra di tutti contro tutti pur di emergere. Da americano qual è, ama sì l'individualismo, però di un genere differente. Ossia il tipo d'individualismo della bionda Brooke, idealista generosa e un po' scombinata di cui la gente trova naturale approfittarsi (il talento non le manca affatto) per poi, magari, sbeffeggiarla. Poco a poco il film lascia venir fuori la sua vera natura, che è quella di una super eroina del quotidiano, indomita e perdente «come un cow boy». Alla quale però (scopritelo nel finale) si potrebbe applicare il motto del teatro giapponese Daruma: «Cadere sette volte e rialzarsi otto». Piccolo inno all'indipendenza e alla marginalità di chi non accetta di omologarsi, quasi senza parere Mistress America raggiunge un'intensità inaspettata attraverso mezzi semplici: gesti, sguardi, posture e dettagli di comportamento che la macchina da presa di Baumbach sottolinea con una naturalezza solo apparente; ma che danno, invece, sostanza e umanità al personaggio, cui Greta Gerwigh presta doti di attrice raffinata. È buffo pensare che presto ritroveremo Baumbach (appassionato di cartoon, è già stato sceneggiatore di Fantastic Mr. Fox e Madagascar 3) alla regia di un film d'animazione della DreamWorks con animali parlanti; perché pochi, oggi, sanno usare come lui la "cinepresa ad altezza d'uomo". O meglio di donna, come è più giusto dire in questo caso. Il cacciatore e la regina... Batman v Superman Troppo napoletano Race SETTIMANE 5gg SCHERMI INCASSI 583 1.352.053 459.143 Veloce come il vento 100 4gg 349 708.158 3 431 618.843 2 352 476.887 4gg DAL 7 AL 10 APRILE BOX OFFICE LA TOP FIVE PER SAPERNE DI PIÙ repubblica.it/spettacoli/cinema www.mymovies.it Foto: IL REGISTA Noah Baumbach nel '95 scrive e dirige Scalciando e urlando. Collabora con Wes Anderson alla sceneggiatura di diversi film. Nel 2005 è candidato all'Oscar per la migliore sceneggiatura originale del film Il calamaro e la balena ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016 19
14/04/2016 diffusione:235298 Pag. 55 tiratura:335733 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: MISTRESS AMERICA Regia di Noah Baumbach Con Greta Gerwig Lola Kirke ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016 20
14/04/2016 diffusione:116159 Pag. 41 Ed. Roma tiratura:152668 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Inaugurato MediCinema: 130 posti a misura di pazienti per la terapia del sollievo. Il via con medici, vip e proiezione del "Libro della Giungla" È festa al Gemelli in corsia c'è il film Maria Serena Patriarca L'EVENTO La settima arte approda in corsia: Mowgli e i suoi simpatici amici animali, ma anche Mickey Mouse, beniamino di tutti i bambini, per tenere a battesimo la sala cinematografica del Policlinico Gemelli. Festa grande, ieri, per il taglio del nastro di MediCinema, a cui sono stati invitati tanti volti noti, molti dei quali con prole al seguito, visto che l'inaugurazione coincide con la proiezione speciale del "Libro della Giungla", da oggi ufficialmente nelle sale. Arrivano il conduttore tv Giovanni Muciaccia con la moglie Chiara e i figli Edoardo e Maria Vittoria, Camila Raznovich con le sue bimbe Sole e Viola, Katia Pedrotti con i pargoli Tancredi e Matilda, Sebastiano Somma, Gianni Letta, Francesco Giorgino , la conduttrice radio Myriam Fecchi, Fanny Cadeo, Antonella Salvucci . Grandi e piccini posano divertiti per la foto ricordo accanto a Topolino che, nella stessa giornata, ha fatto visita ai piccoli ricoverati nei reparti pediatrici. C'è chi, come la Pedrotti e la Salvucci, non resiste alla tentazione di un selfie con il personaggio-icona dei cartoon. A dare il benvenuto agli invitati sono Giovanni Raimondi ed Enrico Zampedri , presidente e direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli, Rocco Bellantone , preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e Giorgio Meneschincheri , direttore medico Relazioni Esterne del Gemelli, affiancati da Daniel Frigo, ad di The Walt Disney Company Italia, partner del progetto insieme con la Rai e Raicinema. Come precisa Zampedri «la Fondazione e MediCinema Italia onlus hanno realizzato la prima sala cinematografica in Italia in un grande ospedale, sulla base dell'esperienza ventennale di MediCinema in Inghilterra, che ha fatto propria la missione di portare il cinema e la cultura negli ospedali, con finalità terapeutiche a beneficio dei pazienti». Gli fa eco Frigo: «Portare la magia dell'intrattenimento a bambini e famiglie in difficoltà è un valore fondamentale per la nostra company. Siamo veramente orgogliosi di sostenere quest'iniziativa». La sala, che nasce dalla mission della "cinematerapia" (o terapia del sollievo) appunto, è costruita tra l'ottavo e il nono piano del complesso ospedaliero, è la più grande in Europa nel suo genere ed è attrezzata per ospitare 130 persone, anche a letto o su sedia a rotelle. Fra i presenti all'opening anche Celestino Pio Lombardi , responsabile Commissione medico-scientifica per il progetto MediCinema Policlinico Gemelli, Fulvia Salvi , presidente di MediCinema Italia Onlus, il cui slogan è «feel better with film», Paolo Del Brocco , ad di RaiCinema. Buio in sala e spazio alle suggestioni evocate dalla giungla di Mowgli. Bollicine e delicatessen per il cocktail finale. Accanto, Camila Raznovich con le figlie Più a destra, Fanny Cadeo In alto, sotto al grande schermo: Riccardo Tramezzani, Rocco Bellantone, Enrico Zampedri, Fulvia Salvi, Daniel Frigo e Paolo Del Brocco In alto a destra, Sebastiano Somma (foto RIZZO/CAPRIOLI/TOIATI) ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 14/04/2016 - 14/04/2016 21
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