Rassegna stampa - CONFIMI - Rassegna del 14/01/2015 - Confimi Apindustria Bergamo

Pagina creata da Valerio Romano
 
CONTINUA A LEGGERE
Rassegna stampa - CONFIMI
   Rassegna del 14/01/2015

La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o
parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue;
MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto
specificato nei contratti di adesione al servizio.
INDICE

CONFIMI
  14/01/2015 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna                                              6
  Giacomoni:«Torniamocompetitivi»

  14/01/2015 Gazzetta di Modena - Nazionale                                                   7
  Codice appalti: un'audizione di Aniem ieri al Senato

  14/01/2015 Il Giornale del Piemonte                                                         8
  Api: «Bene i passi avanti a Melfi, ma a Mirafiori?»

  14/01/2015 Il Tirreno - Massa Carrara                                                       9
  terremoto nel lapideo

  14/01/2015 L'Arena di Verona                                                                10
  Lavorare insieme un cartoon insegna tattiche e segreti

  14/01/2015 Cronaca Qui Torino                                                               11
  «Bene Melfi, ora facciamo ripartire anche Torino»

CONFIMI WEB
  13/01/2015 www.lugonotizie.it 16:17                                                         13
  Alfonsine, esito poitivo per la vertenza della Sica

  13/01/2015 www.ravennanotizie.it 16:17                                                      14
  Alfonsine, esito poitivo per la vertenza della Sica

  13/01/2015 www.ravennawebtv.it 19:17                                                        15
  Sica di Alfonsine, vertenza conclusa positivamente

  13/01/2015 www.strill.it 17:54                                                              16
  Riforma codice Appalti, le tre priorità di Aniem al Senato: "soft regulation", sistemi di
  gara e selezione delle imprese

SCENARIO ECONOMIA
  14/01/2015 Corriere della Sera - Nazionale                                                  18
  Cosa possiamo guadagnare facendo lavorare i nostri detenuti

  14/01/2015 Corriere della Sera - Nazionale                                                  21
  Investi 500 milioni di euro in Italia? Scatta la tregua fiscale, niente cambi
14/01/2015 Corriere della Sera - Nazionale                                             22
Juncker verso il «sì» ai conti di Italia e Francia

14/01/2015 Corriere della Sera - Nazionale                                             24
Partite Iva in fuga dai nuovi minimi Governo al recupero

14/01/2015 Corriere della Sera - Nazionale                                             25
Ora tocca a Draghi, Bce verso l'acquisto di Btp

14/01/2015 Corriere della Sera - Nazionale                                             27
La discesa record della benzina Fare il pieno costa il 15% in meno

14/01/2015 Corriere della Sera - Nazionale                                             28
Petrolio, tra gli Stati il primo a tremare ora è il Venezuela

14/01/2015 Corriere della Sera - Nazionale                                             29
Marchionne: «Il cambio dell'euro può arrivare alla parità sul dollaro»

14/01/2015 Il Sole 24 Ore                                                              30
Una risposta contro i danni del rigore

14/01/2015 Il Sole 24 Ore                                                              32
Dombrovskis: «Riforme per evitare altri sforzi sui conti»

14/01/2015 Il Sole 24 Ore                                                              34
Per l'Italia fino al 2020 una partita che vale 39 miliardi

14/01/2015 Il Sole 24 Ore                                                              36
«Sdoganata» la crescita, non la golden rule

14/01/2015 Il Sole 24 Ore                                                              38
Ridare la fiducia a imprese e famiglie

14/01/2015 Il Sole 24 Ore                                                              39
Enel, piano taglia-bond da 4 miliardi*

14/01/2015 La Repubblica - Nazionale                                                   41
Ora l'Italia ha più chance di non essere bocciata all'esame di marzo Padoan: "Grande
risultato"

14/01/2015 La Repubblica - Nazionale                                                   43
Maire Tecnimont "fuori tempo" sul voto multiplo Aziende in pressing per una
proroga

14/01/2015 La Stampa - Nazionale                                                       44
Fca, utile in Europa nel 2016

14/01/2015 MF - Nazionale                                                              45
Dal governo 36 milioni per la moda
14/01/2015 MF - Nazionale                                                                47
  Mps dà un taglio alle sofferenze

  14/01/2015 MF - Nazionale                                                                48
  Il viceministro Casero al videoforum di ItaliaOggi: ultima occasione per l'evasore

  14/01/2015 MF - Nazionale                                                                50
  C'È NEBBIA SULLE NOMINE (FULMINEE E TARDIVE) AI VERTICI DELLA CONSOB

  14/01/2015 MF - Nazionale                                                                51
  Non sarebbe male introdurre il giuramento per i professionisti del settore finanziario

  14/01/2015 MF - Nazionale                                                                53
  Il riccometro dovrebbe compilarlo la Pa

  14/01/2015 Panorama                                                                      54
  Il dilemma di Draghi

SCENARIO PMI
  14/01/2015 Il Sole 24 Ore                                                                56
  Mini rimbalzo della produzione

  14/01/2015 La Repubblica - Palermo                                                       58
  Il destino segnato delle imprese familiari

  14/01/2015 Il Messaggero - Umbria                                                        60
  Terziario, le tasse frenanoassunzioni e investimenti
CONFIMI

6 articoli
14/01/2015                       QN - Il Resto del Carlino - Ravenna                                        Pag. 18
                                          (diffusione:165207, tiratura:206221)

                                                                                                                          La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 ACCORDO SICA
 Giacomoni:«Torniamocompetitivi»

 ORA che le acque si sono calmate, dopo una trattativa complessa ma che si è chiusa con reciproca
 soddisfazione, Valeria Giacomoni, titolare della società Sica e vice presidente Confimi Impresa Ravenna,
 interviene sulla risoluzione della vertenza che ha riguardato l'azienda di via Stroppata, che impegna circa 140
 dipendenti. «Si è conclusa positivamente la vertenza sindacale nata in seguito alla disdetta del contratto
 integrativo di Sica poiché ritenuto dall'azienda non più compatibile con la situazione economica generale e
 con le condizioni di competitività aziendale. Nelle intenzioni di Sica sottolinea la titolare non c'è mai stata
 l'idea di dimezzare i salari, come è stato spesso scorrettamente detto e scritto, ma solo quella di rinegoziare
 alcuni punti e in particolare di rimodulare il premio di produzione rendendolo variabile e legandolo ai risultati.
 Di conseguenza, l'allarmismo che era stato sollevato era ingiustificato. Il compromesso finalmente raggiunto
 rileva ancora Valeria Giacomoni va nella direzione auspicata. Image: 20150114/foto/1164.jpg

CONFIMI - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                                     6
14/01/2015                        Gazzetta di Modena - Ed. nazionale                                         Pag. 9
                                           (diffusione:10626, tiratura:14183)

                                                                                                                          La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Codice appalti: un'audizione di Aniem ieri al Senato IMPRESE EDILI
 Codice appalti: un'audizione di Aniem ieri al Senato

 Codice appalti:
 un'audizione
 di Aniem
 ieri al Senato
  IMPRESE EDILI
  «Esprimiamo apprezzamento per i contenuti della legge delega con riferimento in particolare al divieto di
 introdurre livelli di regolazione superiori a quelli richiesti dalle direttive». È il primo commento di Dino
 Piacentini, presidente Aniem, l'associazione delle pmi edili manifatturiere che raggruppa circa 8mila aziende
 aderenti al sistema Confimi Impresa, dopo l'audizione al Senato di ieri. «La volontà di rafforzare la
 trasparenza e la pubblicità delle gare, anche per rendere più efficace la lotta alla corruzione e la revisione del
 sistema di qualificazione, sono obiettivi condivisibili, che come Aniem non possiamo non abbracciare - ha
 aggiunto Piacentini - La nostra associazione auspica una svolta storica nella cultura e nell'approccio
 legislativo in materia di appalti: abbandonare la proliferazione e la stratificazione di norme che non ci sembra
 abbia contribuito alla certezza del diritto, all'alleggerimento dei contenziosi, alla lotta alla corruzione, per
 arrivare a una legislazione che responsabilizzi gli operatori. Aniem condivide la scelta di valorizzare il sistema
 dell'offerta economicamente più vantaggiosa, ma abbiamo elaborato una proposta di disciplina che tende a
 valorizzare gli elementi tecnico qualitativi».

CONFIMI - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                                     7
14/01/2015                                 Il Giornale del Piemonte                                         Pag. 8
                                             (diffusione:12684, tiratura:39829)

                                                                                                                         La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Da Melfi a Torino Automotive
 Api: «Bene i passi avanti a Melfi, ma a Mirafiori?»
 Il mondo delle pmi si interroga sulle strategie di FCA per il nostro territorio dopo l'annuncio di ieri
 MSci

 La (buona) notizia è arrivata nella giornata di lunedì. FCA assumerà mille nuovi operai. A Melfi, certo, ma
 comunque rappresenta un passo significativo in una direzione rassicurante anche per gli altri stabilimenti del
 Gruppo, che evidentemente comincia a godere di salute sempre migliore. Ma su Mirafiori, esplicitamente,
 ancora nemmeno una parola. Ed è su questo tema che le aziende torinesi (pmi e industriali) vorrebbero fare
 luce e avere rassicurazioni. «Quanto comunicato da FCA per lo stabilimento di Melfi è certamente una buona
 notizia - dice Corrado Alberto, presidente di Api Torino -, ma vorremmo che presto buonenotizie, e soprattutto
 concrete,arrivassero anche per gli stabilimenti di Torino. Perché è chiaro: a Torino e in Piemonteci
 sonoenormi risorse occupazionali ancora in cassa integrazione e un indotto fatto di piccole e medie imprese
 dell'automotivechehanno ancora capacità produttiva inespressa e che sono pronte a riprendere a crescere».
 L'auspicio è che la ricaduta possa raggiungere anche il nostro territorio. «È da sperare che la ripresa della
 produzione a Melfi abbia ricadute anche sul nostro territorio per la componentistica. Non ci dimentichiamo,
 comunque, che FCA ha chiesto il proseguimento della Cig fino a settembreper migliaia di lavoratori a Torino.
 Se la produzione riprenderà anche qui a pieno ritmo, ciò significherà la ripresa anche per le pmi che, fra
 l'altro, sono comunque pronte a lavorare per FCA anche ben al di là dei confini regionali». E sul tema si è
 espressa anche Licia Mattioli, presidente dell'Unione Industriale di Torino. «La notizia delle nuove assunzioni
 da parte di FCA nello stabilimento di Melfi sono un gesto molto importanteche conferma l'impegno
 dell'azienda nel nostro Paese ed un successo della sua strategia produttiva». «Si sta, in definitiva, rivelando
 vincente la strategia - avviata con Maserati - di realizzare in Italia auto di alta gamma e di elevato valore
 aggiunto da vendere sui mercati più dinamici di tutto il mondo, a partire dagli Usa. L'auspicio - conclude - è
 che, con il consolidamento della ripresa, questa strategia possa continuare a dare i suoi frutti, determinando il
 ritorno all'attività produttiva a pieno regime di tutti gli altri impianti italiani, in particolare di Mirafiori.
 Foto: MIRAFIORI Operai al lavoro

CONFIMI - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                                    8
14/01/2015                               Il Tirreno - Massa carrara                                          Pag. 17
                                           (diffusione:80832, tiratura:102004)

                                                                                                                           La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 terremoto nel lapideo Sconti sulla tassa marmi, indagine chiusa Sul registro degli indagati ci sono anche il
 sindaco, 5 assessori e 3 ex assessori
 terremoto nel lapideo

 terremoto nel lapideo
  Sconti sulla tassa marmi, indagine chiusa
  Sul registro degli indagati ci sono anche il sindaco, 5 assessori e 3 ex assessori di Alessandra Vivoli
 wCARRARA Sconti sulla tassa marmi: l'indagine della Procura è chiusa. Lo ha annunciato senza troppi giri di
 parole il procuratore capo Aldo Giubilaro. «Sono in attesa di incombenze di segreteria e in particolare di un
 indice, per il fascicolo in questione - dichiara il dottor Giubilaro - Tutti gli elementi sono stati acquisiti.
 L'indagine è chiusa. Adesso dovrò solo firmare le richieste di rinvio a giudizio». Non aggiunge altro il
 procuratore capo. Ma per la maxi indagine che ha coinvolto l'intera giunta del Comune di Carrara (gli anni
 presi in esame sono quelli dal 2009 al 2014) siamo davvero alla stretta finale. Il procuratore non si sbilancia
 sulle richieste di rinvio a giudizio. Si limita a d aggiungere una frase: «Gli avvisi di garanzia non sono stati
 mandati a caso». E sui tempi precisa: «Non si tratta di settimane, ma di cinque o sei giorni». L'indagine.
 Sconti sulla tassa marmi, per favorire gli industriali, danneggiando le casse comunali, e, quindi, i cittadini
 stessi. È questa l'ipotesi accusatoria, pesante, dell'indagine della Procura: amministrazione e associazioni di
 categoria avrebbero "alleggerito" negli ultimi cinque anni la tassa marmi, portando meno introiti nelle casse
 municipali. Il capo di imputazione è abuso di ufficio per aver fatto pagare meno tasse (inferiori anche di un
 decimo) agli imprenditori che scavano il marmo sulla base di un accordo del 2009 e che la Procura di Massa
 ritiene in violazione della legge regionale del 1998 che prevede un contributo e un canone di concessione
 sulla base del valore di mercato dei beni estratti, blocchi e scaglie. Sottraendo, in sostanza, denaro da
 destinare a servizi per tutti i cittadini. E causando, dall'altra parte, un ingiusto vantaggio per gli imprenditori
 del settore. Gli indagati. L'indagine prende in esame il periodo dal 2009 al 2014. Sul registro degli indagati nel
 maggio scorso sono finiti una quindicina di nomi eccellenti dal sindaco di Carrara, Angelo Zubbani a 5
 assessori in carica (Andrea Vannucci, Giuseppina Andreazzoli, Giovanna Bernardini, Dante Benedini,
 Massimiliano Bernardi), tre ex assessori (Andrea Zanetti, Giovanni Nannini e Roberto Dell'Amico), due
 dirigenti comunali, Marco Tonelli e Stefano Pennacchi, oltre ai 4 rappresentanti provinciali di Legacoop
 (Chiara Grassi), Confartigianato (Gianfranco Oligeri), Cna (Antonio Chiappini) e Massimo Maggiani (Api). La
 Procura ha individuato, sia nel Comune che nelle associazioni di categoria che hanno sottoscritto gli accordi,
 «responsabilità penali in ordine al reato di abuso di ufficio (art. 323 del Cdice penale)». Le responsabilità. Le
 responsabilità, secondo la Procura sarebbero state riscontrate «in conseguenza della determinazione
 dell'importo da corrispondersi al Comune di Carrara sulla base di accordo tra lo stesso Comune e
 rappresentanti di associazioni degli imprenditori del marmo, e non del valore di mercato dei beni estratti (nel
 caso in esame ben maggiore), come prescritto dalla legge, ed in conseguenza dell'ingiusto vantaggio
 conseguito dagli imprenditori e del correlativo ingiusto danno subito dal Comune di Carrara». L'accusa e gli
 accordi. Gli accordi fra associazioni di categoria e Comune, per il settore lapideo, sono stati diversi nel corso
 del tempo per la tariffazione dell'escavato che determina un gettito annuale al Comune. Gli ultimi accordi fra
 le parti risalgono al 2008 e al 2009: il primo venne siglato da tutte le associazioni di categoria (Assindustria
 con l'allora presidente Alessandro Caro, Confartigianato, Cna, Lega cooperative, Api), mentre il secondo, a
 integrazione del precedente, non fu siglato da Assindustria che contestò alcuni aspetti. Per questo motivo
 Assindustria non rientra nelle associazioni di categoria che sono finite al centro della maxi indagine della
 Procura ormai vicinissima alla conclusione. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

CONFIMI - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                                      9
14/01/2015                                    L'Arena di Verona                                              Pag. 11
                                           (diffusione:49862, tiratura:383000)

                                                                                                                       La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 IMPRESA. Promosso da Studio Impresa
 Lavorare insieme un cartoon insegna tattiche e segreti

 Arturo Alberti Un cartone animato per raccontare alle piccole imprese i vantaggi del mettersi in rete. E visibile
 sul canale Youtube (https://www.youtube.com/watch?v=Sckb8QaT1mM), creato per l'occasione ed è
 accompagnato da commenti e prossimamente anche da una serie di storie, che saranno raccontate dagli
 imprenditori di tutta Italia. L'iniziativa dello scaligero Studio Impresa e di Officina delle reti, leader nella
 consulenza alle reti di impresa, promuove la cultura del «lavorare insieme» con uno strumento mai usato
 prima: un cartoon dal titolo Moby Mark. Il filmato ha superato in un giorno le 500 visualizzazioni. Cliccate
 anche le interviste a Eugenio Ferrari, presidente Assoretipmi, Enrico Morando, viceministro all'Economia e al
 presidente scaligero di Api, Arturo Alberti, che commentano l'idea di utilizzare un linguaggio nuovo per
 veicolare il messaggio rivolto alle aziende. Il lavoro è firmato del regista e sceneggiatore Emmanuel Exitu
 che, con la consulenza di Luca Castagnetti, commercialista veronese e fondatore di Studio Impresa, ha
 elaborato le esperienze e i personaggi protagonisti di un racconto vero, in una storia divertente funzionale ai
 contenuti da trasmettere. Moby Mark infatti è la vicenda di tre pescatori che solo facendo squadra e mettendo
 a sistema le rispettive risorse possono superare gli ostacoli che si trovano ad affrontare all'improvviso nella
 loro attività. «Il linguaggio utilizzato colpisce, perché inusuale. Il messaggio contrasta con la nostra cultura di
 imprenditori: siamo stati abituati troppe volte ad arrangiarci, ma le sfide dell'economia globale ci obbligano ad
 abbandonare il nostro tradizionale isolamento e a metterci in rete, come indica il cartone», ragiona Alberti.
 Va.Za.

CONFIMI - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                                 10
14/01/2015                                     Cronaca Qui Torino                                                  Pag. 12

                                                                                                                             La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 LEREAZIONI La presidente dell'Unione Industriale, Mattioli: «Strategia vincente». Alberto (Api): «L'indotto
 pronto a crescere»
 «Bene Melfi, ora facciamo ripartire anche Torino»

 Ô L'auspicio è «il ritorno all'attività produttiva a pieno regime di tutti gli altri impianti italiani, in particolare di
 Mirafiori», perché a Torino «c'è una enorme capacità produttiva inespressa». Questo il commento degli
 imprenditori torinesi all'i nve sti men to annunciato a Detroit da Fca. Le dichiarazioni sono della presidente
 dell'Unione Industriale, Licia Mattioli, e del presidente dell'Api, Corrado Alberto. Secondo Mattioli, «si sta
 rivelando vincente la strategia, avviata con Maserati, di realizzare in Italia auto di alta gamma e di elevato
 valore aggiunto da vendere sui mercati più dinamici di tutto il mondo, a partire dagli Usa, ove la ripresa è
 solida e Fca è in costante crescita». Le mille assunzioni annunciate per Melfi «consentono la saturazione ed il
 rilancio, conseguito anche attraverso un investimento di un miliardo di euro, del più importante stabilimento
 italiano (Mirafiori), le cui produzioni stanno avendo successo sui mercati internazionali compreso quello
 europeo che, seppure con una dinamica ridotta, sta fornendo segnali incoraggianti». Meno ottimista il
 presidente Api: «Quanto comunicato da Fca per lo stabilimento di Melfi è certamente una buona notizia - ha
 detto Alberto ma vorremmo che presto buone notizie, e soprattutto concrete, arrivassero anche per gli
 stabilimenti di Torino. Perché è chiaro: a Torino e in Piemonte ci sono enormi risorse occupazionali ancora in
 cassa integrazione e un indotto fatto di piccole e medie imprese dell'automotive che hanno ancora capacità
 produttiva inespressa e che sono pronte a riprendere a crescere». [al.ba.]

CONFIMI - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                                       11
CONFIMI WEB

4 articoli
13/01/2015                                  www.lugonotizie.it                                            Sito Web
16:17

                                                                                                                     La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Alfonsine, esito poitivo per la vertenza della Sica
 pagerank: 4

 Lo annuncia Valeria Giacomoni, titolare dell'azienda e vice presidente Confimi Impresa Ravenna
 "Si è conclusa positivamente la vertenza sindacale nata in seguito alla disdetta del contratto integrativo di
 Sica poiché ritenuto dall'azienda non più compatibile con la situazione economica generale e con le
 condizioni di competitività aziendale".
 "Nelle intenzioni di Sica non c'è mai stata l'idea di dimezzare i salari, come è stato spesso scorrettamente
 detto e scritto, ma solo quella di rinegoziare alcuni punti - posegue la Giacomoni - e in particolare di
 rimodulare il premio di produzione rendendolo variabile e legandolo ai risultati. Di conseguenza, l'allarmismo
 che era stato sollevato era ingiustificato. Il compromesso finalmente raggiunto va nella direzione auspicata e
 nel contratto si parla di misurazione dei risultati, di produttività e competitività, elementi indispensabili per
 fronteggiare con successo le sfide di un mercato globale estremamente difficile e in continuo cambiamento".

CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                           13
13/01/2015                               www.ravennanotizie.it                                            Sito Web
16:17

                                                                                                                     La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Alfonsine, esito poitivo per la vertenza della Sica
 pagerank: 4

 Lo annuncia Valeria Giacomoni, titolare dell'azienda e vice presidente Confimi Impresa Ravenna
 "Si è conclusa positivamente la vertenza sindacale nata in seguito alla disdetta del contratto integrativo di
 Sica poiché ritenuto dall'azienda non più compatibile con la situazione economica generale e con le
 condizioni di competitività aziendale".
 "Nelle intenzioni di Sica non c'è mai stata l'idea di dimezzare i salari, come è stato spesso scorrettamente
 detto e scritto, ma solo quella di rinegoziare alcuni punti - posegue la Giacomoni - e in particolare di
 rimodulare il premio di produzione rendendolo variabile e legandolo ai risultati. Di conseguenza, l'allarmismo
 che era stato sollevato era ingiustificato. Il compromesso finalmente raggiunto va nella direzione auspicata e
 nel contratto si parla di misurazione dei risultati, di produttività e competitività, elementi indispensabili per
 fronteggiare con successo le sfide di un mercato globale estremamente difficile e in continuo cambiamento".

CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                           14
13/01/2015                                www.ravennawebtv.it                                              Sito Web
19:17

                                                                                                                      La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Sica di Alfonsine, vertenza conclusa positivamente
 pagerank: 4

 13/01/2015 - "Si è conclusa positivamente la vertenza sindacale nata in seguito alla disdetta del contratto
 integrativo di Sica poiché ritenuto dall'azienda non più compatibile con la situazione economica generale e
 con le condizioni di competitività aziendale.
 Nelle intenzioni di Sica non c'è mai stata l'idea di dimezzare i salari, come è stato spesso scorrettamente
 detto e scritto, ma solo quella di rinegoziare alcuni punti e in particolare di rimodulare il premio di produzione
 rendendolo variabile e legandolo ai risultati.
 Di conseguenza, l'allarmismo che era stato sollevato era ingiustificato.
 Il compromesso finalmente raggiunto va nella direzione auspicata e nel contratto si parla di misurazione dei
 risultati, di produttività e competitività , elementi indispensabili per fronteggiare con successo le sfide di un
 mercato globale estremamente difficile e in continuo cambiamento". Questa la dichiarazione della titolare
 Valeria Giacomoni e Vice Presidente di Confimi Ravenna

CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                            15
13/01/2015                                        www.strill.it                                               Sito Web
17:54

                                                                                                                          La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Riforma codice Appalti, le tre priorità di Aniem al Senato: "soft regulation",
 sistemi di gara e selezione delle imprese
 pagerank: 4

 'Esprimiamo apprezzamento per i contenuti della legge delega con riferimento in particolare al divieto di
 introdurre livelli di regolazione superiori a quelli richiesti dalle direttive' dichiara Dino Picentini, Presidente di
 Aniem l'associazione delle piccole e medie imprese edili manifatturiere che raggruppa circa 8.000 piccole e
 medie imprese aderenti al sistema Confimi Impresa, al termine dell'Audizione al Senato che si è conclusa
 pochi minuti fa.
 'La volontà di rafforzare la trasparenza e la pubblicità delle gare, anche per rendere più efficace la lotta alla
 corruzione e la revisione del sistema di qualificazione, sono obiettivi condivisibili, che come Aniem non
 possiamo non abbracciare', prosegue Dino Piacentini.
 'La nostra Associazione - dichiara il Presidente di Aniem - auspica una svolta storica nella cultura e
 nell'approccio legislativo in materia di appalti: abbandonare la proliferazione e la stratificazione di norme che
 non ci sembra abbia contribuito né alla certezza del diritto, né all'alleggerimento dei contenziosi, né alla lotta
 alla corruzione, per arrivare ad una legislazione che responsabilizzi fortemente gli operatori (imprese,
 progettisti e stazioni appaltanti) e volta a definire principi, criteri orientativi e norme fondamentali.'
 Che prosegue: 'Aniem condivide la scelta di valorizzare il sistema dell'offerta economicamente più
 vantaggiosa, ma pensiamo che tale sistema possa svolgere appieno le sue potenzialità solo in presenza di
 determinate caratteristiche ed è per questo che abbiamo elaborato una proposta di disciplina che tende
 proprio a valorizzare gli elementi tecnico qualitativi ed a rendere trasparente l'utilizzo di questo strumento e
 che proprio oggi è stata consegnata alla Commissione Lavori Pubblici del Senato.'
 Il Presidente di Aniem conclude: 'Il terzo elemento che come Aniem abbiamo approfondito nell'audizione di
 oggi è inerente al sistema di selezione delle imprese, perché riteniamo che l'attuale sistema di qualificazione,
 fondato sulle Soa, e quindi sulla privatizzazione di questa fondamentale fase valutativa, abbia fallito il suo
 obiettivo di rendere più efficace la selezione delle imprese.
 La degenerazione dovuta alla commercializzazione dell'attività di qualificazione, la 'staticità del sistema', la
 diffusione della compravendita di rami aziendali sono solo alcuni degli elementi che hanno alimentato
 distorsioni invece di contribuire ad eliminarle.
 Oggi abbiamo un sistema oneroso, scarsamente trasparente, eccessivamente burocratizzato, lontano
 dall'Europa e dalle prassi utilizzate in tutti i mercati internazionali.
 Aniem propone un sistema più flessibile, dinamico, più rapportabile alla specificità delle opere messe in gara,
 diversificato in rapporto alla rilevanza economica.
 In particolare proponiamo che:
 -per gli appalti di lavori di importo inferiore ai 500.000 Euro si lasci ampia discrezionalità nella valutazione dei
 requisiti tecnico-economici alla stazione appaltante: tale potere discrezionale sarà tuttavia condizionato dal
 vincolo assoluto del rispetto del prezzo e della tempistica stabilita nel contratto con conseguente
 responsabilizzazione dell'impresa e del legale rappresentante dell'ente appaltante.
 -per gli appalti di importo superiore, i requisiti tecnico-economici saranno valutati dalla stazione appaltante in
 relazione con la previsione di requisiti più selettivi anche in rapporto alla specificità dell'opera appaltata'.

CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                                16
SCENARIO ECONOMIA

24 articoli
14/01/2015                         Corriere della Sera - Ed. nazionale                                         Pag. 1
                                           (diffusione:619980, tiratura:779916)

                                                                                                                        La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 la proposta
 Cosa possiamo guadagnare facendo lavorare i nostri detenuti
 Milena Gabanelli

 Visitare un carcere è un modo per misurare il grado di civiltà di un Paese. E se lo si fa in Italia si scopre che il
 nostro Paese «a parole» ha enorme sensibilità per il disagio umano dei detenuti. Poi però, nei fatti, ne infila 6
 in uno spazio previsto per 2. È evidente che qualcosa non va. Come se ne esce? Guardandosi attorno in
 Europa gli esempi virtuosi ci sono. Fondati sulla scelta di far lavorare i carcerati negli istituti di pena. Ma il
 detenuto, se lavora, per legge va pagato. Giusto. Solo che i soldi per pagare i 54.000 detenuti non ci sono.
 Se però si affidasse loro la manutenzione ordinaria delle prigioni , che nel piano carceri ha un costo di 500
 milioni di euro, spenderemmo meno e lavorerebbero tutti. E allora cambiare strada si può, rendendo le carceri
 autosufficienti. Chi vuol lavorare lo fa, chi vuol imparare un mestiere anche. Ai detenuti vengono però
 trattenute le spese di mantenimento. a pagina 29
 Visiti un carcere e misuri il grado di civiltà di un Paese. Rispetto a tutto il mondo occidentale l'Italia, «a
 parole», ha maggior sensibilità per il disagio umano, salvo poi infilare 6 detenuti in uno spazio dove ce ne
 dovrebbero stare 2. Quando la situazione si fa calda, si rimedia velocemente con indulti e decreti
 svuotacarceri. Il risultato è che il 70% dei condannati, una volta scontata la pena, torna a delinquere. Se la
 funzione del carcere è quella di restituire alla società un individuo riabilitato, è evidente che qualcosa non va.
 Eppure, già nel 1975, siamo stati fra i primi a introdurre le misure alternative al carcere con l'affidamento in
 prova al servizio sociale. Oggi gli affidati sono circa 12.000, ma è difficile sapere se chi ha evitato il carcere
 poi mantenga un comportamento corretto (non spacciare droga, fare il lavoro che gli è stato assegnato...).
 Questo perché l'assistente sociale, che dovrebbe incontrare l'affidato una volta alla settimana, sia a casa che
 al lavoro, lo vede se va bene una volta ogni due mesi. Del resto, a Padova sono in otto a seguire più di 1.000
 casi; a Roma in 36 con 3.000 casi.
  Gli esempi all'estero
 In tutta Europa e negli Stati Uniti, attorno alle misure alternative sono stati organizzati progetti controllati e
 coordinati. Per esempio a Portland (Usa), i detenuti tengono in vita uno dei parchi urbani più prestigiosi al
 mondo, quello delle rose, con 600.000 visitatori l'anno. I dati Usa dicono che chi passa da questa «misura»
 torna a delinquere nel 10% dei casi, rispetto al 25% di chi va in carcere. Poi c'è l'aspetto economico: un
 detenuto in cella costa 170 dollari al giorno, ai servizi sociali ne costa 1,43.
 In Olanda ormai le pene alternative hanno superato quelle detentive, sono in media 40.000 l'anno: i detenuti
 vengono mandati a lavorare negli ospedali e nei centri anziani.
 Ovunque però il grosso della partita si gioca dentro alle carceri. La nostra legge prevede di occupare i
 detenuti non pericolosi con i lavori di pubblica utilità su base volontaria a titolo gratuito, ma buona parte dei
 sindaci nemmeno sa che può farne richiesta per ridipingere i muri dai graffiti o pulire gli argini dei fiumi. È
 previsto anche l'obbligo per l'amministrazione carceraria di dare un'occupazione al condannato in via
 definitiva, poiché il lavoro è lo strumento principale per il reinserimento nella società.
  Questione di soldi
 Il problema è che il detenuto se lavora, per legge, va pagato. Giusto. Solo che i soldi per pagare i 54.000
 detenuti non ci sono. Quindi alla fine lavorano in pochi, e a rotazione, e solo l'1% si occupa di manutenzione
 ordinaria. Intanto 4.000 posti nelle carceri sono diventati inagibili e sono in corso appalti per decine di milioni
 di euro. Se fossero i carcerati a intonacare o riparare i rubinetti, invece di spendere 500 milioni di euro per il
 piano carceri, spenderemmo meno e lavorerebbero tutti. È sempre una questione di soldi: il sistema
 penitenziario costa complessivamente 2 miliardi e 800 milioni euro l'anno, che vuol dire circa 4.000 euro al
 mese a detenuto. Si può uscire da questa spirale di inefficienza colpevole guardando anche come fanno gli
 altri?

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                        18
14/01/2015                         Corriere della Sera - Ed. nazionale                                        Pag. 1
                                           (diffusione:619980, tiratura:779916)

                                                                                                                       La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Nelle carceri irlandesi praticamente tutti i detenuti fanno qualcosa. Quelli che lavorano a tempo pieno in
 cucina, in lavanderia e nella manutenzione arrivano a 18 euro la settimana e hanno diritto alla cella singola
 con doccia e a volte anche col computer. Si chiamano superior deluxe rooms. Ce ne sono 140.
  Do ut des
 In Austria per ogni ora di lavoro riconoscono dai 7 ai 10 euro, ma il 75% rimane all'amministrazione per le
 spese di mantenimento. In carcere il detenuto impara a fare il falegname o il panettiere, e spesso succede
 che, quando ha finito di scontare la pena, viene assunto. Nel carcere americano di Portland citato prima
 lavora il 60% dei detenuti. Lo stipendio viene calcolato, ma l'amministrazione se lo tiene a compensazione del
 costi di mantenimento e dà al detenuto circa 50 dollari al mese per le piccole spese. Non è obbligatorio
 lavorare, ma se lo fai, anche qui c'è uno sconto di pena e dei benefit. Noi, al contrario, tratteniamo dallo
 stipendio 50 euro per le spese di mantenimento. Così a lavorare sono in pochi, perché i soldi non ci sono. E
 quei pochi lavorano pure in condizione di disparità. Chi si occupa della mensa per conto dell'amministrazione
 penitenziaria per esempio prende uno stipendio di 400 euro al mese, se invece lavora per le cooperative
 prende fino a 1.200 euro.
  La fortuna delle coop
 Proprio domani scade la convenzione con un decina di cooperative che gestiscono le mense dentro le
 carceri. Era una sperimentazione, sicuramente conveniente per le coop: la cucina e le derrate le compra il
 ministero, mentre la coop deve provvedere a pagare lo stipendio a quei 6 o 7 che preparano i pasti. Come
 vengono scelti quei pochi «fortunati»?. Chi lo sa. Certo è che alle cooperative abbiamo delegato molto in
 cambio di sgravi fiscali: 16 milioni di euro solo l'anno scorso. Molte fanno attività nobilissime, ma se parliamo
 di «lavoro», a parte l'eccellenza di Bollate (che impegna circa il 50% dei detenuti ), è quasi il nulla. Al
 femminile di Rebibbia lavorano in 10, a Regina Coeli invece c'è solo una lavanderia dove lavorano in 2; tra i
 fondatori della coop l'ex brigatista Anna Laura Braghetti, la carceriera di Aldo Moro. A Secondigliano su 1.300
 detenuti solo una ventina lavorano, fra cui alcuni ergastolani con storie da 41 bis o condannati per mafia,
 omicidi, traffico di droga. Loro coltivano zucchine pagati dalla cooperativa di turno, mentre gli altri, quelli che
 scontano pene meno gravi e certamente usciranno, guardano il soffitto.
 L'alternativa è continuare a difendere il principio che il lavoro va remunerato e se non ci sono risorse,
 pazienza... oppure cambiare strada, organizzarsi in modo da rendere le carceri autosufficienti, far lavorare
 tutti quelli che lo vogliono, insegnare loro un mestiere, calcolare lo stipendio, ma trattenere le spese di
 mantenimento, lasciando al detenuto quel che gli serve per le piccole esigenze, concedergli sconti di pena,
 permessi, celle decenti. È una proposta che evoca il «lavoro forzato» o è una soluzione pragmatica e civile?
  © RIPRODUZIONE RISERVATA
  Il pianeta carceri in Italia Detenuti al 31 dic. 2014 Capienza delle carceri d'Arco 2007* 2008 2009 2010 2012
 2013 *anno dell'indulto 2006 70 62,5 55 40 47,5 2011 2014 54.207 TOTALE NAZIONALE Detenuti al 31 dic.
 2014 NUMERO DETENUTI PER REGIONE 49.327 DETENUTI CHE LAVORANO DIETRO LE SBARRE
 13.727 61.254 48.691 57.239 63.416 68.000 66.897 65.701 62.536 54.207 7.000 5.000 3.000 0 Abruzzo
 Basilicata Calabria Campania Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Molise
 Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trentino Alto Adige Umbria Valle d'Aosta Veneto 1.853 416 2.446
 7.290 2.937 600 5.680 1.370 7.697 886 349 3.563 3.416 1.864 6.053 3.367 309 1.443 145 2.523
 2,8 Miliardi
 Quanto
  costa
 all'anno
 la gestione
 del sistema penitenziario italiano.
  Per ogni detenuto

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                       19
14/01/2015                         Corriere della Sera - Ed. nazionale                                        Pag. 1
                                           (diffusione:619980, tiratura:779916)

                                                                                                                       La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 la spesa
 è di circa
 4 mila
  euro
 l'anno
 40 Mila
 Quante sono in media le pene alternative
 in Olanda
 in un anno.
 La cifra supera quelle detentive:
 i detenuti vengono mandati a lavorare negli ospedali e nei centri anziani
 170 Dollari
 È il costo giornaliero, negli Stati Uniti, per un detenuto. Ai servizi sociali invece ne costa solo 1,43. Negli Usa
 chi lavora con questo sistema torna a delinquere solo nel 10 per cento dei casi
 Gli esempi
 In Austria, ogni ora di lavoro di un detenuto viene retribuita con un importo di 7-10 euro. Il 75% rimane
 all'amministra-zione per le spese di mantenimento Quelli che lavorano all'esterno per conto dei privati
 ricevono 10 euro: 8 li incassa l'amministrazione, 2 il detenuto I detenuti
  in Austria vanno a fare lavori imparati in carcere (falegname, panettiere). Quando la pena è scontata, il
 detenuto viene assunto Nel carcere di Portland (Usa) lavorano molti detenuti. Non sono obbligati, ma chi lo fa
 ottiene benefit e uno sconto di pena. Lo stipendio viene tenuto dall'amministrazione, che dà al detenuto 50
 dollari al mese per le piccole spese

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                       20
14/01/2015                         Corriere della Sera - Ed. nazionale                                         Pag. 12
                                           (diffusione:619980, tiratura:779916)

                                                                                                                         La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Investi 500 milioni di euro in Italia? Scatta la tregua fiscale, niente cambi
 Mario Sensini

 ROMA Il sogno di tutte le imprese diventa realtà, ma sarà, per ora, un privilegio per poche. Per favorire gli
 investimenti in Italia delle grandi imprese, ed in particolare quelle straniere, il governo promette la stabilità
 della normativa fiscale. A chi attua piani di investimento da almeno 500 milioni l'anno, con un vero e proprio
 accordo bilaterale, lo Stato garantisce l'invarianza delle regole fiscali per tutta la durata dell'investimento.
 Nella bozza del decreto che il premier Matteo Renzi ed il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, hanno
 concordato di presentare al Consiglio dei ministri martedì 20 gennaio appaiono altre novità importanti, dal
 potenziamento del Fondo Centrale di Garanzia, alla normativa sui «social bond», i prestiti emessi dalle
 banche per finanziare iniziative sociali con una tassazione privilegiata, alle misure per favorire il rientro dei
 «cervelli» italiani dall'estero, che non sono tuttavia state ancora definite.
 L'accesso al Fondo Centrale di Garanzia, che offre una copertura pubblica sui prestiti, verrebbe aperto anche
 alle assicurazioni e agli organismi di investimento collettivo, al di là dell'estensione della garanzia ai cosiddetti
 «Abs», i pacchetti di titoli rappresentativi anche di prestiti, che potranno essere emessi dalle banche ed
 acquistati dalla Banca Centrale Europea nella sua nuova strategia di supporto all'economia.
 I «social bonds», definiti come specifici titoli di risparmio, potranno essere emessi «al fine di sostenere
 progetti con finalità etica o sociale» entro un limite di un miliardo di euro nel 2015, da rideterminare ogni
 anno, ed avranno una scadenza non inferiore a 18 mesi. Ma soprattutto godranno di un trattamento fiscale
 privilegiato, anche se nella bozza del decreto non è ancora definito il livello dell'aliquota sostitutiva.
 Accanto alle «start-up», le imprese nate da meno di due anni che sviluppano progetti di ricerca, nascono le
 Pmi innovative, con un registro ad hoc nelle Camere di Commercio, e accesso al «crowfunding», cioè ai
 finanziamenti collettivi sollecitati spesso attraverso internet.
 Nel decreto si prevede anche un'estensione del nuovo regime fiscale dei marchi e dei brevetti, più favorevole,
 a tutti i marchi aziendali, anche non commerciali, ed il rifinanziamento per 50 milioni delle agevolazioni fiscali
 sui «contratti di rete».
 Renzi, intanto, ha firmato il decreto che detta le regole sulla scrittura, la copia e la tenuta dei documenti
 informatici, ultimo atto formale per il passaggio della Pubblica amministrazione al digitale. Tra diciotto mesi,
 dunque, addio a tutti i documenti di carta. «Files» per dire addio anche alle file.
  © RIPRODUZIONE RISERVATA

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                         21
14/01/2015                         Corriere della Sera - Ed. nazionale                                        Pag. 12
                                          (diffusione:619980, tiratura:779916)

                                                                                                                        La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Juncker verso il «sì» ai conti di Italia e Francia
 Il presidente Ue apre sulla flessibilità, più tempo a chi scommette sulla crescita e vara le riforme Padoan:
 risultato importante del nostro mandato. Moscovici: l'esame definitivo sul deficit a marzo La Germania
 L'opposizione del commissario tedesco Oettinger contrario alla flessibilità
 Ivo Caizzi

 STRASBURGO La Commissione europea ha proposto un compromesso per conciliare il rispetto dei vincoli
 Ue di bilancio con la flessibilità nei conti pubblici dei Paesi membri in difficoltà. Nella sua riunione a
 Strasburgo ha confermato le regole del patto di Stabilità e di crescita, come pretendono la Germania e gli altri
 Paesi del Nord sostenitori del rigore finanziario.
 Ma la Commissione ha anche inserito in una comunicazione articolata e complessa aperture per favorire
 investimenti per il rilancio della crescita e dell'occupazione, come chiedono Italia, Francia e Belgio. In pratica i
 governi di Roma, Parigi e Bruxelles hanno ottenuto da subito margini per limitate deviazioni temporanee, se
 rispettano alcune condizioni. Aumentano così le possibilità che le leggi di Stabilità di questi Paesi superino
 l'esame Ue previsto in marzo.
 Due vicepresidenti di centrodestra della Commissione europea, il finlandese Jyrki Katainen e il lettone Valdis
 Dombrovskis, insieme al commissario per gli Affari economici, il socialista francese Pierre Moscovici, hanno
 specificato che la Commissione «non propone alcun cambio delle attuali regole». Viene escluso di poter
 scorporare gli investimenti dal calcolo del deficit. Ma Bruxelles promette di dimostrarsi un po' più flessibile. Gli
 esborsi nazionali per il piano di investimenti della Commissione del lussemburghese Jean-Claude Juncker
 verrebbero considerati in modo «favorevole». Anche gli investimenti italiani per i programmi cofinanziati
 dall'Unione Europea potrebbero essere valutati con benevolenza se permanesse la recessione, fossero
 attuate riforme e fosse rispettato l'obiettivo di bilancio. Qualche dubbio di interpretazione della promessa
 flessibilità lo crea tuttavia l'alto debito pubblico dell'Italia.
 Dombrovskis ha detto che il patto di Stabilità sarà applicato in modo «intelligente, efficace e credibile».
 Moscovici ha aggiunto che la comunicazione della Commissione non riguarda singoli Paesi e che «non
 considera solo il ciclo economico e congiunturale perché bisogna anche vedere gli investimenti e le riforme
 per giudicare l'insieme». In pratica si va verso una decisione politica sulle leggi di bilancio di Italia, Francia e
 Belgio. «La discussione con Roma, Bruxelles e Parigi va avanti con la volontà di un dialogo trasparente», ha
 dichiarato Moscovici invitando ad «aspettare marzo» per le decisioni.
 «Il semestre di presidenza italiana della Ue si chiude con risultato di grande rilievo - ha commentato
 soddisfatto il ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan -. La Commissione, nella sua
 comunicazione, riconosce un approccio più flessibile nell'interpretazione delle regole di bilancio, che fino a sei
 mesi fa non era preso in considerazione. Ora gli Stati membri avranno maggiori possibilità, nel rispetto del
 patto di Stabilità e crescita, di effettuare investimenti indispensabili per promuovere il rilancio dell'economia e
 creare posti di lavoro». L'Italia, che è in recessione, ha toccato il record negativo nella disoccupazione e
 sconta l'alto debito in ulteriore aumento, ha assoluto bisogno di interventi per stimolare la ripresa
 dell'economia.
 Le voci di opposizioni durante la riunione della Commissione europea a Strasburgo, attribuite da varie fonti
 principalmente al commissario tedesco Gunter Oettinger, hanno confermato che la Germania continua a
 frenare sulle concessioni di flessibilità a Italia, Francia e Belgio. L'apertura nella comunicazione punta anche
 a sostenere il piano di investimenti di Juncker, che parte dalla promessa di 21 miliardi da moltiplicare per 15
 volte con i fondi di Stati e di privati. La Commissione ieri ha formalizzato il regolamento di attuazione.
  © RIPRODUZIONE RISERVATA
   I deficit e la crescita Il rapporto deficit/Pil (in %) Le previsioni sul Pil (in %) 2014 2015 2016 Fonte:
 Commissione europea d'Arco Italia Francia Germania Gran Bretagna Area Euro -3 -4,4 0,2 -2,6 0 0 0 2,7 -4,5

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                        22
14/01/2015                         Corriere della Sera - Ed. nazionale                                         Pag. 12
                                           (diffusione:619980, tiratura:779916)

                                                                                                                         La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 0,0 -4,4 -2,4 2,2 0,2 -3,4 -2,1 2014 2015 2016 Italia Francia Germania Gran Bretagna Area Euro 0,6 0,7 1,1
 2,7 1,1 1,1 1,5 1,8 2,5 1,7 -5,4 -4,7 -0,4 0,3 1,3 3,1 0,8
 Il dossier
 Le regole
 e i parametri non cambiano, ma la Commissione europea ha approvato
 ieri l'atteso documento sulla flessibilità rendendone più agevole
 il rispetto per
 i Paesi che non superano il 3% del rapporto deficit/Pil. Gli investimenti
 e le riforme strutturali potranno dare più margine
 ai Paesi non
 in linea con le regole europee
 sul bilancio, riducendo la probabilità
 di sanzioni nei loro confronti Tre le più importanti linee guida sulla flessibilità: ci sarà più tempo per
 raggiungere
 gli obiettivi di bilancio per chi fa le riforme, sarà possibile lo scorporo degli investimenti co-finanziati dalla Ue
 ma solo se non si sfora il tetto del 3% di deficit e il risanamento sarà meno duro nei momenti
 di difficoltà dell'economia Il documento
 di Bruxelles risponde alle richieste avanzate più volte da alcuni Stati membri, soprattutto Italia e Francia:
 Roma, che pure ha un deficit inferiore al 3% e dunque
 in linea con
 i parametri europei, ha chiesto più tempo per ridurre un debito pubblico che viaggia intorno al 130% del Pil

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                         23
14/01/2015                         Corriere della Sera - Ed. nazionale                                         Pag. 13
                                           (diffusione:619980, tiratura:779916)

                                                                                                                         La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Il caso
 Partite Iva in fuga dai nuovi minimi Governo al recupero
 Dario Di Vico

 I l boom di nuove partite Iva fatto registrare a novembre (+15,5% sull'anno precedente) spiega meglio di tante
 analisi come lavoratori autonomi e giovani abbiano interpretato la modifica del regime agevolato dei minimi
 annunciata già in novembre e poi ratificata nella legge di Stabilità. Consigliati anche dai vari commercialisti
 tanti freelance hanno deciso che fosse meglio giocare d'anticipo e aprire subito la partita Iva per poter
 usufruire del forfettone (5% di tassazione fino a 30 mila euro) e scappare così dai nuovi minimi. Ad animare
 questo movimento sono stati in particolare gli under 35 che hanno fatto segnare +30% di nuove partite Iva.
 Va ricordato che storicamente novembre è stato un mese caratterizzato da minori aperture (nel resto
 dell'anno si viaggia a una media tra i 45 e i 50 mila debutti) e quindi il picco di quest'anno non può che essere
 attribuito a fattori straordinari. L'analisi trova tutti concordi, compreso il ministero dell'Economia e i tecnici di
 governo che stanno studiando il tema. Secondo fonti di Palazzo Chigi, infatti, è probabile che l'esecutivo vari
 appena possibile un «veicolo legislativo ad hoc» per le partite Iva e quindi anticipi i tempi rispetto alla fase in
 cui si era pensato di usare la delega fiscale per correggere il sistema dei minimi. Nel frattempo il fronte delle
 associazioni di freelance e partite Iva è in pieno fermento. Dice Anna Soru, presidente di Acta: «Finora Renzi
 ha fatto solo delle promesse e intanto sono entrati in vigore sia i nuovi minimi sia l'aumento della
 contribuzione alla gestione separata dell'Inps. Se sommiamo le due voci siamo già oltre il 50% di tassazione
 a fronte di un sistema di welfare inesistente». In un eventuale provvedimento indirizzato a favorire l'attività e
 lo sviluppo dei freelance Soru pensa che si debba intervenire anche sulle detrazioni per le spese
 professionali. «Le spese di trasferta, solo per fare un esempio, sono plafonate al 2%». Il 21 gennaio a Milano
 si terrà un seminario per decidere le alternative all'Inps. La formula della ditta individuale sembra quella che
 attira i maggiori favori ma alcuni professionisti lombardi hanno addirittura deciso di prendere residenza
 all'estero. Commenta il sociologo Costanzo Ranci, autore di un libro sulle partite Iva: «Un intervento del
 governo è auspicabile deve essere anche teso a stabilizzare le aspettative, non si può andare avanti aprendo
 e chiudendo freneticamente la partita Iva».
  © RIPRODUZIONE RISERVATA

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                         24
14/01/2015                         Corriere della Sera - Ed. nazionale                                        Pag. 15
                                          (diffusione:619980, tiratura:779916)

                                                                                                                        La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Ora tocca a Draghi, Bce verso l'acquisto di Btp
 Borse europee euforiche, Milano su dell'1,96%. Coeuré: titoli di Stato, discussione in fase avanzata La
 moneta unica scende a 1,17 dollari, ai minimi da oltre dieci anni. In caduta i rendimenti dei bond italiani La
 Corte di Giustizia Oggi la Corte Ue si esprime sulla legalità degli acquisti di titoli «Omt» della Bce
 Danilo Taino

 DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
   BERLINO Forse l'Italia dovrebbe guardare con più benevolenza all'Europa. Ieri, dalla Commissione di
 Bruxelles è arrivata la flessibilità sui bilanci pubblici, probabilmente la massima possibile senza stracciare i
 patti firmati da tutti i membri dell'eurozona. Il maggiore Paese beneficiario ne sarà l'Italia. Il 22 gennaio, quasi
 certamente arriverà anche lo stimolo monetario: la Banca centrale europea è pronta per il Quantitative Easing
 sovrano, cioè l'acquisto di titoli pubblici dei 19 partner dell'area euro. Maggiore beneficiario ne sarà ancora
 una volta l'Italia.
 La constatazione è innanzitutto politica e già nei prossimi giorni diventerà un elemento di confronto. Non solo
 perché, a quel punto, il governo italiano sarà di fronte alle sue responsabilità: gli saranno state messe a
 disposizione due delle tre gambe necessarie a incamminarsi verso la ripresa, quella di bilancio e quella
 monetaria; la terza, quella delle riforme strutturali, dipenderà solo da esso. Prima ancora, la «questione
 italiana» entrerà però nel dibattito immediato, posta soprattutto da chi teme il rilassamento delle regole di
 finanza pubblica in Europa e ancora di più da chi non vorrebbe il Quantitative Easing (QE) della Bce. La
 questione avrà un peso nella decisione del 22 gennaio.
 Ieri, il membro del consiglio direttivo della Bce responsabile dei rapporti con la Commissione Ue, Benoît
 Cœuré, ha detto che a Francoforte le discussioni sul QE «sono ben avviate: la scorsa settimana abbiano
 discusso molti dettagli tecnici». Pronti a prendere una decisione, anche se - ha aggiunto - non è scontato
 (dichiarazione che ha aiutato le Borse, soprattutto i titoli bancari, a crescere, Milano dell'1,96%). Il giorno
 prima, Cœuré aveva comunque criticato l'esecutivo di Bruxelles per avere rinviato a marzo decisioni chiare
 sui Paesi che non hanno rispettato alla lettera il patto di Stabilità europeo nel 2014. «La Commissione Ue - ha
 detto - ha giustamente censurato Paesi come Italia, Francia e Belgio perché non hanno raggiunto i loro
 obiettivi di deficit. Ciò aumenta l'incertezza perché nessuno sa se le regole al momento sono applicate in
 pieno oppure no».
 Il fatto che le regole di bilancio siano state rese ieri più «flessibili» fornirà qualche argomentazione a chi,
 all'interno della Bce, in nome della stabilità finanziaria, vorrebbe rinviare il programma di acquisto di titoli
 pubblici. «Dev'esserci un bilanciamento appropriato tra i rischi e i vantaggi di un programma del genere e io in
 questo momento non lo vedo», ha detto qualche giorno fa Sabine Lautenschläger, anche lei membro del
 consiglio direttivo della Bce. Oggi, inoltre, un consigliere della Corte di Giustizia europea fornirà una prima
 indicazione - su richiesta della Corte Costituzionale tedesca - sulla legalità o meno del programma Omt della
 Bce, sostanzialmente il predecessore del Quantitative Easing, al solo annuncio del quale, da parte di Draghi,
 il momento di acutezza della crisi finanziaria sui mercati cessò, nel 2012. Pochi si aspettano una netta
 bocciatura, che creerebbe instabilità nella banca centrale. Ma anche questo passaggio indica la delicatezza
 del momento.
 Il 22 gennaio, insomma, l'atteso QE dovrebbe iniziare, come indicato nella riunione di dicembre dei
 governatori della Bce. Ma quasi certamente i membri tedeschi della banca voteranno contro. E l'argomento
 che l'Italia ne sarà il maggiore beneficiario sarà evocato.
 In realtà, è più vero il contrario: se deciderà di procedere all'acquisto massiccio di titoli di Stato anche contro
 l'opinione della Germania e della Bundesbank, Draghi segnerà l'ingresso della Banca centrale europea
 nell'età matura, quella dell'indipendenza. Sarà una scelta contro la deflazione nell'intera eurozona. Se poi
 l'Italia ne avrà i maggiori benefici, pazienza.

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                        25
14/01/2015                        Corriere della Sera - Ed. nazionale                                     Pag. 15
                                         (diffusione:619980, tiratura:779916)

                                                                                                                    La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
  @danilotaino
  © RIPRODUZIONE RISERVATA
  Fonte: Thomson Reuters d'Arco 2014 2015 1,19 1,23 1,27 1,31 1,35 luglio agosto settembre ottobre
 novembre dicembre gennaio 212,4 miliardi di euro Le operazioni di rifinanziamento a lungo termine "mirate"
 del 2014 (Tltro) con cui la Bce ha fornito capitali alle banche europee per sostenere le imprese e l'economia Il
 cambio euro-dollaro 1,175 il minimo di ieri

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/01/2015 - 14/01/2015                                                    26
Puoi anche leggere