ANIEM Rassegna Stampa del 04/02/2016

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ANIEM
   Rassegna Stampa del 04/02/2016

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INDICE

ANIEM
   04/02/2016 Prima Pagina Modena - Modena                                            6
   Startup e competizione un'opportunita' di crescita

   04/02/2016 Prima Pagina Modena - Modena                                            7
   Appalti, «più valore al know how delle imprese»

ANIEM WEB
   03/02/2016 corrieredelweb.it 12:44                                                 9
   Codice Appalti/Aniem: più rigore sull'avvalimento e più valore al reale know how
   delle imprese

SCENARIO EDILIZIA
   04/02/2016 Il Sole 24 Ore                                                          11
   Eni vuol sbloccare il sito di Gela

   04/02/2016 Il Sole 24 Ore                                                          12
   Ferretti inaugura la divisione difesa

   04/02/2016 Il Sole 24 Ore                                                          13
   Occasioni a Tulum, ville da 250mila euro

   04/02/2016 Il Sole 24 Ore                                                          15
   Ristrutturazioni, sconto per chi paga e condivide la casa

   04/02/2016 MF - Nazionale                                                          17
   Gavio si riorganizza dopo il deal Ecorodovias

   04/02/2016 MF - Nazionale                                                          18
   Più Francia e Russia nel portafoglio di Pizzarotti

   04/02/2016 QN - Il Giorno - Legnano                                                19
   Il sindaco avverte Pisapia «Sistemate il cantiere»

   04/02/2016 QN - La Nazione - Prato                                                 20
   «Edilizia, unione fra tre città per battere la crisi»

SCENARIO ECONOMIA
04/02/2016 Corriere della Sera - Nazionale                                             22
Padoan: l'Italia ha diritto alla flessibilità

04/02/2016 Corriere della Sera - Nazionale                                             24
Pronte le previsioni dell'Europa: crescita stabile, deficit verso l'aumento

04/02/2016 Il Sole 24 Ore                                                              26
Le buone ragioni della flessibilità e le alleanze necessarie

04/02/2016 Il Sole 24 Ore                                                              28
La Ue lima il Pil italiano, deficit al 2,5%

04/02/2016 Il Sole 24 Ore                                                              30
Borse, Europa in caduta Il dollaro crolla sull'euro

04/02/2016 Il Sole 24 Ore                                                              32
Yen e yuan, il circolo vizioso che manda in tilt i mercati

04/02/2016 Il Sole 24 Ore                                                              33
Come curare i malanni dell'economia globale

04/02/2016 La Repubblica - Nazionale                                                   35
"L'Unione sarà forte anche se ogni Stato avrà maggiore libertà"

04/02/2016 La Repubblica - Nazionale                                                   37
Schengen, l'addio costa 100 miliardi

04/02/2016 La Repubblica - Nazionale                                                   39
ChemChina conquista Syngenta Si riapre la partita Ogm

04/02/2016 La Repubblica - Nazionale                                                   40
Dialogo Rai-Mediaset Verso il polo nazionale per le torri delle tlc

04/02/2016 La Stampa - Nazionale                                                       41
L'Ue lima la crescita italiana e il deficit sale di 3 miliardi

04/02/2016 La Stampa - Nazionale                                                       43
"Renzi sbaglia strategia finanziando la spesa All'Ue non potrà chiedere flessibilità
eterna"

04/02/2016 Il Messaggero - Nazionale                                                   44
Affitti, Roma perde cento milioni l'anno La beffa case fantasma è caccia ai
risarcimenti

04/02/2016 MF - Nazionale                                                              45
Ansaldo Sts, Consob alza opa a 9,899 €

04/02/2016 MF - Nazionale                                                              46
La flessibilità ad personam è davvero inaccettabile
04/02/2016 MF - Nazionale                                 48
  Yahoo appende il cartello Vendesi

  04/02/2016 MF - Nazionale                                 50
  General Motors da record nel 2015

  04/02/2016 MF - Nazionale                                 51
  Da Inwit pioggia di dividendi

SCENARIO PMI
  04/02/2016 Il Sole 24 Ore                                 53
  Scorte da record negli Usa ma il petrolio balza dell'8%

  04/02/2016 ItaliaOggi                                     54
  Altri 9 mln in voucher per esperti in esportazioni

  04/02/2016 Business People                                55
  A me gli occhi PLEASE!
ANIEM

2 articoli
04/02/2016
Pag. 15 Ed. Modena

                                                                                                                           La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 INDUSTRIA E FORMAZIONE Incontro con Democenter
 Startup e competizione un'opportunita' di crescita
 Aniem e il nuovo Codice: «Serve rigore sull'avvalimento»

 MODENA Le "co mp et it io n" tr a startup sono ormai un modello consolidato di selezione tra i tanti
 aspiranti imprenditori. Se ne svolgono in tutto il mondo, da tempo anche in Italia, hanno modalità di
 svolgimento diverse, ma tutte le stesse finalità: far emergere l'idea migliore, verificarne la concreta
 possibilità di sviluppo imprenditoriale, segnalarla ad eventuali finanziatori e, alla fine, anche p re m i a rl a .
 E' proprio questo dispiegarsi delle attività che precedono e accompagnano la competizione ad essere al
 centro dell'iniziativa che si svolge alle 17,30 di oggi nei locali del Modena Makers Fab Lab di via Attiraglio.
 Quindi le "c o m p e t iti on" come opportunità di crescita e arricchimento per chi vuole sviluppare un'attività
 imprenditoriale innovativa. Ne parlerà Giusy Stanziola, territorial e sectorial development di UniCredit,
 mentre Marco Ciccolini, Ceo di 4storm, porterà la testimonianza diretta di una delle startup 2015 di
 TIM#WCAP Accelerator. Sono previsti anche gli interventi di Tomaso Rotella, assessore alle attività
 economiche del Comune di Modena, e di Giuseppe Zanardi, direttore dell'area commerciale di Modena di
 Unicredit.

ANIEM - Rassegna Stampa 04/02/2016                                                                                     6
04/02/2016
Pag. 15 Ed. Modena

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 L'intervento dell'associazione nazionale delle pmi EDILIZIA E OPERE PUBBLICHE
 Appalti, «più valore al know how delle imprese»
 Aniem e il nuovo Codice: «Serve rigore sull'avvalimento»

 ROMA Valutata positivamente la legge delega approvata dal Parlamento, l'Aniem, associazione nazionale
 delle pmi edili, ha formulato le proprie osservazioni sulla stesura del nuovo Codice Appalti, rispondendo alla
 consultazione promossa dalla Presidenza del Consig l i o. In sintesi le priorità evidenziate da Aniem sono
 valorizzare il know how reale delle imprese nella qualificazione (personale, attrezzature ed esperienze) e la
 trasparenza e professionalità delle commissioni giudicatrici. L'associazione ritiene poi fondamentale l'o bbl
 igo di pubblicità delle scelte della pa sull'intero iter della commessa: dalla fase pre gara alle eventuali
 varianti approvate. Inoltre, sono considerati prioritari maggiore rigore e selettività nell'uso dell'avvalimento,
 l'i s t i t uto che consente a un'i mpresa di "u t i l i z z a re " i requisiti di un'altra nella gara d'appalto, e deve
 esserci esclusione automatica delle offerte anomale nei casi di utilizzo del massimo ribasso. Per Aniem,
 negli appalti e nelle concessioni di lavori, ai fini della qualificazione delle imprese, è fondamentale
 valorizzare l e r i s o r s e u m a n e n el l 'organico aziendale, con particolare attenzione alla manodopera
 assunta, non potendo ritenersi realmente indicativo il dato del personale amministrativo assunto. Ciò, dice
 l'ass oc ia zi on e, «per premiare le imprese che abbiano un know how reale e per incentivare le
 assunzioni». Sempre ai fini della qualificazione delle imprese, secondo Aniem, è necessario valorizzare il
 dato relativo alle attrezzature tecniche di proprietà, in quanto indice dell'interesse ad effettuare investimenti
 sui lavori. Nei bandi di gara o negli inviti, specifica Aniem, la stazione appaltante dovrà indicare se nel
 lavoro oggetto dell'ap palto vi sono lavorazioni che per la loro specificità richiedono di essere eseguite da
 imprese con esperienza qualificata. In tal caso, ai fini della qualificazione, «le imprese che intendono
 partecipare dovranno dimostrare di aver maturato una significativa esperienza in lavori analoghi (da
 interpretarsi in modo restrittivo) a quello oggetto di g ara».
 Foto: «ESCLUSIONE AUTOMATICA DELLE OFFERTE ANOMALE» Il monito di Aniem nei casi di
 massimo ribasso

ANIEM - Rassegna Stampa 04/02/2016                                                                                          7
ANIEM WEB

1 articolo
03/02/2016 12:44
Sito Web                                     corrieredelweb.it

                                                                                                                        La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
  Codice Appalti/Aniem: più rigore sull'avvalimento e più valore al reale
  know how delle imprese
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  Valutata positivamente la legge Delega Appalti approvata dal parlamento, l'Aniem ha formulato le proprie
  osservazioni sulla stesura del nuovo Codice Appalti rispondendo alla consultazione promossa dalla
  Presidenza del Consiglio.
  In sintesi le priorità evidenziate da Aniem:
  - Valorizzare il know how reale delle imprese nella qualificazione: personale, attrezzature ed esperienze;
  - Trasparenza e professionalità delle commissioni giudicatrici;
  - Obbligo di pubblicità delle scelte della Pubblica Amministrazione sull'intero iter della commessa: dalla fase
  pre gara alle eventuali varianti approvate;
  - Maggiore rigore e selettività nell'uso dell'avvalimento;
  - Esclusione automatica delle offerte anomale nei casi di utilizzo del massimo ribasso.
  Per Aniem negli appalti e nelle concessioni di lavori, ai fini della qualificazione delle imprese, è
  fondamentale valorizzare le risorse umane nell'organico aziendale, con particolare attenzione alla
  manodopera assunta ( forza operaia), non potendosi ritenersi realmente indicativo il dato del personale
  amministrativo assunto. Ciò, per premiare le imprese che abbiano un know how reale e per incentivare le
  assunzioni.
  Sempre ai fini della qualificazione delle imprese, è necessario valorizzare il dato relativo alle attrezzature
  tecniche di proprietà, in quanto indice dell'interesse ad effettuare investimenti sui lavori.
  Nei bandi di gara o negli inviti la stazione appaltante dovrà indicare se nel lavoro oggetto dell'appalto vi
  sono lavorazioni che per la loro specificità richiedono di essere eseguite da imprese con esperienza
  qualificata. In tal caso, ai fini della qualificazione, le imprese che intendono partecipare dovranno
  dimostrare di aver maturato una significativa esperienza in lavori analoghi (da interpretarsi in modo
  restrittivo) a quello oggetto di gara.

ANIEM WEB - Rassegna Stampa 04/02/2016                                                                              9
SCENARIO EDILIZIA

8 articoli
04/02/2016                                                                                             diffusione:150811
Pag. 9                                                                                                    tiratura:209613

                                                                                                                            La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 RAFFINERIE/ALL'INTERNO
 Eni vuol sbloccare il sito di Gela
 Nino Amadoreu

 pagina 11 PALERMO pIl documento è anche all'attenzione del presidente della Regione siciliana Rosario
 Crocetta da qualche giorno. Contiene, in una ventina di punti, l'elenco di alcune autorizzazioni per interventi
 nell'area di Gela che Eni attende da tempo, soprattutto sul fronte delle bonifiche. Non sono tutte,
 ovviamente. È un promemoria prezioso perché dettaglia interventi programmati nell'ambito del protocollo
 d'intesa del novembre 2014 che possono dare risposte immediate agli operai dell'indotto della raffineriae
 non solo che protestano ormai da 15 giornie che da ieri presidiano anche l'aeroporto di Comiso. Quei punti
 saranno oggetto di confronto in uno degli incontri che si terrà a Roma nei prossimi giorni: tra le
 autorizzazioni vi è, per esempio, quella che riguarda la bonifica dell'Isaf (l'impianto, dismesso, di produzione
 di acido solforico) che vale 50 milioni, un quarto dei 200 milioni appostati nel protocollo d'intesa al capitolo
 bonifiche. Un tema, quello delle autorizzazioni, emerso nel corso dell'incontro di ieri tra la commissione
 Attività produttiva dell'Assemblea regionale siciliana di cui presidente Giuseppe Laccoto, i rappresentanti
 dell'Eni e il sindaco di Gela Domenico Messinese. Un incontro che Laccoto ha definito «costruttivo: sono
 emersi elementi importanti - ha detto appare evidente, ad esempio, che sarà necessario affrontare la fase
 interlocutoria fra vecchi e nuovi investimenti anche attivando misure di ammortizzazione sociale. Ma quel
 che più conforta è l'impegno dell'azienda sul progetto della bioraffineria, sia rispetto alle esigenze di tutela
 ambientale che per quel che riguarda i livelli occupazionali». I rappresentanti dell'Eni, del resto, sono stati
 chiari: l'azienda ha investito e vuole continuare a investirea Gela, nel rispetto del protocollo che prevede
 una spesa di 2,2 miliardi, anche se «dispiace dover constatare che nonostante la volontà di investire ci si
 ritrovi sempre sul banco degli imputati». Quello con i deputati siciliani è stato un confronto franco. Luigi
 Ciarrocchi, responsabile per Eni delle attività legate al protocollo di Gela, ha ribadito quanto già detto in
 altre occasioni: «Eni ha rispettato pienamente gli impegni presi. Ad oggi ha investito a Gela 200 milioni: una
 società che pensa di lasciare Gela non investe certamente 200 milioni».E ha spiegato che nel 2015 sono
 stati 1.062 i lavoratori dell'indotto collocati, a fronte dei 900 previsti nel protocollo del 2014 mentre i cantieri
 aperti dal novembre di due anni fa a oggi sono stati 53 cantieri nei vari ambiti del risanamento ambientale,
 la manutenzione e la produzione. Per quanto riguarda la green refinery, Ciarrocchi ha sottolineato che
 «l'Eni sta portando avanti l'ingegneria di dettaglio, utilizzando altre risorse umane locali» e che questo mese
 apriranno nuovi cantieri, che impegneranno un centinaio di lavoratori, per lo smontaggio degli impianti
 anticipando i tempi, legati alle procedure burocratiche (resta da risolvere il problema della Via),
 assumendosi così «un rischio industriale». Per quanto riguarda invece il progetto Argo che riguarda lo
 sviluppo del giacimento a gas, Ciarrocchi ha spiegato sono stati fatti passi avanti «nonostante il ricorso al
 Tar di 5 comuni e delle associazioni ambientaliste, rigettato a luglio, e nonostante l'ulteriore ricorso al
 Consiglio di Stato, in attesa dell'udienza». Per il risa- namento ambientale sono stati investiti 38 milioni in
 progetti autorizzati, alcuni già completati e altri in corso. Confermata la nascitaa Gela di un centro per la
 formazione del personale. Via libera anche alla sperimentazione del guayule come alternativa alla gomma
 naturale: oggi la firma di una lettera d'intenti tra Versalis (Gruppo Eni) ed Ente sviluppo agricolo (Esa).
 Rassicurazioni anche sui 32 milioni di euro garantiti da Eni come compensazione al territorio di Gela. Critici
 i sindacati: «Così come avevamo detto, ed oggi reiteriamo - sostengono i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil - i
 200 milioni spesi da Eni nel 2015 non hanno avuto nessun effetto nell'occupazione dell'indotto come non lo
 hanno avuto nell'impiego locale del diretto che proprio nel 2015 è fortemente dimagrito di 650 unità
 lavorative».

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 04/02/2016                                                                        11
04/02/2016                                                                                              diffusione:150811
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 Nautica. Investimenti per 25 milioni in quattro anni
 Ferretti inaugura la divisione difesa
 La prima commessa potrebbe essere per il rinnovo della flotta della Guardia di finanza
 Raoul de Forcade

 pIl gruppo Ferretti, ai vertici della classifica mondiale dei costruttori di grandi yacht, entra nel settore militare
 con una nuova divisione produttiva, la Ferretti security & defense (Fsd) - presentata ieria Roma, alla
 presenza del ministro dell'Interno, Angelino Alfano- per la qualeè previsto un investimento di circa 25 milioni
 in quattro anni. L'obiettivoè di assicurarsi commesse per unità dedicate al pattugliamento e alla vigilanza,
 indirizzate alle forze militari e di polizia. Un primo cliente potrebbe essere la Guardia di finanza (con
 numerosi ufficiali alla presentazione) che, a fine 2016, dovrebbe indire una gara per il rinnovo della sua
 flotta, da completarsi entro il 2020. Ma la nuova gamma di imbarcazioni, della quale è in costruzione,
 presso il cantiere di Cattolica, un prototipo di 20 metri di lunghezza, il dimostratore Fsd 195, è rivolta non
 solo alle forze italiane ma anchea quelle di Paesi esteri. L'ad di Ferretti, Alberto Galassi, ha spiegato infatti
 che l'unità 195, che sarà pronta «entro quattro mesi», è stata già visionata da esponenti «del mondo
 arabo», in particolare del Golfo Persico. C'è grande attesa, peraltro, per lo sblocco del mercato iraniano
 che, ha sottolineato, «ha un grande potenziale». «Puntiamo - ha aggiunto Galassi - ad applicare al militare
 la tecnologia utilizzata da Ferretti nelle barche da diporto e viceversa. Con la possibilità di fornire la nostra
 assistenza alle unità militari in ogni Paese e in qualsiasi momento, grazie proprio alla rete di centri di
 assisten- za creata per gli yacht». Il gruppo italiano controllato dal colosso cinese Weichai produrrà tutte le
 barche di Fsd in Italia, ha detto Galassi, realizzando la parte nautica, mentrei sistemi militari di bordo
 saranno forniti da aziende esterne. «Per questo - ha proseguito- stiamo parlando con Finmeccanica, Saab
 e i francesi di Thales. Tra i sistemi previsti pensiamo anche a quelli unmanned (senza pilota, ndr)». Galassi
 ha poi ricordato che «per far partire la nuova divisione Ferretti ha investito, nel primo anno 5 milioni e per
 poter proporre una gamma completa di unità ci vorrà un impegno di 25 milioni circa, nell'arco di quattro
 anni». Il progetto prevede la pianificazione di 5 modelli militari da 11,5 a 38 metri lunghezza. Il 195 (20
 metri)è ricavato dal Pershing 74, altri saranno tratti dai marchi Itama e Ferretti Yacht. Il gruppo ha prodotto
 117 barche nel 2015 e ne prevede 140 nel 2016. Il fatturato 2015è di circa 400 milioni. «Nel 2014- ha detto
 Galassi - abbiamo dimezzato la perdita rispetto al 2013 e nel 2016 torneremo in utile». Ferretti sta anche
 cercando nuovi spazi: ha fatto un'offerta per il cantiere Isa Yachts di Ancona ma guarda anche ad aree in
 Liguriao Toscana.

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 Messico
 Occasioni a Tulum, ville da 250mila euro
 evelina marchesini

 pag. 16 a Nessuno dovrà perdersi una vacanza a Tulum nel 2016: parola di TripAdvisor. La piattaforma
 turistica, redigendo una classifica delle migliori mete dell'anno appena iniziato, ha piazzato la splendida
 località messicana affacciata sul mar caraibico al primo posto, definendola "destinazione turistica
 emergente più importante del mondo".A dirla tutta, TripAdvisor è arrivata a cose già fatte. Tulum, e più in
 generale la cosiddetta Riviera Maya che fa perno intornoa Playa del Carmen e che si sviluppa su circa
 cento chilometri di spiagge, sono oggetto di uno sviluppo costante già da almeno dieci anni, con Tulum che
 però sta organizzandosi solo ora. Già da qualche anno Tulum e Puerto Aventuras (dove ha soggiornato
 Justin Bieber durante le vacanze di Natale) sono una meta clichè delle stelle del jet set. Se Justin Bieber ha
 fatto parlare si sé tentando di scalare le rovine maya di Tulum ed essere duramente redarguito dalle
 autorità, l'anno scorso Orlando Bloom non è clamorosamente riuscito a entrare in un famoso ristorante
 sulla spiaggia (gestito da un noto chef di New York), in quanto non accetta prenotazioni e si fanno almeno
 due ore di coda per potersi sedere a tavola. Ma sono habituè anche Demi Moore, Toni Garrn, Jared Leto,
 per citarne alcuni. E attraggono sempre più compratori di case e appartamenti, da mettere rigorosamentea
 reddito quando non si usano personalmente. La Riviera Maya si sta evolvendo in una meta sofisticata e di
 alto livello, con 18 campi da golf tra cui scegliere e un livello di turismo che punta verso l'alto. Ma anche in
 un ecosistema messo sempre più a dura prova, con distruzione di habitat naturali, come sta accadendo a
 Cancun. «A Playa del Carmen il mercato immobiliare è diviso dall'autostrada Cancun-Tulum: la parte verso
 il mare è quella che interessa il mercato turistico e, dato che ormai i terreni sono praticamente esauriti, si
 tratta di un mercato vivace e piuttosto liquido, dove naturalmente i prezzi aumentano via via che ci si
 avvicina al mare e intorno alla Quinta Avenida, dove si svolge la movida della città» spiega Enrico Dozza, di
 First investment real estate e membro del consiglio direttivo di Ampi (l'Associazione degli agenti
 immobiliari). Ma la crisi internazionale ha colpito anche qui? «Sicuramente sì _ spiega Dozza _ ma nel
 senso che il mercato è cambiato. Mentre prima si costruivano appartamenti con metrature dai 100 mq in su,
 ora tutto il nuovo, che peraltro si sta vendendo molto bene, va dai 60 agli 80 mq, il che consente di
 comprare con 200-250mila dollari. Per il resto parlare di crisi qui è difficile». I prezzi sulla "Quinta" oscillano
 intorno ai 4.000-4.200 euro al mq, ma ormai le tipologie più richieste sono quelle sulla 10a e sulla 15a
 avenida, con prezzi medi che variano dai 1.400 ai 2.700 euro al metro. «Il settore residenziale ha chiuso
 bene il 2015 edè in costante crescita_ spiega Thomas Benes, fondatore di Paradise Realty Mexico _. Le
 costruzioni iniziate nel 2015 si sono vendute all'80% sulla carta. Vediamo una Playa del Carmen che si
 sviluppa senza sosta, sostenuta da nuove infrastrutture, nuovi progetti alberghieri di alto livello e un target
 turistico che si sta facendo via via più esclusivo». «Va aggiunto che questo è un mercato reale, cresciuto
 senza prestiti e quindi sano» dice Giovanni Campolongo, vicepresidente e responsabile del dipartimento
 Investimenti stranieri della Camera di commercio di Playa del Carmen (Canaco). Ma anche gli italiani
 comprano? «Sì, assolutamente _ interviene Licia Faiella, agente immobiliare e tra i pionieri del mercato
 della Riviera Maya _ ma sono anche i più diffidenti, inizialmente. Poi, quando si rendono conto della forte
 stabilitàe affidabilità del Paese, del trend di sviluppo e dei rendimenti da affitto, arrivano anche ad alzare i
 budget di investimento». «Il rendimento da affitto varia a seconda delle metraturee della location_ continua
 Dozza_ ma direi che va dal 4% al 7% al netto di imposte e tasse, per restare prudenti». Se Playa del
 Carmen si può ormai definire un mercato consolidato, quello di Tulumè invece, dal punto di vista
 immobiliare, agli inizi, anche perché finorai permessi di costruzione erano molto limitati. La zona sulla
 spiaggia è per pochi: qui chi compra i pochi terreni rimasti lo fa per costruire hotel, che a Tulum si
 mantengono sempre entro un numero massimo di 40 camere. «La zona che in prospettiva avrà il maggiore

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 sviluppoè quella di Kukulcan _ dice Dozza _ dove si comprano terreni edificabili di circa 300 mq dai 25-
 30mila dollari in su. Ma le infrastrutture non sono ancora arrivate, è praticamente jungla. Ad eccezione di
 Aldea Zamà, uno sviluppo privato già fornito di tutti i servizi, dal quale si raggiungono le spiagge in
 bicicletta, e dove sono in vendita sia terreni sia appartamenti già pronti». Un appartamento di 120 mq
 all'interno di Aldea Zamà costa poco più di 200mila euro, in condomini di piccole dimensioni e con piscina.
 Una villa fronte mare, invece, non scende sotto i 7.300 euro al metro quadrato. «Attenzione, perché non è
 tutto così semplice _ avverte però Italo Sampablo, neo-nominato console italiano onorario a Playa del
 Carmen _. A differenza di altri Paesi qui la terra, in alcuni posti, non ha titolo di proprietà quindi è
 essenziale, nell'acquisto di un terreno o un hotel, affidarsi a professionisti riconosciuti per quanto riguarda
 non solo l'intermediazione, ma anche la scelta di avvocato e notaio». In questo senso, sia Canaco sia Ampi
 mettonoa disposizione servizi ad hoc per chi vuole acquistare evitando rischi inutili.
 Golfo del Messico
 Il «listino»
 1 2 N 500km 0 MESSICO Stati Uniti Stati Uniti 5a avenida 1.854-2.175 2.890-4.250 1.770-2.740 1.450-2.565
 1.570-1.670 990-1.445
 Oceano Pacifico 15a Avenida 20a Avenida 30a Avenida 10a Avenidah Città del Messico aldea Zamá
 seconda fila città oltre l'autostrada 1playa del carmen Prezzi medi nelle zone di Playa del Carmen zona o
 avenida prezzi in € al mq (min-max) playacar 2tulum IPrezzi nelle zone di Tulum area blocchi dalla spiaggia
 € al mq frontemare sulla spiaggia fonte: Ampi (Associazione agenti immobiliari) e Canaco

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 Le risposte ai quesiti dei partecipanti. Le indicazioni degli esperti del Sole 24 Ore
 Ristrutturazioni, sconto per chi paga e condivide la casa
 Sanzione del 30% più «fissa» sulle rettifiche entro i 90 giorni

 Chiedo chiarimenti in merito alla circolare 23/E del9 giugno 2015 dell'agenzia delle Entrate e del
 comunicato stampa del 18 dicembre 2015, in merito all'applicazione delle sanzioni sull'invio della
 dichiarazione integrativa successivo al termine per la presentazione della dichiarazione. Inoltre, come
 comportarsi se l'invio della dichiarazione integrativa avviene oltre il novantesimo giorno successivo al
 termine di presentazione della dichiarazione? RLe conclusioni raggiunte nel comunicato stampa del 18
 dicembre 2015 sorgono dal fatto che, a seguito delle modifiche apportate all'istituto del ravvedimento
 operoso e, in particolare, con l'introduzione della riduzione della sanzione di 1/9 entro 90 giorni dalla
 presentazione della dichiarazione, si era creata una situazione di disparità di trattamento tra contribuenti
 che, avendo presentato nei termini la dichiarazione dei redditi, si fossero trovati nella necessità di
 presentare una dichiarazione integrativa rettificativa del reddito con versamento delle maggiore imposta e
 coloro, invece, che, non avevano inoltrato alcuna dichiarazione, procedevano ad effettuare l'invio entro 90
 giorni dalla scadenza con il pagamento delle imposte. Nel primo caso, la violazione configurabile sarebbe
 stata quella della dichiarazione infedele (sanzione del 100%), mentre nel secondo caso si sarebbe dovuto
 versare la sanzione prevista per gli omessi o tardivi versamenti pari al 30%. Di conseguenza, con l'obiettivo
 di eliminare tale disparità, l'Agenzia ha stabilito che le rettifiche della dichiarazione effettuate nei 90 giorni
 successivi, anche se comportanti l'incremento dell'imposta da corrispondere, possono essere ravvedute
 con il versamento della sanzione del 30% altre alla sanzione fissa di 250 euro come avviene per le ipotesi
 di tardiva presentazione della dichiarazione. Oltre 90 giorni, invece, alla medesima correzione si applicherà
 la più gravosa sanzione della dichiarazione infedele. Riccardo Giorgetti È «impresa costruttrice» anche
 l'appaltante Una Srl unipersonale con attività di gestione immobiliare possiede due immobili strumentali,
 unoè stato acquistato nel 2002 da un soggetto privato e un altro fatto costruire su un terreno di proprietà da
 una impresa edile.I lavori di costruzione del secondo immobile sono terminati nel 2013. Gli immobili sono
 entrambi affittatia un'unica società,a un canone di affitto non considerato congruo ai fini delle società di
 comodo, dato l'elevato costo di costruzione del secondo immobile. La società in oggettoè considerata
 società di costruzionee pertanto obbligata ad applicare l'Iva in caso di assegnazione del secondo fabbricato
 al socio? La società in caso di assegnazione/cessioneè soggetta alla rettifica della detrazione Iva articolo
 19 bis2 del Dpr 633/72 dell'immobile strumentale fatto costruire in appalto? RQuanto alla prima domanda,
 l'articolo 10, comma 1, n. 8-ter, Dpr 633/1972 si riferisce alle «imprese costruttrici» (concetto diverso da
 quello di «impresa di costruzione»), in particolare secondo l'orientamento dell'amministrazione finanziaria,
 (si veda la circolare ministeriale 182/E/1996), deve considerarsi «impresa costruttrice degli stess i » a n c h
 e l ' i m p r e s a c h e s o l o occasionalmente costruisce immobili anche tramite appaltatori per la
 successiva rivendita; ciò stante è «impresa costruttrice» anche l'appaltante e non invece l'appaltatore.
 Quanto alla seconda domanda, è da ritenere che in caso di cambio destinazione del bene sia applicabile
 l'articolo 19-bis2 comma 2 e quindi occorrerebbe effettuare la rettifica della detrazione lì disciplinata. Simone
 Buffoni Regime forfettario soggetto al limite di 20mila euro Un professionista (lavoratore autonomo)
 vorrebbe avvalersi dal 1° gennaio 2016 del regime forfetario. Nel 2015 ha conseguito ricavi / compensi
 inferiori a 30mila euro e non ha sostenuto spese per lavoro dipendente, accessori etc superiori a 5mila euro
 lordi. Il professionista ha inoltre beni strumentali per un costo storico di 10mila euro oltre a un'autovettura a
 uso promiscuo acquistata nel 2007 per 30mila (che tuttavia al 31 dicembre 2015 viene valutata su
 Quattroruote per 6.200 euro). Questo professionista può avvalersi dal 2016 del nuovo regime forfetario?
 RRLa autovettura viene considerata al 50% del costo che sommata agli altri beni strumentali supera
 l'ammontare di 20mila euro. Pertanto il regime forfetario non è applicabile. Gian Paolo Tosoni Bonus mobili

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 per l'apparecchio elettrico di riscaldamento Il bonus mobili spetta a chi installa un nuovo impianto di
 condizionamento? RL'acquisto di un apparecchio elettrico di riscaldamento usufruisce della detrazione
 mobili al 50%. Qualora venga sostituito tutto l'impianto di climatizzazione invernale la detrazione sarà
 invece pari al 65% per efficientamento energetico. Giuseppe Acciaro Ristrutturazioni, il bonus spetta a chi
 sostiene le spese Un contribuente è proprietario al 100% della propria abitazione principale; può il coniuge,
 convivente ma non comproprietario, detrarre le spese di ristrutturazione edilizia, qualora le fatture e i
 bonifici vengano intestati al coniuge? RCerto, la detrazione Irpef sulle ristrutturazioni edilizie spetta anche ai
 familiari conviventi del proprietario, dell'inquilino, del comodatario o del titolare di un diritto reale (uso,
 usufrutto, abitazione) sull'immobile oggetto dell'intervento, a patto che: sostengano le spese dell'intervento;
 la convivenza nell'abitazione da ristrutturare (risoluzione 12 giugno 2002, n. 184/E) esista già al «momento
 in cui si attiva la procedura finalizzata all'esercizio della detrazione» (risoluzione 6 maggio 2002, n. 136/E),
 che coincide con il momento «in cui iniziano i lavori» (da certificarsi con una «dichiarazione sostitutiva
 dell'atto di notorietà», se la normativa non prevede alcun titolo abilitativo per lo specifico intervento
 agevolato al 36-50%, provvedimento 2 no- vembre 2011, n. 149646, punto 1 e circolare 1 giugno 2012, n.
 19/E). Luca De Stefani Le linee guida da seguire per l'aliquota Iva del 5% La legge di Stabilità 2016 ha
 stabilito l'aliquota del 5% per le prestazioni di cui ai numeri 18), 19), 20), 21) e 27-ter) dell'articolo 10, primo
 comma, rese in favore dei soggetti indicati nello stesso numero 27-ter) da cooperative sociali e loro
 consorzi. Tale aliquota si applica sia per le prestazioni rese direttamente agli utenti sia per le prestazioni
 rese in esecuzione di contratti di appalto o convenzione? Essendo le coop sociali Onlus di diritto, trova
 ancora applicazione il n. 27ter articolo 10 Dpr 633/72 che prevede l'esenzione? RAnche se la nuova
 formulazione della disposizione non fa riferimento a contratti e convenzioni si ritiene che l'aliquota del 5% si
 applica sia nel caso in cui le prestazioni sono rese direttamente che sulla base dei contratti. A questa
 conclusione si giunge sia perché la nuova fattispecie ha rispetto al passato ridotto sia sul piano soggettivo
 che oggettivo l'ambito della disposizione, sia perché la stessa disposizione a stabilito la sua operatività dai
 contratti nuovi o dai contratti in essere prorogati, ammettendo in modo implicito l'applicabilità della nuova
 aliquota anche in presenza di contratti. Per quanto riguarda l'applicabilità dell'esenzione è sicuramente da
 escludere la possibilità, come era in passato di applicare l'esenzione per opzione in luogo del 5%.
 Ciononostante, nel caso in cui la prestazione erogata non avesse le condizioni per usufruire dell'aliquota
 del 5% sarebbe ancora possibile applicare l'esenzione in quanto la cooperativa sociale è ancora da
 qualificarsi Onlus. Benedetto Santacroce LE RISPOSTE DEGLI ESPERTI Telefisco 2016 Pubblichiamo da
 oggi una selezione delle risposte degli esperti del Sole 24 Ore alle domande del pubblico a Telefisco 2016.
 Altre risposte sono all'indirizzo online www.ilsole24ore.com/forumtelefisco

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 Gavio si riorganizza dopo il deal Ecorodovias
 Andrea Giacobino

 Beniamino Gavio riorganizza il suo gruppo come effetto dell'acquisizione del co-controllo di Ecorodovias,
 terzo operatore autostradale del Brasile che gestisce circa 1.800 chilometri di rete. Così qualche giorno fa a
 Tortona si è svolto un consiglio d'amministrazione di Aurelia srl, holding della famiglia Gavio e nel cui board
 sono presenti tutti gli eredi del defunto fondatore del gruppo, Marcellino Gavio. La riunione è servita per
 approvare la proposta di fusione per incorporazione di Aurelia International, nuova holding costituita a fine
 2014, nella stessa Aurelia. «L'operazione», ha spiegato Gavio ai consiglieri, «fa parte di un più ampio
 progetto di riorganizzazione, a esito del quale il controllo di Itinera e del connesso settore di attività relativo
 alle costruzioni verrà riposizionato in capo ad Aurelia e ad Argo Finanziaria, dopo esserne stato separato lo
 scorso anno». Perché la retromarcia? «Il mutamento di strategia», ha continuato Gavio, «è collegato al
 recente accordo concluso da Astm e Sias per l'acquisizione dal gruppo Cr Almedia del co-controllo di
 Ecorodovias». L'accordo, infatti, «costituisce una solida base per concorrere al piano di sviluppo
 infrastrutturale promosso dal governo brasiliano nel settore autostradale, stimato pari a circa 65 miliardi di
 reais, congiuntamente al gruppo Amedia, all'acquisizione di nuovi progetti nel settore delle costruzioni e
 delle concessioni in America Latina». Quindi il business delle costruzioni (Itinera) verrà ri-concentrato in
 Aurelia attraverso tre fusioni per incorporazioni. La già citata di Aurelia International in Aurelia, quella di
 Finanziaria di Costruzioni (Fdc) in Argo Finanziaria e quella di Partecipazioni Costruzioni (Pc) in Codelfa.
 Così operando, alla fine Aurelia avrà il 53,3% di Itinera già posseduta da Fdc e Pdc, quota che si
 aggiungerà a quelle attualmente detenute attraverso Astm e Satap, rispettivamente il 17% e il 29,6%.
 (riproduzione riservata)

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 Più Francia e Russia nel portafoglio di Pizzarotti
 Antonio Fidanza

 Continua a crescere la presenza del gruppo Pizzarotti sul mercato internazionale che, con due nuovi
 appalti, ha consolidato le sue posizioni sia in Francia sia in Russia. In terra francese l'impresa di Parma si è
 aggiudicata un nuovo lotto della metropolitana «Grand Paris» e la costruzione di un edificio ospedaliero
 nell'area di San Pietroburgo. Il nuovo appalto della metro di Parigi si inserisce all'interno di uno dei principali
 piani di sviluppo del sistema metropolitano della capitale francese degli ultimi 20 anni. Pizzarotti si occuperà
 del prolungamento della linea 4, realizzando un raccordo sotterraneo tra la stazione esistente e il nuovo
 tunnel della linea, proprio sotto Gallerie Lafayette. L'opera avrà un'estensione di 173 metri di lunghezza, 18
 di larghezza e 12 di altezza, per una durata complessiva dei lavori stimata in 53 mesi e un importo di quasi
 60 milioni euro. La nuova opera va ad aggiungersi al portafoglio del gruppo che già contiene la
 realizzazione dell'aeroporto Charles de Gaulle e del parco divertimenti di Eurodisney, oltre agli ospedali di
 Sospel e Timone di Marsiglia, la costruzione di due tunnel, di Viggianello in Corsica e di St. Beat sui
 Pirenei, la progettazione e la costruzione di un parcheggio interrato nel porto di Nizza. Per quanto riguarda
 la Russia, Pizzarotti si è aggiudicata anche un appalto che prevede la progettazione, la costruzione e la
 gestione di un edificio ospedaliero a Sestroretsk nella municipalità pietroburghese. L'opera, collegata a una
 struttura medica già esistente, si estenderà su una superficie di oltre 41 mila metri quadrati. L'importo di
 aggiudicazione è di circa 327 milioni di euro e prevede la progettazione e la costruzione della struttura per
 una durata 3,5 anni e la relativa gestione e manutenzione per sette anni. All'interno dell'edificio saranno
 realizzati 504 posti di letto, di cui 370 destinati alla degenza riabilitativa e per il trattamento postoperatorio
 con almeno 24 posti letto riservati alla terapia intensiva. Il progetto si va ad affiancare a quello del museo
 moscovita Garage a Gorky Park, da poco consegnato, e a un resort in Siberia. L'impresa parmense nel
 2014 ha registrato un fatturato di un miliardo e 142 milioni di euro, un ebitda al 12,5%, un patrimonio netto
 di 460 milioni e un portafoglio ordini di 12 miliardi. Il rapporto debitoequity si è attestato a 0,3, per
 un'azienda che conta 3 mila dipendenti fra l'Italia e l'estero. (riproduzione riservata)
 Foto: Paolo Pizzarotti

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 04/02/2016                                                                       18
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Pag. 5 Ed. Legnano                                                                                        tiratura:74334

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 Il sindaco avverte Pisapia «Sistemate il cantiere»

 di PAOLO GIROTTI - PARABIAGO - METTETE IN SICUREZZA il cantiere del Liceo Cavalleri perché
 l'incolumità degli studenti è a rischio: è questo il senso dell'ordinanza emessa dal sindaco di Parabiago,
 Raffaele Cucchi, che sabato scorso ha effettuato un sopralluogo nell'area del cantiere con la senatrice
 Laura Bignami, la consigliera regionale Carolina Toia e il preside dell'istituto, Luciano Bagnato. L'ordinanza
 ha come destinatario il sidnaco di Milano, Giuliano Pisapia, perché a risolvere la situazione dovrà pensare
 la Città Metropolitana. OGGETTO DELL'ORDINANZA sono le condizioni in cui è lasciata l'area del cantiere
 aperto da anni, perché gli studenti, utilizzando gli spazi esterni, potrebbero facilmente farsi male a contatto
 con la varietà di detriti e materiali edili abbandonati qui. «Durante il sopralluogo di sabato abbiamo
 accertato lo stato di degrado in cui è lasciato il cantiere - ha dichiarato Cucchi - perciò, oltre al danno di non
 veder mai finiti i lavori iniziati nel lontano 2001, ora anche la beffa e la mancanza di messa in sicurezza
 dell'area interessata dai lavori. Comprendo la necessità di razionalizzare le risorse pubbliche, ma mettere a
 rischio l'incolumità dei ragazzi, questo no... occorre che la Città Metropolitana intervenga con urgenza per
 la sicurezza degli studenti». L'ordinanza è stata emessa il primo febbraio dopo il già citato sopralluogo
 compiuto con l'Ufficio Tecnico comunale: con il documento si chiede al sindaco Pisapia di «provvedere
 immediatamente alla messa in sicurezza dell'immobile e delle aree di pertinenza relative all'edificio in
 costruzione e di delimitare l'area e l'immobile con apposite transenne a norma di legge per interdire
 l'ingresso all'area di cantiere a chiunque non fosse autorizzato». Tutto questo in attesa che si possa
 davvero giungere alla fine dei lavori e alla chiusura di un cantiere aperto ormai da troppo tempo: il
 sopralluogo era stato infatti motivato dalla finalità di verificare lo stato dei lavori necessari per terminare le
 ultime aule e consegnare l'edificio in tempo utile per accogliere le nuove iscrizioni scolastiche (anno
 2016/2017). I LAVORI MANCANTI non sono particolarmente conistenti, ma Cucchi sollecita ugualmente la
 Città Metropolitana, con una punta polemica: «Comprendo anche che la Città Metropolitana si trovi a
 gestire più di una cantiere aperto nelle scuole della provincia, ma mi domando il perché abbia scelto di
 investire e portare avanti i lavori dei cantieri scolastici nuovi (scuola superiore alberghiera di nuova
 costruzione a Cornaredo) dove non c'è ancora la presenza degli studenti, anziché dare priorità a quei
 cantieri che convivono già con i ragazzi come nel caso di Parabiago... forse la logica risiede nell'agevolare
 le amministrazioni governate dal centro sinistra?».

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Pag. 9 Ed. Prato                                                                                     tiratura:127149

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  «Edilizia, unione fra tre città per battere la crisi»

  ANCHE per le imprese edili di Prato, Pistoia e Lucca la strada della fusione è ormai solida realtà, e la
  nuova «Ance Toscana Nord» ricalca, per il settore delle costruzioni, il modello organizzativo già assunto da
  Confindustria. Sono state le tre assemblee di sezione a decidere di confluire in un'unica struttura, secondo
  uno schema apprezzato anche da Ance nazionale e che avrà lo scopo di presidiare, in una logica di
  razionalizzazione ed economicità, gli interessi della categoria ed esprimere con maggior forza la
  rappresentanza di un comparto che sta ancora resistendo ad un periodo di crisi profondissima, e che
  adesso spera di cogliere segnali incoraggianti su cui fondare la costruzione di una nuova "casa". Moreno
  Torri, presidente di Ance Prato auspica che «gli istituti di credito sappiano creare un virtuoso e più maturo
  rapporto con le imprese, per sostenere le iniziative aziendali e gli investimenti necessari». «Anche il
  mercato delle opere pubbliche - rincalza Andrea Gualtierotti, presidente di Ance Pistoia - potrà stimolare la
  ripresa, ma s'impone un rapporto semplificato, moderno e fattivo con le amministrazioni con cui ci
  dobbiamo confrontare». "Le nostre imprese - conclude Renato Galli, presidente di Ance Lucca - hanno
  deciso di unirsi in unico soggetto nel momento in cui anche la pubblica amministrazione sta faticosamente
  affrontando una grossa riorganizzazione«. I costruttori di Lucca, Pistoia e Prato a breve provvederanno ad
  eleggere il primo presidente di Ance Toscana Nord.

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SCENARIO ECONOMIA

19 articoli
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 Padoan: l'Italia ha diritto alla flessibilità
 Intesa sui fondi alla Turchia fuori dal deficit. Roma: così pure per la Libia. La Commissione: no a stupide
 austerità Le spese Il premier vuole che sia scomputato dal deficit quanto speso per gli immigrati
 Mario Sensini

 ROMA «Non ci stiamo inventando niente di nuovo. Chiediamo di usare la flessibilità sui conti pubblici in
 modo compatibile con le regole Ue. E auspichiamo che la risposta della Ue sia data presto, per evitare
 incertezze che non aiutano la crescita». Sposando in pieno la linea del premier anche il ministro
 dell'Economia, Pier Carlo Padoan, alza il pressing su Bruxelles. L'esame sui conti, rinviato alla fine del
 2015, si avvicina e benché il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker faccia aperture,
 promettendo di «non seguire stupide politiche di austerità», Padoan incalza.
 «Abbiamo il diritto di chiedere all'Unione Europea una gestione della politica di bilancio più flessibile»,
 ribadisce Padoan. Al ministro, come a Renzi, non piace un'Europa che usa doppi pesi, come sta
 avvenendo anche in questi giorni. Come è stato per il caso della crisi delle banche, è il ragionamento del
 ministro dell'Economia, l'Italia adesso rischia di essere beffata sui costi dovuti alla crisi dell'immigrazione.
 Nel primo caso, quando è esplosa, la crisi ha colpito prima i grandi Paesi come la Germania e l'Olanda che
 hanno salvato le banche coi soldi pubblici, poi le regole sono state cambiate e da quel momento le crisi
 bancarie, come in Italia, le hanno pagate gli investitori. Lo stesso rischia di succedere, a parti invertite, con i
 migranti. L'ondata è partita con lo sgretolamento della Libia e ha colpito per anni, e duramente, soprattutto
 l'Italia. Ora che è diventata un problema di tutti l'Europa ha deciso di farsene carico, e sono arrivati i 3
 miliardi di aiuti alla Turchia.
 L'Italia ha preteso, e ottenuto, che i contributi dei Paesi membri al fondo per Ankara siano esclusi dal
 calcolo del deficit perché la crisi dei rifugiati è un evento «eccezionale». Ma adesso Renzi e Padoan
 pretendono che si usi lo stesso metro anche con le spese sostenute direttamente dall'Italia, pure in
 passato, «dall'inizio della crisi libica». E ieri lo hanno messo nero su bianco, formalizzando la posizione del
 governo al Comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri, lo stesso che ieri ha dato via libera
 al fondo per la Turchia.
 Nel bilancio del 2016 all'esame della Ue il governo italiano sfrutta al massimo la flessibilità prevista dalle
 regole. Alza il deficit di un miliardo e mezzo per finanziare il costo di altre riforme, di 4,5 per pagare
 investimenti pubblici, e di altri 3,5 miliardi per sostenere i costi dell'immigrazione. Solo che la Commissione
 non è parsa finora intenzionata a considerare questa spesa «eccezionale», perché più o meno pari a quella
 del 2015, e scomputarla dal disavanzo. Il che ha mandato il ministro e il premier su tutte le furie.
 «Devono scorporare dal bilancio tutti i costi che abbiamo sostenuto, all'inizio in piena solitudine, almeno dal
 2013» ha tuonato Renzi. Nella nota a verbale della riunione di ieri, così, il governo ha chiesto
 esplicitamente alla Commissione di «non prendere in considerazione il pieno ammontare dei costi sostenuti
 dall'Italia dall'inizio della crisi libica nel calcolo del deficit». E Padoan ha preparato il conto che è stato
 allegato alla nota presentata a Bruxelles. Nel 2011-13 la spesa per l'immigrazione è stata in media di 1,3
 miliardi l'anno, nel 2014 è raddoppiata a 2,6 miliardi, nel 2015 è salita ancora a 3,3 miliardi, quanto si
 prevede di spendere quest'anno. Sono almeno tre anni, dice il Tesoro, che il bilancio italiano è appesantito
 da una spesa che solo adesso l'Unione Europea considera eccezionale. E bisognerà tenerne pienamente
 conto quando a metà marzo arriverà il giudizio della Commissione europea sui conti italiani.
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 1,5 miliardi È il deficit in più che il governo italiano punta ad avere nel bilancio del 2016 per
 finanziare nuove riforme

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 04/02/2016                                                                        22
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 3,3 miliardi
 È la spesa sostenuta nel corso del 2015 per l'immigrazione. In salita rispetto ai 2,6 miliardi del 2014
 Flessibilità
 Come funziona la flessibilità? La piattaforma è sempre il patto concluso nel 1992 a Maastricht i cui criteri
 più importanti sono il 3% del deficit (su base annua) e il 60% nel rapporto debito/Pil Il patto di Stabilità è
 stato modificato per fare fronte alla crisi economica nel 2011, con l'introduzione del cosiddetto «six pack».
 Nel 2013 è stato aggiunto il Fiscal Compact, ma proprio Juncker ha voluto dei parametri di flessibilità
 rispetto agli obiettivi di medio periodo purché ci siano delle riforme in corso

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 Pronte le previsioni dell'Europa: crescita stabile, deficit verso l'aumento
 Oggi le stime sui Paesi, l'attesa legata soprattutto all'andamento dei conti pubblici
 Francesca Basso

 La Commissione europea oggi pubblica le previsioni economiche d'inverno. Le aspettative sono per una
 revisione contenuta della crescita italiana rispetto alle stime autunnali, come del resto aveva anticipato una
 settimana fa a Milano il direttore generale degli Affari economici e finanziari della Commissione, Marco Buti,
 a margine di un convegno: «Non mi aspetto che ci sia uno stravolgimento». I nodi da sciogliere restano
 deficit e debito.
 Sull'Italia circola l'indiscrezione, non confermata, di un deficit/Pil quest'anno al 2,5% contro la stima del
 governo del 2,4%, con l'aggiunta delle spese per i migranti dello 0,2% che potrebbe però non essere
 riconosciuta valida ai fini del rispetto del patto di Stabilità. Vi saranno poi indicazioni sulle valutazioni di
 Bruxelles sui nostri conti pubblici e sul rispetto della regola del debito, che aveva già suscitato i dubbi della
 Commissione, tanto che a fine anno ha sospeso il giudizio sulla legge di Stabilità 2016.
 Quanto alla crescita, lo scorso autunno la Ue prospettava per l'Italia un +0,9% nel 2015 e un +1,5% nel
 2016. «È possibile una limatura verso il basso - spiega Gregorio De Felice, capoeconomista di Intesa
 Sanpaolo -. Il consenso degli economisti per il 2016 e il 2017 è di un Pil all'1,3%. Le nostre previsioni sono
 di 1,2% per quest'anno e dell'1,4% per il prossimo. Sono intervenuti diversi fattori: il rallentamento dei Paesi
 emergenti, la Cina, gli Usa che crescono meno delle aspettative e il crollo del prezzo del petrolio, che se da
 un lato è positivo perché spinge i consumi interni, dall'altro incide negativamente sulla domanda dei Paesi
 Opec e non-Opec, come la Russia, da cui dipende molto del nostro export». Insomma, «serve cautela -
 osserva De Felice - ma uno o due decimali in meno per l'Italia non sono uno stravolgimento». A destare
 preoccupazione resta l'inflazione. Per Marco Valli, capoeconomista Area euro di Unicredit, «le stime di
 crescita dovrebbero rimanere abbastanza invariate rispetto all'ultimo update della Commissione, mentre
 quelle di inflazione di breve termine verranno significativamente abbassate a causa della discesa del
 prezzo del petrolio».
 Le previsioni di inverno saranno alla base dei Rapporti Paese sugli squilibri macroeconomici: le relazioni
 tecniche presentate a metà febbraio da cui scaturiranno le conclusioni politiche che confluiranno nelle
 Raccomandazioni di maggio della Commissione. Per stabilire se concedere o meno la flessibilità, invece,
 l'esecutivo Ue si baserà su una serie di requisiti e sulle previsioni di primavera. «In una situazione così tesa
 dei mercati finanziari - conclude De Felice - le stime di oggi sono un segnale importante per capire la
 direzione in cui va l'eurozona e l'Italia».
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  Le previsioni (autunnali) della Commissione d'Arco PIL DEBITO DEFICIT Belgio Germania Irlanda Grecia
 Spagna Francia ITALIA Austria Finlandia Olanda Portogallo Area Euro Danimarca Polonia Svezia G.
 Bretagna USA Giappone 1,3 1,7 -2,6-2,3 0,5 0,4 -1,5 -3,6 -1,5 -2,2 -3,6 -2,6 -3,4 -3,3 -2,3 -1,6 -1,6 -1,3 -
 2,7-2,3 -1,5-1,2 -2,9-2,5 -1,8-1,5 -2,5-1,7 -2,8-2,8 -1,3-1,2 -3,0-1,9 -3,5 -3,2 107,1 106,1 68,5 65,6 95,4
 93,7 199,7 195,6,7 101,3 100,4 97,1 97,4 132,2 130,0 85,7 84,3,0 64,5 65,7 67,9 66,9 124,7 121,3 92,9
 91,3 39,3 38,3 52,4 53,5 44,0 ,43,3 88,0 2016 86,9 2017 1,9 1,9 2,1 2,3 1,7 1,8 1,8 1,9 2,0 1,8 2,8 2,7 2,4
 2,8 2,7 2,2 4,5 3,5 3,5 3,5 -1,3 2,7 2,7 2,4 1,4 1,7 1,5 1,4 1,5 1,4 0,7 1,1 1,1 0,5 Fonte Eurostat, stime
 pubblicate il 5 novembre 2015 -5,1 -5,7
 Le stime
 Il consenso degli economisti
 per il 2016 e il 2017 attesta una crescita

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  del Pil italiano all'1,3%. Intesa Sanpaolo
 la ritocca al ribasso: 1,2% per quest'anno, 1,4% l'anno prossimo
 I dati
 Oggi la Commissione Ue pubblica le previsioni economiche d'inverno che riguarderanno anche l'Italia. Dai
 dati su Pil, disavanzo e deficit strutturale 2015 e 2016 si capirà se l'Italia va nella direzione di uno
 scostamento «significativo» dagli obiettivi, oppure se la deviazione è tollerabile, e quindi ci sono i margini
 per concedere l'ulteriore flessibilità richiesta senza troppo compromettere i conti e rendere il rientro nel
 2017 troppo doloroso. Le richieste dall'Italia sono su tre fronti: riforme (0,1% del pil), investimenti (0,3%) e
 migranti (0,2%). La prima è la meno problematica, visto il percorso di riforme ben avviato. La seconda ha
 bisogno di dati precisi. La terza è quella più «politica»

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