Ederala cultura cresce ovunque - Edera Rivista

Pagina creata da Francesco Pini
 
CONTINUA A LEGGERE
Ederala cultura cresce ovunque - Edera Rivista
Edera
      n. 5 - Aprile 2017 - € 2,00                   la cultura cresce ovunque
                                                                                                               5

      Quella manciata di minuti con

                Sorridere al mondo con      Una locomotiva               Noi “Gufotte”
                gli occhi di un bambino     di musica e poesia           Alla scoperta delle
                Intervista al vignettista   Incontro con il cantautore   calciatrici della Prima
                Sergio Staino               Francesco Guccini            Squadra Asd Vigor

Edera5.indd 1                                                                                      08/04/2017 14:41:54
Ederala cultura cresce ovunque - Edera Rivista
Special Edition

    Puoi trovarci a:

Edera5.indd 2                            08/04/2017 14:41:54
Ederala cultura cresce ovunque - Edera Rivista
E D ITO RIA LE

                                    EDITORIALE

                                    «Ma tutti quei ragazzi sono venuti                    durante eventi tematici, con un po’
                                    lì, dopocena, per la presentazione di                 di musica, con un aperitivo, insieme
                                    una rivista?». È la domanda che mi ha                 alla presentazione di un libro, in
                                    fatto un amico vedendo su Facebook                    un’occasione informale o invece
                                    una delle foto scattate a Scandicci,                  più istituzionale, insieme a sindaci,
                                    durante una delle serate organizzata                  consiglieri e assessori oppure da soli.
                                    da Edera. E la risposta era sì: quella                Piano piano, ci siamo fatti un’idea
                                    sera eravamo lì ‘solo’ per presentare                 di quali possano essere le formule
                                    la rivista, insieme al libro di un                    giuste in base ai vari obbiettivi e temi
                                    giovane autore.                                       proposti. Ma soprattutto ci siamo
                                    Far uscire di casa un buon numero di                  convinti sempre più che la strada
                                    persone per un evento culturale non                   giusta sia quella della condivisione
                                    è facile. Non lo è, a maggior ragione,                e delle sinergie. Per questo, la ‘palla’
                                    quando si tratta di libri e giornali. E               passa anche a voi: Edera vuole essere
                                    diventa un’impresa quasi impossibile                  una rivista aperta agli articoli dei
                                    se gli utenti da coinvolgere sono                     giovani, ma anche e soprattutto alle
                                    giovani. Eppure Edera è riuscita a fare               loro idee. Se siete dei ragazzi e avete
                                    questo piccolo miracolo. Non sempre,                  qualcosa di voi da far conoscere
                                    certo: fra le tante presentazioni                     e da condividere (un libro, una
                                    che abbiamo organizzato in questi                     raccolta di poesie, fotografie, quadri
                                    mesi ce ne sono state anche di                        o semplicemente idee) scriveteci.
                                    poco frequentate. Ma in molti casi il                 Perché, come abbiamo scritto e detto
                                    pubblico ha risposto con entusiasmo.                  dall’inizio, per noi ‘la cultura cresce
                                    Abbiamo usato formule molto                           ovunque’. E, se siamo in tanti, cresce
                                    diverse fra loro: al pub, in biblioteca,              ancora meglio.
                                                                                                                                    LISA CIARDI

        EDERA | LIBRI

                                    Recensione del libro

                                    L'AMORE NON VA IN FUORIGIOCO
                                    di Simone Andreoli

                                    Marco è un giovane ragazzo fiorentino, appas-         all’estero e dal suo migliore amico, Marco affron-
                                    sionato di sport e di uscite con gli amici. Amore,    terà i problemi di un ventenne con spensieratezza
                                    calcio e musica s’intrecciano per formare diversi     e coraggio. Scelte di vita, incontri inaspettati, in-
                                    filoni che trasporteranno la lettura quasi tutta      teressi da mettere a fuoco prima di diventare ve-
                                    d’un fiato fino alle ultime pagine in poco tempo.     ramente adulto, il tutto condito qualche volta con
                                    Ricordi, esperienze vissute, amori finiti e persone   metafore calcistiche che descrivono la sua vita.
                                    nuove da conoscere sono all’ordine del libro. “L’a-   L’amore non va mai in fuorigioco perché è come
                                    more non va in fuorigioco” è un romanzo leggero,      un centravanti che oscilla sulla linea dei difen-
                                    scorrevole e molto piacevole alla lettura. Nes-       sori, sempre pronto a gettarsi con coraggio verso
                                    suna descrizione cinica della realtà, ma la nar-      la porta avversaria. Non è importante che il fi-
        Titolo: L'amore non va in   razione di un percorso di avventure e bravate         schio dell’arbitro (come le avversità nella vita) lo
        fuorigioco                  giovanili. Accompagnato dal suo allenatore Eze-       possa fermare, lui sarà sempre pronto a gettarsi
        Autore: Simone Andreoli     chiele, un burbero signore anziano pieno di storie    di nuovo, avanti e indietro, fra un difensore e l’al-
        Data di uscita: 2016        da cui prendere ispirazione, dalla sorella che vive   tro, pronto a correre verso il portiere avversario.

                                                                                                                           Aprile 2017 / EDERA / 1

Edera5.indd 1                                                                                                                            08/04/2017 14:41:55
Ederala cultura cresce ovunque - Edera Rivista
Edera
                                                            LA CULTURA CRESCE OVUNQUE

                                                                Mensile di cronaca, arte e cultura
                                                                         N°5 - APRILE 2017

                                                                              STA FF 05

        PRESIDENTE                             Lorenzo Chiaro (lorechi96@virgilio.it)
        D I R . R E S P O N SA B I LE          Lisa Ciardi (lisa@etaoin.it)                          IN COPER TIN A

        R E DAT TO R I                                                                               Illustrazione di Sergio Staino per Edera

                                               Leonardo Torrini (leonardotorrini96@gmail.com)        Si ringrazia di cuore CNA Firenze per l’aiuto
                                               Tommaso Fantechi (tommy.fantechi@gmail.com)           ed il sostegno dati a Edera
                                               Enrico Tongiani (enricotongiani@outlook.it)
                                               Tommaso Nuti (tomnuti@hotmail.it)
                                               Lorenzo Marmo (mlorenzo96@yahoo.it)
                                               Giulia Staccioli (staccioligiulia@hotmail.it)
                                               Martina Stratini (stratini.martina@gmail.com)         CNA FIRENZE
        CO LL A B O R ATO R I                                                                        Confederazione Nazionale
                                                                                                     Artigianato Piccola e Media Impresa

                                               Federico Tinti
        G R A F I CA                                                                                 CON TATTI & IN FO

                                               Melissa Nencioni (melissanencioni@yahoo.it)           Scrivici a edera.archivio@gmail.com
                                               cargocollective.com/melissancn                        Facebook.com/Ederarivista
        F OTOG R A F I A                                                                             Stampa presso Industria Grafica Valdarnese - San
                                                                                                     Giovanni V.no (AR)
                                               Riccardo Verdiani                                     Registrazione presso il tribunale di Firenze n.6035
                                               Claudio Giachi                                        in data 16/11/2016

                Sergio Staino e Francesco Guccini
                di più a pag. 6

        2 / EDERA / Aprile 2017

Edera5.indd 2                                                                                                                                        08/04/2017 14:41:55
Ederala cultura cresce ovunque - Edera Rivista
CO NT E NUT I

        01       Edera libri presenta
                “L'amore non va in fuorigioco”
                di Simone Andreoli
                                                               04      Elements Of Life
                                                                       Il mondo visto dalla consolle
                                                                       Intervista ai Dj Giacomo Scarzanella e
                                                                       Francesco Manghisi

        06      Sorridere del mondo con gli occhi di un bambino
                Intervista al vignettista Sergio Staino

        10      Una locomotiva di musica e poesia
                Incontro con il cantautore Francesco Guccini

                                                               12      Sesso, droga e rock ‘n roll
                                                                       Questione di chimica
                                                                       Gli effetti della musica sul cervello umano

                                                               14      Noi “Gufotte”
                                                                       Donne da tacchi e tacchetti
                                                                       Alla scoperta delle calciatrici della
                                                                       Prima Squadra Asd Vigor

                                                               16      Cervelli in fuga
                                                                       e cuori in Italia
                                                                       Storie di ragazze che
                                                                       hanno deciso di partire

                                                               18      Armonie meccaniche
                                                                       Vincenzo Marciano, costruttore
                                                                       di auto di Ponsacco

        20      Quadri celebri
                Ma li conosciamo davvero?
                                                               22      Quando grandi e piccoli si
                                                                       mettono in gioco
                Tanti dettagli sconosciuti ai più di                   Riflessioni sul coordinamento pedagogico
                famose opere d’arte                                    attraverso la metafora teatrale

                                                                                                  Aprile 2017 / EDERA / 3

Edera5.indd 3                                                                                                   08/04/2017 14:41:58
Ederala cultura cresce ovunque - Edera Rivista
Gli Elements of Life al Pacha di New York nel 2015
        Intervista ai Dj Giacomo Scarzanella e Francesco Manghisi

        Elements of Life
        Il mondo visto dalla consolle
        di Enrico Tongiani

       L    e notti del fine settimana che vorresti non finissero mai. Dopo la cena con gli amici, entrare
            in un locale per sentire buona musica. Stare in compagnia. Magari nascondere l’imbarazzo
        e iniziare a ballare. Ridere e scherzare fino alle 5, quando il sole sta per fare capolino dal mare
        o tra i palazzi delle città. Essere felici e ringraziare indirettamente chi ci ha fatto divertire in
        pista. Letteralmente si chiamerebbe “fantino dei dischi”, ma noi lo conosciamo come Disc Jockey
        o semplicemente Dj. È suo il compito di accompagnare la folla fino all’alba. Far vivere ricordi ed
        emozioni grazie alle canzoni che mixa. Il Dj vive la notte. Lavora dietro a una console mixando brani
        che durante il giorno seleziona. Vive per le note di una canzone, il testo perfetto e l’entusiasmo
        delle persone che ballano in discoteca. Sono gli elementi della vita di un Dj. In inglese diremmo
        “Elements of Life”. Ed è proprio questo il nome del duo di musica elettronica (EDM) formato dai due
        Dj fiorentini Giacomo Scarzanella e Francesco Manghisi che incontriamo al Jaguar Florence Club.

        Partiamo dalla vostra ultima emozionante esperienza:       Il pubblico e le persone del luogo come vi hanno
        il tour in Messico. Quale ricordo vi ha lasciato?          accolto?
        «Bellissimo. Il tour è iniziato il 12 gennaio scorso con   «Con una carica e disponibilità immensa. Abbiamo
        quindici ore di volo dopo aver suonato la sera prima a     visitato delle località stupende. Alberghi di lusso
        Firenze. Tempo di atterrare e scaricare i bagagli che      con camerieri pronti a servirti e quattro bodyguard
        ci siamo ritrovati in discoteca per la prima tappa a       pronti a difenderci. Nemmeno fossimo famosi!
        Puebla. Abbiamo preso otto aerei in dieci giorni per       In discoteca siamo stati sponsorizzati e venduti
        raggiungere le località nelle quali la sera dovevamo       come Dj EDM. Il pubblico internazionale apprezza
        suonare. Sei serate complessive che ci hanno portato       questo tipo di musica. L’unico momento di scetti-
        a Puebla, Puerto Vallarta, Tepic, Monterrey e Leòn.        cismo l’abbiamo avuto a Tepic, di fronte a un pub-
        Un’esperienza incredibile. Discoteche enormi dotate        blico tutto messicano. Erano abituati a tutt’altro
        di super effetti sonori e luminosi. Sold out da mille      tipo di musica. Nessuno ballava ma erano tutti eu-
        persone già a mezzanotte. Per questo dobbiamo rin-         forici e divertiti. Immobili “con le mani al cielo” a
        graziare il nostro tour manager Erik Micka che ha or-      scattare foto e guardarci come se assistessero a
        ganizzato questo fantastico viaggio».                      uno show».

        4 / EDERA / Aprile 2017

Edera5.indd 4                                                                                                              08/04/2017 14:41:58
Ederala cultura cresce ovunque - Edera Rivista
Il Messico non è stata la vostra prima volta all’e-       ispirandoci al nome di una band che avevamo sen-
                stero. Se vi dicessi New York 2015?                       tito nella nostra prima uscita come Dj al Tantra di
                «Un sogno che è diventato realtà. Al Pacha di New         Viareggio».
                York abbiamo fatto l’apertura a dei Dj italiani di EDM,
                i Vinai. Non è stata un’apertura qualunque. Il termo-     Tra qualche anno vi vedete ai grandi festival di EDM
                metro segnava -26 °C e avevamo il timore che il lo-       nel mondo?
                cale fosse deserto. Invece c’era la coda all’ingresso.    «Esagerato. Magari! Per arrivare ad alti livelli ci vo-
                Suonare un’ora e mezzo lì è stato straordinario. La       gliono soldi da investire e un manager che ti possa
                gente saltava e ballava di gioia per un genere musi-      aiutare. Noi siamo senza manager. Tutto ciò che ab-
                cale molto diffuso negli Usa».                            biamo fatto lo dobbiamo a noi stessi e agli amici che
                                                                          ci hanno dato una mano a farci conoscere. Quello che
                In Italia dove vi siete affermati?                        siamo riusciti a fare è già tanto. Un desiderio partico-
                «Da questo inverno siamo resident Dj al Jaguar di Fi-     lare sarebbe riuscire a fare altri tour perché ti danno
                renze. L’estate solitamente suoniamo come guests a        soddisfazioni impagabili. Comunque per adesso pen-
                Seven Apples (Versilia), Blanco (Firenze), Samsara e      siamo a divertirci, suonare e coltivare questa pas-
                Praya a Gallipoli. Abbiamo suonato al Vibe di Roma        sione. Poi non si sa mai, magari un ‘miracolino’ ci
                e a Modena per la chiusura di R3hab. Due anni con-        scappa».
                secutivi abbiamo avuto il piacere di essere Dj della      Suonare, abbiamo capito, vi piace. Ma a ballare come
                Color Run al Parco delle Cascine. Tutte esperienze        vi trovate?
                indimenticabili in location storiche. Dobbiamo dire       FRANCESCO: «Io mi diverto. Non vado a ballare
                che tra questi, Firenze è la città dove facciamo più      spesso, è vero. Ma se organizziamo un tavolo tra
                fatica a scatenare le persone in pista».                  amici ci vado volentieri. In pista faccio fatica a spo-
                                                                          starmi tra la gente».
                Perché?                                                   GIACOMO: «Per fortuna sto in console! Preferisco
                «Il nostro prodotto musicale è particolare. Siamo Dj      suonare anziché ballare. Certo se ci sono serate par-
                di EDM (Electronic Dance Music). A Firenze siamo          ticolari con la mia compagna o tra amici ballo vo-
                stati tra i primi a proporre questo genere. Fino ad       lentieri. Sennò evito. Addirittura quando ci sono Dj
                allora si ballava soprattutto musica commerciale.         ospiti al Jaguar e non suono, gestisco gli effetti lumi-
                Diciamo che siamo stati un po’ di rottura nelle di-       nosi. Mi trovo meglio».
                scoteche e la gente se n’è accorta. Qualcuno ci ha cri-
                ticato, altri esaltato. Oggi le persone ci riconoscono    Deejay life: notte, musica e ragazze. Molte persone
                e ci apprezzano per ciò che facciamo».                    direbbero queste tre parole. Confermate?
                                                                          FRANCESCO: «Tutto sommato possiamo confer-
                                                                          mare. Andare a letto alle cinque e svegliarsi a metà
                                                                          della giornata è la regola. Viviamo la notte. Fino a
                                                                          quando suonavamo come guest, entravamo alle una
                                                                          in discoteca dopo la cena con gli amici. Ora che suo-
                                                                          niamo come resident al Jaguar arriviamo alle dieci
                                                                          nel locale per pulire la console. Siamo più contenti
                                                                          adesso perché possiamo suonare fino a quando vo-
                                                                          gliamo. Le giornate le passiamo sul computer a sca-
                                                                          ricare canzoni che ci piacciono. Brani da scoprire per
                                                                          aggiornare continuamente la playlist del weekend. Ci
                                                                          piace vedere la reazione del pubblico alle nostre pro-
                                                                          poste. Il nostro rapporto con la musica è totale ed es-
                                                                          senziale per stupire chi viene alle nostre serate. Solo
                                                                          così puoi non rimanere nell’anonimato».
                                                                          GIACOMO: «Il Dj ha la fama di quello che ‘cucca’ e ge-
                Come nascono gli Elements of Life?                        neralmente è vero. Io però a giugno mi sposo. E ti dico
                GIACOMO: «È iniziato tutto alle superiori. È stato        anche che la mia futura moglie l’ho conosciuta men-
                Francesco a portarmi nel mondo della musica. I po-        tre stavo suonando all’Oibò in Piazza Santa Croce».
                meriggi dopo scuola andavo a casa sua e ascoltavamo
                una grande varietà di generi. Io avevo un background      In parte siete “responsabili” di far divertire il pub-
                musicale più commerciale, mentre Francesco pre-           blico. Cosa significa per voi? Avete mai incontrato
                feriva la musica techno. L’unione ci ha portato alla      difficoltà durante una serata?
                scelta della musica dance. E oggi ci ispiriamo a          «Non sentiamo questa pressione. Per noi è un diver-
                tutti quegli artisti che suonano nel mainstage dei        timento suonare. Non ci è mai capitato di far svuo-
                grandi eventi di EDM, come Tomorrowland o l’Ul-           tare una discoteca. Due volte è capitato di non vedere
                tra a Miami».                                             l’ora che finisse la serata. Eravamo ansiosi ed è ciò
                FR ANCESCO: «Alla partenza eravamo ‘Mango e               che non deve accadere. Cerchiamo di trasmettere la
                Nella’ per farci riconoscere. Suonavamo alle feste        nostra passione alla folla, tramite un rapporto che
                in casa, anche a tema. Poi abbiamo iniziato a fre-        negli ultimi anni è cambiato. Intendo dire che prima il
                quentare i primi locali fiorentini: Yab, Blue Velvet,     Dj lavorava in un angolo del locale. Oggi suona in una
                Colle Bereto, Bamboo. Fortunatamente il pubblico ci       console sopraelevata e al centro della pista. Tutto ha
                ha sempre sostenuto e apprezzato, così che il per-        assunto i connotati di un festival. Quando vedi le per-
                corso continuasse senza difficoltà. Dopo i primi suc-     sone sotto di te che ballano e ridono provi soddisfa-
                cessi, nel 2013 siamo diventati EOL (Elements of Life),   zione per ciò che fai». E

                                                                                                              Aprile 2017 / EDERA / 5

Edera5.indd 5                                                                                                               08/04/2017 14:41:59
Ederala cultura cresce ovunque - Edera Rivista
Intervista al vignettista Sergio Staino

        Sorridere del mondo
        con gli occhi
        di un bambino
        di Lorenzo Chiaro
        fotografie di Riccardo Verdiani e Claudio Giachi

        S e r g i o St a i n o
        Fumettista, disegnatore e regista

        Sergio Staino nasce a Piancastagnaio,
        in provincia di Siena, nel 1940.
        Laureato in architettura, diventa, con
        i suoi fumetti, una delle firme
        satiriche italiane più importanti e
        popolari. Descrive un po’ se stesso e
        un po’ i turbamenti della sua
        generazione sessantottina attraverso
        il personaggio di Bobo. Tra il 1980 e il
        1981, collabora alla pagina culturale
        del quotidiano romano «Il
        Messaggero». Nel 1986, il papà di
                                                           Il fumetto, unione di immagini e frasi, di fanta-
        Bobo fonda e dirige il settimanale
                                                           sia e realtà, ha tra i tanti “poteri”, che per certi
        satirico «Tango», sulle cui pagine                 versi si possono definire “magici”, quello di farci
        sfileranno le migliori firme della satira          capire i nostri limiti. Tutti noi ne abbiamo anzi,
        italiana. Nel 1993 firma il ‘varietà’              probabilmente sono anche tanti, ma la cosa es-
        Cielito lindo, una sorta di ‘Zelig ante            senziale è riuscire a conoscerli perché solo così
        litteram’ condotto da Claudio Bisio e              possiamo superarli. Quante volte dopo aver letto
        Athina Cenci, dove debuttano                       una vignetta di Snoopy, di Topolino o Spiderman
        televisivamente Aldo, Giovanni e                   capiamo che la realtà qui rappresentata, fantasti-
        Giacomo, Luciana Littizzetto e Bebo                camente o ironicamente, è proprio la vita di tutti
        Storti. Tra i riconoscimenti ottenuti, il          i giorni? I limiti delle nostre vite, delle persone
        Premio Satira Politica Forte dei                   e del nostro mondo sono messi lì, uniti all’ironia,
                                                           quasi a dirci “questi siamo noi”. Uno strumento,
        Marmi e lo Yellow Kid come ‘miglior
                                                           anzi, una miniera d’oro di pagine, che riesce a
        autore’ al Salone Internazionale dei
                                                           farci ridere di quello che siamo, e che, in questo
        Comics, il Premio Tenco/Canzone e                  modo, non può che aiutarci a migliorare.
        fumetto nel 1986 e il Premio Persea                È in un pomeriggio di una domenica soleggiata,
        2002, consegnatogli a Firenze nella                con l’aria fresca sulla pelle del parco dell’Ac-
        convention Comicstrip. L’8 settembre               ciaiolo di Scandicci, che dopo la conferenza
        2016 viene annunciata la nomina a                  per il “Libro della vita”, Sergio Staino, celebre
        direttore del giornale “L’Unità”.                  vignettista, disegnatore e regista toscano, ci

        6 / EDERA / Aprile 2017

Edera5.indd 6                                                                                          08/04/2017 14:41:59
Ederala cultura cresce ovunque - Edera Rivista
IL LIBRO DELLA VITA

        Il Libro della Vita è un ciclo
        progettato e promosso dal
        Comune di Scandicci in cui
        ospiti provenienti dal mondo
        della letteratura, della cultura
        e dello spettacolo raccontano
        il libro che gli ha cambiato la
        vita. La rassegna, ospitata nel
        Nuovo Auditorium di Scandicci,
        si propone come evento
        culturale metropolitano che
        mette al centro la lettura. Uno
        spazio che si apre la domenica
        mattina, un’occasione per
        innamorarsi di un libro, una
        piccola grande scuola di lettura,
        eterogenea per linguaggi,
        temi, libri, personaggi, stili. E
        soprattutto democratica.

        racconta la sua esperienza, i suoi libri e tutte       bellissimo. Mio padre continuò a portarmi l’albo      Sergio Staino (a sinistra)
        le emozioni che si nascondono dietro i colori          di Mondadori e in quel periodo alla Disney lavo-      e Francesco Guccini (a
                                                                                                                     destra) durante il “Libro
        e le frasi che rappresentano la sua vita e forse,      rava Carl Barks con il suo Paperino. Mi innamo-       della vita”, a Scandicci.
        quella di molti altri.                                 rai. Perché erano sì, storie di paperi, ma erano
                                                               anche storie ambientate in città vere, con pro-
        Quando hai conosciuto il fumetto per la prima          blemi veri e con situazioni vere. Quindi senza
        volta?                                                 saperlo stavo leggendo la storia della civiltà ame-
        «Il fumetto è stata una grande scoperta di             ricana degli anni quaranta, della guerra, della
        quando avevo sette, otto anni. Fino ad allora          disoccupazione, della crisi. È da Paperino che
        avevo letto solo racconti; i libri a quel tempo        nasce poi il mio Bobo».
        erano pochissimi nelle case. Un giorno, mentre
        ero malato, mio padre, che lavorava in centro, mi      Sei laureato in architettura. Perché la scelta di
        chiese cosa volevo per regalo e ovviamente io ri-      lavorare come fumettista? La passione ha avuto
        sposi ‘un libro’. Aspettai tutto il giorno con an-     forza maggiore?
        sia ma la sera, al posto di un libro, mi portò un      «Il problema è che ho cominciato a disegnare in
        albo Mondadori di Walt Disney dal titolo ‘Clara-       tenerissima età, intorno ai tre anni, grazie a mia
        bella fra gli artigli del diavolo nero’. Quando vidi   madre che si prendeva cura di me da sola, men-
        che non era un libro ma un giornalino illustrato       tre mio padre era in guerra.
        scoppiai a piangere. Io desideravo un libro. Finite    Ci eravamo spostati a Piancastagnaio dove
        le lacrime mi misi a leggerlo e mi piacque pro-        non conoscevamo nessuno. Passavamo le gior-
        prio tanto. Lo scritto era unito alle illustrazioni,   nate insieme e per passare il tempo avevamo

                                                                                                                         Aprile 2017 / EDERA / 7

Edera5.indd 7                                                                                                                           08/04/2017 14:42:00
Ederala cultura cresce ovunque - Edera Rivista
inventato il “gioco del disegno”. Ricopiavo cose       d’intelligenza. Soprattutto l’autoironia. Personal-
                                  che lei mi indicava. Ho associato quindi il dise-      mente mi fido molto di più delle persone che sanno
                                  gno a mia madre e quindi alla sicurezza e alla te-     prendersi in giro di quelle che invece si prendono
                                  nerezza che mi trasmetteva. Nel crescere ricordo       troppo sul serio. Fino a oggi, da tutta l’esperienza
                                  che ad ogni situazione di angoscia dovevo dise-        storica e personale, ho capito che non c’è mai da
                                  gnare. Tutte le paure andavano via».                   fidarsi di colui che non ride di se stesso. Magari
                                                                                         si possono apprendere cose oggettive, ‘scientifi-
                                  Quindi Sergio Staino, prima di un esame all’u-         che’, ma in quanto a esperienze di vita personale
                                  niversità, disegnava?                                  praticamente non si ricava nulla. Per scegliere le
                                  «Sempre! E non ho mai pensato di ‘usare’ il dise-      amicizie io comincio subito con delle battute, ad
                                  gno. Per me era troppo bello, personale, segreto.      esempio, per osservare la risposta. Essere autoi-
                                  Ho fatto architettura, mai pensando di vivere con      ronici significa conoscere i propri limiti».
                                  il disegno. Questo è successo poi nel ’79 dopo che
                                  nel ’77 ho avuto la prima rottura di retina. È stato   In “Stainoterapia dell’amore” affronti un tema
                                  un anno tragico dato che avevo già quasi perso         fondamentale, ovvero l’amore all’interno della
                                  la vista a un occhio. Mi avevano detto che avrei       coppia e della famiglia, quanto davvero è im-
                                  perso la vista quasi completamente. Nonostante         portante l’amore oggi, in un mondo che sembra
                                  tutto sono ricorso al disegno».                        così cinico e caotico?
                                                                                         «Io ho scelto la famiglia. Non sono un dogma-
                                                                                         tico. Vedo in forma molto positiva e senza nessun
                                                                                         complesso l’atto sessuale e d’amore. Non sono
       “Tutti i bambini che appaiono nelle mie vignette                                  mai riuscito ad avere un rapporto senza amore;
        hanno sempre quell’innocenza e quella                                            ci vuole sempre un sentimento. Io ero aperto a
                                                                                         qualsiasi tipo di esperienza ma alla fine mi sono
        semplicità con la quale arrivano e sgretolano
                                                                                         ritrovato con una moglie e due bambini, la fami-
        il castello ideologico che si è costruito Bobo.                                  glia più cattolica che si possa immaginare (ride).
        Lo frantumano e lo riportano a se stesso. A                                      La famiglia è una cosa che consiglierei. Questo è
        problemi difficili servono risposte semplici.”                                   ciò che ho rappresentato in quel libro».

                                                                                         Anche in libri diversi, molte delle tue vignette
                                                                                         finiscono, dopo aver affrontato temi importanti,
                                  Ed è qui che nasce Bobo, il tuo personaggio?           con quattro scene in sequenza nella quali si vede
                                  «Esattamente. Bobo è nato il 10 ottobre del 1979       il dialogo tra due persone in primo piano, poi la
                                  quando un giorno mi sono messo a tavolino e ho         vignetta che esce dalla casa, poi dalla città, dal
                                  deciso di raccontare me stesso. Penso sia l’unico      mondo e infine dall’universo. C’è una motiva-
                                  personaggio fumettistico che abbia un comple-          zione?
                                  anno preciso. Come è nato e come è rimasto».           «È un problema di relatività. Per quanto grande
                                                                                         sia il problema, in confronto a tutto l’universo
                                  Ironia e sarcasmo sono le chiavi di lettura delle      rimarrà sempre piccolo. Praticamente inutile.
                                  tue vignette, quanto sono importanti questi due        Inoltre, se noi riuscissimo a vederci da grande
                                  elementi, non solo nei fumetti ma nella vita?          distanza, tanti problemi che oggi ci sembrano
                                  «Io credo che l’ironia sia una delle forme più alte    enormi verrebbero ridimensionati. Questa è una

        8 / EDERA / Aprile 2017

Edera5.indd 8                                                                                                                        08/04/2017 14:42:00
cosa che ho imparato dai cinesi. Ho frequentato
        l’ambasciata cinese e letto molti libri. Ho impa-
        rato tante cazzate che poi ho buttato via, ma
        quello che mi colpiva sempre è il loro sostenere
                                                                      “Devi arrivare la sera a casa e non
        che quando si ha davanti un problema che non
        si sa affrontare basta provare a pensare come                  pensare mai ‘oggi non ho fatto nulla’”
        lo vedrai tra vent’anni. Quando mi misi con mia
        moglie non era una situazione facile perché en-
        trambi eravamo sposati con altre persone. Lì ho
        pensato come avrei visto la mia situazione tra
        vent’anni e mi sono immaginato vecchio, seduto         riesce a proseguire nello scambio.
        a un tavolino della casa del popolo con gli amici,     «Se poi uno dice “vaffanculo” ancora peggio (ride).
        a parlare dei nostri amori senza alcun rimpianto.
        È stato molto utile. Adesso infatti, non ho rim-       Quanti più “si” ci vorrebbero rispetto ai “no”?
        pianti».                                               «Credo che ne servano cinquanta e cinquanta.
                                                               Sì perché oggigiorno ci sono cose alle quali devi
        Spesso Bobo affronta problemi attraverso il dia-       dire per forza “no”. Detto questo io personal-
        logo con un bambino. Quindi per risolvere que-         mente ai “no” arrivo sempre con fatica. Solita-
        stioni importanti e apparentemente difficili del       mente è quando ci sono interessi personali che
        mondo che viviamo è giusto guardarli con gli           si cominciano a dare i “no”. Sono sempre più pro-
        occhi di un bambino?                                   penso al “sì”. L’importante è che ci sia generosità
        «Ci sono due cose. La prima è che il bambino non       e sincerità dietro a una proposta o affermazione.
        ha pregiudizi. Dice le cose come le vede e non         In questo modo, anche se è sbagliato, non è fon-
        ha tutti i filtri che hanno gli adulti. La seconda è   damentale».
        che la mia vita è stata salvata da Ilaria. Quando
        la mia attuale moglie rimase incinta sono arri-        A un ragazzo che vuole intraprendere la strada
        vati un sacco di problemi per il riconoscimento,       del disegnatore e scrittore, cosa consiglieresti?
        dato che sia io che lei eravamo ancora sposati         «Di osservare bene la realtà in cui vive e di riu-
        con altre persone. Anche quello è stato un pe-         scire a emozionarsi. Devi sentire qualcosa dentro,
        riodo lungo e difficile. L’arrivo della bambina mi     pensare che non perdi mai il tuo tempo. Anche
        ha tolto da questo monte di follia nel quale ero fi-   se sei solo ad un bar e c’è una persona al tavolo
        nito riportandomi con i piedi per terra. Per que-      accanto devi osservarla, cercare di conoscerla,
        sto, credo, tutti i bambini che appaiono nelle mie     entrarci in contatto. Devi arrivare la sera a casa
        vignette hanno sempre quell’innocenza e quella         e non pensare mai “oggi non ho fatto nulla”. Ho
        semplicità con la quale arrivano e sgretolano il       sempre avuto paura di arrivare a fine giornata
        castello ideologico che si è costruito Bobo. Lo        senza aver avuto un input o un rapporto con la
        frantumano e lo riportano a se stesso. A problemi      realtà circostante. Li devi cercare. Senza pensare
        difficili servono risposte semplici».                  mai di essere in una situazione dalla quale non
                                                               possono arrivare emozioni. Arrivano dappertutto.
        In “Troppo facile dire no” sottolinei quanto un        Molti pensano “ah se fossi a New York potrei…”.
        “no” può essere limitante. Anche in un dialogo         No, sei a Scandicci e le emozioni sono le stesse.
        ad esempio, se viene usato sempre il “no” non si       Apri la finestra e osserva ciò che vedi». E

                                                                                                                     Aprile 2017 / EDERA / 9

Edera5.indd 9                                                                                                                      08/04/2017 14:42:01
Una Locomotiva
        di musica e poesia
        Incontro con il cantautore Francesco Guccini
        di Tommaso Fantechi

       È    uno dei cantautori più influenti del panorama artistico italiano, le sue canzoni
            si sono trasmesse di generazione in generazione, con il pubblico che non ha
        mai smesso di amarlo. Francesco Guccini nasce a Modena il 14 giugno 1940, ma a
        causa dello scoppio del secondo conflitto mondiale si trasferisce a Pavana (dove
        ora vive), per poi tornare nella città natale pochi anni dopo. Nel 1961 si trasferisce
        a Bologna e si iscrive all’università, senza però laurearsi; quest’anno è importante,
        in quanto Guccini, già affacciatosi alla musica alla fine del decennio precedente,
        scrive la sua prima canzone. Negli anni ’60 si fa conoscere come autore, ma non
        come cantante, scrivendo fra le altre ‘Auschwitz’ e ‘Dio è morto’ e venendo anche
        censurato dalla Rai per quest’ultima. Il suo primo disco viene pubblicato nel
        1967, dando così inizio a una fantastica carriera. Francesco si è sempre ritenuto
        un cantastorie, tanto che le sue canzoni sono uniche nel loro genere, con una
        studiata costruzione dei versi, che lo ha portato a essere considerato un vero e
        proprio poeta contemporaneo e a vincere nel 1992 il premio Librex Montale.

        Francesco, per una generazione intera, ma anche        sul mercato potenziali talenti che però spesso si
        per buona parte di quelle successive, sei stato        bruciano troppo in fretta per i più svariati mo-
        una guida, una forza trainante. Per riprendere il      tivi. Per farti un esempio, io ho cominciato con
        titolo della tua famosissima canzone, una loco-        la balera, anche se ovviamente non facevo le mie
        motiva. Ritieni che attualmente la mancanza di         canzoni. A dire la verità adesso non ascolto più
        una figura come la tua sia dovuta a un pubblico        musica, ogni tanto in macchina mia moglie mette
        non più disposto ad accettarla o ad altri motivi?      un cd ma quasi mi infastidisce e preferisco to-
        «Intanto rifiuto di essere ritenuto una guida, an-     glierlo. Ne ho effettivamente ascoltata tanta, cer-
        che se per certi versi e con molte canzoni ho ef-      cando milioni di modi per ascoltare i vinili, tipo
        fettivamente parlato di temi che hanno attirato        facendomi prestare il giradischi da un’amica, ma
        le persone. La locomotiva posso averla incarnata,      adesso non ascolto più niente. Però sì, i cantanti
        però il testo, nonostante racchiuda diverse frasi      attuali mancano proprio di esperienza, soprat-
        che piacevano al pubblico e che si possono col-        tutto sul palco, e di contatto con il pubblico e la
        locare all’interno di una determinata ideologia,       critica. Comunque, come ai miei tempi, qualcuno         “Folk beat n. 1”, il
        parla di argomenti perlopiù storici e non del pe-      va avanti, qualcuno si ferma, altro non potrei dire,   primo album, 1967
        riodo in cui l’ho scritta. Adesso è cambiato tutto,    non saprei dire, non vorrei dire».
        ci sono varie forze diverse, soprattutto populismi,
        e la canzone d’autore si è un po’ esaurita. In re-     La tua canzone preferita di Guccini?
        altà non avrebbe proprio esaurito il suo corso, ma     «Non ne ho, un tempo ti avrei rispo-
        non ci sono più figure che affrontano certi argo-      sto ‘quella che devo ancora scrivere’,
        menti e il tutto si è un po’ smorzato. Io, per esem-   ma adesso ho smesso di farlo. Sicura-
        pio, non scrivo più canzoni e non faccio concerti,     mente ci sono un buon numero di can-
        ma tengo a ribadire che non mi ritengo guida di        zoni che mi sono uscite meglio di altre,
        nessuna generazione».                                  però ci tengo a dire che non ce ne sono
                                                               scritte a tavolino perché dovevo fare
        Un’opinione sulla musica attuale e i talent. Non       un disco o qualcuno mi pressava. Le
        pensi che manchi un po’ di gavetta?                    canzoni mi venivano quando avevano
        «La gavetta è molto importante, i talent lanciano      voglia loro, in un certo momento un

        10 / EDERA / Aprile 2017

Edera5.indd 10                                                                                                                   08/04/2017 14:42:01
pensiero maturava in un determinato modo e mi
                          mettevo lì con la chitarra a scrivere. A volte usci-
                          vano bene, altre volte meno, succede così… non
                          tutte le ciambelle vengono col buco».

                          Le tue canzoni preferite non di Guccini?
                          «Ce ne sono tantissime, ho seguito moltissimo il
                          primo Bob Dylan, che però poi si è un po’ perso e
                          secondo me fa delle cose strane, poi mi sono in-
                          namorato di Jacques Brel, un grande cantautore.
                          Delle sue canzoni mi piaceva molto ‘Amsterdam’,
                          che tra l’altro ho anche tradotto in italiano. In
                          più mi piacevano le prime canzoni di Dalla, poi
                          ‘Luci a San Siro’ di Vecchioni ma anche tante al-
                          tre che non mi vengono in mente adesso e che mi
                          hanno segnato in modo particolare. Sicuramente                  “via Paolo Fabbri 43”, settimo album, 1976
                                    il mio ‘maestro’ è stato Brel, che tra l’al-
                                    tro non conoscevo; me lo fece ascoltare
                                    un’amica in montagna nel ’63. Mise ‘Ne         stati aperti, cioè, per farti capire meglio, l’ultimo
                                    me quitte pas’ e dopo averla ascoltata         l’ho firmato per tre dischi, ma senza limite di
                                    mi dissi ‘accidenti, è così che si fanno       tempo, infatti avrei ancora da pubblicarne uno,
                                    le canzoni’, tornai a casa e scrissi ‘Ti       ma nessuno può obbligare qualcuno a fare un di-
                                    ricordi quei giorni’ che poi in realtà è       sco se non ne ha voglia. Se volessi potrei farlo do-
                                    stata pubblicata tardi, in ‘… quasi come       mani, ma ci metterei delle cose a caso, quindi non
                                    Dumas …’ nel 1988».                            ne vale la pena. Con questo tipo di contratto mi
                                                                                   sono sentito sempre molto libero di dire quello
                                     Quando hai capito di essere diventato         che pensavo quando mi pareva, tanto che poco
                                     Francesco Guccini?                            prima della pubblicazione di ‘Via Paolo Fabbri
                                     «Non mi sono mai sentito arrivato, as-        43’ rifiutai quasi il triplo di quello che prendevo
                                     solutamente. Però se proprio insisti ti       allora. Mi venne offerto un contratto sontuoso
                                     dico che ho capito di dovermi concen-         che mi tentò molto, ma la clausola erano cinque
       “Radici”, quarto   trare solo su questo mestiere dopo la pubblica-          dischi in cinque anni e soltanto il pensiero non
        album, 1972       zione del quarto LP, ‘Radici’. Il primo è ‘Folk beat’,   mi avrebbe fatto più dormire la notte. Quindi, in
                          titolo bruttissimo e discutibile, ma che non di-         conclusione, non ho mai avuto grandi problemi.
                          pende da me, messo sul mercato nel 1967. Nel ’72,        Tra l’altro erano gli anni in cui i cantautori veni-
                          quando pubblicai ‘Radici’, ebbi un discreto suc-         vano processati, cosa che a me non è successa».
                          cesso, ma ancora non facevo concerti, cominciai
                          a farli soltanto qualche anno dopo, quando nac-          Cambiamo argomento. Hai detto svariate volte
                          que mia figlia. Fino ad allora avevo fatto soltanto      che ‘Il vecchio e il bambino’ non è una canzone
                          canzoni, avevo un contatto discografico ma facevo        ecologica, ma descrive il mondo dopo un’ipote-
                          altre cose, gestivo l’Osteria delle Dame a Bologna       tica bomba atomica. Ti aspettavi che il paesaggio
                          e leggevo molto».                                        si potesse trasformare come da te descritto anche
                                                                                   senza una catastrofe?
                                                                                   «Purtroppo sì, non era una previsione difficile da
                          Il momento più duro dopo ‘Radici’?                       fare. Il processo di trasformazione del paesaggio
                          «Non ho mai avuto momenti difficili, mi è sem-           era già cominciato all’epoca in cui scrissi il testo,
                          pre andata abbastanza bene. Non ho mai ven-              la profezia si è avverata in pieno».
                          duto cifre clamorose, però ogni LP vendeva più o
                          meno la solita quantità, mantenendo sempre un            Cosa pensi del mondo attuale?
                          buon livello. Soltanto al momento di pubblicare          «Mah… il mondo attuale è un bel casino, con
                          un disco avevo dei problemi, dato che non sono           Trump da una parte, i populisti dall’altra, l’Europa
                          mai andato d’accordo con i miei arrangiatori, già        che è in discussione… Ormai sono abbastanza
                          a partire da ‘Stanze’, uscito dopo ‘Radici’, con la      vecchio per dire pazienza, ma c’è ancora tempo
                          conseguenza di dover affrontare discussioni in-          per cercare di fare qualcosa per rimediare a meno
                          finite su ogni brano da registrare. Proprio par-         che uno non si voglia chiudere in un eremo e iso-
                          lando di ‘Stanze’ il critico musicale Bertoncelli        larsi dalla realtà».
                          mi accusò di aver inciso l’LP per rispettare un
                          contratto discografico. Questa uscita mi portò           Citando ‘L’avvelenata’, se tu avessi previsto tutto
                          a scrivere ‘L’avvelenata’, ma è bene che tu sappia       questo, avresti scritto canzoni?
                          che non mi sarei mai permesso di arrabbiarmi per         «Sì, certamente. Finché ne ho avuto voglia mi
                          una critica, d’altra parte il disco poteva piacere o     sono proprio divertito a fare canzoni, mi veni-
                          non piacere; solo che lui disse una cosa che non         vano bene a quanto pare. Mi vengono ancora a
                          era vera. I miei contratti discografici sono sempre      bussare alla porta». E

                                                                                                                      Aprile 2017 / EDERA / 11

Edera5.indd 11                                                                                                                         08/04/2017 14:42:02
Gli effetti della musica sul cervello umano                                                                                  di Tommaso Nuti

        Sesso, droga e rock ‘n roll
        Questione di chimica
                        Quando si dice “sesso droga e rock        quotidiane dalla musica: la sve-            dell’artista o magari (visti i tempi
                        ‘n roll” non è sempre una generica        glia che suona con un pezzo che ci          moderni), da un tablet attraverso
                        espressione buttata lì per caso. In       piace, la mattina quando si accende         un’applicazione. Tutto ciò viene
                        uno studio condotto per l’università      la radio, a lavoro davanti al compu-        sempre – e da sempre – indirizzato
                        di Montreal, il professore e neuro        ter, in cuffia in bicicletta o a corsa      verso il nostro apparato uditivo fino
                        scienziato Danile J. Levitin sostiene     nel parco della propria città e, na-        ad arrivare nelle nostre tasche dai
                        che «la musica produce una rispo-         turalmente, sotto la doccia. Fa parte       tempi dei lettori di musicassette
                        sta a tutti gli effetti chimica, grazie   di noi. È la colla che tiene uniti i vari   fino al primo iPod di Steve Jobs pro-
                        alla quale i circuiti nervosi interes-    pezzi della nostra personalità e di-        dotto nell’ormai lontano 2001.
                        sati aiutano a modulare i livelli di      pendiamo emotivamente da tutto
                        dopamina, il cosiddetto ormone            ciò. Anche chi non ha mai ricevuto          C’è una componente però che ne-
                        del benessere nel cervello. Proprio       un’educazione musicale, ha tut-             gli anni non ha mai cambiato il suo
                        come avviene per il sesso e alcune        tavia fin da piccolo la capacità di         modo di approcciarsi alla gente:
                        droghe».                                  astrarre componimenti essenziali di         la musica live. Fra la popolazione
                        Ma partiamo dal principio: la mu-         una melodia, attraverso le note che         mondiale circa il 19,3 % partecipa
                        sica è una materia antichissima.          sente o il tipo di strumento musi-          a concerti live di generi che va-
                        Secondo gli storici, già circa trenta-    cale utilizzato; o ancora si ha la ca-      riano dal classico al metal. I mag-
                        mila anni fa il primo strumento che       pacità di riconoscere una musica            giori frequentatori degli spettacoli
                        venne suonato a tutti gli effetti fu      atonale, per cui andare contro to-          musicali sono le persone tra i 18 e i
                        un flauto ricavato da ossa animali.       nalità suona come andare contro la          34 anni e, in particolare, i ragazzi
                        Col passare del tempo le melodie, le      forza di gravità.                           di 20-24 anni: il 14 per cento si reca
                        note, le strofe musicali hanno sem-       Cuffie, stereo, altoparlanti del su-        a concerti di musica classica e il
                        pre più consolidato il proprio ruolo      permercato: tutto è musica e le note        43,4 ad altri tipi di concerti (dati
                        sociale e parallelamente si sono          circondano le faccende di ogni sin-         Istat, 2015). Andare a un concerto è
                        evolute col linguaggio. Ai giorni         golo giorno. Una melodia nasce              un’esperienza importante sia sotto
                        d’oggi si pensi a quante volte ci si      scritta su un foglio di carta, gui-         l’aspetto emotivo che fisico. Il Cen-
                        lascia guidare nelle nostre attività      data dall’inchiostro della penna            tre for Performance Science, in

        12 / EDERA / Aprile 2017

Edera5.indd 12                                                                                                                              08/04/2017 14:42:05
collaborazione con The Royal Col-        prima di un concerto e poi pre-                DOPAMINA E MUSICA
        lege, ha intrapreso un’indagine se-      sentarsi il giorno indicato davanti
        condo la quale ascoltare musica          al cancello, magari all’apertura
        dal vivo fa bene alla salute. L’espe-    per non perdersi neanche un sin-
        rimento è stato svolto analizzando       golo sguardo del cantante proprio
        campioni di saliva delle persone         da sotto il palco. La musica muove
        presi prima e dopo lo spettacolo.        tutto questo: induce nel cervello il
        Il risultato è che un particolare or-    rilascio del neurotrasmettitore del
        mone, prodotto dalle ghiandole sur-      piacere – la dopamina, appunto -               Il cervello stesso
        renali aumenta i livelli di zucchero     proprio come accade quando si
        nel sangue e migliora le capacità        assumono droghe o sostanze pia-
                                                                                                rilascia questo
        del cervello nell’utilizzo del gluco-    cevoli come il cibo. Quando ci si              neurotrasmettitore,
        sio, qualche volta però a discapito      reca a un concerto live, il clima è            e induce il sistema
        del sistema immunitario e digestivo.     totalmente diverso: il contatto con
                                                                                                a una reazione
        Stiamo parlando del cortisolo, che       le persone non ci isola a un ascolto
        detto più generalmente è l’ormone        chiuso come se fossimo rintanati               dopaminergica
        che viene collegato allo stress. Non     nella propria camera, ma è opera di            quando si sta
        risulta dannoso alla salute in dosi      condivisione con centinaia, migliaia           ascoltando – per
        moderate, ma in alte quantità ha la      di persone che sono venute per il
        capacità di provocare problemi le-       tuo stesso motivo. Tutto lì è tangi-           esempio - un
        gati principalmente a difficoltà car-    bile: strumenti, persone, microfoni.           brano che ci piace
        diache, diabete ed impotenza.            La voce è vera, arriva direttamente            particolarmente.
                                                 alle orecchie senza essere filtrata
        Ci ha aiutato a capire meglio l’ef-      da mezzi come cuffie o vecchi cd di
        fetto della musica sul corpo umano       vario genere. Trovarsi a pochi metri
        il dott. Enrico Grassi, dell’Unità       dall’artista che sentiamo ripetuta-      di ascoltare, si modificano il bat-
        Operativa di Neurologia dell’ospe-       mente in radio, nelle nostre playlist    tito cardiaco, il ritmo respiratorio
        dale di Prato. «La musica attiva il      e che ci ha accompagnato come una        o la temperatura corporea. Tenden-
        sistema del piacere, che tuttavia        colonna sonora di un film in molte       zialmente molto gettonati fra i più
        viene molto stereotipato – spiega        circostanze della nostra vita, ha un     emotivi sono i brividi (detti tecni-
        -. Che si mangi del cioccolato, che      impatto molto più potente che met-       camente “chills”) all’ascolto di una
        si faccia l’amore o che ci si trovi di   tersi le cuffie e conseguentemente       particolare sequenza di note. È lo
        fronte ad un’opera d’arte, si attiva     isolarsi. La condivisione di uno spa-    stesso fenomeno che si verifica nella
        nel cervello il circuito di reward,      zio come quello di un concerto con       vincita alle slot machine in un ludo-
        detto anche sistema di ricompensa,       altre persone è fonte di estremo re-     patico o alla consumazione di una
        funzionante grazie alla dopamina.        lax ed euforia allo stesso tempo in      droga per un tossicodipendente: la
        Il cervello stesso rilascia questo       un individuo e, complice l’effetto       musica replica queste sensazioni
        neurotrasmettitore, e induce il si-      straordinario della dopamina, tutto      nel cervello di chi ascolta le pro-
        stema a una reazione dopaminer-          questo rende il live unico e irripeti-   prie canzoni preferite. Al contrario
        gica quando si sta ascoltando – per      bile, in positivo o meno.                delle dipendenze patologiche però,
        esempio - un brano che ci piace                                                   la musica non ha effetti devastanti
        particolarmente». Questo procedi-        Tutto questo è stato studiato e ana-     sul corpo. Quindi cosa fare quando
        mento è amplificato da un concerto       lizzato in laboratorio anche da Va-      il lavoro ti prende tutto il tempo che
        dal vivo, ma perché? L’esperienza di     lorie Salimpoor, della University of     hai, quando anche un solo sguardo
        un live è tendenzialmente caratte-       Montreal nel 2011. Dallo studio (in      ti rende nervoso, quando ti senti
        rizzata da più fattori e può variare     contemporanea con quello di Levi-        un po’ irritato durante un periodo
        dall’acquistare un biglietto in fretta   tin di cui abbiamo parlato all’inizio)   di stress? La risposta sta nella mu-
        e furia riuscendo ad assicurarselo       emerge che la musica preferita sca-      sica, parte integrante di noi, fattore
        dopo minuti/ore di attesa per colpa      tena nel corpo di un individuo una       di pausa verso il mondo esterno e le
        di qualche sito che stenta a funzio-     serie di sensazioni tipicamente ri-      sue problematicità.
        nare, oppure aspettare settimane         conducibili a quelle indotte da al-
        o mesi ascoltandosi tutti i pezzi di     tre sostanze o attività che danno        Zaino in spalla e biglietto alla mano,
        un artista, andando a scavare vec-       piacere: quando parte la canzone         stare davanti al cantante o al tuo
        chi repertori fino ai primi album per    che ascolti fin da bambino, quella       gruppo preferito fa bene al corpo e
        trovare la canzone più sconosciuta       che ti ricorda un amore passato          allo spirito e no, non è una semplice
        e impararsela a memoria. E ancora,       o quella che è appena uscita ne-         affermazione filosofica, è più “sem-
        vedere la scaletta qualche giorno        gli store e non riesci a fare a meno     plicemente” questione di chimica. E

                                                                                                                         Aprile 2017 / EDERA / 13

Edera5.indd 13                                                                                                                          08/04/2017 14:42:06
La squadra: da
                                                                                                                                sinistra a destra
                                                                                                                                e dall'alto in
                                                                                                                                basso Rebecca
                                                                                                                                Renzi, Patrizia
                                                                                                                                D'Amico, Silvia
                                                                                                                                Balloni, Cristina
                                                                                                                                Corsi, Alice
                                                                                                                                Venturini, Eva
                                                                                                                                Briccolani,
                                                                                                                                Martina Manetti,
                                                                                                                                Virginia Calabri,
                                                                                                                                Michela Magonio,
                                                                                                                                Micol Corsiani,
                                                                                                                                Eleonora
                                                                                                                                Pioni, Matilde
                                                                                                                                Cosi, Alessia
                                                                                                                                Tanini, Alice
                                                                                                                                Guzzetta, Nadine
                                                                                                                                Gheri, Lavinia
                                                                                                                                Tognaccini,
                                                                                                                                Laura Casini,
                                                                                                                                Alessia Cape,
                                                                                                                                Carolina Cosi,
                                                                                                                                Noemi Innocenti.

                                               Noi “Gufotte”
                                   Donne da tacchi e tacchetti
                                   Alla scoperta delle calciatrici della Prima Squadra Asd Vigor
                                                                     di Martina Stratini

        Un classico campo da calcio, l’arbitro          ai riflettori, sempre all’ombra, ma è pro-    Rebecca Renzi, attaccante della Vigor
        con il suo fischietto, 11 giocat... rici. Eb-   prio da quell’ombra che vuole uscire gio-     nata a livello calcistico insieme alla se-
        bene sì, le protagoniste della storia che       cando e soprattutto giocando bene per         zione femminile della società. «All’inizio
        voglio raccontarvi, o meglio che loro vi        far divertire. Dire ‘Il calcio è donna’ è     ha sicuramente prevalso l’entusiasmo –
        racconteranno, sono le calciatrici della        la volontà di distruggere ogni schema         spiega -. La nascita della Vigor è stata
        Prima Squadra Asd Vigor calcio femmi-           preesistente e far capire che quello che      voluta da tutti; grazie a Claudio e al su-
        nile. Le ragazze del Mister Tanini, sotto       fino ad un secondo prima era normale          dore di molti c’è stata data l’opportunità
        le ali fortunate del gufo mascotte «Ne-         può essere completamente diverso. Si-         di realizzare questo progetto. Le diffi-
        store», sono oggi fra le protagoniste del       curamente uno dei passaggi più diffi-         coltà sono state molte, perché unire
        campionato di Serie C e stanno com-             cili è stato convincere le mamme, ma          tante donne è difficile, sicuramente
        battendo duramente per raggiungere la           quando la bambina vuole giocare a pal-        più difficile di un gruppo di soli uomini.
        qualificazione. Risultato meritato con-         lone, non c’è pallavolo o danza che tenga.    Inoltre non ci conoscevamo, partivamo
        siderando tempo a disposizione, sudore          L’obbiettivo della società va proprio in      da zero e ciascuna con una storia e un’e-
        e grinta. «La Vigor nasce dieci anni fa         questa direzione: permettere a quante         sperienza diversa alle spalle. L’obbiettivo
        - afferma il presidente della società           più bambine possibile di provare questo       era complicato ma avevamo in comune
        Claudio Massai - ed è una società sto-          sport per tirare fuori il meglio di loro      la passione per il calcio che ci ha per-
        rica del Valdarno. La sfida della sezione       a livello calcistico e non solo, ed avere     messo di superare le difficoltà e, alla fine
        femminile parte tre anni fa dalla scom-         così la possibilità di costruire in futuro    dei conti, è stato un grande successo.
        messa di alcune ragazze a cui piaceva           una nuova buona squadra Juniores e una        Oggi è proprio il gruppo il nostro punto
        il nostro spirito e che avevano la pas-         Prima Squadra. Attualmente sono orgo-         di forza; siamo unite a prescindere dal
        sione per il pallone. ‘Il calcio è donna’       glioso di poter dire che il nostro settore    campo. Non credo che tutte le squadre
        è il nostro motto, perché vogliamo far          giovanile è uno dei più sviluppati di tutta   abbiano uno spogliatoio così forte e così
        vedere che esiste un’altra metà del pal-        la Toscana insieme a quello dell’Arezzo».     unito. È normale che ci siano alti e bassi,
        lone: quella metà che sta sempre dietro         Molte sono le storie simili a quella di       ma talvolta anche lo scontro può essere

        14 / EDERA / Aprile 2017

Edera5.indd 14                                                                                                                            08/04/2017 14:42:06
Martina Stratini
                                                                                                                                 della redazione
                                                                                                                                 insieme alle
                                                                                                                                 calciatrici Matilde
                                                                                                                                 Cosi, Rebecca
                                                                                                                                 Renzi, il presidente
                                                                                                                                 Claudio Massai e la
                                                                                                                                 mascotte Nestore.

        costruttivo. Le persone che sono su-          – racconta – un periodo mi ha formata            da affrontare, nuovi avversari, nuove
        bentrate nel corso degli anni non hanno       molto mentalmente e soprattutto fisi-            compagne e di conseguenza nuovi sti-
        avuto difficoltà ad unirsi al gruppo, le      camente. Il calcio femminile era ancora          moli e traguardi da raggiungere. Senza
        abbiamo accettate senza pregiudizi per-       un tabù, ma la mia passione per il pal-          dubbio il fatto che non si giocasse solo
        ché sapevamo che tutte potevano dare          lone è innata. Fin da piccola giocavo con        per vincere ma in particolar modo per
        un contributo per migliorare la squadra.      i bambini in piazza e a scuola, creando          divertirsi ha influito in positivo. Il cal-
        Sono felice della mia scelta e non me ne      con loro un legame più forte rispetto            cio per me, infatti, è passione e diver-
        pentirò mai. Ho iniziato a giocare a 20       alle femmine. Inoltre tutti i miei fratelli      timento. Una valvola di sfogo che mi
        anni e il messaggio che voglio trasmet-       giocavano a calcio e mia madre aveva             permette di non pensare a niente. Un
        tere è che se c’è passione non esistono       avuto un precedente calcistico. Si sa, i         gioco di squadra dove impari tanti va-
        limiti per intraprenderla. Considerando       bambini sanno essere cattivi: spesso ve-         lori e soprattutto a stare con gli altri: Se
        i risultati a oggi, con un ottimo settore     nivo scelta per ultima perché femmina            da una parte quando vinci ti dà soddi-
        giovanile e un campionato di serie C che      ma una volta in campo poi se ne pen-             sfazioni, dall'altra sai che quando perdi
        ci vede fra le prime quattro in classifica,   tivano; sono esperienze che insegnano            avrai sempre un gruppo a sostenerti.
        per una squadra con il nostro passato è       molto. Ho iniziato a giocare nel cal-            A una donna che si vergogna a iniziare
        una soddisfazione immensa. In un viag-        cio femminile a dieci anni, quando esi-          perché ha paura di essere giudicata ‘di-
        gio in America ho avuto la possibilità di     stevano solo tre squadre: l’ACF Firenze          versa’ voglio mandare invece l’invito a
        vedere stadi di seconda categoria fem-        dove sono rimasta per 10 anni, il Casel-         farlo perché non è così, siamo tutti alla
        minile con 50.000 persone negli spalti,       lina e l’Agliana. Il passaggio dall’ACF Fi-      pari. Nell’uomo si sviluppa di più la com-
        numeri che in Italia non esistono. Biso-      renze alla Fiorentina professionistica ha        petitività e l’idea di voler diventare un
        gna cambiare mentalità. Ci vuole, però,       coinciso con la creazione della Vigor,           Messi o un Ronaldo mentre nel femmi-
        qualcuno che finanzi e sponsor che aiu-       nata l’anno precedente. Sapevo dell’e-           nile si gioca molto più sulla tattica. Il
        tino. Attualmente le cose si stanno len-      sistenza di questa squadra, il progetto          nostro è un gioco più bello perché più
        tamente evolvendo: alcune squadre             era interessante e ho colto l’occasione.         pulito e quindi più piacevole da vedere.»
        professionistiche maschili si stanno in-      La mia vecchia squadra era iscritta in
        teressando all’acquisizione delle femmi-      un campionato alla pari dove esisteva            Le parole di queste ragazze sono voci
        nili, il numero di donne appassionate al      un limite di età, la serie C invece mi ha        di rappresentanza di quella «metà del
        calcio sta aumentando e nelle grandi oc-      permesso d’incontrare persone con tal-           pallone» che esiste e vuole gridarlo al
        casioni gli spalti sono di anno in anno più   volta più esperienza di me. Grazie alla          mondo. Voci che vogliono raggiungere i
        pieni, anche se ancora infinitamente lon-     Vigor ho ritrovato l’entusiasmo che or-          “poteri forti” e urlare a squarcia gola «il
        tani dagli Usa».                              mai da tempo mancava: nuove squadre              calcio è ANCHE donna». E

        A guardia della linea di metà campo
        troviamo invece Matilde Cosi. La sua
        storia è ben diversa da quella delle «Gu-                                                       PASTICCERIA AQUILA
        fotte» veterane e, come lei, sono tante                                                BAR PASTICCERIA PRODUZIONE PROPRIA
        le ragazze unitesi successivamente, du-
                                                                                                    Via Giovanni Pascoli 9, Scandicci (FI)
        rante gli anni di crescita del Progetto                                                              Tel. 055 2591053
        Vigor Calcio Femminile. «A otto anni ho
        iniziato a giocare a calcio con i maschi

                                                                                                                                Aprile 2017 / EDERA / 15

Edera5.indd 15                                                                                                                                 08/04/2017 14:42:08
“Caro amico, la mia lettera ti giunge da lon-
                                       tano, dal paese dove sono a lavorare, dove
                                       son stato cacciato da un governo spaventoso
                                       che non mi forniva i mezzi per campare”.

                                      Inizia così la canzone “Rosso colore” di Pieran-
                                      gelo Bertoli. Un testo che evoca rabbia e indi-
                                      gnazione verso una realtà in cui l’unica soluzione
                                      sembra quella di abbandonare la propria terra,
                                      cercando fortuna altrove e ripartendo com-
                                      pletamente da zero. Oggi, come ormai da dieci
                                      anni a questa parte, la situazione lavorativa in
                                      Italia ha raggiunto livelli molto preoccupanti,
                                      comportando un notevole incremento della po-
                                      vertà e della disoccupazione. Infatti, se secondo
                                      i dati di Internazionale nel 2007 gli italiani che
                                      vivevano sotto la soglia della povertà erano 1,8
                                      milioni, oggi hanno superato i 4,6 milioni. Con-
                                      temporaneamente si è passati da un tasso di di-
                                      soccupazione del 6,7 % registrato nel 2008 allo
                                      spaventoso 12% nel 2016. Questi numeri non
                                      sembrano accennare a diminuire e colpiscono
                                      sempre più le categorie dei neodiplomati e i ne-
                                      olaureati, ovvero coloro che costituiranno il fu-
                                      turo del nostro Paese.
                                      La situazione quindi è alquanto delicata, e pro-
                                      prio per questo molti giovani sono costretti a
                                      migrare in terre lontane, terre di opportunità,
                                      spesso diverse dalla nostra. I dati Istat affermano
                                      che solo nel 2015 sono stati 147mila gli italiani
                                      che hanno lasciato la penisola, tra laureati e non.
                                      Non si parla quindi soltanto della tanto decan-
                                      tata “fuga di cervelli”, di quella emorragia di ta-
                                      lento che ormai sembra difficile arginare. Perché
                                      è sempre difficile lasciare casa, ma se di fronte
                                      hai la possibilità di svolgere il lavoro dei tuoi so-
                                      gni, magari in una grande metropoli europea, la

        Cervelli in fuga
                                      scelta è piuttosto semplice. Nel caso in cui però,
                                      la decisione di lasciare tutto, amici, famiglia, sia
                                      dettata da una necessità economica, e non ri-
                                      specchi la vera aspirazione dell’individuo, beh,
                                      la questione diventa molto più complessa. An-

        e cuori in Italia
                                      che perché oggi più che mai la nostra società si
                                      basa su giudizi e pregiudizi contrastanti: chi la-
                                      vora all’estero viene visto allo stesso tempo come
                                      un coraggioso e un traditore, come un ambizioso
                                      e un menefreghista. Cosa fare quindi se ci tro-
        Storie di ragazze             viamo di fronte a tale situazione, restare in Ita-
                                      lia e cercare di migliorare la nostra condizione,

        che hanno deciso di partire   assumendosi tutti i rischi che potrebbero deri-
                                      vare da questa scelta? Oppure partire e crearsi
                                      una nuova vita, coscienti di ciò che si lascia, ma
                                      non di quello che incontreremo? Nelle righe che
        di Leonardo Torrini           seguono compariranno le testimonianze di due
                                      ragazze che da un po’ di tempo a questa parte
                                      hanno fatto la loro scelta, consapevoli dei bene-
                                      fici e dei rischi a cui andavano incontro. Non na-
                                      scondendo un po’ di amarezza verso il loro paese
                                      natale, che troppo spesso sottovaluta e trascura
                                      questioni importanti come questa, costringendo
                                      i giovani a cercare opportunità altrove.

        16 / EDERA / Aprile 2017

Edera5.indd 16                                                                    08/04/2017 14:42:13
Puoi anche leggere