Tema L'arte e la criminalità 2

Pagina creata da Samuele Mura
 
CONTINUA A LEGGERE
Tema L'arte e la criminalità 2
INFO PSC
            Tema
 2 | 2020   L’arte e la criminalità
Tema L'arte e la criminalità 2
EDITORIALE

      Gentili lettrici, stimati lettori,

                                   Forse vi aspettavate che dedicassimo il nostro
                                   nuovo numero di INFO PSC a un tema di scottante
                                   attualità come “La prevenzione delle pandemie” o
                                   “La criminalità in tempi di crisi”. In effetti, ne ab­
                                   biamo discusso durante le nostre riunioni redazio­
                                   nali, ma abbiamo deciso che sarebbe stato meglio
                                   trattare tali argomenti dopo aver preso le distanze
                                   dalla crisi e una volta in possesso di conoscenze
PSC

                                   relativamente sicure. Ci vorrà quindi ancora un po’
      di tempo. Per questo motivo, in questo numero affrontiamo volutamente
      un tema che non è affatto scontato, anche in tempi senza crisi, ossia
      “L’arte e la criminalità”.
              E dato che non stiamo proprio facendo la cosa che tutti si sarebbero
      aspettati, non troverete neppure un articolo su Wolfgang Beltracchi,
      probabilmente il più noto falsario d’arte, che nel 2010 si era fatto scoprire
      per aver utilizzato per errore del bianco di titanio, e che da allora è
      ­diventato una sorta di eroe popolare. Abbiamo deciso invece di trattare
       principalmente gli aspetti dell’arte che, per le vittime, i criminali e la
       polizia, hanno un’importanza particolare (per così dire terapeutica).
              Nel suo contributo, la cantante jazz Anny Weiler, vittima di una truffa
       romantica, descrive come è stata in grado di elaborare il suo trauma
       creando un lavoro teatrale e come il suo lavoro può anche servire da
       strumento di prevenzione. In un’intervista all’ex direttore del laborato­
       rio di ceramica del carcere femminile di Hindelbank si scopre come le
       detenute siano riuscite ad affrontare meglio la difficile vita quotidiana
       dietro le sbarre grazie all’attività artistica e persino a trovare nuove
       prospettive per la loro vita. Dico bene siano riuscite, perché il labora­
      torio di ceramica è purtroppo stato chiuso due anni fa per motivi econo­
       mici. Un articolo sulla mostra “Kapo Art” di Zurigo mette in luce un
       aspetto poco noto: dietro l’uniforme possono talvolta celarsi dei talenti
       che esprimendosi attraverso l’arte riescono a rielaborare il vissuto del
       lavoro quotidiano, non sempre facile, svolto dalle forze dell’ordine. Fare
       una mostra per il pubblico e coniugare il piacere dell’arte e le misure                IMPRESSUM
       per rafforzare la fiducia tra la popolazione e la polizia è un modo eccel­
                                                                                              Editore e fonte di informazioni
       lente per promuovere la polizia di prossimità!                                         Prevenzione Svizzera della Criminalità
              Altri articoli trattano anche i temi quali l’arte come oggetto di attività      Casa dei Cantoni
                                                                                              Speichergasse 6
       criminali (il noto esperto Andrea Raschèr si esprime sul saccheggio                    3001 Berna
       di opere d’arte e sul riciclaggio di denaro sporco), il fenomeno della                 e-mail: info@skppsc.ch
       ­criminalità nell’arte (un contributo di TERRE DES FEMMES, Germania,                   tel. 031 511 00 09

        sui ­testi rap sprezzanti nei confronti delle donne) e infine la rappre­              L’INFO PSC 2 | 2020 è disponibile come file PDF
        sentazione artistica della criminalità (in questo caso, letteraria). Petra            nel sito: www.skppsc.ch/skpinfo.
                                                                                              L’INFO PSC 2 | 2020 esce anche in tedesco e francese.
        ­Ivanov, nota autrice svizzera di romanzi polizieschi, ci ha infatti gentil­
         mente concesso di pubblicare uno dei suoi nuovi racconti brevi e ci ha               Responsabile             Chantal Billaud, Direttrice PSC
         accordato una breve intervista in cui spiega il suo modo di lavorare.                Redazione, interviste Volker Wienecke, Berna

              Ringraziamo vivamente tutte le autrici e tutti gli autori, tutte le             Versione francese        ADC, Vevey

         ­artiste e tutti gli artisti per averci fornito articoli avvincenti e illuminanti!   Versione italiana Annie Schirrmeister,
                                                                                              	­Massagno
              Ed ora vi auguro buona lettura!
                                                                                              Grafica                  Weber & Partner, Berna
                                                                        Chantal Billaud       Stampa                   Länggass Druck AG, Berna
                                   Direttrice della Prevenzione Svizzera della Criminalità
                                                                                              Tiratura                 i: 250 | f: 300 | t: 1350
                                                                                              Data di pubblicazione dell’edizione 2 | 2020: luglio 2020
      P.S. “L’arte è bella, ma richiede molto lavoro!”                                        © Prevenzione Svizzera della Criminalità PSC, Berna

      2                     INFO PSC 2 | 2020
Tema L'arte e la criminalità 2
L’ARTE E LA CRIMINALITÀ

L’incubo dei musei:                                                                                                                               successo e l’astuta investigatrice assi­
                                                                                                                                                  curativa. Queste storie sono certo mol­

il furto e la sottrazione
                                                                                                                                                  to divertenti, ma i loro personaggi sono
                                                                                                                                                  solo eroi del grande schermo.
                                                                                                                                                      Stéphane Breitwieser rappresenta
di beni culturali                                                                                                                                 invece un particolare esempio di vero
                                                                                                                                                  ladro d’arte: un sognatore appassiona­
                                                                                                                                                  to con una cosiddetta “manina d’oro”.
Per la letteratura e il cinema, il furto di beni                                                                                                  Nel giro di pochi anni riesce a rubare
culturali offre tanto materiale inesauribile quanto                                                                                               dai musei centinaia di opere d’arte di
                                                                                                                                                  valore. Romantico, amante delle belle
le rapine, gli assassini e gli omicidi. In entrambi                                                                                               arti, dopo essere stato catturato, Breit­
i casi, il divertimento è assicurato! Nulla a che                                                                                                 wieser racconta di come, da bambino,
vedere però con la realtà, soprattutto per chi ne                                                                                                 si soffermava spesso davanti ad un
                                                                                                                                                  quadro in un museo per poi scoppiare a
è effettivamente vittima. Al contrario!                                                                                                           piangere “perché era tanto bello” da
                                                                                                                                                  esserne profondamente toccato.
                                                                                                                                                      È improbabile che gli uomini che si
                                                                                                                                                  sono accaparrati alcuni quadri della
                                                                                                                                                  collezione Bührle a Zurigo avessero pro­

                                                                                              Fermo immagine del film “The Thomas Crown Affair”
                                                                                                                                                  vato simili sentimenti. Se hanno pianto
                                                                                                                                                  è solo perché ridevano tanto da avere le
                                                                                                                                                  lacrime agli occhi per l’inadeguatezza
                                                                                                                                                  delle misure di sicurezza adottate dal
                                                                                                                                                  museo zurighese. Eppure, la brutalità
                                                                                                                                                  con cui i ladri hanno agito era stata
                                                                                                                                                  osservata in passato solo nei casi di
                                                                                                                                                  ­
                                                                                                                                                  ­rapine in banca. Anche “L’urlo” di Munch
                                                                                                                                                   era stato portato via alla chetichella
                                                                                                                                                  dal museo di Oslo nel 1994 mentre le
Un mito che persiste è la figura del “ladro gentiluomo”.                                                                                          guardie dormivano. Scenario del tutto
                                                                                                                                                  diverso, invece, nel 2004, quando i ladri
                                                                                                                                                  entrano nel museo di Oslo con la forza
Nel febbraio 2008, tre uomini armati               pochi minuti e i criminali scompaiono                                                          delle armi, sottraggono “L’urlo” e scom­
rapinano la Collezione Bührle a Zurigo.            con la stessa rapidità con cui sono                                                            paiono nel giro di pochi minuti. Modus
Si introducono nel museo in pieno gior­            ­apparsi, lasciando dietro di loro delle                                                       operandi che sarà ripreso nel 2008 per
no: mentre uno di loro tiene a bada con             guardie traumatizzate. Due dipinti sono                                                       rapinare la collezione Bührle a Zurigo.
una pistola le guardie del servizio di              ritrovati pochi giorni dopo il furto. Gli
­sicurezza, gli altri due staccano dalle            altri due saranno recuperati quattro anni                                                     I criminali non fanno distinzione
 pareti quattro dipinti, ad opera di                dopo, in una zona a sud-ovest di Bel­                                                         tra una banca, una gioielleria o
 C ézanne, Degas, Monet e van Gogh.
 ­                                                  grado, dopo che gli investigatori si era­                                                     un museo.
 ­Valore stimato dei quattro quadri: circa          no spacciati per potenziali acquirenti.
  180 milioni di franchi. Il colpo dura solo            Come si possono caratterizzare                                                            Un quadro è un bottino molto pratico da
                                                    i ladri d’arte? Che metodi usano? Cosa                                                        portar via per i ladri: basta ritagliare la
                                                    succede alle opere d’arte? Chi potrebbe                                                       tela dalla cornice e arrotolarla. Così si
 Autore
                                                    celarsi dietro questi crimini?                                                                trasportano milioni senza che nessuno
  Andrea F. G.                                          Un mito che persiste è la figura del                                                      se ne accorga.
 ­Raschèr                                           “ladro gentiluomo”, diventata fra l’altro                                                         I criminali non fanno distinzione tra
 Dr. iur., consulente                               famosa con film “The Thomas Crown                                                             una banca, una gioielleria o un museo.
 e coach, Zurigo;
                                                    Affair” (Gioco a due) interpretato da                                                         Da quando le banche hanno rafforzato
 professore incari­
 cato e docente                                     Pierce Brosnan e Rene Russo nei ruoli                                                         i loro sistemi di sicurezza e il traffico
                                          m.a.d.

                                                    principali. Il film è un divertente gioco                                                     dei pagamenti è prevalentemente effet­
                                                    di “guardie e ladri” tra l’uomo d’affari di                                                   tuato senza contanti, le rapine in queste

                                                                                                                                                  INFO PSC 2 | 2020                        3
Tema L'arte e la criminalità 2
L’ARTE E LA CRIMINALITÀ

                                                                                                                                             Darko Vojinovic /Keystone/AP
Poliziotti serbi davanti al quadro di Cézanne “Ragazzo dal panciotto rosso”, recuperato e messo al sicuro, appartenente alla
­collezione Bührle, (Belgrado, 12 aprile 2012).

strutture sono diventate più rischiose e           Come il traffico di esseri umani, armi        opere d’arte solo se hanno un certo
anche meno lucrative. Musei e collezio­           o droga, anche i crimini che hanno a           ­valore. Poi il ricettatore rivende i dipinti
ni d’arte sono quindi una buona alterna­          che fare con l’arte sono attività legate        sul mercato nero. Se le opere sono mol­
tiva. Proprio come un segreto di Pulci­           alla criminalità organizzata dotata di          to note, questa impresa diventa tuttavia
nella, tutti sanno che la sicurezza nella         strutture professionali. Chi tira le fila
maggior parte dei musei europei lascia            rimane dietro le quinte, valuta attenta­       Come il traffico di esseri umani,
a desiderare.                                     mente rischi e opportunità, e pianifica        armi o droga, anche i crimini
      Se non lavorano per conto proprio,          minuziosamente l’esecuzione dei colpi.         che hanno a che fare con
nella più probabile delle ipotesi i ladri         Il suo movente è probabilmente molto           l’arte sono attività legate alla
d’arte sono paragonabili – per quanto             ­simile a quello dei criminali che operano     ­crimi­nalità organizzata dotata
­riguarda il loro profilo psicologico – a          nel settore dell’alta finanza: avidità di      di strutture professionali.
 mercenari incaricati di svolgere il lavoro        denaro e profitti gratificanti. I mandanti,
 al fronte. Spesso provengono da regioni           finora essenzialmente uomini, operano         troppo difficile, perché il rischio di esse­
 in cui imperversava la guerra oppure              a partire da un ambiente relativamente        re colti con le mani nel sacco è alto sia
 sono stati loro stessi membri di unità            sicuro e insospettabile. Anche se doves­      per i ladri che per il ricettatore stesso.
 ­militari speciali. Procedono con sfrenata        sero incappare nelle reti della giustizia,        Cosa pensare invece di uno scenario
  brutalità e non hanno rispetto né per le         si avvalgono di solito di un esercito di      in cui la mera avidità di denaro non è la
  opere d’arte, né per la vita umana, con­         eccellenti avvocati molto ben pagati.         (sola) motivazione principale per com­
  cetto a loro estraneo. Se qualcosa do­           Generalmente, invece, i ladri che com­        mettere un furto? È realistica l’idea di
  vesse andare storto durante l’operazio­          piono i furti sono meri esecutori.            un collezionista che commissiona il
  ne, sono in pericolo in egual misura sia le          Essendo spesso catalogate, le opere       furto di un certo quadro perché lo vuole
  persone che le opere d’arte che si trova­        d’arte sono difficili da vendere sul libero   assolutamente avere per completare la
  no nei musei. Per questi criminali vale in       mercato. Quali altre possibilità hanno        sua collezione? Alcuni esperti sosten­
  generale il motto “freddezza è sinonimo          allora i criminali di ottenere il profitto    gono che il movente passionale del
  di successo”. I ladri, che nel 1990 han-         sperato? Si rivolgono ad un ricettatore.      collezionista senza scrupoli sia poco
                                                                                                 ­
  no fatto irruzione nell’Isabella Stewart         Per via del rischio che corre in prima        plausibile. Può darsi, ma come spiegarsi
  Gardner Museum di Boston e da cui
  ­                                                persona, quest’ultimo paga però ai ladri      allora la sparizione di quasi 600 Picasso
  ­hanno rubato i pezzi più preziosi, “sono        solo un’infima parte del valore del botti­    e oltre 250 Chagall, alcuni quali consi­
   entrati” nel museo travestiti da poliziotti.    no, motivo per cui vale la pena di rubare     derati svaniti nel nulla da decenni.

4                     INFO PSC 2 | 2020
Tema L'arte e la criminalità 2
L’ARTE E LA CRIMINALITÀ

Una variante di crimine sul tema è                                                  Negli ultimi tempi sono aumentati i furti      un’attività a basso rischio e ad alto gua­
­anche il cosiddetto “artnapping” (seque­                                           nelle sezioni dei musei che espongono          dagno per criminali legati alla crimina­
 stro di opere d’arte), in cui i criminali                                          monete e gioielli. Per i criminali, il loro    lità organizzata. Il fatturato mondiale
 offrono al museo o alla compagnia d’as­                                            valore culturale è minimo o praticamen­        del commercio di beni culturali illegali
 sicurazione il dipinto sottratto contro il                                         te nullo. Anzi, questi beni culturali ven­     è stimato in diversi miliardi di euro
 pagamento di un riscatto. In questo                                                gono rubati per essere letteralmente           all’anno. Il furto e il sequestro di dipinti
 caso, i parallelismi con il “kidnapping”                                           “fatti a pezzi” allo scopo di recuperarne      da parte di criminali organizzati in uno
 (sequestro di persona) sono evidenti: le                                           il materiale. In questi casi, questi beni      stato maggiore rappresentano ormai
 opere d’arte dei grandi maestri sono                                               culturali vanno quindi persi per sem­          un problema importante per i collezio­
 uniche e, oltre al loro valore monetario,                                          pre: l’oro è fuso, le pietre preziose sono     nisti, siano essi musei o privati, e costi­
 hanno un valore sentimentale molto alto                                            tagliate e il tutto è messo in vendita sul     tuiscono anche una minaccia per i beni
 che viene appunto sfruttato dai crimi­                                             mercato. Così, il rischio di essere sco­       culturali stessi. Mettere adeguatamente
 nali. Chi non dà seguito rapidamente                                               perti diventa relativamente minimo.
 alle richieste di riscatto rischia di                                                   Probabilmente è proprio questa la         Se l’arte è sempre più definita in
 ­vedersi recapitare, nel caso del seque­                                           sorte riservata alla “Big Maple Leaf” (la      termini monetari e se, malgrado
  stro di una persona, un suo orecchio e,                                           grande foglia d’acero), la moneta d’oro        ciò, non si migliora la sicurezza
  nel caso del sequestro di un’opera                                                del peso di circa cento chili, che era         nei musei, allora il furto d’arte
  ­d’arte, una parte ritagliata del dipinto.                                        esposta al Bode Museum di Berlino. Nel         rimarrà sicuramente un’attività
   Per i quadri, l’importo del riscatto si                                          frattempo è ormai stato accertato che          lucrativa.
   aggira di solito attorno al 10–20% del                                           nel marzo 2017, alcuni membri di un
   valore di mercato. Se l’opera è molto                                            ­famigerato clan familiare l’hanno get­        in sicurezza musei e collezioni è molto
   bene assicurata, la compagnia d’assi­                                             tata fuori dalla finestra del museo, mal      oneroso e richiede tempo. L’impossibi­
   curazione potrebbe anche essere ten­                                              protetto, e portata via con una carriola      lità di mettere in atto tali misure equi­
   tata di pagare il riscatto al posto di                                            fino all’auto che li aspettava per la fuga.   vale praticamente ad invitare i criminali
   ­versare l’intero importo assicurato. Dal                                             Nel novembre 2019 è stato seguito         a rubare. Con la sfrenata brutalità ac­
    punto di vista legale, si tratta di una                                          un modus operandi analogo per rubare          cennata prima, questi ultimi agiscono,
    ­situazione molto ambigua perché se lo                                           dal museo “Grünes Gewölbe” di Dresda          per loro stessa natura, senza mostrare
     facesse la compagnia d’assicurazione                                            tre parure di gioielli composte da decine     né rispetto né considerazione per le
     commetterebbe un reato di ricettazio­                                           di pezzi. I ladri sono entrati da una fine­   opere o per le persone.
     ne. Senza contare che questo modo di                                            stra, hanno distrutto il vetro di sicurez­         Il meccanismo è facile da capire: se
     agire potrebbe allettare anche altri cri­                                       za delle vetrine, hanno preso i gioielli      l’arte è sempre più definita in termini
     minali e indurli ad imitare i loro simili.                                   e sono scomparsi pochi minuti dopo.              monetari e se, malgrado ciò, non si
     Anche se le compagnie d’assicurazione                                        Dato che si tratta di pezzi molto noti, si       ­migliora la sicurezza nei musei, allora
     rifiutano ufficialmente tali pratiche, si                                    ritiene molto improbabile che possano             il furto d’arte rimarrà sicuramente
     constata però che ad essere improvvi­                                        essere venduti. Anche in questo caso              un’attività lucrativa. A guadagnarci sono
     samente “ritrovati” dopo anni, senza il                                      c’è quindi da temere che il “tesoro di            raramente i ladri stessi, mentre sono
     coinvolgimento della polizia, siano so­                                      Stato della Sassonia del XVIII secolo”            piuttosto i loro mandanti e la criminali­
     prattutto i quadri assicurati.                                               sia stato smembrato.                              tà organizzata, ma anche le compagnie
                                                                                         Negli ultimi decenni, il commercio         d’assicurazione e i fornitori di attrezza­
                                                                                  internazionale di beni culturali è au­            ture di sicurezza e sorveglianza per
                                                                                  mentato in modo significativo. Per via            i musei. A perderci, invece, sono i musei
                                                                                  della grande domanda e del conse­                 che devono adempiere ad un mandato
                                                                                  guente boom dell’arte, i prezzi sono              di diffusione della cultura e rendere
                                                                                  ­saliti alle stelle. Contemporaneamente           i loro fondi il più possibile accessibili
                                               sdo216, https://de.wikipedia.org

                                                                                   a questa evoluzione, è in aumento il             liberamente. Ogni furto perpetrato in
                                                                                                                                    ­
                                                                                   commercio illegale su un mercato                 un museo accresce la paura del colpo
                                                                                   ­parallelo, ormai dotato di una propria          successivo. Più aumentano le misure di
                                                                                    organizzazione. Le conseguenze sono             prevenzione e sicurezza, più ne risentono
                                                                                    furti, rapine, estorsioni, falsificazioni,      anche i visitatori a cui viene a mancare
                                                                                    riciclaggio di denaro, contrabbando,            l’immediatezza dell’esperienza artisti­
Probabilmente, la moneta d’oro “Big                                                 saccheggi e distruzione di siti archeolo­       ca. E i costi aggiuntivi che i musei devo­
Maple Leaf” (la grande foglia d’acero), del                                         gici. Secondo Interpol, il commercio            no accollarsi si moltiplicano sempre
peso di circa cento chili, è già stata fusa.                                        illegale di beni culturali costituisce
                                                                                    ­                                               più, a scapito dell’arte.

                                                                                                                                   INFO PSC 2 | 2020                         5
Tema L'arte e la criminalità 2
L’ARTE E LA CRIMINALITÀ

«Perché ci vuole arte dietro                                                                «Sì, è proprio come alla scuola dell’in­
                                                                                            fanzia. È da lì che iniziamo. È da lì che

le sbarre, Signor Stähli?»
                                                                                            riprendiamo. Giochiamo un po’.». Que­
                                                                                            sto era il mio approccio. E nel mio labo­
                                                                                            ratorio arrivavano regolarmente donne
                                                                                            che poi scoprivano di avere davvero un

Per ventisette anni, Peter Stähli ha condotto il                                            talento. Donne che non avrebbero mai
                                                                                            pensato di saper fare una cosa del
­laboratorio di ceramica nel carcere femminile di                                           genere, e che poi si sono veramente
                                                                                            ­
 Hindelbank, nei pressi di Berna. In un’intervista                                          appassionate a questa attività. Dopo
 spiega quanto questa attività sia stata importante                                         aver scontato tre o quattro anni di pri­
                                                                                            gione, alcune di loro hanno poi avviato il
 per la ­risocializzazione delle carcerate (e quindi per                                    proprio laboratorio e oggi espongono
 la prevenzione della criminalità), cosa distingue                                          addirittura le proprie opere.
 l’artigianato dall’arte e perché con la chiusura di
                                                                                             Il lavoro era volontario? Le detenute era­
 questo laboratorio, nel 2017, ancora una volta si è                                         no libere di scegliere le proprie attività?
 molto probabilmente risparmiato al posto sbagliato.                                         No. Di norma, il lavoro non era volonta­
                                                                                             rio. Le donne erano collocate dove c’era
                                                                                            bisogno di loro. Quando la lavanderia era
Signor Stähli, perché è importante avere      A chi viene nel mio laboratorio posso         a corto di persone, le nuove arrivate ve­
un laboratorio di ceramica in un carcere      proporre tutto un ventaglio di lavori da      nivano assegnate lì. Ma negli ultimi anni
femminile? Qual è l’idea alla base?           svolgere: da quelli più semplici a quelli     sono arrivate sempre più donne così
Nel carcere femminile di Hindelbank, ci       altamente complessi. Nel mio labora­          ­provate fisicamente o psicologicamente
sono vari laboratori, fra cui quello di       torio venivano spesso donne che non            che non potevano assolutamente essere
ceramica. Poi c’è anche una lavanderia,       avevano mai avuto a che fare prima             messe in altri laboratori. Occorreva per
un laboratorio di cartonaggio, un orto,       d’allora con questo materiale e che            così dire aiutarle a ricostruirsi partendo
un economato, la cucina naturalmente          quindi ne avevano anche grande rispet­         dal basso, ossia affidando loro lavori
e un laboratorio di cucito. Ma solo il        to. L’ultima volta che avevano giocato         molto semplici. E un laboratorio di cera­
­laboratorio di ceramica offre la possi­      con l’argilla era forse stato alla scuola      mica offre proprio questa possibilità.
 bilità di produrre autonomamente un          dell’infanzia e da allora mai più. «Non
 oggetto dall’inizio alla fine. Dapprima si   sono comunque capace.», era il ritor­         Ci sono state anche donne che hanno
 ha davanti a sé solo un pezzo di argilla,    nello che si sentiva regolarmente. E il       detto: «Voglio assolutamente frequentare
 ma dopo qualche ora o giorno, o forse        mio compito consisteva allora nel dire:       il laboratorio di ceramica»?
 dopo una settimana, si ha davanti a sé
 un oggetto finito. Un oggetto fatto con
 le proprie mani e che si può ammirare.
 È questo processo ad essere impor­
 tante. In sostanza, ogni lavoro svolto
 nei laboratori ha un proprio carattere
 agogico. Ma il lavoro creativo svolto in
 un laboratorio di ceramica permette
 di a­ rricchire notevolmente la persona
 nella sua globalità: qui si è molto più
 coinvolti rispetto a quando si esegue un
 semplice, per non dire stupido, lavoro
 di piegatura in un laboratorio di carto­
 naggio. Si impara a conoscere se ­stessi,
 è inevitabile, e si tira fuori qualcosa da
 se stessi. Naturalmente, si può ­anche
                                                                                                                                       Peter Stähli

 provare frustrazione, gioia, l’intera
 gamma di sentimenti. Questo è già di
 per sé un aspetto molto prezioso.            Esposizione nel parco del castello in cui ha sede il carcere femminile di Hindelbank.

6                   INFO PSC 2 | 2020
Tema L'arte e la criminalità 2
L’ARTE E LA CRIMINALITÀ

Sì. Ci sono state. Ci si poteva iscrivere,
poi si era messi in lista d’attesa e quan­
do si liberava un posto, si poteva venire
a dare una prima occhiata in giro per
farsi un’idea.

Come ha insegnato a fare ceramica
alle partecipanti?
Vicino all’entrata del laboratorio avevo
affisso un cartello su cui c’era scritto:
«Chi la ceramica inizia a lavorare, non
deve temere di sbagliare.». Ed è iniziata
proprio così. Ho cercato di creare meno
pressione possibile: «Ci provi! Si diver­
ta un po’, non pensi al risultato. Inizi col
­capire com’è fatto il materiale! Qui c’è
 anche una biblioteca. Può dare un’occhia­
 ta. Scopra tutto quello che si può fare.».
 Inoltre, c’erano già cinque o sei altre
 ­detenute che facevano ceramica da più
  tempo a cui le nuove arrivate pote­vano
  fare riferimento. E ogni volta che mi
  ­accorgevo che il lavoro era arrivato ad
   un punto morto, il mio compito era
   spronarle di nuovo. Solo leggermente,
   senza inter­ferire con la loro autonomia.

Che interesse ha suscitato il laboratorio
di ceramica? Com’è stata accettata
quest’offerta?
Il laboratorio di ceramica era molto, ve­
ramente molto apprezzato. Questo lavo­
ro permetteva di creare in qualche modo
un piccolo spazio di libertà, che altrimenti
non si ha quando ci si deve attenere alle
procedure così regolamentate della vita
in prigione. A ciò si aggiungeva la libertà
artistica. Non ho mai detto: «Oggi si fa
questo e poi quello.», bensì tutte aveva­
no la libertà di scelta. Questa poca liber­
tà era molto importante per tante donne.
Raramente ho visto una donna dire,
dopo aver iniziato a fare la ceramica:
«No, no, quest’attività non fa per me!».

Una piccola domanda in relazione con
il concetto di arte: secondo lei, dove
si s­ itua il confine tra arte e artigianato?
Si faceva arte nel suo laboratorio?
Cos’è l’arte?
                                                                                                                                  m.a.d.

Beh, una definizione semplice sarebbe
la seguente: se in casa un determinato          Il ceramista Peter Stähli accanto alla figura di una donna a grandezza naturale
oggetto non può essere utilizzato come          ­realizzata nel laboratorio di ceramica del carcere femminile di Hindelbank.

                                                                                             INFO PSC 2 | 2020                    7
Tema L'arte e la criminalità 2
L’ARTE E LA CRIMINALITÀ

                                                                                                     razioni erano talvolta così audaci che io
                                                                                                     stesso non avrei mai osato realizzarle,
                                                                                                     ma i soggetti erano stati creati da que­
                                                                                                     ste donne. Quella è stata un’esposizio­
                                                                                                     ne che ha avuto un grande successo e
                                                                                                     le opere realizzate sono andate a ruba.

                                                                                                     Il ricavato è andato a beneficio delle
                                                                                                     donne stesse?
                                                                                                     No. Ogni donna riceve uno stipendio fisso.
                                                                                                     Non era possibile versare loro il ricavato
                                                                                                     delle vendite perché altrimenti le donne
                                                                                                     del laboratorio di ceramica avrebbero
                                                                                                     ricevuto un trattamento preferenziale.
                                                                                                     Ma sapevano che le loro opere ora face­
                                                                                                     vano bella figura nel salotto di qual­
                                                                                                     cuno, e questo le rendeva orgogliose.

                                                                                      Peter Stähli
                                                                                                     Erano pure stati pubblicati alcuni arti­
                                                                                                     coli di giornale, e questo aveva davvero
Figure create nell’ambito del progetto “Donne forti”.                                                incoraggiato alcune delle detenute a
                                                                                                     continuare a fare ceramica nei loro
                                                                                                     ­paesi d’origine, una volta scarcerate.
tazza, ciotola, vaso, allora probabilmen­     questo? Complimenti. È bellissimo!».
te è arte. Dev’essere arte. Qualcuno,         E chi ha realizzato un oggetto artistico               Ho sentito che il laboratorio di ceramica
una volta, ha detto: «So esattamente          ne è poi anche entusiasta, perché non                  del carcere di Hindelbank è stato chiuso.
cos’è l’arte. A meno che non me lo si         immaginava di saper fare una cosa                      Perché?
chieda.». La penso allo stesso modo.          del genere autonomamente. Per questo                   Sì, ed è un vero peccato! È una questio­
                                              motivo fare ceramica è un’esperienza                   ne strettamente politica, nel senso che
Il suo lavoro come influenza positiva­        preziosa. È di per sé fare il passo e                  le pubbliche amministrazioni devono
mente la personalità complessiva delle        svolgere un lavoro piacevole! Molte                    attuare ovunque programmi di auste­
partecipanti? Ritiene che il laboratorio      delle detenute che venivano nel mio                    rità. Ma già in passato il laboratorio di
di ceramica abbia fornito un contributo       l aboratorio non avevano mai lavorato
                                              ­                                                      cartonaggio, ora chiamato Packwerk,
importante alla loro risocializzazione?       prima o avevano generalmente un pes­                   era stato ampliato e aveva quindi biso­
E se sì, cos’è successo alle donne che        simo rapporto con il lavoro. Poi si sono               gno di spazi sempre più grandi. Poi ci
vi partecipavano a livello psicologico?       rese conto improvvisamente che fare                    volevano anche altri locali per organiz­
Non voglio per forza competere con gli        un lavoro può anche essere piacevole:                  zare i vari corsi di formazione continua.
altri laboratori, che naturalmente dan­       questa è una grande lezione di vita!                   Il laboratorio di ceramica si trovava per
no il massimo nel perseguire l’obiettivo                                                             così dire fra l’incudine e il martello, e
di risocializzazione. Ma penso che la         Quali sono stati i suoi momenti salienti               quando il vecchio ceramista “è uscito di
possibilità di fare ceramica sia di gran      in tutti questi anni?                                  scena”, ci si è molto rapidamente acca­
lunga più stimolante e gratificante,          Nel periodo prenatalizio veniva orga­                  parrarti il suo locale.
perché questa attività permette sem­          nizzato il mercatino, e ogni due o tre
pre di vedere subito il frutto del proprio    anni c’erano anche esposizioni aperte                  Sembra quasi lo scenario di un film
lavoro. Si realizza un’opera nella sua        al pubblico. In quelle occasioni abbiamo               dell’orrore: la piccola cellula creativa
globalità, e non solo una parte di essa.      sempre avuto un’ottima eco, e siamo                    ­finisce semplicemente nelle fauci del
Non si è solo un piccolo ingranaggio in       pure riusciti a vendere molte opere.                    malvagio laboratorio di cartonaggio,
un sistema più grande, non si è alla          Una volta abbiamo scelto il tema delle                  della politica sbagliata e della vorace
catena di montaggio. Questo aspetto
­                                             “Donne forti”, e a quel tempo diverse                   formazione continua. Così si è di nuovo
è essenziale per la personalità. Per          donne africane, americane, una tede­                    gettato alle ortiche un pezzetto di anima?
molte donne che hanno poca autostima,         sca e una sudamericana frequentavano                    È proprio così! Il vuoto si sta allargando.
è anche importante produrre qualcosa          il laboratorio. Sono così state create
che possa suscitare reazioni positive         ­figure che rappresentavano il loro back­              Signor Stähli, grazie mille per questa
attorno a sé: «Oh, sei stata tu a fare         ground culturale. Alcune delle raffigu­               franca chiacchierata!

8                   INFO PSC 2 | 2020
Tema L'arte e la criminalità 2
L’ARTE E LA CRIMINALITÀ

In questo numero, abbiamo il piacere di proporvi                                          dità. La sua camicetta è tutta appicci­
                                                                                          cata alla pelle della schiena. Beve un
un breve racconto poliziesco della nota autrice                                           sorso d’acqua e si volta verso l’impu­
svizzera Petra Ivanov in relazione con il tema                                            tato. Osmani siede sul bordo della
“La criminalità nella letteratura”.                                                       ­sedia, le mani conserte, con le nocche
                                                                                           tutte bianche. Regina si china in
                                                                                           avanti. «Le chiedo di descrivermi di
                                                                                           nuovo come è entrato nella gioielle­
                                                                                           ria.» Il difensore dà un’occhiata al suo
                                                                                           orologio. Besnik Osmani fissa un
La confessione                              badi, il lido delle donne, l’odore delle
                                            assi di legno umide e il dondolio della
                                                                                           punto sul muro. «Sono entrato per
                                                                                           primo.», dice in un tedesco stentato.
«Sono stato io.» La procuratrice Regina     chiatta, gli ultimi raggi di sole che          «Ho estratto la mia pistola e l’ho
Flint si appoggia allo schienale della      ­illuminano d’oro il Grossmünster, la          puntata contro l’uomo dietro il banco
sua sedia. Quante volte ha desiderato        cattedrale di Zurigo. Per mesi ha fatto       vetrina in cui erano esposti i gioielli.»
che gli imputati si assumessero la re­       gli straordinari. A volte le sembra di
sponsabilità dei loro atti, confessas­       essere una staffettista senza compagni
sero, scontassero la loro pena e impa­       di squadra pronti a riprendere il testi­     «Un momento»,
rassero dai propri errori. Ma general­       mone. I suoi colleghi le consigliano         lo interrompe Regina. «Nella dichia­
mente le persone negano le accuse che          di prendere il lavoro meno sul serio,      razione fatta in polizia ha detto di
vengono loro mosse. Oppure raccon­             di non concentrarsi su ogni inezia, di     essere entrato nel negozio con la
                                                                                          ­
tano storie che non stanno né in cielo         non vagliare ogni dettaglio. È proprio     ­pistola in mano.» «Sì.» «Ora, qual è
né in terra, incolpando altri. Non è           quello che si ripromette di fare ogni       la ver­sione giusta?» «Avevo la pistola
invece il caso di Besnik Osmani.               venerdì, quando esce dall’ufficio esau­     in mano.» «Quando l’ha estratta?»
Regina osserva il giovane kosovaro.
­                                            sta. Ma il lunedì successivo, quando si       «Quando sono entrato. L’ho estratta
I peli ispidi della sua barba non rie­       ritrova di fronte a una persona che è         dalla tasca dei miei pantaloni.» «La
scono a nascondere i suoi tratti giova­      stata minacciata, derubata o addirit­         destra o la sinistra?» «La …» Osmani
nili. Ha un corpo allampanato, il viso       tura ferita, i suoi buoni propositi fini­     vacilla. «La destra.» «Quando l’ha in­
solcato dai segni dell’acne. Non ha          scono nel dimenticatoio. Potrebbe             filata in tasca?» «Quando?» «Sì, a q­ uale
precedenti. Non ha neppure problemi          quindi rallegrarsi della confessione di       momento?» «Alle 14.00.» «Ossia
di soldi. Ha però rapinato una gioiel­       Besnik Osmani. Il kosovaro ha am­             quando era ancora a casa, prima di
leria nella Bahnhofstrasse di Zurigo.        messo fin dall’inizio di aver fatto           partire?» «Sì.» «La pistola era carica in
Una telecamera di sorveglianza ha            ­irruzione nella gioielleria l’8 febbraio     quel momento?» «Sì.» «Qui c’è scritto
ripreso il crimine, e il capobanda,
­                                             e di aver costretto il proprietario a        che la pistola non era carica quando
Fatmir Shala, di 24 anni, è stato iden­       consegnargli gioielli per un valore di       è entrato nella gioielleria.» Osmani
tificato da un investigatore. Quando          147 000 franchi. Come movente ha             inizia a far ballare nervosamente la
                                                                                           ­
quest’ultimo è confrontato con le             addirittura addotto che lavorare come        gamba. «Pensavo non fosse carica, ma
­riprese, rivela senza esitazione il nome     addetto alle pulizie era troppo fatico­      lo era.» «Mi spieghi questa cosa.» «Ho
 del suo complice. Osmani non ha              so per lui. Il suo difensore d’ufficio,      scordato che era carica.» Regina vede
 protestato quando è stato arrestato          un avvocato panciuto e dall’aria spos­       davanti a sé i due piatti della bilancia.
 poco dopo a Zurigo-Altstetten, al suo        sata, tace. Un altro caso raro. Regina       Quello di sinistra contiene le doman­
 luogo di lavoro, un’impresa di pulizie.      lo osserva, seduto al tavolo dell’inter­     de, quello di destra le risposte. Il
 Durante il tragitto verso il carcere         rogatorio come fosse un ospite in            ­piatto di sinistra diventa sempre più
 pretoriale, dice solo tre parole: «Sono      ­visita. Come sarebbe facile chiudere         pesante. Perché Osmani tira fuori
                                                                                            ­
 stato io.». Fa insolitamente caldo quel       questa indagine e stilare l’atto d’accu­     ­informazioni solo quando lei lo mette
 pomeriggio di maggio. Le foglie della         sa. Zurigo è ripetutamente teatro             a confronto con i fatti? Normalmente,
 yucca in un angolo dell’ufficio stanno        di rapine sensazionali che prendono           i rei confessi cercano di giustificarsi.
 appassendo. Regina si toglie una cioc­        di mira soprattutto le gioiellerie della      Parlano e parlano, sperando di essere
 ca di capelli dal viso. Dice a se stessa      Bahnhofstrasse. Ma c’è qualcosa nella         condannati ad una pena blanda. A
 che se Osmani si atterrà alla sua             storia di Osmani che non convince             volte cercano addirittura di ottenere
 ­dichiarazione, oggi potrà uscire prima       Regina. Non sa dire né cosa, né per­          la grazia. Regina finge di studiare il
  dall’ufficio. Si immagina le rive della      ché. Intuizione? Esperienza? Regina           rapporto di polizia. Osserva Osmani
  Limmat, l’atmosfera serale al Frauen­        sa solo che deve scavare più in profon­       con la coda dell’occhio. Il kosovaro si

                                                                                          INFO PSC 2 | 2020                        9
Tema L'arte e la criminalità 2
L’ARTE E LA CRIMINALITÀ

passa la lingua sulle labbra. Non ­tocca         di condurre.» «Ma io so guidare.»              glio. «Ha importanza? Il mio cliente
mai il bicchiere dell’acqua. «Se ho              «Perché era al volante?» «Io so guida­         ha confessato il crimine.» Regina
capito bene…», dichiara Regina,
­                                                re», ripete. «Mi spieghi che strada ha         continua a fissare Osmani. «Guidan­
«… si è infilato una pistola carica              fatto.» «Ho preso la Dübendorfer­              do senza patente, ha corso un bel
nella tasca posteriore dei pantaloni,
­                                                strasse, in direzione della Schwamen­          ­rischio. Avrebbe potuto imbattersi in
si è poi messo al volante di un’auto             dingerplatz. Poi ho attraverso la galle­        un controllo di polizia. L’intero piano
rubata, ha guidato da Zurigo-­
­                                                ria del Milchbuck. Quindi ho prose­             sarebbe saltato.» «Guido meglio di
Schwamendingen nel centro città                  guito lungo la Limmat. Ho girato a              Fatmir.» Regina dà una rapida
senza mai pensare che potesse partire            destra verso la stazione ferroviaria            ­occhiata ai suoi documenti. «Fatmir
un colpo?» Osmani si tocca il primo              principale passando lungo il Bahn­               Shala ha la licenza di condurre da
bottone della camicia, troppo grande             hof­quai. Giunto in Uraniastrasse, ho            cinque anni.» «Non ne so nulla.» «Ma
per lui. Macchie di sudore tingono               voltato a destra sulla Sihlstrasse in            io sì.» Osmani arrossisce come un
di scuro il tessuto sotto le ascelle.            direzione Talacker.» La voce di
                                                 ­                                                bambino preso in castagna. Regina si
«Signor Osmani?» «Ho fatto così!»
­                                                Osmani sembra quella di un naviga­               dice che avrebbe forse dovuto insi­
«Qui c’è scritto che non ha la licenza           tore. Il difensore trattiene uno sbadi­          stere per avere un interprete, anche se

 «Cerco di favorire la comprensione.»
                                                 cosa saranno confrontati. Posso così           non significa che mi senta limitata.
                                                 introdurre un argomento passo dopo             Ogni personaggio, immaginario o reale
                                                 passo dal punto di vista dell’investiga­       che sia, deve agire in base al suo
                                                 tore.                                          carattere e alle sue possibilità. Può
                                                                                                ­
                                                                                                sempre evolvere solo all’interno di un
                                                 2. Nei suoi testi persegue anche un            ambiente ben definito, poco importa
                                                 obiettivo educativo? E, in caso affer­         che sia realistico o meno, altrimenti
                                                 mativo, in che modo?                           perde la sua credibilità. Anche gli au­
                                                 Cerco di favorire la comprensione e di         tori di romanzi fantasy sottostanno a
                                                 promuovere la tolleranza, senza però           limiti.
                                                 prendere una posizione personale né
                                                 proporre soluzioni. I miei personaggi          4. Come svolge le sue ricerche inerenti
                                                 rappresentano punti di vista diversi. Il       al lavoro di polizia e magistratura?
                                        m.a.d.

                                                 cambio di prospettiva permette di ap­          Leggo molto, partecipo a eventi, quan­
                                                 profondire temi che polarizzano.               do è possibile accompagno gli speciali­
 Cinque domande a Petra Ivanov, nota                                                            sti e pongo molte, molte domande.
 autrice svizzera di molti racconti e            3. Ovviamente, per lei è importante
 ­romanzi (polizieschi) di successo e de         ­presentare ai lettori una narrazione          5. Qual è il suo rapporto con la giustizia
  “La confessione”, racconto breve pub­           ­realistica. Questo la limita nella descri­   e la polizia?
  blicato in questo numero di Info PSC             zione dei personaggi e dello sviluppo        Apprezzo molto l’aiuto fornitomi senza
  sul tema “La criminalità nella lettera­          della storia?                                complicazioni e con benevolenza. Le
  tura”. www.petraivanov.ch                        È esatto, il mio intento è creare un am­     correzioni che ricevo da persone che
                                                   biente realistico. Lo definisco lo scena­    lavorano in magistratura e polizia, ma
 1. Cosa l’affascina nel genere del                rio che costruisco a partire dai fatti       anche nei settori della medicina legale,
 ­romanzo poliziesco?                              (procedure di polizia, codice di proce­      della criminologia, nonché da avvocati
  Il romanzo poliziesco fa luce sui lati           dura penale, ambientazioni, problemi         e da molti altri specialisti migliorano la
  oscuri della società e mette a fuoco             sociali, ecc.). Ma i personaggi che en­      qualità dei miei libri. A volte mi sugge­
  i suoi mali. All’inizio di un romanzo,           trano in scena sono fittizi. Anche se        riscono addirittura idee del tutto ina­
  i miei protagonisti spesso non sanno a           l’ambiente fosse del tutto inventato, ciò    spettate.

10                 INFO PSC 2 | 2020
L’ARTE E LA CRIMINALITÀ

 il kosovaro sosteneva di non averne         «E Artan è suo fratello maggiore?»            cambia. I suoi occhi riprendono vita,
 bisogno. La sua deposizione sarebbe         «No, quello è Mentor.» Regina ripen­          raddrizza la schiena. «Farò anch’io la
 più comprensibile se la facesse in          sa alle condizioni di vita di Besnik          patente di gruista!» Regina sorride.
 alba­nese? Si torce le mani, un gesto       Osmani. Terzo di cinque figli, è nato in      «Le piace quel lavoro?» «Sì.» «Va d’ac­
 che Regina osserva spesso quando la         un villaggio di montagna nel ­Kosovo          cordo con suo padre?» «Cosa intende
 persona che ha di fronte lotta con se         sudoccidentale. Quando ­     Besnik ha      dire?» «È giunto in Svizzera all’età di
 stessa in cerca di una risposta. Nella        quattro anni suo padre lascia il paese      quindici anni.» Osmani non capisce
 sua mente ripercorre i fatti: sta pro­        per cercare lavoro in Svizzera. In se­      dove la procuratrice vuole andare a
 gettando di commettere una rapina.            guito fa venire sua moglie, i suoi due      parare. «Cosa ha provato quando suo
 Per farlo, carica la pistola, la infila       figli Mentor e Artan e la figlia Dafina     padre l’ha lasciata in Kosovo?» «Baba
 nella tasca dei pantaloni e lascia il suo     in Svizzera. Besnik e la sorella minore     ci mandava del denaro.» Lo dice con
 appartamento a Zurigo-Schwamendin­            rimangono dai nonni, dove lavorano          una tale naturalezza da non lasciare
gen. La Volkswagen, che ha rubato la           nei campi, si occupano del bestiame e       dubbi sul fatto di aver accettato il suo
sera prima, è parcheggiata a 400 metri         si prendono cura degli altri parenti        destino. Regina si meraviglia del suo
da casa sua, alla stazione di Stettbach,       più anziani. Besnik ha frequentato la       fatalismo. «Avrebbe voluto che l’aves­
al confine con Dübendorf. Osmani               scuola solo fino alla sesta elementare.     se fatta venire in Svizzera al posto di
sale in auto e torna a Schwamen­               Regina osserva il giovane. Lo ha se­        Mentor o Artan?» Osmani la guarda
dingen, dove lo aspetta Fatmir Shala.          gnato il fatto di essere stato lasciato     con stupore. «I miei fratelli sono più
Regina s’interrompe. Perché Shala,             dai nonni? Sentiva la mancanza dei          grandi.» «Non Dafina.», puntualizza
che ha sei anni più di Osmani, lo sta­         suoi genitori? O i suoi familiari basta­    Regina. «Dafina aiuta in casa.» Den­
va aspettando? Non era la prima volta          vano a sostituirli? Perché suo padre ha     tro di sé Regina scuote la testa.
che Shala commetteva un crimine.               fatto venire in Svizzera solo Mentor,       Osmani sembra dare per scontata la
Già da giovane era noto alla polizia.          Artan e Dafina? Regina pensa alla           rigida gerarchia che regna all’interno
All’età di vent’anni è stato condan­           propria infanzia. Anche se fin da           della sua famiglia. Quando lei gli
nato a una pena sospesa condizional­           ­piccola aveva dovuto sbrigare svariate     chiede di raccontarle dei suoi fratelli,
mente per furto con scasso, seguita da          faccende domestiche in casa, aveva         dalla sua voce trapela un senso di
sanzioni per furto, possesso illegale di        sempre avuto tempo a sufficienza per       profondo rispetto. Spiega che Mentor
armi e vari reati in materia di circola­        essere una bambina. I suoi genitori        ha già tre figli e una BMW, e che
zione stradale. Shala non rinunce­              facevano in modo che non le man­           ­A rtan è stato recentemente promosso
rebbe mai a controllare le operazioni,          casse nulla e che potesse sviluppare il     capo reparto alla Migros City in
lasciando a Osmani il compito di
­                                               suo potenziale. Che differenza con          Löwenstrasse. «Cosa fa Mentor?»
­scegliere il veicolo per fuggire. E non        l’infanzia vissuta da Besnik Osmani:        «Presto avrà un lavoro da un impren­
 aspetterebbe neppure che quest’ulti­           aveva un ruolo da svolgere, che gli         ditore.» «Presto? Dove lavora adesso?»
 mo venga a prenderlo. Regina mette             piacesse o meno. I suoi desideri erano      «Sta prendendo contatti. È impor­
 da parte le domande che ha preparato.          subordinati a quelli della famiglia.        tante nel suo settore d’attività.» «In
 «Signor Osmani, descriva il suo rap­           «È esatto che vive con i suoi genitori a    quale settore lavora?» «Importazioni
 porto con Fatmir Shala.» Osmani                Schwamendingen?», chiede Regina.            ed esportazioni.» Refurtiva, presume
 non capisce cosa la procuratrice si            Osmani annuisce. «Anche i suoi fra­         Regina quando pensa alla costosa
 aspetti da lui. «È un amico di Fatmir       telli e la sua sorella vivono con loro?»       auto che Mentor guida. O droga? Può
 Shala?» «Sì.» Osmani si corregge.           «Solo Dafina». «Dove vivono i suoi             darsi che Besnik abbia visto quanto
 «Un po’». Regina aggrotta la fronte.        fratelli?» «Artan e Mentor sono sposati.       sia facile fare soldi in questo modo.
 «Può essere più preciso?» «L’ho incon­      Artan vive nella casa accanto, Mentor          È per questo motivo che ha accettato
 trato qualche volta.» «Cosa facevate        a Dübendorf.» «Mi parli dei suoi               di rapinare la gioielleria con Fatmir
 insieme?» «Andavamo a bere qual­            ­genitori.» Osmani la fissa. «Leggo che        Shala? È forse stato addirittura Men­
 cosa, a guardare una partita di calcio,      suo padre lavora nell’edilizia.», gli         tor ad incitarlo? Per Regina è ormai
 da amici.» «Solo voi due?» «No.»             dice Regina per incoraggiarlo. «Cosa          chiaro che non può essere stato ­Besnik
                                              fa esattamente?» «Fa il gruista.»,            ad aver avuto questa idea. Si chiede se
                                              ­risponde prontamente Osmani. «Un             suo padre sapesse dei suoi piani.
«Chi altro c’era con voi?»                     lavoro impegnativo.», afferma Regina         Trova difficile credere che B
                                                                                            ­                                ­esnik
«Mio fratello Mentor.» «Solo Mentor?»          sentendo l’orgoglio nella voce di            ­farebbe qualcosa contro la sua volon­
«A volte anche Artan o Shpend».                Osmani. «Lavora in una gru a torre.           tà. Lo ammira troppo. Un pensiero le
­Regina alza la mano. «Piano…piano.             È molto bravo.» «È mai stato lassù?»         passa per la testa: genitori…, quando
 Chi è Shpend?» «Il cugino di Fatmir.»          L’espressione sul volto di Osmani            finirà la loro influenza? Anche da

                                                                                           INFO PSC 2 | 2020                    11
L’ARTE E LA CRIMINALITÀ

adulti, cerchiamo ancora la loro ap­            ha parlato solo di due uomini. Potreb­       tempo prima. Regina se lo immagina
provazione. In questo rapporto si               be essere stato anche lui coinvolto          mentre aspetta per undici mesi la
­rimane bambini per tutta la vita. È            nella rapina? Forse c’è addirit­      tura   ­tanto agognata visita. Per cinque set­
 per questo che Osmani vuole diven­             ­dietro il proprietario della gioielleria.    timane prende in famiglia il posto
 tare gruista? Pensa così di avvicinarsi         Il franco forte sta causando problemi        che gli spetta. Poi viene abbandonato
 a suo padre facendo lo stesso lavoro?           a molti commerci. Un aiutino da              per undici mesi. Anno dopo anno.
 Perché mette a rischio questo suo               parte della società di assicurazione
                                                 ­                                            «Perché non poteva seguirlo in Sviz­
 ­sogno commettendo un reato? Regina             non guasterebbe. «Cosa ha fatto dopo         zera?» «La Svizzera è costosa. Non
  sfoglia i documenti. Osmani non ha             aver messo i gioielli nella borsa?», pro­    c’erano abbastanza soldi per tutti
                                                                                              ­
  debiti, ha uno stile di vita modesto.          segue Regina. «Sono scappato verso la        noi. E l’appartamento era troppo pic­
  Il suo superiore lo descrive come co­          porta in direzione dell’auto. Poi ho         colo.» «I fratelli maggiori avevano
  scienzioso e gran lavoratore. I clienti        messo in moto e sono andato via.»,           la precedenza.», riassume Regina.
  sono soddisfatti delle sue prestazioni.        dichiara Osmani senza esitazione.            «E Dafina, perché ci voleva qualcuno
  Secondo i colleghi di lavoro, Osmani           «Dov’era esattamente l’auto?» «In            che aiutasse in casa.» «Ovviamente.»
  è gentile. Non ha una donna a cui              Bahnhofstrasse.» «Nella zona con un          «Sì, ovviamente.» Osmani non si ac­
  potrebbe regalare i gioielli rubati. Il        divieto di circolazione?» «No, in una        corge d­ ell’ironia nella voce di Regina
  suo difensore distoglie Regina dai             strada parallela.» «Vicino alla confet­      che improvvisamente si vergogna.
  suoi pensieri. «Non capisco dove vuo­          teria Sprüngli?» «Sì.» «Di nuovo una         Non sta a lei mettere in discussione
  le andare a parare con queste doman­           dichiarazione che non sta in piedi.          gli usi e i costumi di un’altra cultura.
  de. Il mio cliente ha confessato. È            La confetteria si trova direttamente         Forse era del tutto normale per i fra­
  pronto a rispondere per il reato che ha        in Paradeplatz, il nodo stradale prin­       telli minori rimanere dai nonni. Da
  commesso. Nevvero, Signor Osmani?»             ci­pale della rete dei tram zurighesi.       bambina, lei stessa soffriva quando
  Besnik Osmani annuisce. La vita               Lì le auto non possono circolare.             doveva andare al campo da sci per
  scompare dal suo volto. È come se il          «Come ha reagito l’impiegato quando           una settimana. Ancora oggi sente
  suo difensore avesse staccato la spina        è fuggito?», insiste Regina. «Lui... non      la malinconia che la teneva sveglia
  con la sua domanda e lo avesse spento.        ci ha fermato.» «Ha detto qualcosa?»          di notte, la solitudine che provava il
  Regina chiede a Osmani di descrivere          «N-no.» «Qui c’è scritto che ha grida­        mattino quando apriva gli occhi e si
  l’esatto svolgimento della rapina. Senza     to Fermatevi.» Regina mente. «È vero,          rendeva conto di essere lontana da
  batter ciglio racconta come ha pun­         me l’ero scordato.» Regina lascia               casa. Era l’ambiente familiare a man­
  tato la pistola contro il venditore e gli   ­perdere. Osmani non farà altro che             carle, l’odore del detergente al limone,
  ha ordinato di aprire la vetrina e di        continuare a cadere in contraddizio­           il guanto di spugna sulla sua guancia,
  consegnargli i gioielli. «A chi li ha        ne. Ha sentito abbastanza bugie. Ora           il segnale del passaggio a livello sulla
  consegnati?» Osmani esita. «A Fatmir.»       vuole sapere cos’è successo veramente.         linea del treno dell’Uetliberg. Besnik
                                               È inutile fare domande sulla rapina.           Osmani si sentiva davvero a casa sua
                                               Deve continuare ad insistere sui punti         in Kosovo? O avrebbe preferito stare
«Come li ha portati via?»                      sui quali può colpire nel segno. «Mi           con i suoi genitori in Svizzera? Al suo
Osmani tace. Regina si china in avan­          racconti di più di suo padre.» Osmani          posto, Regina avrebbe provato rabbia,
ti. «Fatmir ha usato il sacco di plastica      ammicca. «Fa il gruista.», ripete. «Le         ma Osmani non mette in discussione
che aveva portato con sé a tale scopo?»        faceva visita in Kosovo quando era             il suo destino. Un pensiero comincia
Osmani annuisce, visibilmente solle­           piccolo?» «Veniva ogni estate con              a prender forma nella mente Regina.
vato. Regina si appoggia nuovamente            ­A rtan, Mentor, Dafina e mia madre.           «Mi racconti di più di suo fratello
allo schienale della sedia. L’impiegato         Rimanevano per cinque settimane. Lì           Mentor. Ha detto che aveva un lavoro
della gioielleria ha raccontato che             abbiamo una nostra casa. L’abbiamo            in vista. Attualmente non lavora?»
Shala aveva con sé una borsa da sport           costruita insieme.» «Com’era per lei          «A volte sbriga dei lavori per degli
scura che ha appoggiato sul banco               rivedere i suoi genitori e i suoi fratelli    amici». «Importazioni ed esporta­
­vetrina. Il filmato della telecamera di        dopo tanto tempo?» «Bello.» Regina            zioni?», chiede Regina seccamente.
 sorveglianza conferma la sua dichia­           tace e Osmani continua. «Mio padre            Osmani annuisce. «Che formazione
 razione. Non si è mai parlato di un            mi portava dei doni. Una pistola ad           ha fatto inizialmente? «Voleva fare il
 sacco di plastica. Il piatto sinistro          acqua, una volta addirittura un’auto          capomastro.» «Però?» Osmani alza le
 della bilancia diventa sempre più pe­          telecomandata.» L’espressione sul viso        spalle. «Non lo so.» «Ha avuto delle
 sante. Perché Osmani sta mentendo?             di Osmani cambia impercettibilmen­            difficoltà?» Osmani comincia a tor­
 Cosa cerca di nascondere? Sta proteg­          te. I suoi lineamenti si addolciscono.        cersi le mani. «Sua moglie ha avuto
 gendo un altro complice? L’impiegato           Riappare il ragazzo che era solo poco         un bambino». «Come ha reagito suo

12                  INFO PSC 2 | 2020
L’ARTE E LA CRIMINALITÀ

padre?» «Era felice. Gli ha cercato un       le ha ordinato di prendersi la colpa al         Si sente come un pescatore con un
lavoro.» «Mentor non ha finito la sua        posto di Mentor?», chiede a bassa               ­grosso pesce all’amo, che non è però
formazione?» «È andato a scuola.»            voce. Osmani si irrigidisce. Il suo              sicuro della resistenza della lenza.
«Come erano i suoi risultati scola­          ­difensore si raddrizza. «Perché Men­            Vede Osmani in lotta con se stesso.
stici?» Osmani alza di nuovo le spalle.       tor, come primogenito, occupa un                «Il gruista è una splendida profes­
La vita della famiglia di Osmani              posto speciale in famiglia?» Osmani             sione.», dice a bassa voce. «Potrebbe
­inizia a prender forma nella mente di        trema quasi impercettibilmente. Sem­            sostenere l’esame.» La macchina del
 Regina. Probabilmente i risultati sco­       bra vulnerabile, e Regina si chiede             caffè ronza nell’adiacente sala ristoro.
 lastici di Mentor avevano lasciato           come qualcuno possa crederlo capace             Una mosca passeggia sulla scrivania.
 molto a ­desiderare. Se lo immagina          di fare una rapina. «Era almeno a               Regina stringe i palmi delle mani,
 mentre si candida invano per un              ­conoscenza dei piani di Mentor? O li           aspetta le parole di liberazione. Dato
 ­posto d’apprendistato a causa dei suoi       ha scoperti solo dopo l’arresto di             che non vengono espresse, tira la len­
  pessimi voti, forse incolpando altri         Fatmir Shala?» Osmani deglutisce.
                                               ­                                              za. «Prima o poi, Mentor commetterà
  per il suo fallimento. Dare la colpa a       «Sono stato io.», dichiara. «Mentor ha         un altro crimine. Non può aiutarlo.»
  se stessi non rientra nel quadro che         detto ai suoi complici di fare il suo          Una vena pulsa sul collo di Osmani.
  Besnik fa di suo fratello. È possibile       nome? O è suo padre ad averlo ordi­            I suoi occhi brillano. Regina sente che
  che il padre abbia sfruttato i suoi con­     nato?» «Vorrei parlare un momento da           la sua resistenza sta per cedere. Si
  tatti sui cantieri per procurare un          solo con il mio cliente.», interviene il       sforza di aspettare, di sopportare il
  ­lavoro al figlio. Ma ben presto si è        ­difensore. Regina lo ignora. «Signor          silenzio. Quando pensa che sia sul
                                                                                              ­
   reso conto che è Mentor stesso ad            Osmani, dove si trovava veramente             punto di parlare, si china in avanti.
   ­essere il problema. Tuttavia, il padre      l’8 febbraio alle 15.00?» Gocce di            «Se anche lei fosse gruista, potrebbe
    lo aiuta, ancora e ancora. Dopo tutto       ­sudore imperlano la fronte di Osmani.        parlare di lavoro con suo padre.
    è il primogenito. Anzi, Mentor gli ha        Nel locale degli interrogatori regna         Potreste condividere le vostre espe­
                                                                                              ­
    persino dato un nipote. Ma il soste­         un tale silenzio che Regina sente il         rienze.» Regina lo guarda negli occhi.
    gno del padre non basta a Mentor.            passaggio del tram davanti al palazzo        «Sarebbe fiero di lei.» Ora è sicura
                                                 della procura. «Sono stato io.», ripete      di averlo in pugno. Osmani ha uno
                                                 Osmani meccanicamente. Regina lo             sguardo rassegnato, ma c’è qualcos’al­
Vuole di più.                                    guarda negli occhi. «Non le credo.»          tro. Sollievo. La tensione nel suo cor­
«Come si sono conosciuti Mentor e                Osmani si asciuga il viso madido             po si allenta, il suo respiro rallenta.
Fatmir Shala?» Osmani alza breve­                di sudore. Regina sente il bisogno di        Apre la bocca. Una risata risuona
mente gli occhi al cielo. C’è incer­             toccargli il braccio con la mano.            ­dalla sala ristoro. La lenza si rompe.
tezza nel suo sguardo. Guarda il suo             ­Vuole stabilire un contatto. Sta per         Senza preavviso, Osmani salta dalla
difensore, ma quest’ultimo gli indica,            dire la verità. Prende un respiro,           sedia. Il suo difensore rialza brusca­
con un gesto apatico, di rispondere               ma poi stringe con forza le labbra.          mente la testa. La penna con cui ha
alla domanda. «Tramite Artan.», spie­             Mentre chiude gli occhi, Regina si           appena annotato qualcosa cade a
ga Osmani. «Mentor ha un anno in                  chiede cosa vede. Mentor che ha tutto        ­terra. Besnik Osmani si appoggia al
più di Fatmir Shala, giusto?» Osmani              ciò che gli è stato negato? Artan,            tavolo con entrambe le mani, il viso
annuisce impercettibilmente. Questo               appena promosso e quindi intocca­
                                                  ­                                             paonazzo. La camicia gli esce dai
spiegherebbe perché Shala ha aspet­               bile? D
                                                        ­ afina, la serva silenziosa? La        pantaloni, il colletto è tutto storto.
tato pazientemente che venissero a               sorella ­minore che ha condiviso il suo        Urla: «Sono stato io!».
prenderlo prima della rapina. E anche            destino? La madre che assiste in silen­
perché nessuno lo ha visto in quell’oc­          zio a come il proprio figlio minore
casione. Shala non si trovava davanti            viene sacrificato? Il padre che nono­
all’appartamento che Besnik condi­               stante tutto venera? «Lei è sacrifica­
vide con i genitori e la sorella a               bile, nevvero? Lo è sempre stato e lo
Schwamendingen, bensì era a Düben­                è tuttora». Osmani deglutisce. Regina
dorf, dove aspettava l’arrivo di Men­             aspetta. Ora il sole penetra diretta­
tor. Nelle immediate vicinanze della             mente nel locale. La polvere vortica
stazione ferroviaria di Stettbach, dove          nell’aria. Il calore è insopportabile. Le
si trovava anche la Volkswagen ruba­             macchie di sudore sulla camicia di
ta. Il piatto sinistro della bilancia si         Osmani si sono allargate. L’avvocato
muove verso l’alto. Regina tace finché           difensore fissa il suo bicchiere d’acqua
Osmani non alza gli occhi. «Suo p ­ adre         vuoto. Regina osa a malapena respirare.

                                                                                             INFO PSC 2 | 2020                     13
Puoi anche leggere