LE NOSTRE COSMICO MICHE - Classi 4A classico e 4B Scienze Umane

Pagina creata da Antonio Rota
 
CONTINUA A LEGGERE
LE NOSTRE COSMICO MICHE - Classi 4A classico e 4B Scienze Umane
LE
NOSTRE
COSMICO
MICHE
Classi 4A classico e 4B Scienze
Umane
LE NOSTRE COSMICO MICHE - Classi 4A classico e 4B Scienze Umane
I fiori primaverili sono sbocciati e la natura si sta risvegliando dal
                                   letargo invernale. Accade tutti gli anni, ma mai prima d’ora

USCIRE DALLA
                                   abbiamo notato come fuori dalla caverna, che chiamiamo casa e
                                   nella quale da marzo a questa parte siamo stati rinchiusi, la vita
                                   prolifera ed è meravigliosa, ricca di colori, sfumature e profumi.
                                   Mai prima d’ora abbiamo avuto l’occasione di ascoltare il canto

CAVERNA
                                   degli uccellini, finalmente non coperto dal rumore delle numerose
                                   auto nelle strade o dei tanti aerei in cielo. Mai prima d’ora le ultime
                                   generazioni avevano visto un cielo così terso e limpido e respirato
                                   un’aria così leggera, libera dall’eccesso di smog. Fuori dalla
                                   caverna, la vita continua. Un giorno, ci svegliamo e il mondo come
                                   lo ricordavamo noi, quel mondo invernale di marzo, dall’odore di
                                   inquinamento e dal rumore di automobili, è improvvisamente
                                   sbocciato, diventando il mondo della più pura primavera di
                                   maggio. Come un salto temporale. Come se il tempo andasse a
INDICE:
                                   scatti. In realtà, sappiamo che questi tre mesi non sono stati
Date al mare quel che è del mare   davvero passati nell’oblio come ci sembra, bensì sono trascorsi
                                   giorno dopo giorno, anche piuttosto lentamente. All’inizio la
Ora e Adesso                       preoccupazione era come riempire la giornata con attività che si
                                   potessero fare in casa. Leggere, cucinare, passare il tempo con la
Aria pura                          famiglia, imparare a suonare uno strumento musicale o fare
                                   esercizio, allenarsi, vedere film, portarsi avanti con il lavoro, fare le
Amore e diversità                  pulizie in casa. Sono state queste distrazioni che ci hanno aiutato a
                                   uscire dalla fase di panico. Tutte le attività in cui ognuno si è potuto
Ghiaccio                           cimentare hanno rappresentato un modo per staccare la mente dal
                                   flagello che imperversava fuori dalla nostra caverna e, in casi
Dentro Matrix
                                   peggiori ma non rari, anche al suo interno. Abbiamo così imparato
                                   che le giornate possono benissimo essere riempite anche senza
                                   uscire di casa, dedicandosi a hobby che prima forse non tenevamo
LE NOSTRE COSMICO MICHE - Classi 4A classico e 4B Scienze Umane
in considerazione.
Ma sebbene la nostra caverna, con le quattro mura che ci
circondano, non abbia mai rappresentato più di ora un rifugio
per noi, ognuno ha iniziato a soffrire di claustrofobia, a sognare
spazi aperti, specie adesso che la natura sembra davvero rinata,
e, soprattutto, ad agognare la libertà di andare e fare quello che
vuole. Una libertà che ci stiamo accorgendo di aver dato troppo
per scontata quando era lì a nostra portata di mano. Avevamo
bisogno di evadere dalla nostra routine, di scappare dalla
monotonia e di aprire la mente. E se eravamo fisicamente
costretti nel buio della nostra caverna, abbiamo voluto provare a
lasciare più spazio all’immaginazione, oltrepassando non solo le
mura di casa, ma anche i confini della realtà e catapultandoci in
un mondo fantastico. E, per farlo, ci siamo dedicati proprio ad
una nuova attività: la lettura del romanzo breve “Le
Cosmicomiche” di Calvino e la scrittura di qualche racconto sul
suo modello. Più che storie sembrano quasi delle favole, quasi
dei brevi miti che partono da teorie scientifiche sull’origine
dell’Universo e le reinventano adattandole al mondo odierno. Ci
siamo accorti che ciascuno le ha interpretate o reinterpretate in
modo differente, a seconda della meta immaginaria decisa da
ognuno. Insomma, questo viaggio, intrapreso in modo ludico, ci
ha veramente aiutato a uscire da questo periodo buio e dai
confini della piccola realtà delle case in cui siamo stati rinchiusi, e
forse non solo. Come disse lo scrittore Carlos Ruiz Zafòn,
“Viviamo in un mondo di ombre e la fantasia è un bene raro”.

                                        Aurora Genellina 4A classico
LE NOSTRE COSMICO MICHE - Classi 4A classico e 4B Scienze Umane
DATE AL MARE QUEL CHE E’ DEL MARE
Gli archeologi affermano che nelle prime comunità umane,
prima della scoperta e dell’uso dei metalli, si usassero
ciottoli, conchiglie, semi o ossa di animali come mezzi di
pagamento alternativi al baratto di beni.

Soprattutto conchiglie - confermò Qfwfq - anzi, dovete
sapere che durante il periodo in cui visse quello che ora
viene chiamato Homo Habilis mi capitò di assistere a un
evento quanto mai curioso; con le comunità vicine che,
oltre a quella di cui facevo parte con la mia famiglia, erano
le uniche presenti sul pianeta, fummo presi dal desiderio
di rivedere il mare che era rimasto ormai soltanto un
ricordo remoto e antichissimo. Decidemmo, quindi, di
preparare una grande emigrazione e ci spostammo in
massa dal centro del continente africano, dove eravamo,
fino alla costa dell’Egitto; dopo mesi di cammino,
finalmente, arrivammo e ci stabilimmo là.
A quei tempi, mio padre Jbbw’r ed io eravamo molto
legati e spesso, dato che ormai avevo raggiunto l’età
giusta, mi portava a caccia con lui e io amavo quei
momenti perché potevo correre per le praterie sconfinate,
verdeggianti e fresche anche in Africa in quell’era, e
ammirare il percorso degli uccelli in cielo; anche in Egitto
mio padre spesso mi voleva con lui e a volte ci
spingevamo verso la costa per rincorrere le nostre prede.
Ricordo la prima volta che vidi il mare: non riuscivo quasi a
respirare e non parlai per diverse ore; era la cosa più bella
di cui avessi mai avuto esperienza, e ne avevo avute di
LE NOSTRE COSMICO MICHE - Classi 4A classico e 4B Scienze Umane
esperienze; sembrava quasi che potessi toccare il cielo,          scivolando dalle mani del cacciatore, e quelle le chiamò
anzi, ero sicuro che il cielo proprio lo toccassi, almeno le      “conchiglie” dal suono secco e rigido che facevano
prime volte, ed era qualcosa di entusiasmante avere un            quando urtavano tra loro. Ecco che, imbandito un grande
cielo tuo, a portata di mano, che era sconfinato e infinito       banchetto con le prede della giornata, tutti rimanemmo
allo stesso modo di quello sopra ma che si poteva toccare         sbalorditi dalla bontà del nuovo “pesce”: in pochi
e modificare, potevi metterci una parte di te stesso!             potevamo immaginare che di lì a poco ce ne saremmo
Non appena ci avvicinammo al mare, notammo subito le              quasi dimenticati.
strane creature che lo solcavano e che ne saltavano fuori,        Rimanevano, infatti, le conchiglie, troppo dure per essere
ma preferimmo non provare a catturarle e continuammo a            commestibili, e si decise di dividerle in parti uguali tra i
badare alle nostre consuete prede di terra, intimoriti come       cacciatori che le avevano raccolte, così ognuno se ne portò
eravamo dal mare, in cui eravamo entrati soltanto poche           a casa un sacchetto. Mio padre decise di ammucchiarle in
volte, rimanendo a nuotare nei pressi della riva. Un giorno,      un angolo della nostra capanna così da permettere a ogni
tuttavia, uno dei cacciatori più anziani e coraggiosi, Tgffgh,    membro della famiglia di darci un’occhiata e, in effetti,
dato che era rimasto a mani vuote tutta la giornata, decise       rimanemmo tutti a guardare quelle conchiglie per un bel
di gettarsi nell’acqua e, brandendo un affilato coltello di       po’ di tempo la prima volta che le vedemmo lì
selce, di provare a prendere uno di questi strani animali.        ammucchiate. Erano così belle! Ogni conchiglia era diversa
Tornato a riva dopo diversi minuti, aveva tra le mani una         dalle altre, per come appariva all’esterno, per come era
grossa creatura che, ancora viva anche se ferita, cercava di      formata all'interno, per il colore, per la grandezza: erano
liberarsi con ogni sforzo, producendo uno strano rumore           un’assoluta novità! Nessuno, neanche tra i più anziani del
liscio; inoltre i cacciatori, che lo avevano aspettato tutto il   villaggio, aveva idea del perché fossero finite sulla spiaggia
tempo vicino all’acqua, cominciarono a sentire uno strano         né da dove fossero arrivate, ognuno aveva la sua teoria:
dolore ai piedi e, guardando in basso, si accorsero che il        c’era chi affermava che crescessero dalla terra in quel
terreno vicino al mare era composto, oltre che di sabbia,         particolare ambiente, c’era chi credeva che cadessero dal
anche di alcuni strani gusci duri dai colori diversi tra loro e   cielo e chi diceva che provenissero dal mare; alcuni
molto vistosi e, meravigliati, ne presero a manciate. Per         sostenevano che fossero dei manufatti di qualche forma di
prima cosa, come ogni volta che si aveva a che fare con           vita superiore, chi riteneva che fossero oggetti prodotti dai
cose in precedenza sconosciute, portammo la creatura e i          nostri antichissimi antenati e chi li riteneva dei semplici
gusci da un ragazzo del villaggio che aveva il dono di            sassi colorati e deformati dall’alternarsi delle maree, ma
tramutare i suoni in nomi e lui chiamò questa “pesce” dal         una cosa era sicura: tutti ne erano affascinati e se ne
suono che produceva quando cercava di scappare,                   parlava ininterrottamente da quando erano state portate
LE NOSTRE COSMICO MICHE - Classi 4A classico e 4B Scienze Umane
nel villaggio.                                                  dovuta al fatto che tutti avevamo la sensazione che queste
In casa mia le conchiglie erano spesso argomento di             conchiglie fossero diventate la cosa più preziosa che
discussione: si fantasticava, ad esempio, su come avessimo      avevamo, anzi, che tutti avevano, e dalla paura che
dovuto usarle. Mia sorella minore Tryyrt’L voleva usarle per    qualcuno avrebbe potuto sottrarcele. I nostri presentimenti
decorare gli abiti di tutti e la casa, mentre mia madre E rt
                                                        4       si rivelarono quanto mai fondati: nei giorni seguenti
era convinta che, cucinandole in qualche modo, si sarebbe       continuò a ripetersi la scena che avevamo visto alla
potuto trarne qualche pozione miracolosa, ma mio padre e        spiaggia alla prima raccolta e noi ci adeguammo a quello
mio fratello maggiore ritenevano che utilizzando le             che faceva la comunità continuando a raccogliere; tutti si
conchiglie in questo modo se ne sarebbe sminuito il             fecero più diffidenti verso gli altri, ma nessuno osava
valore; loro si limitavano ad ammirarle ogni volta che ci       sottrarre conchiglie a qualcun’ altro per paura di essere
passavano vicino, mentre io ero sicuro che avrei potuto         derubato a sua volta. L’assalto alla spiaggia si fermò
fabbricarci qualcosa, ma ancora non sapevo cosa; tutti,         soltanto quando ci si accorse che ognuno doveva
però, eravamo d’accordo su una cosa: dovevamo averne di         riprendere la propria attività: si dovette tornare a cacciare,
più.                                                            ora anche a “pescare”, a raccogliere i frutti, a fabbricare
Una mattina decidemmo, quindi, di recarci presso la riva        vestiti e utensili per la caccia e ogni famiglia doveva
per raccogliere quante più conchiglie possibili:                tornare a procurarsi di che vivere; la brama di conchiglie,
inizialmente si era pianificato di mandare solo me, mio         però, non era scomparsa e ora, oltre al baratto, chi voleva
padre e mio fratello maggiore, Tyytg , ma, date le proteste
                                     47                         vendere qualcosa, pretendeva qualche conchiglia in
del resto della famiglia, decidemmo di dirigerci tutti quanti   cambio, ma chi scambiava le conchiglie ne voleva a sua
verso il mare e scoprimmo, con grande stupore, che tutte        volta per non averne meno degli altri e così il baratto
le famiglie che abitavano vicino a noi avevano avuto la         diventò inutile: chi aveva bisogno di qualcosa, doveva
stessa idea; c’erano almeno duecento persone, tutte             pagare conchiglie e per avere conchiglie doveva a sua
intente a cercare conchiglie e, se la spiaggia non fosse        volta scambiare qualcos’altro.Chi, in quel periodo, non
stata estesa centinaia di chilometri, molto più di quanto lo    aveva un’occupazione specifica in cui fosse
sia ora, sicuramente non avremmo più trovato conchiglie.        particolarmente abile, decise di procurarsi quante più
Tornati dalla costa decidemmo di stipare le nostre              conchiglie possibile, andando a raccoglierne in maggior
conchiglie (ne avevamo parecchie ora) in una grande fossa       quantità e più spesso di quanti si occupavano di cacciare,
sotto terra, dietro la nostra capanna; questa decisione, che    di creare utensili o di fare altro e costoro si guadagnavano
al momento sarebbe sembrata eccessivamente ansiosa,             da vivere scambiando conchiglie con beni di consumo che
ma che si sarebbe poi rivelata una mossa molto saggia, era      potevano tenere per sé o rivendere per altre conchiglie;
LE NOSTRE COSMICO MICHE - Classi 4A classico e 4B Scienze Umane
chi era naturalmente disonesto si ridusse a rubare               Una sera d’estate, tornavo dalla vicina collina dove solevo
conchiglie come occupazione fissa; spesso, poi, per alcuni,      recarmi per avere un momento di riposo durante le
le conchiglie non bastavano a comprare alcune cose, per          estenuanti giornate di caccia insieme a mio padre, quando
esempio un grosso animale o una lancia nuova per                 notai alcune gocce di pioggia cadermi sui capelli e il vento
cacciare, e allora si rivolgevano a chi aveva più conchiglie     cominciare a soffiare forte forte; dovete sapere che allora il
per ottenerle in prestito oppure a chi si trovava nella loro     pianeta era molto più giovane di adesso e doveva ancora
stessa condizione per unire le forze e condividere ciò che       finire di assestarsi e formarsi completamente, perciò gli
acquistavano.                                                    eventi climatici si manifestavano poche volte in un anno,
Il commercio tramite conchiglia cominciò anche a unire le        ma erano spesso distruttivi e quindi anche l’arrivo della
famiglie e i villaggi che si concentrarono tutti in un grande    pioggia incuteva terrore come l’eruzione di un vulcano.
nucleo nella zona costiera e ci si accorse che se si voleva      Cominciai, quindi, a correre all’impazzata verso la nostra
vivere in molti a stretto contatto bisognava adottare delle      capanna dove mi rifugiai come fecero tutti nel villaggio;
regole che valessero per tutti, cosa che non si era mai fatta    fortunatamente dalla mattina seguente il vento cominciò a
prima; la vita in società comportò la nascita di un concetto     calare ma la pioggia persisteva, il livello del mare si alzava
ancora semi-sconosciuto: il potere. Chi era riconosciuto         senza sosta e arrivò a sommergere completamente il
come più forte o capace cominciò ad avere più potere, ad         continente per chilometri e chilometri. Certamente una tale
esempio chi prima guidava un gruppo di cacciatori ora            inondazione avrebbe spazzato via almeno metà della
dirigeva grandi battute di caccia insieme ad altri cacciatori    nostra neonata Comunità Unita se non fosse stato per la
esperti; chi si era dimostrato più abile nella pesca ora         sovrapproduzione di canoe degli ultimi mesi che, grazie
guidava grandi flotte di canoe; i profitti della cantieristica   anche all’avanzamento relativamente lento della marea,
navale erano esplosi da quando si era riscoperto il mare.        riuscirono a salvarci tutti; rimanemmo per alcuni giorni sul
Ben presto, tuttavia, ci si accorse che chi aveva molte          mare nella zona dei villaggi e non mancarono certo quelli
conchiglie e voleva avere una posizione di comando               che, quando ancora il livello del mare era basso, tentarono
poteva facilmente comprarla da chi la occupava e così,           di cercare le conchiglie, che nessuno aveva più visto da
rapidamente, si arrivò a considerare più adatti al comando       quando la marea era salita, ma non ci fu nulla da fare:
coloro che possedevano più conchiglie. La neonata                nessuno ritrovava le sue conchiglie. Cominciammo quindi
ricchezza aveva dato una spinta alla specie umana, il            a navigare cercando la terraferma, nutrendoci con il pesce
progresso stava accelerando enormemente e l’umanità              e le riserve di cibo che avevamo avuto il tempo di salvare
avrebbe avuto una storia decisamente diversa se la natura,       completamente, quand’ecco che una barca vicino alla
proprio allora, non si fosse fatta sentire.                      nostra si imbattè in una conchiglia; l’entusiasmo fu, però,
LE NOSTRE COSMICO MICHE - Classi 4A classico e 4B Scienze Umane
stroncato sul nascere quando chi l’aveva raccolta vide che      La natura fortunatamente, le avrebbe poi dato una
era abitata da uno strano viscido animaletto, fu chiamato       seconda possibilità.
poi mollusco, che scappò dalle sue mani con una mossa
fulminea.                                                                                     Tancredi Pezzoni 4A classico
Si fecero molte ipotesi sulla scomparsa delle conchiglie e
sull’avvento di questi strani animali che le avevano
occupate abusivamente, io, che conoscevo il pianeta da
molto tempo e avevo, in realtà, una certa familiarità con
queste simpatiche creature, conosco il motivo della loro
comparsa: diversi com’erano dai molluschi attuali, avevano
smesso di indossare i loro gusci per la stagione
dell’accoppiamento dirigendosi al largo come dei pesci
ma, quando la corrente li aveva riportati sulla spiaggia,
molti non avevano ritrovato i loro gusci e, avendo molta
più mobilità di adesso, decisero di andare a occupare
nuovamente le conchiglie sfruttando la grande
inondazione che era penetrata in ogni nascondiglio e
deposito e cassaforte che avevamo creato.
Sì ma - vi chiederete - che fine avrà fatto l’umanità che
sembrava aver cominciato un così promettente cammino?
Semplice: la scomparsa delle conchiglie, già durante la
traversata, sciolse ogni legame sociale così come la loro
comparsa li aveva rafforzati e, sbarcate in punti diversi del
continente, nessuna famiglia sentì il bisogno di
ricongiungersi con le altre; l’umanità perse quella che era
sembrata l’unica ragione di vita e fu colta da un profondo
malessere: dimenticò ogni progresso, smise di praticare
l’agricoltura e l’allevamento, cessò di costruire oggetti
complessi e tornò ad essere nomade e a vivere nelle
caverne diventando rozza e gobba: rifiutando di evolvere.
LE NOSTRE COSMICO MICHE - Classi 4A classico e 4B Scienze Umane
ORA E ADESSO                                  concezione del tempo. Barbour intende la vita come un
                                                                  succedersi di "Adesso", dove l'unica parte importante è
                                                                  l'Adesso presente, non quello passato né quello futuro.
Julian Barbour è un fisico britannico che ricerca nel campo       Secondo questa teoria, sono i cambiamenti a creare
della gravità quantistica e nella storia della scienza. Nel suo   l’illusione dello scorrere del tempo e non viceversa.
saggio: “La fine del tempo" espone una nuova concezione
della realtà che non presuppone l'esistenza né la
LE NOSTRE COSMICO MICHE - Classi 4A classico e 4B Scienze Umane
Ovvio che sia così- disse Qfwfq- anche se è certo che non           Come dicevo, in un Adesso diverso da questo, si era tutti
molti tra voi possano capirlo. O meglio, che molti tra voi          coscienti del fatto che il tempo non esisteva. Lo
non possano capirlo oggi, perché l'oggi come ora,                   prendevamo anzi come uno scherzo. Le mamme
presente, Adesso che intendete voi è limitato e limitante,          raccontavano ai bambini prima di andare a letto le
stringente, coercitivo.                                             favolette della buonanotte sulla grande illusione del
Ebbene, in un Adesso diverso da questo, un Adesso che               tempo, ponendole al pari delle storie su Babbo Natale e
voi chiamate Passato, Ricordo, Ieri, tutti invece sapevano          sull'Uomo Nero. C'era la storia di un uomo buffo con due
come funzionava il mondo: e vi dirò di più, non c'erano             grandi baffoni che aveva creduto (povero stolto!) di aver
musi lunghi come tra voi! Forse perché non ci limitavamo a          avuto l'intuizione del millennio: il tempo è relativo,
vedere il mondo come un filo di panni steso ad asciugare            soggettivo! Oppure c'era la favola di quel gruppo di
come si fa Adesso: la vostra convinzione è che un attimo            strambi amici che un giorno aveva deciso di complicarsi la
venga dopo l'altro come una serie di fotografie appese,             vita e avevano iniziato a supporre l'esistenza di più
appunto, ad un filo e che una fotografia posta prima sia            dimensioni di tempo.
irrimediabilmente passata. Il “prima” è qualcosa di scattato        Erano tutte storie spassosissime, ma quella che mi ha
e poi abbandonato, il “prima” è participio passato.                 sempre fatto più ridere era quella che raccontava Jba, una
Siete convinti che subito si debba correre, fino ad avere il        mia parente di quinto grado: la favola sull'uomo che
fiato corto corto, alla prossima foto, al prossimo passo, al        cercava di tenere in mano il tempo. Praticamente questo
prossimo scatto, al prossimo tratto del filo. E la corsa sul filo   pazzo scriveva su un foglio le cose da fare e- questa era la
è diventata così frettolosa che non badate nemmeno più              parte più divertente- correva tutto il giorno come se avesse
alla foto, a come è venuta, perché troppa è la foga di              qualcuno che lo inseguiva, tanto che noi ci figuravamo il
correre verso ciò che considerate più importante, perché            Tempo come un enorme e schifoso scarafaggio assassino.
Incipiente, Futuro. Forse avete paura che se non gli                Il povero ometto si trovava quindi a fare tutto quanto senza
correrete incontro vi travolga….                                    permettersi la benché minima calma. Arrivato alla sera
Quale che sia la ragione però, non posso biasimarvi: ormai          tutto scarmigliato, stravolto e stanco, cancellava con una
è diventato un movimento automatico, considerato                    penna le cose “da fare” ormai fatte ed era fiero dei
naturale. Io so bene da quando tutti quanti hanno iniziato a        cambiamenti che, grazie al tempo, era riuscito ad
pensarla così, ma per fortuna so anche, nella realtà, come e        apportare alla sua vita.
cosa sia successo.
Oh, come ridevamo… Si era tutti più spensierati quando si          Futuro e Passato erano dei concetti assurdi. Infatti il mondo,
era consci del fatto che non era lo scorrere del tempo a           l'universo, che noi chiamavamo Plutonia, era come un libro
creare i cambiamenti, ma i cambiamenti a creare l'illusione        vecchio, pieno di pagine strappate e sparpagliate in giro.
di uno scorrere del tempo.                                         Al contrario di un libro vero però, le pagine di Plutonia,
Era bello perché, visto che tutti sapevano che ogni Adesso         ovvero gli Adesso, non avevano nessuna correlazione tra
è unico e irripetibile, ma soprattutto disconnesso dagli altri     loro, erano a sé stanti e indipendenti, esistenti in ogni
Adesso, si faceva tutto con più cura. Ad esempio, mio              luogo e in ogni momento tutte contemporaneamente. Non
nonno, AtG, era appassionato di carte. Ogni volta che              c'era il limite di un prima e un dopo. Non si correva lungo
andavo a trovarlo se ne stava lì, con gli occhi felici, ad         una linea, ma si cambiava direzione come a rotolare sul
aggiungere un pezzo alle sue sculture fatte con le carte da        perimetro di un triangolo che cambia ogni secondo la sua
gioco: castelli, persone, spesso e volentieri anche figure         forma. Non c'era un futuro da aspettare, né un passato da
inesistenti. E aveva una miriade di cose da fare,                  ricordare.
chiariamoci: controlli medici, assicurazioni, riscuotere la        A questo proposito, la gente era molto meno nostalgica.
pensione.. ma non gli interessava. Non c'era nessuno a             Non vedevamo ciò che c'era prima come qualcosa di
corrergli dietro, così come a tutti noi, perciò sapeva che         perso: in primis, perché avevamo vissuto il momento
quando avesse voluto l'avrebbe fatto. Tra l'altro c'era la         intensamente (non avendo fretta di correre da un'altra
possibilità che l'avesse persino già fatto, ma in un altro         parte) e ce lo eravamo goduto abbastanza; in secundis
Adesso. Perciò continuava a fare quello che gli stava più a        perché eravamo perfettamente al corrente del fatto che
cuore, mettendoci tutto l'amore del mondo e nessuno se la          semplicemente eravamo passati ad un altro Adesso,
prendeva a male. Come mai avrebbe dovuto fare tutto di             altrettanto interessante, ma del tutto indipendente da
fretta? D'altronde, in un mondo in cui si era consci               quello prima; infine, perché sapevamo che l'Adesso in cui
dell'inesistenza del tempo, nessuno sapeva neanche cosa            eravamo stati fino a quel momento era sempre lì,
fosse la fretta. Le cose si facevano per il gusto di farle e non   esattamente nel momento in cui eravamo lì noi, perciò ne
per assecondare qualcosa, né per senso di colpa, né tanto          percepivamo ancora l'esistenza, essendo noi, così come gli
meno per senso del dovere. Lo stesso principio del nonno           Adesso, un tutt'uno con l'essenza dell'universo.La
era applicato da tutti quanti e dunque regnava la pace e la        situazione era comoda anche per l’educazione. I bambini
serenità maggiore possibile. Si era soddisfatti, appagati,         infatti, essendo liberi di giocare quanto volevano, dopo un
perché si viveva proprio quel momento lì -sì, proprio              po' si stancavano e, senza che nessuno dicesse loro niente
quello!- senza avere paura di qualcosa di successivo e             e senza che le mamme dovessero sgolarsi per
senza piangere su ciò che non si era fatto, anche perché           rimproverarli, tutti diligenti in fila per due andavano a
studiare, facendolo anche con molto gusto. Il percorso di        Mi innamorai quando già il mondo stava cambiando, ma io
studi richiedeva loro molto, ma la cosa non li turbava: non      ero accecato e non me ne accorsi. Lei si chiamava AuR* ed
sentivano il bisogno di giocare perché era ancora vivo           era incredibile, forse una delle creature più appassionate e
nell'universo quell'Adesso che li aveva visti tanto felici nel   appassionanti che io abbia mai incontrato, nonostante nel
loro giocare, perciò con la serenità che li                      mondo di allora la gente sapesse già di per sé
contraddistingueva si dedicavano con tanta passione allo         appassionarsi totalmente alle cose. Lei era di più, perché
studio quanta ne avevano dedicata prima ai giochi.               era estremamente curiosa: ogni volta che la incontravo
Facendo le cose con estrema calma i risultati erano              aveva tantissimo da raccontarmi su un miliardo di
incredibili e ne beneficiavamo tutti.                            argomenti diversi. In quell'epoca capii che non erano
Ciò che per me però faceva davvero la differenza erano i         leggende le parole che venivano spese sull'amore: grazie
rapporti interpersonali. Era meraviglioso, che mi si creda o     a quel sentimento avevo iniziato a sentirmi molto più forte,
no. Si amava incondizionatamente e per quelli che                a percepire l'universo in tutto e per tutto, e avevo scoperto
fisicamente forse erano millenni, senza tregua, senza            che l'amore dava ancora più forza per affrontare poi le altre
interruzioni. Gli Adesso dell'amore erano pura poesia: tutti     attività della vita.
davano il meglio di sé quando erano liberi da vincoli            Purtroppo, proprio durante uno di quegli abbracci
nell'amare. L'uomo non aveva nessuna voglia di fare del          interminabili, sentii una strana sensazione dentro AuR*: si
male quando amava incondizionatamente, perché il male            guardava intorno, si divincolava, era irrequieta. Io non
si faceva quando uno non era contento e quell'amore così         sapevo come comportarmi, non era mai successo nulla di
invece ci rendeva contenti tutti quanti. Era l'amore al suo      simile. Successe, da quel momento, tutte le volte che ci
stato più puro e nel suo stile più alto, che a volte faceva      abbracciavamo. Poi, un giorno, lei si staccò del tutto.
persino impazzire. C'era chi diceva che grazie all'amore ci      Mi guardò un attimo, poi corse via. Rimasi inebetito a
si connetteva davvero al 100% con l'universo e perciò non        guardarla scappare, poi decisi di inseguirla. D'improvviso
solo si aveva la assoluta certezza dell'esistenza degli          mi resi conto di percepire anche io quell'ansia, quel
Adesso, ma si poteva percepire una parte di sé all'interno       sentimento di incompletezza datomi da quell'abbraccio
di ognuno degli Adesso esistenti. L'energia migliore la          non finito. Non riuscivo a ritrovare la pace che avevo
davano gli abbracci -c'erano abbracci che potevano durare        sempre avuto, perché per la prima volta avevo la
quanto il bruciare dell'intero sole- e io mi resi conto solo     sensazione di aver perso quell'Adesso. Corsi allora più
dopo averli persi che quell'interminabile calore mi sarebbe      forte, anche se più correvo più sentivo di agitarmi
mancato più di ogni altra cosa.                                  maggiormente. Cercavo AuR*, volevo trovarla, volevo che
                                                                 ci abbracciassimo di nuovo e riportassimo gli Adesso a
rotolare senza un senso, cioè nel modo giusto.                  incondizionatamente: la condizione è data dallo scorrere
Quando la raggiunsi, la vidi in mezzo a una quantità            del tempo, ormai considerato certezza e non più solo
inesauribile di persone in fila, una dietro l'altra. Un po'     illusione. La fretta di fare tutto in tempo sta derubando il
correndo e un po' rotolando, confuso e agitato, cercavo di      tempo stesso. Tutto questo porta poi, quando per chissà
raggiungerla, ma l'enorme fila aveva iniziato a muoversi.       quale motivo ci si ritrova ad avere tempo a vuoto, a non
Sentii la disperazione invadermi del tutto e, non riuscendo     sapere cosa fare: quando non si ha più fretta si finisce per
a sopportare quella sensazione nuova, svenni. Fu quello         stare seduti immobili senza nulla in testa, spenti, come se
svenire che mi permise di non obliare la mia coscienza di       le batterie fossero fatte di sola agitazione e frenesia.
Plutonia: nel periodo della mia incoscienza capii cosa fosse    Ogni tanto però, vedo un barlume di speranza. Ogni tanto,
successo e mi rassegnai, capendo che avrei dovuto               negli occhi di un padre verso una figlia, di una nonna verso
convivere, da allora, con la sola nostalgia.                    i nipoti, negli occhi di due amanti, rivedo l'eternità degli
Quando rinvenni mi alzai e mi misi in coda. Iniziai, come       Adesso.
tutti gli altri, a correre sul filo che qualcuno aveva teso e   Vedo che alcune persone rivivono l'incredibile sensazione
che ormai teneva incarcerati tutti quanti: il tempo. Un filo    dell'eterno istante, che abbracciandosi o ridendo insieme
talmente sottile e talmente lungo che la vita ormai per me      non stanno pensando a cosa c'è da fare perché sono
è l'ansiogena giocoleria di un equilibrista.                    incuranti di tutto e il loro stare insieme gli è più caro del
Ancora oggi ogni tanto mi sale di nuovo quel senso di           mondo. Ecco, in quei momenti, seppur solo per poco,
vuoto e di tristezza: vedo esseri umani tristi, che corrono e   torno a Plutonia.
si rincorrono. La fretta ormai è il punto cardine, la massima
regina di questo regno: si fa tutto con uno scopo da                                                   Sofia Loro 4A classico
raggiungere in un tempo prestabilito e perciò si gode
delle cose soltanto a metà, oppure soltanto in funzione del
tick messo sull'agenda. Vedo madri che si arrabbiano
perché i loro figli non crescono “abbastanza in fretta” e
sento frasi come “smettila di giocare! Non sei più un
bambino!” che mi fanno accapponare la pelle, perché so
che quei bambini dovrebbero giocare fino allo sfinimento,
esaurire la loro voglia, in modo da non avere rimpianti.
Vedo relazioni sommarie e prive di passione, perché ormai,
anche volendo, non può esserci più quell'amare
ARIA PURA                                                         meccanismo determinato dalla selezione naturale:
                                                                  sopravvivono e si assicurano una discendenza quegli
Alla luce della teoria di Darwin e Wallace, per evoluzione si     individui che presentano variazioni favorevoli, tali cioè da
intende il processo attraverso cui le diverse specie di viventi   renderli meglio adatti a fronteggiare le condizioni
derivano da forme di vita preesistenti, in seguito a graduali     ambientali.
modificazioni, o variazioni geniche, trasmesse
ereditariamente nel corso del tempo in base a un
Il vecchio QFWFQ iniziò a raccontare: - Era una notte di           brevissimo, solo pochi giorni; dopodiché partorivano in
primavera quando venni a sapere che potevo salire. Da              aria un singolo uovo che cadeva per decine di chilometri
molto tempo il mondo era cambiato: da qualche milione di           fino a terra, resistendo all’urto grazie al guscio durissimo,
anni, sulla terra, era arrivata una gigantesca cometa che,         frutto degli elementi presenti in quella strana atmosfera.
dissoltasi con il calore terrestre, aveva dato al pianeta          Laggiù si schiudeva dopo alcuni mesi e ne usciva un
un’atmosfera formata da un gas denso e scuro; ora i                piccolo essere che vagava solo per qualche anno,
componenti del mio genere non vivevano più sulla                   nutrendosi di ogni muschio, verme, lichene o pietruzza che
superficie, troppo calda per l’effetto serra e ormai deserta.      incontrasse finché, una volta cresciuto, la sua fame di
No, avevano trovato un’altra soluzione, o meglio                   materia non si fosse saziata e avesse avuto la potenza alare
l’evoluzione aveva dato la risposta al problema della              per arrivare lassù dove era stato concepito, per nutrirsi solo
sopravvivenza: iniziarono a comparire piume sul corpo, via         di radiazione solare come i suoi genitori. L’ evoluzione poi
via più fitte con il passare del tempo, fino a che con le          ci aveva fatto un altro dono: la conoscenza delle abitudini,
braccia si riuscì a spiccare il volo. Aiutati dalla nuova          del linguaggio (estremamente più complesso e completo
densità dell’aria, ci si librava in alto, fino ai confini          di qualunque altro idioma che sarebbe stato inventato) e
dell’atmosfera con lo spazio aperto, là dove la luce solare        dei bisogni della specie era innata, senza alcuna necessità
era più forte. I nuovi esseri non avrebbero dovuto più             d’insegnamento. Questa condizione dava certezze salde e
cibarsi di alcunché: né animali, né piante, nemmeno                dogmatiche ad ogni individuo, liberandolo da ogni dubbio
acqua; bastava loro, come nutrimento, solo e soltanto la           esistenziale e rendendo completa e appagante la sua
luce solare pura e primigenia, lì dove il gas perdeva la sua       serenità. L’evoluzione era sempre stata la nostra soluzione.
densità. Il nostro genere aveva continuato la sua esistenza        Quella forza misteriosa che risponde con un cambiamento
in questo modo per molti secoli a venire, limitando le sue         al cambiamento, la natura che migliora i suoi figli per
interazioni sociali a sporadici incontri tra diversi individui e   permettere loro di continuare a vivere. Senza l’ evoluzione
ancor più saltuari accoppiamenti. Per il resto ogni persona        non esisterebbe la vita come la pensiamo oggi , tutto
conduceva un’esistenza serena, priva di qualsivoglia               sarebbe immobile e vuoto senza l’aiuto di madre natura.
preoccupazione, volando giorno e notte attorno alla terra.         Vivevo in questa incarnazione da circa dieci anni sulla
Solo i nuovi nati trascorrevano i primi tempi (fino alla           superficie, quando mi sentii sazio di materia e completo
maturità fisica) sulla superficie terrestre nutrendosi delle       fisicamente, pronto, quindi, per ascendere ai cieli più alti.
poche cose ancora presenti laggiù dopo la catastrofe della         In quegli anni avevo incontrato diversi miei simili, vagando
cometa. Questi arrivavano lì nel modo più brusco                   sul pianeta e tutti fremevano di volare, non avevano alcuna
possibile: il periodo di gestazione delle madri era                paura, solo entusiasmo, nessuna incertezza, solo ottimismo.
Non avevo mai incontrato nessuno che si facesse domande            Da quel momento in avanti perdevo 500 m di quota al
su chi fossero i suoi genitori o perché non potessimo              giorno e in poco più di un mese arrivai a terra; fui fra gli
vivere insieme come gli antichi in grandi comunità. Una            ultimi ad arrivare. Lì incontrai di nuovo Algerverso: lo vidi
volta un tale Algerverso mi disse: - QFWFQ abbiamo la              confuso e sgomento. Aveva cercato di rimanere in cielo ad
stessa età, spicchiamo il volo insieme! -. Capii subito che        oltranza e aveva fatto una bella caduta senza però riuscire
era il momento giusto per volare e così, dopo aver deciso          a fermarsi per l’energia cinetica accumulata. Appena mi
tempistica e luogo, decollammo da un ruvido spuntone di            vide mi chiese come stavo; risposi che tutto sommato non
roccia verso l’immensità del cielo. Nuotavamo insieme in           me la passavo tanto male, non mi ero ferito al momento
quell’immensità e dopo un po', decidemmo di separarci:             del rovinoso impatto, non mi dispiaceva particolarmente
ognuno andò per la sua strada.                                     stare a terra e non poter più volare. Lui, sconcertato dalla
Erano già due anni da quando avevo spiccato il volo e              mia tranquillità, mi biasimò: - Non vedi dove siamo?! A
finalmente potevo guardare il mondo dall’alto, provando            terra! E per di più circondati da questa sudicia fanghiglia
un’immensa soddisfazione; ancora non sapevo che                    verde. Moriremo senza la luce solare, non vedi che stiamo
qualcosa stava per cambiare irrimediabilmente. Una                 già ansimando? -. Fu in quel momento che notai che il
mattina, però, iniziai a sentire una maggiore fatica nel           nostro diaframma si muoveva ritmicamente, ma non
mantenere costante la quota, quindi, decisi di scendere un         ansimavamo, respiravamo! Quella nuova aria era la nostra
po' per trovare maggiore stabilità. Dapprima pensai che            fonte di energia ormai. Certo, per capirlo, ci volle un po’ di
questo fosse dovuto al continuo viaggiare senza mai darsi          tempo, forse iniziammo a comprendere la nostra nuova
tregua, poi però notai che non ero l’unico ad accusare lo          natura quando provammo una nuova sensazione allo
stesso problema: mi comparve davanti un tale che                   stomaco: non era bisogno di materia come quando
scendeva. Dopo averlo salutato mi disse: - Strano, è da            eravamo piccoli: era fame! La soluzione più semplice che
tanto che volo e una cosa del genere non era mai capitata:         trovammo fu di nutrirci proprio di quella fanghiglia verde
sembra che stia cambiando il peso dell’aria-. E aveva              che dava tanto fastidio ad Algerverso. Noi, al di là di
ragione, l’aria, infatti, non era più la stessa: ogni giorno che   qualche banale intuizione, non capivamo che era proprio
passava diventava più leggera e così le nostre ali non             quella fanghiglia che ora ricopriva la terra la causa del
trovavano più un sostegno. La cosa comica fu che anche             cambiamento: molto molto tempo dopo, qualcuno
l’odore e il colore dell’aria cambiarono: non era più una          avrebbe chiamato quegli esserini minuscoli che la
sostanza irrespirabile, ma assunse un sapore neutro e un           componevano cianobatteri. Erano proprio loro che,
colore trasparente: il nostro mondo stava cambiando                attraverso la luce del sole, schiarivano e alleggerivano l’aria
radicalmente.                                                      emettendo uno strano gas: l’ossigeno.
E fu proprio questa molecola che diede il nome al                 un mondo diverso e rinnovato, dominato dai ruoli sociali,
processo che rivoluzionò la nostra vita: catastrofe               dall’educazione dei nuovi nati e dallo spirito di
dell’ossigeno. Del resto lo fu davvero perché non solo ci         sopravvivenza.
costrinse a vivere a terra, ma provocò la scomparsa di            Contro ogni aspettativa, il nostro genere superò anche
quasi tutti gli altri esserini, anaerobi, che si erano abituati   questa sfida. L’evoluzione ci aiutò anche in questo
benissimo a quell’atmosfera scura e irrespirabile; fu la più      frangente: dapprima scomparvero le piume sul nostro
grande estinzione di massa avvenuta sulla terra, altro che        corpo, poi cambiammo il nostro metodo riproduttivo,
dinosauri!                                                        perdemmo la conoscenza innata e infine diventammo più
Detto ciò, ora, non potendo più vagare attraverso l’aria,         piccoli così, da un lato potevamo sfruttare, come riparo,
eravamo ammassati sulla superficie e passavamo tutto il           anche gli anfratti più angusti e dall’altro dovevamo cercare
tempo cercando la fanghiglia verde per riuscire a                 meno cibo.
sopravvivere. Algerverso piangeva ogni giorno dalla fatica        Continuammo in questo modo il lungo cammino
e dalla disperazione; dovete sapere che le forme di vita          dell’evoluzione, sempre sospesi tra ciò che di noto
complesse al di fuori di noi non erano ancora comparse,           avremmo dovuto abbandonare e ciò che di nuovo
tutto era piatto e monotono in quel mondo malinconico.            avremmo potuto avere, tra catastrofi e opportunità, a volte
Forse però un cambiamento positivo ci fu: non potendo             restii, ma più spesso pronti a cambiare per ogni ulteriore
più volare, sulla terra le distanze tra noi si erano              trasformazione.
notevolmente accorciate. Ora ci eravamo organizzati in
gruppi di dimensioni variabili, per aumentare la nostra                                           Federico Pacetti 4A classico
sicurezza. Iniziammo a costruirci ripari sotterranei,
scavando nella terra più morbida con le unghie, per
poterci difendere dalla pioggia, fenomeno sempre più
frequente, dovuto alla diversa composizione atmosferica.
Lì sotto trascorrevamo insieme gran parte del nostro
tempo, aspettando che la pioggia passasse; costruivamo
delle relazioni sociali estremamente solide, rafforzate dal
bisogno di lealtà reciproca necessaria in quella difficile
situazione. E in questo modo riapparve una cosa creduta
superata per sempre: lo spirito d’ appartenenza ad una
comunità. Fu in quel momento che gettammo le basi per
AMORE E DIVERSITA’                                                   spaziotempo con una curvatura sufficientemente grande da
                                                                     non permettere neppure alla luce di uscirne.
Tra i tanti corpi presenti nell’universo studiati dall’astrofisica
i buchi neri sono corpi celesti con un campo gravitazionale
così intenso da non lasciar sfuggire la materia o la
radiazione elettromagnetica, ossia una regione dello
La fate facile voi adesso – proseguì Qfwfq – oggi c’è             Hotel di New York con vista su Central Park, non c’era
differenza tra maschi e femmine, ma non è sempre stato            shopping da fare né lavoro da svolgere, la frenesia
così. Mi ricordo ancora quando, subito dopo il Big Bang,          sarebbe arrivata dopo, molto più tardi, ma per adesso tutto
nessuno aveva un vero e proprio corpo ben definito, tutti         taceva. C’era un silenzio opprimente e pesante, come se
eravamo composti principalmente da agglomerati di atomi           facesse pressione sul piccolo agglomerato di atomi qual
fluttuanti, e bisognava stare attenti che qualche tuo atomo       ero, ma dopo un po’ ci si faceva l’abitudine. Cercavo di
non finisse in quelli di qualcun altro, perché allora erano       tenermi occupato raccattando gli atomi liberi che nessuno
guai. Vi erano innumerevoli discussioni a riguardo, lunghe        nell’intero universo reclamava, nella speranza che potessi
ed infinite, per cui alla fine si perdeva di vista l’atomo che    unirli ai miei e aggiungere un pezzo di me e diventare più
aveva dato vita al litigio oppure ci si dimenticava quale         grande e magari farmi notare dagli altri che fluttuavano
fosse e si continuava a bisticciare solo per il gusto di farlo.   insieme a me. Fin da quando ne avevo memoria, ero
Io cercavo solo di tenermi stretto i miei, tentando di non        sempre stato solo, un po’ per scelta ma un po’ anche per
andare a sbattere contro nessuno perché la mia pazienza e         sfortuna, perché avevo incontrato poche altre persone
tolleranza erano praticamente inesistenti ed ero sicuro che,      (termine abbastanza improprio, ma agglomerati mi ha
se fossi finito a discutere con qualcuno, avrei cominciato a      sempre ricordato quei nodi alla gola che ti vengono, per
scaldarmi e i miei preziosi elettroni, sensibili al calore,       esempio, quando devi parlare in pubblico e quindi per me
avrebbero cominciato a schizzare in giro. E chi li prendeva       avrà sempre un significato negativo) la cui maggioranza si
più? Piccoli come sono, persi una volta sono persi per            era poi rivelata molto poco affabile o addirittura
sempre. Meglio farmi i fatti miei e andare per la mia strada.     maleducata. Se mi capitava di incontrare qualcuno
Col passare dei milioni di anni avevo inglobato moltissimi        solitamente salutavo e ponevo le solite domande di
atomi, nuovi e lucenti, di cui andavo particolarmente fiero,      cortesia, ma in pochi rispondevano, come se non volessero
perché non tutti nell’universo ne avevano di belli come i         essere disturbati da qualcuno più piccolo o, al contrario,
miei; arrivò un momento in cui fui fermamente convinto di         come se fossero spaventati da una persona che occupava
essere la persona più bella che avessi mai incontrato,            più spazio di loro. In particolare, mentre stavo passando di
anche se questa consapevolezza non era totale dal                 fianco ad un pianeta dalla forma strana, quasi piramidale e
momento che non esistevano specchi in cui potessi                 dal colore verdastro, notai che, proprio dietro la punta, si
osservare il mio riflesso.                                        celava una persona che probabilmente si stava
Il problema di quei tempi, però, era la assoluta e continua       nascondendo da me e che era formata da atomi molto
monotonia della vita. Non c’era mattina né sera, non c’era        particolari, che emanavano una luce violacea che non
la colazione da Magnolia Bakery né l’aperitivo al Plaza           avevo mai visto prima.
Spinto dalla novità della situazione e dal desiderio di           Le parti finali dei nostri corpi, quelle che poi sarebbero
conoscere una persona così particolare, decisi di                 diventate gambe, si scontrarono e il dolore che provai fu
avvicinarmi per fare conoscenza: del resto avere qualcuno         atroce, talmente forte ed intenso da accecarmi. Ero
con cui trascorrere un po’ del tempo infinito che avevo mi        confuso, non capivo più nulla e per di più l’impatto mi
sembrava una felice novità che mi avrebbe permesso di             aveva trasmesso una notevole energia cinetica che aveva
migliorare le mie capacità relazionali. Quando le fui quasi       cominciato a farmi girare su me stesso ad una velocità
accanto mi presentai e le chiesi quale fosse il suo nome,         molto elevata. Troppo. Spaventato, abbassai lentamente lo
ma questa persona sconosciuta non mi rispose. Allora le           sguardo e con panico e orrore notai che metà del mio
chiesi da dove venisse, ma lei ancora non proferì parola.         corpo era stata disgregata nelle migliaia di atomi di cui era
“Sei sola?” continuai. Silenzio. Le mostrai uno degli ultimi      composta. Fu in quell’occasione che persi gli atomi che
atomi che avevo trovato. Lei rise, ma non era una risata          avevo pazientemente collezionato negli ultimi dieci milioni
divertita, assomigliava più ad un ghigno, come se mi stesse       di anni. Fu quello il giorno in cui mi vidi privato di una
prendendo gioco di me, come se l’atto di mostrarle e              parte di me. Mi sembrava di aver perso tutto ciò che
l’intento di offrirle la mia ultima conquista fosse patetico ed   contava, tutto ciò per cui mi ero dato da fare. Tutto.
insignificante. Provai a diminuire leggermente la distanza        Esistevo per metà, e ciò che mi si prospettava non era una
che ci separava, magari non aveva visto bene cosa le stavo        vita piena, ma dimezzata.
mostrando o magari non mi aveva sentito. Cercavo un               Avevo appena vissuto un’esperienza che non avrei mai
contatto da stabilire con questa persona perché mi piaceva        ritenuto possibile. Perché attaccarmi con tanta violenza
l’idea di avere qualcuno al mio fianco. Non appena mi             solo perché diverso? Perché diverso doveva essere
mossi, però, vidi un agglomerato di atomi del suo stesso          necessariamente sinonimo di inferiore, indegno e
colore venirmi incontro ad una velocità che rasentava             sbagliato? Non riuscivo a capire, non riuscivo a darmi
quella della luce. Sentivo che nel frattempo stava urlando,       risposte, ma soprattutto stavo cominciando a mettermi in
mi stava imponendo di andarmene, perché lì, vicino a quel         discussione e ad avere molti dubbi. E se quel maleducato
pianeta assurdo, c’era spazio solo per quelli che brillavano      ammasso di atomi avesse avuto ragione? Come potevo
come loro, mi diceva che dal momento che emanavo una              essere certo che, superato un pianeta o una stella, non ci
luce diversa e più fioca non ero degno di rivolgere la            fosse un qualche maniaco della propria razza ad
parola a nessuno di quelli come loro. Io, che                     allontanarmi e ad attentare alla mia unità?
fortunatamente all’epoca ero ancora molto giovane, riuscii        Non avevo altre situazioni con cui confrontare l’accaduto,
a spostarmi, ma non del tutto.                                    non avevo altre realtà da esplorare e scoprire.
L’unica cosa di cui ero certo era che, senz’ombra di dubbio,    persona più bella che avessi mai visto e incontrato. Aveva
non avrei mai più corso il rischio di avvicinarmi ad una        una forma unica e sinuosa con delle curve appena
persona, né tanto meno rivolgerle la parola e provare a         accennate, per nulla spigolosa, con i contorni morbidi e
conoscerla. Quell’episodio, rimasto indelebile nella mia        leggeri; erano gli occhi, però, che mi lasciarono
memoria, mi aveva lasciato con una sensazione di                completamente incantato. Erano gli occhi che avevo visto
solitudine e abbandono più forte e profonda che mai, mi         luccicare da lontano. Ero combattuto. Non sapevo se
aveva lasciato insicuro e instabile. Per 300 milioni di anni    rompere o meno la promessa che mi ero fatto di non
rimasi completamente immobile, fluttuante nello spazio,         rivolgere mai più la parola a nessuno. Fortunatamente non
immerso nei miei pensieri, nelle mie ansie, nelle mie paure,    ebbi nemmeno il tempo di cominciare ad interrogarmi su
riflettendo costantemente sull’attacco che avevo subito,        quale fosse la migliore opzione da scegliere che questa
privo di aspettative e prospettive. Mi trovavo in una grigia    persona, l’agglomerato d’atomi più affascinante
condizione sospesa tra il desiderio di disgregazione del        dell’universo, mi venne incontro lentamente, come se
mio essere (essendo fatto di soli atomi non si poteva           stesse sfilando per mostrarsi in tutta la bellezza del suo
ancora parlare di morte) e una insignificante speranza di       essere, come una divinità tentatrice. “Sei diverso da me.” –
riscatto e di un domani diverso. Era un’eterna via di mezzo     cominciò – “Emani una luce che non ho mai visto. Sei molto
in cui non avevo la forza di scegliere. Riuscii ad attirare     bello!”. Non sapevo cosa rispondere. Infatti, l’ultima volta
qualche atomo per tentare di ricostruire le parti di cui ero    che avevo pronunciato delle parole e che avevo avuto
stato privato, ma era complicato, perché sembrava che           un’interazione con qualcuno era stato milioni di anni prima.
alcuni atomi fossero restii a voler far parte di un             Mi aveva colto decisamente impreparato. Provai a dire
agglomerato tanto triste, cupo e solitario.                     qualcosa, ma dalla mia bocca non uscì che un borbottio
Mentre rimuginavo sulla desolazione della mia condizione        incomprensibile. Mi sentivo abbastanza in imbarazzo a
di menomato, notai che qualche migliaia di chilometri           farmi vedere così impacciato, dal momento che stavo
lontano da me, vicino ad una piccola e vecchia galassia,        anche cominciando a scaldarmi, ma decisi di riprovare, pur
c’era qualcosa che luccicava ad intermittenza. All’inizio non   essendo continuamente scosso da tremiti di paura perché
ci feci molto caso perché sospettavo che fosse l’ennesimo       temevo che da un momento all’altro sarebbe sbucato un
neo-agglomerato che si divertiva a brillare più che poteva,     altro agglomerato di atomi, altrettanto bello e particolare, a
ma quando, durante il mio percorso, gli passai sopra            mutilarmi o a farmi disgregare completamente.Riuscii a
mantenendo le dovute distanze che il passato mi aveva           bofonchiare un “ciao”, il che fu una grande conquista. “Che
insegnato, per la prima volta dopo tempo immemore,              strano, sei la prima persona che incontro. Ti andrebbe di
rimasi estasiato da quello che stavo osservando. Era la         fare un giro insieme?” mi chiese lo straniero.
Avrei voluto chiedergli il suo nome, ma non appena cercai         che fecero rinascere in me la fiducia, la voglia di vivere e la
di formulare la domanda si era già allontanato. Decisi            curiosità di esplorare. Erano gli occhi che mi fecero
allora di seguirlo, spinto dalla curiosità di conoscere           innamorare di questa persona. In quel momento non
meglio questo inaspettato interlocutore. Sarebbe stato            sapevo che si chiamasse amore, ma sapevo che era una
sicuramente meglio che continuare a fluttuare senza               forza potente che mi aveva legato indissolubilmente a
scopo. Lo raggiunsi e cominciammo ad inoltrarci                   qualcuno.
nell’universo, superando costellazioni, grandi stelle,            Dopo diversi milioni di anni, durante le nostre gare per
galassie. Era una continua competizione per arrivare per          l’universo, giungemmo ad un grande spazio che aveva
primo ad un determinato pianeta o ad un sistema. La               quasi la forma di uno stadio, anche se decisamente più
mossa più divertente era avvicinarsi con grande velocità ad       grande, totalmente vuoto, scuro, non occupato da alcun
una stella, arrivandole tanto vicino da sfiorarne la superficie   corpo, circondato da diversi pianeti posti in cerchio, in una
incandescente, sentire i propri atomi scaldarsi e vederli         disposizione alquanto insolita, che nessuno di noi due
quasi schizzare via dal proprio corpo per poi riprendere          aveva mai visto. Con uno sguardo d’intesa decidemmo di
istantaneamente il controllo e sfrecciare verso un altro          metterci alla prova e vedere chi sarebbe riuscito a
obiettivo.                                                        raggiungere l’esatto centro di questo spazio.
Non riuscivo a capacitarmi di come questa persona, con il         Cominciammo la corsa, aumentando sempre di più la
semplice, gentile, spontaneo gesto di avvicinarsi,                velocità e continuando a superarci a vicenda, ma questa
interessarsi e propormi una semplice attività, che era            volta una sensazione strana, probabilmente di paura, mi
diventata più un gioco, era riuscita a ribaltare e trasformare    colpì come avvertendomi che ciò a cui andavamo incontro
completamente il corso della mia vita. Seppur banali,             non avrebbe portato nulla di positivo. Decisi di ignorare
avevo degli obiettivi, delle finalità, oltre che il desiderio     questa sensazione che, nel frattempo, facendomi riflettere
incontenibile di conoscere il suo nome, ma ogni volta che         troppo, mi aveva portato in svantaggio. Questo svantaggio,
glielo chiedevo passava una supernova oppure si sentiva           però sembrava aumentare molto, in modo anomalo, e più
l’eco di un’esplosione e quindi rimanevo costantemente            ci inoltravamo verso il buio più si delineava una gigantesca
privo di quell’informazione che volevo disperatamente             sfera completamente nera. Non avevo mai visto nulla del
avere. Comunicavamo unicamente con gli sguardi. Oh,               genere (venni a sapere molto dopo che si trattava di un
quegli sguardi così unici, intensi e profondi che quasi mi        enorme buco nero). La forza di gravità ci attirava entrambi
assalivano e mi entravano dentro lasciandomi il loro              con grande violenza e allora provai a chiamare il mio
messaggio! Erano gli occhi, in tutta la loro particolarità e      amato agglomerato d’atomi, ma non sapevo che cosa
brillantezza, che non facevano che aumentare col tempo,           gridare, non ne conoscevo il nome, non sapevo come
avvisarlo del fatto che stava andando incontro ad un corpo         Furono gli uomini ad introdurre tutte quelle differenze e
eccessivamente massivo, dal cui campo gravitazionale               quelle disparità che una volta non c’erano, o che per lo
sarebbe stato arduo riuscire a uscire. Ero in preda al             meno erano superficialmente legate all’aspetto esteriore.
panico, tentai di accelerare con la speranza di afferrare il       Maschio e femmina. Brutto e bello. Alto e basso.
mio compagno e tirarlo indietro a me, ma invano. Non ero           Straordinario e ordinario. Amore e odio. Opposti che
in grado di misurare i miei movimenti in quel caos di forza        hanno portato alla conflittualità, al dolore e alla perdita. Ma
attrattiva. Provai ad urlare molto forte affinchè si voltasse e,   anche all’interno della storia umana queste perenni
vedendomi, capisse che doveva tornare indietro. Stavo per          dicotomie sono state più fluide o più rigide a seconda
compiere l’ennesimo tentativo volto ad attirare la sua             delle culture, della politica e delle società. Era molto più
attenzione, quando lo vidi scomparire fulmineo, perso in           bello quando tutte queste barriere, queste definizioni non
quel buio tangibile e opprimente, che mi aveva privato             c’erano. Quando si esisteva e basta. Quando ci si
della mia luce, del mio amore. Con il cuore infranto e con         innamorava e basta, senza star lì a pensare se l’oggetto del
un vuoto e una voragine interiore che stava prendendo il           proprio amore era maschio o femmina. Quando si
sopravvento, mi aggrappai al ricordo del mio grande                celebrava l’amore colto nella sua reale essenza, libero da
amore e con un ultimo slancio finale riuscii a impiegare           costrizioni e strutture definite, come un’intesa tra anime o,
tutte le mie forze per vincere la forza di gravità del terribile   nel mio caso, come uno scintillio degli occhi e non come
buco nero. Stremato, lontano da quell’inferno inizialmente         una mera compatibilità tra corpi. Avevo questi pensieri in
invisibile, mi abbandonai alle correnti geomagnetiche e            testa quando, dopo un interminabile meeting aziendale,
cercai di recuperare energia. Ancora una volta ero stato           uscii dalla moderna sala conferenze di uno degli edifici del
privato di qualcosa di fondamentale, della mia persona,            One World Trade Center nella Lower Manhattan, un piano
dei suoi sguardi luccicanti, dei suoi gesti, delle sue sfide,      sopra gli uffici di Condè Nast, alle 21 di un giorno terso di
dei suoi stimoli. Il dolore che provavo non aveva nulla a          primo autunno, quando la temperatura è ancora mite
che vedere con quello sperimentato dopo aver perso la              durante il giorno ma diventa più fredda la sera e non si sa
parte inferiore di me a causa di quel maledetto razzo              mai come vestirsi. Avevo un disperato bisogno di una
imprecatore di atomi, era un dolore molto più profondo,            boccata d’aria fresca e di una lunga camminata, quindi
come quello di una lama conficcata direttamente nella mia          decisi di recarmi a piedi fino all’Empire State Building,
anima, che non mi dava pace.                                       deciso a salire fino al 83° piano e prendermi del tempo per
                                                                   rilassarmi e concentrarmi sul panorama mozzafiato che
***
                                                                   Manhattan regala ogni sera. Una volta raggiunto il balcone
Puoi anche leggere