LE NOSTRE COSMICO MICHE - Classi 4A classico e 4B Scienze Umane
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I fiori primaverili sono sbocciati e la natura si sta risvegliando dal letargo invernale. Accade tutti gli anni, ma mai prima d’ora USCIRE DALLA abbiamo notato come fuori dalla caverna, che chiamiamo casa e nella quale da marzo a questa parte siamo stati rinchiusi, la vita prolifera ed è meravigliosa, ricca di colori, sfumature e profumi. Mai prima d’ora abbiamo avuto l’occasione di ascoltare il canto CAVERNA degli uccellini, finalmente non coperto dal rumore delle numerose auto nelle strade o dei tanti aerei in cielo. Mai prima d’ora le ultime generazioni avevano visto un cielo così terso e limpido e respirato un’aria così leggera, libera dall’eccesso di smog. Fuori dalla caverna, la vita continua. Un giorno, ci svegliamo e il mondo come lo ricordavamo noi, quel mondo invernale di marzo, dall’odore di inquinamento e dal rumore di automobili, è improvvisamente sbocciato, diventando il mondo della più pura primavera di maggio. Come un salto temporale. Come se il tempo andasse a INDICE: scatti. In realtà, sappiamo che questi tre mesi non sono stati Date al mare quel che è del mare davvero passati nell’oblio come ci sembra, bensì sono trascorsi giorno dopo giorno, anche piuttosto lentamente. All’inizio la Ora e Adesso preoccupazione era come riempire la giornata con attività che si potessero fare in casa. Leggere, cucinare, passare il tempo con la Aria pura famiglia, imparare a suonare uno strumento musicale o fare esercizio, allenarsi, vedere film, portarsi avanti con il lavoro, fare le Amore e diversità pulizie in casa. Sono state queste distrazioni che ci hanno aiutato a uscire dalla fase di panico. Tutte le attività in cui ognuno si è potuto Ghiaccio cimentare hanno rappresentato un modo per staccare la mente dal flagello che imperversava fuori dalla nostra caverna e, in casi Dentro Matrix peggiori ma non rari, anche al suo interno. Abbiamo così imparato che le giornate possono benissimo essere riempite anche senza uscire di casa, dedicandosi a hobby che prima forse non tenevamo
in considerazione. Ma sebbene la nostra caverna, con le quattro mura che ci circondano, non abbia mai rappresentato più di ora un rifugio per noi, ognuno ha iniziato a soffrire di claustrofobia, a sognare spazi aperti, specie adesso che la natura sembra davvero rinata, e, soprattutto, ad agognare la libertà di andare e fare quello che vuole. Una libertà che ci stiamo accorgendo di aver dato troppo per scontata quando era lì a nostra portata di mano. Avevamo bisogno di evadere dalla nostra routine, di scappare dalla monotonia e di aprire la mente. E se eravamo fisicamente costretti nel buio della nostra caverna, abbiamo voluto provare a lasciare più spazio all’immaginazione, oltrepassando non solo le mura di casa, ma anche i confini della realtà e catapultandoci in un mondo fantastico. E, per farlo, ci siamo dedicati proprio ad una nuova attività: la lettura del romanzo breve “Le Cosmicomiche” di Calvino e la scrittura di qualche racconto sul suo modello. Più che storie sembrano quasi delle favole, quasi dei brevi miti che partono da teorie scientifiche sull’origine dell’Universo e le reinventano adattandole al mondo odierno. Ci siamo accorti che ciascuno le ha interpretate o reinterpretate in modo differente, a seconda della meta immaginaria decisa da ognuno. Insomma, questo viaggio, intrapreso in modo ludico, ci ha veramente aiutato a uscire da questo periodo buio e dai confini della piccola realtà delle case in cui siamo stati rinchiusi, e forse non solo. Come disse lo scrittore Carlos Ruiz Zafòn, “Viviamo in un mondo di ombre e la fantasia è un bene raro”. Aurora Genellina 4A classico
DATE AL MARE QUEL CHE E’ DEL MARE Gli archeologi affermano che nelle prime comunità umane, prima della scoperta e dell’uso dei metalli, si usassero ciottoli, conchiglie, semi o ossa di animali come mezzi di pagamento alternativi al baratto di beni. Soprattutto conchiglie - confermò Qfwfq - anzi, dovete sapere che durante il periodo in cui visse quello che ora viene chiamato Homo Habilis mi capitò di assistere a un evento quanto mai curioso; con le comunità vicine che, oltre a quella di cui facevo parte con la mia famiglia, erano le uniche presenti sul pianeta, fummo presi dal desiderio di rivedere il mare che era rimasto ormai soltanto un ricordo remoto e antichissimo. Decidemmo, quindi, di preparare una grande emigrazione e ci spostammo in massa dal centro del continente africano, dove eravamo, fino alla costa dell’Egitto; dopo mesi di cammino, finalmente, arrivammo e ci stabilimmo là. A quei tempi, mio padre Jbbw’r ed io eravamo molto legati e spesso, dato che ormai avevo raggiunto l’età giusta, mi portava a caccia con lui e io amavo quei momenti perché potevo correre per le praterie sconfinate, verdeggianti e fresche anche in Africa in quell’era, e ammirare il percorso degli uccelli in cielo; anche in Egitto mio padre spesso mi voleva con lui e a volte ci spingevamo verso la costa per rincorrere le nostre prede. Ricordo la prima volta che vidi il mare: non riuscivo quasi a respirare e non parlai per diverse ore; era la cosa più bella di cui avessi mai avuto esperienza, e ne avevo avute di
esperienze; sembrava quasi che potessi toccare il cielo, scivolando dalle mani del cacciatore, e quelle le chiamò anzi, ero sicuro che il cielo proprio lo toccassi, almeno le “conchiglie” dal suono secco e rigido che facevano prime volte, ed era qualcosa di entusiasmante avere un quando urtavano tra loro. Ecco che, imbandito un grande cielo tuo, a portata di mano, che era sconfinato e infinito banchetto con le prede della giornata, tutti rimanemmo allo stesso modo di quello sopra ma che si poteva toccare sbalorditi dalla bontà del nuovo “pesce”: in pochi e modificare, potevi metterci una parte di te stesso! potevamo immaginare che di lì a poco ce ne saremmo Non appena ci avvicinammo al mare, notammo subito le quasi dimenticati. strane creature che lo solcavano e che ne saltavano fuori, Rimanevano, infatti, le conchiglie, troppo dure per essere ma preferimmo non provare a catturarle e continuammo a commestibili, e si decise di dividerle in parti uguali tra i badare alle nostre consuete prede di terra, intimoriti come cacciatori che le avevano raccolte, così ognuno se ne portò eravamo dal mare, in cui eravamo entrati soltanto poche a casa un sacchetto. Mio padre decise di ammucchiarle in volte, rimanendo a nuotare nei pressi della riva. Un giorno, un angolo della nostra capanna così da permettere a ogni tuttavia, uno dei cacciatori più anziani e coraggiosi, Tgffgh, membro della famiglia di darci un’occhiata e, in effetti, dato che era rimasto a mani vuote tutta la giornata, decise rimanemmo tutti a guardare quelle conchiglie per un bel di gettarsi nell’acqua e, brandendo un affilato coltello di po’ di tempo la prima volta che le vedemmo lì selce, di provare a prendere uno di questi strani animali. ammucchiate. Erano così belle! Ogni conchiglia era diversa Tornato a riva dopo diversi minuti, aveva tra le mani una dalle altre, per come appariva all’esterno, per come era grossa creatura che, ancora viva anche se ferita, cercava di formata all'interno, per il colore, per la grandezza: erano liberarsi con ogni sforzo, producendo uno strano rumore un’assoluta novità! Nessuno, neanche tra i più anziani del liscio; inoltre i cacciatori, che lo avevano aspettato tutto il villaggio, aveva idea del perché fossero finite sulla spiaggia tempo vicino all’acqua, cominciarono a sentire uno strano né da dove fossero arrivate, ognuno aveva la sua teoria: dolore ai piedi e, guardando in basso, si accorsero che il c’era chi affermava che crescessero dalla terra in quel terreno vicino al mare era composto, oltre che di sabbia, particolare ambiente, c’era chi credeva che cadessero dal anche di alcuni strani gusci duri dai colori diversi tra loro e cielo e chi diceva che provenissero dal mare; alcuni molto vistosi e, meravigliati, ne presero a manciate. Per sostenevano che fossero dei manufatti di qualche forma di prima cosa, come ogni volta che si aveva a che fare con vita superiore, chi riteneva che fossero oggetti prodotti dai cose in precedenza sconosciute, portammo la creatura e i nostri antichissimi antenati e chi li riteneva dei semplici gusci da un ragazzo del villaggio che aveva il dono di sassi colorati e deformati dall’alternarsi delle maree, ma tramutare i suoni in nomi e lui chiamò questa “pesce” dal una cosa era sicura: tutti ne erano affascinati e se ne suono che produceva quando cercava di scappare, parlava ininterrottamente da quando erano state portate
nel villaggio. dovuta al fatto che tutti avevamo la sensazione che queste In casa mia le conchiglie erano spesso argomento di conchiglie fossero diventate la cosa più preziosa che discussione: si fantasticava, ad esempio, su come avessimo avevamo, anzi, che tutti avevano, e dalla paura che dovuto usarle. Mia sorella minore Tryyrt’L voleva usarle per qualcuno avrebbe potuto sottrarcele. I nostri presentimenti decorare gli abiti di tutti e la casa, mentre mia madre E rt 4 si rivelarono quanto mai fondati: nei giorni seguenti era convinta che, cucinandole in qualche modo, si sarebbe continuò a ripetersi la scena che avevamo visto alla potuto trarne qualche pozione miracolosa, ma mio padre e spiaggia alla prima raccolta e noi ci adeguammo a quello mio fratello maggiore ritenevano che utilizzando le che faceva la comunità continuando a raccogliere; tutti si conchiglie in questo modo se ne sarebbe sminuito il fecero più diffidenti verso gli altri, ma nessuno osava valore; loro si limitavano ad ammirarle ogni volta che ci sottrarre conchiglie a qualcun’ altro per paura di essere passavano vicino, mentre io ero sicuro che avrei potuto derubato a sua volta. L’assalto alla spiaggia si fermò fabbricarci qualcosa, ma ancora non sapevo cosa; tutti, soltanto quando ci si accorse che ognuno doveva però, eravamo d’accordo su una cosa: dovevamo averne di riprendere la propria attività: si dovette tornare a cacciare, più. ora anche a “pescare”, a raccogliere i frutti, a fabbricare Una mattina decidemmo, quindi, di recarci presso la riva vestiti e utensili per la caccia e ogni famiglia doveva per raccogliere quante più conchiglie possibili: tornare a procurarsi di che vivere; la brama di conchiglie, inizialmente si era pianificato di mandare solo me, mio però, non era scomparsa e ora, oltre al baratto, chi voleva padre e mio fratello maggiore, Tyytg , ma, date le proteste 47 vendere qualcosa, pretendeva qualche conchiglia in del resto della famiglia, decidemmo di dirigerci tutti quanti cambio, ma chi scambiava le conchiglie ne voleva a sua verso il mare e scoprimmo, con grande stupore, che tutte volta per non averne meno degli altri e così il baratto le famiglie che abitavano vicino a noi avevano avuto la diventò inutile: chi aveva bisogno di qualcosa, doveva stessa idea; c’erano almeno duecento persone, tutte pagare conchiglie e per avere conchiglie doveva a sua intente a cercare conchiglie e, se la spiaggia non fosse volta scambiare qualcos’altro.Chi, in quel periodo, non stata estesa centinaia di chilometri, molto più di quanto lo aveva un’occupazione specifica in cui fosse sia ora, sicuramente non avremmo più trovato conchiglie. particolarmente abile, decise di procurarsi quante più Tornati dalla costa decidemmo di stipare le nostre conchiglie possibile, andando a raccoglierne in maggior conchiglie (ne avevamo parecchie ora) in una grande fossa quantità e più spesso di quanti si occupavano di cacciare, sotto terra, dietro la nostra capanna; questa decisione, che di creare utensili o di fare altro e costoro si guadagnavano al momento sarebbe sembrata eccessivamente ansiosa, da vivere scambiando conchiglie con beni di consumo che ma che si sarebbe poi rivelata una mossa molto saggia, era potevano tenere per sé o rivendere per altre conchiglie;
chi era naturalmente disonesto si ridusse a rubare Una sera d’estate, tornavo dalla vicina collina dove solevo conchiglie come occupazione fissa; spesso, poi, per alcuni, recarmi per avere un momento di riposo durante le le conchiglie non bastavano a comprare alcune cose, per estenuanti giornate di caccia insieme a mio padre, quando esempio un grosso animale o una lancia nuova per notai alcune gocce di pioggia cadermi sui capelli e il vento cacciare, e allora si rivolgevano a chi aveva più conchiglie cominciare a soffiare forte forte; dovete sapere che allora il per ottenerle in prestito oppure a chi si trovava nella loro pianeta era molto più giovane di adesso e doveva ancora stessa condizione per unire le forze e condividere ciò che finire di assestarsi e formarsi completamente, perciò gli acquistavano. eventi climatici si manifestavano poche volte in un anno, Il commercio tramite conchiglia cominciò anche a unire le ma erano spesso distruttivi e quindi anche l’arrivo della famiglie e i villaggi che si concentrarono tutti in un grande pioggia incuteva terrore come l’eruzione di un vulcano. nucleo nella zona costiera e ci si accorse che se si voleva Cominciai, quindi, a correre all’impazzata verso la nostra vivere in molti a stretto contatto bisognava adottare delle capanna dove mi rifugiai come fecero tutti nel villaggio; regole che valessero per tutti, cosa che non si era mai fatta fortunatamente dalla mattina seguente il vento cominciò a prima; la vita in società comportò la nascita di un concetto calare ma la pioggia persisteva, il livello del mare si alzava ancora semi-sconosciuto: il potere. Chi era riconosciuto senza sosta e arrivò a sommergere completamente il come più forte o capace cominciò ad avere più potere, ad continente per chilometri e chilometri. Certamente una tale esempio chi prima guidava un gruppo di cacciatori ora inondazione avrebbe spazzato via almeno metà della dirigeva grandi battute di caccia insieme ad altri cacciatori nostra neonata Comunità Unita se non fosse stato per la esperti; chi si era dimostrato più abile nella pesca ora sovrapproduzione di canoe degli ultimi mesi che, grazie guidava grandi flotte di canoe; i profitti della cantieristica anche all’avanzamento relativamente lento della marea, navale erano esplosi da quando si era riscoperto il mare. riuscirono a salvarci tutti; rimanemmo per alcuni giorni sul Ben presto, tuttavia, ci si accorse che chi aveva molte mare nella zona dei villaggi e non mancarono certo quelli conchiglie e voleva avere una posizione di comando che, quando ancora il livello del mare era basso, tentarono poteva facilmente comprarla da chi la occupava e così, di cercare le conchiglie, che nessuno aveva più visto da rapidamente, si arrivò a considerare più adatti al comando quando la marea era salita, ma non ci fu nulla da fare: coloro che possedevano più conchiglie. La neonata nessuno ritrovava le sue conchiglie. Cominciammo quindi ricchezza aveva dato una spinta alla specie umana, il a navigare cercando la terraferma, nutrendoci con il pesce progresso stava accelerando enormemente e l’umanità e le riserve di cibo che avevamo avuto il tempo di salvare avrebbe avuto una storia decisamente diversa se la natura, completamente, quand’ecco che una barca vicino alla proprio allora, non si fosse fatta sentire. nostra si imbattè in una conchiglia; l’entusiasmo fu, però,
stroncato sul nascere quando chi l’aveva raccolta vide che La natura fortunatamente, le avrebbe poi dato una era abitata da uno strano viscido animaletto, fu chiamato seconda possibilità. poi mollusco, che scappò dalle sue mani con una mossa fulminea. Tancredi Pezzoni 4A classico Si fecero molte ipotesi sulla scomparsa delle conchiglie e sull’avvento di questi strani animali che le avevano occupate abusivamente, io, che conoscevo il pianeta da molto tempo e avevo, in realtà, una certa familiarità con queste simpatiche creature, conosco il motivo della loro comparsa: diversi com’erano dai molluschi attuali, avevano smesso di indossare i loro gusci per la stagione dell’accoppiamento dirigendosi al largo come dei pesci ma, quando la corrente li aveva riportati sulla spiaggia, molti non avevano ritrovato i loro gusci e, avendo molta più mobilità di adesso, decisero di andare a occupare nuovamente le conchiglie sfruttando la grande inondazione che era penetrata in ogni nascondiglio e deposito e cassaforte che avevamo creato. Sì ma - vi chiederete - che fine avrà fatto l’umanità che sembrava aver cominciato un così promettente cammino? Semplice: la scomparsa delle conchiglie, già durante la traversata, sciolse ogni legame sociale così come la loro comparsa li aveva rafforzati e, sbarcate in punti diversi del continente, nessuna famiglia sentì il bisogno di ricongiungersi con le altre; l’umanità perse quella che era sembrata l’unica ragione di vita e fu colta da un profondo malessere: dimenticò ogni progresso, smise di praticare l’agricoltura e l’allevamento, cessò di costruire oggetti complessi e tornò ad essere nomade e a vivere nelle caverne diventando rozza e gobba: rifiutando di evolvere.
ORA E ADESSO concezione del tempo. Barbour intende la vita come un succedersi di "Adesso", dove l'unica parte importante è l'Adesso presente, non quello passato né quello futuro. Julian Barbour è un fisico britannico che ricerca nel campo Secondo questa teoria, sono i cambiamenti a creare della gravità quantistica e nella storia della scienza. Nel suo l’illusione dello scorrere del tempo e non viceversa. saggio: “La fine del tempo" espone una nuova concezione della realtà che non presuppone l'esistenza né la
Ovvio che sia così- disse Qfwfq- anche se è certo che non Come dicevo, in un Adesso diverso da questo, si era tutti molti tra voi possano capirlo. O meglio, che molti tra voi coscienti del fatto che il tempo non esisteva. Lo non possano capirlo oggi, perché l'oggi come ora, prendevamo anzi come uno scherzo. Le mamme presente, Adesso che intendete voi è limitato e limitante, raccontavano ai bambini prima di andare a letto le stringente, coercitivo. favolette della buonanotte sulla grande illusione del Ebbene, in un Adesso diverso da questo, un Adesso che tempo, ponendole al pari delle storie su Babbo Natale e voi chiamate Passato, Ricordo, Ieri, tutti invece sapevano sull'Uomo Nero. C'era la storia di un uomo buffo con due come funzionava il mondo: e vi dirò di più, non c'erano grandi baffoni che aveva creduto (povero stolto!) di aver musi lunghi come tra voi! Forse perché non ci limitavamo a avuto l'intuizione del millennio: il tempo è relativo, vedere il mondo come un filo di panni steso ad asciugare soggettivo! Oppure c'era la favola di quel gruppo di come si fa Adesso: la vostra convinzione è che un attimo strambi amici che un giorno aveva deciso di complicarsi la venga dopo l'altro come una serie di fotografie appese, vita e avevano iniziato a supporre l'esistenza di più appunto, ad un filo e che una fotografia posta prima sia dimensioni di tempo. irrimediabilmente passata. Il “prima” è qualcosa di scattato Erano tutte storie spassosissime, ma quella che mi ha e poi abbandonato, il “prima” è participio passato. sempre fatto più ridere era quella che raccontava Jba, una Siete convinti che subito si debba correre, fino ad avere il mia parente di quinto grado: la favola sull'uomo che fiato corto corto, alla prossima foto, al prossimo passo, al cercava di tenere in mano il tempo. Praticamente questo prossimo scatto, al prossimo tratto del filo. E la corsa sul filo pazzo scriveva su un foglio le cose da fare e- questa era la è diventata così frettolosa che non badate nemmeno più parte più divertente- correva tutto il giorno come se avesse alla foto, a come è venuta, perché troppa è la foga di qualcuno che lo inseguiva, tanto che noi ci figuravamo il correre verso ciò che considerate più importante, perché Tempo come un enorme e schifoso scarafaggio assassino. Incipiente, Futuro. Forse avete paura che se non gli Il povero ometto si trovava quindi a fare tutto quanto senza correrete incontro vi travolga…. permettersi la benché minima calma. Arrivato alla sera Quale che sia la ragione però, non posso biasimarvi: ormai tutto scarmigliato, stravolto e stanco, cancellava con una è diventato un movimento automatico, considerato penna le cose “da fare” ormai fatte ed era fiero dei naturale. Io so bene da quando tutti quanti hanno iniziato a cambiamenti che, grazie al tempo, era riuscito ad pensarla così, ma per fortuna so anche, nella realtà, come e apportare alla sua vita. cosa sia successo.
Oh, come ridevamo… Si era tutti più spensierati quando si Futuro e Passato erano dei concetti assurdi. Infatti il mondo, era consci del fatto che non era lo scorrere del tempo a l'universo, che noi chiamavamo Plutonia, era come un libro creare i cambiamenti, ma i cambiamenti a creare l'illusione vecchio, pieno di pagine strappate e sparpagliate in giro. di uno scorrere del tempo. Al contrario di un libro vero però, le pagine di Plutonia, Era bello perché, visto che tutti sapevano che ogni Adesso ovvero gli Adesso, non avevano nessuna correlazione tra è unico e irripetibile, ma soprattutto disconnesso dagli altri loro, erano a sé stanti e indipendenti, esistenti in ogni Adesso, si faceva tutto con più cura. Ad esempio, mio luogo e in ogni momento tutte contemporaneamente. Non nonno, AtG, era appassionato di carte. Ogni volta che c'era il limite di un prima e un dopo. Non si correva lungo andavo a trovarlo se ne stava lì, con gli occhi felici, ad una linea, ma si cambiava direzione come a rotolare sul aggiungere un pezzo alle sue sculture fatte con le carte da perimetro di un triangolo che cambia ogni secondo la sua gioco: castelli, persone, spesso e volentieri anche figure forma. Non c'era un futuro da aspettare, né un passato da inesistenti. E aveva una miriade di cose da fare, ricordare. chiariamoci: controlli medici, assicurazioni, riscuotere la A questo proposito, la gente era molto meno nostalgica. pensione.. ma non gli interessava. Non c'era nessuno a Non vedevamo ciò che c'era prima come qualcosa di corrergli dietro, così come a tutti noi, perciò sapeva che perso: in primis, perché avevamo vissuto il momento quando avesse voluto l'avrebbe fatto. Tra l'altro c'era la intensamente (non avendo fretta di correre da un'altra possibilità che l'avesse persino già fatto, ma in un altro parte) e ce lo eravamo goduto abbastanza; in secundis Adesso. Perciò continuava a fare quello che gli stava più a perché eravamo perfettamente al corrente del fatto che cuore, mettendoci tutto l'amore del mondo e nessuno se la semplicemente eravamo passati ad un altro Adesso, prendeva a male. Come mai avrebbe dovuto fare tutto di altrettanto interessante, ma del tutto indipendente da fretta? D'altronde, in un mondo in cui si era consci quello prima; infine, perché sapevamo che l'Adesso in cui dell'inesistenza del tempo, nessuno sapeva neanche cosa eravamo stati fino a quel momento era sempre lì, fosse la fretta. Le cose si facevano per il gusto di farle e non esattamente nel momento in cui eravamo lì noi, perciò ne per assecondare qualcosa, né per senso di colpa, né tanto percepivamo ancora l'esistenza, essendo noi, così come gli meno per senso del dovere. Lo stesso principio del nonno Adesso, un tutt'uno con l'essenza dell'universo.La era applicato da tutti quanti e dunque regnava la pace e la situazione era comoda anche per l’educazione. I bambini serenità maggiore possibile. Si era soddisfatti, appagati, infatti, essendo liberi di giocare quanto volevano, dopo un perché si viveva proprio quel momento lì -sì, proprio po' si stancavano e, senza che nessuno dicesse loro niente quello!- senza avere paura di qualcosa di successivo e e senza che le mamme dovessero sgolarsi per senza piangere su ciò che non si era fatto, anche perché rimproverarli, tutti diligenti in fila per due andavano a
studiare, facendolo anche con molto gusto. Il percorso di Mi innamorai quando già il mondo stava cambiando, ma io studi richiedeva loro molto, ma la cosa non li turbava: non ero accecato e non me ne accorsi. Lei si chiamava AuR* ed sentivano il bisogno di giocare perché era ancora vivo era incredibile, forse una delle creature più appassionate e nell'universo quell'Adesso che li aveva visti tanto felici nel appassionanti che io abbia mai incontrato, nonostante nel loro giocare, perciò con la serenità che li mondo di allora la gente sapesse già di per sé contraddistingueva si dedicavano con tanta passione allo appassionarsi totalmente alle cose. Lei era di più, perché studio quanta ne avevano dedicata prima ai giochi. era estremamente curiosa: ogni volta che la incontravo Facendo le cose con estrema calma i risultati erano aveva tantissimo da raccontarmi su un miliardo di incredibili e ne beneficiavamo tutti. argomenti diversi. In quell'epoca capii che non erano Ciò che per me però faceva davvero la differenza erano i leggende le parole che venivano spese sull'amore: grazie rapporti interpersonali. Era meraviglioso, che mi si creda o a quel sentimento avevo iniziato a sentirmi molto più forte, no. Si amava incondizionatamente e per quelli che a percepire l'universo in tutto e per tutto, e avevo scoperto fisicamente forse erano millenni, senza tregua, senza che l'amore dava ancora più forza per affrontare poi le altre interruzioni. Gli Adesso dell'amore erano pura poesia: tutti attività della vita. davano il meglio di sé quando erano liberi da vincoli Purtroppo, proprio durante uno di quegli abbracci nell'amare. L'uomo non aveva nessuna voglia di fare del interminabili, sentii una strana sensazione dentro AuR*: si male quando amava incondizionatamente, perché il male guardava intorno, si divincolava, era irrequieta. Io non si faceva quando uno non era contento e quell'amore così sapevo come comportarmi, non era mai successo nulla di invece ci rendeva contenti tutti quanti. Era l'amore al suo simile. Successe, da quel momento, tutte le volte che ci stato più puro e nel suo stile più alto, che a volte faceva abbracciavamo. Poi, un giorno, lei si staccò del tutto. persino impazzire. C'era chi diceva che grazie all'amore ci Mi guardò un attimo, poi corse via. Rimasi inebetito a si connetteva davvero al 100% con l'universo e perciò non guardarla scappare, poi decisi di inseguirla. D'improvviso solo si aveva la assoluta certezza dell'esistenza degli mi resi conto di percepire anche io quell'ansia, quel Adesso, ma si poteva percepire una parte di sé all'interno sentimento di incompletezza datomi da quell'abbraccio di ognuno degli Adesso esistenti. L'energia migliore la non finito. Non riuscivo a ritrovare la pace che avevo davano gli abbracci -c'erano abbracci che potevano durare sempre avuto, perché per la prima volta avevo la quanto il bruciare dell'intero sole- e io mi resi conto solo sensazione di aver perso quell'Adesso. Corsi allora più dopo averli persi che quell'interminabile calore mi sarebbe forte, anche se più correvo più sentivo di agitarmi mancato più di ogni altra cosa. maggiormente. Cercavo AuR*, volevo trovarla, volevo che ci abbracciassimo di nuovo e riportassimo gli Adesso a
rotolare senza un senso, cioè nel modo giusto. incondizionatamente: la condizione è data dallo scorrere Quando la raggiunsi, la vidi in mezzo a una quantità del tempo, ormai considerato certezza e non più solo inesauribile di persone in fila, una dietro l'altra. Un po' illusione. La fretta di fare tutto in tempo sta derubando il correndo e un po' rotolando, confuso e agitato, cercavo di tempo stesso. Tutto questo porta poi, quando per chissà raggiungerla, ma l'enorme fila aveva iniziato a muoversi. quale motivo ci si ritrova ad avere tempo a vuoto, a non Sentii la disperazione invadermi del tutto e, non riuscendo sapere cosa fare: quando non si ha più fretta si finisce per a sopportare quella sensazione nuova, svenni. Fu quello stare seduti immobili senza nulla in testa, spenti, come se svenire che mi permise di non obliare la mia coscienza di le batterie fossero fatte di sola agitazione e frenesia. Plutonia: nel periodo della mia incoscienza capii cosa fosse Ogni tanto però, vedo un barlume di speranza. Ogni tanto, successo e mi rassegnai, capendo che avrei dovuto negli occhi di un padre verso una figlia, di una nonna verso convivere, da allora, con la sola nostalgia. i nipoti, negli occhi di due amanti, rivedo l'eternità degli Quando rinvenni mi alzai e mi misi in coda. Iniziai, come Adesso. tutti gli altri, a correre sul filo che qualcuno aveva teso e Vedo che alcune persone rivivono l'incredibile sensazione che ormai teneva incarcerati tutti quanti: il tempo. Un filo dell'eterno istante, che abbracciandosi o ridendo insieme talmente sottile e talmente lungo che la vita ormai per me non stanno pensando a cosa c'è da fare perché sono è l'ansiogena giocoleria di un equilibrista. incuranti di tutto e il loro stare insieme gli è più caro del Ancora oggi ogni tanto mi sale di nuovo quel senso di mondo. Ecco, in quei momenti, seppur solo per poco, vuoto e di tristezza: vedo esseri umani tristi, che corrono e torno a Plutonia. si rincorrono. La fretta ormai è il punto cardine, la massima regina di questo regno: si fa tutto con uno scopo da Sofia Loro 4A classico raggiungere in un tempo prestabilito e perciò si gode delle cose soltanto a metà, oppure soltanto in funzione del tick messo sull'agenda. Vedo madri che si arrabbiano perché i loro figli non crescono “abbastanza in fretta” e sento frasi come “smettila di giocare! Non sei più un bambino!” che mi fanno accapponare la pelle, perché so che quei bambini dovrebbero giocare fino allo sfinimento, esaurire la loro voglia, in modo da non avere rimpianti. Vedo relazioni sommarie e prive di passione, perché ormai, anche volendo, non può esserci più quell'amare
ARIA PURA meccanismo determinato dalla selezione naturale: sopravvivono e si assicurano una discendenza quegli Alla luce della teoria di Darwin e Wallace, per evoluzione si individui che presentano variazioni favorevoli, tali cioè da intende il processo attraverso cui le diverse specie di viventi renderli meglio adatti a fronteggiare le condizioni derivano da forme di vita preesistenti, in seguito a graduali ambientali. modificazioni, o variazioni geniche, trasmesse ereditariamente nel corso del tempo in base a un
Il vecchio QFWFQ iniziò a raccontare: - Era una notte di brevissimo, solo pochi giorni; dopodiché partorivano in primavera quando venni a sapere che potevo salire. Da aria un singolo uovo che cadeva per decine di chilometri molto tempo il mondo era cambiato: da qualche milione di fino a terra, resistendo all’urto grazie al guscio durissimo, anni, sulla terra, era arrivata una gigantesca cometa che, frutto degli elementi presenti in quella strana atmosfera. dissoltasi con il calore terrestre, aveva dato al pianeta Laggiù si schiudeva dopo alcuni mesi e ne usciva un un’atmosfera formata da un gas denso e scuro; ora i piccolo essere che vagava solo per qualche anno, componenti del mio genere non vivevano più sulla nutrendosi di ogni muschio, verme, lichene o pietruzza che superficie, troppo calda per l’effetto serra e ormai deserta. incontrasse finché, una volta cresciuto, la sua fame di No, avevano trovato un’altra soluzione, o meglio materia non si fosse saziata e avesse avuto la potenza alare l’evoluzione aveva dato la risposta al problema della per arrivare lassù dove era stato concepito, per nutrirsi solo sopravvivenza: iniziarono a comparire piume sul corpo, via di radiazione solare come i suoi genitori. L’ evoluzione poi via più fitte con il passare del tempo, fino a che con le ci aveva fatto un altro dono: la conoscenza delle abitudini, braccia si riuscì a spiccare il volo. Aiutati dalla nuova del linguaggio (estremamente più complesso e completo densità dell’aria, ci si librava in alto, fino ai confini di qualunque altro idioma che sarebbe stato inventato) e dell’atmosfera con lo spazio aperto, là dove la luce solare dei bisogni della specie era innata, senza alcuna necessità era più forte. I nuovi esseri non avrebbero dovuto più d’insegnamento. Questa condizione dava certezze salde e cibarsi di alcunché: né animali, né piante, nemmeno dogmatiche ad ogni individuo, liberandolo da ogni dubbio acqua; bastava loro, come nutrimento, solo e soltanto la esistenziale e rendendo completa e appagante la sua luce solare pura e primigenia, lì dove il gas perdeva la sua serenità. L’evoluzione era sempre stata la nostra soluzione. densità. Il nostro genere aveva continuato la sua esistenza Quella forza misteriosa che risponde con un cambiamento in questo modo per molti secoli a venire, limitando le sue al cambiamento, la natura che migliora i suoi figli per interazioni sociali a sporadici incontri tra diversi individui e permettere loro di continuare a vivere. Senza l’ evoluzione ancor più saltuari accoppiamenti. Per il resto ogni persona non esisterebbe la vita come la pensiamo oggi , tutto conduceva un’esistenza serena, priva di qualsivoglia sarebbe immobile e vuoto senza l’aiuto di madre natura. preoccupazione, volando giorno e notte attorno alla terra. Vivevo in questa incarnazione da circa dieci anni sulla Solo i nuovi nati trascorrevano i primi tempi (fino alla superficie, quando mi sentii sazio di materia e completo maturità fisica) sulla superficie terrestre nutrendosi delle fisicamente, pronto, quindi, per ascendere ai cieli più alti. poche cose ancora presenti laggiù dopo la catastrofe della In quegli anni avevo incontrato diversi miei simili, vagando cometa. Questi arrivavano lì nel modo più brusco sul pianeta e tutti fremevano di volare, non avevano alcuna possibile: il periodo di gestazione delle madri era paura, solo entusiasmo, nessuna incertezza, solo ottimismo.
Non avevo mai incontrato nessuno che si facesse domande Da quel momento in avanti perdevo 500 m di quota al su chi fossero i suoi genitori o perché non potessimo giorno e in poco più di un mese arrivai a terra; fui fra gli vivere insieme come gli antichi in grandi comunità. Una ultimi ad arrivare. Lì incontrai di nuovo Algerverso: lo vidi volta un tale Algerverso mi disse: - QFWFQ abbiamo la confuso e sgomento. Aveva cercato di rimanere in cielo ad stessa età, spicchiamo il volo insieme! -. Capii subito che oltranza e aveva fatto una bella caduta senza però riuscire era il momento giusto per volare e così, dopo aver deciso a fermarsi per l’energia cinetica accumulata. Appena mi tempistica e luogo, decollammo da un ruvido spuntone di vide mi chiese come stavo; risposi che tutto sommato non roccia verso l’immensità del cielo. Nuotavamo insieme in me la passavo tanto male, non mi ero ferito al momento quell’immensità e dopo un po', decidemmo di separarci: del rovinoso impatto, non mi dispiaceva particolarmente ognuno andò per la sua strada. stare a terra e non poter più volare. Lui, sconcertato dalla Erano già due anni da quando avevo spiccato il volo e mia tranquillità, mi biasimò: - Non vedi dove siamo?! A finalmente potevo guardare il mondo dall’alto, provando terra! E per di più circondati da questa sudicia fanghiglia un’immensa soddisfazione; ancora non sapevo che verde. Moriremo senza la luce solare, non vedi che stiamo qualcosa stava per cambiare irrimediabilmente. Una già ansimando? -. Fu in quel momento che notai che il mattina, però, iniziai a sentire una maggiore fatica nel nostro diaframma si muoveva ritmicamente, ma non mantenere costante la quota, quindi, decisi di scendere un ansimavamo, respiravamo! Quella nuova aria era la nostra po' per trovare maggiore stabilità. Dapprima pensai che fonte di energia ormai. Certo, per capirlo, ci volle un po’ di questo fosse dovuto al continuo viaggiare senza mai darsi tempo, forse iniziammo a comprendere la nostra nuova tregua, poi però notai che non ero l’unico ad accusare lo natura quando provammo una nuova sensazione allo stesso problema: mi comparve davanti un tale che stomaco: non era bisogno di materia come quando scendeva. Dopo averlo salutato mi disse: - Strano, è da eravamo piccoli: era fame! La soluzione più semplice che tanto che volo e una cosa del genere non era mai capitata: trovammo fu di nutrirci proprio di quella fanghiglia verde sembra che stia cambiando il peso dell’aria-. E aveva che dava tanto fastidio ad Algerverso. Noi, al di là di ragione, l’aria, infatti, non era più la stessa: ogni giorno che qualche banale intuizione, non capivamo che era proprio passava diventava più leggera e così le nostre ali non quella fanghiglia che ora ricopriva la terra la causa del trovavano più un sostegno. La cosa comica fu che anche cambiamento: molto molto tempo dopo, qualcuno l’odore e il colore dell’aria cambiarono: non era più una avrebbe chiamato quegli esserini minuscoli che la sostanza irrespirabile, ma assunse un sapore neutro e un componevano cianobatteri. Erano proprio loro che, colore trasparente: il nostro mondo stava cambiando attraverso la luce del sole, schiarivano e alleggerivano l’aria radicalmente. emettendo uno strano gas: l’ossigeno.
E fu proprio questa molecola che diede il nome al un mondo diverso e rinnovato, dominato dai ruoli sociali, processo che rivoluzionò la nostra vita: catastrofe dall’educazione dei nuovi nati e dallo spirito di dell’ossigeno. Del resto lo fu davvero perché non solo ci sopravvivenza. costrinse a vivere a terra, ma provocò la scomparsa di Contro ogni aspettativa, il nostro genere superò anche quasi tutti gli altri esserini, anaerobi, che si erano abituati questa sfida. L’evoluzione ci aiutò anche in questo benissimo a quell’atmosfera scura e irrespirabile; fu la più frangente: dapprima scomparvero le piume sul nostro grande estinzione di massa avvenuta sulla terra, altro che corpo, poi cambiammo il nostro metodo riproduttivo, dinosauri! perdemmo la conoscenza innata e infine diventammo più Detto ciò, ora, non potendo più vagare attraverso l’aria, piccoli così, da un lato potevamo sfruttare, come riparo, eravamo ammassati sulla superficie e passavamo tutto il anche gli anfratti più angusti e dall’altro dovevamo cercare tempo cercando la fanghiglia verde per riuscire a meno cibo. sopravvivere. Algerverso piangeva ogni giorno dalla fatica Continuammo in questo modo il lungo cammino e dalla disperazione; dovete sapere che le forme di vita dell’evoluzione, sempre sospesi tra ciò che di noto complesse al di fuori di noi non erano ancora comparse, avremmo dovuto abbandonare e ciò che di nuovo tutto era piatto e monotono in quel mondo malinconico. avremmo potuto avere, tra catastrofi e opportunità, a volte Forse però un cambiamento positivo ci fu: non potendo restii, ma più spesso pronti a cambiare per ogni ulteriore più volare, sulla terra le distanze tra noi si erano trasformazione. notevolmente accorciate. Ora ci eravamo organizzati in gruppi di dimensioni variabili, per aumentare la nostra Federico Pacetti 4A classico sicurezza. Iniziammo a costruirci ripari sotterranei, scavando nella terra più morbida con le unghie, per poterci difendere dalla pioggia, fenomeno sempre più frequente, dovuto alla diversa composizione atmosferica. Lì sotto trascorrevamo insieme gran parte del nostro tempo, aspettando che la pioggia passasse; costruivamo delle relazioni sociali estremamente solide, rafforzate dal bisogno di lealtà reciproca necessaria in quella difficile situazione. E in questo modo riapparve una cosa creduta superata per sempre: lo spirito d’ appartenenza ad una comunità. Fu in quel momento che gettammo le basi per
AMORE E DIVERSITA’ spaziotempo con una curvatura sufficientemente grande da non permettere neppure alla luce di uscirne. Tra i tanti corpi presenti nell’universo studiati dall’astrofisica i buchi neri sono corpi celesti con un campo gravitazionale così intenso da non lasciar sfuggire la materia o la radiazione elettromagnetica, ossia una regione dello
La fate facile voi adesso – proseguì Qfwfq – oggi c’è Hotel di New York con vista su Central Park, non c’era differenza tra maschi e femmine, ma non è sempre stato shopping da fare né lavoro da svolgere, la frenesia così. Mi ricordo ancora quando, subito dopo il Big Bang, sarebbe arrivata dopo, molto più tardi, ma per adesso tutto nessuno aveva un vero e proprio corpo ben definito, tutti taceva. C’era un silenzio opprimente e pesante, come se eravamo composti principalmente da agglomerati di atomi facesse pressione sul piccolo agglomerato di atomi qual fluttuanti, e bisognava stare attenti che qualche tuo atomo ero, ma dopo un po’ ci si faceva l’abitudine. Cercavo di non finisse in quelli di qualcun altro, perché allora erano tenermi occupato raccattando gli atomi liberi che nessuno guai. Vi erano innumerevoli discussioni a riguardo, lunghe nell’intero universo reclamava, nella speranza che potessi ed infinite, per cui alla fine si perdeva di vista l’atomo che unirli ai miei e aggiungere un pezzo di me e diventare più aveva dato vita al litigio oppure ci si dimenticava quale grande e magari farmi notare dagli altri che fluttuavano fosse e si continuava a bisticciare solo per il gusto di farlo. insieme a me. Fin da quando ne avevo memoria, ero Io cercavo solo di tenermi stretto i miei, tentando di non sempre stato solo, un po’ per scelta ma un po’ anche per andare a sbattere contro nessuno perché la mia pazienza e sfortuna, perché avevo incontrato poche altre persone tolleranza erano praticamente inesistenti ed ero sicuro che, (termine abbastanza improprio, ma agglomerati mi ha se fossi finito a discutere con qualcuno, avrei cominciato a sempre ricordato quei nodi alla gola che ti vengono, per scaldarmi e i miei preziosi elettroni, sensibili al calore, esempio, quando devi parlare in pubblico e quindi per me avrebbero cominciato a schizzare in giro. E chi li prendeva avrà sempre un significato negativo) la cui maggioranza si più? Piccoli come sono, persi una volta sono persi per era poi rivelata molto poco affabile o addirittura sempre. Meglio farmi i fatti miei e andare per la mia strada. maleducata. Se mi capitava di incontrare qualcuno Col passare dei milioni di anni avevo inglobato moltissimi solitamente salutavo e ponevo le solite domande di atomi, nuovi e lucenti, di cui andavo particolarmente fiero, cortesia, ma in pochi rispondevano, come se non volessero perché non tutti nell’universo ne avevano di belli come i essere disturbati da qualcuno più piccolo o, al contrario, miei; arrivò un momento in cui fui fermamente convinto di come se fossero spaventati da una persona che occupava essere la persona più bella che avessi mai incontrato, più spazio di loro. In particolare, mentre stavo passando di anche se questa consapevolezza non era totale dal fianco ad un pianeta dalla forma strana, quasi piramidale e momento che non esistevano specchi in cui potessi dal colore verdastro, notai che, proprio dietro la punta, si osservare il mio riflesso. celava una persona che probabilmente si stava Il problema di quei tempi, però, era la assoluta e continua nascondendo da me e che era formata da atomi molto monotonia della vita. Non c’era mattina né sera, non c’era particolari, che emanavano una luce violacea che non la colazione da Magnolia Bakery né l’aperitivo al Plaza avevo mai visto prima.
Spinto dalla novità della situazione e dal desiderio di Le parti finali dei nostri corpi, quelle che poi sarebbero conoscere una persona così particolare, decisi di diventate gambe, si scontrarono e il dolore che provai fu avvicinarmi per fare conoscenza: del resto avere qualcuno atroce, talmente forte ed intenso da accecarmi. Ero con cui trascorrere un po’ del tempo infinito che avevo mi confuso, non capivo più nulla e per di più l’impatto mi sembrava una felice novità che mi avrebbe permesso di aveva trasmesso una notevole energia cinetica che aveva migliorare le mie capacità relazionali. Quando le fui quasi cominciato a farmi girare su me stesso ad una velocità accanto mi presentai e le chiesi quale fosse il suo nome, molto elevata. Troppo. Spaventato, abbassai lentamente lo ma questa persona sconosciuta non mi rispose. Allora le sguardo e con panico e orrore notai che metà del mio chiesi da dove venisse, ma lei ancora non proferì parola. corpo era stata disgregata nelle migliaia di atomi di cui era “Sei sola?” continuai. Silenzio. Le mostrai uno degli ultimi composta. Fu in quell’occasione che persi gli atomi che atomi che avevo trovato. Lei rise, ma non era una risata avevo pazientemente collezionato negli ultimi dieci milioni divertita, assomigliava più ad un ghigno, come se mi stesse di anni. Fu quello il giorno in cui mi vidi privato di una prendendo gioco di me, come se l’atto di mostrarle e parte di me. Mi sembrava di aver perso tutto ciò che l’intento di offrirle la mia ultima conquista fosse patetico ed contava, tutto ciò per cui mi ero dato da fare. Tutto. insignificante. Provai a diminuire leggermente la distanza Esistevo per metà, e ciò che mi si prospettava non era una che ci separava, magari non aveva visto bene cosa le stavo vita piena, ma dimezzata. mostrando o magari non mi aveva sentito. Cercavo un Avevo appena vissuto un’esperienza che non avrei mai contatto da stabilire con questa persona perché mi piaceva ritenuto possibile. Perché attaccarmi con tanta violenza l’idea di avere qualcuno al mio fianco. Non appena mi solo perché diverso? Perché diverso doveva essere mossi, però, vidi un agglomerato di atomi del suo stesso necessariamente sinonimo di inferiore, indegno e colore venirmi incontro ad una velocità che rasentava sbagliato? Non riuscivo a capire, non riuscivo a darmi quella della luce. Sentivo che nel frattempo stava urlando, risposte, ma soprattutto stavo cominciando a mettermi in mi stava imponendo di andarmene, perché lì, vicino a quel discussione e ad avere molti dubbi. E se quel maleducato pianeta assurdo, c’era spazio solo per quelli che brillavano ammasso di atomi avesse avuto ragione? Come potevo come loro, mi diceva che dal momento che emanavo una essere certo che, superato un pianeta o una stella, non ci luce diversa e più fioca non ero degno di rivolgere la fosse un qualche maniaco della propria razza ad parola a nessuno di quelli come loro. Io, che allontanarmi e ad attentare alla mia unità? fortunatamente all’epoca ero ancora molto giovane, riuscii Non avevo altre situazioni con cui confrontare l’accaduto, a spostarmi, ma non del tutto. non avevo altre realtà da esplorare e scoprire.
L’unica cosa di cui ero certo era che, senz’ombra di dubbio, persona più bella che avessi mai visto e incontrato. Aveva non avrei mai più corso il rischio di avvicinarmi ad una una forma unica e sinuosa con delle curve appena persona, né tanto meno rivolgerle la parola e provare a accennate, per nulla spigolosa, con i contorni morbidi e conoscerla. Quell’episodio, rimasto indelebile nella mia leggeri; erano gli occhi, però, che mi lasciarono memoria, mi aveva lasciato con una sensazione di completamente incantato. Erano gli occhi che avevo visto solitudine e abbandono più forte e profonda che mai, mi luccicare da lontano. Ero combattuto. Non sapevo se aveva lasciato insicuro e instabile. Per 300 milioni di anni rompere o meno la promessa che mi ero fatto di non rimasi completamente immobile, fluttuante nello spazio, rivolgere mai più la parola a nessuno. Fortunatamente non immerso nei miei pensieri, nelle mie ansie, nelle mie paure, ebbi nemmeno il tempo di cominciare ad interrogarmi su riflettendo costantemente sull’attacco che avevo subito, quale fosse la migliore opzione da scegliere che questa privo di aspettative e prospettive. Mi trovavo in una grigia persona, l’agglomerato d’atomi più affascinante condizione sospesa tra il desiderio di disgregazione del dell’universo, mi venne incontro lentamente, come se mio essere (essendo fatto di soli atomi non si poteva stesse sfilando per mostrarsi in tutta la bellezza del suo ancora parlare di morte) e una insignificante speranza di essere, come una divinità tentatrice. “Sei diverso da me.” – riscatto e di un domani diverso. Era un’eterna via di mezzo cominciò – “Emani una luce che non ho mai visto. Sei molto in cui non avevo la forza di scegliere. Riuscii ad attirare bello!”. Non sapevo cosa rispondere. Infatti, l’ultima volta qualche atomo per tentare di ricostruire le parti di cui ero che avevo pronunciato delle parole e che avevo avuto stato privato, ma era complicato, perché sembrava che un’interazione con qualcuno era stato milioni di anni prima. alcuni atomi fossero restii a voler far parte di un Mi aveva colto decisamente impreparato. Provai a dire agglomerato tanto triste, cupo e solitario. qualcosa, ma dalla mia bocca non uscì che un borbottio Mentre rimuginavo sulla desolazione della mia condizione incomprensibile. Mi sentivo abbastanza in imbarazzo a di menomato, notai che qualche migliaia di chilometri farmi vedere così impacciato, dal momento che stavo lontano da me, vicino ad una piccola e vecchia galassia, anche cominciando a scaldarmi, ma decisi di riprovare, pur c’era qualcosa che luccicava ad intermittenza. All’inizio non essendo continuamente scosso da tremiti di paura perché ci feci molto caso perché sospettavo che fosse l’ennesimo temevo che da un momento all’altro sarebbe sbucato un neo-agglomerato che si divertiva a brillare più che poteva, altro agglomerato di atomi, altrettanto bello e particolare, a ma quando, durante il mio percorso, gli passai sopra mutilarmi o a farmi disgregare completamente.Riuscii a mantenendo le dovute distanze che il passato mi aveva bofonchiare un “ciao”, il che fu una grande conquista. “Che insegnato, per la prima volta dopo tempo immemore, strano, sei la prima persona che incontro. Ti andrebbe di rimasi estasiato da quello che stavo osservando. Era la fare un giro insieme?” mi chiese lo straniero.
Avrei voluto chiedergli il suo nome, ma non appena cercai che fecero rinascere in me la fiducia, la voglia di vivere e la di formulare la domanda si era già allontanato. Decisi curiosità di esplorare. Erano gli occhi che mi fecero allora di seguirlo, spinto dalla curiosità di conoscere innamorare di questa persona. In quel momento non meglio questo inaspettato interlocutore. Sarebbe stato sapevo che si chiamasse amore, ma sapevo che era una sicuramente meglio che continuare a fluttuare senza forza potente che mi aveva legato indissolubilmente a scopo. Lo raggiunsi e cominciammo ad inoltrarci qualcuno. nell’universo, superando costellazioni, grandi stelle, Dopo diversi milioni di anni, durante le nostre gare per galassie. Era una continua competizione per arrivare per l’universo, giungemmo ad un grande spazio che aveva primo ad un determinato pianeta o ad un sistema. La quasi la forma di uno stadio, anche se decisamente più mossa più divertente era avvicinarsi con grande velocità ad grande, totalmente vuoto, scuro, non occupato da alcun una stella, arrivandole tanto vicino da sfiorarne la superficie corpo, circondato da diversi pianeti posti in cerchio, in una incandescente, sentire i propri atomi scaldarsi e vederli disposizione alquanto insolita, che nessuno di noi due quasi schizzare via dal proprio corpo per poi riprendere aveva mai visto. Con uno sguardo d’intesa decidemmo di istantaneamente il controllo e sfrecciare verso un altro metterci alla prova e vedere chi sarebbe riuscito a obiettivo. raggiungere l’esatto centro di questo spazio. Non riuscivo a capacitarmi di come questa persona, con il Cominciammo la corsa, aumentando sempre di più la semplice, gentile, spontaneo gesto di avvicinarsi, velocità e continuando a superarci a vicenda, ma questa interessarsi e propormi una semplice attività, che era volta una sensazione strana, probabilmente di paura, mi diventata più un gioco, era riuscita a ribaltare e trasformare colpì come avvertendomi che ciò a cui andavamo incontro completamente il corso della mia vita. Seppur banali, non avrebbe portato nulla di positivo. Decisi di ignorare avevo degli obiettivi, delle finalità, oltre che il desiderio questa sensazione che, nel frattempo, facendomi riflettere incontenibile di conoscere il suo nome, ma ogni volta che troppo, mi aveva portato in svantaggio. Questo svantaggio, glielo chiedevo passava una supernova oppure si sentiva però sembrava aumentare molto, in modo anomalo, e più l’eco di un’esplosione e quindi rimanevo costantemente ci inoltravamo verso il buio più si delineava una gigantesca privo di quell’informazione che volevo disperatamente sfera completamente nera. Non avevo mai visto nulla del avere. Comunicavamo unicamente con gli sguardi. Oh, genere (venni a sapere molto dopo che si trattava di un quegli sguardi così unici, intensi e profondi che quasi mi enorme buco nero). La forza di gravità ci attirava entrambi assalivano e mi entravano dentro lasciandomi il loro con grande violenza e allora provai a chiamare il mio messaggio! Erano gli occhi, in tutta la loro particolarità e amato agglomerato d’atomi, ma non sapevo che cosa brillantezza, che non facevano che aumentare col tempo, gridare, non ne conoscevo il nome, non sapevo come
avvisarlo del fatto che stava andando incontro ad un corpo Furono gli uomini ad introdurre tutte quelle differenze e eccessivamente massivo, dal cui campo gravitazionale quelle disparità che una volta non c’erano, o che per lo sarebbe stato arduo riuscire a uscire. Ero in preda al meno erano superficialmente legate all’aspetto esteriore. panico, tentai di accelerare con la speranza di afferrare il Maschio e femmina. Brutto e bello. Alto e basso. mio compagno e tirarlo indietro a me, ma invano. Non ero Straordinario e ordinario. Amore e odio. Opposti che in grado di misurare i miei movimenti in quel caos di forza hanno portato alla conflittualità, al dolore e alla perdita. Ma attrattiva. Provai ad urlare molto forte affinchè si voltasse e, anche all’interno della storia umana queste perenni vedendomi, capisse che doveva tornare indietro. Stavo per dicotomie sono state più fluide o più rigide a seconda compiere l’ennesimo tentativo volto ad attirare la sua delle culture, della politica e delle società. Era molto più attenzione, quando lo vidi scomparire fulmineo, perso in bello quando tutte queste barriere, queste definizioni non quel buio tangibile e opprimente, che mi aveva privato c’erano. Quando si esisteva e basta. Quando ci si della mia luce, del mio amore. Con il cuore infranto e con innamorava e basta, senza star lì a pensare se l’oggetto del un vuoto e una voragine interiore che stava prendendo il proprio amore era maschio o femmina. Quando si sopravvento, mi aggrappai al ricordo del mio grande celebrava l’amore colto nella sua reale essenza, libero da amore e con un ultimo slancio finale riuscii a impiegare costrizioni e strutture definite, come un’intesa tra anime o, tutte le mie forze per vincere la forza di gravità del terribile nel mio caso, come uno scintillio degli occhi e non come buco nero. Stremato, lontano da quell’inferno inizialmente una mera compatibilità tra corpi. Avevo questi pensieri in invisibile, mi abbandonai alle correnti geomagnetiche e testa quando, dopo un interminabile meeting aziendale, cercai di recuperare energia. Ancora una volta ero stato uscii dalla moderna sala conferenze di uno degli edifici del privato di qualcosa di fondamentale, della mia persona, One World Trade Center nella Lower Manhattan, un piano dei suoi sguardi luccicanti, dei suoi gesti, delle sue sfide, sopra gli uffici di Condè Nast, alle 21 di un giorno terso di dei suoi stimoli. Il dolore che provavo non aveva nulla a primo autunno, quando la temperatura è ancora mite che vedere con quello sperimentato dopo aver perso la durante il giorno ma diventa più fredda la sera e non si sa parte inferiore di me a causa di quel maledetto razzo mai come vestirsi. Avevo un disperato bisogno di una imprecatore di atomi, era un dolore molto più profondo, boccata d’aria fresca e di una lunga camminata, quindi come quello di una lama conficcata direttamente nella mia decisi di recarmi a piedi fino all’Empire State Building, anima, che non mi dava pace. deciso a salire fino al 83° piano e prendermi del tempo per rilassarmi e concentrarmi sul panorama mozzafiato che *** Manhattan regala ogni sera. Una volta raggiunto il balcone
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