La Pedagogia dei Genitori - La genitorialità raccontata: una storia di crescita, alleanze e di incontri significativi - atgabbes

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P.P.
                 La Pedagogia
CH-6900 Lugano
Posta CH SA

                 dei Genitori

                     La genitorialità raccontata:
                  una storia di crescita, alleanze
                         e di incontri significativi
SOMMARIO

Introduzione                                                                                       3
atgabbes e la Pedagogia dei Genitori: 50 anni di competenze genitoriali                            3
La Pedagogia dei Genitori applicata quotidianamente: oltre dieci anni di amicizia e di incontri    6
significativi
Con i miei occhi, presento mio figlio                                                              7
• Per educare un bambino ci vuole un villaggio: la Pedagogia dei Genitori applicata                7
  nei nostri preasili inclusivi
• La Pedagogia dei Genitori va in colonia                                                         10
La formazione narrativa                                                                           12
Piattaforma TIPÌ                                                                                  14
Gruppi di narrazione                                                                              15
Itinerari educativi                                                                               17
La genitorialità racconta: il cammino dell’atgabbes con la Metodologia Pedagogia dei Genitori 17
Infanzia                                                                                          21
• Il futuro dei nostri figli, tra aspettative e desideri                                          21
• La scuola dell’infanzia                                                                         22
• Un nuovo bimbo in famiglia. La storia di Lorenzo                                                23
• Dov’è Chiara?                                                                                   25
• Mia figlia Mila                                                                                 26
• L’esperienze di Chiara alla scuola dell’infanzia ed i primi anni di scuola speciale             26
Adolescenza                                                                                       28
• Il ricovero in ospedale                                                                         28
Adultità                                                                                          29
• Scuola di vita                                                                                  29
• Il mondo del lavoro                                                                             31
Famiglia                                                                                          32   Ringraziamenti
• Essere coppia, essere genitori                                                                  32   La realizzazione di questo opuscolo è frutto di una preziosa collaborazione.
• Pensare a noi, pensare a loro                                                                   33   Ringraziamo di cuore tutti i genitori, professionisti ed amici per il loro contributo,
• Fratelli e sorelle                                                                              35   per il loro impegno ed il loro entusiasmo.
• Mia sorella Chiara                                                                              35
• Mia sorella Greta                                                                               37   Testi a cura di: Sabrina Astorino, Martina Crivelli, Cosimo Mazzotta,
• Benvenute Greta e Aurora!                                                                       38   Augusta Moletto, Donatella Oggier-Fusi, Riziero Zucchi

                                                                                                       Impaginazione e stampa: Laser, maggio 2017

                                                                                                       www.atgabbes.ch
ATGABBES E LA PEDAGOGIA DEI

E
        GENITORI: 50 ANNI DI COMPETEN-

N
        ZE GENITORIALI

O
I
        Lo scorso 18 febbraio, in occasione dell’e-
        vento di apertura per il 50mo della nostra

Z
        Associazione, abbiamo avuto modo di

U
        ascoltare dalla viva voce dei protagonisti
        quali furono i contesti e le circostanze che

D
        spinsero genitori, professionisti ed amici ad

O
        avviare quel processo che ha portato il no-
R       stro Cantone ad attuare una politica sociale
        pioneristica a favore delle “persone biso-
T
        gnose” e a raggiungere i traguardi che noi
        tutti oggi conosciamo.
N

           “…ATGABBES rappresenta una fa-
        vola che da 50 anni risponde alle richieste
I

        dei più bisognosi e delle loro famiglie…”.
           “Favola”, questo il termine che la signo-
        ra Rosanna Zanetta e Mauro Martinoni, due
        figure che di questa favola hanno scritto
        le prime pagine, hanno voluto metaforica-
        mente utilizzare nel raccontare la storia del-
        la nascita della nostra Associazione, quali
        furono le scelte che portarono a definire il
        modello da seguire per l’educazione e la
        formazione dei propri figli, per il loro bene
        e per il bene della comunità intera.
           Una favola, ossia “la forza di un gene-
        re letterario caratterizzato da brevi com-
        posizioni/narrazioni sempre in grado di
        trasmettere una morale, principi etici e di
        comportamento…”1.
           Chi ha scritto le prime pagine di questa
        favola, lo ha fatto inserendo in poche righe,
        negli statuti dell’allora neonata Associa-
        zione, i principi etici e morali di un vero
        e proprio “Patto Educativo” tra scuola-
        famiglia-società-istituzioni.
           Principi scritti con una terminologia sem-

         1
             Fonte Wikipedia

    3
plice, con una chiara definizione dei soggetti        ma cosa che d’istinto tutti pensarono fu di
e degli attori di questo patto a sostegno di          “qualcosa” che noi in Ticino facevamo da
obiettivi destinati alle Persone Bisognose.           decenni, da sempre se si considera quanto
    Solidarietà, collaborazione, condivi-             riportato negli statuti del 1967.
sione delle esperienze, formazione, in-
formazione e dialogo tra le varie figure e            Ma ci rendemmo anche conto che c’era
istituzioni coinvolte “nell’educazione, la            qualcosa di fondamentale nella Pedagogia
formazione professionale e l’avvenire di              dei Genitori che fino a quel momento, in
questi ragazzi, per garantire loro una mi-            tutti i decenni precedenti, non avevamo mai
gliore integrazione nei settori economici,            considerato di fare: capitalizzare il valore
dando essi dignità e gioia di vivere”2.               dell’enorme patrimonio acquisito dai nostri
    “Persone, bambini, ragazzi…”, questi i            percorsi educativi di genitori.
termini utilizzati per indicare i soggetti di             Come farlo senza restare nelle dinami-
questo patto.                                         che passive e terapeutiche dei gruppi di
    Una scelta significativa, di grande spes-         mutuo aiuto ed entrare in quelle attive della
sore perché non si è voluto identificare il           Pedagogia dove il ruolo dei genitori assume
soggetto in quanto portatore di una “man-             una valenza scientifica?
canza o incapacità” dovuta a una diagnosi                 È qui che atgabbes incontra la Pedago-
deficitaria, ma in quanto persona in grado            gia dei Genitori, ne apprende contenuti e
di esprimere potenzialità che, con l’aiuto            metodi per organizzare e validare questo
adeguato, può migliorare e svilupparne del-           patrimonio, quale strumento di formazio-
le altre.                                             ne e informazione per tutti coloro che sono
    La morale di questa favola penso l’abbia          coinvolti nei percorsi educativi e di crescita
espressa Mauro Martinoni stesso, quando a             dei propri figli.
fine serata ha raccontato che oggi, dopo 50               Attraverso il riconoscimento delle espe-
anni, sono i suoi nipoti a spiegargli come            rienze educative dei genitori, si è passati
funzionano le colonie integrate…!                     in questi anni da un contesto associativo a
    Un segnale importante di come il model-           quello di partecipazione sociale attiva in cui
lo scelto sia stato in grado negli anni di ge-        il genitore assume un ruolo paritario a quel-
nerare una società civile che, come riporta-          lo dei professionisti.
to negli statuti, permette ai più bisognosi di            Il termine stesso “Pedagogia dei Geni-
“vivere la propria vita con dignità e gioia”.         tori” rappresenta il riconoscimento della
    Rileggendo quanto scritto fino a questo           “valenza scientifica delle competenze edu-
punto ci rendiamo conto in che misura i               cative genitoriali” e rivendica l’essenza
concetti espressi dalla Pedagogia dei Geni-           dell’azione genitoriale determinata dalla
tori siano contenuti nel DNA della nostra             cura responsabile, dalle capacità che l’es-
Associazione.                                         sere umano può sviluppare grazie alle com-
    Forse per questo motivo, dodici anni fa,          ponenti relazionali dirette.3
nell’ottobre/novembre del 2005 quando                     Capacità che spesso contrastano con le
atgabbes, insieme a professionisti e rappre-          “diagnosi scientifiche” solitamente di carat-
sentanti di altre istituzioni cantonali, incon-       tere deficitario, in quanto queste non tengono
trarono La Pedagogia dei Genitori, la pri-
                                                       3
                                                           Bollettino atgabbes 2006 - Dossier: La pedagogia
 2
     Art 2 a) Statuto Atgabbes 1967                        dei genitori

                                                  4
conto delle risorse che quel tipo di diagnosi            getto di vita, per il bene delle generazioni
non elenca, prima fra tutte la risorsa “uomo”.           future e nel rispetto di chi, la sera del 18 feb-
   La pedagogia, “scienza umana che stu-                 braio ci ha “raccontato” da dove siamo par-
dia l’educazione e la formazione dell’uo-                titi e quali sono stati i valori che, forti come
mo nella sua interezza ovvero nel suo in-                radici, ci hanno portato ad essere quello che
tero ciclo di vita” ha il compito di fare in             oggi siamo diventati.
modo che ogni persona possa esprimere le
sue potenzialità.                                        La Pedagogia dei Genitori, grazie alle nar-
   Il costante impegno dei genitori, la loro             razioni scritte, può aiutarci anche in questo,
resilienza, la fiducia nei mezzi che i propri            a non perdere la memoria storica, un rischio
figli quotidianamente riescono a mettere in              trasversale che come Associazione, come
campo per sfruttare le loro abilità, la forza            genitori e come cittadini non possiamo per-
che sono in grado di sviluppare grazie ai                metterci di correre.
fattori relazionali, hanno portato i genitori
ad acquisire competenze tali da essere ri-                                      Cosimo Mazzotta
conosciute quali strumenti di formazione e               Genitore e Coordinatore gruppo Progetto
informazione in grado di rafforzare le cono-                                      PdG 2006/2012
scenze teoriche sulla base di quelle pratiche
di vita vissuta.

In questi dodici anni abbiamo portato avan-
ti con successo crescente il progetto della
Pedagogia dei Genitori.
    Vuol dire che i genitori di oggi sono in
grado di assumere un ruolo paritario con
professionisti e istituzioni che riconosco-
no sempre più la valenza delle competenze
educative dei genitori, sia per le scelte che
riguardano i progetti educativi individuali
dei propri figli, ma anche per progetti di im-
patto sociale più ampio.
    Come genitori dobbiamo lavorare per
fare in modo che questo patrimonio non
vada perso e sia messo a disposizione di chi,
con noi, si occupa dell’educazione dei no-
stri figli, per quella “seconda rinascita…
affidata all’amore e all’intelligenza degli
altri”4.
    Come genitori abbiamo l’obbligo di as-
sumerci questo mandato perché solo noi
possiamo essere gli artefici di questo pro-

 4
     Nati due volte - di Giuseppe Pontiggia (1934-
     2003) - Mondadori

                                                     5
LA PEDAGOGIA DEI GENITORI AP-                         mativi continuano a tutt’oggi: una volta
PLICATA QUOTIDIANAMENTE: OL-                          seminata, la Pedagogia dei Genitori infatti,
TRE 10 ANNI DI AMICIZIA E DI IN-                      continua a dare i suoi frutti e trova sempre
CONTRI SIGNIFICATIVI                                  nuove persone pronte a prendersene cura.
                                                      Un nuovo importante slancio è poi giun-
                                                      to grazie alla partecipazione di genitori e
Come è già stato espresso da chi mi ha pre-           professionisti atgabbes ai Convegni nazio-
ceduta, il concetto di partenariato e patto           nali a Modena nel 2013 e Torino nel 2015:
educativo tra genitori e professionisti- fina-        queste occasioni di condivisione con altre
lità della Pedagogia dei genitori- è quindi la        realtà territoriali ed altri racconti ci hanno
solida base sulla quale la vita associativa è         permesso di non perdere l’entusiasmo e di
nata e si è sviluppata in questi 50 anni.             immaginare nuovi percorsi e di costruire
    Penso che l’incontro tra metodologia              una rete di collaborazioni.
Pedagogia dei Genitori e atgabbes nel 2005               Il 2014 è stato un anno importante per-
non sia stata casuale, le affinità e le conver-       ché ci siamo resi conto che ci stavamo di-
genze erano molteplici; questo incontro e             menticando di coltivare la Pedagogia dei
la nascita di una grande amicizia tra atgab-          Genitori nei nostri splendidi giardini fioriti,
bes, Riziero Zucchi e sua moglie Augusta              i nostri preasili inclusivi e le nostre colonie,
Moletto, ideatori e referenti scientifici della       luoghi privilegiati dove quotidianamente
Metodologia, ha permesso sostanzialmente              si vive e sperimenta il patto educativo tra
di inserire una prassi decennale di valoriz-          famiglia e Associazione. Da allora abbia-
zazione dei percorsi educativi dei genitori           mo implementato lo strumento “Con i miei
e di ricerca costante di alleanze e collabo-          occhi, presento mio figlio”, con grande suc-
razioni in un quadro epistemologico chiaro            cesso e soddisfazione dei famigliari, delle
ed esplicito e di fornire strumenti metodo-           nostre maestre e dei nostri volontari.
logici scientificamente riconosciuti, quali              Questi anni di esperienza ed applica-
la narrazione.                                        zione della Metodologia, così come di ri-
    Come in ogni storia d’amicizia, ci sono           flessione e confronto regolare con Riziero
momenti più significativi di altri, ci sono           Zucchi e Augusta Moletto, ci hanno per-
ricordi che ci marcano maggiormente, ci               messo di diventare un punto di riferimento
sono incontri che ci aprono nuovi orizzonti:          in Ticino per questo approccio e dal 2016
il Convegno di Pedagogia dei Genitori del             partecipiamo quali relatori alle formazio-
2007 organizzato da atgabbes sull’Isola dei           ni proposte nell’ambito del Progetto TIPÌ,
Conigli è stato sicuramente un momento                condividendo non solo le riflessioni me-
importante che ha permesso di far conosce-            todologiche ma soprattutto proponendo le
re e trasmettere le prime esperienze ticinesi         narrazioni dei genitori quali strumento edu-
dell’applicazione della Metodologia; i ge-            cativo privilegiato nei contesti della prima
nitori ed i professionisti del primo gruppo           infanzia ed infanzia.
di narrazione hanno inoltre dato inizio ad               Quella che è nata come un’amicizia tra
una fondamentale collaborazione con alcu-             persone e un’affinità tra approcci di lavoro
ne Scuole Superiori ed universitarie, propo-          con la genitorialità, è diventata cammin fa-
nendo il racconto di vita, le narrazioni, qua-        cendo una storia di comunità di persone e
le strumento formativo ai giovani studenti e          di valori: nuovi genitori e nuovi professio-
futuri professionisti. Questi interventi for-         nisti hanno trovato posto in questa comu-

                                                  6
nità, si sono trasmessi il testimone, stanno         sottolineare l’importanza della narrazione e
condividendo un pezzo del percorso, un               non interferire, chi parla non viene interrot-
tassello di questa splendida storia.                 to; ognuno racconta solo ciò che vuole che
   Di seguito vi presentiamo e narriamo le           gli altri sappiano. Anche noi maestre presen-
applicazioni concrete costruite e promosse           tiamo i nostri figli: in questo modo ci mettia-
nel tempo, attraverso la viva voce dei pro-          mo in una situazione paritaria che garantisce
tagonisti.                                           maggiore apertura. Partendo dagli aspetti
                                                     positivi e da esperienze di vita quotidiana,
                  Donatella Oggier-Fusi              nelle presentazioni vengono elencate carat-
            membro della comunità “PdG”              teristiche del proprio bambino, preferenze,
                                                     capacità, persone che si occupano di lui,
                                                     amicizie, birichinate e magari anche qual-
                                                     che difficoltà. Tutto in un clima di grande
CON I MIEI OCCHI, PRESENTO MIO                       serenità in cui emerge forte e chiaro l’orgo-
FIGLIO                                               glio di essere genitore e il grande amore che
                                                     si ha per i propri figli: “È il nostro bambino e
                                                     noi gli vogliamo tanto bene”, spesso si con-
Per educare un bambino ci vuole un vil-              clude così il racconto dei genitori. Mentre
laggio: la Pedagogia dei Genitori appli-             una persona narra vediamo i suoi occhi illu-
cata nei nostri preasili inclusivi                   minarsi e da parte degli altri genitori si per-
“Con i miei occhi, presento mio figlio” è            cepisce molta attenzione e grande rispetto.
uno degli strumenti della Metodologia “Pe-           Questa condivisione avvicina, permettendo
dagogia dei Genitori” applicato da alcuni            di conoscersi meglio e per i genitori di sa-
anni nei nostri Preasili, che è stato accolto        pere chi sono i compagni di gioco dei pro-
con piacere da diversi genitori e che offre          pri bambini. Di questi racconti noi maestre
agli educatori un bagaglio prezioso per la           facciamo grande tesoro, ne ricaviamo delle
pratica professionale. Riportando come si            informazioni che ci aiutano a migliorare la
svolge un incontro con i genitori, desidero          relazione con i bambini, a capirli, a sostener-
trasmettere il valore di questo strumento e          li meglio, a proporre delle attività che parta-
suscitare curiosità e interesse nei professio-       no anche dai loro interessi. Questa serata ci
nisti, invogliandoli ad approfondirlo me-            permette inoltre di stabilire ancora di più un
glio per poi poterlo applicare nella propria         rapporto di fiducia col genitore, condizione
realtà lavorativa.                                   fondamentale per ogni relazione educativa.
   La sera in cui incontriamo i genitori per         Dando voce ai genitori riconosciamo e valo-
proporre la serata “Con i miei occhi, presen-        rizziamo le loro competenze; i genitori sono
to mio figlio”, al Preasilo c’è un ambiente          esperti del proprio figlio, che hanno seguito
inconsueto: mancano il vocio dei bambini,            giorno dopo giorno nella crescita, accompa-
le allegre risate, qualche immancabile pian-         gnandolo quotidianamente lo hanno aiutato
to e il rumore dei giochi. In questa occasione       ad affrontare piccole e grandi conquiste. Il
però l’ambiente è ravvivato dalle voci dei           sapere professionale e quello genitoriale
genitori, che sono fondamentali per comple-          sono di uguale importanza, vengono uti-
tare il lavoro che svolgiamo con i bambini.          lizzati in un’ottica di complementarietà e
Dopo qualche scambio conviviale, ci dispo-           condivisione per accompagnare al meglio il
niamo in cerchio e ascoltiamo i racconti. Per        bambino.

                                                 7
Con grande piacere e tanta emozione ascol-           “Zoe ha compiuto due anni il 16 agosto.
to ogni anno le splendide narrazioni dei             Adora muoversi all’aperto: arrampicarsi,
genitori, che vengono in seguito messe per           andare sullo scivolo, sull’altalena, andare
iscritto e raccolte in un album ricordo, di-         col “trotin” per le vie del paese.
ventando così una traccia del percorso di            È sorridente, socievole e aperta verso il
crescita del bambino. Abbiamo deciso di              prossimo, saluta tutti volentieri.
riportarne soltanto alcune, e la scelta non          È dolce e affettuosa verso i bimbi più picco-
è stata un compito facile. Un grazie a tutti i       li e se piangono, a volte li coccola con delle
genitori che con i loro racconti ci regalano         carezze.
la grande opportunità di condividere e co-               Adora gli auto collanti con cui gioca fa-
noscere meglio i propri figli.                       cendoseli passare fra le dita o attaccando-
                                                     seli sul corpo; è una passione che la calma,
                          Martina Crivelli           per questo ne ha sempre almeno uno per
             Responsabile Preasilo Lugano            addormentarsi.

“Ciao, mi chiamo Michele. Frequento il
Preasilo da settembre 2014 e sono molto
contento. In questo periodo grazie a tutte le
maestre e alla bella compagnia degli altri
bimbi sono cresciuto molto ed ho imparato
tante cose belle come il girotondo.
   La mia famiglia è orgogliosa di me, so-
prattutto la mia sorellona Miriam con la
quale faccio un sacco di giochi divertenti.
Mi piace tanto stare all’aria aperta e fare
passeggiate. In questo ultimi mesi ho ini-
ziato a fare tante attività impegnative che
mi aiutano a diventare grande e anche se
faccio fatica ce la metto tutta!

Sono felice perché intorno a me ci sono tan-
te persone che pensano a me e che mi vo-
gliono bene e che sanno che anche io gliene
voglio un sacco.”

                                 La mamma
                                                     È incuriosita dalle figure che rappresentano
                                                     gli animali ma soprattutto quelli dell’am-
                                                     biente marino (pesci, delfini, polipi, gran-
                                                     chi, conchiglie,..).
                                                        Adora la plastilina e tutto quello che si
                                                     può impastare, schiacciare e spetasciare.
                                                     Ultimamente ha piacere a cantare e quando

                                                 8
torna a casa dall’asilino intona piccole stro-       lì (come fanno alcune mamme) e andare a
fe che poi ripete spesso.                            bere un caffè. Le responsabili del preasilo
    Zoe ha un fratellino, Lucio, che ora ha          hanno anch’esse dei figli piccoli. Ed io non
10 mesi; si diverte a farlo ridere e se piange       oso chiedere. Tengo duro per alcui mesi.
lo conforta facendogli delle carezze e di-           Poi mi dico che se per Lisa è probabilmente
cendogli “a mamma arriva” o portandogli              un momento piacevole, per me si rivela uni-
il ciuccio.                                          camente una mattinata stressante. Per cui,
    Zoe ha due cuginetti, Emma e Mattia,             comunque a malincuore, decido di non più
che vivono nella stessa casa e a cui vuole           andarci.
molto bene; li cerca tantissimo come com-                Il mio sogno è quello di un preasilo in-
pagni di giochi.                                     tegrato, con animatrici competenti a cui la-
    Sono affascinata dalla sua curiosità e mi        sciare Lisa per qualche ora. Ma purtroppo
gratifica stimolarla.                                non esiste ancora.
Mi commuove la sua felicità.”                            Quando dopo una dozzina d’anni vengo
                                                     a sapere che aprirà il primo preasilo inte-
                                 La mamma            grato del Luganese, è con grande gioia che
                                                     penso ai bambini e alle loro mamme che
                                                     potranno approfittare di un’esperienza del
“Lisa ha compiuto due anni da alcuni mesi.           genere!
Decido di accompagnarla durante due ore
alla settimana in un preasilo. Mi dico che                                         Marisa Croci
sicuramente il fatto di inserirla in un grup-
po di bambini “normali” sarà per lei uno
stimolo. Essendo una bambina socievole,
sicuramente le piacerà.
    Ma tutto ciò si rivelerà molto difficolto-
so. Lisa è già molto vivace e birichina. Non
le basta guardare con gli occhi le cose, le
deve toccare con le mani. Prende volentieri
i giochi agli altri bambini. Tavolta li prende
per i capelli. Tutto ciò che è disposto sulle
mensole e per lei raggiungibile, va a finire
per terra. Si arrampica volentieri dove può.
Il momento dello spuntino è uno stress uni-
co: rovescia tutti i bicchieri che trova nel
suo raggio d’azione, prende il cibo agli altri
bambini. E tutto questo con un ritmo frene-
tico che solo lei sa sostenere. In queste due
ore il mio ruolo si rivela quello di rimediare
a tutto ciò che combina, di fare da vigile.
Nel frattempo tento di dare un’occhiata al
fratellino nato da pochi mesi, che fortuna-
tamente dorme quasi tutto il tempo in car-
rozzella. Nessuno mi propone di lasciarla

                                                 9
La Pedagogia dei Genitori va in colonia            Può essere dolce ma ha ben chiaro l’obiet-
Atgabbes ha introdotto dall’estate 2014            tivo che vuole raggiungere. È molto matu-
nelle schede mediche relative ai parteci-          rato e questo fa in modo che la nostra rela-
panti alle colonie e campi estivi, uno spazio      zione migliori a sua volta.
di narrazione per le famiglie alle quali chie-        Ti voglio tanto bene Kevin!”
diamo di raccontarci il loro figlio per per-
metterci di migliorare l’accoglienza. Nar-                                                    Papà
rando della quotidianità del proprio caro,
i genitori permettono ai giovani volontari
che l’accoglieranno per qualche settimana          “Jaime è un ragazzo solare, molto positivo.
di conoscerlo attraverso i loro occhi, il loro     Difficilmente si arrabbia, anche se ultimamen-
grande amore e soprattutto di vederlo come         te (come tutti gli adolescenti), vorrebbe impor-
persona situata in un contesto, con radici ed      re le sue idee e perciò a volte bisogna discutere
ali, con abitudini e preferenze, inserito in       con lui per fargli capire che non è possibile.
una traiettoria di vita della quale i genitori         Per il resto è un ragazzo allegro e dispo-
sono i principali garanti e testimoni.             nibile ad aiutare gli altri. È ben integrato
    Nei racconti traspare evidente l’orgoglio      nel paese e ben voluto soprattutto dalle per-
di essere genitori e con grande semplicità         sone anziane “per il suo modo di fare così
ma altrettanta lucidità, i genitori esprimo-       gentile ed educato” (citazione).
no quei valori educativi fondamentali che              Ora ha voglia di crescere ed essere più
accomunano i genitori di ieri, oggi e doma-        indipendente. Quando vede i suoi limiti, a
ni come il valore della speranza che fa da         volte è avvilito ma si riprende subito. È un
sfondo ed orizzonte alle loro azioni quo-          ragazzo sorprendente, ogni volta che pen-
tidiane e quello della fiducia che permette        siamo che sia arrivato al suo massimo… lui
loro di creare e promuovere alleanze e di          va oltre. Siamo molto fieri che finora non si
condividere il loro grande amore per il fi-        sia fatto abbattere dalle difficoltà.”
glio con il resto della comunità. Comunità
aperta ed accogliente, alla quale il genitore                                          La mamma
affida il proprio figlio disabile in un grande
gesto di generosità.
                                                   “Lisa è un raggio di sole. Si sveglia al mat-
                                                   tino sempre contenta e pronta a gesti affet-
“Kevin è un ragazzo solare, felice ma anche        tuosi e talvolta battute a chi vuole bene. È
molto esigente. Sa esattamente cosa vuole          abitudinaria, ma sa anche entusiasmarsi a
e cosa non vuole. Ama stare in compagnia,          cose nuove. È precisa e ordinata nelle sue
andare in giro ed incontrare gente e amici. A      cose. Le piace essere al centro dell’atten-
casa si adatta a tutte le situazioni ma se qual-   zione: anche troppo, per cui in situazioni
cosa non è di suo gradimento, allora lo dice.      nuove è possibile che si isoli.
   È molto affezionato ai fratelli ed essi lo         È una golosona. In ambienti fuori casa,
amano e lo rispettano. Il rapporto tra loro        tenta di approfittarne e mangia troppo, per
è molto bello.                                     cui va frenata.
   Kevin è Kevin, un ragazzo curioso ed in-        A volte si stanca facilmente. In questi casi si
teressato ad ogni nuova cosa a cui viene in        sdraia e parla poco.
contatto.                                             Adora fare shopping, anche per gli altri.

                                               10
Ma non avendo misura dei soldi, spende
tutto quello che ha. È quindi da controllare.
Da alcuni mesi Lisa è “cresciuta” parec-
chio (non in altezza: è sempre 146 cm!). In
alcune occasioni ha chiesto o in altri casi
accettato di dormire fuori casa senza fa-
miliari: naturalmente con persone che co-
nosce. Questa è una grande conquista per
Lisa. Finora bisognava insistere parecchio
o addirittura obbligarla, cose che per noi
genitori è sempre stato frustrante”.

                                 La mamma

                                            11
LA FORMAZIONE NARRATIVA                           Trovo che la pedagogia dei genitori sia
                                                  spettacolare, un’idea incredibile come an-
                                                  che quello di introdurla nei nidi.
Il Metodo della Pedagogia dei Genitori sce-           Le narrazioni sono state emozionanti, ho
glie di valorizzare e riconoscere le compe-       percepito l’emozione e l’intensità. Due rac-
tenze genitoriali utilizzando lo strumento        conti completamente diversi, perché rac-
della narrazione. Quest’ultima permette           contano momenti ed evoluzioni e momenti
non solo di situare la “realtà” dell’uomo e       della vita differenti. Un grazie immenso per
di inserirne le azioni in uno spazio e in un      la possibilità di partecipare ad una narrazio-
tempo, ma può diventare un efficace mo-           ne e un grazie di cuore per tutto.
mento di formazione.                                  Illuminante, emozionante, intenso e ri-
    Per questo motivo da diversi anni i “ge-      flessivo. GRAZIE!”
nitori della pedagogia” entrano nelle scuole
e incontrano gli studenti, futuri professioni-                             Studentessa SSPSS
sti, docenti, infermieri, educatori, fisiotera-
pisti, esperti di rapporti umani.
    Durante questi momenti, inseriti in un        “È stata un’esperienza molto forte ma co-
quadro epistemologicamente corretto, for-         struttiva. Sentir parlare dei genitori della
nendo agli studenti il quadro di riferimento      loro esperienza e di come l’hanno affron-
teorico in cui il metodo si inserisce, i geni-    tata arricchisce molto chi le ascolta soprat-
tori raccontano la propria storia e attraverso    tutto perché si vede che loro ci mettono il
l’esposizione dei propri vissuti, trasmet-        cuore e in questo modo anche le emozioni
tono il valore della genitorialità agli stu-      che loro hanno provato, è come se ci venis-
denti, arricchendo la loro professionalità.       sero passate, come se in quel momento an-
Allo stesso tempo il genitore si presenta nel     che noi potessimo vivere una piccola parte
ruolo di formatore, mettendo a servizio la        di quello che hanno vissuto loro. Credo che
propria esperienza e la propone come stru-        le narrazioni dei genitori siano un grande
mento educativo. Questo permette al geni-         regalo per gli studenti.”
tore di acquisire consapevolezza di sé e di
percepirne la responsabilità.                                              Studentessa SSPSS
    La genitorialità viene posta come profes-
sionalità al servizio di altre professionalità.
                                                  “(…) È difficile mettere nero su bianco del-
                          Sabrina Astorino        le emozioni, ne ho provate molte stamane,
      Segretaria d’organizzazione aggiunta        dal dispiacere, al dolore, al sollievo, e poi
                                                  la realizzazione, l’orgoglio buono e l’am-
                                                  mirazione. Mi ritengo una persona molto
Considerazione degli studenti                     empatica, sono sicuramente riuscita ad im-
“GRAZIE. La possibilità di ascoltare le nar-      medesimarmi nella situazione delle mam-
razioni è stata molto importante e preziosa.      me che raccontavano per poterle compren-
   Ringrazio tantissimo le due mamme che          dere al meglio per quanto sia possibile. Ho
si sono messe a disposizione e ci hanno           rivissuto insieme a loro le vicende citate, le
permesso di rivivere con loro un momento          sensazioni che hanno descritto e l’investi-
estremamente delicato.                            mento, non sacrificio, che esse hanno in-

                                              12
trapreso per la vita delle loro figlie. Spesso     razioni di oggi, mi sono commossa proprio
sono convinta di riuscire ad indossare così        perché i genitori di questi bambini, hanno
bene i panni degli altri che mi scordo che         descritto i propri figli, narrando le caratte-
vestito indosso io; non passo certo inosser-       ristiche speciali e uniche che hanno fatto
vata con l’immagine forte e determinata            in modo che io “m’innamorassi” di questa
di me stessa che lascio trasparire, quasi ne       professione in un ambito così magico. Dun-
avessi bisogno per ricordarlo a me chi sono.       que penso che questi racconti permettano,
Ho trovato molto arricchente l’apporto di          alle persone che non conoscono l’ambito,
questi tenaci genitori e mi hanno trasmesso        di farsi l’idea corretta di ciò che realmente
ancor più fiducia e coraggio per quello che        è il loro mondo, senza permettere l’instau-
sarà il mio futuro professionale.                  rarsi, o addirittura eliminando, pregiudizi,
   “La disabilità è una questione di per-          paure o distacco, quando verremo a con-
cezione. Se puoi fare anche una sola cosa          tatto con questi bambini speciali e le loro
bene, sei necessario a qualcuno. (Martina          famiglie, altrettanto speciali.
Navratilova)”                                          Ho trovato questo scambio, molto arric-
                                                   chente, perché ha aggiunto un grande valo-
                         Lisa Domenighini          re al mio sapere teorico, un sapere che non
                studentessa SUPSI, DEASS           si trova sui libri, ma nel cuore delle famiglie
                                                   che hanno deciso di raccontare la loro storia
                                                   e quella dei loro bimbi.”
“Grazie alla narrazione delle storie della
propria famiglia, penso che ogni mamma                                             Giada C.
e ogni papà, voglia in un certo senso sen-                        Studentessa SUPSI, DEASS
sibilizzare il mondo in cui crescerà il suo
bambino o la sua bambina, in modo che ci
sia il maggior numero di persone che tenda-        Lettera di un genitore
no loro una mano nel modo più accogliente          “Ciao a tutti e buongiorno Sabrina,
possibile. Queste narrazioni ci permettono         io vorrei ringraziarti e anche l’SSPSS
di vedere la situazione con altri occhi, tra-      dell’incontro che abbiamo fatto. Sono sta-
mite un punto di vista differente; da oggi         to veramente contento quando sono uscito
saprò affrontare meglio le situazioni in cui       dalla porta.
coglierò gli stati d’ansia dei genitori, la loro      Il mio primo incontro di narrazione con
rabbia, le loro paure e insicurezze.               altri genitori.
   Personalmente sono stata emotivamente              È avvenuto in presenza di una trentina di
toccata da alcune delle frasi narrate dalle        studenti dell’SSPSS di Canobbio. Ho rac-
madri presenti nella giornata di oggi; ho ini-     contato la storia di mio figlio Lorenzo di sei
ziato il mio percorso formativo proprio in         anni, adottato all’età di sei mesi, portatore
seguito ad uno stage in una struttura che ac-      di handicap.
coglie persone con varie disabilità, di ogni          In questa occasione ho avuto il piacere di
età. In seguito a questo stage ho deciso che       notare molta partecipazione ed interesse, e
sarei diventata una fisioterapista, proprio        questo mi ha aiutato a raccontare tutto con
per lavorare in quell’ambito, che mi ave-          molta più facilità, essendo che ero un po’
va colpita al punto di volerci passare ogni        in ansia, visto la mia prima volta. Alla fine
giorno della mia vita lavorativa. Nelle nar-       ho presentato un filmato di Lorenzo che ho

                                               13
preparato con l’aiuto dei tre fratelli, sulla     Commissione svizzera per l’Unesco è stato
sua quotidianità. Questo filmato lo abbiamo       possibile far conoscere il Quadro d’orien-
realizzato per presentare Lorenzo alla clas-      tamento per la formazione, l’educazione e
se in cui è inserito nel nostro paese con la      l’accoglienza dell’infanzia in Svizzera agli
frequenza di una mezza giornata alla setti-       enti e ai servizi attivi nell’ambito dell’in-
mana, per far comprendere meglio Lorenzo          fanzia sul territorio cantonale e promuove-
e le sue difficoltà.                              re attività di studio e di approfondimento. Il
   Vi voglio ringraziare per avermi dato          percorso intrapreso ha consentito di ripren-
questa bella ed utile esperienza di confronto     dere quanto discusso nei vari incontri con
e per la partecipazione e l’interesse che mi      tutti i partner e di elaborare una proposta
avete dimostrato…                                 progettuale che cerca di comporre le espe-
   Vi saluto affettuosamente sperando in          rienze e le competenze presenti sul territo-
altri incontri…                                   rio cantonale e di realizzare un progetto di
A presto.”                                        largo respiro incentrato in modo particolare
                                                  sulle collaborazioni strutturali con le fami-
                                        Mario     glie. L’ipotesi progettuale è stata elaborata
                                                  dalla SUPSI-DEASS in collaborazione con
                                                  la Commissione svizzera per l’Unesco e
                                                  con la Divisione dell’azione sociale e delle
PIATTAFORMA TIPÌ                                  famiglie - Ufficio del sostegno a enti e atti-
                                                  vità per le famiglie e i giovani.
                                                      Numerose ricerche dimostrano come un
Altro ambito formativo nel quale atgabbes         sostegno precoce e duraturo, già dai primi
promuove la Metodologia è quello relativo         anni di vita, sia fondamentale per consen-
alla prima infanzia: infatti l’Associazione       tire ai bambini di apprendere e di svilup-
propone la diffusione dei vari strumenti          pare competenze e favorire il processo di
della Pedagogia dei Genitori all’interno del      inclusione sociale. Il ruolo di familiari e
progetto TIPÌ (Ticino Prima Infanzia).            professionisti dell’infanzia è quello di ac-
   Questa ulteriore collaborazione è altret-      compagnare lo sviluppo del bambino e di
tanto significativa in quanto permette di         predisporre contesti di apprendimento e di
promuovere la valorizzazione della geni-          esperienze quotidiane adeguate. In questo
torialità oltre i confini specifici della disa-   ambito, un’attenzione particolare va riser-
bilità, in un’ottica inclusiva. Tale percorso     vata ai momenti di transizione, intesi come
formativo, non solo permette agli operatori       cambiamenti delicati per il bambino poi-
della prima infanzia di favorire le alleanze      ché implicano il confronto con il gruppo
famiglia/istituto, ma consente di migliorare      di pari, con altri adulti e una cultura edu-
l’accoglienza dei bambini con disabilità e        cativa extra-familiare (si pensi ai passaggi
delle loro famiglie all’interno delle proprie     dalla famiglia al nido o ad altri servizi per
strutture.                                        l’infanzia, alla scuola dell’infanzia, alla
                                                  scuola elementare). Per la buona riuscita
Descrizione del progetto territoriale             di questi processi è determinante trovare
Nel corso degli incontri promossi dall’Uf-        forme di collaborazione e co-responsabilità
ficio del sostegno a enti e attività per le fa-   educative tra le varie figure di riferimento
miglie e i giovani, in collaborazione con la      familiari e istituzionali (genitori, educatrici

                                              14
della prima infanzia, docenti della scuola         bino, in un’ottica di partnership educativa
dell’infanzia, nonni e altri attori coinvolti).    partecipata, coinvolgendo tutti gli enti del
Tutti gli attori sono partecipi a questo pro-      settore e i partner istituzionali. Le attività di
cesso: occorre infatti promuovere una cul-         ricerca partecipata e di formazione consen-
tura territoriale tra i professionisti affinché    tiranno di contestualizzare le scelte delle
si possa realmente creare una collaborazio-        famiglie e di analizzare e sistematizzare le
ne strutturale con le famiglie, incentrata         esperienze pilota condotte in alcune strut-
sullo sviluppo identitario del bambino sulla       ture per l’infanzia, così da produrre buone
co-costruzione di una cultura dell’infanzia        prassi da adottare e trasporre in altri conte-
inclusiva.                                         sti e una pubblicazione divulgativa con le
    Sul territorio cantonale – grazie alla pub-    linee-guida.
blicazione del Quadro di orientamento per
la formazione, l’educazione e l’accoglienza                        Équipe TIPÌ SUPSI DEASS
della infanzia in Svizzera, promossa dalla
Commissione Svizzera per l’Unesco – è
stato possibile creare una tavola rotonda a
cui partecipano regolarmente, dal marzo
2013, tutti i partner istituzionali, le associa-
zioni e gli enti formativi attivi nel settore
dell’infanzia. Gli incontri hanno fornito
occasioni di riflessioni, di scambi di espe-
rienze e messo in evidenza punti di forza
e criticità dei servizi territoriali. La tema-
tica delle transizioni famiglia-nido e nido-
scuola dell’infanzia è stata posta al centro:
questi processi richiedono infatti uno sfor-
zo congiunto per lo sviluppo di competenze
professionali specifiche, così da garantire
qualità, continuità educativa, il coinvolgi-
mento continuativo delle famiglie e il su-
peramento dell’attuale frammentazione di
saperi settoriali e responsabilità istituzio-
nali. Questa tematica presenta un grande
potenziale di sviluppo, consente il coinvol-
gimento di tutti gli attori e il collegamento
tra i servizi che operano nel settore dell’in-
fanzia, la scuola dell’infanzia e la scuola
elementare.
    Il progetto qui presentato intende dun-
que attivare occasioni di ricerca e di for-
mazione territoriale, volte a promuovere
lo sviluppo di competenze professionali
specifiche per includere la famiglia nella
progettazione della presa in carico del bam-

                                               15
GRUPPI DI NARRAZIONE                             entusiasmo. Nel capitolo successivo abbia-
                                                 mo scelto di pubblicare alcune di queste
                                                 narrazioni, storie di genitori, dei loro figli,
Il gruppo di narrazione è uno degli stru-        bambini, adolescenti o adulti. Testimonian-
menti, preziosissimo, previsto dalla Meto-       ze di percorsi di vita, attraverso lo sguardo
dologia “Pedagogia dei Genitori”. L’obiet-       del genitore.
tivo primario dello strumento consiste nel       Buona lettura.
riconoscere e valorizzare le competenze
genitoriali nelle loro narrazioni. Ogni espo-                                Sabrina Astorino
sizione contiene racconti di vita, situazioni
vissute e sperimentate, racconti di itinerari
educativi.
   Durante questi momenti i presenti han-
no la possibilità narrare il proprio percorso,
compiuto da genitore insieme al proprio
figlio, o da figlio con il proprio genitore.
Spazio in cui ognuno racconta la propria
esperienza partendo dagli aspetti positivi,
spazio in cui ognuno narra solo ciò che vuo-
le che gli altri sappiano, degli episodi più
significativi, rivolgendosi unicamente dalla
propria conoscenza.
   La narrazione permette ai genitori di ri-
conoscersi e far conoscere le proprie com-
petenze, di rielaborare un vissuto passato,
di ritagliarsi un momento in cui hanno la
possibilità di raccontare e raccontarsi agli
altri e di essere ascoltati. Per questo motivo
la narrazione assume anche un valore so-
ciale: ogni racconto è testimonianza di vita,
è capitale sociale, è un’opportunità per la
professionalizzazione degli esperti che si
occupano di rapporti umani.
   Lo scorso 21 novembre 2016, l’associa-
zione atgabbes ha ripresentato lo strumen-
to attraverso una serata informativa tenuta
dal professor Riziero Zucchi, coordinatore
scientifico della Metodologia Pedagogia
dei Genitori. A seguito della serata, l’Asso-
ciazione ha organizzato diversi incontri di
“gruppo di narrazione” con la frequenza di
un appuntamento al mese.
   I gruppi di narrazione vengono frequen-
tati da genitori e/o figli, sempre con molto

                                             16
LA GENITORIALITÀ RACCONTA:

E D U C A T I V I
                     IL CAMMINO DELL’ATGABBES
                     CON LA METODOLOGIA PEDAGO-
                     GIA DEI GENITORI

                                         Come si può sfruttare
                                     al meglio la propria vita?
                          Convertendo in pensiero consapevole
                                 la maggior quantità possibile

I T I N E R A R I
                                                  di esperienze
                                                    A.Malraux

                                   Il futuro nasce dalla memoria
                                                        P.Ricoeur

                               La pietra scartata dai costruttori
                                      diventerà pietra d’angolo
                                                      Salmo 117

                     Raccogliere, pubblicare e diffondere itine-
                     rari educativi genitoriali.
                         La pubblicazione curata dall’atgabbes
                     realizza una tra le principali azioni previste
                     dalla Metodologia, la raccolta, la pubblica-
                     zione e la diffusione delle narrazioni degli
                     itinerari educativi che i genitori compiono
                     con i loro figli (Moletto Zucchi 2013). È la
                     scoperta delle realizzazioni delle famiglie,
                     la presa di coscienza delle loro capacità,
                     delle risorse dell’educazione familiare,
                     spesso poco considerate. In uno dei pensie-
                     ri, tratti dal Codice atlantico, Leonardo da
                     Vinci sostiene di comportarsi come coloro
                     che si recano al mercato tardi, quando tutte
                     le cose vistose e alla moda sono già acqui-
                     state e scelgono quello che gli altri hanno
                     tralasciato, sicuri di trovare cose nuove, di-
                     verse, che dureranno nel tempo.
                         La Metodologia suggerisce di tesauriz-
                     zare quello che c’è e non viene visto, che
                     è vitale come l’acqua, ma appare banale,
                     quotidiano: il sapere dell’esperienza dei ge-
                     nitori. Ogni itinerario educativo è prezioso

                    17
come l’individuo che ha formato, ma quelli         blicazione, scopre i valori che il Prodotto
più significativi riguardano le persone in si-     Interno Lordo non permette di evidenziare.
tuazione di handicap.                              Abbiamo bisogno ritrovare lo stupore di
                                                   una madre di fronte al figlio, la gioia per le
Gruppo di narrazione come strumento                sue conquiste, la soddisfazione di vedere
di educazione sociale                              che le sue previsioni si sono avverate, no-
L’ascolto rispettoso del Gruppo di narrazio-       nostante le perplessità di molti. È questo
ne consente di esprimere itinerari di forma-       coraggio, questo andare controcorrente
zione che, nel vortice di una vita troppo ve-      uno dei doni che ci fanno queste pagine:
loce, non si ha tempo di comunicare. Storie        la pedagogia della fiducia e della speran-
di educazione, storie che occorre scoprire,        za concretamente espresse. Sono le radici
collegare, comunicare. La lettura attenta e        della crescita e dell’evoluzione, vanno dif-
meditata di questi itinerari dà la possibilità     fuse socialmente, non solo perché i nostri
di porre rimedio alla limitatezza dell’azio-       ragazzi prendano cittadinanza piena agli
ne individuale.                                    occhi del mondo, ma perché tutti i genitori
   Permette di sfuggire agli orizzonti labili      si rendano conto delle loro capacità e delle
e virtuali, cui ci costringe la modernità. Per     loro realizzazioni.
rendere più completa e efficace l’educazione           Le narrazioni dei percorsi educativi fatti
che diamo ai figli, occorre intrecciarla, arric-   dai genitori hanno valore civile, devono es-
chirla con quella percorsa dagli altri. Queste     ser comunicate, pubblicate, diffuse. Gene-
narrazioni liberano dalla chiusura del picco-      rano educazione collettiva, interesse per la
lo mondo unifamiliare, attivano potenzialità       crescita umana. Esprimono non solo valori
nascoste, evocano idee e soluzioni, che non        in azione, ma itinerari, accorgimenti, solu-
sono consigli, ma sollecitazioni derivanti         zioni che incoraggiano tutti a intraprendere
dall’agire educativo degli altri.                  la strada della cura e dell’educazione.
                                                       Sono il patrimonio più prezioso
Beni culturali immateriali                         dell’atgabbes: la somma di sforzi, impegni,
Il 18 marzo 1968 Robert Kennedy pronun-            attività che hanno permesso di donare al
cia all’Università del Kansas un discorso          mondo personalità dolci, curiose, piene di
nel quale evidenzia l’inadeguatezza del            vita. Sembrano dire alla comunità “Vede-
Prodotto Interno Lordo (PIL) come indica-          te mio figlio com’è bello, è anche vostro”.
tore del benessere: Il PIL non tiene conto         Arricchiscono le persone con l’espressione
della salute delle nostre famiglie, della qua-     della solidarietà, uno dei valori che attual-
lità della loro educazione o della gioia dei       mente stiamo perdendo.
loro momenti di svago. Non comprende la                Le storie dei genitori dell’atgabbes te-
bellezza della nostra poesia o la solidità dei     stimoniano il loro impegno, la cittadinanza
valori familiari, l’intelligenza del nostro di-    attiva che ogni famiglia propone al mondo.
battere o l’onestà dei pubblici dipendenti…        Donano il figlio alla comunità, lo sostengo-
non misura né la nostra arguzia né il nostro       no, sono tramite tra lui e la società. Allevare
coraggio, né la nostra saggezza, né la nostra      un figlio non è un fatto privato, le narrazioni
conoscenza, né la nostra compassione…              di crescita vengono proposte pubblicamen-
    Chi legge le narrazioni degli itinerari        te come testimonianza di un’attività che
educativi compiuti dalle famiglie e le pre-        deve allargarsi e coinvolgere altre persone.
sentazioni dei figli raccolte in questa pub-       Quando nasce un bambino in situazione di

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handicap molti si allontanano quando sa-           tra mamma o papà con la quale posso iden-
rebbe utile il loro apporto. I genitori si rim-    tificarmi? Le narrazioni degli altri offrono
boccano le maniche e il figlio, nonostante         una collezione di qualità e soluzioni pro-
i problemi, cresce e si apre al mondo. Ma          poste da altre mamme e papà. Ci poniamo
anche il mondo, le persone, le comunità si         in una prospettiva di crescita, le esperienze
devono aprire a lui. La chiave è la genito-        degli altri ci aiutano a sviluppare le nostre
rialità, la forza che fa crescere l’umanità. La    potenzialità.
famiglia conosce la persona, le sue qualità,           Pasolini in Storie della città di Dio sot-
la sua voglia di vivere, il suo modo di comu-      tolinea che la nostra vita personale è così
nicare e l’atgabbes fa da tramite non solo         limitata che non ha mai abbastanza il senso
con la società civile, ma anche con le isti-       dell’infinita complessità delle altre vite che
tuzioni e tutti coloro che si occupano delle       la circondano: tende a semplificare a farne
persone con disabilità.                            uno sfondo. (Pasolini 1995)
    Si crea quella che Claudio Imprudente
chiama la nuova cultura dell’handicap che          Genitorialità diffusa
produce solidarietà attiva, scelta di vita,        Più sono diverse le pratiche educative a
senso dell’esistenza. Ascoltare le narrazioni      disposizione, più ricca è la trama dell’e-
dei genitori ci fa capire la bellezza delle loro   ducazione familiare. Rispetto al passato
impegno che può diventare anche nostro.            la genitorialità è più aperta, maggiormente
Emerge una felicità nuova basata sulle rela-       recettiva delle diversità, meno congelata
zioni, si riceve molto più di quanto non si dà.    nel suo ruolo. Questo aspetto della famiglia
                                                   contemporanea forse è un rischio, perché la
Oltre il limite                                    espone alle mode, ai condizionamenti, ma è
Le narrazioni dei genitori ampliano la nostra      anche una risorsa, le permette di esser aper-
umanità, facendoci conoscere esperienze            ta al collegamento con gli altri e alla condi-
che non avremmo mai conosciuto, presen-            visione delle esperienze.
tando la ricchezza dell’educazione, le solu-           Le dinamiche del Gruppo di narrazione,
zioni possibili che permettono di superare le      rispettose della dignità di ogni famiglia, le
difficoltà, mettendo in luce anche i limiti dei    restituiscono un ambito di dignità e di ri-
loro figli che sono analoghi a quelli di tutti.    flessione, utile a sedimentare le situazioni,
Educare ed essere educati significa accettare      per riconoscersi negli altri, “diventare se
i nostri confini, sentirsi inadeguati ed incom-    stessi tramite gli altri”, come sottolinea Lev
pleti. L’inadeguatezza è una virtù: permette       Semenovic Vygotskij. (Vygotskij 1974)
di dare spazio, di chiedere la collaborazione,     Nel Gruppo si ascolta e si narrano le proprie
significa esser flessibili, in grado di adeguar-   vicende educative nell’attenzione rispetto-
si in termini evolutivi, dinamici, plastici alle   sa di tutti. Si rafforza un’identità collettiva
esigenze degli altri.                              genitoriale, che diventa identità di ogni sin-
    Il senso di incompletezza è fondante dal       gola famiglia.
punto di vista educativo. La presenza attiva           Vivere, cercando di collegarsi alla gam-
di persone come i genitori è necessaria ma         ma delle possibilità formative già esperite
non sufficiente: occorre aprirsi al mondo e        dagli altri, significa proporre un’educazio-
fare che gli altri si colleghino all’educazio-     ne dotata di senso intrecciata con una plura-
ne familiare.                                      lità di scelte collettive, costruendo assieme
Che genitore vorrei essere? Vi è qualche al-       il mondo del domani.

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Narrazioni visive                                  Bibliografia
Tra gli Strumenti che permettono di appli-         Moletto A. Zucchi R. 2013, La Metodolo-
care le azioni della Metodologia ve ne è uno       gia Pedagogia dei Genitori. Valorizzare il
legato alla contemporaneità, alla società          sapere dell’esperienza, Maggioli editore,
dell’immagine. Il titolo è Comunicazione           Sant’Arcangelo di Romagna (RI)
visiva, la scheda di presentazione sotto-          Pasolini P. P. 1995, Storie della Città di Dio,
linea che l’evidenza e l’universalità delle        Einaudi, Torino
immagini permettono la diffusione delle            Vygotskij L. S. 1974, Storia dello svilup-
competenze e delle conoscenze della fami-          po delle funzioni mentali superiori, Giunti
glia, attribuendo loro dimensione sociale.         Firenze
Un genitore dell’atgabbes, che partecipa ai
gruppi di narrazione, ha elaborato un video
che riassume ed evidenzia le caratteristiche
genitoriali presentando in modo efficace la
personalità del figlio.
    Sono pochi minuti di visività assoluta
accompagnati da una colonna sonora dalle
parole significative: “Give me freedom”,
rendimi libero. All’inizio una lunga strada
diritta, Lorenzo ci viene incontro col suo
carrellino deambulatore. Ha un’aria con-
centrata e decisa. Poi la tavolata dei fratelli
e del papà e il suo esser buongustaio di fron-
te a un piatto di pasta, gli hobbies in campo
con gli amici e stringere una coppa vinta. È
una colonna portante della famiglia: dopo i
compiti aiuta i fratelli e il papà.
    Colpiscono le immagini della sua esu-
beranza: è un clown che tiene allegra tutta
la compagnia. Al termine compare la strada
iniziale, ora è l’addio, l’allontanarsi all’o-
rizzonte come Charlie Chaplin nelle scene
finali delle sue gags. È tutto: una sintesi per-
fetta. Ti verrebbe voglia di fermare il filma-
to, entrare nella scena per abbracciare quel
soldo di cacio capace di esprimere gioia e
tenacia. È la magia delle presentazioni dei
genitori: esser oltre, trasmettere non la disa-
bilità, ma vedere il meglio dei loro ragazzi e
comunicarlo al mondo.

        Augusta Moletto e Riziero Zucchi
Coordinatori Metodologia Pedagogia dei
                                Genitori

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INFANZIA                                         mia. Ha sempre avuto maestre e classi che
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                                                     Poi l’inizio delle scuole elementari, spe-
Il futuro dei nostri figli, tra aspettative e    ciali a mio malincuore. Non è stato facile
desideri                                         accettare che mia figlia non fosse all’altez-
Quando Fatima era ancora in pancia, avevo        za di questa società che punta sempre più
creato l’immagine del bimbo immaginario          alla perfezione. Ma lei era felice, aveva i
che dopo un certo numero di anni sarebbe         suoi amici ed era serena ed amata. E ciò mi
diventato autonomo ed avrebbe lasciato il        ha rasserenato.
nido, e ciò mi rasserenava, perché è il “nor-        Con l’arrivo dei suoi fratelli, l’energia
male” decorso di un figlio che dopo un po’       e la fissazione di stimolarla pateticamente
vola con le proprie ali.                         fortunatamente sono calate. Mi sono resa
    All’annuncio crudo della sua trisomia        conto che ogni essere umano è a sé ed ha
mi è caduto il mondo addosso: “resterà per       i propri pregi e difetti, indipendentemente
SEMPRE con noi!!!!”. Non ero pronta a            dall’handicap. Ed il figlio immaginario che
questo, non mi ero preparata!                    ogni mamma crea durante la gravidanza,
    A distanza di circa 5 anni dalla nascita,    era composto da ognuno dei miei figli mes-
vedevo delle mamme che si lamentavano di         si insieme. Insieme formano la perfezione,
quanto in fretta i propri figli crescessero ed   chi è bravo nelle relazioni, chi nel teatro,
andassero verso l’indipendenza distanzian-       chi a scuola, chi nella coordinazione fisica.
dosi anche dai gesti affettivi tipici dei bam-       Attualmente mia figlia ha 11 anni, fre-
bini piccoli. A me ciò non era accaduto e mi     quenta il quinto anno di scuola speciale, e
gustavo ogni attimo con mia figlia, senza        non mi interessa particolarmente cosa ac-
fretta, con moltissimo contatto fisico, baci,    cadrà nel futuro. Proprio ieri il pediatra,
coccole. Ed è a questo momento, penso,           vedendo la curva di crescita, mi ha chiesto
che ho realizzato che anche se non avesse        se vogliamo fare ulteriori esami per vedere
lasciato il nido, non mi avrebbe infastidito.    quanto crescerà ancora, ed io mi sono mes-
Lo vedevo come un privilegio di stare ac-        sa a ridere dicendo che non aveva nessuna
canto ai propri amati, un po’ come accadeva      importanza per me, perché nulla faceva
nelle vecchie generazioni.                       pensare a qualcosa che non andava.
    Dopo la fase di negazione, cioè quando
veramente ho capito ed accettato che mia fi-     Ci sono tre pilastri che riguardano il futuro
glia aveva un handicap, circa a due mesi dal     di mia figlia che mi sono costruita:
parto, ho speso molta energia ad informar-       - uno riguarda la salute di mia figlia: è
mi sul suo futuro: pre asilo, asilo, elementa-      controllata regolarmente in quanto sono
ri, medie, che lavoro farà, addirittura sulle       cosciente che potrebbe essere soggetta a
olimpiadi, e così via. Volevo già organiz-          più complicazioni di altri,
zare tutto, e volevo il meglio, soprattutto il   - l’altro concerne l’integrazione, nel sen-
“normale”, non scuole speciali o program-           so che punto sul fatto che Fatima riesca
mi diversi dagli altri bimbi, quasi a voler         a socializzare e comunicare con la gente
cancellare l’handicap.                              che incontra tutti i giorni, nelle varie at-
    Col passare degli anni, vedevo che tut-         tività della giornata , come il conduttore
to filava liscio, spesso non come me lo ero         del bus, gli amici, il venditore, la signora
immaginato, e senza troppi sforzi da parte          anziana sulla strada,

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- l’ultimo riguarda l’indipendenza: non            mento è unicamente gestuale, porta ancora il
    faccio differenza tra lei ed i suoi fratel-    pannolino, per cui dopo averne discusso con
    li, pretendo da lei piccoli compiti quo-       l’ortopedagogista del SOIC (attuale SEPS)
    tidiani, inoltre deve essere in grado di       che segue Lisa da quando è nata, decidiamo
    cavarsela da sola davanti a piccoli in-        a malincuore di non iscriverla. Come alter-
    convenienti (pantaloni sporchi→cosa            nativa ci viene proposto un piccolo gruppo
    faccio?, non trovo la mamma a casa             all’asilo dell’Otaf. Non è proprio quello che
    dopo scuola→come mi comporto?, ro-             vorremmo per Lisa in questo momento, l’i-
    vescio il latte→come procedo?) tutto           deale sarebbe un piccolo gruppo integrato,
    questo per garantirle una buona autono-        ma non avendo questa possibilità optiamo
    mia, ma non per andare a vivere da sola,       comunque per questa soluzione. Lisa inizie-
    questo si vedrà a suo tempo, lo faccio per     rà questa esperienza 2 mattine alla settimana
    garantirle una qualità di vita dignitosa,      e da subito risulta comunque un bel momen-
    dove lei può decidere e fare ciò che la        to di socializzazione.
    gratifica. Per esempio quando ancora               Con la terapista del SOIC parliamo di
    non parlava desideravo molto che riu-          inserimento alla scuola dell’infanzia per
    scisse a comunicare per poter dire cosa        l’anno seguente.
    le piaceva mangiare, dove aveva male,              Le chiediamo che sia lei ad occuparsi di
    quali necessità aveva. E questo obiettivo      trovare una docente disposta ad accogliere
    l’ha raggiunto, spontaneamente, senza          Lisa: noi non ci sentiamo di affrontare tutto
    bacchetta magica o allenamenti speciali.       ciò, abbiamo paura di sentirci dire di no, di
    Ed ora attendo che digerisca la scrittura,     sentirci porre troppe domande su Lisa.
    ma non per andare all’università e van-            Dopo poco tempo ecco la prima bella no-
    tarmene con tutto il mondo, ma per poter       tizia, ci informa di aver trovato una docente
    leggere LATTE quando va a fare la spe-         per il nostro progetto, docente che non vede
    sa e comperare il prodotto che vuole in        l’ora di conoscerla. Questo ci rincuora e ci
    modo autonomo.                                 emoziona.
Sono queste le cose che desidero per il suo            Ci incontriamo e ci propone di far loro
futuro, che lei sia felice e non frustrata della   visita saltuariamente, così che inizino en-
sua condizione. Non è possibile conoscere          trambe a conoscersi.
il futuro, quindi è meglio non pensarci trop-          Lisa si dimostra subito a suo agio, com-
po. Le cose accadono comunque, spesso              binando le sue prime marachelle.
meglio di quel che si pensava.                         Le comunichiamo che è un’esperta in
                                                   fughe, che si sposta volentieri incuriosita
                            Lorenza Soumaré        da tutto quanto le sta attorno, che malgrado
                                                   la sua statura è abilissima nello scavalcare
                                                   cancelli vari e infilarsi fra rami di siepi, per
La scuola dell’infanzia                            cui si decide di adottare alcuni accorgimen-
È primavera. Fra alcuni mesi Lisa compirà          ti sia all’interno che all’esterno.
3 anni, ed è in questo periodo che vengono             A questo punto aspettiamo con ansia l’i-
recapitati i formulari per l’iscrizione alla       nizio di questa nuova avventura: si inizierà
scuola dell’infanzia.                              ad ottobre, 2 mattine alla settimana. Con-
   Lisa è una bambina molto vivace, un             tinueremo poi all’Otaf per altre 2 mattine.
vero “terremoto”, il suo linguaggio per il mo-     Noi siamo felici che tutto quanto avrà pre-

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