La Pedagogia dei Genitori - La genitorialità raccontata: una storia di crescita, alleanze e di incontri significativi - atgabbes
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P.P. La Pedagogia CH-6900 Lugano Posta CH SA dei Genitori La genitorialità raccontata: una storia di crescita, alleanze e di incontri significativi
SOMMARIO Introduzione 3 atgabbes e la Pedagogia dei Genitori: 50 anni di competenze genitoriali 3 La Pedagogia dei Genitori applicata quotidianamente: oltre dieci anni di amicizia e di incontri 6 significativi Con i miei occhi, presento mio figlio 7 • Per educare un bambino ci vuole un villaggio: la Pedagogia dei Genitori applicata 7 nei nostri preasili inclusivi • La Pedagogia dei Genitori va in colonia 10 La formazione narrativa 12 Piattaforma TIPÌ 14 Gruppi di narrazione 15 Itinerari educativi 17 La genitorialità racconta: il cammino dell’atgabbes con la Metodologia Pedagogia dei Genitori 17 Infanzia 21 • Il futuro dei nostri figli, tra aspettative e desideri 21 • La scuola dell’infanzia 22 • Un nuovo bimbo in famiglia. La storia di Lorenzo 23 • Dov’è Chiara? 25 • Mia figlia Mila 26 • L’esperienze di Chiara alla scuola dell’infanzia ed i primi anni di scuola speciale 26 Adolescenza 28 • Il ricovero in ospedale 28 Adultità 29 • Scuola di vita 29 • Il mondo del lavoro 31 Famiglia 32 Ringraziamenti • Essere coppia, essere genitori 32 La realizzazione di questo opuscolo è frutto di una preziosa collaborazione. • Pensare a noi, pensare a loro 33 Ringraziamo di cuore tutti i genitori, professionisti ed amici per il loro contributo, • Fratelli e sorelle 35 per il loro impegno ed il loro entusiasmo. • Mia sorella Chiara 35 • Mia sorella Greta 37 Testi a cura di: Sabrina Astorino, Martina Crivelli, Cosimo Mazzotta, • Benvenute Greta e Aurora! 38 Augusta Moletto, Donatella Oggier-Fusi, Riziero Zucchi Impaginazione e stampa: Laser, maggio 2017 www.atgabbes.ch
ATGABBES E LA PEDAGOGIA DEI E GENITORI: 50 ANNI DI COMPETEN- N ZE GENITORIALI O I Lo scorso 18 febbraio, in occasione dell’e- vento di apertura per il 50mo della nostra Z Associazione, abbiamo avuto modo di U ascoltare dalla viva voce dei protagonisti quali furono i contesti e le circostanze che D spinsero genitori, professionisti ed amici ad O avviare quel processo che ha portato il no- R stro Cantone ad attuare una politica sociale pioneristica a favore delle “persone biso- T gnose” e a raggiungere i traguardi che noi tutti oggi conosciamo. N “…ATGABBES rappresenta una fa- vola che da 50 anni risponde alle richieste I dei più bisognosi e delle loro famiglie…”. “Favola”, questo il termine che la signo- ra Rosanna Zanetta e Mauro Martinoni, due figure che di questa favola hanno scritto le prime pagine, hanno voluto metaforica- mente utilizzare nel raccontare la storia del- la nascita della nostra Associazione, quali furono le scelte che portarono a definire il modello da seguire per l’educazione e la formazione dei propri figli, per il loro bene e per il bene della comunità intera. Una favola, ossia “la forza di un gene- re letterario caratterizzato da brevi com- posizioni/narrazioni sempre in grado di trasmettere una morale, principi etici e di comportamento…”1. Chi ha scritto le prime pagine di questa favola, lo ha fatto inserendo in poche righe, negli statuti dell’allora neonata Associa- zione, i principi etici e morali di un vero e proprio “Patto Educativo” tra scuola- famiglia-società-istituzioni. Principi scritti con una terminologia sem- 1 Fonte Wikipedia 3
plice, con una chiara definizione dei soggetti ma cosa che d’istinto tutti pensarono fu di e degli attori di questo patto a sostegno di “qualcosa” che noi in Ticino facevamo da obiettivi destinati alle Persone Bisognose. decenni, da sempre se si considera quanto Solidarietà, collaborazione, condivi- riportato negli statuti del 1967. sione delle esperienze, formazione, in- formazione e dialogo tra le varie figure e Ma ci rendemmo anche conto che c’era istituzioni coinvolte “nell’educazione, la qualcosa di fondamentale nella Pedagogia formazione professionale e l’avvenire di dei Genitori che fino a quel momento, in questi ragazzi, per garantire loro una mi- tutti i decenni precedenti, non avevamo mai gliore integrazione nei settori economici, considerato di fare: capitalizzare il valore dando essi dignità e gioia di vivere”2. dell’enorme patrimonio acquisito dai nostri “Persone, bambini, ragazzi…”, questi i percorsi educativi di genitori. termini utilizzati per indicare i soggetti di Come farlo senza restare nelle dinami- questo patto. che passive e terapeutiche dei gruppi di Una scelta significativa, di grande spes- mutuo aiuto ed entrare in quelle attive della sore perché non si è voluto identificare il Pedagogia dove il ruolo dei genitori assume soggetto in quanto portatore di una “man- una valenza scientifica? canza o incapacità” dovuta a una diagnosi È qui che atgabbes incontra la Pedago- deficitaria, ma in quanto persona in grado gia dei Genitori, ne apprende contenuti e di esprimere potenzialità che, con l’aiuto metodi per organizzare e validare questo adeguato, può migliorare e svilupparne del- patrimonio, quale strumento di formazio- le altre. ne e informazione per tutti coloro che sono La morale di questa favola penso l’abbia coinvolti nei percorsi educativi e di crescita espressa Mauro Martinoni stesso, quando a dei propri figli. fine serata ha raccontato che oggi, dopo 50 Attraverso il riconoscimento delle espe- anni, sono i suoi nipoti a spiegargli come rienze educative dei genitori, si è passati funzionano le colonie integrate…! in questi anni da un contesto associativo a Un segnale importante di come il model- quello di partecipazione sociale attiva in cui lo scelto sia stato in grado negli anni di ge- il genitore assume un ruolo paritario a quel- nerare una società civile che, come riporta- lo dei professionisti. to negli statuti, permette ai più bisognosi di Il termine stesso “Pedagogia dei Geni- “vivere la propria vita con dignità e gioia”. tori” rappresenta il riconoscimento della Rileggendo quanto scritto fino a questo “valenza scientifica delle competenze edu- punto ci rendiamo conto in che misura i cative genitoriali” e rivendica l’essenza concetti espressi dalla Pedagogia dei Geni- dell’azione genitoriale determinata dalla tori siano contenuti nel DNA della nostra cura responsabile, dalle capacità che l’es- Associazione. sere umano può sviluppare grazie alle com- Forse per questo motivo, dodici anni fa, ponenti relazionali dirette.3 nell’ottobre/novembre del 2005 quando Capacità che spesso contrastano con le atgabbes, insieme a professionisti e rappre- “diagnosi scientifiche” solitamente di carat- sentanti di altre istituzioni cantonali, incon- tere deficitario, in quanto queste non tengono trarono La Pedagogia dei Genitori, la pri- 3 Bollettino atgabbes 2006 - Dossier: La pedagogia 2 Art 2 a) Statuto Atgabbes 1967 dei genitori 4
conto delle risorse che quel tipo di diagnosi getto di vita, per il bene delle generazioni non elenca, prima fra tutte la risorsa “uomo”. future e nel rispetto di chi, la sera del 18 feb- La pedagogia, “scienza umana che stu- braio ci ha “raccontato” da dove siamo par- dia l’educazione e la formazione dell’uo- titi e quali sono stati i valori che, forti come mo nella sua interezza ovvero nel suo in- radici, ci hanno portato ad essere quello che tero ciclo di vita” ha il compito di fare in oggi siamo diventati. modo che ogni persona possa esprimere le sue potenzialità. La Pedagogia dei Genitori, grazie alle nar- Il costante impegno dei genitori, la loro razioni scritte, può aiutarci anche in questo, resilienza, la fiducia nei mezzi che i propri a non perdere la memoria storica, un rischio figli quotidianamente riescono a mettere in trasversale che come Associazione, come campo per sfruttare le loro abilità, la forza genitori e come cittadini non possiamo per- che sono in grado di sviluppare grazie ai metterci di correre. fattori relazionali, hanno portato i genitori ad acquisire competenze tali da essere ri- Cosimo Mazzotta conosciute quali strumenti di formazione e Genitore e Coordinatore gruppo Progetto informazione in grado di rafforzare le cono- PdG 2006/2012 scenze teoriche sulla base di quelle pratiche di vita vissuta. In questi dodici anni abbiamo portato avan- ti con successo crescente il progetto della Pedagogia dei Genitori. Vuol dire che i genitori di oggi sono in grado di assumere un ruolo paritario con professionisti e istituzioni che riconosco- no sempre più la valenza delle competenze educative dei genitori, sia per le scelte che riguardano i progetti educativi individuali dei propri figli, ma anche per progetti di im- patto sociale più ampio. Come genitori dobbiamo lavorare per fare in modo che questo patrimonio non vada perso e sia messo a disposizione di chi, con noi, si occupa dell’educazione dei no- stri figli, per quella “seconda rinascita… affidata all’amore e all’intelligenza degli altri”4. Come genitori abbiamo l’obbligo di as- sumerci questo mandato perché solo noi possiamo essere gli artefici di questo pro- 4 Nati due volte - di Giuseppe Pontiggia (1934- 2003) - Mondadori 5
LA PEDAGOGIA DEI GENITORI AP- mativi continuano a tutt’oggi: una volta PLICATA QUOTIDIANAMENTE: OL- seminata, la Pedagogia dei Genitori infatti, TRE 10 ANNI DI AMICIZIA E DI IN- continua a dare i suoi frutti e trova sempre CONTRI SIGNIFICATIVI nuove persone pronte a prendersene cura. Un nuovo importante slancio è poi giun- to grazie alla partecipazione di genitori e Come è già stato espresso da chi mi ha pre- professionisti atgabbes ai Convegni nazio- ceduta, il concetto di partenariato e patto nali a Modena nel 2013 e Torino nel 2015: educativo tra genitori e professionisti- fina- queste occasioni di condivisione con altre lità della Pedagogia dei genitori- è quindi la realtà territoriali ed altri racconti ci hanno solida base sulla quale la vita associativa è permesso di non perdere l’entusiasmo e di nata e si è sviluppata in questi 50 anni. immaginare nuovi percorsi e di costruire Penso che l’incontro tra metodologia una rete di collaborazioni. Pedagogia dei Genitori e atgabbes nel 2005 Il 2014 è stato un anno importante per- non sia stata casuale, le affinità e le conver- ché ci siamo resi conto che ci stavamo di- genze erano molteplici; questo incontro e menticando di coltivare la Pedagogia dei la nascita di una grande amicizia tra atgab- Genitori nei nostri splendidi giardini fioriti, bes, Riziero Zucchi e sua moglie Augusta i nostri preasili inclusivi e le nostre colonie, Moletto, ideatori e referenti scientifici della luoghi privilegiati dove quotidianamente Metodologia, ha permesso sostanzialmente si vive e sperimenta il patto educativo tra di inserire una prassi decennale di valoriz- famiglia e Associazione. Da allora abbia- zazione dei percorsi educativi dei genitori mo implementato lo strumento “Con i miei e di ricerca costante di alleanze e collabo- occhi, presento mio figlio”, con grande suc- razioni in un quadro epistemologico chiaro cesso e soddisfazione dei famigliari, delle ed esplicito e di fornire strumenti metodo- nostre maestre e dei nostri volontari. logici scientificamente riconosciuti, quali Questi anni di esperienza ed applica- la narrazione. zione della Metodologia, così come di ri- Come in ogni storia d’amicizia, ci sono flessione e confronto regolare con Riziero momenti più significativi di altri, ci sono Zucchi e Augusta Moletto, ci hanno per- ricordi che ci marcano maggiormente, ci messo di diventare un punto di riferimento sono incontri che ci aprono nuovi orizzonti: in Ticino per questo approccio e dal 2016 il Convegno di Pedagogia dei Genitori del partecipiamo quali relatori alle formazio- 2007 organizzato da atgabbes sull’Isola dei ni proposte nell’ambito del Progetto TIPÌ, Conigli è stato sicuramente un momento condividendo non solo le riflessioni me- importante che ha permesso di far conosce- todologiche ma soprattutto proponendo le re e trasmettere le prime esperienze ticinesi narrazioni dei genitori quali strumento edu- dell’applicazione della Metodologia; i ge- cativo privilegiato nei contesti della prima nitori ed i professionisti del primo gruppo infanzia ed infanzia. di narrazione hanno inoltre dato inizio ad Quella che è nata come un’amicizia tra una fondamentale collaborazione con alcu- persone e un’affinità tra approcci di lavoro ne Scuole Superiori ed universitarie, propo- con la genitorialità, è diventata cammin fa- nendo il racconto di vita, le narrazioni, qua- cendo una storia di comunità di persone e le strumento formativo ai giovani studenti e di valori: nuovi genitori e nuovi professio- futuri professionisti. Questi interventi for- nisti hanno trovato posto in questa comu- 6
nità, si sono trasmessi il testimone, stanno sottolineare l’importanza della narrazione e condividendo un pezzo del percorso, un non interferire, chi parla non viene interrot- tassello di questa splendida storia. to; ognuno racconta solo ciò che vuole che Di seguito vi presentiamo e narriamo le gli altri sappiano. Anche noi maestre presen- applicazioni concrete costruite e promosse tiamo i nostri figli: in questo modo ci mettia- nel tempo, attraverso la viva voce dei pro- mo in una situazione paritaria che garantisce tagonisti. maggiore apertura. Partendo dagli aspetti positivi e da esperienze di vita quotidiana, Donatella Oggier-Fusi nelle presentazioni vengono elencate carat- membro della comunità “PdG” teristiche del proprio bambino, preferenze, capacità, persone che si occupano di lui, amicizie, birichinate e magari anche qual- che difficoltà. Tutto in un clima di grande CON I MIEI OCCHI, PRESENTO MIO serenità in cui emerge forte e chiaro l’orgo- FIGLIO glio di essere genitore e il grande amore che si ha per i propri figli: “È il nostro bambino e noi gli vogliamo tanto bene”, spesso si con- Per educare un bambino ci vuole un vil- clude così il racconto dei genitori. Mentre laggio: la Pedagogia dei Genitori appli- una persona narra vediamo i suoi occhi illu- cata nei nostri preasili inclusivi minarsi e da parte degli altri genitori si per- “Con i miei occhi, presento mio figlio” è cepisce molta attenzione e grande rispetto. uno degli strumenti della Metodologia “Pe- Questa condivisione avvicina, permettendo dagogia dei Genitori” applicato da alcuni di conoscersi meglio e per i genitori di sa- anni nei nostri Preasili, che è stato accolto pere chi sono i compagni di gioco dei pro- con piacere da diversi genitori e che offre pri bambini. Di questi racconti noi maestre agli educatori un bagaglio prezioso per la facciamo grande tesoro, ne ricaviamo delle pratica professionale. Riportando come si informazioni che ci aiutano a migliorare la svolge un incontro con i genitori, desidero relazione con i bambini, a capirli, a sostener- trasmettere il valore di questo strumento e li meglio, a proporre delle attività che parta- suscitare curiosità e interesse nei professio- no anche dai loro interessi. Questa serata ci nisti, invogliandoli ad approfondirlo me- permette inoltre di stabilire ancora di più un glio per poi poterlo applicare nella propria rapporto di fiducia col genitore, condizione realtà lavorativa. fondamentale per ogni relazione educativa. La sera in cui incontriamo i genitori per Dando voce ai genitori riconosciamo e valo- proporre la serata “Con i miei occhi, presen- rizziamo le loro competenze; i genitori sono to mio figlio”, al Preasilo c’è un ambiente esperti del proprio figlio, che hanno seguito inconsueto: mancano il vocio dei bambini, giorno dopo giorno nella crescita, accompa- le allegre risate, qualche immancabile pian- gnandolo quotidianamente lo hanno aiutato to e il rumore dei giochi. In questa occasione ad affrontare piccole e grandi conquiste. Il però l’ambiente è ravvivato dalle voci dei sapere professionale e quello genitoriale genitori, che sono fondamentali per comple- sono di uguale importanza, vengono uti- tare il lavoro che svolgiamo con i bambini. lizzati in un’ottica di complementarietà e Dopo qualche scambio conviviale, ci dispo- condivisione per accompagnare al meglio il niamo in cerchio e ascoltiamo i racconti. Per bambino. 7
Con grande piacere e tanta emozione ascol- “Zoe ha compiuto due anni il 16 agosto. to ogni anno le splendide narrazioni dei Adora muoversi all’aperto: arrampicarsi, genitori, che vengono in seguito messe per andare sullo scivolo, sull’altalena, andare iscritto e raccolte in un album ricordo, di- col “trotin” per le vie del paese. ventando così una traccia del percorso di È sorridente, socievole e aperta verso il crescita del bambino. Abbiamo deciso di prossimo, saluta tutti volentieri. riportarne soltanto alcune, e la scelta non È dolce e affettuosa verso i bimbi più picco- è stata un compito facile. Un grazie a tutti i li e se piangono, a volte li coccola con delle genitori che con i loro racconti ci regalano carezze. la grande opportunità di condividere e co- Adora gli auto collanti con cui gioca fa- noscere meglio i propri figli. cendoseli passare fra le dita o attaccando- seli sul corpo; è una passione che la calma, Martina Crivelli per questo ne ha sempre almeno uno per Responsabile Preasilo Lugano addormentarsi. “Ciao, mi chiamo Michele. Frequento il Preasilo da settembre 2014 e sono molto contento. In questo periodo grazie a tutte le maestre e alla bella compagnia degli altri bimbi sono cresciuto molto ed ho imparato tante cose belle come il girotondo. La mia famiglia è orgogliosa di me, so- prattutto la mia sorellona Miriam con la quale faccio un sacco di giochi divertenti. Mi piace tanto stare all’aria aperta e fare passeggiate. In questo ultimi mesi ho ini- ziato a fare tante attività impegnative che mi aiutano a diventare grande e anche se faccio fatica ce la metto tutta! Sono felice perché intorno a me ci sono tan- te persone che pensano a me e che mi vo- gliono bene e che sanno che anche io gliene voglio un sacco.” La mamma È incuriosita dalle figure che rappresentano gli animali ma soprattutto quelli dell’am- biente marino (pesci, delfini, polipi, gran- chi, conchiglie,..). Adora la plastilina e tutto quello che si può impastare, schiacciare e spetasciare. Ultimamente ha piacere a cantare e quando 8
torna a casa dall’asilino intona piccole stro- lì (come fanno alcune mamme) e andare a fe che poi ripete spesso. bere un caffè. Le responsabili del preasilo Zoe ha un fratellino, Lucio, che ora ha hanno anch’esse dei figli piccoli. Ed io non 10 mesi; si diverte a farlo ridere e se piange oso chiedere. Tengo duro per alcui mesi. lo conforta facendogli delle carezze e di- Poi mi dico che se per Lisa è probabilmente cendogli “a mamma arriva” o portandogli un momento piacevole, per me si rivela uni- il ciuccio. camente una mattinata stressante. Per cui, Zoe ha due cuginetti, Emma e Mattia, comunque a malincuore, decido di non più che vivono nella stessa casa e a cui vuole andarci. molto bene; li cerca tantissimo come com- Il mio sogno è quello di un preasilo in- pagni di giochi. tegrato, con animatrici competenti a cui la- Sono affascinata dalla sua curiosità e mi sciare Lisa per qualche ora. Ma purtroppo gratifica stimolarla. non esiste ancora. Mi commuove la sua felicità.” Quando dopo una dozzina d’anni vengo a sapere che aprirà il primo preasilo inte- La mamma grato del Luganese, è con grande gioia che penso ai bambini e alle loro mamme che potranno approfittare di un’esperienza del “Lisa ha compiuto due anni da alcuni mesi. genere! Decido di accompagnarla durante due ore alla settimana in un preasilo. Mi dico che Marisa Croci sicuramente il fatto di inserirla in un grup- po di bambini “normali” sarà per lei uno stimolo. Essendo una bambina socievole, sicuramente le piacerà. Ma tutto ciò si rivelerà molto difficolto- so. Lisa è già molto vivace e birichina. Non le basta guardare con gli occhi le cose, le deve toccare con le mani. Prende volentieri i giochi agli altri bambini. Tavolta li prende per i capelli. Tutto ciò che è disposto sulle mensole e per lei raggiungibile, va a finire per terra. Si arrampica volentieri dove può. Il momento dello spuntino è uno stress uni- co: rovescia tutti i bicchieri che trova nel suo raggio d’azione, prende il cibo agli altri bambini. E tutto questo con un ritmo frene- tico che solo lei sa sostenere. In queste due ore il mio ruolo si rivela quello di rimediare a tutto ciò che combina, di fare da vigile. Nel frattempo tento di dare un’occhiata al fratellino nato da pochi mesi, che fortuna- tamente dorme quasi tutto il tempo in car- rozzella. Nessuno mi propone di lasciarla 9
La Pedagogia dei Genitori va in colonia Può essere dolce ma ha ben chiaro l’obiet- Atgabbes ha introdotto dall’estate 2014 tivo che vuole raggiungere. È molto matu- nelle schede mediche relative ai parteci- rato e questo fa in modo che la nostra rela- panti alle colonie e campi estivi, uno spazio zione migliori a sua volta. di narrazione per le famiglie alle quali chie- Ti voglio tanto bene Kevin!” diamo di raccontarci il loro figlio per per- metterci di migliorare l’accoglienza. Nar- Papà rando della quotidianità del proprio caro, i genitori permettono ai giovani volontari che l’accoglieranno per qualche settimana “Jaime è un ragazzo solare, molto positivo. di conoscerlo attraverso i loro occhi, il loro Difficilmente si arrabbia, anche se ultimamen- grande amore e soprattutto di vederlo come te (come tutti gli adolescenti), vorrebbe impor- persona situata in un contesto, con radici ed re le sue idee e perciò a volte bisogna discutere ali, con abitudini e preferenze, inserito in con lui per fargli capire che non è possibile. una traiettoria di vita della quale i genitori Per il resto è un ragazzo allegro e dispo- sono i principali garanti e testimoni. nibile ad aiutare gli altri. È ben integrato Nei racconti traspare evidente l’orgoglio nel paese e ben voluto soprattutto dalle per- di essere genitori e con grande semplicità sone anziane “per il suo modo di fare così ma altrettanta lucidità, i genitori esprimo- gentile ed educato” (citazione). no quei valori educativi fondamentali che Ora ha voglia di crescere ed essere più accomunano i genitori di ieri, oggi e doma- indipendente. Quando vede i suoi limiti, a ni come il valore della speranza che fa da volte è avvilito ma si riprende subito. È un sfondo ed orizzonte alle loro azioni quo- ragazzo sorprendente, ogni volta che pen- tidiane e quello della fiducia che permette siamo che sia arrivato al suo massimo… lui loro di creare e promuovere alleanze e di va oltre. Siamo molto fieri che finora non si condividere il loro grande amore per il fi- sia fatto abbattere dalle difficoltà.” glio con il resto della comunità. Comunità aperta ed accogliente, alla quale il genitore La mamma affida il proprio figlio disabile in un grande gesto di generosità. “Lisa è un raggio di sole. Si sveglia al mat- tino sempre contenta e pronta a gesti affet- “Kevin è un ragazzo solare, felice ma anche tuosi e talvolta battute a chi vuole bene. È molto esigente. Sa esattamente cosa vuole abitudinaria, ma sa anche entusiasmarsi a e cosa non vuole. Ama stare in compagnia, cose nuove. È precisa e ordinata nelle sue andare in giro ed incontrare gente e amici. A cose. Le piace essere al centro dell’atten- casa si adatta a tutte le situazioni ma se qual- zione: anche troppo, per cui in situazioni cosa non è di suo gradimento, allora lo dice. nuove è possibile che si isoli. È molto affezionato ai fratelli ed essi lo È una golosona. In ambienti fuori casa, amano e lo rispettano. Il rapporto tra loro tenta di approfittarne e mangia troppo, per è molto bello. cui va frenata. Kevin è Kevin, un ragazzo curioso ed in- A volte si stanca facilmente. In questi casi si teressato ad ogni nuova cosa a cui viene in sdraia e parla poco. contatto. Adora fare shopping, anche per gli altri. 10
Ma non avendo misura dei soldi, spende tutto quello che ha. È quindi da controllare. Da alcuni mesi Lisa è “cresciuta” parec- chio (non in altezza: è sempre 146 cm!). In alcune occasioni ha chiesto o in altri casi accettato di dormire fuori casa senza fa- miliari: naturalmente con persone che co- nosce. Questa è una grande conquista per Lisa. Finora bisognava insistere parecchio o addirittura obbligarla, cose che per noi genitori è sempre stato frustrante”. La mamma 11
LA FORMAZIONE NARRATIVA Trovo che la pedagogia dei genitori sia spettacolare, un’idea incredibile come an- che quello di introdurla nei nidi. Il Metodo della Pedagogia dei Genitori sce- Le narrazioni sono state emozionanti, ho glie di valorizzare e riconoscere le compe- percepito l’emozione e l’intensità. Due rac- tenze genitoriali utilizzando lo strumento conti completamente diversi, perché rac- della narrazione. Quest’ultima permette contano momenti ed evoluzioni e momenti non solo di situare la “realtà” dell’uomo e della vita differenti. Un grazie immenso per di inserirne le azioni in uno spazio e in un la possibilità di partecipare ad una narrazio- tempo, ma può diventare un efficace mo- ne e un grazie di cuore per tutto. mento di formazione. Illuminante, emozionante, intenso e ri- Per questo motivo da diversi anni i “ge- flessivo. GRAZIE!” nitori della pedagogia” entrano nelle scuole e incontrano gli studenti, futuri professioni- Studentessa SSPSS sti, docenti, infermieri, educatori, fisiotera- pisti, esperti di rapporti umani. Durante questi momenti, inseriti in un “È stata un’esperienza molto forte ma co- quadro epistemologicamente corretto, for- struttiva. Sentir parlare dei genitori della nendo agli studenti il quadro di riferimento loro esperienza e di come l’hanno affron- teorico in cui il metodo si inserisce, i geni- tata arricchisce molto chi le ascolta soprat- tori raccontano la propria storia e attraverso tutto perché si vede che loro ci mettono il l’esposizione dei propri vissuti, trasmet- cuore e in questo modo anche le emozioni tono il valore della genitorialità agli stu- che loro hanno provato, è come se ci venis- denti, arricchendo la loro professionalità. sero passate, come se in quel momento an- Allo stesso tempo il genitore si presenta nel che noi potessimo vivere una piccola parte ruolo di formatore, mettendo a servizio la di quello che hanno vissuto loro. Credo che propria esperienza e la propone come stru- le narrazioni dei genitori siano un grande mento educativo. Questo permette al geni- regalo per gli studenti.” tore di acquisire consapevolezza di sé e di percepirne la responsabilità. Studentessa SSPSS La genitorialità viene posta come profes- sionalità al servizio di altre professionalità. “(…) È difficile mettere nero su bianco del- Sabrina Astorino le emozioni, ne ho provate molte stamane, Segretaria d’organizzazione aggiunta dal dispiacere, al dolore, al sollievo, e poi la realizzazione, l’orgoglio buono e l’am- mirazione. Mi ritengo una persona molto Considerazione degli studenti empatica, sono sicuramente riuscita ad im- “GRAZIE. La possibilità di ascoltare le nar- medesimarmi nella situazione delle mam- razioni è stata molto importante e preziosa. me che raccontavano per poterle compren- Ringrazio tantissimo le due mamme che dere al meglio per quanto sia possibile. Ho si sono messe a disposizione e ci hanno rivissuto insieme a loro le vicende citate, le permesso di rivivere con loro un momento sensazioni che hanno descritto e l’investi- estremamente delicato. mento, non sacrificio, che esse hanno in- 12
trapreso per la vita delle loro figlie. Spesso razioni di oggi, mi sono commossa proprio sono convinta di riuscire ad indossare così perché i genitori di questi bambini, hanno bene i panni degli altri che mi scordo che descritto i propri figli, narrando le caratte- vestito indosso io; non passo certo inosser- ristiche speciali e uniche che hanno fatto vata con l’immagine forte e determinata in modo che io “m’innamorassi” di questa di me stessa che lascio trasparire, quasi ne professione in un ambito così magico. Dun- avessi bisogno per ricordarlo a me chi sono. que penso che questi racconti permettano, Ho trovato molto arricchente l’apporto di alle persone che non conoscono l’ambito, questi tenaci genitori e mi hanno trasmesso di farsi l’idea corretta di ciò che realmente ancor più fiducia e coraggio per quello che è il loro mondo, senza permettere l’instau- sarà il mio futuro professionale. rarsi, o addirittura eliminando, pregiudizi, “La disabilità è una questione di per- paure o distacco, quando verremo a con- cezione. Se puoi fare anche una sola cosa tatto con questi bambini speciali e le loro bene, sei necessario a qualcuno. (Martina famiglie, altrettanto speciali. Navratilova)” Ho trovato questo scambio, molto arric- chente, perché ha aggiunto un grande valo- Lisa Domenighini re al mio sapere teorico, un sapere che non studentessa SUPSI, DEASS si trova sui libri, ma nel cuore delle famiglie che hanno deciso di raccontare la loro storia e quella dei loro bimbi.” “Grazie alla narrazione delle storie della propria famiglia, penso che ogni mamma Giada C. e ogni papà, voglia in un certo senso sen- Studentessa SUPSI, DEASS sibilizzare il mondo in cui crescerà il suo bambino o la sua bambina, in modo che ci sia il maggior numero di persone che tenda- Lettera di un genitore no loro una mano nel modo più accogliente “Ciao a tutti e buongiorno Sabrina, possibile. Queste narrazioni ci permettono io vorrei ringraziarti e anche l’SSPSS di vedere la situazione con altri occhi, tra- dell’incontro che abbiamo fatto. Sono sta- mite un punto di vista differente; da oggi to veramente contento quando sono uscito saprò affrontare meglio le situazioni in cui dalla porta. coglierò gli stati d’ansia dei genitori, la loro Il mio primo incontro di narrazione con rabbia, le loro paure e insicurezze. altri genitori. Personalmente sono stata emotivamente È avvenuto in presenza di una trentina di toccata da alcune delle frasi narrate dalle studenti dell’SSPSS di Canobbio. Ho rac- madri presenti nella giornata di oggi; ho ini- contato la storia di mio figlio Lorenzo di sei ziato il mio percorso formativo proprio in anni, adottato all’età di sei mesi, portatore seguito ad uno stage in una struttura che ac- di handicap. coglie persone con varie disabilità, di ogni In questa occasione ho avuto il piacere di età. In seguito a questo stage ho deciso che notare molta partecipazione ed interesse, e sarei diventata una fisioterapista, proprio questo mi ha aiutato a raccontare tutto con per lavorare in quell’ambito, che mi ave- molta più facilità, essendo che ero un po’ va colpita al punto di volerci passare ogni in ansia, visto la mia prima volta. Alla fine giorno della mia vita lavorativa. Nelle nar- ho presentato un filmato di Lorenzo che ho 13
preparato con l’aiuto dei tre fratelli, sulla Commissione svizzera per l’Unesco è stato sua quotidianità. Questo filmato lo abbiamo possibile far conoscere il Quadro d’orien- realizzato per presentare Lorenzo alla clas- tamento per la formazione, l’educazione e se in cui è inserito nel nostro paese con la l’accoglienza dell’infanzia in Svizzera agli frequenza di una mezza giornata alla setti- enti e ai servizi attivi nell’ambito dell’in- mana, per far comprendere meglio Lorenzo fanzia sul territorio cantonale e promuove- e le sue difficoltà. re attività di studio e di approfondimento. Il Vi voglio ringraziare per avermi dato percorso intrapreso ha consentito di ripren- questa bella ed utile esperienza di confronto dere quanto discusso nei vari incontri con e per la partecipazione e l’interesse che mi tutti i partner e di elaborare una proposta avete dimostrato… progettuale che cerca di comporre le espe- Vi saluto affettuosamente sperando in rienze e le competenze presenti sul territo- altri incontri… rio cantonale e di realizzare un progetto di A presto.” largo respiro incentrato in modo particolare sulle collaborazioni strutturali con le fami- Mario glie. L’ipotesi progettuale è stata elaborata dalla SUPSI-DEASS in collaborazione con la Commissione svizzera per l’Unesco e con la Divisione dell’azione sociale e delle PIATTAFORMA TIPÌ famiglie - Ufficio del sostegno a enti e atti- vità per le famiglie e i giovani. Numerose ricerche dimostrano come un Altro ambito formativo nel quale atgabbes sostegno precoce e duraturo, già dai primi promuove la Metodologia è quello relativo anni di vita, sia fondamentale per consen- alla prima infanzia: infatti l’Associazione tire ai bambini di apprendere e di svilup- propone la diffusione dei vari strumenti pare competenze e favorire il processo di della Pedagogia dei Genitori all’interno del inclusione sociale. Il ruolo di familiari e progetto TIPÌ (Ticino Prima Infanzia). professionisti dell’infanzia è quello di ac- Questa ulteriore collaborazione è altret- compagnare lo sviluppo del bambino e di tanto significativa in quanto permette di predisporre contesti di apprendimento e di promuovere la valorizzazione della geni- esperienze quotidiane adeguate. In questo torialità oltre i confini specifici della disa- ambito, un’attenzione particolare va riser- bilità, in un’ottica inclusiva. Tale percorso vata ai momenti di transizione, intesi come formativo, non solo permette agli operatori cambiamenti delicati per il bambino poi- della prima infanzia di favorire le alleanze ché implicano il confronto con il gruppo famiglia/istituto, ma consente di migliorare di pari, con altri adulti e una cultura edu- l’accoglienza dei bambini con disabilità e cativa extra-familiare (si pensi ai passaggi delle loro famiglie all’interno delle proprie dalla famiglia al nido o ad altri servizi per strutture. l’infanzia, alla scuola dell’infanzia, alla scuola elementare). Per la buona riuscita Descrizione del progetto territoriale di questi processi è determinante trovare Nel corso degli incontri promossi dall’Uf- forme di collaborazione e co-responsabilità ficio del sostegno a enti e attività per le fa- educative tra le varie figure di riferimento miglie e i giovani, in collaborazione con la familiari e istituzionali (genitori, educatrici 14
della prima infanzia, docenti della scuola bino, in un’ottica di partnership educativa dell’infanzia, nonni e altri attori coinvolti). partecipata, coinvolgendo tutti gli enti del Tutti gli attori sono partecipi a questo pro- settore e i partner istituzionali. Le attività di cesso: occorre infatti promuovere una cul- ricerca partecipata e di formazione consen- tura territoriale tra i professionisti affinché tiranno di contestualizzare le scelte delle si possa realmente creare una collaborazio- famiglie e di analizzare e sistematizzare le ne strutturale con le famiglie, incentrata esperienze pilota condotte in alcune strut- sullo sviluppo identitario del bambino sulla ture per l’infanzia, così da produrre buone co-costruzione di una cultura dell’infanzia prassi da adottare e trasporre in altri conte- inclusiva. sti e una pubblicazione divulgativa con le Sul territorio cantonale – grazie alla pub- linee-guida. blicazione del Quadro di orientamento per la formazione, l’educazione e l’accoglienza Équipe TIPÌ SUPSI DEASS della infanzia in Svizzera, promossa dalla Commissione Svizzera per l’Unesco – è stato possibile creare una tavola rotonda a cui partecipano regolarmente, dal marzo 2013, tutti i partner istituzionali, le associa- zioni e gli enti formativi attivi nel settore dell’infanzia. Gli incontri hanno fornito occasioni di riflessioni, di scambi di espe- rienze e messo in evidenza punti di forza e criticità dei servizi territoriali. La tema- tica delle transizioni famiglia-nido e nido- scuola dell’infanzia è stata posta al centro: questi processi richiedono infatti uno sfor- zo congiunto per lo sviluppo di competenze professionali specifiche, così da garantire qualità, continuità educativa, il coinvolgi- mento continuativo delle famiglie e il su- peramento dell’attuale frammentazione di saperi settoriali e responsabilità istituzio- nali. Questa tematica presenta un grande potenziale di sviluppo, consente il coinvol- gimento di tutti gli attori e il collegamento tra i servizi che operano nel settore dell’in- fanzia, la scuola dell’infanzia e la scuola elementare. Il progetto qui presentato intende dun- que attivare occasioni di ricerca e di for- mazione territoriale, volte a promuovere lo sviluppo di competenze professionali specifiche per includere la famiglia nella progettazione della presa in carico del bam- 15
GRUPPI DI NARRAZIONE entusiasmo. Nel capitolo successivo abbia- mo scelto di pubblicare alcune di queste narrazioni, storie di genitori, dei loro figli, Il gruppo di narrazione è uno degli stru- bambini, adolescenti o adulti. Testimonian- menti, preziosissimo, previsto dalla Meto- ze di percorsi di vita, attraverso lo sguardo dologia “Pedagogia dei Genitori”. L’obiet- del genitore. tivo primario dello strumento consiste nel Buona lettura. riconoscere e valorizzare le competenze genitoriali nelle loro narrazioni. Ogni espo- Sabrina Astorino sizione contiene racconti di vita, situazioni vissute e sperimentate, racconti di itinerari educativi. Durante questi momenti i presenti han- no la possibilità narrare il proprio percorso, compiuto da genitore insieme al proprio figlio, o da figlio con il proprio genitore. Spazio in cui ognuno racconta la propria esperienza partendo dagli aspetti positivi, spazio in cui ognuno narra solo ciò che vuo- le che gli altri sappiano, degli episodi più significativi, rivolgendosi unicamente dalla propria conoscenza. La narrazione permette ai genitori di ri- conoscersi e far conoscere le proprie com- petenze, di rielaborare un vissuto passato, di ritagliarsi un momento in cui hanno la possibilità di raccontare e raccontarsi agli altri e di essere ascoltati. Per questo motivo la narrazione assume anche un valore so- ciale: ogni racconto è testimonianza di vita, è capitale sociale, è un’opportunità per la professionalizzazione degli esperti che si occupano di rapporti umani. Lo scorso 21 novembre 2016, l’associa- zione atgabbes ha ripresentato lo strumen- to attraverso una serata informativa tenuta dal professor Riziero Zucchi, coordinatore scientifico della Metodologia Pedagogia dei Genitori. A seguito della serata, l’Asso- ciazione ha organizzato diversi incontri di “gruppo di narrazione” con la frequenza di un appuntamento al mese. I gruppi di narrazione vengono frequen- tati da genitori e/o figli, sempre con molto 16
LA GENITORIALITÀ RACCONTA: E D U C A T I V I IL CAMMINO DELL’ATGABBES CON LA METODOLOGIA PEDAGO- GIA DEI GENITORI Come si può sfruttare al meglio la propria vita? Convertendo in pensiero consapevole la maggior quantità possibile I T I N E R A R I di esperienze A.Malraux Il futuro nasce dalla memoria P.Ricoeur La pietra scartata dai costruttori diventerà pietra d’angolo Salmo 117 Raccogliere, pubblicare e diffondere itine- rari educativi genitoriali. La pubblicazione curata dall’atgabbes realizza una tra le principali azioni previste dalla Metodologia, la raccolta, la pubblica- zione e la diffusione delle narrazioni degli itinerari educativi che i genitori compiono con i loro figli (Moletto Zucchi 2013). È la scoperta delle realizzazioni delle famiglie, la presa di coscienza delle loro capacità, delle risorse dell’educazione familiare, spesso poco considerate. In uno dei pensie- ri, tratti dal Codice atlantico, Leonardo da Vinci sostiene di comportarsi come coloro che si recano al mercato tardi, quando tutte le cose vistose e alla moda sono già acqui- state e scelgono quello che gli altri hanno tralasciato, sicuri di trovare cose nuove, di- verse, che dureranno nel tempo. La Metodologia suggerisce di tesauriz- zare quello che c’è e non viene visto, che è vitale come l’acqua, ma appare banale, quotidiano: il sapere dell’esperienza dei ge- nitori. Ogni itinerario educativo è prezioso 17
come l’individuo che ha formato, ma quelli blicazione, scopre i valori che il Prodotto più significativi riguardano le persone in si- Interno Lordo non permette di evidenziare. tuazione di handicap. Abbiamo bisogno ritrovare lo stupore di una madre di fronte al figlio, la gioia per le Gruppo di narrazione come strumento sue conquiste, la soddisfazione di vedere di educazione sociale che le sue previsioni si sono avverate, no- L’ascolto rispettoso del Gruppo di narrazio- nostante le perplessità di molti. È questo ne consente di esprimere itinerari di forma- coraggio, questo andare controcorrente zione che, nel vortice di una vita troppo ve- uno dei doni che ci fanno queste pagine: loce, non si ha tempo di comunicare. Storie la pedagogia della fiducia e della speran- di educazione, storie che occorre scoprire, za concretamente espresse. Sono le radici collegare, comunicare. La lettura attenta e della crescita e dell’evoluzione, vanno dif- meditata di questi itinerari dà la possibilità fuse socialmente, non solo perché i nostri di porre rimedio alla limitatezza dell’azio- ragazzi prendano cittadinanza piena agli ne individuale. occhi del mondo, ma perché tutti i genitori Permette di sfuggire agli orizzonti labili si rendano conto delle loro capacità e delle e virtuali, cui ci costringe la modernità. Per loro realizzazioni. rendere più completa e efficace l’educazione Le narrazioni dei percorsi educativi fatti che diamo ai figli, occorre intrecciarla, arric- dai genitori hanno valore civile, devono es- chirla con quella percorsa dagli altri. Queste ser comunicate, pubblicate, diffuse. Gene- narrazioni liberano dalla chiusura del picco- rano educazione collettiva, interesse per la lo mondo unifamiliare, attivano potenzialità crescita umana. Esprimono non solo valori nascoste, evocano idee e soluzioni, che non in azione, ma itinerari, accorgimenti, solu- sono consigli, ma sollecitazioni derivanti zioni che incoraggiano tutti a intraprendere dall’agire educativo degli altri. la strada della cura e dell’educazione. Sono il patrimonio più prezioso Beni culturali immateriali dell’atgabbes: la somma di sforzi, impegni, Il 18 marzo 1968 Robert Kennedy pronun- attività che hanno permesso di donare al cia all’Università del Kansas un discorso mondo personalità dolci, curiose, piene di nel quale evidenzia l’inadeguatezza del vita. Sembrano dire alla comunità “Vede- Prodotto Interno Lordo (PIL) come indica- te mio figlio com’è bello, è anche vostro”. tore del benessere: Il PIL non tiene conto Arricchiscono le persone con l’espressione della salute delle nostre famiglie, della qua- della solidarietà, uno dei valori che attual- lità della loro educazione o della gioia dei mente stiamo perdendo. loro momenti di svago. Non comprende la Le storie dei genitori dell’atgabbes te- bellezza della nostra poesia o la solidità dei stimoniano il loro impegno, la cittadinanza valori familiari, l’intelligenza del nostro di- attiva che ogni famiglia propone al mondo. battere o l’onestà dei pubblici dipendenti… Donano il figlio alla comunità, lo sostengo- non misura né la nostra arguzia né il nostro no, sono tramite tra lui e la società. Allevare coraggio, né la nostra saggezza, né la nostra un figlio non è un fatto privato, le narrazioni conoscenza, né la nostra compassione… di crescita vengono proposte pubblicamen- Chi legge le narrazioni degli itinerari te come testimonianza di un’attività che educativi compiuti dalle famiglie e le pre- deve allargarsi e coinvolgere altre persone. sentazioni dei figli raccolte in questa pub- Quando nasce un bambino in situazione di 18
handicap molti si allontanano quando sa- tra mamma o papà con la quale posso iden- rebbe utile il loro apporto. I genitori si rim- tificarmi? Le narrazioni degli altri offrono boccano le maniche e il figlio, nonostante una collezione di qualità e soluzioni pro- i problemi, cresce e si apre al mondo. Ma poste da altre mamme e papà. Ci poniamo anche il mondo, le persone, le comunità si in una prospettiva di crescita, le esperienze devono aprire a lui. La chiave è la genito- degli altri ci aiutano a sviluppare le nostre rialità, la forza che fa crescere l’umanità. La potenzialità. famiglia conosce la persona, le sue qualità, Pasolini in Storie della città di Dio sot- la sua voglia di vivere, il suo modo di comu- tolinea che la nostra vita personale è così nicare e l’atgabbes fa da tramite non solo limitata che non ha mai abbastanza il senso con la società civile, ma anche con le isti- dell’infinita complessità delle altre vite che tuzioni e tutti coloro che si occupano delle la circondano: tende a semplificare a farne persone con disabilità. uno sfondo. (Pasolini 1995) Si crea quella che Claudio Imprudente chiama la nuova cultura dell’handicap che Genitorialità diffusa produce solidarietà attiva, scelta di vita, Più sono diverse le pratiche educative a senso dell’esistenza. Ascoltare le narrazioni disposizione, più ricca è la trama dell’e- dei genitori ci fa capire la bellezza delle loro ducazione familiare. Rispetto al passato impegno che può diventare anche nostro. la genitorialità è più aperta, maggiormente Emerge una felicità nuova basata sulle rela- recettiva delle diversità, meno congelata zioni, si riceve molto più di quanto non si dà. nel suo ruolo. Questo aspetto della famiglia contemporanea forse è un rischio, perché la Oltre il limite espone alle mode, ai condizionamenti, ma è Le narrazioni dei genitori ampliano la nostra anche una risorsa, le permette di esser aper- umanità, facendoci conoscere esperienze ta al collegamento con gli altri e alla condi- che non avremmo mai conosciuto, presen- visione delle esperienze. tando la ricchezza dell’educazione, le solu- Le dinamiche del Gruppo di narrazione, zioni possibili che permettono di superare le rispettose della dignità di ogni famiglia, le difficoltà, mettendo in luce anche i limiti dei restituiscono un ambito di dignità e di ri- loro figli che sono analoghi a quelli di tutti. flessione, utile a sedimentare le situazioni, Educare ed essere educati significa accettare per riconoscersi negli altri, “diventare se i nostri confini, sentirsi inadeguati ed incom- stessi tramite gli altri”, come sottolinea Lev pleti. L’inadeguatezza è una virtù: permette Semenovic Vygotskij. (Vygotskij 1974) di dare spazio, di chiedere la collaborazione, Nel Gruppo si ascolta e si narrano le proprie significa esser flessibili, in grado di adeguar- vicende educative nell’attenzione rispetto- si in termini evolutivi, dinamici, plastici alle sa di tutti. Si rafforza un’identità collettiva esigenze degli altri. genitoriale, che diventa identità di ogni sin- Il senso di incompletezza è fondante dal gola famiglia. punto di vista educativo. La presenza attiva Vivere, cercando di collegarsi alla gam- di persone come i genitori è necessaria ma ma delle possibilità formative già esperite non sufficiente: occorre aprirsi al mondo e dagli altri, significa proporre un’educazio- fare che gli altri si colleghino all’educazio- ne dotata di senso intrecciata con una plura- ne familiare. lità di scelte collettive, costruendo assieme Che genitore vorrei essere? Vi è qualche al- il mondo del domani. 19
Narrazioni visive Bibliografia Tra gli Strumenti che permettono di appli- Moletto A. Zucchi R. 2013, La Metodolo- care le azioni della Metodologia ve ne è uno gia Pedagogia dei Genitori. Valorizzare il legato alla contemporaneità, alla società sapere dell’esperienza, Maggioli editore, dell’immagine. Il titolo è Comunicazione Sant’Arcangelo di Romagna (RI) visiva, la scheda di presentazione sotto- Pasolini P. P. 1995, Storie della Città di Dio, linea che l’evidenza e l’universalità delle Einaudi, Torino immagini permettono la diffusione delle Vygotskij L. S. 1974, Storia dello svilup- competenze e delle conoscenze della fami- po delle funzioni mentali superiori, Giunti glia, attribuendo loro dimensione sociale. Firenze Un genitore dell’atgabbes, che partecipa ai gruppi di narrazione, ha elaborato un video che riassume ed evidenzia le caratteristiche genitoriali presentando in modo efficace la personalità del figlio. Sono pochi minuti di visività assoluta accompagnati da una colonna sonora dalle parole significative: “Give me freedom”, rendimi libero. All’inizio una lunga strada diritta, Lorenzo ci viene incontro col suo carrellino deambulatore. Ha un’aria con- centrata e decisa. Poi la tavolata dei fratelli e del papà e il suo esser buongustaio di fron- te a un piatto di pasta, gli hobbies in campo con gli amici e stringere una coppa vinta. È una colonna portante della famiglia: dopo i compiti aiuta i fratelli e il papà. Colpiscono le immagini della sua esu- beranza: è un clown che tiene allegra tutta la compagnia. Al termine compare la strada iniziale, ora è l’addio, l’allontanarsi all’o- rizzonte come Charlie Chaplin nelle scene finali delle sue gags. È tutto: una sintesi per- fetta. Ti verrebbe voglia di fermare il filma- to, entrare nella scena per abbracciare quel soldo di cacio capace di esprimere gioia e tenacia. È la magia delle presentazioni dei genitori: esser oltre, trasmettere non la disa- bilità, ma vedere il meglio dei loro ragazzi e comunicarlo al mondo. Augusta Moletto e Riziero Zucchi Coordinatori Metodologia Pedagogia dei Genitori 20
INFANZIA mia. Ha sempre avuto maestre e classi che la accettavano e dove lei si sentiva bene. Poi l’inizio delle scuole elementari, spe- Il futuro dei nostri figli, tra aspettative e ciali a mio malincuore. Non è stato facile desideri accettare che mia figlia non fosse all’altez- Quando Fatima era ancora in pancia, avevo za di questa società che punta sempre più creato l’immagine del bimbo immaginario alla perfezione. Ma lei era felice, aveva i che dopo un certo numero di anni sarebbe suoi amici ed era serena ed amata. E ciò mi diventato autonomo ed avrebbe lasciato il ha rasserenato. nido, e ciò mi rasserenava, perché è il “nor- Con l’arrivo dei suoi fratelli, l’energia male” decorso di un figlio che dopo un po’ e la fissazione di stimolarla pateticamente vola con le proprie ali. fortunatamente sono calate. Mi sono resa All’annuncio crudo della sua trisomia conto che ogni essere umano è a sé ed ha mi è caduto il mondo addosso: “resterà per i propri pregi e difetti, indipendentemente SEMPRE con noi!!!!”. Non ero pronta a dall’handicap. Ed il figlio immaginario che questo, non mi ero preparata! ogni mamma crea durante la gravidanza, A distanza di circa 5 anni dalla nascita, era composto da ognuno dei miei figli mes- vedevo delle mamme che si lamentavano di si insieme. Insieme formano la perfezione, quanto in fretta i propri figli crescessero ed chi è bravo nelle relazioni, chi nel teatro, andassero verso l’indipendenza distanzian- chi a scuola, chi nella coordinazione fisica. dosi anche dai gesti affettivi tipici dei bam- Attualmente mia figlia ha 11 anni, fre- bini piccoli. A me ciò non era accaduto e mi quenta il quinto anno di scuola speciale, e gustavo ogni attimo con mia figlia, senza non mi interessa particolarmente cosa ac- fretta, con moltissimo contatto fisico, baci, cadrà nel futuro. Proprio ieri il pediatra, coccole. Ed è a questo momento, penso, vedendo la curva di crescita, mi ha chiesto che ho realizzato che anche se non avesse se vogliamo fare ulteriori esami per vedere lasciato il nido, non mi avrebbe infastidito. quanto crescerà ancora, ed io mi sono mes- Lo vedevo come un privilegio di stare ac- sa a ridere dicendo che non aveva nessuna canto ai propri amati, un po’ come accadeva importanza per me, perché nulla faceva nelle vecchie generazioni. pensare a qualcosa che non andava. Dopo la fase di negazione, cioè quando veramente ho capito ed accettato che mia fi- Ci sono tre pilastri che riguardano il futuro glia aveva un handicap, circa a due mesi dal di mia figlia che mi sono costruita: parto, ho speso molta energia ad informar- - uno riguarda la salute di mia figlia: è mi sul suo futuro: pre asilo, asilo, elementa- controllata regolarmente in quanto sono ri, medie, che lavoro farà, addirittura sulle cosciente che potrebbe essere soggetta a olimpiadi, e così via. Volevo già organiz- più complicazioni di altri, zare tutto, e volevo il meglio, soprattutto il - l’altro concerne l’integrazione, nel sen- “normale”, non scuole speciali o program- so che punto sul fatto che Fatima riesca mi diversi dagli altri bimbi, quasi a voler a socializzare e comunicare con la gente cancellare l’handicap. che incontra tutti i giorni, nelle varie at- Col passare degli anni, vedevo che tut- tività della giornata , come il conduttore to filava liscio, spesso non come me lo ero del bus, gli amici, il venditore, la signora immaginato, e senza troppi sforzi da parte anziana sulla strada, 21
- l’ultimo riguarda l’indipendenza: non mento è unicamente gestuale, porta ancora il faccio differenza tra lei ed i suoi fratel- pannolino, per cui dopo averne discusso con li, pretendo da lei piccoli compiti quo- l’ortopedagogista del SOIC (attuale SEPS) tidiani, inoltre deve essere in grado di che segue Lisa da quando è nata, decidiamo cavarsela da sola davanti a piccoli in- a malincuore di non iscriverla. Come alter- convenienti (pantaloni sporchi→cosa nativa ci viene proposto un piccolo gruppo faccio?, non trovo la mamma a casa all’asilo dell’Otaf. Non è proprio quello che dopo scuola→come mi comporto?, ro- vorremmo per Lisa in questo momento, l’i- vescio il latte→come procedo?) tutto deale sarebbe un piccolo gruppo integrato, questo per garantirle una buona autono- ma non avendo questa possibilità optiamo mia, ma non per andare a vivere da sola, comunque per questa soluzione. Lisa inizie- questo si vedrà a suo tempo, lo faccio per rà questa esperienza 2 mattine alla settimana garantirle una qualità di vita dignitosa, e da subito risulta comunque un bel momen- dove lei può decidere e fare ciò che la to di socializzazione. gratifica. Per esempio quando ancora Con la terapista del SOIC parliamo di non parlava desideravo molto che riu- inserimento alla scuola dell’infanzia per scisse a comunicare per poter dire cosa l’anno seguente. le piaceva mangiare, dove aveva male, Le chiediamo che sia lei ad occuparsi di quali necessità aveva. E questo obiettivo trovare una docente disposta ad accogliere l’ha raggiunto, spontaneamente, senza Lisa: noi non ci sentiamo di affrontare tutto bacchetta magica o allenamenti speciali. ciò, abbiamo paura di sentirci dire di no, di Ed ora attendo che digerisca la scrittura, sentirci porre troppe domande su Lisa. ma non per andare all’università e van- Dopo poco tempo ecco la prima bella no- tarmene con tutto il mondo, ma per poter tizia, ci informa di aver trovato una docente leggere LATTE quando va a fare la spe- per il nostro progetto, docente che non vede sa e comperare il prodotto che vuole in l’ora di conoscerla. Questo ci rincuora e ci modo autonomo. emoziona. Sono queste le cose che desidero per il suo Ci incontriamo e ci propone di far loro futuro, che lei sia felice e non frustrata della visita saltuariamente, così che inizino en- sua condizione. Non è possibile conoscere trambe a conoscersi. il futuro, quindi è meglio non pensarci trop- Lisa si dimostra subito a suo agio, com- po. Le cose accadono comunque, spesso binando le sue prime marachelle. meglio di quel che si pensava. Le comunichiamo che è un’esperta in fughe, che si sposta volentieri incuriosita Lorenza Soumaré da tutto quanto le sta attorno, che malgrado la sua statura è abilissima nello scavalcare cancelli vari e infilarsi fra rami di siepi, per La scuola dell’infanzia cui si decide di adottare alcuni accorgimen- È primavera. Fra alcuni mesi Lisa compirà ti sia all’interno che all’esterno. 3 anni, ed è in questo periodo che vengono A questo punto aspettiamo con ansia l’i- recapitati i formulari per l’iscrizione alla nizio di questa nuova avventura: si inizierà scuola dell’infanzia. ad ottobre, 2 mattine alla settimana. Con- Lisa è una bambina molto vivace, un tinueremo poi all’Otaf per altre 2 mattine. vero “terremoto”, il suo linguaggio per il mo- Noi siamo felici che tutto quanto avrà pre- 22
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