Una Chiesa povera, sinodale, in ascolto dello Spirito
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SPECIALE N. 5 • 7 febbraio 2021 • € 1,00 Anno LXXV • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut. 014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli PRIMO PIANO DIOCESI Una Chiesa povera, sinodale, in ascolto La relazione di fiducia alla base della cura dei malati dello Spirito 2e3 VITA DIOCESANA @ don Mimmo Battaglia L’Arcivescovo presiede in Duomo la Santa Messa per la Giornata della Vita 4 CITTÀ La rinascita dei “Gradini Suor Orsola” 5 CULTURA Monitoraggio ambientale negli Scavi di Ercolano 6 CULTURA Viaggio virtuale nel Museo Archeologico Speciale all’interno 6
2 • 7 febbraio 2021 Primo Piano Diocesi Nuova Stagione La XXIX Giornata Mondiale del Malato, che si celebra il prossimo 11 febb L a celebrazione della XXIX sua sofferenza fino a farsene carico Giornata Mondiale del Malato, che ricorre l’11 febbraio 2021, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, e momento propizio per ri- nel servizio (cfr Lc 10,30-35). L’esperienza della malattia ci fa sentire la nostra vulnerabilita e, nel contempo, il bisogno innato dell’al- Il messaggio de servare una speciale attenzione alle tro. La condizione di creaturalita di- persone malate e a coloro che le assi- venta ancora piu nitida e sperimentia- stono, sia nei luoghi deputati alla cura mo in maniera evidente la nostra di- sia in seno alle famiglie e alle comuni- pendenza da Dio. Quando siamo ma- ta. Il pensiero va in particolare a quan- lati, infatti, l’incertezza, il timore, a ti, in tutto il mondo, patiscono gli ef- volte lo sgomento pervadono la mente fetti della pandemia del coronavirus. e il cuore; ci troviamo in una situazio- A tutti, specialmente ai piu poveri ed ne di impotenza, perche la nostra sa- emarginati, esprimo la mia spirituale lute non dipende dalle nostre capacita vicinanza, assicurando la sollecitudi- o dal nostro “affannarci” (cfr Mt 6,27). ne e l’affetto della Chiesa. La malattia impone una domanda 1. Il tema di questa Giornata si ispi- di senso, che nella fede si rivolge a Dio: ra al brano evangelico in cui Gesu cri- una domanda che cerca un nuovo si- tica l’ipocrisia di coloro che dicono ma gnificato e una nuova direzione all’e- non fanno (cfr Mt 23,1-12). Quando si sistenza, e che a volte puo non trovare riduce la fede a sterili esercizi verbali, subito una risposta. Gli stessi amici e senza coinvolgersi nella storia e nelle parenti non sempre sono in grado di necessita dell’altro, allora viene meno aiutarci in questa faticosa ricerca. la coerenza tra il credo professato e il Emblematica e, al riguardo, la figu- vissuto reale. Il rischio e grave; per ra biblica di Giobbe. La moglie e gli questo Gesu usa espressioni forti, per amici non riescono ad accompagnar- mettere in guardia dal pericolo di sci- lo nella sua sventura, anzi, lo accusa- volare nell’idolatria di se stessi, e affer- no amplificando in lui solitudine e ma: «Uno solo e il vostro Maestro e voi smarrimento. Giobbe precipita in siete tutti fratelli» (v. 8). uno stato di abbandono e di incom- La critica che Gesu rivolge a coloro prensione. Ma proprio attraverso che «dicono e non fanno» (v. 3) e salu- questa estrema fragilita, respingendo tare sempre e per tutti, perche nessu- ogni ipocrisia e scegliendo la via della no e immune dal male dell’ipocrisia, sincerita verso Dio e verso gli altri, egli La malattia ha sempre un volto, e in maniera equa. Questo dipende dal- un male molto grave, che produce l’ef- fa giungere il suo grido insistente a non uno solo: ha il volto di ogni mala- le scelte politiche, dal modo di ammi- fetto di impedirci di fiorire come figli Dio, il quale alla fine risponde, apren- to e malata, anche di quelli che si sen- nistrare le risorse e dall’impegno di dell’unico Padre, chiamati a vivere dogli un nuovo orizzonte. Gli confer- una fraternita universale. ma che la sua sofferenza non e una pu- tono ignorati, esclusi, vittime di ingiu- coloro che rivestono ruoli di respon- Davanti alla condizione di bisogno nizione o un castigo, non e nemmeno stizie sociali che negano loro diritti es- sabilita. Investire risorse nella cura e del fratello e della sorella, Gesu offre uno stato di lontananza da Dio o un senziali (cfr Enc. Fratelli tutti, 22). nell’assistenza delle persone malate e un modello di comportamento del segno della sua indifferenza. Cosi, dal L’attuale pandemia ha fatto emergere una priorita legata al principio che la tutto opposto all’ipocrisia. Propone di cuore ferito e risanato di Giobbe, sgor- tante inadeguatezze dei sistemi sani- salute e un bene comune primario. fermarsi, ascoltare, stabilire una rela- ga quella vibrante e commossa di- tari e carenze nell’assistenza alle per- Nello stesso tempo, la pandemia ha zione diretta e personale con l’altro, chiarazione al Signore: «Io ti conosce- sone malate. Agli anziani, ai piu debo- messo in risalto anche la dedizione e sentire empatia e commozione per lui vo solo per sentito dire, ma ora i miei li e vulnerabili non sempre e garantito la generosita di operatori sanitari, vo- o per lei, lasciarsi coinvolgere dalla occhi ti hanno veduto» (42,5). l’accesso alle cure, e non sempre lo e lontari, lavoratori e lavoratrici, sacer- Nessuno si salva da solo La XXIX Giornata Mondiale del Malato ha come tema: «Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli” (Mt.23,8). Questo testo evangelico evidenzia che una cura olistica, cioè globale, del malato presuppone come fondamento una re- lazione interpersonale di fiducia e per evitare ipocrisie essa non può che essere considerata prioritaria. Papa Francesco nel suo annuale Messaggio afferma che «Quando si riduce la fede a sterili esercizi verbali, senza coinvolgersi nella storia e nelle necessità dell’altro, allora viene meno la coerenza tra il credo professato e il vissuto reale. La vicinanza, infatti, è un balsamo prezioso, che dà sostegno e consolazione a chi soffre nella malattia. Proprio questa relazione con la persona malata trova una fonte inesauribile di motivazione e di forza nella Carità di Cristo, come dimostra la millenaria te- stimonianza di uomini e donne che si sono santificati nel servire gli infermi». È inutile ricordare che in questo periodo di pandemia, l’alleanza terapeutica e la fiducia nella scienza sono da rivalutare come parti integranti della stessa tera- pia. 0Nondimeno la malattia ci fa sperimentare in maniera evidente la nostra dipendenza da Dio e che la fede e la preghiera diventano “balsamo prezioso” per resistere al male e vincerlo. Scienza e fede si intrecciano e si fondono dentro la nostra esperienza di malattia e di guarigione. Come ogni anno i nostri Vescovi in mattinata faranno visita agli ospedali cit- tadini: l’Arcivescovo di Napoli, Mons. Domenico Battaglia farà visita al Cardarelli, Mons. Lucio Lemmo al Cotugno e Mons. Gennaro Acampa al Pellegrini, mentre salutiamo con doveroso e sentito ringraziamento il nostro Tutti coloro che sono impegnati nel campo sanitario sono vivamente invitati Cardinale Crescenzio Sepe che in questi anni non ha mai mancato fare visita pra- a presenziare. Ammalati, associazioni di categoria, medici, infermieri, persona- ticamente a tutti gli ospedali. A sera, invece, momento importante e qualificante le direttivo ed ausiliare, cappellani, suore, ministri straordinari della Eucarestia, della comunione ecclesiale è la Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta volontariato e i movimenti ecclesiali come segno di comunione e testimonianza. da S. Ecc. Mons. Domenico battaglia alle ore 18,30 di giovedì 11 febbraio, an- Naturalmente occorre tenere presente le norme anti Covid che consentono la niversario delle Apparizioni della Madonna a Lourdes, nella Basilica Santuario partecipazione di rappresentanze entro il limite massimo di 200 persone. dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio e dell’Unità della Chiesa (Tempio di Don Leonardo Zeccolella Capodimonte). Direttore Ufficio Pastorale della Salute
Nuova Stagione Primo Piano Diocesi 7 febbraio 2021 • 3 braio, ha come tema: “Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli” questa vicinanza, oltre che personal- nalita degli operatori sanitari e intrat- el Santo Padre mente, in forma comunitaria: infatti l’amore fraterno in Cristo genera una comunita capace di guarigione, che non abbandona nessuno, che include tenere un buon rapporto con le fami- glie dei pazienti. Proprio questa relazione con la per- sona malata trova una fonte inesauri- e accoglie soprattutto i piu fragili. bile di motivazione e di forza nella ca- A tale proposito, desidero ricordare rita di Cristo, come dimostra la mille- l’importanza della solidarieta frater- naria testimonianza di uomini e don- na, che si esprime concretamente nel ne che si sono santificati nel servire gli servizio e puo assumere forme molto infermi. In effetti, dal mistero della diverse, tutte orientate a sostegno del morte e risurrezione di Cristo scaturi- prossimo. «Servire significa avere cu- sce quell’amore che e in grado di dare ra di coloro che sono fragili nelle no- senso pieno sia alla condizione del pa- stre famiglie, nella nostra societa, nel ziente sia a quella di chi se ne prende nostro popolo» (Omelia a La Habana, cura. Lo attesta molte volte il Vangelo, 20 settembre 2015). In questo impe- mostrando che le guarigioni operate gno ognuno e capace di «mettere da da Gesu non sono mai gesti magici, parte le sue esigenze e aspettative, i ma sempre il frutto di un incontro, di suoi desideri di onnipotenza davanti una relazione interpersonale, in cui al allo sguardo concreto dei piu fragili. dono di Dio, offerto da Gesu, corri- [...] Il servizio guarda sempre il volto sponde la fede di chi lo accoglie, come del fratello, tocca la sua carne, sente la riassume la parola che Gesu spesso ri- sua prossimita fino in alcuni casi a pete: “La tua fede ti ha salvato”. “soffrirla”, e cerca la promozione del Cari fratelli e sorelle, il comanda- fratello. Per tale ragione il servizio non mento dell’amore, che Gesu ha lascia- e mai ideologico, dal momento che to ai suoi discepoli, trova una concre- non serve idee, ma persone» (ibid.). ta realizzazione anche nella relazione Perche vi sia una buona terapia, e con i malati. Una societa e tanto piu decisivo l’aspetto relazionale, me- umana quanto piu sa prendersi cura diante il quale si puo avere un approc- dei suoi membri fragili e sofferenti, e cio olistico alla persona malata. sa farlo con efficienza animata da Valorizzare questo aspetto aiuta an- amore fraterno. Tendiamo a questa che i medici, gli infermieri, i profes- meta e facciamo in modo che nessuno sionisti e i volontari a farsi carico di resti da solo, che nessuno si senta doti, religiosi e religiose, che con pro- prezioso, che da sostegno e consola- coloro che soffrono per accompa- escluso e abbandonato. fessionalita, abnegazione, senso di re- zione a chi soffre nella malattia. In gnarli in un percorso di guarigione, Affido tutte le persone ammalate, sponsabilita e amore per il prossimo quanto cristiani, viviamo la prossimi- grazie a una relazione interpersonale gli operatori sanitari e coloro che si hanno aiutato, curato, confortato e ta come espressione dell’amore di di fiducia (cfr Nuova Carta degli prodigano accanto ai sofferenti, a servito tanti malati e i loro familiari. Gesu Cristo, il buon Samaritano, che Operatori Sanitari [2016], 4). Si tratta Maria, Madre di misericordia e Salute Una schiera silenziosa di uomini e con compassione si e fatto vicino ad dunque di stabilire un patto tra i biso- degli infermi. Dalla Grotta di Lourdes donne che hanno scelto di guardare ogni essere umano, ferito dal peccato. gnosi di cura e coloro che li curano; un e dagli innumerevoli suoi santuari quei volti, facendosi carico delle ferite Uniti a Lui per l’azione dello Spirito patto fondato sulla fiducia e il rispetto sparsi nel mondo, Ella sostenga la no- di pazienti che sentivano prossimi in Santo, siamo chiamati ad essere mise- reciproci, sulla sincerita, sulla dispo- stra fede e la nostra speranza, e ci aiuti virtu della comune appartenenza alla ricordiosi come il Padre e ad amare, in nibilita, cosi da superare ogni barrie- a prenderci cura gli uni degli altri con famiglia umana. particolare, i fratelli malati, deboli e ra difensiva, mettere al centro la di- amore fraterno. Su tutti e ciascuno La vicinanza, infatti, e un balsamo sofferenti (cfr Gv 13,34-35). E viviamo gnita del malato, tutelare la professio- imparto di cuore la mia benedizione.
4 • 7 febbraio 2021 Vita Diocesana Nuova Stagione L Il Messaggio della Cei per la 43a Giornata nazionale per la vita a pandemia ci ha fatto sperimentare in maniera inattesa e drammatica la Libertà e vita limitazione delle libertà personali e comunitarie, portandoci a riflettere sul sen- so profondo della libertà in rapporto alla vi- ta di tutti: bambini e anziani, giovani e adul- ti, nascituri e persone in fin di vita. Nelle set- timane di forzato lockdown quante priva- Dio ha impresso nell’animo umano per con- zioni abbiamo sofferto, specie in termini di sentirgli di essere davvero felice. Senza il do- rapporti sociali! Nel contempo, quanta reci- no della libertà l’umanità non sarebbe se procità abbiamo respirato, a riprova che la stessa, né potrebbe dirsi autenticamente le- tutela della salute richiede l’impegno e la gata a Colui che l’ha creata; senza il dono partecipazione di ciascuno; quanta cultura della vita non avremmo la possibilità di la- della prossimità, quanta vita donata per far sciare una traccia di bellezza in questo mon- fronte comune all’emergenza! do, di cambiare l’esistente, di migliorare la Qual è il senso della libertà? Qual è il suo situazione in cui si nasce e cresce. significato sociale, politico e religioso? Si è L’asse che unisce la libertà e la vita è la re- liberi in partenza o lo si diventa con scelte sponsabilità. Essa è la misura, anzi il labo- che costruiscono legami liberi e responsabi- ratorio che fonde insieme le virtù della giu- li tra persone? Con la libertà che Dio ci ha stizia e della prudenza, della fortezza e della donato, quale società vogliamo costruire? temperanza. Sono domande che in certe stagioni della La responsabilità è disponibilità all’altro vita interpellano ognuno di noi, mentre tor- e alla speranza, è apertura all’Altro e alla fe- na alla mente il messaggio chiaro del licità. Responsabilità significa andare oltre Vangelo: “Se rimanete fedeli alla mia parola, la propria libertà per accogliere nel proprio sarete davvero miei discepoli; conoscerete orizzonte la vita di altre persone. Senza re- la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31- sponsabilità, libertà e vita sono destinate a 32). I discepoli di Gesù sanno che la libertà entrare in conflitto tra loro; rimangono, co- munque, incapaci di esprimersi pienamen- si può perdere, fino a trasformarsi in catene: “Cristo ci ha liberati - afferma san Paolo - 7 febbraio: 43° Giornata nazionale per la vita te. Dire “sì” alla vita è il compimento di una perché restassimo liberi; state saldi e non la- sciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1). Così in Diocesi libertà che può cambiare la storia. Ogni uo- mo merita di nascere e di esistere. Ogni es- sere umano possiede, fin dal concepimento, Quest’anno la situazione pandemica non ha consentito di svolgere pubblicamente la un potenziale di bene e di bello che aspetta Giornata Nazionale per la Vita 2021 prevista per domenica 7 febbraio. di essere espresso e trasformato in atto con- Una libertà a servizio della vita Sono stati però prodotti alcuni sussidi per sollecitare alla riflessione le parrocchie ed creto; un potenziale unico e irripetibile, non La Giornata per la Vita 2021 vuol essere i fedeli sul Messaggio dei Vescovi CEI dal titolo “Libertà e vita”. In particolare una ve- cedibile. Solo considerando la “persona” co- un’occasione preziosa per sensibilizzare glia di preghiera per gruppi e un sussidio per l’animazione delle messe domenicali. me “fine ultimo” sarà possibile rigenerare tutti al valore dell’autentica libertà, nella Inoltre è stato prodotto un video clip divulgativo sulla Giornata (disponibile a breve l’orizzonte sociale ed economico, politico e prospettiva di un suo esercizio a servizio sul sito della Diocesi). culturale, antropologico, educativo e me- della vita: la libertà non è il fine, ma lo “stru- La giornata di domenica sarà celebrata presso la cattedrale di Napoli e presieduta S.E. diale. mento” per raggiungere il bene proprio e de- mons. Domenico Battaglia, L’esercizio pieno della libertà richiede la gli altri, un bene strettamente interconnes- Le associazioni, i movimenti e le aggregazioni pro-vita della Diocesi di Napoli, saranno Verità: se desideriamo servire la vita con ve- so. presenti in rappresentanza viste le norme relative alla contingenza COVID. ra libertà occorre che i cristiani e tutti gli uo- A ben pensarci, la vera questione umana A causa delle misure per il contenimento dell’emergenza sanitaria, alla solenne cele- mini di buona volontà s’impegnino a cono- non è la libertà, ma l’uso di essa. La libertà brazione potrà partecipare solo un numero limitato di fedeli. scere e far conoscere la Verità che sola ci può distruggere se stessa: si può perdere! Per rendere partecipe quanto più possibile la comunità diocesana a tale evento, si po- rende liberi veramente. Così potremo acco- Una cultura pervasa di diritti individuali as- trà seguire la celebrazione attraverso la diretta televisiva su Canale 21. gliere con gioia “ogni vita umana, unica e ir- solutizzati rende ciechi e deforma la perce- ripetibile, che vale per se stessa, costituisce zione della realtà, genera egoismi e derive un valore inestimabile (Papa Francesco, 25 abortive ed eutanasiche, interventi indiscri- distrugge la “casa comune”, rende insosteni- cogliere e valorizzare il prossimo, trasforma marzo 2020, a 25 anni dall’Evangelium vi- minati sul corpo umano, sui rapporti sociali bile la vita, costruisce case in cui non c’è spa- in dono gioioso ogni fatica e rende capaci di tae). Gli uomini e le donne veramente liberi e sull’ambiente. Del resto, la libertà del sin- zio per la vita nascente, moltiplica solitudini comunione (cfr. Udienza 12 settembre 2018). fanno proprio l’invito del Magistero: golo che si ripiega su di sé diventa chiusura in dimore abitate sempre più da animali ma “Rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni e violenza nei confronti dell’altro. Un uso in- non da persone. Papa Francesco ci ricorda Responsabilità e felicità vita, ogni vita umana! Solo su questa strada dividualistico della libertà porta, infatti, a che l’amore è la vera libertà perché distacca Il binomio “libertà e vita” è inscindibile. troverai giustizia, sviluppo, libertà, pace e strumentalizzare e a rompere le relazioni, dal possesso, ricostruisce le relazioni, sa ac- Costituisce un’alleanza feconda e lieta, che felicità!”. La lettera dei Vescovi ausiliari ai membri degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica, ai presbiteri e ai diaconi, ai fedeli tutti in occasione della XXV Giornata Mondiale della vita consacrata «Rendete visibili le meraviglie di Dio» L’Esortazione Apostolica Vita consecrata al n° 20 ricorda che primo com- pito della vita consacrata è di rendere visibili le meraviglie che Dio opera nella fragile umanità delle persone chiamate. Più che con le parole, esse testimoniano tali meraviglie con il linguaggio eloquente di un’esistenza trasfigurata, capace di sorprendere il mondo. Ringraziamo il Signore per il dono dei consacrati e delle consacrate che rinnovano l’offerta totale di sé al Signore nel generoso servizio dei fratelli e preghiamo per loro affinché mediante il candore delle buone opere, posseggano nella carità ciò che è simboleggiato nel candore delle vesti del Signore (S. Agostino). Con il cuore riconoscente al Signore, vi comunichiamo che l’Arcivescovo don Mimmo Battaglia presiederà la solenne Concelebrazione Eucaristica che si svolge sabato 6 febbraio, alle 11, in Cattedrale e che, a causa dell’emergenza Covid-19,prevede la partecipazione non oltre 4 membri per Comunità. Vi salutiamo e vi accompagniamo con la nostra Benedizione! @ Gennaro Acampa @ Lucio Lemmo I religiosi presbiteri indosseranno le vesti sacre presso la Sacrestia maggiore della Cattedrale (portino il camice)
Nuova Stagione Speciale 7 febbraio 2021 • I Il 2 febbraio, nella Festa della Presentazione del Signore, ha inizio il ministero episcopale di S.E. Mons. Domenico Battaglia nell’Arcidiocesi di Napoli Chiamati ad essere comunità in cammino che benedice e annuncia la vita @ don Mimmo Battaglia C arissimi fratelli e sorelle, buonasera a tutti! La gioia di essere in mezzo a Crescenzio Sepe che non ha potuto essere fisicamente presente. Lo affidiamo voi cede il passo alla trepidazione, all’emozione. Questa sera vorrei par- insieme al Signore, augurandogli una pronta e completa guarigione. larvi con il cuore libero da ogni pretesa o presunzione di dover fissare già Questa sera segna nella nostra vita un nuovo inizio, un tempo nuovo. Sono il programma del cammino che ci attende insieme, come se tutto dipendesse da molto grato che l’ingresso nella Chiesa di Napoli sia stato possibile in coinci- me. denza con la festa che celebriamo. È il Signore che ci viene incontro con tene- Mi sento di entrare in questa Chiesa chiedendo permesso, con la stessa deli- rezza, che accende la luce dentro di noi, che ridona speranza. È la sua gioia che catezza con cui il Signore sta accompagnando il mio desiderio di lasciarmi nuo- oggi ci precede, ci sorprende. vamente toccare dall’incontro con Lui. Attendo di incontrarlo nei vostri volti, nelle storie che incrocerò. Il mio saluto particolare e affettuoso va al cardinale Continua alle pagine IV e V
II • 7 febbraio 2021 Speciale Nuova Stagione Nella mattinata del 2 febbraio l’Arcivescovo ha vissuto un pellegrinaggio simbolico di giu Cristo è presente servizio a cura di ROSANNA B Il nuovo Arcivescovo, mons. Battaglia ha ini- gnificati: dal simbolo delle candele, segno della pellegrinaggio simbolico di giustizia e di pace ziato il suo servizio come Pastore della Chiesa di luce di Cristo che splende nelle tenebre, a quello che, dopo la preghiera mattutina con delle Napoli il 2 febbraio, questo giorno in cui si cele- dell’ingresso nel Tempio, immagine della comu- Claustrali, lo ha portato ad incontrare persone e bra la Festa liturgica della Presentazione di Gesù nità in cammino con e dietro il Signore. Per que- storie rappresentative delle fragilità e delle soffe- al Tempio, è impregnato di tante suggestioni e si- sta nella mattinata don Mimmo ha vissuto un renze della città. Nel pellegrinaggio è stato ac- In preghiera Dalla morte per la diocesi uno spazio di vita Monastero delle Suore Sacramentine – ore 9.00 Metro di Piscinola-Scampia – ore 10 Don Mimmo alla stazione della Metro di Piscinola – Scampia ha incontrato la famiglia Della Corte, familiari di Franco, vittima innocente della criminalità. La sua famiglia, con un progetto di solidarietà ha trasformato l’area in cui è avvenuta l’agguato del padre e marito in un parco gio- chi per bambini: così un luogo di morte è divenuto spazio di vita. È la storia di una vittima in- nocente, che rappresenta il mondo di chi è oppresso dalla violenza, dalla criminalità , dalla de- vianza. Franco Della Corte, aggredito a marzo 2018 da una baby gang alla metro di Piscinola, morì La giornata di don Mimmo è iniziata con la visita al Monastero delle suore dopo nove giorni di agonia. I suoi familiari hanno intrapreso un cammino di giustizia e di per- Sacramentine e un momento di adorazione presso la chiesa di San Giuseppe dei dono. In Cattedrale, nelle prime file, ci sono la moglie e i due figli, Marta e Giuseppe. Marta Ruffi: don Mimmo ha affidato il suo ministero e la comunità diocesana di Napoli prende la parola: «Ci ha fatto piacere la visita di mons. Battaglia, conoscerlo e sentire tutto il alla preghiera delle religiose, nella consapevolezza che l’origine e la fonte di ogni suo affetto è il simbolo un nuovo cammino che per noi oggi è iniziato”. Al Vescovo la famiglia azione missionaria della Chiesa è nell’incontro con l’amore sorgivo di Dio, da cui ha mostrato il parco giochi: «Per noi un segnale di nuova vita – conclude la ragazza - ma anche tutto nasce e a cui tutto conduce. å un invito a lavorare per la giustizia e un cammino per raggiungere il perdono». Da oggi «Vi chiedo Binario della Soli ci sentiamo meno soli Associazione Figli in famiglia – ore12,40 È importante incontrare i bambini e i ra- gazzi e per questo don Mimmo è stato a San Giovanni a Teduccio all’associazione Figli in famiglia, dove ha incontrato R. che condivide con tanti suoi coetanei la fatica di crescere in un territorio ferito e periferico e che rappresen- ta per la comunità diocesana e per l’intera città un appello a farsi carico della speranza e dei so- gni dei più piccoli, attraverso un’attenzione co- stante alle problematiche educative e sociali. «Una grande sorpresa oggi - si legge in un post dell’associazione su Facebook. Il ha chiesto di conoscerci, capire cosa facciamo e ascoltarci. Ha parlato con gli educatori, i vo- lontari, le mamme, le nonne ed ha voluto rac- contare ai più piccoli la favola del venditore Il cammino di don Mimmo e dei pellegrini fa sosta dei palloncini e del bambino nero: “I pallon- per il pranzo al Binario della Solidarietà, una realtà cini volano non per il loro colore ma per quel- della Caritas diocesana che si occupa dei senza dimora lo che hanno dentro”. accompagnandoli in un percorso di reinserimento so- Abbiamo illustrato tutte le nostre attività ciale, fatto di dignità, autonomia e integrazione. È im- quotidiane: dal doposcuola ai laboratori, fino portante, per una Chiesa che pone al centro il Vangelo alla distribuzione dei pacchi di generi ali- di Cristo, non lasciare indietro nessuno e camminare mentari alle tantissime famiglie del quartie- al passo degli ultimi. re. Abbiamo colto l’occasione per donargli il «Grazie» e «Attenzione»: sono le due parole che libro “Bambini in pausa” , antologia di 18 rac- sintetizzano l’incontro, secondo don Enzo conti. Oggi è nu juorn buon, ci sentiamo me- Cozzolino, direttore della Caritas diocesana. Don no soli”. Mimmo è arrivato al Binario – che compie 25 anni di
Nuova Stagione Speciale 7 febbraio 2021 • III stizia e di pace nelle periferie esistenziali della città dove ha incontrato fragilità e sofferenze nell’uomo ferito ORZILLO e di ELENA SCARICI compagnato da un presbitero giovane e da un minare con il Vescovo verso le periferie esisten- sta della Candelora, presenta al tempio il Cristo presbitero anziano unitamente ad un giovane e ziali. Tutti coloro che l’arcivescovo ha incontrato presente nell’uomo ferito, nella persona margi- a una giovane: si tratta infatti non solo di un pel- nel corso del pellegrinaggio, sono stati presenti nale, nei più poveri, manifestando il desiderio di legrinaggio personale ma di un esodo comunita- sul sagrato della Cattedrale e lo hanno accompa- una Chiesa viva che parta dagli ultimi per arri- rio che vede insieme, presbiterio e laicato, cam- gnato nell’ingresso: così l’Arcivescovo, nella fe- vare a tutti. L’amore guarisce La Chiesa Casa Famiglia Sisto Riario Sforza – ore 11 non ci abbandonerà San Giovanni a Teduccio, operai Whirpool – ore 12 I pellegrini, insieme sono giunti da E.D. una ragazza nigeriana arrivata in Italia nel 2016 dopo un ungo viaggio di sfruttamento e violenze ripetute. Giunta nel nostro Paese ha scoperto di avere l’Aids e, dopo un momento di disperazione, grazie all’ac- coglienza nella “Casa Famiglia Sisto Riario Sforza”, gestita dalle suore Figlie della Il nuovo Arcivescovo avrebbe voluto incontrare tutti coloro che soffrono a causa della Carità ha ricominciato a sperare e a sognare. Nella carne di E. sono impresse le ferite mancanza di lavoro e per questo è andato a casa di un famiglia in cui entrambi i genitori la- della migrazione, del sfruttamento e della violenza sulle donne, dell’emarginazione voravano alla Whirpool. Ha condiviso con loro il momento amicale del caffè: è il segno del- connessa alla malattia e allo stesso tempo la speranza di Napoli, città del l’attenzione al mondo del lavoro e alla piaga endemica della sua mancanza nonché la volontà Mediterraneo, che si è fatta casa accogliente per lei. ecclesiale di camminare insieme alle istituzioni e alla società civile per ridare dignità e futuro «Don Mimmo ha abbracciato tutte le nostre fragilità – dice suor Marisa Pitrella alle tante famiglie che vedono compromessa la propria sicurezza e serenità a causa della di- delle Figlie della Carità – e ci ha lasciato una consegna importante: “solo se noi soccupazione. amiamo le nostre fragilità possiamo ricominciare a vivere”». «Per noi - dice la moglie, Giuseppina Scala che è impegnata nella parrocchia di San Gli ospiti hanno regalato a don Mimmo un portachiavi, preparato da loro, che Giovanni Battista a San Giovanni a Teduccio dove fa la catechista – la visita del Vescovo è raffigura la casa e un telecomando: «Il segno che qui può fare la sua Betania e quin- stato un segno di attenzione e anche di grande speranza. Siamo disperati, abbiamo due fi- di l’invito a ritornare ogni volta che vorrà». L’incontro è durato oltre un’ora: è ini- gli e il 31 marzo finirà la cassa integrazione. In un territorio come il nostro, dove regna la ziato con un momento di preghiera, con la lettura del Vangelo del giorno e poi con criminalità avere il lavoro fa la differenza. In un certo senso ti mette al riparo da rischi. Le la riflessione del vescovo. «L’amore guarisce», è la consegna finale di don Mimmo, parole di don Mimmo sono state per noi di grande conforto e il segnale certo che la Chiesa conclude suor Marisa. non ci abbandonerà». permesso» Un momento darietà – ore 13.30 di raccoglimento Basilica del Carmine – ore 14,30 presenza - dove lo aspettavano 60 persone. Ha pran- zato con loro: pasta al sugo, polpettone con patate e una sfogliatella. «Un pasto leggero e, poi, un saluto per ciascun ospite», aggiunge don Enzo. «Il messag- gio che ci lascia è che i nostri ospiti sono i nostri “pa- droni”, così li ha definiti salutandoli singolarmente». Prima di entrare don Mimmo ha pronunciato due pa- role significative “permesso” e “grazie”. Lo stile e le parole di Francesco rivolte a chi vive ai margini. «Un ospite ha poi intonato un coro da stadio L’Arcivescovo si è recato a piedi alla Basilica del Carmine Maggiore per un momento privato di raccoglimento nel quale affida “Padre Mimmo uno di noi”: riconoscendone proprio il proprio ministero e l’intera comunità ecclesiale diocesana a Maria, Madre della Chiesa, venerata in questo luogo del popolo l’autenticità e semplicità». di Napoli sotto il titolo “Madonna del Carmine”. La Madonna del Carmine è anche compatrona del paese natìo di Don Mimmo.
IV • 7 febbraio 2021 Speciale Nuova Stagione G L’omelia per l’ing esù è presentato al tempio. Siamo qui, insieme, convocati Dio entra nella storia per condividere la gioia di questa festa: Dio entra nella storia dalla parte dell’uomo, di ogni uomo, dalla parte di coloro che sono emarginati, esclusi, di coloro che cercano la giustizia. Entra dalla parte di ciascuno di noi. Davanti a che sono emarg Lui nessuno di noi è perfetto, giusto, sen- za peccato. Lasciamoci incontrare dal suo sguardo, dalla sua misericordia. È questa la forza di quelle piccole luci delle candele accese tra le nostre mani: il co- raggio di chi si affida a Dio quando ne ha @ don Mimm bisogno, lo chiama quando si sente lon- tano. Gesù, Dio che salva, si è fatto vici- il desiderio dell’incontro, che agisce nel- no, anche a noi, si è fatto nostro fratello, la ricerca di giustizia e di pace, di verità, ha assunto la nostra condizione umana, di gioia, di consolazione, di tanti suoi fi- ci conosce per nome, nessuna situazio- gli. Lo Spirito che è su Simeone, che apre ne, anche la più disperata, gli è estranea. i suoi occhi a vedere il Signore, a vedere Se l’evangelista Luca racconta che i nel bambino il compimento della pro- genitori di Gesù erano saliti al tempio di messa; lo Spirito che lo spinge a benedire Gerusalemme per la purificazione, l’at- Maria e Giuseppe; lo Spirito che in Anna tenzione è rivolta a quello che avviene genera la lode e l’annuncio; lo Spirito che “oltre” il rito. La storia narrata ci fa par- dilata il conforto di Israele preparando tecipi di quello che veramente e concre- da sempre la salvezza per tutti i popoli, tamente accade, del significato dell’e- per tutte le genti. In Gesù si compiono vento: il bambino è presentato al tempio, così le profezie dell’Antico Testamento il Signore entra nel suo tempio per in- per aprire alla profezia del nuovo: i vec- contrare l’uomo laddove vive la sua reli- chi sogneranno ancora e i giovani profe- giosità. teranno. «Effonderò il mio Spirito sopra Simeone, mosso dallo Spirito, si reca ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie al tempio e riconosce il Signore. profeteranno, i vostri giovani avranno Riconosce il compimento di quanto lo visioni e i vostri anziani faranno dei so- Spirito gli aveva già rivelato: che non gni. E anche sui miei servi e sulle mie ser- avrebbe visto la morte prima di aver vi- ve in quei giorni effonderò il mio Spirito sto il Cristo Signore. Di Simeone è detto ed essi profeteranno». Sono le parole che che era uomo giusto e pio, che attendeva l’apostolo Pietro riprenderà dal profeta il conforto di Israele, e che, giunto al ter- Gioele nel suo discorso alla folla nel gior- mine della sua esistenza non temeva di no di Pentecoste (At 2,17-18), proprio a affidare al Signore anche le sue più inti- Gerusalemme. me paure. Un uomo la cui gioia ha radici Nella mia vita è stata sempre molto nell’ascolto della Parola, gioia che si ma- presente la forza dell’incontro con perso- nifesta nel vedere la vita che non muore, ne, ragazzi, che hanno conosciuto il sa- in un bambino, la vita offerta da Dio per pore amaro del limite oltrepassato, della sempre. Prendendo tra le braccia il bam- vita perduta. Mi accompagna ancora l’e- bino, si riconosce suo servo, servo della pisodio di Stefano che è rimasto un se- vita, servo di una nuova generazione che gno per la mia vita, una consegna. Un ra- ha inizio. gazzo venticinquenne, fragile, che ha Anche la profetessa Anna, rimasta fatto a pugni con la vita, che si è scoperto presto vedova, ora avanzata negli anni, sieropositivo e che a un certo punto ha aveva trovato forza in Dio, servendolo avuto bisogno di parlare con me perché notte e giorno, lungo tutta la sua esisten- ero un prete: «Aiutami! Io credo nel tuo za. Nell’incontro con Lui, celebra Dio, lo Dio ma, quando lo incontrerò, cosa gli loda, e parla di lui a quanti attendono la racconterò della mia vita? E sai qual è l’u- redenzione. È questa sempre la via che nico rammarico che mi porto dentro? Dio percorre per andare incontro al suo Quello di non essere mai riuscito a dire a popolo. Dio visita il suo popolo nella vita mia madre: ti voglio bene. Mi puoi aiuta- concreta di persone che nell’autenticità re?». Una domanda che per me è risuo- della loro ricerca lo riconoscono Signore nata subito come un imperativo. I suoi della loro vita, lo accolgono e lo annun- ciano servendo i fratelli, costruendo re- lazioni sincere, incontrandolo negli oc- chi dei più deboli, di coloro che si sento- interrogativi, il suo rammarico, il suo bi- sogno di riconciliarsi e di salire quell’u- nico gradino che gli avrebbe permesso di La Chiesa fondata sull perdonarsi, furono linfa e forza per me, no lontani, esclusi, abbandonati. Queste “In un paesino dell’Irpinia, una chiesetta al centro del villaggio era sopravvissuta al terremot uomo e prete. Era notte fonda e stavamo persone sono vive, sono le pietre vive del Due fratelli possedevano un mulino nei pressi del fiume. Vi lavoravano tutto il giorno. La gen ancora parlando; alla fine lo abbracciai: per ricompensa, lasciava un po’ di farina. Al termine della giornata lavorativa la quantità ricev tempio. Le fa vive il loro desiderio. La fe- la vita di Stefano cambiò e cambiò anche collocata in due depositi distinti, ciascuno appartenente a uno dei fratelli. Poi i due lasciavano de non dovrebbe vivere di viaggio, di la mia. Fu quell’abbraccio a trasformare opposte del paese. Uno era sposato e aveva nove figli, l’altro era scapolo e viveva da solo. Quest cammino, e di desiderio? Il viaggio di le nostre vite! Stefano mi ha consegnato logico dividere la farina in parti uguali, giacchè era solo, mentre suo fratello aveva nove bocche Simeone che va verso il tempio; il viaggio il coraggio di vivere fino in fondo, di riempiva un sacco di farina e, di nascosto, lo trasportava nel deposito del fratello, quindi torn di Anna, la quale non rimane immobile guardare in faccia la morte, ogni tipo di suo, faceva un ragionamento opposto. Pensava che mentre lui, durante la vecchiaia avrebbe po nel tempio ma, pur nella sua vecchiaia, morte, per abbracciare la vita. problemi si sostentamento giacché i figli sono la più grande ricchezza, suo fratello scapolo, inv dinanzi alla buona notizia corre a dirla a La salvezza non è fuori dalla storia, tempo a mettere qualcosa da parte. Per questo, di nascosto, anch’egli si recava di notte al mulin tutti. fuori dalla vita concreta di donne e di uo- nel deposito del fratello. Una notte i due si incontrarono per caso al centro del paese, ognuno co C’è una forte reciprocità di doni, un mini, intrisa di gioie e dolori, vite immer- si abbracciarono, e lì, proprio in quel luogo, venne poi costruita la chiesetta. La chiesa che nas saldo rapporto tra fede e vita: l’opera di se nella complessità di questo nostro Dio accolta nella vita di queste persone tempo. Non è racchiusa nel recinto sacro concrete, semplici, diventa dono offerto di un edificio, di una struttura, di una ap- a Dio. Gli stessi Maria e Giuseppe vanno partenenza religiosa. La salvezza è nella al tempio non solo per assolvere un pre- Spiegazione simbolismo della Casula e della Mitria benedizione di Simeone e nell’annuncio È questa la storia che ha ispirato la Casula e la Mitria col simbolismo della croce che abb cetto della legge ma perché come giovani di Anna! Ci ricordano oggi che benedire fine e solo per questo solenne. sposi sono in ascolto di Dio, si rivolgono e annunciare appartengono a tutto il po- La casula stessa è in realtà, col suo avvolgere totalmente il sacerdote, un abbraccio; è l’es a lui, e ora gli offrono il loro bambino. polo di Dio e a ciascuno di noi. suo giogo: è sulla croce che il Cristo esprime in pienezza il suo sacerdozio, cioè il suo dona Quale volto ha Dio nella vita di queste L’incontro con Gesù, chiede la conver- spalancato per sempre sul mondo e che la chiesa è chiamata a ripresentare non solo nell’E persone? Abbiamo bisogno di chiederce- sione dello sguardo. Quando un uomo parola, in ogni sua scelta. Ecco perché la croce che domina il centro della casula stende le su lo anche noi. È da qui che sempre rinasce ha invece uno sguardo spento e un cuore prio come un abbraccio; così come anche sulla mitria. Un abbraccio che esprime comunion la Chiesa, riprende vita e slancio, dal de- che non desidera più, questi sono sinto- cui è composta la croce…un intreccio di fili, un incrocio di dita, di braccia, di mani, che rich siderio di mettersi in cammino, conosce- mi del cedimento alle fatiche della storia. le due mani: quella di Cristo che afferra quella di Bartimeo - “Coraggio! Alzati, ti chiama!” - re il Signore, la sua volontà, incontrare Anche la Chiesa corre questo grave ri- tato, quella del vescovo che afferra il suo popolo e insieme formano la chiesa, abbraccio spa l’altro. Se la festa della Presentazione del schio quando non si fa più compagna di i crocifissi della storia. Solo se intrecciati, solo se stretti gli uni agli altri, solo se gareggiam Signore è la festa dell’incontro, lo è per viaggio e si lascia affascinare più dai uni degli altri, con pazienza, umiltà e nel nascondimento mite la cui unica preoccupazione questo motivo. C’è un incontro possibile; compromessi e dai carrierismi che dalla della parabola di don Tonino, allora siamo una chiesa stabile che resiste agli urti di ogni sco c’è un profondo desiderio di verità. ricerca della verità. In forza della Parola dell’amore e della fraternità, alimentata e rinvigorita dall’Eucarestia, memoriale di quell’Ab Lo Spirito è il vero protagonista di che ci provoca, mi sento di dire: dobbia- cevuto ci spinge ad uscire, ad andare per le strade, incontro a tutti! questo momento. Lo Spirito che suscita mo spogliarci di ogni legame e compli-
Nuova Stagione Speciale 7 febbraio 2021 • V gresso in Diocesi a Maria di suo figlio: «Egli è qui quale se- gno di contraddizione». Vedo nelle sue a dalla parte di coloro parole la figura di Maria diventare sem- pre più vicina ad ogni uomo e ad ogni donna. La profezia lega Maria non solo alla croce del Figlio, ma alle croci di ogni figlio e di ogni figlia. Come ogni creden- te, Maria non è esente dall’esperienza ginati ed esclusi della fatica e del dolore. Ella, resa com- partecipe della profezia di Cristo, com- prende tutti i dolori dell’umanità. La me- raviglia per quel canto bellissimo di Simeone che sembra preparare al nuovo o Battaglia * giorno che non tramonta più, sembra ora scontrarsi con una parola dura che cerdozio che ci unisce a lui e al Padre, ci una mamma conosce bene nel suo cuore. unisce ai fratelli, ci costituisce mediatori Maria è la donna che ci riporta con i piedi della sua misericordia e dona alla nostra per terra, alle nostre relazioni, al nostro vita una luce che non si consuma, che ali- quotidiano, ai nostri travagli interiori, ai menta il desiderio di accompagnare, di nostri desideri, alle nostre desolazioni, incoraggiare, di rialzare soprattutto co- alle nostre fragilità e povertà. loro che si sentono abbandonati da Dio. Con Maria, come Maria, siamo chia- Ma penso anche alla vita dei nostri fratel- mati a vivere un po’ di più dalla parte di li laici impegnati su più fronti. questo Signore che ha scelto gli ultimi Le ferite del nostro tempo, della no- posti, che ha scelto di camminare con la stra terra, della nostra società, non sono gente comune, segno di contraddizione nascoste a Dio, e sono queste oggi sacra- per i potenti di ogni tempo e segno di sal- mento, luogo della riconciliazione, ban- vezza vicina per i poveri, per i cercatori chetto dell’eucaristia. Sono queste il cor- di verità, per chi ha fame e sete di giusti- po e il sangue di Cristo. Sono queste il ta- zia. bernacolo della speranza. Mai come in Siamo anche noi, tutti noi, chiamati questo tempo il lavoro è diventato il pri- insieme ad assumere la realtà di “Gesù mo luogo di missione, per i rischi, le con- contraddetto”. Chiediamo al Signore di dizioni, le attese, e soprattutto per il do- donarci la libertà e l’umiltà di ricono- lore che non possiamo non ascoltare di scerlo e di accoglierlo, di partecipare del- quanti lo hanno perso. la sua vita. Chiediamogli che vinca in noi La pandemia, lo sappiamo, ha fatto le nostre paure, i nostri schemi, le nostre emergere urgenze già presenti, ha acce- resistenze, il nostro peccato. Questa lerato processi già avviati. Vi sono vici- Chiesa ha bisogno di ciascuno di noi, del- no, benedico la vostra forza, il coraggio la nostra speranza, del nostro coraggio, di aprire gli occhi sulle necessità invisi- del nostro… eccomi! bili dei vostri fratelli, sulle fragilità che Questa sera ci ha preceduto l’eccomi attraversano le nostre famiglie, la vita di coloro che sono entrati con me, per dei nostri figli, dei nostri anziani. E pen- primi, in Chiesa. Diciamo al Signore il so a voi religiosi, in questo giorno in cui grazie per la loro disponibilità, per la lo- la festa diventa in voi memoria della fon- ro presenza. In mezzo a noi, lo sappiamo te che alimenta la vostra vita, la vostra bene, ci sono vite che, come semi caduti preghiera, le vostre comunità. Al Signore nel terreno, lo stanno fecondando nel- avete offerto la vostra vita per riceverla l’apparente vuoto, freddo, buio. Nel mio nuovamente da lui. Nella terra che abi- viaggio di stamattina che mi ha accom- tiamo, siamo chiamati a condividere con pagnato a quest’ingresso ho incontrato voi il racconto della tenerezza di Dio. Dio persone fragili, poveri, vittime di violen- si nasconde o si rivela nella debolezza di za, persone segnate dal sopruso, dalla un bambino. mancanza di lavoro, dall’ingiustizia, mi- La storia che stiamo vivendo forse un nori a rischio. Porto con me e condivido giorno ci parlerà senza veli di quell’es- con tutti voi il loro desiderio di riscatto, senzialità che andiamo solo scorgendo e umano e sociale, le loro speranze, i sogni di cui, spero, tutti insieme continuiamo dei piccoli. Lasciamoci accompagnare, cità con tutte le forme di potere, scrollar- a essere nella storia annuncio e immagi- lasciamo che siano loro ad aprire il cam- ci di dosso il peso delle nostre divisioni e ne profetica. mino. l’abbraccio lacerazioni, lasciarci invece riempire di luce nell’incontro, negli incontri. Questi volti che l’evangelista Luca ci La pandemia ci ha messi di fronte ai passi di una conversione possibile che tocchi davvero la nostra vita concreta, i Chi è entrato con me si è fatto carico di tutta quanta la speranza, presentan- dola al Signore. Siamo tutti chiamati a camminare lungo le strade della nostra fa incontrare manifestano davvero l’im- criteri con cui attuiamo le nostre scelte, to dell’80…qual era il motivo di tanta stabilità? esistenza, della nostra Chiesa, delle no- magine di Chiesa che mi sta a cuore. Una i nostri stili di vita. te del paese portava lì il grano per la macina e, stre città. Non mi piace molto l’appella- Chiesa che solo quando esce dalle sacre- Mi chiedo dove sono oggi i testimoni vuta dai due fratelli veniva equamente divisa e stie, a servizio dell’uomo nel nome del della resurrezione. Mi sembra di sor- tivo “prete di strada…”. Siamo tutti sulla il mulino e tornavano a casa. Vivevano in zone Vangelo, senza sfumare le finali per pau- prenderli nel numero di coloro che, uo- strada per accorgerci di chi ci cammina t’ultimo pensava, e giustamente, che non fosse ra del quieto vivere, è credibile. Una mini e donne, quotidianamente sanno accanto, chiamati ad accorgerci che non e da sfamare. Così di notte, tornava al mulino, nava a dormire felice. L’altro fratello, dal canto Chiesa dalle porte aperte a tutti, dove ricucire le speranze, impegnando il pro- siamo soli e che solo insieme potremo otuto contare su nove figli e non avrebbe avuto non si celebrano solo i riti ma dove si vive prio tempo, le proprie risorse, le proprie davvero guardare in faccia la vita, con la vece, essendo solo, avrebbe dovuto pensare per e si celebra la vita delle donne e degli uo- competenze. gioia di chi ha contemplato l’eterno, ne- no, riempiva un sacco di farina e lo trasportava mini. Per tutti voi, cari confratelli sacerdo- gli occhi dell’altro, in un cielo sereno, in on il sacco di farina sulle spalle. Si guardarono, Una Chiesa in uscita, libera, fedele al ti, per voi religiosi, per voi laici, faccio un pasto caldo, in un posto aggiunto, in sce da un abbraccio più forte del terremoto…” Vangelo. Una Chiesa povera, sinodale, in mie le prime parole di don Tonino Bello, una porta che si apre. Siamo chiamati a (Dal libro “Parabole” di Tonino Bello) ascolto dello Spirito. Una Chiesa che non alla sua Chiesa: «Io il primo dei sacerdo- essere Chiesa, a sentirci Chiesa, figli ha paura di percorrere strade difficili e ti, assicuro fin da questo istante il mio amati e desiderati, comunità in cammi- strette, una Chiesa che sa gioire e condivi- impegno perché la nostra vita, spesso co- no, che benedice e annuncia la vita. dere, una Chiesa che sa commuoversi e sì incompresa, sofferta, lacerata, si cari- Non basta più dire nelle nostre cele- meravigliarsi davanti alle opere di Dio che chi di una grande valenza di gioia e di li- brazioni che il Dio di Gesù Cristo è il Dio braccia, in uno stile sobrio, semplice, lineare, si realizzano nel quotidiano. Una Chiesa bertà, nel servizio di Dio e dei fratelli… degli uomini, dei deboli, dei poveri: que- discepola della fragilità. La Chiesa della Io primo dei religiosi, prometto la mia sto esige da noi credenti il coraggio di es- ssere rivestito di Cristo Sacerdote, prendere il arsi al mondo, è l’abbraccio fissato in eterno, compassione, che conosce la fatica per- dedizione perché… sappiate sempre me- sere coerenti; chiede la forza di annun- Eucarestia ma in ogni suo gesto, in ogni sua ché entra nelle case, non parla da fuori, e glio portare agli uomini il messaggio di ciare le stesse cose dentro e fuori dal tem- e braccia oltre il petto fin dietro le spalle, pro- non parla quasi separando i “vicini” e i tenerezza del Padre... Io primo dei laici, pio; chiede di diventare testimoni di ciò ne e fraternità profonda anche nelle trame di “lontani”. comunico tutta la mia ansia perché sap- che lo Spirito sussurra, suscita, muove, hiamano anche lo stemma di don Mimmo con In questo tempo di pandemia in cui piate scoprire sempre più lucidamente il uscendo fuori dalle nostre comode cer- quella del Samaritano che afferra il malcapi- stiamo imparando che può unirci davve- ruolo che vi compete nella Chiesa, la vo- tezze. alancato al mondo e in particolare agli ultimi, ro solo la cura reciproca, penso a voi sa- stra eguale dignità a quella degli altri Solo partendo da chi è rimasto indie- mo nello stimarci a vicenda e nell’aver cura gli cerdoti, che ancora non conosco e che de- membri del Popolo di Dio, la vostra chia- tro potremo sperare di non lasciare da è il bene dell’altro, proprio come i due fratelli sidero incontrare e ascoltare presto. mata alla santità e alla animazione delle solo nessuno. ossa di terremoto, perché fondata sulla roccia Penso a voi che siete chiamati a essere realtà terrene, i vostri carismi, la vostra E allora coraggio, coraggio, e buon bbraccio, di quella Croce, di quel Dono che ri- nella Chiesa e nel mondo immagine vi- originalità incedibili, la vostra autono- cammino, buon viaggio, a ciascuno di vente della cura stessa di Dio. Con voi rin- mia regale». noi e a tutti! grazio il Signore Gesù per il dono del sa- Simeone, dopo la benedizione, parla * Arcivescovo Metropolita di Napoli
VI • 7 febbraio 2021 Speciale Nuova Stagione “T Il saluto alle Autorità nel Salo erra mia, terra mia/ petenza dei suoi talenti messi a frut- comm’è bello a la penza’/ to proprio per loro, con tutta la sua Diventare prof Terra mia, terra mia/ ispirazione spirituale… che gli venga Com’è bello a la guardà/ Nun è overo da Dio o dalla vita. nun è sempe ‘o stesso/ Tutt’e juorne Dove? Nel loro mondo del lavoro, po’ cagnà/ Ogge è deritto, dimane è nei loro luoghi della dignità civile, stuorto/ E chesta vita se ne va (...) delle amministrazioni pubbliche, Terra mia, terra mia/ Tu si’ chiena ‘e dagli assessorati alle carceri, alle libertà/ Terra mia, terra mia/ I’ mò a scuole, alla giustizia, alle università. sento ‘a libertà” (Pino Daniele, Terra E dare così a persone con volti tristi mia) e anime piegate, la gioia e l’allegria di Vorrei iniziare questo nostro in- dire finalmente: Ma com’è bello vive- contro con le parole dell’indimenti- re! cato Pino Daniele. Mi piacerebbe Autorità! Che eccellente, immen- consegnare a tutti noi, oggi, il sogno so e invidiabile compito vi ha dato la di riorganizzare la speranza, in que- vita: quello di fare miracoli concreti sta nostra terra. “Terra mia” è un bra- e immediati! no viscerale che rende l’idea del tra- Oggi, per tutti noi inizia un nuovo sporto e della passione con la quale tratto di strada, ed il mio desiderio Pino Daniele vede e illustra la sua più grande è quello di poterci riap- Terra senza voler nascondere le sue propriare della capacità di sognare verità più crude e primitive. Nel bra- insieme. no, egli sottolinea anche l’amarezza Veniamo da un anno davvero fati- di chi guarda affascinato questi luo- coso, ed ancora siamo al centro di ghi senza poter far niente per un loro una tragedia immane che ci ha pro- sviluppo. Nella canzone, però, espri- vato nel corpo, ma soprattutto nello me anche la volontà di non perdere spirito. Questa pandemia ha ulte- mai la speranza in un cambiamento riormente aumentato le tensioni in- perché le cose variano giorno per dividualistiche, che già gravavano giorno e sono in continua evoluzione. sulla nostra società. Abbiamo tutti Non perdere la speranza ma di- riscoperto la nostra fragilità, tutti ventare profeti di speranza. Questa siamo stati riportati bruscamente al- potrebbe essere la sintesi dell’essere l’essenza fragile della nostra uma- autorità. Autorità… che immenso e nità. Un mondo già fortemente squi- invidiabile compito la vita, o per chi librato tra ricchi e poveri, ha visto è credente Dio, vi ha dato: quello di moltiplicarsi le diseguaglianze e, con aumentare (ed è il significato più esse, le tensioni sociali. Il Covid ha profondo della parola autorità) la infatti messo in discussione le rela- bellezza della vita per le persone del- zioni, imponendo di cambiare i no- le generazioni a voi consegnate dalla stri “comportamenti sociali”. In vita. Persone piegate o ferite o igno- qualche modo, la distanza tra noi ci rate che potete rimettere in piedi, ha portati a dubitare dell’importan- guarire… a cui potete ridare vita. za di prenderci cura di chi ci è accan- Persone fragili, intimorite, disilluse, to. E così lentamente sembra stia su cui avete invece l’autorevolezza di scomparendo anche la speranza di gi nuove rotte per il domani! lottare per quel sogno condiviso. chi con la credibilità della sua pas- poter essere ancora felici, quasi fosse Questo è il nostro tempo. Qui e Abbiamo tutti la responsabilità “in sione lavorativa e la trasparenza del- ormai impossibile tornare a coniu- ora. Siamo chiamati non a salvare il solido” di quel sogno: Chiesa, politi- la sua testimonianza, sta facendo gare i verbi al futuro. mondo ma ad amarlo. Avversari ca, istituzioni, cultura, cittadini, questo suo lavoro proprio per loro. Ma, in realtà, anche in questo dell’assurdo, profeti del significato. nessuno escluso. Per rimettere in piedi proprio loro, tempo vi è un significato da svelare, È questo il tempo, del silenzio, del Solo insieme potremo trovare il gli scartati dalla società, con tutto l’a- un senso da annunciare, una verità riscoprirsi, del reinventarsi. Il tem- coraggio di lottare contro le brutture more del suo cuore, con tutta la com- utile ad orientare, ritrovando nell’og- po di una nuova possibilità. che purtroppo ancora si annidano Possibilità di riscoprire il senso della nelle pieghe di una terra dagli enor- nostra umanità, di un’umanità che mi contrasti. Una terra capace di to- ha bisogno di umanità. gliere il fiato per la sua bellezza, di Allora, pensando a cosa dire per stupire per l’ingegno, la creatività e salutare tutti voi, ed attraverso di l’accoglienza, ma anche sottomessa voi, le vostre comunità, tutte le don- al giogo pesante della criminalità, ne e tutti gli uomini che lottano e della camorra, di affaristi senza sperano nei vostri territori, mi è tor- scrupoli che crescono e ingrassano nata in mente la splendida riflessio- sulle sofferenze di tanti disoccupati, ne sulle Beatitudini di un grande di chi per sbarcare il lunario e porta- Vescovo, anche lui meridionale, re a casa un pezzo di pane, è capace Don Tonino Bello: «Non ci vuol mol- di qualsiasi cosa sulla pelle dei no- to a capire che dietro le beatitudini stri ragazzi. c’è qualcosa di grande: noi siamo Una terra ricca di belle persone, fatti per essere felici, la gioia è la no- di volontariato, di associazionismo stra vocazione». Una felicità che si- e di Terzo Settore, ma anche di di- gnifica soprattutto “stare in piedi”, sperazione, di fiumi di droga che rialzare la schiena piegata dalla fati- scorrono indisturbati nei quartieri ca, avere il coraggio di rivolgere lo sguardo verso l’alto, riapproprian- dosi della dignità di figli. E verso l’al- tro, imparando a riconoscersi nella dignità di uomini e donne. È questa la terra che siamo chia- mati a “sognare”, ad abitare, a custo- dire e a coltivare con tenerezza. Una terra che oggi, proprio qui a Napoli, dobbiamo dissodare insieme, per- ché se davvero abbiamo intenzione di riappropriarci del “sogno”, sap- piamo molto bene che è necessario tornare a ragionare in termini di noi, dobbiamo ricominciare a ragionare al plurale. «Sognare da soli è solo un sogno, sognare insieme è l’inizio del- la realtà». (H. Camara) Beati quindi, felici noi, se sapre- mo sognare insieme, e se sapremo
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