Alle urne in 117 Comuni In 247 tentano la corsa per diventare sindaco - Anci FVG

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IL MESSAGGERO VENETO
17 APRILE

Chiuse le liste per le Amministrative di maggio. Oggi le verifiche della Regione
Depositate oltre 4 mila 500 candidature per un posto da consigliere comunale

Alle urne in 117 Comuni
In 247 tentano la corsa per diventare
sindaco
Mattia Pertoldi udine. Il primo tempo della lunga partita verso le Comunali del 26 maggio si è chiuso
ieri. Alle 12, infatti, sono scaduti i termini per la presentazione delle liste contenenti i nomi dei 247
candidati al ruolo di sindaco e dei 4 mila 532 di consigliere comunale - al netto delle verifiche degli uffici
regionali che cominceranno oggi - nei 117 Municipi pronti per il voto. Sarebbero stati 118, in realtà, ma
nel mini-Comune di Andreis - appena 282 anime censite ufficialmente - non si è presentato nessuno e
così, da lunedì 27 maggio, la Regione sarà costretta a inviare un proprio commissario per vestire i
panni del sindaco pro tempore.I NUMERI DELLA TORNATAC'è una piccola marea di Comuni che
andrà dunque alle urne - oltre la metà di quelli totale della regione - fra più o meno un mese e mezzo.
Soltanto uno, però, ha una popolazione superiore ai 15 mila abitanti. Parliamo, nel dettaglio, di Porcia
dove corrono in tre - Marco Sartini per il centrodestra, Mauro Biolcati per il M5s e l'uscente Giuseppe
Gaiarin in quota centrosinistra - e Comune nel quale, nel caso in cui nessuno raggiungesse il 50% più
uno dei voti al primo turno, si andrà al ballottaggio due settimane dopo. In tutti gli altri enti locali, invece,
il sindaco verrà sicuramente eletto nelle consultazioni del 26 maggio (si vota soltanto domenica dalle 7
alle 23) nelle quali si presentano in 247 per una poltrona da sindaco e 4 mila 532 per quella da
consigliere comunale. E il record, in questo senso, spetta a San Dorligo, cittadina di poco meno di 6
mila abitanti in cui corrono otto candidati sindaco. Impressionante, inoltre, il dato di Sgonico - cinque
candidati per 2 mila abitanti - e Monrupino dove sono in quattro a voler vestire la fascia tricolore su un
totale di 881 residenti.unici candidatiLa situazione generale in Friuli Venezia Giulia, però, è molto a
macchia di leopardo. Perché se esistono realtà in overbooking quanto a candidati sindaco, ce ne sono
altre - e non sono poche - in cui si presenta un solo runner con l'obiettivo, dunque, legato
esclusivamente al raggiungimento di una percentuale di votanti pari al 50% più degli aventi diritto onde
evitare di rendere invalida l'elezione con conseguente arrivo di un commissario. Sono venti,
numericamente parlando, i municipi in questi situazione tra cui anche Comuni non secondari come
Corno di Rosazzo - si ripresenta l'uscente Daniele Moschioni, deputato della Lega -, Colloredo di Monte
Albano - cerca il bis Luca Ovan -, Flaibano - corre soltanto Alessandro Pandolfo - oppure Magnano in
Riviera dove ci prova Roberta Moro. Sintomo, questo, di un presunto strapotere di un sindaco in carica
oppure della difficoltà, ad esempio in piccoli comuni come Grimacco o Pulfero, di trovare molte persone
disposte a prendersi cura dell'amministrazione.tanta lega e m5s nulloIn un panorama generale in cui,
come da abitudine quando si parla di centri di dimensioni contenute, a farla da padrone sono le liste
civiche balza agli occhi il dato del Carroccio. La Lega, infatti, ha scelto con orgoglio - e probabilmente
anche con lo scopo di sfruttare il trend delle Europee considerato l'election day - di presentare il proprio
simbolo ovunque possibile. Così il logo con Alberto da Giussano al centro sarà stampato nelle schede
elettorali di 31 Comuni. Niente male, soprattutto se paragonato ai dati degli altri partiti. Basti pensare,
infatti, a come il simbolo del Pd - o comunque di qualcosa che abbia la dicitura "democratica" sopra -
apparirà in nove occasioni, quello di Forza Italia in sei e Fratelli d'Italia in appena cinque. Peggio di tutti,
in ogni caso, ha fatto il M5s che si presenterà soltanto in un Comune - a Porcia - a dimostrazione delle
difficoltà, estreme, che i grillini continuano ad avere in Friuli Venezia Giulia dove già alle Regionali
riuscirono a ottenere quattro consiglieri, al posto dei tre che sarebbero spettati loro in base ai risultati
ottenuti, soltanto grazie al "premio di minoranza" che sottrasse un eletto ad Autonomia responsabile.in
bilico e curiositàNel pacchetto complessivo di candidature bisogna infine verificare le situazioni di
Attimis e Buttrio. In questi Comuni Enzo Degano e Mario Fabris hanno rispettivamente annunciato il
ritiro delle candidature a sindaco e delle liste a essi collegati. Il problema - e spetta agli uffici regionali
verificarlo - è che una volta depositata la documentazione questa può essere ritirata soltanto entro la
chiusura dei termini: cioè le 12 di ieri. Altrimenti la candidatura non può più essere annullata. Nel
pacchetto di quasi 5 mila candidature, infine, si possono sottolineare qualche curiosità. Come quella di
Reana dove si sfidano per un posto in Comune (non da sindaco) i consiglieri regionali Edi Morandini e
Franco Iacop, oppure di Sappada - al voto per la prima volta in Friuli Venezia Giulia -, comune in cui a
supporto dell'uscente Manuel Piller Hoffer si schiera la medaglia d'oro nel fondo Silvio Fauner. E se la
più giovane candidata è Sara De Luca a Staranzano - 18 anni compiuti il 6 aprile -, a Dignano tenta la
conquista del Comune il blogger Gianfranco Leonarduzzi al cui fianco corre l'architetto Roberto Pirzio
Biroli.

L'uscente deve guardarsi dagli antagonisti proposti dal centrodestra e dalla
civica "Cittadini"

Brollo a caccia del mandato-bis
D'Orlando e Marcon i concorrenti
Tanja Ariis tolmezzo. I tre candidati sindaco pronti a sfidarsi. Laura D'Orlando, candidata sindaco del
centrodestra, illustra la sua squadra: «Siamo - dice - un gruppo di persone che vuole rappresentare una
comunità responsabile e orgogliosa. Vogliamo coniugare l'energia e l'entusiasmo dei giovani con
l'esperienza dei meno giovani per dare alla nostra comunità di Tolmezzo e dell'intera Carnia una nuova
prospettiva di futuro, concreta e basata sul rinnovamento. Lo sottolinea la forte partecipazione
spontanea già in queste settimane: è un forte segnale di discontinuità. Rivendichiamo la volontà di
essere protagonisti delle scelte, anche regionali, che riguardano il nostro futuro. Intendiamo essere
coloro che per primi propongono alla Regione progetti e soluzioni tagliati sulle esigenze specifiche del
nostro territorio e non intendiamo subire acriticamente scelte e decisioni calate dall'alto». D'Orlando
sottolinea la numerosa presenza nelle sue quattro liste di candidati espressione dell'intera società
civile. «Tanta stima e fiducia - dice - mi viene dimostrata ogni giorno da tante persone che mi chiedono
di andare avanti con la massima risolutezza, tra esse molte donne, che si sono anche candidate con
noi. Credo che le donne siano un valore aggiunto per la proverbiale tenacia e determinazione che le
contraddistingue anche qui». «Chiediamo il voto ai cittadini - attacca l'uscente Francesco Brollo, che si
ripresenta - non per quanto diremo in un mese di campagna elettorale, ma per quanto abbiamo fatto in
cinque anni. Consegniamo una Tolmezzo più nuova (dalla piazza rifatta alla rotonda in zona stazione),
più sicura (nuova rete di videosorveglianza e più controllo del territorio), più viva di eventi, cultura,
opportunità per giovani e anziani e lavoro attraverso l'opera del Cosilt. In un periodo nostro malgrado
con vari segni meno (caserma, tribunale, Coopca) abbiamo reagito introducendo molti più, grandi cose
nuove, ma anche piccoli particolari che migliorano la qualità della vita, come i messaggi WhatsApp del
Comune su scadenze contributi o eventi. Abbiamo una squadra di candidati che hanno competenza,
passione e spirito di servizio, siamo pronti a giocarci il secondo tempo del cambiamento per completare
il rilancio della città».«Lo faremo - prosegue - con importanti opere pubbliche di consolidamento
antisismico delle scuole, la ciclabile che ci collegherà con l'Alpe Adria, nuovi spazi per giovani e
associazioni, attenzione importante sulle frazioni. Inoltre illuminazione pubblica tutta a Led e massima
connettività tramite convenzioni con Oper Fiber che porti la fibra in ogni casa».«È il momento - afferma
il candidato sindaco civico Valter Marcon - di ricostruire la polpa attorno all'osso. Carnia e Tolmezzo per
un'unica centralità montana e non periferia di una periferia. Servono mediazione, cooperazione, dialogo
e processi partecipativi per tentare di ricostruire un'unica grande centralità montana: per farlo non
servono soldi ma idee. La politica fino a oggi ha troppo diviso, una proposta civica può invece dialogare
con più interlocutori. Noi siamo pronti. Tolmezzo deve essere partner, collaboratore, alleato dei Comuni
e dell'ente sovracomunale per i progetti a valenza comprensoriale dei comuni carnici». Imprescindibile
per Marcon portare e riportare varie istituzioni in loco e tenersi saldi i servizi. Per lui però, a differenza
degli avversari, non serve un rilancio di Tolmezzo: «La città va piuttosto migliorata e manutenuta e
dobbiamo far diventare fieri tutti i cittadini del luogo in cui vivono. È il momento di lavorare sulla
conoscenza, di cui l'innovazione si nutre, sul fronte scolastico e col Consorzio industriale. È il momento
di idee concrete per una nuova rigenerazione urbana (con sette azioni per stimolare commercio e
turismo) e di allargare il centro alle frazioni (anche con giunte itineranti nelle frazioni )».

Piller Hoffer ci vuole riprovare
Lo sfida Santoro: «Più trasparenza»
Monica Bertarelli SAPPADA. Sono due le liste per le amministrative di Sappada. Si candidano l'attuale
sindaco Manuel Piller Hoffer e Marco Santoro, già consigliere nell'opposizione. Manuel Piller Hoffer, 38
anni, geometra, sposato e con 2 figlie, è sostenuto nella sua lista dalla giunta in carica e da 6 nuovi
candidati, tra i quali spicca il nome del campione olimpico Silvio Fauner. A supportare il candidato
sindaco Marco Santoro, 34 anni, assistente sociale, siciliano e papà da 2 anni, residente a Sappada da
6 anni, ci sono 12 compaesani.Nei due programmi elettorali si leggono le intenzioni di entrambe le liste
rivolte al rilancio del territorio in termini turistici ma anche alla tutela del welfare. «Trasparenza, ascolto,
concretezza e imparzialità con Sappada Cambia saranno la guida di tutta la macchina amministrativa»
è il pensiero di Santoro che presenta la sua lista come "estremamente eterogenea". «Siamo convinti
della necessità di agevolazioni per famiglie e giovani, ai quali va garantito un futuro a Sappada» è
quanto dichiara Piller Hoffer sostenuto dalla lista "Per Sappada/ Vers'Plodn" composta da 9 candidati
tra i quali figura Silvio Fauner che motiva così la sua scelta: «Sappada può competere ad alti livelli in
ambito turistico/sportivo e conquistare solidi traguardi. Perciò mi metto a disposizione della comunità,
per raggiungerli insieme».

Il paese medievale pronto alla svolta
Valent contro Pascolo e Cracogna
Piero Cargnelutti VENZONE. Sfida a tre per la conquista del municipio a Venzone. Nel paese
medievale, amministrato da alcuni mesi dal commissario regionale Daniele Damele dopo la sfiducia
della maggioranza verso il sindaco Fabio Di Bernardo, sono tre i candidati alla poltrona di primo
cittadino: Lorenzo Cracogna, 43 anni, lavoratore nel campo aeronautico che è sostenuto dalla lista
civica "Insieme con la comunità"; Mauro Valent, 46 anni, dipendente della Regione, che ha l'appoggio
della lista "Insieme per Venzone" , e Amedeo Pascolo, 60 anni, dirigente privato, sostenuto da
"Progetto Venzone" . Valent era vicesindaco nel precedente mandato: «Ci ripresentiamo - dice Valent -
con lo stesso gruppo di maggioranza, insieme a volti nuovi, con l'obiettivo di far ripartire il prima
possibile la macchina per terminare quanto già avviato». Pascolo è già stato sindaco per tre mandati
fino al 2014: «C'è stata una richiesta molto forte - dice Pascolo - da parte del gruppo di persone che
hanno avviato la lista civica, che hanno fortemente voluto la mia presenza». Cracogna a Venzone ha
ricoperto il ruolo di presidente del gruppo bandistico venzonese: «Ci siamo presentati - dice Cracogna -
con l'obiettivo di ricreare quello spirito di paese che si è perso a Venzone, con un programma che dà
molta attenzione alla famiglia».

Dopo le tensioni, la maggioranza va divisa al voto tra accuse reciproche e
frizioni sul personale

Il sindaco contro il suo numero due
Lirutti prova a scalzare Maiarelli
Margherita Terasso tavagnacco. Gianluca Maiarelli contro Moreno Lirutti, sindaco contro vicesindaco.
Il confronto per le prossime elezioni comunali a Tavagnacco si è acceso con una sfida del tutto
inaspettata fino a pochi mesi fa. Domenica 26 maggio i cittadini dovranno scegliere se puntare
nuovamente sul primo cittadino uscente o se invece credere nell'uomo che la lista "Intesa per
Tavagnacco" ha scelto come candidato ideale per risollevare - l'oggetto del contendere - le sorti del
Comune. A fianco di Maiarelli ci sono le liste "Progetto Tavagnacco", "Siamo Tavagnacco" e
"Tavagnacco Futura". Lirutti sarà supportato da "Intesa per Tavagnacco", "Vivere Tavagnacco" e
"Tavagnacco Civica- Autonomia e identità" (referente Paolo Morandini, vicino alla Lega). Come si è
arrivati a questa lotta, per certi versi, fratricida? L'alleanza tra le liste che avevano appoggiato Maiarelli
nella scorsa tornata amministrativa - Intesa, Progetto per Tavagnacco e Idee per Tavagnacco - si è
frantumata in modo definitivo a inizio gennaio. Intesa - rappresentata in consiglio da Lirutti, dagli
assessori Paolo Abramo, Giulia Del Fabbro, Ornella Comuzzo e i consiglieri Mario Pezzetta, Massimo
Faleschini e Marco Zamò - ha messo in campo un nuovo tema: la necessità di assumersi maggiori
responsabilità e, di pari passo, di trovare una nuova guida per il Comune. Tra un rincorrersi di voci e
bocche cucite è poi arrivata l'ufficialità della candidatura del vicesindaco. L'obiettivo è «andare oltre gli
ultimi cinque anni di amministrazione, caratterizzati da una difficoltà di agire concretamente a causa di
proposte astratte e di difficile attuazione, che hanno diffuso nei cittadini l'opinione di un Comune lontano
e di recuperare quell'efficienza data da obiettivi lungimiranti ma realizzabili». Il cambio di rotta non ha
lasciato indifferenti il sindaco e gli amministratori a lui vicini. I rappresentanti di Progetto Tavagnacco
che hanno preso parte agli incontri con le liste di maggioranza per decidere del futuro del Comune
hanno infatti parlato di «una decisione già presa» da parte di Intesa, un progetto a cui serviva «un
pretesto per rompere la collaborazione». Sullo sfondo un'evidente «smania di potere».Amarezza e
delusione, quindi, ma ciò che ha lasciato più basiti Maiarelli e le liste che lo sostengono è stata la scelta
di Intesa di allearsi con Vivere Tavagnacco, gruppo seduto da cinque anni tra i banchi della minoranza.
«Quello che una volta era volgarmente chiamato inciucio o ribaltone - aveva scritto su Facebook il
primo cittadino - oggi è elegantemente definito "convergenza sui contenuti amministrativi": com'è
possibile se per cinque anni la minoranza si è sempre opposta alle nostre scelte? Vedremo come
questo incredibile salto verrà giustificato ai cittadini. Questa volta la peggior politica ci ha messo lo
zampino». La campagna elettorale è così cominciata, tra frecciate e attacchi anche frontali. L'ultimo
caso trattato su Facebook è nato sulla vicenda della revisione della pianta organica del Comune, con
particolare riferimento alla Polizia locale. Il sindaco Maiarelli aveva abbandonato la riunione di giunta
attaccando gli ex alleati che con la loro presa di posizione «riducevano il presidio del territorio
indebolendo il corpo di Polizia locale». Lirutti & co hanno però fatto presente che la modifica da loro
voluta è stata votata favorevolmente anche dagli assessori di Progetto scatenando così una
discussione. Ora è tempo di mostrare alla cittadinanza obiettivi e idee. Lunedì a Tavagnacco si è tenuta
la presentazione dei candidati che sosterranno Lirutti ( «Se siamo di destra o di sinistra? Non mi
interessa. Siamo una coalizione civica fatta di amministratori competenti. Una squadra che ha le mani
libere», ha detto) mentre da giovedì 2 maggio, con una serie di incontri nelle frazioni, verrà svelato il
programma. Oggi toccherà a Maiarelli: alle 18.30 al ristorante al Parco di Tavagnacco, in piazza di
Prampero, farà conoscere le tre liste e i suoi 60 candidati.

L'Alig perde 25 mila euro. Il presidente: «È un servizio per il territorio, mai fatto
politica». Premiati i temi legati a Leonardo

La Regione taglia i fondi alla Fiera del
lavoro
Giacomina Pellizzari Alig senza fondi, fiera del lavoro a rischio. La Regione non finanzia più la
manifestazione annuale organizzata dal 2007, in città, dall'Associazione dei laureati in ingegneria
gestionale. Il motivo è presto detto: il tema trattato non ha alcuna connessione con la figura e l'opera di
Leonardo da Vinci. È stato questo criterio qualitativo a penalizzare il progetto ormai collaudato che,
negli anni, ha garantito ai giovani laureati almeno 700 posti di lavoro a tempo indeterminato. Alla luce di
questi risultati, è difficile per gli organizzatori accettare il verdetto della Regione. E la domanda non può
che essere: «Come si può collegare la fiera del lavoro a Leonardo?».L'Alig ha partecipato al bando
"Divulgazione della cultura scientifica" indetto lo scorso autunno dalla Regione. Gli organizzatori
sapevano che Leonardo era diventato il tema fondamentale del bando e per questo avevano
individuato come tema del talk show "La gestione dell'innovazione da Leonardo ai giorni nostri", che
pensavano di affidare ad Alberto Angela. Non è bastato. L'Alig, con 63 punti, si è posizionata al nono
posto. I fondi sono andati alla Confartigianato per Udine 3D, all'Ogs, all'università di Trieste, al centro di
volontariato internazionale, a Pavees e al centro di fisica teorica Ictp sempre di Trieste. Stessa sorte
dell'Alig è toccata al progetto sull'invecchiamento attivo presentato dall'università di Udine.Resta il fatto
che l'Alig si ritrova senza fondi e non può programmare la Fiera del lavoro. «Ci hanno tagliato 25 mila
euro dei 35 mila previsti, sugli altri 10 mila non si sono ancora espressi», spiega il presidente dell'Alig,
Marco Sartor, secondo il quale «è giusto finanziare le iniziative culturali con accezione classica della
cultura, ma è anche decisivo sostenere il tema del lavoro e dei giovani». Il presidente ricorda che la
fiera ha sempre portato in città una settantina di imprese in cerca di figure professionali di alto livello.
Dalle selezioni fatte al teatro nuovo Giovanni da Udine sono emerse diverse opportunità alcune
concretizzate anche dopo la chiusura della fiera. Stiamo parlando di Fincantieri, gruppo Danieli, gruppo
Pittini, Electrolux, Kpmg, Procter&Gamble e di molte altre. I loro rappresentanti sono venuti più volte a
Udine a spiegare ai giovani laureati cosa significa fare impresa. Ma non basta.«Vogliamo dare un
servizio al territorio a prescindere dal colore politico della giunta regionale. Noi lavoriamo con i giovani e
con tutte le forze politiche», continua il presidente ricordando che sul palco del teatro Giovanni da
Udine sono saliti tutti gli assessori regionali al Lavoro che si sono susseguiti negli anni. «I soldi ci sono
per le iniziative enogastronomiche e circensi, mentre gli eventi dedicati al lavoro e ai giovani vengono
esclusi», insiste Sartor convinto che «il problema non è il risultato dei bandi, bensì i bandi scritti
male».In queste ore gli organizzatori dell'Alig stanno cercando una via d'uscita che non trovano. «Il
Comune è pronto a non farci pagare 15 mila euro per l'utilizzo del teatro - conclude Sartor -, ci chiede
però di contribuire ai costi fissi che si aggirano intorno a cinquemila euro. Una cifra che non abbiamo».

ELEZIONI ALL'UNIVERSITÀ

Fumata nera, Pinton in testa
Riem e Zannini sono alla pari
Tutto come previsto all'ateneo friulano: la prima votazione per l'elezione del nuovo rettore si è chiusa
con una fumata nera. Nessuno dei tre candidati, Antonella Riem, Roberto Pinton e Andrea Zannini, ha
ottenuto la maggioranza dei voti esprimibili pari 345 preferenze. In testa è Pinton con 238 voti seguito
da un testa a testa tra Riem (160) e Zannini (162). Schede bianche 32. La partita si fa interessante. Il
consenso ottenuto dalla professoressa Riem rischia di diventare l'ago della bilancia. Entrambi gli altri
candidati vincerebbero con l'appoggio della collega. A meno che, nelle prossime settimane, Pinton non
riesca a intercettare i 32 elettori che hanno votato scheda bianca e almeno una parte dei 220 che, ieri,
non si sono recati alle urne. Dalla prossima consultazione fissata per il 7 maggio, infatti, è sufficiente il
40 per cento dei voti esprimibili. Ieri ai seggi hanno votato 925 elettori pari all'80,79% degli aventi diritto.
Facile immaginare che da oggi inizieranno nuove consultazioni e trattative. E se Riem deciderà di
correre fino in fondo la partita, è abbastanza probabile, che si chiuda al ballottaggio. In questo caso il
vincitore sarà proclamato il 23 maggio.Intanto il "Gruppo per l'università e i territori del Friuli" fa sapere
di aver incontrato i tre candidati senza ricevere, però, sufficienti rassicurazioni sul futuro dell'ateneo. «Si
è colta, in tutti, una certa preoccupazione per le reazioni che potrebbe sollevare una eccessiva
attenzione per il Friuli. I candidati rettore non hanno nascosto, chi più chi meno, il timore che - forse a
causa di un malinteso senso dell'universalità" della sua missione -, l'università voluta dal popolo friulano
possa generare reazioni contrarie proprio verso la doverosa attenzione nei confronti del suo territorio di
riferimento». I rappresentanti del gruppo, Giorgio Santuz, Ferdinando Ceschia, Gianfranco Ellero,
Sandro Fabbro, Antonino Morassi, Roberto Muradore, Diego Navarria e Bruno Tellia sollevano una
questione che pare ancora sfuggire all'attenzione di molti: «Senza una stabile alleanza strategica e una
comune piattaforma di confronto e di iniziativa, l'università e il Friuli avranno un gran futuro davanti?».

IL PICCOLO
17 APRILE

Dreosto e Lizzi confidano nel traino di Salvini e Fedriga
La dem De Monte a caccia del bis alle spalle di Calenda

Già undici i simboli in lizza nel Nordest
Lega e Pd in "fuga" aspettano Fi e M5s
Diego D'Amelio trieste. I partiti hanno cominciato ieri la processione per il deposito delle liste alla Corte
d'Appello di Venezia. Al momento sono 11 i simboli e i relativi elenchi di candidati consegnati in vista
delle elezioni europee e le scelte di Lega e Partito democratico risultano confermate dalla
documentazione consegnata in Tribunale. Gli altri dovranno provvedere entro stasera alle otto, ma non
si preannunciano particolari novità, con Forza Italia che si è ormai orientata a scegliere la coordinatrice
Sandra Savino come portabandiera del Friuli Venezia Giulia. Il Carroccio schiererà ovunque come
capolista Matteo Salvini, mentre i rappresentanti locali saranno il pordenonese Marco Dreosto e la
friulana Elena Lizzi, rispettivamente in ottava e dodicesima posizione. Lui capogruppo della Lega a
Spilimbergo, lei assessore a Buja e ipotetica sostituta nella giunta regionale qualora Barbara Zilli
avesse accettato la candidatura. Il consenso di cui gode la Lega permette a uno dei due candidati
targati Fvg di aspirare a un posto a Strasburgo, ma per poter competere con i colleghi degli altri territori
servirà un forte impegno nella campagna da parte del presidente Massimiliano Fedriga. E non
guasterebbe la costruzione di un ticket con candidati di altre regioni, che dovrà essere propiziata dal
dialogo tra i governatori di Fvg, Veneto e Trentino Alto Adige. Il Pd punterà sul capolista Carlo Calenda
e sulla riproposizione di Isabella De Monte, a caccia del bis in Europa. Per l'eurodeputata friulana la
posizione in lista è la numero cinque, mentre la decima spetta al consigliere regionale Furio Honsell,
esponente di Open Fvg che i dem ospitano nel proprio pacchetto di mischia nell'ambito
dell'allargamento a sinistra tentato dalla segreteria Zingaretti. A chiudere il campo del centrosinistra c'è
la lista +Europa, che ha depositato ieri le candidature e che si presenterà alle urne in abbinata con il
movimento Italia in Comune del sindaco di Parma ed ex grillino Federico Pizzarotti. In questo caso la
componente regionale si ferma alla triestina Federica Sabbati. Depositeranno oggi gli incartamenti sia il
Movimento 5 stelle che Forza Italia, ma il quadro sembra chiaro per entrambi i partiti. A Nordest i
pentastellati saranno guidati dalla giornalista Sabrina Pignedoli, dopo che l'ultimo turno delle
europarlamentarie ha confermato la decisione di Luigi Di Maio di inserire in ogni collegio una
rappresentanza esterna al Movimento. La votazione interna è stata segnata da un forte astensionismo
rispetto ai due turni precedenti, ma i giochi sono ormai fatti e incideranno anche sulla collocazione in
lista dei due esponenti regionali, con il pordenonese Marco Zullo destinato alla seconda casella e la
triestina Viviana Dal Cin che slitta al terzo posto, beffata dalle regole dell'alternanza di genere dopo
essere arrivata prima nelle consultazioni interne. I berlusconiani hanno ormai definito il coinvolgimento
della deputata Savino, che non ha potuto dire di no alla chiamata del Cav, pur sapendo che i pronostici
e l'apparentamento con la Svp impediranno l'elezione anche di un singolo candidato. Se anche Forza
Italia conquistasse un seggio, dovrebbe infatti cederlo al partito sudtirolese alla luce dell'accordo stretto
per consentire a un esponente della minoranza di sedere nell'europarlamento. Toccherà probabilmente
a Herbert Dorfmann, parlamentare uscente e indicato nuovamente capolista nell'elenco depositato ieri
dalla Svp, al cui interno figura anche il nome dell'isontina Martina Valentincic, candidata di bandiera
dell'Unione slovena. Tornando a Fi, a lenire il sacrificio di Savino potrebbe esserci la decisione del
partito di inserirla al secondo posto in lista, magari in ticket con Berlusconi, candidato in tutti i collegi.
Nel centrodestra depositerà oggi la documentazione anche Fratelli d'Italia, che in Fvg si presenterà con
la capolista Giorgia Meloni e il senatore pordenonese Luca Ciriani. Ai patrioti si va ad aggiungere la
candidatura di Giulia Manzan, segretaria di Autonomia responsabile, che fa parte del gruppo in base
all'accordo elettorale tra Fdi e il movimento di Raffaele Fitto, di cui Renzo Tondo è fedelissimo. Tra i
piccoli è già certa di partecipare Europa Verde, capitanata a Nordest da Silvia Zamboni e con in lista la
triestina Tiziana Cimolino. Per gli ambientalisti gli incartamenti risultano consegnati, così come quelli di
altri movimenti minori, che dovranno tuttavia andare incontro alla verifica delle trentamila firme
necessarie per presentarsi nella circoscrizione. Si tratta di Partito comunista (capolista Marco Rizzo),
Popolari (Ivo Tarolli), Popolo della famiglia (Mirko De Carli), Gilet arancioni (Antonio Pappalardo) e
Partito animalista italiano (Cristiano Ceriello).

Nella storia delle consultazioni Ue anche derby tutti triestini in casa
centrodestra, ripescaggi in extremis e ricorsi vinti per un pugno di voti

Dalla storica vittoria di Debora sul Cavaliere
al seggio scippato a Collino dopo 2 anni di
liti
il retroscena Marco Ballico La vittoria di Debora contro "Papi", Giovanni Collino che vede scivolare via
il seggio, il derby triestino Dipiazza-Savino, il riconteggio che salva Marco Zullo. Sorprese e ribaltoni,
vincitori e sconfitti: non sono mancati i momenti memorabili alle elezioni europee, circoscrizione
Nordest, quella che vede il Friuli Venezia Giulia a confronto con regioni colosso dal punto di vista della
popolazione come Veneto ed Emilia Romagna. Conquistare il posto in Belgio, dunque, è sempre
un'impresa. Nel 1979 in Europa ci va Manlio Cecovini con il Pli. Nel 1984 il 33% del Pci, nemmeno un
punto sotto la Democrazia cristiana, lancia invece un altro triestino, Giorgio Rossetti. Con lui lo
spalatino Enzo Bettiza, eurodeputato liberale nelle prime tre legislature Ue, mentre Rossetti si ferma a
due. Nel 1989 ce la fa poi Dacia Valent, nata a Mogadiscio da un diplomatico friulano, trasferita a Udine
da inizio anni Ottanta, candidata pure lei nelle liste del Pci. Cinque anni dopo siamo già in fase post
Tangentopoli, Berlusconi è sceso in campo e tra gli eletti Ue dal Fvg, anche se di origine veneta, c'è
Gastone Parigi, tre volte deputato in Parlamento a Roma col Msi nel collegio di Udine-Pordenone. Nel
1999 tocca invece al giornalista Demetrio Volcic con i Ds. Con i vari Berlusconi, Lilli Gruber, Enrico
Letta, Giovanni Berlinguer, Vittorio Prodi, Renato Brunetta, Gianfranco Fini, Umberto Bossi, Fausto
Bertinotti e Emma Bonino candidati nel 2004, non c'è spazio per candidature forti Fvg. Nel 2009,
invece, spunta a sorpresa Debora Serracchiani, e il risultato farà storia. Il capitolo era iniziato pochi
mesi prima, il 21 marzo, giorno del famoso discorso all'assemblea dei circoli del Pd in cui la giovane
democratica aveva incenerito la dirigenza del partito. Alle urne è un trionfo. Serracchiani batte
Berlusconi, con 73.910 preferenze contro le 64.286 del premier e risulta la dodicesima più votata in
Italia, con poco meno di 145 mila voti nella circoscrizione nordestina, qualche migliaio più di Bossi.
«Come si batte Papi? Semplicemente dando l'idea di un'Italia diversa da quella che lui vuole
rappresentare - commenta il giorno dopo -. E questo significa anche mettere facce nuove e iniziare a
essere un partito di opposizione che crea un'alternativa di governo attraverso le soluzioni e dettando
l'agenda». Il Friuli Venezia Giulia conquista anche un altro seggio con Giovanni Collino. Il politico della
destra, in lista con il Pdl, era stato eletto in Senato nel 2008, ma si dimette per partecipare alla tornata
europee. Porta a casa quasi 47 mila voti, ma inizialmente risulta il primo dei non eletti nel Nordest. La
forte partecipazione al voto, ben superiore a quella del Meridione, serve al ripescaggio e Collino
conquista così l'europarlamento. In un paio d'anni, però, cambia tutto. Giuseppe Gargani, irpino,
giurista, politico di lungo corso partito dalla Dc, approdato al Ppi, passato a Forza Italia, sbarcato nel
Popolo delle libertà e infine nell'Unione di centro, presenta ricorso. Una vicenda che si trascina per due
anni, un tribunale dopo l'altro. Gargani, forte di un bottino di 79.479 preferenze, non aveva digerito
l'esclusione. Ci si confronta due volte al Tribunale amministrativo, quindi in Corte costituzionale e in
Consiglio di Stato, ma è la Suprema Corte di Cassazione a chiudere la vertenza e a dare ragione al
centrista. Per Collino è un addio beffardo all'Europa. Doppia elezione anche nel 2014, occasione pure
per un testa a testa tutto triestino tra Sandra Savino per Forza Italia (che, come riferiamo a fianco, di
nuovo si affida alla coordinatrice regionale), e Roberto Dipiazza, che in quell'occasione veste la maglia
del Nuovo centrodestra. La spunta Savino, per oltre 6 mila voti di differenza, mentre a Serracchiani il
Partito democratico fa seguire Isabella De Monte, una carriera politica iniziata a Pontebba: da
consigliere a sindaco. Quinta nella circoscrizione con oltre 74 mila preferenze, De Monte si piazza
dietro solo alla capolista Alessandra Moretti, agli ex ministri Zanonato e Kyenge, all'uscente Paolo De
Castro, e va dritta a Strasburgo. Ma non è la sola perché dalle candidature regionali spunta anche
Marco Zullo, friulano d'adozione residente a Villotta di Chions in provincia di Pordenone. Una vittoria
faticosa, ufficializzata solo sedici giorni dopo il voto e per due sole preferenze di scarto sulla modenese
Giulia Gibertoni, che a una prima conta veniva data in vantaggio. Il pentastellato Zullo, il sorpasso, se lo
sente raccontare al telefono. Un po' per caso. Cercava informazioni, l'esponente del Movimento 5
Stelle, e arriva la sorpresona. «Meglio non esporsi troppo e viverla serenamente - le sue prima parole -,
posto che queste situazioni possono cambiare da un momento all'altro». Non cambierà nulla. Zullo i
suoi cinque anni nel Parlamento europeo se li è fatti, e ci riprova pure quest'anno, come del resto De
Monte.

l'assessore alla cultura

«Il Pd mi attacca perché teme di perdere
Tutto in regola su commissioni e bandi»
trieste. «Sono preoccupata per Cristiano Shaurli. Se al Pd temono di avermi tra le scatole pure la
prossima legislatura, evidentemente la vedono brutta anche a lunga distanza». Tiziana Gibelli
contrattacca dopo essere stata messa sotto accusa per la gestione dei bandi cultura, e non solo.
Gestione «confusa, irragionevole e apparentemente svogliata da parte dell'assessore», hanno detto in
conferenza stampa, con il segretario regionale Shaurli, i consiglieri del Pd Franco Iacop e Diego
Moretti. Gibelli ribatte puntualizzando in primis la questione, denunciata dai dem, della «esautorazione
della commissione che avrebbe dovuto selezionare i progetti». Niente di tutto questo, rileva l'assessore:
«Strano che Iacop se ne sia dimenticato, visto che, interpellata sul tema, ho già fatto notare che quella
commissione non è stata votata, non si è mai riunita ed è spirata comunque a fine legislatura». Una
commissione «fantomatica», insiste Gibelli. «Chi ha fatto il presidente del Consiglio - aggiunge rivolta
sempre a Iacop -, si dovrebbe ben ricordare sia la legge istitutiva, la 16 del 2014, ma anche le tre
successive proposte di emendamento riguardo alla composizione dell'organismo. Se necessario, gli
rispiegherò tutti i passaggi». L'assessore non ha poi dubbi sulla regolarità e sull'opportunità del
percorso. «Gli esperti esterni - ribadisce - non sono stati scelti da me, ma ho chiesto alle associazioni di
categoria di indicarli. In un solo caso ho indicato direttamente l'architetto Simonetta Bonomi,
Soprintendente regionale, come figura istituzionale per i bandi su Aquileia. Se le graduatorie portano
naturalmente la mia firma, è altrettanto ovvio che gli esperti abbiano agito in totale autonomia secondo
criteri che forse, in alcuni casi, non sarebbero stati i miei. Lo rivendico. Ma, se chiamo gli esperti per
avere un loro parere, il loro parere poi diventa mio». L'accusa degli esponenti del Pd di avere dato
troppi punti a chi presentava progetti legati a Leonardo? «Mi pare che le loro battutine siano irrispettose
per chi ha lavorato per proporre belle iniziative per la nostra comunità». Quindi una precisazione su
un'altra critica, quella del ritardo della pubblicazione delle graduatorie sui bandi sport: «Mi sono andata
a vedere quanto successo nel 2018. Il mio predecessore le pubblicò il 20 aprile, noi lo faremo entro la
settimana, negli stessi tempi. Capisco che siamo entrati in campagna elettorale, ma mi pare che
dall'opposizione ci sia molta povertà di argomentazione». Gibelli fa anche sapere di non avere solo
"nemici" tra i dem: «Proprio stamattina (ieri per chi legge) sono andata a Palmanova dal sindaco
Francesco Martines. Nel giorno della maratona delle città Unesco, occasione in cui ho coinvolto tutti i
consiglieri della quinta commissione, e Iacop non mancò, dissi che avrei fatto una legge di tutela siti
Unesco. Ne ho parlato con Martines, nella prima quindicina di maggio faremo una riunione coi Comuni
e il sindaco mi è parso molto contento». Resta infine un proposito già manifestato: «La direzione
regionale della Cultura dedicherà sempre il prossimo mese un'intera giornata all'illustrazione dell'Art
Bonus, ma anche alle modalità con cui attivare il fundraising, altra importante fonte di finanziamento per
dare gambe ai progetti in presenza di risorse pubbliche limitate. Potrei interrogarmi sul perché non sia
mai stato fatto prima, come su tante altre cose. Preferisco lavorare senza farmi tante domande, ma fa
sorridere che mi si dica che sarei un pericolo per la regione».

I dirigenti scolastici bocciano senza appello le nuove misure
previste dal ddl Concretezza: «Mossa folle e irrispettosa»

Stretta antifurbetti con controlli
sulle impronte Presidi in rivolta
Marco Ballico trieste. «Una mancanza di rispetto, una sottovalutazione dei compiti dei dirigenti
scolastici, una violazione del contratto di lavoro», dicono i presidi. «Una follia», aggiungono i sindacati.
Anche in Friuli Venezia Giulia si è scatenata la reazione contro le misure previste dal Ddl Concretezza
che riguardano pure il mondo della scuola. Il provvedimento, che ha avuto il via libera della Camera con
372 voti a favore, contiene misure anti-assenteismo. Una nuova operazione contro i furbetti del
cartellino che comprende tra l'altro l'obbligo di controlli biometrici per i presidi: in sostanza, impronte
digitali per verificare la loro presenza in sede.Ad averci pensato è Giulia Bongiorno. «La rilevazione
biometrica delle presenze non è punitiva, ma tutela i dipendenti che lavorano, quelli che non sono
fannulloni», assicura il ministro della pubblica amministrazione. Prima delle barricate minacciate dal
sindacato si pensava di estendere l'obbligo impronta anche ai docenti, già "rilevabili" attraverso il
registro elettronico, ma alla fine sono rimasti i presidi, che non l'hanno certo presa bene. «L'obbligo di
sottostare a controlli inutili è una misura unicamente vessatoria», denuncia il presidente
dell'associazione nazionale presidi Antonello Giannelli in una lettera indirizzata ai vicepremier Luigi Di
Maio e Matteo Salvini. «Quali miglioramenti vi attendete se quella disposizione sarà convertita in
legge? - domanda Giannelli -. In cosa migliorerà la pubblica amministrazione? Sarà forse più vicina alle
esigenze dei cittadini, con dei dirigenti sviliti da forme di controllo superflue e irrilevanti? Vi chiedo
pertanto di compiere un vero gesto politico: fate emendare il testo in discussione al Senato, eliminando
quella misura inutilmente vessatoria nei confronti dei dirigenti pubblici, fedeli servitori dello Stato». Una
linea condivisa in regione. «Ci manca solo il braccialetto elettronico - contrattacca Anna Condolf,
preside, a Gorizia, di un polo liceale formato da tre scuole, oltre che reggente del D'Annunzio-Max
Fabiani -. La categoria è basita davanti a una soluzione che contrasta con un contratto che non impone
un orario di servizio, ma un lavoro finalizzato al raggiungimento di obiettivi. Sotto la nostra
responsabilità ci sono più scuole, è impossibile verificare la nostra presenza in sede visto che le nostre
mansioni di rappresentanza ci portano pure al di fuori delle mura scolastiche». Anche Cesira Militello,
dirigente del Petrarca di Trieste, rileva la «modifica unilaterale di quanto prevede il contratto». Il lavoro
da preside, prosegue, «è gravosissimo, ma non si capisce come poter rilevare la presenza visti i
molteplici impegni. Vediamo che cosa succederà, di certo mi aspetto che un eventuale provvedimento
valga indistintamente per la Pa». Perplessa pure Olivia Quasimodo, preside del Dante Carducci: «Una
simile impostazione credo abbia più senso in enti in cui il numero di dipendenti è più alto e la
conoscenza dei dipendenti più complicata, non certo per persone che sono inevitabilmente già
controllate e che non hanno orari ma obiettivi da centrare». Anche Tiziana Napolitano, dirigente al
Deledda-Fabiani e reggente al Weiss, stronca «un'iniziativa che non sta né in cielo né in terra» e
ricorda a sua volta come la giornata dei presidi sia spesso «segnata da appuntamenti fuori sede senza
che venga tra l'altro mai meno la reperibilità».Duro anche il sindacato. Donato Lamorte della Cisl parla
di «follia». «Come non sapere che i dirigenti scolastici hanno più relazioni dei parlamentari, gestiscono
numerosi plessi, sono titolari e reggenti? - dichiara -. La politica sostiene di voler risolvere i problemi e
invece li alimenta. L'unico appello è a maggiori risorse, per il resto speriamo che si lasci la scuola fare
quello che sa fare benissimo da sola». Contrari alle impronte pure Adriano Zonta della Cgil («Si crea
unicamente paura negli ambienti di lavoro») e Ugo Previti della Uil, che sottoscrive il documento firmato
dalle segreterie nazionali unite, autonomi compresi: «Poco più di 6 mila dirigenti scolastici in servizio
sovrintendono al funzionamento di oltre 42 mila sedi scolastiche, che spesso necessitano di urgenti
lavori di manutenzione e ristrutturazione. Singolare che si consideri una priorità la spesa per dotare
ognuno di questi edifici di rilevatori biometrici».

la scheda
La normaLe nuove misure anti assenteismo sono contenute nel Ddl Concretezza firmato dal ministro
della Pa Giulia Bongiorno, che interessano pure il mondo della scuola.La stretta Tra le novità pensate
in chiave anti furbetti rientra anche l'obbligo di controlli biometrici per i dirigenti scolastici. In sostanza
introduce l'obbligo di fornire le impronte digitali per effettuare controlli e verificare le presenze in
sede.Le reazioniIl presidente dell'Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli ha scritto una
lettera ai vicepremier Di Maio e Salvini per prendere le distanze da quella che definisce una «misura
puramente vessatoria». Duri anche i giudizi espressi dai presidi del Fvg e dai sindacati della scuola,
che parlano di «iniziativa che non sta né in cielo né in terra, che crea solo problemi anziché risolverli»

Il piano lavori verrà aggiornato a giugno
In ballo una "torta" da oltre 40 milioni

Nuova tranche di fondi per interventi
antisismici in licei e istituti tecnici
Andrea Pierini Trieste. Verrà aggiornato entro il 30 giungo il piano degli interventi di edilizia scolastica
da parte della Regione Friuli Venezia Giulia e finanziato grazie anche alle risorse messa a disposizione
dal ministero dell'Istruzione. Lo ha reso noto alla giunta l'assessore regionale a Infrastrutture e territorio
Graziano Pizzimenti anticipando che i criteri e le modalità verranno però stabiliti in un prossimo decreto.
Nel 2018 il Miur aveva assegnato al Friuli Venezia Giulia 38 milioni sul mutuo Bei 2018 a cui si sono
aggiunti 2,818 milioni per interventi rivolti all'ottenimento di certificati prevenzione incendi, 1,237 milioni
per il piano palestre e 1,982 milioni per interventi di adeguamento sismico con i fondi della Protezione
civile. La ricognizione è ora richiesta dal ministero per aggiornare la programmazione 2018-20,
verificando quali interventi risultano già finanziati anche con fondi regionali (2,5 milioni di euro nel 2018)
o fondi Ppo Fesr solo per l'efficientamento energetico (13,2 milioni di euro nel 2018), registrando se i
Comuni hanno eseguito o meno le verifiche sismiche in zona 1 e 2 e rilevando eventuali avanzamenti di
progettazione o eventuali nuove verifiche sismiche che mostrino situazioni che potrebbero essere più
gravi. Il piano del 2018 prevedeva interventi antisismici in 28 istituti di cui uno solo nella provincia di
Trieste, sette a Gorizia, 14 a Udine e sei a Pordenone. A Trieste in fase definitiva c'è l'adeguamento
dell'istituto in lingua slovena Voranc di San Dorligo della Valle con una previsione di spesa di 1,858
milioni di euro. Per quanto riguarda invece gli interventi a Gorizia nell'elenco ci sono: l'istituto Galilei di
Mossa con un importo da 1,5 milioni, 2 invece i milioni previsti per l'Uti Alto Isonzo per il Galilei - Fermi
e Pacassi di Gorizia, 2,4 i milioni invece per la De Amicis sempre del capoluogo Isontino, poco meno di
500 mila euro all'Uti Alto Isonzo per l'istituto professionale manutenzione ed assistenza tecnica di
Monfalcone, 1,3 milioni a Gorizia all'istituto Ferretti, 2 milioni al Leonardo Da Vinci di Ronchi dei
Legionari, 1,877 milioni per il Peter Butkovic di Savogna d'Isonzo. Nel nuovo documento verranno
considerati prioritari i progetti degli enti locali che, negli anni precedenti, hanno ottenuto meno fondi per
interventi sulle scuole in rapporto con la popolazione e che siano di particolare impatto sociale e
territoriale, anche per garantire una rotazione. Va detto che la provincia di Trieste è in zona sismica tre,
il livello di rischio più basso è il quattro.

consiglio

La legge sui vitalizi slitta a maggio
trieste. Slitterà a maggio la discussione in Consiglio regionale per la nuova legge che andrà a cambiare
il sistema dei vitalizi, riducendolo per gli ex consiglieri e prevedendo per gli attuali un sistema
contributivo. Una proposta di legge sarebbe dovuta arrivare in aula già domani, ma la convocazione
proprio su questo tema, dei presidenti dei consigli delle regioni e delle province autonome da parte del
governo ha fatto slittare la discussione. «Alla fine - spiega Piero Mauro Zanin presidente del Consiglio
del Friuli Venezia Giulia - abbiamo deciso, anche d'intesa con il presidente Massimiliano Fedriga, di
rinviare la discussione al fine di arrivare a una norma che sia unitaria e condivisa a livello nazionale. In
questo modo eviteremo anche il rischio di una impugnazione da parte dello Stato di una eventuale
norma del Friuli Venezia Giulia che a questo punto, probabilmente, si uniformerà alla proposta
nazionale che verrà adottata anche dalle altre regioni. Domani in Consiglio dovremo comunque fare
una legge che prorogherà di due mesi l'attuale sistema di solidarietà per gli ex consiglieri portandolo
fino al 30 giugno. Questo ci consentirà di avere un periodo di due mesi per arrivare a una norma
definitiva». A maggio ci sarà dunque in aula l'esame delle due proposte di legge rispettivamente sulla
rideterminazione della misura degli assegni vitalizi e sull'introduzione dell'assegno vitalizio che sarà
calcolato secondo il sistema contributivo.

IL GAZZETTINO IN ALLEGATO
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