RASSEGNA STAMPA CGIL FVG - giovedì 14 novembre 2019

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RASSEGNA STAMPA CGIL FVG – giovedì 14 novembre 2019
(Gli articoli di questa rassegna, dedicata prevalentemente ad argomenti locali di carattere economico e sindacale, sono
scaricati dal sito internet dei quotidiani indicati. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti)

ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA (pag. 2)
Le Centrali per gli appalti diventano una per provincia (M.Veneto)
«Il Friuli è sano: la corruzione attecchisce meno, ma c'è» (M.Veneto)
Stanchi delle promesse i vigili del fuoco scioperano in piazza (M.Veneto)
La "legge mancia" scalda già i motori. Chip fino a 5 mila euro da inizio 2020 (Piccolo)
Balzo dei profitti di Hera (+12%). AcegasAps investe 80 milioni in 4 anni (Piccolo)
CRONACHE LOCALI (pag. 6)
Nessun esubero alla Wärtsilä. "Cassa" tra le opzioni del 2020 (Piccolo Trieste)
Reddito pro capite, Trieste è quinta a livello italiano con 24.317 euro (Piccolo Trieste)
Il centrodestra fa retromarcia e apre alla cittadinanza a Segre (Piccolo Trieste)
Trieste-Vienna in treno con l'obiettivo del 2021 (Piccolo Trieste)
Dipendenti trasferiti. L'Uti deve assumere tecnici e amministrativi (M.Veneto Udine)
Due casi di scabbia nella casa di riposo (M.Veneto Udine)
Il commercio al dettaglio resiste tra molte difficoltà (M.Veneto Pordenone)
Emergenza bidelli al Carniello: «Sono pochi, non ce la fanno» (M.Veneto Pordenone)
Nuove assunzioni: ecco tre concorsi. Non accadeva da 15 anni (M.Veneto Pordenone)

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ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA

Le Centrali per gli appalti diventano una per provincia (M.Veneto)
Mattia Pertoldi - L'oltranza prevista oggi per arrivare all'approvazione della riforma degli enti locali servirà,
con ogni probabilità, davvero fino alla fine visto lo scontro politico che si è aperto in Aula, ieri, sul testo
presentato dall'assessore Pierpaolo Roberti.Logico perché, tanto per citare sempre il componente della
giunta di Massimiliano Fedriga, le visioni «sono inconciliabili» tra chi, con l'atto che verrà certificato oggi,
metterà definitivamente la parola fine al sistema delle Uti e chi invece difende una legge - per la verità già
ampiamente "scaricata" in campagna elettorale per le Regionali - e un'idea del Friuli Venezia Giulia
completamente diversa. La notizia di giornata, in ogni caso, è che dopo le tensioni delle scorse settimane,
nate soprattutto per iniziativa di Ferruccio Saro che chiedeva modifiche all'articolato, la maggioranza si
presenta compatta, con una serie di emendamenti decisi e approvati praticamente all'unanimità nelle
trattative tra i diversi partiti.Tra le novità più importanti, tenendo in considerazione che il cuore della
riforma non viene nemmeno sfiorato come da posizione precisa di Roberti e Fedriga, c'è la decisione di
affidare ai nuovi Enti di decentramento regionale - cioè lo scheletro delle future nuove Province - la
costituzione di quattro Centrali di committenza per gli appalti, quindi una per territorio al posto dell'unica
attualmente esistente. A loro potranno rivolgersi i Comuni, liberamente, così come avranno la facoltà di
scegliere di conferire ai nuovi Enti la progettazione e l'esecuzione di lavori pubblici di propria competenza e
stipulare accordi per l'utilizzo degli edifici scolastici non più soltanto al termine delle lezioni.Interessante,
inoltre, è anche l'emendamento del leghista Lorenzo Tosolini, presentato a nome dell'intera maggioranza,
che consentirà, sempre che i municipi interessati lo vogliano, uno sdoppiamento della Comunità montana
della Destra Tagliamento e delle Dolomiti friulane. Il testo dell'emendamento prevede infatti come entro il
30 giugno del prossimo anno i Comuni inseriti in questa zona omogenea possano costituire un'ulteriore
Comunità di montagna. Sempre in tema, quindi, all'interno della zona della Destra Tagliamento e delle
Dolomiti friulane viene inserito pure il Comune di Spilmbergo, mentre da quella del Natisone e Torre
vengono tolti i municipi di Cividale del Friuli, Povoletto e Prepotto.Cambia, infine, anche la composizione
del Comitato esecutivo delle Comunità. Le modifiche proposte dalla giunta prevedono, nel dettaglio, come
il Comitato sia costituito dal presidente e da un numero di componenti non superiore a tre - nel testo
originario il limite era fissato a due - nelle Comunità la cui Assemblea è formata in un range tra 10 e 15
persone, e sei - invece dei preventivati quattro - in quelle con Assemblee da oltre 15 componenti. «Io non
impongo nulla, ma lascio le responsabilità ai singoli Comuni. La Regione deve dare solo gli strumenti e
fidarsi che ogni sindaco operi per il bene della propria collettività» ha chiosato Fedriga nella chiusura di una
giornata che preannuncia, per oggi, un lungo percorso verso l'approvazione di una legge cardine del
programma di destra.

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«Il Friuli è sano: la corruzione attecchisce meno, ma c'è» (M.Veneto)
Margherita Terasso - «Non esistono realtà indenni, ma la corruzione, in Friuli Venezia Giulia, attecchisce
meno perché molto probabilmente qui c'è un tessuto sano: l'ultimo rapporto sulle indagini giudiziarie non
mostra numeri negativi, non ci sono vicende particolarmente gravi in questa regione».Comincia così
l'analisi attorno ai temi della giustizia e legalità di Raffaele Cantone, magistrato della Cassazione, per cinque
anni alla presidenza dell'Autorità nazionale anticorruzione, protagonista dell'evento inaugurale della Spes,
la scuola di politica ed etica sociale della diocesi di Udine.Ieri sera, in sala Madrassi, il magistrato è stato
intervistato dalla giornalista Anna Piuzzi all'incontro "Sete di giustizia. Sulla corruzione del cuore e della
città", che ha aperto la sesta edizione del percorso scolastico che durerà fino a maggio.La serata è
cominciata con i saluti di Marina Brollo, delegato per il Trasferimento della conoscenza dell'Università di
Udine, di Giuseppe Morandini, presidente della Fondazione Friuli, del direttore della Spes, Luca Grion, e
dell'arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato («Cinque anni fa, quando siamo partiti, la Spes è stata una
scommessa, giocata per un motivo solo: la Chiesa è chiamata a collaborare con la società per dare
contributo effettivo e oggi sono contento di essere qui, significa che l'intuizione e stata buona»).Poi
Cantone è salito sul palco, pronto al dialogo con Piuzzi, ed è partito citando Papa Francesco. È stato il
pontefice, per primo, a usare il termine corruzione richiamando l'espressione "cor ruptum" e non il
tradizionale "corrumpere". «Significa cuore rotto, è l'atteggiamento di chi stacca il rapporto con gli altri, di
chi si disinteressa del bene comune e crea danni alle persone e alla società - ha affermato il magistrato,
autore con Vincenzo Paglia del libro "La coscienza e la legge", presentato nel corso della serata -. Da cosa ha
origine la corruzione? È il doping rispetto alle regole: io non riesco a raggiungere il risultato e pago una
tangente. Succede così negli appalti, ad esempio».Gli enti locali sono l'ambiente più toccato dalla
corruzione, che si infila «sicuramente nella burocrazia, quindi tra i procedimenti, di meno nella politica».La
società, soprattutto quella fatta dai giovani, chiede maggiore onestà, suggerisce Piuzzi: sul punto Cantone è
comunque cautamente ottimista. «C'è bisogno di onestà, è vero. Ma i risultati della lotta alla corruzione
stanno cominciando ad arrivare con i nuovi strumenti messi in campo - sottolinea il magistrato -. Dal
Trasparency International, che stabilisce l'Indice di percezione della corruzione, arriva una buona notizia:
l'Italia è salita di 16 posizioni. Il problema è che è sbagliata la logica, la mentalità, l'idea di occuparsi di
questo solo quando fa notizia: la battaglia contro mafia, altro fenomeno presente ovunque, e contro la
corruzione va fatta sempre, non in modo sbilanciato, a momenti, con alti e bassi».

Stanchi delle promesse i vigili del fuoco scioperano in piazza (M.Veneto)
I pompieri scioperano e scendono in piazza. Cgil, Cisl, Uil e Confsal dei vigili del fuoco hanno indetto lo
sciopero generale della categoria per domani e organizzato, nella mattinata, una manifestazione nazionale
in piazza Montecitorio e presidi davanti a tutte le Prefetture del Paese. La regione ci sarà dalle 10 in piazza
Unità, davanti alla Prefettura di Trieste.«Le iniziative messe in campo sono scaturite dalla vertenza unitaria
dello scorso mese di giugno con cui abbiamo rappresentato ai Governi le problematiche che coinvolgono i
vigili del fuoco e il servizio da assicurare alla cittadinanza», spiega una nota sindacale. Infatti alle 11 sempre
di domani le delegazioni sindacali saranno disponibili per una conferenza stampa.In particolare, i vigili del
fuoco hanno richiesto una «valorizzazione effettiva dal punto di vista retributivo e previdenziale del nostro
lavoro, unico e insostituibile». Quindi una maggior tutela e garanzia degli infortuni e delle malattie
professionali tipiche del lavoro dei pompieri; un riconoscimento reale della specificità e dell'alta
professionalità del Corpo. E ancora, risorse adeguate per il rinnovo del contratto di lavoro; potenziamento
degli organici del Corpo nazionale finalizzato a diffondere il servizio sul territorio e a tutela della sicurezza
dei vigili del fuoco.«Poiché alcune risposte non trovano il giusto riscontro nella legge di bilancio in
discussione in Parlamento - spiegano i sindacati - siamo costretti a far sentire il grido di dolore dei vigili del
fuoco a tutti i cittadini e a tutti i rappresentanti del popolo in Parlamento».

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La "legge mancia" scalda già i motori. Chip fino a 5 mila euro da inizio 2020 (Piccolo)
Diego D'Amelio - La "legge mancia" del centrodestra entrerà in funzione all'inizio del 2020. Dopo essere
stata varata nell'ambito dell'ultimo assestamento di bilancio, ieri la norma è stata oggetto di discussione
nell'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, che si è incaricato di preparare il regolamento di
attuazione. La prossima legge di stabilità servirà infine a decidere la dotazione finanziaria di un
provvedimento che mira a sostenere le piccole iniziative con un supporto fino a cinquemila euro: nei
corridoi di Palazzo si parla al momento di un plafond da circa un milione. Le forze politiche si sono date
appuntamento ieri in Ufficio di presidenza, dove il presidente del Consiglio Piero Mauro Zanin ha
sottoposto ai presenti una bozza di regolamento per dare attuazione alla misura, che introduce il
cosiddetto «patrocinio oneroso» del Consiglio regionale, che potrà riconoscere il suo supporto ad
associazioni e manifestazioni, accompagnandolo con un contributo economico. Un regime simile è in vigore
in Lombardia ed è probabile che il regolamento ricalcherà quello della Regione politicamente sorella del
Friuli Venezia Giulia. Lo schema condiviso con i partiti di maggioranza e opposizione prevede un limite
annuo di cinquemila euro per ogni domanda e la stesura di almeno un bando ogni dodici mesi, cui è
presumibile aderiranno in massa tutte le piccole realtà regionali, troppo esili per sostenere le richieste dei
bandi Cultura annuali e triennali, ma bisognose di aiuto per organizzare le proprie iniziative. Il regolamento
dovrà al proposito individuare criteri obiettivi per consentire a un'apposita commissione di valutare lo
spessore della richiesta e gli eventuali motivi di esclusione: ma quali siano i criteri e quanto sarà facile
applicarli a progetti di piccolo calibro è tutto da vedere, con il rischio connesso che siano poi i consiglieri a
premere per i finanziamenti, sulla base di appartenenze politiche e territoriali. Le domande dovranno a loro
volta contenere una relazione illustrativa e un preventivo di spesa, mentre a posteriori i richiedenti
dovranno rendicontare l'utilizzo del contributo. Riconoscere il patrocinio del Consiglio significherà attestare
l'apprezzamento a «iniziative ritenute meritevoli per le loro finalità sociali, culturali, artistiche, storiche,
sportive, scientifiche e umanitarie». Ciò varrà sia per i patrocini gratuiti che per quelli onerosi, cui potranno
accedere Comuni e organizzazioni no profit. Niente da fare per iniziative a scopo di lucro, non aperte al
pubblico o organizzate da partiti e sindacati, associazioni professionali e datoriali. Motivo di esclusione
saranno anche la fruizione di altri contributi regionali o una spesa prevista superiore ai diecimila euro. La
norma è figlia di uno dei primi strappi della maggioranza, stoppata a inizio legislatura dal presidente
Massimiliano Fedriga, infuriato dalla decisione dei consiglieri di spartirsi un fondo da 900 mila euro per le
associazioni "amiche". Ne era derivata una pioggia di emendamenti con cui i consiglieri del centrodestra
avevano provato a staccare assegni per un totale di 30 mila euro a testa. Il governatore aveva stoppato
l'iniziativa e promesso una legge ad hoc, che ora sembra pronta a vedere definitivamente la luce. -

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Balzo dei profitti di Hera (+12%). AcegasAps investe 80 milioni in 4 anni (Piccolo)
La trimestrale consolidata al 30 settembre 2019 deel gruppo Hera si chiude con un risultato netto di 242
milioni di euro (+12,1%) rispetto ai 215,9 milioni dell'analogo periodo dell'anno precedente. I ricavi sono
stati pari a 5.063,2 milioni di euro (+16,4%) con un margine operativo lordo a 785,8 milioni (+5%). Il
risultato operativo è cresciuto a 405,5 milioni di euro rispetto ai 376,5 del 30 settembre 2018 (+7,7%) e
l'utile prima delle imposte a 338,4 milioni rispetto ai 311,0 dell'analogo periodo dell'anno precedente
(+8,8%). Il risultato della gestione finanziaria alla fine dei primi nove mesi del 2019 si attesta a 67,1 milioni
di euro, sostanzialmente in linea rispetto al 30 settembre 2018. Relativamente ad AcegasApsAmga,
controllata del Gruppo Hera nel Nordest, allego di seguito la dichiarazione dell'Amministratore Delegato
Roberto Gasparetto.Anche per quanto riguarda AcegasApsAmga, controllata Hera nel Nordest, il terzo
trimestre 2019 si è chiuso con risultati che l'amministratore delegato Roberto Gasparetto, definisce "molto
positivi". In crescita il margine operativo lordo (Mol) che ha raggiunto i 108,6 milioni di euro (+ 8,5%
rispetto ai 100,1 del medesimo periodo 2018). «Il risultato-precisa Gasparetto- è stato frutto di un
equilibrato ulteriore sviluppo delle efficienze, frutto della politica di investimenti che sta procedendo ormai
da anni al ritmo medio di oltre 70 milioni annui, che saliranno a 80 milioni nei prossimi 4 anni. Tali
investimenti sono finalizzati soprattutto a garantire alle nostre città la cosiddetta supercontinuità dei
servizi». AcegasApsAmga specifica la direzione degli interventi. Vale a dire la garanzia di reti (gas,
illuminazione pubblica, energia elettrica, acqua e fognature, oltre che di igiene urbana) «non solo sicure e
performanti, ma anche reattive e resistenti a fenomeni avversi di forte entità, come, ad esempio, quelli
meteorologici».In quest'ambito, si segnalano nel trimestre interventi definiti «di assoluto rilievo», come la
prosecuzione della sostituzione delle condotte gas in ghisa grigia a Trieste e il potenziamento della rete
acquedottistica e fognaria a Padova (avvio lavori di ammodernamento sollevamento fognario alla Zip a
avvio lavori di bonifica dell'acquedotto via Pesare a Montegrotto Terme). Di grande importanza anche il
positivo esito della prova di tenuta della rete elettrica di Trieste, avvenuto lo scorso 15 settembre, in
collaborazione con Terna.

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CRONACHE LOCALI

Nessun esubero alla Wärtsilä. "Cassa" tra le opzioni del 2020 (Piccolo Trieste)
Massimo Greco - Allarme occupazionale rientrato: Andrea Bochicchio, capo-azienda di Wärtsilä Italia, ha
comunicato che lo stabilimento di Bagnoli non dovrà gestire esuberi. Contrordine rispetto a qualche
settimana addietro, quando sembrava che Trieste rientrasse in un nuovo giro di 350 eccedenze evidenziate
a livello mondiale dal gruppo motoristico finlandese. Si vociferava di altri 30-40 tagli ulteriori a quelli
appena "digeriti" con l'accordo del 25 luglio scorso, invece ecco l'happy end, perlomeno temporaneo.
L'annuncio di Bochicchio, in parte già filtrato martedì sera, è stato dato ieri mattina in piazza Oberdan,
durante un incontro Regione/azienda/sindacati sulla situazione di Wärtsilä. Presenti gli assessori Sergio Bini
e Alessia Rosolen, i coordinatori nazionali della Fiom, Luca Trevisan, e della Fim, Valerio D'Alò. Davanti al
Consiglio regionale il doppio presidio organizzato dalla Triplice metalmeccanica e dell'Usb. Una delegazione
del sindacato "di base", che ieri aveva proclamato uno sciopero generale dell'industria, è stata ricevuta dal
presidente del Consiglio Piero Mauro Zanin e dai capigruppo.Un supplemento di analisi - ha spiegato
Bochicchio - ha convinto Helsinki a soprassedere dalla forbice sull'organico. Uscite programmate e
incentivate, ricollocazioni interne, modifiche di orario sono ritenuti strumenti in questa fase sufficienti. Ma
la congiuntura è debole e la prospettiva del 2020 a dir poco nuvolosa: al momento, in termini di volumi
produttivi, manca il 20-30%. Preoccupa soprattutto il comparto energetico, non per carenza di mercato -
chiarisce Bochicchio - ma per lentezza decisionale nel commissionare, dovuta alle incertezze del contesto
internazionale (tensioni interstatuali in particolare nel MedioOriente, guerra dei dazi, ecc.). Per esempio, il
progetto Fox, tarato per le utilities dei piccoli centri negli States, aspetta da mesi una risposta. Meglio
l'ambito marino, trainato da crociere e traghetti. Va detto che nel 2017-18 Bagnoli ha conseguito il record
produttivo di 2,8 gigawatt, coincidente con 160-170 motori, di cui 90 attribuibili alla generazione
energetica: adesso - ha puntualizzato Bochicchio - quei 90 articoli sono scesi a 60-70.Per avere un quadro
probante del mercato, bisogna attendere febbraio-marzo: allora la dirigenza valuterà l'opportunità di
ricorrere, nel periodo aprile-settembre, alla Cassa integrazione. L'elevata flessibilità produttivo-
organizzativa di Bagnoli, in grado di consegnare un ordinativo nell'arco di due mesi e mezzo, potrà
consentire, una volta assestatosi il mercato, di ripartire di buona lena.Ripartire di buona lena significa avere
le ditte dell'indotto pronte ai blocchi: il tema è delicato, perchè l'indotto è in prima linea nel pagare il conto
della crisi. Ma Bochicchio dice che i fornitori hanno sufficiente flessibilità per trovare committenza
alternativa e per farsi trovare pronti quando la secca sarà passata.Bini & Rosolen - narra una nota della
Regione - hanno ribadito «piena disponibilità ad accompagnare l'azienda in maniera coordinata mettendo a
disposizione tutti gli strumenti di politica attiva del lavoro e di politica industriale». In particolare Bini ha
ricordato che la Regione ha contribuito con 3,5 milioni di euro all'innovazione e all'efficienza energetica di
Bagnoli.Al tavolo presenti le quattro sigle maggiormente rappresentative tra gli oltre mille dipendenti della
fabbrica carsolina, Fim, Fiom, Uilm, Usb. Bene il fatto che non vi siano esuberi strutturali, ma
preoccupazione per una prospettiva produttivo-commerciale piuttosto incerta. Sul tema degli appalti Rodà
(Uilm) ha sottolineato che sarà convocato uno specifico tavolo territoriale.

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Reddito pro capite, Trieste è quinta a livello italiano con 24.317 euro (Piccolo Trieste)
Laura Tonero - Trieste si conferma una delle città "cassaforte d'Italia", piazzandosi ai vertici della classifica
delle disponibilità finanziarie dei residenti. Il reddito per abitante nella provincia triestina è infatti di 24.317
euro, un valore inferiore solo a quello delle province di Milano, Bologna, Bolzano e Forlì-Cesena. In regione,
dove in media il dato si attesta a 21.403 euro, Gorizia è fanalino di coda con 19.594 euro per residente,
Pordenone registra 20.152 euro e Udine 21.317, al 26esimo posto nella graduatoria nazionale. La regione,
in tal senso, ha registrato un piccolo passo avanti (1,9%) tra i meno ampi sul territorio italiano. La nostra
provincia, nel 2016 vedeva un reddito pro capite di 23.735 euro, nel 2017 di 23.875. La fotografia è quella
scattata dall'Osservatorio dei consumi di Findomestic 2019 elaborando i dati 2018 di Istat, Svimez e
dell'Istituto Tagliacarne, presi in considerazione anche nel report sulle economie regionali stilato dalla
Banca d'Italia. Sul fronte dei consumi a Trieste sono diminuite le immatricolazioni di auto nuove da parte
dei privati - 4.209 lo scorso anno a fonte di 4.567 nel 2017 e 4.630 nel 2016 - mentre sono cresciute quelle
effettuate dalle aziende che sono passate dalle 522 del 2016 alle 1.791 del 2018. In aumento, invece, i
passaggi di proprietà quelle delle auto usate: 9.665 quelli effettuati nel 2018 da privati (+6,5% rispetto
all'anno precedente). Il focus sulle moto assegna a Trieste il titolo di capitale regionale delle due ruote con
1.676 veicoli acquistati a fronte dei 1.504 di Udine (dato tuttavia in lieve calo rispetto al 2017). Valutando le
spese destinate alla casa e quelle destinate agli elettrodomestici grandi e piccoli a Trieste, così come in
tutto il Friuli Venezia Giulia, le voci complessive non subiscono un'importante variazione con una spesa
media per ogni nucleo familiare di 168 euro. Un solo euro in più rispetto al 2017. Piccola crescita anche per
i consumi riservati ai mobili, con una spesa per famiglia triestina che passa dai 584 euro del 2017 ai 593
dello scorso anni. Il comparto dell'information technology (computer, reti, telefoni cellulari ecc.) delle
famiglie, nonostante il trend negativo delle vendita dei tablet, i progressi di vendita dei computer, delle
stampati multifunzionale e dei monitor, hanno consentito al mercato di restare stabile nella nostra
provincia, con consumi complessivi pari a 9 milioni di euro, 77 euro a famiglia.Con riferimento al totale dei
beni durevoli monitorati dall'Osservatorio (es: abiti, automobili, elettrodomestici), la dinamica a livello
nazionale risulta positiva in tutte le regioni, mostrando però variazioni più contenute proprio in Friuli
Venezia Giulia che, con il Molise, registra una crescita pari solo allo 0,4 per cento.In Friuli Venezia Giulia il
peso del debito delle famiglie verso banche e società finanziarie sul reddito disponibile continua a collocarsi
su livelli contenuti e inferiori alla media nazionale. Il divario risente prevalentemente della minore incidenza
del credito al consumo e degli altri prestiti diversi dai mutui. In generale, Friuli Venezia Giulia continua a
caratterizzarsi per livelli di povertà e di disuguaglianza piu contenuti rispetto alla media delle regioni
italiane.

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Il centrodestra fa retromarcia e apre alla cittadinanza a Segre (Piccolo Trieste)
Giovanni Tomasin - Il Consiglio comunale di Trieste si appresta a votare la cittadinanza onoraria a Liliana
Segre. Arriverà lunedì sera in aula la mozione per la solidarietà alla senatrice sopravvissuta ai campi di
sterminio soggetta a una campagna d'odio antisemita. È l'esito della prima commissione convocata ieri
mattina con urgenza dopo lo stop dato dalla maggioranza lunedì scorso.La maggioranza corre così ai ripari
dopo la prevedibile raffica di critiche piovuta in seguito al rifiuto di dare l'urgenza alla mozione
dell'opposizione, pur motivato con ragioni tecniche. Nel frattempo la raccolta di firme lanciata sul sito del
Piccolo in seguito all'appello di Franco Del Campo ha superato quota 700 firme.Commenta il presidente
della commissione, il leghista Michele Claudio: «Data la rilevanza e l'importanza di una trattazione
tempestiva sull'argomento, ho trovato doveroso convocare in via d'urgenza la commissione, facendo
riferimento all'articolo 12 comma 3 del regolamento del Consiglio».Durante la commissione sono state
messe nero su bianco le ragioni del rinvio, ovvero le seguenti: la mozione chiede di invitare la senatrice a
Trieste in occasione della Giornata della Memoria, nonché impegna il sindaco a darle la cittadinanza
onoraria. Le osservazioni su cui il centrodestra si è basato è che la Giornata della Memoria è lontana,
ricorre in gennaio, e che deve essere il Consiglio a decidere il conferimento della cittadinanza, quindi
l'impegno del testo non può riferirsi alla giunta.Nella commissione di ieri, raccontano i consiglieri di
opposizione, la maggioranza ha mostrato un'attitudine ben diversa rispetto a quella di lunedì scorso.
Racconta la prima firmataria del testo, la consigliera dem Valentina Repini: «La seduta è andata bene. Alla
fine abbiamo concordato sull'opportunità di calendarizzare la mozione lunedì prossimo, mettendola in
apertura di discussione. Può essere che ci siano degli emendamenti, ma io auspico che passi così com'è».Il
passaggio che chiede al sindaco di conferire la cittadinanza verrà comunque adeguato al regolamento,
attribuendo al Consiglio il compito. Provvederà allo scopo un emendamento a firma del pentastellato Paolo
Menis, concordato ieri dai commissari. Il Movimento 5 Stelle ha dal principio sostenuto l'urgenza della
mozione.Memore forse delle polemiche scatenate dal mancato sostegno del centrodestra nazionale alla
Commissione sul razzismo proposta da Segre, la maggioranza triestina ha sottolineato ieri come non sia mai
stata sua intenzione mettere in dubbio la solidarietà alla parlamentare. Commenta il capogruppo della Lega
Radames Razza: «Anche la maggioranza è sempre stata concorde sull'opportunità di dare un
riconoscimento alla senatrice, abbiamo rinviato per ragioni tecniche. Le abbiamo sanate durante la
commissione, che abbiamo convocato subito, e a nome della Lega proporrò ai colleghi degli altri partiti di
discutere la mozione per prima lunedì». Una scelta poi sancita in corso di giornata dalla capigruppo.
Commenta il capogruppo di Fratelli d'Italia Salvatore Porro: «Siamo tutti d'accordo su questo, anche noi
voteremo a favore. Gli ebrei sono i fratelli maggiori di noi cristiani, non c'è spazio per l'antisemitismo».

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Trieste-Vienna in treno con l'obiettivo del 2021 (Piccolo Trieste)
Marco Ballico - Dopo una decina d'anni si ritorna a parlare di un collegamento ferroviario tra il Friuli
Venezia Giulia e l'Austria. L'obiettivo è una tratta di lunga percorrenza Trieste-Udine-Vienna. Graziano
Pizzimenti, assessore regionale ai Trasporti, non esclude che ci si possa arrivare entro un anno e mezzo,
forse anche prima, «se sapremo giocarcela a livello di Regione». Di certo le parti hanno iniziato a parlarsi
alla luce del costante aumento del numero di viaggiatori. Il progetto avrebbe valenza soprattutto turistica,
hanno concordato in un incontro a Trieste il Fvg, rappresentato da Pizzimenti, e la delegazione carinziana,
con a capo l'assessore ai Trasporti e Turismo Sebastian Schuschnig. Il punto di partenza è il Micotra, il
servizio istituito nel 2012 dalla Regione assieme al Land carinziano per unire Udine e Villaco, affidato a
Ferrovie Udine-Cividale, che lo realizza con le Österreichische Bundesbahnen. All'epoca fu la risposta alla
sospensione da parte di Trenitalia dei collegamenti ferroviari con l'Austria. Nel giorno di Santa Lucia del
2009 fu infatti soppresso l'Eurocity per Vienna "Allegro Johann Strass", l'ultimo collegamento diurno oltre il
confine tarvisiano. Si parte dunque dalla «consolidata collaborazione» del Micotra (che verrà rinnovato),
osserva Pizzimenti: «Il progetto ha portato un valore aggiunto in termini turistici, economici e anche di
conoscenza reciproca tra le popolazioni. Vogliamo ora sviluppare l'esistente puntando in primis sul pieno
coinvolgimento della società in house della Regione, la Fuc, quale componente strategica dell'iniziativa».
L'obiettivo è farcela nel 2021. Il tragitto va ancora però definito. Tra le opzioni in campo, con la linea che
passa per Salisburgo, anche quella di un percorso via Maribor, coinvolgendo pure la Slovenia e dando
quindi all'operazione un'impronta ancor più transfrontaliera. Quanto alla procedura, Pizzimenti osserva che
la parte relativa ai permessi e alle autorizzazioni è di competenza statale e quindi «sarà determinante
l'apertura di un dialogo con il ministero al fine di seguire e accelerare il più possibile l'iter amministrativo e
burocratico previsto dalla legge». Sul fronte austriaco c'è totale disponibilità, a quanto pare. Schuschnig ha
ribadito più in generale a Trieste come non tutte le Regioni d'Europa possano vantare «collaborazioni di
questo livello», in virtù dell'importanza in ambito comunitario dei processi di mobilità transfrontaliera, «in
un contesto nel quale è in costante aumento il numero di persone che utilizza il trasporto pubblico
preferendolo ai mezzi privati, soprattutto nell'ottica dell'intermodalità bici-treno». Dal comitato pendolari
arriva intanto una sottolineatura sull'importanza del nuovo contratto di servizio (se ne parlerà a inizio
2020), un piatto da 40 milioni all'anno che «dovrà necessariamente prevedere da parte dell'impresa
ferroviaria investimenti al parco rotabile, oltre che una rinnovata offerta di corse, con orari più competitivi
e una riduzione dei tempi». Nell'attesa, i pendolari di Trieste dovrebbero poter utilizzare alcuni treni Pop e
quelli di Udine alcuni Rock. Trenitalia, nel presentare i 78 nuovi mezzi destinati alla Direzione regionale
Veneto, ha reso noto che saranno messi a disposizione anche lungo i binari Fvg della Venezia-Udine e della
Venezia-Portogruaro-Trieste.

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Dipendenti trasferiti. L'Uti deve assumere tecnici e amministrativi (M.Veneto Udine)
Uti del Gemonese ancora alle prese con il personale, che a volte si sposta. Succede nella sede dell'Unione
territoriale comunale di via Caneva dove quattro dei nuovi dirigenti, due amministrativi e due tecnici, che
l'ente aveva acquisito nell'ultimo periodo si spostano e così l'unione dei Comuni di Artegna, Venzone,
Montenars, Trasaghis e Bordano si troverà a cercarne di nuovi: «Già - commenta il presidente dell'ente
Claudio Sandruvi -, erano arrivati poco più di un anno fa. Spesso, come in questo caso, sono persone che
arrivano da lontano e tendono giustamente a trasferirsi verso enti pubblici più vicini alla loro dimora».
Fatto sta, che l'Uti ora dovrà riavviare le procedure per trovare queste figure che mancheranno e i tempi
non sono sempre strettissimi: «In realtà - spiega Sandruvi - appena giunta la richiesta di spostamento
abbiamo provveduto a far ricorso alle mobilità che tuttavia risultano sempre deserte nell'ultimo anno.
Successivamente, possiamo fare ricorso alle graduatorie degli altri Comuni mettendoci d'accordo con gli
amministratori come stiamo facendo anche attualmente per alcuni dei quattro dipendenti che si
spostano». Attualmente, l'Uti del gemonese ha avviato una decina di mobilità riguardanti anche i Comuni di
Artegna, Trasaghis, Bordano, e Montenars che vanno dagli amministrativi agli autisti di autobus: alcuni di
questi paesi hanno registrato difficoltà sul fronte personale nell'ultimo periodo per via dei pensionamenti, e
le difficoltà nel reperire personale che caratterizzano oggi tutti i Comuni. In alcuni casi, si è fatto ricorso alla
disponibilità dei dipendenti appena andati in quiescenza che hanno facilitato volontariamente il passaggio
di consegne: «Molti fanno più concorsi - spiega Sandruvi - e poi, man mano che si liberano i posti scelgono
di spostarsi verso i territori più vicini a casa, come è stato nel nostro caso. Fortunatamente, i tempi di attesa
sulle mobilità sono di una ventina di giorni e per quanto ci riguarda abbiamo già avviato richieste e
confronti con altre amministrazioni pubbliche del territorio per i dipendenti che cerchiamo». P.C.

Due casi di scabbia nella casa di riposo (M.Veneto Udine)
Viviana Zamarian - Due casi di scabbia sono stati registrati in questi giorni nella residenza per anziani
dell'Asp Daniele Moro di Codroipo. Il primo, come conferma il direttore generale Valentina Battiston,
riguarda un recente ingresso, proveniente dalla struttura Sereni Orizzonti di Aiello del Friuli. L'ospite ha
contagiato una seconda persona. Ulteriori accertamenti si stanno eseguendo sul personale. «Segnalata
immediatamente la necessità di approfondimenti al medico curante - dichiara il direttore -, lo stesso non ha
ritenuto di indirizzare gli ospiti a una visita specialistica che avrebbe consentito di comprendere la reale
natura del problema. Solo a seguito dell'insistenza del nostro personale infermieristico, il medico curante
ha deciso di prescrivere una visita dermatologica in cui è stato confermato che si trattava di scabbia». Ora
nella residenza dell'Asp, in accordo con il distretto sanitario, «non essendo attualmente in essere
un'epidemia, ma solo a titolo precauzionale e preventivo e nel rispetto dei protocolli sanitari in vigore»,
verrà applicata a tutti gli ospiti e distribuita al personale l'apposita terapia, che prevede l'utilizzo di una
crema, grazie alla quale in 12 ore viene eliminata qualsiasi ulteriore possibilità di contagio. Scatterà, inoltre,
una sanificazione di locali, lenzuola, coperte, materassi e indumenti personali.La situazione, dunque, è sotto
controllo. «Non c'è nessuna preoccupazione - riferisce il sindaco di Codroipo Fabio Marchetti - perché
fortunatamente la situazione è stata monitorata con grande attenzione da parte degli infermieri dell'Asp
Daniele Moro nonostante l'errore commesso dall'azienda sanitaria sulla diagnosi».Il personale dell'Asp
Moro infatti, dopo aver segnalato i sintomi di un ospite all'azienda sanitaria, ha insistito e per fortuna ha
ottenuto che venissero prescritti i controlli dermatologici, dai quali è proprio risultato l'accertamento del
contagio.La trasmissione della scabbia avviene per contatto cutaneo diretto (ad esempio dormire nello
stesso letto), oppure per contagio indiretto (contatto con lenzuola, biancheria, vestiti). L'acaro non ha ali,
non salta e non vola e non può vivere al di fuori del corpo umano: la sua sopravvivenza lontano dalla cute
dell'uomo è di sole 72 ore. Si precisa che la scabbia può colpire chiunque, indipendentemente dalle
condizioni igieniche personali, e che con una adeguata terapia si ha la completa guarigione. --ha
collaboratoPaola Beltrame

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Il commercio al dettaglio resiste tra molte difficoltà (M.Veneto Pordenone)
Laura Venerus - Come sta il commercio al dettaglio a Pordenone e in tutto il territorio provinciale? E qual è
il comportamento dei consumatori? Domande alle quali ha cercato di dare risposta la ricerca di Format
Research commissionata da Ascom Confcommercio. Emerge che, pur in una situazione complessiva di
profonda crisi e di pessimismo sul futuro, Pordenone e il suo territorio riescono a rimanere a galla ed
esprimono numeri tra i migliori in regione e in Italia. L'istituto di ricerca ha svolto negli ultimi mesi
un'indagine basata su un campione statisticamente rappresentativo dell'universo dei consumatori residenti
nei comuni dei sei mandamenti della provincia di Pordenone, ovvero Pordenone, Azzano Decimo, Maniago,
Sacile, San Vito al Tagliamento, Spilimbergo. Ieri, in un convegno, si sono tirate le fila fornendo un
panorama completo della situazione. Da quel che è emerso, nell'ultimo decennio, a fronte di una tenuta del
terziario in Friuli Venezia Giulia (meno 1 per cento le imprese attive), il commercio al dettaglio è risultato il
comparto più colpito dalla crisi con un meno 8 per cento. Nella prima metà del 2019 si conferma la
stagnazione dei consumi: in questo senso, cala la fiducia di consumatori e imprese, che ravvisano anche una
flessione dei ricavi.Pur in un contesto di crisi dei consumi e di autoselezione delle imprese del commercio al
dettaglio, i comuni capomandamento mostrano un livello di attrattività elevato per gli acquisti alimentari e
non alimentari: la forza attrattiva maggiore la si nota nel capoluogo (il flusso dai comuni limitrofi è del 90
per cento), ma a livello più locale anche i singoli comuni capomandamento dimostrano una capacità
attrattiva di clienti e consumi (dai comuni limitrofi al capomandamento si sposta in media il 70 per cento
dei consumatori). Negli ultimi 10 anni si è assistito a un marcato miglioramento della qualità della vita a
Pordenone rispetto agli altri capoluoghi regionali: i dati della ricerca dicono che Udine e Gorizia sono in calo
rispettivamente di sette e due posizioni, Trieste è stabile, mentre Pordenone ha fatto un balzo in avanti di
43 posizioni. I motivi riguardano il crescente livello di vivibilità del centro combinato all'importante lavoro
svolto sul territorio (eventi e manifestazioni).Continua a crescere il fenomeno del commercio elettronico:
un terzo dei consumatori della provincia di Pordenone acquista on line prodotti non alimentari, mentre
permane più bassa, anche se in crescita, la quota per i generi alimentari. Sacile è il mandamento nel quale si
acquista di più su internet (34,6 per cento gli acquisti non alimentari, 3,9 gli alimentari), Spilimbergo quello
dove si acquista di meno on line (27,5 per cento gli acquisti non alimentari, 2,1 gli alimentari). A fronte del
progressivo calo del numero di imprese attive nel commercio al dettaglio tradizionale, triplica la quota di
quelle che vendono esclusivamente on line: in provincia di Pordenone le imprese con un sito web sono il 73
per cento, il 18 per cento ha un sito di e-commerce. Dal 2010 il numero di imprese che effettuano
commercio esclusivamente on line nel territorio pordenonese è aumentato del 211 per cento: si tratta di
un fenomeno, quindi, che bisogna essere in grado di cavalcare per non essere schiacciati da questo sempre
crescente sistema di vendita.

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Emergenza bidelli al Carniello: «Sono pochi, non ce la fanno» (M.Veneto Pordenone)
Chiara Benotti - Sei bidelli al Carniello non ce la fanno a pulire e sorvegliare tre sedi con 530 studenti a
Brugnera. «La pulizia delle aule in comodato d'uso alla primaria Sauro è possibile soltanto da lunedì a
giovedì - sottolinea Mario Bellomo della Flc-Cgil, il quale ha convocato un'assemblea in via Galilei - . Al
venerdì e al sabato i bidelli possono soltanto chiudere la sede staccata, dopo le lezioni. Quando sarà
utilizzato, fra qualche settimana, il terzo plesso nell'ex scuola di musica, sarà impossibile gestire pulizie e
sorveglianza».Dei sei bidelli uno è part-time con 24 ore settimanali di servizio e uno risulta inidoneo per
motivi di salute, con mansionario ridotto. «Non ce la fanno» evidenzia Bellomo, chiedendo all'Ufficio
scolastico più organici. La sede centrale del Carniello ha 26 aule, cinque laboratori e quattro bidelli, di fatto
addetti alla sorveglianza e alle pulizie. «Così non si va avanti - puntualizza il sindacalista pordenonese - . L'ex
Provveditorato deve concedere un potenziamento di organico, almeno altri due bidelli».L'appello è anche
al Comune di Brugnera: «Le due nuovi sedi staccate alla Sauro e all'ex scuola di musica sono state messe a
disposizione dal Comune: potrebbe trovare personale per le pulizie e anche la sorveglianza degli
studenti».La Regione si è assunta l'onere di pagare i contratti a progetto per assumere bidelli "part-time" al
Carniello, ma la Flc Cgil ha messo le mani avanti: «Ci sono dodici ore di contratto pagate dalla Regione, che
ringraziamo, per potenziare sorveglianza e pulizia delle aule, ma non possono essere concretizzate in
un'assunzione per ragioni amministrative: la piattaforma ministeriale non registra il contratto perché non lo
riconosce come legittimo». La Regione è generosa e ha concesso risorse per assumere un altro bidello a
tempo parziale all'Isis, ma l'iter si è arenato. «Non si va avanti - Bellomo lo dice chiaro - . Abbiamo chiesto
144 ore all'ufficio scolastico per pulire e sorvegliare le due nuove sedi del Carniello con sei classi: servono
quattro bidelli a tempo normale».Il braccio di ferro sindacale è annunciato. «Sorvegliare e pulire sei classi in
due sedi staccate non è uno scherzo - osserva Bellomo - . Ci sono tre aule alla Sauro occupate dagli studenti
del Carniello: chi le pulisce nei fine settimana? Chi pulirà la terza sede, nell'ex scuola musicale?». Il
sindacato chiede un plafond minimo di due bidelli a tempo pieno. La spesa prevista supera quarantamila
euro.

Nuove assunzioni: ecco tre concorsi. Non accadeva da 15 anni (M.Veneto Pordenone)
Tre concorsi per reclutare personale da inserire nella pianta organica, un concorso interno e una
sostituzione con una graduatoria di mobilità. L'amministrazione comunale di Casarsa chiude l'anno in cui
sono stati banditi, dopo quindici anni, tre nuovi concorsi.L'ultimo concorso si è chiuso nei giorni scorsi con
la graduatoria definitiva di un addetto che sarà inserito nell'area demografica, in sostituzione di un
pensionamento. Con un concorso precedente era stato invece individuato un nuovo addetto per l'area
contabile e dei tributi, che ha preso servizio il 1° agosto, stessa data di avvio del contratto per un ingegnere
all'ufficio tecnico. Per queste tre figure, come prevede la legge, il Comune aveva emesso un bando per la
mobilità tra enti pubblici, ma gli avvisi erano andati deserti, senza nessuna richiesta di trasferimento a
Casarsa. Così, dopo quindici anni (l'ultimo concorso bandito dal municipio risale al 2004) è stata avviata la
selezione per queste tre figure. «Siamo soddisfatti - afferma il sindaco Lavinia Clarotto -, in quanto abbiamo
tre persone molto giovani, nuove forze che vengono a innovare la nostra amministrazione. Tra l'altro, non è
facile indire concorsi, va dato merito ai nostri uffici: ci sono procedure infinite e complesse, sempre a
rischio di ricorsi».Nel 2019 c'è stato anche un concorso interno all'amministrazione, vinto dal comandante
della polizia locale Giordano Carlin, inquadrato in una categoria superiore rispetto alla precedente. Da una
graduatoria di un altro ente, invece, è stato individuato il responsabile della biblioteca. Nel 2020, in
municipio si annuncia un pensionamento: «Seguiremo la legge con l'avviso di mobilità - conclude il sindaco
- e, nel caso in cui andasse deserto, procederemo con un concorso». D.S.

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