Dall'archivio storico comunale Esposizione: "DE' - SACCHIS IN CINQUE RESTAURI PORDENONESI" - Il Discorso

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Dall'archivio storico comunale Esposizione: "DE' - SACCHIS IN CINQUE RESTAURI PORDENONESI" - Il Discorso
Dall’archivio      storico
comunale Esposizione: “DE’
SACCHIS IN CINQUE RESTAURI
PORDENONESI”
A pochi giorni dall’inaugurazione della grande mostra “Il
Rinascimento di Pordenone” a cura di
Caterina Furlan e Vittorio Sgarbi, dedicata alla figura di
Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone,
al piano terra della Biblioteca civica di piazza XX Settembre,
dalle ore 14.00 di martedì 22 ottobre,
saranno esposti alcuni documenti conservati nell’Archivio
storico comunale relative alle opere
dell’artista. Il critico d’arte esperto può cogliere al volo
la presenza e la natura dei mutamenti che hanno
coinvolto un’opera, ma è compito degli archivi fornirgli i
dati sui tempi e le ragioni di questi
cambiamenti.
Questi materiali sono testimoni della cura rivolta dalle
istituzioni civili ai capolavori del
Pordenone. Documenti estratti da voluminose corrispondenze fra
Prefettura, Comune e restauratori, storie
di interventi talvolta poco accorti, almeno per gli standard
attuali, ma sempre dettati dal desiderio di
preservare oggetti di devozione, prima che opere d’arte.
Dai documenti si ricava che, come i suoi dipinti, anche il
nome del pittore Giovanni Antonio de’
Sacchis ha le sue stratificazioni. Spesso viene citato come il
“Licinio detto il Pordenone”, nome che lo
identificherà almeno fino ad inizio Novecento. In onore del
Licinio furono intitolati anche una scuola e un
teatro, istituzioni che dovettero poi aggiornare           la
denominazione o cambiarla.
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Una prima occasione di studio approfondito e di celebrazione
dell’artista fu la mostra del 1939 a
Udine. Anche a Pordenone si tennero conferenze e concerti per
le celebrazioni, a cui il giornalista Ugo
Ojetti comunica di non poter partecipare, perché impegnato per
l’organizzazione dell’Esposizione di
Roma del 1942. La mostra del 1939 si concluse il 31 agosto, il
giorno successivo l’Europa si ritrovò in
guerra
L’esposizione sarà visitabile fino al 18 novembre negli orari
di apertura della Biblioteca civica:
lunedì 14.00-19.00 e da martedì a sabato 9.00-19.00.

Carlo Liotti

ARTE,    PORDENONE:    DOMANI
sabato 19 ottobre a Villa
Frova    di   Caneva    (PN),
inaugurazione della mostra di
GIULIO BELLUZ
Proseguono le mostre d’arte nell’ambito del 28^ Festival
Internazionale di Musica Sacra. Apre sabato 19 ottobre a
Caneva Creature della Vita, la personale di Giulio Belluz, a
cura di Presenza e Cultura e del Centro Iniziative Culturali
Pordenone in collaborazione con il Comune di Caneva. La
mostra, curata da Giancarlo Pauletto, sarà inaugurata sabato
19 ottobre alle 17.30 a Villa Frova a Stevenà di Caneva.
Intermezzo musicale di Eva Miola del Conservatorio Tomadini di
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Udine, che eseguirà la Sonata n.1 per violino solo di Johann
Sebastian Bach.

La vita è un mondo dove tutto si tiene, e se è vero che nella
tradizione della cultura occidentale all’uomo è stato
riservato un posto privilegiato, oggi sempre più si comprende
che tale “privilegio” è sostenibile solo se la sua azione
sulla terra è rispettosa degli equilibri generali. Queste
considerazioni spiegano bene la presenza di Giulio Belluz
all’interno delle mostre d’arte del 28° Festival
Internazionale di Musica Sacra, intitolato quest’anno
Sacralità del profano.

«Gli uccelli, i pesci e gli altri animali che l’artista
presenta in questa mostra – spiega il curatore Giancarlo
Pauletto – appartengono, in una considerazione abituale e
utilitaria, all’ambito del “profano”. Una gallina, un germano,
una lepre, un luccio vengono, nella quotidianità della vita,
considerati al più per la loro apparenza accattivante, o
magari come selvaggina da portare in tavola, ben cotta e
speziata: non sono certo viste come creature che, assieme a
noi, abitano gli incommensurabili spazi dell’universo, vivono
sensazioni, trepidazioni, terrori: che sono, insomma, parte di
un grande mistero.

E invece appartengono anch’essi al “sacro”, cioè a quella
realtà totale che infinitamente ci sovrasta. Perché “sacro”
gli uomini hanno sempre considerato ciò che non possono
dominare, ciò che li affascina e nello stesso tempo li
atterrisce, in quanto potere troppo grande per essere da essi
controllato».

Giulio Belluz rappresenta sì il mondo della vita naturale, ma
lo fa in maniera non naturalistica, non impressionistica,
semmai simbolica. I suoi animali infatti, pur essendo
perfettamente riconoscibili, non si staccano dal fondo
cromatico del quadro, al contrario con esso si intersecano e
quasi si confondono, a indicare che non si tratta di
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un’immagine perseguita semplicemente nella sua distaccata
realtà visiva, ma che sta e si lega per innumerevoli rapporti
con la vitalità generale non solo della terra, ma
dell’universo intero.

«Così questi animali di Belluz – prosegue Pauletto – sono
molto più che semplici presentazioni di realtà vedute, anche
se veramente il pittore, per capacità tecnica, sarebbe
benissimo in grado di presentare delle figure da intendere
come exsempla scientifici: in realtà ciò che lo interessa di
più è “la vita che sommuove il mondo, lo agita, lo rende
significante al di là dell’esistenza dell’uomo”.

La stessa vitalità, la stessa forza di movimento che anima il
colore di Belluz anima anche le sue realizzazioni in
bianconero: per forza di segno egli riesce a trasmettere
quella sensazione di vibrante vitalità, che è il miglior
risultato delle sue realizzazioni cromatiche».

Giulio Belluz è nato ad Azzano Decimo nel 1943. Si è diplomato
in affresco all’Istituto Statale d’Arte di Venezia, in seguito
ha frequentato l’Accademia di Belle Arti della stessa città.
Ha cominciato ad esporre dagli anni ’60 con mostre in molte
città italiane e straniere, da Pordenone a Venezia, da Verona
a Milano, da Ginevra a Zurigo, Vienna, Klagenfurt etc. La sua
attività è caratterizzata dall’interesse verso molte tecniche
artistiche, in ognuna delle quali ha saputo realizzare opere
di rilievo. In particolare il suo interesse è volto alla
misteriosa vita degli animali, che egli indaga con cromie in
equilibrio tra natura e ideazione mentale, attraverso
invenzioni pittoriche dalle quali traspare un atteggiamento
interrogante e sospeso nei confronti di tutta la realtà.

La mostrà sarà visitabile fino al 16 novembre dal lunedì al
sabato dalle 15.00 alle 18.30 con ingresso libero. Info: Villa
Frova       tel.      0434      79027       www.incaneva.it
biblioteca@comune.caneva.pn.it Presenza e Cultura tel. 0434
368387                   pec@centroculturapordenone.it,
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ww.centroculturapordenone.it

Festival Mimesis “Leonardo”
Arte,   scienza,  filosofia
Sesta edizione Venerdì 18
ottobre 2019
Al via la sesta edizione del Festival Mimesis, la
manifestazione che dal 2014 accoglie a Udine alcuni tra i
principali protagonisti del dibattito culturale nazionale e
internazionale.
In due distinti weekend, 18-19 e 24-25-26 Ottobre, il
capoluogo friulano e altre realtà del territorio       saranno
palcoscenico di cinque giornate caratterizzate da arte,
dibattito culturale e riflessione scientifica.
Il tema proposto quest’anno è “Leonardo”, il genio che fu
capace di coniugare in un solo pensiero cultura umanistica e
scientifica.    Partendo dall’analisi della sua figura, il
festival si prefigge lo scopo di favorire il dialogo tra
discipline e prospettive diverse, di ibridare le conoscenze
per creare nuove idee e sviluppare intuizioni inedite.
Vera novità di quest’anno è il premio “Udine filosofia 2019”,
curato da Luca Taddio in collaborazione con l’Associazione
Culturale Territori delle Idee. Questa prima edizione intende
rilanciare il ruolo della filosofia come forma di riflessione
per metterne in luce il ruolo determinante nella
problematizzazione del presente e del futuro in divenire.
La prima giornata del Festival Mimesis è inaugurata alle 9:30
dall’incontro presso il Teatro Palamostre che vede in dialogo
gli scrittori Tullio Avoledo, Antonella Sbuelz e Angelo
Floramo sul tema “Che cos’è la letteratura?”.
Alle ore 15:30, presso la libreria Tarantola, il critico e
curatore d’arte contemporanea Riccardo Caldura e il filosofo
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Davide Dal Sasso discutono attorno al tema “Che cos’è l’arte
concettuale: come interpretare l’arte contemporanea?”.
Doppio appuntamento alle ore 16:00: presso la libreria
Einaudi, “Nichilismo, negazione e violenza: intorno al
pensiero di Emanuele Severino” con i filosofi Nicoletta Cusano
e Luigi Vero Tarca; presso la libreria Friuli, “L’isola di
Brendano: un romanzo inedito di Carlo Sgorlon” e la
presentazione della nuova collana di Mimesis dedicata
all’opera del grande scrittore, con gli interventi del
neuroscienziato Franco Fabbro e del documentarista Marco
D’Agostini.
Un triplice appuntamento alle ore 18:00, presso Spazio Make,
Fondazione Friuli e la Libreria Moderna: nel primo sarà
inaugurata la mostra dell’artista esordiente Martino Lorenzon,
cui farà seguito la tavola rotonda “Opera prima: l’arte oggi”
con il filosofo Stefano Marino, gli artisti Stefano Marotta e
Roberto Russo e il critico d’arte Riccardo Caldura; il secondo
con “Leonardo: arte e scienza umano e post-umano” con il
critico letterario Andrea Colasanti e il teorico del post-
umano Roberto Marchesini; il terzo, vedrà Angelo Floramo
riflettere sul tema “La sensualità del libro”.
Alle 18:30, presso la Libreria Cluf, l’incontro dedicato
all’infanzia “Leonardo per bambini”, con la scrittrice Martina
Pellegrini, il pedagogista Anselmo Paolone e i formatori e
saggisti Pierpaolo Casarin e Silvia Bevilacqua.
La prima giornata di festival si concluderà alle ore 21:00,
presso il Cinema Centrale, con un appuntamento speciale: il
filosofo Maurizio Ferraris e il giornalista de “L’Espresso”
Marco Pacini aprono un confronto dal titolo “Documanità:
Filosofia del digitale”.
 Tutti gli incontri sono aperti al pubblico e gratuiti.
Carlo Liotti

TERESA MANNINO protagonista a
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teatro con “Sento la Terra
girare”. Il13 marzo unica
data in Friuli Venezia Giulia
a Pordenone
Attrice e conduttrice dalla capacità di improvvisazione
spontanea e originale e dalla comicità graffiante, leggera,
intelligente       e   sottile,      la
sicilianissima Teresa Mannino sta
conquistando i teatri di tutta Italia
con lo spettacolo dal titolo “Sento la
Terra girare”, progetto scritto assieme
a Giovanna Donini, che segue il
successo del precedente “Sono nata il
ventitrè”. A grande richiesta si
aggiungono nuove date per la prossima
stagione, tra cui un unico appuntamento
in Friuli Venezia Giulia, che andrà in
scena venerdì 13 marzo 2020, al Teatro Verdi di
Pordenone (inizio alle 21.00). I biglietti per lo spettacolo,
organizzato da Zenit srl e Scoppio Spettacoli, in
collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia e
PromoTurismoFVg,         saranno      in      vendita      sul
circuito Ticketone.it a partire dalle 10.00 di martedì 15
ottobre. Tutte le info e i punti autorizzati su www.azalea.it.

Teresa vive chiusa in un armadio da mesi e anni. Un giorno
decide di uscire, ma scopre che il mondo sta cambiando in modo
radicale e velocissimo e che addirittura l’asse terrestre sta
variando. Nel mare ci sono più bottiglie di plastica che
pesci, sulle spiagge più tamarri che paguri. Fuori
dall’armadio il mondo va a rotoli, rotoli di carta igienica, e
le possibili soluzioni non sembrano risolvere il problema, ma
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anzi complicano solo la vita. Teresa allora decide di
ritornare nell’armadio, ma ormai neppure quello è più lo
stesso.

                    Teresa Mannino (Palermo, 1970), è una
                    cabarettista, attrice e conduttrice
                    televisiva e radiofonica. Dopo gli studi
                    in filosofia si avvicina alla recitazione
                    trasferendosi a Milano. Qui partecipa ad
                    alcuni film e commedie e comincia lavorare
                    in radio, conducendo una puntata della
                    trasmissione “Due di notte” su Radio 2, e
                    nel             famoso             locale
                    milanese Zelig. L’approdo in televisione
                    arriva prima nel programma notturno Zelig
                    Off, poi in prima serata con Zelig
Circus dalla stagione 2007-2008. Nel 2012 viene trasmesso in
prima serata il suo spettacolo “Terrybilmente Divagante”, show
che Teresa porterà in tour nei principali teatri italiani,
riscuotendo moltissimo successo. Nel 2013 conduce la nuova
edizione di Zelig Circus con Michele Foresta, subentrando a
Claudio Bisio e Paola Cortellesi, per poi tornarvi nel 2016
nelle vesti di comica. Dopo il grande successo del suo primo
tour teatrale, nel 2015 e nel 2018 la comica siciliana ritorna
nei teatri dello stivale con rispettivamente “Sono nata il
ventitré”, terzo spettacolo comico più visto della stagione
dopo Fiorello ed Enrico Brignano, e “Sento la terra girare”.

C.L.
50 anni per la Confraternita
della Vite e del Vino del
Veneto Orientale e del Friuli
Venezia Giulia
Nello splendido borgo di Sesto al Reghena (PN), a poche
lunghezze dal vicino Veneto, si sono tenute le celebrazioni
dei primi cinquant’anni della Confraternita della Vite e del
Vino del Veneto Orientale e del Friuli Venezia Giulia.

                       La Confraternita, nata nel 1969
                       dall’idea     del   professor    Bruno
                       Tagliapietra, ha il nobile scopo di
                       diffondere la conoscenza dei vini del
                       territorio, valorizzando le migliori
                       pratiche vitivinicole e garantendo la
                       genuinità dei prodotti, orgoglio di una
                       pluriennale esperienza e di una
                       continua innovazione. La propositività
                       di questa associazione ha portato a
                       molteplici collaborazioni con altri
                       enti nazionali e internazionali ed
inoltre è stata promotrice di diverse borse di studio per
giovani studenti sia a livello di scuola secondaria che a
livello universitario.

Per commemorare l’ambito traguardo è stato invitato un ospite
illustre, il gastronomo e sociologo Carlo Petrini, da sempre
promotore di una filosofia di vita che nell’ultimo periodo ha
raggiunto l’apice della risonanza mediatica grazie ai nuovi
movimenti “green” delle giovani generazioni. I membri della
confraternita ed i curiosi avventori sono stati trascinati
dalle parole di “Carlin”, il quale è stato introdotto
precedentemente da un altro personaggio di rilievo agronomico
e vitivinicolo, il professore e giornalista Claudio Fabbro.

Petrini ha esposto senza filtri i punti
cardine che lo hanno reso celebre a
livello internazionale e per la quale
si batte costantemente ogni giorno.
Nella premessa ha subito chiarito la
sostanziale differenza tra consumatore
e co-produttore: il primo è il soggetto
distaccato e non curante dei processi
produttivi ed economici che stanno
dietro alla filiera alimentare, che
consuma passivamente seguendo le leggi
del mercato impostogli; il secondo,
invece, è l’utente attivo che ha fame di conoscenza, che vuole
sapere la storia del cibo che arriva sulla sua tavola e
soprattutto vuole conoscere che tipi di impatto hanno
sull’ambiente e sull’economia locale le produzioni di questi
alimenti. Petrini,    infatti, ha voluto    sottolineare che
sostenibilità non     è il mantenimento     economico delle
multinazionali del profitto ma è piuttosto il concetto di
durabilità, di biodiversità e di capacità di governare il
limite, ovvero garantire l’approvvigionamento del cibo a ogni
individuo diminuendo l’enorme spreco alimentare (il 35% degli
alimenti prodotti vengono eliminati), preservando la terra, la
nostra vera nutrice, e limitando l’impatto devastante che
l’uomo ha creato e che continua a creare sull’ambiente. Non è
nostalgia dei tempi che furono quella di Carlin, anzi. Secondo
il sociologo il progresso tecnologico deve sposare la causa
della tutela dell’ambiente e del benessere dell’uomo,
garantendo un futuro ai giovani, sempre più vicini al baratro
del più grande disastro ecologico.

Il monito di Carlo Petrini è stato chiaro: senza interventi
immediati saremo destinati a sparire. La conoscenza è la
chiave di volta; i giovani e i meno giovani devono ridurre il
gap che li caratterizza e collaborare verso la ricostruzione
delle comunità, locali e globali, per garantire una produzione
sostenibile e uno stile di vita armonico con la natura e
l’ambiente.

Al termine delle celebrazioni e delle onorificenze della
Confraternita della Vite e del Vino del Veneto Orientale e del
Friuli Venezia Giulia è stato possibile interiorizzare le
cocenti considerazioni di Petrini in un momento conviviale con
un buffet generosamente offerto dalla Confraternita stessa.

                                                      Carlo L.

Corrado Cagli. Folgorazioni e
Mutazioni” | 8 novembre 2019
– 6 gennaio 2020 | Museo di
Palazzo Cipolla, Roma
Venerdì 8 novembre 2019 si apre al pubblico, nei prestigiosi
spazi del Museo di Palazzo Cipolla in via del Corso a Roma, la
mostra retrospettiva antologica dal titolo “Corrado Cagli.
Folgorazioni e Mutazioni”, dedicata alla vasta Opera del
Maestro Corrado Cagli.

L’esposizione è curata da Bruno Corà, storico e critico,
Presidente della Fondazione Burri, in
collaborazione con l’Archivio Cagli,
promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro –
Internazionale, ed organizzata da Poema
S.p.A.con il supporto di Comediarting.

La mostra presenta un ampio repertorio di dipinti scelti oltre
a un cospicuo corpus di disegni, sculture, bozzetti e costumi
teatrali, arazzi e grafiche, per un totale di circa 200 opere
provenienti da importanti istituzioni e prestigiose collezioni
private. La mostra ricostruisce nella sua interezza la vasta
attività creativa di uno dei maggiori protagonisti del
dibattito artistico italiano e internazionale del XX secolo e
riporta Cagli a Roma dopo la personale del ’99 tenutasi nelle
sale della galleria Archivio Arco Farnese a cura di Fabio
Benzi.
Il percorso espositivo permette al pubblico la visione dei
maggiori cicli pittorici realizzati dall’artista: dai primi
lavori giovanili in maiolica a quelli realizzati a olio o con
altre tecniche del periodo della Scuola Romana (1928 – 1938),
dalle prove neometafisiche (1946 – 1947) elaborate a New York
agli studi sulla Quarta dimensione (1949), per poi passare ai
Motivi cellulari (1949), alle Impronte dirette e indirette
(1950), alle eteree Metamorfosi (1957 – 1968), alle Variazioni
orfiche (1957), alla suggestiva ed enigmatica serie delle
Carte (1958 – 1963) e infine concludere con le Mutazioni
modulari sviluppate fino alla metà degli anni Settanta.

“Oggi l’arte di Cagli esige nuove riflessioni – spiega il
curatore Bruno Corà – un nuovo dibattito sul linguaggio e il
pensiero estetico di questo indiscusso Maestro del XX Secolo
va aperto. Questo momento espositivo consentirà di indagare e
di affermare, con i nuovi strumenti critici a disposizione,
l’attualità della lezione di Cagli, la cui azione proteiforme
non cessa mai di stupire e di esercitare stimoli ad artisti
chiamando oggi a declinare i modi della sua incessante ricerca
e dei suoi esiti più alti.”

Aggiunge il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente
della
                  Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale
                  che promuove la mostra: “Già negli anni ’30
                  Cagli è una figura di spicco dell’arte
                  italiana e rappresenta il Paese in rassegne
                  internazionali prestigiose: da molti viene
                   visto come esponente privilegiato di una
                   via italiana alla modernità, alternativa al
                   Futurismo da una parte e alla tradizionale
                   arte   del   Novecento    dall’altra.
                   Successivamente, la condizione precaria e
                   lo stile di vita nomade del periodo di
esilio americano lo portano a produrre arte con quella che il
saggista Raffaele Bedarida ha definito “schizofrenia
stilistica”, cosa che ha reso i lavori di quel tempo assai
“significativi a livello personale e non solo”. Inoltre, una
caratteristica fondamentale di Cagli è certamente lo sforzo
continuo verso la contaminazione, cercando collaborazioni al
di fuori dei confini di una singola disciplina: non solo con
letterati ma anche con musicisti, architetti, matematici e
molto altro. In questo senso, egli è un artista fortemente e
incredibilmente contemporaneo, ed è importante, a mio avviso,
ricordarne e riproporne oggi l’incessante, variegata e mai
banale ricerca espressiva.”

Nella mostra vengono posti in evidenza alcuni dei momenti
iconici della pittura di Cagli, quali ad esempio quelli
rivolti a dare una identità al “muralismo” italiano
(parallelamente a Sironi) nella ricerca di “un’arte ciclica e
polifonica”; per l’occasione sono riuniti alcuni dei pannelli
costituenti il ciclo esposto e in parte censurato
all’Esposizione Universale di Parigi del 1937. Sono anche
presenti alcune opere esposte nella mostra di rientro in
Italia, dopo l’esilio americano, allo Studio d’Arte Palma nel
1947 che suscitò un’azione di contrasto degli artisti del
gruppo Forma. Infine, in esposizione, oltre agli arazzi, alle
opere plastiche, ai bozzetti architettonici della Fontana
dello Zodiaco di Terni e a quelli del Monumento di Göttingen
in Germania, si possono osservare altresì anche il monumentale
cartone della pittura murale eseguita per la XXI Biennale di
Venezia del 1938, Orfeo incanta le belve, e una sezione
rilevante incentrata sull’attività di scenografo e costumista
teatrale con un risalto dato all’esperienza newyorkese della
Ballet Society insieme a George Balanchine.

Il catalogo, edito da Silvana editoriale e introdotto da un
saggio critico del curatore Bruno Corà, con prefazione del
Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, presenta, tra gli altri
contributi, i saggi di Aldo Iori, Federica Pirani, Angelo
Calabrese, Rita Olivieri, Marco Tonelli, Antonella Renzitti,
Claudio Spadoni e Adachiara Zevi, oltre a un considerevole
apparato storico critico e una selezione degli scritti
dell’artista a cura di Giuseppe Brigugliodell’Archivio Cagli
di Roma

L.C.

FAI d’AUTUNNO Fvg 12 e 13
ottobre
Le Giornate FAI d’Autunno compiono otto anni e sono più vitali
che mai. Sono giovani perché animate e promosse proprio dai
Gruppi FAI Giovani, che anche per quest’edizione hanno
individuato itinerari tematici e aperture speciali che
permetteranno di scoprire luoghi insoliti e straordinari in
tutto il Paese. Un weekend unico, irrepetibile, che sabato 12
e domenica 13 ottobre 2019 toccherà 260 città, coinvolte a
sostegno della campagna di raccolta fondi del FAI – Fondo
Ambiente Italiano “Ricordati di salvare l’Italia”, attiva a
ottobre.

Due giorni per sfidare la capacità degli italiani di stupirsi
e cogliere lo splendore del territorio che ci circonda,
invitando alla scoperta di 700 luoghi in tutta Italia,
selezionati perché speciali, curiosi, originali o bellissimi.
Saranno tantissimi i giovani del FAI ad accompagnare gli
italiani lungo i percorsi tematici espressamente ideati per
l’occasione, con l’obiettivo di trasferire il loro entusiasmo
ai visitatori, nella scoperta di luoghi inediti e straordinari
che caratterizzano il nostro panorama. Itinerari a tema, da
percorrere per intero o in parte, che vedranno l’apertura di
palazzi, chiese, castelli, aree archeologiche, giardini,
architetture industriali, bunker e rifugi antiaerei, botteghe
artigiane, musei e interi borghi.

Le Giornate FAI d’Autunno sono, quindi, l’opera collettiva dei
nostri ragazzi, il risultato della forza delle nuove
generazioni, simbolicamente incarnata in quel giovane che,
duecento anni fa, a ventun anni, scrisse i versi immortali
dell’Infinito: Giacomo Leopardi. Per questo l’edizione 2019 è
dedicata a lui e alla sua poesia, su cui vertono tre aperture
speciali: l’Orto sul Colle dell’Infinito, Bene del FAI a
Recanati (MC), inaugurato lo scorso 26 settembre alla presenza
del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, luogo che
ispirò l’idillio; il Parco Vergiliano a Napoli dove le spoglie
di Giacomo Leopardi sono state traslate nel 1939 dalla Chiesa
di San Vitale a Fuorigrotta, in cui l’amico Antonio Ranieri lo
fece tumulare nel 1837; infine, la Chiesa di Sant’Onofrio al
Gianicolo a Roma, con la tomba di Torquato Tasso che Leopardi
considerava tra gli italiani più eloquenti e sulla quale
pianse le sue lacrime più profonde.

Ogni visita prevede un contributo facoltativo, preferibilmente
da 2 a 5 euro, a sostegno dell’attività della Fondazione.
Durante le Giornate FAI d’Autunno in via eccezionale anche i
Beni FAI saranno accessibili a contributo facoltativo. Per gli
iscritti FAI e per chi si iscriverà per la prima volta – a
questi ultimi sarà dedicata la quota agevolata di 29 euro
anziché 39 – saranno riservate aperture straordinarie, accessi
prioritari, attività ed eventi speciali in molte città. La
quota agevolata varrà anche per chi si iscriverà per la prima
volta tramite il sito www.fondoambiente.it dal 1° al 20
ottobre.

Tra gli itinerari tematici e i luoghi più interessanti in
Friuli Venezia Giulia:

CORMONS (GO)

                             Tenuta di     Angoris   –   Villa
                             Locatelli

Apertura: domenica 13 ottobre, dalle ore 10.30 alle 18
Storica dimora situata al centro della Tenuta di Angoris
dall’inizio del XVIII secolo, Villa Locatelli sorge ai piedi
del Collio cormonese.    È preziosa testimone e custode del
passato di questa terra e degli uomini che qui hanno abitato e
lavorato scrivendone la storia. Circondata e protetta da un
parco secolare, splende il tutta la sua bellezza fra i colori
vivaci della natura che la circonda e il bianco candido delle
sue mura. Importante è ricordare il ruolo rivestito nel
contesto economico agricolo cormonese, con i numerosi vini qui
prodotti e imbottigliati già durante il periodo
austroungarico, dei quali ci sono rimaste le etichette di
Picolit, Ribolla, Verduzzo, Riesling, Refosco e Tokayer.
Normalmente chiusa al pubblico, apre solo in occasione di
eventi.

PASIANO DI PORDENONE (PN)

Villa Querini

Apertura: domenica 13 ottobre, dalle ore 10 alle 17

Aperta eccezionalmente per le Giornate FAI d’Autunno, Villa
Querini è una villa veneta del 1542 tra le più antiche del
Friuli occidentale, abitata parzialmente dagli ultimi eredi di
una nobile famiglia dell’aristocrazia veneziana, i Querini da
Santa Giustina o da Candia. Sorge su un’antica casa colonica
appartenuta alla famiglia veneziana dei Cavazza, ma già nel
1643 la proprietà passò ai Querini, che da tempo avevano
maturato interessi commerciali. Completamente ristrutturata e
ampliata per mano della famiglia al fine di renderla
monumentale, seguirono ulteriori interventi nel 1720, fra cui
l’ampliamento della barchessa. La costruzione si presenta
suddivisa in tre parti, delle quali quella centrale con
aperture laterali trabeate e centrale ad arco. All’esterno
dell’edificio troviamo un oratorio del XVIII secolo, dedicato
a San Pietro in Vincoli, una meridiana e il muro di cinta
ornato da pregevoli statue settecentesche. L’ala nord-ovest
della villa successivamente divenne di proprietà della
famiglia del rinomato economista e banchiere Alberto
d’Agostino, il quale ospitò diversi amici e personaggi
storici, tra cui il poeta vate Gabriele D’Annunzio.
Attualmente, in seguito a un ulteriore restauro, la residenza
è stata adibita a struttura ricettiva.

Centrale idroelettrica Claber *
Ingresso esclusivo per gli
Iscritti FAI con possibilità di
iscriversi in loco.

Apertura: domenica 13 ottobre, dalle ore 11 alle 12.30 e dalle
14 alle 15.30

Nel 1902 fu creata una centrale elettrica sulle sponde del
Fiume, data poi in concessione al Cotonificio Veneziano in
cambio della fornitura di energia elettrica per Villa
Saccomani e per il funzionamento del mulino. Dopo le vicende
belliche, il mulino fu dapprima rinnovato nel 1919, mentre un
secondo ammodernamento si ebbe nel 1934. A partire dagli anni
‘50 sia la produzione di energia elettrica sia l’attività
molitoria iniziarono il loro declino a causa della crisi
generale del settore tessile, presto scalzato dal settore
industriale, e da un cambiamento sociale che vide
l’affermazione delle grandi società di macinazione. Questo
percorso culminò nell’alluvione del 1966 che decretò la
chiusura della centrale e la cessazione dell’attività del
mulino. La centrale fu poi acquistata dalla ditta Claber di
Fiume Veneto assieme alla concessione per lo sfruttamento del
salto d’acqua. Ristrutturata nel 2000, è ora un impianto
idroelettrico ad acqua fluente con funzioni ambientali.
Impianto industriale in attività, è normalmente chiuso al
pubblico.

                      TRIESTE

Palazzo Vivante

Apertura: sabato 12 e domenica 13 ottobre, dalle ore 10 alle
17

Palazzo Vivante, eretto tra il 1842 e il 1844 su progetto
dell’architetto Domenico Corti, ha assunto via via il nome dei
rispettivi proprietari: Antonio Corti, Domenico Garofalo,
Marco Salem, Fortunato Vivante. Quest’ultimo acquistò il
palazzo per eleggerlo a dimora della sua famiglia e per
adeguarla al suo rango, Direttore di Banca Union, Consigliere
del Lloyd Austriaco e delle Assicurazioni Generali. Lo studio
del progetto venne affidato all’architetto Rudolf Dick di
Vienna e l’esecuzione dei lavori all’ingegnere Arturo Ziffer
di Trieste; gli interventi, eseguiti tra il 1906 e il 1908,
portarono notevoli cambiamenti alla struttura abitativa
dell’edificio, conferendole l’aspetto odierno con la facciata
in stile neoclassico e il percorso di rappresentanza.
Spettacolare lo scenografico scalone doppio nonché la
raffinatezza principesca degli interni, con le splendide sale
decorate, omaggio a un barocco pur sempre contenuto entro la
“misura” classica. Attuale sede dell’associazione “Opera Figli
del Popolo” per l’assistenza sociale alla gioventù, il palazzo
non è normalmente visitabile.

Palazzo Vescovile (Palazzo Vicco) * Ingresso esclusivo per gli
Iscritti FAI con possibilità di iscriversi in loco, solo su
prenotazione. ATTENZIONE – PRENOTAZIONI ESAURITE

Apertura: sabato 12 ottobre, dalle ore 11 alle 12

Il Palazzo Vescovile in via Cavana venne edificato alla fine
del XVIII secolo per volere del suo ultimo proprietario, il
commerciante portoghese Antonio Vicco, e dopo il 1830 divenne
sede dell’allora Diocesi di Trieste e Capodistria. Al suo
interno ospita una cappella dedicata alla Madonna Addolorata,
unica opera realizzata in città dall’architetto Ivan Vurnik,
prezioso esempio artistico della Secessione viennese, dominata
da due soli colori, il bianco e l’oro. Meravigliosa la statua
di Cristo, con i capelli e il sangue dorato che sgorga dal
costato. Dal 1813 al 1820 il palazzo ospitò Joseph Fouché duca
d’Otranto, esule in fuga dalla restaurazione. Attuale sede
della Curia Vescovile, il sito è normalmente chiuso al
pubblico.

                             MARTIGNACCO (UD)
Villa Deciani

Apertura: domenica 13 ottobre, dalle ore 10.30 alle 13 e dalle
14 alle 17

Villa Deciani è una dimora nobiliare sita in via Deciani a
Martignacco, caratterizzata da un ampio piano nobile con porta
finestra. Inizialmente un antico rustico comperato nel 1510 da
Francesco Deciani, fu trasformata in residenza padronale da
Tiberio Deciani nel 1550. La ristrutturazione della prima metà
del Settecento ha fatto aggiungere alla casa padronale due ali
laterali e due barchesse. Nel parco si trovano il rustico per
attrezzi e prodotti agricoli, l’ex filanda e l’annessa chiesa
romanica intitolata a San Nicolò. Quest’ultima, originaria
della fine dell’XI o dell’inizio del XII secolo, conserva un
altare in marmo e frammenti di affreschi trecenteschi relativi
al miracolo del Santo vicini allo stile di Vitale da Bologna.
L’absidiola dell’edificio religioso inoltre è rappresentato
nello stemma del comune. Nel maggio 1916 il Principe di
Galles, Edoardo d’Inghilterra, accolto da Vittorio Emanuele
III, che risiedeva a Martignacco, soggiornò nella villa per
alcuni giorni. Oggi abitazione privata, è normalmente chiusa
al pubblico.

DOMANI VENERDI’ 11OTTOBRE
J.P. BIMENI A SACILE, GRANDE
ANTEPRIMA DE IL VOLO DEL JAZZ
Da rifugiato a re del soul, con una voce che ricorda il primo
Otis Redding.

J.P. Bimeni torna in Italia – dopo gli applausi raccolti
quest’estate al Jova Beach Party – per calcare i palchi dei
festival più prestigiosi con la sua band The Black Belts. E
domani venerdì 11 ottobre sarà a Sacile per la grande
anteprima de Il volo del Jazz (Teatro Zancanaro) di Circolo
Controtempo. In questi giorni intanto, è stati ospite di varie
trasmissioni Rai e di Propaganda Live su La 7.

Per la prima volta nella Capitale, inizia con Romaeuropa
Festival per la rassegna Diasporas il 10 ottobre (Auditorium
Parco della Musica); poi Sacile, quindi il 12 ottobre a
Firenze per Musica dei Popoli (Flog); il 16 novembre a Venezia
Mestre per Candiani Groove (Centro Culturale Candiani), per
chiudere il 17 novembre a Parma per il Barezzi Festival
(Auditorium Paganini).

Deep soul all’ennesima potenza, l’artista presenta l’album di
debutto “Free me” (Tucxone Records/Self) già eletto miglior
album dell’anno da BBC 6 Music e Uk Vibe Moko. Un disco in cui
risuona con potenza l’anima dell’Africa e un’atmosfera unica,
che forse solo    chi   ha   sofferto   veramente   può   davvero
interpretare.

Le canzoni di J.P. Bimeni ci parlano di amore e perdita,
speranza e paura, con la consapevolezza tipica delle vite
messe innumerevoli volte alla prova. Alle jam funk si
susseguono profonde e accorate ballad provenienti dal southern
soul. Che si tratti del funk di “Honesty”, della ribelle e
ispirata “Fade Away” o della commovente “I Miss You”, ogni
volta Bimeni sa sorprendere l’ascoltatore grazie
all’incredibile profondità della sua estensione vocale.

“Credo che il sentimento generale di ‘Free me’ sia il mio
intenso desiderio di sentirsi liberi emotivamente, fisicamente
e spiritualmente. Nella vita a volte capita di sentire di
volere di più, capire che ci manca qualcosa. È un vuoto che
qualcuno riempie con cose materiali, mentre altri cercano una
risposta attraverso la conoscenza intellettuale o un viaggio
spirituale. Da sempre l’umanità sente il bisogno di conoscere
lo scopo ultimo della vita, in molti elaborano le proprie
interpretazioni. Per quanto mi riguarda, la vita è
semplicemente il nudo desiderio di sentirsi liberi. Che sia
attraverso il pensiero intellettuale, spirituale, o con
l’espressione creativa, io sto percorrendo quel viaggio di
ricerca”.

                         J.P. Bimeni discende dalla famiglia
                         reale burundese ma già all’età di 15
                         anni è costretto a fuggire dal suo
                         Paese in seguito allo scoppio della
                         guerra    civile,    sopravvivendo
                         miracolosamente a ben due attentati.
                         Si rifugia nel Regno Unito e dopo
                         qualche anno in Galles si stabilisce
                         a Londra. Nella Capitale del Regno
                         Unito   abbraccia   le  infinite
                         possibilità musicali che la città
                       offre: jam session con la band di
Roots Manuva, serate open mic insieme ai Noisettes e un
incontro con una Adele all’epoca adolescente.

A portarlo verso la strada che ancora oggi sta percorrendo è
stato l’invito, nel 2013, ad unirsi alla tribute band
ufficiale di Otis Redding. Partecipando, nel 2017, come ospite
del gruppo funk Speedometer ad uno show in Spagna viene notato
dalla Tucxtone Records che lo mette subito sotto contratto e
dà inizio al suo progetto insieme ai The Black Belts, la sua
attuale band.

Il fatto che, come migrante, abbia vissuto un’esistenza fuori
dall’ordinario e viva per raccontare questa storia rende le
sue canzoni ancor più cariche di significato: “Quando mi
trovavo sospeso tra la vita e la morte, dopo che mi spararono,
chiamarono un prete per darmi l’estrema unzione – ricorda
l’artista – Ho guardato il prete e ho detto ‘Sento che non
morirò. Sento che vivrò a lungo, conoscerò il mondo e proverò
a me stesso che il mondo non è soltanto odio e violenza’”.
10 OTTOBRE: ROMAEUROPA FESTIVAL – AUDITORIUM PARCO DELLA
                       MUSICA – ROMA

                  Via Pietro de Coubertin, 30

Ore 21 – da 15 a 25 € – doppio concerto con Alsarah and the
              Nubatones Link acquisto on line

  11 OTTOBRE: IL VOLO DEL JAZZ – TEATRO ZANCANARO – SACILE

              Viale Zancanaro, 26 – Sacile PN

                  Ore 21 – Biglietto 20 €

       12 OTTOBRE: MUSICA DEI POPOLI – FLOG – FIRENZE

Ore 21,30 – Biglietto intero 13 € + costi prev. Link acquisto
                           on line

 16 NOVEMBRE: CANDIANI GROOVE – CENTRO CULTURALE CANDIANI –
                       VENEZIA MESTRE

                 Piazzale Luigi Candiani, 7

    Ore 21 – Biglietto intero 16 € Link acquisto on line

 17 NOVEMBRE: BAREZZI FESTIVAL- AUDITORIUM PAGANINI – PARMA

               Centro Congressi – Sala Ipogea

       Ore 21 – Biglietto 17 € Link acquisto on line

                        Carlo Liotti
LA       GRANDE      STORIA
DELL’IMPRESSIONISMO   il  2
dicembre     al    Rossetti
diTrieste
Arriva finalmente anche a Trieste “ La grande storia
dell’impressionismo”, lo straordinario racconto-spettacolo
creato da Marco Goldin che mette in scena l’incanto della
pittura da Monet a Van Gogh, entusiasmando il pubblico dei
principali teatri italiani con delle bellissime musiche
originali e una produzione visiva davvero unica che dà vita ai
quadri degli impressionisti.

Viene annunciata oggi l’attesa data: il 2 dicembre (inizio ore
21:00) al Politeama Rossetti di Trieste. I biglietti (prezzi
da 20 a 34 euro più diritti di prevendita) saranno in vendita
a partire dalle ore 10:00 di mercoledì 9 ottobre alle
biglietterie del teatro, online su Ticketone.it, Vivaticket.it
e nei punti vendita autorizzati. Tutte le informazioni sono
consultabili sul sito www.ilrossetti.it

Marco Goldin, il maggiore esperto di impressionismo del nostro paese,
condurrà poeticamente lo spettatore per mano nella Francia degli ultimi
decenni dell’Ottocento, con il suo modo unico di raccontare l’arte,
semplice ma mai banale, scandagliando emozione e conoscenza, e mettendo
insieme parole, sensazionali immagini e straordinarie musiche. Al suo
fianco sul palco Remo Anzovino (Nastro D’Argento 2019 – Musica
dell’Arte),   uno   dei   principali   esponenti   della   scena   musicale
contemporanea che ha composto le musiche originali dello spettacolo e le
eseguirà dal vivo al pianoforte, e sullo sfondo le esclusive scenografie
video create dai videomaker Fabio Massimo Iaquone e Luca Attilii, in
grado di ideare una produzione visiva che non si era mai vista prima
d’ora nei teatri italiani per uno spettacolo di questo genere.
Il racconto teatrale si svilupperà in cinque momenti, in due ore di
spettacolo: Goldin, facendo ricorso al suo narrare sempre fluido ed
empatico, con le parole che generano continue immagini, accompagnerà
tutti     dapprima   nella   foresta   di   Fontainebleau,   dove   i   giovani
impressionisti, da Monet a Pissarro, da Renoir a Sisley, si incontravano
a metà degli anni sessanta per dipingere nei boschi. L’amore nei
confronti del paesaggio farà da contrappunto a tutto il percorso, anche
quando, e sarà il secondo momento della narrazione, si entrerà nel
decennio successivo, quello canonico dell’impressionismo. Periodo in cui
prenderanno il via, da quella memorabile del 1874 nello studio di Nadar,
le esposizioni impressioniste, con l’ingresso sulla scena parigina della
pittura anche di Cézanne, Degas e Gauguin, o di figure femminili come
Berthe Morisot o l’americana Mary Cassatt. La meraviglia del fiume, i
disgeli lungo la Senna, le alte scogliere di Normandia, le sue spiagge e
il mare, daranno la possibilità a Goldin, nel terzo tempo del suo
racconto, di parlare della crisi dell’impressionismo e della fine del
dogma della pittura di plein-air in Monet. Prima dei due momenti
conclusivi, riservati a due straordinari artisti che hanno portato fino
alle estreme conseguenze la crisi dell’impressionismo: Vincent van Gogh e
Paul Gauguin.

La tournee de “La Grande Storia dell’Impressionismo” è prodotta da
International Music and Arts e Linea d’ombra, con il sostegno del Gruppo
Baccini; lo spettacolo del 2 dicembre a Trieste è organizzato da VignaPR
srl in collaborazione con il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia
Giulia.

LA GRANDE STORIA DELL’IMPRESSIONISMO

LUNEDÌ 2 DICEMBRE 2019, ore 21:00

TRIESTE, Politeama Rossetti

Prezzi dei biglietti:

Platea A/B € 34,00 + diritti di prevendita

Platea C € 31,00 + diritti di prevendita
Prima galleria € 28,00 + diritti di prevendita

Seconda galleria € 25,00 + diritti di prevendita

Loggione € 20,00 + diritti di prevendita

Biglietti in vendita dalle ore 10:00 di mercoledì 9 ottobre alle
biglietterie del Teatro Rossetti, online su Ticketone.it, Vivaticket.it,
e nei punti vendita autorizzati (a Trieste al Ticket Point in Corso
Italia e alle Torri D’Europa)

TEATRO MODENA DI PALMANOVA
PRESENTATA   LA   STAGIONE
2019-2020
presentata oggi, giovedì 3 ottobre, nel Salone d’Onore del
Comune di Palmanova la stagione teatrale 2019/2020 del Teatro
Gustavo Modena. Ad illustrare nel dettaglio il programma della
rassegna palmarina intervengono il Sindaco Francesco Martines,
l’Assessore alla Cultura Adriana Danielis e il Direttore
dell’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia Renato
Manzoni.

Come da consolidata tradizione anche il programma 2019/2020
del Modena si comporrà di otto serate, sei dedicate alla
prosa, una alla danza e una, fuori abbonamento, alla musica.

Il cartellone si aprirà con i fuochi d’artificio di una delle
coppie più rodate dello spettacolo italiano. Domenica 17
novembre Massimo Lopez e Tullio Solenghi porteranno il loro
Show al Modena: una carrellata di gag, personaggi, comicità,
musica e divertimento!
Domenica 8 dicembre sarà la volta di uno dei personaggi più
“forti” e più iconici del teatro di Carlo Goldoni: Mirandolina
de La locandiera. A vestirne i panni sarà Amanda Sandrelli
accompagnata dall’affiatata compagnia toscana dell’Arca
Azzurra. L’appuntamento con la danza aprirà il 2020 del
Gustavo Modena giovedì 23 gennaio. Sul palco del Teatro si
esibiranno l’étoile Emanuela Bianchini e i solisti della
Compagnia di Mvula Sungani in Odyssey Ballet, un’Odissea
riletta in versione contemporanea attraverso la physical dance
del coreografo italo-africano.
Difficile trovare una definizione per la pièce che intratterrà
il pubblico sabato 1. febbraio: Le regole per vivere è una
commedia corale in cui al pubblico vengono comunicate delle
informazioni sui personaggi che gli stessi personaggi
ignorano. Il palco diventa così un esilarante campo minato nel
quale ogni singolo attore deve destreggiarsi facendo
attenzione ai tranelli.
La Scimmia di Giuliana Musso ha debuttato nel corso di
Mittelfest 2019 e ha ottenuto grande successo di critica e
pubblico. Chi ha apprezzato Giuliana Musso in uno dei suoi
lavori precedenti (Nati in casa, Sexmachine, La fabbrica dei
preti, Tanti saluti, per citarne alcuni), non potrà non amare
questo nuovo personaggio nato dalla sua instancabile ricerca
drammaturgica. L’appuntamento è per giovedì 20 febbraio.
Domenica 8 marzo, invece, arriveranno gli autori e gli attori
del Teatro Golden di Roma con La casa di famiglia divertente
commedia – con Luca Angeletti, Toni Fornari, Simone Montedoro
e Laura Ruocco – che nella scorsa stagione è giunta al secondo
posto nelle preferenze del pubblico dell’intero Circuito ERT.
La stagione in abbonamento si chiuderà lunedì 16 marzo con la
trasposizione teatrale di uno dei romanzi più significativi
della letteratura mondiale: I Miserabili di Victor Hugo. Gli
attori dello Stabile del Friuli Venezia Giulia, capitanati da
Franco Branciaroli e diretti da Franco Però, daranno vita alle
atmosfere della Parigi di inizio Ottocento.

Sarà fuori abbonamento in primavera, invece, il Concerto della
nuova Istituzione musicale e sinfonica del Friuli Venezia
Giulia. Maggiori dettagli su questo concerto verranno forniti
nel corso della stagione.

La campagna abbonamenti della stagione si terrà al Teatro
Modena in via Dante con il seguente calendario: rinnovo
abbonamenti dal 7 al 12 ottobre con orario 17.30/19.45,
sottoscrizione nuovi abbonamenti dal 14 al 19 ottobre, sempre
dalle 17.30 alle 19.45.

L’acquisto in prevendita dei biglietti sarà disponibile anche
online su www.vivaticket.it. Aggiornamenti e approfondimenti
sulla stagione del Teatro Modena sono disponibili sui siti web
dell’ERT e del Comune di Palmanova, nonché sui rispettivi
profili Facebook e Twitter. Informazioni: Teatro Gustavo
Modena 0432.924148; Comune di Palmanova 0432.922131.
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