Sconcerto di Assiterminal per sentenza Cassazione sull'Ici - Messaggero Marittimo
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4 Luglio 2019 - Sconcerto di Assiterminal per sentenza Cassazione sull’Ici GENOVA – Secondo Assiterminal, l’associazione nazionale dei terminalisti portuali, la ”sentenza della Cassazione relativa all’applicazione dell’Ici su aree scoperte in concessione al terminal PSA di Voltri, ha un valore e una gravità che vanno ben oltre il caso specifico, pure rilevante per la sua consistenza economica. In quella sentenza viene plasticamente rappresentata l’assenza di una politica per la portualità in grado di dare regole certe, omogenee su tutto il territorio nazionale, a chi decide di investire in quel https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - settore, i terminalisti portuali in primis”. ”E’ una regola fondamentale dell’economia in tutto il mondo quella che vuole che la competizione economica, la concorrenza tra imprese, sia giocata con parità di condizioni tra i concorrenti. Ma è una regola che non vale per i porti di questo paese, perché molti Governi passati e presenti non hanno saputo, prima ancora che voluto, sconfiggere i localismi che hanno fatto si che ciascun porto facesse repubblica a se, applicando le stesse norme interpretandole sino a farle diventare del tutto diverse, addirittura contrastanti, da realtà a realtà. E non stiamo a parlare di disposizioni secondarie, ma, solo per citare due casi, di norme che regolano i regimi concessori e i criteri per la definizione dei canoni, o che influenzano l’organizzazione del lavoro; insomma regole fondamentali per disciplinare la corretta competizione”, prosegue la nota dell’Associazione diretta da Luigi Robba. ”Si fa un gran parlare di semplificazione legislativa e di certezza delle norme e non si riesce ad operare per definire un perimetro certo alla iniziativa della Art, rischiando di generare un ulteriore fattore di competenza e di complicazione sulle responsabilità delle istituzioni cui è preposta la titolarità sull’utilizzo del demanio e sulle concessioni. Due anni fa è stata varata una riforma della governance della portualità che avrebbe dovuto dare un approccio omogeneo alle politiche per lo sviluppo infrastrutturale e portuale. Quella riforma è inattuata nei suoi obiettivi e strumenti. La riduzione delle Ap con la creazione delle AdSp non ha avuto alcun effetto sulla armonizzazione delle norme di cui sopra. Anzi, siamo al paradosso che in molti casi nella stessa AdSp convivono regole contraddittorie nei due ambiti portuali aggregati. Il tavolo nazionale di coordinamento dei presidenti di Adsp – conclude Assiterminal -, che avrebbe dovuto avere una funzione fondamentale nell’indirizzo degli investimenti infrastrutturali, non risulta stia operando. Quello che non ci siamo mai fatti mancare sono convegni, annunci, propaganda, discussioni teoriche ed esercitazioni giuridiche. Con questo patrimonio e armamentario si pensa che la portualità italiana sia in grado di affrontare il futuro?”. https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - Il futuro dei sedimenti della Darsena Europa LIVORNO – Davide Pellegrini, responsabile Ispra di Livorno, a margine del workshop che si è tenuto in città sulla “Valutazione degli effetti fisici dovuti alla movimentazione dei sedimenti in aree marino-costiere: strumenti e metodologie di approccio”, spiega gli impatti legati alla movimentazione, https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - dragaggi compresi e quali saranno le metodologie da adottare per la salvaguardia ambientale nella futura opera della Darsena Europa. Fedepiloti: segnali per valorizzare la professione ROMA – L’Assemblea aazionale della Federazione Italiana Piloti dei Porti, svoltasi ieri, martedì 9 Aprile nei saloni del Grand Hotel Plaza a Roma, ha https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - offerto spunti di riflessione ma soprattutto di punti di “ri”partenza per una professione del mare che fonda le proprie radici nei valori di un ruolo a garanzia dell’interesse generale scevro da coinvolgimenti del mercato. E’ bastato l’incipit del presidente della Federazione, comandante Francesco Bandiera, ad aprire un confronto che ha coinvolto in un dialogo schietto e senza giri di parole tutti gli stakeholders del cluster marittimo. In platea ad ascoltare e annuire i rappresentanti del Governo, il ministro Danilo Toninelli, il suo vice, con delega ai porti, Edoardo Rixi, il capogruppo del Pd della IX Commissione della Camera, Raffaella Paita, il Comandante generale delle Capitanerie, ammiraglio Giovanni Pettorino, il vice presidente di Confcommercio Paolo Uggè, i massimi rappresentanti di varie associazioni. “Il pilotaggio portuale Italiano è in seria, profonda difficoltà!”: parole, queste, del presidente Bandiera che hanno aperto una voragine sulle problematiche inerenti il pilotaggio, “un servizio a disposizione dell’Autorità marittima 24h su 24 per interventi in emergenza” e che in Italia “ha garantito per decenni economicità con alto livello di operatività e sicurezza”. Già, la sicurezza: il nodo sul quale si è dibattuto sottolineando un dato di appena due anni fa, relativo ad un’analisi delle assicurazioni di settore che assegna ai piloti italiani “il primo posto al mondo per minore incidentalità nei porti a dispetto degli spazi sempre più stretti e degli escavi sempre più necessari”. A quale prezzo? “Il costo del pilotaggio in Italia, in uno studio europeo del 2012, risulta essere di molto inferiore alla media continentale. Giusta e sacrosanta l’attenzione al profitto – ha precisato Bandiera -. L’armatore investe ingenti somme prendendo grandi rischi imprenditoriali. Di questo la gente di mare ne è consapevole e noi Piloti abbiamo molto chiara questa verità”. Senza perdere di vista “il vero core business del pilotaggio: tutela degli interessi più che legittimi dell’armatore, quello ancora più importante dell’interesse generale dello Stato attraverso la salvaguardia della vita umana in mare e dei beni materiali ed ambientali. E’ la composizione di questi due interessi che deve essere realizzata garantendo la sicurezza dei porti e delle acque portuali”. Il tutto messo in discussione dall’idea dell’autoproduzione: “Il prossimo 8 Maggio saremo a Palermo a difendere l’impianto del pilotaggio Italiano presso il Consiglio di Giustizia Amministrativa proprio in una causa https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - sull’autoproduzione – appellata da un operatore privato che ha rilevato un trasporto marittimo pubblico regionale in regime di monopolio – finanziato con fondi pubblici destinati anche a garantire la sicurezza nei porti attraverso il corretto utilizzo dei servizi tecnico-nautici. Noi siamo professionisti del mare, prestati all’Amministrazione per la tutela dei porti Italiani, normati dal Codice della Navigazione e dalle leggi sui porti che sono progressivamente intervenute. A tutela di tutti i soggetti, pubblici e privati, i servizi tecnico-nautici devono mantenere un’autonomia di esercizio scevra da qualsiasi influenza diretta del mercato”. ”All’Amministrazione marittima nelle sue componenti centrali e periferiche diciamo che noi Piloti ci sentiamo assolutamente parte attiva della voglia di ripresa di questo Paese, perchè crediamo nel servizio reso: nella tutela pubblica dell’interesse generale dei porti, delle strutture, dell’ambiente marino”. Ma non è l’unico punto scottante: “Entrando in tema tariffario, doveva essere l’anno del rinnovo delle tariffe per il riequilibrio finanziario nazionale anelato da sei-lunghi-anni con l’unanime condivisione di tutto il cluster marittimo e con il patrocinio del Mit. Avrebbero dovuto applicarsi i criteri e meccanismi così come espressamente indicato dallo stesso Ministero nel 2012, ed avrebbe dovuto anche essere l’anno in cui sarebbe stato sancito che esistono navi sempre più grandi che entrano nei nostri porti non tutti adeguati strutturalmente. Intendimenti tutti disattesi. Eppure siamo in assoluto i più operativi in Europa e forse anche nel mondo, con oltre mille prestazioni per pilota contro una media per Paese di circa 500, mentre il pilotaggio in assistenza via radio oggi è aumentato al 48 per cento degli interventi”. Ma i piloti non mollano: “Continueremo a difendere il nostro impianto regolatore in tutte le sedi ed in ogni modo perchè certi della bontà dello stesso, ma soprattutto perchè questa è la cornice fissata dalla nostra disciplina che per altro non è assolutamente contraddetta dal regolamento Europeo nr. 352/2017, che potrá portare solamente eventuali ben accette integrazioni”. https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - Assoporti presenta scali e territori al Seatrade MIAMI – In Italia il traffico crociere cresce con un incremento del 7% nel 2018 e una previsione per il 2019 che sarà da record. Le stime, infatti, sono di 11,89 milioni di passeggeri con variazioni in aumento quasi ovunque. Con queste premesse, i porti italiani si sono presentati al Seatrade Cruise Global 2019 con presenza istituzionale dell’Enit e del Consolato Italiano a https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - Miami. Un segmento, quello delle crociere, che cresce grazie ai servizi efficienti dei nostri porti ma, naturalmente, per il forte richiamo turistico del nostro Paese che detiene beni culturali e paesaggi unici al mondo. Ad aprire le giornate nel padiglione tricolore, il taglio del nastro con il Console generale di Miami, il presidente di Assoporti e il direttore marketing Enit. Successivamente, un programma ricco di incontri istituzionali ed eventi dei singoli porti per presentare il sistema italiano alle migliaia di visitatori. A margine del taglio del nastro, il Console generale Cristiano Musillo ha ricordato come “L’Italia rappresenta cultura, storia, innovazione, logistica e tante eccellenze nel settore design, moda, cucina e molto altro. I porti raccolgono tutto e per tale motivo sono molto lieto di aver avviato questa collaborazione con Assoporti.” Per il presidente di Assoporti, Daniele Rossi, “L’aver creato sinergia tra le istituzioni dà forza alle eccellenze del nostro Paese e sono molto contento del risultato. In questi giorni presentiamo al mondo un Paese ricco di risorse con una portualità attiva ed efficiente.” Dal canto suo, la direttrice marketing di Enit, Maria Elena Rossi, nel rilevare la forte crescita dei traffici crociere, ha ricordato, “Assoporti e Enit hanno avviato un accordo qualche mese fa e già ora si stanno vedendo i risultati, con una presentazione del sistema Paese coordinato e che possa dare risposte sia in termini operativi portuali che di offerta turistica sul territorio.” https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - Emilia Romagna, guarda alla Germania BOLOGNA – Il cluster intermodale ER.I.C. (Emilia Romagna intermodal cluster) è al centro della missione, guidata per la Regione Emilia Romagna dal direttore generale Territorio e Ambiente, Paolo Ferrecchi, e organizzata dall’Istituto sui trasporti e la logistica (Itl), in collaborazione con Aster, l’azienda regionale per lo sviluppo del territorio, nell’ambito del network EEN, la più grande rete europea a supporto del piccole e medie imprese sui mercati esteri. Obiettivo della missione è promuovere l’attrattività del sistema delle piattaforme regionali come destinazione finale per i traffici ferroviari europei. Con questo obiettivo, la missione da lunedi, è impegnate in incontri businnes to businnes imprese emiliano-romagnole e tedesche nel land tedesco dell’Assia, tra Francoforte e Wiesbaden. Attualmente il cluster movimenta il 90% dei traffici ferroviari regionali per un totale di circa 18 milioni di tonnellate all’anno. L’obiettivo è di incrementare ulteriormente la quota modale ferroviaria, riducendo il trasporto su gomma, altamente impattante in termini di inquinamento e https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - congestione del traffico sul territorio regionale. Il sistema regionale dotato di efficienti infrastrutture per il trasporto intermodale delle merci è già nelle condizioni di ricevere ulteriori importanti quantitativi di merci rafforzando il suo ruolo sul mercato intermodale del nord Italia, anche come risposta alla prossima saturazione di importanti nodi. Il cluster intermodale regionale è stato presentato a importanti imprese dei trasporti e della promozione territoriale del Land tedesco, tra cui Kombiverkeher, Holm- House of logistic and Mobility ed Hessen Trade & Invest GmbH. Inoltre, cinque imprese del cluster intermodale regionale – Cepim Spa, Interporto di Bologna Spa, Terminal contenitori Ravenna, Dinazzano Po Spa, Terminal Italia Gruppo FS – hanno partecipato nel pomeriggio del 8-04 ad una sessione di brokeraggio dove hanno incontrato potenziali partner tedeschi in incontri b2b dedicati ad approfondire potenziali partnership commerciali. Nell’ambito del ventennale protocollo d’intesa tra la Regione Emilia Romagna e il Land Assia, ieri la delegazione è stata ricevuta da Mark Weinmeister, sottosegretario di Stato per gli affari europei e da Mr. Schuster rappresentante del Ministero dell’economia, energia e trasporti per esplorare future aree di collaborazione nell’ambito delle mobilità sostenibile delle merci tra le due regioni. https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - Deal or not deal? Questo è il dilemma… Ogni giorno mangiamo Brexit in tutte le salse e, ci piaccia o no, è una pietanza che troveremo in tavola ancora per un bel pezzo, dunque tanto vale conoscerla nei suoi ingredienti meno superficiali, ma non per questo meno indigesti. Un aiuto ci viene, ancora una volta, dal professor Mauro Giusti, docente universitario carico di titoli e delle esperienze più diverse in materia economico finanziaria a livello non solo nazionale. “Deal or not deal?” È la questione del momento a cui il professor Giusti prova, da par suo, a dare risposta analizzando i pro e i contro di quello che si sta rivelando un problema più difficile del previsto. Ormai in dirittura di arrivo, il nodo della uscita del Regno Unito dalla Ue senza accordi (no deal) mostra il vero nocciolo del dilemma. https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - Il vessato ingresso della Gran Bretagna nell’allora CEE, dopo 12 anni di attesa e ben due veti di De Gaulle, risale al 1973, fu ratificato nel 1975 da un referendum con quasi il 70% dei voti. L’UK ebbe parte attiva sia nel completamento del mercato interno (Milano, 1985) che nella creazione dell’Unione Doganale (Atto unico del 1986), con provvedimenti attuativi fino al 1992 e l’integrazione nell’Unione doganale anticipò la firma del trattato di Maastricht, che segnò la nascita della Ue. Tralasciando il susseguirsi delle leggi, va precisato che la rinuncia al Trattato Ue può lasciare in vita normative antecedenti che investono trattati multilaterali, dei quali le parti in causa dovranno concordare la sopravvivenza. L’uscita da Maastricht non comporta per i Britannici l’uscita dall’Unione Doganale di cui fanno parte, uscita che dovrà, dunque, essere oggetto di uno specifico accordo con la Ue. Chiarito questo punto dirimente, non sottolineato fin’ora dai media più catastrofisti, va rammentato che i problemi della Brexit vanno ben oltre quelli doganali. L’abbandono pone, infatti, un complesso di questioni, non solo economiche alle quali, fra l’altro si accompagnano moltissime altre norme da disapplicare collegate alla problematica tariffaria. Pensiamo all’uscita dall’articolato sistema di tutela pubblica della concorrenza o alla costruenda unione bancaria, destinati a moltiplicare le occasioni di attrito tra i due sistemi e gli intralci che ostacoleranno la superstite circolazione delle merci. Fra i diversi, inevitabili contraccolpi, l’uscita dall’esenzione doganale sarà senz’altro il più evidente e rilevabile da ambo le parti. L’applicabilità della tariffa extracomunitaria alle importazioni dalla Gran Bretagna che, dal canto proprio, potrà applicare dazi ad libitum (anche del 3,5%) sulle nostre esportazioni, colpirà con effetti immediati e diretti i rapporti commerciali fra l’UK e i restanti Stati dell’Unione. I saldi delle rispettive bilance commerciali subiranno modificazioni quantitative difficilmente apprezzabili nell’assoluto, tanto più cospicue quanto più alto era il valore dell’interscambio. Perciò a risentirne saranno anzitutto la Germania e la Francia, più ancora dell’Italia, ma il segno sarà negativo per tutte le parti coinvolte perché l’imposta di confine traslata sui prezzi colpirà la domanda e gli scambi tenderanno a decrescere, anche se non in misura marcata e simmetrica. Per https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - l’Italia alcune fonti ravvisano un danno di 4 miliardi; più che di calcoli si tratta di profezie, dato che il rango medio/alto dei consumi interessati risulta meno sensibile agli aggiustamenti. Il consumatore italiano di whisky o di salmone scozzese non si ritrarrà in toto dall’acquisto per l’aumento unitario di 3 o 4 Euro così come, per lo stesso motivo, l’upper class albionica non rinuncerà del tutto al Prosecco Doc né al Parmigiano reggiano autentico. L’uscita dall’ Unione Doganale, da sempre contrastata dai laburisti e approvata dai Comuni con soli otto voti di maggioranza, dopo un lungo braccio di ferro, è stata timidamente ritirata dal governo May solo successivamente, per la speciosa posizione dell’ala oltranzista volta a riappropriarsi del potere incondizionato di contrattazione su tutti gli scambi commerciali. Tale scelta, altrettanto fallace, viene oppugnata dalla Ue come conseguenza inevitabile, inscindibile e non discutibile del primo abbandono. La May, magari facendo sistema con l’opposizione Labour, deve riflettere ancora sull’ alto volume dell’interscambio con i 27 Paesi restanti, che le consiglierebbe di conservare un’area di libero scambio customs free; ciò eviterebbe sobbalzi nell’andamento di commerci di tale portata, almeno fino ad una sostituzione delle regole comuni con quelle di molteplici rinegoziazioni unilaterali e, in quanto tali, non armonizzate da regole puntuali di reciprocità, che richiedono anni di trattative. L’Ue dovrebbe riesumare lo scenario polemicamente ventilato e definito irreale e fiabesco dall’allora premier Major, di un Regno Unito pronto a diventare “un porto franco ai margini dell’Europa continentale”, libero da vincoli comuni e rapido nel cogliere ogni congiuntura favorevole ai propri interessi nazionali. L’ipotesi, oggi più attuale che nel 1996, godrebbe probabilmente dell’avallo della Cina e della Russia, entrambe interessate all’indebolimento della Ue, e, per lo stesso motivo, della neutralità degli USA che, con il Canada, potrebbero propugnare un United Kingdom testa di ponte in Europa di un asse commerciale nordatlantico nell’ambito di un quadro geopolitico radicalmente mutato. Poco senso, inoltre, può avere la rigida osservanza dei trattati degli attuali responsabili Ue, Juncker, Moscovici e Tusk, di cui una necessitata proroga della Brexit non lascerà neppure il ricordo. In realtà per Bruxelles https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - è una questione di sopravvivenza: la Commissione, ormai prossima a scadere, è più che mai espressione pedissequa della struttura burocratica dell’Ue, scioccamente attaccata alla reductio ad unum delle regole e refrattaria a comprendere esigenze peculiari e a riconoscere errori di prospettiva. Essa non sarà mai disposta a concedere alla Gran Bretagna di arretrare sulla linea della sola Unione Doganale o sulla soluzione intermedia adottata per la Norvegia con l’assimilazione nello Spazio economico europeo (See), poiché altri Paesi membri, come quelli di Visegràd che, pur essendo i maggiori “percettori netti” delle risorse Ue, mostrano inquietudine. Fra i primi di essi troviamo anche l’Italia (cui converrebbe il risparmio annuo di 5 miliardi), entrata nella cerchia dei “contribuenti netti”, cioè di quelli che versano più di quanto ricevono e che potrebbero essere essi stessi allettati da un ripiegamento verso i soli scambi tax free, attualmente unico vantaggio tangibile del permanere nell’Unione. Così si innesca un processo di possibile dissoluzione dell’Ue sulla direttrice segnata dal patto franco- tedesco, con l’ostinata miopia dei soci dell’asse Parigi-Berlino che, alla fine, potrebbero trovarsi da soli a sfidarsi a Monòpoli sulla linea Maginot. Eppure, a ben guardare, quella della superstite Unione Doganale resta una delle poche vie possibili, sia per l’UK che per la Ue. Non rallentare, anche solo per un tempo limitato, il commercio con l’Ue, darebbe agli Inglesi il tempo per impostare nuove e diverse politiche commerciali, in primis proprio verso la Cina, già interlocutore privilegiato extra Ue. Con la semplice offerta di un taglio dei dazi aggiuntivi antidumping, l’UK potrebbe ampiamente suscitare un correlativo impegno dei capitali cinesi. Dalla parte dell’Ue, scongiurando di subire dazi e difficoltà contingenti, non si avrebbero contrazioni immediate delle rilevanti esportazioni verso il Regno che, dal canto proprio, non potrà rinegoziare accordi bilaterali con i 27 Paesi che Maastricht, vincola ad agire univocamente. Il remain nella sola Unione Doganale eviterebbe, appunto, ogni prevedibile scossa nelle affannate economie dei membri dell’Unione. Resta il mancato introito di 10 miliardi del contributo inglese, che ha spinto la Commissione ad esigere subito entrate aggiuntive, non considerando che il versamento perduto si lega all’uscita di 65 milioni di Britannici fruitori, se pure in modesta misura. In caso di insuccesso, infatti, l’unica aspettativa sicura è proprio quella https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - di un formidabile scossone (o, magari, di una serie di sussulti) nell’import- export reciproco. Al di là di previsioni apocalittiche (che fanno sempre notizia), la Brexit no deal provocherebbe inevitabili danni se valutata entro i primi mesi o trimestri, assai meno se considerata nell’arco di almeno un triennio, durante il quale sarebbero trovate riallocazioni produttive, spostamenti sostitutivi della domanda, riequilibrio della forza lavoro e anche una forzata ricontrattazione commerciale fra le parti europee. Nell’opinione pubblica informata dell’ Isola (stampa specializzata e lobbies) è ben chiaro che la perdita quasi immediata, per un’autolesionistica impuntatura, delle esportazioni verso i 27 dell’Ue, è assai più consistente (32 miliardi annui) di un ipotetico aumento dei traffici finalmente liberi verso tutto il resto del Mondo e, in ogni caso, perché rinunciare a priori ai propri partners al presente più importanti, a parte la Cina? I pro e i contro del fallibile Deal mostrano la maggior esposizione del Regno Unito agli effetti perniciosi delle conseguenze economiche dell’uscita. Nel breve periodo c’è da attendersi un calo nel cambio della divisa inglese; l’abbandono dell’Isola da parte di alcune imprese, talvolta anche con gli opifici (BMW, Honda); un correlato aumento della disoccupazione ad ogni livello; una rilevante flessione del PIL combinata con un rialzo dell’ inflazione; un deprezzamento degli immobili non abitativi; una contrazione della clientela della Borsa di Londra, dove precipiterebbero le lucrose commissioni della London Clearing House, forse la prima Camera di Compensazione del mondo; un declassamento del rating sovrano, outlooks compresi; un debito con l’Ue di 44 miliardi per gli impegni già assunti e non ancora onorati; nessun regime transitorio; la perdita della possibilità di adire la Corte di Giustizia Europea; i tempi e i costi degli adempimenti doganali moltiplicati nel numero. Di contro, il risparmio di 10 milioni; la riscossione di dazi, Iva ed accise sulle importazioni prima esenti; i vantaggi del libero commercio concordato (con, però, anche nuove barriere negli scambi); l’opportunità di ridefinire autonomamente i valori in dogana nonché le preferenzialità di origine o provenienza delle merci. Gli svantaggi per l’Ue variano molto da Paese a Paese. Riguardo all’Italia, nell’immediato sono prevedibili cali di esportazione e, conseguentemente, di produzione e di occupazione; difficoltà di allocazione del prodotto per le https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - PMI, non use agli adempimenti di frontiera; diminuzione del turismo inglese; limitati esodi imprenditoriali, visti gli esigui capitali britannici impegnati nell’azionariato in Italia; cali più sensibili nel capitale finanziario disponibile nella penisola. Un reale problema verrà dal possesso, da parte di London Exchange Group, del 100% delle azioni di Borsa Italiana SpA, concentratasi con London Stock Exchange – Public Limited Company (manovra fallita invece su Deutsche Boerse nel 2016). Sarà possibile uno scorporo? Di converso, quasi impercettibili i vantaggi. Il No Deal è negativo per tutti: e allora perché non scongiurarlo ad ogni costo negoziando costruttivamente una sintesi tra le altezzose pretese degli Inglesi e la rigida supponenza degli amministratori europei ormai sullo scivolo? L’Unione Doganale sembra proprio il giusto strumento pret à porter, già predisposta e già sperimentata, per l’uscita del Regno Unito dall’Ue, una garanzia impagabile di job-first e di soluzione pragmatica della questione del confine con l’Irlanda. Ciò richiede che le parti rinuncino ad atteggiamenti viscerali e a risentimenti stizzosi per comportamenti responsabilmente diversi dai niet di Bruxelles e dalle raffiche squinternate e indecenti di voti negativi di Westminster da cui è scaturito l’unilaterale protrarsi della trattativa, approvato con un solo voto di maggioranza. In questi tempi di crisi delle democrazie rappresentative, sarebbe sconveniente e balzano pretendere dai candidati ai Parlamenti un patentino di idoneità alle cariche pubbliche e l’attestazione del possesso di un certo Q.I (quoziente di intelligenza)? Mauro Giusti https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - Se.D.Ri.Port.: workshop a Livorno LIVORNO – Se.D.Ri.Port: si terrà domani, 10 Aprile a Livorno il workshop sulla “Valutazione degli effetti fisici dovuti alla movimentazione dei sedimenti in aree marino-costiere: strumenti e metodologie di approccio”, organizzato da Ispra in collaborazione con la Provincia di Livorno e la partecipazione del Ceda (Central dredging association). L’evento si inserisce all’interno del progetto del programma Interreg Italia- Francia Marittimo 2014-2020 Se.D.Ri.Port. che cerca di condividere procedure e strategie in ambito transfrontaliero allo scopo di realizzare strumenti operativi per affrontare la tematica dei dragaggi e la gestione dei sedimenti attraverso studi e ricerche specifiche. Le operazioni di movimentazione di sedimenti in aree marino-costiere possono infatti alterare il naturale equilibrio chimico, fisico e biologico dell’ecosistema. https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - Al centro del workshop sarà principalmente l’utilizzo della modellistica a supporto della progettazione e gestione degli interventi di movimentazione di sedimenti (dragaggio e sversamento) in diversi contesti ambientali, come ausilio ai processi autorizzativi e di controllo degli interventi. Si affronteranno anche le tematiche legate al monitoraggio, legislazione e definizione di valori di riferimento di torbidità e saranno illustrati anche i criteri metodologici di supporto all’ottimizzazione degli studi modellistici e delle interazioni con le attività di monitoraggio contenute nel manuale Ispra “La modellistica matematica nella valutazione degli aspetti fisici legati alla movimentazione dei sedimenti in aree marino-costiere”. L’evento, la cui partecipazione è gratuita, previa registrazione, si svolgerà a partire dalle ore 9.30 alla Fortezza Vecchia di Livorno con interventi prevalentemente in lingua italiana e traduzione simultanea sia in lingua francese che inglese. Programma: 09:30-10:00 Saluti Istituzionali (ISPRA, Provincia di Livorno, AdSP di Livorno, Autorità di gestione, CEDA) PARTENDO DAI CASI STUDIO, SI INVESTIGA IL PROBLEMA Moderatore: Ferla M. – ISPRA 10:00-10:10 Presentazione del progetto SE.D.RI.PORT (Provincia di Livorno – Nicotra I.) 10:10-10:30 L’esperienza di ISPRA nella progettazione e attuazione dei monitoraggi delle attività di dragaggio portuale (ISPRA – Piccione M.E.) 10:30-10:50 La modellistica nell’ambito del Progetto Se.D.Ri.Port per la valutazione ambientale della movimentazione dei sedimenti in aree portuali (ARPAL – Bertolotto R./Magrì S.) 10:50-11:10 Monitoraggio dei fondali e programmazione sostenibile dei dragaggi: gli strumenti innovativi di rilevazione delle batimetrie dei porti (AdSP – MTS, Porto di Livorno – Pagano P.) https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - 11:10-11:30 Monitoraggio di dati meteomarini, idrodinamici e di qualità dell’acqua in aree costiere (Politecnico di Bari – De Serio F.) 11:30-11:50 Pausa caffè 11:50-12:10 Metodi di stima della sedimentazione nei canali di accesso ai porti (Università dell’Aquila – Di Risio M.) 12:10-12:30 Risospensione di sedimenti indotta dal traffico navale – casi studio italiani (DHI Italia – Pedroncini A.; AdSP Mar Ligure Occidentale – Vaccari M.) 12:30-12:50 Non demonizziamo la torbidità!! (Università di Genova, DISTAV – Capello M.) 12:50-13:00 Ecoplume – strumento operativo per la gestione proattiva ed integrata della torbidità in attività di movimentazione di sedimenti (CEDA/DEME – Huygens M.) 13:00-14:00 PRANZO DAL PROBLEMA ALLA SOLUZIONE: METODI STANDARDIZZATI CONDIVISI Moderatrice: Bertolotto R. – ARPAL 14:00-14:25 La normativa italiana in vigore sulla movimentazione dei sedimenti marini (ISPRA – Pellegrini D./Mugnai C.) e link applicativi (ISPRA – Feola A.) 14:25-14:45 Movimentazione di sedimenti, inerti e manufatti in ambito marino- costiero: la gestione delle autorizzazioni in Regione Toscana (Regione Toscana – Bini A., Boninsegni G., Rubegni F.) 14:45-15:05 Il sistema delle ARPA per i controlli e i monitoraggi delle attività di movimentazione dei sedimenti: dall’espressione dei pareri alle esperienze dirette (ARPA Puglia – Ungaro N.) 15:05-15:30 Linee guida sulla modellistica matematica a supporto della movimentazione dei sedimenti in aree marino-costiere: modellazione ed interazioni con il monitoraggio https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - (ISPRA – Lisi I./Bruschi A.) 15:30-16:00 Dragaggio per strutture sostenibili: dove la modellazione multidisciplinare incontra soluzioni robuste e operative (CEDA/HR Wallingford, UK – Baugh J.) 16:00-16:20 Limiti di Torbidità: mancanza di soglie significative e generalizzabili: quali parametri dovrebbero essere inclusi nella valutazione a scala locale (CEDA/CEC/NIRAS, Danimarca – Bundgaard K.) 16:20-16:40 Pausa caffè TAVOLA ROTONDA: COSA PUÒ ESSERE MIGLIORATO? VERSO UN METODO GENERALE PER TROVARE SOLUZIONI SPECIFICHE Moderatori: Ferla M. – ISPRA, Bertolotto R. – ARPAL 16:40-18:00 Interverranno rappresentanti di: ISPRA Autorità di Sistema Portuali Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente Commissione Ambiente della Central Dredging Association Comunità scientifica Capitanerie di porto Regioni Autori delle Linee Guida ISPRA “La modellistica matematica nella valutazione degli aspetti fisici legati alla movimentazione dei sedimenti in aree marino-costiere” 18:00 Ringraziamenti e aperitivo di chiusura Per il programma completo: http://www.isprambiente.gov.it/files2019/eventi/interreg-workshop/Programma.p df. SE.D.RI.PORT – SEdimenti, Dragaggi e RIschi https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - PORTuali Se.D.Ri.Port (SEdimenti, Dragaggi e RIschi PORTuali) è un progetto con capofila la Regione Sardegna in partenariato con il dipartimento del VAR, le Università di Cagliari e di Tolone, la Provincia di Livorno, L’ARPAL Liguria, L’ISPRA, L’Office des Transports della Corsica. Il progetto nasce per identificare una soluzione congiunta del problema dell’insabbiamento dei porti dell’area transfrontaliera e le soluzioni operative per il ripristino dei fondali. Se.D.Ri.Port è stato finanziato per un importo complessivo di euro 1.854.602,16 di cui 1.576.411,83 euro finanziati dal FESR. Se.D.Ri.Port capitalizza il contributo di precedenti progetti che hanno fornito importanti informazioni sullo stato dei porti sperimentando sistemi di monitoraggio dell’ambiente marino; introduce un sistema comune per il costante monitoraggio dell’insabbiamento, dell’inquinamento delle acque e dei sedimenti, delle condizioni meteo-marine e dei principali parametri chimici e fisici delle acque dei porti, delle zone costiere limitrofe e degli acquiferi costieri; partendo dalle normative vigenti e dagli attuali compendi di buone pratiche si propone di realizzare le Linee Guida da adottare congiuntamente nello spazio transfrontaliero per affrontare la tematica dei dragaggi (ripristino dei fondali) e la gestione dei sedimenti. I cambiamenti climatici hanno un ruolo determinante nel favorire gli insabbiamenti strutturali dei porti e velocizzare le dinamiche di insabbiamento, aumentando sia i rischi per l’ambiente sia il rischio per le attività economiche legate al trasporto marittimo. È di tutta evidenza che un’azione, non rapida, di ripristino dei fondali di un porto, mette in crisi il tessuto economico e sociale di intere comunità, specialmente nelle isole. Pertanto l’individuazione congiunta di procedure operative e strategie comuni di intervento, tendono a minimizzare gli effetti negativi dell’insabbiamento ottenendo una migliore affidabilità delle risorse portuali a disposizione per l’economia locale con tutto quello che ne consegue in termini di garanzia di efficienza dell’intera area transfrontaliera. https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - Vinitaly 2019: la Sicilia, regione più vitata d’Italia VERONA – Al Vinitaly 2019 la qualità premia la Sicilia. Cresce del 173 per cento il numero di bottiglie di vino della “Doc Sicilia” prodotte nel 2018: oltre ottanta milioni di “pezzi”, con una previsione per quest’anno di superare i cento milioni. In crescita anche la “Doc Etna” e le certificazioni per i vini di qualità aumentate di quattro volte. Nel contempo, l’Isola si conferma il territorio più vitato del Paese e la Regione italiana alla quale l’Ue assegna le maggiori risorse comunitarie per il comparto: oltre 55 milioni di euro, a testimonianza della capacità di spesa e di piena attuazione degli obiettivi prefissati dal Programma europeo. E’ con questi numeri che la Sicilia si presenta al Vinitaly 2019, che ha aperto i battenti domenica a Verona. L’Isola è presente, alla 53ma edizione del Salone internazionale del vino e dei distillati, con 147 aziende provenienti da tutti i più importanti territori vocati alle produzioni di qualità. All’interno dell’ormai classico padiglione 2 – inaugurato dal presidente della Regione Nello Musumeci – gli stand affollatissimi di esperti e curiosi, occupano una superficie di tremila https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - metri quadrati. Prevista anche quest’anno un’area istituzionale che ospita incontri con buyer internazionali, masterclass dedicate ai territori più rappresentativi della Sicilia e degustazioni di vini sperimentali. L’inaugurazione è stata anche l’occasione, da parte del governatore, per illustrare alla stampa specializzata le strategie messe in campo dalla Regione in un comparto che, anno dopo anno, cresce sempre di più. «La Sicilia – ha sottolineato con soddisfazione Musumeci – da decenni è protagonista a Verona. I vini rappresentano una delle eccellenze enogastronomiche dell’Isola, che servono anche da promozione per il territorio. Il “brand Sicilia” è sempre più capace di conquistare nuovi mercati senza temere concorrenti. I risultati ottenuti nell’ultimo anno sono straordinari e premiano quegli imprenditori che hanno saputo investire in qualità. La Regione è pronta a sostenere i loro sforzi e ad affiancarli nella conquista di nuove fette di mercato, ancora di più di quanto fatto in passato». All’affollato incontro con la stampa, moderato dal giornalista Fabrizio Carrera, insieme agli assessori all’Agricoltura Edy Bandiera e al Turismo Sandro Pappalardo, erano presenti anche: Andrea Farinetti, patron insieme al padre Oscar della catena di grande distribuzione Eataly e ultimo imprenditore non siciliano, in ordine di tempo, ad avere scommesso sulla Sicilia del vino; e Stevie Kim, brand manager di Vinitaly International, fondatrice della Vinitaly Accademy, colei sta divulgando, attraverso i suoi oltre duecento “ambasciatori”, le produzioni vinicole di qualità dell’Isola nel mondo. «In Sicilia – afferma l’assessore Bandiera – non si è mai bevuto bene come oggi grazie ai vini siciliani. Il made in Sicily conferma il suo trend di crescita in termini qualitativi e quantitativi. Basti pensare alla certificazione dei vini targati Doc, che in cinque anni è cresciuta in modo esponenziale passando, per avere un’idea, dagli 832 certificati emessi nel 2013 per 287 mila ettolitri, ai 2.371 certificati rilasciati nel 2018 per 933 mila ettolitri. La certificazione dei vini di qualità si è quadruplicata. Ciò è stato possibile grazie al miglioramento della capacità produttiva, delle conoscenze tecnologiche e della comunicazione». Alla conferenza stampa, al Vinitaly 2019, hanno partecipato anche i presidenti delle Associazioni di produttori, rappresentative delle imprese partecipanti: Leonardo Agueci (Providi e Vitesi, con 62 aziende), Alessio Planeta (Assovini, 44 aziende) e Antonio Benanti (Consorzio Etna Doc, 41 aziende). «La Sicilia – ha aggiunto con orgoglio l’assessore Pappalardo – è una meta https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - sempre più ambita e più desiderata dal punto di vista turistico. E il merito di questo nuovo trend va ricercato oltre che nelle eccellenze del territorio anche nell’enogastronomia siciliana che non ha concorrenti». Al Vinitaly 2019 il primato degli ettari. La partecipazione alla 53 esima edizione del Vinitaly 2019conferma un primato: la Sicilia è la regione più vitata d’Italia con 97.063 ettari, seguita dal Veneto con 94.291 ettari e dalla Puglia con 88.417 ettari. Le cifre sono aggiornate al luglio scorso. Dei 97.063 ettari che compongono il Vigneto Sicilia, 73.601 sono rivendicabili come vigneti a “Denominazione d’origine” (Do) o a “Indicazione geografica” (Ig), ovvero con produzioni che seguono specifici disciplinari orientati verso la qualità, mentre i rimanenti 23.462 ettari sono classificati come produzione di vino varietale e generico (vino da tavola). L’orientamento del Governo Musumeci è di ridurre al minimo la superficie a “vino da tavola” migliorando pertanto la qualità per incrementare la competitività sui mercati dei prodotti siciliani. La crescita delle DOC. Il territorio regionale consta di ben 24 denominazioni d’origine controllate (Doc regionali) e una sola denominazione d’origine controllata e garantita (Docg, Cerasuolo di Vittoria). Tra le performance del vino siciliano in questo 2019 non possono sfuggire i dati relativi all’imbottigliato di alcune Denominazioni. In particolare la Doc Sicilia, presieduta da Antonio Rallo, che oggi conta 388 aziende e più di 7mila viticoltori, che nel 2018 ha registrato una crescita del 173 per cento rispetto all’anno precedente, con 80,5 milioni di bottiglie contro i 29 milioni del 2017 e un trend dei primi mesi del 2019 che si proietta verso i 100 milioni entro la fine dell’anno. Trend di crescita del 5,4 per cento pure per la Doc Etna con 3,6 milioni di bottiglie nel 2018 contro i 3,4 dell’anno precedente. Si registra altresì una flessione per l’Igt “Terre Siciliane” che nel 2018 registra circa 127 milioni di pezzi confezionati (bottiglie e confezioni https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - alternative) contro i circa 172 milioni del 2017; tale dato induce a ritenere che il vino siciliano si sta spostando verso la denominazione d’origine (Do). I dati citati in questo comunicato sono stati forniti dall’Istituto regionale vino e olio (Irvo), dal dipartimento Agricoltura della Regione Siciliana e dal Consorzio Doc Sicilia. Alla Sicilia 55,5 milioni dell’UE per il vino. La Sicilia è prima regione in Italia per risorse comunitarie assegnate alla vitivinicoltura. Per la campagna 2019-2020, a testimonianza della capacità di spesa e di piena attuazione degli obiettivi prefissati dal Programma comunitario, sono 55,5 i milioni di euro assegnati per le diverse misure dell’Ocm vino, di cui circa 34,5 per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, 8,8 per la promozione presso i Paesi terzi, 11 per gli investimenti e 700 mila euro per la vendemmia verde. Vale la pena ricordare che, a partire dall’avvio delle misure “Ristrutturazione e Riconversione Vigneti” (anno 2001) e “Investimenti” (anno 2012) e sino al 2018, sono stati ristrutturati/riconvertiti, a livello regionale, 60.291 ettari di vigneti per una spesa complessiva di 501,7 milioni di euro suddivisi su 21.239 beneficiari; per quanto invece concerne la misura “Investimenti”, e sempre sino al 2018, sono stati finanziati 232 progetti per una spesa complessiva di 99,8 milioni di euro. https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - Expo 2020 Dubai: a Roma, presentazione della Request for Proposal nazionale ROMA – Confindustria, in collaborazione con il Commissariato Italiano per EXPO 2020 Dubai, organizza il seminario di presentazione della Request for Proposal nazionale dedicata a tutti gli operatori chiamati a fornire le migliori componenti costruttive, impiantistiche, tecnologiche e diventare Partner Tecnici del Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai. L’appuntamento è per il 9 aprile 2019, ore 10.30 in Confindustria, sala Pininfarina, sul viale dell’Astronomia 30, a Roma In allegato il programma del seminario che è la prima iniziativa del Commissariato Italiano dedicata alla presentazione della Request for Proposal (RFP) pubblicata in data 1 Aprile. La RFP è rivolta a selezionare Partner Tecnici tra realtà imprenditoriali, enti pubblici ed enti di ricerca, anche consorziati con imprese, che rappresentano la competenza italiana e l’innovazione tecnologica più avanzata e sostenibile e che potranno partecipare direttamente alla realizzazione del Padiglione Italia mediante le diverse forme di contribuzione previste dalla normativa vigente e descritte nella documentazione di gara. Si evidenzia come la RFP sia aperta a tutti gli operatori interessati a partecipare per diventare Partner Tecnici, anche a coloro che non hanno risposto alla precedente manifestazione di interesse, del 9 novembre 2018, https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - che aveva la finalità di indagare l’interesse degli operatori e gli ambiti merceologici di riferimento. Il termine ultimo per presentare le offerte, vincolanti per gli operatori partecipanti alla RFP, è fissato alle ore 18.00 del 6 maggio 2019. Si informa che sarà possibile seguire i lavori dell’evento in Streaming. Regione Sicilia: polemica con il Mit PALERMO – Si accende la polemica tra la Regione sicilia e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone replica alla nota del Mit riguardo il commissario straordinario per la viabilità in Sicilia. «Purtroppo, ci dispiace dover manifestare ancora una volta una posizione diversa rispetto a quella espressa dal ministero delle Infrastrutture circa la mancata collaborazione della Regione Siciliana sul Piano per i lavori https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
4 Luglio 2019 - sulle strade provinciali». «Il ministero – ricorda Falcone – si spinge fino a sostenere che la Regione questuerebbe soldi pur avendo risorse in cassa. Ma andiamo per ordine: Roma aveva chiesto un Piano e il Governo Musumeci ha subito provveduto a redigerne uno da 125 interventi su strade siciliane per un valore di 304 milioni di euro. Le infrastrutture da realizzare che abbiamo individuato sono integrative rispetto al Piano straordinario messo a punto, in parallelo, dalla Regione dal valore di 102 milioni di euro per 70 interventi. A questo, inoltre, si aggiungono i due piani ordinari del Patto per il Sud e dell’Accordo di programma quadro che valgono, rispettivamente, 140 e 90 milioni di euro». Prosegue Falcone enumerando le ingenti risorse a disposizione dei cantieri: «Per quanto riguarda i tre piani regionali, il Governo Musumeci ha già impegnato oltre 120 milioni di euro. Proprio oggi abbiamo emesso tre decreti dal valore di 12 milioni di euro. Per la prossima settimana ne sono previsti altri cinque dal valore complessivo di 10 milioni. Va inoltre precisato che i fondi Fsc del Mit hanno un crono-programma che, tra numerose sollecitazioni e a seguito di un serrato confronto fra il Governo regionale e i nuovi vertici dell’Anas, abbiamo calendarizzato secondo una spesa che vedrà nel 2019 gare per 310 milioni, nel 2020 per 330 milioni, nel 2021 per 710 milioni e, infine, nel 2022 per 420 milioni di euro. Tutto ciò dimostra quanto Roma sappia bene come la Sicilia si presenti con un Piano dettagliato, puntuale, frutto dello sforzo del Governo». «Lascia perplessi, inoltre – conclude l’assessore – il silenzio del ministero sui poteri speciali che saranno dati al commissario per affrontare, in tempi straordinariamente brevi, la drammatica condizione della viabilità siciliana. Anche questa era una promessa del ministro Toninelli, che dovrà mantenere se veramente – e non ne dubitiamo – Roma vuole essere di aiuto alla Sicilia. Dispiace, dunque, trovarsi su posizioni differenti sebbene la Regione Siciliana non sia schierata contro qualcuno o qualcosa. Il nostro Governo vuole solamente che l’Isola, dopo tanti anni di trascuratezza di vario colore politico, possa avere la concreta ambizione di voltare pagina». https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/9/ | 4 Luglio 2019 -
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