"Stupidario" della politica: le assurdità dette nell'ultimo decennio | 3a puntata, 2018-19
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"Stupidario" della politica: le assurdità dette nell'ultimo decennio | 3a puntata, 2018-19 ROMA – Dieci anni esatti, 3.651 giorni, tre legislature, sette governi. Un lungo viaggio tra frasi celebri e scandali sessuali e abitativi, fiammate omofobe e razziste, congiuntivi fantozziani e gaffe planetarie, e contraddizioni, complotti e menzogne. Ma tutto ciò è niente. E’ giunto il momento di attraversare questo decennio attraverso le peggiori dichiarazioni proferite dai più alti vertici istituzionali del Paese, dal gennaio 2010 al dicembre 2019. 2018 Ok “Non è una Margherita, ma un fiore petaloso”. (La ministra Beatrice Lorenzin sul nuovo simbolo di Civica Popolare, 9 gennaio 2018) Perché proprio Matteo? “Di Salvini mi ha colpito la nitidezza di pensiero”. (L’avvocato penalista Giulia Bongiorno si candida con la Lega Nord, 18 gennaio 2018) Rimborsi a 5 Stelle Il Movimento 5 stelle gli imputa dichiarazioni false per 270mila euro, è il recordman delle non-restituzioni (…). “Non sono in Marocco, non scappo da niente”. Ma come le è venuto in mente di tenersi i soldi? “Ho restituito qualcosa ogni mese, ma non quanto dichiaravo”. Come faceva? “Postavo bonifici che poi non inviavo” . (Ivan Della Valle, ex M5S, da Repubblica del 15 febbraio 2018) Legislatori “Ho scoperto che Luigi Di Maio è gay ed è fidanzato con Vincenzo Spadafora, suo responsabile per le relazioni istituzionali. Sono felice di avere finalmente un premier gay, così sereno, affettuoso, sorridente. È elogiativo: anzi, pare che Di Maio sia bisessuale, e bisessuale è ancora meglio”. (L’onorevole Vittorio Sgarbi, 12 marzo 2018) Lo sguardo di Toninelli “Questa fotografia forse può dimostrare anche la MASSIMA CONCENTRAZIONE con cui stiamo affrontando questa importante missione”. (Danilo Toninelli pubblica la foto del proprio sguardo su Instagram, 9 maggio 2018)
Il ministro dell’Interno “Un bacione a Saviano. Stiamo lavorando a una revisione dei criteri per l’assegnazione delle scorte”. (Matteo Salvini, 30 maggio 2019) Nobel per la Pace “Penso proprio di sì, Salvini merita il Nobel per la Pace, sta cercando di difendere gli interessi del proprio Paese, usando le parole di grandi personaggi religiosi come papa Giovanni Paolo II...”. (Claudio Durigon, sottosegretario leghista al Lavoro, 21 giugno 2019) Diceva? “Salvini, Meloni, mangiate tranquilli. Il M5S non fa alleanze con quelli che da decenni sono complici della distruzione del Paese”. (Beppe Grillo, 23 gennaio 2017) Diceva? / 2 “Voglio rispondere a chi ci definisce alleati della Lega: io sono del Sud, io sono di Napoli. Faccio parte di quella parte d’Italia a cui la Lega diceva ‘Vesuvio lavali col fuoco’. Non ho nessuna intenzione di far parte di un Movimento che si allea con la Lega Nord”. (Luigi Di Maio, 19 giugno 2017) Ho tanti amici gay “Io contro i gay? Ma va. Ho tanti amici omosessuali, del resto ho vissuto a Bruxelles tanti anni dove ci sono anche nelle istituzioni. Le famiglie arcobaleno? Perché, esistono?”. (Lorenzo Fontana, ministro leghista alla Famiglia, 2 giugno 2018) Voce del verbo nomadare “Se sono nomadi non sono stanziali. I campi Rom quindi non sono tollerabili. Se sono nomadi dopo tot mesi devono #NOMADARE”. (Giorgia Meloni, leader Fdi, 13 giugno 18) Voce del verbo sgrugnare “Io quand’ero piccola, che c’avevo poco a poco un cugino che c’aveva una malattia esantematica, facevamo la processione a casa di mio cugino perché così la zia se sgrugnava tutti e sette i nipoti, così tutti se l’erano levata dalle palle”. (Paola Taverna, vicepresidente del Senato, 7 agosto 2018) Percentuali “Il ritorno all’acqua pubblica è un tema culturale del Paese, perché l’acqua è quello per cui noi siamo costituiti per oltre il 90%”. (Il vicepremier Luigi Di Maio, 4 settembre 2018) Ciaone alla povertà “Ce l’abbiamo fatta! Con questa manovra abbiamo abolito la povertà!”. (Luigi Di Maio in festa dal balcone di Palazzo Chigi, 25 settembre
2018) Renzi da piccolo “Da piccolo volevo fare il giornalista, poi il giornalaio, ma pure il camionista, ed in alcuni momenti il Papa”. (Matteo Renzi, 4 ottobre 2018) #tunnelToninelli “Sapete quante delle merci italiane, quanti degli imprenditori italiani utilizzano con il trasporto principalmente ancora su gomma il tunnel del Brennero...”. (Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, parla di un tunnel inesistente ed inoperoso: non sarà completato prima del 2025, ed inoltre sarà esclusivamente ferroviario, 2 ottobre 2018) La manina “+++ È accaduto un fatto gravissimo! Il testo sulla pace fiscale che è arrivato al Quirinale è stato manipolato. (…) Non so se una MANINA politica o una MANINA tecnica, in ogni caso domattina si deposita subito una denuncia alla Procura della Repubblica perché non è possibile che vada al Quirinale un testo manipolato! +++”. (La nota del vicepremier Luigi Di Maio, 17 ottobre 2018) PING! PING! PING! Il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio vola a Shanghai per alcuni importanti accordi commerciali, ed in tre occasioni diverse sbaglia il nome dell’uomo più potente del mondo, il presidente cinese Xi Jinping, chiamandolo semplicemente “Ping”. L’equivalente di un “Giggino”. (5 novembre 2018) Ogni volta che la rileggo, migliora “Trump? Sta facendo molto bene per il suo Paese. Ma non voglio sbilanciarmi perché gli americani devono votare e non voglio creare un’interferenza...”. (Il premier Giuseppe Conte, 6 novembre 2018) La piaga del porno “Se governassi l’Italia chiederei a Rocco Siffredi di cambiare mestiere o di non tornare più in Italia. YouPorn ha distrutto la vita di tanti giovanissimi”. (Mario Adinolfi, 16 novembre 2018) Bisex “Non si dica che io sono solo per la birra e non per il vino: no, io sono bisessuale”. (Pierluigi Bersani, 24 novembre 2018) Rassicurazioni “Penso che Genova tornerà più forte di prima in pochi mesi, al massimo anni…”. (Danilo Toninelli, 3 dicembre 2018)
2019 Il boom “Io credo che in Italia possa esserci un nuovo boom economico, come negli anni ’60”. (Luigi Di Maio, 11 gennaio 2019) Boom / 2 “Ci sono tutte le premesse per un bellissimo 2019 e per una ripresa che continui negli anni a seguire”. (Giuseppe Conte, 1 febbraio 2019) La ruspa “Per Natale ho ricevuto in regalo da mia figlia e dal suo fidanzato una piccola ruspa telecomandata. La mando avanti e indietro per l’ufficio gridando ruspa, ruspa, ruspa!”. (Mario Giordano, giornalista Mediaset e a La Verità, 11 gennaio 2019) M’avete preso per un c… “Oggi vogliamo dare una notizia all’Italia, una notizia che da ministro dello Sviluppo economico mi riempie d’orgoglio. Abbiamo reso Lino Banfi patrimonio dell’Unesco!”. (Luigi Di Maio, 22 gennaio 2019) Dunque “Vorrei ripristinare la verità: chi ha il pisello è un uomo e chi ha la vulva è una femmina. Punto!”. (Daniela Santanchè, parlamentare sovranista, 10 marzo 2019) Il dibattito sul clima in Italia: non solo i “ceffoni” di Feltri… “Greta è malata di autismo, e a quel punto politically correct e buonsenso mi vietano di dire quello che avrei detto se fosse stata sana: l’avrei messa sotto con la macchina! Se po’ dì?”. (La giornalista Maria Giovanna Maglie, 16 marzo 2019) Leggiamo da Libero Dibba rinuncia a candidarsi e si ritira: si dedicherà a seghe e chiodi. “Mi sono iscritto ad un corso di falegnameria a Viterbo, è fichissimo, di giorno studio gli incastri a coda di rondine, la sera studio il franco Cfa, è una bella vita” – (31 marzo 2019) #ZucchinediMare “In questa Europa devo farmi dire da Macron il diametro delle zucchine che i miei pescatori possono pescare nei mari italiani”. (Giorgia Meloni, 30 aprile 2019) Preghiamo per Pillon “Ho appreso la notizia della morte di Vittorio Zucconi. Prego per lui, perché al di là delle inutili e faziose celebrazioni di Repubblica, si salvi l’anima. Ora, dove si trova, vede tutto molto più chiaramente”.
(Simone Pillon, senatore della Lega, 28 maggio 2019) Qui si fa la storia del Movimento “Per i consiglieri comunali abbiamo deciso di introdurre il cosiddetto mandato zero. Che cos’è il mandato zero? È un mandato, il primo, che non si conta nella regola dei due mandati. Una mandato che non vale”. (Luigi Di Maio, tutorial, 22 luglio 2019) Crisi di governo “Chiedo agli italiani di darmi pieni poteri!”. (Matteo Salvini, 8 agosto 2019) L’endorsement del presidente Usa “(…) Prime Minister of the Italian Republic, GIUSEPPI Conte”. (Donald Trump su Twitter, 27 agosto 2019) Si diceva Luigi? “Io con il partito di Bibbiano non voglio avere nulla a che fare, con il partito che in Emilia Romagna toglieva alle famiglie i bambini con l’elettroshock per venderseli non voglio avere nulla a che fare”. (Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, 18 luglio 2019) Ducefobia “Chi espone la foto o il disegno di mio nonno a testa in giù commette un atto di violenza, che andrebbe perseguito. Propongo di inserire nel nostro ordinamento giudiziario il reato di ‘DUCEFOBIA’”. (Alessandra Mussolini, 25 ottobre 2019) Nasce Italia Viva “Quello del simbolo non è un gabbiano, che poi avere un gabbiano sopra la testa non porta benissimo… io ci vedo una spunta, la spunta di WhatsApp; e contemporaneamente è un’ala per alzarci in volo”. (Matteo Renzi, 20 ottobre 2019) J’adore “Oggi sono andata a Montecitorio con Dior, un maialino sensibile ed intelligente”. (Michela Vittoria Brambilla, con tanto di foto su Instagram, 4 dicembre 2019) Il ritorno del Senatur “Mi sembra giusto aiutare il Sud, sennò se non li aiutiamo a casa loro straripano e vengono qui. È un po’ come l’Africa…”. (Umberto Bossi, 21 dicembre 2019) E tanti auguri a tutti “Ora scusatemi, vi devo salutare perché devo andare a puttane!”. (Silvio Berlusconi, il premier più longevo della storia repubblicana, dallo stadio di Olbia, 1 dicembre 2019).
Il paradosso dei sindacalisti di Tito Boeri I populisti si presentano come gli unici veri rappresentanti del popolo in contrapposizione a un’élite totalmente corrotta. Il popolo ha sempre ragione, ma, a guardare bene, non tutti fanno parte del popolo. Tanto per i populisti della prima generazione (Getúlio Vargas) che per quelli della terza generazione (Jair Bolsonaro), gli indios dell’Amazzonia non erano, non sono, né mai saranno parte del popolo : “Hanno già a disposizione troppa terra“. Anche per Juan Perón il pueblo non ha mai incluso le popolazioni indigene della Pampa meridionale e della Patagonia. Per Donald Trump chi non ama il presidente, cioè lui stesso, non è “our people”. Il popolo di Umberto Bossi abitava da qualche generazione sopra la linea del Po. Per Matteo Salvini del popolo non fanno parte gli immigrati presumibilmente fino alla ventesima generazione. Per Luigi Di Maio i cittadini extra-comunitari non sono popolo tant’è che, nella conversione del decreto che ha istituito il reddito di cittadinanza, ha permesso di inserire un meccanismo che impedisce che percepiscano il sussidio quando ne avrebbero diritto.
Confidiamo in un ravvedimento di Conte II rispetto a Conte I prima del 21 ottobre quando la tagliola scatterà per 170 mila extracomunitari. Come già messo in luce su queste colonne, basterebbe un decreto interministeriale che stabilisca che i documenti che vengono pretestuosamente richiesti dalla legge solo a loro non possono essere ottenuti nei paesi d’origine. I populisti reclamano per sé il monopolio dell’opposizione al punto da non concepire alcun ruolo per i corpi intermedi e per le associazioni della società civile. Nel 2013 Beppe Grillo aveva scritto l’epitaffio del sindacato: “I sindacati dovrebbero essere aboliti; sono una struttura vecchia, una struttura politica; non c’è più bisogno dei sindacati!“. Per queste ragioni ha destato alquanto stupore una recente circolare Inps vidimata dal Ministero del Lavoro (quindi sicuramente con il placet M5S) che stabilisce che i sindacalisti di ogni ordine e grado potranno beneficiare di un trattamento pensionistico di favore rispetto a tutti gli altri lavoratori, coloro cioè che il sindacato dovrebbe rappresentare. Vediamo di cosa si tratta. Un sindacalista che va in aspettativa o distacco sindacale si vede versare o accreditare dal proprio datore di lavoro o dall’Inps contributi previdenziali proporzionati allo stipendio del suo passato inquadramento, aggiornato in base agli accordi collettivi e agli scatti di anzianità. Il sindacato ha però la facoltà di integrare questi contributi con una propria contribuzione aggiuntiva proporzionata all’indennità che versa al sindacalista durante il
periodo in cui opera a tempo pieno per il sindacato. Si tratta di una facoltà, non sono contributi obbligatori come quelli che riguardano circa un terzo della busta paga di un dipendente. Ragione vorrebbe perciò che questa contribuzione aggiuntiva venisse valorizzata con le regole del sistema contributivo: in altre parole i contributi dovrebbero sì aumentare la pensione del sindacalista, ma senza gravare sulle generazioni future. Così non è secondo la circolare. Il sindacato e solo il sindacato può versare quando vuole questa contribuzione aggiuntiva e farla valere come una ulteriore componente fissa e continuativa della retribuzione del dipendente, valutandola ai fini pensionistici in base al regime pensionistico del dipendente. Prendiamo il caso di un sindacalista in distacco o aspettativa dal settore pubblico (sono circa 2 mila persone in questa condizione) che abbia, poniamo, 20 anni di contributi versati prima del 1992 e che avrebbe diritto nel suo inquadramento a una retribuzione di 1000 euro. Il sindacato può pagargli nel suo ultimo mese di lavoro un’indennità di 2500 euro e su questa indennità versare la contribuzione aggiuntiva. Se così facesse, il sindacalista si vedrebbe riconosciuti oltre 1300 euro in più di pensione al mese per sempre. La circolare dà così legittimità a una prassi, resa pubblica nell’operazione “Porte aperte“, che ha gonfiato le pensioni dei sindacalisti anche del 65% rispetto a quanto avrebbero ricevuto se le contribuzioni aggiuntive, cui solo loro hanno diritto, fossero state valutate col metodo contributivo. L’atto vidimato dal ministero impedirà all’Inps di recuperare somme non indifferenti erogate a molti ex-dirigenti sindacali e, di fatto, trasforma il sindacato in un datore di lavoro che può fare aumentare la quota retributiva pensionistica del rappresentante sindacale come se quell’aumento gli fosse stato concesso dal proprio datore di lavoro . In passato erano stati soprattutto i sindacati autonomi della scuola (a partire dallo Snals) e molte sigle minori a beneficiare di questa prassi. La circolare ora concede questa possibilità a sindacati di ogni ordine e grado, indipendentemente dalla loro rappresentatività (che oggi, diversamente che in passato, può essere misurata).
Questo significa che anche un’associazione di pochi lavoratori, magari affiliati mediante criteri di appartenenza politica, può aspirare a concedere ai propri aderenti questo trattamento. Forse è proprio per questo che il ministero a guida populista ha approvato la circolare. Offre una sponda per premiare i dipendenti pubblici che mostrano di assecondare maggiormente i dettami dei “rappresentanti del popolo“. Contrariamente alle visioni dicotomiche dei populisti, il sindacato, come molti altri corpi intermedi, ha un ruolo fondamentale nelle nostre democrazie. Oggi ha perso credibilità agli occhi dei lavoratori e questi trattamenti di favore non sono certo un bel biglietto da visita per chi dovrebbe rappresentare operai e impiegati impoveriti dalle crisi di questi anni. Se il sindacato chiedesse di cambiare la circolare Inps, proponendo di valorizzare la contribuzione aggiuntiva in base alle regole del sistema contributivo, darebbe un segnale di correttezza e responsabilità che verrebbe molto apprezzato. Si può giustificare il fatto che le organizzazioni dei lavoratori vogliano contribuire ad aumentare la pensione di chi ha lavorato nel sindacato. Ma non possono farlo gravando sulle spalle di tutti, tanto di chi è sindacalizzato che di chi non lo è affatto. Soprattutto non possono appesantire ulteriormente il fardello che domani si ritroverà sulle spalle chi ancora non è nato. *editoriale tratto dal quotidiano La Repubblica I problemi del premier Conte nelle trame dei servizi segreti fra Italia e Usa ROMA – Questa volta non è Matteo Salvini a far stare il premier Giuseppe Conte sotto pressione, ma bensì un vero e proprio “sistema” di poteri forti”, di cui non su conosce la faccia e neanche il nome. Possiamo denominarlo “Deep State“, cioè lo Stato sotterraneo, l’insieme di persone ed apparati che si muovono dietro le quinte o su “pressione” delle classi dirigenti, per lanciare messaggi per soli addetti ai lavori, mandare avvertimenti in codice. Il “Russiagate” sta lentamente mettendo in crisi il presidente del Consiglio Conte, costringendolo a renderne conto presentandosi davanti al Copasir .
Tutto questo ha origine da un gioco di minacce velate e rivelazioni incrociate, che servono a tenere costantemente sotto scacco il governo e chi lo guida. L’hashtag è il solito: #Giuseppistaisereno. Ma stavolta il mittente non è solo Matteo Renzi. Russiagate Un quadro d’insieme, per ricostruire la vicenda. I “Russiagate” in realtà sono almeno quattro. Due negli Stati Uniti, due in Italia. Negli Stati Uniti il primo “Russiagate“ ufficiale lo apre il procuratore federale Müller che vuole appurare se dietro l’hackeraggio delle mail riservate di Hillary Clinton da parte dei russi, alla vigilia delle presidenziali del 2016, ci sia stato o meno lo zampino di Donald Trump, intenzionato a sabotare la candidata democratica. Il secondo “Russiagate“ lo ha aperto lo stesso Trump che a sua volta vuole istruire una contro-inchiesta, per dimostrare che in realtà quel sabotaggio informatico russo nasconde una congiura contro di lui, ordita proprio dai democratici, intenzionati a sabotare la sua elezione alla Casa Bianca.
La ragione per la quale Trump ha inviato in Europa il suo ministro della Giustizia William Barr è molto semplice e chiara: raccogliere informazioni “riservate” di primo mano dai governi amici. Si arriva così ai due “Russiagate made in Italy“. Il primo Russiagate tricolore, viene aperto da Conte: nell’agosto durante la crisi del governo gialloverde, senza darne conto a nessuno, il premier ha autorizzato i vertici dei nostri servizi di “Intelligence” (il Generale delle Fiamme Gialle Gennaro Vecchione, attualmente al vertice del Dis, il capo dell’Aise Luciano Carta e quello dell’Aisi Mario Parente) a incontrare per ben due volte Barr ed il procuratore americano John Durham, ed a cedere loro tutte le informazioni di cui hanno bisogno. Resta il fatto che Barr è un esponente politico dell’amministrazione statunitense e quindi bisognerà accertare come mai Conte abbia ritenuto opportuno di assecondare tale richiesta a dir poco anomala.
Sul piano giuridico è un atto legittimo in quanto il premier Conte ha mantenuto per se la delega ai servizi segreti, ma molto discutibile e criticabile sul terreno politico. E non a caso la politica gliene chiede conto e giustificazioni. Passiamo quindi al secondo Russiagate italiano: ad aprirlo è stato Matteo Salvini, che su questa mancanza di trasparenza del premier Conte lo assedia ed incalza. Quanto sinora accaduto induce ad alcune domande conseguenziali ed importanti La prima è: perché Conte, che è anche un avvocato, compie questa imperdonabile leggerezza? Una risposta probabilmente si trova nel tweet cinguettato al mondo da Donald Trump “Giuseppi Conte è un grande, merita di essere confermato alla presidenza del Consiglio” con il quale a fine agosto, all’apice della crisi di governo, il presidente degli USA lo ricompensa della sua obbedienza. L’ altra domanda è: chi ha fatto filtrare la notizia degli incontri
segreti dei nostri 007, con Barr tra agosto e settembre, gestiti ed autorizzati da Conte, e sopratutto perchè è stata fatta trapelare ? La risposta ci riporta come il gioco del Monopoli al punto di partenza: qualcuno del “Deep State”, che non sappiamo e non sapremo mai chi sia, ha voluto lanciare un segnale forte e chiaro a “Giuseppi“, della serie: non ti montare la testa, stai attento a come ti muovi, sei sotto osservazione . Probabilmente c’è qualcosa che non conosciamo, e chissà, forse un giorno verrà alla luce . L’audizione convocata per la prossima settimana, davanti al Copasir, forse attenuerà le polemiche. Ma forse per Conte ed il suo governo tutto ciò è solo una navigazione notturna nel buio e silenzio del mare, dove a volta si può incontrare qualche scoglio sconosciuto alle mappe. E la barca può colare a picco Ecco la telefonata Trump-Zelenskij: "Fammi questo favore. Vai a fondo su Biden e figlio" ROMA – Sono alcune delle frasi tratte dalla telefonata – di cui è stata diffusa la trascrizione declassificata e senza omissis – tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente ucraino Volodimir Zelenskij., la causa della richiesta di “impeachment” avanzata dalla portavoce della Camera degli Stati Uniti, la deputata democratica Nancy Pelosi . Trump non è “al di sopra della legge” e risponderà del suo comportamento, ha detto la speaker democratica della Camera, Pelosi, dopo la diffusione della trascrizione. “Il fatto è che il presidente degli Stati Uniti, violando le sue responsabilità costituzionali, ha chiesto a un governo straniero di aiutarlo nella sua campagna politica, a spese della nostra sicurezza nazionale, minando anche l’integrità delle nostre elezioni”, ha aggiunto Pelosi secondo quanto riportato dalla Cnn. “Questo non è accettabile. Ne risponderà davanti alla legge. nessuno è al di sopra della legge”, ha aggiunto la speaker della Camera, che ieri ha annunciato l’avvio di un procedimento per l’impeachment, cioè la messa sotto accusa del Presidente degli Stati Uniti d’ America. Al momento sono 205 i deputati americani finora a favore dell’inchiesta per aprire l’impeachment contro Trump, secondo i calcoli del New York Times. Il quotidiano scrive che oltre due terzi
dei 235 deputati democratici hanno già dato il loro sostegno. La maggioranza richiesta è di 218. Quindi manca poco. I membri del Congresso americano stanno indagando al momento per appurare se Trump nella telefonata abbia offerto in cambio il ripristino degli aiuti congelati alcuni giorni prima il colloquio. Lo riportano alcuni organi di stampa Usa. Nella trascrizione prima di chiedere a Kiev di accendere un faro sul figlio di Joe Biden (che è stato membro del board della società energetica ucraina Burisma group il cui proprietario era stato indagato dalla procura locale), Trump ricorda: “Direi che facciamo molto per l’Ucraina“, più di quanto faccia l’Europa.Il presidente ucraino Zelenskij rispose dicendo che Trump ha “assolutamente ragione” e che i paesi europei “non stanno facendo abbastanza per l’Ucraina“. Nel maggio scorso il procuratore generale dell’Ucraina aveva dichiarato che non c’erano prove di azioni illecite da parte di Hunter Biden, il figlio del candidato democratico alle presidenziali del 2020. Questo il contenuto principale della conversazione: “Fammi un favore. Si parla molto del figlio di Biden, che Biden fermò l’indagine e molte persone vogliono sapere, così tutto quello che puoi fare con il procuratore generale sarà grandioso. Biden è andato in giro a dire che aveva bloccato l’indagine, quindi se puoi darci un’occhiata. A me sembra orribile“.
il ministro della Giustizia Usa William P. Barr alla Casa Bianca
Donald Trump La trascrizione della telefonata del 25 luglio del 2019 conferma che Trump durante la telefonata chiese al presidente ucraino di contattare il ministro della Giustizia Usa William Barr per discutere la possibile apertura di un’indagine per corruzione su Joe Biden e suo figlio. Il Presidente ucraino Zelenskij avrebbe dovuto collaborare con il suo avvocato personale, l’ex sindaco di New York Rudy Giuliani, e con il segretario alla giustizia, William Barr, per “guardare” (cioè indagare) sui Biden. “Bene perché ho sentito che un procuratore molto bravo era stato allontanato e questo è davvero ingiusto. – dice il presidente Trump nel corso della conversazione telefonica – Giuliani è un uomo altamente rispettato, è stato il sindaco di New York, un grande sindaco, e vorrei che ti chiamasse. Ti chiedo di parlarci assieme al procuratore generale. Rudy (Giuliani, ndr) è molto informato su ciò che è successo ed è un ragazzo in gamba. Se potessi parlarci sarebbe grandioso. L’ex ambasciatrice degli Stati Uniti era sgradevole, e così la gente con cui aveva a che fare in Ucraina, volevo che lo sapessi“. Trump “Volevo parlarti del procuratore”, risponde Zelenskij. “Primo di tutto capisco e sono a conoscenza della situazione. Dopo che abbiamo conquistato la maggioranza assoluta in Parlamento, il prossimo procuratore generale sarà al cento per cento una persona mia, un mio candidato, che sarà votato dal Parlamento e comincerà a lavorare da settembre. Lui o lei si occuperanno della situazione, specialmente dell’azienda a cui hai fatto cenno… A proposito, ti chiedo se hai altre informazioni da fornirci, sarebbe molto utile per l’indagine. Sull’ambasciatrice concordo al cento per cento. Ammirava il mio predecessore, non avrebbe accettato me come nuovo presidente”. Trump: “Ti faccio chiamare da Giuliani e farò in modo che lo faccia anche il procuratore generale Barr e andremo a fondo sulla vicenda. Ho sentito che il procuratore era stato trattato molto male. Dunque, buona fortuna per tutto. Prevedo che la tua economia migliorerà sempre di più. È un grande Paese. Ho molti amici ucraini, persone incredibili”. Hillary Clinton è stata tra i primi a reagire alla diffusione del documento : “Il presidente degli Stati Uniti ha tradito il nostro paese. Non è una dichiarazione politica, è una dura realtà e dobbiamo agire. È un chiaro e attuale pericolo per le cose che ci tengono forti e liberi. Sostengo l’impeachment», ha twittato l’ex candidata alla Casa Bianca. La richiesta di processare Trump deve passare sia alla
camera che al Senato: nella prima assemblea i democratici hanno la maggioranza, nella seconda le parti si rovesciano. “Nei giorni successivi” alla telefonata del 25 luglio fra Donald Trump e il leader ucraino Volodymyt Zelensky alcuni “funzionari della Casa Bianca sono intervenuti” per bloccare e mettere in sicurezza “le informazioni relative alla chiamata, soprattutto la trascrizione parola per parola. Queste azioni mettono a mio avviso in evidenza che i funzionari della Casa Bianca avevano capito la gravità di quanto emerso durante la conversazione”. E’ quanto emerge dalla denuncia della talpa che ha svelato conversazione Ecco come è nato il governo Conte bis nell’ultima notte di sms e tensioni. ROMA – La notte della vigilia è stata lunga e tormentata Alle quattro del mattino le luci di Palazzo Chigi erano accese mentre le trattative erano ancora in corso , e nel frattempo si litigava tra Pd e 5 Stelle e all’interno del lo stesso Movimento. Bisogna dire soltanto grazie all’intervento del Quirinale se è nato il Governo numero 66 della Repubblica. Alla fine è arrivato l’accordo con dieci ministri assegnati al M5S, nove al Pd, uno di Leu ed un ministro “tecnico” il prefetto Luciana Lamorgese fortemente voluta dal presidente Mattarella al Viminale. Un sms è circolato all’1.38 di ieri notte sugli smarthpone dei vertici del Pd : “È saltato tutto”. La poltrona che ha messo a serio rischio la nascita del governo è quella ritenuta “strategica” del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, dopo l’eliminazione dei due vicepremier, lasciata ormai libera dal leghista Giancarlo Giorgetti. Il premier Conte voleva metterci Roberto Chieppa attuale segretario generale di Palazzo Chigi , ma Luigi Di Maio si è impuntato su Riccardo Fraccaro, volendo piazzare un suo “fedelissimo” a controllare Conte che ormai ogni giorno di più insidia la sua leadership nel Movimento 5 Stelle.
Un braccio di ferro senza esclusione di colpi fra Conte e Di Maio il quale minacciava di ridiscutere tutto. Lui che parlava di rinuncia alle poltrone….”Se non sarò vicepremier e Fraccaro non sarà a Palazzo Chigi, allora vado io al Viminale “. La notizia dello scontro mette in crisi il Quirinale, dove si dalle 10 tutto era pronto per accogliere la salita al Colle di Conte. Il premier incaricato invece lascia Palazzo Chigi solo alle due e mezzo del pomeriggio, dopo aver raggiunto una faticosa mediazione, cedendo a Di Maio, ben sapendo l’indicazione del Quirinale sulla gestione del Viminale. E finalmente per gli “amici” di Di Maio, il fido Fraccaro sarà sottosegretario alla presidenza. Ma in realtà non è una vittoria certa per Di Maio, perché la strategia di Conte è quella nominare Chieppa secondo sottosegretario alla Presidenza ed affidargli le deleghe importanti in ambito legislativo. Una soluzione questa che però ha degli aspetti delicati anche dal punto di vista “tecnico”, in quanto di conseguenza si tratterebbe di spacchettare un incarico nevralgico, dal quale passano tutti i provvedimenti di Palazzo Chigi. Se verrà confermata l’intenzione di Conte di avere due sottosegretari in una sorta di convivenza , l’attuale capo di gabinetto Alessandro Goracci , subentrerà come segretario generale al posto di Chieppa .
Raggiunto l’accordo che ha consentito la partenza del Governo e conclusi gli ultimi due vertici, sul programma e sui ministri, l’avvocato pugliese è salito alle tre del pomeriggio al Quirinale con la lista dei ministri. Conte ha passato un’ora con il presidente Mattarella nello Studio alla Vetrata e scioglie la riserva con cui aveva accettato l’incarico di formare il nuovo governo. Visibilmente emozionato, ancor più del primo incarico, per non sbagliare ha qualche esitazione nel pronunciare i nomi :”Forti di un programma che guarda al futuro, dedicheremo le nostre migliori energie a rendere l’Italia migliore…“. Ma dietro la soluzione politica che dà vita al Governo Conte “bis” permangono nodi politici ed enigmi e . Il Pd soffre perché non ha un presidio a Palazzo Chigi: “Abbiamo lasciato che l’esecutivo decollasse, ma il problema andrà risolto. Faremo capire a Conte che è suo interesse essere affiancato da un vice del Pd”. Sceso da colle alle cinque della sera, Conte è andato a Montecitorio dal presidente Roberto Fico. Incontro scandito da sorrisi e felicitazioni, mentre in un clima più istituzionale si sono svolti i 40 minuti trascorsi con Elisabetta Casellati a Palazzo Madama.
Paolo Gentiloni Alla fine sembra di assistere ai titoli di coda di un bel film scritto altrove da altri. L’amministrazione Trump saluta con fiducia il nuovo esecutivo giallorosso, i vertici dell’ Unione Europea (eletti grazie al voto determinate di Pd e M5S) accolgono con grande favore entusiasmo la svolta europeista del Governo Italia e l’arrivo dell’ex premier Paolo Gentiloni a Bruxelles come commissario con un portafoglio importante. La borsa sale, lo spread scende come per incanto, dimostrando di fatto di condizionare gli equilibri dei governi dei Paesi europei. Matteo Salvini pur ammettendo la sconfitta attacca il nuovo governo Conte Bis definendolo “della casta”. Nicola Zingaretti , segretario del Pd, cerca di voltare pagina: “Ora basta odio“. Questa mattina alle 10 il giuramento dei ministri nel Salone delle Feste del Quirinale, dopodichè il premier Conte avrà quattro giorni per buttare già il discorso per la fiducia che dovrà ottenere lunedì alla Camera e con più di qualche rischio di franchi tiratori martedì al Senato. Il problema dei social network : i "deep fake" ed il video falso postato da Donald Trump ROMA – Uno spettro ha inseguito Hillary Clinton per tutta la campagna elettorale del 2016: quello di Bengasi. La città libica che agli occhi dei suoi detrattori è diventata il simbolo di tutto il marcio
rappresentato dalla candidata, diffondendosi sotto forma di teoria cospiratoria in grado di farsi meme. In realtà a distanza di anni Bengasi è diventato un esempio di offuscamento politico perfetto: il riferimento era agli attacchi contro soldati americani avvenuti tra l’11 e il 12 settembre 2012, che costarono la vita a quattro statunitensi, e per i quali vennero accusati Barack Obama all’epoca Presidente degli Stati Uniti d’ America ed Hillary Clinton, suo Segretario di Stato . Infatti nessuna indagine trovò e portò alla luce qualsiasi tracce di negligenza sul loro operato, ma la storia continuò a diffondersi, sospesa tra il vero ed il falso. Lo stesso genere di “fake news” su Benghazi è ritornata in una sua applicazione e variabile più attuale, realizzata su misura dei social network ed i loro algoritmi. Questa volta al centro della questione c’è Nancy Pelosi, la speaker della Camera degli Stati Uniti , di origini molisane, un’altra donna avversaria di Trump, e tra le persone che potrebbero mettere in moto la macchina dell’impeachment contro il presidente Trump. Da qualche mese i media si divertivano a notare quanto fosse facile per la Pelosi fare deragliare Trump, spesso costringendolo a scivoloni pubblici (come quella volta che gli fece affermare che lo shutdown del Governo sarebbe stata un’idea sua e solo sua, come se fosse un vanto). Le cose sono cambiate la scorsa settimana, quando ha cominciato a circolare tra i circuiti della destra americana, un filmato che è stato retwittato dal commander-in-chief in persona. E il video, pur essendo palesemente falso, è rimasto ancora lì, online su Facebook e Twitter, destinato a offuscare il nome di Nancy Pelosi nel suo futuro. La versione originale del filmato mostra la speaker parlare al microfono, mentre la versione proposta dall’amministrazione Trump, è stata invece rallentata abbastanza al punto tale da da farla sembrare un po’ ubriaca. Un effetto video-digitale che era già venuto alla luce nell’esilarante spot Apple di Jeff Goldblum, modificato per farlo sembrare sbronzo, ma ecco che, nel 2019, fa tranquillamente capolino in un articolo sulla politica estera, a dimostrazione della squallida evoluzione dei nostri eventi. Ormai non costituisce più notizia che un filmato contraffatto sia stato messo online, chiaramente non siamo così ingenui, così come non fa neanche notizia, purtroppo, che un presidente come Donald Trump l’abbia subito fatta propria e “legittimata” (a voler essere cinici).
La vera novità e notizia è costituita dal comportamento social network, che sull’onda degli svariati scandali che hanno interessato Facebook e non soltanto, negli ultimi anni hanno avviato programmi contro le fake news. A metà maggio proprio Facebook ha presentato un report sulla trasparenza in cui ha confessato (senza vergognarsi dei precedenti omessi controlli) di aver cancellato in sei mesi 1,3 miliardi di account falsi e di bot . “Questo è solo l’inizio”, ha detto Guy Rosen, che si occupa di sicurezza per l’azienda: “Le persone possono segnalare molti più tipi di contenuti”. Quando l’ ex sindaco di New York Rudolph Giuliani ora avvocato di Trump, ha scoperto il video-fakenews della Pelosi e lo ha ritwittato, da quel momento il video è passato dal profilo “ufficiale” del Presidente Trump a quello della Casa Bianca (che lo ha persino ritwittato) e quindi migrato anche su Facebook, insieme alle strumentali dichiarazioni di Donald Trump su “Crazy Nancy” e la millantata (non reale) follia della speaker della Camera degli Stati Uniti. Se dovessimo dare credibilità ai responsabili della sicurezza di Facebook, asterebbe segnalarlo e la clip sparirebbe dal social network, ma allora ci si chiede: come mai quel video-fakenews è ancora online, visto che YouTube ha cancellato e rimosso immediatamente il contenuto? Facebook ha fatto quello che fa sempre in questi casi: spendersi in una spiegazione piuttosto contorta. Monika Bickert, che si occupa di counterterrorism per il social network, ha spiegato alla Cnn che l’azienda, cioè Facebook “sa che il video è falso” ma che lo ha lasciato online, anche se “abbiamo drasticamente ridotto la circolazione di quel contenuto”. Incredibile se non paradossale il motivo? “Pensiamo sia importante che le persone possano decidere a che cosa credere”. Difficile capire quante persone siano state danneggiate da quel video, ma Facebook li ha ignorati e calpestati tutti: sia chi trova inquietante quella millantata “riduzione” della diffusione del contenuto, e quelli che invece hanno a cuore… la realtà. E la correttezza dell’informazione. Da mesi negli USA i repubblicani e la destra radicale americana denunciano un’ipotetica campagna di “silenziamento” politico parte di Facebook e Twitter, accusate di essere di sinistra. Una campagna è arrivata fino al Senato, e che riguarda molto da vicino i “trumpiani“. Se l’azienda agisse per cancellare quella che è palesemente una vecchia bufala propagandistica aggiornata ai tempi nostri, paradossalmente farebbe un assist alla Casa Bianca, dimostrando in qualche modo le sue paranoie di censura. Ma forse questa è l’ultima cosa di cui Facebook ha bisogno, di questi tempi.
Una cosa è certa. Ormai bisogna credere solo a quello che si vede con i propri occhi. Di persona. Di tutto di più.... Il ministro dell’Interno Matteo Salvini si selfa sorridente con la propria colazione. Poche ore prima, una forte scossa di terremoto a Catania e l’omicidio del fratello di un collaboratore di giustizia a Pesaro “Il mio Santo Stefano comincia con pane e Nutella , il vostro???“ L’analisi gastronomica della ministra della Salute Giulia Grillo ha sollevato un inaspettato polverone mediatico “Preferisco il panettone tutta la vita, perché il pandoro, diciamolo, è senz’anima. Un po’ come il Pd, senza sostanza, che quando lo mangi ti rimane un po’ pesante… Il panettone invece è più simile al M5S, più saporito” (Fonte: Un Giorno da Pecora, Rai Radio 1) Il senatore Pd Matteo Renzi ieri, oggi e domani Matteo Renzi 2016, da premier: “Intendo assumermi precise responsabilità. È un gesto di coraggio e dignità. Se perdo il referendum io non solo vado a casa, ma smetto di far politica”; “Se mi va male vado via subito e non mi vedete più“; “Se io perdo, con che faccia rimango? Ma non è che vado a casa, smetto proprio di fare politica“. Matteo Renzi 2019, intervistato da: “Quando ho perso il referendum ho fatto la scelta di lasciare il governo ma restare in campo“; “ho certamente avuto un ruolo, e forse lo riavrò, vedremo“; “perché io, in fondo, al governo ci posso ANCHE TORNARE: sono molto fiero, felice e contento delle cose che ho fatto” (Fonte: Oggi)
Conferenza stampa di fine anno: il premier Giuseppe Conte difende il blocco dell’indicizzazione per gli assegni sopra i 1.500 euro lordi, con queste parole “Oggi i pensionati scendono in campo, ma il taglio è quasi impercettibile, parliamo di qualche euro al mese… detto sinceramente, forse non se ne accorgerebbe nemmeno l’AVARO DI MOLIERE“ Contro-discorso di Capodanno, su Facebook, in perfetta contemporaneità con il messaggio di fine anno di Mattarella. Il volto di Beppe Grillo fondatore 5 Stelle appare su un iPad piazzato sopra il corpo di un culturista “Sono ormai a livelli oltre la perfezione. Non sono neanche più l’Elevato. Non so neanche che anno sia. Io ragiono per secoli, ormai ho diviso la mia mente dal mio corpo. Il mio corpo lo potete vedere, è un sogno, e i sogni saranno la battaglia che dovremo fare nel prossimo secolo. Non so cosa sto dicendo, sto cercando di connettere…“ Il sottosegretario agli Affari Europei Luciano Barra Caracciolo del governo M5s-Lega ed il tweet dell’anno “I Criceti di Satana col loro globalismo irenico promuovono il tribalismo malthusiano omicida mirando a pulizie etniche su scala mondiale per assecondare i bisogni edonistici di elite sociopatiche“ J-Ax vs. Salvini Il rapper: “Sogno un mondo senza Salvini“. Il ministro dell’Interno: “Sogni un mondo senza di me? A te doppio bacione!” . E J-Ax: “Grazie per i baci, ma preferirei che restituissi i 49 milioni di euro che la Lega ha rubato agli italiani. Bacini spalmati di crema al cioccolato “(Fonte: Twitter )
Il messaggio “contro i privilegiati” del ministro del Lavoro Luigi Di Maio, dalle piste della Val di Fassa, assieme a Di Battista “Fate sempre le cose che vi rendono felici” (Fonte: diretta Facebook ) Alessandro Di Battista scrive Il Fatto Quotidiano… è un bel inviato! “Alessandro Di Battista è tornato in pista. Nella fattispecie, una pista da sci delle Dolomiti. Il Capodanno dei Cinque Stelle è tutto nell’abbraccio tra i due gemelli diversi del Movimento: dopo il lungo peregrinare mesoamericano Di Battista rientra a fianco di Luigi Di Maio. Prima in una fotografia con in mezzo il figlio piccolo Andrea, poi in un video sulla neve. (…) Nel futuro prossimo dell’ex deputato pentastellato non c’è ancora la politica romana (o continentale), ma un altro viaggio molto lontano dai palazzi: Di Battista andrà in Congo. Nei suoi progetti ci sono nuovi reportage, stavolta dall’Africa, forse anche un libro e un tour teatrale (…)“ Varie da Twitter Vittorio Feltri, direttore di Libero: “Povero Congo, dopo il virus Ebola, gli tocca pure Di Battista“. Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri pubblica la foto di Di Maio e Di Battista sulle piste con la seguente scritta cubitale: “SCI MUNITI”. E Guido Crosetto parlamentare Fdi : “Volevo fare anch’io un video contro la casta ma non trovo più la sacca di mazze da golf. Non ho nemmeno voglia di tirare fuori il cavallo dalla stalla e vestirmi da polo...” La proverbiale linearità del vicepremier Luigi Di Maio “Il presidente Mattarella, dal punto di vista della garanzia costituzionale, come sempre è stato fondamentale. In questi mesi è stato anche un po’ l’ANGELO CUSTODE di questo governo“. Ricordiamo che lo scorso maggio Luigi Di Maio voleva mettere il presidente Sergio Mattarella in stato d’accusa per “ALTO TRADIMENTO” ed
“ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE” (Fonte: Agorà, Rai 3) Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump nelle consuete telefonate di auguri del 25 dicembre dal salotto della Casa Bianca, rivolgendosi ad una bimba di 7 anni “Credi davvero ancora a Babbo Natale? A quell’età oramai è marginale, cosa da poco conto“. “Certo che ci credo!“, la risposta della piccola. Il trattato geopolitico dell’esponente grillino Alessandro Di Battista, sui socialnetwork “In politica estera Trump si sta comportando MEGLIO di tutti i presidenti Usa precedenti, incluso quel GOLPISTA di Obama” (Fonte: diretta Facebook ) Dal Blog delle Stelle, il sito del Movimento 5 Stelle post di fine anno, della serie “uno vale uno”, viva la “democrazia interna” e la “Costituzione più bella del mondo” “ Gregorio De Falco: Espulsione – Saverio De Bonis: Espulsione – Giulia Moi: Espulsione – Marco Valli: Espulsione – Lello Ciampolillo: Richiamo. Nei confronti di Matteo Mantero e di Virginia La Mura i procedimenti disciplinari sono stati archiviati. Nei confronti di Elena Fattori e Paola Nugnes i procedimenti disciplinari sono ancora pendenti“, La parlamentare Daniela Santanchè (Fdi) si mostra tutta agghindata sulle nevi di Courma, stile Serbelloni Mazzanti, uno shop online di abiti di lusso si complimenta e… “Bellissima foto, complimenti: se ti va dai un’occhiata al nostro shop online, grazie”. E la Santanchè: “Avete cose bellissime, ma gli sconti li fate anche sulle borse Chanel?” (Fonte: Instagram )
Il parlamentare Matteo Dall’Osso appena passato dai 5 Stelle a Forza Italia Dall’Osso ha lanciato invettive durissime contro gli ex compagni di partito e il governo, reo, a suo dire, di averlo “usato, diffamato, trattato come un disabile e offeso“. Che effetto le ha fatto incontrare Berlusconi? “È una persona anziana più arzilla e vispa di me. E anche di Di Maio“. Qualcuno in Forza Italia sta facendo ‘campagna acquisti’ nei 5 Stelle? “Ovviamente no. Al diavolo non si vende, al diavolo si regala, come dice Vasco Rossi”. Il numero dei delusi è abbastanza alto da far saltare la maggioranza in senato? “Questo non lo dico ora. Bisogna rovinargli le feste…“. Secondo Berlusconi il governo cadrà entro il 15 gennaio. “Lasciamoli fare anche oltre: le bombe quando esplodono esplodono…” (Fonte: Un Giorno da Pecora, Rai Radio 1) Il tragico tweet del deputato Stefano Fassina di Liberi e Uguali “Cari Presidenti @borghi_claudio e @AlbertoBagnai confesso delusione e rabbia: ho messo la faccia e ricevuto insulti da mie fila per sostegno a Piano Savona e manovra espansiva. Con la resa di @matteosalvinimi e @luigidimaio arretriamo anche rispetto ai Governi Pd“ L’ex ministro Carlo Calenda e lo stato di salute del Pd “Conversazione all’alba con Minniti anche lui colpito da ernia del disco. Abbiamo amaramente concluso che è l’effetto diretto dello sforzo di fare qualcosa per risollevare il Pd. #erniapd” (Fonte: Twitter ) Il deputato Pd Emanuele Fiano ed il lancio della finanziaria Fiano lancia il testo della manovra, colpito Garavaglia. Durante la protesta delle opposizioni alla Camera, nel corso della discussione
sulla manovra in Aula, il deputato Fiano ha lanciato tra i banchi il testo della legge, colpendo il sottosegretario Massimo Garavaglia. “Mi scuso, non era mia intenzione” (Fonte: Adnkronos ) Vincenzo De Luca presidente Pd di Regione Campania sul caso del pronto soccorso di Napoli chiuso per la presenza di imenotteri: scatta il “complotto della formica” “Non mi risulta, ho visto le immagini di un cestino con le formiche. Credo che l’Asl Napoli 1 farà un esposto alla Procura per venire a capo di episodi più che sospetti. Come lei sa, esperta zoologa, le formiche d’inverno stanno al riparo sottoterra. Bene che l’Asl cominci a mobilitare i carabinieri e la procura, perché qui le formiche non esistono, esistono altre cose…” (Fonte: Repubblica Tv) L’attore Massimo Boldi sui socialnetwork “DISPACCIO PER LA COMUNITA’. Milioni di uomini in tutto il mondo usano il VIAGRA. Durante una intervista radiofonica con Giuseppe Cruciani ho ammesso di farne uso pure io. Ebbene non è esatto. Io uso il LEVITRA. Il VIAGRA ” acqua fresca” (Fonte: Twitter ) La cantante Cristina D’Avena pubblica sui social una foto con Rocco Siffredi e cinguetta “Puffa di qua… Puffa di là… Gli auguri con Rocco eccoli qua… Uno scoppiettante 2019 a tutti! “ Comunicato di Mario Adinolfi del Popolo della Famiglia Piemonte IL POPOLO DELLA FAMIGLIA CHIEDE RIMOZIONE DEL BACIO GAY DA RAIUNO. “Appello al presidente Foa: è questa la Rai del cambiamento nel 2019?“. Il Popolo della Famiglia Piemonte chiede “che sia rimosso dalla programmazione del prossimo 4 gennaio un film di prima serata su
Raiuno con lungo e insistito bacio tra uomini. Il film si intitola “Wine to Love”. Non siamo sessuofobici ma crediamo che la bellezza del sesso viva di intimità, pudore, nascondimento persino. E soprattutto non vogliamo essere costretti dalla tv a imbatterci in temi delicati per i nostri bimbi, che necessitano i tempi e i modi che ogni famiglia ritiene di dover adottare, senza farseli dettare dalle marchette tra Rai Cinema e la nota lobby Nella comicità i tempi sono tutto. Anche per Virginia Raggi “Virginia Raggi ha scelto il giorno sbagliato per scrivere che ‘il vento è cambiato‘”, la sindaca 5 Stelle “lo ha scritto su Twitter parlando di Ostia, mentre Roma era avvolta da una grande nube di fumo maleodorante, causata da un incendio in un enorme deposito di rifiuti” (Fonte: il Post ) L’onorevole Vittorio Sgarbi e lo spirito natalizio “Le tombolate? Solo la parola mi fa cacare, le tombolate ve le mettete voi nel culo” (Fonte: I Lunatici, Rai Radio 2) Michela Vittoria Brambilla, onorevole forzista, leader del Movimento Animalista, vanta un tasso record di assenteismo parlamentare del 99,4%. “Ho 13 cani, 33 gatti, 2 cavalli, 2 minipony, 7 capre, 3 pecore, 2 daini, 3 papere, 200 piccioni. Se i cani potessero votare, io sarei Presidente del Consiglio“(Fonte: Hashtag24 – SkyTg24) Khashoggi ed altri giornalisti persone dell’anno per il Time:
“Sono i guardiani della verità” di Federica Gagliardi Il giornalista saudita Jamal Khashoggi i reporter definiti “guardiani” sono stati scelti come “persona dell’anno” da Time Magazine. “Per avere assunto grandi rischi nel perseguire verità più grandi, per l’imperfetta ma essenziale ricerca dei fatti, per far sentire la propria voce e dire la propria, i Guardiani Jamal Khashoggi, la Capital Gazette, Maria Ressa, Wa Lone e Kyaw Soe Oo sono persona dell’anno del Time“, recita la motivazione addotta dal giornale. Khashoggi è stato ucciso il 2 ottobre scorso all’interno del consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul. Capital Gazzette, invece, è il giornale di Annapolis, in Maryland, dove lo scorso 28 giugno un uomo ha aperto il fuoco uccidendo cinque dipendenti. Quanto a Maria Ressa, è una giornalista filippina che guida il sito di informazione Rappler preso di mira dal presidente delle Filippine Rodrigo Duterte. Wa Lone e Kyaw Soe Oo, infine, sono i due giornalisti di Reuters arrestati in Birmania, condannati a sette anni di carcere per il loro lavoro di documentazione delle violenze contro la minoranza Rohingya. È la prima volta che dei giornalisti vengono scelti come persona dell’anno dal magazine, che assegna questo titolo dal 1927. Inoltre, è la prima volta che una persona morta viene scelta come personalità più significativa dell’anno in corso. Visto che quest’anno il titolo di ’persona dell’anno 2018’ è condiviso, Time ha scelto di pubblicare
quattro prime pagine diverse, una copertina per ogni giornalista o squadra di giornalisti. I reporter hanno dunque avuto la meglio su Donald Trump, già persona dell’anno 2016, che i bookmaker davano per favorito anche quest’anno. È la seconda volta consecutiva che il Time sceglie un gruppo e non una sola persona. Nel 2017 aveva scelto le persone che hanno “rotto il silenzio” contro le molestie sessuali con il movimento #MeToo, scatenando una serie di accuse contro gli uomini di potere nel mondo. Una giornata contro i poteri che non amano l'informazione di Mario Calabresi* Cosa hanno in comune il presidente filippino Duterte e il rivoluzionario a 5 Stelle Di Battista? L’idea che i giornalisti vendano la loro penna: siamo “puttane” nella versione grillina, “presstitute” in quella asiatica. E cosa tiene insieme Matteo Salvini e Donald Trump? Un uso spregiudicato dei social per sfuggire alle domande e per mettere all’indice oppositori, disturbatori e “nemici del popolo”. Il potere non ha mai amato le domande, le intrusioni, lo svelamento. Ha sempre attaccato chi le faceva e provato a buttarlo fuori strada,
ma mai prima d’ora aveva cercato di costruire un fronte comune con i cittadini per squalificare l’informazione. Si rivolge al popolo per convincerlo che è la stampa a tradirlo, perché asservita a interessi diversi e menzognera. E così facendo il potere si presenta come una sorgente di verità indiscutibili. Se ciò è possibile è evidente che i giornalisti hanno molte colpe, la prima delle quali è di essere apparsi troppo legati allo status quo e troppo poco critici con l’esistente. La stessa accusa che si muove alla sinistra a ogni latitudine: aver perso la capacità di ascoltare. Non voglio qui difendere la categoria o fare un elenco di meriti per bilanciare gli errori ma denunciare la grande truffa che stanno cercando di venderci.
È una truffa presentare come meravigliosa l’idea che il futuro dell’informazione sia il rapporto diretto tra il potere e i cittadini, senza più bisogno di media e di giornali: è ancora e solo propaganda, da cui diventa sempre più difficile difendersi. È una truffa che chi governa si presenti come vittima mentre occupa ogni spazio di potere possibile e squalifichi chi osa criticarlo, indicandolo al servizio di presunti contro poteri. È una truffa essere il potere ma pretendere di avere i caratteri dell’opposizione o delle persone comuni. È solo un modo per non rispondere dei propri atti. È una truffa chiedere al giornalismo di essere asettico e senza
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