Sviluppo e investimento, una delegazione dell'Angola in visita a Salerno e provincia
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Sviluppo e investimento, una delegazione dell’Angola in visita a Salerno e provincia di Monica De Santis Mattinata all’insegna della cooperazione, ieri mattina a Palazzo Sant’Agostino, dove, promosso dalla Camera di Commercio e dall’Africa Centrale si è tenuto l’incontro con la delegazione dell’Angola guidata dal Segretario di Stato alla pesca Esperança Maria Francisco Eduardo da Costa e dall’Ambasciatrice in Italia Maria De Fatima Domingas Jardim, per consolidare l’interazione culturale ed economica tra l’Italia e l’Angola, volta a consolidare la collaborazione tra le imprese del settore privato salernitano che operano e possono operare in Angola, sfruttando i punti di forza dei due paesi. Hanno accolto e salutato la delegazione il Presidente della Provincia di Salerno Michele Strianese, il Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, l’International Legal Advisor Giuseppe La Sala e il Presidente della Camera di Commercio ItalAfrica Centrale Alfredo Carmine Cestari, che ha collaborato alla realizzazione dell’appuntamento. “La nostra città – spiega l’ingegner Cestari – è molto vicina al continente africano, un’ora solo di volo e siamo già nel grande mercato africano che prenta oltre un miliardo di consumatori. Quindi anche le nostre merci e le nostre imprese possono facilmente arrivare in queste aree in questi mercati e questa è l’occasione importante per presentare l’Angola che è uno dei principali paesi con i quali l’Italia ha degli scambi commerciali. Quindi questa visita è anche la continuità e la base per poter presentare alle nostre imprese e così anche alle imprese angolane che sono a seguito del segretario di Stato quelle che sono le nostre eccellenze e che sono veramente tante e che dopo questo periodo di emergenza sanitaria, ora possono guardare con nuovo ottimismo al
futuro”. “La cooperazione internazionale ha visto in Salerno e nella sua provincia – dice il sindaco Napoli – un interlocutore importante e di questo noi ne siamo lieti e rinforza, naturalmente la nostra impostazione di amicizia tra i popoli e naturalmente un’amicizia condita da possibilità commerciali che credo siano utili a tutti”. “Salerno e la sua provincia – dichiara il Presidente Michele Strianese – sono un importante hub di interscambio fra Europa e Africa. Confronto e collaborazioni con realtà economiche, sociali e culturali diverse sono fondamentali per noi e le nostre imprese. Soprattutto ora che è necessario ripartire e creare sviluppo, è bene cogliere in pieno le possibilità offerte dall’internazionalizzazione. Il mercato angolano può essere un ottimo sbocco economico. L’Angola è un paese ricco di risorse e si configura come una rilevante destinazione di investimenti soprattutto nei settori della pesca, dell’agricoltura e dell’edilizia. In particolare oggi il Paese sta vivendo il momento più florido della sua storia, la guerra ormai è solo un ricordo del passato visto che è stato avviato un processo di ricostruzione che ha consentito una valida riorganizzazione in tutti i settori. L’Angola è un luogo più dinamico e sicuro, stabile sia politicamente che economicamente e presenta un grande potenziale di sviluppo.” Mister Italia, cinque salernitani in gara Ci sono anche cinque ragazzi salernitani tra i novanta bellissimi pre-finalisti nazionali del concorso di Mister Italia 2021.
Gennaro Mondelli 29 anni di Ogliastro Cilento, Alessandro Vitiello 17 anni di Scafati e Gianfranco Tamburo 31 anni di Battipaglia. I cinque ragazzi saranno in passerella lunedì prossimo 2 agosto a Giulianova (TE) dove, nello splendido scenario di piazza del Mare, cercheranno di conquistare il “pass” per la finalissima nazionale in programma pochi giorni dopo, sabato 7 agosto a Pescara. Per i ragazzi salernitani l’opportunità di vivere un’esperienza indimenticabile in quello che rappresenta il concorso di bellezza al maschile più importante organizzato nel nostro Paese. Promosso come ogni anno da patron Claudio
Marastoni, il concorso di Mister Italia è stato trampolino di lancio nel corso degli anni di personaggi del calibro di Raffaello Balzo, Luca Onestini, Paolo Crivellin, Andrew Del Corso e tanti altri volti noti del mondo dello spettacolo, della moda e del cinema. Unica manifestazione di bellezza a non fermarsi durante il lockdown (nel 2020 lo scettro è andato tra le mani del napoletano Giuseppe Moscarella), Mister Italia dal 2020 propone anche un contest social, Mister Italia On the Web che, nei mesi invernali, vede cimentarsi centinaia di ragazzi da tutta Italia. In palio un accesso diretto alla finalissima nazionale del concorso “in presenza” che quest’anno ha premiato il monzese Mattia Bertolino. Per i cinque esponenti salernitani, quindi, il primo obiettivo sarà quello di raggiungerlo sul palco della finale di Pescara che sarà condotta come ogni anno da Jo Squillo e che vedrà “madrina” e presidente di giuria la splendida Manuela Arcuri. La manifestazione è organizzata dalla “Claudio Marastoni” con il sostegno e la partnership di Ducati, Caffe Mokambo, Bes Italy, Bomba Energy Drink e i patrocini dei comuni di Pescara e Giulianova. Per restare aggiornati sull’avventura dei ragazzi di Salerno e provincia a Mister Italia si possono seguire i canali social del concorso: Instagram e Facebook @misteritalia Lo sfavillio degli ottoni della Cherubini di Olga Chieffi E’ vanto delle massime orchestre creare il maggior numero possibile di gruppi da camera utilizzando i musicisti del proprio organico. L’indimenticato Herbert von Karajan
stimolava ininterrottamente i suoi musicisti in questo senso. Essi devono imparare ad ascoltarsi a vicenda, devono comunicare musicalmente nel più piccolo e amichevole dei cerchi, per poi affiatarsi nella grande famiglia musicale che un’orchestra è. Lungo un itinerario di cinque concerti, le formazioni da camera dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini – in quartetto d’archi o d’ottoni, in duo o quintetto o ensemble – animeranno luoghi del cuore della città della Musica, la Sala dei Cavalieri, Santa Maria a Gradillo, i Giardini del Monsignore, San Giovanni del Toro, portando in dono preziose pagine musicali – Haydn, Beethoven, Verdi, Smetana, Fauré, Gershwin, ma anche Rota, Morricone, Modugno. Stasera, alle ore 18,30ci si ritroverà nella Sala dei Cavalieri di Villa Rufolo, con gli ottoni dell’orchestra. Ad inaugurare la promenade musicale sarà il quartetto di corni, composto da Gianpaolo Del Grosso, Federico Fantozzi, Giovanni Mainenti, Xavier Soriano Cambra. Prima parte nel segno della caccia, naturalmente, con una Fantasia da “Il Franco Cacciatore” di Carl Maria Von Weber, sulla cui orchestra imperano corni e legni, alla ricerca di timbri nuovi e romantici. A seguire, “La Grande fanfare par Rossini”, conosciuta anche con il titolo “le Rendez-vous de chasse”, è una celebre pagina per quattro corni da caccia e orchestra, scritta nel 1828 durante una vacanza a Rambouillet, nella casa del Barone Schickler, quindi un programma eterogeneo che passa dalla Polka caricaturale di Reiche alla trascrizione del coro dei pellegrini dal Tannhauser di Wagner, dal Bayerischer Landler, alla musica da film di Morricone e Piovani in due particolari arrangiamenti dell’indimenticato Maurizio Maiorino, per affermare che volare è sempre possibile, sulle note di Domenico Modugno. Passaggio di testimone al Low Brass Quartet di Andrea Andreoli e Antonio Sabetta al trombone tenore, Cosimo Iacoviello al trombone basso e Alessandro Rocco Iezzi alla tuba. Anche qui programma composito ma d’impronta più operistica, con “Lascia ch’io pianga” dal “Rinaldo” di Haendel che produce un effetto commovente e di rara intensità, una fantasia dalla Tosca di Puccini e il “Nessun dorma”, con i
tromboni che si lanceranno tra gli ardimenti vocali del principe Calaf e la partitura grondante di suoni, splendente di impasti ferrigni e luci adamantini che è quella della Turandot di Giacomo Puccini. In mezzo ancora grandi melodie come Granada, “In memoriam” di Premru, la splendida “The Liberty Bell March” di Sousa e le colonne sonore dei film di James Bond. Cilento Music Festival con James Senese, Peppe Servillo & Solis String Quartet Il Cilento Music Festival è un festival musicale “diffuso” con la regia del maestro Lillo De Marco il quale ha voluto creare un network artistico-culturale al fine di innescare una promozione sinergica di qualità innovativa, che dia privilegi ai turisti italiani e stranieri per un turismo consapevole con lo scopo di valorizzare i luoghi attraverso interventi spettacolari ma allo stesso tempo rispettosi dei luoghi in cui si svolgono. Palazzi baronali, castelli, anfiteatri naturali, chiese, conventi, centri storici, beni culturali e aree di interesse turistico – archeologico e storico sono le location scelte per un percorso unitario di attività di promozione dei siti interessati dagli eventi. Un articolato percorso di valorizzazione del Cilento che intende fare delle sue risorse i pilastri di un solido sviluppo turistico. Inaugurazione avviene l’1 Agosto a Laurino – “la perla del Calore” – con un sentito omaggio al Maestro Ennio Morricone, che appena un anno fa ci ha lasciato, ad opera dell’ensemble Oscar Movies Ensamble. Lo spettacolo è prodotto dalla compagnia Artisti Cilentani Associati. Il Cilento Music festival si concluderà a
settembre con grandi artisti nazionali: il 5 ad Agropoli si esibirà il trio Mariella Nava, Grazia Di Michele e Rossana Casale, l’8 a Capaccio con Peppe Servillo & Solis String Quartet per concludersi il 25 all’Anfiteatro di Laurino con James Senese. a prima settimane di eventi live, tutti rigorosamente organizzati rispettando le norme anti Covid, è la seguente: 01 Agosto Oscar Movies Ensemble a Laurino presso l’Anfiteatro: La formazione da camera, con l’aggiunta di flauto, chitarra classica e mezzo soprano. 02 Agosto con Daniele Scannaieco Quatet a Torchiara presso il Palazzo Baronale: Jazz tra fusion e latin per il sassofonista salernitano. 03 Agosto Aristide Garofalo & Jerry Popolo a Torchiara presso il Palazzo Baronale: Aristide Garofalo è un chitarrista, compositore e cantante di Agropoli e oscilla tra musica blues e cantautorato folk. 04 Agosto “Star Wind Quintet” nel centro storico di Rocca Cilento: Formazione giovanile composta dai migliori allievi del conservatorio di Salerno. 05 Agosto Alessia nel centro storico di Villa Littorio fraz. di Laurino: La cantante pop cilentana con la sua storica band . 07 Agosto Kamelya Naidenova & Angelo Loia a Perdifumo presso il Convento di Santa Maria degli Angeli: Due virtuosi interpreti di un inedito repertorio che va dalla classica di Vivaldi alla musica contemporanea. Incidente lungo corso Garibaldi, un ferito Poteva avere conseguenze ben più gravi l’incidente verificatosi ieri sera, poco prima della mezzanotte, lungo corso Garibaldi, altezza poste centrali. Stando a quanto emerge, una smart scendeva da via Dei Principati per immettersi sul corso mentre l’Audi stava percorrendo via Roma
quando si è verificato l’incidente. Sul posto i vigili del fuoco e due ambulanze: l’autista della Smart si sarebbe ferito ad una gamba e sarebbe stato trasportato al Ruggi dal Psaut con medico a bordo mentre l’altro uomo è stato trasportato in ospedale per gli accertamenti del caso, a bordo di una ambulanza dell’Humanitas. La responsabilità dell’incidente sarebbe riconducibile all’assenza dei semafori. La strada è rimasta chiusa al traffico per diverse ore. Disagi anche alla circolazione: gli autobus di ritorno dal Giffoni film festival hanno dovuto lasciare i ragazzi a bordo poco prima dell’incidente per far proseguire loro a piedi. 1. VID-20210730-WA0007 Favilli, Bonazzoli, Kechrida, Lassana: poker granata SALERNO – Favilli e Bonazzoli Kechrida e Lassana Coulibaly per il centrocampo. La Salernitana inizia a trovare la quadratura del cerchio chiudendo di fatto quattro trattative importanti e gettando basi solide per il colpo a sensazione, quello
dell’atalantino Lammers, da battere da qui a qualche giorno. ARRIVANO LE PUNTE Ieri la società granata ha mosso passi decisivi per ingaggiare due dei tre attaccanti che ha intenzione di mettere a disposizione di Fabrizio Castori. Si tratta di Federico Bonazzoli della Sampdoria e di Andrea Favilli del Genoa. Per entrambi le trattative sono praticamente ai dettagli e nelle prossime ore potrebbero raggiungere Salerno per mettersi a disposizione del tecnico granata all’inizio della seconda parte della preparazione che si terrà in quel di Buccino. Per quanto riguarda Bonazzoli, l’inseguimento sembra essere terminato ieri pomeriggio, quando l’attaccante ha sciolto le riserve ed ha accettato il trasferimento a Salerno. Prestito con obbligo di riscatto in caso di salvezza la formula del trasferimento con Bonazzoli che dovrebbe essere la punta in appoggio all’ariete previsto nello spartito tattico di Castori. Cresciuto nella Primavera dell’Inter, l’attaccante è più volte stato sul punto di esplodere ma si è fermato sempre sul più bello. Tanti prestiti, tra serie B e serie A, per l’attaccante classe 1997 che, quando era in forza al Lanciano, affrontò nel play out la Salernitana. Poi nell’ordine Brescia, Spal, Padova, Torino e Sampdoria che in tutto conta 11 gol in serie A ed 8 in B. Ora a Salerno spera nella definitiva consacrazione. Più o meno lo stesso discorso vale per Andrea Favilli. Anch’egli classe 1997 e venuto su nella cantera di una big, la Juventus, il centravanti ha militato ad Ascoli (in B), Genoa ed Hellas Verona senza però riuscire mai a confermare le ottime relazioni sul suo conto anche a causa di svariati infortuni al ginocchio ed alla coscia. 13 reti in cadetteria e solo 2 in massima serie sono il magro bottino di Favilli che proverà ad esplodere, finalmente, a Salerno. OBIETTIVO LAMMERS L’arrivo di Bonazzoli e Favilli non preclude quello di Sam Lammers. L’Atalanta, che un anno fa ha investito 7 milioni per ingaggiarlo e vuole valorizzarlo, ha già dato il proprio assenso a cederlo in prestito secco, mentre l’olandese sembra essersi convinto ad accettare Salerno visto che avrà la certezza di giocare da titolare inamovibile. Nei piani di
Castori l’ex Psv potrà giocare sia da prima sia da seconda punta ma soprattutto dovrà essere il fuoriclasse in grado di far compiere alla Salernitana il salto di qualità dalla cintola in su. Nei prossimi giorni, quando gli orobici riusciranno a sistemare il proprio reparto offensivo, ingaggiando le alternative a Muriel e Zapata, la trattativa potrebbe sbloccarsi definitivamente. TUTINO PIU’ LONTANO Sembra invece allontanarsi definitivamente Gennaro Tutino. La sua ferma volontà di tornare in granata è andata a cozzare con quella del Napoli di monetizzare dalla sua cessione a titolo definitivo ad una big di serie B (Parma o Monza). Dal canto suo la Salernitana non può più permettersi di aspettarlo e così, nelle ultime ore, ha virato decisa su Favilli e Bonazzoli. SALERNITANA LEGIONE STRANIERA La Salernitana ieri ha chiuso anche altri due affari. Dopo aver sondato il terreno per il maliano Sacko del Vitoria Guimaraes ed essersi vista rifiutare la proposta di prestito oneroso da parte del club portoghese, la Salernitana ha virato su un altro profilo, ancora più esotico. Si tratta del tunisino con passaporto francese Wajidi Kechrida, appena svincolatosi dall’ ES Sahel. Classe 1995, nazionale del proprio paese (15 presenze con la maglia biancorossa), è un esterno molto prestante fisicamente più bravo a difendere che a spingere sull’out destro. A lui si era interessato anche il Saint Etienne ma la Salernitana ha fatto saltare il banco chiudendo in serata con un accordo annuale. In serata è arrivato anche il sì di Lassana Coulibaly. Il centrocampista maliano ex Angers e Rangers Glasgow ha sottoscritto un contratto biennale con il club granata, andando così a rimpolpare la batteria di mezzali a disposizione di Castori. Questa mattina sosterrà le visite mediche e da lunedì sarà a disposizione del tecnico per la seconda parte della preparazione. SI LAVORA PER BANI, VIOLA E GARRITANO La Salernitana continua a lavorare anche su altri obiettivi, come il difensore centrale del Genoa Bani (in alternativa ci sono sempre Ranieri, Luperto e Gagliolo) ed i centrocampisti Viola e Garritano, entrambi svincolati. Tutti affari che la società granata porterà avanti senza particolare
fretta. Siano/ Nocera, “Impugnava una pistola e l’ho accoltellato” “Ho preso il coltello e l’ho ferito perchè durante la colluttazione lui ha estratto una pistola e io a quel punto mi sono difeso: credevo che l’avesse usata contro di me. Dispiaciuto per quello che è successo”. E’ uno dei passaggi della difesa di Pio Aliberti Di Benedetto, assistito da Enrico Leo, l’usciere del Comune di Nocera Inferiore, finito in carcere per aver inferto 11 coltellate all’ex carabiniere Enrico Di Filippo in strada a Siano lunedì sera. Tra i due non correva certamente buon sangue, ci sarebbero stati degli antichi dissapori e lunedì a Siano quando si sono incrociato hanno cominciato a suonarsele di santa ragione. “Io sono stato provocato ed ho reagito, poi ripeto ho visto una pistola e mi sono impaurito e mi sono difeso sferrando le coltellate”, ha aggiunto nell’interrogatorio Pio Alberti parlando di essere stato provocato davanti casa. Dopo l’aggressione aveva raggiunto l’auto e si era dileguato nel nulla fino ad essere preso a Mercato San Severino. Nell’ospedale di Curteri era stato medicato in seguito alle ferite riportate durante la colluttazione. Una scena avvenuta in pieno centro e davanti a diverse persone che, una volta capito quanto accaduto, hanno subito soccorso il militare in pensione e hanno allertato i volontari del 118. Trasportato d’urgenza all’ospedale Umberto I di Nocera, è ricoverato in prognosi riservata al reparto di chirurgia dove i medici non si sbilanciano sulle sue condizioni. sulle tracce dell’accoltellatore si sono messi i carabinieri della locale stazione e nella notte l’aggressore è stato prima fermato a mercato San Severino e poi, sentito il
parere del Pm, arrestato. Pio Di Benedetto, dipendente comunale a Nocera Inferiore, è noto alla giustizia e con un passato legato agli stupefacenti. Su di lui adesso c’è l’imputazione formulata dal pm Anna Chiara Fasano del Tribunale di Nocera Inferiore di tentato omicidio. Resta in carcere. Juan Diego Florez: Canto spectacular Stasera, alle ore 20 il Belvedere di Villa Rufolo ospiterà la prima serata dell’Omaggio ad Enrico Caruso, con il tenore peruviano, il soprano Marina Monzò e l’Orchestra del Teatro San Carlo, diretta da Nikolas Maximilian Nägele Di Olga Chieffi Stasera alle ore 20, il Ravello Festival apre il suo omaggio ad Enrico Caruso, con il primo dei due eventi ideati dal direttore artistico Alessio Vlad, che vedrà sul Belvedere di Villa Rufolo uno dei più grandi tenori oggi in attività, Juan Diego Flórez. La prima serata dell’omaggio ad Enrico Caruso, nell’anno celebrativo del centenario della morte, sarà dedicata al giovane Enrico, ancora parzialmente in possesso delle stigmate del tenore “di grazia”. Una classificazione dovuta alla morbidezza, alla fluidità del legato, all’uso di mezze-voci e smorzature, all’acuto chiaro, che, poi, diverrà pieno, sensuale e struggente, proprio in quella “Furtiva lagrima”, non favorevolmente accolta dalla frangia dei critici al teatro di San Carlo, che aprì la strada al canto moderno, sancendo il tramonto del suo concorrente Fernando De Lucia, il
mago delle note filate, le celeberrime “lacreme” e del vibrato stretto. La sintesi di questi due tenori è oggi, Juan Diego Florez, una delle voci più apprezzate del panorama operistico attuale, con un repertorio improntato al belcantismo italiano. Juan Diego farà coppia con il soprano Marina Monzò, voce giovane e intrigante, sostenuto dall’Orchestra del Teatro San Carlo, diretta da Nikolas Maximilian Nägele, Kapellmeister della Deutsche Oper di Berlino. Il programma verrà inaugurato da un omaggio a Gaetano Donizetti, con la Sinfonia del Don Pasquale e i suoi temi che catturano delle “situazioni” dell’opera, creandone di nuove con metafisica spensieratezza. Il bel tenore esordirà proprio sulle note di “Una furtiva lagrima”, il pezzo forte dell’Elisir d’amore, appassionato, voluttuoso, affettuoso come una serenata, con un motivo che si snoda puro, logico, sviluppato in un arco che non sembra aver fine. Quindi, Florez darà voce a Lord Edgardo Ashton, con “Tombe degli Avi miei… Fra poco a me ricovero”, dall’ultimo atto della Lucia di Lammermoor, divenendo il prototipo dell’eroe romantico, fiero e passionale, ma condotto da Lucia, tra gli spazi delle melodie eteree e sublimate. Momento tutto strumentale con l’Intermezzo dalla Carmen di Bizet, in cui saranno l’arpa e il flauto a dominare l’orchestra, creando uno spazio sonoro di una ampiezza inusitata, dalle intangibili lontananze, prima del ritorno in scena di Florez, con la cavatina di Romeo (“Ah lève-toi soleil”), elegante, persuasivo esempio delle attitudini elegiache di Charles Gounod, principio del II atto del suo Romeo e Juliette. La Monzò sarà Juliette: suoi gli acuti e la fresca agilità richiesta per l’esecuzione della celebre ariette dell’atto I, “Je veux vivre dans le rêve”, prima di ascoltare le due voci in “Va! je t’ai pardonné!..Nuit d’hyménée”, in cui Gounod offre il meglio di sé, nell’intonazione febbrile del sentimento amoroso. Enrico Caruso ha rappresentato anche l’emigrante, divenendo il massimo cantore del suo idioma musicale, che verrà evocato dall’interpretazione di tre melodie quali “Core ‘ngrato”,”’O sole mio” e “Torna a Surriento”. Ancora un intermezzo, stavolta quello di Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni
che, che ben si espandendosi, rinforzando ondeggiando, come il vento e gli stessi sentimenti umani, fluttuando per i loro ciechi labirinti, c’introdurrà al finale verista, tutto pucciniano nella soffitta di Bohème, dove il caminetto brucia di fame, gioventù e amore e Rodolfo in “Che gelida manina” e “O soave fanciulla”, incontra Mimì, la ragazza ideale, la quale non è che l’esito trasfigurato di un mondo saldamente ancorato alla vita di tutti i giorni. Caro Enrico…..fragilità umane del mito Stasera, alle ore 21, l’omaggio al grande tenore di Un’Estate da Re, a Caserta. In scena Daniel Oren, Vittorio Grigolo, Caterina Vertova e l’Orchestra Filarmonica Salernitana, per dar vita allo spettacolo firmato da Riccardo Canessa. Di Olga Chieffi Il 5 dicembre 1906 Lina Cavalieri baciò con passione il tenore Enrico Caruso di fronte a una platea sbalordita, che non s’aspettava uno slancio di tale intensità da parte della cantante lirica. Da allora, “la donna più bella del mondo”, come tutti già la chiamavano, diventò anche “the kissing primadonna”, proprio in virtù di quel “coup de théâtre” con cui, sul palco del Metropolitan Opera House di New York, aveva reso scabrosamente indimenticabile la messa in scena della “Fedora” di Umberto Giordano. Stasera, alle ore 21, i reali della reggia di Caserta, oltre al direttore artistico Antonio Marzullo, saranno proprio Lina Cavalieri ed Enrico Caruso, un rapporto speciale, schizzato in “Caro Enrico….” uno spettacolo che porta la firma di Riccardo Canessa e di Daniel Oren, il
quale sarà alla guida dell’orchestra Filarmonica Salernitana, con ospite il tenore Vittorio Grigolo. “Lo spettacolo – ci ha rivelato Riccardo Canessa – nasce dall’epistolario tra Lina Cavalieri ed Enrico Caruso. Alcune lettere sono autentiche, altre ricostruite, ed ho creato, sulla base delle ricerche racchiuse nel volume “Ridi Pagliaccio. Vita, morte e miracoli di Enrico Caruso” di Francesco Canessa, una particolare drammatizzazione, che può avere diverse versioni. Questa che andrà in scena ad Un’Estate da Re, è sicuramente quella più stringata ma, più intensa, pensata come “Il prologo” dei Pagliacci, poiché farà effettivamente da prologo al concerto di Vittorio Grigolo. La voce narrante sarà quella di Caterina Vertova, un’attrice eccellente, quella dei ruoli “ingrati”, la quale avrà il compito di svelare i risvolti della vita del tenorissimo, fatti di fragilità, di paura, come quella dei giornalisti, capaci di divulgare notizie false, della morte, in particolare quella di morire in palcoscenico, per un male che lui definiva la “carusite”, che c’era, ma gli permetteva di cantare, e che non riusciva a spiegarsi. Uno spettacolo che farà conoscere un Caruso “umano, troppo umano”. “Sono molto onorato di dirigere questo concerto – annuncia il nostro Maestro Daniel Oren – alla Reggia di Caserta, 120 anni dopo la prima delle due stagioni che, nel Teatro di Salerno ebbero a protagonista colui che diventerà il tenore più celebre di tutti i tempi. Al tempo di Caruso il Verdi si chiamava soltanto Teatro Municipale di Salerno e nel 1896 era affidato all’impresario Giuseppe Grassi, che dirigeva anche il giornale locale “La Frusta”. Caruso, che aveva appena 23 anni, e aveva debuttato in quel teatro agli inizi dell’anno in una sporadica recita di Lucia di Lammermoor, in una compagnia “di giro”, guidata dall’impresario Matteo Amendola, fu scritturato dal Grassi come tenore principale e interpretò, dal settembre al dicembre, i Puritani, La Traviata, La Favorita, Pagliacci, Cavalleria Rusticana, Carmen oltre alla dimenticata opera “A San Francisco”, del compositore Carlo Sebastiani. L’anno successivo, La Gioconda, Manon Lescaut oltre alle “riprese” di Traviata e Favorita, che la stagione precedente avevano
riscosso il maggior successo e a un concerto di musica sacra in Cattedrale. Opere diverse, per vocalità diverse, furono per Enrico una “gavetta” provvidenziale, anche per la presenza dell’esperto maestro Vincenzo Lombardi, che diresse tutte le opere e fu prodigo di consigli per il giovane tenore. A Salerno fu più volte ascoltato e avvicinato da Nicola Daspuro, una singolare figura di giornalista- impresario, che rappresentava nelle città del Sud la Sonzogno, la Casa Musicale concorrente della più antica Ricordi. Il suo titolare, Eduardo Sonzogno aveva preso a Milano la gestione del secondo teatro cittadino dopo La Scala, il Lirico e raccolto intorno a sé i compositori della Giovane Scuola. Cercava un tenore per la parte di Loris nella Fedora di Umberto Giordano, che sarebbe andata in scena per la prima volta nel 1898. Daspuro gli suggerì con tanto calore Caruso, che Sonzogno lo scritturò a scatola chiusa, senza alcuna audizione preventiva. Fu ripagato della fiducia, perché il tenore napoletano riscosse un successo memorabile. Fu l’impennata definitiva verso la celebrità internazionale. Una celebrità fortissima a suo tempo: si pensi che nel 1909, agli albori dell’industria discografica e ad appena alla sua terza stagione al Metropolitan di New York, il disco della romanza “Ridi Pagliaccio” da lui inciso per la Victor vendette un milione di copie. Ma per tutto il secolo ed oltre è rimasto vivo il suo ruolo di caposcuola del canto moderno. Un autodidatta che stravolse il modo di cantare l‘opera, prigioniera di una tendenza chiamata “neo-belcantismo “in cui l’esercizio vocale era considerato predominante sulla parola drammatica. Caruso ebbe il coraggio di capovolgere questo rapporto: nell’opera è la drammaturgia che guida la musica sino a farne la componente dominante. Questo è il canto che ancora si ascolta ai nostri tempi, il modello Caruso non è cambiato. La sua rivoluzione estetica gli consentì di cantare – e incidere nei dischi che più si diffondevano nel mondo intero – anche la musica popolare come se fosse una romanza d’opera. Operazione che gli riuscì particolarmente con la canzone napoletana, che ancora oggi, non c’è tenore che si
rispetti, che non la canti alla sua maniera”. Ferdinando Primiano: “Vaccinati tutti i docenti e il personale Ata, si può pensare di riaprire le scuole” di Monica De Santis “Stiamo creando le condizioni affinchè la scuola in provincia di Salerno possa riaprire in perfetta tranquillità” a dirlo è il dottor Ferdinando Primiano, direttore sanitario dell’Asl di Salerno, che aggiunge poi che “Un dato rilevato dalle nostre piattaforme su 24334 iscritti sul portale per potersi vaccinare nel mondo della scuola, tutti si sono vaccinati, quindi abbiamo avuto un riscontro del 100%. Questo ci consente di non entrare più o meno nella discussione in merito alle azioni che devono essere intraprese per il ritorno in presenza dei ragazzi, in quanto abbiamo una garanzia che il mondo scolastico è stato vaccinato, quindi questa è la migliore garanzia che al momento possiamo dare. Questo è il dato attuale. Ovviamente ci auguriamo che l’immunità di gregge che stiamo riuscendo a creare con le nostre vaccinazioni sul territorio salernitano sia un’immunità che tuteli non solo la nostra popolazione ma anche chi arriva perchè siamo un luogo molto ambito a livello turistico. Quindi deve essere tutela per noi, tutela per chi viene da noi, una condizione socio economica che divenda favorevole e che tutto questo possa
contribuire a far si che non vi siano più riprese della pandemia e ci auguriamo che al più presto questa posta scomparire”. Resta però il problema dei bambini dai 12 anni in giù, per i quali al momento non c’è un vaccino… “Ecco perchè noi auspichiamo questa immunità di gregge che si conquista dal 65% della popolazione in poi. Diciamo che sul territorio salernitano stiamo messi bene. Un primo traguardo lo ripeto è stato raggiunto con la vaccinazione di massa di tutto il personale scolastico e dei docenti ora dobbiamo andare avanti e proseguire con le vaccinazioni. Intanto i dirigenti scolastici, visti i dati, possono iniziare a pensare ad attività in presenza fatte con maggiori garanzie e anche a forme di contenimento meno restrittive per dare maggiore possibilità di dialogo e di apertura agli studenti”. E sul numero di studenti ad oggi vaccinato tra Salerno e provincia, non vi sono ancora dati certi… “Stiamo iniziando a conteggiare il numero dei giovani vaccinati e presto sapremo quanti giovani hanno già ricevuto la prima e anche la seconda dose di vaccino” L’obbligo del green pass dal prossimo 6 agosto per bar e ristoranti ha portato un aumento delle richieste di vaccinazione a Salerno e provincia? “Credo di si, anche se dati certi al momento non ne abbiamo. Certo è che ci dovevamo convincere forse in maniera più personale e non aspettare un obbligo come il green pass per andare a vaccinarsi. Le persone devono capire che il vaccino non solo protegge se stessi, ma protegge anche i propri cari e tutte le persone che si incontrano. Questo è vivere in un mondo civile”. Altro problema però ancora in atto sul territorio salernitano è la carenza di vaccini… “Attualmente stiamo facendo anche delle prime somministrazioni, ma non sono quelle che speravamo. Il problema sono le dosi, se ci arrivano più dosi è ovvio che riprenderemo a pieno ritmo anche con le prime dosi. Al momento però ci stiamo concentrando di più sulle seconde dosi e in alcuni casi facciamo anche le prime”.
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