"Un hub vaccinale ad Eboli": comitato
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“Un hub vaccinale ad Eboli”: l’appello del comitato cittadino dell’Anpi Hub vaccinali ad Eboli. È l’appello lanciato dall’Anpi della Valle del Sele che, nei giorni scorsi, ha scritto al commissario prefettizio di Eboli per chiedere di individuare – e mettere a disposizione – strutture mobili o immobili per far partire il centro vaccinale di popolazione. “La liberazione dal Coronavirus non passa solo per le restrizioni delle libertà individuali e i sacrifici richiesti a cittadini, ma passa anche per le azioni positive delle amministrazioni comunali. In particolare, la vaccinazione di popolazione presso i comuni. Abbiamo chiesto al commissario De Iesu di adoperarsi e mettere a disposizione strutture immobili e mobili nelle disponibilità della città, in sinergia con il Distretto Sanitario di Eboli, per far partire un “centro vaccinale di popolazione” pure a Eboli – ha dichiarato il comitato dell’Anpi Valle del Sele – Eboli, che pure è capofila territoriale della Valle del Sele, non deve essere il fanalino di coda nella organizzazione dei centri vaccinali di popolazione, che, invece, sono stati già attivati dalle amministrazioni comunali dei paesi del comprensorio. Fiduciosi di un riscontro positivo per la città, ci dichiariamo sin d’ora disponibili a mettere a disposizione le professionalità presenti nella nostra associazione maturate a livello di protezione civile nazionale Covid19, nel campo vaccinale e dell’emergenza”.
Eboli, Consorsi pilotati, parte civile anche una delle partecipanti di Pina Ferro Concorsi pubblici pilotati ed autorizzazioni per amici e parenti ad Eboli e Cava de’ Tirreni: il comune di Eboli e di Cav de’Tirreni si costituiscono parte civile. LLa volontà di costituirsi parte civile da parte dei due Enti è stata ufficializzata, ieri mattina, nel corso dell’udienza preliminare che si è svolta dinanzi al gup del Tribunale di Salerno, Gerardina Romaniello chiamata a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Eboli Massimo Cariello ed altre 14 persone, imputate a vario titolo di corruzione, abuso e rivelazione di segreti d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità. Il gup ha ammesso la costituzione di parte civile dei Comuni di Eboli e Cava de’ Tirreni, rispettivamente rappresentati dagli avvocati Giovanni Sofia e Enrico Farano, accogliendo anche quella presentata da Ilaria Pannutini, partecipante ad uno dei concorsi farsa come aspirante maestra, difesa dall’avvocato Anna Viscido. Il giudice ha poi conferito apposito incarico per la trascrizione delle intercettazioni al perito, il quale ha chiesto 30 giorni di tempo con inizio delle operazioni a partire dal 14 aprile, aggiornando così l’udienza al 20 maggio prossimo per esaminare anche il relativo elaborato tecnico. Presenti, in aula, gli indagati Cariello, D’Ambrosio e Sasso. Titolare dell’indagine il sostituto procuratore Francesco Rotondo della Procura salernitana, che ha chiesto il processo per l’ex primo cittadino eburino, già a dibattimento in altro procedimento per due dei quattro capi d’imputazione contestati a suo carico, e per gli imprenditori Gianluca e Gennaro La Marca, Roberto e Simone Birolini, il funzionario comunale Giuseppe Barrella, il tecnico Emilio Grippa ed i progettisti
Agostino Napoli e Francesco Siano, accusati di aver beneficiato di permessi per ampliare l’indice di edificabilità di immobili nell’area Pip. In merito ai concorsi farsa, invece, stessa richiesta per Vincenzo D’Ambrosio e Annamaria Sasso, rispettivamente componente e presidente della Commissione esaminatrice nel concorso pubblico per due posti da educatore negli asili nido indetto dal Comune di Eboli; Francesco Sorrentino, funzionario comunale di Cava de’ Tirreni nonché componente della Commissione esaminatrice per l’assunzione di 10 istruttori direttivi nel comune metelliano; Giuseppe La Brocca, ex consigliere comunale di maggioranza, e Vitantonio Marchesano, candidato alle ultime Regionali nella lista Fratelli d’Italia: entrambi, secondo l’accusa, avrebbero chiesto in anticipo le domande dei concorsi pubblici per favorire i rispettivi figli. Quella di La Brocca risultò poi vincitrice nella graduatoria provvisoria. Eboli: pubblica Illuminazione in località Cioffi c’è la proroga delle indagini Presunte opere abusive in località Cioffi ad Eboli nuovi guai per l’ex sindaco Massimo Cariello. Il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Salerno, Alfonso Scermino ha accolto la richiesta di proroga delle indagini preliminari, di altri sei mesi e fino al prossimo 20 settembre, avanzata dal Sostituto procuratore Silvio Marco Guarriello della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti dell’ex sindaco, Massimo Cariello, dell’ex boss di camorra Roberto Procida e dell’imprenditore Gerardo Avallone, titolare di un’impresa che, per anni, ha effettuato servizi di
manutenzione affidati dall’ente civico eburino. Per tutti l’accusa è di abuso d’ufficio in concorso, per fatti risalenti al 2017. I fatti potrebbero riguardare la realizzazione di un impianto di pubblica illuminazione, rimasto tra l’altro incompiuto, lungo il tratto della SS18 che costeggia il campo sportivo nei pressi della rotatoria di Cioffi, lo stesso luogo ove l’anziano esponente mafioso condonò l’edificazione di una statua del Cristo Redentore, versando la somma di 500 euro nelle casse della Regione Campania, proprietaria del terreno. Eboli, corruzione e turbativa d’asta In 41 sul registro degli indagati. Tra gli indagati l’ex sindaco Cariello e la suocera di Pina Ferro Procedure di gara, assegnazioni, affidamenti e gestioni sotto la lente della Procura di Salerno. Il sostituto procuratore Silvio Marco Guarriello ha chiesto ed ottenuto la proroga delle indagini per 18 vicende che riguardano il territorio di Eboli. Il fascicolo d’inchiesto ha visto l’iscrizione sul registro degliindagati di ben 41 persone tra amministratori, dipendenti comunali e imprenditori. Nel dettaglio, l’avvviso di proroga delle indagini è stato notificato a: Massimo Cariello (ex sindaco di Eboli agli arresti domiciliari dallo scorso mese di ottobre); Giuseppe Barrella (responsabile settore urbanistica del Comune di Eboli, interdetto a seguito
dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Cariello); Damiano Bruno (dipendente comunale. Nominato da Cariello responsabile settore Anagrafe e Cimitero del Comune di Eboli); Anna Buoninfante (suocera di Cariello, presidente e poi vice presidente dimessasi della Cooperativa “Anche Noi”, società che si è aggiudicata numerosi bandi nell’era Cariello), Antonella Giarletta (nel Cda della Cooperativa Csm Service, che ha dato avvalimento alla Cooperativa “Anche Noi” nelle gare afferenti i servizi di assistenza per disabili nelle scuole di infanzia); Rosario La Corte (ex responsabile settore Opere Pubbliche Comune di Eboli, ora in pensione); Agostino Mastrangelo (ex responsabile settore Politiche Sociali Comune di Eboli, ora in pensione); Lucia Rossi (ex responsabile settore Manutenzione e Patrimonio, attuale responsabile settore Urbanistica Comune di Eboli); Gerardo Avallone (amministratore unico ditta “Dok Group”, affidataria di numerosi appalti afferenti pubblica illuminazione al Comune di Eboli); Carmine Fabbiano (amministratore società vigilanza “Security e Ivestigation”, affidataria di numerosi appalti afferenti i parcheggi in fascia costiera dal Comune di Eboli); Giovanni Russo (ex dirigente Piano di Zona S3 – Comune di Eboli capofila); Daniela Buccino, Carmela La Torraca, Gilda Viscido, Erminia Pendino (dipendenti del Comune di Eboli in forza al Piano di Zona- nominati in varie commissioni di gara); Assunta Di Novi (amministratore unico cooperativa “Csm Service”); Raffaele Forte; Fulvia Galardo (dipendente comune di Roccadaspide); Tommaso Maria Giuliani; Franco Graziuso; Gabriele Iuliano (sindaco in carica del Comune di Roccadaspide); Girolamo Auricchio, Annamaria Sasso (dipendente del Comune di Eboli, Ex dirigente Piano Di Zona S3, ora interdetto a seguito dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Cariello); Annamaria Desiderio ( ex responsabile settore Affari Generali, ora in pensione. ) Antonio Calandriello; Anita Cataldo (dipendente comunale Settore Patrimonio Comune Eboli) Severina Gaudieri (ex dipendente comunale settore Alloggi popolari Comune Eboli); Filomena Latronico (dipendente comune di Eboli); Pino Schiavo (presidente Centrale Unica di
Committenza, stazione appaltante del comune di Eboli ); Antonio Parente (ex responsabile Settore Patrimonio, ora in pensione); Giovanni Sacco (Amministratore unico ditta Sacco Giovanni); Cosimo Marmora (Attuale responsabile Settore Finanze comune di Eboli); Fiorentino Reppuccia (amministratore unico ditta “Integra e Development” che gestisce centro accoglienza migranti in Eboli e aggiudicataria gestione bar Palasele); Alfonso Troiano (amministratore “Anni 60 Produzioni”, organizza la quasi totalità degli eventi musicali presso il Palasele di Eboli); Nicola Paolino; Vincenzo Ippolito (candidato al consiglio comunale alle scorse elezioni comunali); Cosimo Martiniano; Paola Cataldo (consulente Cataldo Consulting ) Gennaro La Marca; Rosalinda Cammarota; Paul Atzwanger (amministratore unico ditta “Atzwangher” che gestisce il sito di compostaggio del comune di Eboli, già posto sotto sequestro per altra indagine della Procura di Salerno). Le accuse Sono 18 i capi di imputazione formulati, per reati che vanno dalla corruzione all’induzione indebita alla turbativa d’asta al falso e all’abuso d’ufficio. Massimo Cariello, Giovanni Russo, Mastrangelo Agostino, Daniela Buccino, Carmela Latorraca, Gilda Viscido, Erminia Pendino Assunta Di Novi, Antonella Giarletta e Raffaele Forte sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di concorso Turbata libertà degli incanti in relazione all’affidamento del servizio di assistenza domiciliare integrata alle persone anziane non autosufficienti anno 2018. Gara bandita dal Piano di zona di Eboli S3 il 22 marzo 2018, e aggiudicata il 3 luglio 2018 alla cooperativa sociale a mutualità prevalente Csm Service con sede in Eboli: Massimo cariello e Antonella Giarletta sono anche accusati di induzione indebita a dare o promettere utilità: Massimo Cariello in qualità di sindaco di Eboli nel pieno svolgimento delle operazioni della gara indicata al capo precedente avrebbe contattato Antonella Giarletta vicepresidente della cooperativa Csm service partecipanti alla procedura di evidenza pubblica affinché la stessa assumesse alle proprie dipendenze, un giovane da lui indicato. Giovanni Russo,
Agostino Mastrangelo Anna Maria desiderio Anna Maria Sasso Assunta di Novi e Antonella Giarletta in relazione alle procedure di gara per l’affidamento alla “Csm Service” del servizio di assistenza specialistica agli alunni con disabilità grave nelle scuole dell’infanzia – ‘anno scolastico 2017/2018. Agostino Mastrangelo Anna Maria desiderio Anna Maria Sasso, Gilda viscido Antonio Calandriello: in relazione alla procedura di gara per l’affidamento all’ “Ati Tertium Millennium” società cooperativa soc, “Il Sentiero” società cooperativa soc. e l’opera di un’altra Coop soc con sede a Teggiano dell’appalto relativo all’accoglienza integrata nell’ambito dello Sprar 2017 2019. Lucia Rossi, Anita Cataldo Maria Severina Gaudieri, Filomena Latronico Carmine Fabbiano in relazione alle procedure di gare per l’assegnazione alla Security investigations srl l’appalto di affidamento in concessione dei servizi di gestione delle aree di sosta di pulizie manutenzione e vigilanza sul litorale del comune di Eboli biennio 2017-2018. Giuseppe Barrella, Pino Schiavo, Rosario La Corte, Lucia Rossi Anna Maria desiderio, Paul Atzwanger sono indagate in relazione alle procedure di gara per l’affidamento alla xuang spa relativa alla gestione dell’impianto di compostaggio per il trattamento delle frazioni organiche. Rosario La Corte, Lucia Rossi, Antonio Parente, e Gilda Viscito, Giovanni Sacco in relazione alla procedura di gara per l’affidamento a Sacco Giovanni srl dei lavori di riqualificazione urbana della strada statale 19 tratto tavoliello epitaffio Agostino Mastrangelo una Maria desiderio Ermini appendino Assunta di nobi e Antonella giarletta in relazione alle procedure di gara per l’assegnazione alla CSM service società cooperativa sociale dell’ appalto servizio di assistenza domiciliare integrata anziana relativo a 2016 Giovanni Russo Giovanni Agostino Mastrangelo Anna Maria Desiderio, Erminia Pendino, Assunta Di Novi, Anna Buoninfante Rosalinda Cammarota in relazione alle procedure di gare per l’affidamento al lati composta dalle cooperative sociali Csm Service anche noi e centro Sipsi del “Servizio di assistenza specialistica gli alunni con
disabilità grave nelle scuole dell’infanzia anno scolastico 2015/2016”. Giovanni Russo Agostino Mastrangelo Anna Maria desiderio Erminia appendino Assunta di Novi in relazione alle procedure di gara per l’assegnazione alla Gsm Services società cooperativa sociale dell’ appalto servizio assistenza domiciliare anziani sociale Sad 2016/2017.. Rosario la Corte, Bruno Damiano, Cosimo Marmora, Giuseppe Borrello in relazione all’esecuzione del contratto relativo all’appalto per la manutenzione delle fosse di loculi cimiteriali a seguito di inumazione tumulazione esumazione ed estumulazione cimiteriale comunale, anno 2013, mediante emissioni di termine di pagamento non giustificate Lucia Rossi, Carmine Fabiano Massimo Cariello in relazione alla parto concernenti affidamento di concessione dei servizi di gestione delle aree di sosta pulizia e manutenzione dei siti e di vigilanza sul litorale del comune di Eboli per la stagione balneare 2016 – ditta aggiudicataria Security investigazioni srl. Fulvia Gallardo, Tommaso Maria Giuliani, Franco Grazioso, Gabriele Iuliano, Giroamo Auricchio, Assunta Di Novi, Antonella Giarletta relativamente all’aggiudicazione alla Coop CSM service delle gare per l’assistenza sociale ai disabili e per l’Home Care Premium hcp -2 gare- hcp home care Premium e assistenza sociale disabili . Massimo Cariello Fiorentina Reppuccia, Lucia Rossi in relazione al bando di gara per l’affidamento in concessione della gestione del bar interno del palasele per il triennio 2018-2020. Massimo Cariello, Alfonso Troiano per asservimento della funzione da parte di carillo massimo in favore dei responsabili della anni 60 produzioni della quale Troiano Alfonso il rappresentante legale che aveva in gestione il palazzo di là secondo l’accusa Cariello avrebbe agevolato il predetto nelle procedure di assegnazione ed estensioni del servizio omettendo di intervenire o di segnalare violazioni delle norme da parte della società tra l’altro, Cariello, in assenza di atto amministrativo avrebbe autorizzato a voce Troiano a gestire le aree adiacenti al palasele in relazione alla quale quest’ultimo riscuoteva somme per l’occupazione del suolo
comunale da parte dei venditori ambulanti . Nicola Paolino, Massimo Cariello, Alfonso Troiano, Vincenzo Ippolito perché illecitamente occupavano e consentivano che venisse occupata l’area pubblica del parcheggio del Palasele. Cariello affida il servizio a voce a Troiano che tramite il suo collaboratore Vincenzo Ippolito (soggetto, scrive il magistrato, vicino a Paolo Esposito e Giuseppe Donnantuoni entrambi già legati al clan Maiale) a sua volta si avvaleva per l’occupazione gestione dell’area di Nicola Paolino (soggetto ritenuto vicino a Paolo Esposito) titolare di Security Group Service Lucia Rossi Gerardo Avallone: Lucia Rossi responsabile di settore comunale, invece, che programmare ed affidare in via stabile il servizio continuativo della manutenzione della pubblica illuminazione ometteva di procedere in tal senso con la gara di evidenza pubblica e, spezzetta va i lavori, in maniera da poter affidare direttamente senza procedura di evidenza pubblica, in violazione del codice degli appalti alla Dok Group di Gerardo Avallone lavori per un importo di euro 310.008,04 negli anni 2015-2017 Bruno Damiano del Rup, l’imprenditore Cosimo Martignano il consulente Paola Cataldo in relazione all’affidamento dei servizi e manutenzioni cimiteriali del comune. Gennaro la Marco e Massimo Cariello: il sindaco illecitamente avrebbe favorito La Marca nell’assegnazione di un’area in zona Pip. Eboli, il nuovo commissario è Antonio De Jesu Di Erika Noschese È Antonio De Jesu il nuovo commissario straordinario di Eboli. Già questore di Salerno, di Milano e vice capo della polizia,
De Jesu guiderà il Comune di Eboli fino alla primavera 2021 quando si tornerà al voto per eleggere la nuova amministrazione comunale. Batterio killer e morti sospette, l’ospedale di Eboli diventa un lazzaretto Di Erika Noschese Un vero e proprio sterminio quello che si starebbe verificando all’ospedale di Eboli a causa di un batterio killer incurabile che ha colonizzato tutto l’ospedale. A denunciarlo N. marito della figlia di un paziente ricoverato presso il nosocomio locale, morto a causa di un’infezione ospedaliera da Acinetobacter baumannii, il batterio killer incurabile che avrebbe colonizzato tutto l’ospedale, provocando altre morti, come avrebbero riferito in via confidenziale alcuni medici dell’ospedale. L’uomo era ricoverato presso il nosocomio di Eboli dallo scorso 11 agosto, a causa di una frattura che avrebbe provocato una serie di fatture. A causa dell’emergenza coronavirus ai familiari dei pazienti è ancora vietato l’accesso al nosocomio ma quotidianamente il primario del reparto di rianimazione aggiornava la figlia sulle condizioni di salute del padre, telefonicamente. Pochi giorni e la situazione precipita. Eppure, solo poche ore prima della morte, circa 36, il primario del reparto di rianimazione avrebbe rassicurato la figlia dicendo che si trattava di una infezione intestinale che si è allargata al sangue e che era fiducioso, tutto sarebbe andato per il meglio. a cercare di ricostruire quanto realmente accaduto e dare una spiegazione
familiari dell’uomo sarebbero stati i medici del Cotugno che, attraverso la lettura della cartella clinica, sarebbero risaliti alla causa del decesso. Ma c’è di più: proprio i medici del nosocomio di Napoli avrebbero confermato alla famiglia che l’uomo era in coma da diversi giorni, dopo che il virus aveva letteralmente mangiato una parte del cervello, fegato, polmoni. Il tutto senza che la famiglia fosse aggiornata. “Già sapeva invece il primario, da tre giorni, di aver davanti l’ennesimo caso di infezione ambientale killer del suo reparto e da li a poche ore l’ennesima morte”, ha dichiarato l’uomo che ha già provveduto a sporgere regolare denuncia agli organi competenti e sollecitare il primo cittadino per provare a far luce su quanto accade all’ospedale di Eboli. “Abbiamo anche le registrazioni di qualche medico che sottovoce ci dice di non poterne più di avere a che fare con tante morti ingiuste oltre ad altre telefonate del primario”, ha aggiunto il genero della vittima. La situazione è precipitata belle ultime settimane, quando si è reso necessario il trasferimento il Cotugno di Napoli dove l’uomo è morto 40 minuti dopo il ricovero. “Non ho mai visto una cosa del genere, un corpo ridotto così di un paziente che viene da un altro ospedale, sembra qualcuno trovato per strada. Dalle lesioni infettive cerebrali, polmonari, renali ed epatiche era già in come da almeno 7 giorni!”, avrebbe detto il medico del Cotugno ai familiari della vittima che ora chiedono di conoscere la verità e di accettare eventuali responsabilità. Covid, 24 casi in una azienda
agricola di Eboli In un’azienda agricola di Eboli sono stati trovati 24 casi di positività al coronavirus. La Asl di Salerno ha chiesto al sindaco di Eboli, Massimo Cariello, di predisporre tutte le misure per la salvaguardia della popolazione. Il personale della Asl è intervenuto presso l’azienda agricola per uno screening del restante personale attraverso l’effettuazione del tampone. Stamattina l’Azienda sanitaria del capoluogo ha registrato altri sei casi nei comuni di Salerno (2), Nocera Superiore (1), Scario (1) e Napoli (2). Salerno, le nuove leve legate a Peppe D’Agostino. La mappa dei clan operativi su tutto il territorio di Salerno contenuta nella relazione della Dia di Pina Ferro La presenza a Salerno e nella sua provincia di organizzazioni di tipo camorristico con genesi e matrici criminali diverse, non consente una lettura unitaria del fenomeno. Le ragioni sono da rinvenire nella diversità geografica, storica, culturale, economica e sociale che connota le diverse zone del salernitano, che comprendono il Capoluogo, l’Agro Nocerino- Sarnese, la Valle dell’Irno, la Costiera Amalfitana, la Piana
del Sele, il Cilento e la Vallo di Diano. La costante azione repressiva, alla quale hanno contribuito con le loro dichiarazioni anche i collaboratori di giustizia, ha prodotto effetti diversi sui gruppi colpiti. E’ quanto si legge nella relazione del secondo semestre del 2019 redatta dalla Direzione investigativa antimafia di Salerno diretta dal maggiore Vincenzo Ferrara (nella foto a destra)e pubblicata sul sito del ministero. Secondo la Dia, tispetto ai sodalizi di più recente formazione, che spesso si impongono nel territorio solo per brevi periodi, i gruppi storici si sono inseriti con loro imprese di riferimento nel tessuto economico, dove hanno impiegato ingenti risorse. Il traffico e lo spaccio di stupefacenti, in particolare hashish, marijuana e cocaina, approvvigionati da fornitori provenienti prevalentemente dall’hinterland partenopeo (con i quali i gruppi salernitani condividono anche altre, risultano le attività delinquenziali maggiormente diffuse nella provincia, nonché il prioritario canale di finanziamento e arricchimento. Inoltre, al pari di quanto accertato per la provincia di Napoli, anche in alcune zone del salernitano sono state individuate aree dove si coltivano droghe leggere (marijuana). Come già evidenziato in passato, un peso importante nell’economia dei clan locali rivestono l’usura e l’esercizio abusivo del credito, le truffe ai danni dello Stato e delle compagnie di assicurazione. Infine, uno dei settori maggiormente esposti alle infiltrazioni criminali è quello degli appalti, ambito nel quale, di frequente, si saldano condotte illecite di soggetti mafiosi, amministratori e dipendenti degli Enti che bandiscono le gare. A Salerno si conferma l’operatività del clan D’AGOSTINO nel traffico e spaccio di stupefacenti, nell’usura e nelle estorsioni, al quale fanno capo anche gruppi locali minori. Era il 5 agosto 2019, quando gli agenti della Questura eseguirono un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei responsabili dei reati di concorso in estorsione e tentata estorsione continuate, commessi da più persone e aggravati dal metodo mafioso: tra gli arrestati figurano un soggetto appartenente alla famiglia
Viviani, con base logistica a Salerno nella frazione Ogliara, e un soggetto legato al gruppo D’Agostino. Il consolidato ruolo egemonico del clan D’Agostino segue anni di contrasti con sodalizi di più recente formazione, che avevano provato a scalzarlo, approfittando dell’esecuzione di provvedimenti custodiali, senza tuttavia riuscirvi per l’avvenuto arresto, nel tempo, dei loro stessi promotori e componenti apicali. Lo scompaginamento di quei gruppi non ha comunque minato l’operatività di affiliati a quelle organizzazioni nelle estorsioni e nei traffici di stupefacenti. Lo spaccio, che rappresenta una delle maggiori fonti di introiti illeciti, è di frequente il movente di omicidi consumati e tentati, riconducibili a contrasti per il controllo delle diverse piazze o al mancato pagamento di partite di droga, come attestato anche da provvedimenti recenti. Il 29 luglio 2019, personale della Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento cautelare a carico di un soggetto, responsabile (unitamente al fratello, all’epoca dei fatti minorenne, destinatario pertanto di altro provvedimento), di un omicidio legato a quei traffici, consumato nel luglio 2017 (si tratta dell’omicidio di Ciro D’Onofrio per il quale è stato già condannato in promo grado Eugenio Siniscalchi). Il 7 agosto successivo, a Salerno, è stato gambizzato un giovane già noto alle forze dell’ordine, nipote della vittima del citato omicidio, denunciato dal padre dei fratelli arrestati, per aver esploso un colpo di arma da fuoco contro la sua auto il giorno dell’arresto del maggiore dei due figli. Nel mese di settembre, personale della Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico dei componenti di due organizzazioni criminali dedite al traffico e allo spaccio di stupefacenti (eroina, cocaina e metadone), reati aggravati dall’aver utilizzato sostanze da taglio di pessima qualità, tali da aumentare le potenzialità lesive per gli acquirenti e dall’aver operato in prossimità di scuole e di strutture per la riabilitazione di tossicodipendenti. Le due associazioni, seppur collegate da un punto di vista soggettivo, poiché alcuni indagati partecipavano alle attività illecite di entrambe, “…avevano
comunque strutturazioni autonome, diverse organizzazioni, diversi canali di rifornimento e differenti zone territoriali di competenza…”: un gruppo ha operato prevalentemente a Salerno, nel rione Petrosino e nel quartiere Calcedonia; l’altro si sarebbe spinto fino alla zona di Vietri sul Mare. Nell’Agro Nocerino Sarnese alleanza con i clan Napoletani Nel contesto territoriale salernitano, l’Agro Nocerino-Sarnese è la zona dove, in passato, si sono radicate agguerrite organizzazioni camorristiche, alcune delle quali scomparse dalla scena criminale per effetto di provvedimenti cautelari e della collaborazione con le autorità di elementi di spicco. Ciò ha comportato una rilevante mutazione della mappatura criminale, poiché molti dei suddetti clan si sono sfaldati in gruppi minori autonomi, alcuni dei quali retti dagli individui di maggiore caratura criminale provenienti dai vecchi sodalizi. La nuova architettura delinquenziale ha, negli anni, consentito a clan meglio articolati, provenienti dalle limitrofe province di Napoli ed Avellino – quali i gruppi Fontanella di Sant’Antonio Abate (Na), Cesarano di Pompei (Na), Aquino-Annunziata di Boscoreale (Na), Graziano di Quindici (Av) – di ampliare la loro sfera d’azione. I traffici di stupefacenti sono tra le principali attività illecite dei sodalizi locali, che spesso interagiscono tra loro: una di queste realtà criminali è stata oggetto di un’indagine conclusa dai Carabinieri nel mese di ottobre con l’esecuzione di una custodia cautelare nei confronti dei componenti di un clan – dedito a traffici di stupefacenti (cocaina, crack, eroina, hashish) in diversi comuni dell’area nord della provincia di Salerno – capeggiato da un pregiudicato domiciliato a Nocera Inferiore e tra i cui sodali figura un
affiliato al gruppo Fezza -D’Auria- Petrosino di Pagani. Esaminando nel dettaglio le dinamiche relative ai singoli Comuni, si conferma l’elevata fluidità degli assetti criminali di Nocera Inferiore, caratterizzati dall’operatività del clan Mariniello e dal consolidamento di nuovi gruppi, che fanno capo a figure storiche della criminalità locale, inseriti in tutti i settori dell’illecito propri delle associazioni camorristiche (spaccio di stupefacenti, infiltrazione negli appalti pubblici, usura, estorsioni). Al riguardo, il 23 luglio 2019, i Carabinieri hanno eseguito un provvedimento cautelare per il reato di traffico e spaccio di stupefacenti: l’indagine ha consentito di smantellare consolidate piazze di spaccio nelle zone di Nocera Inferiore e Nocera Superiore. A capo dell’organizzazione figurava un soggetto originario di Nocera Inferiore che, per poter esercitare l’attività di spaccio in quel comprensorio, versava una tangente a un pregiudicato di Nocera Inferiore, in passato inserito nel clan Contaldo e poi divenuto capo di un gruppo autonomo. Ad Angri, le attività di contrasto hanno ridotto in modo significativo l’operatività dello storico clan Nocera, alias “i Tempesta”, e innescato le mire espansionistiche di giovani pregiudicati, appoggiati da gruppi del vicino entroterra vesuviano. Dell’effervescenza del panorama criminale locale sono indicativi alcuni attentati dinamitardi contro affiliati al gruppo ocera. A Pagani si conferma l’egemonia del clan Fezza - Petrosino -D’Auria, che seppure oggetto di diverse operazioni di polizia giudiziaria condotte nel tempo, mantiene una notevole forza militare, ingenti ricchezze e controlla diversificate attività economiche, forte anche di consolidati rapporti con il mondo imprenditoriale e settori della politica. A Sarno, il gruppo egemone è il clan Serino, dedito prevalentemente ai reati di estorsioni, usura, traffico di stupefacenti, i cui proventi illeciti sono reinvestiti in attività commerciali e ricreative: anche questo sodalizio ha, in passato, intessuto rapporti finalizzati allo scambio di reciproci favori con alcuni rappresentanti delle istituzioni locali. Anche a Sarno operano nuove leve criminali, non in
contrasto con la famiglia Serini, dedite prevalentemente a traffici stupefacenti. A San Marzano sul Sarno e San Valentino Torio, venuto meno il predominio del gruppo Adinolfi, il conseguente “vuoto di potere” è stato colmato da consorterie provenienti dalle vicine province di Napoli e Avellino, che hanno lasciato spazio a nuove leve che, pur non contigue a contesti di camorra, operano in modo organizzato. A Sant’Egidio del Monte Albino e Corbara la disarticolazione del clan Sorrentino ha generato un contesto criminale connotato dall’assenza di una locale consorteria camorristica di riferimento, dove sono operativi soggetti già inseriti nel citato gruppo, affiancati da elementi riconducibili alle organizzazioni attive a Pagani e Nocera Inferiore. Il territorio di Scafati, zona di confine tra le province di Napoli e Salerno, risente dell’influenza dei clan napoletani Cesarano di Pompei, Aquino-Annunziata di Boscoreale, D’Alessandro di Castellammare di Stabia. La principale consorteria locale è il sodalizio Loreto-Ridosso, dedito al traffico di stupefacenti, all’usura, alle estorsioni, i cui proventi sono reinvestiti in attività economico-produttive della zona e negli appalti pubblici, per i quali indagini del passato hanno rivelato rapporti con esponenti politici e della Pubblica Amministrazione. Nel comune sarebbero operativi soggetti facenti parte del locale gruppo Matrone, storicamente alleato al clan Cesarano, che opererebbero in sinergia con il citato sodalizio Aquino Annunziata. Il tentativo di ingerenza del clan Zullo in alcune attività amministrative Sul territorio vietrese, dove in passato si era imposto il clan Bisogno di Cava dei Tirreni, più di recente si è affermata la famiglia Apicella, oggetto di diverse attività
investigative che ne hanno limitato l’operatività ed evidenziato gli interessi criminali nella gestione di stabilimenti balneari, dei servizi di soccorso, rimozione e custodia giudiziale dei veicoli (attraverso società intestate a prestanome), nella consumazione di rapine ed estorsioni. Il comune di Cava De’ Tirreni, ricade storicamente sotl’influenza criminale del clan Bisogno, dedito alle estorsioni e all’usura, al traffico e spaccio di stupefacenti, ambito nel quale opera attraverso il gruppo Zullo. A carico di affiliati ed esponenti apicali di quest’ultimo sodalizio, a marzo 2019, personale della Dia di Salerno ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare per associazione di tipo mafioso. Il provvedimento scaturisce dall’operazione “Hyppocampus”, conclusa a settembre 2018, con l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare per il reato di associazione di tipo mafioso finalizzata alla consumazione dei reati sopra menzionati. Ulteriori approfondimenti investigativi hanno fatto emergere un tentativo di ingerenza del clan Zullo (nella foro Dante Zullo) in talune attività amministrative del comune di Cava de’ Tirreni, tramite un ex esponente pubblico, indiziato del reato di scambio elettorale politico-mafioso in ordine alle consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio Comunale del maggio del 2015. Il 18 dicembre 2019, personale della Dia di Salerno ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare a suo carico. L’alleanza tra i Pecoraro – Renna e il clan De Feo Il comune di Eboli, è stato, fino agli anni ’90, soggetto all’egemonia del clan Maiale. Le operazioni di polizia e l’adesione di esponenti apicali e affiliati al programma di collaborazione con la giustizia ne hanno minato le potenzialità criminali. Alcuni affiliati hanno cercato di ricostituire il sodalizio, senza tuttavia riuscire a
raggiungere il vecchio livello di organizzazione. Allo stato, nell’intera area ebolitana si registra una fase in evoluzione, connotata dall’assenza di carismatiche figure di riferimentoduttivi, in particolare dell’indotto caseario derivante dall’allevamento delle bufale. A Battipaglia è egemone il clan Pecoraro -Renna, la cui gestione è affidata a uomini di fiducia dei leader storici, detenuti, i cui compiti prioritari sarebbero, al momento, quelli di acquisire risorse per mantenere le famiglie degli associati in carcere e di mantenere il controllo delle principali attività illecite (traffico di stupefacenti ed estorsioni). Uno dei suoi punti di forza sono le alleanze con i gruppi napoletani Cesarano e Mallardo o con clan della stessa provincia salernitana – un tempo rivali – quali il clan De Feo. Nel periodo di riferimento, anche nella zona industriale di Battipaglia si sono verificati alcuni gravi episodi che hanno provocato danni all’ambiente. A Bellizzi, Pontecagnano Faiano, Montecorvino Rovella e Pugliano opera la menzionata famiglia De Feo che, al pari del neo alleato gruppo Pecoraro -Renna, grazie ad accordi con altre consorterie, starebbe provando ad ampliare la sfera di operatività. Alla descritta alleanza si fa riferimento anche nell’ordinanza eseguita il 1 agosto 2019 dai Carabinieri, a conclusione di indagini che hanno accertato l’esistenza di un accordo finalizzato al controllo dello spaccio di stupefacenti, con la costituzione di una “cassa comune” e la successiva spartizione degli “utili”. Il 15 ottobre successivo, personale della Dia di Salerno ha eseguito un provvedimento cautelare a carico di due pregiudicati, tra i quali il capo del gruppo De Feo, indiziati di estorsione aggravata dal metodo camorristico
Eboli, il Nas visita l’Hospice I carabinieri avrebbero riscontrato criticità negli spogliatoi e aree condivise con il 118 L’Hospice “Il Giardino dei Girasoli” di Eboli nuovamente sotto i riflettori delle forze dell’ordine. In questi giorni, infatti, i carabinieri del Nas di Salerno hanno eseguito dei controlli nella struttura residenziale della Asl Salerno – specializzata in cure palliative- assurta agli onori della cronaca nel 2018, insieme all’Unità di Medicina legale, per una inchiesta su presunte violenze e truffe. Poco trapela sulla visita eseguita dai militari del Nucleo specializzato. Secondo le prime indiscrezioni, sarebbero state riscontrate carenze organizzative relative all’utilizzo di alcune aree di pertinenza del Centro ma, di fatto, in uso al servizio di 118. Ma non solo. La stessa organizzazione relativa agli accessi in entrata e in uscita dell’emergenza chiederebbe qualche chiarimento. Le bocche restano cucite. Non trapela nulla e si attendono interventi anche da parte della stessa direzione strategica, guidata da Mario Iervolino, oggi direttore generale e due anni fa, invece, Commissario, quando sospese i dipendenti finiti nell’inchiesta. Ma facciamo un passo indietro. Cosa accade nell’ottobre di due anni fa? Parte l’inchiesta. Questa scatta dopo la denuncia di una infermiera che aveva notato la mancanza in farmacia di quattro fiale di morfina. Di qui le indagini che portarono i carabinieri del Nas (coordinati all’epoca dal maggiore Vincenzo Ferrara; sostituto procuratore Elena Guarino), a scoperchiare un vero e proprio vaso di Pandora. Pizzicati i dipendenti (medici, dirigenti e infermieri specializzati) che si assentavano ingiustificatamente – anche per l’intera giornata – da lavoro dopo aver timbrato; che utilizzavano
l’auto di servizio per faccende personali; che falsificano le schede dei report di accessi giornalieri; che falsificavano le firme dei pazienti relativamente alle prestazioni ricevute. Trovato, all’epoca, a casa di alcuni indagati, materiale «prelevato» dalla farmacia: da medicinali ospedalieri costosi a garze e siringhe. I riscontri evidenziarono le minacce di un sindacalista perpetrate nei confronti dell’infermiera per farle fare «marcia indietro». Diciotto gli indagati, undici quelli destinatari di misure restrittive. Trentotto i pazienti presi in carico dall’ Hospice e che, non sempre, ricevevano le cure del caso. I reati contestati, a vario titolo e ruolo, furono concorso formale in truffa aggravata, peculato, abuso d’ufficio, omessa denuncia, omicidio. Il Covid Hospital separato da una tenda Caso ad Eboli, «Occorre sicurezza» di Andrea Pellegrino Mezzo Covid Hospital, mezzo ospedale normale a tutti gli effetti. Il tutto diviso da una tendina. Accade ad Eboli, ospedale “Maria Santissima dell’Addolorata”, uno dei primi plessi sanitari finiti nell’occhio del ciclone dopo il trasferimento di una paziente dal Campolongo Hospital risultata poi positiva al tampone e successivamente, purtroppo deceduta. Nonostante la corsa ai ripari all’ospedale di Eboli mancherebbero ancora presidi di sicurezza necessari per la struttura e anche per il personale sanitario. Numerose solo le segnalazioni ora messe nero su bianco anche attraverso una interrogazione presentata dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Michele Cammarano e Valeria Ciarambino. Per fronteggiare l’emergenza sarebbero stati creati appositi
spazi, attivando un reparto di alto isolamento per i contagiati da Coronavirus. Qui inizialmente sono stati trasferiti tre pazienti dal reparto di malattie infettive per lavori di ristrutturazione urgente. «Alcuni pazienti sono stati allocati nelle camere con doppio porta di isolamento e zona filtro ed altri in una camera di degenza sprovvista di doppia porta di isolamento e di zona filtro», si legge nell’interrogazione. Criticità che hanno messo in allarme il personale sanitario: «In particolare, segnalano criticità sul corretto funzionamento del reparto, non operativo da tempo e sulla mancata formazione in merito alla gestione del paziente Covid 19, alle modalità di vestizione, svestizione e al corretto utilizzo dei relativi dispositivi di protezione individuale».
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