Stop mezzi inidonei, 60 lettere di contestazione per i dipendenti

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Stop   mezzi  inidonei,   60
lettere di contestazione per
i dipendenti
di Erika Noschese

Sono in totale 60 le lettere di contestazione che la sede
centrale di Busitalia Firenze ha inviato ai dipendenti che nel
mese di giugno hanno proclamato i due giorni di stop dovuti
all’inutilizzo dei mezzi di trasporto pubblico non idonei a
circolare su strada. I vertici nazionali dell’azienda che
gestisce il trasporto pubblico su gomma, infatti, sembra
essere abbastanza deciso a “punire” chi ha bloccato i mezzi,
nonostante i problemi che i pullman avevano e che, almeno in
un 20% totale dei casi, erano inutilizzabili. Le 60 lettere di
contestazione sono arrivate non solo ai dipendenti in servizio
presso il deposito di Salerno ma anche a Pagani. Intanto, i
dipendenti intendono chiarire la loro posizione in merito al
servizio navetta che il Comune di Salerno mette a disposizione
nei fine settimana e nei giorni festivi di Luci d’Artista.
«Vogliamo lavorare senza alcun problema ma deve essere chiaro
che le navette sottraggono, inevitabilmente, tempo alle nostre
famiglie», ha spiegato infatti uno degli “storici” autisti in
servizio nel periodo della kermesse natalizia che viene
inaugurata nel mese di novembre e si protrae fino a gennaio.
Fino allo scorso anno, Busitalia di fatti pagava su otto ore
di servizio per le navette tutto lo straordinario mentre
quest’anno intende suddividere gli orari lavorativi: oltre la
metà sarà classificato come servizio ordinario e solo un’ora e
mezza come straordinario. «Se dobbiamo fare dei sacrifici deve
valerne la pena altrimenti perché dobbiamo rinunciare, per ben
3 mesi, a trascorrere i nostri fine settimana e i nostri
giorni festivi a lavorare?», si chiede ancora il dipendente.
Nonostante le polemiche sono circa una ventina gli autisti che
hanno già fatto domanda per poter lavorare durante la
manifestazione di Luci d’Artista. Come già spiegato, l’azienda
– per il servizio navette – intende puntare tutto sui nuovi
assunti e su quelli che, a dicembre – lavoreranno part time.
Nessun problema, sia chiaro. Chi ha svolto servizio in questi
anni ha già idea di come muoversi in una città che,
inevitabilmente, diventa caotica e a chi rivolgersi per
qualsivoglia informazione o aiuto esterno. Intanto, l’azienda
sembra essere sempre più distante dai suoi dipendenti tanto da
decidere di bloccare le graduatorie per i nuovi controllori,
favorendo – e premiando – solo chi, in quest’ultimo periodo –
ha “portato a casa” più multe. Un periodo non facile, a quanto
pare, per l’amministratore delegato Antonio Barbarino: dalla
sede centrale di Firenze, infatti, sembrano intenzionati –
almeno a partire dal prossimo anno – a rimuoverlo dal suo
incarico perché, evidentemente, le cose non vanno come
dovrebbero.

Chiesa di San Benedetto:
ritorno alla Musica
Presentata ieri mattina la rassegna firmata dall’Associazione
“Alessandro Scarlatti” di Napoli, che prevede sei prestigiosi
appuntamenti per il pubblico salernitano dal 16 novembre al 15
maggio

Di OLGA CHIEFFI

Ritorno alla musica per uno dei gioielli medievali del centro
storico di Salerno, la chiesa di San Benedetto, che è sempre
stata sede di importanti rassegne concertistiche, su tutte
quella firmata da Vittorio Ambrosio, a cavaliere tra gli anni
ottanta e i primi anni novanta, che salutò le performance
della London Chamber Orchestra, di Gail Gilmore, di Joachin
Achucarro e tante stelle del gotha internazionale. La sfida si
rinnova, stavolta con la collaborazione dell’associazione
Scarlatti di Napoli, nell’anno celebrativo del suo centenario.
Può far sensazione in una Salerno, interamente protesa verso
il teatro lirico, la scelta di proporre sei appuntamenti
cameristici, che vedranno giovani talenti quali Giuseppe
Gibboni e Filippo Gorini, dialogare nello stesso progetto con
gli endorser Yamaha, sponsor della rassegna, Costantino Catena
e Roberto Prosseda, ai quali vanno ad aggiungersi Suyoen Kim e
l’Amatis Piano Trio. La minore evidenza gestuale, la
riserbatezza dei mezzi e, in genere, la comparativamente
maggiore difficoltà di linguaggio, fanno sovente, di un ciclo
di concerti da camera, una vera e propria battaglia contro la
pigrizia di una parte del potenziale pubblico, nell’interesse
dello stesso uditorio, che speriamo possa incominciare a
vibrare “per simpatia”, facendo “risuonare” sempre più
l’interesse verso il repertorio cameristico, che sa unire alla
suprema densità di scrittura non meno straordinaria amabilità
e accattivante eloquenza. Il cartellone è stato illustrato
ieri mattina dall’Assessore alla cultura Antonia Willburger,
che ha voluto far riaprire alla musica la chiesa, che sarà
oggetto di visite guidate prima di ogni concerto, per far
conoscere le nostre ricchezze, anche in vista dei tanti
turisti previsti arrivare in città per la manifestazione Luci
d’Artista. La parola è quindi passata al presidente
dell’Associazione Scarlatti, Oreste de Divitiis, che ha
ripercorso a volo d’uccello la storia del centenario sodalizio
artistico, che ha visto varie incursioni nel corso degli anni
qui a Salerno, in particolare nelle sale del casinò sociale,
rinnovando, così una tradizione della Salerno d’inizi
Novecento, di una città a misura d’uomo, che vedeva di
passaggio, in città nomi quali Carlo Vidusso, Alberto
Poltronieri o un giovanissimo Aldo Ciccolini, una Salerno,
allora, consapevole di essere una piccola città di provincia,
che ospitò il concerto del grande Nathan Milstein, tenne uno
dei suoi primi rècital fuori “cortina”, proprio qui a Salerno,
in una piccola strambata durante la serata al San Carlo. Ed
erano proprio quelli i tempi del critico musicale Edoardo
Guglielmi, catalizzatore della cultura musicale in città, al
quale verrà dedicato l’appuntamento del 6 dicembre con il
violino solo di Suyoen Kim, impegnata nell’esecuzione dell’
integrale delle Sonate e delle Partite di Johann Sebastian
Bach, capolavoro musicale indiscusso, exemplum didattico
pressoché perfetto per generazioni di solisti, ma soprattutto,
opera di un genio che definisce irreversibilmente identità e
orizzonti formali dello strumento a corda, al termine della
sua evoluzione storica, scaturenti dalla tensione verso i
confini del possibile strumentale. Il direttore artistico
Tommaso Rossi, flautista, ha, quindi, illustrato l’intero
programma, in cui è il pianoforte a farla da padrone, a
cominciare dal concerto inaugurale, previsto per sabato 16,
alle ore 19,30, affidato al ventiquattrenne Filippo Gorini con
un programma che spazierà da György Kurtág, per giungere alla
monumentale Sonata op, 111 di Ludwig van Beethoven, a far da
preludio all’anno celebrativo della nascita del genio di Bonn
che si svolgerà nel 2020.Fra questi due brani Filippo Gorini
eseguirà le otto fantasie che compongono    Kreisleriana di
Robert Schumann. Il nuovo anno verrà aperto da Costantino
Catena, il 10 gennaio, regalandoci uno dei bluemoon più famosi
della storia della musica, la Sonata quasi una fantasia op.27
n°2, “Al chiaro di luna”, rimanendo, poi, in ambito romantico
con il Robert Schumann di Faschingsschwank aus Wien, dei
Fantasiebilder Op.26, e delle Gesänge der frühe Op. 133 e
chiudendo con il suo Franz. Liszt delle Réminiscences de
Norma, S.394. La primavera è nel violino del giovanissimo
Giuseppe Gibboni, il quale in duo con il pianista Fabio
Silvestro, dedicherà al suo pubblico il 13 marzo, proprio la
Sonata n. 5 in fa maggiore, op. 24 di Ludwig van Beethoven,
per quindi passare al suo autore d’elezione, Niccolò Paganini
col Rondò La Campanella dal Concerto in si minore n. 2 per
violino e orchestra, un florilegio dei 24 Capricci e
sigillando questa serata di virtuosismo assoluto con le
Variations di Henryk Wieniawski on an original theme op. 15. A
chiudere il cartellone, il 17 aprile tocco internazionale con
l’ Amatis Piano Trio, che schiera Lea Hausmann al violino,
Samuel Shepherd al cello e Mengjie Han pianoforte, per un
programma che omaggerà ancora Ludwig van Beethoven con il
Trio in si bemolle maggiore op. 11, il Dmitrij Šostakovic del
Trio con pianoforte n. 1 e il Franz Schubert del Trio in mi
bemolle maggiore op. 100 D. 929. Gran finale il 15 maggio con
un altro degli endorser Yamaha, il pianista Roberto Prosseda,
il quale proporrà due sonate di Mozart, passando per il Felix
Mendelssohn dei sei Lieder Ohne Worte; del Rondo Capriccioso
op. 14, della Barcarola Veneziana op. 30 n. 6 e della
splendida Fantasia op. 28.

Medici pubblici ufficiali?
«Contenti, ma non basta»
di Adriano Rescigno

Che venga immediatamente riconosciuto lo status di pubblico
ufficiale ai medici in servizio. Questa la vittoria di
Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati che approva
l’ordine del giorno presentato dal partito di Giorgia Meloni
ieri mattina. Uno status che potrebbe scoraggiare dunque le
solite aggressioni che perpetuano nei pronto soccorso, ma
secondo i medici salernitani non basta uno status per fermare
l’esasperazione dell’utenza. Ad intervenire sull’ordine del
giorno approvato, dal Ruggi d’Aragona, sono Giancarlo
Accarino, direttore dell’unità operativa complessa di
chirurgia vascolare ed endovascolare e direttore del
dipartimento di area critica cardio – toraco – vascolare ed il
direttore del pronto soccorso, obi e medicina d’urgenza,
Antonio Petrocelli. Il parere è univoco: «Non sarà uno status,
una nomina, od un ruolo a cambiare il sistema, bisogna
intervenire a monte, sull’esasperazione dell’utenza». «Tutti
ritengono di prima urgenza il proprio problema – dice
Giancarlo Accarino – quindi bisogna agira prima
sull’educazione di chi si presenta al pronto soccorso e poi
sul ridurre le difficoltà organizzative e logistiche in cui
versano tutti gli ospedali». «Il problema non è riconoscere ai
medici lo status di pubblico ufficiale – Accarino – ma bensì
non far aspettare tempi biblici ai pazienti ed alle famiglie.
Poi ci sono i delinquenti che vengono in ospedale ed al primo
“bisogna attendere” sfasciano tutto. In questo caso, è giusto
che chi aggredisce un medico, aggredisce un pubblico ufficiale
e vada incontro ad una pena più severa». «Come risolvere il
problema delle attese infinite? Maggiori filtri – conclude
Accarino – tra l’ospedale, medici curanti e strutture
intermedie che possano recepire quella marea di codici bianchi
e verdi che si riversa al pronto soccorso. Il punto, per
concludere, è che anche chi ha un banale mal di denti, arriva
al pronto soccorso perchè è sicuro di non pagare, di aspettare
il proprio turno dal medico di base, di pagare la ricetta e di
non dover premurarsi di trovare chi sappia fargli una siringa.
L’ospedale non è la terra di nessuno che deve garantire
tutto». «Nei fatti, cosa cambia? – si domanda il direttore del
pronto soccorso del Ruggi, Petrocelli – Il problema va risolto
a monte. C’è una conflittualità sul come le persone ormai
vedonno il medico, una vittima del sistema che deve fornire
risposte immediate a tutto». «Le persone che entrano al pronto
soccorso – continua – si dividono in due categorie: il
delinquente che si pone fuori dal sistema e minacciando ed
aggredendo crede di avere ragione e di essere servito, ed
allora lì conta essere pubblici ufficiali per una pena severa;
gli esasperati. e’ lì che bisogna intervenire recuperando il
rapporto alla base tra medico e paziente. Poter dedicare più
tempo ad un paziente è fondamentale per creare quel rapporto
di fiducia. Troppe emergenze e pochi uomini, è un girone
dantesco tra i pazienti che stazionano e quelli che arrivano
ed i familiari che perdono le staffe, anche giustamente,
perchè attendono risposte. Bisogna cambiare il sistema, ed il
sistema di approccio, non dare ruoli. I ruolo vengono dopo».

Antonio Iannone (FdI): «In Campania, nella sanità c’è la
restaurazione dello scandalo permanente»

Soddisfatto a metà anche il senatore di Fratelli d’Italia e
già presidente della Provincia, Antonio Iannone che commenta
l’ordine del giorno approvato alla Camera. «E’ una questione
che va avanti da troppo tempo. Le aggressioni al personale
medico degli ospedali sono una consuetudine da spezzare ed
inconcepibile». «Noi – continua Iannone – capiamo il clima di
esasperazione ovviamente non generato dagli operatori sanitari
che ogni giorno scendono letteralmente in trincea tra mille
difficoltà; la colpa è imputabile solamente ad una
amministrazione regionale che in tema di sanità ha fallito
sull’intera linea». Duro il commento di Iannone che poi
chiosa: «La nostra è una battaglia di civiltà, ma c’è da
prendere atto che in Campania, sul tema c’è la restaurazione
dello scandalo permanente». Probabilmente non basterà lo
status per fermare le criticità ma almeno si spera che
l’intervento di FdI possa assicurare maggiore serenità ai
medici.

Carmela Rescigno: «Da medico è una conquista ma abbiamo solo
arginato la violenza»

«Da medico è una grande conquista, da cittadina, quanto
succede negli ospedali campani lo reputo comprensibile, non
giustificabile, ma comprensibile». A parlare così, Carmela
Rescigno, responsabile nazionale del dipartimento sanità di
Fratelli d’Italia e medico, nel reparto di chirurgia d’urgenza
al Santa Maria dell’Olmo di Cava de’ Tirreni. «In Campania –
dice la responsabile nazionale – dove il diritto alla salute
viene negato, la reazione al front office dell’utenza nei
confronti del personale è sanitario è comprensibile. Siamo,
medici, operatori ed utenza, in un contesto infuocato, quindi
da medico dico che l’ordine del giorno approvato alla Camera
dei Deputati è una grande conquista che va quantomeno a
tutelare la figura dei medici troppo spesso vittime di
aggressioni, dall’altro, so perfettamente che questa non è la
soluzione. La soluzione – chiosa la Rescigno – è lavorare ad
un sistema che funzioni, che tuteli prestazioni e salute del
cittadino, poi possiamo approvare tutti gli ordini del giorno
che vogliamo ma il problema va risolto alla radice». «Per il
momento abbiamo solo cercato di arginare le violenze», chiosa.

Mattarella inaugura                             l’anno
accademico?  «Alto                              valore
simbolico»
di Giovanna Naddeo

Mattarella a Unisa per l’inaugurazione dell’anno accademico?
Riceve il placet da più fronti l’idea di ospitare il
presidente della Repubblica in occasione della prima cerimonia
dell’era Loia. La diplomazia, a quanto pare, si sarebbe messa
già al lavoro per una missione, a detta dei più, quasi
impossibile. Eppure, come si suol dire, la speranza è l’ultima
a morire. «Ritengo che il Capo dello Stato sia l’ospite più
indicato» – afferma Gennaro Iorio, direttore del dipartimento
di Studi Politici e Sociali. «Nel suo ultimo discorso di fine
anno, Mattarella si concentrò proprio sull’importanza della
comunità. Una linea immaginaria collega le sue parole alla
mission del nostro nuovo rettore per il prossimo sessennio».
«Sarebbe un’iniziativa lodevole» – è il commento di Maria
Giuseppina De Luca, professoressa presso il dipartimento di
Scienze del Patrimonio Culturale. «Alla luce di quanto sta
accadendo oggi in Italia, Mattarella rappresenta un baluardo
contro le forme più diffuse di barbarie. Cito, come esempio
per eccellenza, il caso Segre. La sua visita acquisirebbe un
valore simbolico molto forte». Parere più che favorevole anche
dal fronte sindacale. «Un’iniziativa positiva per l’intero
Ateneo» – dichiara Pasquale Passamano, segretario generale
della Cisl universitaria. «In quel caso, la nostra sigla
avrebbe il piacere di incontrarlo per esporre le nostre
doglianze, come la carenza del personale tecnico-
amministrativo all’interno dei campus di Fisciano e Baronissi
e il rischio chiusura del centro per il supporto psicologico a
causa della carenza del personale necessario». Sarebbero 850
gli studenti già trattati, con decine di nuove richieste al
giorno. A tal proposito, «abbiamo chiesto un incontro al nuovo
rettore» – aggiunge Passamano. «L’occasione sarebbe propizia
per conoscerci e porre sul tavolo le questioni suddette. Dal
punto di vista del dialogo con il mondo sindacale, Loia
eredita una situazione a dir poco critica. Ecco perchè non
abbiamo preso parte alla cerimonia di congedo di Aurelio
Tommasetti. Riponiamo grande fiducia nel nuovo rettore per i
prossimi sei anni di governance»

Vento:«Creiamo  prospettive
per i neolaureati»
di Giovanna Naddeo

Puntare su ricerca e innovazione, senza dimenticare lo
sviluppo del proprio territorio. A crederlo fermamente il
nuovo prorettore dell’Università di Salerno, Mario Vento. Già
Direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione ed
Elettrica e Matematica applicata, il professor Vento è tra i
più apprezzati scienziati a livello internazionale. L’impatto
della sua ricerca sull’intelligenza artificiale lo colloca al
67000 posto tra i più influenti studiosi al mondo, su una
classifica di 12 milioni di scienziati in ogni angolo del
globo. Fulgida carriera scientifica, riconoscimenti a livello
internazionale, eppure ha deciso di non abbandonare la
Campania.

Di fronte alla fuga di cervelli, perché restare in Italia,
perché restare al sud?

«Per la crescita e lo sviluppo del nostro territorio. La
maggior parte dei nostri laureati in discipline scientifiche,
almeno per il settore dell’informazione, vola all’estero, in
particolar modo in quei Paesi dove l’istruzione è vista come
un costo e, al tempo stesso, come un’opportunità di crescita.
Il laureato, al termine del suo percorso di studi, deve essere
incoraggiato a restare e a mettere a disposizione del
territorio la propria esperienza formativa, in quel territorio
che ha investito risorse per la sua formazione. L’Università
di Salerno, si sta impegnando molto in questo senso, con
l’obiettivo di radicare sul territorio le nuove generazioni di
professionisti».

La sua attività di ricerca si concentra molto nel promuovere
l’impiego dell’intelligenza artificiale nella vita di tutti i
giorni. Come trasmette questo interesse agli studenti?

«Per un futuro ingegnere è importante trasformare le nozioni
apprese in competenze operative. Il nostro dipartimento ha
inserito il paradigma di apprendimento “learning by doing” :
gli studenti sono divisi in gruppi in molti insegnamenti e
sono chiamati ad affrontare problemi reali. Un esempio? Agli
studenti del corso di visione artificiale è richiesto di
costruire delle mini autovetture dotate di telecamere, con
l’obiettivo di indagare il campo della guida autonoma e
chiamate a sfidarsi in vere e proprie competizioni. Questo può
essere un modo trasformare l’approfondimento cognitivo dello
studente in capacità di fare innovazione, stimolandone al
tempo stesso interesse e passione».

In qualità di nuovo prorettore, come dovrà crescere l’Ateneo
nei prossimi sei anni?

«Ho condiviso sin dall’inizio il programma elettorale di
Vincenzo Loia, un programma ambizioso e completo. Unisa si
muove su tanti fronti, interni ed esterni. Abbiamo raggiunto
livelli di qualità della ricerca molto elevati, per non
parlare della didattica tradizionale e di eccellenza,
altrettanto rilevante. Tra gli obiettivi dell’Ateneo
annoveriamo anche la capacità di mettere in campo azioni per
la terza missione, promuovendo nuove start-up che possano
diventare aziende, e quindi opportunità di lavoro per i nostri
laureati. L’internazionalizzazione è un’ulteriore fondamentale
linea di azione su cui sviluppare l’Ateneo. Resta da dire che
l’elemento più convincente del programma è lo slogan: “Noi
siamo Unisa”. E’ la sintesi perfetta. Per ottenere risultati,
occorre fare gioco di squadra, tra condivisione e
compartecipazione. Ogni attore, sia esso docente, studente,
unità di pers o n a l e tecnico-amministrativo, deve sentirsi
un pezzo fondamentale della macchina. Aggiungo che sono
onorato della scelta di Loia. Sono a disposizione dell’Ateneo
e farò del mio meglio per l’attuazione del programma».

Niente torre dell’Authority
Russo presenta il conto
di Andrea Pellegrino

Potrebbe costare oltre 1 milione di euro la mancata
realizzazione della Torre T2 del Crescent, tagliata dal
progetto dopo l’ultimo parere della Soprintendenza di Salerno.
La Torre avrebbe dovuto ospitare la sede dell’Autorità
Portuale di Salerno, oggi affittuaria di parte del palazzo di
rappresentanza della Camera di Commercio di Salerno. A
trascinare Authority e Comune di Salerno in Tribunale è stata
la Russo Costruzioni, aggiudicataria dell’appalto per la
realizzazione dell’edificio pubblico di Santa Teresa disegnato
da Bofill. Un contratto da quasi 4 milioni e mezzo di euro con
un cantiere già avviato, con tanto di posa della prima pietra.
Fino alla decisione dell’ex soprintendente di Salerno, Gennaro
Miccio, che di fatto – dopo l’annullamento della precedente
autorizzazione paesaggistica ad opera del Consiglio di Stato –
tagliò nettamente le due torri pubbliche (una delle quali
destinata, appunto, all’Autorità Portuale) e abbassò di
qualche centimetro l’altezza dell’emiciclo, oggi quasi al
completo ad eccezione dal settore affidato alla Sist di
Chechile (ex Jolly Hotel). Un conto di oltre 1 milione e 200
mila euro, quello presentato da Russo Costruzioni e portato
direttamente all’attenzione dell’autorità giudiziaria. Un
processo già partito che potrebbe fermarsi a seguito della
volontà di transazione espressa da tutte le parti. Sul piatto
il Comune di Salerno, tirato in ballo a seguito della
ridefinizione del progetto, ha messo circa centomila euro che
dovrebbero essere destinati all’Autorità Portuale come somma
forfettaria per quanto di competenza, relativamente alla
mancata realizzazione della Torre a seguito di una variante al
Pua di Santa Teresa. Entro febbraio il nodo dovrà essere
sciolto. Ad inizio anno, infatti, sono calendarizzate le
ultime udienze prima della definizione del giudizio.
Transazione o no, la mancata realizzazione della Torre
pubblica del Crescent, costerà cara alle casse pubbliche degli
enti coinvolti: ossia Comune di Salerno e Autorità Portuale.
Peppe   Ventura:    «Attivare
ascensori e scale mobili per
agevolare residenti e casse»
di Andrea Pellegrino

Apertura non stop di scale mobile ed ascensori in via Monti.
E’ la richiesta del consigliere comunale del gruppo Davvero
Verdi, Giuseppe Ventura, inviata al sindaco Enzo Napoli e al
presidente della Salerno Mobilità, Camillo Amodio. Ventura ha
chiesto che ci sia l’attivazione, anche con un controllo a
distanza, delle scale mobili e degli ascensori che collegano
il centro con via Monti, piazza Principe Amedeo e via Tasso.
Questo alla luce anche delle richieste di molti residenti
della zona. Inoltre, spiega Ventura: “Oltre a risolvere le
problematiche, dovute ad un fatto geografico, dei cittadini
che abitano lì potrebbe favorire anche le casse comunali”.

C’è da sciogliere il nodo
Carfagna Trattative in corso
su più fronti
di Andrea Pellegrino

Il nodo principale da sciogliere riguarda Mara Carfagna. A
quanto pare, l’accelerata di Silvio Berlusconi su Caldoro sia
dovuto proprio allo strappo tra il Cavaliere e l’ex ministro
alle pari opportunità. Le ultime dichiarazioni della
parlamentare salernitana e le repliche di Berlusconi a quanto
pare avrebbero aperto una frattura quasi insanabile. Al punto
che la Carfagna pare stia già pensando alla costituzione di
nuovi gruppi parlamentari. Fallita la trattativa con Toti,
alla Carfagna, sancita la frattura con Forza Italia, non
resterebbe che la strada solitaria, prima di immaginare un
accordo con Matteo Renzi, più volte “corteggiato” dopo la
costituzione di Italia Viva. Al momento Carfagna potrebbe
contare, a Salerno, sui fedelissimi Gigi Casciello e Marzia
Ferraioli. Secondo in- discrezioni, i due parlamentari
seguirebbero l’ex ministro incondizionatamente. La macchina di
Caldoro, intanto, avrebb e riacceso i motori, dopo
l’investitura di Berlusconi. La sua lista (Caldoro presidente)
sarebbe già in fase di allestimento. Si tratta con ex del
calibro di D’Acunzi e Gagliano. Occhi puntati sulla famiglia
ebolitana Cardiello, il papà Franco, ex senatore, e il figlio
Damiano, consigliere comunale. Dai socialisti in pole Fasolino
e Amatruda. Ciccone e Celano, invece, già vedono una
candidatura nella lista di Forza Italia. (

Caldoro e De Luca, s’avvicina
il terzo round
di Andrea Pellegrino

Non c’è due senza tre. Si profila un nuovo duello elettorale
tra Stefano Caldoro e Vincenzo De Luca. Se fossero confermate
le due candidature, sarebbe il terzo: uno vinto da Caldoro e
l’altro da De Luca. Insomma a marzo si giocherebbe la “bella”.
L’investitura di Stefano Caldoro è arrivata direttamente da
Silvio Berlusconi nel corso dell’ultimo vertice con i
parlamentari azzurri. Il Cavaliere avrebbe annunciato anche il
via libera di Meloni e Salvini. Entrambi, però, al momento
frenano. «Ho ringraziato il presidente Berlusconi. A lavoro
per un centrodestra unito, allargato con esperienze e liste
civiche», commenta l’ex governatore della Campania. «L’amico
Stefano Caldoro, profilo politico di grande levatura che ha
già dato prova di buon governo e peraltro in condizioni
difficilissime, saprà restituire serietà, concretezza ed
efficienza alle istituzioni della Campania», afferma il
senatore Domenico De Siano. Mastella, per ora, è l’unica voce
fuori dal coro in casa Forza Italia: «Nonostante la
designazione di Berlusconi per Caldoro, sostengo le primarie
come necessario strumento per la convalida di un’indicazione.
Non discuto le persone, è il metodo che non condivido. Non
sarà semplice vincere in Campania», e annuncia: «Per quanto mi
riguarda, presenterò una mia lista. Non essendo partecipe di
nulla, mi pare la sola condizione per essere nel gioco». Via
libera a Caldoro dal consigliere regionale e commissario
regionale dell’Udc Campania, Carmine Mocerino: «È necessario
che le difficoltà della Campania vengano affrontate con
competenza e serietà. Stefano Caldoro, persona per bene, ha
queste caratteristiche». Fratelli d’Italia e Lega però tengono
ancora il freno a mano tirato. «Sul nome del candidato non ci
risulta si sia chiuso alcun accordo. L’intesa che c’è è che in
Campania sia Fi a dover individuare il nome del c a n d i d a
t o però non c’è nulla di deciso. Così come per la Puglia e le
Marche spetta a Fdi indicare il nome», dicono dal partito
della Meloni. Dalla Lega, invece, fanno sapere che «si sta
ragionando di programmi e squadra, il dibattito sui candidati
governatori verrà dopo». Sulla ricandidatura di Caldoro si
esprime anche il ministro dell’ambiente Sergio Costa: «Sarà il
popolo campano a decidere cosa vuole da grande. Non so che
scenario si profila – ha affermato – Caldoro è una persona
perbenissimo che studia, approfondisce. Questo va detto,
altrimenti siamo sempre con le contrapposizioni e non per la
migliore soluzione politica».
Neo, la rassegna teatrale
ideata e realizzata dalla
compagnia Le Ombre
LoSei spettacoli, ognuno con al centro un tema di attualità,
in scena dal prossimo 16 novembre al 9 maggio 2020. Si
chiama NEO ed è la rassegna teatrale ideata e organizzata
dalla compagnia teatrale Le Ombre con la direzione artistica
di Gianni D’Amato, in programma al Teatro Grimaldi, presso la
nuova struttura del Saint Joseph Resort (ex colonia San
Giuseppe). Si parte con l’opera di Luigi Pirandello “L’uomo,
la bestia e la virtù”. È una rassegna sui generis, NEO, tanto
per i temi trattati quanto per il modo in cui sono pensate le
serate. È un progetto che non vuole essere una semplice
rassegna teatrale, ma un luogo di incontro e confronto. Ogni
spettacolo, infatti, è un evento che non si esaurisce sulle
tavole del palcoscenico. Non solo, grazie alla partnership de
Il Salotto, c’è la possibilità di un aperitivo prima dello
spettacolo, ma anche di un dibattito successivo. Uno scambio
di idee anch’esso sui generis: niente attori sul palco e
pubblico ancora spettatore, ma confronto in sala o in pizzeria
mentre si è a cena con lo staff e le compagnie teatrali che di
volta in volta si esibiranno. Del resto, i temi trattati ben
si prestano alla riflessione: si inizia con il parlare
dell’uomo e dell’umanità, della straordinaria e inquietante
capacità di metamorfosare, della spersonalizzazione
dell’individuo a cui è imposto un ruolo non suo. Al centro
delle opere anche temi quali gli anni di piombo, la
transessualità di chi vive in un corpo che non accetta, la
donazione degli organi, la violenza sulle donne. «Il tutto con
leggerezza – assicura il direttore artistico, Gianni D’Amato –
Il NEO è piccolissimo e non ha intenzione di diventare grande,
gli basta farsi guardare».Tante le novità, dunque, inclusa la
struttura del Teatro Grimaldi, che sono ben riassunte nel nome
scelto per la rassegna. «Il Neo è un difetto della pelle, una
macchia – spiega D’Amato – Eppure, la prima immagine di Neo
che mi balza alla mente è il volto di Marylin Monroe, per
molti la donna più bella del mondo anche perché il suo neo da
difetto diventa particolare di bellezza. NEO – continua – è
uno sguardo diverso al mondo e non semplicemente al teatro. Il
teatro ha bisogno di novità, non è possibile pensarlo sempre
alla stessa maniera». Da qui, il risvolto sociale della
rassegna: «Non ci ergiamo a paladini del sociale – afferma
D’Amato – ma crediamo fortemente che lo spettacolo abbia una
responsabilità, come tutti gli artisti. Siamo chiamati, cioè,
a parlare alle persone con dei mezzi inconsueti, emotivi». Si
parte il prossimo 16 novembre con una commedia di Luigi
Pirandello, “L’uomo, la bestia e la virtù”. A metterla in
scena sarà la compagnia Le Ombre con la regia di Gianni
D’Amato, che è anche il protagonista della messinscena. «La
scoperta più grande di tutte che ci consegna Pirandello in
quest’opera – commenta D’Amato – è che l’uomo vive in un bivio
tra virtù e bestialità, e in quelle bestie che lo
accompagnano, nei meandri bui della sua coscienza, si nasconde
egli stesso, come un costante guardarsi allo specchio e
riconoscersi solo alla fine». Si torna poi in scena l’11
gennaio con la compagnia I cani sciolti e l’opera di Roberto
Nugnes “Bunker. Due brande, quattro mura e un caffè”, regia di
Luca Pastore. Il 22 febbraio, invece, sarà la volta della
Compagnia del calzino con “Bianca come i finocchi in
insalata”, scritto e diretto da Silvia Marchetti. Il 14 marzo
il sipario si aprirà sull’opera “Diviso due”, messa in scena,
con il patrocinio dell’Aido, dalla compagnia Teatranti Tra
Tanti, scritto e diretto da Alessandro Martorelli. Il 4 aprile
in scena brani tratti da opere varie di Eduardo De Filippo
condensate nello spettacolo, diretto da Antonello Ronga, “Nun
m’ piace ‘o presepe”. La rassegna si chiude il 9 maggio 2020
con la compagnia teatrale Le Ombre e l’opera “Negli occhi di
Eva”, uno spettacolo contro la violenza sulle donne scritto da
Gianni D’Amato, Alice Ryuk, Caterina Mancuso e diretto da
Gianni D’Amato. Alla realizzazione della rassegna hanno
lavorato, insieme al direttore artistico, Mariapia Corrado,
Chiara D’Amato, Alfredo Cartone e Maria Scognamiglio.
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