"Il tempo di attesa è indefinito" Paziente rinuncia alla prestazione

Pagina creata da Gianluca Fiore
 
CONTINUA A LEGGERE
“Il   tempo   di   attesa   è
indefinito” Paziente rinuncia
alla prestazione
La storia che vi raccontiamo potrebbe apparire banale ma solo
ad una lettura superficiale perchè, andandoci a fondo,
riguarda un diritto , quello di un cittadino ad essere
trattato come tale senza dover pietire per ciò che gli spetta,
senza doversi umiliare o chiedere intercessioni di amici degli
amici o potenti di turno. E’ una storia quella che stiamo per
raccontarvi che è un pò l’emblema di uno dei peggiori mali
Italici di quando anche quando qualcosa la si dovrebbe aver
per diritto la si fa passare quasi come un piacere, una
generopsa concessione. Ore 8.30. Dopo due rinvii un paziente
ottiene finalmente un appuntamento per un piccolo intervento
all’ambulatorio chirurgico dell’ospedale di Salerno in via San
Leonardo. L’uomo, 62enne, arriva prima dell’appuntamneto
fissato, si siede ed inizia la sua attesa. Poco dopo il
personale medico inizia ad arrivare in “forma sparsa e
cadenzata”, circa un quarto d’ora tra l’uno e l’altro, dalle
08,15 alle 8,45. Non c’è nessun numero per prenotarsi e così,
a dispetto di chi è già da tempo in attesa, qualcuno entra fra
saluti ed abbracci dei camici bianchi. Passano circa due ore e
a quel punto il nostro “paziente” con garbo bussa alla porta e
chiede di sapere in linea di massima i tempi necessari perchè
sia il suo turno ad entrare… la risposta è stata
sbalorditiva..”il tempo è indefinito”. L’uomo che doveva
subire un piccolo intervento per cui non era necessaria
neanche l’anestesia a quel punto, saluta cordialmente è va
via. L’alternativa sarebbe stata aspettare a tempo
“indeterminato” il suo turno. Prima amareggiato, poi
inqiuetato alla fine imbufalito la vittima dell’episodio ha
deciso di raccontare la sua storia. Nel frattempo era stato
anche chiamato dal madico che avrebbe dovuto eseguire il
piccolo intervento. Medico che si era dimostrato anche stupito
dal fatto che l’uomo fosse andato via, dicendosi dispiaciuto
dell’accaduto. Non sappiamo se questo sia un caso isolato o se
sia purtroppo una prassi consolidata ma sta di fatto che oggi,
non definiamolo caso di malasanità, un uomo è stato trattato
neanche come un numero, anche perchè non c’era, alla guisa di
un cliente scomodo, fastidioso e petulante. Infine, a chi ha
dato la risposta sul tempo, indeterminato, ricordiamo la
fisica elementare, il tempo è una variabile fissa,
determinata, soprattutto per chi lavora e dove dar conto non
solo a se stesso, soprattutto quando viene detto che bastano
pochi minuti per risolvere tutto e non mesi a cui aggiungere
attese indefinite. In fine ci dice “…In tutto ciò avrò perso
il denaro del ticket pagato attraverso la prenotazione fatta
tramite la farmacia. Pertanto il Ruggi avrà incassato soldi
per un servizio non effettuato. Al danno la beffa”.

Polisportiva       Rocchese,
rigettata la costituzione di
parte civile
Rigettata la richiesta di costituzione di parte civile della
Polisportiva Rocchese e di Carmine Pagano, attuale sindaco di
Roccapiemonte ed all’epoca dei fatti, presidente del sodalizio
sportivo. Si è celebrata innanzi al Tribunale di Nocera
Inferiore l’udienza che vede protagonisti Carmine Pagano,
l’attuale sindaco di Roccapiemonte e Roberto Lambiase,
avvocato ed ex presidente del Consiglio Comunale, il primo
come parte offesa, il secondo come imputato. Lambiase è
chiamato a rispondere alla giustizia in quanto si ritiene che
il contenuto di un post pubblicato sul suo profilo personale
facebook abbia leso l’onore e il decoro di Carmine Pagano e
della Polisportiva Rocchese, quest’ultima già coinvolta nel
procedimento penale che portò all’arresto del giudice Mario
Pagano, fratello dell’attuale sindaco, alla sua sospensione
dalla funzioni di magistrato da parte del Consiglio Superiore
della Magistratura su richiesta dell’allora ministro della
Giustizia Orlando. Carmine Pagano, tramite il suo avvocato Ugo
Della Monica, aveva presentato una denuncia – querela presso
la Guardia di Finanzia di Cava dei Tirreni e da qui ne è
derivato il procedimento penale a carico dell’ex Presidente
del Consiglio Comunale. Il post in questione fa parte di un
programma di pubblicazione di una sessantina di analoghi post
dal titolo “Istruzione per l’Uso” con i quali l’avvocato aveva
sostenuto la tesi dell’esistenza a Roccapiemonte di un sistema
di “gestione occulta” del potere attraverso il quale si
sarebbero portati a compimento nel corso di svariati anni
tutta una serie di affari . Lambiase parla di legalizzazione
degli imbrogli attraverso la macchina amministrativa, il tutto
sempre a danno dei cittadini. Carmine Pagano, tramite il suo
avvocato, aveva manifestato l’intenzione di costituirsi parte
civile nel processo, ma sul punto vi è stata opposizione da
parte del difensore di Lambiase, l’avvocato Domenico
Avagliano, e il giudice del dibattimento, dott. Palumbo, non
ha ammesso la costituzione di parte civile, rinviando il
processo all’udienza del 25 giugno 2020 dove saranno ascoltati
come teste proprio il sindaco Pagano e sarà reso l’esame
dell’imputato. Tra gli altri testimoni che dovrebbero deporre
successivamente figurano l’ex sindaco dottor Andrea Pascarelli
e al
Gli avvocati salernitani sul
piede di guerra
di Pina Ferro

Una settimana di astensione, convocazione degli stati generali
e assemblea a perta a cittadini, politici, cancellieri e
magistrati. Sono alcune delle iniziative decise ieri mattina,
dalla Camera penale salernitana, presieduta da Luigi Gargiulo
al termine di una affollata assemblea svoltasi nell’aula 1
della cittadella Giudiziaria. Gli avvocati salernitani alzano
la testa e si ribellano e fanno sentire forte la loro voce.
«E’ stata un’assemblea della camera penale salernitana
particolarmente partecipata – ha sottolineato il presidente
Luigi Gargiulo – nella quale oggi l’avvocatura penale
salernitana ha alzato la testa in maniera seria, decisa e
importante contro quelle che sono state le dichiarazioni rese
dal presidente della seconda sezione della Corte di Cassazione
dottore Davigo. E’ stata registrata una convergenza importante
tra Camera penale e Consiglio dell’ordine in merito alle
iniziative da intraprendere: una massiccia astensione dalle
udienze nella settimaba dal 17 al 22 febbraio con la
convocazione degli Stati generali dell’avvocatura salernitana
e non solo. Una convocazione aperta alla società civile, ai
politici, ai cancellieri e, a tutti gli utenti del servizio
giustizia E’ un modo per far sentire forte la nostra voce
contro questa barbaria giuridica che è partita dalla riforma
sulla prescrizione e che continua sulle dichiarazioni, che ci
fanno inorridire, del dottore Davigo L’avvocatura penale
ancora una volta ha primazia nel dibattito giuridico politico
salernitano e continueremo a far semntire forte la noisra
voce». Dello stesso parere il past president della Camera
penale Michele Sarno il quale ha affermato che «Da Salerno
parte forte è chiaro un messaggio rivolto non solo al nostro
distretto di Corte di appello ma all’intera avvocatura
nazionale ed all’intero comparto giustizia. Gli avvocati sono
stanchi di essere oggetto del dileggio e dell’attacco gratuito
da parte di chi, come il dottor Davigo, anzichè soffermarsi a
cercare di trovare soluzioni alle problematiche della
giustizia si attarda in un attacco sterile e strumentale nei
confronti dell’avvocatura. Noi siamo qui a testimoniare la
forza di una avvocatura coscienziosa che vuole risolvere i
problemi e, se per risolvere i problemi bisogna far sentire
forte la propria voce faremo anche questo». Le iniziative
saranno estese anche alle camere penali di Nocera Inferiore e
Vallo della Lucania. «Noi siamo camera penale distrettuale –
aggiunge Sarno – e ricordo che già a suo tempo è nata l’idea
di una camera penale regionale. Immaginiamo a maggior ragione
di coinvolgere attraverso il presidente Gargiulo di
coinvolgere le camere penali di Nocera e Vallo che sono una
risorsaessenziale in questa battaglia» «La Camera penale
salernitana ha avuto un’iniziativa di grande valenza politica,
– Ha replicato l’avvocato e presidente dell’Ordine degli
avvocati Silverio Sica – io come penalista non posso che
condividere le iniziative che sono state assunte e anche le
forme di protesta che sono state adottate, ritengo giusto che
in questo momento l’avvocatura penale alzi fieramente la
testa».

Movida, il sindaco incontra
il prefetto: attivazione task
force
di Erika Noschese

La movida salernitana torna sotto l’occhio dei riflettori.
Dopo i fatti accaduti in questi giorni, per l’amministrazione
comunale guidata dal sindaco Vincenzo Napoli si è reso
necessario un intervento concreto che possa definitivamente
mettere la parola fine ai fatti di cronaca che, in questi
mesi, stanno caratterizzando la città capoluogo. Ieri mattina,
a Palazzo di Città, il sindaco Napoli ha convocato una
riunione della Giunta Municipale e dei Capigruppo di
Maggioranza per definire una serie di azioni urgenti e
prioritarie da sottoporre all’attenzione del Comitato
Provinciale Ordine Pubblico e Sicurezza convocato per domani
mattina in Prefettura. Vendita di alcol ai minori, presenza di
ambulanti abusivi sul lungomare cittadino e violenza sono
stati i tre argomenti all’ordine del giorno. Di fatti, nei
giorni scorsi, già alcuni consiglieri di maggioranza hanno
scritto al comandante della polizia municipale per chiedere di
incrementare i controlli all’interno dei locali per debellare
il fenomeno della vendita di bevande alcoliche ai minori. «La
movida salernitana è un patrimonio economico e sociale della
nostra comunità – ha spiegato il sindaco Napoli – E’ un
fenomeno di aggregazione che richiama decina di migliaia di
fruitori e determina importanti occasioni d’impresa e di
lavoro. E’ impegno ed interesse comune garantire che tutto si
svolga, come avvenuto anche nel recente periodo di Luci
d’Artista e degli eventi collegati alle festività natalizie,
in totale serenità e sicurezza per tutti: avventori,
consumatori, residenti». Da qui, dunque, la necessità di
prevenire e stroncare nell’immediato atteggiamenti incivili,
irregolarità gestionali, atti criminali verificati in alcuni
recenti episodi. Nel corso della riunione del Comitato, il
Comune di Salerno chiederà di sviluppare una severa azione
sinergica delle Forze dell’Ordine (cui è demandata la gestione
dell’ordine pubblico e delle sicurezza) e della Polizia
Municipale fin dalle prossime ore per assicurare un controllo
minuzioso della movida con particolare riguardo per la mescita
di sostanza alcoliche ai minori che purtroppo assume contorni
inquietanti, l’emissioni moleste dai locali, parcheggio e
commercio abusivo, spaccio di droga. Una presenza sul campo
supportata anche dal sistema di videosorveglianza esteso
progressivamente alle zone sensibili del territorio. Intanto,
proprio questa mattina alle 10, il sindaco Napoli incontrerà
il prefetto Francesco Russo per chiedere l’attivazione di una
task force tra forze dell’ordine, con controlli serrati
soprattutto al centro storico dove la notte tra sabato e
domenica si è verificato un accoltellamento ai danni di un
parcheggiatore abusivo mentre saranno aumentati i controlli
contro lo spaccio di droga e la piaga dei parcheggiatori
abusivi. Nel frattempo la Polizia Municipale ha da tempo
attivato controlli serrati sulle modalità di esercizio dei
locali e di vendita delle bevande alcoliche in specie ai
minorenni.

Terapie non autorizzate al
distretto   60:  i  medici
scrivono all’Asl
di Erika Noschese

Ancora riflettori puntati sulla vicenda delle terapie sospese
al Distretto Sanitario 60, dove oltre 200 pazienti, moltissimi
dei quali minori, non ottengono da mesi l’autorizzazione alle
terapie riabilitative di cui hanno bisogno e che gli ha
prescritto l’Asl. Nei giorni scorsi, su richiesta dei
familiari dei pazienti, sono intervenuti anche i Carabinieri.
Una situazione drammatica che ha spinto alcuni medici di base
a scrivere al direttore generale della Asl a tutela dei loro
pazienti chiedendo che si trovi il modo di sbloccare
immediatamente      le   terapie.    «E’    una   situazione
incomprensibile», spiega Enrico D’Angelo, uno dei medici che
si sono rivolti al direttore generale. «In tantissimi anni di
attività come medico – aggiunge – non mi era mai capitato
nulla di simile, i malati stanno a casa senza cure da mesi,
senza alcuna giustificazione e soprattutto nell’indifferenza
generale. Non si garantisce più la continuità terapeutica. I
medici prescrittori e la commissione degli specialisti Uvbr
dell’Asl danno la prescrizione senza soluzione di continuità
con la precedente, ma a questa prescrizione poi non viene dato
seguito dall’ufficio amministrativo che blocca i Progetti e i
piani terapeutici vanificando l’efficacia delle terapie. Tutto
questo è inconcepibile. E’ inumano sfiancare i familiari
anziché aiutarli a curare i propri cari». Al direttore
Iervolino è stato chiesto di sbloccare immediatamente questa
situazione perché «come medici abbiamo il dovere di
sottolineare che si stanno creando danni per la salute di
pazienti che hanno bisogno delle terapie subito». E invece
sono costretti ad aspettare. Cosa? «Un timbro», hanno spiegato
molti. Il “timbro” lo aspetta, per esempio, un paziente di 97
anni da ben 109 giorni. O un bambino che ha 11 mesi,
ripetiamolo, undici mesi. C’è il sospetto che abbia problemi
gravi, per cui sono stati chiesti accertamenti particolarmente
impegnativi, nel frattempo però gli è stata prescritta una
terapia domiciliare da iniziare subito. Avrebbe dovuto
iniziarla 75 giorni fa. E invece sta ancora aspettando, anche
lui un timbro.

Al Ruggi chiude cardiologia
riabilitativa
di Erika Noschese

Per carenza di personale si chiude il reparto la cardiologia
riabilitativa. A lanciare nuove accuse ai vertici dell’azienda
ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona i delegati Rsu e Rsa
della Cisl Fp dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di
Salerno Biondino Gaetano, Capuano Giovanni, Cicalese Giuseppe,
Di Pietro Bonaventura, Guariglia Antonio, Lopez Giovani,
Panzuto Pino, Pumpo Vito, Stellato Pietro, Tortora Gaetano,
Iannone Raffaele e Napoli Antonio. «Si aprono reparti previsti
in atto aziendale e quelli che pur previsti nella programma
zione si chiudono per carenza di personale e in altri come la
Medicina Interna del Ruggi si riduce il personale nel turno
notturno e si diffida dall’attivare posti in barella in modo
che gli utenti debbano obbligatoriamente sostare per giorni in
Ps ovvero sempre se vi sono disponibilità essere trasferiti in
altri presidi ospedalieri», hanno dichiarato i sindacalisti
che puntano il dito contro il doppio reparto di
cardiochirurgia diretto dal braccio destro del governatore De
Luca, Enrico Coscioni. «Per carenza di personale si chiude la
cardiologia riabilitativa ma ciò non è un elemento dirompente
per aprire un nuovo reparto», hanno poi aggiunto i delegati
Rsu della Cisl Fp e i segretari aziendali Ta del nosocomio
locale, secondo cui si riduce il personale nel reparto di
Medicina Uomini e si lasciano solo 2 infermieri a turno senza
Oss ovvero personale di supporto «costringendo il personale
infermieristico quotidiano demansionamento che oramai è
ampiamente diffuso in ogni struttura dell’ente, situazione
diventata insostenibile a causa della carenza di personale».
«Il servizio Sanitario Regionale sia pubblico che privato sta
morendo per eutanasia – afferma il Segretario Generale della
Cisl Fp di Salerno Pietro Antonacchio – Spiace dover
constatare che l’attuale dirigenza strategica dell’Aou di
Salerno si stia caratterizzando per una totale disattenzione
al problema». Mancano, di fatti, circa mille operatori in base
all’atto aziendale riscontrando i dati dell’azienda al 31
dicembre 2018, 277 medici, 281 infermieri, 12 ostetriche, 120
tecnici socio sanitari e sanitari, 39 dirigenti sanitari, 26
farmacisti, 255 amministrativi, 12 del ruolo professionale per
un totale complessivo di 938 operatori ma purtroppo siamo
ancora ai pronunciamenti ragionieristici delle compatibilità
economiche nonostante siamo usciti dal piano di rientro. «E’
giunta l’ora della svolta. E’ giunto il momento di fare sul
serio», ha poi aggiunto Antonacchi. Intanto, i sindacalisti
hanno già provveduto a scrivere ai vertici dell’azienda
ospedaliera dopo le comunicazioni del responsabile di Medicina
Interna secondo cui, ad oggi, non ci sarebbe la possibilità di
garantire i Lea per i barellati, ordinando al ds la
rimodulazione del turno con soli 2 infermieri notturni. «Non
osiamo immaginare cosa succeda durante i turni diurni e
pomeridiani, considerando che l’80% delle attività di cura,
assistenza, e trasporti per esami diagnostici si svolgono
durante tale periodo con un maggiore attività nel turno
antimeridiano – hanno aggiunto i delegati Rsu – È evidente che
la cronicità della carenza di personale crea, normalmente,
questi disagi, ma dalla missiva si evidenziano esempi di
cattiva gestione del personale con mobilità interne mai
rimpiazzate, ma soprattutto di come si facciano allontanare
professionisti, già formati, in altre strutture ospedaliere».
Attualmente, infatti, la situazione sembra essere
particolarmente delicata: un infermiere è stato trasferito in
un altro ospedale e non sostituito; un altro è assente per
infortunio ma comunque prossimo a lasciare il servizio per
trasferimento a Napoli; un altro ancora è stato trasferito in
amministrazione; e poi ci sono infermieri assenti per effetto
della legge 104, in congedo parentale, in ferie; oss in
infortunio e un operatore socio sanitario rientrato in
servizio senza svolgere mansioni, in attesa del giudizio della
Uo sorveglianza sanitaria. «Il clima è oramai insostenibile,
ed è tangibile la necessità di attivarsi per rimuovere tale
stato di cose soprattutto in quei reparti, come la Medicina ed
altre Uo con elevata assistenza socio-sanitaria, dove la
carenza, non solo di infermieri, ma soprattutto di Oss,
evidenzia un “modus operandi” che non garantisce eccellenti
cure assistenziali, ma soprattutto crea disagi agli operatori
mettendoli a rischio di errori, normalmente evitabili ma che
possono creare rischio per la salute degli assistiti, e di
malattia da “burn out”, con conseguenze irrimediabili», hanno
poi aggiunto.

Le sardine contro Pandolfi:
«tutto falso»
di Erika Noschese

E’ polemica, ad Agropoli,tra l’artista Augusto Pandolfi e le
sardine. In seguito alla manifestazione contro la Lega
“Agropoli non si lega”, l’artista si è recato a Bologna dove
ha portato le sue sardine con lo slogan “no politica, solo
arte.” «Su ciascuna delle opere da me realizzate vi era il mio
nome e cognome ed il mio numero di telefono. – ha spiegato
Augusto Pandolfi – Ciascuna opera era contenuta in un
sacchetto riportante, a chiare lettere, il nome della mia
associazione culturale, in nome della quale proponevo le mie
sardine artistiche». E proprio in seguito a questo gesto che i
membri di Agropoli non si Lega hanno iniziato a diffondere
notizie circa la ipotetica presenza di un artista a Bologna
che avrebbe venduto impropriamente sardine a nome di
Agropolinonsilega. Notizia, questa, che ha scatenato l’ira dei
manifestanti tanto da spingere Letizia Pandolfi, figlia
dell’artista, a chiarire per riscostruire l’esatta dinamica
dei fatti: «. Il mio laboratorio è una pescheria d’arte. Tra
le altre cose, amo e ho sempre amato rappresentare pesci e –
perché no – anche sardine. Tanto avviene da almeno 20 anni.
Sono stato a Bologna, ho portato le mie sardine con lo slogan
“no politica, solo arte”», ha infatti spiegato la donna che ha
poi aggiunto: «La mia associazione, nata nel 2011, è molto
conosciuta sul territorio ed oltre, avendo, tra le altre cose,
organizzato una pluralità di eventi e manifestazioni, quali
Flos Carmeli, con il patrocinio del comune di Agropoli e anche
grazie al sostegno di iniziative (sponsor) private. Bene,
successivamente alla manifestazione di Bologna, tenutasi in
data 19 gennaio 2020 mi sono ritrovato al centro di una gogna
mediatica dalla portata assurda ed angosciante. Tutto è
partito da alcuni post pubblicati dalla pagina facebook
Agropolinonsilega – a seguito di asserite segnalazioni, poi
rivelatesi false – e diffusi su una pluralità di pagine delle
sardine di tutta Italia». Post che rubricavano “Sardine, per
favore, ci aiutate a far girare? Truffe a nostro nome no!”.
Questo pubblico appello alla condivisione era accompagnato
dalla pubblicazione delle foto delle opere dell’artista. «È
stato molto angosciante essendo io stato immediatamente
riconosciuto e contattato da molte persone. Ancor più
angosciante la circostanza che, a fronte delle svariate
segnalazioni di erroneità della notizia immediatamente
pervenute anche dalle molteplici persone che hanno
riconosciuto le mie opere, gli amministratori della pagina
ritenevano di non rimuovere i post diffusi, né rispondevano ai
messaggi o ai commenti pubblici a mia difesa», ha poi aggiunto
Pandolfi secondo cui lo scorso 21 gennaio uno dei co-
amministratori della pagina e, di conseguenza della
manifestazione, ha preso le distanze dall’azione degli altri,
firmandosi ed innescando finalmente un processo di
responsabilizzazione personale. Solo tra la sera del 23 e la
mattina del 24 gennaio, altri co-amministratori della pagina
hanno tentato di rimediare scusandosi pubblicamente e
rimuovendo tutti i post dalla propria pagina. «A tutt’oggi non
conosco i nomi di coloro dai quali sarebbe partita la falsa
notizia di cui la pagina Facebook si sarebbe fatta portavoce.
Non conosco il motivo per il quale, a fronte di un dubbio del
genere, io non sia stato personalmente contattato dagli autori
prima dell’avvio delle “indagini” su facebook, dato che –
ripeto – su ogni opera vi era il mio nome, cognome e numero di
telefono», ha poi aggiunto l’artista – mi auguro che le mie di
Sardine diventino “sOrdine”, come qualcuno ha già
simpaticamente ribattezzato, affinché possano continuare a
esplorare libere, ciascuna il proprio mare, sOrde a qualsiasi
notizia, accusa o illazione che non sia verità. SOrde a
qualsiasi tribunale virtuale, quale che sia il movimento che
rappresenti la pubblica accusa, a discapito della dignità
delle persone, sOrde all’ignoranza e alla cattiveria che ne
deriva».

Salerno di notte                            è     senza
l’eliambulanza
di Pina Ferro

Salerno e la sua provincia non hanno più l’eliambulanza
durante le ore notturne. Da qualche giorno il mezzo
dell’Alidaunia non è più presso l’aeroporto di Pontecagnano.
Ora, in caso di emergenze sanitarie notturne, che necessitano
del trasporto in elisoccorso, per abbreviare i tempi (si fa
per dire), bisogna aspettare che il mezzo giunga da Napoli.
Dopo la diffusione della notizia, riportata in un primo
momento da Tutto Sanità e poi dal blog Salerno Sanità, nella
giornata di ieri, la notizia è stata smentita attraverso un
comunicato dove si afferma che le basi operative continuano ad
essere quelle di Pontecagnano e del Cardarelli. La vicenda si
tinge di giallo se si considera che l’elisoccorso, dotato di
sensori per il volo notturno, non è più presente a
Pontecagnano dallo scorso 23 gennaio e che lo stesso sarebbe a
Napoli. Il mezzo dell’Alidaunia è “parcheggiato”, di notte,
vicino a quello già presente nella città Partenopea e in
servizio h 24. Una decisione giunta in maniera del tutto
inaspetta e che pare abbia colto di sorpresa anche molti
dirigenti dell’Asl Salerno. E, nessuno dallo scorso 23 gennaio
ha alzato la voce per sottolineare i disservizi che tale
scelta comporterà all’intera provincia di Salerno ed a quella
di Avellino. Per il resto, solo un assordante silenzio, fino a
ieri sera, su una decisione che, se rispondesse al vero,
potrebbe avere grosse ripercussioni sulle condizioni della
persona da soccorrere. Basti pensare che l’intervento
dell’eliambulanza è davvero efficace, ad esempio in caso di
infarto, solo se questo avviene entro un tempo massimo di 20 –
25 minuti. Ora basti pensare che ad esempio da Napoli per
raggiungere Vallo Della Lucania, all’eliambulanza ocorrono
circa 40 minuti ai quali vanno aggiunti i tempi di imbarco e
quelli necessari per raggiungere poi l’ospedale di
destinazione. Non sarebbe tanto differente la situazione in
caso di gravi incidenti stradali. Allo stato attuale è stato
privato il territorio della provincia di Salerno
dell’eliambulanza per averne ben due a Napoli nel corso della
notte. Il tutto per meglio servire le isole campane in
paticolare Capri. In una una nota il direttore generale
dell’Asl Napoli Ciro Verdoliva comunivava all’Alidaunia, il 24
dicembre scorso, tra le altre, “si provvederà a posizionare,
nelle ore notturne, l’elicottero stanziato a Pontecagnano,
presso l’ospedale del Mare di Napoli con relativo equipaggio,
personale sanitario e personale antincendio adibito al
servizio in oggetto, al fine di dare tempestiva risposta alle
eventuali richieste di soccorso provenienti da tutto il
territorio regionale, con particolare attenzione a quelle
degli abitanti dell’isola di Capri”

Doppio reparto per Coscioni,
«Cosa ha prodotto finora?»
di Erika Noschese
«E’ un’operazione perfetta quella confezionata per il
consigliere e braccio destro alla sanità di De Luca, Enrico
Coscioni, nominato due anni fa primario di un reparto da far
sorgere dallo sdoppiamento della cardiochirurgia dell’ospedale
Ruggi di Salerno, ma che ancora oggi non ha visto la luce». Ad
attaccare il governatore della Regione Campania la consigliera
regionale del Movimento 5 Stelle e responsabile nazionale per
la Sanità, Valeria Ciarambino che punta l’attenzione sul
doppio reparto che dovrebbe essere destinato alla chirurgia
cardiaca, a discapito del centro per la procreazione
medicalmente assistita. «Un reparto di cui non si sentiva
alcuna necessità, che va a soppiantare il centro di
procreazione assistita e il reparto di oculistica pediatrica,
entrambi oggi in fase avanzata di smantellamento e che saranno
ridimensionati e trasferiti accanto alla Medicina nucleare,
sito in un seminterrato e ad alto rischio radiazioni
ionizzanti perché privo di corridoio schermato – ha dichiarato
ancora la consigliera pentastellata – In un ospedale già alle
prese con gravissime carenze di risorse e personale, vengono
sottratti 20 posti letto alla medicina generale per donarli al
nuovo reparto cucito addosso al plenipotenziario Coscioni. Non
bastasse, il fiocco sul pacco regalo viene apposto con la
delibera 35/2020, con la quale viene stipulata una convenzione
tra Ospedale del Mare e Ruggi per consulenze cardiochirurgiche
per pazienti presi in cura all’ospedale della Asl Napoli 1».
In sostanza, secondo la capogruppo dei 5 Stelle a Palazzo
Santa Lucia, «per garantire lavoro e pazienti a Coscioni, a
pochi mesi dalla fine del suo mandato di consigliere alla
sanità che verrà meno con la mancata rielezione di De Luca,
viene stipulata una convezione tra due ospedali distanti oltre
50 chilometri, comportando il trasporto da Napoli a Salerno di
pazienti cardiopatici». La Ciarambino annuncia dunque che
nelle prossime ore, il gruppo regionale presenterà
un’interrogazione al governatore De Luca per sapere «cosa ha
prodotto in due anni Enrico Coscioni, da quando è stato
nominato direttore di una struttura complessa mai attivata, e
se si ritiene che l’incarico di primario sia compatibile con i
ruoli di consigliere alla sanità del governatore e di
dirigente di un centro di ricerca. Così come chiederemo se,
dalla sua nomina a primario a oggi, sia stato remunerato per
il suo incarico dirigenziale, pur non avendone di fatto mai
espletato le funzioni». Intanto, procede ancora la petizione
lanciata da Gaetano Amatruda, dell’associazione Andare Avanti
per rilanciare il centro Pma.

Sequestrato                        l’impianto,
Costa: «Ecco                      la risposta
dello Stato»
di Erika Noschese

«Il sequestro operato ad Eboli, da parte del Noe dei
carabinieri e sotto il coordinamento della Procura della
Repubblica di Salerno è la vera risposta dello Stato alle
richieste e manifestazioni da parte dei cittadini del
territorio». Lo ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Sergio
Costa in merito al blitz dei carabinieri del Noe di Salerno
che, ieri mattina, hanno dato esecuzione ad un decreto di
sequestro preventivo all’impianto di compostaggio e
stabilizzazione delle frazioni organiche. Le attività sono
state coordinate dalla Procura della Repubblica di Salerno
nell’ambito con il Noe di Salerno, nell’ambito di attività
mirate a contrastare il fenomeno delle violazioni in materia
ambientale presso i principali impianti di trattamento di
rifiuti su tutto il territorio provinciale. La misura
cautelare è scaturita anche a seguito di numerose segnalazioni
ed esposti giunti da locali comitati ambientalisti e cittadini
residenti nelle aree limitrofe all’impianto per miasmi
percepiti fino al limitrofo centro abitato. Nel corso di
attività ispettive condotte dai militari del Noe coadiuvati da
personale ispettivo dell’Arpac di Salerno, tra giugno 2017 e
ottobre 2019, è emerso che per le operazioni di recupero dei
rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata
l’impianto riceveva quantitativi di rifiuti biodegradabili di
cucine e mense e rifiuti biodegradabili notevolmente superiori
rispetto ai limiti imposti, producendo un esubero mensile di
circa 500 tonnellate. Il superamento costante dei quantitativi
consentiti, aggiunto alle operazioni di deposito e alla
triturazione eseguita nel piazzale esterno dell’impianto,
hanno causato le emissioni nauseabonde avvertite dalla
popolazione. Il valore complessivo del sequestro ammonta a
circa 10.000.000 euro. «Quando io sono stato lì ho sentito
quegli odori aggressivi che nessun cittadino deve sentire a
casa propria e dove vive ed io stesso sono rimasto molto
perplesso», ha poi aggiunto il ministro dell’Ambiente,
sottolineando che i cittadini hanno fatto bene a segnalare i
vari episodi e che «io stesso ho segnalato più volte – ha poi
aggiunto Costa – L’aria non deve essere una maledizione, tutti
hanno il diritto di respirare aria pulita». Per il ministro
dell’Ambiente, dunque, il sequestro dell’impianto di
compostaggio «è una risposta forte, adesso dovrà essere
rimesso tutto a posto, a beneficio dei cittadini e della
medesima azienda che, sicuramente, vorrà lavorare nel miglior
modo possibile». Nel merito della questione è intervenuto
anche il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Michele
Cammarano: «Con il sequestro preventivo è rimarcato, ancora
una volta, l’attenzione del ministro Costa sulle problematiche
ambientali della Piana del Sele».Per Cammarano, è necessario
effettuare controlli anche sugli impianti privati:
«Battipaglia paga da tempo questo peso enorme ambientale e
questa volta potrà essere un nuovo inizio per quelle zone,
dopo anni di immobilismo da parte della Regione Campania».
«Finalmente è stato dato un duro colpo alla vergogna del sito
di compostaggio di Eboli, che da anni ha prodotto gravissimi
danni alla vita di migliaia di cittadini. Adesso inizia la
fase in cui le autorità preposte dovranno finalmente vedere
chiaro e scavare in una vicenda avvolta da ombre e da
responsabilità gravissime», ha invece dichiarato il capogruppo
consiliare di Forza Italia a Battipaglia Valerio Longo,
l’assessore comunale battipagliese Monica Giuliano e il
coordinatore cittadino azzurro Enrico Tucci. «Le
responsabilità politiche erano invece già note da tempo –
hanno proseguito gli esponenti azzurri sferrando un attacco
alle amministrazioni regionale e provinciale – La Regione
Campania e la Provincia di Salerno, che hanno fallito
totalmente nella gestione del ciclo dei rifiuti, rette dal
sistema di potere deluchiano, rimaste completamente sorde ai
nostri richiami e al grido di dolore dei cittadini». Si
schiera, ancora una volta, a favore dei cittadini il
consigliere provinciale Dante Santoro che, in questi mesi, ha
avuto modo di ascoltare le istanze dei cittadini. «E’ una
buona notizia per tutti quei cittadini che temevano per la
loro salute, io da consigliere provinciale continuerò ad
attivare il mio fiato sul collo per questa vicenda che, per i
cittadini, è una questione di vita».Parla di risultati
raggiunti, la Deputata del MoVimento 5 Stelle Virginia
Villani: «L’impianto di compostaggio era da tempo sotto
osservazione da associazioni e dalle comunità che vivono
assediate da odori molesti».

Cardiello: «Il sindaco deve dimettersi, nessuna risposta da
lui»

Si difende dalle accuse il sindaco di Eboli, Massimo Cariello
che sottolinea, attraverso una nota, come l’impianto non sia
stato chiuso ma ne è stato autorizzato l’uso con le
prescrizioni indicate dal Gip «per larga parte già adempiute,
abbiamo immediatamente contattato la società che ne ha la
gestione, la Ladurner srl, che ci ha fornito esaurienti e
dettagliate informazioni, accertando che non vi è pericolo per
la collettività, perché i gestori si sono adeguati nel tempo».
Secondo la relazione aziendale, si tratta di un sequestro
preventivo eseguito nell’ambito di indagini preliminari dal
Gip del Tribunale di Salerno. «Il provvedimento fa riferimento
a fatti risalenti all’anno 2017 considerati superati nella
pratica, tanto che tutti i successivi controlli di Arpac non
hanno portato ad alcun tipo di provvedimento, se non a
generiche indicazioni e suggerimenti – ha precisato ancora il
primo cittadino – L’azienda, di concerto con il Comune di
Eboli, pur avendo già messo in atto le migliori pratiche di
gestione, sta ulteriormente implementando procedure ed
interventi migliorativi, anche tenendo conto delle indicazioni
degli organi di controllo, per fornire ulteriori e concrete
garanzie alla tutela della salute pubblica». In merito alla
questione degli odori, con riferimento al verbale di ispezione
di Arpac del 21 gennaio 2020, ultimo di una serie di numerosi
controlli, l’azienda ricorda che nel corso dell’ispezione le
analisi avevano certificato come tutto fosse “compatibile con
le attività espletate nel ciclo produttivo”. Al Comune di
Eboli la società Ladurner ha ribadito il proprio impegno per
la migliore gestione dell’impianto di compostaggio, anche
sulla scorta della propria esperienza e storia professionale,
in piena collaborazione e unità di intenti con il Comune di
Eboli. Intanto, chiede le dimissioni del sindaco, Damiano
Cardiello, capo dell’opposizione: «Non resta che chiedere le
dimissioni del sindaco perchè fa finta di niente, aggira
l’ostacolo senza entrare nei dettagli di chi ha autorizzati i
camion con un quantitativo superiore, gli introiti dove
andavano a finire? Chi ha guadagnato, per mesi o per anni? Lui
non lo chiarisce, la sua nota sa di presa in giro nei
confronti dei cittadini». «Ci auguriamo che il sequestro
dell’impianto di Eboli sia da spinta per la realizzazione di
quegli interventi migliorativi, già finanziati, che l’azione
delle forze dell’ordine di oggi ha dimostrato essere urgenti e
necessari», ha dichiarato invece Mariateresa Imparato
Presidente di Legambiente Campania e i circoli di Eboli e
Battipaglia secondo cui «sono gestioni come quella
dell’impianto di compostaggio di Eboli, da tempo sotto
osservazione da parte della nostra associazione e delle
comunità che vivono assediate da odori molesti, i nemici che
impediscono la chiusura del ciclo dei rifiuti in Campania. Non
è sovraccaricando quelli esistenti che in Campania risolveremo
l’annosa vicenda della carenza di impianti che trattano la
frazione organica».
Puoi anche leggere