"Il tempo di attesa è indefinito" Paziente rinuncia alla prestazione
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“Il tempo di attesa è indefinito” Paziente rinuncia alla prestazione La storia che vi raccontiamo potrebbe apparire banale ma solo ad una lettura superficiale perchè, andandoci a fondo, riguarda un diritto , quello di un cittadino ad essere trattato come tale senza dover pietire per ciò che gli spetta, senza doversi umiliare o chiedere intercessioni di amici degli amici o potenti di turno. E’ una storia quella che stiamo per raccontarvi che è un pò l’emblema di uno dei peggiori mali Italici di quando anche quando qualcosa la si dovrebbe aver per diritto la si fa passare quasi come un piacere, una generopsa concessione. Ore 8.30. Dopo due rinvii un paziente ottiene finalmente un appuntamento per un piccolo intervento all’ambulatorio chirurgico dell’ospedale di Salerno in via San Leonardo. L’uomo, 62enne, arriva prima dell’appuntamneto fissato, si siede ed inizia la sua attesa. Poco dopo il personale medico inizia ad arrivare in “forma sparsa e cadenzata”, circa un quarto d’ora tra l’uno e l’altro, dalle 08,15 alle 8,45. Non c’è nessun numero per prenotarsi e così, a dispetto di chi è già da tempo in attesa, qualcuno entra fra saluti ed abbracci dei camici bianchi. Passano circa due ore e a quel punto il nostro “paziente” con garbo bussa alla porta e chiede di sapere in linea di massima i tempi necessari perchè sia il suo turno ad entrare… la risposta è stata sbalorditiva..”il tempo è indefinito”. L’uomo che doveva subire un piccolo intervento per cui non era necessaria neanche l’anestesia a quel punto, saluta cordialmente è va via. L’alternativa sarebbe stata aspettare a tempo “indeterminato” il suo turno. Prima amareggiato, poi inqiuetato alla fine imbufalito la vittima dell’episodio ha deciso di raccontare la sua storia. Nel frattempo era stato anche chiamato dal madico che avrebbe dovuto eseguire il
piccolo intervento. Medico che si era dimostrato anche stupito dal fatto che l’uomo fosse andato via, dicendosi dispiaciuto dell’accaduto. Non sappiamo se questo sia un caso isolato o se sia purtroppo una prassi consolidata ma sta di fatto che oggi, non definiamolo caso di malasanità, un uomo è stato trattato neanche come un numero, anche perchè non c’era, alla guisa di un cliente scomodo, fastidioso e petulante. Infine, a chi ha dato la risposta sul tempo, indeterminato, ricordiamo la fisica elementare, il tempo è una variabile fissa, determinata, soprattutto per chi lavora e dove dar conto non solo a se stesso, soprattutto quando viene detto che bastano pochi minuti per risolvere tutto e non mesi a cui aggiungere attese indefinite. In fine ci dice “…In tutto ciò avrò perso il denaro del ticket pagato attraverso la prenotazione fatta tramite la farmacia. Pertanto il Ruggi avrà incassato soldi per un servizio non effettuato. Al danno la beffa”. Polisportiva Rocchese, rigettata la costituzione di parte civile Rigettata la richiesta di costituzione di parte civile della Polisportiva Rocchese e di Carmine Pagano, attuale sindaco di Roccapiemonte ed all’epoca dei fatti, presidente del sodalizio sportivo. Si è celebrata innanzi al Tribunale di Nocera Inferiore l’udienza che vede protagonisti Carmine Pagano, l’attuale sindaco di Roccapiemonte e Roberto Lambiase, avvocato ed ex presidente del Consiglio Comunale, il primo come parte offesa, il secondo come imputato. Lambiase è chiamato a rispondere alla giustizia in quanto si ritiene che il contenuto di un post pubblicato sul suo profilo personale
facebook abbia leso l’onore e il decoro di Carmine Pagano e della Polisportiva Rocchese, quest’ultima già coinvolta nel procedimento penale che portò all’arresto del giudice Mario Pagano, fratello dell’attuale sindaco, alla sua sospensione dalla funzioni di magistrato da parte del Consiglio Superiore della Magistratura su richiesta dell’allora ministro della Giustizia Orlando. Carmine Pagano, tramite il suo avvocato Ugo Della Monica, aveva presentato una denuncia – querela presso la Guardia di Finanzia di Cava dei Tirreni e da qui ne è derivato il procedimento penale a carico dell’ex Presidente del Consiglio Comunale. Il post in questione fa parte di un programma di pubblicazione di una sessantina di analoghi post dal titolo “Istruzione per l’Uso” con i quali l’avvocato aveva sostenuto la tesi dell’esistenza a Roccapiemonte di un sistema di “gestione occulta” del potere attraverso il quale si sarebbero portati a compimento nel corso di svariati anni tutta una serie di affari . Lambiase parla di legalizzazione degli imbrogli attraverso la macchina amministrativa, il tutto sempre a danno dei cittadini. Carmine Pagano, tramite il suo avvocato, aveva manifestato l’intenzione di costituirsi parte civile nel processo, ma sul punto vi è stata opposizione da parte del difensore di Lambiase, l’avvocato Domenico Avagliano, e il giudice del dibattimento, dott. Palumbo, non ha ammesso la costituzione di parte civile, rinviando il processo all’udienza del 25 giugno 2020 dove saranno ascoltati come teste proprio il sindaco Pagano e sarà reso l’esame dell’imputato. Tra gli altri testimoni che dovrebbero deporre successivamente figurano l’ex sindaco dottor Andrea Pascarelli e al
Gli avvocati salernitani sul piede di guerra di Pina Ferro Una settimana di astensione, convocazione degli stati generali e assemblea a perta a cittadini, politici, cancellieri e magistrati. Sono alcune delle iniziative decise ieri mattina, dalla Camera penale salernitana, presieduta da Luigi Gargiulo al termine di una affollata assemblea svoltasi nell’aula 1 della cittadella Giudiziaria. Gli avvocati salernitani alzano la testa e si ribellano e fanno sentire forte la loro voce. «E’ stata un’assemblea della camera penale salernitana particolarmente partecipata – ha sottolineato il presidente Luigi Gargiulo – nella quale oggi l’avvocatura penale salernitana ha alzato la testa in maniera seria, decisa e importante contro quelle che sono state le dichiarazioni rese dal presidente della seconda sezione della Corte di Cassazione dottore Davigo. E’ stata registrata una convergenza importante tra Camera penale e Consiglio dell’ordine in merito alle iniziative da intraprendere: una massiccia astensione dalle udienze nella settimaba dal 17 al 22 febbraio con la convocazione degli Stati generali dell’avvocatura salernitana e non solo. Una convocazione aperta alla società civile, ai politici, ai cancellieri e, a tutti gli utenti del servizio giustizia E’ un modo per far sentire forte la nostra voce contro questa barbaria giuridica che è partita dalla riforma sulla prescrizione e che continua sulle dichiarazioni, che ci fanno inorridire, del dottore Davigo L’avvocatura penale ancora una volta ha primazia nel dibattito giuridico politico salernitano e continueremo a far semntire forte la noisra voce». Dello stesso parere il past president della Camera penale Michele Sarno il quale ha affermato che «Da Salerno parte forte è chiaro un messaggio rivolto non solo al nostro distretto di Corte di appello ma all’intera avvocatura
nazionale ed all’intero comparto giustizia. Gli avvocati sono stanchi di essere oggetto del dileggio e dell’attacco gratuito da parte di chi, come il dottor Davigo, anzichè soffermarsi a cercare di trovare soluzioni alle problematiche della giustizia si attarda in un attacco sterile e strumentale nei confronti dell’avvocatura. Noi siamo qui a testimoniare la forza di una avvocatura coscienziosa che vuole risolvere i problemi e, se per risolvere i problemi bisogna far sentire forte la propria voce faremo anche questo». Le iniziative saranno estese anche alle camere penali di Nocera Inferiore e Vallo della Lucania. «Noi siamo camera penale distrettuale – aggiunge Sarno – e ricordo che già a suo tempo è nata l’idea di una camera penale regionale. Immaginiamo a maggior ragione di coinvolgere attraverso il presidente Gargiulo di coinvolgere le camere penali di Nocera e Vallo che sono una risorsaessenziale in questa battaglia» «La Camera penale salernitana ha avuto un’iniziativa di grande valenza politica, – Ha replicato l’avvocato e presidente dell’Ordine degli avvocati Silverio Sica – io come penalista non posso che condividere le iniziative che sono state assunte e anche le forme di protesta che sono state adottate, ritengo giusto che in questo momento l’avvocatura penale alzi fieramente la testa». Movida, il sindaco incontra il prefetto: attivazione task force di Erika Noschese La movida salernitana torna sotto l’occhio dei riflettori.
Dopo i fatti accaduti in questi giorni, per l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Vincenzo Napoli si è reso necessario un intervento concreto che possa definitivamente mettere la parola fine ai fatti di cronaca che, in questi mesi, stanno caratterizzando la città capoluogo. Ieri mattina, a Palazzo di Città, il sindaco Napoli ha convocato una riunione della Giunta Municipale e dei Capigruppo di Maggioranza per definire una serie di azioni urgenti e prioritarie da sottoporre all’attenzione del Comitato Provinciale Ordine Pubblico e Sicurezza convocato per domani mattina in Prefettura. Vendita di alcol ai minori, presenza di ambulanti abusivi sul lungomare cittadino e violenza sono stati i tre argomenti all’ordine del giorno. Di fatti, nei giorni scorsi, già alcuni consiglieri di maggioranza hanno scritto al comandante della polizia municipale per chiedere di incrementare i controlli all’interno dei locali per debellare il fenomeno della vendita di bevande alcoliche ai minori. «La movida salernitana è un patrimonio economico e sociale della nostra comunità – ha spiegato il sindaco Napoli – E’ un fenomeno di aggregazione che richiama decina di migliaia di fruitori e determina importanti occasioni d’impresa e di lavoro. E’ impegno ed interesse comune garantire che tutto si svolga, come avvenuto anche nel recente periodo di Luci d’Artista e degli eventi collegati alle festività natalizie, in totale serenità e sicurezza per tutti: avventori, consumatori, residenti». Da qui, dunque, la necessità di prevenire e stroncare nell’immediato atteggiamenti incivili, irregolarità gestionali, atti criminali verificati in alcuni recenti episodi. Nel corso della riunione del Comitato, il Comune di Salerno chiederà di sviluppare una severa azione sinergica delle Forze dell’Ordine (cui è demandata la gestione dell’ordine pubblico e delle sicurezza) e della Polizia Municipale fin dalle prossime ore per assicurare un controllo minuzioso della movida con particolare riguardo per la mescita di sostanza alcoliche ai minori che purtroppo assume contorni inquietanti, l’emissioni moleste dai locali, parcheggio e commercio abusivo, spaccio di droga. Una presenza sul campo
supportata anche dal sistema di videosorveglianza esteso progressivamente alle zone sensibili del territorio. Intanto, proprio questa mattina alle 10, il sindaco Napoli incontrerà il prefetto Francesco Russo per chiedere l’attivazione di una task force tra forze dell’ordine, con controlli serrati soprattutto al centro storico dove la notte tra sabato e domenica si è verificato un accoltellamento ai danni di un parcheggiatore abusivo mentre saranno aumentati i controlli contro lo spaccio di droga e la piaga dei parcheggiatori abusivi. Nel frattempo la Polizia Municipale ha da tempo attivato controlli serrati sulle modalità di esercizio dei locali e di vendita delle bevande alcoliche in specie ai minorenni. Terapie non autorizzate al distretto 60: i medici scrivono all’Asl di Erika Noschese Ancora riflettori puntati sulla vicenda delle terapie sospese al Distretto Sanitario 60, dove oltre 200 pazienti, moltissimi dei quali minori, non ottengono da mesi l’autorizzazione alle terapie riabilitative di cui hanno bisogno e che gli ha prescritto l’Asl. Nei giorni scorsi, su richiesta dei familiari dei pazienti, sono intervenuti anche i Carabinieri. Una situazione drammatica che ha spinto alcuni medici di base a scrivere al direttore generale della Asl a tutela dei loro pazienti chiedendo che si trovi il modo di sbloccare immediatamente le terapie. «E’ una situazione incomprensibile», spiega Enrico D’Angelo, uno dei medici che
si sono rivolti al direttore generale. «In tantissimi anni di attività come medico – aggiunge – non mi era mai capitato nulla di simile, i malati stanno a casa senza cure da mesi, senza alcuna giustificazione e soprattutto nell’indifferenza generale. Non si garantisce più la continuità terapeutica. I medici prescrittori e la commissione degli specialisti Uvbr dell’Asl danno la prescrizione senza soluzione di continuità con la precedente, ma a questa prescrizione poi non viene dato seguito dall’ufficio amministrativo che blocca i Progetti e i piani terapeutici vanificando l’efficacia delle terapie. Tutto questo è inconcepibile. E’ inumano sfiancare i familiari anziché aiutarli a curare i propri cari». Al direttore Iervolino è stato chiesto di sbloccare immediatamente questa situazione perché «come medici abbiamo il dovere di sottolineare che si stanno creando danni per la salute di pazienti che hanno bisogno delle terapie subito». E invece sono costretti ad aspettare. Cosa? «Un timbro», hanno spiegato molti. Il “timbro” lo aspetta, per esempio, un paziente di 97 anni da ben 109 giorni. O un bambino che ha 11 mesi, ripetiamolo, undici mesi. C’è il sospetto che abbia problemi gravi, per cui sono stati chiesti accertamenti particolarmente impegnativi, nel frattempo però gli è stata prescritta una terapia domiciliare da iniziare subito. Avrebbe dovuto iniziarla 75 giorni fa. E invece sta ancora aspettando, anche lui un timbro. Al Ruggi chiude cardiologia riabilitativa di Erika Noschese Per carenza di personale si chiude il reparto la cardiologia
riabilitativa. A lanciare nuove accuse ai vertici dell’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona i delegati Rsu e Rsa della Cisl Fp dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Salerno Biondino Gaetano, Capuano Giovanni, Cicalese Giuseppe, Di Pietro Bonaventura, Guariglia Antonio, Lopez Giovani, Panzuto Pino, Pumpo Vito, Stellato Pietro, Tortora Gaetano, Iannone Raffaele e Napoli Antonio. «Si aprono reparti previsti in atto aziendale e quelli che pur previsti nella programma zione si chiudono per carenza di personale e in altri come la Medicina Interna del Ruggi si riduce il personale nel turno notturno e si diffida dall’attivare posti in barella in modo che gli utenti debbano obbligatoriamente sostare per giorni in Ps ovvero sempre se vi sono disponibilità essere trasferiti in altri presidi ospedalieri», hanno dichiarato i sindacalisti che puntano il dito contro il doppio reparto di cardiochirurgia diretto dal braccio destro del governatore De Luca, Enrico Coscioni. «Per carenza di personale si chiude la cardiologia riabilitativa ma ciò non è un elemento dirompente per aprire un nuovo reparto», hanno poi aggiunto i delegati Rsu della Cisl Fp e i segretari aziendali Ta del nosocomio locale, secondo cui si riduce il personale nel reparto di Medicina Uomini e si lasciano solo 2 infermieri a turno senza Oss ovvero personale di supporto «costringendo il personale infermieristico quotidiano demansionamento che oramai è ampiamente diffuso in ogni struttura dell’ente, situazione diventata insostenibile a causa della carenza di personale». «Il servizio Sanitario Regionale sia pubblico che privato sta morendo per eutanasia – afferma il Segretario Generale della Cisl Fp di Salerno Pietro Antonacchio – Spiace dover constatare che l’attuale dirigenza strategica dell’Aou di Salerno si stia caratterizzando per una totale disattenzione al problema». Mancano, di fatti, circa mille operatori in base all’atto aziendale riscontrando i dati dell’azienda al 31 dicembre 2018, 277 medici, 281 infermieri, 12 ostetriche, 120 tecnici socio sanitari e sanitari, 39 dirigenti sanitari, 26 farmacisti, 255 amministrativi, 12 del ruolo professionale per un totale complessivo di 938 operatori ma purtroppo siamo
ancora ai pronunciamenti ragionieristici delle compatibilità economiche nonostante siamo usciti dal piano di rientro. «E’ giunta l’ora della svolta. E’ giunto il momento di fare sul serio», ha poi aggiunto Antonacchi. Intanto, i sindacalisti hanno già provveduto a scrivere ai vertici dell’azienda ospedaliera dopo le comunicazioni del responsabile di Medicina Interna secondo cui, ad oggi, non ci sarebbe la possibilità di garantire i Lea per i barellati, ordinando al ds la rimodulazione del turno con soli 2 infermieri notturni. «Non osiamo immaginare cosa succeda durante i turni diurni e pomeridiani, considerando che l’80% delle attività di cura, assistenza, e trasporti per esami diagnostici si svolgono durante tale periodo con un maggiore attività nel turno antimeridiano – hanno aggiunto i delegati Rsu – È evidente che la cronicità della carenza di personale crea, normalmente, questi disagi, ma dalla missiva si evidenziano esempi di cattiva gestione del personale con mobilità interne mai rimpiazzate, ma soprattutto di come si facciano allontanare professionisti, già formati, in altre strutture ospedaliere». Attualmente, infatti, la situazione sembra essere particolarmente delicata: un infermiere è stato trasferito in un altro ospedale e non sostituito; un altro è assente per infortunio ma comunque prossimo a lasciare il servizio per trasferimento a Napoli; un altro ancora è stato trasferito in amministrazione; e poi ci sono infermieri assenti per effetto della legge 104, in congedo parentale, in ferie; oss in infortunio e un operatore socio sanitario rientrato in servizio senza svolgere mansioni, in attesa del giudizio della Uo sorveglianza sanitaria. «Il clima è oramai insostenibile, ed è tangibile la necessità di attivarsi per rimuovere tale stato di cose soprattutto in quei reparti, come la Medicina ed altre Uo con elevata assistenza socio-sanitaria, dove la carenza, non solo di infermieri, ma soprattutto di Oss, evidenzia un “modus operandi” che non garantisce eccellenti cure assistenziali, ma soprattutto crea disagi agli operatori mettendoli a rischio di errori, normalmente evitabili ma che possono creare rischio per la salute degli assistiti, e di
malattia da “burn out”, con conseguenze irrimediabili», hanno poi aggiunto. Le sardine contro Pandolfi: «tutto falso» di Erika Noschese E’ polemica, ad Agropoli,tra l’artista Augusto Pandolfi e le sardine. In seguito alla manifestazione contro la Lega “Agropoli non si lega”, l’artista si è recato a Bologna dove ha portato le sue sardine con lo slogan “no politica, solo arte.” «Su ciascuna delle opere da me realizzate vi era il mio nome e cognome ed il mio numero di telefono. – ha spiegato Augusto Pandolfi – Ciascuna opera era contenuta in un sacchetto riportante, a chiare lettere, il nome della mia associazione culturale, in nome della quale proponevo le mie sardine artistiche». E proprio in seguito a questo gesto che i membri di Agropoli non si Lega hanno iniziato a diffondere notizie circa la ipotetica presenza di un artista a Bologna che avrebbe venduto impropriamente sardine a nome di Agropolinonsilega. Notizia, questa, che ha scatenato l’ira dei manifestanti tanto da spingere Letizia Pandolfi, figlia dell’artista, a chiarire per riscostruire l’esatta dinamica dei fatti: «. Il mio laboratorio è una pescheria d’arte. Tra le altre cose, amo e ho sempre amato rappresentare pesci e – perché no – anche sardine. Tanto avviene da almeno 20 anni. Sono stato a Bologna, ho portato le mie sardine con lo slogan “no politica, solo arte”», ha infatti spiegato la donna che ha poi aggiunto: «La mia associazione, nata nel 2011, è molto conosciuta sul territorio ed oltre, avendo, tra le altre cose, organizzato una pluralità di eventi e manifestazioni, quali
Flos Carmeli, con il patrocinio del comune di Agropoli e anche grazie al sostegno di iniziative (sponsor) private. Bene, successivamente alla manifestazione di Bologna, tenutasi in data 19 gennaio 2020 mi sono ritrovato al centro di una gogna mediatica dalla portata assurda ed angosciante. Tutto è partito da alcuni post pubblicati dalla pagina facebook Agropolinonsilega – a seguito di asserite segnalazioni, poi rivelatesi false – e diffusi su una pluralità di pagine delle sardine di tutta Italia». Post che rubricavano “Sardine, per favore, ci aiutate a far girare? Truffe a nostro nome no!”. Questo pubblico appello alla condivisione era accompagnato dalla pubblicazione delle foto delle opere dell’artista. «È stato molto angosciante essendo io stato immediatamente riconosciuto e contattato da molte persone. Ancor più angosciante la circostanza che, a fronte delle svariate segnalazioni di erroneità della notizia immediatamente pervenute anche dalle molteplici persone che hanno riconosciuto le mie opere, gli amministratori della pagina ritenevano di non rimuovere i post diffusi, né rispondevano ai messaggi o ai commenti pubblici a mia difesa», ha poi aggiunto Pandolfi secondo cui lo scorso 21 gennaio uno dei co- amministratori della pagina e, di conseguenza della manifestazione, ha preso le distanze dall’azione degli altri, firmandosi ed innescando finalmente un processo di responsabilizzazione personale. Solo tra la sera del 23 e la mattina del 24 gennaio, altri co-amministratori della pagina hanno tentato di rimediare scusandosi pubblicamente e rimuovendo tutti i post dalla propria pagina. «A tutt’oggi non conosco i nomi di coloro dai quali sarebbe partita la falsa notizia di cui la pagina Facebook si sarebbe fatta portavoce. Non conosco il motivo per il quale, a fronte di un dubbio del genere, io non sia stato personalmente contattato dagli autori prima dell’avvio delle “indagini” su facebook, dato che – ripeto – su ogni opera vi era il mio nome, cognome e numero di telefono», ha poi aggiunto l’artista – mi auguro che le mie di Sardine diventino “sOrdine”, come qualcuno ha già simpaticamente ribattezzato, affinché possano continuare a
esplorare libere, ciascuna il proprio mare, sOrde a qualsiasi notizia, accusa o illazione che non sia verità. SOrde a qualsiasi tribunale virtuale, quale che sia il movimento che rappresenti la pubblica accusa, a discapito della dignità delle persone, sOrde all’ignoranza e alla cattiveria che ne deriva». Salerno di notte è senza l’eliambulanza di Pina Ferro Salerno e la sua provincia non hanno più l’eliambulanza durante le ore notturne. Da qualche giorno il mezzo dell’Alidaunia non è più presso l’aeroporto di Pontecagnano. Ora, in caso di emergenze sanitarie notturne, che necessitano del trasporto in elisoccorso, per abbreviare i tempi (si fa per dire), bisogna aspettare che il mezzo giunga da Napoli. Dopo la diffusione della notizia, riportata in un primo momento da Tutto Sanità e poi dal blog Salerno Sanità, nella giornata di ieri, la notizia è stata smentita attraverso un comunicato dove si afferma che le basi operative continuano ad essere quelle di Pontecagnano e del Cardarelli. La vicenda si tinge di giallo se si considera che l’elisoccorso, dotato di sensori per il volo notturno, non è più presente a Pontecagnano dallo scorso 23 gennaio e che lo stesso sarebbe a Napoli. Il mezzo dell’Alidaunia è “parcheggiato”, di notte, vicino a quello già presente nella città Partenopea e in servizio h 24. Una decisione giunta in maniera del tutto inaspetta e che pare abbia colto di sorpresa anche molti dirigenti dell’Asl Salerno. E, nessuno dallo scorso 23 gennaio ha alzato la voce per sottolineare i disservizi che tale
scelta comporterà all’intera provincia di Salerno ed a quella di Avellino. Per il resto, solo un assordante silenzio, fino a ieri sera, su una decisione che, se rispondesse al vero, potrebbe avere grosse ripercussioni sulle condizioni della persona da soccorrere. Basti pensare che l’intervento dell’eliambulanza è davvero efficace, ad esempio in caso di infarto, solo se questo avviene entro un tempo massimo di 20 – 25 minuti. Ora basti pensare che ad esempio da Napoli per raggiungere Vallo Della Lucania, all’eliambulanza ocorrono circa 40 minuti ai quali vanno aggiunti i tempi di imbarco e quelli necessari per raggiungere poi l’ospedale di destinazione. Non sarebbe tanto differente la situazione in caso di gravi incidenti stradali. Allo stato attuale è stato privato il territorio della provincia di Salerno dell’eliambulanza per averne ben due a Napoli nel corso della notte. Il tutto per meglio servire le isole campane in paticolare Capri. In una una nota il direttore generale dell’Asl Napoli Ciro Verdoliva comunivava all’Alidaunia, il 24 dicembre scorso, tra le altre, “si provvederà a posizionare, nelle ore notturne, l’elicottero stanziato a Pontecagnano, presso l’ospedale del Mare di Napoli con relativo equipaggio, personale sanitario e personale antincendio adibito al servizio in oggetto, al fine di dare tempestiva risposta alle eventuali richieste di soccorso provenienti da tutto il territorio regionale, con particolare attenzione a quelle degli abitanti dell’isola di Capri” Doppio reparto per Coscioni, «Cosa ha prodotto finora?» di Erika Noschese
«E’ un’operazione perfetta quella confezionata per il consigliere e braccio destro alla sanità di De Luca, Enrico Coscioni, nominato due anni fa primario di un reparto da far sorgere dallo sdoppiamento della cardiochirurgia dell’ospedale Ruggi di Salerno, ma che ancora oggi non ha visto la luce». Ad attaccare il governatore della Regione Campania la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle e responsabile nazionale per la Sanità, Valeria Ciarambino che punta l’attenzione sul doppio reparto che dovrebbe essere destinato alla chirurgia cardiaca, a discapito del centro per la procreazione medicalmente assistita. «Un reparto di cui non si sentiva alcuna necessità, che va a soppiantare il centro di procreazione assistita e il reparto di oculistica pediatrica, entrambi oggi in fase avanzata di smantellamento e che saranno ridimensionati e trasferiti accanto alla Medicina nucleare, sito in un seminterrato e ad alto rischio radiazioni ionizzanti perché privo di corridoio schermato – ha dichiarato ancora la consigliera pentastellata – In un ospedale già alle prese con gravissime carenze di risorse e personale, vengono sottratti 20 posti letto alla medicina generale per donarli al nuovo reparto cucito addosso al plenipotenziario Coscioni. Non bastasse, il fiocco sul pacco regalo viene apposto con la delibera 35/2020, con la quale viene stipulata una convenzione tra Ospedale del Mare e Ruggi per consulenze cardiochirurgiche per pazienti presi in cura all’ospedale della Asl Napoli 1». In sostanza, secondo la capogruppo dei 5 Stelle a Palazzo Santa Lucia, «per garantire lavoro e pazienti a Coscioni, a pochi mesi dalla fine del suo mandato di consigliere alla sanità che verrà meno con la mancata rielezione di De Luca, viene stipulata una convezione tra due ospedali distanti oltre 50 chilometri, comportando il trasporto da Napoli a Salerno di pazienti cardiopatici». La Ciarambino annuncia dunque che nelle prossime ore, il gruppo regionale presenterà un’interrogazione al governatore De Luca per sapere «cosa ha prodotto in due anni Enrico Coscioni, da quando è stato nominato direttore di una struttura complessa mai attivata, e se si ritiene che l’incarico di primario sia compatibile con i
ruoli di consigliere alla sanità del governatore e di dirigente di un centro di ricerca. Così come chiederemo se, dalla sua nomina a primario a oggi, sia stato remunerato per il suo incarico dirigenziale, pur non avendone di fatto mai espletato le funzioni». Intanto, procede ancora la petizione lanciata da Gaetano Amatruda, dell’associazione Andare Avanti per rilanciare il centro Pma. Sequestrato l’impianto, Costa: «Ecco la risposta dello Stato» di Erika Noschese «Il sequestro operato ad Eboli, da parte del Noe dei carabinieri e sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Salerno è la vera risposta dello Stato alle richieste e manifestazioni da parte dei cittadini del territorio». Lo ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa in merito al blitz dei carabinieri del Noe di Salerno che, ieri mattina, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo all’impianto di compostaggio e stabilizzazione delle frazioni organiche. Le attività sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Salerno nell’ambito con il Noe di Salerno, nell’ambito di attività mirate a contrastare il fenomeno delle violazioni in materia ambientale presso i principali impianti di trattamento di rifiuti su tutto il territorio provinciale. La misura cautelare è scaturita anche a seguito di numerose segnalazioni ed esposti giunti da locali comitati ambientalisti e cittadini residenti nelle aree limitrofe all’impianto per miasmi
percepiti fino al limitrofo centro abitato. Nel corso di attività ispettive condotte dai militari del Noe coadiuvati da personale ispettivo dell’Arpac di Salerno, tra giugno 2017 e ottobre 2019, è emerso che per le operazioni di recupero dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata l’impianto riceveva quantitativi di rifiuti biodegradabili di cucine e mense e rifiuti biodegradabili notevolmente superiori rispetto ai limiti imposti, producendo un esubero mensile di circa 500 tonnellate. Il superamento costante dei quantitativi consentiti, aggiunto alle operazioni di deposito e alla triturazione eseguita nel piazzale esterno dell’impianto, hanno causato le emissioni nauseabonde avvertite dalla popolazione. Il valore complessivo del sequestro ammonta a circa 10.000.000 euro. «Quando io sono stato lì ho sentito quegli odori aggressivi che nessun cittadino deve sentire a casa propria e dove vive ed io stesso sono rimasto molto perplesso», ha poi aggiunto il ministro dell’Ambiente, sottolineando che i cittadini hanno fatto bene a segnalare i vari episodi e che «io stesso ho segnalato più volte – ha poi aggiunto Costa – L’aria non deve essere una maledizione, tutti hanno il diritto di respirare aria pulita». Per il ministro dell’Ambiente, dunque, il sequestro dell’impianto di compostaggio «è una risposta forte, adesso dovrà essere rimesso tutto a posto, a beneficio dei cittadini e della medesima azienda che, sicuramente, vorrà lavorare nel miglior modo possibile». Nel merito della questione è intervenuto anche il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Michele Cammarano: «Con il sequestro preventivo è rimarcato, ancora una volta, l’attenzione del ministro Costa sulle problematiche ambientali della Piana del Sele».Per Cammarano, è necessario effettuare controlli anche sugli impianti privati: «Battipaglia paga da tempo questo peso enorme ambientale e questa volta potrà essere un nuovo inizio per quelle zone, dopo anni di immobilismo da parte della Regione Campania». «Finalmente è stato dato un duro colpo alla vergogna del sito di compostaggio di Eboli, che da anni ha prodotto gravissimi danni alla vita di migliaia di cittadini. Adesso inizia la
fase in cui le autorità preposte dovranno finalmente vedere chiaro e scavare in una vicenda avvolta da ombre e da responsabilità gravissime», ha invece dichiarato il capogruppo consiliare di Forza Italia a Battipaglia Valerio Longo, l’assessore comunale battipagliese Monica Giuliano e il coordinatore cittadino azzurro Enrico Tucci. «Le responsabilità politiche erano invece già note da tempo – hanno proseguito gli esponenti azzurri sferrando un attacco alle amministrazioni regionale e provinciale – La Regione Campania e la Provincia di Salerno, che hanno fallito totalmente nella gestione del ciclo dei rifiuti, rette dal sistema di potere deluchiano, rimaste completamente sorde ai nostri richiami e al grido di dolore dei cittadini». Si schiera, ancora una volta, a favore dei cittadini il consigliere provinciale Dante Santoro che, in questi mesi, ha avuto modo di ascoltare le istanze dei cittadini. «E’ una buona notizia per tutti quei cittadini che temevano per la loro salute, io da consigliere provinciale continuerò ad attivare il mio fiato sul collo per questa vicenda che, per i cittadini, è una questione di vita».Parla di risultati raggiunti, la Deputata del MoVimento 5 Stelle Virginia Villani: «L’impianto di compostaggio era da tempo sotto osservazione da associazioni e dalle comunità che vivono assediate da odori molesti». Cardiello: «Il sindaco deve dimettersi, nessuna risposta da lui» Si difende dalle accuse il sindaco di Eboli, Massimo Cariello che sottolinea, attraverso una nota, come l’impianto non sia stato chiuso ma ne è stato autorizzato l’uso con le prescrizioni indicate dal Gip «per larga parte già adempiute, abbiamo immediatamente contattato la società che ne ha la gestione, la Ladurner srl, che ci ha fornito esaurienti e dettagliate informazioni, accertando che non vi è pericolo per la collettività, perché i gestori si sono adeguati nel tempo». Secondo la relazione aziendale, si tratta di un sequestro
preventivo eseguito nell’ambito di indagini preliminari dal Gip del Tribunale di Salerno. «Il provvedimento fa riferimento a fatti risalenti all’anno 2017 considerati superati nella pratica, tanto che tutti i successivi controlli di Arpac non hanno portato ad alcun tipo di provvedimento, se non a generiche indicazioni e suggerimenti – ha precisato ancora il primo cittadino – L’azienda, di concerto con il Comune di Eboli, pur avendo già messo in atto le migliori pratiche di gestione, sta ulteriormente implementando procedure ed interventi migliorativi, anche tenendo conto delle indicazioni degli organi di controllo, per fornire ulteriori e concrete garanzie alla tutela della salute pubblica». In merito alla questione degli odori, con riferimento al verbale di ispezione di Arpac del 21 gennaio 2020, ultimo di una serie di numerosi controlli, l’azienda ricorda che nel corso dell’ispezione le analisi avevano certificato come tutto fosse “compatibile con le attività espletate nel ciclo produttivo”. Al Comune di Eboli la società Ladurner ha ribadito il proprio impegno per la migliore gestione dell’impianto di compostaggio, anche sulla scorta della propria esperienza e storia professionale, in piena collaborazione e unità di intenti con il Comune di Eboli. Intanto, chiede le dimissioni del sindaco, Damiano Cardiello, capo dell’opposizione: «Non resta che chiedere le dimissioni del sindaco perchè fa finta di niente, aggira l’ostacolo senza entrare nei dettagli di chi ha autorizzati i camion con un quantitativo superiore, gli introiti dove andavano a finire? Chi ha guadagnato, per mesi o per anni? Lui non lo chiarisce, la sua nota sa di presa in giro nei confronti dei cittadini». «Ci auguriamo che il sequestro dell’impianto di Eboli sia da spinta per la realizzazione di quegli interventi migliorativi, già finanziati, che l’azione delle forze dell’ordine di oggi ha dimostrato essere urgenti e necessari», ha dichiarato invece Mariateresa Imparato Presidente di Legambiente Campania e i circoli di Eboli e Battipaglia secondo cui «sono gestioni come quella dell’impianto di compostaggio di Eboli, da tempo sotto osservazione da parte della nostra associazione e delle
comunità che vivono assediate da odori molesti, i nemici che impediscono la chiusura del ciclo dei rifiuti in Campania. Non è sovraccaricando quelli esistenti che in Campania risolveremo l’annosa vicenda della carenza di impianti che trattano la frazione organica».
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