Emergenza Covid, De Luca chiude la Campania: da venerdì scatta il coprifuoco

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Emergenza Covid, De Luca chiude la Campania: da venerdì scatta il coprifuoco
Emergenza Covid, De Luca
chiude    la   Campania:   da
venerdì scatta il coprifuoco

“Ci prepariamo a chiedere in giornata il coprifuoco. Il blocco
di tutte attività e della mobilità da questo fine settimana in
poi”. Lo ha annunciato il presidente della Regione Campania
Vincenzo De Luca. “Volevamo partire – ha detto – dall’ultimo
week end    di ottobre ma partiamo ora. Si interrompono le
attività    e la mobilità alle 23 per contenere l’onda di
contagio.   Alle 23 da venerdì si chiude tutto anche in Campania
come si è   chiesto anche in Lombardia”. In mattinata è arrivato
l’attacco   di Luigi de Magistris.

“Abbiamo chiesto alla Protezione civile 600 medici e 800
infermieri. Ad oggi abbiamo avuto l’assicurazione che
invieranno 50 medici e 100 infermieri. Quindi siamo
clamorosamente al di sotto delle esigenze minime poste dalla
regione Campania”, ha detto De Luca nel corso di una visita al
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Covid Residence per i positivi asintomatici all’Ospedale del
Mare. “Ad oggi – ha aggiunto – non è arrivato nessuno. Vedremo
nei prossimi giorni chi arriva, per il resto faremo miracoli
per reperire da altri reparti gli anestesisti che saranno
necessari”.

“Non dimentichiamo che questa è una guerra e anche se al
momento ci sembra che le cose vadano ancora benino, far finta
che non lo sia ci porterebbe al disastro. Non rendiamo vana la
sofferenza dei mesi scorsi, altrimenti molto presto saremo
costretti a vedere sfilare carri militari impegnati a
trasportare altrove le bare dei nostri cari. Il Covid non
lascia seconde occasioni, i nostri medici lo sanno bene”. E’
l’allarme che lancia Bruno zuccarelli, vice presidente
dell’Ordine dei medici di Napoli. “Le notizie che arrivano
dagli ospedali mi preoccupano molto. Una delle prime lezioni
che mi sono state impartite in gioventù è stata che girare la
testa dall’altra parte non serve a nulla, le malattie è bene
scovarle sul nascere e affrontarle di petto. Per questo è bene
dircelo fuori dai denti, la Campania è malata. Napoli è
malata”.

“Era presumibile che alla fine il Covid riuscisse a fare
breccia – dice Zuccarelli – ad insinuarsi nelle nostre case
più di quanto non avesse fatto a ridosso del lockdown. I
cittadini napoletani, e più in generale campani, hanno
dimostrato nel corso della prima ondata di avere un grande
rispetto per le regole. Regole calate dall’alto con dolore, ma
necessarie. Ora però è tempo che queste stesse regole arrivino
da noi, serve che tra le istituzioni e i cittadini si stringa
un’alleanza forte. Non possiamo permetterci indugi.
Rappresentarla come una contesa tra politica e cittadinanza ci
renderebbe più deboli, in ballo c’è la nostra salute e la
situazione, vi assicuro, è più grave di quanto possa
apparire”.

Prosegue il vice presidente dell’Ordine dei medici: “Napoli ha
già dimostrato di essere una città resiliente, è nel suo Dna.
Emergenza Covid, De Luca chiude la Campania: da venerdì scatta il coprifuoco
Non abbiamo ancora passato il punto di non ritorno se capiamo
che dai nostri comportamenti dipende la vita di centinaia di
persone possiamo essere noi a decidere del nostro futuro
prossimo. Non aspettiamo che qualcuno ci imponga regole,
poniamo noi stessi in essere quelle cautele che ormai abbiamo
imparato a conoscere. È un grande sacrificio? Certamente sì,
ma non dimentichiamo che questa è una guerra e anche se al
momento ci sembra che le cose vadano ancora benino, far finta
che non lo sia ci porterebbe al disastro”.
“Non rendiamo vana la sofferenza dei mesi scorsi, altrimenti –
ribadisce Zuccarelli – molto presto saremo costretti a vedere
sfilate di carri militari impegnati a trasportare altrove le
bare dei nostri cari. Il Covid non lascia seconde occasioni, i
nostri medici lo sanno bene. Loro che hanno sacrificato tutto
per restare al fianco dei pazienti anche quando farlo
significava rischiare quasi certamente la vita”. “Anche per
non rendere vani questi sacrifici estremi, ora dobbiamo
stringere i denti e dare l’esempio. Non sarà facile, ma se
ciascuno farà la propria parte sarà possibile” conclude il
dottor Zuccarelli.

Intanto il Piemonte ha deciso di chiudere nel fine settimana i
centri commerciali. Lo rende noto il governatore Alberto
Cirio. “Entro questa sera firmerò una ordinanza che chiude i
centri commerciali non alimentari su tutto il territorio
regionale”, dice ai microfoni della trasmissione Tagadà, su
La7. “Teniamo aperti solo alimentari e farmacie, i generi di
prima necessità”

Vaccini anti-Covid, corsa a
Emergenza Covid, De Luca chiude la Campania: da venerdì scatta il coprifuoco
due     per                    approvazione
d’emergenza                    entro   fine
novembre e                   prime dosi a
dicembre

La corsa al vaccino per il Covid è entrata nella fase
decisiva, con diversi candidati che sembrano molto vicini ad
avere i dati preliminari dei test, necessari per le prime
richieste di approvazione.

In l’Italia è stato il premier Giuseppe Conte ad aprire alla
possibilità che le prime dosi arrivino già a dicembre, e anche
negli Usa si spera in una approvazione entro l’anno, mentre in
Cina già si parla di produzione di massa. Le previsioni, ha
ricordato lo stesso presidente del Consiglio a Bruno Vespa per
il libro “Perché l’Italia amò Mussolini (e come ha resistito
alla dittatura del Covid), dipendono dall’esito dei test di
fase 3 in corso. “Se le ultime fasi di preparazione (il
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cosiddetto ‘rolling value’) del vaccino Oxford-Irbm Pomezia-
Astrazeneca saranno completate nelle prossime settimane, le
prime dosi saranno disponibili all’inizio di dicembre”.

Il vaccino di Oxford è uno dei due in corso di valutazione da
parte dell’Ema, l’autorità europea sui farmaci, insieme a
quello studiato da Pfizer. Questo secondo candidato è uno di
quelli su cui si appuntano le speranze anche negli Usa, con il
Ceo della compagnia che ha annunciato che la prima analisi
preliminare sui dati della sperimentazione, e quindi la
successiva richiesta per un’approvazione di emergenza all’Fda,
potrebbe arrivare nella terza settimana di novembre. La stessa
timeline teorica, con l’analisi ad interim a novembre e
l’eventuale approvazione a dicembre, è stata ipotizzata anche
dall’amministratore delegato di Moderna, un’altra azienda che
ha un vaccino in fase 3. “La prima analisi avverrà
probabilmente in novembre, ma è difficile dire esattamente in
che settimana perché dipende dal numero dei casi. Se invece ci
vorrà di più ad ottenere i risultati il via libera potrebbe
arrivare l’anno prossimo”.

Roma,   cucciolo   di   cane
intrappolato nell’argine del
Tevere salvato dagli uomini
della Guardia di Finanza
Emergenza Covid, De Luca chiude la Campania: da venerdì scatta il coprifuoco
ROMA – Un cucciolo di cane rimasto intrappolato nell’argine
destro del fiume Tevere è stato salvato grazie all’intervento
dei Finanzieri in servizio al Centro Logistico della Guardia
di Finanza di Villa Spada.

Un salvataggio difficile che però alla fine ha avuto un lieto
fine. In attesa della restituzione al suo proprietario il
cucciolo è stato ribattezzato Grifo.

Milano, 40 minuti di terrore
in     banca:      arrestato
rapinatore. E’ caccia al
complice
Emergenza Covid, De Luca chiude la Campania: da venerdì scatta il coprifuoco
Nel pomeriggio di ieri, a Cassina de’ Pecchi (MI), i
carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Cassano d’Adda
(MI) hanno arrestato in flagranza un 46enne di Cologno Monzese
(MI) per “rapina aggravata, sequestro di persona e porto di
arma clandestina”.

Alle ore 12:10 l’uomo, preceduto da un complice tuttora
ricercato, è entrato all’interno della filiale dell’istituto
di credito “B.P.M.” di Cassina de’ Pecchi con volto travisato
da mascherina protettiva e cappello, intimando alle due
cassiere presenti di aprire le casseforti.

Una di esse, sotto la minaccia di una pistola puntata alla
tempia, ha quindi attivato l’apertura dei 2 forzieri,
attendendo il decorso di 40 minuti richiesto dallo sblocco del
sistema di temporizzazione. Durante la lunga attesa, i due
rapinatori hanno condotto le due dipendenti e un cliente in un
locale della banca, sequestrando di seguito un secondo utente,
costretto ad accedere una volta notato all’esterno
dell’istituto di credito, evitando così che contattasse il
“112”.

Ad avvenuto sblocco delle casseforti, i due rapinatori hanno
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prelevato il denaro      contenuto,   per   poi   allontanarsi
dall’istituto.

Proprio in quel frangente, una pattuglia della Sezione
Radiomobile, transitando all’esterno della banca, ha notato i
due rapinatori mentre attraversavano la carreggiata a passo
spedito. I militari, ancora ignari dell’accaduto, intuendo un
possibile coinvolgimento dei due in un’ipotesi delittuosa, si
sono posti al loro inseguimento, riuscendo a fermare dopo una
breve fuga a piedi il 46enne.

I militari hanno rinvenuto nel borsello utilizzato dal
rapinatore una pistola a tamburo cal. 38 “Smith and Wesson” e
una pistola “Glock” cal. 9×21, entrambe con munizionamento
inserito e matricola abrasa. Inoltre, si è proceduto al
sequestro di un involucro di plastica occultato all’interno
del giubbino contenente l’intera refurtiva, pari a circa
57.000 euro, e 12 fascette da elettricista usate per
l’immobilizzazione di persone. L’intuizione dei militari è
stata confermata nel corso del sopralluogo in banca e del
colloquio con le persone sequestrate, che hanno ringraziato i
militari per l’immediata risposta.

Al termine delle operazioni, i carabinieri hanno arrestato in
flagranza il 46enne, già protagonista in passato per analoghe
rapine e attualmente destinatario della misura di prevenzione
della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza.

I carabinieri di Cassano d’Adda stanno conducendo ulteriori
indagini finalizzate all’identificazione del complice e alla
verifica dell’eventuale coinvolgimento dei due in analoghe
rapine consumate nei mesi scorsi presso alcuni istituti di
credito dell’hinterland di Milano.
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Milano, nasce l’orchestra
4.0: Assolombarda, Bicocca e
Politecnico al fianco della
sinfonica “Giuseppe Verdi”

Fronte comune a favore                   della      musica
classica milanese
MILANO – Durante la pandemia uno dei settori più penalizzati è
stato senza alcun dubbio quello della musica. Tuttavia, come
raccontato da “Genio & Impresa” (genioeimpresa.it), il web
magazine di Assolombarda, c’è chi non si è arreso di fronte
alle difficoltà.

“L’orchestra 4.0 era un mio pallino già un anno fa quando sono
arrivata alla Fondazione: sono un’imprenditrice e ho sempre
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avuto grande fiducia nella tecnologia e nell’innovazione, le
considero alleate e non avversarie anche nell’ambito della
musica colt”, afferma Ambra Redaelli, presidente della
Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano
Giuseppe Verdi e membro della task force Impresa 4.0 di
Assolombarda.

Ambra Redaelli
L’ambizioso concetto di orchestra 4.0 si è quindi
concretizzato grazie dall’introduzione di una serie di
innovazioni tecnologiche che permetteranno ai Professori
d’Orchestra e agli spettatori di tornare a vivere l’esperienza
di un concerto in totale sicurezza. In particolare, il
classico programma cartaceo è stato sostituito da un QR-code
da scansionare, così come gli spartiti dei Professori
d’Orchestra, che faranno spazio a dei pratici e moderni leggii
elettronici. Inoltre, un software si occuperà di attribuire i
posti all’interno della sala in modo da mantenere il
distanziamento sociale. Così facendo l’Auditorium potrà
accogliere fino a 220 spettatori singoli o fino a 370 in caso
di congiunti.

“Per raggiungere questo importante risultato ci siamo
affiancati ad Assolombarda e al grande bacino delle sue
aziende e, grazie all’Associazione, siamo entrati in contatto
con grandi istituzioni della ricerca milanese: Università
Bicocca e Politecnico – spiega Ambra Redaelli – Grazie alla
collaborazione con il Politecnico è stato possibile realizzare
un flusso laminare di aria filtrata che dal soffitto scende
verso il pavimento, purificando costantemente l’aria nella
stanza. Con Bicocca invece è in corso uno studio per la
costruzione di barriere che non ostacolino il suono, di
materiale leggero e trasparente, per far sì che i Professori
d’Orchestra possano vedersi fra loro, guardare il direttore
d’orchestra e il pubblico”.

L’Orchestra Sinfonica di Milano “Giuseppe Verdi” ha deciso di
fare di necessità virtù, lanciando l’hashtag #MilanoRisuona e
abbracciando le grandi opportunità offerte dalla
digitalizzazione e dalle nuove tecnologie, potendo contare
della collaborazione di importanti risorse, competenze ed
energie provenienti dal mondo industriale e accademico di
Milano e della Lombardia. Grazie quindi alla sinergia tra
Assolombarda, Università Bicocca e Politecnico di Milano,
scesi in campo a favore della Fondazione Orchestra Sinfonica e
Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, è stata resa
possibile la nascita di una nuova concezione di orchestra, in
grado di vivere e “risuonare” anche durante questi mesi
difficili garantendo un futuro ai propri componenti e al
proprio pubblico.

“Ed è proprio mesi fa, durante la fase due, che abbiamo fatto
passo in avanti, mettendo il digitale al servizio della musica
anche nella sua dimensione live – afferma la Presidente
Redaelli – Già durante il lockdown un grande risultato lo
abbiamo raggiunto creando una playlist su Spotify per le
attese in coda al supermercato, per le ore passate in smart
working, per i ragazzi impegnati nello studio a casa, e molte
altre, ottenendo un eccellente riscontro da parte degli
utenti, incrementati di più del 30% in un mese (aprile 2020).
Ora quegli stessi giovani, tra i 22 e i 35 anni, hanno
scoperto la musica sinfonica e sono stati i primi a correre in
Auditorium alla riapertura”.

Discariche abusive nel nord
Italia: in manette 16 persone
e   sequestrate   aziende   e
capannoni

Nella mattinata odierna in Lombardia, i Carabinieri del NOE
di Milano, collaborati dai NOE e dai Comandi Provinciali CC
territorialmente competenti con un imponente dispositivo di
circa 400 militari impiegati, hanno dato esecuzione a
un’ordinanza di misura cautelare a carico di 16 persone emessa
dal G.I.P. del Tribunale di Milano – Dott.ssa Alessandra
SIMION – su richiesta della locale Procura della Repubblica –
D.D.A – Sostituti Procuratori Dott.ssa Sara OMBRA e Dott.
Francesco Vittorio Natale DE TOMMASI – nei confronti di
soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di “attività
organizzate per il traffico illecito di rifiuti”, “gestione di
rifiuti non autorizzata” e “realizzazione di discariche
abusive , queste ultime ubicate in Piemonte, Lombardia, Veneto
e FRIULI Venezia Giulia.

Nel corso delle indagini sono stati denunciati in stato di
libertà ulteriori 7 indagati nonché sono state sottoposte a
sequestro 7 aziende operanti nel campo del trattamento dei
rifiuti e 9 capannoni industriali   unitamente a vari
automezzi – anche appartenenti a società di trasporto –
utilizzati nelle attività criminali, per          un   importo
complessivo di circa 6.000.000 di euro.

Le attività investigative, condotte dal Nucleo Operativo
Ecologico Carabinieri di Milano e coordinate dalla DDA di
Milano, hanno consentito di individuare l’esistenza di un
gruppo criminale operante nel campo del trattamento e
trasporto dei rifiuti, dedito alla gestione e smaltimento
illecito di ingenti quantitativi di rifiuti – costituiti da
rifiuti indifferenziati urbani, da produzioni industriali e
artigianali nonchè da rifiuti da apparecchiature elettriche ed
elettroniche (RAEE) stimati, nel complesso, in oltre 24.000
tonnellate – provenienti prevalentemente, su diversi canali,
da varie regioni del Nord Italia, attraverso lo stoccaggio ed
il successivo abbandono in capannoni industriali dismessi,
dando luogo, in tal modo, alla creazione di numerose
discariche abusive, localizzate e sequestrate nei comuni di
Milano, Lissone (MB), Origgio (VA), Lurate Caccivio (CO),
Verona San Massimo, Pregnana Milanese (MI), Romentino (NO),
 Castellazzo Bormida (AL) e Mossa (GO).
Le indagini,    che hanno avuto origine nel gennaio 2019 a
seguito del controllo e contestuale sequestro operato dal NOE
di Milano della ditta meneghina di trattamento rifiuti “WASTE
MAG Srl”, hanno consentito di disvelare un’articolata rete
criminale costituita da diversi soggetti – alcuni dei quali
collegati direttamente e/o indirettamente ad imprese operanti
nel settore dei rifiuti (tra cui anche un soggetto già
condannato per associazione di tipo mafioso), altri risultati
sprovvisti di qualsivoglia titolo autorizzativo –         che,
attraverso operazioni continuative e con ruoli diversi, in
modo organizzato, condividevano un articolato e rodato
programma criminoso che prevedeva l’abusivo smaltimento di
ingenti quantitativi di rifiuti speciali per il conseguimento
di un illecito profitto quantificato in circa 900.000 euro.

Pertanto, nel corso delle attività, venivano individuati i
soggetti colpiti dall’odierno provvedimento cautelare che
rivestono, nell’ambito dell’organizzazione dedita al traffico
illecito di rifiuti smantellata e gravitante attorno alle
società di trattamento rifiuti WASTE MAG Srl di Milano,
DIAMOND Srl di Lissone (MB), ERUS AMBIENTE di Origgio (VA) e
TECNOBETON di Lurate Caccivio (CO), i seguenti ruoli:

– produttori rifiuti o i primi ricettori dei rifiuti, soggetti
solitamente in regola con le autorizzazioni ed interessati al
conferimento di grossi quantitativi di rifiuti verso imprese
autorizzate, almeno formalmente, a riceverli. Si tratta di
società solide sia dal punto di vista patrimoniale che da
quello economico, con numerosi rapporti contrattuali per la
raccolta di rifiuti. Pertanto, provare il coinvolgimento di
questi soggetti nel traffico di rifiuti è difficoltoso stante
la regolarità formale del loro operato;

– gli imprenditori titolari di una formale autorizzazione al
trattamento dei rifiuti (quasi sempre inefficace per l’assenza
delle garanzie fideiussorie obbligatorie), utilizzati dai
primi per il conferimento apparentemente regolare dei rifiuti
ma in realtà poi destinati a capannoni adibiti a discariche
abusive e mai smaltiti regolarmente. In questo caso si tratta
di società non patrimonializzate, spesso gestite da prestanome
e destinate ad avere una durata breve nel tempo;

– i trasportatori, titolari di regolare autorizzazione al
trasporto di rifiuti, che si prestano a trasportare rifiuti
verso siti non autorizzati, con documentazione di trasporto
(FIR) falsa o comunque irregolare;

– soggetti che si occupano del reperimento dei capannoni da
adibire a discarica abusiva, proponendoli ai produttori (o
intermediari) dei rifiuti e agli imprenditori titolari della
formale autorizzazione, che acquisiscono in uso tali capannoni
e vi stipano i rifiuti loro conferiti dai produttori (o
intermediari);

– soggetti che si occupano anche della intermediazione abusiva
nel settore, mettendo in contatto i produttori/intermediari
dei rifiuti con le imprese formalmente titolate a ricevere
rifiuti   e con i trasportatori disponibili ad attività
illegale.

Le attività delittuose    si estrinsecavano    principalmente
attraverso un flusso articolato di rifiuti reso possibile
attraverso il compimento di due operazioni illegali che si
possono distinguere:

     nei “TRASBORDI”: i rifiuti in arrivo/entrata presso gli
     impianti della società oggetto d’indagine venivano
     scaricati dagli automezzi di trasporto e stoccati
     all’interno e/o all’esterno del sito per un tempo breve
     (alcune ore). I rifiuti – così come ricevuti dal
     produttore – venivano ri-caricati su di un automezzo
     (che i soggetti indagati in gergo chiamato “navetta”) di
     proprietà di una ditta di “fiducia” e smaltiti
     abusivamente presso i capannoni industriali prescelti da
     destinare a discarica abusiva di rifiuti; un’operazione
     del tutto clandestina di trasferimento illegale di
rifiuti da camion a camion;
     nell’operazione meramente cartolare denominata “GIRO
     BOLLA”, attraverso la quale il gestore dell’impianto fa
     apparire adempiuti gli obblighi di ricevimento e
     recupero senza in realtà neanche scaricare dal mezzo i
     rifiuti ricevuti con regolare formulario di
     identificazione mentre all’autista del mezzo che li
     trasferisce (anche in questo caso di “fiducia”) viene
     rilasciato un documento di trasporto che attesta
     formalmente il trasferimento di materiale ottenuto da
     operazioni (fittizie) di recupero e/o riciclaggio.

Le verifiche e i controlli eseguiti sui vari siti via via
individuati consentivano di ricostruire il modus operandi del
gruppo criminale che operava attraverso:

     il controllo di un impianto formalmente autorizzato
     dagli Enti competenti al ricevimento, recupero e/o
     smaltimento di rifiuti speciali;
     la disponibilità diretta di uno o più capannoni dismessi
     acquisiti attraverso contratti di locazione, privi di
     qualsivoglia titolo autorizzativo alla gestione dei
     rifiuti, nonché sprovvisti dei presidi antincendio, dove
     poter stipare abusivamente i rifiuti;
     la presentazione presso il SUAP (Sportello Unico
     Attività Produttive) di un’istanza diretta ad avviare un
     procedimento amministrativo al fine di ottenere un’
     autorizzazione in regime semplificato per il recupero di
     rifiuti non pericolosi. Tale tipo di richiesta
     rappresenta spesso un particolare escamotage
     amministrativo a cui fare ricorso per eludere i
     controlli perché fornisce una apparente legittimazione
     formale all’attività posta in essere nei capannoni
     industriali acquisiti per stoccarvi i rifiuti;
     la retribuzione dei proprietari/detentori dei capannoni
     dismessi (che in alcuni casi risultavano tuttavia ignari
     attesa la formalizzazione di contratti aventi
motivazioni di fantasia), privi di autorizzazioni
     relative alla gestione dei rifiuti, soggetti che, non
     avendo altro modo di mettere a reddito gli immobili,
     privi di valore commerciale effettivo, si adoperano per
     rendere utilizzabile il sito illegale dai detentori
     “autorizzati” dei rifiuti, dietro corresponsione di
     denaro versato da quest’ultimi in contanti oppure
     tramite carte prepagate intestate a soggetti a loro non
     direttamente riconducibili;
     la collocazione presso i capannoni dismessi di un
     carrello elevatore (muletto) per poter scaricare i
     rifiuti gestiti e “impilarli” al fine di aumentare le
     capacità di stoccaggio nel sito illegale. Muletti che,
     come le indagini hanno dimostrato, vengono spostati da
     un sito illegale all’altro, la cui proprietà è a volte
     condivisa tra gli intermediari nell’acquisizione della
     disponibilità dei siti e i detentori del rifiuti;
     il demandare la movimentazione dei rifiuti nei capannoni
     dismessi a manovalanza extracomunitaria (con poche
     pretese economiche da retribuire a giornata lavorativa,
     in nero);
     l’affidamento del trasferimento dei rifiuti (dal
     produttore all’impianto controllato oppure dal
     produttore direttamente al capannone dismesso) ad
     imprese di trasporto colluse in quanto cointeressate al
     traffico;
     l’utilizzo di sistemi di comunicazione diversi dai
     sistemi ordinari (in particolare tramite l’applicazione
     whatsapp) ricorrendo anche all’impiego di utenze
     telefoniche intestate a prestanome (perlopiù
     extracomunitari) allo scopo di costituire una “rete” di
     comunicazione segreta e parallela a quella ufficiale.

I rifiuti venivano pertanto immessi nel circuito illegale
utilizzando un falso codice dell’elenco europeo dei rifiuti
(EER) riferito prevalentemente a “plastica e gomma” oppure a”
imballaggi di materiali misti”, cioè rifiuti su cui è ancora
possibile un recupero di materia, in luogo del corretto codice
corrispondente ai rifiuti che non presentano frazioni
valorizzabili, e che possono quindi essere smaltiti solo in
discarica autorizzata o termovalorizzatore.

Cassano d’Adda, preso                                    un
rapinatore di banche

Nel pomeriggio di ieri, a Cassina de’ Pecchi (MI), i
carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Cassano d’Adda
(MI) hanno arrestato in flagranza un 46enne di Cologno Monzese
(MI) per “rapina aggravata, sequestro di persona e porto di
arma clandestina”.
Alle ore 12:10 l’uomo, preceduto da un complice tuttora
ricercato, è entrato all’interno della filiale dell’istituto
di credito “B.P.M.” di Cassina de’ Pecchi con volto travisato
da mascherina protettiva e cappello, intimando alle due
cassiere presenti di aprire le casseforti. Una di esse, sotto
la minaccia di una pistola puntata alla tempia, ha quindi
attivato l’apertura dei 2 forzieri, attendendo il decorso di
40 minuti richiesto dallo sblocco del sistema di
temporizzazione. Durante la lunga attesa, i due rapinatori
hanno condotto le due dipendenti e un cliente in un locale
della banca, sequestrando di seguito un secondo utente,
costretto ad accedere una volta notato all’esterno
dell’istituto di credito, evitando così che contattasse il
“112”.

Ad avvenuto sblocco delle casseforti, i due rapinatori hanno
prelevato il denaro     contenuto,    per   poi   allontanarsi
dall’istituto.

Proprio in quel frangente, una pattuglia della Sezione
Radiomobile, transitando all’esterno della banca, ha notato i
due rapinatori mentre attraversavano la carreggiata a passo
spedito. I militari, ancora ignari dell’accaduto, intuendo un
possibile coinvolgimento dei due in un’ipotesi delittuosa, si
sono posti al loro inseguimento, riuscendo a fermare dopo una
breve fuga a piedi il 46enne. I militari hanno rinvenuto nel
borsello utilizzato dal rapinatore una pistola a tamburo cal.
38 “Smith and Wesson” e una pistola “Glock” cal. 9×21,
entrambe con munizionamento inserito e matricola abrasa.
Inoltre, si è proceduto al sequestro di un involucro di
plastica occultato all’interno del giubbino contenente
l’intera refurtiva, pari a circa 57.000 euro, e 12 fascette da
elettricista usate per l’immobilizzazione di persone.
L’intuizione dei militari è stata confermata nel corso del
sopralluogo in banca e del colloquio con le persone
sequestrate, che hanno ringraziato i militari per l’immediata
risposta.
Al termine delle operazioni, i carabinieri hanno arrestato in
flagranza il 46enne, già protagonista in passato per analoghe
rapine e attualmente destinatario della misura di prevenzione
della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza.

I carabinieri di Cassano d’Adda stanno conducendo ulteriori
indagini finalizzate all’identificazione del complice e alla
verifica dell’eventuale coinvolgimento dei due in analoghe
rapine consumate nei mesi scorsi presso alcuni istituti di
credito dell’hinterland di Milano.

Segrate, tredicenne rapinato
da una gang di ragazzini
violenti
Nel pomeriggio del 18 ottobre scorso i Carabinieri della
Stazione di Segrate hanno arrestato in flagranza di reato una
gang di giovani composta da quattro ragazzi minorenni autori
di una rapina commessa ai danni di un tredicenne che stava
aspettando il treno alla Stazione Ferroviaria per tornare a
casa.

I quattro, giunti sulla banchina del binario, hanno
accerchiato il tredicenne e, dopo averlo minacciato di morte
lo hanno rapinato del suo telefono cellulare, uno Smartphone,
strappandogli le cuffiette airpods dalle orecchie fuggendo poi
di corsa a piedi. “Se non me lo dai tiro fuori la lama”..…era
la minaccia dei 4 rapinatori. Uno dei quattro, prima di
fuggire, ha costretto il tredicenne strattonandolo e
minacciandolo a resettare il telefono per cercare di evitare
di essere rintracciato.

La vittima è riuscita a fermare un passante e, attraverso il
suo cellulare, ha chiamato il padre allertando poi il 112. Il
giovane è riuscito, nonostante quello che gli era successo, a
descrivere in modo preciso e puntuale gli autori della rapina.

Le immediate ricerche dei Carabinieri, anche con l’ausilio di
altre pattuglie, hanno permesso di rintracciare dopo pochi
minuti, in Via Morandi di Segrate, gli autori della rapina
mentre stavano camminando sulla strada. I giovani malviventi
sono stati riconosciuti grazie alla precisa descrizione della
vittima.

Uno di loro è stato trovato in possesso ancora del telefono
che avevano appena rapinato al 13enne, che poi è stato
restituito al ragazzo.

I quattro arrestati son stati tradotti al centro di prima
accoglienza di Torino come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

Roma,      riqualificazione
dell’ospedale    Forlanini.
Simeone: “Sopralluogo nella
massima sicurezza”
“Occorre affrontare quanto prima il tema del rilancio dell’ex
complesso ospedaliero Carlo Forlanini, anche in considerazione
della possibile scelta di questo plesso quale sede
dell’Agenzia europea per la Ricerca Biomedica e per la
gestione delle crisi sanitarie.

Per il 15 ottobre scorso era stato inizialmente programmato un
sopralluogo della commissione Sanità proprio presso l’ex
ospedale Forlanini, poi per motivi precauzionali legati alla
crescente diffusione del virus, si è deciso di spostare la
visita in altra data. Faremo in modo che il sopralluogo possa
svolgersi nella massima sicurezza. Riteniamo doveroso
verificare di persona la situazione dell’enorme complesso
chiuso come presidio sanitario da circa 6 anni, in attesa che
si concretizzi il piano per il recupero della struttura.
Occorre tutelare questo grande patrimonio immobiliare
esistente e possibilmente valorizzarlo.

Non c’è dubbio che il completamento della riqualificazione
dell’ex ospedale potrebbe rappresentare un elemento importante
per la ripartenza socioeconomica di un intero settore e per il
rilancio dei servizi e dell’immagine di Roma Capitale.

Non dobbiamo infine dimenticare come proprio recentemente il
Procuratore regionale della Corte dei Conti, in sede di
parificazione del bilancio regionale, ha invitato la Regione
Lazio ad avviare al più presto i lavori di recupero della
storica struttura dell’ex ospedale Forlanini, per scongiurare
il rischio di degrado e di definitivo abbandono”.

Lo dichiara in una nota Giuseppe Simeone, capogruppo di Forza
Italia al Consiglio regionale del Lazio e presidente della
commissione Sanità, politiche sociali, integrazione
sociosanitaria e welfare

Campania verso il lockdown.
De Magistris punta il dito su
De Luca: il governatore “ha
vietato anche ai medici di
dire la verità”
“Penso ci siano stati errori molto gravi della Regione e non è
uno scaricabarile, i numeri parlano da soli. Le persone a casa
sono sole, appena aumenta la febbre vanno in ospedale, il
virus è fuori controllo, la medicina territoriale è stata
smantellata già prima della pandemia. De Luca ha vietato anche
ai medici di dire la verità. Il tampone viene fatto dopo molti
giorni. Il problema non sono i ragazzi. Non prendiamocela con
i cittadini che hanno avuto in gran parte un atteggiamento
responsabile. Andremo sicuramente al lockdown in Campania,
sono rimasti 15 posti in terapia intensiva”. Così Luigi De
Magistris, sindaco di Napoli, su Rai Radio1 all’interno di
Radio anch’io condotto da Giorgio Zanchini.

“Che tristezza chiudere le scuole appena riaperte. Adesso il
tema centrale è facciamo presto. In questo momento bisogna
essere uniti, bene la marcia indietro del governo, Conte forse
era stanco l’altra sera in conferenza stampa. La gente sta
capendo che bisogna essere responsabili ma non rinunciare
subito agli altri diritti” ha aggiunto l’ex pm.
Bricofer Group S.p.A nuovo
partner di Atlante Eurobasket
Roma

L’Atlante Eurobasket Roma ha annunciato il suo sodalizio con
un partner di grande spessore: nella stagione 2020/21 infatti,
al fianco della compagine capitolina, ci sarà Bricofer Group
S.p.A.

A tal proposito è raggiante il presidente della squadra
romana Armando Buonamici: “Poter sfoggiare sulle nostre divise
un marchio della rilevanza di Bricofer è per noi motivo di
grande soddisfazione. Siamo felici di poter contare su
Bricofer Group nella famiglia dell’Atlante Eurobasket Roma in
una stagione importante come questa, che segna il nostro
ritorno nella Capitale, in un campo casalingo di assoluto
prestigio come il Palazzo dello Sport”.

“Con il sostegno all’Atlante Eurobasket Roma, –
riporta Massimo Pulcinelli, Presidente del Gruppo Bricofer
– rinnoviamo la nostra vicinanza al mondo dello sport e ai
suoi valori più profondi; primo fra tutti la lealtà verso il
gruppo, la collaborazione e la sinergia che li
contraddistingue”.

Bricofer Group S.p.A., si dedica quotidianamente da oltre 40
anni, con la stessa devozione, a realizzare il desiderio dei
propri Clienti di poter costruire qualcosa con le proprie
mani, impiegando il tempo libero in attività concrete ma
rilassanti.

Bricofer Group S.p.A. offre ad ogni Cliente la possibilità di
costruire il proprio ambiente ideale, che rispecchi le proprie
passioni, le proprie aspirazioni, il proprio estro, il
personale stile, interpretando lo spirito che anima il fai da
te, settore in cui è Leader Italiano e garanzia di prodotti di
qualità, nei 120 punti vendita distribuiti in tutta Italia.
Con una vasta offerta e una gamma di servizi completa è il
punto di riferimento per la cura e la manutenzione della casa
e del giardino. Passione, rispetto, lealtà, responsabilità,
disponibilità, determinazione, professionalità, condivisione,
responsabilità sociale rappresentano i valori in cui tutto il
gruppo si riconosce: le stesse peculiarità dell’Atlante
Eurobasket Roma, con la partnership fra le due realtà quindi
logica conseguenza.
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