RASSEGNA STAMPA CGIL FVG - martedì 26 novembre 2019

Pagina creata da Samuele Guida
 
CONTINUA A LEGGERE
RASSEGNA STAMPA CGIL FVG – martedì 26 novembre 2019

(Gli articoli di questa rassegna, dedicata prevalentemente ad argomenti locali di carattere economico e sindacale, sono
scaricati dal sito internet dei quotidiani indicati. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti)

ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA (pag. 2)
Dipiazza si ricandida e "avvisa" la Lega: «La mia popolarità va oltre i partiti» (Piccolo)
CRONACHE LOCALI (pag. 3)
Forestali da Tarvisio a Roma per fare le visite mediche (M. Veneto Udine)
Alla Lima riparte la trattativa sull'indennità di 35 dipendenti (M. Veneto Udine)
"Meduna", raddoppio nel limbo. Ma la rotatoria sarà definitiva (M. Veneto Pordenone)
Sempre più vittime di violenza si rivolgono al centro Voce donna (M. Veneto Pordenone)
In 450 al reclutamento per l'indotto Fincantieri. Oltre la metà stranieri (Piccolo Gorizia-Monfalcone)
Pipistrel rompe il silenzio sull'aeroporto: «Per noi danno ingente se chiude lo scalo» (Piccolo Go-Mo)
Cantiere a pieno regime e il centro congressi incassa i primi "ingaggi" (Piccolo Trieste, 2 articoli)
Cgil, lezioni al via per preparare i concorsi per educatori (Piccolo Trieste)
Più spazio "regionale" per il Sito inquinato: sperano 150 imprese (Piccolo Trieste)

                                                          1
ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA

Dipiazza si ricandida e "avvisa" la Lega: «La mia popolarità va oltre i partiti» (Piccolo)
Marco Ballico - «La gente mi saluta, mi ringrazia, mi abbraccia, perché non dovrei riprovarci?». Roberto
Dipiazza risponde con il tono delle giornate belle, la tentazione di un'altra stelletta sulla giacca, l'aspirazione
di poter diventare, per la quarta volta, il sindaco di Trieste. Nella convinzione che la sua popolarità vada «al
di là dei partiti». La questione è certamente anticipata rispetto alla scadenza elettorale, 2021, ma ad
accendere già i riflettori sulle comunali triestine è il sondaggio commissionato a Swg dalla Lega,
evidentemente interessata a ragionare sulla poltrona più importante in regione dopo quella da
governatore. Non a caso, per un eventuale dopo Dipiazza, si fa da tempo il nome di Pierpaolo Roberti,
assessore regionale alle Autonomie con pieni poteri sulla riforma degli enti locali, monitorato dal sondaggio
assieme Alessia Rosolen e ai possibili avversari: il consigliere del Pd Francesco Russo, il presidente della
Barcolana Mitja Gialuz, i grillini Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico, e Andrea Ussai,
eletto in piazza Oberdan. A sentire il sindaco, tuttavia, non ci dovrebbero essere dubbi. Lui, di certo, non ne
ha: se glielo chiedono ci sarà (e, a suo parere, dovrebbe essere naturale chiederglielo). «È una storia iniziata
tanti anni fa, mi farebbe molto piacere continuare», premette Dipiazza. La certezza, prosegue, «è di aver
cambiato la città, di averla resa più unita». L'ambizione è dunque di «portare a termine l'opera, concludere
l'operazione Porto vecchio e tutto quello che ho cominciato e può essere ultimato in un prossimo
mandato». Sì, insiste, «mi darebbe grande soddisfazione proseguire il lavoro in municipio. Sarebbe tra
l'altro un record personale non da poco, anche a livello anche nazionale». Ricostruisce le tappe, Dipiazza.
Ricorda di avere iniziato da Muggia, nel 1996, e di aver proseguito a Trieste nel 2001, self-made man dei
supermercati scelto da Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini per la sfida a Federico Pacorini, che avrebbe
dovuto essere l'erede di Riccardo Illy nel segno dell'imprenditoria. Cinque anni dopo, stavolta con la civica
personale, Dipiazza centra il bis. E nel 2016, dopo una poco convinta esperienza in Consiglio regionale, con
tanto di candidatura a metà strada alle europee del 2014 nel Nuovo Centrodestra, ecco il tris. «Sono 18
anni da sindaco - fa i conti -, e sono tanti. Ma immaginare di poter arrivare al quarto di secolo con la fascia
tricolore addosso è un gran bel pensiero». Dopo di che, lo sa bene Dipiazza, arriveranno i tempi dei tavoli,
dei confronti, delle alleanze da consolidare alla vigilia del voto. E a quel punto, «si deciderà». Ma sin d'ora
l'uscente "avverte" i partiti. La Lega in particolare. «L'onda lungo di un centrodestra vincente nel 2021? Non
credo che una mia nuova elezione possa essere determinata da una situazione nazionale favorevole -
osserva il diretto interessato -. Quando cammino per strada, i cittadini mi manifestano il loro consenso ed è
la gratificazione maggiore. Se penso di essere al di sopra dei partiti? Diciamo di sì». Insomma, c'è già un
candidato per il municipio triestino. Ed è l'inquilino che non intende abbandonare, non ancora. Molte meno
sicurezze sembra avere Anna Cisint, sindaco di Monfalcone. O, almeno, non le trasmette. Dopo avere
"espugnato" il Comune cantierino, con il clamoroso trionfo del 2016, parrebbe scontata una ricandidatura,
ma Cisint sceglie il basso profilo. «Per questa comunità io lavoro dodici ore al giorno, quasi sempre sette su
sette - fa sapere -. Abbiamo fatto tante cose in questi tre anni e anche l'appuntamento di oggi (ieri per chi
legge), il Recruiting day della navalmeccanica, dimostra i passi in avanti della città. Sono così impegnata che
fatico a pensare a ciò che sarà».Un po' alla Dipiazza risponde invece Alessandro Ciriani, sindaco di
Pordenone. «Dopo aver fatto il presidente della Provincia - spiega l'esponente di Fratelli d'Italia -,
muovermi da primo cittadino è altrettanto entusiasmante. Il compito è duro, non è una passeggiata. Ma
quando ho iniziato tre anni fa, ho impostato un progetto molto ambizioso e, per poterlo realizzare nella sua
interezza, serve un secondo quinquennio. Sono contento di quanto fatto sin qui, ma il bello deve ancora
venire. A Dio e agli alleati piacendo, sono a disposizione». Nell'agenda si sono «altre opere pubbliche,
manutenzioni, un programma sugli edifici scolastici e un piano sul Trasporto pubblico locale. Temi rilevanti,
che impongono uno sforzo pianificatorio e richiedono tempi lunghi. I cassetti che voglio lasciare non
dovranno essere vuoti».

                                                        2
CRONACHE LOCALI

Forestali da Tarvisio a Roma per fare le visite mediche (M. Veneto Udine)
Niente visite sanitarie in regione per gli operai forestali inquadrati nel raggruppamento Biodiversità del
corpo dei carabinieri, in servizio a Tarvisio. Gli addetti interessati, per essere sottoposti agli accertamenti
previsti dal decreto legislativo 81/2008 in materia di salute e sicurezza sul lavoro, dovranno recarsi
addirittura a Roma, dove ha sede l'infermeria presidiaria del Corpo unità forestali e ambientali (Cufa) dei
carabinieri. A sollevare il caso è Saverio Scalera, della Flai-Cgil Udine, «sconcertata e preoccupata da una
simile decisione», già comunicata a otto dei sedici operai forestali dislocati a Tarvisio, nonostante le riserve
già espresse dal sindacato. «Con una specifica comunicazione del 24 ottobre, inviata a Roma al comandante
del raggruppamento carabinieri biodiversità - spiega Scalera - la Flai di Udine - aveva evidenziato come
ritenesse inopportuno organizzare le visite a Roma, visti i disagi per i lavoratori legati alla distanza, ai costi e
non ultimo al mancato presidio del territorio durante l'assenza forzata. Osservazioni cui non è stata data
risposta, fino alla convocazione a Roma di otto lavoratori per le visite, fissata per domani. La Flai giudica
«singolare» che questo sia avvenuto «nonostante una circolare interna autorizzi i vari comandanti dei
reparti a prendere contatti con le legioni Carabinieri delle diverse regioni per organizzare le visite in sedi più
vicine, con l'obiettivo di evitare disagi al personale interessato e di ridurre le spese di missione». Pur non
volendo entrare nel merito delle scelte organizzative interne al corpo, la Flai esprime stupore di fronte al
fatto che questa disposizione sia stata disattesa in maniera così palese. Questo anche alla luce dei costi
della trasferta forzata. «Crediamo che sia lecito chiedersi - conclude Scalera - perché si scelga di spendere in
questo modo risorse pubbliche quando esistono alternative: possibile che Udine o anche Padova non
abbiano infermerie presidiarie attrezzate per le visite?». Un aspetto, quello dei costi, che a parere della Flai
Cgil «è da porre, senza alcun indugio, all'attenzione della Corte di Conti e non solo».

Alla Lima riparte la trattativa sull'indennità di 35 dipendenti (M. Veneto Udine)
Maura Delle Case - Sulla carta l'accordo non c'è ancora, ma ieri alla Lima di San Daniele il clima tra sindacati
e vertici aziendali pare essersi disteso. Dopo il recente sciopero dei lavoratori, l'azienda ha convocato le
parti sociali ed è tornata a sedersi al tavolo per riprendere la trattativa da dove l'aveva interrotta, vale a
dire dal riconoscimento economico ai 35 dipendenti della camera bianca cui da qualche settimana è stata
imposta una nuova turnazione con il sabato al lavoro. Un cambio impegnativo per il quale lavoratori e
sindacato rivendicano un'indennità adeguata, altro dai 25 euro mensili proposti dall'azienda alla vigilia dello
sciopero, considerati «una presa in giro» dai sindacati che dieci giorni fa avevano deciso di scioperare per
protestare contro la proposta dei vertici della Lima corporate. Ieri l'incontro è durato diverse ore. «Siamo
tornati a discutere dell'aumento economico senza trovare ancora un punto d'incontro - hanno fatto sapere
Fabiano Venuti (Fim Cisl Fvg) e David Bassi (Fiom Cgil Udine) -. L'azienda si è impegnata a valutare le nostre
richieste, ora speriamo che la situazione si ricomponga e che si possa arrivare a un'intesa positiva per i
lavoratori». Intanto rimane lo stato di agitazione, con lo stop degli straordinari. Le restanti otto ore di
sciopero invece non saranno "spese". Non almeno prima del 2 dicembre, quando in caso di accordo
verranno definitivamente meno. Le prime otto sono state effettuate poco più di due settimane fa con la
massiccia adesione degli operai dello stabilimento di Villanova, che hanno incrociato le braccia per oltre l'80
per cento in segno di solidarietà con i colleghi interessati dalla nuova turnazione. Anche ieri i rappresentanti
delle sigle sindacali hanno ricordato come da parte dei lavoratori non vi sia contrarietà al nuovo orario, ma
la richiesta del giusto riconoscimento economico. «Parliamo di un menu orario che di fatto cancella il riposo
del weekend inserendo il sabato al lavoro e il recupero scaglionato durante la settimana, facendo così
venire meno i due giorni consecutivi di pausa del fine settimana. È giusto che per questo vi sia un adeguato
riconoscimento economico - ha concluso Venuti - tanto più considerato il buon andamento aziendale».

                                                         3
"Meduna", raddoppio nel limbo. Ma la rotatoria sarà definitiva (M. Veneto Pordenone)
Martina Milia - Richieste di costruire non ce ne sono e, fino alla scadenza del piano di attuazione, nel 2021,
l'amministrazione comunale non potrà mettere mano alla pianificazione - autorizzata nel 2011 - che
prevede il raddoppio del centro commerciale Meduna. Nel frattempo, però, compatibilmente con quel che
si può fare sull'esistente, il Comune consolida le scelte sulla viabilità. «La sperimentazione sulla rotatoria in
precario, all'incrocio con via Prasecco, è stata positiva - evidenzia l'assessore alla mobilità e urbanistica,
Cristina Amirante -. Il privato attende il via libera di Fvg strade per renderla definitiva. Come Comune
solleciteremo l'ente regionale». viabilitàSono due le rotatorie, realizzare da due diversi privati, che servono
a rendere più fluido il traffico sulla Pontebbana. Accorgimenti necessari se si considera che, specie nei fine
settimana - e avvicinandosi al Natale il problema è destinato ad aumentare - le auto restano in coda per
diverso tempo. La prima, che esiste già da diversi anni, è quella realizzata all'incrocio di via Revedole,
realizzata dal gruppo Aspiag. L'amministrazione comunale ha però chiesto dei correttivi per evitare che le
auto, come capitava inizialmente, si schiantassero. «Le prescrizioni sono servite, ma va completato
l'intervento - riassume l'assessore - a carico del privato» . Sarà trasformata anche la rotonda all'incrocio di
via Prasecco, fondamentale anche per creare un collegamento più veloce tra la Pontebbana e l'autostrada.
«La sperimentazione ha dato esito positivo e da parte nostra abbiamo dato parere favorevole alla
trasformazione del manufatto in forma permanente. Manca il parere di Fvg strade che solleciteremo
quanto prima. A quel punto si potranno fare i lavori edili».centro commercialePer il il privato la rotonda è
un'opera fondamentale perché alla viabilità è vincolato il raddoppio delle cubature del centro commerciale
Meduna. Quel piano è stato autorizzato nel 2011, ma al momento non è stata presentata richiesta di
costruire. Ci sono naturalmente le proroghe, ma nel 2021 il piano scadrà. L'amministrazione Ciriani ha
dettato una linea molto chiara sulla grande e media distribuzione, con un piano che privilegia il centro
commerciale naturale all'asse della Pontebbana. «Fino al 2021 - chiarisce però Amirante - non abbiamo
possibilità di modificare quella pianificazione».la mediazioneSe raddoppiare oggi il centro Meduna, con la
crisi permanente del commercio, sembrerebbe un azzardo, secondo l'assessore c'è un intervento che il
privato potrebbe realizzare senza impattare in termini di cubi eccessivi e di viabilità. «Una via percorribile,
che valorizzerebbe anche l'attuale galleria del Meduna - analizza Amirante -, è la costruzione di un
collegamento tra il centro commerciale e la superficie che ospita l'Oviesse, dove molti negozi invece sono
rimasti vuoti».

                                                        4
Sempre più vittime di violenza si rivolgono al centro Voce donna (M. Veneto Pordenone)
Paola Dalle Molle - Dati in crescita per il centro antiviolenza Voce donna di Pordenone che in occasione del
25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, rende noti i numeri della sua attività
in città, ma anche nel nuovo centro di Tolmezzo e negli sportelli antiviolenza attivati a Sacile, Maniago, San
Daniele, cui si aggiungeranno a breve Gemona e Codroipo. Il report mette in luce che il numero delle donne
accolte dal centro è in crescita: 193, di cui 140 italiane e 53 straniere, una cinquantina in più rispetto al
2018. Le donne messe in salvo nelle case-rifugio risultano 14 con 17 minori: 8 italiane e 6 straniere. Emerge
un dato su cui riflettere: gli episodi di violenza di genere stanno crescendo in gravità e pericolosità.Con
l'obiettivo di contrastare insieme questo fenomeno, si è tenuto un incontro fra la neopresidente di Voce
donna Silvia Brunetta e l'operatrice storica Anna Campanile e Donatella Bianchettin, presidente del
Movimento donne impresa di Confartigianato imprese Pordenone, con l'obiettivo di fornire un resoconto
alla categoria professionale da lei rappresentata. Nella stessa occasione, Brunetta e Campanile hanno
segnalato alcune forme di violenza come quella economica che impedisce, ostacola o concorre a fare sì che
la donna sia costretta a una forma di dipendenza quando non ha mezzi economici per sé e per i suoi figli.
Inoltre, sono numerosi i casi di violenza registrati tra le donne tra i 25 e 44 anni, istruite (con laurea e
diploma), con posizioni professionali elevate, come confermano i dati nazionali. Le donne imprenditrici e
professioniste risultano spesso vittime di violenza da parte del partner.«Purtroppo - commenta Bianchettin
- il terreno conquistato in questi ultimi anni da parte delle donne, anche in fatto di imprenditoria, ha
aumentato il senso di insicurezza in alcune figure maschili, spesso con un senso di difficoltà davanti al
numero sempre maggiore di donne autonome. Tuttavia l'indipendenza che la donna può conquistare
rappresenta un forte mezzo di contrasto alla violenza di genere. L'essere indipendenti è un diritto che ogni
singola donna lavoratrice, madre o casalinga si guadagna duramente e necessita di essere tutelato. La
Confartigianato imprese si sta impegnando molto nella formazione delle donne imprenditrici artigiane,
attraverso il Movimento donne, proprio per supportare l'autonomia professionale femminile».Tra le
iniziative previste per la mattinata odierna figura il camper della polizia di Stato che sarà presente a
Pordenone, in via Mazzini, con personale della Divisione polizia anticrimine. Lo Spi Cgil, invece, propone,
dalle 9 alle 12, alla casa dello studente, un dibattito che vedrà la partecipazione di Fabiana Nascimben,
medico di pronto soccorso responsabile dell'accoglienza alle donne vittime di violenza.

                                                      5
In 450 al reclutamento per l'indotto Fincantieri. Oltre la metà stranieri (Piccolo Gorizia-Monfalcone)
Laura Blasich - L'assalto al municipio di Monfalcone per partecipare al nuovo reclutamento dell'indotto
della navalmeccanica inizia per tempo, riempiendo piazza della Repubblica. Ben prima delle 10, ora fissata
per la presentazione dell'iniziativa organizzata dal Comune con la Regione e Fincantieri, ci sono oltre 300
persone in attesa. Unico denominatore comune la ricerca del lavoro ed essere tutti uomini. I profili ricercati
sono del resto quelli di saldatore, carpentiere e tubista.Tra i candidati, alla fine della giornata 450, ci sono i
volti noti degli ex lavoratori Eaton che non hanno ancora trovato un impiego stabile e altri interessati oltre i
40 anni, ma anche diversi giovani e, di certo, tantissimi stranieri. Alla fine più della metà dei presenti a
quanto indicato da una stima delle aziende interessate. All'ingresso del municipio il personale dell'Agenzia
regionale per il lavoro e quindi anche del Centro per l'impiego di Monfalcone che ieri, in forze, ha svolto il
compito di registrazione, vaglio dei curriculum e smistamento dei candidati tra le 14 ditte presenti a
seconda dei profili o all'Enfap, nel caso di mancanza delle competenze richieste. Un reclutamento che,
effettuato su scala regionale, ha portato a Monfalcone persone anche da Udine e dintorni, Trieste, oltre che
dalla Bassa friulana e dall'Isontino.L'Agenzia regionale per il lavoro aveva del resto coinvolto, tra sms e mail,
circa 13 mila residenti candidabili a un posto di lavoro nell'indotto Fincantieri. La risposta è arrivata da
parte quindi del 3,5% della platea, pari, comunque, a più del doppio dei profili, in tutto 155, ricercati dalle
aziende operanti all'interno del cantiere navale di Panzano. Alla chiamata si sono poi presentati diversi
cittadini privi delle caratteristiche richieste, ma decisi a giocarsi comunque le loro chance per poter tornare
ad avere un lavoro.C'è chi, come un 46enne di Gorizia, l'ha avuto per due anni, anche se con paga
"slovena", in un call center insediato a Nova Gorica da un imprenditore italiano che poi dall'oggi al domani
ha deciso di delocalizzare tutto nella repubblica Ceca. «Gli altri, quelli con i profili richiesti sono andati a
fare i colloqui, mentre io mi sono iscritto ai corsi di formazione», ha spiegato ieri in piazza, una volta uscito
dal municipio.Regione e sistema di formazione professionale da parte loro hanno deciso di sostenere
l'incrocio tra domanda e offerta di lavoro, mettendo a punto dei percorsi formativi ad hoc. Ed è su questi
che 150 persone è stato dirottato. «I primi due corsi, di saldatore e carpentiere da 520 ore (di cui 160 di
stage in azienda), gratuiti, partiranno i 9 dicembre, per essere poi replicati a marzo», spiega la direttrice di
Enfap Fvg Carmen Segon. A metà febbraio partirà quello da tubista, da 600 ore (di cui 180 di stage in
azienda), che accoglierà 15 iscritti al massimo, come i percorsi per saldatori e tubisti. All'appuntamento si
sono presentate però anche persone già formate. Giovani che hanno utilizzato il progetto Pipol della
Regione per acquisire le competenze necessarie, ma anche lavoratori di lunga esperienza nel settore. «È
quello che siamo noi: 23 anni di lavoro nell'indotto e poi ci hanno scartato a favore degli stranieri, perché
costano meno», hanno reclamato alcuni monfalconesi di origini campane, intavolando un'accesa
discussione con il segretario della Cgil isontina, Thomas Casotto, in piazza per verificare, assieme ad altri
esponenti del sindacato, l'andamento del reclutamento.Eppure tra i 450 che ieri si sono messi in paziente
attesa di un'occasione di colloquio anche moltissimi bengalesi. «A noi il lavoro l'hanno tolto i rumeni», ha
mormorato qualche cittadino originario del Paese asiatico. «Forse sarebbe ora che la politica la finisse di
fare battaglie sulla pelle dei lavoratori e affrontasse la questione unita, per fornire risposte», ha detto Luca
Sterle, ex delegato Fiom nella Rsu Eaton, ancora senza lavoro a quasi due anni dalla chiusura della fabbrica,
mentre il presidente dell'associazione Acquirenti Pierluigi Chiarla (ex Codacons), a Monfalcone per farsi
un'idea dell'evento, si è chiesto se «le modalità con cui è stato effettuato il reclutamento siano le migliori
nell'interesse di chi si trova a dover cercare un lavoro».

                                                        6
Pipistrel rompe il silenzio sull'aeroporto: «Per noi danno ingente se chiude lo scalo» (Piccolo Go-Mo)
Francesco Fain - Non ci sta a rimanere con il cerino acceso in mano. E non vuole nemmeno passare per la
"causa di tutti i mali" all'aeroporto Duca d'Aosta. Pipistrel rompe il silenzio. E lo fa attraverso una lettera
(«Che sarebbe dovuta rimanere riservata», puntualizza l'avvocato Damijan Terpin che tutela gli interessi
dell'azienda slovena) inviata al cda della Consortile e ai soci. Una missiva di cui siamo venuti in possesso
nelle ore (decisive) in cui il Consiglio comunale è chiamato a votare il Piano industriale che prevede un
aumento di capitale, oltre a progetti di sviluppo dell'area di volo.Prima di tutto, una premessa. Il Piano, così
com'è concepito, non convince del tutto Pipistrel. Ma per l'azienda slovena potrebbe essere, a questo
punto, il male minore perché l'alternativa sarebbe una Consortile costretta a chiudere i battenti e che
riconsegna l'aeroporto all'Enac. «Se dovesse configurarsi questo scenario - annota Terpin - Pipistrel si
ritroverebbe in una situazione difficile e pericolosa. C'è il rischio di una chiusura immediata dell'aeroporto e
l'azienda si ritroverebbe a dover smontare gli aerei già montati, trasportarli altrove per effettuare, da
qualche altra parte, i necessari collaudi. Inoltre, tutti gli investimenti effettuati per aprire lo stabilimento
finirebbero nel nulla. Un dispendio finanziario - la sottolineatura dell'avvocato - di cui Pipistrel non sarebbe
responsabile, bensì vittima». Quindi, aggiungiamo noi, non è per nulla improbabile che Pipistrel possa
chiedere i danni per la situazione che si verrebbe a creare qualora il Piano venisse affondato.E veniamo alla
lettera che sarebbe dovuta rimanere riservata. In sostanza, Pipistrel sottolinea che sarebbe bastato
mettersi attorno a un tavolo fra Cda e soci per trovare una quadratura del cerchio soddisfacente. Cosa che
non è stata fatta. Poi, si smonta il fatto che «Pipistrel stia pagando un canone agevolato di un euro. Avendo,
infatti, anticipato i canoni di concessione sino al 31 agosto 2030 con l'effettiva assunzione degli oneri di
smaltimento dell'amianto presente sul sedime, sta pagando quindi, sino alla citata data, un canone residuo
di un euro. Non si tratta pertanto di alcuna agevolazione ma, semmai, di un aggravio a carico della stessa,
avendo anticipato i canoni non ancora scaduti i quali, diversamente, sarebbero stati spalmati sui prossimi
11 anni». Non solo. Anche il servizio antincendio e primo soccorso «non deve essere svolto da Pipistrel
bensì dalla Consortile. Un tanto è stato più volte espressamente chiarito da Enac».«La mia assistita - si
legge nella lettera firmata da Terpin - ritiene, inoltre, che qualcuno abbia ora ritenuto addirittura di
prendersi gioco della Pipistrel, tentando di affibbiarle questa volta, oltre alla responsabilità del servizio
antincendio, anche quella del servizio di primo soccorso all'interno della struttura aeroportuale. Tale
ulteriore onere non era stato sinora nemmeno adombrato nei confronti della Pipistrel da
chicchesia».Pesante uno degli affondi successivi: «Dalle considerazioni sui risultati storici emerge,
purtroppo, che la società consortile non è mai stata in grado di produrre dei ricavi decorosi e tenti, invece,
di addebitare ogni responsabilità per il suo stato di sostanziale illiquidità (se non insolvenza) dell'asserita, e
in ogni caso inesistente, controversia con Pipistrel circa la responsabilità per lo svolgimento del servizio
antincendio».Vengono contestati anche i nuovi orari di apertura dello scalo che si intende adottare. «Si
propone di ridurli a 6 giorni settimanali, riducendo l'orario di apertura giornaliera "ai requisiti del traffico",
addirittura senza alcuna specificazione precisa. Tali intenti appaiono inattuabili, siccome risultano in palese
contrasto con le disposizioni dell'atto di affidamento Enac ove è previsto il funzionamento dell'aeroporto
"per tutti i giorni della settimana"».Il monito finale? «Si auspica che la dovuta e necessaria concertazione
fra i soci e il confronto con il Cda della Consortile possa svolgersi prima del compimento degli atti». Ma il
tempo, probabilmente, è già scaduto.

                                                        7
Cantiere a pieno regime e il centro congressi incassa i primi "ingaggi" (Piccolo Trieste)
Giovanni Tomasin - Cresce a vista d'occhio il futuro centro congressi polifunzionale di Porto vecchio. Il
cantiere procede in una corsa contro il tempo in vista di Esof2020 ma, durante il sopralluogo organizzato
ieri per stampa e istituzioni, la società Trieste Convention Center ha assicurato che i lavori chiuderanno
puntualmente a fine aprile. E ha annunciato che sono già stati prenotati due congressi medici da oltre 1.500
persone per la primavera del 2021 e per il giugno del 2022.Durante il sopralluogo di ieri mattina, il
presidente e ad di Tcc Diego Bravar e i responsabili del cantiere hanno accompagnato nel ventre del centro
congressi i giornalisti, oltre agli assessori ai Lavori pubblici e alle Attività economiche Elisa Lodi e Serena
Tonel e al direttore dell'area Lavori pubblici del Comune Enrico Conte.Nel Magazzino 28, quello più vicino al
mare, il cantiere è in stato avanzato, come dimostra la sala da 420 posti i cui spazi sono pressoché ultimati.
Ma la parte che più colpisce è senza dubbio il cosiddetto "28 bis", l'ampliamento dell'edificio iniziale, che
ospiterà la sala congressi principale da 1.848 posti: un immenso spazio colonnato che a seconda delle
esigenze potrà anche essere utilizzato come area fieristica. Le strutture del 28 bis sono prefabbricate in
calcestruzzo armato, con travi di copertura a campata unica lunghe 39 metri. L'ampliamento è lungo 68
metri, per una superficie complessiva di 2.652 metri quadrati.È stata quasi ultimata anche la passerella che
collega i due magazzini passando sopra alla strada. Nel 27 i lavori sono in stato avanzato, spiega Tcc:
l'edificio conterrà una reception guardaroba, uffici gestionali, una sala espositiva polifunzionale da circa
1.990 metri quadrati, quattro sale congressi di cui una da 110 posti, una da 272 posti e due da 56 posti.Il
responsabile dei lavori e project manager del progetto Uberto Fortuna Drossi, commenta: «Abbiamo avuto
dei ritardi fisiologici, dovuti principalmente al meteo, ma nel complesso il cantiere è al 70%. Stiamo
lavorando sodo, sette giorni su sette». La gestione dell'area non è semplice, anche perché mentre il centro
congressi è in costruzione, proseguono i lavori di infrastrutturazione che il Comune sta facendo a partire
dalla rotonda di viale Miramare. Un altro cantiere, quindi, che interseca quello di Tcc attraverso la strada
che passa tra i due magazzini: «Questo ha complicato le cose, perché abbiamo dovuto far combaciare le
esigenze di sicurezza di tutti i lavori», spiega Fortuna Drossi.L'investimento per la realizzazione del centro è
di 12 milioni di euro Iva esclusa, costi sostenuti al 42% dal Comune e al 58% da Tcc Srl. Cristiana Fiandra,
membro del cda di Tcc, annuncia comunque che il centro è stato «già prenotato per congressi per tutto
settembre prossimo, e nell'ottobre successivo ospiterà la Fiera del caffè (oltre agli eventi medici, ndr)».
L'obiettivo della società è che il centro congressi ospiti almeno 10 congressi di proporzioni nazionali o
internazionali e una quindicina di eventi minori ogni anno. A queste condizioni, la società prevede un
indotto su Trieste e le zone limitrofe da 30 milioni di euro l'anno.
Entra nel vivo la caccia ai partner privati. Si tratta con Generali
testo non disponibile

                                                       8
Cgil, lezioni al via per preparare i concorsi per educatori (Piccolo Trieste)
In vista della stagione di assunzioni nei servizi educativi del Comune (per effetto di due bandi, uno per 11
posti nei nidi e l'altro per 12 posti nelle materne, con graduatorie utilizzabili anche per le supplenze durante
l'anno scolastico, cui seguirà un terzo di prossima pubblicazione, per nuovi educatori nei ricreatori) la Cgil
Fp organizza un corso di preparazione alle prove concorsuali. Imminente la prima lezione, dalle 17.30 alle
20.30 domani nella sede Spi-Cgil di via Campi Elisi 38, ma sono ancora disponibili gli ultimi posti. Le lezioni
successive sono in programma alla stessa ora, e nella stessa sede, il 2, il 4, il 9, l'11 e il 16 dicembre. Si
completerà così il primo modulo, dedicato alle materie comuni ai tre bandi. Un secondo ciclo di lezioni,
specifico per ogni concorso, partirà a gennaio. Per iscriversi basta inviare una mail a cgil.fp@
comune.trieste.it o lasciare un messaggio allo 040 3788244, indicando generalità, telefono, concorso a cui
si è iscritti ed eventuale occupazione. L'iscrizione è gratuita per gli iscritti Cgil. Per i non iscritti è prevista
una quota di 80 euro.

Più spazio "regionale" per il Sito inquinato: sperano 150 imprese (Piccolo Trieste)
Massimo Greco - Se il ministero dell'Ambiente, sotto il confermato generale Sergio Costa, non avrà nulla da
obiettare alla modifica dell'accordo di programma datato 25 maggio 2012 (epoca Clini), l'area dei terreni da
bonificare di competenza regionale aumenterà considerevolmente, consentendo un più rapido disbrigo
delle pratiche che fanno impazzire le aziende da tre lustri. Dal punto di vista tecnico, il Sito di interesse
nazionale (Sin) cederebbe ulteriore spazio al Sito di interesse regionale (Sir). Le carte sono pronte, il dossier
- annunciato in aprile dall'assessore Fabio Scoccimarro - è all'esame del dicastero di via Cristoforo Colombo.
Il cambio di governo (ma non di ministro) ha frenato l'iter: per la verità la Regione potrebbe "de-
perimetrare" la zona anche indipendentemente da Roma, ma andrebbe a perdere un finanziamento
governativo di 7,5 milioni. Sarebbe un peccato, per cui Trieste preferisce aspettare. La nuova proposta di
"de-perimetrazione", che la Regione ha trasmesso al ministero, riguarda quasi 150 piccoli operatori. Ma
coinvolge anche realtà maggiormente dimensionate come Italcementi, il termovalorizzatore Hera,
Janousek, Harpo, Jotun, Cantieri San Rocco. Senza contare i terreni di proprietà Coselag (ex Ezit) a valle
Noghere. L'idea della Regione, che sarebbe condivisa dal ministero, è quella di lasciare nel Sin solo le aree
interessate dall'inquinamento da idrocarburi, assegnando al Sir tutto il resto. Una prima "de-
perimetrazione" aveva riguardato, nel febbraio 2018 (governatorato Serracchiani), la zona attorno al Canale
navigabile, dove finalmente hanno scosso la polvere una quindicina di fascicoli, tra cui gli uffici di via
Carducci rammentano Sea Service, Colombin, Bruno Pacorini, Redaelli, AcegasApsAmga ex Aluwork,
AutaMarocchi, illycaffè, Quaiat. Passi avanti soprattutto in tema di suoli, più complessa la procedura sulle
acque: comunque, meglio del passato e aziende soddisfatte. È chiaro che una pratica in Regione a Trieste è
preferibile a una pratica al ministero nella capitale. Date queste premesse, Scoccimarro vuole fare il bis. «A
luglio - racconta l'assessore - avevamo avuto un proficuo incontro al ministero grazie all'allora
sottosegretario Vannia Gava, con cui avevamo predisposto l'iter amministrativo per de-perimetrizzare il
Sin». «La bozza del nuovo accordo è pronta - chiude Scoccimarro -, spero che il nuovo governo possa dare
via libera ai propri dirigenti». Il dibattito su Sin/Sir aveva ripreso fiato dopo un recente intervento del
geologo Carlo Alberto Masoli, buon conoscitore delle problematiche legate alla bonifica, che aveva
suggerito un percorso per effettuare comunque lavori anche su terreni inseriti nel Sito di interesse
nazionale. Sull'argomento prende posizione il vicepresidente dell'Ordine degli ingegneri, Vito Ardone, a sua
volta esperto di bonifiche. Il professionista ritiene che un utile contributo a sbloccare l'impasse può essere
la previsione di incentivi fiscali a favore dei proprietari "non responsabili" della contaminazione, attraverso
la detrazione dei costi sostenuti nell'ambito degli interventi effettuati (caratterizzazione, esecuzione, messa
in sicurezza). Anche l'Ordine - spiega Ardone - è favorevole all'ampliamento del Sir, nel quale andrebbe
ricompresa tutta l'area "a terra", a eccezione di quella a maggiore criticità dalla discarica di via Errera alla
Piattaforma logistica, Ferriera compresa. Ardone giudica positivamente la "regionalizzazione" delle
competenze, avendo consentito l'insediamento di nuove attività come Java Biocolloid (le alghe rosse
indonesiane).

                                                         9
Puoi anche leggere