COMUNE DI RUSSI Giovedì, 04 ottobre 2018
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COMUNE DI RUSSI Giovedì, 04 ottobre 2018 Prime Pagine 04/10/2018 Prima Pagina Corriere di Romagna (ed. Ravenna) 1 04/10/2018 Prima Pagina Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) 2 Cronaca 04/10/2018 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 39 FRANCESCO DONATI Juice, inaugurazione con Rocco Siffredi e poi una serata con Fabrizio... 3 04/10/2018 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 45 Claudia Liverani Muore per un malore alla Festa Pd 5 03/10/2018 Ravenna Today Un sabato vietato ai minori: a Faenza arriva il re del porno, Rocco... 7 Cultura e Turismo 04/10/2018 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 33 RUSSI 9 sport 04/10/2018 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 67 Morganti beffa il Cotignola a tempo scaduto 10 Pubblica Amministrazione ed Enti Locali 04/10/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 3 Marco Rogari Gianni Trovati Deficit e debito, il governo accelera il calo Pil 2019 all' 1,5% 11 04/10/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 15 Carlo Festa Sul tavolo della Cdp (con McKinsey) il risiko delle partecipate... 13 04/10/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 23 Alessandro Arona Le Province: 1.918 opere a rischio 15 04/10/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 26 Gabriele SepioEmanuele Tito Art bonus condizionato al restauro delle opere 16 04/10/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 27 Giuseppe Latour Appalto integrato, l' apertura dell' Anac 17 04/10/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 28 Gianni Trovati La Rgs sblocca gli avanzi dei Comuni 18 04/10/2018 Italia Oggi Pagina 2 MARCELLO GUALTIERI Ci si sta accapigliando su un Def di cui non si conosce il contenuto 19 04/10/2018 Italia Oggi Pagina 33 DAVIDE DI GIACOMO Rendita catastale, vale destinazione 21 04/10/2018 Italia Oggi Pagina 36 MATTEO BARBERO Comuni, avanzi liberi nel 2018 23 04/10/2018 Italia Oggi Pagina 36 FRANCESCO CERISANO Servono 3 miliardi per le infrastrutture delle province 25 04/10/2018 Italia Oggi Pagina 37 ANDREA MASCOLINI Gli appalti pubblici di 27
4 ottobre 2018 Corriere di Romagna (ed. Ravenna) Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 1
4 ottobre 2018 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 2
4 ottobre 2018 Pagina 39 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Cronaca Juice, inaugurazione con Rocco Siffredi e poi una serata con Fabrizio Corona L'attore hard all'apertura sabato del locale, l'ex Tek, in via Proventa Altri appuntamenti FAENZA Un' apertura spumeggiante quella di sabato al Juice, l' exTek, in via Proventa. A fare da testimonial per il battesimo è stato ingaggiato Rocco Siffredi, il re del porno, e già il 27 ottobre arriverà Fabrizio Corona. Personaggi dibattuti, controversi, ma di certo tra i più conosciuti. Punta decisamente sul gossip, ma non solo, la nuova gestione affidata da quest' anno ad Alessandro Gioia, di Russi, impegnato in estate al Marina bay. «Per l' inaugurazione abbiamo pensato a Siffredi - spiega Gioia -: una figura molto nota del mondo dello spettacolo, ma anche una persona disponibile e piena di risorse. Un altro perso naggio che farà clamore sarà Fabrizio Corona, il 27, dopo il concerto live dei Joe di Brutto». Un sabato ogni tre il Juice è rivolto ad un target più adulto: alle 21 la cena spettacolo con Alle Cavriani e Andrea Mazzali (e molti altri artisti a rotazione durante la stagione), cui seguirà sul palco la musica live (si apre con i Brillanti Sparsi) e l' ospite d' onore, prima di concludere con la discoteca in due sale: sotto reggae toned happy music; sopra house music (info e prenotazioni al392 3980071). Lo spot di Rocco Siffredi non si può certo negare quanto possa essere "invidiato" dalla categoria maschile, e perlomeno ammirato da quella femminile. Per lanciare l' inaugurazione ha addirittura girato uno spot ad hoc, diffuso sui social (niente di scandaloso) in cui si invita alla serata. Rocco è in compagnia di una bionda fatale, spasimante di lui: «Ehi ragazzi questo è il mio mondo - dice indicando la ragazza - dovete accettarlo così com' è. Ma devo dirvi una cosa seria: siete tutti invitati al Juice sabato 6 ottobre». Poi scherza con la partner: «Ti piace il Juice. Lo sapevo che ti piace». Oltre alla sua attività di attore hard, regista e produttore, nel 2015 "super Rocco" è stato tra i protagonisti dell' Isola dei famosi. I venerdì del Juice saranno rivolti ai più giovani con il format "One two, one two", la storica trasmissione hip hop di Radio Deejay: il locale sarà arredato per l' occasione. Inoltre due sabati al mese il Juice ospiterà Break, una serata sempre rivolta ad un target giovanile: inaugurazione sabato 13 ottobre con il festival nazionale "Nameless on tour". Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 3
4 ottobre 2018 Pagina 45 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Cronaca RUSSI FRANCESCO CORTESI, VOLONTARIO 69ENNE, ERA BENVOLUTO DA TUTTI Muore per un malore alla Festa Pd Il ricordo di famiglia e amici: «Si dava da fare per aiutare gli altri» «UN GRANDE cuore, una grandissima voglia di fare per e con gli altri». Letizia Cortesi ricorda così il padre Francesco, stroncato da un arresto cardiaco mentre si apprestava a iniziare il suo servizio di volontario alla festa dell' Unità di Russi. E' accaduto lunedì sera: Francesco Cortesi, 69 anni, era seduto sulla panca di fronte al forno delle pizze quando si è accasciato al suolo. I soccorsi sono stati immediati, ma vani. Subito un amico e collega ha iniziato a praticargli il massaggio cardiaco, mentre una donna è corsa a prendere il defibrillatore più vicino, in via Modigliani. Ma invano: Cortesi non ha risposto né al massaggio, né al defibrillatore, né alle manovre della squadra del 118. E la festa è continuata, anche se senza musica, solo per la decisa volontà di Graziella, moglie di Cortesi, «perché così avrebbe voluto mio marito». Francesco Cortesi abitava a Godo, lascia la moglie, la figlia Letizia e due nipoti, Camilla e Federico, a cui era legatissimo. Appassionato di montagna, ferroviere in pensione, era consigliere nel Dopolavoro Ferroviario di Ravenna e socio e contabile dello Ski Club Scarpantibus. «Un caro amico - racconta Claudio Dumini, collega in ferrovia e socio nello Scarpantibus - preciso e meticoloso. Ricordo con lui le le belle discese sulla neve, e l' attenzione con cui organizzava le gite». Pur non essendo iscritto al Pd, da anni era fra i volontari della squadra 'pizze' alla festa dell' unità di Russi e quest' anno aveva prestato le sue mani anche alla festa di Ravenna. «Era sempre disponibile dove c' era bisogno - racconta l' amico 'Fitti', Giuseppe Verità - gli ho chiesto un aiuto per la festa nazionale a Ravenna, e lui è venuto ben quattro sere. Una persona buona, talvolta spigolosa, ma un amico su cui contare. E un appassionato ballerino: la sera prima del malore lui e la moglie hanno ballato il boogie fino a mezzanotte». «Era preciso sì, ma anche molto curioso - racconta la figlia Letizia -: un grande lettore, appassionato di documentari e molto informato, ma soprattutto con la fortissima volontà di fare insieme e per gli altri. Per dieci anni dal 2003 al 2013, con l' associazione 'Piccolo Mondo', i miei genitori hanno accolto tre mesi d' estate e tre mesi di inverno Kola Nikolaj, un bimbo bielorusso. Un' ospitalità che si è interrotta solo con la maggiore età di Kola e quindi l' impossibilità di venire nel nostro paese senza un permesso di studio o lavoro. Ma non si sono interrotti i contatti: non so come faremo a dirglielo». I funerali si terranno domani mattina, con partenza dalla camera mortuaria di Ravenna per la chiesa a di Filetto. La salma sarà tumulata nel cimitero di Godo. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 5
3 ottobre 2018 Ravenna Today Cronaca Un sabato vietato ai minori: a Faenza arriva il re del porno, Rocco Siffredi Che piaccia no è uno di personaggi italiani più conosciuti al mondo e non si può certo negare quanto possa essere "invidiato" dalla categoria maschile, e perlomeno ammirato da quella femminile: è Rocco Siffredi, attore, regista, produttore, incontrastato re del porno. Sarà lui, nel ruolo di guest star, ad inaugurare il 6 di ottobre la stagione del Juice, il locale di Faenza (ex Tek, via Proventa) che affiderà la nuova gestione ad Alessandro Gioia, di Russi, impegnato in estate al Marina bay. A Faenza saranno tre i format nelle serate del venerdì e del sabato. "Per l' inaugurazione abbiamo pensato, proprio a Siffredi - spiega Gioia -: una figura molto conosciuta del mondo dello spettacolo, oltre ad una persona disponibile e pieno di risorse che vanno al di là del ruolo per cui è conosciuto. Dopo di lui avremo altri personaggi che faranno clamore, gia' Sabato 27 ottobre sara' la volta di Fabrizio Corona dopo il concerto live dei mitici Joe diBrutto". Un sabato ogni tre il Juice è rivolto ad un target più adulto: alle 21 la cena spettacolo con Alle Cavriani e Andrea Mazzali (e molti altri artisti a rotazione durante la stagione), cui seguirà sul palco la musica live (si apre con i Brillanti Sparsi) e l' ospite d' onore, prima di concludere con la classica discoteca, in due sale. Nella sala sotto, la commerciale, reggaeton ed happy music; nella sala sopra house music (info e prenotazioni al 392.3980071). Per lanciare l' inaugurazione lo stesso Rocco Siffredi ha girato uno spot che sta spopolando sui social (niente di scandaloso) in cui si invita alla serata. Rocco è in compagnia di una bionda fatale, spasimante di lui "ehi ragazzi questo è il mio mondo - dice Siffredi indicando la ragazza e rivolgendosi al pubblico - dovete accettarlo così com' è: è pieno di arrapate ninfomani". Poi la sgrida: "metti dentro quella lingua, chiudi quella bocca, devo dire una cosa seria: siete tutti invitati in discoteca a Faenza, esattamente al Juice sabato 6 ottobre". E ancora rivolto alla partner "ti piace il Juice? Lo sapevo che ti piace". Qualche settimana fa in un' intervista sul quotidiano Libero, Siffredi si è lasciato andare a confessioni famigliari. Sposato dal 1993 con Rosa Caracciolo (Rózsa Tassi, già miss Ungheria prima di diventare attrice porno), con due figli, i due incarnano i ruoli della coppia perfetta. Eppure "sotto le lenzuola - ha rivelato Rocco - abbiamo i nostri problemi, mia moglie mi accusa di annoiarsi: possiamo farlo in dieci posizioni diverse, per tutta la giornata, ma mi sembra una seduta di fitness e lei si annoia io mi annoio". Nel 2015 "super Rocco" è stato tra i protagonisti dell' Isola dei Famosi. Tutti i venerdì del Juice saranno rivolti ai più giovani con un format nazionale "One two One Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 7
4 ottobre 2018 Pagina 33 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Cultura e Turismo AGENDA RUSSI FESTA DI GODO Alle 21 The Muttleys in concerto nel giardino del Rotterdam pub. La festa prosegue fino a lunedì. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 9
4 ottobre 2018 Pagina 67 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) sport Coppa In Eccellenza ko la squadra di Folli. Promozione, la Del Duca Ribelle passa con Dumitru Morganti beffa il Cotignola a tempo scaduto Russi 0 Del Duca Ribelle 1 RUSSI: Casadio, Rava, Vasumini, Godoli, Temporin, Tassinari (11' st Gallamini), Calderoni, Lombardi, Trovato, Babini (28' pt Placci) Consalvo (43' st Troncossi). All. Candeloro DEL DUCA RIBELLE: Teodorani, Tiranti, Maraldi, Bravacini (30' pt Petricelli), Baronio, Polini (30' pt Tramonti), Zoffoli, Candoli, Dumitru, Mazzoli (10' st Gazzoni), Mazzarini. All. Montanari Arbitro: Verdone di Imola Reti: 49' st Dumitr Note: ammoniti Tassinari, Trovato, Tiranti, Dumitru. IL DEL DUCA Ribelle si impone per 1-0 negli ultimi secondi del match sul Russi. Il prossimo turno della Coppa Italia di Promozione vedrà il Russi far visita al Cervia e il girone sarà concluso con la sfida finale fra Del Duca Ribelle e Cervia. È stata una partita equilibrata dove le due formazioni si sono date battaglia a viso aperto con gli ospiti a sfruttare al 49' della ripresa una delle tante occasioni che la partita gli aveva messo a disposizione. Su lancio di Teodorani Dumitru scatta sul filo del fuorigioco bruciando la difesa arancionera e con un preciso diagonale appena dentro l' area fa secco un incolpevole Casadio (che già nel finale aveva salvato due volte il risultato). Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 10
4 ottobre 2018 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Deficit e debito, il governo accelera il calo Pil 2019 all' 1,5% La Nota al Def. Stop all' aumento Iva per il prossimo anno ma non nei successivi. Oggi lettera alla Ue: correzione ma deficit strutturale sempre sopra l' 1% ROMA Dall' ultimo vertice di palazzo Chigi il quadro di finanza pubblica esce riscritto ancora una volta, con un deficit che dal 2,4% previsto per il 2019 cala all' 1,8% nel 2021 passando per il 2,1% del 2020. Questa nuova curva aumenta la riduzione del debito messa in programma. Il 2018 si chiude al 130,9%, tre decimali sotto il livello dell' anno scorso aggiornato due settimane fa dall' Istat, e per i prossimi tre anni viene indicata una discesa intorno all' 1,4% all' anno destinata a portarlo secondo quanto dichiarato dal premier Conte al 126,5% nel 2021. La revisione degli obiettivi di deficit e debito lima le ambizioni di crescita, i cui numeri sono stati i grandi assenti nella conferenza stampa di ieri. Il target punta all' 1,5% l' anno prossimo, per salire all' 1,6% nel 2020 e fermarsi all' 1,4% nel 2021: numeri che saranno subito messi sotto esame dall' Ufficio parlamentare di bilancio, l' Authority che giudica le previsioni governative. Un quadro del genere incorpora gli effetti delle clausole Iva, che verrebbero sterilizzate per il prossimo anno restando però in vigore per i due successivi. Il ministro dell' Economia Tria ha provato in questi giorni a far costruire una clausola alternativa sulla spesa. Ma il tentativo si è scontrato con il fatto che avrebbe determinato un effetto recessivo maggiore. Anche l' anno prossimo, quindi, bisognerà trovare il modo per evitare l' aumento di pressione fiscale incorporato nel programma. I numeri ufficiali, al contrario di quanto annunciato ieri sera del vicepremier Di Maio, saranno però inviati al Parlamento solo oggi pomeriggio, dopo l' ennesimo tuffo nelle tabelle agli uffici del ministero dell' Economia. In mattinata partirà la lettera a Bruxelles per motivare le scelte finali del governo e aprire il confronto sull' aggiustamento. Il deficit strutturale, cioè la cifra al netto di una tantum ed effetti del ciclo messa sotto esame dalla Ue, rimane molto lontano dai livelli concordati a suo tempo. Ed è destinato a restare sopra l' 1% per tutti e tre gli anni. Il deficit nominale all' 1,8% nel 2021 non basta infatti a riportare il dato strutturale sotto quella quota perché nel frattempo la crescita chiude la distanza con il potenziale (output gap), alla base del meccanismo europeo che riduce le richieste di correzione Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 11
4 ottobre 2018 Pagina 3 Il Sole 24 Ore
4 ottobre 2018 Pagina 15 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali LA RIORGANIZZAZIONE Sul tavolo della Cdp (con McKinsey) il risiko delle partecipate industriali Tra le ipotesi delle banche quella di riunire Fincantieri, Leonardo e Saipem Stefano Buffagni (5 Stelle): «È necessario razionalizzare le controllate della Cassa» MILANO La nuova Cdp, targata Lega e 5 Stelle, alzerà il sipario a fine novembre: quando verrà presentato il nuovo piano industriale. Sul tavolo ci sarà il possibile riassetto delle partecipate: tante le ipotesi, a cominciare dal suggestivo piano, a dir la verità per ora caldeggiato soltanto da alcune banche d' affari, di riunire le aziende statali industriali, cioè Fincantieri, Leonardo-Finmeccanica e Saipem. In ogni caso l' indirizzo politico sembra abbastanza chiaro. «È necessaria una razionalizzazione delle partecipazioni - spiega a Il Sole 24 Ore Stefano Buffagni, deputato lombardo del Movimento 5 Stelle, collaboratore di fiducia di Luigi Di Maio su temi come appunto la Cassa Depositi e Prestiti e vicino pure al mondo Cariplo - . Ma sono i vertici di Cdp che seguono i dossier e decidono». Un indirizzo che sarebbe condiviso anche con gli esperti economici della Lega, come l' esponente del Carroccio Giancarlo Giorgetti, sempre vicino al mondo delle Fondazioni. Ad oggi restano comunque molti gli interrogativi sull' assetto futuro della Cdp: a cominciare dalle partecipazioni che potrebbe detenere a valle per finire con la possibile riorganizzazione delle quote azionarie possedute tramite il braccio Cdp Equity e Fsi Investimenti. Si tratta di scenari che si intrecciano appunto con il piano industriale, che il vertice della Cassa, guidato dal nuovo amministratore delegato Fabrizio Palermo, sta redigendo assieme a McKinsey, la multinazionale della consulenza che già in passato, con gli altri governi, aveva affiancato la Cdp e che è stata scelta come advisor dopo una gara. Nel frattempo, tra le banche d' affari c' è un nuovo dossier che circola: cioè il riassetto delle partecipazioni di Cdp e il conferimento di qualche partecipazione del Tesoro. Se ne era già parlato con precedenti Governi, anche se con modalità differenti. Si tratterebbe di una riedizione, quindi rivista e aggiornata sulla base delle indicazioni dell' attuale Governo, del già noto piano Capricorn di Goldman Sachs, che si era ipotizzato ai tempi di Matteo Renzi. Al momento non ci sarebbero discussioni concrete sul riassetto delle partecipazioni, tanto meno con il Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 13
4 ottobre 2018 Pagina 15 Il Sole 24 Ore
4 ottobre 2018 Pagina 23 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali LA SICUREZZA DELLE INFRASTRUTTURE Le Province: 1.918 opere a rischio Sono 14.089 i ponti e le gallerie mai monitorati. «Servono almeno 3 miliardi» ROMA Servono almeno tre miliardi di euro per la messa in sicurezza straordinaria di ponti, viadotti e gallerie sulle strade provinciali (100mila km per 76 province): 730 milioni subito, per interventi urgenti su 1.918 opere sulle quali sono già disponibili rilievi tecnici dettagliati e progetti; 566 milioni per rilievi tecnici su altri 14.089 ponti o gallerie mai monitorati; e infine 1,7 miliardi per gli interventi di "priorità 2 e 3" sulle stesse 1.918 opere già monitorate. Sono questi i numeri principali della prima ricognizione a tappeto fatta dalle Province nelle settimane scorse, e coordinata dall' Upi (Unione province italiane) in seguito alla lettera inviata dal ministero delle Infrastrutture il 16 agosto dopo il crollo del ponte Morandi. I dati sono stati presentati ieri a Roma dal presidente dell' Upi Achille Variati. Sui 100mila km di strade provinciali (76 Province) ci sono circa 30mila "opere d' arte", cioè ponti, viadotti e gallerie. In base alla "mappatura" fornita dalle Province tra fine agosto e inizio settembre, e coordinata dall' Upi, circa 10mila di queste opere sono considerate "a posto" (perché nuove o già sottoposte a intervento). Sulle restanti 20.020 opere, i monitoraggi sono stati fatti solo su 5.931 opere, il 30% (rilievi tecnici già fatti in passato, non dopo il 14 agosto), mentre sul restante 60%, 14.089 opere, non è mai stato fatto. Su 5.931 opere già monitorate, servono interventi di manutenzione straordinaria per 2,454 miliardi di euro, di cui 1.918, su altrettante opere, in Priorità 1, cioè urgenti ai fini della sicurezza. Altre 14.089 opere sono secondo le Province «da monitorare», e questi rilievi costeranno circa 566 milioni. L' Upi spiega che dal 2015 in poi, con la riforma Delrio, le risorse per la manutenzione straordinaria (Ms) delle strade sono state azzerate, per salire a 1,6 miliardi in sei anni solo da quest' anno con il decreto Delrio del gennaio scorso: l' Upi chiede allora di raddoppiare questo fondo, in modo da avere in tutto circa 500 milioni all' anno per la Ms. A questo dovrebbe aggiungersi un altro fondo "straordinario" per i tre miliardi sulle strade a rischio, il fabbisogno citato sopra. Le Province chiedono inoltre di aumentare di 280 milioni all' anno le risorse correnti (manutenzine ordinaria di strade e scuole), dopo il crollo da 2,1 a 1,4 miliardi all' anno degli ultimi anni. Alessandro Arona Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 15
4 ottobre 2018 Pagina 26 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali BENI CULTURALI Art bonus condizionato al restauro delle opere L' Agenzia precisa le condizioni per fruire dell' agevolazione fiscale Art bonus anche per le erogazioni liberali corrisposte alle associazioni culturali, a patto che siano affidatarie delle opere di restauro di un bene pubblico di valenza culturale o artistica. Con la risoluzione pubblicata ieri, l' agenzia delle Entrate ha precisato le condizioni per fruire dell' agevolazione fiscale. La norma riconosce un credito d' imposta pari al 65% delle erogazioni effettuate da persone fisiche ed enti per interventi di manutenzione e restauro di beni culturali. Questo credito non è previsto solo per gli importi erogati nei confronti di enti pubblici, ma è riconosciuto anche nel caso in cui le somme siano finanziate nell' interesse di soggetti affidatari dei beni. In questa ipotesi, però, l' affidatario dovrà attenersi a degli obblighi. Dovrà attestare al ministero dei Beni culturali che le erogazioni siano state utilizzate per le finalità e con le modalità stabilite dalla Soprintendenza e che la loro causale faccia riferimento agli interventi finanziati. Secondo l' Agenzia, c' è un' altra condizione. L' affidatario dovrà attestare a consuntivo la corrispondenza degli importi versati ai soggetti incaricati dei lavori di restauro con le somme ricevute in donazione. Ne consegue che, in assenza di questa dimostrazione, i soggetti erogatori non potranno vedersi riconosciuto il credito, pur avendo indicato nella causale delle somme erogate la loro destinazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Gabriele SepioEmanuele Tito Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 16
4 ottobre 2018 Pagina 27 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali CONTRATTI PUBBLICI Appalto integrato, l' apertura dell' Anac Per la consigliera Nicotra giusto accogliere le richieste delle imprese L' Autorità anticorruzione, attraverso la consigliera Ida Nicotra, apre alle modifiche delle regole in materia di appalti su due punti delicatissimi e oggetto di richieste ripetute, negli ultimi mesi, da parte di imprese e pubbliche amministrazioni: l' allargamento del perimetro del massimo ribasso e, soprattutto, il ritorno pieno dell' appalto integrato, l ' affidamento congiunto di progettazione ed esecuzione dei lavori. È il passaggio più rilevante dell' intervento con il quale Nicotra ha chiuso il convegno organizzato da Upi Emilia Romagna che, ieri a Modena, ha fatto il punto sullo stato delle norme in materia di contratti pubblici, a poco più di due anni dall' entrata in vigore del codice appalti del 2016. Adesso che una nuova riforma è in vista, dopo la consultazione avviata in estate dal ministero delle Infrastrutture, la consigliera Anac spiega: «Sull' appalto integrato e sul massimo ribasso è opportuno accogliere le richieste di Anci e Ance. Ci sono opere che non è possibile realizzare altrimenti. Per questi casi serve una correzione del codice». Che non deve però portare a una riscrittura profonda del Dlgs 50 del 2016. «Non dobbiamo abbandonare il codice appalti, buttandolo via e ripartendo da zero», prosegue. Anche perché un correttivo delle stesse proporzioni di quello del 2017 (quando ci furono oltre 400 modifiche) imporrebbe una completa revisione di tutto il sistema di linee guida dell' Autorità. Una revisione che comporterebbe un rallentamento del mercato, a danno di imprese e amministrazioni. «Piuttosto, pensiamo ad attuare le norme che ci sono e che finora sono rimaste sulla carta». Per Nicotra, infatti, mancano ancora molti pezzi fondamentali. «Penso alla qualificazione delle stazioni appaltanti e alla riduzione dei centri di spesa della Pa. Sono due pilastri che, per ora, sono rimasti inattuati. Dobbiamo partire da qui». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Giuseppe Latour Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 17
4 ottobre 2018 Pagina 28 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali ENTI LOCALI La Rgs sblocca gli avanzi dei Comuni La «manovra» è strutturale ma vincolata agli investimenti ROMA Arriva via circolare lo «sblocco degli avanzi» degli enti locali atteso dopo le due sentenze della Corte costituzionale che avevano colpito le regole del pareggio di bilancio. Lo sblocco è strutturale ma parziale perché, spiega appunto la Ragioneria generale nella circolare 25/2018 firmata ieri, vincolato alla spesa per investimenti. P e r o r a , i n s o m m a , i Comuni p o s s o n o neutralizzare nei calcoli sugli obiettivi di finanza pubblica l ' a v a n z o a p p l i c a t o a l preventivo e utilizzato per la spesa in conto capitale. Per il via libera definitivo, se ne parlerà in manovra. Negli ultimi tre mesi di quest' anno la mossa può valere intorno ai 200 milioni, secondo le prime stime comunali. Ma dal 2019 il quadro cambia. Nei bilanci dei sindaci, calcola l' Upb, ci sono 3,7 miliardi di euro di avanzi, e il conto sale a 16,2 miliardi con Regioni, Province e Città metropolitane. Naturalmente non tutte queste risorse si liberano in blocco, perché per spenderle servono progetti e gare d' appalto, m a l a partita resta grande. Per liberare queste risorse, la Ragioneria spiega che nei calcoli sul rispetto del saldo zero gli enti locali «considerano tra le entrate finali anche l' avanzo di amministrazione per investimenti applicato al bilancio di previsione». In questo modo, nei conteggi sui vincoli di finanza pubblica l' entrata neutralizza la spesa, che quindi non ha più un impatto negativo. Questo via libera amministrativo dovrebbe anticipare la soluzione strutturale in manovra, ma non è il primo capitolo della storia, perché degli avanzi si discute da anni. Dopo i 700 milioni sul 2017, l' ultima manovra ha alzato a 900 milioni annui la quota di avanzi liberata con il meccanismo del Patto nazionale, mentre il milleproroghe ha rilanciato (senza successo) i Patti regionali. La Ragioneria ora ha potuto certificare lo sblocco parziale per le coperture offerte dal Milleproroghe, con la sospensione fino al 2020 del bando periferie, contro cui la Regione Sicilia ha chiesto giusto ieri alla Consulta di intervenire. Il quadro, insomma, rimane molto mosso, con più di un problema per gli enti locali che si trovano ora a dover rivedere in extremis la programmazione per sfruttare le risorse che si liberano (si vedano gli approfondimenti su www.quotidianoentilocali.ilsole24ore.com). Gianni Trovati Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 18
4 ottobre 2018 Pagina 2 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Il punto Ci si sta accapigliando su un Def di cui non si conosce il contenuto C' è qualcosa di paradossale nell' attuale dibattito sulle scelte di finanza pubblica operate dal governo: la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, di cui tanto si discute, non esiste. Sul sito del ministero dell' economia e finanze, alla voce Def 2018, si aprono alcuni documenti, ma il più recente risale a luglio. In pratica, il governo ha dichiarato solo e unicamente di aver programmato un deficit del 2,4% del Pil per il 2018 (in soldoni un aumento del debito pubblico di 40 miliardi), senza spiegare come si è arrivati a questa ragguardevole cifra. Non è una mancanza da poco, anzi direi che è sconcertante aver dichiarato un dato scioccante (il deficit al 2,4% del Pil) senza spiegare come è stato calcolato. Ancora più sconcertante se si pensa al prezzo altissimo che le finanze pubbliche e ogni singolo risparmiatore italiano stanno pagando in questi giorni. È un po' come se un privato o un imprenditore molto indebitato andasse nella sua banca chiedendo altri soldi in prestito, senza però dire perché e cosa vuole fare con questi soldi. Nella migliore delle ipotesi, la banca direbbe al cliente: non mi piace questa richiesta, comunque, visto che non voglio rovinarti, torna quando sarai in grado di dirmi almeno a cosa ti servono questi soldi. Ovviamente, trattandosi di uno stato che si indebita, il discorso è immensamente più complesso, ma in pratica è quello che è successo al povero ministro Tria, rientrato in Italia senza andare all' Eurogruppo per mettere a punto le tabelle dei conti che (e questo è il dato surreale) sono propedeutiche alla dichiarazione dell' entità del deficit, anzi ne costituiscono il presupposto logico e addirittura aritmetico. Una figuraccia mondiale per il ministro Tria che invece si era contraddistinto nella fase iniziale del suo mandato per rigore e per aver rilasciato dichiarazioni assolutamente condivisibili. Non ho mai condiviso l' operato del governo Gentiloni e del ministro Padoan, ma, lo scorso anno, oggettivamente, il 23 settembre, le 150 pagine della Nota di aggiornamento del Def erano disponibili e consultabili, si poteva articolare un ragionamento; adesso non si può. Sono passati otto giorni, si sono bruciati svariati miliardi, un patrimonio di credibilità nazionale e un ministro, senza conoscere la Nota di aggiornamento (come imporrebbe la minima dignità di una potenza mondiale) e neanche una tabella Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 19
4 ottobre 2018 Pagina 2 Italia Oggi
4 ottobre 2018 Pagina 33 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Una decisione della Cassazione Rendita catastale, vale destinazione Il provvedimento di attribuzione della rendita catastale dell' immobile è un atto tributario relativo al bene che ne costituisce l' oggetto sicché l' idoneità di quest' ultimo a produrre ricchezza è legata non all' uso ma alla destinazione funzionale e produttiva del bene. La destinazione, pertanto, afferma la Cassazione (sentenza n. 22103/2018) va accertata in relazione alle potenzialità di utilizzo del bene purché non in contrasto con la disciplina urbanistica. Secondo la normativa vigente il classamento consiste nel riscontrare, mediante sopralluogo per ogni singolo immobile, la destinazione ordinaria e le caratteristiche che influiscono sul reddito e nel collocare l' immobile stesso tra le categorie e classi stabilite per la zona censuaria; tale destinazione ordinaria va desunta dalle caratteristiche oggettive (costruttive e tipologiche in genere) e dal concreto uso che se ne faccia (dpr 1142/1949 e dpr 138/1998, art. 8). Nel caso di specie una Fondazione onlus che gestisce una Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) per persone anziane non autosufficienti ha impugnato un avviso di accertamento di rendita catastale per un proprio immobile. La Ctp ha accolto il ricorso, mentre i giudici di appello hanno accolto le ragioni del fisco ritenendo legittima la modifica del classamento originario. La società ha proposto ricorso per Cassazione, eccependo l' illegittimità della nuova classificazione fondata su elementi tecnici e contabili non indicati nell' atto impositivo. La Corte ha ritenuto che il provvedimento di attribuzione della rendita catastale di un immobile che inerisce al bene che ne rappresenta l' oggetto - secondo una prospettiva di tipo reale inerente alle caratteristiche oggettive (costruttive e tipologiche) della cosiddetta destinazione ordinaria del bene - fa sì che l' idoneità a produrre ricchezza deve ricondursi, non al concreto uso dello stesso, ma alla sua destinazione funzionale e produttiva. Tale destinazione va accertata da parte dell' ufficio in relazione alle potenzialità d' utilizzo sempre che non sia in contrasto con la disciplina urbanistica. Nella fattispecie l' immobile presentava delle caratteristiche oggettive e strutturali di categoria speciale (in quanto costruito ed adibito a speciali esigenze di un' attività commerciale), e l' attività medico- ospedaliera rappresenta un ulteriore indizio (non decisivo) circa la destinazione d' uso del compendio in questione. Pertanto quando le caratteristiche strutturali di un immobile lo fanno rientrare in una categoria speciale, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 21
4 ottobre 2018 Pagina 33 Italia Oggi
4 ottobre 2018 Pagina 36 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Con una circolare la Ragioneria dello stato sblocca le risorse ma solo per quest' anno Comuni, avanzi liberi nel 2018 Gli enti locali potranno utilizzarli per gli investimenti Gli enti locali possono utilizzare liberamente l' avanzo di amministrazione per finanziare gli investimenti. Ma, per il momento, solo per il 2018. Possono essere sintetizzati in questi termini i contenuti della circolare n. 25/2018, diffusa ieri della Ragioneria generale dello stato. Il documento integra e modifica la precedente circolare n. 5/2018, nella quale la stessa Rgs aveva sintetizzato le regole operative del c.d. pareggio di bilancio, il meccanismo introdotto al posto del Patto di stabilità interno per tenere s o t t o c o n t r o l l o i c o n t i d i regioni, c i t t à metropolitane, province e comuni. La relativa disciplina quadro è contenuta nella legge 243/2012 - una legge «rinforzata» direttamente attuativa dell' art. 81 Cost. riformato nel 2012 per recepire i diktat europei del Fiscal compact. A sparigliare le carte è però intervenuta la Corte costituzionale, che con due importanti sentenze (nn. 247/2017 e 101/2018) ha imposto una lettura «costituzionalmente orientata» di tale normativa. È stato affermato che «l' avanzo di amministrazione, una volta accertato nelle forme di legge è nella disponibilità dell' ente che lo realizza» e pertanto deve essere annoverato fra le entrate che concorrono al conseguimento del saldo. Stesso discorso per il Fondo pluriennale vincolato (Fpv), che rappresenta le entrate già accertate e destinate a coperture di spese future. In pratica, i giudici delle leggi hanno corretto il peccato capitale del Pareggio (che era già proprio del vecchio Patto), ossia la penalizzazione per gli enti che hanno accumulato risparmi, ai quali per oltre 20 anni è stato di fatto impedito di utilizzarli se non in minima parte. La questione, però, è delicata, in quanto la piena attuazione di quanto deciso dalla Consulta determina la necessità di una copertura finanziaria che è stata faticosamente trovata dal recente decreto «milleproroghe» (dl 91/2018), sia pure a caro prezzo, ossia attraverso il congelamento del c.d. bando periferie. Tale misura (fortemente contestata dai sindaci) ha permesso di stanziare nel bilancio dello Stato una dotazione, in termini di sola cassa, pari a 140 milioni di euro per l' anno 2018, a 320 milioni di euro per l' anno 2019, a 350 milioni di euro per l' anno 2020 e a 220 milioni di euro per l' anno 2021 da utilizzare per favorire gli investimenti delle città metropolitane, delle province e dei comuni da realizzare attraverso l' utilizzo dei risultati di Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 23
4 ottobre 2018 Pagina 36 Italia Oggi
4 ottobre 2018 Pagina 36 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali i dati upi sul monitoraggio del mit. Sono 1.918 le opere a rischio. criticità in piemonte e lombardia Servono 3 miliardi per le infrastrutture delle province Vale 3 miliardi di euro il costo degli interventi di manutenzione sulle infrastrutture delle province. Sul patrimonio di 30 mila opere, tra ponti, viadotti e gallerie di competenza degli enti intermedi, 5.931 necessitano di interventi per un valore di 2 miliardi e 454 mila euro. A cui vanno aggiunti altri 566 milioni per effettuare indagini diagnostiche su 14.089 strutture. Nell' immediatezza però servono 730 milioni indispensabili per interventi urgenti da realizzare su 1.918 opere a rischio, in quanto già soggette a limitazione del transito o della portata del traffico, se non addirittura chiuse. È quanto emerge dal monitoraggio dell' Upi che ha fornito i dati ufficiali sul censimento avviato dal ministero delle infrastrutture all' indomani del crollo del ponte Morandi a Genova. Un censimento a cui hanno risposto tutte le 76 province delle regioni a statuto ordinario. La situazione più delicata si registra in Lombardia e Piemonte dove, in base alle segnalazioni inviate dalle province, si contano rispettivamente 334 e 328 infrastrutture a rischio. La regione con più opere da sottoporre a indagini tecnico-diagnostiche è invece l' Emilia-Romagna che ne conta 2.095 con una spesa preventivata di 37 milioni di euro. Molto più gravoso in termini di spesa sarà l' impegno chiesto alle province abruzzesi che, secondo le stime dell' Upi, dovranno spendere 101 milioni per i controlli sulle infrastrutture. Forte di questi numeri che dimostrano ancora una volta l' estrema difficoltà che le province incontrano nella gestione della rete infrastrutturale e viaria dopo i tagli draconiani degli ultimi anni, l' Upi torna alla carica in vista della legge di bilancio 2019 e della conversione in legge del decreto Genova. Nella legge di Bilancio l' Unione delle province si aspetta di trovare innanzitutto lo stanziamento a regime di 280 milioni euro per superare lo squilibrio di parte corrente causato dalle manovre degli ultimi anni. A questo va aggiunta la richiesta di incrementare di 1,5 miliardi il Fondo investimenti per le opere di straordinaria manutenzione viaria che oggi ammonta a 1 miliardo e 620 milioni per sei anni. Briciole se si spalmano queste risorse su un patrimonio stradale di 130 mila km (2 mila euro a km l' anno). Per recuperare i 3 miliardi necessari a far fronte agli interventi di manutenzione di ponti, viadotti e gallerie, l' Upi chiede l' istituzione di un Fondo pluriennale straordinario destinato alle province. Ma Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 25
4 ottobre 2018 Pagina 36 Italia Oggi
4 ottobre 2018 Pagina 37 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Gli appalti pubblici di servizi estendibili ad altri beneficiari Se un accordo quadro per l' affidamento d i servizi prevede la facoltà di estensione ad altre stazioni appaltanti, occorre che le prestazioni siano comunque determinate fin dal momento della stipula dell' accordo Anche con riguardo ai contratti successivi stipulati con le altre amministrazioni. È quanto ha affermato l' avvocato generale della Corte di giustizia europea nelle conclusioni illustrate ieri nella causa C 216/2017 (Antitrust e Coopservice). La questione rimessa al giudice europeo prendeva le mosse da una gara di appalto aggiudicata nel 2011 dall' Azienda sanitaria italiana per l' affidamento d i servizi d i sanificazione ambientale, r a c c o l t a e smaltimento rifiuti, a g g i u d i c a t a a u n raggruppamento temporaneo per il periodo 2012-2021, che dava luogo alla stipula di un accordo quadro. L' accordo prevedeva la possibile estensione (senza gara) ad altre Aziende sanitarie locali a l l e m e d e s i m e condizioni dell' aggiudicazione e per un tempo pari alla residua durata del periodo contrattuale. L' accordo quadro precisava che l' aggiudicataria non era tenuta ad accettare la richiesta di estensione ma se avesse accettato avrebbe dato luogo a un «rapporto contrattuale autonomo», distinto da quello oggetto di aggiudicazione. Nel 2015 veniva utilizzata la facoltà di estensione e quindi venivano affidati senza procedura a evidenza pubblica ad altra azienda gli stessi servizi oggetto dell' accordo quadro per il periodo 2016-2021. A seguito di ricorso dell' affidatario dei servizi oggetto di affidamento prima del 2015 e dell' Autorità garante della concorrenza e del mercato, il Consiglio di stato chiedeva alla Corte europea di chiarire innanzitutto se fosse legittimo che la prima Asl potesse agire anche per altre Asl che non avevano sottoscritto l' accordo. A tale riguardo l' avvocato generale risponde positivamente: «la qualità di parte può essere acquisita senza che sia necessario sottoscrivere l' accordo quadro e persino senza aver preso direttamente parte alla stipulazione; occorre però che chi invoca tale condizione abbia acconsentito ad obbligarsi rispetto a quanto stipulato in tale accordo». Un secondo punto sollevato da giudice italiano riguardava l' indeterminatezza delle quantità delle prestazioni richieste dalle amministrazioni aggiudicatrici non firmatarie al momento della conclusione dei contratti autonomi successivi. Su questo profilo l' avvocato generale precisa che l' indicazione delle prestazioni è sempre obbligatoria e che nell' accodo quadro deve figurare sia il valore totale di tutti i servizi richiesti, sia il valore stimato dei contratti successivi. L' Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 27
4 ottobre 2018 Pagina 37 Italia Oggi
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