COMUNE DI RUSSI Martedì, 02 agosto 2016

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COMUNE DI RUSSI Martedì, 02 agosto 2016
COMUNE DI RUSSI
 Martedì, 02 agosto 2016
COMUNE DI RUSSI Martedì, 02 agosto 2016
COMUNE DI RUSSI
                                                      Martedì, 02 agosto 2016

Prime Pagine
 02/08/2016 Prima Pagina
 Corriere di Romagna (ed. Ravenna)                                                                      1
 02/08/2016 Prima Pagina
 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)                                                                     2
 02/08/2016 Prima Pagina
 La Voce di Romagna                                                                                     3
Cultura e Turismo
 02/08/2016 La Voce di Romagna Pagina 24
 Camionista di Russi in onda su Real Time                                                               4
Infrastrutture, viabilità, trasporti
 02/08/2016 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 9                            CHIARA BISSI
 «Darsena da rifare e più vigili urbani Lidi da valorizzare...                                          5
Pubblica Amministrazione
 02/08/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 6
 Enti locali, oggi la fiducia al Senato                                                                 7
 02/08/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 17                                                  GIANNI TROVATI
 A Roma i rifiuti più «cari» d' Italia                                                                  8
 02/08/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 32
 Solo il concorso di colpa può «tagliare» la sanzione                                                   10
 02/08/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 33                                              MARISA MARRAFFINO
 Dal giudice o dal prefetto: pro e contro dei due ricorsi                                               12
 02/08/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 35
 Nelle Regioni meno dirigenti ma più cari                                                               14
 02/08/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 36                                            MARINA CASTELLANETA
 Diritti dell' uomo, boom di indennizzi                                                                 15
 02/08/2016 Italia Oggi Pagina 26                                                    SERGIO TROVATO
 Immobili rurali, annotazioni catastali...                                                              17
 02/08/2016 Italia Oggi Pagina 27                                                   DEBORA ALBERICI
 Videoriprese anti­fannulloni                                                                           19
 02/08/2016 Italia Oggi Pagina 31                                                   MATTEO BARBERO
 Oggi al voto il ddl sul bilancio degli...                                                              21
 02/08/2016 Italia Oggi Pagina 31                                               FRANCESCO CERISANO
 Personale, gli enti risparmiano                                                                        22
 02/08/2016 Italia Oggi Pagina 34                                                       LUIGI OLIVERI
 Pochi sconti agli ordini su anticorruzione e trasparenza                                               24
 02/08/2016 Italia Oggi Pagina 36                                                  FRANCO BASTIANINI
 Licenziamenti disciplinari, i giudici stoppano la Madia                                                26
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2 agosto 2016
                Corriere di Romagna
                   (ed. Ravenna)
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2 agosto 2016
                Il Resto del Carlino (ed.
                        Ravenna)
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2 agosto 2016
                La Voce di Romagna
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2 agosto 2016
Pagina 24                         La Voce di Romagna
                                                  Cultura e Turismo

  ASPIRANTE PASTICCERE MARIO HA 43 ANNI ED È TRA I CONCORRENTI DI BAKE OFF.
  CINQUE ANNI FA È NATA LA PASSIONE PER LE TORTE. TIFANO PER LUI LA MOGLIE E I
  TRE FIGLI

  Camionista di Russi in onda su Real Time
  C' è anche un camionista di Russi t r a i
  concorrenti di Bake Off Italia, il programma tv
  di aspiranti pasticceri in onda su Real Time. Si
  chiama Mario, ha 43 anni, e il suo cavallo di
  battaglia, da quanto si legge nel sito, lè la
  Colomba Pasquale. "Parto il lunedì mattina e
  torno il venerdì pomeriggio. Il camion diventa
  la mia casa nella quale cucino". Sposato con
  una moglie che ­ dice ­ "mi ha salvato la vita"
  ha tre figli. Da cinque anni è nata la passione
  della pasticceria con la torta mimosa. "Porterò
  in valigia l' affetto della mia famiglia, mi
  impegnerò al massimo per arrivare il più
  avanti possibile". Va ricordato che ultimamente
  i programmi di cucina portano bene ai
  ravennati: Erika Liverani ha vinto Masterchef,
  Sebastiano Caridi è Il più grande pasticcere,
  Graziella Frassineti ha vinto la finale della
  Prova del Cuoco. Uscendo dalle cucine, è
  importante ricordare anche il successo della
  faentina d' adozione Federica Lepanto al
  Grande Fratello.
  Alla conduzione di Bake Off, come sempre, la
  padrona di casa Benedetta Parodi è affiancata
  dai due giudici, il 're del cioccolato' Ernst
  Knam e la lady di ferro Clelia D' Onofrio.
  Dopo aver assaggiato tutti i dolci, i giudici
  hanno scelto i venti migliori per affrontare l'
  ultima sfida che avverrà nella splendida cornice di Villa Annoni a Cuggiono (Mi), dove i concorrenti
  cercheranno di guadagnare l' ambita postazione, ma questa volta non saranno solo Ernst e Clelia ad
  attenderli e a giudicarli: ci sarà infatti anche un terzo giudice, novità assoluta della nuova stagione.
  Tra i partecipanti anche un' altra corregionale: si chiama Valentina e ha solo 16 anni. Proviene da
  Parma, spesso la sera cucina invece di uscire con i suoi coetanei.

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COMUNE DI RUSSI Martedì, 02 agosto 2016
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                                   (ed. Ravenna­Imola)
                                          Infrastrutture, viabilità, trasporti

  «Darsena da rifare e più vigili urbani Lidi da
  valorizzare per il turismo»
  RAVENNA. Parla per un' ora il sindaco
  Michele De Pascale, traccia le linee
  programmatiche del suo mandato davanti al
  consiglio comunale riunito ieri, non ha un
  documento strutturato, parla quasi a braccio e
  i temi e i tempi sembrano quelli della
  campagna elettorale, quando in ogni
  occasione elencava e spiegava il programma
  della coalizione.
  Così prende forma la visione strategica di De
  Pascale fra priorità, obiettivi e parole chiave.
  Dall' opposizione i consiglieri Alberghini e
  Ancisi (LpRa) annunciano la volontà dell'
  opposizione di non partecipare al dibattito
  perché il testo in questione non è stato fornito
  in precedenza per una valutazione. Una
  battuta d' arresto superata dalla presidente del
  consiglio Molducci che propone di spostare il
  dibattito nella seduta di giovedì 4.
  Dalle parole del sindaco appaiono quindi i tanti
  punti del programma. Sull' urbanistica l'
  impegno è quello di rivedere gli strumenti e le
  scelte del passato seguendo la logica di una
  riduzione delle previsioni, privilegiando la
  rigenerazione e riqualificazione anche in
  Darsena, dove il nuovo piano non ha dato i
  frutti sperati.
  Dal 2017 viene superata l' Asp nella forma
  attuale e i servizi sociali rientrano in capo all' amministrazione comunale, mentre cresceranno forme di
  collaborazione con Cervia e Russi.
  In tema di ordine pubblico il sindaco promette altre 10 assunzioni di vigili urbani stagionali nel 2017 e
  misure sul tema della vi deosorveglianza, con un progetto che permetta interventi in tempo reale in
  stretto rapporto con le forze dell' ordine.
  Sulla sanità le vocazioni del territorio sono la cardiologia, l' ematologia, la neurologia e l' ortopedia.
  In tema di salute pubblica, nel 2018 verrà chiuso l' in ceneritore e il sindaco promette vigilanza sulle
  attività di Hera.
  De Pascale poi dedica particolare attenzione all' economia, dal porto, agli investimenti per le
  infrastrutture, fino alla chimica e al turismo. «Il turismo è una grande leva per un' occupazione di qualità
  per le prossime generazioni, rilanceremo il ricettivo, faremo un piano di investimento sui lidi,
  valorizzeremo le vocazioni specifiche dallo sport al divertimento. Non dare spazio al divertimento sulla
  costa romagnola è tentato suicidio. Rispettando le regole ci sarà spazio anche per il naturismo».
  A seguire c' è spazio per il bypass e lo spostamento delle merci dalla stazione ferroviaria, la rete viaria
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COMUNE DI RUSSI Martedì, 02 agosto 2016
2 agosto 2016
Pagina 6                                     Il Sole 24 Ore
                                             Pubblica Amministrazione

  numero legale grazie a ala

  Enti locali, oggi la fiducia al Senato
  Il governo ha posto la fiducia sul Dl enti locali
  che sarà votata oggi. Ieri in Senato sono state
  respinte tutte le questioni pregiudiziali dopo
  che il gruppo Ala ha garantito, con la sua
  presenza il numero legale non raggiunto in un'
  altra occasione nel corso della giornata. Il
  testo, che non ha subito modifiche rispetto a
  quello licenziato dalla Camera, sarà dunque
  approvato definitivamente.
  © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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                                              Pubblica Amministrazione

  Inchiesta. A spingere la spesa sono anche le caratteristiche del territorio e la struttura del
  personale ­ Allarme riscossione sulla Tari

  A Roma i rifiuti più «cari» d' Italia
  Nell' ultimo anno costi in riduzione, ma rimane una differenza del 32% su Milano e del
  42% su Torino

  Di fronte alla condizione delle strade nella
  Capitale e al rischio costante di emergenza
  sanitaria che circonda i rifiuti abbandonati
  lungo i marciapiedi, i numeri dei bilanci
  possono sembrare secondari. Sono proprio
  queste cifre, invece, a raccontare molti dei
  problemi strutturali dell' igiene urbana a Roma,
  e anche i tentativi faticosi di rimettere in sesto
  una macchina troppo spesso schiacciata da
  pressioni che con la qualità del servizio hanno
  poco a che fare.
  I numeri, si sa, non fanno sconti, e raccontano
  prima di tutto che i cittadini romani per i rifiuti
  spendono molto più di chi abita a Milano o
  Torino. Nel preventivo di quest' anno,
  approvato dalla gestione commissariale
  guidata dal prefetto Tronca, il Campidoglio ha
  messo a bilancio per la gestione dei rifiuti
  poco meno di 830 milioni di euro: per ogni
  abitante della Capitale fanno 288,9 euro all'
  anno, cioè il 32,6% in più dei costi a carico di
  ogni residente a Milano, mentre la differenza
  sale al 42,2% se il confronto viene effettuato
  con Torino. Nel 2015 la spesa ha iniziato a
  invertire la rotta, riflettendosi anche in un taglio
  dell' 1,5% medio inedito per la tariffa dei
  romani, ma la Capitale rimane da record. A spingere i costi c' è anche una struttura del personale più
  pesante rispetto alle "concorrenti" (nel caso di Amsa, poi, bisogna tener conto del fatto che l' azienda
  oltre a Milano serve altri 12 Comuni dell' hinterland), oltre ovviamente alla complessità del territorio:
  Roma, ricorda l' Ama nell' ultimo rendiconto, ha un' estensione di 1287 chilometri quadrati, e la somma
  di Milano (182kmq), Bologna (141) e Torino (130) «costituisce solo il 30% della superficie comunale»
  della Capitale. Oltre alle difficoltà geografiche ci sono poi quelle di contesto: è vero, come ha ricordato
  ieri la sindaca Raggi, che Ama «ha oltre 600 milioni di debiti», ma nel bilancio ci sono anche parecchi
  crediti fra i quali 408 milioni attesi dal «controllante»: il Comune.
  I tanti cassonetti che in queste settimane sembrano abbandonati al loro destino, ma anche la più
  generale situazione media dei quartieri romani, non giustificano comunque la differenza con le altre
  grandi città, e infatti i romani non la pagano volentieri. Il finanziamento del servizio è garantito dalla Tari,
  ultima metamorfosi di una tassa sui rifiuti che negli ultimi anni ha cambiato parecchie volte nome e
  forma, ma nella Capitale le riscossioni effettive vanno a rilento.
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  L' ACCERTAMENTO DELLE RESPONSABILITÀ

  Solo il concorso di colpa può «tagliare» la sanzione
  A fronte di pene estremamente severe, e del
  divieto di concessione delle circostanze
  attenuanti ­ diverse dalla minore età del reo
  (articolo 98 cp) e dal minimo contributo al
  verificarsi dell' incidente (articolo 114 cp) ­
  assume particolare rilevanza l' attenuante
  prevista dal penultimo comma degli articoli
  589 bis e 590 bis, dato che comporta una
  diminuzione di pena fino alla metà se l' evento
  non è «esclusiva conseguenza dell' azione o
  dell' omissione del reo».
  I massimari della giurisprudenza sono colmi di
  casi in cui, accanto alla responsabilità del
  conducente di un veicolo per un incidente con
  morti o feriti, vi è stata anche quella di altri
  soggetti: il proprietario di una strada per l'
  omesso collocamento di segnali, l'
  amministrazione d i u n ente locale p e r l a
  manutenzione della strada, oppure il direttore
  e/o il gestore di una tratta autostradale per le
  condizioni pericolose della stessa, il datore di
  lavoro per la fornitura al dipendente d i u n
  veicolo aziendale potenzialmente pericoloso, il
  genitore per l' omesso agganciamento del
  figlio piccolo all' apposito seggiolino, il
  conducente di un altro veicolo coinvolto nell'
  incidente per il mancato rispetto della distanza di sicurezza ­ o comunque per la sua condotta di guida
  non adeguata alle condizioni contingenti ­ il personale di soccorso e/o sanitario che commetta un errore
  nelle cure ad un ferito, dopo un incidente stradale, aggravandone le condizioni o addirittura
  cagionandone la morte.
  Di qui la rilevante esigenza che, appena entrate in campo, le forze dell' ordine agiscano con estrema
  accuratezza per garantire alla magistratura di poter ricostruire i fatti nel modo più esaustivo possibile,
  evitando che sfumi la possibilità di conoscere l' esistenza di concause rilevanti nella determinazione
  dell' evento morte e/o lesioni: errori od omissioni commessi nella prima fase di un' indagine possono
  infatti notoriamente inficiare il suo esito, e/o pregiudicare irrimediabilmente la possibilità per l' imputato
  di approntare un' adeguata difesa sin dalla fase cautelare. L' auspicio è che le forze dell' ordine, sin dal
  primo accesso ai luoghi dell' incidente, si tengano in stretto contatto con il pubblico ministero,
  condividendo con lui l' eventuale decisione di procedere all' arresto in flagranza e trasmettendogli tutte
  le informazioni rilevanti ­ sulle persone, le cose e i luoghi ­ per decidere come cristallizzare
  esaustivamente la scena del delitto, mediante l' istituto del sequestro probatorio. Si tratta di attività
  preziosa per il successivo compimento dei rilievi tecnici che possono riguardare le testimonianze di chi
  ha assistito a un drammatico incidente, in cui magari ha perso la vita una persona cara ­ sulle

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  IL PROBLEMA MULTE

  Dal giudice o dal prefetto: pro e contro dei due
  ricorsi
  Le modalità per contestare un verbale di
  infrazione al Codice della strada sono due: il
  ricorso al giudice di pace e al Prefetto. In
  entrambi i casi non è obbligatoria l' assistenza
  del difensore, ma le regole sono diverse.
  Davanti al giudice di pace il termine per
  impugnare la multa è di trenta giorni dalla data
  di notifica o dalla consegna del verbale in caso
  di contestazione immediata; davanti al Prefetto
  i giorni salgono a sessanta ma non scatta la
  sospensione estiva.
  Soltanto per il ricorso giurisdizionale, infatti,
  non si contano i giorni dal primo al 31 agosto.
  Nel caso in cui il verbale preveda anche la
  decurtazione dei punti della patente, può
  presentare ricorso non solo il proprietario del
  veicolo, ma anche il conducente nel caso in cui
  a b b i a comunicato i p r o p r i d a t i a l l '
  amministrazione procedente, anche se il
  verbale non gli è ancora stato notificato
  (Tribunale di Perugia, sentenza n. 1946 del
  30/06/2014).
  Per i giudici, il proprietario del mezzo è
  sempre obbligato ad annotare il nominativo
  delle persone alle quali presta il veicolo. In
  caso contrario, scatterà la sanzione prevista
  dall' articolo 126 bis del Codice della strada per non aver comunicato i dati del conducente. A nulla vale
  sostenere di avere molti collaboratori e di non ricordarsi a chi si è prestato il veicolo.
  L' obbligo di collaborazione che si richiede al proprietario, reale custode del bene mobile attraverso cui
  è stata commessa la violazione al Codice della strada, è talmente incisivo da imporgli di vigilare
  costantemente sull' affidamento del mezzo in modo tale da essere sempre in grado di adempiere al
  dovere di comunicare l' identità del conducente e, in caso contrario, di non consentirne affatto la
  circolazione.
  (Tribunale di Monza, sentenza 2206 del 22/09/2015).
  Se si vuole impugnare il verbale, in ogni caso non si dovrà pagare la multa, nemmeno entro i 5 giorni
  dalla notifica beneficiando dello sconto del 30%. Il pagamento, anche in forma ridotta, preclude infatti
  entrambi i ricorsi.
  Il ricorso al giudice di pace non è gratuito: è necessario infatti anticipare un contributo unificato di 43
  euro da versare contestualmente al deposito del ricorso per i verbali che non superano il valore di 1.033
  euro, occorrerà aggiungere la marca da bollo da euro 27 per i verbali di importo compreso tra 1033 a

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  Pubblico impiego. I numeri della Corte dei conti sul personale degli enti territoriali

  Nelle Regioni meno dirigenti ma più cari
  Negli anni delle spending review e dei blocchi
  alle assunzioni le Regioni hanno ridotto il
  numero dei loro dirigenti, ma chi è rimasto in
  pista costa un po' più di prima perché si divide
  una fetta dei fondi accessori di chi è uscito.
  Nella mole di numeri messi in fila dalla Corte
  dei conti nella nuova relazione sul personale
  d e g l i enti territoriali diffusa ieri (delibera
  25/2016 della sezione delle Autonomie), è
  questo fenomeno a mostrare con maggiore
  chiarezza i limiti dei freni al pubblico impiego
  che sull' onda dell' emergenza finanziaria
  hanno colpito in modo più o meno lineare la
  P u b b l i c a amministrazione s e n z a t r o p p o
  interessarsi delle conseguenze nelle singole
  strutture.
  I limiti crescenti alle facoltà assunzionali e alla
  dinamica dei costi del personale hanno fatto
  d i m a g r i r e o v u n q u e l e amministrazioni
  territoriali. I Comuni, che sono ovviamente i
  titolari degli organici più numerosi, fra 2012 e
  2014 hanno visto scendere il proprio personale
  del 3,63%, mentre la spesa è diminuita ancora
  più velocemente (­4,48%) perché il peso dei
  dirigenti, titolari delle buste paga più pesanti, è
  diminuito in rapporto al totale: la spesa per i
  vertici amministrativi, infatti, ha fatto segnare nel triennio messo sotto esame dai magistrati contabili un
  taglio dell' 11,94 per cento.
  Il personale dei Comuni, con una spesa media di 27.621 euro per ogni dipendente (contro i 34.772 euro
  pro capite delle Regioni) e di 84.935 euro per ogni dirigente (nelle Regioni si sfiorano i 93mila euro), si
  conferma quello caratterizzato dalle retribuzioni più leggere del comparto: nelle Province, invece, svetta
  il dato dei dirigenti, che arrivano a costare 97.806 euro a testa, ma in questo caso per conoscere il
  quadro definitivo occorrerà attendere i calcoli sugli effetti della riforma Delrio, che si sono dispiegati fra
  2015 e 2016.
  Pur nella stretta generale, le regole sempre più rigide di finanza pubblica non hanno modificato le
  sperequazioni nella distribuzione di personale, e le distanze che rimangono enormi fra gli enti dei
  territori a Statuto ordinario e quelli caratterizzati dall' Autonomia speciale.
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  Corte europea. Il consuntivo 2015 di quanto l' Italia ha dovuto pagare per chiudere i
  procedimenti

  Diritti dell' uomo, boom di indennizzi
  Nel 2015 sono stati versati oltre 77 milioni, contro i 5 del 2014

  Oltre 77 milioni di euro. È la cifra che l' Italia ha
  dovuto versare nel 2015 per gli indennizzi
  dovuti a violazioni della Convenzione europea
  dei diritti dell' uomo.
  L' importo più alto in assoluto liquidato dal
  Governo per risarcire le vittime di violazioni
  accertate o attraverso una sentenza di
  condanna della Corte europea o a seguito di
  regolamenti amichevoli e dichiarazioni
  unilaterali. Segno evidente che, anche se
  diminuiscono le sentenze di condanna a
  Strasburgo, non diminuiscono le violazioni dei
  diritti dell' uomo, che pesano per di più come
  un macigno sulle casse dello Stato.
  La cifra monstre è messa nero su bianco nella
  relazione annuale sull' esecuzione delle
  pronunce della Corte europea dei diritti dell'
  uomo nei confronti dell' Italia.
  presentata dal dipartimento per gli Affari
  giuridici e legislativi della Presidenza del
  Consiglio ( u f f i c i o d e l c o n t e n z i o s o ) c o n
  riferimento al 2015.
  Il costo degli indennizzi segna un balzo in
  avanti imponente rispetto al 2014, anno nel
  quale l' Italia aveva dovuto versare poco più di
  5 milioni di euro. Un aggravio enorme che ­ si
  legge nella relazione che viene presentata ogni anno in base alla legge 12/2006 ­ «è il risultato dell'
  attuazione delle politiche di riduzione del contenzioso seriale poste in essere attraverso i piani d '
  azione". In questo modo, da un lato il Governo è arrivato alla chiusura del contenzioso in via transattiva,
  ma dall' altro lato ha dovuto riconoscere il versamento di indennizzi.
  Va detto che sull' importo liquidato ha inciso anche l' esecuzione di due sentenze "pesanti": quella del
  2012 (Immobiliare Podere Trieste) con la quale la Corte europea ha condannato l' Italia a versare 47
  milioni di euro e quella del 2014 (Società Pratolungo Immobiliare) chiusa con un regolamento
  amichevole in cui l' Italia si è impegnata a corrispondere 20 milioni.
  In ogni caso, anche al netto di queste pronunce, la cifra, rispetto all' anno passato, resta molto alta.
  Per le sentenze emesse nel 2015 sono state contabilizzate 12 pronunce per un totale di 1.269.493 euro
  e otto decisioni pari a 2.195.910 euro. Per quanto riguarda la legge Pinto, l' Italia ha versato 131.319
  euro per chiudere 14 decisioni e ottenere la cancellazione dei ricorsi dal ruolo.
  Come dato positivo, invece, è da segnalare l' uscita dell' Italia nel 2015 dal gruppo di testa dei dieci Stati
  che hanno accumulato il maggior numero di condanne nell' anno, arrivando a 24 sentenze.
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  la ctr brescia sulle esenzioni fiscali

  Immobili rurali, annotazioni catastali decisive
  P e r i fabbricati rurali conta l' annotazione
  catastale sia per l' ici sia per l' Imu. Se è stata
  presentata in catasto l' autocertificazione che
  attesta la sussistenza dei requisiti di legge
  entro il 30 settembre 2012, al titolare dell'
  immobile rurale spetta l' esenzione Ici anche
  per i 5 anni precedenti. Alla stessa
  agevolazione hanno diritto i possessori di
  fabbricati strumentali censiti nella categoria
  D/10, perché l' inquadramento in questa
  categoria certifica la loro ruralità. È quanto ha
  stabilito la commissione tributaria regionale di
  Milano, sezione staccata di Brescia (67), con
  la sentenza n. 1014/2016.
  Per i giudici d' appello, l' inserimento dell'
  annotazione di ruralità n e g l i a t t i catastali
  attesta i requisiti «a decorrere dal quinto anno
  antecedente a quello di presentazione della
  domanda», se prodotta entro il 30 settembre
  2012.
  Secondo la commissione regionale «per i
  fabbricati aventi funzioni produttive connesse
  alle attività agricole è acclarato il requisito
  della ruralità se censiti nella categoria D/10».
  Per gli immobili strumentali non accatastati
  nella suddetta categoria, invece, la ruralità va
  riconosciuta in presenza della «specifica
  annotazione ottenibile mediante domanda all'
  Agenzia del territorio».
  Va sottolineato che la normativa sui fabbricati rurali è piuttosto confusa. Nel corso di questi ultimi anni ci
  sono stati vari interventi normativi e giurisprudenziali che hanno contribuito a creare dubbi e incertezze.
  Da ultimo l' articolo 2, comma 5­ter del dl 102/2013, in sede di conversione in legge (124/2013), ha
  stabilito che le domande di variazione catastale, presentate dagli interessati per ottenere l' annotazione
  d i ruralità degli immobili, hanno effetto retroattivo per i 5 anni antecedenti. L' efficacia di questa
  disposizione di interpretazione autentica può arrivare fino all' anno d' imposta 2006, considerato che i
  contribuenti avrebbero potuto inoltrare le prime istanze di variazione entro il 30 settembre 2011. Il
  decreto del ministero dell' economia e delle finanze del 26 luglio 2012 ha chiarito quali adempimenti
  devono porre in essere i titolari dei fabbricati interessati a ottenere l' annotazione negli atti catastali della
  ruralità, al fine di fruire anche per l' Imu delle agevolazioni. Per quest' ultimo tributo sono escluse dai
  benefici le unità immobiliari utilizzate come abitazione.
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  CASSAZIONE/ Il principio è valido anche quando non c' è l' obbligo di timbrare

  Videoriprese anti­fannulloni
  L' utilizzo è consentito se serve a verificare una truffa

  La Cassazione dice stop ai fannulloni. È lecito
  l' uso di videoriprese per controllare l'
  eventuale falsificazione degli orari di entrata e
  di uscita dei lavoratori. Infatti, le garanzie dello
  Statuto dei lavoratori non si applicano quando
  il datore, mediante le apparecchiature, verifica
  un reato, in questo caso una truffa. Ma non
  basta: il principio è valido anche quando non
  sussiste l' obbligo di timbrare il cartellino o il
  badge ma solo il foglio presenze.
  È quanto sancito dalla Corte di cassazione
  che, con la sentenza n. 33567 del primo
  agosto 2016, ha respinto il ricorso di due
  dipendenti comunali, accusati di truffa per aver
  falsificato gli orari di entrata e uscita nell' ente
  locale.
  In particolare i due avevano contestato la
  regolarità delle telecamere apposte all'
  ingresso, rivendicando la violazione delle
  garanzie dello Statuto del contribuente.
  La seconda sezione penale ha però
  confermato l' intero impianto accusatorio
  spiegando che in tema di apparecchiature di
  controllo dalle quali derivi la possibilità di
  verificare a distanza l' attività dei lavoratori, le
  garanzie procedurali previste dall' art.
  4, secondo comma, dello Statuto dei lavoratori
  non trovano applicazione quando si procede
  all' accertamento di fatti che costituiscono reato.
  Tali garanzie riguardano solo l' utilizzabilità delle risultanze delle apparecchiature di controllo nei
  rapporti interni, di diritto privato, fra datore di lavoro e lavoratore; la loro eventuale inosservanza non
  assume pertanto alcun rilievo nell' attività di repressione di fatti costituenti reato, al cui accertamento
  corrisponde sempre l' interesse pubblico alla tutela del bene penalmente protetto, anche qualora sia
  possibile identificare la persona offesa nel datore di lavoro.
  Ma non è ancora tutto.
  Con queste interessanti motivazioni gli Ermellini hanno inoltre precisato che in tema di allontanamento
  fraudolento dal luogo di lavoro, l' eventuale insussistenza per i lavoratori di un vero e proprio obbligo di
  vidimare il cartellino o la tessera magnetica delle presenze giornaliere non esclude che, qualora tale
  vidimazione sia comunque effettivamente compiuta, ma con modalità fraudolente tali da indurre in
  inganno il datore di lavoro, ricorrano gli estremi degli artifizi e raggiri che integrano il delitto di truffa.
  Infatti, non è la doverosità della vidimazione a rendere quest' ultima, se falsificata, idonea a trarre in
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  Oggi al voto il ddl sul bilancio degli enti
  Un unico obiettivo costituito dall' equilibrio fra
  entrate e s p e s e f i n a l i i n t e r m i n i d i s o l a
  competenza, senza vincoli sulla cassa.
  Inclusione del fondo pluriennale vincolato nel
  saldo, a regime dal 2020, ma con copertura
  garantita anche per il prossimo triennio.
  Sul piatto ci sono 600 milioni l' anno per un
  totale di circa 2 miliardi. Possibilità di
  compensazioni sul debito anche a livello
  nazionale, oltre che regionale. Sono le novità
  del disegno di legge per l' alleggerimento del
  pareggio di bilancio che la camera voterà oggi
  senza modifiche rispetto al testo già approvato
  dal senato il 13 luglio scorso.
  Uno dei nodi principali del testo riguarda il
  Fondo pluriennale vincolato, ossia la copertura
  degli investimenti già finanziati che richiedono
  più anni per essere portati a compimento.
  Attualmente, il Fpv vale ai fini del pareggio
  solo per il 2016. Il ddl licenziato dal governo lo
  inglobava nel saldo anche per gli anni 2017 e
  seguenti, ma nei soli limiti da definire con
  legge dello stato, compatibilmente con gli
  obiettivi di finanza pubblica. Un emendamento
  di Magda Zanoni (Pd), relatrice al senato, ha
  invece previsto che il Fpv sarà rilevante, anche
  se fino al 2019, entro limiti che saranno definiti
  in base all' andamento dei conti pubblici.
  Tuttavia, un accordo fra governo ed enti territoriali garantisce anche per i prossimi tre anni una
  copertura annuale al Fpv pari a 660 milioni all' anno.

                                                                                            MATTEO BARBERO

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  La Corte conti passa in rassegna i dati del triennio 2012­2014. Dirigenti in calo

  Personale, gli enti risparmiano
  Meno dipendenti e costi, ma nei comuni molte irregolarità

  Regioni e d enti locali stanno facendo la loro
  parte nel contenimento della spesa per il
  personale. Dal 2012 al 2014 le regioni hanno
  ridotto del 4,4% (da 2,88 a 2,75 miliardi) i costi
  per gli stipendi del personale dirigenziale e
  non.
  E la stessa cosa hanno fatto i comuni che
  hanno dimezzato i direttori generali (passati
  d a 7 5 a 3 7 ) , r i d o t t o i segretari e l e a l t r e
  funzioni apicali portando la spesa complessiva
  a 10,54 miliardi (­3,75%).
  Permangono tuttavia diverse criticità in
  materia di personale, segno di una certo
  disagio da parte dei municipi a muoversi nelle
  strettoie normative disegnate dalla legislazione
  degli ultimi anni. Un disagio che non conosce
  differenziazioni geografiche, essendo
  «generalizzato e diffuso su tutto il territorio
  nazionale» e che spazia su vari fronti: dal
  mancato rispetto dei limiti di spesa del
  personale, all' inosservanza delle regole sul
  contenimento del lavoro flessibile, dalla
  mancata ricognizione degli organici all'
  aggiramento delle norme sulle pari
  opportunità. Quando poi si passa alla
  contrattazione integrativa, le irregolarità non si
  contano più e riguardano sia la costituzione
  dei fondi sia l' erogazione delle risorse
  variabili.
  A certificarlo è la sezione autonomie della Corte dei conti che nella delibera n. 25 del 26 luglio ha
  analizzato l' andamento della consistenza numerica e dei costi del personale nelle regioni e negli enti
  locali, sulla base dei dati risultanti dal Sistema conoscitivo del personale (Sico), il sistema utilizzato dall'
  Ispettorato generale del Mef per gli ordinamenti del personale e l' analisi dei costi del lavoro pubblico,
  per rilevare i dati statistici del pubblico impiego.
  Le irregolarità dei comuni Secondo la Corte, le irregolarità contabili dei comuni hanno riguardato, in
  particolare, la mancata attestazione, da parte del nucleo di valutazione, della verifica della sussistenza
  di effettive disponibilità di bilancio create a seguito di processi di riorganizzazione.
  Scarsa chiarezza anche sul raggiungimento degli obiettivi di produttività e qualità che costituiscono il
  presupposto per l' erogazione delle risorse del fondo ai dipendenti. Come detto, le criticità si sono
  verificate in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.
  Dalla Liguria alle Marche, dalla Lombardia alla Puglia, gli enti hanno reiteratamente conferito posizioni
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  gli oneri legati allo schema di piano nazionale predisposto dall' anac

  Pochi sconti agli ordini su anticorruzione e
  trasparenza
  Anticorruzione e trasparenza senza sconti per
  gli ordini professionali, chiamati ad adottare
  praticamente in pieno la normativa derivante
  dalla legge 190/2012, con pochi adattamenti
  legati specialmente alla dimensione ed ai
  rischi specifici. Lo schema di Piano nazionale
  anticorruzione predisposto dall' Anac, e ancora
  in fase di consultazione, dà atto che gli ordini
  sono soggetti giuridici particolari (persone
  giuridiche dalla doppia natura di enti pubblici
  non economici e di enti pubblici associativi ad
  appartenenza obbligatoria), ma gli
  «adattamenti» per rendere compatibile la
  disciplina anticorruzione alla loro particolare
  struttura di fatto li coinvolge pienamente negli
  adempimenti.
  Trasparenza. Per quanto attiene gli
  adempimenti sulla trasparenza, l' Anac
  ribadisce che essa è la misura di prevenzione
  della corruzione tipica e più rilevante, tale da
  non poter essere in alcun modo limitata.
  Pertanto, gli obblighi di pubblicazione previsti
  per legge e le ulteriori misure connesse all'
  esercizio delle funzioni si applicano anche agli
  ordini e collegi professionali. I quali, dunque,
  sono chiamati ad elaborare il Piano triennale
  per la prevenzione della corruzione, inserendo
  la specifica sezione finalizzata a disciplinare i
  flussi informativi utili per assicurare il rispetto della trasparenza e, in particolare, del dlgs 33/2013, come
  di recente novellato dal dlgs 97/2016. Stando così le cose è più semplice individuare gli adempimenti di
  trasparenza che possono essere esclusi dal raggio di interesse degli ordini.
  In particolare, gli ordini non sfuggono alla nuova disciplina dell' accesso civico e alle regole di pubblicità
  di redditi e patrimonio di organi di governo e dirigenti. Mentre, difficilmente saranno tenuti alle
  pubblicazioni concernenti società ed enti partecipati, contributi a terzi, appalti, pianificazione territoriale,
  ordinanze contingibili e urgenti, rilevazioni statistiche ed economiche, salvo limitati casi nei quali si
  attivino specifici procedimenti concernenti le materie elencate prima (appalti o contributi in particolare).
  Dunque, per gli ordini si prospetta la necessità di considerare a 360° la disciplina della trasparenza, da
  regolare col Piano triennale.
  Anticorruzione. Secondo lo schema di Piano nazionale anticorruzione elaborato dall' Anac, «gli ordini
  sono tenuti all' adozione di un Ptpc, Ptti, di un codice di comportamento, alla nomina di un Rpc, al

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  Licenziamenti disciplinari, i giudici stoppano la
  Madia
  Una sentenza della Cassazione civ. Sez.
  lavoro, la n. 14103 dell' 11 luglio 2016,
  pubblicata appena due giorni prima della
  entrata in vigore del decreto legislativo 20
  giugno 2016, n. 116(il 13 luglio 2016)
  contenente modifiche all' art.
  55­quater del decreto legislativo n. 165/2001,
  in materia di licenziamento disciplinare dei
  dipendenti pubblici, se sarà recepita alla
  lettera da altri giudici o anche dai dirigenti di
  uffici pubblici cui compete l' onere di dare
  inizio ad un procedimento disciplinare, rischia
  di vanificare in parte gli obiettivi voluti dal
  legislatore che, come è noto, sono quelli di
  sanzionare, nei tempi più velocemente
  possibile, i comportamenti truffaldini da parte
  d e i pubblici dipendenti, i v i c o m p r e s o i l
  personale della scuola. Una sanzione che, nei
  casi elencati nell' articolo 55­quater, nel testo
  in vigore dopo le modifiche apportate dal
  decreto legislativo 116/2016, inizia con la
  sospensione cautelare e può terminare con il
  licenziamento disciplinare.
  Il rischio che possano essere, anche se in
  parte, vanificati gli obiettivi del legislatore
  nasce dalle motivazioni con le quali i giudici
  della Cassazione hanno respinto un ricorso
  p r e s e n t a t o d a u n dipendente p u b b l i c o
  avverso, appunto, il licenziamento disciplinare.
  Ad avviso dei giudici l' irrogazione della massima sanzione disciplinare ad un dipendente pubblico può
  essere giustificata in presenza di un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali o dalla
  violazione di una disposizione di legge ma anche a condizione che tanto l' inadempimento quanto la
  violazione siano di tali gravità da non consentire la prosecuzione del rapporto di lavoro dovendosi
  considerare irrimediabilmente incrinato il rapporto di fiducia. Una tesi certamente in linea con la
  disciplina vigente in tema di licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo. Ma è una tesi in
  linea anche in presenza di alcuni dei casi( falsa attestazione della presenza in servizio o assenza dal
  servizio senza valida giustificazione) ai quali, per effetto di quanto dispone il decreto legislativo
  116/2016, trova comunque applicazione la sanzione disciplinare del licenziamento?
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                                                                                              FRANCO BASTIANINI

                                  Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016

                                                                                                                  26
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