COMUNE DI RUSSI Mercoledì, 13 giugno 2018

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COMUNE DI RUSSI Mercoledì, 13 giugno 2018
COMUNE DI RUSSI
Mercoledì, 13 giugno 2018
COMUNE DI RUSSI Mercoledì, 13 giugno 2018
COMUNE DI RUSSI
                                                       Mercoledì, 13 giugno 2018

Prime Pagine
 13/06/2018 Prima Pagina
 Corriere di Romagna (ed. Ravenna)                                                                                 1
 13/06/2018 Prima Pagina
 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)                                                                                2
Cronaca
 13/06/2018 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 29
 Loriano Macchiavelli oggi a Russi                                                                                 3
 13/06/2018 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 33                            MANUELA ANGELINI
 RUSSI                                                                                                             4
 13/06/2018 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 49
 Con una scusa scippa pensionato                                                                                   5
 13/06/2018 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 51
 A scuola di ballo nel parco Appuntamento con tango e Folk                                                         6
 13/06/2018 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 63                                     ROBERTA BEZZI
 Fra elfi, boschi e misteri In piazza con Macchiavelli                                                             7
Pubblica Amministrazione ed Enti Locali
 13/06/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 2                                                             Giorgio Santilli
 Fondo investimenti legittimo, evitato stop a 36 miliardi                                                          9
 13/06/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 2                                                  Marco MobiliGianni Trovati
 La risoluzione al Def: stop Iva, rispettare gli impegni Ue 2019                                                   11
 13/06/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 19                                                      Edoardo Campanella
 COSÌ LE CITTÀ ITALIANE POSSONO SCOMMETTERE SUL LORO FUTURO                                                        13
 13/06/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 19                                                            Roberto Tasca
 QUATTRO PRIORITÀ PER I GRANDI COMUNI                                                                              15
 13/06/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 26                                                            Angelo Busani
 Immobili Peep, il prezzo imposto è vincolante per tutte le rivendite                                              17
 13/06/2018 Italia Oggi Pagina 34                                                          EMILIO DE SANTIS
 L' aggiornamento si fa senza Iva                                                                                  19
 13/06/2018 Italia Oggi Pagina 34                                                  VINCENZO DELLI PRISCOLI
 Le pretese della p.a. di regola si prescrivono in cinque anni                                                     21
 13/06/2018 Italia Oggi Pagina 37                                                         MATTEO BARBERO
 Competenza meno potenziata                                                                                        23
 13/06/2018 Italia Oggi Pagina 37                                                          SERGIO TROVATO
 Il comune non può chiedere la Tari a chi è in carcere                                                             24
 13/06/2018 Italia Oggi Pagina 37                                                    FRANCESCO CERISANO
 Il Veneto vuole più poteri                                                                                        25
 13/06/2018 Italia Oggi Pagina 37                                                         MATTEO BARBERO
 Opere, finanziamento più flessibile con il Fpv                                                                    27
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                 Corriere di Romagna
                    (ed. Ravenna)
                                    Prima Pagina

                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2017

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                 Il Resto del Carlino (ed.
                         Ravenna)
                                     Prima Pagina

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Pagina 29                           Corriere di Romagna
                                    (ed. Ravenna­Imola)
                                                          Cronaca

  INCONTRO CON L' AUTORE

  Loriano Macchiavelli oggi a Russi
  Prosegue al bar Centrale di Russi la rassegna
  di incontri letterari con gli autori e le loro
  opere, organizzati dal bar Centrale con la
  collaborazione dello scrittore Eraldo Baldini e
  con il patrocinio del Comune di Russi. L '
  appuntamento di oggi alle 21.15 è con Loriano
  Macchiavelli che presenta i romanzi "Tempo
  da elfi. Romanzo di boschi, lupi e altri misteri",
  scritto con Francesco Guccini e pubblicato da
  Giunti nel 2017; e "Uno sterminio di stelle:
  Sarti Antonio e il mondo disotto", edito nel
  2018 da Mondadori. Conducono Galeati e
  Baldini. Il 20 giugno ci sarà invece Nevio
  Spadoni con la sua raccolta "Poesie 1985­
  2017", edita da Il Ponte Vecchio. Il 27 giugno
  arriva Marcello Simoni con il suo romanzo
  storico "Il monastero delle ombre perdute".
  Info: 0544 583219.

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Pagina 33                        Corriere di Romagna
                                 (ed. Ravenna­Imola)
                                                       Cronaca

  RUSSI
  BAR CENTRALE Alle 21.15 Loriano
  Macchiavelli presenta i suoi romanzi Tempo
  d a e l f i (Giunti) e Uno sterminio di stell e
  (Mondadori). Conducono Nevio Galeati ed
  Eraldo Baldini. Libero.

                        MANUELA ANGELINI

                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2017

                                                                                             4
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                                         Ravenna)
                                                          Cronaca

  Con una scusa scippa pensionato
  In azione la ladra che abbraccia per ringraziare e intanto deruba

  LO HA avvicinato per strada, lo ha agganciato
  con un banale pretesto. Tipo gli ha raccontato
  di essere l' amica di un amico o di avere
  bisogno di urgenti informazioni stradali per
  raggiungere il centro o chissà cos' altro
  ancora. In ogni modo, deve avere funzionato:
  perché quando si è congedata dall' uomo ­ un
  85enne del posto ­, lo ha abbracciato per
  alcuni istanti: quel tanto da riuscire a sganciare
  la collana in oro e defilarsi per le vie cittadine.
  A mettere a segno il colpo nella tarda
  mattinata di lunedì alle porte di Russi, è stata
  una donna poi descritta dal malcapitato come
  giovane e gentile. Toccherà ora ai carabinieri
  dare un nome alla ladra. In ogni modo, le
  caratteristiche assomigliano molto ­ anche
  come modus operandi ­ a quelle della donna
  che nelle settimane scorse ha piazzato colpi
  analoghi su tutto il territorio ravennate.
  A partire da inizio maggio quando esperienza
  analoga era stata fatta sempre in tarda
  mattinata da un ultraottantenne del posto che a
  Pinarella di Cervia s' era visto avvicinare da
  una giovane la quale prima lo aveva distratto e
  con una scusa aveva attaccato bottone; poi gli aveva mollato un ceffone per quindi sfilargli l' orologio, un
  Rolex Submariner in acciaio del valore stimato in 4­5 mila euro; infine si era dileguata con l' aiuto di un
  complice in attesa al volante di una utilitaria. È insomma possibile che i due, una volta individuato per
  strada l' uomo con il Rolex, lo avessero per un po' seguito alla distanza decidendo quindi di entrare in
  azione al momento ritenuto più opportuno.
  In tutti i casi quella di attaccare bottone per strada e riuscire così ad avvicinarsi al proprio interlocutore
  per abbracciarlo (o schiaffeggiarlo) e alleggerirlo, sembra essere una tecnica ormai consolidata non
  solo nel ravennate. Basti pesare che proprio di recente nel marchigiano una ragazza con medesima
  tecnica ha derubato diversi malcapitati. Aspetto avvenente e spigliata, si è avvicina alla vittima di turno
  chiedendole informazioni per raggiungere il centro.
  Una volta avute, ha abbracciato l' uomo come gesto di affetto per ringraziarlo. E a quel punto gli ha
  preso ciò che è riuscita.

                                    Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2017

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                                        Ravenna)
                                                        Cronaca

  A RUSSI

  A scuola di ballo nel parco Appuntamento con tango
  e Folk
  A PARTIRE da oggi, fino al 14 agosto, il
  gruppo 'Giuseppe & Friends', in
  collaborazione con il Comune di Russi e l a
  Coperativa Sociale Onlus 'Il Mulino', organizza,
  tutti i lunedì e mercoledì, al Parco Belinguer,
  pratica di ballo Folk, Tango, Boogie­woogie,
  Lindy Hop, da sala e di gruppo. L'
  appuntamento è al Baretto delle Bocce, in via
  Barbetti, a ridosso del Parco Berlinguer, a
  Russi.
  Per info. e iscrizioni chiamare al 338 7527958
  o consultare il sito www.giuseppefriends.com.

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                                            Ravenna)
                                                             Cronaca

  RUSSI INCONTRO CON L' AUTORE DAVANTI AL BAR CENTRALE

  Fra elfi, boschi e misteri In piazza con Macchiavelli
  A tu per tu con uno dei più noti giallisti italiani

  ARRIVA il prolifico Loriano Macchiavelli, uno
  dei più noti giallisti e autori teatrali italiani, alla
  rassegna letteraria 'Scrittori e libri in piazza',
  per presentare i suoi ultimi romanzi: 'Tempo
  da elfi. Romanzo di boschi, lupi e altri misteri',
  scritto a quattro mani con Francesco Guccini e
  pubblicato da Giunti nel 2017, e 'Uno sterminio
  di stelle. Sarti Antonio e il mondo di sotto',
  edito nel 2018 da Mondadori. L' appuntamento
  è per questa sera alle 21.15 in piazza Dante,
  davanti al Bar Centrale di Russi. L' autore sarà
  intervistato da Nevio Galeati ed Eraldo Baldini,
  curatore della manifestazione.

  Macchiavelli, la collaborazione con il
  cantautore Guccini risale a vent' anni fa.
  Come è nata?
  «Per caso, nel 1997, con il primo romanzo
  'Macaroni' che ancora viene ristampato, evento
  non frequente nell' attuale panorama dell'
  editoria. Già ci conoscevamo ma senza
  frequentarci, poi lui è venuto alla
  presentazione di un mio libro e in quell'
  occasione mi ha raccontato la storia vera di un
  prete di paese trovato morto nella gora di un mulino nel 1920. Le forze dell' ordine chiusero il caso come
  incidente, ma la gente sapeva che si trattava di un omicidio».

  Com' è scrivere in coppia?
  «Nel nostro caso, semplice, perché c' è un grande rispetto e una buona sintonia. Ma all' inizio confesso
  che ero alquanto titubante, perché temevo che Guccini potesse imporre il proprio peso di notorietà e
  cultura. Fondamentale è stata l' intuizione dell' editor Mondadori Antonio Franchini che ci ha spinto a
  provare. Ed è andata piuttosto bene».

  Bolle già qualcosa di nuovo in pentola?
  «Sì. In questi vent' anni abbiamo in pratica raccontato la montagna di un tempo, dal 1930 al 1970,
  attraverso una saga che aveva per protagonista Benedetto Santovito. Poi siamo ripartiti creando il
  personaggio di Marco Gherardini detto Poiana, ispettore della Forestale, con cui ci siamo occupati della
  natura e della montagna di oggi. Ma il corpo forestale ora non esiste più, per cui dobbiamo decidere se
  far confluire Poiana nel Carabinieri o se andare in un' altra direzione».
  Nel suo 'Lo sterminio di stelle' c' è invece l' amatissimo ispettore Antonio Sarti «Considerando che il
  primo romanzo che parla delle sue gesta è uscito nel 1974, si tratta di un personaggio che vanta una
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  CONSIGLIO DI STATO

  Fondo investimenti legittimo, evitato stop a 36
  miliardi
  Il governo può decidere se andare avanti con il decreto Gentiloni o riprogrammare

  Il fondo per gli investimenti di Palazzo Chigi
  può andare avanti, non ci sarà il blocco delle
  risorse per le infrastrutture, l' ambiente e l'
  industria. Il Consiglio d i S t a t o h a i n f a t t i
  espresso un parere favorevole al decreto
  inviato dall' ex premier Paolo Gentiloni che
  ripartisce 36,1 miliardi di finanziamenti previsti
  dalla legge di bilancio 2018 e spalmati per 15
  anni ma impegnabili da subito.
  Il parere di Palazzo Spada è particolarmente
  importante perché arriva dopo la sentenza
  della Consulta (si veda Il Sole 24 Ore del 14
  aprile scorso) che ha imposto al governo di
  raggiungere l' intesa con le Regioni sui capitoli
  di spesa su cui i governatori e i sindaci hanno
  competenza. Era stata la stessa Corte
  costituzionale, però, a spiegare di non voler
  entrare nella decisione di quale livello e fase
  della ripartizione andasse sottoposto all'
  intesa. Ora il Consiglio di Stato dice che è
  legittimo il Dpcm che ripartisce i fondi fra i vari
  settori e che l' intesa andrà trovata a valle di
  questa ripartizione, nei singoli piani settoriali.
  « L a previsione dello schema di decreto ­
  afferma il parere del Consiglio d i S t a t o ­
  appare in ogni caso conforme alle prescrizioni
  della Corte pur rinviando, evidentemente, il momento dell' intesa, per le materie interessate, alla
  successiva concerta individuazione degli interventi da finanziare, e quindi al momento effettivamente
  decisionale di utilizzazione del fondo come ripartito per ministeri e settori di spesa nella sede in cui si
  discute. Sarà cura semmai del governo ­ continua il parere ­ per assicurare la piena conformità del
  procedimento attuativo del comma 1072 all' indicazione del giudice costituzionale, vigilare in sede di
  monitoraggio affinché, nell' adozione dei successivi provvedimenti di attuazione, le singole
  amministrazioni dello Stato promuovano, ove necessario, le intese con i corrispondenti livelli delle
  autonomie territoriali».
  Spetterà quindi ora al governo Conte decidere se vuole completare l' iter messo in moto da Paolo
  Gentiloni così com' è oppure voglia intervenire riprogrammando i fondi. Il governo potrebbe intervenire
  già in questa fase correggendo lo schema di Dpcm (ma in questo caso dovrebbe nuovamente ottenere i
  concerti ministeriali) oppure aspettare il parere parlamentare (dove la maggioranza potrebbe dare le
  indicazioni fondamentali per modificare il decreto) o ancora accettare l' impianto della ripartizione di
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  La risoluzione al Def: stop Iva, rispettare gli impegni
  Ue 2019
  La bozza. Pronto il documento per il voto delle Camere il 19 giugno. Vertice a Palazzo
  Chigi: «Musica con Ue deve cambiare». Tria oggi a Parigi, domani a Berlino per
  preparare la flessibilità

  ROMA La richiesta di impegno al governo ad
  «assumere tutte le iniziative per favorire il
  disinnesco delle clausole di salvaguardia», e
  «riconsiderare in tempi brevi il quadro di
  finanza pubblica» c o n l ' o b i e t t i v o d i
  «individuare gli interventi prioritari per dare
  attuazione alle linee programmatiche» indicate
  dal premier Giuseppe Conte alle Camere. Il
  tutto, però, «nel rispetto degli impegni europei
  sui saldi di bilancio 2018­2019».
  La risoluzione di maggioranza sul Def che
  arriverà martedì prossimo al voto di Camera e
  Senato corre su un equilibrio sottile. E non
  nasconde i «rischi di sovrastima della
  crescita» scritta nel Documento
  programmatico ereditato dal governo
  Gentiloni, in linea con i segni di
  raffreddamento dell' economia evidenziati da
  Ocse, Fmi e Istat. Un aspetto, quest' ultimo,
  che potrebbe offrire argomenti ai sostenitori di
  misure anticicliche "spinte" sul piano fiscale.
  La bozza di risoluzione spunta poche ore dopo
  il vertice che a Palazzo Chigi ha ospitato il
  primo confronto fra il presidente del consiglio,
  il vicepremier Luigi Di Maio, il ministro dell'
  Economia Giovanni Tria, quello degli Esteri
  Enzo Moavero Milanesi e il titolare degli Affari europei Paolo Savona. Dall' incontro non escono
  commenti ufficiali, ma viene fatto trapelare l' obiettivo di «cambiare la musica» nei rapporti con
  Bruxelles. E giusto oggi parte l' azione internazionale del ministro Tria, in una due giorni che lo vedrà
  incontrare prima il collega francese Bruno Le Maire a Parigi e poi il tedesco Olaf Sholz a Berlino. Un
  mini­tour europeo per «avviare un dialogo costruttivo», spiegano dal Mef, sui conti italiani ma anche sui
  dossier in discussione per la governance europea, che nel giudizio di Tria (e non solo) è oggi troppo
  concentrata sul deficit e troppo disattenta alle violazioni speculari sugli eccessi di surplus. Sui conti
  italiani, il ministro vuole preparare la strada per ottenere da Bruxelles margini di flessibilità sul deficit.
  I lavori sulla politica economica sono comunque all' inizio, la fase è magmatica e l' equilibrio della
  risoluzione, tre pagine in tutto, punta a intrecciare la linea più prudente che si è intestato Tria con le
  spinte più "di rottura" che percorrono la maggioranza.
  Bisogna partire da qui per cogliere le tre indicazioni chiave nella risoluzione. L' impegno a «favorire il
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  COSÌ LE CITTÀ ITALIANE POSSONO
  SCOMMETTERE SUL LORO FUTURO
  Oggi le molteplici trasformazioni tecnologiche
  in atto favoriscono la cross­fertilization e
  riducono la necessità di spazi fisici, così
  aumentando le economie di agglomerazione.
  Allo stesso tempo, l' alta velocità abbatte i
  costi di trasporto e favorisce il pendolarismo
  tra aree geograficamente lontane. In questo
  sistema, Milano diventa il fulcro di un
  agglomerato urbano che comprende Torino e
  Bologna (e non solo). Si è creato, in altre
  parole, un sempre più rigido ordine gerarchico
  tra città.
  Estremizzando, il quadro economico del
  Paese appare il seguente.
  Le grandi città hanno banche e università, ma ­
  se non sono al vertice della nuova gerarchia
  urbana ­ vengono tagliate fuori dalla perdita di
  capacità produttiva, dalla nuova
  organizzazione del lavoro e dall' alta velocità. I
  distretti industriali, se sopravvissuti alla
  globalizzazione, preservano le loro
  specializzazioni produttive ma rischiano di
  perdere la linfa creditizia. Roma attrae, ma
  solo per la massiccia presenza del settore
  pubblico c h e r i s p o n d e a d i n a m i c h e
  completamente diverse rispetto al resto del
  Paese. Il Sud, sufficientemente lontano dalla Lombardia, vanta un basso capitale sociale e un sistema
  economico ancora troppo arretrato per ritagliarsi uno spazio importante all' interno di questo nuovo
  modello di sviluppo. Insomma, Milano sembra rimanere l' unico faro.
  Non ci si deve però rassegnare a questo destino. La trasformazione in atto, per quanto amplificata dalla
  quarta rivoluzione industriale, è ancora in divenire e parzialmente influenzabile. Come mostrato dagli
  elevati prezzi dell' immobiliare, Milano sta lentamente approcciando la sua soglia di congestionamento.
  Le città più in difficoltà possono fare leva su costi della vita più bassi per attrarre nuove attività
  produttive, mentre la filantropia privata può richiamare giovani famiglie attraverso investimenti in sistemi
  di welfare locali innovativi, in ambito sia sanitario sia educativo, che elevino ulteriormente la qualità della
  vita locale. Inoltre, le città più vulnerabili alla bulimia economica di Milano dovrebbero collaborare con il
  capoluogo lombardo, evitando una pericolosa competizione. L' ex sede Expo di Milano a Rho, per
  esempio, potrebbe diventare il punto d' incontro tra Torino e Milano. Il tempo di percorrenza con l' alta
  velocità da Torino a Rho è di poco superiore rispetto a quello in metropolitana partendo dal centro di
  Milano.
  La doppia candidatura di Torino e Milano per le Olimpiadi invernali del 2024 potrebbe creare le basi per
  una solida collaborazione tra le due città. Partnership simili, che al momento sembrano latitare,
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  QUATTRO PRIORITÀ PER I GRANDI COMUNI
  La situazione economica dei Comuni italiani è
  critica e rischia di essere ulteriormente
  compromessa se non si interviene con
  celerità. Il nuovo Governo dovrebbe affrontare
  come prioritaria la questione degli enti locali,
  per evitare il protrarsi di situazioni che
  rendono ancora più difficile il mantenimento
  degli equilibri di bilancio.
  In gioco c' è l' assetto territoriale del Paese e
  per questo motivo dovrebbero essere tema di
  confronto per tutte le forze politiche. Anche
  Milano, che ha i conti in ordine e una solida
  situazione patrimoniale, è messa a dura prova
  I Comuni italiani ricevono ormai da tempo
  minori trasferimenti (8,4 miliardi di euro dal
  2010 al 2015) dallo Stato ma hanno comunque
  ridotto la spesa corrente, al netto di quella per
  la raccolta dei rifiuti e per il trasporto pubblico
  locale. Milano è tra i comuni più virtuosi, ma
  non basta però a garantire il pareggio di
  bilancio nel medio periodo.
  Mi permetto di avanzare quattro proposte che
  h a n n o p e r o g g e t t o i Comuni g r a n d i : l a
  rimodulazione del debito, la riforma della
  riscossione che consenta più autonomia di
  azione coattiva, l' utilizzo più esteso dei
  fabbisogni standard per aumentare i risparmi di spesa e infine un intervento nella gestione delle risorse
  umane .
  Il debito ha un peso eccessivo sui bilanci comunali. Il rimborso della quota capitale con entrate correnti
  ha indubbiamente giocato a favore della contrazione del debito pubblico dei Comuni. Oggi però, sono
  necessari correttivi o si rischia di minare la capacità di offerta di servizi.
  I correttivi potrebbero partire da un buyback come quello proposto dal Mef alle Regioni nel 2014 e
  realizzata per 3,7 miliardi di euro nel 2015.
  L' intervento ha consentito di estendere la scadenza media del debito, riducendo l' impatto annuo sulla
  parte corrente della quota di capitale rimborsata e la spesa per interessi, chiudendo anche tutte le
  operazioni in derivati ancora aperte.
  In seconda battuta c' è il tema della riscossione. Bisogna migliorare la capacità di recupero dei crediti
  del Comune. Si può fare aprendo alle facoltà oggi previste per l' Agenzia delle entrate, ovvero
  conoscere la ricchezza finanziaria dei cittadini insolventi, potendo così pignorare direttamente i conti
  correnti.
  In terzo luogo, l' estensione dei fabbisogni standard, che la stessa Anci ha rallentato nel corso del 2017,
  rappresenta un percorso necessario per riorientare la spesa dei Comuni, in una logica più efficiente. D'
  altra parte, il mantenimento dell' attuale meccanismo di trasferimento aprirebbe prima o poi una "guerra
  tra poveri", essendo finanziato interamente dai Comuni, senza alcun sostegno da parte dello Stato.
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  CASSAZIONE

  Immobili Peep, il prezzo imposto è vincolante per
  tutte le rivendite
  Nulla la clausola, nel preliminare o nel definitivo, con prezzo maggiorato

  Nei contratti di compravendita delle singole
  unità immobiliari comprese in un piano d i
  edilizia residenziale pubblica, i l p r e z z o
  imposto dalla convenzione tra impresa
  costruttrice e Comune in base aòla legge
  865/1971 va applicato sia quando il costruttore
  vende l' appartamento appena ultimato sia in
  tutte le rivendite successive alla prima. Lo ha
  ribadito la Cassazione nella sentenza
  13345/2018 precisando che il prezzo
  «imposto» in virtù delle convenzioni stipulate
  in base alla legge 10/1977 vale invece solo per
  la prima vendita (tali convenzioni non sono
  inerenti l' edilizia residenziale pubblica).
  La controversia concerneva l' inadempimento
  di un preliminare di vendita, avente a oggetto
  la proprietà di un appartamento edificato sulla
  base di una convenzione Peep, stipulata in
  base alla legge 865/1971. In questo contratto
  preliminare, promittente venditore e
  promissario acquirente avevano pattuito un
  prezzo maggiore di quello imposto dalla
  convenzione; nel conseguente contratto
  definitivo avevano poi dichiarato un prezzo in
  linea con quello «imposto» dalla convenzione,
  ma notevolmente inferiore rispetto a quello
  pagato. Dopo la stipula del contratto definitivo, la parte acquirente ha domandato la restituzione della
  differenza tra il prezzo convenzionale e il prezzo sborsato: domanda rigettata dal Tribunale di Savona e
  dalla Corte d' appello di Genova e accolta in Cassazione.
  In linea con la sentenza delle Sezioni Unite 18135/2015 (si veda «Il Sole 24 Ore» del 29 settembre
  2015), la Cassazione ribadisce che il vincolo del prezzo imposto opera non solo nei confronti del
  cessionario che acquisti dalla società costruttrice, ma anche nei confronti dei successivi aventi causa
  dal primo acquirente.
  La Cassazione fonda, in particolare, la sua decisione sul rilievo che l' articolo 31, comma 49­bis, della
  legge 448/1998 (introdotto dal Dl 70/2011, convertito in legge 106/2011), ha statuito che i vincoli relativi
  alla determinazione del prezzo massimo di cessione delle singole unità abitative nonché del canone
  massimo di locazione delle stesse, contenuti nelle convenzioni di cui all' articolo 35 della legge
  865/1971, «possono essere rimossi con convenzione in forma pubblica stipulata a richiesta del singolo
  proprietario» verso il pagamento di un corrispettivo stabilito dal Comune stesso. Questa norma dunque
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  Ordinanza della Cassazione respinge un ricorso presentato dall' Agenzia delle entrate

  L' aggiornamento si fa senza Iva
  Esenti i corsi riconosciuti da pubbliche amministrazioni

  Esenti da Iva i corsi formativi e di
  aggiornamento professionale riconosciuti da
  pubbliche amministrazioni.
  Tali corsi non devono sottostare al controllo e
  a l l a v i g i l a n z a d e l l ' ente pubblico, p e r
  beneficiare dell' esenzione prevista all' articolo
  10, comma 20, del dpr 633/1972, né
  tantomeno devono essere finanziati
  obbligatoriamente dallo stesso.
  Per usufruire dell' agevolazione, le prestazioni
  educative e didattiche, nelle quali vanno
  ricomprese anche quelle d' insegnamento
  delle pratiche sportive, è necessario solo che
  esse siano poste in essere da organismi
  riconosciuti da qualsiasi branca della pubblica
  amministrazione, c o m e , p e r e s e m p i o , « l e
  federazioni sportive che sono organi del Coni,
  a sua volta sottoposto alla vigilanza del
  ministero per i beni e le attività culturali»,
  come recita l' art.
  1 del dlgs n.
  242/1999.
  Lo afferma l' ordinanza 14124/2018 della Corte
  di cassazione, nel respingere il ricorso dell'
  Agenzia delle entrate avverso la sentenza
  della Ctr Umbria n. 433/02/2016.
  La vicenda scaturiva da un avviso di
  accertamento per Ires, Irap e Iva, anno 2008,
  con il quale l' Agenzia aveva contestato alla società contribuente, esercente attività di corsi e formazione
  professionale, di essersi avvalsa, per quanto riguarda la sola Iva, di esenzione che invece non le
  spettava, perché mancante del requisito oggettivo. Nel ricorso l' ufficio sosteneva che detta circostanza
  si verificava solo quando l' esercizio dell' attività in questione foste sottoposta «a controllo e vigilanza»
  da parte dell' ente pubblico che l' avesse riconosciuta, oltre ad averne effettuato il finanziamento e
  «inseriti nei cataloghi formativi» del medesimo.
  Invece i giudici di legittimità hanno escluso tali esigenze, che l' ufficio faceva discendere anche dalla
  circolare n. 22/E del 18/3/2008, male interpretata nel ricorso, secondo gli Ermellini, poiché se è vero che
  «il riconoscimento costituisce il requisito essenziale richiesto dalla normativa comunitaria e nazionale
  quale discrimine per ricondurre le prestazioni di cui trattasi nell' ambito dell' esenzione dall' Iva o fra
  quelle imponibili», lo stesso è senz' altro raggiunto mediante l' accreditamento da parte della regione, ai
  sensi delle leggi 62/2000 e 27/2006. Con ciò certamente condividendo, ma non per escludere la diversa
  fattispecie, che il finanziamento pubblico del progetto didattico sia condizione che realizza in «re ipsa» il
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  Le pretese della p.a. di regola si prescrivono in
  cinque anni
  Le pretese della pubblica amministrazione
  (Agenzia delle entrate, Inps, comuni, regioni
  ecc.) si prescrivono nel termine breve di
  cinque anni, eccetto nei casi in cui la
  sussistenza del credito non sia accertata con
  sentenza passata in giudicato o a mezzo di
  decreto ingiuntivo.
  Queste le conclusioni a cui è giunta l a C t p
  Salerno con la sentenza n. 5858 del 19
  dicembre 2017.
  Un contribuente della provincia di Salerno ha
  impugnato un' intimazione di pagamento
  notificata dall' Agenzia delle
  entrate­riscossione contenente una serie di
  cartelle di pagamento, asseritamente notificate
  tra l' anno 2004 e l' anno 2007, aventi ad
  oggetto crediti erariali per un totale di oltre
  24.000 . Con ricorso introduttivo e con
  successiva memoria illustrativa il contribuente
  ha eccepito, tra le altre cose, la mancata
  notifica delle cartelle di pagamento richiamate
  nell' intimazione di pagamento impugnata e l'
  avvenuta prescrizione dei crediti erariali (Irpef
  e Iva) indicati nelle medesime cartelle di
  pagamento.
  L' Agenzia delle entrate­riscossione s i è
  costituita in giudizio e ha provato l' avvenuta
  regolare notifica delle cartelle di pagamento
  sottese all' intimazione di pagamento, depositando una fotocopia delle relate di notifica e per tale motivo
  ha chiesto il rigetto del ricorso.
  I giudici di primo grado, pur dando atto dell' eseguita notificazione delle cartelle di pagamento da parte
  dell' agente della riscossione, hanno rilevato che comunque i relativi crediti tributari risultano prescritti,
  anche per l' assenza di qualsivoglia atto interruttivo, sostenendo dunque che sono soggetti al termine di
  prescrizione di 5 anni non solo i crediti previdenziali e quelli derivanti da tributi locali, ma anche i crediti
  erariali, richiamando la sentenza della Corte di cassazione a s.u. n. 23397/2016.
  Infatti, dopo la notifica della cartella di pagamento, divenuta definitiva per mancata impugnazione, l'
  agente della riscossione ha 5 anni di tempo per riscuotere il proprio credito, poiché la prescrizione
  segue il termine previsto per il tributo e non si allunga a 10 anni, come invece avviene nel solo caso di
  riscossione di una sentenza.
  È netta, infatti, la differenza tra gli effetti che si associano alla mancata impugnazione e acquiescenza in
  relazione a una cartella di pagamento (definitività amministrativa), e il diverso caso della definitività di
  una sentenza, col passaggio in giudicato della stessa. La definitività amministrativa non ha effetti sulla
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  per lo stato

  Competenza meno potenziata
  P e r i l bilancio dello Stato la competenza
  finanziaria è meno «potenziata» che negli enti
  territoriali.
  La conferma arriva dalla circolare n. 21/2018
  della Ragioneria generale dello Stato, diffusa
  ieri, con cui sono state fornite alle p.a.
  statali indicazioni operative sulle disposizioni
  in materia di spesa delegata alla luce delle
  novità previste dal prossimo anno in base alla
  legge di contabilità e finanza pubblica (legge
  n.296/2009). Quest' ultima ha introdotto un
  nuovo concetto di impegno che può definirsi
  «pluriennale ad esigibilità»: in particolare, il
  comma 2 dell' art.
  34 prevede che gli impegni di spesa siano
  assunti nei limiti dei pertinenti stanziamenti
  iscritti in bilancio, con imputazione agli esercizi
  in cui le obbligazioni sono esigibili. Si tratta di
  un meccanismo ben noto agli operatori di
  regioni e d enti locali, che hanno dovuto
  adeguarvisi già dal 2015. Per la rete dei
  funzionari delegati delle p.a. centrali, invece, l'
  appuntamento sarà dal 2019 e imporrà la
  definizione di programmi di spesa,
  opportunamente documentati, e commisurati
  all' effettivo fabbisogno finanziario. Tale
  previsione è p i e n a m e n t e c o e r e n t e c o n l '
  obiettivo del rafforzamento del bilancio d i
  cassa, in quanto è volta a consentire all' amministrazione di disporre, grazie ad un maggiore
  coordinamento con gli ordinatori secondari di spesa, spesso ubicati presso articolazioni periferiche dell'
  amministrazione, di ricevere dai soggetti che assumono direttamente le obbligazioni informazioni più
  esaustive in ordine all' effettivo fabbisogno finanziario e al relativo sviluppo temporale. La regola,
  comunque, si declina in termini assai meno rigidi di quanto non accada a livello periferico.
  Lo si evince dal diverso trattamento dei residui di stanziamento. Mentre in base al dlgs 118/2011, tali
  poste devono essere cancellate in sede di rendiconto, in base alla circolare le somme oggetto di ordini
  di accreditamento che risultano non interamente utilizzate entro il termine di chiusura dell' esercizio
  generano «residui di spesa delegata», determinando una disponibilità in conto residui nell' esercizio
  successivo.

                                                                                              MATTEO BARBERO

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                                                                                                               23
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  Il comune non può chiedere la Tari a chi è in carcere
  L ' amministrazione comunale n o n p u ò
  pretendere che un carcerato paghi la tassa
  rifiuti. Lo status di carcerato esclude che il
  contribuente possa produrre rifiuti n e l l '
  immobile occupato. Peraltro, esistono motivi di
  forza maggiore che hanno impedito al
  detenuto di venire a conoscenza di eventuali
  atti notificati dall' ente impositore con i quali ha
  richiesto il pagamento della Tari. È quanto ha
  affermato la commissione tributaria provinciale
  di Treviso, prima sezione, con la sentenza 173
  dell' 8 maggio 2018. Per il giudice tributario, il
  ricorrente negli anni che hanno formato
  oggetto di accertamento della Tari da parte
  dell' amministrazione comunale non può «aver
  usufruito del servizio di smaltimento rifiuti con
  riferimento all' immobile di cui trattasi,
  essendo egli in quel periodo detenuto in
  carcere».
  Tra l' altro, proprio perché «detenuto in
  carcere, per motivi di forza maggiore era
  impossibilitato sia a venire a conoscenza di
  eventuali atti e fatti sia comunque a prendere
  decisioni conseguenti». La tesi della
  commissione provinciale è in linea con quanto
  sostenuto dal ministero dell' economia e delle
  finanze, ma la Cassazione la pensa in maniera
  diversa. Per il ministero, l' applicazione della
  tassa deve ritenersi esclusa per gli immobili inutilizzati. Mentre, i giudici di legittimità hanno sempre
  posto dei limiti rigidi per l' esonero dal pagamento della tassa rifiuti, precisando che è dovuta a
  prescindere dal fatto che il contribuente utilizzi l' immobile (sentenze 22770/2009 e 1850/2010). Ex lege,
  vanno esclusi dalla tassazione solo gli immobili non utilizzabili (inagibili, inabitabili, diroccati). Il
  presupposto è l' occupazione o la detenzione di locali e aree scoperte a qualsiasi uso adibiti. La regola
  valeva per la Tarsu e vale oggi per la Tari. Per la Cassazione (ordinanza 18022/2013), infatti, non è
  decisiva ai fini della tassazione la scelta del titolare di usare o meno l' immobile. Ciò che conta è che l'
  immobile sia oggettivamente utilizzabile o suscettibile di produrre rifiuti.
  Occorre guardare alle condizioni del locale o dell' area e non all' uso che intende farne l' occupante o il
  detentore. Nel caso di un detenuto va però valutato che la scelta di non utilizzare l' immobile è
  obbligata, come sostenuto dal giudice con la pronuncia in esame.

                                                                                               SERGIO TROVATO

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                                                                                                                 24
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  Incontro con il ministro Stefani. Ripartono le trattative sull' autonomia

  Il Veneto vuole più poteri
  Zaia chiede 23 competenze. Con legge delega

  Il Veneto rilancia sull' autonomia differenziata.
  Con la Lega al governo e un ministro veneto
  agli Affari regionali, la vicentina Erika Stefani, il
  presidente della regione Luca Zaia ha
  ufficialmente ribadito l' intenzione di ottenere il
  trasferimento di tutte e 23 le competenze (20
  concorrenti, tra cui spiccano il coordinamento
  della finanza pubblica e del sistema tributario,
  il lavoro, l' energia, le infrastrutture e la
  protezione civile a cui vanno ad aggiungersi 3
  competenze esclusive dello Stato: giustizia di
  pace, istruzione e tutela dell' ambiente e dei
  beni culturali) che sarebbero teoricamente
  trasferibili dallo Stato alle regioni dopo l' avvio
  dell' iter previsto dall' art.116 Cost. Un iter che
  al momento vede cinque regioni coinvolte con
  Veneto, Lombardia ed Emilia­Romagna (le
  prime ad attivarsi, chi, come Veneto e
  Lombardia dopo aver interpellato la
  popolazione con referendum, e chi come l'
  Emilia­Romagna a seguito di risoluzione del
  consiglio regionale) in pole position, visto che
  hanno già raggiunto una preintesa con il
  precedente governo, mentre Piemonte e
  Liguria sono ancora nella fase iniziale delle
  trattative.
  Zaia ieri ha inaugurato il ciclo di incontri che il
  ministro Stefani avrà con i governatori (domani
  sarà la volta del presidente della Lombardia Attilio Fontana, mentre la prossima settima sono attesi a
  via della Stamperia i presidenti di Emilia­Romagna e Liguria, Stefano Bonaccini e Giovanni Toti),
  rilanciando rispetto alla preintesa sottoscritta col governo Gentiloni lo scorso 28 febbraio. Il documento,
  siglato dall' ex sottosegretario Gianclaudio Bressa, assegnava alla regione Veneto (ma anche a
  Lombardia ed Emilia­Romagna, firmatarie di intese sostanzialmente identiche) «ulteriori forme e
  condizioni particolari di autonomia amministrativa e legislativa» in cinque materie: politiche del lavoro,
  istruzione, salute, tutela dell' ambiente e rapporti con l' Ue. Un accordo da alcuni considerato al ribasso
  anche se funzionale a raggiungere un' intesa, utile alla causa politica della Lega, prima delle elezioni del
  4 marzo.
  Ora con il Carroccio a palazzo Chigi e per di più rafforzato dalle elezioni amministrative di domenica
  scorsa, il rilancio di Zaia non stupisce. E c' è da aspettarsi che anche Attilio Fontana faccia lo stesso per
  la Lombardia, visto che il suo predecessore Roberto Maroni aveva più volte insistito per il trasferimento
  di 23 materie dallo Stato. Più cauto, invece, Bonaccini che di materie ne aveva chieste 12 più l'
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  Opere, finanziamento più flessibile con il Fpv
  Più flessibilità per il finanziamento delle opere
  pubbliche di regioni ed enti locali attraverso il
  Fondo pluriennale vincolato. La Commissione
  Arconet (l' organismo che sovrintende all'
  applicazione ed all' aggiornamento delle
  norme contabili riguardanti gli enti territoriali)
  tornerà ad occuparsi oggi della questione, su
  cui era già stato trovato un orientamento
  favorevole nella riunione del 12 aprile 2017 (si
  veda ItaliaOggi del 5/5/2017), che però si è poi
  arenato per l' opposizione della Corte dei
  conti.
  La proposta nasce dall' Anci ed è ispirata dalle
  numerose esperienze segnalate dai comuni le
  cui risorse finanziare stanziate per la
  realizzazione di progetti di investimento, a fine
  anno, sono confluite in avanzo di
  amministrazione ( a n z i c h é n e l f o n d o
  pluriennale vincolato), con le conseguenti
  limitazioni all' utilizzo delle stesse negli anni
  successivi a causa dei vincoli di finanza
  pubblica, in quanto le uniche voci dei quadri
  economici progettuali che gli enti sono riusciti
  ad attivare sono quelle relative alla
  progettazione.
  L' attuale punto 5.4 del principio applicato
  della contabilità finanziaria (allegato 4/2 al dlgs
  118/2011) prevede che la costituzione del
  fondo pluriennale vincolato per l' intero quadro economico progettuale (per spese di investimento) è
  consentita in presenza di impegni assunti sulla base di obbligazioni giuridicamente perfezionate,
  imputate secondo esigibilità, ancorché relativi solo ad alcune spese del quadro economico progettuale,
  escluse, però, proprio le spese di progettazione. Tale limitazione si è rivelata fortemente penalizzante,
  anche a causa delle nuove regole sugli appalti, tanto che Arconet ha condiviso la proposta di consentire
  l' attivazione del fpv quando siano state impegnate le sole spese di progettazione, purché almeno a
  livello definitivo. Ma la Corte dei conti si è messa di traverso e la modifica non è stata finora approvata.
  Ora la questione potrebbe avere un esito diverso, anche alla luce delle recente prese di posizione della
  Corte costituzionale, che ha censurato come illegittime le limitazioni all' utilizzo dell' avanzo e del fpv.
  In questo nuovo contesto, la proposta di Anci potrebbe essere accolta più favorevolmente dai giudici
  contabili, anche perché verrebbe meno in radice il rischio di elusione posto che comunque l' avanzo
  dovrebbe essere applicabile senza effetti negativi sul Pareggio.

                                                                                               MATTEO BARBERO

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                                                                                                                 27
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