Sfi da educativa e baby gang - Il Centro Don Vecchi

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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM   ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019

Sfida educativa
e baby gang
di don Gianni Antoniazzi

A Venezia, come in altre città, ci
misuriamo con la violenza provoca-
ta da minori, talvolta poco più che
bambini. Fa scalpore perché non si
tratta di immigrati, ma di figli nati
in famiglie per bene. In effetti non si
può abbassare la guardia sulla que-
stione educativa. È di fondamentale
importanza anche per la Chiesa. In
parrocchia, in patronato, ma anche
ai Centri don Vecchi, vediamo che la
povertà più grave riguarda la man-
canza di educazione. Vale per tutti,
in particolare per i ragazzi di oggi
che non diventeranno adulti domani.
Permettete, poi, qualche riferimen-
to personale. L’estate scorsa, fra
grest e campi in montagna, ho pas-
sato due mesi coi giovanissimi. C’è
stata la fatica fisica, ma più ancora
quella per vincere il salto culturale
fra le età: anche stando insieme,
non sempre è facile costruire un dia-
logo personale. È da quello, invece,
che nasce la formazione reciproca.
Riconosco poi che dove ci sono gio-
vani c’è disordine. Le attività con gli
anziani possono produtte un ricavo.
I giovani, invece, rompono, sporca-
no e rovinano: insomma la crescita
crea spese. Lo stesso principio vale
anche a livello cittadino. Da ulti-
mo c’è la regola dell’horror vacui:
i medioevali sostenevano che la na-
tura vuol riempire i vuoti. Di fatto
il cuore pesa di più se dentro non
c’è niente. Per paura della noia, un
ragazzo senza passioni cerca sfide
dementi. Soltanto l’amore dei geni-
tori sazia la vita di un figlio, diceva
Sant'Agostino. Data la fatica di tan-
te coppie, ci meravigliamo se i gio-
vanissimi esprimono tanta rabbia?
L'analisi

                         Problema sociale
                         di Alvise Sperandio

Nell'ultimo periodo a Venezia ci sono stati sei episodi di violenza provocati da adolescenti
Bisogna ritornare a insegnare l'educazione civica e quando necessario a dare le punizioni
Ragazzi sbandati, c'è il rischio che il     invocano a gran voce i primi, ma di-
problema si trasformi in emergenza.         menticano i secondi". Rachele Scan-
Le cronache recenti hanno raccon-           della, preside dell'istituto Barbarigo
tato gli episodi di violenza accaduti       frequentato da alcuni dei giovanotti
a Venezia e che hanno visto per re-         individuati dalla polizia, ha parlato di
sponsabili ragazzi adolescenti, tutti       "deriva pericolosa". "Questi ragazzi -
maschi dell'età dei primi anni delle        ha osservato - hanno perso la busso-
scuole superiori. Giovanotti, o me-         la: non sono consapevoli dei paletti
glio giovinastri, che colpiscono in         e dei diritti che hanno come ragaz-
maniera gratuita, senza ragione: non        zi e loro da adolescenti fanno quel-
per rapina né per rivalità o vendetta.      lo che vogliono, sfidano le regole. Il
Se la prendono con chi casulamente          problema è che rimangono impuniti,
incontrano sul loro cammino con mi-         se non addirittura scusati dalla fa-
nacce, aggressioni, pestaggi, vanda-        miglia". Maria Cristina Mambelli, di-
lismi senza scrupoli. Per non parlare       rettrice del Dipartimento Infanzia e
del bullismo alimentato dalle tecno-        Adolescenza dell'Ulss 3 Serenissima,
logie digitali, a danno dei coetanei        ha aggiunto: "Il problema è la diffi-
più fragili. Le forze dell'ordine ne        coltà degli adulti a porsi come figu-
hanno individuati alcuni, ma sembra         re di riferimento e di responsabilità.
che il problema non sia ancora stato        Gli adulti sono sempre più incapaci
debellato. Problema a cui, peraltro,        di porre dei limiti e dei confini e i       sia stato progressivamente messo da
non è estranea Mestre: basti pensare        giovani osano sempre più". Cosa fare?      parte in nome di un controproducen-
ai ragazzini che prima si trovavano         In questo numero proviamo a offrire         te buonismo o giustificazionismo a
per le loro scorribande sotto la co-        qualche contributo, ovviamente sen-        tutti i costi. Bisogna rendersi conto
lonna della Sortita in piazza Barche        za la pretesa di avere la verità in ta-    che non tutto è permesso e che bi-
e adesso preferiscono la più nasco-         sca. Ci sembra, peraltro, che la pro-      sogna assumersi la responsabilità di
sta piazzetta tra il teatro Toniolo e il    posta di legge d'iniziativa popolare,      comportamenti sbagliati e dannosi.
Candiani. Anche loro si sono contrad-       sostenuta anche dall'Associazione dei      Questo principio si chiama giustizia e
distinti per comportamenti poco or-         Comuni (Anci), di reintrodurre l'edu-      dev'essere recuperato al più presto.
todossi e poco rispettosi. Non è che        cazione civica a scuola, vada nella
la nostra città sia un caso speciale,       giusta direzione e non debba restare        Testamento a favore della
perché situazioni del genere capita-        solo un buon proposito. È necessario
no anche in altri capoluoghi, segno di      e opportuno dedicare qualche ora di
                                                                                         Fondazione Carpinetum
un fenomeno in preoccupante cresci-         lezione in classe, già tra i bambini,       La Fondazione Carpinetum ha come
ta che esige rimedi immediati. C'è da       per tornare a spiegare agli studenti        scopo il supporto alle persone anziane
chiedersi perché avvenga tutto que-         cosa sono i diritti e cosa sono i dove-     accolte nei sei Centri don Vecchi pre-
sto e cosa si debba fare per metter-        ri e quali sono le regole della civile      senti tra Carpenedo, Marghera, Cam-
gli un freno. L'assessore alle Politiche    convivenza. Giusto per fare un esem-        palto e gli Arzeroni e l’aiuto ai soggetti
giovanili Simone Venturini ha acceso        pio: possibile che nessuno insegni più      più fragili che vivono in città. Si so-
un faro sulla crisi della famiglia e del-   a un ragazzino ad alzarsi dal posto a       stiene solo con le offerte e i contributi
la scuola: "Il Comune potrà attivare        sedere in autobus per cederlo a un          della gente di buona volontà che ven-
anche cento nuovi servizi, ma se non        anziano, una mamma con un bambi-            gono tutti destinati ad azioni di be-
si lavora su queste che sono le prin-       no, una persona in difficoltà? Non si         neficienza. Per sostenerla è possibile
cipali agenzie educative, anche con i       può, poi, sottacere la questione del-       fare testamento a suo favore: chi non
necessari investimenti, non saranno         le sanzioni: d'accordo che è sacrosan-      avesse eredi o chi volesse comunque
                                                                                        lasciare un legato, sappia che il suo
mai sufficienti. La nostra società do-        to puntare all'educazione, alle reti di
                                                                                        grande gesto di generosità si tradurrà
vrebbe insegnare di più ai giovani e        protezione, ai progetti di recupero e
                                                                                        in carità concreta, per fare del bene a
agli adolescenti che accanto ai diritti     di reinserimento, ma è un dato di fat-
                                                                                        vantaggio del prossimo che ha bisogno.
esistono anche i doveri. Spesso tutti       to che il principio "chi sbaglia paga"

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Il punto di vista

                            Cambiare passo
                            di don Fausto Bonini

Per vincere la violenza giovanile non basta la repressione ma è necessaria la prevenzione
Il Comune potrebbe selezionare dei patronati per fare attività con operatori professionali
Le baby gang: fenomeno nuovo e inquietante                       tive, di lavoro socialmente utile. Una specie di corso intensi-
“A Venezia picchiano selvaggiamente persone inermi, a Me-        vo di educazione civica obbligatorio e totalmente gratuito.
stre ultimamente distruggono quel che trovano, anche se
nemmeno in terraferma disdegnano di bastonare chi passa          Nel frattempo, che cosa si può fare?
per la strada. Sempre di bande di ragazzini si tratta”. Così     L’assessore alla Coesione sociale del Comune di Venezia, Si-
scrive Elisio Trevisan sulle pagine del Gazzettino di domeni-    mone Venturini, molto attento al fenomeno e molto attivo
ca 20 gennaio scorso. Segue poi il racconto dell’ultimo raid.    nel ricercare soluzioni ai bisogni sociali emergenti, sollecita
A Padova imperversa la banda dell’Arcella: aggrediscono,         soprattutto famiglia e scuola, prime “agenzie” educative,
filmano e mettono in rete. Il fenomeno non è solo locale,         a riflettere sul problema e a cercare e proporre soluzioni
ma è molto diffuso sia in Italia che all’estero. Ciò che preoc-   operative. E poi si appella al volontariato, al Terzo settore
cupa oggi è l’età sempre più bassa di questi ragazzi, timidi     e alle parrocchie. Per quanto riguarda le parrocchie c’era-
e impacciati da soli, molto spesso di buone famiglie, ma che     no una volta i patronati, luoghi di incontro e di formazione
diventano aggressivi quando si mettono insieme a costituire      per tante generazioni di bambini, ragazzi e giovani. Ci sono
delle “baby gang”. Che fare? È la domanda che molti si pon-      anche oggi, alcuni anche radicalmente rinnovati. Belli ma
gono in questi giorni. La polizia compie il suo lavoro e, gra-   spesso vuoti o sottoutilizzati e luoghi di incontro di bambini
zie alle numerose telecamere che controllano il territorio,      e anziani. Gli adolescenti e i giovani non li frequentano più.
riesce a individuare i responsabili e a consegnarli alla giu-    Perché? Perché quei luoghi a loro non dicono più niente, non
stizia. Si tratta di repressione del fenomeno. Ma a noi adulti   propongono attività che li interessano. Ecco allora una pro-
e a tutte le cosiddette agenzie educative interessa la pre-      posta al bravo e attivissimo assessore alla Coesione sociale:
venzione e la domanda “Che fare?” si impone con urgenza.         perché non individuare alcuni di questi patronati attrezzati
Occasioni educative ce ne sono molte. Esiste il Servizio ci-     con strutture adeguate e sparsi sul territorio e farli diventa-
vile nazionale, ma è su base volontaria e retribuito e i bulli   re luoghi di proposte valide e accattivanti? Attività sportive,
delle baby gang sicuramente non vi partecipano. Esiste la        musica, doposcuola e tante altre cose, ma tutto gestito da
proposta di "Prove di un mondo nuovo": 72 ore dedicate al        operatori professionali non da mamme o nonni volontari.
servizio. Ma anche questo è su base volontaria e “retribu-       Bisogna investire dei soldi per costruire futuro. Necessario
ito” con dei crediti scolastici e anche a questo i bulli delle   l’investimento nel settore della repressione (polizia, giudici,
baby gang non partecipano. Secondo me non resta che il           processi, telecamere, ripristino delle cose distrutte, cure
Servizio civile obbligatorio, limitato nel tempo, ma genera-     alle persone colpite…), ma perché diminuisca quel costo bi-
lizzato. Alcune settimane di vita comune, di attività forma-     sogno sostenere, anche economicamente, la prevenzione.

                                                                                            Domanda per entrare
                                                                                            ai Centri don Vecchi
                                                                                         Ai Centri don Vecchi gli appartamen-
                                                                                         ti si liberano a fronte di un turnover
                                                                                         costante. Chiunque pensasse di pre-
                                                                                         sentare domanda d’inserimento, può
                                                                                         consegnarla in direzione al Centro don
                                                                                         Vecchi 2 di via dei 300 campi a Carpe-
                                                                                         nedo dov’è già aperta una lista d’atte-
                                                                                         sa. Per richiedere un alloggio occorre:
                                                                                         non avere meno di 65 anni e più di
                                                                                         83; trovarsi in una condizione econo-
                                                                                         mica modesta; essere normalmente
                                                                                         autosufficienti; disporre di un garan-
                                                                                         te che si assuma la responsabilità di
                                                                                         intervenire qualora la persona abbia
                                                                                         necessità di una diversa collocazione,
                                                                                         in seguito alla perdita dell’autonomia.

ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019                                                                                          3
Considerazioni

                        Fanale di coda
                        di don Gianni Antoniazzi

Un fuoco da accendere                      tempo per seminare e uno per racco-         anche fatica perché ogni crescita esi-
                                           gliere. L’antico testo del Qoelet (3,1)     ge impegno e sacrificio. L’educazione
A ogni piè sospinto si parla di crisi      direbbe che ci sono materie adatte          civica va dunque declinata secondo
della scuola. Da più parti si sottolinea   alla mente di un bambino e altre più        le età, come un cammino progressi-
l’importanza di investire nelle profes-    opportune nella formazione di un gio-       vo che porti alla passione per la vita
sionalità dei docenti e nelle attività     vane. Non significa che il piccolo deb-      sociale. Anche questo diventa stru-
didattiche anche extracurricolari da       ba solo giocare e divertirsi: la scuola è   mento di prevenzione di devianze.
proporre agli studenti. Non dobbiamo
dimenticarci che, come insegna So-
crate, la vita dei ragazzi è come un
fuoco da accendere: bisogna trasmet-
tere loro la passione per la sapienza e
loro diventano artefici di una crescita
superiore alla nostra. Dunque, non è
importante fin dalla scuola materna
offrire ogni risposta preconfeziona-
ta, magari presuntuosa, sbagliata o
incompleta. Semmai è prezioso por-
gere un esempio, indicare un model-
lo, offrire un’opportunità perché ogni
bambino e ogni adolescente possa
allargare gli orizzonti e cerchi poi
con passione quello che serve per
l’avventura della vita. La scuola ha
il compito di trasmettere il desiderio
della sapienza. Poi per ogni cosa c’è
un tempo sotto il cielo: un tempo per
nascere e un tempo per morire, un

                                                                 certi partiti. Serve una nuova educazione alla fiducia. In

In punta di piedi                                                questo “i bambini vengono educati da quello che gli adulti
                                                                 sono e non dai loro discorsi” (C. Jung). Non ci sarà passio-
                                                                 ne per la comunità civile se noi adulti trattiamo lo Stato
                                                                 come il “nemico uno”. L’educazione è, poi, un’arte com-
Quanto può dare un insegnante                                    plessa. Parlo da contadino. In campagna avevo i vigneti.
                                                                 Le viti sono storte per definizione. Guai pretendere di
Non è frutto del caso se c’è un distacco fra i giovani e         drizzare il tronco, quasi fosse un faggio. Bisogna amare la
l’arte politica. Le nuove generazioni hanno sperimentato         vite così com’è, storta e nodosa. Se la nutri produce uva
l’imbroglio e la doppiezza di alcune classi dirigenti e di       buona. Educare non significa drizzare “mentalità storte”
                                                                 o levigare i nodi. L’uomo è così: ciascuno diverso. La stor-
                                                                 tura non è un peccato. Il livellamento, invece, produce
                                                                 follia (M. Recalcati). Non tutti i ragazzi saranno esperti
                                                                 politici né tutti avranno a cuore le vicende della società,
                                                                 ma tutti sono chiamati ad essere cittadini onesti, rispetto-
                                                                 si e responsabili. Insegnare è “lasciare un segno” affinché
                                                                 leggano in noi il segno della passione sociale sincera. C’è
                                                                 un altro aspetto. In piscina, quando si impara a nuotare,
                                                                 si guarda ai gesti dell’istruttore e li si interpreta facendoli
                                                                 propri. Chi si limita solo a copiare, rischia di affogare. Im-
                                                                 parare significa capire e modificare. Le nuove generazioni
                                                                 non devono replicare l’esperienza del passato, ma capirne
                                                                 le logiche e trovare soluzioni adeguate alla società futura.

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L'intervista

                              Buona gestione del tempo
                              di Francesca Bellemo

Don Marco Canale, coordinatore delle attività pastorali all'istituto salesiano "San Marco":
"È essenziale dare familiarità ai ragazzi in ogni ambito e momento della loro quotidianità"
Nel celebre film Tutti insieme appas-                              e familiare, un’op-      di “familiarità” perché crediamo che
sionatamente Maria, alias Julie An-                               portunità di riscat-     nella familiarità risieda la chiave di
drews, è alle prese con i 7 terribili                             to. Come a dire che      accesso per entrare in una relazione
figli dell’austriaco comandante Von                                impegnare bene il        autentica di rispetto e di ascolto tra
Trapp, il quale è costretto a cambia-                             tempo libero extra-      studenti e docenti. Attraverso la vici-
re in continuazione istitutrice a causa                           scolastico è il primo    nanza e una relazione “amichevole”
della loro imperdonabile condotta. A                              passo per allonta-       e autentica l’insegnante conquista la
sciogliere i nodi sarà la dolcezza del-                           nare il rischio di una   fiducia degli studenti e questo por-
la canterina novizia la quale metterà         possibile devianza. Impegnarlo appren-       ta poi i suoi frutti anche in classe".
in luce quanto i ragazzi ne combinas-         dendo una professione meglio ancora.
sero di tutti i colori al semplice sco-       Ma per don Marco a fare la differen-          Don Bosco diceva: “Se vuoi cono-
po di attirare l’attenzione del padre.        za nel metodo salesiano è il “come”.         scere davvero un ragazzo guardalo
                                                                                           soprattutto quando gioca”.
La domanda è quindi: quanto può               Come può intervenire l’insegnante            "E’ per questo che i nostri insegnan-
influire nel contrasto e nella pre-            nell'educazione di un adolescente?           ti nei tempi fuori dalle lezioni in
venzione della devianza giovanile             "All’interno della realtà salesiana          classe non fanno solo la necessaria
un diverso sguardo di attenzione ri-          l’insegnamento inteso come attività          sorveglianza degli studenti, ma sono
volto ai giovani da parte degli adul-         prettamente didattica è solo una del-        presenti, osservano, interagiscono,
ti, genitori ed educatori in primis?          le componenti del ruolo del docen-           giocano con loro. Se i ragazzi perce-
A rispondere a questa domanda, par-           te che è innanzitutto educatore. Gli         piscono che da parte loro c’è una at-
tendo proprio dalla sua testimonianza         insegnanti che seguono questo stile          tenzione come persone sono molto più
diretta, è don Marco Canale (foto),           non smettono di essere insegnanti            ben disposti ad accettare le regole".
coordinatore delle attività pastora-          una volta usciti dall’aula di lezione
li all’interno dell’Istituto "San Marco"      o al suono della campanella. Gli in-         Questo può valere anche nel rappor-
della Gazzera, il quale ricorda come          segnanti sono educatori, e lo sono           to genitori-figli?
l’opera di don Giovanni Bosco, fonda-         anche e soprattutto fuori dall’au-           "Certamente! L’insegnamento di San
tore della congregazione dei Salesia-         la, in cortile durante la ricreazione,       Giovanni Bosco è molto chiaro in que-
ni, sia nata proprio a partire dall’in-       nella pausa pranzo, durante i cam-           sto: quanto più dimostriamo attenzio-
contro, verso la metà dell’Ottocento,         pi scuola e le attività extrascolasti-       ne, vicinanza e interesse al mondo dei
del santo torinese con i giovanissimi         che. Questo perché è proprio quello          ragazzi, tanto più essi dimostreranno
carcerati, in un’epoca in cui il carce-       il luogo dell’intervento educativo".         interesse per il mondo che noi adulti
re aveva esclusivamente una funzione                                                       sapremo proporre loro. Perché sen-
punitiva. "Don Bosco credeva invece           Come si rapportano gli insegnanti            za familiarità non si dimostra affetto
nell’opportunità del recupero – spie-         con i loro allievi?                          e senza questa dimostrazione non vi
ga don Marco – e si convinse che se           "Miriamo ad instaurare delle relazioni       può mai essere una vera confidenza”.
solo questi ragazzi avessero trovato
un amico al di fuori della prigione
essi non sarebbero più tornati den-
tro. Si trovò quindi a dover riflettere
su come prevenire la criminalità di
questi ragazzi e identificò due strade
che compongono il cosiddetto “uma-
nesimo salesiano”: l’educazione alla
cittadinanza e l’educazione alla fede".
Buoni cristiani e onesti cittadini. At-
traverso l’insegnamento del lavoro,
obiettivo che è ancora oggi rappre-
senta uno dei focus dell’azione sale-
siana, don Bosco offrì a questi ragazzi,
già fragili per il loro contesto sociale

ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019                                                                                       5
Il bello della vita

                        Motivi mai banali
                        di Plinio Borghi

Molte devianze sono il frutto della mancanza di valori e delle responsabilità degli adulti
Occorre testimoniare il buon esempio e offrire spazi dove i ragazzi possano esprimersi
Gioventù bruciata?                          di dura critica e di recriminazione,        petibili più di tanto dai giovani (anche
È il titolo di un vecchissimo film, che      con tendenza a “stracciarsi le vesti”.      al volontariato spesso ci si approccia
probabilmente i nostri adolescen-           Non dico che dobbiamo essere indul-         confidando in un’eventuale quanto la-
ti non hanno mai sentito nominare.          genti o sopportare, ma che almeno           bile sistemazione futura), i quali poi
M’è tornato alla mente di fronte alle       ci si sforzi di cercare i reali motivi di   trovano più “conforto” nel ricorrere
pesanti manifestazioni di bullismo e        simili comportamenti, senza fermarsi        ai sofisticati beni di consumo, con i
di aggressioni gratuite che i nostri        solo ad analizzare i problemi delle fa-     quali fanno a gara per primeggiare
(sottolineo nostri) ragazzi mettono         miglie, delle scuole e delle parrocchie,    e ai quali si abbandonano travisan-
in atto, specie verso i più deboli, ov-     peraltro già noti. Una cosa è certa: se     do identità, personalità e rapporti
viamente, e sempre rigorosamente in         certi comportamenti fuori di testa (e       veri. I genitori non sanno che pesci
bande, perché soli non hanno mai il         gli autori lo sanno perfettamente che       pigliare e preferiscono assecondarli,
coraggio di esporsi (e infatti i giornali   così è) persistono e non sono frutto di     non s’impegnano socialmente per-
riferiscono che a casa sono agnellini).     estemporaneità dipende dallo spazio         ché le cose vadano meglio, non han-
Anche ai miei tempi c’erano la preoc-       che noi lasciamo, sia in campo sociale      no più coraggio di mettere al primo
cupazione per talune frequentazioni         che valoriale. Ai miei tempi duravano       posto valori come la solidarietà e il
e il pericolo che il branco avesse il       l’arco di una stagione, perché o si stu-    rispetto. Anzi, esaltano il successo
sopravvento nell’educazione che la          diava (pochi) o si andava a lavorare        come se fosse cosa facile e svilisco-
famiglia si sforzava di impartire; con      (molti) e comunque sul rispetto delle       no i valori generali, assumendo loro
una differenza non da poco: eravamo          istituzioni non ci pioveva. Soprattutto     stessi atteggiamenti dissacratori. Ne
reattivi anche a livello individuale e      si era molto seguiti, fossero o meno        consegue che le menti più deboli o le
l’insofferenza si esprimeva prima di         i genitori oberati di incombenze.           personalità più frustrate reagiscano
tutto in famiglia. Poi il gruppo poteva                                                 per tornare al centro dell’attenzione.
fare la differenza: se era di qualità        Servono valori reali e prospettive di       Da piccoli, se trascurati, ritardano la
poteva diventare un vantaggio e se          vita concrete                               normale evoluzione e da più grandi-
invece era “branco” l’effetto aveva          Oggi si tende a far studiare tutti per      celli fanno i bulli e i guappi. Siamo
analogie con oggi e si era in pensiero.     forza e comunque; anche volendo             chiamati, tutti, a togliere loro qual-
                                            prendere la via del lavoro, le pro-         siasi alibi, prima di tutto con l’esem-
Recriminare non serve                       spettive sono ridotte a zero. Il tasso      pio, che è l’arma più forte, e poi con
Purtroppo si tende comunemente ad           di disoccupazione giovanile è un in-        la rivendicazione pesante di spazi
avere la memoria corta e la maturità        dice significativo di ciò. Si percepisce     sociali (lavoro, casa, famiglia) che of-
o la vecchiaia fanno il resto, per cui la   quindi uno squilibrio, vieppiù accen-       frano prospettive più appetibili dello
prima reazione è quella di sgomento,        tuato da alternative che non sono ap-       smartphone di ultima generazione.

                                                                                              Camere disponibili
                                                                                            al Centro don Vecchi 6
                                                                                         Al Centro don Vecchi 6, l'ultima strut-
                                                                                         tura realizzata in ordine di tempo e
                                                                                         inserita nel complesso del Villaggio
                                                                                         solidale degli Arzeroni, a non molta
                                                                                         distanza dalla zona commerciale del
                                                                                         Terraglio e dall’ospedale dell’Ange-
                                                                                         lo, ci sono stanze a disposizione di
                                                                                         chi deve trascorrere un certo perio-
                                                                                         do a Mestre per lavorare oppure per
                                                                                         assistere i propri parenti ricoverati
                                                                                         in città. Sono a disposizione anche
                                                                                         di chi abbia per qualsiasi motivo una
                                                                                         necessità abitativa di carattere tem-
                                                                                         poraneo. Per prenotare una stanza di
                                                                                         "Formula Uno" chiamare lo 0413942214.

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Pensieri a voce alta

                              La meglio gioventù
                              di Federica Causin

Le cronache cittadine raccontano casi di violenza inaudita
                                                                                           Lente d’ingrandimento
Ma ci sono anche tanti esempi positivi che vanno valorizzati
                                                                                                di don Gianni Antoniazzi
Le baby gang, che guadagnano spes-             sperava che i suoi voti avrebbero di-
so le prime pagine dei quotidiani,             mostrato le sue capacità, il suo de-           Dialoghi per Mestre
mostrano un volto preoccupante de-             siderio d’imparare; si augurava che
                                                                                         È nata, in queste settimane, l’idea di
gli adolescenti. Mi lascia sempre sgo-         fossero una sorta di lasciapassare per
                                                                                         creare un gruppo di persone laiche,
menta constatare che dei ragazzi, a            una vita migliore, una muta richiesta
                                                                                         appassionate per il futuro di Mestre
volte poco più che bambini, siano ca-          di accoglienza rimasta inascoltata.       e che, avendo a cuore la vita della
paci di una violenza tanto efferata.            Quanto dovevano valere quei nume-         città, realizzino qualche dialogo per
Quali vuoti e quali fragilità si cela-         ri per lui, se sono l’unica cosa che      il futuro della zona. Papa Francesco,
no dietro la decisione di fare della           ha deciso di portare con sé! L’istru-     nel messaggio d’inizio anno 2019, ha
sopraffazione e della prepotenza il             zione come strumento di riscatto,         spiegato che la buona politica parte
fulcro della propria esistenza? Per-           come mezzo per provare a cambia-          dall’impegno dei cittadini. Abbia-
ché non si riconoscono nelle scelte            re un destino segnato. La seconda e       mo cercato, dunque, di unire alcuni
e nei modelli dei loro coetanei? Ma            la terza storia sono accomunate dal       rappresentanti di realtà culturali ed
se davvero “fa più rumore un albero            lieto fine e dal fatto di avere come       economiche, esponenti di associa-
che cade rispetto a una foresta che            protagonisti i compagni di classe di      zioni ed esperti nella comunicazio-
                                                                                         ne. Questo gruppo contenuto, non
cresce”, credo sia giusto dare spazio          due ragazzi disabili. Gli studenti di
                                                                                         più di 20 persone, si propone intanto
anche a storie che raccontano di so-           un istituto tecnico di Faenza hanno
                                                                                         di comprendere i dati oggettivi e il
gni, della scelta di unire le forze per        chiesto agli insegnanti di poter im-      processo in corso a Mestre. Al con-
raggiungere un traguardo che sem-              parare la lingua dei segni per comu-      tempo desidera avviare un dialogo
brava inarrivabile, della capacità             nicare più facilmente con Margherita      su quattro temi, suggeriti dal Ponte-
di farsi carico delle esigenze di una          che non sente. Con il loro gesto, han-    fice: la questione della vita (aspetti
persona. Scrivo pensando a tre sto-            no ribadito il valore della gratuità e    demografici); il tema di una ecologia
rie, che sono circolate sul web e sui          sono riusciti a trasformare una diffi-      integrale (sostenibilità, interconnes-
giornali, il cui denominatore comune           coltà in un’opportunità di crescita. A    sione); la possibilità di una rigene-
è la scuola. La prima racconta di un           Mantova, invece, Giorgia e Marcello       razione urbana (la casa e il lavoro);
ragazzo, originario del Mali, che è            hanno prestato la voce ad Amrik, che      la questione dell’immigrazione (ac-
salito su un gommone con la pagel-             non è in grado di parlare e si esprime    coglienza e integrazione). Ciascuno,
                                                                                         secondo le sue competenze, deside-
la cucita in una tasca della giacca.           grazie a un computer, esponendo la
                                                                                         ra ascoltare e promuovere le migliori
Purtroppo i suoi sogni si sono inabis-         sua tesina all’esame di maturità. Il      esperienze, per renderle volano di
sati in fondo al mare insieme alla sua         segno tangibile di un’amicizia fatta      una partecipazione democratica e
giovanissima vita spezzata. Di lui non         di gesti, sguardi e sorrisi che è stra-   deliberativa. La vita politica autenti-
sappiamo nient’altro: chissà, forse            ordinario proprio perché è normale.       ca prende infatti avvio da un dialogo
                                                                                         leale, si rinnova con la convinzione
                                                                                         che ogni donna, ogni uomo e ogni ge-
                                                                                         nerazione racchiudono in sé una pro-
                                                                                         messa che può sprigionare energie
                                                                                         relazionali, intellettuali, culturali e
                                                                                         spirituali. Una tale fiducia non è mai
                                                                                         facile da vivere perché le relazioni
                                                                                         umane sono complesse. In particola-
                                                                                         re, di questi tempi respiriamo un cli-
                                                                                         ma di sfiducia che si radica nella pau-
                                                                                         ra dell’altro o dell’estraneo, nell’an-
                                                                                         sia di perdere i propri vantaggi, e si
                                                                                         manifesta purtroppo anche a livello
                                                                                         politico. Oggi più che mai, le nostre
                                                                                         società necessitano di “artigiani del-
                                                                                         la pace, per il bene e la felicità della
                                                                                         famiglia umana”, come si può leggere
                                                                                         nello stesso messaggio del Papa per
                                                                                         la Giornata della Pace di quest’anno.

ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019                                                                                           7
Proverbi africani

                        La benevolenza
                        di padre Oliviero Ferro, missionario saveriano

Nella società tradizionale africa-          ta dalla ricerca del suo bene per il       lo fai crollare” cioè se aumenti la tua
na, la fase adulta comincia normal-         bene stesso. La bontà diventa con-         bontà, non fai male a te stesso. C’è
mente dai 15-16 anni, quando il o la        creta nelle esperienze di amore e di       la convinzione che in ogni uomo c’è
giovane dimostra di essere in grado         amicizia. Rispetto alla giustizia, che     la disposizione al bene. Come diceva
di assumersi delle responsabilità so-       attribuisce a ciascuno il suo debito       il fondatore degli scout, Baden Po-
cialmente fondamentali. Tra queste          (siamo nel settore pubblico), la bon-      well, in ogni ragazzo c’è almeno il 5%
citiamo: il saper lavorare la terra, il     tà è considerata come la virtù mora-       di cose positive su cui dobbiamo fare
saper costruire una capanna, l’essere       le per eccellenza nei rapporti inter-      leva per aumentare il suo modo di
in grado di procreare, ecc... Esistono      personali. Insomma, la bontà si trova      fare il bene. Così ce lo ricordano gli
particolari e appositi riti per verifi-      a metà strada tra l’egocentrismo (in-      Zulu del Sud Africa: “ogni fiume ha
care il raggiungimento della maturi-        teresse proprio) e l’eterocentrismo        la propria fonte”. Fare il bene porta
tà del o della giovane oppure la sua        (altruismo). L’altruismo si preoccupa      sempre delle conseguenze, prima di
permanenza nella fanciullezza. Una          dell’altrui interesse, fino (forse) a sa-   tutto su noi stessi. Così dicono sem-
volta raggiunta l’età matura, il gio-       crificare il proprio. Per i cristiani la    pre i Mossi del Burkina Faso: “Se fai
vane viene inserito, tramite alcuni         bontà si orienta nel senso della cari-     del bene, lo fai a te stesso; se fai del
fatti e a volte mediante particolari        tà, con inclusione della solidarietà e     male, lo fai a te stesso”. Terminiamo
rituali, nella classe dei grandi, gene-     della compassione. Per molti la be-        con altri tre proverbi. Partiamo da-
ralmente chiamati adulti. In questa         nevolenza è un modo per accrescere         gli Yoruba del Rwanda: “Il bene è di
nuova posizione egli acquisisce uno         il proprio onore di fronte agli altri      piombo, il male di piume” per dire
stato che gli impone il dovere di           e non va confusa con la debolezza.         che è più difficile fare il bene ed è
conoscenza e applicazione di certe          Essa richiama un atteggiamento di          più facile fare il male. I Bamoun del
regole di convivenza. Queste ultime         amore e di riguardo verso chi è nel        Camerun ci ricordano che quando sei
sono fondate sulla dimostrazione e          disagio. E quindi l’offesa, la cattive-     in grado di fare del bene a qualcu-
salvaguardia della dignità persona-         ria, la gelosia, l’invidia, le colpe di    no, fallo senza aspettare che te lo
le, quella del suo clan di origine,         ogni genere feriscono la benevolenza       chieda. Così dicono: “Non si ricono-
del suo villaggio e così via. Ci sono       e la rendono difficile da esercitare.        sce un uomo affamato dalla sua testa
principi, valori, fatti e misfatti, insi-   In sintesi, per l’africano: per vivere     prima di avergli dato da mangiare”.
ti nel comportamento personale e/o          veramente felici, occorre brillare di      Una bontà esagerata attrae perico-
sociale. Vale per la amore, la bontà,       bontà. Bisogna tuttavia sapere che la      li e disgrazie, c’è sempre qualcuno
l'amicizia ecc. Tutti questi, partendo      bontà ha i suoi limiti. E allora ecco      che approfitta della tua bontà. È
dall’autentica visione africana. Par-       alcuni proverbi. Partiamo dai Mossi        l’amara constatazione degli Hutu
tiamo dalla bontà. È la qualità della       del Burkina Faso: “Se aggiungi uno         del Burundi: “Buongiorno, buongior-
relazione con gli altri, determina-         strato di terra in più su un muro, non     no, fa male alla gola”. (9/continua)

                                                                                            La grande squadra
                                                                                          dei volontari in servizio
                                                                                        Possiamo calcolare che i volontari oggi
                                                                                        all'opera nei diversi ambiti d'impegno
                                                                                        della Fondazione Carpinetum siano
                                                                                        ben più di mezzo migliaio. Quelli che
                                                                                        intendono prestare servizio nel futu-
                                                                                        ro Ipermercato solidale agli Arzeroni
                                                                                        sono circa 130, iscritti ora nel regi-
                                                                                        stro dell'associazione Il Prossimo che
                                                                                        gestirà la struttura. Confidiamo che il
                                                                                        numero possa salire: ad essi possono
                                                                                        infatti aggiungersi altre realtà che già
                                                                                        collaborano con noi e che potrebbe-
                                                                                        ro entrare nell’Ipermercato solidale.
                                                                                        Ma quanti ancora il Signore sta chia-
                                                                                        mando a far parte di questa impre-
                                                                                        sa? Chi leggendo si sentisse chiamato
                                                                                        venga a lasciare la propria adesione.

8                                                                                            ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019
Tradizioni popolari

                              L'inizio del matrimonio
                              di don Sandro Vigani

A Chioggia anticamente v’era la                primario che aveva la suocera – la      il matrimonio i genitori della sposa
strana usanza che, dopo aver ce-               parona de casa, la madona - nella       si recavano a pranzo dalla famiglia
lebrato il matrimonio, gli sposi               famiglia. Così si svolgeva lo scam-     dello sposo assieme agli anziani di
tornassero ciascuno a casa pro-                bio della scopa: “Al momento in cui     casa. Si usava dire che in questa
pria per il pranzo nuziale. Il primo           entra nella nuova casa la sposa, so-    occasione la madre della sposa
posto tra gli invitati della sposa             gliono alcune suocere mettere alla      andava a torse ea pèle della figlia
andava ad un uomo che stava ac-                prova l'abilità della nuora, e ciò      maritata, poiché col matrimonio
canto ad essa al posto del marito              si fa col porre attraverso la soglia    la giovane cambiava vita, cambia-
e la serviva delle varie portate.              dell'uscio una scopa. Se la sposa vi    va pelle. Nel Veneto di un tempo
Egli doveva cantare, al termine                passa sopra senza badarvi, si tiene     il matrimonio celebrato tra due
del pranzo, accompagnato dalla                 per infallibile indicio ch’ella dovrà   vedovi, due persone portatrici di
chitarra, la partenza della sposa.             essere un’infingarda, e che dovrà        handicap, due anziani o due perso-
Dal canto suoi, concluso il pranzo,            riuscire donna attiva, e buona          ne di età molto differenti tra loro
il marito, seguito dai propri invi-            massaia s'ella la prende in mano ed     era visto come un evento incon-
tati, si recava a casa della spo-              in casa la porta”. Spesso tra sposa     sueto e rappresentava l'occasione
sa a prendere la legittima moglie.             novella e suocera si imbastiva un       di gioco per i bambini e scherno
Questa, piangendo, abbracciava la              dialogo di rito: “Sposa: Mi ve aceto    per gli adulti: “Al matrimonio di
madre e seguiva il marito mentre il            come mama. Suocera: E mi come           due vedovi suole il popolo permet-
cantore intonava: “Togo partenzia              fiola, se i difèti lassè fora! Sposa:    tersi delle beffe, le quali spesso
lagremando sempre e lagremando                 Mi difèti no ghe n’ò mai vu, se no      degenerano in manifeste violen-
per tuta la via…”. Arrivati poi da-            vegno a tòrli su. Suocera: Qua di-      ze verso gli sposi, se sono in età
vanti alla casa dello sposo, il can-           fèti non ghe n’è mai sta, se ti no      avanzata”. Ancora: “Quando due
tore intonava: “Madona, feve un                te li gà portà”. Il viaggio di nozze    vedovi si congiungono in matrimo-
po’ fora, che xe qua el vostro puto            non era previsto, perché i viagi xe     nio, evvi il costume che i putti del
e vostra niora…”. La suocera si fa-            da richi: al massimo i due novelli      vicinato vanno a ripetere da essi
ceva vedere mentre spazzava la                 sposi si recavano in pellegrinaggio     una qualche mancia e se il negano
casa, fingeva di far cadere la sco-             a qualche santuario, nel Veneto a       di fare, per molte sere consecuti-
pa e a quel punto la nuora doveva              Sant’Antonio di Padova. Il sogno di     ve vanno a fare strepito dinanzi
prendere subito in mano: in que-               tutti i novelli sposi veneti era co-    alla loro casa con suono di corni,
sto modo dimostrava di essere una              munque di visitare, spesso per la       di campanacci, di catene e d'altro:
brava donna di casa che prendeva               prima volta nella vita, Venezia e       ciò si chiama fare le bacinelle e
a cuore le faccende domestiche.                far la foto con i colombi in piazza     la costumanza era approvata dal-
Queste tradizioni rivelano il ruolo            san Marco. Spesso otto giorni dopo      li veronesi Statuti”. (24/continua)

                                                                                              Servono autisti
                                                                                          per i magazzini solidali
                                                                                        I nostri magazzini della carità al
                                                                                        Centro don Vecchi di via dei Trecen-
                                                                                        to campi a Carpenedo svolgono ogni
                                                                                        giorno un’attività particolarmente
                                                                                        corposa e hanno sempre bisogno di
                                                                                        almeno una decina di volontari per
                                                                                        guidare i 6 furgoni e i 2 furgoncini a
                                                                                        disposizione. Serve solo la patente
                                                                                        B e un po’ di generosità. Rinnovia-
                                                                                        mo il caldo appello ai nostri con-
                                                                                        cittadini che abbiano un minimo di
                                                                                        tempo da mettere a disposizione.
                                                                                        Per essere più certi di ottenere un
                                                                                        impegno immediato si può telefo-
                                                                                        nare a don Armando al 3349741275
                                                                                        oppure a suor Teresa al 3382013238.

ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019                                                                                        9
La nostra storia

                       Napoleone Ticozzi giovane
                       di Sergio Barizza

"Dal registro nati di questa cura ,ri-     il 7 marzo 1868, quando "con punti      ti fra coloro che più si erano impe-
sulta che Ticozzi Napoleone Carlo          vent’otto sopra quaranta” al candi-     gnati nella lotta per l’indipendenza
Francesco Luigi di Cesare e di Olivi       dato fu comunicato il felice compi-     nazionale. Del resto quel nome,
Domenica nato li 28 (ventiotto) gen-       mento del suo iter di studi. Fu pro-    "Napoleone", che gli era stato im-
naio 1843 (quarantatre) e fu bat-          clamato “dottore in ambe le leggi”      posto, aveva un chiaro significato
tezzato dal reverendo don Giovanni         il 24 marzo 1868: sul diploma la fir-    e risulterà fortemente evocativo.
Antonio Frisotti". Recitava così un        ma del rettore magnifico Giuseppe        Due suoi prozii, nei primi anni
documento rilasciato dalla parroc-         De Leva. Nell’occasione alcuni ami-     dell’Ottocento, avevano infatti ab-
chia di San Lorenzo nel 1870. Dopo         ci pubblicarono un "papiro" (anche      bracciato con convinzione le idee
la nascita, le prime notizie docu-         allora si usava…) che iniziava così:    portate in Italia dalle armate napo-
mentate sulla vita di Napoleone ci         “L’orfano esulta ché ha scoperto        leoniche: Cesare Francesco, avvoca-
portano al ginnasio-liceo di "San-         un padre, terge l’infamato cittadi-     to, giurista, prefetto di vari diparti-
ta Caterina" a Venezia, oggi liceo         no l’umido ciglio ché un generoso       menti della nuova amministrazione
convitto "Marco Foscarini", dove, il       lottatore le armi velenose dei tristi   francese nel bergamasco e Stefano,
13 agosto 1862, gli viene rilasciato       calunniatori sfracellerà, risuscitan-   allievo del Parini, che aveva abban-
"l’attestato di idoneità per essere        dogli la vita…”. Un richiamo scoper-    donato la tonaca per abbracciare gli
ammesso agli studi universitari".          to alle idee politiche che il giovane   ideali della rivoluzione francese du-
Dal liceo di Venezia all’università di     Napoleone aveva manifestato negli       rante la campagna d’Italia di Napo-
Padova, l’itinerario scolastico del        ambienti studenteschi di Padova,        leone finendo per essere nominato
giovane Napoleone si sviluppa sul          durante gli ultimi anni dell’occupa-    prefetto del dipartimento del Pia-
tracciato battuto per decenni da-          zione austriaca, frequentando gli       ve, prima di dedicarsi, negli ultimi
gli studenti mestrini: per studiare e      ambienti della Giovane Italia e del     anni della vita, alla scrittura e agli
procurarsi una laurea la strada dal        Comitato Studentesco Lombardo           studi di storia dell’arte. Il nonno del
liceo di Venezia all’università pata-      Veneto per il transito in Piemonte      nostro Napoleone, Giovanni Maria,
vina era infatti l’unica percorribile.     degli studenti che volevano com-        era invece il maestro elementa-
Gli studi di Napoleone furono rego-        battere contro l’Austria. Questa        re della natia Pasturo e tenne per
lari: nel 1866 gli esami per ottenere      partecipazione attiva agli ideali       lunghi anni dei meticolosi diari su
la laurea in utroque jure (entrambe        unionisti è direttamente documen-       qualsiasi avvenimento avesse incro-
le leggi) erano conclusi. Secondo          tata dalla sua nomina – a firma          ciato il sentiero della propria vita.
l’ordinamento universitario allora         del sindaco Girolamo Allegri, il 22     In questo contesto non può mera-
vigente si dovevano affrontare altri        maggio 1868 – a luogotenente nella      vigliare la sua scelta di non seguire
quattro esami rigorosi che furono          seconda compagnia del battaglione       la strada del padre nel mondo del
superati (con l’omologa votazione          della Guardia Nazionale di Mestre, i    commercio, ma di dedicarsi alle arti
"sufficiente’" tra il 27 giugno 1867 e       cui membri erano solitamente scel-      liberali e alla politica. (47/continua)

                                                                                       Il futuro dei magazzini
                                                                                      del Centro don Vecchi 2
                                                                                    Ci teniamo a sottolineare con la massi-
                                                                                    ma chiarezza che la Fondazione Carpi-
                                                                                    netum sta progettando e poi desidera
                                                                                    realizzare un Ipermercato solidale nel-
                                                                                    la zona degli Arzeroni, vicino al Terra-
                                                                                    glio, la cui gestione sarà poi affidata
                                                                                    all’associazione Il prossimo di cui è
                                                                                    presidente Edoardo Rivola. Quando la
                                                                                    struttura sarà operativa verrà pertanto
                                                                                    eliminata ogni attività che attualmen-
                                                                                    te si svolge nei magazzini del centro
                                                                                    don Vecchi 2 in via dei Trecento campi.
                                                                                    Quella zona potrebbe ospitare un pro-
                                                                                    getto del tutto diverso, ma sempre e co-
                                                                                    munque a favore della città di Mestre.
                                                                                    Avremo modo di parlarne più appro-
                                                                                    fonditamente appena possibile. (d.G.)

10                                                                                       ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019
Per trasparenza

Per realizzare l'Ipermercato solidale
Sottoscrizione cittadina: tutti i fondi a favore della costruzione della nuova opera di bene
Un signore rimasto anonimo,                 quasi mezza azione, pari a € 20, per         Sono stati sottoscritti quattro quinti
domenica 9 dicembre alle h. 10 nella        onorare la memoria dei loro genitori         di azione, pari a € 40, per ricordare
chiesa del cimitero, ha sottoscritto        Mariantonietta ed Ettore.                    i seguenti defunti: Raffaele,
un’azione, pari a € 50, in ricordo di                                                    Romeo, Emma, Santina, Francesco e
un suo congiunto defunto.                   I tre figli della defunta Jole Campalto       Michele.
                                            hanno sottoscritto quattro azioni,
Una signora ha sottoscritto quattro         pari a € 200, per onorare la memoria         La signora Claudia Toniolo Tschuber
quinti di azione, pari a € 40, per          della loro madre.                            ha sottoscritto un’azione, pari a € 50.
ricordare i defunti delle famiglie:
Buzzi, Florian, Dalla Libera, Longo,        La signora Luciana Mazzer Merelli ha         La signora Alma Biasibetti ha
Sartori e Chinellato.                       sottoscritto un’azione, pari a € 50.         sottoscritto un’azione, pari a € 50.

I coniugi Anna e Gianni Bettiolo e          La famiglia Rossi ha sottoscritto            La signora Franca Piccolo ha
Graziella e Gianni Starita hanno            un’azione, pari a € 50, per onorare la       sottoscritto un’azione, pari a € 50.
sottoscritto un’azione, pari a € 50.        memoria della loro carissima Ivana.
                                                                                         La signora E. B., che ha chiesto
La signora Mariapia Verde ha                Il dottor Giancarlo Florio ha                l’anonimato, ha sottoscritto
sottoscritto un’azione, pari a € 50.        sottoscritto un’azione, pari a € 50,         un’azione, pari a € 50.
                                            in ricordo di sua moglie dottoressa
Il signor Fulvio Fenzo, in occasione        Chiara.
dell’anniversario della morte di Elisa,                                                           CENTRI DON VECCHI
sua moglie, ha sottoscritto un’azione,      La moglie del defunto Franco                     Concerti febbraio 2019
pari a € 50, per onorarne la memoria.       Gambato ha sottoscritto quasi mezza
                                            azione, pari a € 20, in memoria del
                                                                                                    CARPENEDO
È stata sottoscritta mezza azione           marito.
abbondante, pari a € 30, in ricordo                                                         Domenica 3 febbraio ore 16.30
dei coniugi Lucia Nigro e Raffaele           È stata sottoscritta mezza azione                 Animazione musicale con
Marotta.                                    abbondante, pari a € 30, per                          Silvano Stefani
                                            ricordare i seguenti defunti: Maria
I residenti del Centro Don Vecchi di        Teresa, Adolfo, Vally, Antonio, Anna,                   ARZERONI
Campalto hanno sottoscritto quasi           Patrizia e Rita.                               Domenica 17 febbraio ore 16.30
un’azione, pari a € 46.                                                                           Gruppo corale
                                            La signora Mariangela Dogà ha                          La Barcarola
La signora Daniela Penzo ha                 sottoscritto quasi mezza azione, pari
sottoscritto un’azione pari a € 50,         a € 20 per ricordare i defunti della                    MARGHERA
per onorare la memoria di sua madre         sua famiglia e quelli delle famiglie           Domenica 24 febbraio ore 16.30
Virginia Pasqualetto.                       Carlin, Parisen e Monego.                        Pomeriggio musicale con
                                                                                                     Manuel
La moglie del defunto Franco Prisco         La signora Zita ha sottoscritto quasi
ha sottoscritto quasi mezza azione,         mezza azione, pari a € 20, per                            CAMPALTO
pari a € 20, in ricordo del marito.         onorare la memoria di Mario, il suo
                                                                                           Domenica 24 febbraio ore 16.30
                                            caro marito.
La moglie del defunto Silvano ha                                                                Canzoni senza età con
sottoscritto quattro quinti di azione,      Il signor Carraro ha sottoscritto             Gli amici del bel canto noventano
pari a € 40, per ricordare il suo caro      quasi mezza azione, pari a € 20,
marito.                                     per ricordare i suoi genitori: Rosa e                   Ingresso libero
                                            Antonio.
La moglie e il figlio del defunto Mario
hanno sottoscritto mezza azione             Un signore ha sottoscritto quasi
abbondante, pari a € 30, in memoria         mezza azione, pari a € 20, in
                                                                                               Come poter donare
del loro congiunto.                         memoria dei suoi genitori: Luigia e                 alla Fondazione
                                            Antonio.                                      Per sostenere la Fondazione Carpi-
La signora Silvana Rugger del Centro                                                      netum si può effettuare un bonifico
Don Vecchi 2 ha sottoscritto due            I coniugi Gabriella ed Enrico Carnio          bancario al Monte dei Paschi di Siena -
azioni, pari a € 100, per manifestare       hanno sottoscritto un’azione, pari a € 50.    agenzia di Via San Donà, codice IBAN:
la sua gioia di essere stata accolta in                                                   IT17R01030 020 0 8 0 0 0 0 014253 4 8
questa residenza per anziani.               Il marito della defunta Franca Mason          o effettuare un versamento sul conto
                                            ha sottoscritto quasi mezza azione,           corrente postale numero 12534301.
I fratelli Memo hanno sottoscritto          pari a € 20, in ricordo di sua moglie.

ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019                                                                                       11
Confidenze di un vecchio prete

                       Costi e ricavi al Don Vecchi
                       di don Armando Trevisiol

Capita molto spesso che alcuni an-       5. La Direzione, intelligente ed ocu-
ziani, o qualche familiare che sta       lata, è riuscita a far comprendere                            Ausili per gli infermi
valutando l’eventualità d’inserire un    ai vari enti che si tratta di un’opera                   Riceviamo sempre più spesso ri-
proprio congiunto in una delle no-       veramente solidale, quindi abbiamo                       chiesta di ausili per gli infermi e
stre strutture, mi chiedano a quanto     ottenuto sconti notevoli su gas, luce,                   per gli anziani in perdita di auto-
ammontano le spese a carico dei re-      televisione ecc.;                                        nomia. Gli articoli più ricercati
sidenti e, quando vengono a sapere       6. Il Comune, pur non essendo stato                      sono: carrozzine per l’interno e
le cifre irrisorie che chiediamo ri-     particolarmente generoso, ci ha con-                     per l’esterno, stampelle, deam-
spetto a quanto prevede il mercato       cesso il cambio d’uso delle superfici,                    bulatori, letti attrezzati, panno-
di questo specifico settore, riman-       quindi abbiamo potuto costruire su                       loni di qualsiasi tipo. In passato,
gono molto perplessi. Ritengo dun-       terreni che abbiamo pagato come                          eravamo riusciti a realizzare un
que opportuno motivare per punti         fossero agricoli. Altre superfici, in-                    comparto apposito, ma attual-
i costi di gestione in maniera un        vece, ci sono state date in comoda-                      mente ne siamo del tutto sprov-
po’ più articolata, in due puntate:      to d’uso. Inoltre, per i primi quattro                   visti. Chi avesse la possibilità di
1. Il capitale impiegato per la co-      centri, il Comune contribuisce con                       donare qualche ausilio non esi-
struzione e per una parte consisten-     1,90 euro per ciascun residente. Non                     ti a portarlo al “Magazzino San
te dell’arredo proviene tutto da do-     è molto, però è meglio di niente;                        Giuseppe”, presso il Centro Don
nazioni di diversa entità;               7. Le nostre strutture non sono sta-                     Vecchi di Carpenedo, in via dei
2. Gli operatori stipendiati sono ri-    te ideate come fonti di profitto, ma                      Trecento Campi, dov'è aperto dal
dotti al minimo;                         come espressione della carità cri-                       lunedì al venerdì, dalle 15.00 alle
3. Abbiamo la fortuna di poterci av-     stiana che la parrocchia di Carpe-                       18.00: la responsabile è la signora
valere di una nutrita schiera di vo-     nedo ha scelto di compiere e molti                       Luciana. Qualora servisse un fur-
lontari sia per la costruzione sia per   concittadini di Mestre hanno sposato                     gone per il ritiro, basta chiamare
la gestione delle strutture;             il progetto sostenendolo economica-                      il numero 0415353204 sempre dal
4. Per scelta, tutti gli alloggi sono    mente.                                                   lunedì al venerdì dalle ore 15.00
piccoli; le dimensioni variano da un     La scelta di aiutare gli anziani piutto-                 alle 18.00. Un tempo, quando ab-
massimo di cinquanta metri quadra-       sto che favorire altri settori, che pure                 biamo cominciato a raccogliere e
ti a un minimo di venti. L’esperienza    avrebbero bisogno di un supporto so-                     distribuire questi ausili per gli in-
maturata ci ha dato ragione, per-        lidale da parte della comunità, è nata                   fermi, richiedevamo una sorta di
ché l’impegno di tenere in ordine la     dopo aver constatato che gli anziani                     “caparra” che veniva restituita
casa diventa meno oneroso per gli        percepiscono quasi sempre pensio-                        nel momento in cui l’ausilio, non
anziani e poi, all’ampiezza dell’ap-     ni modeste, di conseguenza l’affit-                        più necessario, veniva restituito.
partamento, si aggiungono gli spazi      to diventa molto spesso un onere                         In seguito, però, ci siamo resi
comuni di cui ciascuno può disporre;     pressoché insostenibile. (1/continua)                    conto che moldavi, ucraini e po-
                                                                                                  lacchi mandano in patria questo
                                                                                                  tipo di attrezzi che, nei loro Pae-
                                                                                                  si, costano tantissimo. Di conse-
                                                                                                  guenza, preferiscono perdere la
                                                                                                  “caparra”, che poi era pressoché
                                                                                                  simbolica, piuttosto che organiz-
                                                                                                  zare il rientro dall’estero del sup-
                                                                                                  porto che sarebbe molto più one-
                                                                                                  roso. Lancio pertanto un appello
                                                                                                  pubblico, chiedo di girare voce e
                                                                                                  soprattutto conto su chi dispo-
                                                                                                  ne di qualche ausilio di cui non
                                                                                                  ha più bisogno. A tutti rivolgo il
                                                                                                  mio più sentito ringraziamento.
                                                                                                              don Armando Trevisiol

                                         Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti a
                                         Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del 5/2/1979
                                         Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; caporedattore: Alvise Sperandio; grafica: Maurizio Nardi
                                         Via dei Trecento campi - Mestre (Ve), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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