Sfi da educativa e baby gang - Il Centro Don Vecchi
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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019 Sfida educativa e baby gang di don Gianni Antoniazzi A Venezia, come in altre città, ci misuriamo con la violenza provoca- ta da minori, talvolta poco più che bambini. Fa scalpore perché non si tratta di immigrati, ma di figli nati in famiglie per bene. In effetti non si può abbassare la guardia sulla que- stione educativa. È di fondamentale importanza anche per la Chiesa. In parrocchia, in patronato, ma anche ai Centri don Vecchi, vediamo che la povertà più grave riguarda la man- canza di educazione. Vale per tutti, in particolare per i ragazzi di oggi che non diventeranno adulti domani. Permettete, poi, qualche riferimen- to personale. L’estate scorsa, fra grest e campi in montagna, ho pas- sato due mesi coi giovanissimi. C’è stata la fatica fisica, ma più ancora quella per vincere il salto culturale fra le età: anche stando insieme, non sempre è facile costruire un dia- logo personale. È da quello, invece, che nasce la formazione reciproca. Riconosco poi che dove ci sono gio- vani c’è disordine. Le attività con gli anziani possono produtte un ricavo. I giovani, invece, rompono, sporca- no e rovinano: insomma la crescita crea spese. Lo stesso principio vale anche a livello cittadino. Da ulti- mo c’è la regola dell’horror vacui: i medioevali sostenevano che la na- tura vuol riempire i vuoti. Di fatto il cuore pesa di più se dentro non c’è niente. Per paura della noia, un ragazzo senza passioni cerca sfide dementi. Soltanto l’amore dei geni- tori sazia la vita di un figlio, diceva Sant'Agostino. Data la fatica di tan- te coppie, ci meravigliamo se i gio- vanissimi esprimono tanta rabbia?
L'analisi Problema sociale di Alvise Sperandio Nell'ultimo periodo a Venezia ci sono stati sei episodi di violenza provocati da adolescenti Bisogna ritornare a insegnare l'educazione civica e quando necessario a dare le punizioni Ragazzi sbandati, c'è il rischio che il invocano a gran voce i primi, ma di- problema si trasformi in emergenza. menticano i secondi". Rachele Scan- Le cronache recenti hanno raccon- della, preside dell'istituto Barbarigo tato gli episodi di violenza accaduti frequentato da alcuni dei giovanotti a Venezia e che hanno visto per re- individuati dalla polizia, ha parlato di sponsabili ragazzi adolescenti, tutti "deriva pericolosa". "Questi ragazzi - maschi dell'età dei primi anni delle ha osservato - hanno perso la busso- scuole superiori. Giovanotti, o me- la: non sono consapevoli dei paletti glio giovinastri, che colpiscono in e dei diritti che hanno come ragaz- maniera gratuita, senza ragione: non zi e loro da adolescenti fanno quel- per rapina né per rivalità o vendetta. lo che vogliono, sfidano le regole. Il Se la prendono con chi casulamente problema è che rimangono impuniti, incontrano sul loro cammino con mi- se non addirittura scusati dalla fa- nacce, aggressioni, pestaggi, vanda- miglia". Maria Cristina Mambelli, di- lismi senza scrupoli. Per non parlare rettrice del Dipartimento Infanzia e del bullismo alimentato dalle tecno- Adolescenza dell'Ulss 3 Serenissima, logie digitali, a danno dei coetanei ha aggiunto: "Il problema è la diffi- più fragili. Le forze dell'ordine ne coltà degli adulti a porsi come figu- hanno individuati alcuni, ma sembra re di riferimento e di responsabilità. che il problema non sia ancora stato Gli adulti sono sempre più incapaci debellato. Problema a cui, peraltro, di porre dei limiti e dei confini e i sia stato progressivamente messo da non è estranea Mestre: basti pensare giovani osano sempre più". Cosa fare? parte in nome di un controproducen- ai ragazzini che prima si trovavano In questo numero proviamo a offrire te buonismo o giustificazionismo a per le loro scorribande sotto la co- qualche contributo, ovviamente sen- tutti i costi. Bisogna rendersi conto lonna della Sortita in piazza Barche za la pretesa di avere la verità in ta- che non tutto è permesso e che bi- e adesso preferiscono la più nasco- sca. Ci sembra, peraltro, che la pro- sogna assumersi la responsabilità di sta piazzetta tra il teatro Toniolo e il posta di legge d'iniziativa popolare, comportamenti sbagliati e dannosi. Candiani. Anche loro si sono contrad- sostenuta anche dall'Associazione dei Questo principio si chiama giustizia e distinti per comportamenti poco or- Comuni (Anci), di reintrodurre l'edu- dev'essere recuperato al più presto. todossi e poco rispettosi. Non è che cazione civica a scuola, vada nella la nostra città sia un caso speciale, giusta direzione e non debba restare Testamento a favore della perché situazioni del genere capita- solo un buon proposito. È necessario no anche in altri capoluoghi, segno di e opportuno dedicare qualche ora di Fondazione Carpinetum un fenomeno in preoccupante cresci- lezione in classe, già tra i bambini, La Fondazione Carpinetum ha come ta che esige rimedi immediati. C'è da per tornare a spiegare agli studenti scopo il supporto alle persone anziane chiedersi perché avvenga tutto que- cosa sono i diritti e cosa sono i dove- accolte nei sei Centri don Vecchi pre- sto e cosa si debba fare per metter- ri e quali sono le regole della civile senti tra Carpenedo, Marghera, Cam- gli un freno. L'assessore alle Politiche convivenza. Giusto per fare un esem- palto e gli Arzeroni e l’aiuto ai soggetti giovanili Simone Venturini ha acceso pio: possibile che nessuno insegni più più fragili che vivono in città. Si so- un faro sulla crisi della famiglia e del- a un ragazzino ad alzarsi dal posto a stiene solo con le offerte e i contributi la scuola: "Il Comune potrà attivare sedere in autobus per cederlo a un della gente di buona volontà che ven- anche cento nuovi servizi, ma se non anziano, una mamma con un bambi- gono tutti destinati ad azioni di be- si lavora su queste che sono le prin- no, una persona in difficoltà? Non si neficienza. Per sostenerla è possibile cipali agenzie educative, anche con i può, poi, sottacere la questione del- fare testamento a suo favore: chi non necessari investimenti, non saranno le sanzioni: d'accordo che è sacrosan- avesse eredi o chi volesse comunque lasciare un legato, sappia che il suo mai sufficienti. La nostra società do- to puntare all'educazione, alle reti di grande gesto di generosità si tradurrà vrebbe insegnare di più ai giovani e protezione, ai progetti di recupero e in carità concreta, per fare del bene a agli adolescenti che accanto ai diritti di reinserimento, ma è un dato di fat- vantaggio del prossimo che ha bisogno. esistono anche i doveri. Spesso tutti to che il principio "chi sbaglia paga" 2 ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019
Il punto di vista Cambiare passo di don Fausto Bonini Per vincere la violenza giovanile non basta la repressione ma è necessaria la prevenzione Il Comune potrebbe selezionare dei patronati per fare attività con operatori professionali Le baby gang: fenomeno nuovo e inquietante tive, di lavoro socialmente utile. Una specie di corso intensi- “A Venezia picchiano selvaggiamente persone inermi, a Me- vo di educazione civica obbligatorio e totalmente gratuito. stre ultimamente distruggono quel che trovano, anche se nemmeno in terraferma disdegnano di bastonare chi passa Nel frattempo, che cosa si può fare? per la strada. Sempre di bande di ragazzini si tratta”. Così L’assessore alla Coesione sociale del Comune di Venezia, Si- scrive Elisio Trevisan sulle pagine del Gazzettino di domeni- mone Venturini, molto attento al fenomeno e molto attivo ca 20 gennaio scorso. Segue poi il racconto dell’ultimo raid. nel ricercare soluzioni ai bisogni sociali emergenti, sollecita A Padova imperversa la banda dell’Arcella: aggrediscono, soprattutto famiglia e scuola, prime “agenzie” educative, filmano e mettono in rete. Il fenomeno non è solo locale, a riflettere sul problema e a cercare e proporre soluzioni ma è molto diffuso sia in Italia che all’estero. Ciò che preoc- operative. E poi si appella al volontariato, al Terzo settore cupa oggi è l’età sempre più bassa di questi ragazzi, timidi e alle parrocchie. Per quanto riguarda le parrocchie c’era- e impacciati da soli, molto spesso di buone famiglie, ma che no una volta i patronati, luoghi di incontro e di formazione diventano aggressivi quando si mettono insieme a costituire per tante generazioni di bambini, ragazzi e giovani. Ci sono delle “baby gang”. Che fare? È la domanda che molti si pon- anche oggi, alcuni anche radicalmente rinnovati. Belli ma gono in questi giorni. La polizia compie il suo lavoro e, gra- spesso vuoti o sottoutilizzati e luoghi di incontro di bambini zie alle numerose telecamere che controllano il territorio, e anziani. Gli adolescenti e i giovani non li frequentano più. riesce a individuare i responsabili e a consegnarli alla giu- Perché? Perché quei luoghi a loro non dicono più niente, non stizia. Si tratta di repressione del fenomeno. Ma a noi adulti propongono attività che li interessano. Ecco allora una pro- e a tutte le cosiddette agenzie educative interessa la pre- posta al bravo e attivissimo assessore alla Coesione sociale: venzione e la domanda “Che fare?” si impone con urgenza. perché non individuare alcuni di questi patronati attrezzati Occasioni educative ce ne sono molte. Esiste il Servizio ci- con strutture adeguate e sparsi sul territorio e farli diventa- vile nazionale, ma è su base volontaria e retribuito e i bulli re luoghi di proposte valide e accattivanti? Attività sportive, delle baby gang sicuramente non vi partecipano. Esiste la musica, doposcuola e tante altre cose, ma tutto gestito da proposta di "Prove di un mondo nuovo": 72 ore dedicate al operatori professionali non da mamme o nonni volontari. servizio. Ma anche questo è su base volontaria e “retribu- Bisogna investire dei soldi per costruire futuro. Necessario ito” con dei crediti scolastici e anche a questo i bulli delle l’investimento nel settore della repressione (polizia, giudici, baby gang non partecipano. Secondo me non resta che il processi, telecamere, ripristino delle cose distrutte, cure Servizio civile obbligatorio, limitato nel tempo, ma genera- alle persone colpite…), ma perché diminuisca quel costo bi- lizzato. Alcune settimane di vita comune, di attività forma- sogno sostenere, anche economicamente, la prevenzione. Domanda per entrare ai Centri don Vecchi Ai Centri don Vecchi gli appartamen- ti si liberano a fronte di un turnover costante. Chiunque pensasse di pre- sentare domanda d’inserimento, può consegnarla in direzione al Centro don Vecchi 2 di via dei 300 campi a Carpe- nedo dov’è già aperta una lista d’atte- sa. Per richiedere un alloggio occorre: non avere meno di 65 anni e più di 83; trovarsi in una condizione econo- mica modesta; essere normalmente autosufficienti; disporre di un garan- te che si assuma la responsabilità di intervenire qualora la persona abbia necessità di una diversa collocazione, in seguito alla perdita dell’autonomia. ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019 3
Considerazioni Fanale di coda di don Gianni Antoniazzi Un fuoco da accendere tempo per seminare e uno per racco- anche fatica perché ogni crescita esi- gliere. L’antico testo del Qoelet (3,1) ge impegno e sacrificio. L’educazione A ogni piè sospinto si parla di crisi direbbe che ci sono materie adatte civica va dunque declinata secondo della scuola. Da più parti si sottolinea alla mente di un bambino e altre più le età, come un cammino progressi- l’importanza di investire nelle profes- opportune nella formazione di un gio- vo che porti alla passione per la vita sionalità dei docenti e nelle attività vane. Non significa che il piccolo deb- sociale. Anche questo diventa stru- didattiche anche extracurricolari da ba solo giocare e divertirsi: la scuola è mento di prevenzione di devianze. proporre agli studenti. Non dobbiamo dimenticarci che, come insegna So- crate, la vita dei ragazzi è come un fuoco da accendere: bisogna trasmet- tere loro la passione per la sapienza e loro diventano artefici di una crescita superiore alla nostra. Dunque, non è importante fin dalla scuola materna offrire ogni risposta preconfeziona- ta, magari presuntuosa, sbagliata o incompleta. Semmai è prezioso por- gere un esempio, indicare un model- lo, offrire un’opportunità perché ogni bambino e ogni adolescente possa allargare gli orizzonti e cerchi poi con passione quello che serve per l’avventura della vita. La scuola ha il compito di trasmettere il desiderio della sapienza. Poi per ogni cosa c’è un tempo sotto il cielo: un tempo per nascere e un tempo per morire, un certi partiti. Serve una nuova educazione alla fiducia. In In punta di piedi questo “i bambini vengono educati da quello che gli adulti sono e non dai loro discorsi” (C. Jung). Non ci sarà passio- ne per la comunità civile se noi adulti trattiamo lo Stato come il “nemico uno”. L’educazione è, poi, un’arte com- Quanto può dare un insegnante plessa. Parlo da contadino. In campagna avevo i vigneti. Le viti sono storte per definizione. Guai pretendere di Non è frutto del caso se c’è un distacco fra i giovani e drizzare il tronco, quasi fosse un faggio. Bisogna amare la l’arte politica. Le nuove generazioni hanno sperimentato vite così com’è, storta e nodosa. Se la nutri produce uva l’imbroglio e la doppiezza di alcune classi dirigenti e di buona. Educare non significa drizzare “mentalità storte” o levigare i nodi. L’uomo è così: ciascuno diverso. La stor- tura non è un peccato. Il livellamento, invece, produce follia (M. Recalcati). Non tutti i ragazzi saranno esperti politici né tutti avranno a cuore le vicende della società, ma tutti sono chiamati ad essere cittadini onesti, rispetto- si e responsabili. Insegnare è “lasciare un segno” affinché leggano in noi il segno della passione sociale sincera. C’è un altro aspetto. In piscina, quando si impara a nuotare, si guarda ai gesti dell’istruttore e li si interpreta facendoli propri. Chi si limita solo a copiare, rischia di affogare. Im- parare significa capire e modificare. Le nuove generazioni non devono replicare l’esperienza del passato, ma capirne le logiche e trovare soluzioni adeguate alla società futura. 4 ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019
L'intervista Buona gestione del tempo di Francesca Bellemo Don Marco Canale, coordinatore delle attività pastorali all'istituto salesiano "San Marco": "È essenziale dare familiarità ai ragazzi in ogni ambito e momento della loro quotidianità" Nel celebre film Tutti insieme appas- e familiare, un’op- di “familiarità” perché crediamo che sionatamente Maria, alias Julie An- portunità di riscat- nella familiarità risieda la chiave di drews, è alle prese con i 7 terribili to. Come a dire che accesso per entrare in una relazione figli dell’austriaco comandante Von impegnare bene il autentica di rispetto e di ascolto tra Trapp, il quale è costretto a cambia- tempo libero extra- studenti e docenti. Attraverso la vici- re in continuazione istitutrice a causa scolastico è il primo nanza e una relazione “amichevole” della loro imperdonabile condotta. A passo per allonta- e autentica l’insegnante conquista la sciogliere i nodi sarà la dolcezza del- nare il rischio di una fiducia degli studenti e questo por- la canterina novizia la quale metterà possibile devianza. Impegnarlo appren- ta poi i suoi frutti anche in classe". in luce quanto i ragazzi ne combinas- dendo una professione meglio ancora. sero di tutti i colori al semplice sco- Ma per don Marco a fare la differen- Don Bosco diceva: “Se vuoi cono- po di attirare l’attenzione del padre. za nel metodo salesiano è il “come”. scere davvero un ragazzo guardalo soprattutto quando gioca”. La domanda è quindi: quanto può Come può intervenire l’insegnante "E’ per questo che i nostri insegnan- influire nel contrasto e nella pre- nell'educazione di un adolescente? ti nei tempi fuori dalle lezioni in venzione della devianza giovanile "All’interno della realtà salesiana classe non fanno solo la necessaria un diverso sguardo di attenzione ri- l’insegnamento inteso come attività sorveglianza degli studenti, ma sono volto ai giovani da parte degli adul- prettamente didattica è solo una del- presenti, osservano, interagiscono, ti, genitori ed educatori in primis? le componenti del ruolo del docen- giocano con loro. Se i ragazzi perce- A rispondere a questa domanda, par- te che è innanzitutto educatore. Gli piscono che da parte loro c’è una at- tendo proprio dalla sua testimonianza insegnanti che seguono questo stile tenzione come persone sono molto più diretta, è don Marco Canale (foto), non smettono di essere insegnanti ben disposti ad accettare le regole". coordinatore delle attività pastora- una volta usciti dall’aula di lezione li all’interno dell’Istituto "San Marco" o al suono della campanella. Gli in- Questo può valere anche nel rappor- della Gazzera, il quale ricorda come segnanti sono educatori, e lo sono to genitori-figli? l’opera di don Giovanni Bosco, fonda- anche e soprattutto fuori dall’au- "Certamente! L’insegnamento di San tore della congregazione dei Salesia- la, in cortile durante la ricreazione, Giovanni Bosco è molto chiaro in que- ni, sia nata proprio a partire dall’in- nella pausa pranzo, durante i cam- sto: quanto più dimostriamo attenzio- contro, verso la metà dell’Ottocento, pi scuola e le attività extrascolasti- ne, vicinanza e interesse al mondo dei del santo torinese con i giovanissimi che. Questo perché è proprio quello ragazzi, tanto più essi dimostreranno carcerati, in un’epoca in cui il carce- il luogo dell’intervento educativo". interesse per il mondo che noi adulti re aveva esclusivamente una funzione sapremo proporre loro. Perché sen- punitiva. "Don Bosco credeva invece Come si rapportano gli insegnanti za familiarità non si dimostra affetto nell’opportunità del recupero – spie- con i loro allievi? e senza questa dimostrazione non vi ga don Marco – e si convinse che se "Miriamo ad instaurare delle relazioni può mai essere una vera confidenza”. solo questi ragazzi avessero trovato un amico al di fuori della prigione essi non sarebbero più tornati den- tro. Si trovò quindi a dover riflettere su come prevenire la criminalità di questi ragazzi e identificò due strade che compongono il cosiddetto “uma- nesimo salesiano”: l’educazione alla cittadinanza e l’educazione alla fede". Buoni cristiani e onesti cittadini. At- traverso l’insegnamento del lavoro, obiettivo che è ancora oggi rappre- senta uno dei focus dell’azione sale- siana, don Bosco offrì a questi ragazzi, già fragili per il loro contesto sociale ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019 5
Il bello della vita Motivi mai banali di Plinio Borghi Molte devianze sono il frutto della mancanza di valori e delle responsabilità degli adulti Occorre testimoniare il buon esempio e offrire spazi dove i ragazzi possano esprimersi Gioventù bruciata? di dura critica e di recriminazione, petibili più di tanto dai giovani (anche È il titolo di un vecchissimo film, che con tendenza a “stracciarsi le vesti”. al volontariato spesso ci si approccia probabilmente i nostri adolescen- Non dico che dobbiamo essere indul- confidando in un’eventuale quanto la- ti non hanno mai sentito nominare. genti o sopportare, ma che almeno bile sistemazione futura), i quali poi M’è tornato alla mente di fronte alle ci si sforzi di cercare i reali motivi di trovano più “conforto” nel ricorrere pesanti manifestazioni di bullismo e simili comportamenti, senza fermarsi ai sofisticati beni di consumo, con i di aggressioni gratuite che i nostri solo ad analizzare i problemi delle fa- quali fanno a gara per primeggiare (sottolineo nostri) ragazzi mettono miglie, delle scuole e delle parrocchie, e ai quali si abbandonano travisan- in atto, specie verso i più deboli, ov- peraltro già noti. Una cosa è certa: se do identità, personalità e rapporti viamente, e sempre rigorosamente in certi comportamenti fuori di testa (e veri. I genitori non sanno che pesci bande, perché soli non hanno mai il gli autori lo sanno perfettamente che pigliare e preferiscono assecondarli, coraggio di esporsi (e infatti i giornali così è) persistono e non sono frutto di non s’impegnano socialmente per- riferiscono che a casa sono agnellini). estemporaneità dipende dallo spazio ché le cose vadano meglio, non han- Anche ai miei tempi c’erano la preoc- che noi lasciamo, sia in campo sociale no più coraggio di mettere al primo cupazione per talune frequentazioni che valoriale. Ai miei tempi duravano posto valori come la solidarietà e il e il pericolo che il branco avesse il l’arco di una stagione, perché o si stu- rispetto. Anzi, esaltano il successo sopravvento nell’educazione che la diava (pochi) o si andava a lavorare come se fosse cosa facile e svilisco- famiglia si sforzava di impartire; con (molti) e comunque sul rispetto delle no i valori generali, assumendo loro una differenza non da poco: eravamo istituzioni non ci pioveva. Soprattutto stessi atteggiamenti dissacratori. Ne reattivi anche a livello individuale e si era molto seguiti, fossero o meno consegue che le menti più deboli o le l’insofferenza si esprimeva prima di i genitori oberati di incombenze. personalità più frustrate reagiscano tutto in famiglia. Poi il gruppo poteva per tornare al centro dell’attenzione. fare la differenza: se era di qualità Servono valori reali e prospettive di Da piccoli, se trascurati, ritardano la poteva diventare un vantaggio e se vita concrete normale evoluzione e da più grandi- invece era “branco” l’effetto aveva Oggi si tende a far studiare tutti per celli fanno i bulli e i guappi. Siamo analogie con oggi e si era in pensiero. forza e comunque; anche volendo chiamati, tutti, a togliere loro qual- prendere la via del lavoro, le pro- siasi alibi, prima di tutto con l’esem- Recriminare non serve spettive sono ridotte a zero. Il tasso pio, che è l’arma più forte, e poi con Purtroppo si tende comunemente ad di disoccupazione giovanile è un in- la rivendicazione pesante di spazi avere la memoria corta e la maturità dice significativo di ciò. Si percepisce sociali (lavoro, casa, famiglia) che of- o la vecchiaia fanno il resto, per cui la quindi uno squilibrio, vieppiù accen- frano prospettive più appetibili dello prima reazione è quella di sgomento, tuato da alternative che non sono ap- smartphone di ultima generazione. Camere disponibili al Centro don Vecchi 6 Al Centro don Vecchi 6, l'ultima strut- tura realizzata in ordine di tempo e inserita nel complesso del Villaggio solidale degli Arzeroni, a non molta distanza dalla zona commerciale del Terraglio e dall’ospedale dell’Ange- lo, ci sono stanze a disposizione di chi deve trascorrere un certo perio- do a Mestre per lavorare oppure per assistere i propri parenti ricoverati in città. Sono a disposizione anche di chi abbia per qualsiasi motivo una necessità abitativa di carattere tem- poraneo. Per prenotare una stanza di "Formula Uno" chiamare lo 0413942214. 6 ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019
Pensieri a voce alta La meglio gioventù di Federica Causin Le cronache cittadine raccontano casi di violenza inaudita Lente d’ingrandimento Ma ci sono anche tanti esempi positivi che vanno valorizzati di don Gianni Antoniazzi Le baby gang, che guadagnano spes- sperava che i suoi voti avrebbero di- so le prime pagine dei quotidiani, mostrato le sue capacità, il suo de- Dialoghi per Mestre mostrano un volto preoccupante de- siderio d’imparare; si augurava che È nata, in queste settimane, l’idea di gli adolescenti. Mi lascia sempre sgo- fossero una sorta di lasciapassare per creare un gruppo di persone laiche, menta constatare che dei ragazzi, a una vita migliore, una muta richiesta appassionate per il futuro di Mestre volte poco più che bambini, siano ca- di accoglienza rimasta inascoltata. e che, avendo a cuore la vita della paci di una violenza tanto efferata. Quanto dovevano valere quei nume- città, realizzino qualche dialogo per Quali vuoti e quali fragilità si cela- ri per lui, se sono l’unica cosa che il futuro della zona. Papa Francesco, no dietro la decisione di fare della ha deciso di portare con sé! L’istru- nel messaggio d’inizio anno 2019, ha sopraffazione e della prepotenza il zione come strumento di riscatto, spiegato che la buona politica parte fulcro della propria esistenza? Per- come mezzo per provare a cambia- dall’impegno dei cittadini. Abbia- ché non si riconoscono nelle scelte re un destino segnato. La seconda e mo cercato, dunque, di unire alcuni e nei modelli dei loro coetanei? Ma la terza storia sono accomunate dal rappresentanti di realtà culturali ed se davvero “fa più rumore un albero lieto fine e dal fatto di avere come economiche, esponenti di associa- che cade rispetto a una foresta che protagonisti i compagni di classe di zioni ed esperti nella comunicazio- ne. Questo gruppo contenuto, non cresce”, credo sia giusto dare spazio due ragazzi disabili. Gli studenti di più di 20 persone, si propone intanto anche a storie che raccontano di so- un istituto tecnico di Faenza hanno di comprendere i dati oggettivi e il gni, della scelta di unire le forze per chiesto agli insegnanti di poter im- processo in corso a Mestre. Al con- raggiungere un traguardo che sem- parare la lingua dei segni per comu- tempo desidera avviare un dialogo brava inarrivabile, della capacità nicare più facilmente con Margherita su quattro temi, suggeriti dal Ponte- di farsi carico delle esigenze di una che non sente. Con il loro gesto, han- fice: la questione della vita (aspetti persona. Scrivo pensando a tre sto- no ribadito il valore della gratuità e demografici); il tema di una ecologia rie, che sono circolate sul web e sui sono riusciti a trasformare una diffi- integrale (sostenibilità, interconnes- giornali, il cui denominatore comune coltà in un’opportunità di crescita. A sione); la possibilità di una rigene- è la scuola. La prima racconta di un Mantova, invece, Giorgia e Marcello razione urbana (la casa e il lavoro); ragazzo, originario del Mali, che è hanno prestato la voce ad Amrik, che la questione dell’immigrazione (ac- salito su un gommone con la pagel- non è in grado di parlare e si esprime coglienza e integrazione). Ciascuno, secondo le sue competenze, deside- la cucita in una tasca della giacca. grazie a un computer, esponendo la ra ascoltare e promuovere le migliori Purtroppo i suoi sogni si sono inabis- sua tesina all’esame di maturità. Il esperienze, per renderle volano di sati in fondo al mare insieme alla sua segno tangibile di un’amicizia fatta una partecipazione democratica e giovanissima vita spezzata. Di lui non di gesti, sguardi e sorrisi che è stra- deliberativa. La vita politica autenti- sappiamo nient’altro: chissà, forse ordinario proprio perché è normale. ca prende infatti avvio da un dialogo leale, si rinnova con la convinzione che ogni donna, ogni uomo e ogni ge- nerazione racchiudono in sé una pro- messa che può sprigionare energie relazionali, intellettuali, culturali e spirituali. Una tale fiducia non è mai facile da vivere perché le relazioni umane sono complesse. In particola- re, di questi tempi respiriamo un cli- ma di sfiducia che si radica nella pau- ra dell’altro o dell’estraneo, nell’an- sia di perdere i propri vantaggi, e si manifesta purtroppo anche a livello politico. Oggi più che mai, le nostre società necessitano di “artigiani del- la pace, per il bene e la felicità della famiglia umana”, come si può leggere nello stesso messaggio del Papa per la Giornata della Pace di quest’anno. ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019 7
Proverbi africani La benevolenza di padre Oliviero Ferro, missionario saveriano Nella società tradizionale africa- ta dalla ricerca del suo bene per il lo fai crollare” cioè se aumenti la tua na, la fase adulta comincia normal- bene stesso. La bontà diventa con- bontà, non fai male a te stesso. C’è mente dai 15-16 anni, quando il o la creta nelle esperienze di amore e di la convinzione che in ogni uomo c’è giovane dimostra di essere in grado amicizia. Rispetto alla giustizia, che la disposizione al bene. Come diceva di assumersi delle responsabilità so- attribuisce a ciascuno il suo debito il fondatore degli scout, Baden Po- cialmente fondamentali. Tra queste (siamo nel settore pubblico), la bon- well, in ogni ragazzo c’è almeno il 5% citiamo: il saper lavorare la terra, il tà è considerata come la virtù mora- di cose positive su cui dobbiamo fare saper costruire una capanna, l’essere le per eccellenza nei rapporti inter- leva per aumentare il suo modo di in grado di procreare, ecc... Esistono personali. Insomma, la bontà si trova fare il bene. Così ce lo ricordano gli particolari e appositi riti per verifi- a metà strada tra l’egocentrismo (in- Zulu del Sud Africa: “ogni fiume ha care il raggiungimento della maturi- teresse proprio) e l’eterocentrismo la propria fonte”. Fare il bene porta tà del o della giovane oppure la sua (altruismo). L’altruismo si preoccupa sempre delle conseguenze, prima di permanenza nella fanciullezza. Una dell’altrui interesse, fino (forse) a sa- tutto su noi stessi. Così dicono sem- volta raggiunta l’età matura, il gio- crificare il proprio. Per i cristiani la pre i Mossi del Burkina Faso: “Se fai vane viene inserito, tramite alcuni bontà si orienta nel senso della cari- del bene, lo fai a te stesso; se fai del fatti e a volte mediante particolari tà, con inclusione della solidarietà e male, lo fai a te stesso”. Terminiamo rituali, nella classe dei grandi, gene- della compassione. Per molti la be- con altri tre proverbi. Partiamo da- ralmente chiamati adulti. In questa nevolenza è un modo per accrescere gli Yoruba del Rwanda: “Il bene è di nuova posizione egli acquisisce uno il proprio onore di fronte agli altri piombo, il male di piume” per dire stato che gli impone il dovere di e non va confusa con la debolezza. che è più difficile fare il bene ed è conoscenza e applicazione di certe Essa richiama un atteggiamento di più facile fare il male. I Bamoun del regole di convivenza. Queste ultime amore e di riguardo verso chi è nel Camerun ci ricordano che quando sei sono fondate sulla dimostrazione e disagio. E quindi l’offesa, la cattive- in grado di fare del bene a qualcu- salvaguardia della dignità persona- ria, la gelosia, l’invidia, le colpe di no, fallo senza aspettare che te lo le, quella del suo clan di origine, ogni genere feriscono la benevolenza chieda. Così dicono: “Non si ricono- del suo villaggio e così via. Ci sono e la rendono difficile da esercitare. sce un uomo affamato dalla sua testa principi, valori, fatti e misfatti, insi- In sintesi, per l’africano: per vivere prima di avergli dato da mangiare”. ti nel comportamento personale e/o veramente felici, occorre brillare di Una bontà esagerata attrae perico- sociale. Vale per la amore, la bontà, bontà. Bisogna tuttavia sapere che la li e disgrazie, c’è sempre qualcuno l'amicizia ecc. Tutti questi, partendo bontà ha i suoi limiti. E allora ecco che approfitta della tua bontà. È dall’autentica visione africana. Par- alcuni proverbi. Partiamo dai Mossi l’amara constatazione degli Hutu tiamo dalla bontà. È la qualità della del Burkina Faso: “Se aggiungi uno del Burundi: “Buongiorno, buongior- relazione con gli altri, determina- strato di terra in più su un muro, non no, fa male alla gola”. (9/continua) La grande squadra dei volontari in servizio Possiamo calcolare che i volontari oggi all'opera nei diversi ambiti d'impegno della Fondazione Carpinetum siano ben più di mezzo migliaio. Quelli che intendono prestare servizio nel futu- ro Ipermercato solidale agli Arzeroni sono circa 130, iscritti ora nel regi- stro dell'associazione Il Prossimo che gestirà la struttura. Confidiamo che il numero possa salire: ad essi possono infatti aggiungersi altre realtà che già collaborano con noi e che potrebbe- ro entrare nell’Ipermercato solidale. Ma quanti ancora il Signore sta chia- mando a far parte di questa impre- sa? Chi leggendo si sentisse chiamato venga a lasciare la propria adesione. 8 ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019
Tradizioni popolari L'inizio del matrimonio di don Sandro Vigani A Chioggia anticamente v’era la primario che aveva la suocera – la il matrimonio i genitori della sposa strana usanza che, dopo aver ce- parona de casa, la madona - nella si recavano a pranzo dalla famiglia lebrato il matrimonio, gli sposi famiglia. Così si svolgeva lo scam- dello sposo assieme agli anziani di tornassero ciascuno a casa pro- bio della scopa: “Al momento in cui casa. Si usava dire che in questa pria per il pranzo nuziale. Il primo entra nella nuova casa la sposa, so- occasione la madre della sposa posto tra gli invitati della sposa gliono alcune suocere mettere alla andava a torse ea pèle della figlia andava ad un uomo che stava ac- prova l'abilità della nuora, e ciò maritata, poiché col matrimonio canto ad essa al posto del marito si fa col porre attraverso la soglia la giovane cambiava vita, cambia- e la serviva delle varie portate. dell'uscio una scopa. Se la sposa vi va pelle. Nel Veneto di un tempo Egli doveva cantare, al termine passa sopra senza badarvi, si tiene il matrimonio celebrato tra due del pranzo, accompagnato dalla per infallibile indicio ch’ella dovrà vedovi, due persone portatrici di chitarra, la partenza della sposa. essere un’infingarda, e che dovrà handicap, due anziani o due perso- Dal canto suoi, concluso il pranzo, riuscire donna attiva, e buona ne di età molto differenti tra loro il marito, seguito dai propri invi- massaia s'ella la prende in mano ed era visto come un evento incon- tati, si recava a casa della spo- in casa la porta”. Spesso tra sposa sueto e rappresentava l'occasione sa a prendere la legittima moglie. novella e suocera si imbastiva un di gioco per i bambini e scherno Questa, piangendo, abbracciava la dialogo di rito: “Sposa: Mi ve aceto per gli adulti: “Al matrimonio di madre e seguiva il marito mentre il come mama. Suocera: E mi come due vedovi suole il popolo permet- cantore intonava: “Togo partenzia fiola, se i difèti lassè fora! Sposa: tersi delle beffe, le quali spesso lagremando sempre e lagremando Mi difèti no ghe n’ò mai vu, se no degenerano in manifeste violen- per tuta la via…”. Arrivati poi da- vegno a tòrli su. Suocera: Qua di- ze verso gli sposi, se sono in età vanti alla casa dello sposo, il can- fèti non ghe n’è mai sta, se ti no avanzata”. Ancora: “Quando due tore intonava: “Madona, feve un te li gà portà”. Il viaggio di nozze vedovi si congiungono in matrimo- po’ fora, che xe qua el vostro puto non era previsto, perché i viagi xe nio, evvi il costume che i putti del e vostra niora…”. La suocera si fa- da richi: al massimo i due novelli vicinato vanno a ripetere da essi ceva vedere mentre spazzava la sposi si recavano in pellegrinaggio una qualche mancia e se il negano casa, fingeva di far cadere la sco- a qualche santuario, nel Veneto a di fare, per molte sere consecuti- pa e a quel punto la nuora doveva Sant’Antonio di Padova. Il sogno di ve vanno a fare strepito dinanzi prendere subito in mano: in que- tutti i novelli sposi veneti era co- alla loro casa con suono di corni, sto modo dimostrava di essere una munque di visitare, spesso per la di campanacci, di catene e d'altro: brava donna di casa che prendeva prima volta nella vita, Venezia e ciò si chiama fare le bacinelle e a cuore le faccende domestiche. far la foto con i colombi in piazza la costumanza era approvata dal- Queste tradizioni rivelano il ruolo san Marco. Spesso otto giorni dopo li veronesi Statuti”. (24/continua) Servono autisti per i magazzini solidali I nostri magazzini della carità al Centro don Vecchi di via dei Trecen- to campi a Carpenedo svolgono ogni giorno un’attività particolarmente corposa e hanno sempre bisogno di almeno una decina di volontari per guidare i 6 furgoni e i 2 furgoncini a disposizione. Serve solo la patente B e un po’ di generosità. Rinnovia- mo il caldo appello ai nostri con- cittadini che abbiano un minimo di tempo da mettere a disposizione. Per essere più certi di ottenere un impegno immediato si può telefo- nare a don Armando al 3349741275 oppure a suor Teresa al 3382013238. ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019 9
La nostra storia Napoleone Ticozzi giovane di Sergio Barizza "Dal registro nati di questa cura ,ri- il 7 marzo 1868, quando "con punti ti fra coloro che più si erano impe- sulta che Ticozzi Napoleone Carlo vent’otto sopra quaranta” al candi- gnati nella lotta per l’indipendenza Francesco Luigi di Cesare e di Olivi dato fu comunicato il felice compi- nazionale. Del resto quel nome, Domenica nato li 28 (ventiotto) gen- mento del suo iter di studi. Fu pro- "Napoleone", che gli era stato im- naio 1843 (quarantatre) e fu bat- clamato “dottore in ambe le leggi” posto, aveva un chiaro significato tezzato dal reverendo don Giovanni il 24 marzo 1868: sul diploma la fir- e risulterà fortemente evocativo. Antonio Frisotti". Recitava così un ma del rettore magnifico Giuseppe Due suoi prozii, nei primi anni documento rilasciato dalla parroc- De Leva. Nell’occasione alcuni ami- dell’Ottocento, avevano infatti ab- chia di San Lorenzo nel 1870. Dopo ci pubblicarono un "papiro" (anche bracciato con convinzione le idee la nascita, le prime notizie docu- allora si usava…) che iniziava così: portate in Italia dalle armate napo- mentate sulla vita di Napoleone ci “L’orfano esulta ché ha scoperto leoniche: Cesare Francesco, avvoca- portano al ginnasio-liceo di "San- un padre, terge l’infamato cittadi- to, giurista, prefetto di vari diparti- ta Caterina" a Venezia, oggi liceo no l’umido ciglio ché un generoso menti della nuova amministrazione convitto "Marco Foscarini", dove, il lottatore le armi velenose dei tristi francese nel bergamasco e Stefano, 13 agosto 1862, gli viene rilasciato calunniatori sfracellerà, risuscitan- allievo del Parini, che aveva abban- "l’attestato di idoneità per essere dogli la vita…”. Un richiamo scoper- donato la tonaca per abbracciare gli ammesso agli studi universitari". to alle idee politiche che il giovane ideali della rivoluzione francese du- Dal liceo di Venezia all’università di Napoleone aveva manifestato negli rante la campagna d’Italia di Napo- Padova, l’itinerario scolastico del ambienti studenteschi di Padova, leone finendo per essere nominato giovane Napoleone si sviluppa sul durante gli ultimi anni dell’occupa- prefetto del dipartimento del Pia- tracciato battuto per decenni da- zione austriaca, frequentando gli ve, prima di dedicarsi, negli ultimi gli studenti mestrini: per studiare e ambienti della Giovane Italia e del anni della vita, alla scrittura e agli procurarsi una laurea la strada dal Comitato Studentesco Lombardo studi di storia dell’arte. Il nonno del liceo di Venezia all’università pata- Veneto per il transito in Piemonte nostro Napoleone, Giovanni Maria, vina era infatti l’unica percorribile. degli studenti che volevano com- era invece il maestro elementa- Gli studi di Napoleone furono rego- battere contro l’Austria. Questa re della natia Pasturo e tenne per lari: nel 1866 gli esami per ottenere partecipazione attiva agli ideali lunghi anni dei meticolosi diari su la laurea in utroque jure (entrambe unionisti è direttamente documen- qualsiasi avvenimento avesse incro- le leggi) erano conclusi. Secondo tata dalla sua nomina – a firma ciato il sentiero della propria vita. l’ordinamento universitario allora del sindaco Girolamo Allegri, il 22 In questo contesto non può mera- vigente si dovevano affrontare altri maggio 1868 – a luogotenente nella vigliare la sua scelta di non seguire quattro esami rigorosi che furono seconda compagnia del battaglione la strada del padre nel mondo del superati (con l’omologa votazione della Guardia Nazionale di Mestre, i commercio, ma di dedicarsi alle arti "sufficiente’" tra il 27 giugno 1867 e cui membri erano solitamente scel- liberali e alla politica. (47/continua) Il futuro dei magazzini del Centro don Vecchi 2 Ci teniamo a sottolineare con la massi- ma chiarezza che la Fondazione Carpi- netum sta progettando e poi desidera realizzare un Ipermercato solidale nel- la zona degli Arzeroni, vicino al Terra- glio, la cui gestione sarà poi affidata all’associazione Il prossimo di cui è presidente Edoardo Rivola. Quando la struttura sarà operativa verrà pertanto eliminata ogni attività che attualmen- te si svolge nei magazzini del centro don Vecchi 2 in via dei Trecento campi. Quella zona potrebbe ospitare un pro- getto del tutto diverso, ma sempre e co- munque a favore della città di Mestre. Avremo modo di parlarne più appro- fonditamente appena possibile. (d.G.) 10 ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019
Per trasparenza Per realizzare l'Ipermercato solidale Sottoscrizione cittadina: tutti i fondi a favore della costruzione della nuova opera di bene Un signore rimasto anonimo, quasi mezza azione, pari a € 20, per Sono stati sottoscritti quattro quinti domenica 9 dicembre alle h. 10 nella onorare la memoria dei loro genitori di azione, pari a € 40, per ricordare chiesa del cimitero, ha sottoscritto Mariantonietta ed Ettore. i seguenti defunti: Raffaele, un’azione, pari a € 50, in ricordo di Romeo, Emma, Santina, Francesco e un suo congiunto defunto. I tre figli della defunta Jole Campalto Michele. hanno sottoscritto quattro azioni, Una signora ha sottoscritto quattro pari a € 200, per onorare la memoria La signora Claudia Toniolo Tschuber quinti di azione, pari a € 40, per della loro madre. ha sottoscritto un’azione, pari a € 50. ricordare i defunti delle famiglie: Buzzi, Florian, Dalla Libera, Longo, La signora Luciana Mazzer Merelli ha La signora Alma Biasibetti ha Sartori e Chinellato. sottoscritto un’azione, pari a € 50. sottoscritto un’azione, pari a € 50. I coniugi Anna e Gianni Bettiolo e La famiglia Rossi ha sottoscritto La signora Franca Piccolo ha Graziella e Gianni Starita hanno un’azione, pari a € 50, per onorare la sottoscritto un’azione, pari a € 50. sottoscritto un’azione, pari a € 50. memoria della loro carissima Ivana. La signora E. B., che ha chiesto La signora Mariapia Verde ha Il dottor Giancarlo Florio ha l’anonimato, ha sottoscritto sottoscritto un’azione, pari a € 50. sottoscritto un’azione, pari a € 50, un’azione, pari a € 50. in ricordo di sua moglie dottoressa Il signor Fulvio Fenzo, in occasione Chiara. dell’anniversario della morte di Elisa, CENTRI DON VECCHI sua moglie, ha sottoscritto un’azione, La moglie del defunto Franco Concerti febbraio 2019 pari a € 50, per onorarne la memoria. Gambato ha sottoscritto quasi mezza azione, pari a € 20, in memoria del CARPENEDO È stata sottoscritta mezza azione marito. abbondante, pari a € 30, in ricordo Domenica 3 febbraio ore 16.30 dei coniugi Lucia Nigro e Raffaele È stata sottoscritta mezza azione Animazione musicale con Marotta. abbondante, pari a € 30, per Silvano Stefani ricordare i seguenti defunti: Maria I residenti del Centro Don Vecchi di Teresa, Adolfo, Vally, Antonio, Anna, ARZERONI Campalto hanno sottoscritto quasi Patrizia e Rita. Domenica 17 febbraio ore 16.30 un’azione, pari a € 46. Gruppo corale La signora Mariangela Dogà ha La Barcarola La signora Daniela Penzo ha sottoscritto quasi mezza azione, pari sottoscritto un’azione pari a € 50, a € 20 per ricordare i defunti della MARGHERA per onorare la memoria di sua madre sua famiglia e quelli delle famiglie Domenica 24 febbraio ore 16.30 Virginia Pasqualetto. Carlin, Parisen e Monego. Pomeriggio musicale con Manuel La moglie del defunto Franco Prisco La signora Zita ha sottoscritto quasi ha sottoscritto quasi mezza azione, mezza azione, pari a € 20, per CAMPALTO pari a € 20, in ricordo del marito. onorare la memoria di Mario, il suo Domenica 24 febbraio ore 16.30 caro marito. La moglie del defunto Silvano ha Canzoni senza età con sottoscritto quattro quinti di azione, Il signor Carraro ha sottoscritto Gli amici del bel canto noventano pari a € 40, per ricordare il suo caro quasi mezza azione, pari a € 20, marito. per ricordare i suoi genitori: Rosa e Ingresso libero Antonio. La moglie e il figlio del defunto Mario hanno sottoscritto mezza azione Un signore ha sottoscritto quasi abbondante, pari a € 30, in memoria mezza azione, pari a € 20, in Come poter donare del loro congiunto. memoria dei suoi genitori: Luigia e alla Fondazione Antonio. Per sostenere la Fondazione Carpi- La signora Silvana Rugger del Centro netum si può effettuare un bonifico Don Vecchi 2 ha sottoscritto due I coniugi Gabriella ed Enrico Carnio bancario al Monte dei Paschi di Siena - azioni, pari a € 100, per manifestare hanno sottoscritto un’azione, pari a € 50. agenzia di Via San Donà, codice IBAN: la sua gioia di essere stata accolta in IT17R01030 020 0 8 0 0 0 0 014253 4 8 questa residenza per anziani. Il marito della defunta Franca Mason o effettuare un versamento sul conto ha sottoscritto quasi mezza azione, corrente postale numero 12534301. I fratelli Memo hanno sottoscritto pari a € 20, in ricordo di sua moglie. ANNO 15 - N° 5 / Domenica 3 febbraio 2019 11
Confidenze di un vecchio prete Costi e ricavi al Don Vecchi di don Armando Trevisiol Capita molto spesso che alcuni an- 5. La Direzione, intelligente ed ocu- ziani, o qualche familiare che sta lata, è riuscita a far comprendere Ausili per gli infermi valutando l’eventualità d’inserire un ai vari enti che si tratta di un’opera Riceviamo sempre più spesso ri- proprio congiunto in una delle no- veramente solidale, quindi abbiamo chiesta di ausili per gli infermi e stre strutture, mi chiedano a quanto ottenuto sconti notevoli su gas, luce, per gli anziani in perdita di auto- ammontano le spese a carico dei re- televisione ecc.; nomia. Gli articoli più ricercati sidenti e, quando vengono a sapere 6. Il Comune, pur non essendo stato sono: carrozzine per l’interno e le cifre irrisorie che chiediamo ri- particolarmente generoso, ci ha con- per l’esterno, stampelle, deam- spetto a quanto prevede il mercato cesso il cambio d’uso delle superfici, bulatori, letti attrezzati, panno- di questo specifico settore, riman- quindi abbiamo potuto costruire su loni di qualsiasi tipo. In passato, gono molto perplessi. Ritengo dun- terreni che abbiamo pagato come eravamo riusciti a realizzare un que opportuno motivare per punti fossero agricoli. Altre superfici, in- comparto apposito, ma attual- i costi di gestione in maniera un vece, ci sono state date in comoda- mente ne siamo del tutto sprov- po’ più articolata, in due puntate: to d’uso. Inoltre, per i primi quattro visti. Chi avesse la possibilità di 1. Il capitale impiegato per la co- centri, il Comune contribuisce con donare qualche ausilio non esi- struzione e per una parte consisten- 1,90 euro per ciascun residente. Non ti a portarlo al “Magazzino San te dell’arredo proviene tutto da do- è molto, però è meglio di niente; Giuseppe”, presso il Centro Don nazioni di diversa entità; 7. Le nostre strutture non sono sta- Vecchi di Carpenedo, in via dei 2. Gli operatori stipendiati sono ri- te ideate come fonti di profitto, ma Trecento Campi, dov'è aperto dal dotti al minimo; come espressione della carità cri- lunedì al venerdì, dalle 15.00 alle 3. Abbiamo la fortuna di poterci av- stiana che la parrocchia di Carpe- 18.00: la responsabile è la signora valere di una nutrita schiera di vo- nedo ha scelto di compiere e molti Luciana. Qualora servisse un fur- lontari sia per la costruzione sia per concittadini di Mestre hanno sposato gone per il ritiro, basta chiamare la gestione delle strutture; il progetto sostenendolo economica- il numero 0415353204 sempre dal 4. Per scelta, tutti gli alloggi sono mente. lunedì al venerdì dalle ore 15.00 piccoli; le dimensioni variano da un La scelta di aiutare gli anziani piutto- alle 18.00. Un tempo, quando ab- massimo di cinquanta metri quadra- sto che favorire altri settori, che pure biamo cominciato a raccogliere e ti a un minimo di venti. L’esperienza avrebbero bisogno di un supporto so- distribuire questi ausili per gli in- maturata ci ha dato ragione, per- lidale da parte della comunità, è nata fermi, richiedevamo una sorta di ché l’impegno di tenere in ordine la dopo aver constatato che gli anziani “caparra” che veniva restituita casa diventa meno oneroso per gli percepiscono quasi sempre pensio- nel momento in cui l’ausilio, non anziani e poi, all’ampiezza dell’ap- ni modeste, di conseguenza l’affit- più necessario, veniva restituito. partamento, si aggiungono gli spazi to diventa molto spesso un onere In seguito, però, ci siamo resi comuni di cui ciascuno può disporre; pressoché insostenibile. (1/continua) conto che moldavi, ucraini e po- lacchi mandano in patria questo tipo di attrezzi che, nei loro Pae- si, costano tantissimo. Di conse- guenza, preferiscono perdere la “caparra”, che poi era pressoché simbolica, piuttosto che organiz- zare il rientro dall’estero del sup- porto che sarebbe molto più one- roso. Lancio pertanto un appello pubblico, chiedo di girare voce e soprattutto conto su chi dispo- ne di qualche ausilio di cui non ha più bisogno. A tutti rivolgo il mio più sentito ringraziamento. don Armando Trevisiol Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti a Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del 5/2/1979 Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; caporedattore: Alvise Sperandio; grafica: Maurizio Nardi Via dei Trecento campi - Mestre (Ve), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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