Conoscere le cose belle - Il Centro Don Vecchi

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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM   COPIA GRATUITA   ANNO 15 - N° 42 / Domenica 20 ottobre 2019

Conoscere
le cose belle
di don Gianni Antoniazzi

Un cristiano ha il dovere civico di
sostenere le buone opere del suo
territorio. Gesù ha dato valore al
bene intorno a sé: ha visto i pesca-
tori e li ha costituiti discepoli; ha
incontrato un centurione e ne ha
fatto un modello di fede. Ha ap-
prezzato i pasti con gli amici e a
tavola ha istituito l’Eucaristia. Ha
chiesto da bere ad una samaritana
al pozzo e ne è nato un dialogo pro-
fondo; una peccatrice gli ha unto i
piedi con olio di nardo e quel gesto
resterà nella storia. Le sue parabo-
le riportano la bellezza del creato
ed esaltano le piccole cose. Chi ha
fede fa altrettanto: sostiene e porta
a compimento il bene, anche laico.
Da qualche mese Mestre ha il nuovo
polo dell’M9. La sigla sta per Museo
del 900. È un’opera realizzata dal-
la Fondazione di Venezia per dare
rilievo alla terraferma. Sono state
impiegate ingenti energie. È un mu-
seo in 4 piani, la più grande realtà
multimediale d’Italia. La sua archi-
tettura è innovativa ed elegante.
Racconta la vita anche comune del
‘900 con tecnologie innovative. È
un modo divertente per conoscere
la storia. Ha una sala polifunzionale
di avanguardia. Da mesi è aperto al
pubblico. Sarebbe importante sa-
pere che esiste, visitarlo e portar-
ci amici e parenti di passaggio. Lo
spirito del Vangelo ci domanda di
sostenere a piene mani le iniziative
feconde della città. Inutile sognare
una Mestre con strutture irrealizza-
bili. Facciamo tesoro di quello che
già c’è, anche se non dovesse cor-
rispondere alle nostre attese o non
fosse stato concepito secondo para-
metri di nostro pieno gradimento.
Da sapere

La storia dell'M9
dalla Redazione

La nascita di un museo multimediale pensato per raccontare la storia del Novecento
M9 rientra in un progetto di riqualificazione che ha in prima linea la Fondazione di Venezia
M9 racconta una storia che, per         lati delle piastrelle rettangolari       Nel museo cosa si trova?
fondarsi nel contesto geopolitico,      di ceramica che ne rivestono le          M9 si è avvalso di un numero im-
muove dall’annessione del Veneto        facciate, firma di Matthias Sauer-        pressionante di documenti rastrella-
al Regno d’Italia (1866) e s’arresta    bruch, architetto tedesco e Lou-         ti in centocinquanta archivi italiani
con l’attentato alle Torri Gemelle      isa Hutton, architetta inglese.          e del lavoro di un gruppo di giovani
(2001). Una storia più degli italiani                                            studiosi, tra i quali gli storici Miche-
che dell’Italia. Una storia socio-an-   Quando è nato e quant’è costato?         langela Di Giacomo, Fedra Pizzato,
tropologica, che mette al secondo       Nasce da un’idea di 10 anni fa,          Livio Karrer e Giuseppe Saccà. A di-
posto (e piano) la politica, che pri-   sulla quale la Fondazione di Ve-         rigerlo è stato scelto Marco Biscio-
vilegia i processi sugli avvenimenti,   nezia ha investito 110 milioni di        ne, antropologo di formazione, già
le trasformazioni fisiche (i volti, i    euro. Un progetto di riqualifica-         alla guida del Mao di Torino, con
corpi) e mentali degli italiani, del    zione urbana, realizzato con ma-         alle spalle una lunga esperienza
paesaggio, i processi di modernizza-    teriali ecologici, che grazie a 276      maturata alla Direzione istruzione e
zione dell’economia e della società     pannelli fotovoltaici punta alla         cultura della commissione europea.
piuttosto che sui mutamenti politici.   sostenibilità sul piano energetico
                                        e all’autosufficienza economica.           Dentro il Museo…
Cos’è?                                                                           M9 incarna l’ultimo stadio del-
M9 sta per Museo del ’900. Ha           Cosa c’è dentro?                         la concezione museale, che fa
aperto le sue porte il 1°dicembre       Il complesso architettonico com-         dell’immaterialità la propria cifra.
2018. Il complesso architettoni-        prende l’ex convento di Santa Maria      Il visitatore non vedrà «cose» (gli
co che lo ospita appare sontuoso        delle Grazie. Al centro vi è l’edifi-     unici oggetti sono raggruppati in
e discreto al contempo. Discreto        cio dove ha sede il Museo. Al pia-       due armadietti). Nel primo gran-
perché non svetta, non infrange         no terra la biglietteria, l’ingresso     de museo multimediale italiano il
lo skyline della città, ma si la-       all’auditorium-sala cinematografica       visitatore vedrà migliaia di foto,
scia scorgere all’improvviso, or-       4K da 200 posti, il museum shop,         video, grafici e pannelli. Ascolterà
mai prossimi all’ingresso, a poche      il bar e il ristorante; al primo e se-   registrazioni audio, scegliendo a
decine di metri da piazza Fer-          condo piano gli spazi espositivi per     quali dedicare maggiore attenzio-
retto. Sontuoso perché una volta        una superficie di 2610 metri quadra-      ne. Deciderà il percorso da seguire,
a ridosso si erge possente con le       ti; il terzo, di 1400 metri quadrati,    in quali installazioni 3D indugiare
sue volumetrie, i colori non ur-        dedicato alle mostre temporanee.         e, attraverso i pannelli touch, a
                                                                                 quali ulteriori informazioni acce-
                                                                                 dere. Al primo piano quattro sezio-
                                                                                 ni: Demografia e strutture sociali;
                                                                                 Consumi, costumi e stili di vita;
                                                                                 Scienza tecnologia e innovazione;
                                                                                 Economia, lavoro, produzione e
                                                                                 benessere. Altre quattro al piano
                                                                                 secondo: Paesaggi e insediamenti
                                                                                 urbani; Stato, istituzioni e politica.
                                                                                 Qui, entrando nella spettacolare
                                                                                 «arena politica», si è avvolti a 360
                                                                                 gradi da filmati che accompagna-
                                                                                 no discorsi di Mussolini, Togliatti,
                                                                                 Craxi e Moro, impersonati (con una
                                                                                 scelta forse non felicissima) da at-
                                                                                 tori. Poi le sezioni dedicate all’Edu-
                                                                                 cazione e all’identità degli italiani.

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L'intervista

Un museo in movimento
di don Gianni Antoniazzi

Marco Biscione è il direttore di un museo rivolto ai giovani ma che non dimentica gli anziani
Prossime sfide di una struttura condannata al rinnovamento e che mira a rivitalizzare Mestre
Intervista a Marco Biscione, diret-                                                    Il museo nasce per i giovani. Rie-
tore dell'M9                                                                           sce a raggiungerli?
                                                                                       "I giovani sono il pubblico ideale
Cosa offre il museo M9 per Me-                                                          perché non conoscono il ‘900, non
stre? In che modo potrà aiutarla?                                                      l’hanno vissuto e a scuola si studia
"Tutti i musei danno un contributo                                                     questo periodo storico in modo mol-
alla vita e alla crescita della comu-                                                  to rapido. Sono però il pubblico più
nità in cui sono radicati. L’M9 miglio-                                                difficile da raggiungere. Quelli che
rerà la vita, ma anche l'economia di                                                   entrano ne rimangono conquistati".
Mestre. Il museo di Torino ha aiuta-
to la città a superare la crisi della                                                  È attrattivo anche per gli anziani?
post-industrializzazione. Il museo                                                     "Anche gli anziani riescono a visi-
Guggenheim di Bilbao ha cambiato                                                       tarlo appieno. Ci vuole un minimo
il volto della città. Così è stato an-                                                 di capacità. Il pubblico anziano
                                             Marco Biscione
che a Liverpool. I musei danno un                                                      può attivare facilmente i dispositivi
contributo sostanziale alla crescita         quella di tenere la tecnologia ag-        presenti nel museo. Il pubblico ide-
anche se non in modo immediato e             giornata insieme ai contenuti".           ale sarebbe nonno-nipote oppure
diretto. Il finanziamento della Fon-                                                    padre-figlio perché il giovane ha più
dazione di Venezia che ha edificato           Quali difficoltà e come superarle?          facilità all’approccio tecnologico".
l’M9 va è in questo senso: è un pro-         "La prima difficoltà sta nel farsi co-
getto ambizioso anche per rivitaliz-         noscere. D’altra parte, all'85% di chi    Lei direttore ha alle spalle una
zare Mestre. Riusciremo a raggiun-           viene a visitare il museo è molto         vita di grandi soddisfazioni, non
gere questo risultato non nel giro di        soddisfatto e ne consiglierebbe la        solo in Europa ma anche a Torino
qualche mese ma di qualche anno".            visita ad amici e parenti (rilievo di     e Udine. Tornerebbe ancora a gui-
                                             un campione di 800 persone circa di       dare l’M9?
Museo è parola poco adatta per               visitatori mestrini). L’orizzonte non     "Ma certo che ci tornerei. Quando ho
l’M9? Come lo chiamerebbe?                   è soltanto Veneziano e della città        visto il progetto dell’M9 ho presen-
"Noi in genere associamo alla pa-            metropolitana. Questo museo si ri-        tato la candidatura perché è un mu-
rola museo l’idea di un luogo pol-           volge ad un pubblico internazionale.      seo del tutto diverso dagli altri. Qui è
veroso di conservazione di oggetti           Il Nord Est è il bacino immediato.        bello concludere la propria carriera".
e opere. La definizione compren-              Poi, però, è necessario allargare
de però anche un ‘patrimonio                 l’orizzonte a livello nazionale, per-      Testamento a favore della
intangibile’. I musei sono pure              ché questo è un museo dell’Italia".         Fondazione Carpinetum
luoghi di conoscenza e di idee.                                                         La Fondazione Carpinetum ha come
Nell’M9 c’è molta tecnologia. Non            Quali sono le prospettive future?          scopo il supporto alle persone anziane
è fine a se stessa ma al racconto             "Non guardiamo agli incassi dei primi      accolte nei sei Centri don Vecchi pre-
della vita degli italiani del '900".         6-8 mesi. Il risultato di quest’opera      senti tra Carpenedo, Marghera, Cam-
                                                                                        palto e gli Arzeroni e l’aiuto ai soggetti
                                             si vedrà nel giro di 2-3 anni. Noi con-    più fragili che vivono in città. Si so-
La tecnologia invecchia rapida-              tinuiamo a fare il lavoro di program-      stiene solo con le offerte e i contri-
mente…                                       mazione culturale. L’anno scorso           buti della gente di buona volontà che
"In effetti il museo è condannato             l’attività è iniziata a metà anno sco-     vengono tutti destinati ad azioni di be-
                                                                                        neficienza. Per sostenerla è possibile
al rinnovamento. È stato proget-             lastico. Quest’anno abbiamo coin-
                                                                                        fare testamento a suo favore: chi non
tato due anni fa con la migliore             volto già 1500 professori. Ci sono         avesse eredi o chi volesse comunque
realtà virtuale. In un anno e mez-           degli open day per i docenti della         lasciare un legato, sappia che il suo
zo il mondo virtuale si è rinnova-           scuola una volta al mese. Gli inse-        grande gesto di generosità si tradurrà
to. Dunque: c’è già un programma             gnanti possono prenotarsi e vedere         in carità concreta, per fare del bene a
                                                                                        vantaggio del prossimo che ha bisogno.
di rinnovamento. L’intenzione è              il museo con una visita guidata".

ANNO 15 - N° 42 / Domenica 20 ottobre 2019                                                                                           3
Sottovoce

                       Chiusi in casa
                       di don Gianni Antoniazzi

Negli anni ’80 il centro di Mestre fio-    temente i giovani a seguire questa        M9 non sono i centri commerciali
riva di presenze. Nelle domeniche         strada, ma si tratta di un incremen-      ma la attrattiva forte e superficiale
di Avvento e nelle feste maggiori         to che presto raggiungerà anche gli       dei dispositivi informatici. Di fronte
era impossibile passare per il cen-       altri. La rete offre anche compagnia       al tablet, al cellulare e al computer
tro. In quel clima, un luogo come         e svago, spettacolo e dialogo. O me-      un pomeriggio vola veloce. Bisogna
l’M9 avrebbe avuto una attrattiva         glio: illude di poter far fronte a que-   tornare agli incontri di qualità, quel-
unica. Col tempo, però, la gente si       ste necessità. Il nemico del museo        li che realmente ci fanno crescere.
è spostata nei centri commerciali.
Quelli sono la piazza e il tempio: a
Marghera, Carpenedo e Marcon vi
stanno i principali. Corrispondono
alla logica del consumismo. Gli spa-
zi di Mestre sono un passaggio feria-
le. Non è facile ricostituire l’incon-
tro festivo, nonostante le molteplici
e lodevoli iniziative. Forse, però,
si sta realizzando un altro cambia-
mento. Molti infatti non si recano
più neppure ai centri commerciali.
Tanta gente, anche fra i giovani, se
ne sta a casa, e, davanti ad Internet,
acquista ‘on line’: è più comodo ed
economico. Per ora sono prevalen-

In punta di piedi

Un cartello
In tutta Mestre non c’è un cartello segnaletico che indichi    nostra realtà non è ancora così, almeno sembra. Eppure,
L’M9. Non lo si vede se non lo si cerca di proposito. Questo   l’M9 non è inferiore ad altri musei delle capitali europee.
nuovo Museo del 900 non risulta collegato appieno nean-        Al rovescio: altrove si resta talvolta delusi, nel nostro
che ai percorsi turistici di Venezia. Se uno di noi desidera   caso moltissimi hanno mostrato soddisfazione. I Centri
visitare Firenze o una città d’arte europea, quasi sempre      don Vecchi sono cresciuti sicuramente perché alle spalle
trova in Internet la possibilità di prenotare un biglietto     hanno valori solidi, ma anche perché ogni settimana che
nel quale sono incluse svariate proposte culturali. Per la     Dio ha mandato su questa terra e il settimanale L’incon-
                                                               tro hanno ricordato alla gente l’operato e gli scopi della
                                                               fondazione Carpinetum. Nella mentalità contemporanea
                                                               non basta essere realtà piene di valore. È importante
                                                               anche farsi conoscere alla gente. Ogni buona realtà di
                                                               Mestre va pubblicizzata e sostenuta anche coi moder-
                                                               ni mezzi di comunicazione. Certo, all’ombra del colosso
                                                               culturale di Venezia è difficile immaginare un vero tu-
                                                               rismo anche per la terraferma. Vale però un esempio.
                                                               In un organo a canne ci sono registri molto diversi fra
                                                               loro: sta all’organista accostarli con sapienza per mante-
                                                               nere viva l’attenzione degli uditori. Così, per cambiare
                                                               un poco l’offerta turistica, si può anche mettere in conto
                                                               una tappa a Mestre. Si tratta di presentare nel giusto
                                                               modo la variegata offerta culturale del nostro territorio.

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Il bello della vita

                             Le radici del futuro
                             di Plinio Borghi

Mantenere vivi ricordi e tradizioni è fondamentale per la costruzione di un’identità collettiva
Conoscere il passato di una città aiuta a progettarne il futuro ma richiede un impegno comune
A chi non è mai venuto in mente di fare         rispondesse ai criteri sopra citati. Sin    la Torre dell’orologio, delle strutture e
una raccolta di oggetti vari! E quanti          dagli inizi dell’era industriale si vede-   dei luoghi deputati alla vita cittadina
non hanno mai pensato di scrivere le            va che lo sviluppo di questa città sa-      ha ottenuto il recupero di un’immagi-
proprie esperienze! Il tutto non solo           rebbe stato rapido, consistente e stra-     ne che altrimenti si andava perdendo.
per hobby o spirito di conservazione,           volgente e quindi ci sono stati parec-      Si è tentata più volte anche la strada
magari per tener vivi in vecchiaia i ri-        chi tentativi di creare le basi affinché      del museo, e si ricordano a tal fine gli
cordi, ma anche sotto sotto per lascia-         la sua storia non andasse dispersa,         sforzi del compianto Urbani de Ghel-
re qualcosa di sé ai posteri. I più facol-      pena l’approdare a un agglomerato           toff in direzione della stessa torre e
tosi, i potenti e gli artisti poi puntano       definito solo dalle sue fabbriche pri-       delle adiacenti scuole De Amicis, ma
a opere consistenti o monumentali               ma e dai suoi megastore dopo. Tutta-        non c’è stato verso. Per anni ci si è
che coinvolgano il proprio entourage            via, con una Venezia soverchiante alle      limitati a spartire le manifestazioni
a imperitura memoria e ad arricchi-             spalle, da sempre proiettata a livello      più significative con Venezia e si è
mento del patrimonio mondiale. Le               mondiale, non era facile ritagliarsi        combattuto per evitare che i Centri
piccole e grandi comunità non sono              un’immagine adeguata, senza contare         commerciali surrogassero la funzione
esenti da queste spinte e si dotano             che, a differenza di tante altre pic-        di aggregazione delle piazze. Oggi fi-
come minimo di archivi storici, non di-         cole realtà venete che sono riuscite        nalmente l’M9, anche se non è il vero
sdegnando il ricorso a più o meno pre-          a realizzare dei veri e propri gioiel-      e proprio museo di Mestre ipotizzato,
stigiosi musei locali, sempre per dare          lini, le mancavano risorse finanziarie       sta finalmente offrendo una risposta
continuità alle proprie tradizioni, che         dirette per potersi destreggiare age-       di tutto rispetto per il livello che la
saranno le radici sulle quali poggerà il        volmente. Lo sforzo comunque non            città ha raggiunto. Quanto meno la
futuro della stessa terra e un’offerta           è mancato, grazie alle tante persone        sua realizzazione ha fatto compie-
culturale per chi avrà la ventura di vi-        di buona volontà che hanno saputo           re un salto di qualità al frammenta-
sitarla. È perciò che, ovunque si vada,         riordinare gli archivi storici degli ex     to centro storico. Anche il recupero
si trovano raccolte di vestigia locali,         comuni della terraferma veneziana,          dei forti e le realtà culturali che nel
testimoni di un passato a volte ordi-           dar vita ad associazioni mirate, come       frattempo si sono moltiplicate stan-
nario, a volte glorioso e a volte bur-          inizialmente il Centro Studi Storici di     no contribuendo a restituire a questo
rascoso. Anche Mestre, che pur si rifà          Mestre e l’Associazione Darwin, che         territorio una propria fisionomia, tesa
per la sua formazione a tempi molto             hanno trovato la loro sede alla Gaz-        a consolidare finalmente il proprio vis-
remoti e dei quali si sono repertate            zera in villa Pozzi. Il perseguimento       suto, solo radicandosi nel quale si può
discrete scoperte, ha sempre sognato            del restauro e della messa a punto di       sperare in uno sviluppo più accettabile
di realizzare una propria struttura che         vari monumenti storici, a partire dal-      e formativo per le future generazioni.

                                                                                                    Servono autisti
                                                                                                per i magazzini solidali
                                                                                             I nostri magazzini della carità al
                                                                                             Centro don Vecchi di via dei Trecen-
                                                                                             to campi a Carpenedo svolgono ogni
                                                                                             giorno un’attività particolarmente
                                                                                             corposa e hanno sempre bisogno di
                                                                                             almeno una decina di volontari per
                                                                                             guidare i 6 furgoni e i 2 furgoncini a
                                                                                             disposizione. Serve solo la patente
                                                                                             B e un po’ di generosità. Rinnovia-
                                                                                             mo il caldo appello ai nostri con-
                                                                                             cittadini che abbiano un minimo di
                                                                                             tempo da mettere a disposizione.
                                                                                             Per essere più certi di ottenere un
                                                                                             impegno immediato si può telefo-
                                                                                             nare a don Armando al 3349741275
                                                                                             oppure a suor Teresa al 3382013238

ANNO 15 - N° 42 / Domenica 20 ottobre 2019                                                                                            5
Il punto di vista

                       Una nuova città
                       di don Fausto Bonini

Fenomeni veloci e complessi stanno cambiando il volto e il tessuto sociale di Mestre
La città muta pelle e ha bisogno di nuova linfa vitale per affrontare le sfide di domani
Dopo un lungo silenzio…                                       sando di riflesso anche Mestre. Presto avremo 10.000
Rieccomi, amici! Dopo una lunga pausa estiva, più lun-        posti letto per turisti nei pressi della stazione ferrovia-
ga del previsto, mi rifaccio vivo. Mi scuso con voi per       ria. La stazione che non c’è, quel luogo dove passano
il lungo silenzio e ringrazio in particolare quelli fra       i treni, sempre superaffollato, che non si può chiama-
voi che si sono fatti vivi in vari modi per sollecitar-       re “stazione”, perché nessuno ci può “stare”. Non c’è
mi a riprendere a scrivere le mie riflessioni. Durante         lo spazio fisico! Anche Mestre sta cambiando volto. Si
questa pausa estiva ho maturato molti pensieri sulle          sta riempiendo di “nuovi mestrini”. Sono i moltissimi
numerose questioni che rendono problematico il no-            emigrati che hanno preso residenza a Mestre perché
stro presente e soprattutto il nostro futuro. Nel grande      hanno trovato lavoro nel turismo o nei cantieri navali
mondo, come la questione della sopravvivenza del-             o in altre professioni. Qualcuna anche illegale. E que-
la nostra terra, ma anche nel nostro piccolo mondo.           sti fanno figli e diventano sempre di più. Poi ci sono i
Mestre, Venezia e dintorni. Una cosa soprattutto ho           numerosi studenti universitari che hanno preso resi-
notato. C’è troppa gente che ha innestato la marcia           denza a Mestre. Molti di loro, finito il corso di studi,
indietro. Anche qui a Mestre. Alla ricerca del “piccolo       si sono stabiliti a Mestre dove hanno trovato un lavo-
mondo antico”. E vi confesso che su questo versan-            ro. Sono i “nuovi mestrini” e in queste due categorie
te io mi sento totalmente sprovvisto. Della Mestre            di persone sta il futuro di Mestre. Lo si voglia o no.
del passato non rimpiango niente perché quel passa-
to non mi appartiene. Di Mestre mi interessa invece           Mestre, una città senz’anima?
il presente e soprattutto il futuro. Che va progettato.       Ma poi vorrei riflettere con voi, carissimi lettori, su
                                                              tanti altri temi. Sulle politiche giovanili. Sulla pre-
Il futuro è nelle nostre mani                                 senza dei cristiani, delle parrocchie e delle associa-
Quale futuro, allora? A livello locale la situazione ap-      zioni cattoliche in questo mondo a divenire. Mestre,
pare alquanto difficile. Venezia è sommersa dal turi-           una città senz’anima? Pare di sì. Anzi, no! Un’anima
smo “mordi e fuggi” e ormai non regge più a questa            c’è, ma ha bisogno di nuova linfa vitale. Mi piacereb-
invasione. Le grandi navi continuano a frequentare la         be discuterne con voi e aprire questa rubrica alle vo-
laguna in attesa che succeda qualcosa di irreparabile. I      stre osservazioni e riflessioni. Avete qualche tema da
veneziani sono costretti a emigrare altrove o scelgono        proporre? Vi invito a scrivermi a donfausto@virgilio.it
di emigrare e affittano il loro appartamento ai turisti.        Mi trovate anche in face book su “Fausto Bonini”. Ag-
Gli studenti che frequentano le università veneziane          giungo un’ultima informazione per chi fatica a trovare
vengo gradualmente espulsi dal centro storico. L’affitto        L’Incontro cartaceo: lo potete trovare in google clic-
ai turisti rende di più. L’invasione turistica sta interes-   cando “L’Incontro Mestre”. Ciao a tutti e alla prossima.

                                                                                      Pranzo della domenica
                                                                                         per anziani soli
                                                                                    Ogni prima e terza domenica del
                                                                                    mese la Fondazione Carpinetum in-
                                                                                    vita a pranzo tutti gli anziani della
                                                                                    città che vivono da soli e tutte le
                                                                                    persone che non hanno compagnia.
                                                                                    L'appuntamento è al Senior Restau-
                                                                                    rant del Centro don Vecchi 1, al quale
                                                                                    si può accedere da via dei Trecento
                                                                                    campi a Carpenedo, dietro viale Don
                                                                                    Sturzo. È necessario soltanto preno-
                                                                                    tare il posto telefonicamente in ora-
                                                                                    rio d'ufficio contattando la segrete-
                                                                                    ria al Don Vecchi allo 0415353000.
                                                                                    Il prossimo pranzo è fissato per do-
                                                                                    menica 20 ottobre, alle ore 12.30.

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Pensieri a voce alta

                             Simmetrie Asimmetriche
                             di Federica Causin

Il 30 settembre, nell’ambito del-             colto l’essenza di ciò che io sono,    intervenuti Plinio Borghi, stimata
la rassegna “Scritture di donna”,             ci siamo confrontati sul valore del-   penna de L'incontro, la mia mae-
promossa dalla biblioteca Vez, ho             la scrittura, strumento privilegiato   stra, con un tenero ricordo di me
presentato il mio libro “Simmetrie            per costruire ponti in un’epoca in     alle elementari, Edoardo Rivola, a
Asimmetriche”. Sento il bisogno               cui si tende a innalzare muri. Scri-   nome della Fondazione Carpine-
di mettere nero su bianco le tan-             vere per offrire spunti di riflessione   tum, e una studentessa dell’Isti-
te emozioni che mi sono rimaste               partendo da uno sguardo che pro-       tuto Stefanini che ho conosciuto
sulla pelle; vorrei “catturare” atti-         va a essere autentico sia quand’è      grazie al progetto Contatto, volto
mi da trasformare in ricordi e, so-           rivolto verso me stessa sia quando     a sensibilizzare i ragazzi sul tema
prattutto, rendere partecipe della            osserva il mondo. “Perché dovrem-      della disabilità. La sua vibrante te-
mia gioia chi non ha potuto essere            mo leggere il tuo libro? E che cosa    stimonianza ha dimostrato che un
presente. Ho trascorso la mattina-            sono le simmetrie asimmetriche?”,      incontro può spalancare le porte di
ta rileggendo parole che conoscevo            mi è stato chiesto. Di getto ho ri-    un mondo rivelandone la comples-
bene per lasciarle risuonare dentro           sposto “perché è un libro pieno di     sità e la bellezza. Durante l’estate
di me e, alla fine, sono affiorate               vita, che fa sorridere, pensare, a     lei, assieme ad altri compagni, ha
una miriade di sensazioni. Per for-           volte commuovere. Le simmetrie         frequentato, come volontaria, la
tuna, in biblioteca, avevo accan-             asimmetriche rappresentano la se-      cooperativa Realtà, un centro diur-
to Lucia e Giovanni, due carissimi            renità che ho raggiunto negli anni,    no per disabili: è entrata subito in
amici, diventati per l’occasione              però sono anche le tante storie        sintonia con gli ospiti del centro e
preziosi compagni di viaggio. Poco            alle quali ho dato voce pagina dopo    ha sperimentato l’importanza di
a poco la sala si è riempita. Non mi          pagina”. Abbiamo proseguito par-       riconoscere e valorizzare le abilità
aspettavo così tanta gente, ma la             lando delle figure femminili che ho     di ciascuno. "Il seme che abbiamo
vera sorpresa è stata l’empatia che           scelto di descrivere, di una donna     gettato è fiorito nel modo più bel-
si è instaurata con chi ascoltava.            cara a me e a molti dei presenti,      lo!", ho pensato. Un’altra cosa che
In prima fila c’era la mia maestra,            della mia esperienza di fede, del      mi ha commosso è stata sapere dal
la signora Stecca, che ha intravisto          modo in cui vivo la mia disabilità,    signor Rivola che la mia presenza
i miei “talenti” e mi ha aiutato a            della decisione di trasferirmi al      al don Vecchi ha in qualche modo
esprimerli. Dopo l’introduzione di            Centro don Vecchi, della capacità      “suggerito” l’idea di destinare alcu-
Lucia, che ha ricordato anche altre           di sognare dei giovani e dei meno      ni alloggi del Centro don Vecchi 6 a
interessanti iniziative, segno della          giovani. Come mi ha insegnato don      persone disabili in cerca di autono-
vitalità culturale della nostra città,        Armando, i sogni non hanno età e       mia. Se un mio sogno nel cassetto
la presentazione è entrata nel vivo.          non è mai troppo tardi per realiz-     ha contribuito a cambiare in meglio
Sotto l’abile guida di Giovanni che,          zarli. L’incontro si è concluso con    la vita di qualcun altro, la mia espe-
con grande sensibilità e ironia, ha           un breve dibattito nel quale sono      rienza acquista un valore nuovo.

                                                                                               Il nostro aiuto
                                                                                              è rivolto a tutti
                                                                                      Molti pensano che i generi alimentari,
                                                                                      la frutta e la verdura, i mobili, gli indu-
                                                                                      menti e gli oggetti per la casa, distribu-
                                                                                      iti al Don Vecchi, siano destinati esclusi-
                                                                                      vamente ai senza tetto, ai disperati e ai
                                                                                      mendicanti. In realtà tutto ciò che viene
                                                                                      raccolto e che si può ricevere a fronte
                                                                                      di un’offerta simbolica destinata ai costi
                                                                                      di gestione, è a disposizione di chiunque
                                                                                      abbia una difficoltà ad arrivare alla fine
                                                                                      del mese: disoccupati, precari, lavora-
                                                                                      tori con stipendio inadeguato, famiglie
                                                                                      numerose o in situazioni di disagio.
                                                                                      Per fortuna di prodotti e materiali ne
                                                                                      abbiamo spesso in abbondanza: chi ne
                                                                                      avesse bisogno non esiti a farsi avanti!

ANNO 15 - N° 42 / Domenica 20 ottobre 2019                                                                                          7
Mestieri antichi

                        Il materassaio                                                    Lente d'ingrandimento
                                                                                            di don Gianni Antoniazzi

                        di Adriana Cercato                                               Il terreno per l’ipermercato
                                                                                                non è in vendita
Uno degli antichi mestieri ormai scom-      bottitura del materasso che risultava
                                                                                        I lettori sanno che alla fine del
parsi è quello del materassaio. Ebbe        appiattito per l’utilizzo, riparava quel-
                                                                                        2018 la Fondazione Carpinetum
origine durante le Crociate, allorché       li rotti e ne confezionava di nuovi. Egli   ha acquistato dalla famiglia Ca-
gli europei adottarono il metodo ara-       inizialmente scuciva la fodera del ma-      sarin il terreno nella località
bo di dormire su di un cuscino pog-         terasso ed estraeva la lana, la lava-       Arzeroni, quello per intendersi
giato direttamente sul terreno. Come        va, e la stendeva al sole ad asciugare,     dove in passato si era stabilito il
è strutturato fondamentalmente un           quindi - avvalendosi di uno strumento       circo. In accordo col Comune, la
materasso? Esso è un grande cuscino,        chiamato “scardassi” – la allargava e       Fondazione ha dichiarato di vo-
posto su di una rete ancorata ad un         la rendeva nuovamente soffice (car-           ler costruire lì il nuovo Mercato
letto, su cui dormire o riposare. Il ter-   datura) per rimetterla infine dentro al      solidale. La struttura svilupperà
mine “materasso” deriva dall’arabo          materasso: doveva infilare nuovamen-         la logica di un’economia circola-
e significa “gettare” e “posarsi su”.        te i fiocchi di lana nel sacco e ricucire    re e del ri-uso: ci saranno mobi-
Inizialmente era imbottito di paglia,       il bordo del materasso con degli aghi       li messi a disposizione di chi ne
foglie, fibre vegetali o crine di caval-     lunghissimi (i cosiddetti aghi saccura-     avesse bisogno, arredo per la
lo, più fresco per l’estate, da cui il      li). Tutta l’operazione durava qualche      casa, abiti ma anche cibo e au-
termine alternativo di “pagliericcio” o     giorno. La fase più delicata era quella     sili per la deambulazione. Bene.
“pajon”, oppure di pura lana per l’in-      di riempitura: una gobba o uno spazio       Durante l’estate un privato si è
verno. A questi primi modelli suben-        vuoto, infatti, potevano compromet-         fatto avanti e, con gentilezza, ha
trarono materassi più moderni, costi-       tere la buona esecuzione del suo lavo-      proposto di comprare dalla Fon-
                                                                                        dazione Carpinetum il terreno
tuiti da molle ricoperte di strati più o    ro. Completata questa fase, si passa-
                                                                                        per una cifra considerevolmente
meno spessi di lana o altri materiali       va alla trapuntatura che, ancora oggi
                                                                                        più alta di quella impiegata per
morbidi, oppure – in tempi moder-           (per i pochi che sono rimasti), viene       l’acquisto. La Fondazione ha por-
ni - composti interamente di lattice        realizzata con l’uso di aghi lunghi circa   tato in Consiglio di amministra-
di gomma. Prima che la tecnologia e         30 cm. Oggi i materassi moderni non         zione la proposta, ma con sere-
l’innovazione prendessero il soprav-        subiscono più questi trattamenti, sono      nità l'ha declinata. Sul terreno
vento, la manutenzione del materasso        più duraturi e certamente più igienici      degli Arzeroni i consiglieri hanno
era appannaggio esclusivo del mate-         di quelli di un tempo. Col passare de-      impiegato la propria parola, il
rassaio. Questi veniva chiamato - di        gli anni sono nate delle aziende che,       Comune e molti tecnici vi hanno
regola - durante l’estate: entrava nel-     potendo offrire ai clienti un prodot-        lavorato con passione per il bene
le corti delle cascine con la sua pic-      to di qualità più elevata (il lattice),     della gente. In nessun modo la
cola cardatrice e una sacca dove con-       hanno letteralmente soppiantato la          Fondazione intende cambiare
teneva gli attrezzi. Una volta all’anno     concorrenza di questi piccoli produt-       programma. Su questo giornale
si recava a domicilio per rinnovare i       tori, tanto da far scomparire comple-       abbiamo esposto i progetti e ab-
materassi vecchi, ripristinando l’im-       tamente il mestiere del materassaio.        biamo spiegato le intenzioni so-
                                                                                        pra quell’area. Abbiamo chiesto
                                                                                        al Sindaco di poter sostenere le
                                                                                        nostre attività per i bisognosi e
                                                                                        la giunta intera, affiancata an-
                                                                                        che dalla voce dell’opposizione,
                                                                                        ha sempre accompagnato le no-
                                                                                        stre iniziative. In nessun modo,
                                                                                        per guadagnare anche cifre di
                                                                                        rilievo, desideriamo mettere in
                                                                                        gioco la linea del nostro opera-
                                                                                        to. Mai in passato la Fondazione
                                                                                        ha cambiato progetti a seconda
                                                                                        di chi offriva più denaro. Di cuo-
                                                                                        re e sinceramente ringraziamo
                                                                                        chi ci ha proposto l’affare, ma
                                                                                        siamo sereni nel dire che prima
                                                                                        viene la stabilità dei progetti e
                                                                                        la fiducia che la gente investe
                                                                                        nella Fondazione Carpinetum.
                                                                                        Il resto passa in secondo piano.

8                                                                                          ANNO 15 - N° 42 / Domenica 20 ottobre 2019
Mondo volontariato e terzo settore

                              Amici del cuore
                              di Matteo Riberto

Uno strumento – all’aspetto una sor-                                                         abbiamo individuato situazioni pro-
ta di totem - che permette di effet-                                                          blematiche di cui la persona interes-
tuare l’elettrocardiogramma in meno                                                          sata non sospettava minimamente.
di 60 secondi. Il tutto senza la ne-                                                         La prevenzione e i controlli sono fon-
cessità che il paziente si spogli e che                                                      damentali: ricordo che le cardiopatie
si debbano applicare degli elettrodi                                                         sono tra le principali cause di morte”.
sulla pelle. Lo strumento, inventa-
to dal fisico Oreste Venier, è stato                                                          Mettete a disposizione anche atti-
presentato in occasione della Gior-                                                          vità motorie?
nata mondiale del cuore e, quando                                                            “Facciamo corsi di prevenzione e
supererà l’iter certificativo, potreb-                                                        mantenimento. Sono rivolti a car-
be essere collocato in diversi spazi                                                         diopatici ma accettiamo anche fa-
pubblici della città per consentire a                                                        miliari che li accompagnano. Due
                                                  Marilena Maffei Lazzarini
chiunque di effettuare un esame in                                                            volte a settimana ci si ritrova nel-
pochi secondi. A supportare Oreste                ti mettiamo a disposizione una psi-        la palestra della Manuzio per fare
Venier nel progetto, c’è l’associazio-            cologa per capire come comportarsi         esercizi specifici sotto la supervisio-
ne gli Amici del Cuore Mestre e la                in ospedale e approcciare i pazien-        ne di un insegnante di scienze mo-
sua presidente Marilena Maffei Laz-                ti. Organizziamo anche delle sedu-         torie e di un infermiere. Devo dire
zarini. “Devono ancora essere com-                te per preparare i nostri volontari”.      che si crea un bell’ambiente dove
pletate tutte le procedure e i test                                                          si ride, che si sa, fa bene al cuore.
- spiega la presidente – ma se tutto              Un progetto, questo, in cui coinvol-       È importante per noi creare anche
andasse a buon fine si potrebbero                  gete anche le scuole?                      momenti di socializzazione e infatti
collocare questi strumenti in diversi             “Sì, abbiamo una convenzione con           organizziamo anche delle gite: con
spazi, come succede con i defibrilla-              l’istituto Bruno-Franchetti perché         gli iscritti abbiamo per esempio vi-
tori. Lo strumento consente di fare               abbiamo aderito al progetto “Bru-          sitato Parma, Mantova, Modena”.
un elettrocardiogramma infilando le                no Solidale”. Seguiamo e accompa-
mani in apposite fessure. Il pazien-              gniamo i ragazzi che vogliono fare         La prevenzione è sempre al centro, e
te dovrebbe in pratica autenticarsi               volontariato visitando i pazienti”.        passa anche per spiegare l'importan-
con la tessera sanitaria, ed effettua-                                                        za di seguire corretti stili di vita, no?
to l’esame il risultato verrebbe poi              Ragazzi che a volte vi accompagna-         “Certo. Per prevenire malattie car-
automaticamente inviato ai nostri                 no anche in altre iniziative..             diovascolari è fondamentale seguire
database e controllato da un medi-                “È così, organizziamo diverse giorna-      un’alimentazione sana ed evitare
co per verificare eventuali anoma-                 te di prevenzione: in piazze, super-       comportamenti dannosi. Su tut-
lie. Mancano ancora dei passaggi                  mercati e in generale dove ci chiama-      ti penso al fumo. Su questo fronte
per concretizzare il progetto che                 no. Misuriamo pressione, glicemia,         siamo molto attivi: abbiamo infat-
riteniamo però molto importante”.                 trigliceridi, colesterolo e se gli spazi   ti uno spazio all’interno dell’ospe-
                                                  lo consentono facciamo anche l’elet-       dale dell’Angelo - lo sportello in-
Come associazione portate avanti                  trocardiogramma. I risultati vengono       forma fumo – dove c’è un dottore
diversi progetti. Prima di approfon-              poi refertati da un cardiologo che         che offre servizi e consulenze per
dirli ci spiega meglio chi siete?                 valuta eventuali criticità. Più volte      aiutare a smettere di fumare”.
“Amici del Cuore Mestre è un’as-
sociazione nata 20 anni fa e che                               La scheda
oggi conta circa 1000 iscritti, tra                Da 20 anni in prima linea per la prevenzione delle malattie cardiovascolari
cardiopatici e non. Promuoviamo                    L’associazione Amici del Cuore Mestre è una realtà apartitica e apolitica
iniziative di prevenzione, riabili-                senza scopo di lucro. Promuove iniziative nel campo della prevenzione, ri-
tazione ed educazione sanitaria                    abilitazione secondaria, educazione sanitaria, e sostiene la ricerca sulle
sulle malattie cardiovascolari”.                   malattie cardiovascolari. Svolge inoltre attività di informazione e sensibiliz-
                                                   zazione dell’opinione pubblica tramite conferenze tenute da medici cardio-
                                                   logi e cardiochirurghi. La sede dell’associazione è in viale San Marco 82/A
Ci fa qualche esempio?                             e gli uffici sono aperti lunedì dalle 16 alle 18 e giovedì dalle 10 alle 12. È
“Andiamo in ospedale, in cardiologia               anche attivo il numero di telefono 347.71.90.866 e la mail amicidelcuore-
e cardiochirurgia, per fare compa-                 mestre@gmail.com. Qualsiasi informazione sull’associazione e sulle diver-
gnia e supportare i pazienti. Il tutto             se attività che svolge sono reperibili sul sito www.amicidelcuoremestre.org.
                                                   La Onlus può essere contattata anche tramite l’omonima pagina facebook.
con professionalità: per i nuovi iscrit-

ANNO 15 - N° 42 / Domenica 20 ottobre 2019                                                                                           9
Tradizioni popolari

                         I mendicanti                                                      Quanto costa vivere
                                                                                           ai Centri don Vecchi
                                                                                        Sono convinto che a Mestre non ci
                         di don Sandro Vigani                                           sia più alcun cittadino che non ab-
                                                                                        bia sentito parlare, fortunatamente
“I mendicanti sono pure grandi oratori,     vi strascinino”. Se passa una ragazza
                                                                                        bene, dei Centri don Vecchi, tuttavia
ed eccettuati i ciechi, come conoscono      da marito, la domanda è: “Signorina,        sono ancora troppo pochi coloro che
bene l’arte della fisionomia! Essi san-      la me dà da tòr un pànin da tre. Gò tre     ne hanno visitato almeno uno. Solo
no adattare i gesti, modulare le parole     fioi che da ieri no magna? Mi pregarò        chi visita e si informa, anche somma-
secondo le persone dalle quali sperano      perché la trovi ben! (Signorina, mi dà      riamente, di come si vive in uno dei
soccorsi”. Così scriveva nel 1894 uno       da comperare un panino da tre cente-        Don Vecchi può accertare quanto sia
studioso di costumi popolari. E conti-      simi? Ho tre figli che non mangiano da       innovativa, umana e conveniente la
nuava, illustrando i modi di dire con i     ieri. Io pregherò o perché trovi un buon    vita in queste strutture. Nel passato
quali i mendicanti chiedevano l’elemo-      marito!)”. Se invece passa una donna        ho pubblicato un opuscolo con alcuni
sina, fornendoci un grazioso quadro         incinta: “Siora, la me dà qualcossa per     esempi concreti circa i costi e i van-
degli usi del tempo. “Nelle sagre, nel-     i so benedetti morti e par el so bam-       taggi. Qualche giorno fa, essendomi
le fiere, non mancano mai, immezzo           bin? Mi pregarò sant’Ana”. Sant’Anna è      capitato di conoscere quanto paga un
all’allegria universale…: vi accorrono      la protettrice delle partorienti. E anco-   nuovo residente al centro di Carpe-
come negozianti che abbiano lor mer-        ra: “Signor, me fàga un po’ de carita-      nedo, m’è parso doveroso far cono-
cede da vendere, e vengono a patti          te. So qua sdraiada parché all’ospedal      scere ai concittadini come stanno le
ed accordi coi miserabili indigeni, dei     no i me gà voludo tor. Dio ghe daga         cose. Questo signore occupa da solo
quali invadono la giurisdizione”. Sono      el Paradis”. Se il mendicante è cieco:      un alloggio monolocale, di circa 25
ciechi, storpi, zoppi… seduti agli angoli   “Brava gente, ghe fàssa un poca de ca-      metri quadrati che è composto di:
delle strade, o appoggiati ad un basto-     rità a sto povero orbo. Santa Iussia ghe    angolo cottura, soggiorno, zona notte
ne, con un piattello o un cappellac-        conserva la vista!”. Molti sono anche       e bagno. Ebbene il suo “affitto” che
cio in mano, spesso accompagnati da         gli anziani che chiedono l’elemosina,       comprende costi condominiali, acqua
un cane. Ecco dunque alcuni dei loro        non avendo di che sostenersi: “Siori,       fredda e calda, luce, gas, canone te-
‘modi’ di chiedere l’elemosina. “Fate la    deghe calcossa a sto pòro vecio, che        lefonico, canone tv, riscaldamento e
carità a questa povera storpia: datemi      non l’ha nessun che pensa par lu!”.         tassa rifiuti, tutto compreso è di 161
un tozzo di pane o una fetta di polen-      Non mancano poi ammalati, che met-          euro al mese. Con altri 150 euro pran-
ta, o due centesimi o un soldo, o un        tono in vista le loro piaghe per attirare   za pure a mezzogiorno: pane, acqua,
                                                                                        primo piatto, secondo con contorno,
bicchiere di vino da ammollarvi il pane     l’attenzione e muovere i sentimenti dei
                                                                                        purè, insalata, dessert. Il tutto in un
dentro, o una cotenna di lardo”. Se alla    passanti. Ricevuta l’elemosina promet-
                                                                                        ambiente signorile con spazi enormi
domanda c’è risposta, la mendican-          tono una preghiera alla Madonna del-
                                                                                        interni ed esterni per la vita comune.
te ringrazia: “Questa carità vada per       la Salute o all’angelo Raffaele, spesso
                                                                                        Dico tutto questo per far conoscere
l’anima de’ suoi poveri morti”. Ma se la    distribuendo ai benefattori un santi-       ai concittadini che i “miracoli” av-
risposta è negativa, la maledizione non     no. Ci sono anche i poveri ‘abbonati’.      vengono soprattutto dove si ammi-
si fa attendere: “Tanti chiodi avete nel-   Sono fermi alle porte delle chiese e        nistra in maniera oculata e saggia.
la porta, tanti diavoli vi portino! Tante   ricevono costantemente l’elemosina                                   Don Armando
ossa avete nelle schiena, tanti diavoli     dalle signore devote o dal parroco.

                                                                                                 Servizio di
                                                                                             smaltimento mobili
                                                                                        Gli addetti ai magazzini San Giusep-
                                                                                        pe che fanno parte dell'ente solidale
                                                                                        Il Prossimo sono a disposizione per
                                                                                        ritirare gratuitamente i mobili che
                                                                                        possono essere donati ai poveri sen-
                                                                                        za necessità di sistemazione. Sono a
                                                                                        disposizione anche per sgomberare
                                                                                        appartamenti, destinando ai biso-
                                                                                        gnosi il mobilio che può essere recu-
                                                                                        perato e portando in discarica tutto
                                                                                        il resto, a fronte di un contributo
                                                                                        modesto per le spese di smaltimen-
                                                                                        to. Per prenotare l'intervento con-
                                                                                        tattare la direzione allo 0415353204:
                                                                                        la segreteria è sempre attiva men-
                                                                                        tre gli addetti sono presenti dal lu-
                                                                                        nedì al venerdì dalle ore 15 alle 18.

10                                                                                          ANNO 15 - N° 42 / Domenica 20 ottobre 2019
Per trasparenza

Per realizzare l'Ipermercato solidale
Sottoscrizione cittadina: tutti i fondi a favore della costruzione della nuova opera di bene
Un signore ha sottoscritto quasi             mezza azione, pari a € 20, per         I due figli del defunto Giovanni
mezza azione, pari a € 20, in                ricordare i suoi genitori Ida e        Padoan hanno sottoscritto due
memoria dei suoi cari defunti:               Spiridione.                            azioni, pari a € 100, per ricordare il
Norma, Luigi e Ida.                                                                 loro padre.
                                             Una parente dei defunti: Maria,
I due figli del defunto Bruno                 Gennaro e Alfredo ha sottoscritto      La signora G. A. ha sottoscritto 10
Vittori hanno sottoscritto sei               mezza azione abbondante, pari          azioni, pari a € 500.
azioni, pari a € 300, per onorare la         a € 30, in memoria dei suoi cari
memoria del loro padre.                      congiunti.                             Il signor Giulio Leoni ha sottoscritto
                                                                                    un’azione, pari a € 50, in suffragio
La signora Landina Gheller ha                La signora Angelina Vivian ha          della sua amatissima sposa Cristina.
sottoscritto un’azione, pari a € 50,         sottoscritto un’azione, pari a € 50.
in memoria dei suoi cari defunti:                                                   La moglie e i due figli del defunto
Bruno, Umberto, Rosa, Eleonora,              La signora Emilia Battistella, in      Mario Scano hanno sottoscritto due
Amelia e Ruggero.                            occasione del compleanno di suo        azioni, pari a € 100, per onorare la
                                             marito Marcello, morto qualche         memoria del loro caro congiunto.
La signora C. B. ha sottoscritto due         ano fa, ha sottoscritto quasi mezza
azioni, pari a € 100.                        azione, pari a € 20, per onorarne      La madre della defunta Paola
                                             la memoria.                            Lachin ha sottoscritto un’azione,
Sono state sottoscritte due                                                         pari a € 50, per onorare la
azioni, pari a € 100, in ricordo di          La signora Giuseppina Zuer, in         memoria di sua figlia.
Ermanna, Roberto e dei defunti               occasione del trigesimo della
delle famiglie Bisotto e Corniani.           morte di suo marito Luciano,           Il dottor Giancarlo Florio ha
                                             ha sottoscritto due azioni, pari       sottoscritto la sua azione mensile,
I coniugi Pinelli hanno sottoscritto         a € 100, per onorarne la cara          pari a € 50, per ricordare al
quasi mezza azione, pari a € 20, in          memoria.                               Signore la sua amatissima consorte
suffragio di Loredana.                                                               dottoressa Chiara.
                                             Il signor Gabriele Donadel ha
È stata sottoscritta quasi mezza             sottoscritto quasi mezza azione,       La moglie e il figlio del defunto
azione, pari a € 20, per ricordare           pari a € 20, in memoria della          Bruno Cancian hanno sottoscritto
i defunti: Sergio, Amalia, Marina e          moglie Vanda.                          tre azioni, pari a € 150, per onorare
Nadia.                                                                              la memoria del loro caro congiunto.
                                             Il figlio della defunta Norina ha
I signori Paola e Nico Portinari             sottoscritto quasi mezza azione,       È stata sottoscritta mezza azione
hanno sottoscritto quasi mezza               pari a € 20, per ricordare sua         abbondante, pari a € 30, in
azione, pari a € 20.                         madre.                                 memoria dei defunti: Francesco,
                                                                                    Eros e Dina.
I fratelli della defunta Giuseppina          Il figlio della defunta Liliana
Barrretta hanno sottoscritto cinque          Lazzari ha sottoscritto un’azione,     I parenti dei defunti Ida,
azioni, pari a € 250, per onorare la         pari a € 50, per ricordare sua         Guerrino, Caterina e Valerio
memoria della loro cara congiunta.           madre.                                 hanno sottoscritto mezza azione
                                                                                    abbondante, pari a € 30, in ricordo
I familiari della defunta                    La moglie del defunto generale         dei loro cari congiunti.
Giuseppina hanno sottoscritto                degli alpini Pino Rizzo, in
quasi mezza azione, pari a € 20,             occasione dell’anniversario            I familiari dei defunti Bruno
per onorare la memoria della loro            della morte di suo marito, ha          e Luigino hanno sottoscritto
cara congiunta.                              sottoscritto due azioni, pari          quasi mezza azione, pari a €
                                             a € 100, per onorarne la cara          20, in ricordo di questi loro cari
Una signora ha sottoscritto quasi            memoria.                               congiunti.

ANNO 15 - N° 42 / Domenica 20 ottobre 2019                                                                               11
La toponomastica cittadina

                      Via Gino Allegri                                                                  CENTRI DON VECCHI

                                                                                                           Iniziative
                      di Sergio Barizza                                                                  ottobre 2019
                                                                                                            MARGHERA
A un altro mestrino, medaglia d’oro                                                                Domenica 20 0ttobre ore 16.30
                                                                                                   Magie e giochi di prestigio con
al valor militare nella prima guer-
                                                                                                        GIOVANNI SERENA
ra mondiale, venne intitolata una
                                                                                                           CARPENEDO
via nel centro della città. Si tratta
                                                                                                  Domenica 27 ottobre ore 16.30
di Gino Allegri (1893-1918) figlio di                                                                   Musica e canto con
Carlo, sindaco di Mestre dal 1914                                                                M SERAFINO FALCON, pianoforte
                                                                                                  o

al 1919. La medaglia gli era stata                                                                   e il CORO DELLE CIME
concessa il 19 agosto 1921, mentre                                                                          Ingressi liberi
nel 1926 gli fu intitolata la nuova
strada che da Piazza Maggiore, sot-                                                                     CENTRI DON VECCHI
topassando il nuovo fabbricato che
Arcangelo Vivit aveva realizzato nel                                                            Lunedì 21 ottobre 2019
1923 su disegno dell’ingegner Gior-
                                                                                                      Gita-Pellegrinaggio a
gio Francesconi (decisamente spro-
                                                                                                        Oderzo (Treviso)
porzionato rispetto all’omogenea
bassa linea di case che dalla torre                                                                          Programma
si prolunga fino al duomo), portava                                                                          della giornata:
in uno slargo sulle rive del Ramo                                                                Partenze dai Centri don Vecchi:
delle Muneghe del fiume Marzene-                                                                       Ore 14.00 - Carpenedo
go, dove, per decenni, sarebbe poi                                                                     Ore 14.15 - Arzeroni
stato collocato il mercato cittadino.                                                            Ore 14.30 - Marghera e Campalto
All’anagrafe Gino non risultava tale:                                                          Ore 15.30 - Celebrazione della Santa
in realtà era stato chiamato Girola-      Battaglia Terme, sui colli Euganei.                 Messa nella chiesa di Santa Maddalena
mo dal nome del nonno ch’era sta-         Oggi la grande villa adiacente al                            Ore 16.30 - Merenda
to il primo sindaco di Mestre, dopo       campo d’aviazione, dominata da                         nel Centro ricreativo parrocchiale
l’annessione al regno d’Italia, dal       una caratteristica torre merlata
                                                                                                    Ore 17.30–18.30 - Passeggiata
1867 al 1870. Era tenente pilota del-     della metà del trecento che face-                               nel centro storico
la squadriglia aerea Serenissima che      va parte del sistema difensivo dei
aveva il suo vate in Gabriele D’An-       Carraresi, è adibita a ristorante e                       Ore 19.30 - Rientro a Mestre
nunzio da cui era stato sopranno-         ospita un museo dell’aria, mentre                        Iscrizioni nei Centri don Vecchi
minato fra’ Ginepro, per la fluente        in alcune stanze sono conservati
barba che gli ornava il volto, e con                                                             Quota di 10 euro tutto compreso
                                          dei cimeli relativi alla presenza in
cui aveva compiuto lo storico volo        quei luoghi di D’Annunzio e della
su Vienna del 9 agosto 1918, lan-         sua mitica squadriglia. Il 5 ottobre                     Il nostro settimanale
ciando volantini tricolori che inneg-     1923, la salma di Gino sarebbe stata                Ogni settimana L'incontro è distribuito
giavano alla fine delle ostilità. Ave-     inumata in una tomba monumenta-                     gratuitamente in 5 mila copie in molte
va compiuto più di cento missioni di      le eretta all’interno del cimitero di               parrocchie e nei posti più importanti
guerra bombardando e mitragliando         San Michele a Venezia raffigurante                    della città. È consultabile anche sul
le postazioni nemiche ma non poté         “la glorificazione degli aviatori ca-                nostro sito www.centrodonvecchi.org
assaporare l'entusiasmo della vitto-      duti”. Emblematicamente, con la
ria perché al ritorno da una di que-      sua morte, anche gli Allegri, che                             Come donare
ste morì banalmente, il 5 ottobre         avevano dato due sindaci a Mestre,                           alla Fondazione
1918 (un mese prima della fine della       abbandonarono la città (risiedeva-                   Per sostenere la Fondazione Carpi-
guerra), schiantandosi contro un al-      no in una villa in via Manin accanto                 netum si può effettuare un bonifico
tro velivolo mentre faceva piroette       alla chiesa di San Rocco) e tornaro-                 bancario al Monte dei Paschi di Siena,
di gioia sopra il campo d'aviazione       no a vivere nel loro palazzo di Ve-                  agenzia di Via San Donà, codice IBAN:
della squadriglia, a San Pelagio di                                                            I T17 R 0103 0 0 20 0 8 0 0 0 0 0142 53 4 8
                                          nezia, a San Beneto. (6/continua)

                                          Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti a
                                          Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del 5/2/1979
                                          Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; grafi ca: Maurizio Nardi - Via dei Trecento
                                          campi - Mestre (Venezia), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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