Buon anno! - Il Centro Don Vecchi
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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2019 Buon anno! di don Gianni Antoniazzi Il 2019 è promettente o minaccioso? Anche se molti sono abbattuti per un mondo talvolta impazzito, nei primi giorni dell’anno tutti abbiamo la speranza che qualcosa possa mi- gliorare. Mentre dal genere umano temiamo qualche pericolo, abbia- mo però la fiducia che almeno la tecnica possa progredire senza in- certezze. Ci sembra che i dispositi- vi informatici e la robotica debbano godere di una forza inarrestabile. È lì che riponiamo le nostre speranze e che cerchiamo risposte ai proble- mi crescenti. Il mondo del lavoro, della finanza, della comunicazione, della conoscenza, ma anche l’am- biente del diritto, dello spettacolo, e della salute vedono nel progresso della tecnica un motore per l’avve- nire, pur con il timore di venire con- trollati oltre misura. Succede così che, poco per volta, in ciascuno di noi si fa strada l’idea che le pro- prie capacità verranno potenziate dalla tecnica e dai social network e non, invece, dalla collaborazio- ne con gli altri. Questa illusione ci porta verso un mondo quasi isolato, dove però non diventiamo più libe- ri e sereni nel nostro pensiero, ma dipendenti dalla tecnologia e schia- vi della rete. Quale progresso dob- biamo allora cercare? È importante capire che la crescita autentica si realizza quando impariamo a cam- minare tutti insieme, superando le incomprensioni e le paure degli altri, gli ostacoli di carattere e di temperamento. Sarà un cammino umile e talvolta incerto, composto di cadute, ma rispettoso della no- stra dignità. Se accetteremo que- sta fatica, sarà un anno migliore.
In punta di penna di Alvise Sperandio Il 2019 per la Fondazione Carpinetum Nuovi sguardi Quello che sta per cominciare sarà di Francesca Bellemo un anno cruciale per la Fondazione Carpinetum. In agenda, a Dio pia- Per il 2019 indossiamo degli occhiali con la giusta gradazione cendo, ci sono due appuntamen- Così da poter scrutare quello che conta davvero nella vita ti: l'inaugurazione del Centro Don Vecchi 7 e l'avvio del cantiere per Tra i tanti pacchetti scartati nel- l'Ipermercato solidale. Com'è noto, la confusione delle feste natalizie entrambi sorgeranno agli Arzeroni, sarebbe bello aver ricevuto ciascu- non distante dai centri commer- ciali dell'area Aev tra il Terraglio no un paio di occhiali. Montatura e l'ospedale, grazie a un investi- discreta, o elegante, o vistosa, a mento cospicuo che la Fondazione seconda dei gusti personali. Quel- mette in campo. Il Don Vecchi 7, lo che conta è la gradazione del- la cui costruzione partita la scorsa le lenti: quella giusta, finalmente, estate prosegue a spron battuto, quella che consente di vedere con avrà 55 appartamentini più altri 12 nitidezza la realtà. Sarebbe bel- alloggi di "Formula Uno" per un'ac- lo iniziare il nuovo anno con oc- coglienza veloce di chi venisse a chi nuovi, capaci di vedere sia da trovarsi in condizioni di emergen- vicino che da lontano, capaci di za. Sorge esattamente dietro il scrutare in profondità, oltre la su- Don Vecchi 6 e sarà destinato ad perficie delle cose e della storia, ospitare qualche anziano e perso- capaci di osservare attentamente ne in condizioni di fragilità per tan- ogni necessità del nostro prossimo. ti motivi: genitori separati, parenti Uno sguardo nuovo sulla nostra fa- di malati in trasferta, soggetti che hanno subito lo sfratto ecc.... Ven- miglia, sui nostri amici, sulle situa- gono impiegati 3 milioni e mezzo zioni che fanno parte della nostra di euro. L'Iopermercato solidale, quotidianità, che ci consenta di invece, sarà realizzato sul terre- comprendere il valore reale di ogni loro il senso completo di tutta la no che si trova tra la rotatoria e persona, nonostante i suoi limiti, e frase. Potremmo comprendere il gli stessi Don Vecchi 5 e 6, impie- di amarla così com’è. Uno sguardo senso di quello che accade intor- gando 3 milioni di euro. Il Comune nuovo sulle tante cose che riem- no a noi e chiamarlo con il giusto ha riconosciuto la valenza sociale piono la nostra visuale, che sappia nome, senza farci ingannare da chi dell'opera e adesso è necessario superarle e andare oltre l’orizzon- preferisce che i nostri occhi siano procedere con gli atti amministra- te del nostro tornaconto. Sarebbe offuscati, preferibilmente chiusi, tivi del caso sul piano urbanistico. bello poter guardarci l’un l’altro così come il nostro cuore. Tra i tan- In questa struttura troveranno po- come bambini che hanno appena ti pacchetti scartati sarebbe bello sto i magazzini solidali e le varie scartato i regali di Natale e pieni aver ricevuto ciascuno un paio di attività caritative che attualmente occhiali capaci di farci vedere bene di gioia vogliono mostrare a tutti il si trovano nel sotterraneo del Don giocattolo nuovo. Indossare questi da lontano, bene da vicino, bene Vecchi 2 (che saranno ridestinati occhiali della giusta gradazione e con la luce del sole, bene anche ad altro progetto, ora in corso di valutazione). L'ipermercato solida- finalmente poter vedere i contor- con il buio. E attraverso questi oc- le sarà gestito dall'associazione Il ni, le sfumature, i dettagli e poter chiali poter guardare al nuovo anno Prossimo dove, oltre a tutte le atti- chiamare le cose con il loro nome, con maggiore senso della prospet- vità, confluiscono anche i volonta- con chiarezza. Sarebbe bello che tiva, stagliando in controluce le ri. Il cronoprogramma? Indicativa- ciascuno di noi fosse messo final- persone che amiamo, e riuscen- mente è questo: inaugurazione del mente a fuoco, al centro dell’in- do così a non mancare la presa Don Vecchi 7 per l'inizio dell'esta- quadratura della vista dell’altro, nell’oscurità. Sarebbe bello poter- te e, subito a seguire, avvio del finalmente nitido, finalmente de- ci guardare l’un l’altro indossare cantiere dell'Ipermercato solidale finito. Sarebbe bello che ciascuno questi nuovi occhiali e sorriderci, con l'obiettivo di tagliare il nastro di noi fosse in grado di leggere la perché finalmente non abbaglia- nell'estate del 2020. L'anno prossi- storia con i giusti occhiali da lettu- ti, perché finalmente non miopi, mo, di questi giorni, a Dio piacendo ra, delicate lenti graduate non per perché finalmente in grado di ri- verificheremo se sarà andata così. distorcere le parole, ma per offrire conoscerci e di tenerci per mano. 2 ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2018
Il punto di vista Piccole grandi cose di don Fausto Bonini Arriva un anno nuovo e ciascuno è chiamato ad assumersi la responsabilità del tempo che vive È partendo dalla propria realtà che si può cambiare il mondo. Se la burocrazia non lo impedisce Anno nuovo, propositi nuovi quella è la porta di casa mia – mi ha detto mostrandomi Buon anno nuovo! Ma sarà buono questo nuovo anno? una porta aperta davanti all’ingresso della Casa di riposo Chissà!?! Dipende anche da te, da me, da ognuno di noi. – e mi piace che davanti alla mia porta sia tutto sempre Il tempo corre e non si ferma mai. Fuggono gli attimi pulito”. Se tutti facessero così, ho pensato, Mestre cam- buoni e anche quelli cattivi e ognuno di noi porta la bierebbe aspetto. Se nel 2019 tutti puliranno il pezzo di sua parte di responsabilità perché gli attimi non sono strada davanti alla porta di ingresso della propria abi- buoni o cattivi in se stessi, ma per quello che noi li tazione o del proprio negozio avremo una città pulita. facciamo diventare. A ognuno di noi è affidato un pic- colo pezzo di storia e ognuno di noi è responsabile di Regolamentare i lavori socialmente utili quel piccolo pezzo di storia se sarà buono o cattivo. Fate attenzione, però, che potreste prendere una mul- “Quello che noi facciamo – diceva la santa Madre Te- ta perché potrebbe esserci qualche regolamento co- resa di Calcutta – è solo una goccia nell’oceano, ma se munale che vi proibisce di farlo. È successo a Venezia, non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno”. nei pressi del Ponte dell’Angelo, qualche anno fa, dove un negoziante stanco di raccogliere quello che i pas- Un esempio da seguire santi buttavano per terra ha pensato di mettere un Vi propongo una piccola storia vera. Mi capita spesso di cestino fuori della porta del suo negozio. È stato mul- frequentare l’Antica Scuola dei Battuti dove sono ospita- tato perché non doveva farlo. Ma qualcosa di analogo ti molti anziani. L’ingresso è in via Spalti, sia per i pedo- è successo qualche mese fa anche a Mestre, in Viale ni che per le macchine. Anche voi ci sarete passati tante Garibaldi, dove un extracomunitario aveva deciso di volte. Avete mai fatto caso che quel pezzetto di strada rendersi utile e invece che mettersi a chiedere l’ele- davanti ai cancelli di ingresso è sempre pulitissimo? C’è mosina, aveva deciso di pulire la strada e di meritarsi una signora che con scopa e pattumiera pulisce tutti i qualche monetina dai passanti. Non so se abbia preso giorni quel pezzo di strada. Raccoglie le foglie che cado- anche la multa, ma ho letto nel giornale che qualche no dagli alberi e raccoglie anche le cartacce e le cicche vigile troppo zelante lo ha allontanato. Ovviamente non che molti maleducati gettano per terra. Ho avuto modo ce l’ho con il vigile che fa rispettare la legge, ma con di vederla spesso al lavoro, come sicuramente sarà capi- chi fa i regolamenti che proibiscono di tenere pulita la tato anche a voi. Una volta mi sono fermato, le ho chiesto propria città o che proibiscono ai piccoli di andare in il permesso di fotografarla e le ho chiesto perché faces- monopattino, come è successo. Buon anno nuovo, allo- se quel lavoro con tanto impegno tutti i giorni. “Perché ra! E seguiamo l’esempio di quella signora di via Spalti. Testamento a favore della Fondazione Carpinetum La Fondazione Carpinetum ha come scopo il supporto alle persone anziane accolte nei sei Centri don Vecchi pre- senti tra Carpenedo, Marghera, Cam- palto e gli Arzeroni e l’aiuto ai soggetti più fragili che vivono in città. Si so- stiene solo con le offerte e i contri- buti della gente di buona volontà che vengono tutti destinati ad azioni di be- neficienza. Per sostenerla è possibile fare testamento a suo favore: chi non avesse eredi o chi volesse comunque lasciare un legato, sappia che il suo grande gesto di generosità si tradurrà in carità concreta, per fare del bene a vantaggio del prossimo che ha bisogno. ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2018 3
Considerazioni Fanale di coda di don Gianni Antoniazzi Ci vuole coraggio Non abbiate paura di entusiasmar- slegare: quello che è pericoloso, è vi. C’è tantissima gente che man- che le grandi utopie si raffreddino Per il nuovo anno mi permetto di gia il pane bagnato col sudore della nel cuore dei giovani. Io vi voglio suggerire alcune parole sul tema fronte dei sognatori. Ci sono tanti augurare che non abbiate a perde- del coraggio. Sono state scritte da sognatori. Meno male che c’è que- re la dimensione della quotidianità don Tonino Bello, il celebre vesco- sta dimensione del sogno nella vita: e del sogno. Scavate sotto il vo- vo di Molfetta. Queste affermazioni sporgenze utopiche a cui attaccarci. stro lettuccio e troverete il tesoro. mi trovano d’accordo. Le sottolineo Meno male che ci sono dei pazzi da Non siate inutili, siate irripetibili”. con convinzione. Don Tonino, dun- que, parlava così: “La vita che sta- te vivendo vivetela in modo denso, poiché non tornerà più. Non abbiate paura di entusiasmarvi per le cose. Molti hanno paura che un giorno la Storia, il futuro possa ridacchia- re sul loro presente. Molti hanno paura di esporsi. Per non correre il rischio di subire il contraccolpo di questa disunione tra i sogni di oggi e la realtà di domani, preferiscono non sognare. E questo significa dare le dimissioni dalla Vita. Aver paura di entusiasmarsi oggi è un suicidio. Un giorno vi scalderete alla brace divampata nella vostra giovinezza. la vita. Ci sono diversi modi per moltiplicare il tempo. In punta di piedi All’inizio dell’anno ne propongo uno. In latino, come anche in italiano, la parola presente indica sia l’istante che stiamo vivendo, sia un dono fatto agli altri, come a Allargare il tempo dire: “Ti ho preparato un presente”. La parola viene da præsentem, composta da prae che significa “innanzi” Molti dicono di avere poco tempo, ma vivono male il aggiunto al participio del verbo esse che significa esse- presente. Anche a Mestre alcuni cittadini hanno cam- re. Tradotto si direbbe “che è innanzi”, che c’è adesso, biato il volto della città mentre altri hanno sprecato oppure che metto davanti a te, nel senso che offro a te. Il linguaggio suggerisce, dunque, che il tempo pre- sente abbia più valore quando viene offerto per il bene dell’altro. La speranza per il futuro non è né chime- ra né follia. La speranza sta nelle nostre mani a patto che non ci lasciamo chiudere il cuore dalla paura, ma lo apriamo al dono. Molte decisioni, anche politiche, sono mosse dal senso di paura, dal desiderio di per- cepire protezione. C’è invece del buono che dobbiamo valorizzare se vogliamo vivere meglio. Auguro dunque tempo: per ridere, per pensare, per guardare il crea- to, per perdonarsi, per essere amati e soprattutto per imparare ad amare e a donare la vita. È la logica del “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. 4 ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2018
Il bello della vita Rimboccarsi le maniche di Plinio Borghi È importante fare tesoro delle esperienze trascorse e guardare avanti dandosi degli obiettivi Dovere del cristiano è impegnarsi anche a livello sociale incarnando la fede nel quotidiano L’inizio di un nuovo anno va sempre se le cose vanno male ci si augura di resse primario. Poi venga pure tutto a braccetto con il Natale che stiamo poter rimediare e se vanno bene si il volontariato che vogliamo a livel- trascorrendo e ciò non solo in termi- auspica che vadano ancora meglio. lo sociale, culturale, sportivo e as- ni temporali, ma anche concettual- Se poi dovessimo porci come cri- sistenziale, tutte cose che assume- mente, anzi, forse ci aiuta proprio a stiani nei confronti del tempo che rebbero la mera funzione di foglie di capire meglio il senso di vivere ogni passa e che ci è stato messo a di- fico se il nostro interesse civico fosse volta il Natale, di cui si parlava la sposizione, fino a quando non è dato completamente assente. Specie nel settimana scorsa. Ciascun anno civi- di sapere, allora il renderlo più effi- quadro di completa incertezza e in- le è sempre nuovo, non è mai esisti- cace possibile diventa un dovere ben stabilità come quello che incombe to prima, non potrà mai essere una preciso, perché non verremo giudi- oggi, e non solo sul piano nazionale, ripetizione dei precedenti, qualsiasi cati soltanto per quanto avremo re- il dovere ci chiama all’ordine per non cosa succeda, non fosse altro che alizzato di bene o di male, ma pure essere complici della sopraffazione. per il fatto di essere noi stessi di- su quello che avremmo potuto fare Siamo portatori dell’unica speranza versi: un anno in più è un altro bel e non abbiamo fatto per colpa no- che è già certezza e questo ci qua- pacchetto di esperienze da mettere stra (il famoso peccato di omissione, lifica, ma ci impegna pure a essere in gioco. Esperienze che renderan- che non è né diverso né più trascu- coerenti e conseguenti. La religione no tutto diverso, anche le azioni che rabile degli altri). Qui non entrano non riguarda solo la sfera spirituale, sembreranno ricalcare cose già fat- in campo “solo” il vivere secondo il ma deve incarnarsi nel vivere quo- te o percorsi noti. Se così non fosse, Vangelo e il quadro delle opere di tidiano, altrimenti diverrebbe asfit- che senso avrebbero tutti quei ge- misericordia materiali e spirituali tica. Gesù non è venuto soltanto a sti scaramantici che accompagnano che ne tracciano il solco e ci aiutano salvare anime, ma ha modificato la la chiusura dell’anno vecchio? Che nella sua interpretazione, ma anche storia degli uomini. Con la sua na- senso avrebbe augurarsi ogni volta tutto l’impegno sociale che siamo scita il prima ha cambiato fisionomia “Buon Anno”, come si diceva per il tenuti ad assumerci. In primis in po- e il dopo è stata una svolta decisi- Natale? O vogliamo sostenere che litica: Dio ci ha affidato il benessere va, per tutti. Con tali intendimenti, sono tutte formalità? Mentiremmo a – lo stare bene – nostro e degli altri, l’augurio di Buon Anno non deve più noi stessi, perché non c’è alcuno che pertanto partecipare a tutti i livelli scivolare dalle nostre labbra, ma aneli a un periodo peggiore del pre- della società civile, concorrere alle sgorgare dal nostro cuore come invi- cedente, per quanto bello quest’ul- decisioni che investono tutti noi e to a far sì che questo ulteriore tem- timo possa anche essere stato. Pure la nostra convivenza e battersi per i po sia veramente, nelle intenzioni in termini laici si vive di speranze e diritti di tutti dovrebbe essere inte- e nei fatti, investito bene. Auguri!! Camere disponibili al Centro don Vecchi 6 Al Centro don Vecchi 6, l'ultima strut- tura realizzata in ordine di tempo e inserita nel complesso del Villaggio solidale degli Arzeroni, a non molta di- stanza dalla zona commerciale del Ter- raglio e dall’ospedale dell’Angelo, ci sono stanze a disposizione di chi deve trascorrere un certo periodo a Mestre per lavorare oppure per assistere i propri parenti ricoverati in città. Sono a disposizione anche di chi abbia per qualsiasi motivo una necessità abitati- va di carattere temporaneo. Per pre- notare una stanza di "Formula Uno" è possibile chiamare lo 0413942214. ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2018 5
Pensieri a voce alta L'essenziale Lente d’ingrandimento di don Gianni Antoniazzi di Federica Causin Corso fidanzati L’anno nuovo porta con sé il bagaglio insegnano i magi, si può raggiungere In parrocchia a Carpenedo sono 11 le di un passato appena scritto, che una vita piena pur avendo sbagliato coppie iscritte al nuovo corso fidan- possiamo lasciarci alle spalle ma non strada. Gli smarrimenti, di cui non zati che inizierà a metà di gennaio. ignorare, perché è una parte impre- possiamo fare a meno, ci aiutano È obbligatorio per chi volesse spo- sarsi nel 2019, ma è ancor più un’oc- scindibile di ciò che siamo, al quale a non pensarci onnipotenti e a non casione aperta a tutti per riflettere si aggiungono speranze e desideri. È mandare tutto all’aria, quando i no- sul senso dell’amore di coppia così una pagina bianca, dove tutto è an- stri passi non sono quelli che aveva- com'è proposto dal Vangelo. Invitia- cora possibile, e ci regala l’opportu- mo programmato. Dovremmo, ram- mo dunque chiunque avesse piace- nità di guardare avanti, di costruire, menta don Tony, imparare a lasciar re ad iscriversi subito. È questo il di sognare. Riflettevo sul fatto che andare i pensieri che ci inchiodano e modo migliore per dedicare tempo le molte attese che ciascuno di noi provare a credere che la nostra vita alla coppia. Chi fosse interessato custodisce nel cuore sono alimentate è nelle mani giuste. Continuo a scri- a partecipare nella parrocchia di da un’unica speranza che si affaccia, vere, ma la eco di quest’ultima frase Carpenedo, chiami lo 0415352327. in punta di pedi nella nostra vita, non mi abbandona e vedo le incogni- quando nasce Gesù. Siccome volevo te del futuro da un’altra prospetti- Scuola di Scrittura divina soffermarmi sulle radici di questa va: se sentissi di essermi affidata a Questo tempo brucia le notizie in speranza, sono andata a rileggere la Qualcuno che vuole il mio bene, la pochi giorni. Per fortuna, aggiungo riflessione che don Tony Drazza, as- mia speranza diventerebbe dirom- io: certe notizie trasmettono delu- sistente nazionale del settore giova- pente. Mi rendo conto che sarebbe sione, stupidità e il vuoto assoluto. ni dell’Azione Cattolica, ha proposto una risorsa inestimabile, ma so al- C’è però una Parola che da secoli per l’Avvento. Il sacerdote sottolinea trettanto bene che spesso la tenta- scalda il cuore. Forse non fa noti- che Dio non si è ancora stancato di zione di bastare a me stessa, di fare zia come la intende il mondo di usarci delicatezza e, affidando Suo da sola prende il sopravvento, per- oggi, ma sicuramente costruisce figlio alla tenerezza di Maria, lo pone ché non mi è sempre facile rispet- la storia: la Scrittura divina. Meri- ai confini della Storia per esortarci tare i tempi del Signore, soprattutto ta conoscerla a dovere. A Venezia a ripartire dai nostri confini, dalle quando non collimano con i miei o ci fu la Scuola biblica che, sotto cose che sembrano piccole e, invece, quando vedo sparigliati i miei pro- la direzione di don Bruno Bertoli, sono essenziali. Ritengo che l’idea di grammi. Provo a raffigurare la spe- conobbe uno sviluppo straordina- poter iniziare da quello che siamo ranza e mi torna in mente l’immagi- rio. Qui a Mestre sarà don Corrado Cannizzaro, il parroco di San Pietro e dalla nostra quotidianità sia ras- ne del soffione, nata dalla penna di Orseolo a proporla e, ne sono cer- sicurante, anche se poi la speranza Simone Cristicchi, “quel piccolo fiore to, lo farà con passione, competen- ci mostra orizzonti inaspettati. Una selvatico che cresce ostinato tra le za, eleganza e stabilità. Comincia speranza che si fonda sul coraggio di pieghe dell’asfalto e che anche tra a gennaio con la lettura in cinque rimetterci in cammino dal posto in mille difficoltà, riesce comunque sere del libro di Giona. Il primo in- cui ci siamo smarriti perché, come ci a germogliare e a diventare fiore.” contro sarà mercoledì 23 gennaio a cui seguiranno 4 appuntamenti, un mercoledì di seguito all’altro, fino a fine febbraio. Si inizia con la preghiera di un salmo e la lettura del testo. Ci sarà poi la spiegazio- ne esegetica del brano ascoltato con domande e approfondimenti. È un modo per studiare seriamente la Bibbia leggendo un libro breve, simpatico e attuale dall’inizio alla fine. L’incontro comincia alle 20:45 e si conclude, cascasse il cielo, alle 22:15. Dal momento che siamo real- tà così vicine non mi spiacerebbe se molti fra noi volessero partecipare. È un modo semplice ma vero per legarci fra parrocchie. Per infor- mazioni chiamare allo 0418011245. 6 ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2018
La riflessione Pensare positivo L'intervento di Adriana Cercato di Luciana Mazzer La speranza cristiana Sono ormai settantadue le volte in cui degli anni a venire, come è stato per “Spes ultima dea”, dicevano gli ho vissuto, più o meno consapevol- quelli già vissuti, indipendentemente antichi latini, per significare che mente, l’inizio di un nuovo anno. Di- dall’età di ciascuno, abbandoniamoci la speranza non viene mai meno versi nel tempo stati d’animo e aspet- al Signore in totale fiducia. Lui ci ha e che si può sperare fino all’ulti- tative con cui, di volta in volta, pur voluti, lui ci ama oltre misura. Anche mo. Anche gli antichi greci, nel- astemia, ho alzato il bicchiere per il quando rifiutiamo il suo aiuto, la sua la loro mitologia, veneravano brindisi di prammatica. Da alcuni anni presenza. Lui è il buon samaritano una dea Speranza che sarebbe desideri, progetti, aspettative si sono pronto a chinarsi su di noi, per curare rimasta tra gli uomini, a con- giustamente, logicamente ridimensio- le ferite del corpo o dello spirito, è il solarli, anche quando tutti gli nati. Per la maggior parte di noi an- Buon Pastore pronto a caricarci sulle altri dèi avessero abbandonato ziani, speranze e desideri per il nuovo sue spalle, quando la gravità del mo- la terra per l’Olimpo. Di questo anno hanno come fine primo il bene mento ci rende incapaci di procede- passato a noi resta il detto po- di figli, nipoti, persone care. Il 2018 re, di reagire. Mai sono stata delusa, polare “la speranza è l’ultima fa parte ormai del nostro vissuto, di perché mai inutile è stata la fatica a morire”, con pari significato. cui vale la pena ricordare solo le ore, che lui mi ha, ci ha aiutati a vivere. La speranza cristiana è invece i giorni piacevoli o facili. Soffermarsi Altra mia certezza sono i giorni faci- ben altra cosa: è la Gerusalem- sul ricordo di quelli difficili è quanto li che non mancheranno nel prossimo me Celeste. Essa è immagina- mai inutile e controproducente. Le futuro di ognuno di noi. Nostro deve ta anzitutto come un’immensa aspettative maggiori, per noi non più essere l’impegno per favorire il loro tenda, dove Dio accoglierà tutti giovani, riguardano senza dubbio la susseguirsi. Troppo spesso, i peggio- gli uomini per abitare definiti- salute. Per i fortunati che come me ri indolenti, recriminanti, pessimisti, vamente con loro (Ap 21,3). E e mio marito risiedono al Don Vecchi, ipercritici lamentosi, appartengono cosa farà Dio, quando finalmen- le certezze di un decoroso, sicuro vi- alla mia stessa fascia d’età. Per loro te saremo con Lui? “Egli asciu- vere, dovrebbero ancor più limitare nulla è positivo, nulla e nessuno agi- gherà ogni lacrima dai nostri bislacchi desideri, impossibili aspetta- sce secondo il loro giustissimo vedere. occhi e non vi sarà più la mor- tive. Dovrebbero… Si sa, esistono in- Le loro teorie, in quanto tali, sono in- te, né lutto, né lamento, né af- contentabili di ogni età. Come coppia, fallibili. Giudicano e classificano ogni fanno, perché le cose di prima le uniche certezze che abbiamo per il persona, ogni agire, con impietosa nuovo anno sono un incontro ravvici- sono passate… Ecco io faccio severità e mancanza di imparzialità. nato con la sala operatoria. Certezza Nel compiangere chi deve condivide- nuove tutte le cose!", promet- spiacevole, certamente, ma il Signore re con loro il proprio quotidiano, au- te ancora il libro dell’Apocalis- che ha permesso che ciò avvenga ci guro che il nuovo anno porti a questi se, ai versetti 3-5 del capitolo darà, come più volte in passato, for- miei coetanei la capacità di una sana, 21. Il futuro non ci appartiene, za, determinazione, speranza, fiducia ampia, quanto mai necessaria au- è vero, ma sappiamo che Gesù in Lui. Per ogni giorno di questo, come tocritica. A loro, a tutti, buon anno! Cristo è la più grande grazia della vita: è l’abbraccio di Dio che ci attende alla fine, ma che già ora ci accompagna e ci con- sola nel cammino. Lui ci condu- ce alla grande tenda di Dio con gli uomini, con tanti altri fratel- li e sorelle, e noi porteremo a Lui il ricordo dei giorni vissuti quaggiù. E quel giorno saremo davvero felici, e piangeremo di gioia. Ed è con questa visione che auguro a tutti i lettori di poter ben iniziare il nuovo anno che sta per arrivare, nella cer- tezza che quel giorno prima o poi arriverà anche per ciascu- no di noi. Felice 2019 a tutti! ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2018 7
La storia L'uomo delle foglie di Luca Bagnoli Quando si staccano dai rami d'au- tunno, senza più linfa nelle vene, Quanto costa vivere e cadono secche a ricoprire i mar- ai Centri don Vecchi ciapiedi, alcuni giurano di sentire Sono convinto che a Mestre non ci sia le foglie mormorare. É come una più alcun cittadino che non abbia sen- eco lontana, eppure così prossima, tito parlare, fortunatamente bene, dei avvolgente, a circondare ogni passo Centri don Vecchi, tuttavia sono ancora troppo pochi coloro che ne hanno visita- quotidiano. Una voce oramai sfio- to almeno uno. Solo chi visita e si infor- rita, ma viva di speranza. Quando ma, anche sommariamente, di come si danzando si ammucchiano, traspor- vive in uno dei Don Vecchi può accertare tate dalla brezza, qualcuno le cal- quanto sia innovativa, umana e conve- pesta, frantumandole. Altri le evi- niente la vita in queste strutture. Nel passato ho pubblicato un opuscolo con tano, ignorandole. Quando si com- alcuni esempi concreti circa i costi e i pattano sembrano castelli trapunti vantaggi. Qualche giorno fa, essendomi di porte aperte, che attendono, capitato di conoscere quanto paga un impazienti. Poi un soffio di vento. nuovo residente al centro di Carpenedo, E compare lui, James, ragazzo ni- m’è parso doveroso far conoscere ai con- geriano. Nessuno può dire da quale cittadini di come stanno le cose. Questo signore occupa da solo un alloggio mono- città sia arrivato, la sua missione locale, di circa 25 metri quadrati che è sembra non avere tempo. Prima James Osas composto di: angolo cottura, soggiorno, non c'era. Adesso è qui. Cammina zona notte e bagno. Ebbene il suo “af- con la solita andatura retta, sicura, posita sul cammino par soffocare. fitto” che comprende costi condominiali, placida. C'è un cartello adagiato sul Serve qualcuno che liberi il passag- acqua fredda e calda, luce, gas, canone gio dalla caducità delle cose, occu- telefonico, canone tv, riscaldamento e prato. Recita: "voglio integrarmi". tassa rifiuti, tutto compreso è di 161 euro L'uomo delle foglie è nero come pandosene con dedizione. Nessuno al mese. Con altri 150 euro pranza pure a la pece. La pece è impermeabile. sa dove portino i suoi abbracci. C'è mezzogiorno: pane, acqua, primo piatto, Come una pelle che soffre il gelo chi afferma di averli visti rovescia- secondo con contorno, purè, insalata, senza temerlo. La pece è collante. re dentro un misterioso contenitore dessert. Il tutto in un ambiente signorile Come un tentativo di aggregazione. verde. Altri sostengono di vederlo con spazi enormi interni ed esterni per la vita comune. Dico tutto questo per Un modo discreto di farsi notare, girare l'angolo dell'isolato, tornan- far conoscere ai concittadini che i “mi- di farsi riconoscere dalla frenetica do poco dopo a mani vuote, per un racoli” avvengono soprattutto dove si indifferenza. L'uomo delle foglie si altro viaggio. L'uomo delle foglie amministra in maniera oculata e saggia. china continuamente, senza sosta. veglia sullo spazio vitale. Giunge Don Armando Trevisiol Spalanca gli arti. E li richiude in un dal nulla, raccoglie con un sospiro abbraccio. Le foglie frusciano rac- ciò che prima era rispettato ossi- colte, compiaciute, strette al suo geno, poi ingombrante rifiuto, e Domanda per entrare petto. Lui si alza, il volto coper- scompare tra le genti. Ora sì che ai Centri don Vecchi to, nascosto dal carico. Ma quante possono passeggiare senza timori, Ai Centri don Vecchi gli appartamen- sono? Quanto pesano? Forse gli sus- senza intralci, ammirando gli alberi ti si liberano a fronte di un turnover surrano qualcosa: "Dove ci porti?". del viale spogli d'inverno. Dove un costante. Chiunque pensasse di pre- Quante volte lo hanno visto. Quante tempo vibravano le foglie, adesso sentare domanda d’inserimento, può volte di lassù hanno osservato cu- brillano i colori di Natale, come consegnarla in direzione al Centro don riose quei movimenti precisi, tene- luci di speranza. L'anno che ver- Vecchi 2 di via dei 300 campi a Carpe- ramente ripetitivi, pensando a cosa rà si chiama occasione. Per chi la nedo dov’è già aperta una lista d’atte- avrebbero provato un giorno, inutili cerca, per chi la desidera, per chi sa. Per richiedere un alloggio occorre: per terra, calpestate, evitate, ad la merita. Occasione per l'uomo non avere meno di 65 anni e più di essere accolte con tanta amore- delle foglie di ritrovare la propria 83; trovarsi in una condizione econo- vole cura. L'uomo delle foglie ogni identità, realizzandosi, svelando al mica modesta; essere normalmente giorno monta la sua guardia, avanti mondo chi sia, da dove provenga, autosufficienti; disporre di un garan- e indietro per il viale, restituendo cosa facesse prima di custodire un te che si assuma la responsabilità di superficie disponibile al mondo de- percorso irto di ostacoli solo appa- intervenire qualora la persona abbia renti. E quale opportunità vorreb- necessità di una diversa collocazione, gli uomini. La natura sospesa non in seguito alla perdita dell’autonomia. è una minaccia. Ma quando si de- be avere oggi, per essere domani. 8 ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2018
Tradizioni popolari Le usanze d'inizio anno di don Sandro Vigani “Bondì, bon capo d’ano; le bone feste un soldato, un marinaio, un cavallo. sto, non prima però di aver appeso le bone menèstre; 'na roca de cana, Anche se si trattava di un gobbo o al camino o ai ferri della cucina eco- la parona la staga sana; a Nadal un un vecchio la fortuna era assicurata nomica i calzettoni del papà, che la bel porzèl, a Pasqua un bel angnèl; per tutto l’anno. Secondo un detto vecchietta, passando attraverso il un granàr cargo de formento e for- popolare “se el primo che si incon- camino, avrebbe riempito di dolci, mentòn, una càneva de vin bon; una tra par strada l’è un omo, l’è fortu- bagigi, straccaganasse, noci, e busti- borsa de oro e n’altra de arzento. na; se l’è ‘na dona porta scalogna; se ne di castagnaccio. Non mancava mai Caro paron, fème la bona man che l’è un prete more uno in casa, se se una grande mela che la Befana inse- mi son contento”. Questo e altre fila- incontra sbiri xe robe de giustizia”. riva nel calzettone per risparmiare strocche simili venivano recitate nel Per neutralizzare il potere negativo sui dolci e un pezzo di carbone, o Veneto per augurare buon Capodan- dell’incontro con una donna, spesso botòi (i tutoli delle pannocchie) per no. La tradizione voleva che fossero i si usava appendere al collo della don- ricordare ai bambini che non sempre fanciulli a porgere l’augurio agli adul- na qualche oggetto di metallo come erano stati buoni. La Befana veniva ti. I bambini ricordavano l’innocenza la forbice, il mestolo o una pentola. col suo mulo, perciò bisognava pre- e l’apertura alla vita e, nel tempo Anche per questo le donne il primo parare un secchio d’acqua e del fieno natalizio, la figura del Bambino Gesù. dell’anno, dopo la Messa mattuti- per la povera bestiola e lasciare sul Di prima mattina i bambini bussava- na, rimanevano chiuse in casa. Al- camino le monetine avanzate dalla no alla porta di parenti e padrini per tro giorno importante per i bambini raccolta del primo dell’anno, perché gli auguri, recitavano un filastrocca era l’Epifania, chiamata nel passato la vecchietta era povera. Guai se di sull’anno nuovo e ricevevano in cam- anche Pasqueta in riferimento alla notte qualche bambino si alzava dal bio qualche monetina, la bona man. Pasqua, la festa più importante per letto: nessuno poteva vedere la Be- Come e più di ogni altro inizio, il pri- il cristiano. Presso la gente è la fe- fana, pena la perdita del diritto ai mo dell’anno era giorno importante sta della “Befana”. La parola è una doni! La sera prima, poco dopo, il per fare pronostici per l’andamento storpiatura della parola “epifania” tramonto nei paesi di campagna al di tutto l’anno. Attenzione alla prima che significa “manifestazione”. Se il suono delle campane dell’Ave Maria persona che s’incontrava per strada, Natale è la rivelazione del Figlio di della chiesa parrocchiale s’accen- appena messo il piede fuori della Dio agli ebrei, l’Epifania è la sua ma- devano i Panevin o Pavineri, attor- porta di casa. C’era tutta una casi- nifestazione come Salvatore di tutte no ai quali raccoglieva una folla di stica, che variava di luogo in luogo: le genti, rappresentate dai Magi che gente, grandi e bambini. Un tempo sfortuna se si incontrava una donna non appartengono al popolo ebraico. non c’era colmello che non avesse o una suora, un zoppo, un arrotino Di notte, poi, passava la Befana, in il suo Paviner. I giovani facevano a ambulante, un venditore di coperchi, alcuni luoghi chiamata anche vecia, gara per farlo più alto di quello del un bambino. Fortuna invece se la pri- la Marantega in dialetto veneziano. colmello dei vicini, con le canne del ma persona incontrata era un frate, I bambini si recavano a letto pre- granoturco e le potature delle viti. La grande squadra dei volontari in servizio Possiamo calcolare che i volontari oggi all'opera nei diversi ambiti d'impegno della Fondazione Carpinetum siano ben più di mezzo migliaio. Quelli che intendono prestare servizio nel futu- ro Ipermercato solidale agli Arzeroni sono circa 130, iscritti ora nel regi- stro dell'associazione Il Prossimo che gestirà la struttura. Confidiamo che il numero possa salire: ad essi possono infatti aggiungersi altre realtà che già collaborano con noi e che potrebbe- ro entrare nell’Ipermercato solidale. Ma quanti ancora il Signore chiama a far parte di questa impresa? Chi leg- gendo si sentisse chiamato non esiti a venire e lasciare la propria adesione. ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2018 9
La nostra storia La rivoluzione delle auto di Sergio Barizza Riguardo al ponte automobilistico che si trascinarono per settimane to permettere con i primi, capienti, translagunare, inaugurato il 25 apri- sul Gazzettino (e, per certi versi, camion un collegamento veloce tra le 1933, è del tutto singolare sottoli- continuano ancora oggi), il proget- la "vecchia" Marittima e la "nuova" neare come nell’ultima elaborazio- to di costruire una metropolitana Marghera e, secondariamente, alle ne (1916) di piano regolatore per sublagunare, ideato dall’ingegnere sempre più numerose autovetture di la nuova zona portuale-industriale, veneziano Antonio Salvatori con il raggiungere direttamente Venezia. predisposta dall’ingegnere del Ge- supporto tecnico di Achille Basset- Punta San Giuliano e Fusina erano nio Civile Erminio Cucchini, fosse ti, capo dell’ufficio tecnico per la così destinate a tornare nell’isola- prevista, su quel ponte, una linea metropolitana di Milano, presenta- mento e nell’abbandono. Gli inte- tranviaria che la collegasse diretta- to all’Ateneo Veneto il 17 gennaio ressi della Fiat uscirono allo scoper- mente a Venezia, correndo accanto 1925, che prevedeva “una ferrovia to quando le bianche filovie con il alla ferrovia, per facilitare l’inte- sotterranea da Marghera al Lido suo marchio, raggiunsero Piazzale razione tra la città e la sua zona per togliere quell’assurda condizio- Roma, ma soprattutto sostituirono industriale, ipotesi poi sparita nel ne per cui occorre meno tempo per il tram sulle tratte principali con progetto che sarebbe stato defini- andare dalla Francia in Inghilterra dei numeri che restano ancora nel- tivamente approvato, l’anno dopo, attraverso la Manica di quello che la memoria di molti: il 5 da Piazza dal Ministero dei Lavori Pubblici, si impiega dagli Scalzi al Lido in va- Umberto I alla stazione, il 2 fino a predisposto dall’ingegnere di fidu- porino”. Mentre la Fiat degli Agnelli Carpenedo, il 7 fino a Mirano, l’8 cia di Volpi, Enrico Coen Cagli. Le insediava i propri stabilimenti nella fino a Treviso, mentre verso Pado- maestranze veneziane che si sareb- prima zona industriale (Vetrocoke va, dal 15 ottobre 1933, ci sarebbe bero recate al lavoro nelle prime nel 1925, Sirma nel 1933, Azotati stata l’autostrada. Una scelta radi- fabbriche di Marghera avrebbero, nel 1937) al vertice dell’ufficio tec- cale che privilegiava il trasporto su in seguito, potuto approfittare solo nico municipale arrivava Eugenio gomma. Più di qualcuno ricorda an- di una linea di vaporino che face- Mozzi (1931), ingegnere di vaglia, cora come talora l’ingegner Miozzi va servizio tra il "monumento" sulla gran costruttore di strade e ponti potesse essere visto, nei primi anni Riva degli Schiavoni e un approdo prima con il Genio Civile nel bellu- del secondo dopoguerra, a Piazzale presso lo stabilimento dei cantieri nese, poi con Volpi stesso in Libia. Roma a rimirare il "proprio" garage Breda. Un deciso ritorno indietro. Si puntò tutto su un nuovo ponte comunale. Quel garage era un van- Che non fosse prevista la linea tran- "carrozzabile", riprendendo le idee to del regime, presentato come uno viaria tra Porto Marghera e Venezia degli ultimi anni dell’ottocento, ov- dei più grandi e funzionali d’Euro- non era comunque una semplice di- viamente prevedendone lo sposta- pa. Anche Venezia ora inanella- menticanza. Era una scelta. Come fu mento dalla parte opposta del pon- va primati, in un campo però che una scelta relegare alle chiacchiere te ferroviario. Avrebbe dovuto in- non era storicamente il suo: quel- da bar e a stucchevoli polemiche fatti, quel nuovo ponte, innanzitut- lo automobilistico. (43/continua) Il futuro dei magazzini del Centro don Vecchi 2 Ci teniamo a sottolineare con la massi- ma chiarezza che la Fondazione Carpi- netum sta progettando e poi desidera realizzare un Ipermercato solidale nel- la zona degli Arzeroni, vicino al Terra- glio, la cui gestione sarà poi affidata all’associazione Il prossimo di cui è presidente Edoardo Rivola. Quando la struttura sarà operativa verrà pertanto eliminata ogni attività che attualmen- te si svolge nei magazzini del centro don Vecchi 2 in via dei Trecento campi. Quella zona potrebbe ospitare un pro- getto del tutto diverso, ma sempre e co- munque a favore della città di Mestre. Avremo modo di parlarne più appro- fonditamente appena possibile. (d.G.) 10 ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2018
Per trasparenza Per realizzare l'Ipermercato solidale Sottoscrizione cittadina: tutti i fondi a favore della costruzione della nuova opera di bene La famiglia Bonafé ha sottoscritto La signora Pierro ha sottoscritto dei genitori: Salvatore e Luisa e del un’azione, pari a € 50, in ricordo dei mezza azione abbondante, pari a fratello Stefano. suoi cari defunti: Socrate e Roberto. € 30, in ricordo di: Ignazio, Titina, Maria, Vincenzo e di tutti i defunti L’Associazione AIL di Venezia ha La signora De Toni ha sottoscritto della famiglia Pierro. sottoscritto quasi quattro azioni, un’azione, pari a € 50, in memoria pari a € 195. dei defunti della sua famiglia e di Una persona che ha cancellato il quelli della famiglia Donaggio. nome dal suo biglietto da visita, La signora Natalina Michielon ha ha sottoscritto un’azione, pari a € sottoscritto quasi mezza azione, pari La signora Rosa ha sottoscritto quasi 50, per ricordare la defunta Bruna a € 20, per affidare alla Madonna le mezza azione, pari a € 20, in ricordo Serena. anime dei defunti: Franco, Pinetta, dei defunti della sua famiglia. Bruno e Gianni. Le signore Mariapaola e Valeria È stata sottoscritta quasi mezza Piovesana e il loro padre avvocato Il dottor Giancarlo Florio ha azione, pari a € 20, pe ricordare i Paolo hanno sottoscritto 20 sottoscritto la sua azione mensile, defunti: Ermenegilda, Marco, Pietro, azioni, pari a € 1.000 per onorare pari a € 50, per ricordare la sua cara Paola e Ada. la memoria della loro carissima moglie professoressa Chiara. congiunta Bruna Serena. È stata sottoscritta quasi mezza La signora Emilia Battistella ha azione, pari a € 20, in ricordo dei Il signor Massimo Di Tonno, a sottoscritto un’azione, pari a € 50, defunti: Maria Teresa, Vally, Antonia, nome dei volontari che stampano in ricordo del suo vecchio preside Patrizia e Anna. L’Incontro, ha sottoscritto cinque Mons. Giuseppe Spanio. azioni abbondanti, pari a € 260. È stata sottoscritta mezza azione La famiglia Soccal ha sottoscritto abbondante, pari a € 30, in ricordo I coniugi Mario e Graziella Silvestri quasi mezza azione, pari a € 20, in dei defunti: Piero, Rita, Adolfo, hanno sottoscritto quasi mezza ricordo del loro caro Mario. Norma ed Edoardo. azione, pari a € 20. I familiari della defunta Gabriella È stata sottoscritta quasi mezza I due nipoti della defunta Amelia Gobbato hanno sottoscritto mezza azione, pari a € 20, in memoria dei Trabucco hanno sottoscritto tre azione abbondante, pari a € 30, per defunti delle famiglie Zangrando, azioni abbondanti pari a € 160, onorare la memoria della loro cara Stefani e Varola. per onorare la memoria della loro congiunta. nonna. È stata sottoscritta un’azione, pari a Il figlio e la nuora della defunta Jone € 50, dalla signora Marilena Grienti I familiari della defunta Elvira hanno Zuccherato hanno sottoscritto sei Babato. sottoscritto quasi mezza azione, azioni, pari a € 300, per onorare la pari a € 20, in ricordo della loro cara memoria della loro cara congiunta. È stata sottoscritta un’azione, pari congiunta. a € 50, per ricordare i defunti: I familiari del defunto Bruno Martini Giacomo Levorato e Silverio Rizzardi. La signora Norma Calzavara ha hanno sottoscritto un’azione, pari sottoscritto un’azione, pari a € 50. a € 50, per onorare la memoria del La signora Marina Stefinlongo loro congiunto. ha sottoscritto un’azione, pari La signora Giovannozzi Marcella ha a € 50, per onorare la memoria sottoscritto quasi mezza azione, pari La signora Angela Baldissera ha della defunta Bruna Serena e per a € 20. sottoscritto un’azione, pari a € 50. testimoniare il suo cordoglio al marito e alle sue figlie. La signora Valeria Semenzato ha sottoscritto quasi mezza azione, pari Come poter donare Una signora, rimasta sconosciuta, a € 20. alla Fondazione ha sottoscritto domenica mattina in Per sostenere la Fondazione Carpi- cimitero, quasi mezza azione, pari a Sono stati sottoscritti quattro quinti netum si può effettuare un bonifico € 20. di azione, pari a € 40, pe ricordare i bancario al Monte dei Paschi di Siena - seguenti defunti: Vittoria, Innocente, agenzia di Via San Donà, codice IBAN: La figlia della defunta Maria Lucia, Olinto, Gianni e Marina. IT17R01030 020 0 80 0 0 0 0142534 8 Morgante ha sottoscritto un’azione, o effettuare un versamento sul conto pari a € 50, per onorare la memoria Una signora ha sottoscritto quasi corrente postale numero 12534301. di sua madre. mezza azione, pari a € 20, in ricordo ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2018 11
Confidenze di un vecchio prete Sogni nel cuore di don Armando Trevisiol Le nuove norme antismog hanno ai concittadini in difficoltà, abbiamo cetti più avanzati di condivisione, creato grosse difficoltà di carattere assolutamente bisogno di un’orga- di solidarietà che diventano contri- finanziario legate alla gestione dei nizzazione efficiente che purtroppo buti reali ed esaustivi a favore dei furgoni utilizzati per la raccolta e la però ha costi ragguardevoli. Tutta- fratelli più fragili. Mi auguro anche distribuzione dei mobili, dei generi via, nonostante le difficoltà di re- di poter vedere la struttura, assolu- alimentari, della frutta e della ver- perire un volontariato serio ed effi- tamente innovativa che darà volto dura e degli indumenti a favore dei ciente, la nostra organizzazione di e vita a un nuovo modo di conce- poveri. Suddetti mezzi, di proprie- raccolta e distribuzione è in assoluto pire e realizzare la carità cristiana. tà della Fondazione Carpinetum, la più valida, non solo a Mestre, ma che sono stati messi a disposizione nell’intera Regione. Termino queste CENTRI DON VECCHI dall’associazione Il Prossimo in co- confidenze amichevoli confessando modato d’uso, sono molti, ma pur- di avere nel cuore un’amarezza e una Concerti gennaio 2019 troppo vecchi. Sono sei furgoni gran- speranza: l’amarezza è che a Mestre MARGHERA di, bianchi con la scritta rossa, mol- ci siano organizzazioni, che fanno Domenica 20 gennaio ore 16.30 to evidente, “Servizio per i poveri”, affari usando mezzi di trasporto che Gruppo strumentale che essendo stati acquistati usati, scimmiottano i nostri e che spesso si Over 60 oggi sono piuttosto datati. Il furgo- avvalgono del mio nome e di quello ne frigorifero indispensabile per il dei poveri per carpire la fiducia dei ARZERONI trasporto dei generi alimentari con- concittadini. La speranza, invece, è Domenica 20 gennaio ore 16.30 gelati non è più fruibile perché non che l’anno prossimo nasca, in quel Ensemble vocale/strumentale è conforme alle nuove norme del degli Arzeroni, una struttura di ca- The Modern Band traffico, che sono assai restrittive. rattere solidale che riprende i crite- Pertanto, è stato assolutamente ne- ri e le logiche dei supermercati, pur CARPENEDO cessario acquistarne un altro, anco- perseguendo nella sostanza finalità Domenica 27 gennaio ore 16.30 ra una volta usato, visti i costi proi- che si rifanno totalmente alla cari- Gruppo corale bitivi di un mezzo nuovo. Servivano tà cristiana. Spero quindi che, alla Coro Piave € 17.500, una somma quanto mai fine dell’anno prossimo, avrò la gioia CAMPALTO consistente, dati gli attuali impegni e la soddisfazione di consegnare in Domenica 27 gennaio ore 16.30 finanziari della Fondazione, e siamo eredità i nostri sogni e i nostri ten- Gruppo corale ricorsi a un prestito, che speriamo di tativi di porre in atto iniziative di saldare con l’aiuto di qualche anima carattere solidale. I nostri progetti, Voci d'Argento buona. D’altro canto, se vogliamo superato il concetto ottocentesco Ingresso libero dare un servizio serio e consistente di beneficenza, si rifanno ai con- L'aiuto è per tutti Molti pensano che tutto quello che viene distribuito al Centro don Vecchi, vale a dire generi alimentari, frutta e verdura, mobili, indumenti e oggetti per la casa, sia destinato esclusivamente ai senza tetto, ai disperati e ai mendicanti. In realtà tutto ciò che raccogliamo e che si può ricevere a fronte di un’offerta simbolica destina- ta ai costi di gestione, è a disposizione di chiunque abbia una difficoltà ad arrivare alla fine del mese: disoccupati, precari, lavoratori con stipendio inadeguato, fami- glie numerose o in situazioni di disagio. Per fortuna di prodotti e materiali ne ab- biamo spesso in abbondanza: chi ne abbia bisogno non indugi a farsi avanti! (d.A.) Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti a Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del 5/2/1979 Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; caporedattore: Alvise Sperandio; grafica: Maurizio Nardi Via dei Trecento campi - Mestre (Ve), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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