Buon anno! - Il Centro Don Vecchi

Pagina creata da Michela Ronchi
 
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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM   ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2019

Buon anno!
di don Gianni Antoniazzi

Il 2019 è promettente o minaccioso?
Anche se molti sono abbattuti per
un mondo talvolta impazzito, nei
primi giorni dell’anno tutti abbiamo
la speranza che qualcosa possa mi-
gliorare. Mentre dal genere umano
temiamo qualche pericolo, abbia-
mo però la fiducia che almeno la
tecnica possa progredire senza in-
certezze. Ci sembra che i dispositi-
vi informatici e la robotica debbano
godere di una forza inarrestabile. È
lì che riponiamo le nostre speranze
e che cerchiamo risposte ai proble-
mi crescenti. Il mondo del lavoro,
della finanza, della comunicazione,
della conoscenza, ma anche l’am-
biente del diritto, dello spettacolo,
e della salute vedono nel progresso
della tecnica un motore per l’avve-
nire, pur con il timore di venire con-
trollati oltre misura. Succede così
che, poco per volta, in ciascuno di
noi si fa strada l’idea che le pro-
prie capacità verranno potenziate
dalla tecnica e dai social network
e non, invece, dalla collaborazio-
ne con gli altri. Questa illusione ci
porta verso un mondo quasi isolato,
dove però non diventiamo più libe-
ri e sereni nel nostro pensiero, ma
dipendenti dalla tecnologia e schia-
vi della rete. Quale progresso dob-
biamo allora cercare? È importante
capire che la crescita autentica si
realizza quando impariamo a cam-
minare tutti insieme, superando
le incomprensioni e le paure degli
altri, gli ostacoli di carattere e di
temperamento. Sarà un cammino
umile e talvolta incerto, composto
di cadute, ma rispettoso della no-
stra dignità. Se accetteremo que-
sta fatica, sarà un anno migliore.
In punta di penna
             di Alvise Sperandio

          Il 2019 per la
      Fondazione Carpinetum                                         Nuovi sguardi
    Quello che sta per cominciare sarà                              di Francesca Bellemo
    un anno cruciale per la Fondazione
    Carpinetum. In agenda, a Dio pia-        Per il 2019 indossiamo degli occhiali con la giusta gradazione
    cendo, ci sono due appuntamen-           Così da poter scrutare quello che conta davvero nella vita
    ti: l'inaugurazione del Centro Don
    Vecchi 7 e l'avvio del cantiere per      Tra i tanti pacchetti scartati nel-
    l'Ipermercato solidale. Com'è noto,
                                             la confusione delle feste natalizie
    entrambi sorgeranno agli Arzeroni,
                                             sarebbe bello aver ricevuto ciascu-
    non distante dai centri commer-
    ciali dell'area Aev tra il Terraglio     no un paio di occhiali. Montatura
    e l'ospedale, grazie a un investi-       discreta, o elegante, o vistosa, a
    mento cospicuo che la Fondazione         seconda dei gusti personali. Quel-
    mette in campo. Il Don Vecchi 7,         lo che conta è la gradazione del-
    la cui costruzione partita la scorsa     le lenti: quella giusta, finalmente,
    estate prosegue a spron battuto,         quella che consente di vedere con
    avrà 55 appartamentini più altri 12      nitidezza la realtà. Sarebbe bel-
    alloggi di "Formula Uno" per un'ac-      lo iniziare il nuovo anno con oc-
    coglienza veloce di chi venisse a        chi nuovi, capaci di vedere sia da
    trovarsi in condizioni di emergen-       vicino che da lontano, capaci di
    za. Sorge esattamente dietro il          scrutare in profondità, oltre la su-
    Don Vecchi 6 e sarà destinato ad         perficie delle cose e della storia,
    ospitare qualche anziano e perso-        capaci di osservare attentamente
    ne in condizioni di fragilità per tan-
                                             ogni necessità del nostro prossimo.
    ti motivi: genitori separati, parenti
                                             Uno sguardo nuovo sulla nostra fa-
    di malati in trasferta, soggetti che
    hanno subito lo sfratto ecc.... Ven-
                                             miglia, sui nostri amici, sulle situa-
    gono impiegati 3 milioni e mezzo         zioni che fanno parte della nostra
    di euro. L'Iopermercato solidale,        quotidianità, che ci consenta di
    invece, sarà realizzato sul terre-       comprendere il valore reale di ogni      loro il senso completo di tutta la
    no che si trova tra la rotatoria e       persona, nonostante i suoi limiti, e     frase. Potremmo comprendere il
    gli stessi Don Vecchi 5 e 6, impie-      di amarla così com’è. Uno sguardo        senso di quello che accade intor-
    gando 3 milioni di euro. Il Comune       nuovo sulle tante cose che riem-         no a noi e chiamarlo con il giusto
    ha riconosciuto la valenza sociale       piono la nostra visuale, che sappia      nome, senza farci ingannare da chi
    dell'opera e adesso è necessario         superarle e andare oltre l’orizzon-      preferisce che i nostri occhi siano
    procedere con gli atti amministra-       te del nostro tornaconto. Sarebbe        offuscati, preferibilmente chiusi,
    tivi del caso sul piano urbanistico.     bello poter guardarci l’un l’altro       così come il nostro cuore. Tra i tan-
    In questa struttura troveranno po-       come bambini che hanno appena            ti pacchetti scartati sarebbe bello
    sto i magazzini solidali e le varie      scartato i regali di Natale e pieni      aver ricevuto ciascuno un paio di
    attività caritative che attualmente                                               occhiali capaci di farci vedere bene
                                             di gioia vogliono mostrare a tutti il
    si trovano nel sotterraneo del Don
                                             giocattolo nuovo. Indossare questi       da lontano, bene da vicino, bene
    Vecchi 2 (che saranno ridestinati
                                             occhiali della giusta gradazione e       con la luce del sole, bene anche
    ad altro progetto, ora in corso di
    valutazione). L'ipermercato solida-      finalmente poter vedere i contor-         con il buio. E attraverso questi oc-
    le sarà gestito dall'associazione Il     ni, le sfumature, i dettagli e poter     chiali poter guardare al nuovo anno
    Prossimo dove, oltre a tutte le atti-    chiamare le cose con il loro nome,       con maggiore senso della prospet-
    vità, confluiscono anche i volonta-       con chiarezza. Sarebbe bello che         tiva, stagliando in controluce le
    ri. Il cronoprogramma? Indicativa-       ciascuno di noi fosse messo final-        persone che amiamo, e riuscen-
    mente è questo: inaugurazione del        mente a fuoco, al centro dell’in-        do così a non mancare la presa
    Don Vecchi 7 per l'inizio dell'esta-     quadratura della vista dell’altro,       nell’oscurità. Sarebbe bello poter-
    te e, subito a seguire, avvio del        finalmente nitido, finalmente de-          ci guardare l’un l’altro indossare
    cantiere dell'Ipermercato solidale       finito. Sarebbe bello che ciascuno        questi nuovi occhiali e sorriderci,
    con l'obiettivo di tagliare il nastro    di noi fosse in grado di leggere la      perché finalmente non abbaglia-
    nell'estate del 2020. L'anno prossi-     storia con i giusti occhiali da lettu-   ti, perché finalmente non miopi,
    mo, di questi giorni, a Dio piacendo     ra, delicate lenti graduate non per      perché finalmente in grado di ri-
    verificheremo se sarà andata così.        distorcere le parole, ma per offrire      conoscerci e di tenerci per mano.

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Il punto di vista

                             Piccole grandi cose
                             di don Fausto Bonini

Arriva un anno nuovo e ciascuno è chiamato ad assumersi la responsabilità del tempo che vive
È partendo dalla propria realtà che si può cambiare il mondo. Se la burocrazia non lo impedisce
Anno nuovo, propositi nuovi                                     quella è la porta di casa mia – mi ha detto mostrandomi
Buon anno nuovo! Ma sarà buono questo nuovo anno?               una porta aperta davanti all’ingresso della Casa di riposo
Chissà!?! Dipende anche da te, da me, da ognuno di noi.         – e mi piace che davanti alla mia porta sia tutto sempre
Il tempo corre e non si ferma mai. Fuggono gli attimi           pulito”. Se tutti facessero così, ho pensato, Mestre cam-
buoni e anche quelli cattivi e ognuno di noi porta la           bierebbe aspetto. Se nel 2019 tutti puliranno il pezzo di
sua parte di responsabilità perché gli attimi non sono          strada davanti alla porta di ingresso della propria abi-
buoni o cattivi in se stessi, ma per quello che noi li          tazione o del proprio negozio avremo una città pulita.
facciamo diventare. A ognuno di noi è affidato un pic-
colo pezzo di storia e ognuno di noi è responsabile di          Regolamentare i lavori socialmente utili
quel piccolo pezzo di storia se sarà buono o cattivo.           Fate attenzione, però, che potreste prendere una mul-
“Quello che noi facciamo – diceva la santa Madre Te-            ta perché potrebbe esserci qualche regolamento co-
resa di Calcutta – è solo una goccia nell’oceano, ma se         munale che vi proibisce di farlo. È successo a Venezia,
non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno”.          nei pressi del Ponte dell’Angelo, qualche anno fa, dove
                                                                un negoziante stanco di raccogliere quello che i pas-
Un esempio da seguire                                           santi buttavano per terra ha pensato di mettere un
Vi propongo una piccola storia vera. Mi capita spesso di        cestino fuori della porta del suo negozio. È stato mul-
frequentare l’Antica Scuola dei Battuti dove sono ospita-       tato perché non doveva farlo. Ma qualcosa di analogo
ti molti anziani. L’ingresso è in via Spalti, sia per i pedo-   è successo qualche mese fa anche a Mestre, in Viale
ni che per le macchine. Anche voi ci sarete passati tante       Garibaldi, dove un extracomunitario aveva deciso di
volte. Avete mai fatto caso che quel pezzetto di strada         rendersi utile e invece che mettersi a chiedere l’ele-
davanti ai cancelli di ingresso è sempre pulitissimo? C’è       mosina, aveva deciso di pulire la strada e di meritarsi
una signora che con scopa e pattumiera pulisce tutti i          qualche monetina dai passanti. Non so se abbia preso
giorni quel pezzo di strada. Raccoglie le foglie che cado-      anche la multa, ma ho letto nel giornale che qualche
no dagli alberi e raccoglie anche le cartacce e le cicche       vigile troppo zelante lo ha allontanato. Ovviamente non
che molti maleducati gettano per terra. Ho avuto modo           ce l’ho con il vigile che fa rispettare la legge, ma con
di vederla spesso al lavoro, come sicuramente sarà capi-        chi fa i regolamenti che proibiscono di tenere pulita la
tato anche a voi. Una volta mi sono fermato, le ho chiesto      propria città o che proibiscono ai piccoli di andare in
il permesso di fotografarla e le ho chiesto perché faces-       monopattino, come è successo. Buon anno nuovo, allo-
se quel lavoro con tanto impegno tutti i giorni. “Perché        ra! E seguiamo l’esempio di quella signora di via Spalti.

                                                                                      Testamento a favore della
                                                                                       Fondazione Carpinetum
                                                                                      La Fondazione Carpinetum ha come
                                                                                      scopo il supporto alle persone anziane
                                                                                      accolte nei sei Centri don Vecchi pre-
                                                                                      senti tra Carpenedo, Marghera, Cam-
                                                                                      palto e gli Arzeroni e l’aiuto ai soggetti
                                                                                      più fragili che vivono in città. Si so-
                                                                                      stiene solo con le offerte e i contri-
                                                                                      buti della gente di buona volontà che
                                                                                      vengono tutti destinati ad azioni di be-
                                                                                      neficienza. Per sostenerla è possibile
                                                                                      fare testamento a suo favore: chi non
                                                                                      avesse eredi o chi volesse comunque
                                                                                      lasciare un legato, sappia che il suo
                                                                                      grande gesto di generosità si tradurrà
                                                                                      in carità concreta, per fare del bene a
                                                                                      vantaggio del prossimo che ha bisogno.

ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2018                                                                                           3
Considerazioni

                      Fanale di coda
                      di don Gianni Antoniazzi

Ci vuole coraggio                       Non abbiate paura di entusiasmar-      slegare: quello che è pericoloso, è
                                        vi. C’è tantissima gente che man-      che le grandi utopie si raffreddino
Per il nuovo anno mi permetto di        gia il pane bagnato col sudore della   nel cuore dei giovani. Io vi voglio
suggerire alcune parole sul tema        fronte dei sognatori. Ci sono tanti    augurare che non abbiate a perde-
del coraggio. Sono state scritte da     sognatori. Meno male che c’è que-      re la dimensione della quotidianità
don Tonino Bello, il celebre vesco-     sta dimensione del sogno nella vita:   e del sogno. Scavate sotto il vo-
vo di Molfetta. Queste affermazioni      sporgenze utopiche a cui attaccarci.   stro lettuccio e troverete il tesoro.
mi trovano d’accordo. Le sottolineo     Meno male che ci sono dei pazzi da     Non siate inutili, siate irripetibili”.
con convinzione. Don Tonino, dun-
que, parlava così: “La vita che sta-
te vivendo vivetela in modo denso,
poiché non tornerà più. Non abbiate
paura di entusiasmarvi per le cose.
Molti hanno paura che un giorno
la Storia, il futuro possa ridacchia-
re sul loro presente. Molti hanno
paura di esporsi. Per non correre il
rischio di subire il contraccolpo di
questa disunione tra i sogni di oggi
e la realtà di domani, preferiscono
non sognare. E questo significa dare
le dimissioni dalla Vita. Aver paura
di entusiasmarsi oggi è un suicidio.
Un giorno vi scalderete alla brace
divampata nella vostra giovinezza.

                                                           la vita. Ci sono diversi modi per moltiplicare il tempo.
In punta di piedi                                          All’inizio dell’anno ne propongo uno. In latino, come
                                                           anche in italiano, la parola presente indica sia l’istante
                                                           che stiamo vivendo, sia un dono fatto agli altri, come a
Allargare il tempo                                         dire: “Ti ho preparato un presente”. La parola viene da
                                                           præsentem, composta da prae che significa “innanzi”
Molti dicono di avere poco tempo, ma vivono male il        aggiunto al participio del verbo esse che significa esse-
presente. Anche a Mestre alcuni cittadini hanno cam-       re. Tradotto si direbbe “che è innanzi”, che c’è adesso,
biato il volto della città mentre altri hanno sprecato     oppure che metto davanti a te, nel senso che offro a
                                                           te. Il linguaggio suggerisce, dunque, che il tempo pre-
                                                           sente abbia più valore quando viene offerto per il bene
                                                           dell’altro. La speranza per il futuro non è né chime-
                                                           ra né follia. La speranza sta nelle nostre mani a patto
                                                           che non ci lasciamo chiudere il cuore dalla paura, ma
                                                           lo apriamo al dono. Molte decisioni, anche politiche,
                                                           sono mosse dal senso di paura, dal desiderio di per-
                                                           cepire protezione. C’è invece del buono che dobbiamo
                                                           valorizzare se vogliamo vivere meglio. Auguro dunque
                                                           tempo: per ridere, per pensare, per guardare il crea-
                                                           to, per perdonarsi, per essere amati e soprattutto per
                                                           imparare ad amare e a donare la vita. È la logica del
                                                           “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.

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Il bello della vita

                             Rimboccarsi le maniche
                             di Plinio Borghi

È importante fare tesoro delle esperienze trascorse e guardare avanti dandosi degli obiettivi
Dovere del cristiano è impegnarsi anche a livello sociale incarnando la fede nel quotidiano
L’inizio di un nuovo anno va sempre             se le cose vanno male ci si augura di     resse primario. Poi venga pure tutto
a braccetto con il Natale che stiamo            poter rimediare e se vanno bene si        il volontariato che vogliamo a livel-
trascorrendo e ciò non solo in termi-           auspica che vadano ancora meglio.         lo sociale, culturale, sportivo e as-
ni temporali, ma anche concettual-              Se poi dovessimo porci come cri-          sistenziale, tutte cose che assume-
mente, anzi, forse ci aiuta proprio a           stiani nei confronti del tempo che        rebbero la mera funzione di foglie di
capire meglio il senso di vivere ogni           passa e che ci è stato messo a di-        fico se il nostro interesse civico fosse
volta il Natale, di cui si parlava la           sposizione, fino a quando non è dato       completamente assente. Specie nel
settimana scorsa. Ciascun anno civi-            di sapere, allora il renderlo più effi-     quadro di completa incertezza e in-
le è sempre nuovo, non è mai esisti-            cace possibile diventa un dovere ben      stabilità come quello che incombe
to prima, non potrà mai essere una              preciso, perché non verremo giudi-        oggi, e non solo sul piano nazionale,
ripetizione dei precedenti, qualsiasi           cati soltanto per quanto avremo re-       il dovere ci chiama all’ordine per non
cosa succeda, non fosse altro che               alizzato di bene o di male, ma pure       essere complici della sopraffazione.
per il fatto di essere noi stessi di-           su quello che avremmo potuto fare         Siamo portatori dell’unica speranza
versi: un anno in più è un altro bel            e non abbiamo fatto per colpa no-         che è già certezza e questo ci qua-
pacchetto di esperienze da mettere              stra (il famoso peccato di omissione,     lifica, ma ci impegna pure a essere
in gioco. Esperienze che renderan-              che non è né diverso né più trascu-       coerenti e conseguenti. La religione
no tutto diverso, anche le azioni che           rabile degli altri). Qui non entrano      non riguarda solo la sfera spirituale,
sembreranno ricalcare cose già fat-             in campo “solo” il vivere secondo il      ma deve incarnarsi nel vivere quo-
te o percorsi noti. Se così non fosse,          Vangelo e il quadro delle opere di        tidiano, altrimenti diverrebbe asfit-
che senso avrebbero tutti quei ge-              misericordia materiali e spirituali       tica. Gesù non è venuto soltanto a
sti scaramantici che accompagnano               che ne tracciano il solco e ci aiutano    salvare anime, ma ha modificato la
la chiusura dell’anno vecchio? Che              nella sua interpretazione, ma anche       storia degli uomini. Con la sua na-
senso avrebbe augurarsi ogni volta              tutto l’impegno sociale che siamo         scita il prima ha cambiato fisionomia
“Buon Anno”, come si diceva per il              tenuti ad assumerci. In primis in po-     e il dopo è stata una svolta decisi-
Natale? O vogliamo sostenere che                litica: Dio ci ha affidato il benessere     va, per tutti. Con tali intendimenti,
sono tutte formalità? Mentiremmo a              – lo stare bene – nostro e degli altri,   l’augurio di Buon Anno non deve più
noi stessi, perché non c’è alcuno che           pertanto partecipare a tutti i livelli    scivolare dalle nostre labbra, ma
aneli a un periodo peggiore del pre-            della società civile, concorrere alle     sgorgare dal nostro cuore come invi-
cedente, per quanto bello quest’ul-             decisioni che investono tutti noi e       to a far sì che questo ulteriore tem-
timo possa anche essere stato. Pure             la nostra convivenza e battersi per i     po sia veramente, nelle intenzioni
in termini laici si vive di speranze e          diritti di tutti dovrebbe essere inte-    e nei fatti, investito bene. Auguri!!

                                                                                                Camere disponibili
                                                                                              al Centro don Vecchi 6
                                                                                           Al Centro don Vecchi 6, l'ultima strut-
                                                                                           tura realizzata in ordine di tempo e
                                                                                           inserita nel complesso del Villaggio
                                                                                           solidale degli Arzeroni, a non molta di-
                                                                                           stanza dalla zona commerciale del Ter-
                                                                                           raglio e dall’ospedale dell’Angelo, ci
                                                                                           sono stanze a disposizione di chi deve
                                                                                           trascorrere un certo periodo a Mestre
                                                                                           per lavorare oppure per assistere i
                                                                                           propri parenti ricoverati in città. Sono
                                                                                           a disposizione anche di chi abbia per
                                                                                           qualsiasi motivo una necessità abitati-
                                                                                           va di carattere temporaneo. Per pre-
                                                                                           notare una stanza di "Formula Uno"
                                                                                           è possibile chiamare lo 0413942214.

ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2018                                                                                              5
Pensieri a voce alta

                       L'essenziale                                                Lente d’ingrandimento
                                                                                       di don Gianni Antoniazzi

                       di Federica Causin                                                Corso fidanzati

L’anno nuovo porta con sé il bagaglio    insegnano i magi, si può raggiungere    In parrocchia a Carpenedo sono 11 le
di un passato appena scritto, che        una vita piena pur avendo sbagliato     coppie iscritte al nuovo corso fidan-
possiamo lasciarci alle spalle ma non    strada. Gli smarrimenti, di cui non     zati che inizierà a metà di gennaio.
ignorare, perché è una parte impre-      possiamo fare a meno, ci aiutano        È obbligatorio per chi volesse spo-
                                                                                 sarsi nel 2019, ma è ancor più un’oc-
scindibile di ciò che siamo, al quale    a non pensarci onnipotenti e a non
                                                                                 casione aperta a tutti per riflettere
si aggiungono speranze e desideri. È     mandare tutto all’aria, quando i no-    sul senso dell’amore di coppia così
una pagina bianca, dove tutto è an-      stri passi non sono quelli che aveva-   com'è proposto dal Vangelo. Invitia-
cora possibile, e ci regala l’opportu-   mo programmato. Dovremmo, ram-          mo dunque chiunque avesse piace-
nità di guardare avanti, di costruire,   menta don Tony, imparare a lasciar      re ad iscriversi subito. È questo il
di sognare. Riflettevo sul fatto che      andare i pensieri che ci inchiodano e   modo migliore per dedicare tempo
le molte attese che ciascuno di noi      provare a credere che la nostra vita    alla coppia. Chi fosse interessato
custodisce nel cuore sono alimentate     è nelle mani giuste. Continuo a scri-   a partecipare nella parrocchia di
da un’unica speranza che si affaccia,     vere, ma la eco di quest’ultima frase   Carpenedo, chiami lo 0415352327.
in punta di pedi nella nostra vita,      non mi abbandona e vedo le incogni-
quando nasce Gesù. Siccome volevo        te del futuro da un’altra prospetti-     Scuola di Scrittura divina
soffermarmi sulle radici di questa        va: se sentissi di essermi affidata a
                                                                                 Questo tempo brucia le notizie in
speranza, sono andata a rileggere la     Qualcuno che vuole il mio bene, la
                                                                                 pochi giorni. Per fortuna, aggiungo
riflessione che don Tony Drazza, as-      mia speranza diventerebbe dirom-        io: certe notizie trasmettono delu-
sistente nazionale del settore giova-    pente. Mi rendo conto che sarebbe       sione, stupidità e il vuoto assoluto.
ni dell’Azione Cattolica, ha proposto    una risorsa inestimabile, ma so al-     C’è però una Parola che da secoli
per l’Avvento. Il sacerdote sottolinea   trettanto bene che spesso la tenta-     scalda il cuore. Forse non fa noti-
che Dio non si è ancora stancato di      zione di bastare a me stessa, di fare   zia come la intende il mondo di
usarci delicatezza e, affidando Suo        da sola prende il sopravvento, per-     oggi, ma sicuramente costruisce
figlio alla tenerezza di Maria, lo pone   ché non mi è sempre facile rispet-      la storia: la Scrittura divina. Meri-
ai confini della Storia per esortarci     tare i tempi del Signore, soprattutto   ta conoscerla a dovere. A Venezia
a ripartire dai nostri confini, dalle     quando non collimano con i miei o       ci fu la Scuola biblica che, sotto
cose che sembrano piccole e, invece,     quando vedo sparigliati i miei pro-     la direzione di don Bruno Bertoli,
sono essenziali. Ritengo che l’idea di   grammi. Provo a raffigurare la spe-       conobbe uno sviluppo straordina-
poter iniziare da quello che siamo       ranza e mi torna in mente l’immagi-     rio. Qui a Mestre sarà don Corrado
                                                                                 Cannizzaro, il parroco di San Pietro
e dalla nostra quotidianità sia ras-     ne del soffione, nata dalla penna di
                                                                                 Orseolo a proporla e, ne sono cer-
sicurante, anche se poi la speranza      Simone Cristicchi, “quel piccolo fiore
                                                                                 to, lo farà con passione, competen-
ci mostra orizzonti inaspettati. Una     selvatico che cresce ostinato tra le    za, eleganza e stabilità. Comincia
speranza che si fonda sul coraggio di    pieghe dell’asfalto e che anche tra     a gennaio con la lettura in cinque
rimetterci in cammino dal posto in       mille difficoltà, riesce comunque         sere del libro di Giona. Il primo in-
cui ci siamo smarriti perché, come ci    a germogliare e a diventare fiore.”      contro sarà mercoledì 23 gennaio
                                                                                 a cui seguiranno 4 appuntamenti,
                                                                                 un mercoledì di seguito all’altro,
                                                                                 fino a fine febbraio. Si inizia con la
                                                                                 preghiera di un salmo e la lettura
                                                                                 del testo. Ci sarà poi la spiegazio-
                                                                                 ne esegetica del brano ascoltato
                                                                                 con domande e approfondimenti.
                                                                                 È un modo per studiare seriamente
                                                                                 la Bibbia leggendo un libro breve,
                                                                                 simpatico e attuale dall’inizio alla
                                                                                 fine. L’incontro comincia alle 20:45
                                                                                 e si conclude, cascasse il cielo, alle
                                                                                 22:15. Dal momento che siamo real-
                                                                                 tà così vicine non mi spiacerebbe se
                                                                                 molti fra noi volessero partecipare.
                                                                                 È un modo semplice ma vero per
                                                                                 legarci fra parrocchie. Per infor-
                                                                                 mazioni chiamare allo 0418011245.

6                                                                                     ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2018
La riflessione

                             Pensare positivo                                                     L'intervento
                                                                                                 di Adriana Cercato

                             di Luciana Mazzer                                              La speranza cristiana

Sono ormai settantadue le volte in cui       degli anni a venire, come è stato per       “Spes ultima dea”, dicevano gli
ho vissuto, più o meno consapevol-           quelli già vissuti, indipendentemente       antichi latini, per significare che
mente, l’inizio di un nuovo anno. Di-        dall’età di ciascuno, abbandoniamoci        la speranza non viene mai meno
versi nel tempo stati d’animo e aspet-       al Signore in totale fiducia. Lui ci ha      e che si può sperare fino all’ulti-
tative con cui, di volta in volta, pur       voluti, lui ci ama oltre misura. Anche      mo. Anche gli antichi greci, nel-
astemia, ho alzato il bicchiere per il       quando rifiutiamo il suo aiuto, la sua       la loro mitologia, veneravano
brindisi di prammatica. Da alcuni anni       presenza. Lui è il buon samaritano          una dea Speranza che sarebbe
desideri, progetti, aspettative si sono      pronto a chinarsi su di noi, per curare     rimasta tra gli uomini, a con-
giustamente, logicamente ridimensio-         le ferite del corpo o dello spirito, è il   solarli, anche quando tutti gli
nati. Per la maggior parte di noi an-        Buon Pastore pronto a caricarci sulle       altri dèi avessero abbandonato
ziani, speranze e desideri per il nuovo      sue spalle, quando la gravità del mo-       la terra per l’Olimpo. Di questo
anno hanno come fine primo il bene            mento ci rende incapaci di procede-         passato a noi resta il detto po-
di figli, nipoti, persone care. Il 2018       re, di reagire. Mai sono stata delusa,      polare “la speranza è l’ultima
fa parte ormai del nostro vissuto, di        perché mai inutile è stata la fatica        a morire”, con pari significato.
cui vale la pena ricordare solo le ore,      che lui mi ha, ci ha aiutati a vivere.      La speranza cristiana è invece
i giorni piacevoli o facili. Soffermarsi      Altra mia certezza sono i giorni faci-      ben altra cosa: è la Gerusalem-
sul ricordo di quelli difficili è quanto       li che non mancheranno nel prossimo         me Celeste. Essa è immagina-
mai inutile e controproducente. Le           futuro di ognuno di noi. Nostro deve        ta anzitutto come un’immensa
aspettative maggiori, per noi non più        essere l’impegno per favorire il loro       tenda, dove Dio accoglierà tutti
giovani, riguardano senza dubbio la          susseguirsi. Troppo spesso, i peggio-       gli uomini per abitare definiti-
salute. Per i fortunati che come me          ri indolenti, recriminanti, pessimisti,     vamente con loro (Ap 21,3). E
e mio marito risiedono al Don Vecchi,        ipercritici lamentosi, appartengono         cosa farà Dio, quando finalmen-
le certezze di un decoroso, sicuro vi-       alla mia stessa fascia d’età. Per loro
                                                                                         te saremo con Lui? “Egli asciu-
vere, dovrebbero ancor più limitare          nulla è positivo, nulla e nessuno agi-
                                                                                         gherà ogni lacrima dai nostri
bislacchi desideri, impossibili aspetta-     sce secondo il loro giustissimo vedere.
                                                                                         occhi e non vi sarà più la mor-
tive. Dovrebbero… Si sa, esistono in-        Le loro teorie, in quanto tali, sono in-
                                                                                         te, né lutto, né lamento, né af-
contentabili di ogni età. Come coppia,       fallibili. Giudicano e classificano ogni
                                                                                         fanno, perché le cose di prima
le uniche certezze che abbiamo per il        persona, ogni agire, con impietosa
nuovo anno sono un incontro ravvici-
                                                                                         sono passate… Ecco io faccio
                                             severità e mancanza di imparzialità.
nato con la sala operatoria. Certezza        Nel compiangere chi deve condivide-
                                                                                         nuove tutte le cose!", promet-
spiacevole, certamente, ma il Signore        re con loro il proprio quotidiano, au-      te ancora il libro dell’Apocalis-
che ha permesso che ciò avvenga ci           guro che il nuovo anno porti a questi       se, ai versetti 3-5 del capitolo
darà, come più volte in passato, for-        miei coetanei la capacità di una sana,      21. Il futuro non ci appartiene,
za, determinazione, speranza, fiducia         ampia, quanto mai necessaria au-            è vero, ma sappiamo che Gesù
in Lui. Per ogni giorno di questo, come      tocritica. A loro, a tutti, buon anno!      Cristo è la più grande grazia
                                                                                         della vita: è l’abbraccio di Dio
                                                                                         che ci attende alla fine, ma che
                                                                                         già ora ci accompagna e ci con-
                                                                                         sola nel cammino. Lui ci condu-
                                                                                         ce alla grande tenda di Dio con
                                                                                         gli uomini, con tanti altri fratel-
                                                                                         li e sorelle, e noi porteremo a
                                                                                         Lui il ricordo dei giorni vissuti
                                                                                         quaggiù. E quel giorno saremo
                                                                                         davvero felici, e piangeremo di
                                                                                         gioia. Ed è con questa visione
                                                                                         che auguro a tutti i lettori di
                                                                                         poter ben iniziare il nuovo anno
                                                                                         che sta per arrivare, nella cer-
                                                                                         tezza che quel giorno prima o
                                                                                         poi arriverà anche per ciascu-
                                                                                         no di noi. Felice 2019 a tutti!

ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2018                                                                                       7
La storia

                       L'uomo delle foglie
                       di Luca Bagnoli

Quando si staccano dai rami d'au-
tunno, senza più linfa nelle vene,                                                   Quanto costa vivere
e cadono secche a ricoprire i mar-                                                   ai Centri don Vecchi
ciapiedi, alcuni giurano di sentire                                              Sono convinto che a Mestre non ci sia
le foglie mormorare. É come una                                                  più alcun cittadino che non abbia sen-
eco lontana, eppure così prossima,                                               tito parlare, fortunatamente bene, dei
avvolgente, a circondare ogni passo                                              Centri don Vecchi, tuttavia sono ancora
                                                                                 troppo pochi coloro che ne hanno visita-
quotidiano. Una voce oramai sfio-                                                 to almeno uno. Solo chi visita e si infor-
rita, ma viva di speranza. Quando                                                ma, anche sommariamente, di come si
danzando si ammucchiano, traspor-                                                vive in uno dei Don Vecchi può accertare
tate dalla brezza, qualcuno le cal-                                              quanto sia innovativa, umana e conve-
pesta, frantumandole. Altri le evi-                                              niente la vita in queste strutture. Nel
                                                                                 passato ho pubblicato un opuscolo con
tano, ignorandole. Quando si com-
                                                                                 alcuni esempi concreti circa i costi e i
pattano sembrano castelli trapunti                                               vantaggi. Qualche giorno fa, essendomi
di porte aperte, che attendono,                                                  capitato di conoscere quanto paga un
impazienti. Poi un soffio di vento.                                                nuovo residente al centro di Carpenedo,
E compare lui, James, ragazzo ni-                                                m’è parso doveroso far conoscere ai con-
geriano. Nessuno può dire da quale                                               cittadini di come stanno le cose. Questo
                                                                                 signore occupa da solo un alloggio mono-
città sia arrivato, la sua missione                                              locale, di circa 25 metri quadrati che è
sembra non avere tempo. Prima            James Osas                              composto di: angolo cottura, soggiorno,
non c'era. Adesso è qui. Cammina                                                 zona notte e bagno. Ebbene il suo “af-
con la solita andatura retta, sicura,    posita sul cammino par soffocare.        fitto” che comprende costi condominiali,
placida. C'è un cartello adagiato sul    Serve qualcuno che liberi il passag-    acqua fredda e calda, luce, gas, canone
                                         gio dalla caducità delle cose, occu-    telefonico, canone tv, riscaldamento e
prato. Recita: "voglio integrarmi".
                                                                                 tassa rifiuti, tutto compreso è di 161 euro
L'uomo delle foglie è nero come          pandosene con dedizione. Nessuno        al mese. Con altri 150 euro pranza pure a
la pece. La pece è impermeabile.         sa dove portino i suoi abbracci. C'è    mezzogiorno: pane, acqua, primo piatto,
Come una pelle che soffre il gelo         chi afferma di averli visti rovescia-    secondo con contorno, purè, insalata,
senza temerlo. La pece è collante.       re dentro un misterioso contenitore     dessert. Il tutto in un ambiente signorile
Come un tentativo di aggregazione.       verde. Altri sostengono di vederlo      con spazi enormi interni ed esterni per
                                                                                 la vita comune. Dico tutto questo per
Un modo discreto di farsi notare,        girare l'angolo dell'isolato, tornan-
                                                                                 far conoscere ai concittadini che i “mi-
di farsi riconoscere dalla frenetica     do poco dopo a mani vuote, per un       racoli” avvengono soprattutto dove si
indifferenza. L'uomo delle foglie si      altro viaggio. L'uomo delle foglie      amministra in maniera oculata e saggia.
china continuamente, senza sosta.        veglia sullo spazio vitale. Giunge                        Don Armando Trevisiol
Spalanca gli arti. E li richiude in un   dal nulla, raccoglie con un sospiro
abbraccio. Le foglie frusciano rac-      ciò che prima era rispettato ossi-
colte, compiaciute, strette al suo       geno, poi ingombrante rifiuto, e            Domanda per entrare
petto. Lui si alza, il volto coper-      scompare tra le genti. Ora sì che          ai Centri don Vecchi
to, nascosto dal carico. Ma quante       possono passeggiare senza timori,       Ai Centri don Vecchi gli appartamen-
sono? Quanto pesano? Forse gli sus-      senza intralci, ammirando gli alberi    ti si liberano a fronte di un turnover
surrano qualcosa: "Dove ci porti?".      del viale spogli d'inverno. Dove un     costante. Chiunque pensasse di pre-
Quante volte lo hanno visto. Quante      tempo vibravano le foglie, adesso       sentare domanda d’inserimento, può
volte di lassù hanno osservato cu-       brillano i colori di Natale, come       consegnarla in direzione al Centro don
riose quei movimenti precisi, tene-      luci di speranza. L'anno che ver-       Vecchi 2 di via dei 300 campi a Carpe-
ramente ripetitivi, pensando a cosa      rà si chiama occasione. Per chi la      nedo dov’è già aperta una lista d’atte-
avrebbero provato un giorno, inutili     cerca, per chi la desidera, per chi     sa. Per richiedere un alloggio occorre:
per terra, calpestate, evitate, ad       la merita. Occasione per l'uomo         non avere meno di 65 anni e più di
essere accolte con tanta amore-          delle foglie di ritrovare la propria    83; trovarsi in una condizione econo-
vole cura. L'uomo delle foglie ogni      identità, realizzandosi, svelando al    mica modesta; essere normalmente
giorno monta la sua guardia, avanti      mondo chi sia, da dove provenga,        autosufficienti; disporre di un garan-
e indietro per il viale, restituendo     cosa facesse prima di custodire un      te che si assuma la responsabilità di
superficie disponibile al mondo de-       percorso irto di ostacoli solo appa-    intervenire qualora la persona abbia
                                         renti. E quale opportunità vorreb-      necessità di una diversa collocazione,
gli uomini. La natura sospesa non
                                                                                 in seguito alla perdita dell’autonomia.
è una minaccia. Ma quando si de-         be avere oggi, per essere domani.

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Tradizioni popolari

                             Le usanze d'inizio anno
                             di don Sandro Vigani

“Bondì, bon capo d’ano; le bone feste         un soldato, un marinaio, un cavallo.      sto, non prima però di aver appeso
le bone menèstre; 'na roca de cana,           Anche se si trattava di un gobbo o        al camino o ai ferri della cucina eco-
la parona la staga sana; a Nadal un           un vecchio la fortuna era assicurata      nomica i calzettoni del papà, che la
bel porzèl, a Pasqua un bel angnèl;           per tutto l’anno. Secondo un detto        vecchietta, passando attraverso il
un granàr cargo de formento e for-            popolare “se el primo che si incon-       camino, avrebbe riempito di dolci,
mentòn, una càneva de vin bon; una            tra par strada l’è un omo, l’è fortu-     bagigi, straccaganasse, noci, e busti-
borsa de oro e n’altra de arzento.            na; se l’è ‘na dona porta scalogna; se    ne di castagnaccio. Non mancava mai
Caro paron, fème la bona man che              l’è un prete more uno in casa, se se      una grande mela che la Befana inse-
mi son contento”. Questo e altre fila-         incontra sbiri xe robe de giustizia”.     riva nel calzettone per risparmiare
strocche simili venivano recitate nel         Per neutralizzare il potere negativo      sui dolci e un pezzo di carbone, o
Veneto per augurare buon Capodan-             dell’incontro con una donna, spesso       botòi (i tutoli delle pannocchie) per
no. La tradizione voleva che fossero i        si usava appendere al collo della don-    ricordare ai bambini che non sempre
fanciulli a porgere l’augurio agli adul-      na qualche oggetto di metallo come        erano stati buoni. La Befana veniva
ti. I bambini ricordavano l’innocenza         la forbice, il mestolo o una pentola.     col suo mulo, perciò bisognava pre-
e l’apertura alla vita e, nel tempo           Anche per questo le donne il primo        parare un secchio d’acqua e del fieno
natalizio, la figura del Bambino Gesù.         dell’anno, dopo la Messa mattuti-         per la povera bestiola e lasciare sul
Di prima mattina i bambini bussava-           na, rimanevano chiuse in casa. Al-        camino le monetine avanzate dalla
no alla porta di parenti e padrini per        tro giorno importante per i bambini       raccolta del primo dell’anno, perché
gli auguri, recitavano un filastrocca          era l’Epifania, chiamata nel passato      la vecchietta era povera. Guai se di
sull’anno nuovo e ricevevano in cam-          anche Pasqueta in riferimento alla        notte qualche bambino si alzava dal
bio qualche monetina, la bona man.            Pasqua, la festa più importante per       letto: nessuno poteva vedere la Be-
Come e più di ogni altro inizio, il pri-      il cristiano. Presso la gente è la fe-    fana, pena la perdita del diritto ai
mo dell’anno era giorno importante            sta della “Befana”. La parola è una       doni! La sera prima, poco dopo, il
per fare pronostici per l’andamento           storpiatura della parola “epifania”       tramonto nei paesi di campagna al
di tutto l’anno. Attenzione alla prima        che significa “manifestazione”. Se il      suono delle campane dell’Ave Maria
persona che s’incontrava per strada,          Natale è la rivelazione del Figlio di     della chiesa parrocchiale s’accen-
appena messo il piede fuori della             Dio agli ebrei, l’Epifania è la sua ma-   devano i Panevin o Pavineri, attor-
porta di casa. C’era tutta una casi-          nifestazione come Salvatore di tutte      no ai quali raccoglieva una folla di
stica, che variava di luogo in luogo:         le genti, rappresentate dai Magi che      gente, grandi e bambini. Un tempo
sfortuna se si incontrava una donna           non appartengono al popolo ebraico.       non c’era colmello che non avesse
o una suora, un zoppo, un arrotino            Di notte, poi, passava la Befana, in      il suo Paviner. I giovani facevano a
ambulante, un venditore di coperchi,          alcuni luoghi chiamata anche vecia,       gara per farlo più alto di quello del
un bambino. Fortuna invece se la pri-         la Marantega in dialetto veneziano.       colmello dei vicini, con le canne del
ma persona incontrata era un frate,           I bambini si recavano a letto pre-        granoturco e le potature delle viti.

                                                                                             La grande squadra
                                                                                           dei volontari in servizio
                                                                                         Possiamo calcolare che i volontari oggi
                                                                                         all'opera nei diversi ambiti d'impegno
                                                                                         della Fondazione Carpinetum siano
                                                                                         ben più di mezzo migliaio. Quelli che
                                                                                         intendono prestare servizio nel futu-
                                                                                         ro Ipermercato solidale agli Arzeroni
                                                                                         sono circa 130, iscritti ora nel regi-
                                                                                         stro dell'associazione Il Prossimo che
                                                                                         gestirà la struttura. Confidiamo che il
                                                                                         numero possa salire: ad essi possono
                                                                                         infatti aggiungersi altre realtà che già
                                                                                         collaborano con noi e che potrebbe-
                                                                                         ro entrare nell’Ipermercato solidale.
                                                                                         Ma quanti ancora il Signore chiama a
                                                                                         far parte di questa impresa? Chi leg-
                                                                                         gendo si sentisse chiamato non esiti a
                                                                                         venire e lasciare la propria adesione.

ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2018                                                                                            9
La nostra storia

                        La rivoluzione delle auto
                        di Sergio Barizza

Riguardo al ponte automobilistico           che si trascinarono per settimane        to permettere con i primi, capienti,
translagunare, inaugurato il 25 apri-       sul Gazzettino (e, per certi versi,      camion un collegamento veloce tra
le 1933, è del tutto singolare sottoli-     continuano ancora oggi), il proget-      la "vecchia" Marittima e la "nuova"
neare come nell’ultima elaborazio-          to di costruire una metropolitana        Marghera e, secondariamente, alle
ne (1916) di piano regolatore per           sublagunare, ideato dall’ingegnere       sempre più numerose autovetture di
la nuova zona portuale-industriale,         veneziano Antonio Salvatori con il       raggiungere direttamente Venezia.
predisposta dall’ingegnere del Ge-          supporto tecnico di Achille Basset-      Punta San Giuliano e Fusina erano
nio Civile Erminio Cucchini, fosse          ti, capo dell’ufficio tecnico per la       così destinate a tornare nell’isola-
prevista, su quel ponte, una linea          metropolitana di Milano, presenta-       mento e nell’abbandono. Gli inte-
tranviaria che la collegasse diretta-       to all’Ateneo Veneto il 17 gennaio       ressi della Fiat uscirono allo scoper-
mente a Venezia, correndo accanto           1925, che prevedeva “una ferrovia        to quando le bianche filovie con il
alla ferrovia, per facilitare l’inte-       sotterranea da Marghera al Lido          suo marchio, raggiunsero Piazzale
razione tra la città e la sua zona          per togliere quell’assurda condizio-     Roma, ma soprattutto sostituirono
industriale, ipotesi poi sparita nel        ne per cui occorre meno tempo per        il tram sulle tratte principali con
progetto che sarebbe stato defini-           andare dalla Francia in Inghilterra      dei numeri che restano ancora nel-
tivamente approvato, l’anno dopo,           attraverso la Manica di quello che       la memoria di molti: il 5 da Piazza
dal Ministero dei Lavori Pubblici,          si impiega dagli Scalzi al Lido in va-   Umberto I alla stazione, il 2 fino a
predisposto dall’ingegnere di fidu-          porino”. Mentre la Fiat degli Agnelli    Carpenedo, il 7 fino a Mirano, l’8
cia di Volpi, Enrico Coen Cagli. Le         insediava i propri stabilimenti nella    fino a Treviso, mentre verso Pado-
maestranze veneziane che si sareb-          prima zona industriale (Vetrocoke        va, dal 15 ottobre 1933, ci sarebbe
bero recate al lavoro nelle prime           nel 1925, Sirma nel 1933, Azotati        stata l’autostrada. Una scelta radi-
fabbriche di Marghera avrebbero,            nel 1937) al vertice dell’ufficio tec-     cale che privilegiava il trasporto su
in seguito, potuto approfittare solo         nico municipale arrivava Eugenio         gomma. Più di qualcuno ricorda an-
di una linea di vaporino che face-          Mozzi (1931), ingegnere di vaglia,       cora come talora l’ingegner Miozzi
va servizio tra il "monumento" sulla        gran costruttore di strade e ponti       potesse essere visto, nei primi anni
Riva degli Schiavoni e un approdo           prima con il Genio Civile nel bellu-     del secondo dopoguerra, a Piazzale
presso lo stabilimento dei cantieri         nese, poi con Volpi stesso in Libia.     Roma a rimirare il "proprio" garage
Breda. Un deciso ritorno indietro.          Si puntò tutto su un nuovo ponte         comunale. Quel garage era un van-
Che non fosse prevista la linea tran-       "carrozzabile", riprendendo le idee      to del regime, presentato come uno
viaria tra Porto Marghera e Venezia         degli ultimi anni dell’ottocento, ov-    dei più grandi e funzionali d’Euro-
non era comunque una semplice di-           viamente prevedendone lo sposta-         pa. Anche Venezia ora inanella-
menticanza. Era una scelta. Come fu         mento dalla parte opposta del pon-       va primati, in un campo però che
una scelta relegare alle chiacchiere        te ferroviario. Avrebbe dovuto in-       non era storicamente il suo: quel-
da bar e a stucchevoli polemiche            fatti, quel nuovo ponte, innanzitut-     lo automobilistico. (43/continua)

                                                                                         Il futuro dei magazzini
                                                                                        del Centro don Vecchi 2
                                                                                      Ci teniamo a sottolineare con la massi-
                                                                                      ma chiarezza che la Fondazione Carpi-
                                                                                      netum sta progettando e poi desidera
                                                                                      realizzare un Ipermercato solidale nel-
                                                                                      la zona degli Arzeroni, vicino al Terra-
                                                                                      glio, la cui gestione sarà poi affidata
                                                                                      all’associazione Il prossimo di cui è
                                                                                      presidente Edoardo Rivola. Quando la
                                                                                      struttura sarà operativa verrà pertanto
                                                                                      eliminata ogni attività che attualmen-
                                                                                      te si svolge nei magazzini del centro
                                                                                      don Vecchi 2 in via dei Trecento campi.
                                                                                      Quella zona potrebbe ospitare un pro-
                                                                                      getto del tutto diverso, ma sempre e co-
                                                                                      munque a favore della città di Mestre.
                                                                                      Avremo modo di parlarne più appro-
                                                                                      fonditamente appena possibile. (d.G.)

10                                                                                         ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2018
Per trasparenza

Per realizzare l'Ipermercato solidale
Sottoscrizione cittadina: tutti i fondi a favore della costruzione della nuova opera di bene
La famiglia Bonafé ha sottoscritto         La signora Pierro ha sottoscritto         dei genitori: Salvatore e Luisa e del
un’azione, pari a € 50, in ricordo dei     mezza azione abbondante, pari a           fratello Stefano.
suoi cari defunti: Socrate e Roberto.      € 30, in ricordo di: Ignazio, Titina,
                                           Maria, Vincenzo e di tutti i defunti      L’Associazione AIL di Venezia ha
La signora De Toni ha sottoscritto         della famiglia Pierro.                    sottoscritto quasi quattro azioni,
un’azione, pari a € 50, in memoria                                                   pari a € 195.
dei defunti della sua famiglia e di        Una persona che ha cancellato il
quelli della famiglia Donaggio.            nome dal suo biglietto da visita,         La signora Natalina Michielon ha
                                           ha sottoscritto un’azione, pari a €       sottoscritto quasi mezza azione, pari
La signora Rosa ha sottoscritto quasi      50, per ricordare la defunta Bruna        a € 20, per affidare alla Madonna le
mezza azione, pari a € 20, in ricordo      Serena.                                   anime dei defunti: Franco, Pinetta,
dei defunti della sua famiglia.                                                      Bruno e Gianni.
                                           Le signore Mariapaola e Valeria
È stata sottoscritta quasi mezza           Piovesana e il loro padre avvocato        Il dottor Giancarlo Florio ha
azione, pari a € 20, pe ricordare i        Paolo hanno sottoscritto 20               sottoscritto la sua azione mensile,
defunti: Ermenegilda, Marco, Pietro,       azioni, pari a € 1.000 per onorare        pari a € 50, per ricordare la sua cara
Paola e Ada.                               la memoria della loro carissima           moglie professoressa Chiara.
                                           congiunta Bruna Serena.
È stata sottoscritta quasi mezza                                                     La signora Emilia Battistella ha
azione, pari a € 20, in ricordo dei        Il signor Massimo Di Tonno, a             sottoscritto un’azione, pari a € 50,
defunti: Maria Teresa, Vally, Antonia,     nome dei volontari che stampano           in ricordo del suo vecchio preside
Patrizia e Anna.                           L’Incontro, ha sottoscritto cinque        Mons. Giuseppe Spanio.
                                           azioni abbondanti, pari a € 260.
È stata sottoscritta mezza azione                                                    La famiglia Soccal ha sottoscritto
abbondante, pari a € 30, in ricordo        I coniugi Mario e Graziella Silvestri     quasi mezza azione, pari a € 20, in
dei defunti: Piero, Rita, Adolfo,          hanno sottoscritto quasi mezza            ricordo del loro caro Mario.
Norma ed Edoardo.                          azione, pari a € 20.
                                                                                     I familiari della defunta Gabriella
È stata sottoscritta quasi mezza           I due nipoti della defunta Amelia         Gobbato hanno sottoscritto mezza
azione, pari a € 20, in memoria dei        Trabucco hanno sottoscritto tre           azione abbondante, pari a € 30, per
defunti delle famiglie Zangrando,          azioni abbondanti pari a € 160,           onorare la memoria della loro cara
Stefani e Varola.                          per onorare la memoria della loro         congiunta.
                                           nonna.
È stata sottoscritta un’azione, pari a                                               Il figlio e la nuora della defunta Jone
€ 50, dalla signora Marilena Grienti       I familiari della defunta Elvira hanno    Zuccherato hanno sottoscritto sei
Babato.                                    sottoscritto quasi mezza azione,          azioni, pari a € 300, per onorare la
                                           pari a € 20, in ricordo della loro cara   memoria della loro cara congiunta.
È stata sottoscritta un’azione, pari       congiunta.
a € 50, per ricordare i defunti:                                                     I familiari del defunto Bruno Martini
Giacomo Levorato e Silverio Rizzardi.      La signora Norma Calzavara ha             hanno sottoscritto un’azione, pari
                                           sottoscritto un’azione, pari a € 50.      a € 50, per onorare la memoria del
La signora Marina Stefinlongo                                                         loro congiunto.
ha sottoscritto un’azione, pari            La signora Giovannozzi Marcella ha
a € 50, per onorare la memoria             sottoscritto quasi mezza azione, pari     La signora Angela Baldissera ha
della defunta Bruna Serena e per           a € 20.                                   sottoscritto un’azione, pari a € 50.
testimoniare il suo cordoglio al
marito e alle sue figlie.                   La signora Valeria Semenzato ha
                                           sottoscritto quasi mezza azione, pari           Come poter donare
Una signora, rimasta sconosciuta,          a € 20.                                          alla Fondazione
ha sottoscritto domenica mattina in
                                                                                      Per sostenere la Fondazione Carpi-
cimitero, quasi mezza azione, pari a       Sono stati sottoscritti quattro quinti
                                                                                      netum si può effettuare un bonifico
€ 20.                                      di azione, pari a € 40, pe ricordare i     bancario al Monte dei Paschi di Siena -
                                           seguenti defunti: Vittoria, Innocente,     agenzia di Via San Donà, codice IBAN:
La figlia della defunta Maria               Lucia, Olinto, Gianni e Marina.            IT17R01030 020 0 80 0 0 0 0142534 8
Morgante ha sottoscritto un’azione,                                                   o effettuare un versamento sul conto
pari a € 50, per onorare la memoria        Una signora ha sottoscritto quasi          corrente postale numero 12534301.
di sua madre.                              mezza azione, pari a € 20, in ricordo

ANNO 15 - N° 1 / Domenica 6 gennaio 2018                                                                                    11
Confidenze di un vecchio prete

                        Sogni nel cuore
                        di don Armando Trevisiol

Le nuove norme antismog hanno             ai concittadini in difficoltà, abbiamo                  cetti più avanzati di condivisione,
creato grosse difficoltà di carattere       assolutamente bisogno di un’orga-                     di solidarietà che diventano contri-
finanziario legate alla gestione dei       nizzazione efficiente che purtroppo                     buti reali ed esaustivi a favore dei
furgoni utilizzati per la raccolta e la   però ha costi ragguardevoli. Tutta-                   fratelli più fragili. Mi auguro anche
distribuzione dei mobili, dei generi      via, nonostante le difficoltà di re-                    di poter vedere la struttura, assolu-
alimentari, della frutta e della ver-     perire un volontariato serio ed effi-                   tamente innovativa che darà volto
dura e degli indumenti a favore dei       ciente, la nostra organizzazione di                   e vita a un nuovo modo di conce-
poveri. Suddetti mezzi, di proprie-       raccolta e distribuzione è in assoluto                pire e realizzare la carità cristiana.
tà della Fondazione Carpinetum,           la più valida, non solo a Mestre, ma
che sono stati messi a disposizione       nell’intera Regione. Termino queste                               CENTRI DON VECCHI
dall’associazione Il Prossimo in co-      confidenze amichevoli confessando
modato d’uso, sono molti, ma pur-         di avere nel cuore un’amarezza e una                        Concerti gennaio 2019
troppo vecchi. Sono sei furgoni gran-     speranza: l’amarezza è che a Mestre                               MARGHERA
di, bianchi con la scritta rossa, mol-    ci siano organizzazioni, che fanno                        Domenica 20 gennaio ore 16.30
to evidente, “Servizio per i poveri”,     affari usando mezzi di trasporto che                           Gruppo strumentale
che essendo stati acquistati usati,       scimmiottano i nostri e che spesso si
                                                                                                              Over 60
oggi sono piuttosto datati. Il furgo-     avvalgono del mio nome e di quello
ne frigorifero indispensabile per il      dei poveri per carpire la fiducia dei                               ARZERONI
trasporto dei generi alimentari con-      concittadini. La speranza, invece, è                      Domenica 20 gennaio ore 16.30
gelati non è più fruibile perché non      che l’anno prossimo nasca, in quel                         Ensemble vocale/strumentale
è conforme alle nuove norme del           degli Arzeroni, una struttura di ca-                            The Modern Band
traffico, che sono assai restrittive.       rattere solidale che riprende i crite-
Pertanto, è stato assolutamente ne-       ri e le logiche dei supermercati, pur                             CARPENEDO
cessario acquistarne un altro, anco-      perseguendo nella sostanza finalità                        Domenica 27 gennaio ore 16.30
ra una volta usato, visti i costi proi-   che si rifanno totalmente alla cari-                             Gruppo corale
bitivi di un mezzo nuovo. Servivano       tà cristiana. Spero quindi che, alla                              Coro Piave
€ 17.500, una somma quanto mai            fine dell’anno prossimo, avrò la gioia
                                                                                                             CAMPALTO
consistente, dati gli attuali impegni     e la soddisfazione di consegnare in
                                                                                                    Domenica 27 gennaio ore 16.30
finanziari della Fondazione, e siamo       eredità i nostri sogni e i nostri ten-
                                                                                                           Gruppo corale
ricorsi a un prestito, che speriamo di    tativi di porre in atto iniziative di
saldare con l’aiuto di qualche anima      carattere solidale. I nostri progetti,                          Voci d'Argento
buona. D’altro canto, se vogliamo         superato il concetto ottocentesco                                    Ingresso libero
dare un servizio serio e consistente      di beneficenza, si rifanno ai con-

                                                                                                          L'aiuto è per tutti
                                                                                                  Molti pensano che tutto quello che viene
                                                                                                  distribuito al Centro don Vecchi, vale a
                                                                                                  dire generi alimentari, frutta e verdura,
                                                                                                  mobili, indumenti e oggetti per la casa, sia
                                                                                                  destinato esclusivamente ai senza tetto,
                                                                                                  ai disperati e ai mendicanti. In realtà tutto
                                                                                                  ciò che raccogliamo e che si può ricevere
                                                                                                  a fronte di un’offerta simbolica destina-
                                                                                                  ta ai costi di gestione, è a disposizione di
                                                                                                  chiunque abbia una difficoltà ad arrivare
                                                                                                  alla fine del mese: disoccupati, precari,
                                                                                                  lavoratori con stipendio inadeguato, fami-
                                                                                                  glie numerose o in situazioni di disagio.
                                                                                                  Per fortuna di prodotti e materiali ne ab-
                                                                                                  biamo spesso in abbondanza: chi ne abbia
                                                                                                  bisogno non indugi a farsi avanti! (d.A.)

                                          Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti a
                                          Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del 5/2/1979
                                          Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; caporedattore: Alvise Sperandio; grafica: Maurizio Nardi
                                          Via dei Trecento campi - Mestre (Ve), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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