Mestre, una storia solidale - Il Centro Don Vecchi

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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM   COPIA GRATUITA   ANNO 16 - N° 2 / Domenica 12 gennaio 2020

Mestre, una
storia solidale
di don Gianni Antoniazzi

L’inizio del nuovo anno spinge lo
sguardo al futuro. Per questo nu-
mero dell’Incontro ci siamo chiesti
quali fossero le realtà più antiche
di Mestre anche per comprendere
qual è il solco più profondo scava-
to nella nostra storia cittadina. Su
quella strada possiamo continuare a
poggiare le orme nonostante le cri-
si. Ebbene a Mestre esistono alcune
realtà antichissime. Certamente le
due “pievi” (parrocchie) di San Lo-
renzo (il Castello) e di Carpenedo:
il fonte battesimale è datato del XII
secolo se non anche prima. Ma vi
sono anche altre strutture antiche.
Se non abbiamo sbagliato nella ri-
cerca, sono tre, tutte legate alla lo-
gica della solidarietà e del servizio
evangelico. Si tratta della “Scuola
dei Battuti”, della fondazione “Pia-
vento” e della “Società dei 300
Campi”, queste ultime di Carpe-
nedo. Hanno una storia secolare,
radicata nella fede cristiana. Cor-
rispondono all’opera di insigni sa-
cerdoti del trevigiano, dal momento
che, fino al 15 maggio 1927, Mestre
fu diocesi di Treviso. Con alterne vi-
cende sono arrivate ai nostri giorni.
Talvolta, soprattutto negli anni un
poco spensierati, sono state sfrutta-
te per trarne vantaggi anche perso-
nali. Il nostro territorio mestrino è
accompagnato da questa antica vita
di solidarietà nei confronti delle
persone bisognose, anziane e sole.
Gli attuali Centri don Vecchi hanno
le loro radici in questo solco profon-
dissimo. È importante aver nuova
cura del passato, ma è parimen-
ti prezioso proiettare lo sguardo
al futuro con altrettanta passione.
Focus 1

Piavento: 578 anni di storia
di Gianni Scarpa

Tra le molteplici opere caritative che impegnano la comunità di Carpenedo c’è la Fondazione
Piavento, originariamente considerata ospizio e luogo di assistenza per vedove indigenti
Le origini della Piavento risalgono    la reversibilità pensionistica come     ritorio della Diocesi di Venezia. Nei
al 1442, grazie ad una donazio-        misura di tutela delle donne. Il la-    secoli questa fondazione rimane
ne testamentaria fatta dall’allora     scito consisteva in una casetta e       l’espressione della carità dei fedeli
parroco di Carpenedo don Loren-        10 campi di terra, tutti gli arnesi     della parrocchia dei SS. Gervasio e
zo Piavento a favore della propria     di casa di don Piavento e il denaro     Protasio verso gli anziani. Da allora
parrocchia, affinché essa potesse        proveniente dagli interessi maturati    il parroco è l’unico responsabile a
attuare il comandamento evange-        nella Camera degli Imprestiti (Uffi-      gestirla, avvalendosi di un Consi-
lico dell’amore verso il prossimo.     cio veneziano istituito nel XII° sec.   glio di Amministrazione composto
Dovevano beneficiarne vedove in-        per la gestione del prestito pub-       da alcuni parrocchiani da lui nomi-
digenti, timorate di Dio e di buoni    blico). Gli eredi Piavento erano la-    nati. Dopo un impoverimento della
costumi, appartenenti alla comu-       sciati possessori e usufruttuari dei    Piavento avvenuto nella seconda
nità. Nel testamento si legge “…       terreni, ma dovevano annualmente        metà degli anni ’50, oggi lo stato
lassa una casa de mura, posita in      contribuire al sostentamento delle      patrimoniale della Fondazione Pia-
Carpenedo appresso la chiesa …         ospiti mediante denaro e parte dei      vento comprende: la Casa Storica
che la sia dada per l’amore de Dio     prodotti dei campi. Questo con-         con giardino lasciata per testamen-
a stare et abitare dentro do, o tre,   tributo annuo nei secoli variava a      to dal parroco L. Piavento nel 1442;
ovvero 4 done de anni quaranta e       seconda degli usufruttuari che si       un appartamento con tre garage in
de più anni e non de manco anni,       succedevano. Fino al 1927 la par-       via Duran, lasciato in eredità da un
et che sia done del paese e che sia    rocchia dei Ss. Gervasio e Protasio     parrocchiano, e dato in affitto con
done honeste e de bona vita…”. In      faceva parte della Diocesi di Trevi-    equo canone ad un privato; un ap-
quei tempi e fino agli inizi del ‘900   so. La Chiesa trevigiana era molto      partamento di via delle Marmaro-
la condizione femminile era molto      attenta ai bisogni della povera gen-    le, diviso in due mini dove vengono
precaria, con un’enorme difficoltà       te e operava attraverso varie ope-      ospitate due signore con i requisiti
per le donne di accedere ad oc-        re caritative perché la povertà nel     previsti dallo statuto del Piavento.
cupazioni ritenute adatte solo ai      nostro territorio era molto diffusa.     Questa proprietà è della parroc-
maschi. La donna veniva relega-        Il 15 maggio di quell’anno, con la      chia dei SS. Gervasio e Protasio ed
ta ai ruoli tradizionali di “moglie,   decisione del Vescovo di Treviso,       è data in comodato d’uso alla Fon-
madre, suora, serva e …”. Solo nel     Beato Andrea Giacinto Longhin, la       dazione che la gestisce. La risor-
1939 venne introdotta la legge sul-    struttura entrò a far parte del ter-    sa economica della Fondazione è
                                                                               legata principalmente agli introiti
                                                                               derivanti da affitti (della proprietà
                                                                               nel condominio Duran), donazioni
                                                                               private deducibili ai fini della di-
                                                                               chiarazione dei redditi; contributi
                                                                               del 5x1000 della dichiarazione dei
                                                                               redditi; compartecipazione mensi-
                                                                               le delle ospiti alle spese, come pre-
                                                                               visto nello Statuto. Oggi, a distanza
                                                                               di quasi seicento anni, questa ope-
                                                                               ra pia continua la sua azione di ca-
                                                                               rità a favore di alcune donne sole
                                                                               del nostro territorio e ha favorito
                                                                               con lo stesso spirito cristiano la na-
                                                                               scita dei Centri don Vecchi, grazie
                                                                               alla lungimiranza e all’infaticabile
                                                                               attività di Don Armando Trevisiol.

2                                                                                    ANNO 16 - N° 2 / Domenica 12 gennaio 2020
Focus 2

La Società dei 300 campi
di don Gianni Antoniazzi

Fra le più antiche realtà mestrine c’è la struttura che gestisce terreni e case del “Colmello di
Carpenedo”. Nacque per volontà del vescovo di Treviso, per il bene di famiglie meno ricche
La Società dei 300 campi è una                                                     E nell’ultimo secolo cos’è suc-
delle realtà più antiche di Mestre:                                                cesso?
gestisce immobili e terreni con at-                                                Nel 1935, alcuni soci accusarono
tenzione allo statuto solidale che                                                 di mal governo l’allora presiden-
la anima. Scopriamone la storia                                                    te, ing. Gardin. Il prefetto, quin-
rispondendo ad alcune domande.                                                     di, nominò commissario straordi-
                                                                                   nario l’Avvocato Alessandro Brass
Quando è nata la “Società dei                                                      (padre del noto regista), aderente
300 campi”?                                                                        al Partito Fascista. Questi rimase
La sua esistenza è documentata                                                     in carica fino al 1943. Di seguito
già dal 5 novembre 1326, quando                                                    la società fu affidata all’Avvoca-
il Vescovo di Treviso, beato Ubaldo                                                to Antonio Casalin. All’inizio de-
de Gabrielli, stabiliva una “conces-                                               gli anni ’50 l’Avvocatura di Stato
sione a livello” di circa 300 cam-                                                 intervenne per rivendicare il pos-
pi trevigiani (oggi 150 ettari), da                                                sesso demaniale dei beni: venne
                                            renissima Repubblica che mantie-       addotto a pretesto il “dubbio sul-
                                            ne invariato il sistema. Lo stesso     la legittimità del godimento”. La
                                            avviene nel 1797, quando a Ve-         diatriba si trascinò fino a quando,
                                            nezia subentra la prima domina-        nel 1955, una commissione ri-
                                            zione austriaca. Fu Napoleone a        stretta di soci guidata da Ing. Gar-
                                            cambiare lo status quo. A partire      din, Francesco Malvolti, Francesco
                                            dal 1805 viene costituito il nuovo     Callegaro, Narciso Cecchinato e
                                            catasto dei terreni e si impone        Filippo Chin, affidarono all’Avvo-
                                            una severa tassa fiscale sulle pro-     cato Zironda di Venezia l’incarico
                                            prietà della società 300 campi. Si     di risolvere la controversia, ricor-
                                            tentò allora di precisare che bo-      rendo anche alla corte d’appello
                                            schi e prati furono dati dalla cu-     di Roma. La causa fu vinta e il
                                            ria di Treviso ai “poveri miserabili   Catasto dovette ritirarsi. Nel 1978
                                            di Carpenedo”. Ma la richiesta di      la società dei 300 campi, con un
                                            ammorbidire il regime fiscale fu        pagamento a saldo di sole 1000
rinnovare ogni 29 anni. I benefici           respinta. I beni furono dunque as-     lire, sciolse l’antico vincolo se-
“derivati da boschi e prati” veni-          segnati alla congregazione di ca-      colare legato all’investitura ori-
vano dati “agli abitanti presenti e         rità di Mestre, un ente comunale,      ginaria con la diocesi di Treviso.
futuri del Comune (il Colmello) di          che gestì i terreni con una partita    Attualmente la Società gestisce
Carpenedo”. Il canone doveva es-            intitolata “Istituto dei poveri di     terreni e abitazioni in Carpenedo
sere pagato entro l’11 novembre di          Carpenedo”. Nel 1815, con la di-       ma anche in Comuni vicini dove
ogni anno con un ritardo tollerato          sfatta di Napoleone, si constatò la    ha acquisito beni con varie per-
di 8 giorni. In una lapide del 1603,        gestione fallimentare dell’istituto    mute. Segue regole di statuto
presente in sede, si precisa l’ori-         dei poveri. Nel 1834 il parroco di     specifiche e ammette la presen-
gine privata del bene che giunge            Carpenedo, don Giovanni Maria          za di 427 soci ordinari fra coloro
dalla “mensa vescovile” di Treviso.         Monico, costituì una commissione       che risiedono a Carpenedo più un
                                            per rientrare in possesso dei ter-     numero imprecisato di colmellisti.
E nei secoli seguenti cosa accade?          reni. Riuscì nell’intento e nel 1839   È legata alla parrocchia: il parro-
Le vicende possono essere sinte-            ci fu il nuovo regolamento “Della      co ne è l’ispettore e, nel tempo,
tizzate in questo modo. Nel 1337            società proprietaria delli campi       ha sempre mantenuto fermo il
Mestre viene conquistata dalla Se-          300 boschivi, arativi e prativi”.      rispetto per lo statuto iniziale.

ANNO 16 - N° 2 / Domenica 12 gennaio 2020                                                                             3
Sottovoce

                      Passato e futuro
                      di don Gianni Antoniazzi

Circa il tempo, tutti conosciamo       nuovi amici come diamanti; se tro-      ne profittane, non rimarranno per
celebri opinioni. Fu Churchill, po-    vi un diamante non dimenticarti         sempre, se sono cattive, non pre-
litico, storico e militare britanni-   dell’oro, perché il diamante non        occuparti, non dureranno per sem-
co, a sostenere un principio: “Se il   regge se non è sostenuto dall'oro"      pre" (Mt 12,35). E ancora il Vangelo:
presente cerca di giudicare il pas-    (Pro 18,24). C’è il Vangelo di Mat-     “Essere preoccupati non ti toglie la
sato, perderà il futuro”. Fu invece    teo: “Tutte le cose nella nostra        preoccupazione di domani, ma ti
Primo Levi, partigiano e chimico, a    vita sono passeggere: se sono buo-      toglie la pace di oggi” (Mt 6,34).
notare il rovescio: “Coloro che di-
menticano il passato, sono condan-
nati a riviverlo.” Serve equilibrio
fra passato e futuro: per esempio
l’idea dei Centri don Vecchi fiori-
sce anche dall’esperienza della
Piavento di Carpenedo, aggiorna-
ta con genialità da don Armando.
In generale farei tesoro dei testi
biblici. Ad esempio, Paolo canta
la forza della preghiera. Traduco
così: l’orazione non è la “ruota di
scorta” da utilizzare nei momenti
di crisi, è il volante che dà la di-
rezione per il futuro (1Tes 5,17);
Oppure c’è il testo dei Proverbi:
“I vecchi amici sono come l’oro; i

In punta di piedi

Giovani e volontariato
In queste pagine abbiamo esposto le più antiche realtà    e la Banca del tempo libero. Sono strutture decennali,
mestrine, nate per spirito di servizio evangelico. Esi-   nate dopo gli anni ’50 per l’iniziativa di cristiani mestri-
stono realtà più moderne, sorte con gli stessi valori:    ni. Erano sostenute da “adulti” energici che, oltre alla
potremmo dedicare loro un numero in futuro. Ci ven-       cura della famiglia e dei figli, affiancavano agli impegni
gono in mente, per esempio, la San Vincenzo Mestrina      anche l’attenzione per la gente in difficoltà. Alcuni dei
                                                          fondatori sono rimasti al timone di queste realtà per
                                                          decenni. Oggi molte di queste strutture contano vo-
                                                          lontari avanti negli anni. Manca il coinvolgimento delle
                                                          nuove generazioni. Come mai? Gli alberi più maturi tol-
                                                          gono il sole e quelli giovani faticano a crescere: forse
                                                          i giovani non partecipano finché gli anziani non crea-
                                                          no spazio. L’altra ipotesi è che le nuove generazioni
                                                          abbiano molteplici impegni rispetto al passato, ma è
                                                          anche vero che tanti perdono tempo in futilità. Forse
                                                          gli anziani di un tempo erano più formati al Vangelo
                                                          mentre le nuove generazioni non custodiscono la stes-
                                                          sa esperienza di fede. Forse però oggi prevale nei più
                                                          giovani l’idea dell’avventura e si preferisce fare un ser-
                                                          vizio più esotico, magari in terra di missione, e meno
                                                          duraturo nel tempo per non compromettersi troppo.

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Focus 3

Scuola di Santa Maria dei Battuti
di Stefano Sorteni

L'Antica Scuola è stata fondata nel 1302 e ha una lunga esperienza nel campo dell'assistenza
Di recente è stata fusa con altre realtà di cura: i timori e le speranze per il suo futuro
Il Comune di Venezia ha da pochi giorni fuso l’Antica Scuo-        Il luogo di riunione fu prima con molta probabilità l’altare
la dei Battuti a Mestre con gli Istituti Riuniti di Educazione,    dedicato alla Vergine presente nel duomo di San Lorenzo e
determinando così la fine di un’esperienza assistenziale uni-       quindi, dalla metà del XIV secolo, l’edificio fatto apposita-
ca per longevità, dato che pur in diverse forme esisteva da        mente costruire nel suo sagrato che serviva anche da depo-
oltre settecento anni. Si ritiene opportuno quindi ricostruire     sito e da cimitero e che, seppure rimaneggiato, è una delle
la storia di quella che è stata la più antica istituzione laica    poche testimonianze ancora esistenti del passato più antico di
della nostra città e in particolare le sue origini medievali.      Mestre. Il sodalizio ebbe molto seguito se, tra il XIV ed il XVI
La scuola di Santa Maria dei Battuti venne costituita, con il      secolo, il numero dei confratelli passò da una trentina circa a
benestare del vescovo di Treviso Tolberto Calza, nel 1302 in       quattrocento: una cifra considerevole se si tiene conto del nu-
un momento in cui il territorio mestrino era sotto l’influenza      mero limitato degli abitanti del territorio nello stesso lasso di
del comune trevigiano. A fondarla furono un gruppo di peni-        tempo. L’iscrizione e l’osservanza delle regole dava infatti ad
tenti laici collegati ad un movimento religioso popolare svi-      ogni socio la possibilità di accedere al sistema di garanzie che
luppatosi nella seconda metà del secolo precedente in gran         nessuna istituzione laica all’epoca poteva offrire: si andava
parte d’Italia, ma anche in Europa, e conosciuto come battu-       dal conforto in caso di malattia o di morte, a somme in danaro
ti o flagellanti perché i suoi aderenti percorrevano le strade      ricevute a titolo di liberalità, per mansioni svolte o per essere
percuotendosi in pubblico. Si trattava di una sorta di società     in particolari condizioni di difficoltà, fino al ricovero; la loro
di mutuo soccorso aperta a uomini e a donne, il cui statuto        inosservanza comportava invece il pagamento di multe e, alla
prevedeva, accanto a doveri di natura religiosa e devozionale,     lunga, l'espulsione e quindi il venir meno del diritto al sistema
pratiche benefiche come la carità verso il prossimo o la so-        di protezione. Col passar del tempo, grazie ai legati di confra-
lidarietà reciproca. I suoi membri appartenevano sia al ceto       telli ricchi o di semplici fedeli, la scuola accumulò un numero
medio della popolazione come gli artigiani (barbieri, calzolai,    consistente di case e terreni situati a Mestre, a Venezia, come
fornai, maniscalchi, muratori…), sia a quello più elevato come     nella vicina terraferma in direzione di Padova e di Treviso. I
notai e medici e alla fine anche nobili: non agli strati sociali    testatori vincolarono il possesso dei beni alla celebrazione di
più poveri perché, per poter accedervi, era necessario pagare      messe, all’acquisto di arredi sacri o all’esecuzione di atti di
una quota d'iscrizione. L’adesione al sodalizio comportava la      prodigalità in natura o in danaro a favore dei meno abbienti
condivisione di un’esistenza fondata su un complesso di re-        in particolari ricorrenze festive, come Natale, Pasqua, San
gole a carattere etico e religioso elaborato autonomamente         Martino o durante la Quaresima. Tra le numerose attività be-
dalla scuola stessa che aveva i suoi capisaldi nel culto mariano   nefiche che l’istituzione si trovò a gestire per volere di priva-
e che funzionava grazie all’esistenza di un’organizzazione in-     ti filantropi la principale è senza dubbio quella ospedaliera.
terna di natura gerarchica: il suo organo base era l'assemblea     La struttura, voluta da Mabilia Travaglini e costruita già nel
dei confratelli (pleno scola), composta dagli iscritti, uomini e   secondo decennio del Trecento, è destinata prima di tutto
donne, che si riuniva una volta all’anno in occasione del Gio-     ad accogliere e solo secondariamente a curare. L’attività si
vedì Santo per l’elezione delle cariche, oltre che periodica-      rivolse in principio ad uno spettro molto ampio di bisognosi,
mente per deliberare sugli argomenti più importanti come le        bambini abbandonati, ragazze madri, vedove, poveri o pelle-
modifiche dello statuto, le spese straordinarie o l’accettazio-     grini di passaggio e, anzi, la collocazione nei pressi del Ter-
ne di nuovi membri. Il gruppo dirigente, denominato banca ed       raglio, fa pensare che uno dei suoi scopi principali sia proprio
eletto da un gruppo ristretto di confratelli maschi, designati     l'assistenza a questi ultimi, da cui il nome di xenodochio. Suc-
in parte a sorteggio tra tutti i soci, era composto dal gastaldo   cessivamente, venendo verso l’età moderna, l’attività di cura
(il presidente), dal massaro (l'amministratore dei beni), oltre    si specializzò, concentrandosi su anziani e orfani di entrambi
che da cinque consiglieri nominati dal primo, ed era assistito     i sessi. L’esercizio di un’attività a carattere pubblico, come
dallo scrivano (il segretario contabile) e dal gastaldo uscente.   quella assistenziale, la portò all’attenzione del potere, reli-
                                                                   gioso e civile, e a scontrarsi più volte con esso in difesa della
                                                                   propria laicità e della propria autonomia. Ma se in antico regi-
                                                                   me, pur in un quadro di controllo sempre più stretto e di omo-
                                                                   logazione, la sua funzione non venne messa in discussione, la
                                                                   situazione cambiò sotto il dominio francese, quando lo stato
                                                                   rivendicò per sè un ruolo prevalente anche in campo assi-
                                                                   stenziale. La scuola di Santa Maria dei Battuti venne così sop-
                                                                   pressa nei primi anni dell’Ottocento: la volontà e la memoria
                                                                   dei filantropi che avevano sostenuto l’antico sodalizio è stata
                                                                   però salvaguardata dagli uomini che, raccogliendone l’eredi-
                                                                   tà, si sono alternati nei secoli alla guida dell’istituto mestrino.
                                                                   Si auspica che ciò possa accadere anche oggi, nel caso del-
                                                                   la nuova istituzione voluta dall’amministrazione veneziana.

ANNO 16 - N° 2 / Domenica 12 gennaio 2020                                                                                           5
L'intervista

                        Mestre in guerra
                        di Matteo Riberto

I due conflitti mondiali hanno ridisegnato poteri di forza, volti e coscienze del Pianeta
Mestre nelle due Grandi guerre: tra diari e testimonianze di chi le ha vissute e combattute
A scuola, la Prima e la Seconda guer-       Umberto Zane è giornalista profes-       Cosa ti ha spinto a scrivere questo
ra mondiale si studiano attraverso i        sionista, storico e autore di diversi    libro? E cosa ti ha colpito di più
grandi eventi: le cause scatenanti, i       libri e documenti sulla storia di Me-    della figura del protagonista?
rapporti politici, le battaglie decisi-     stre. Ha approfondito, tra gli altri     "Avevo da tempo il desiderio di
ve. Di rado si mettono però a fuoco i       temi, la storia della nostra città du-   scrivere qualcosa sulla Prima guer-
diversi tasselli: le storie delle perso-    rante gli anni dei due conflitti. Ecco    ra mondiale che riguardasse però
ne comuni e delle famiglie che han-         quindi un’intervista che, avendo         anche Mestre. Il destino ha voluto
no vissuto il conflitto in prima linea       come base tre libri scritti dall’auto-   che abbia casualmente incontrato
o in retrovia. E quando si racconta         re (uno è in ultimazione), ci riporta    in Alpago una persona che aveva
la situazione che si viveva nelle città     nella Mestre di quegli anni, così tra-   questo diario di suo padre, e che
dello Stivale, sono sempre le grandi        gici e allo stesso tempo importanti.     da tempo cercava di farlo diventa-
metropoli – Milano, Roma – che oc-                                                   re un libro. In pochi mesi il nostro
cupano spazio e attenzioni. Ma le           Umberto, partiamo dal libro sul-         comune “sogno” è diventato realtà.
due Guerre, e gli anni che le divido-       la Prima guerra mondiale, “1915-         Il libro è uscito quasi di getto: io ho
no, sono state cruciali per tante re-       1918. Dove sei stato mio bell’Alpi-      operato come un sarto, “ritaglian-
altà. Anche per Mestre, che proprio         no?”. Il protagonista è Francesco        do” i pezzi più belli del diario, e
in quegli anni viveva un periodo di         Calmasini: chi è?                        “cucendoli” tra loro aggiungendo le
sviluppo e cambiamenti. Nell’anni-          "È un ragazzo mestrino di 19 anni        notizie che riguardavano la guerra
versario del Centenario della Prima         che va in guerra con l’illusione di      in generale, e quelle ovviamente
guerra mondiale, il Comune, in col-         poter vedere realizzati i suoi ideali    su Mestre. Francesco comunque
laborazione con la Fondazione Forte         “mazziniani”: non solo la conquista      era un cronista nato... ha scritto
Marghera, ha promosso una serie di          di Trento e Trieste per completare       sul campo, in condizioni estreme,
appuntamenti dove scrittori, stori-         il percorso risorgimentale, ma per       pagine da far invidia a un reporter
ci e giornalisti hanno raccontato le        difendere e far trionfare gli ideali     affermato. Quelle su Caporetto, ad
vicende di Mestre durante il conflit-        democratici (rappresentati dai no-       esempio, le considero fantastiche...
to. Tra gli altri, hanno partecipato        stri alleati Gran Bretagna e Francia)    leggendole mi sembrava di esse-
il “nostro” Sergio Barizza - che a          contro le forze reazionarie (ovvero      re con lui mentre stava scappan-
breve tornerà con la sua rubrica -          i tre imperi tedesco, russo e au-        do, inseguito dagli austrotedeschi".
e Umberto Zane. Ci conosciamo da            stroungarico). E che, pur essendo
anni con Umberto: è stato mio al-           un autodidatta, figlio di un ferro-       Com’era Mestre durante la Prima
lenatore quando giocavo a calcio. A         viere, porta con sé nello zaino li-      guerra mondiale? Come la vive e
parte questo riferimento personale,         bri: di Dante, Mazzini, D’Annunzio".     come ne esce?
                                                                                     "Era il Comune italiano col più alto
                                                                                     tasso di crescita demografica sia
                                                                                     per la nascita del parco ferrovia-
                                                                                     rio e l’arrivo di centinaia di fami-
                                                                                     glie di ferrovieri (tra cui quella di
                                                                                     Calmasini), sia per la realizzazione
                                                                                     del campo trincerato, il sistema di
                                                                                     forti che avrebbe dovuto difende-
                                                                                     re l’Italia da un’eventuale invasione
                                                                                     da parte dell’esercito austrounga-
                                                                                     rico. Mestre è diventata da subito
                                                                                     immediata “retrovia”, trasforman-
                                                                                     dosi in un grande ospedale da cam-
                                                                                     po. Dopo Caporetto ha subito vari
                                                                                     bombardamenti: per assurdo ne ha
                                                                                     avuti di più nella Prima che nella
                                                                                     Seconda guerra mondiale, anche

6                                                                                          ANNO 16 - N° 2 / Domenica 12 gennaio 2020
L'intervista

                                            ta della squadra che allenavo, e
                                            in cui tu giocavi. Ho fatto deviare
                                            il pullman a Ponte nelle Alpi, fis-
                                            sando la sosta proprio dove dove-
                                            vo trovarmi con questa persona".

                                            Arriviamo al libro a cui stai lavo-
                                            rando, sulla Seconda Guerra Mon-
                                            diale. Qual è il progetto? Ci dai
                                            qualche anticipazione?
                                            "Se vogliamo è una sorta di “con-
                                            tinuazione” dei due precedenti.
                                            Dopo della Prima guerra mondiale e
                                            dopo del ventennio, racconto della
                                            Seconda guerra mondiale a Mestre,
                                            e del primo dopoguerra. La formu-
                                            la del racconto è a metà delle due
                                            precedenti. I miei “testimoni diret-
                                            ti” parlano infatti dei loro ricordi,
                                            mentre io spiego storicamente cosa
                                            succedeva non solo in città ma an-
                                            che negli altri teatri del conflitto.
se ovviamente quest’ultimi sono             Rivivremo così, quasi “dal vivo”, at-    mangono però i forti legami con
stati più letali, visto le armi uti-        traverso i racconti di “chi c’era”, il   Venezia di cui bisogna tener conto:
lizzate. Sono molti i mestrini che          giorno dell’entrata in guerra, i bom-    politici, economici, ma direi anzi-
nell’ultimo anno del conflitto han-          bardamenti, la fame, l’8 settembre,      tutto “di sangue”, visto che oggi
no abbandonato così le loro case            i nazisti, la lotta civile, la Libera-   sono tanti i mestrini di origine ve-
per rifugiarsi lontano: tra questi          zione, la fine del conflitto e i primi     neziana...molti di più di 100 anni
anche la famiglia di Francesco".            passi verso il “boom economico”.         fa. In questi ultimi decenni, poi,
                                                                                     il rapporto di forze si è quasi ca-
Prima di parlare del libro sulla Se-        Se i lettori del L'incontro volesse-     povolto: è più Venezia che oggi ha
conda guerra mondiale a cui stai            ro contattarti per fornire mate-         bisogno di Mestre, che viceversa…
lavorando, ti chiedo di “Me ricor-          riali o testimonianze, come pos-         forse tocca proprio ai mestrini il
do de Carpenedo”. Cosa raccon-              sono fare?                               compito di cercare di “difendere”
ta? Ci concedi un flash del libro?           "Il libro è in dirittura di arrivo, ma   l’identità, la “venezianità”, le tra-
"Il libro, uscito nel 2005, raccon-         sarei davvero felice se altre per-       dizioni di quella che resta comun-
ta la vita di Carpenedo tra le due          sone potessero fornirmi ulteriori        que la più bella città del mondo".
guerre, attraverso i ricordi di quelli      testimonianze, sia dirette, che nel
che avevo chiamato i miei “testi-           racconto lasciato loro da genitori
moni diretti”. Di “flash” ce ne sono         o nonni. E anche attraverso le fo-
                                                                                         Domanda per entrare
tanti: dall’incontro che abbiamo            tografie di Mestre nel periodo tra            ai Centri don Vecchi
fatto in Patronato per scattare del-        il 1939 ed il 1950: sia riguardan-        Ai Centri don Vecchi il turnover
le foto assieme, in cui persone si          ti la guerra che i luoghi (assieme        degli appartamenti è costante. Chi
sono riviste dopo sessant'anni e più;       alle persone). Mi possono scrivere        pensasse di presentare domanda
ai “testimoni” che prima di mori-           all’indirizzo mail umza@hotmail.          d’inserimento, mettendosi in lista
                                                                                      d'attesa, può consegnarla in di-
re hanno voluto lasciarmi parte dei         it o telefonarmi al 347 5799700".
                                                                                      rezione al Centro don Vecchi 2 di
loro ricordi “materiali”. Di uno sei                                                  via dei Trecento campi a Carpene-
stato testimone inconsapevole pure          Un’ultima domanda. Si sente dire          do. Per richiedere un alloggio oc-
tu… Sono riuscito a trovare l’ere-          spesso che Mestre non ha un’iden-         corre: non avere meno di 65 anni
de di una persona che dirigeva la           tità. La storia forma l’identità di       e più di 83; trovarsi in una condi-
compagnia filodrammatica del pa-             una persona come di una città.            zione economica modesta; essere
tronato, fatta chiudere dai fascisti.       Secondo te qual è l’identità di           normalmente autosufficienti; di-
Aveva molto materiale, oltre che            Mestre?                                   sporre di un garante che si assu-
memorie scritte in quel tempo da            "Credo che sicuramente oggi Me-           ma la responsabilità di intervenire
                                                                                      qualora la persona abbia necessità
suo padre: abitando però nel bel-           stre sia abbastanza grande per
                                                                                      di una diversa collocazione, in se-
lunese sono riuscito a farmi dare le        camminare da sola, anche da un            guito alla perdita dell’autonomia.
fotocopie grazie.. ad una trasfer-          punto di vista amministrativo. Ri-

ANNO 16 - N° 2 / Domenica 12 gennaio 2020                                                                                   7
Pensieri a voce alta

                      Natale anni ‘30                                              Lente d'ingrandimento
                                                                                     di don Gianni Antoniazzi

                      di Federica Causin                                              La Caritas diocesana

Quando ho saputo che ci saremo                                                   Fra le attività che spesso si dan-
occupati storia della nostra città,                                              no da fare nel nostro territorio
sono andata a riprendere un arti-                                                c’è anche la Caritas diocesana.
                                                                                 È intervenuta, per esempio, per
colo, molto suggestivo, che ave-
                                                                                 le difficoltà legate all’acqua alta
vo letto sul numero di dicembre
                                                                                 ma sostiene molteplici inizia-
de “Il Gabbiano Felice”, la rivista
                                                                                 tive: varie case d’accoglienza,
dell’Università della Terza Età. Il                                              centri d’ascolto, sostiene inizia-
pezzo, scritto da Claretta Lucchi ri-                                            tive a favore di poveri, senza fis-
evoca il Natale a Mestre negli anni                                              sa dimora, ex tossicodipendenti,
Trenta, grazie alla testimonianza                                                ex carcerati, e molto altro anco-
della signora Anna, che abita nella                                              ra. La Caritas è nata nel 1971,
stessa via da oltre novant’anni e ha                                             per opera di Paolo VI e si svilup-
accettato di condividere i suoi ri-                                              pa in tutte le diocesi italiane. È
cordi. Di primo acchito, quello che                                              un fiore all’occhiello della vita
mi ha colpito sono state le imma-                                                cristiana in Italia che tuttavia ri-
gini, splendide foto d’epoca, che                                                schia di essere un poco slegata
raccontano una città ovviamente                                                  dalla vita delle nostre comunità
molto diversa da quella di oggi.                                                 cristiane. Annuncia la passione
Poi, riga dopo riga, ho scoperto                                                 di Gesù per gli ultimi nelle con-
tradizioni, colori, profumi, sapori                                              dizioni più disparate. Qui a Me-
(le ciambelle, il cappone, i bigoli in   armi per prepararsi a un eventuale      stre, però, soprattutto in seno
salsa, il baccalà). Ho trovato molto     conflitto. Ricorda la preoccupazio-      alla vita delle parrocchie, non
tenera l’immagine della zia della        ne del padre, le maestre che face-      sempre riesce a raccogliere la
protagonista che, quando le nipo-        vano disegnare agli alunni il trian-    partecipazione dei laici, soprat-
                                                                                 tutto giovani, così che in alcu-
ti dormivano, riparava con carta,        golo che rappresentava la triplice
                                                                                 ne circostanze deve far ricorso
garze e colla garavella, che andava      alleanza o l’orso, simbolo dell’Unio-
                                                                                 a personale stipendiato. Non è
sciolta sul fuoco, le statuine di ges-   ne Sovietica. “Quello fu l’ultimo
                                                                                 uno scandalo: quando un’atti-
so del presepe. Mentre leggevo, mi       Natale della mia fanciullezza, ma       vità diventa grande ha bisogno
sembrava quasi di vedere i bambini       anche l’ultimo Natale di una cit-       di presenze costanti, formate,
che raccoglievano il muschio, pre-       tà che presto sarebbe cambiata          competenti, responsabili anche
paravano la carta per le grotte e le     per sempre” afferma. Partendo da         davanti alla legge e allo Stato,
montagne che facevano da sfondo          questa testimonianza, mi sono sof-      e per questo è necessario far
alla Natività e rimanevano incantati     fermata a riflettere sull’importan-      ricorso a dipendenti. Ma la vita
di fronte alle vetrine di un negozio     za di conoscere la Storia e vorrei      della nostra comunità cristiana
di giocattoli in via Poerio. In que-     concludere proponendo le consi-         deve esprimere qualche persona
gli anni non si usavano luminarie o      derazioni di alcuni storici, che mi     in più capace di aderire al pro-
addobbi, però i negozi del centro        sono sembrate interessanti. Data        gramma e ai progetti della Cari-
esponevano i loro prodotti migliori.     l’attuale tendenza a vivere in una      tas. Se fra la parrocchia di Car-
Mi ha stupito, ad esempio, vedere        sorta di eterno presente, dimen-        penedo e la fondazione Carpine-
menzionata la cartoleria Baessato,       ticando il passato e smettendo di       tum ci sono almeno 500 volonta-
non immaginavo che fosse così an-        pensare al futuro, la Storia diventa    ri che si rendono disponibili, nel
tica! I regali, che spesso non erano     fondamentale per riscoprire le no-      nome di Gesù, a servire la gente
quelli desiderati, venivano portati      stre radici, comprendere gli errori     in molti ambiti della vita uma-
dalla Befana; a Natale, invece, ci       e recuperare un orientamento pro-       na, sarebbe prezioso che anche
si scambiava moltissimi biglietti        gettuale. Inoltre può essere letta      per questa struttura così cara
                                                                                 alla tradizione del nostro terri-
di auguri. La signora Anna conclu-       come un invito alla tolleranza e al
                                                                                 torio ci fosse almeno qualcuno
de il suo racconto rammentando           dialogo, malgrado le differenze. È
                                                                                 pronto a servire senza compen-
che, dopo il Natale del 1939, tutto      un viaggio grazie al quale possia-
                                                                                 so e lieto di mettere a disposi-
cambiò: la Germania aveva invaso         mo allargare i nostri orizzonti ge-     zione le proprie competenze
la Polonia e, anche in Italia, molti     ografici, temporali, e intellettuali.    per chi si trova in necessità.
uomini erano stati richiamati alle       Siamo disposti a intraprenderlo?

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Il bello della vita

                             Mestre è la mia storia
                             di Plinio Borghi

Lo sviluppo della città nel dopoguerra, tra insediamento industriale e piani regolatori
Le tappe che hanno disegnato il volto di Mestre e le prospettive per il futuro del territorio
Abitare ai piani alti mi consente di            aveva ottenuto il titolo ufficiale di Cit-   rigirerebbe nella tomba a fronte della
osservare a 360° tutta la mia città e           tà, pel numero di abitanti, malgrado       viabilità da super città metropolitana
buona parte di Venezia e laguna, ae-            che nel frattempo avesse perso quello      che si è sviluppata. E non parliamo
roporto in pool position, specie se la          di Comune, come le sue limitrofe Ze-       delle infrastrutture: fanno testo per
natura mi regala, come oggi, una luce           larino, Chirignago e Favaro. Corso del     tutte l’invidiato Ospedale dell’Angelo
stupenda e tramonti fuori dall’ordi-            Popolo era di là da venire, mentre via     e l’aeroporto. Anche parrocchie e re-
nario, cioè non incupiti dalla foschia          Circonvallazione fu così denominata        lative chiese hanno fatto rapidamente
che di norma la fa da padrona in                proprio perché lo era. Lo sviluppo fu      la loro parte: io, senza spostarmi dalla
quest’umido territorio. Mentre scrivo,          rapido ed esponenziale. L’insediamen-      casa natia, prima del ’60 ho cambia-
manca un pugno d’ore alla fine dell’an-          to industriale ai Bottenighi attrasse      to tre parrocchie! Beh, la storia sa-
no e il freddo pungente mi obbliga a            folle dal contado e trasformò quel ter-    rebbe ancora lunga, ovviamente. E il
farlo col naso appiccicato alle finestre.        ritorio in ampio dormitorio, fino a dar-    futuro di Mestre? Sicuramente rimarrà
Allora è fatale che il pensiero si sof-         gli (1953) la connotazione di frazione     uno snodo aereo, viario e ferroviario
fermi sulla struttura di questa Mestre,         col nome di Marghera, poi riqualifica-      importante e strategica rispetto alla
che non posso non amare, perché è               ta come Città Giardino. Nonostante la      stessa Venezia, che ormai stiamo reg-
il luogo dove sono nato e vissuto per           recalcitrante Amministrazione, arrivò      gendo da qui. Ci sarà meno spazio per
ormai più di 76 anni, e la mente co-            il piano regolatore (1962), già compro-    lo sviluppo residenziale e di più per
mincia a vagare sulla sua storia, che è         messo da un abusivismo galoppante e        recupero e riqualificazione del patri-
anche la mia storia. Di quel che vedo,          da un territorio lanciato al massimo.      monio edilizio, con un occhio partico-
all’epoca della mia infanzia non c’era          Non diciamo delle difficoltà per adire       lare all’ambiente, senza trascurare la
che poca roba: il centro e i rioni attor-       una viabilità decente! Il cavalcavia di    rivalorizzazione di interessanti vesti-
no le davano quell’aria da comune di            San Giuliano inguaiò l’allora sindaco      gia, come s’è fatto ad esempio con l’M
campagna un po’ cresciuto, grazie alla          Favaretto Fisca: opera eccessiva e su      9 e come si dovrebbe con il vecchio
posizione strategica acquisita fin da            terreni di proprietà dello stesso sinda-   edificio della posta in piazza barche,
epoca romana, ma nulla di più, seb-             co. Un assessore, convocato a Mestre       che è argomento di questi giorni. C’è
bene talune componenti come piazza              negli anni ’60 per perorare i sottopassi   modo per progredire nel completa-
Ferretto, via Piave e viale Garibaldi           della Castellana e del Terraglio, ebbe     mento e nella modernità, senza far
le conferissero già quell’ossatura di           ad esclamare: “Ma cossa xe che volè,       fuori le nostre radici. Oggi come oggi
aspetto residenziale che lasciava pre-          par quele quatro biciclete che gira        opterei, però, per una visione d’in-
sagire quale sarebbe stata la sua po-           par Mestre!”. Poco dopo partì il rad-      sieme di tutta la Terraferma. I parti-
tenzialità di sviluppo. Da qualche anno         doppio del vecchio cavalcavia e ora si     colarismi ormai non hanno più senso.

                                                                                                 L’editrice L’incontro
                                                                                            La nostra editrice pubblica anche:
                                                                                            Sole sul nuovo giorno, un quader-
                                                                                            no mensile utile per la meditazio-
                                                                                            ne quotidiana; Il messaggio di Papa
                                                                                            Francesco, settimanale che riporta i
                                                                                            passaggi più importanti dei discorsi
                                                                                            tenuti dal Pontefice; Favole per adul-
                                                                                            ti, quindicinale di racconti di fantasia
                                                                                            con una finalità morale; Il libro delle
                                                                                            preghiere, delle verità e delle fonda-
                                                                                            mentali regole morali per un cristia-
                                                                                            no. edito in 8 mila copie. Il settima-
                                                                                            nale è pubblicato in 5 mila copie in
                                                                                            distribuzione gratuita in tutta la cit-
                                                                                            tà, ma può essere letto anche con la
                                                                                            versione digitale scaricabile dal sito
                                                                                            internet www.centrodonvecchi.org

ANNO 16 - N° 2 / Domenica 12 gennaio 2020                                                                                              9
Storie nascoste

Un santo dimenticato
di Cesare Rallo

Una statua che lo rappresenta in abiti medioevali è custodita nel Duomo di San Lorenzo
La storia di San Trifone: dal martirio in epoca romana al rapporto con Venezia e Mestre
Nel Duomo di San Lorenzo, addos-                                                 tempi in cui i Dalmati, chiamati dai
sata alla grigia parete dell’ultimo                                              veneziani “schiavoni” (o s-ciavoni)
altare di sinistra, fa bella mostra di                                           attraccavano le loro navi in bacino
sé la statua di un giovane in abi-                                               di S. Marco, nel tratto tra il ponte
ti medioevali che sorregge con il                                                della Paglia e quello di Ca’ di Dio,
braccio sinistro una città murata in                                             che da allora continuò a conservar-
miniatura. Sfugge ai più malgrado                                                ne il nome. Ben volentieri il Consi-
il nome del personaggio sia inciso,                                              glio dei X accordò quanto richiesto
a chiare lettere dorate, sul basa-                                               e consentì la nascita di una Scuo-
mento. Rappresenta S. Trifone,                                                   la, denominata "Schola di S. Zorzi
un santo nato nell'anno 232 d.C. a                                               della Nation Dalmatina", tuttora
Kampsada, nell’attuale Turchia. Le                                               presente nel sestiere di Castello. È
notizie sulla sua vita, come spes-                                               curioso apprendere che un secolo
so avviene, sono divergenti: una                                                 dopo, nel 1573, nel vicariato fora-
versione lo vuole pastore di oche                                                neo di Mestre, anche nella chiesa
in Frigia, una seconda lo descrive                                               di San Lorenzo esistesse un altare
come soldato, figlio di un ufficiale                                                dedicato a San Trifone. Benché di
romano. All’età di 20 anni, nell’an-                                             quell'altare si torni a far menzione
no 252, durante la persecuzione                                                  in un documento del 1668, quando
cristiana, quando l'imperatore ro-                                               il Santo è citato addirittura come
mano Decio decreta che tutto il                                                  Protettore contitolare di Mestre,
popolo debba bruciare incenso                                                    nella prima metà dell’Ottocento,
agli dei per rendere loro omaggio,                                               con la riedificazione della chiesa,
il giovane Trifone, fermo nel pro-                                               l’altare venne completamente de-
posito di non rinnegare la propria                                               molito. Oggi ciò che ne rimane è
fede in Cristo, rifiuta di farlo. Viene   come un segno divino e convince-        la statua, un po’ defilata, nell’ulti-
perciò arrestato, torturato e alla       re i mercanti veneziani, dietro un      mo altare di sinistra. Ma a dispetto
fine condannato a morte per de-           lauto compenso, a cedere le sacre       del tempo, il giovane San Trifone
capitazione. Secoli dopo, nell'an-       spoglie. Oltre ad essere proclama-      continua a tenere sempre stret-
no 809, di fronte alla incombente        to patrono della città San Trifone si   ta al cuore la sua città di Cattaro.
minaccia saracena, alcuni mercanti       guadagnò ben presto la devozione
veneziani vengono incaricati di re-      dei contadini locali come protetto-         Pranzo della domenica
cuperare, a Costantinopoli, il sar-      re dei loro raccolti dalle invasioni,          per anziani soli
cofago che ne contiene i resti e di      particolarmente calamitose, di ca-
                                                                                  Ogni prima e terza domenica del
trasportarlo a Venezia. Si racconta      vallette. Qualche secolo più tardi,
                                                                                  mese la Fondazione Carpinetum in-
che nel viaggio di ritorno la nave,      quando la Diocesi di Cattaro ven-        vita a pranzo tutti gli anziani della
giunta all’altezza delle Bocche di       ne incardinata nella Metropolia di       città che vivono da soli e tutte le
Cattaro, lungo la costa dalmata,         Bari, questa devozione prese a dif-      persone che non hanno compagnia.
sia stata colta da una violentissima     fondersi anche nel Meridione d'Ita-      L'appuntamento è al Senior Restau-
burrasca e costretta a trovar ripa-      lia, ma è soprattutto nel XV e XVI       rant del Centro don Vecchi 1, al quale
ro in quel porto. Appena toccata         secolo che il culto di San Trifone si    si può accedere da via dei Trecento
terra, le campane si erano messe         radica in molte altre città e in spe-    campi a Carpenedo, dietro viale Don
improvvisamente a suonare e, fatto       cial modo a Venezia dove, nel 1451,      Sturzo. È necessario soltanto pre-
ancor più strano, una volta calmata      la comunità dalmata, che aveva           notare il posto telefonicamente in
la tempesta alla nave non riuscìva       raggiunto una posizione numeri-          orario d'ufficio contattando la segre-
                                                                                  teria al Don Vecchi allo 0415353000.
di staccarsi dal molo per riprende-      camente importante, chiede alla
                                                                                  Il prossimo pranzo è fissato per do-
re il viaggio. Non ci volle molto per-   Magistratura di Stato il permesso        menica 19 gennaio, alle ore 12.30.
ché il popolo interpretasse il fatto     di riunirsi in Confraternita. Erano

10                                                                                    ANNO 16 - N° 2 / Domenica 12 gennaio 2020
Per trasparenza

Per realizzare l'Ipermercato solidale
Sottoscrizione cittadina: tutti i fondi a favore della costruzione della nuova opera di bene
Il dottor Paolo Piovesana e le              La signora Sonia Gallinaro ha            La signora Nadia Soldà ha sottoscritto
figlie Mariapaola e Valeria hanno            sottoscritto quattro quinti di azione,   quasi mezza azione, pari a € 20, in
sottoscritto sei azioni, pari a € 300,      pari a € 40.                             memoria della zia Mafalda Leonardi.
per ricordare la loro carissima Bruna
in occasione del primo anniversario         Il signor Alessandro Minello ha          La signora Angela, moglie del defunto
della sua dipartita.                        sottoscritto un’azione pari a € 50.      Crescente Riccio ha sottoscritto
                                                                                     un’azione, pari a € 50, in ricordo del
La famiglia Pasini ha sottoscritto          I tre figli della defunta Marialuisa      marito.
quasi mezza azione, pari a € 20, in         Baldan hanno sottoscritto due azioni,
ricordo dei suoi cari defunti Elena e       pari a € 100, per onorare la memoria     Il marito e i figli della defunta Flora
Gianni.                                     della loro cara madre.                   Crivellaro hanno sottoscritto due
                                                                                     azioni, pari a € 100, per onorare la
La signora Amabile Tozzato ha               È stata sottoscritta quasi mezza         memoria della loro cara congiunta.
sottoscritto un’azione, pari a € 50.        azione, pari a € 20, per ricordare i
                                            seguenti defunti: Santina, Francesco,    Il marito della defunta Maria Rubelli ha
La signora Gina Vianello del Centro         Michele, Raffaele, Emma e Romeo.          sottoscritto quasi mezza azione, pari a
Don Vecchi 4 ha sottoscritto                                                         € 20, in memoria della sua cara moglie.
un’azione, pari a € 50.                     I signori Luciana e Sandro Mazzer
                                            Merelli hanno sottoscritto un’azione,    La signora Dobrilla Marzaro ha
La signora Morosini ha sottoscritto         pari a € 50.                             sottoscritto quasi mezza azione, pari
quasi mezza azione, pari a € 20.                                                     a € 20.
                                            La moglie e i figli del defunto
È stata sottoscritta quasi mezza            Mario Zordan hanno sottoscritto due      La signora Nella Adalla Magai ha
azione, pari a € 20, in memoria di          azioni, pari a 100,                      sottoscritto un’azione, pari a € 50.
Giovanni Ghedin.                            per onorare la memoria del loro caro
                                            congiunto.                               Il signor Antonio Vedovato
Le due figlie della defunta Maddalena                                                 ha sottoscritto mezza azione
Bianchin hanno sottoscritto quattro         Il marito della defunta Rosanna          abbondante, pari a € 30.
azioni, pari a € 200, per onorare la        Dandolo ha sottoscritto undici azioni,
memoria della loro cara madre.              pari a € 550, per onorare la memoria     La signora Elisabetta De Rossi
                                            della sua carissima moglie.              ha sottoscritto mezza azione
La cognata della defunta Maddalena                                                   abbondante, pari a € 30.
Bianchin Busolini ha sottoscritto           La famiglia Scarpa ha sottoscritto
un’azione, pari a € 50 in ricordo della     mezza azione abbondante, pari a €        La signora Nives Pasquali ha
sua congiunta.                              30, per ricordare i propri defunti.      sottoscritto quasi mezza azione, pari
                                                                                     a € 20.
È stata sottoscritta quasi mezza            I signori Luigino e Sonia Carraro
azione, pari a € 20, in suffragio            hanno sottoscritto quattro quinti di               CENTRI DON VECCHI
dei defunti: Nino, Adelia, Emilia e         azione, pari a € 40.
Roberto.                                                                                      Intrattenimenti
                                            I signori Bianca e Amedeo Sambugaro                Gennaio 2020
La signora Severina Trevisiol ha            hanno sottoscritto quasi mezza                      CAMPALTO
sottoscritto quasi mezza azione, pari       azione, pari a € 20.                       Domenica 12 gennaio ore 16.30
a € 20.                                                                                       Coro EL PIAVE
                                            La signora Luigia Fantinato ha
                                                                                               CARPENEDO
I signori Violetta e Luigi De Giovanni      sottoscritto quasi mezza azione, pari
                                                                                       Domenica 19 gennaio ore 16.30
hanno sottoscritto quasi mezza              a € 20.
                                                                                            SILVANO STEFANI
azione, pari a € 20.
                                            La signora Marisa Costantini ha                     ARZERONI
I signori Renata e Donato Bianco            sottoscritto quasi mezza azione, pari      Domenica 26 gennaio ore 16.30
hanno sottoscritto quasi mezza              a € 20.                                        Coro LA CORDATA
azione, pari a € 20.                                                                           MARGHERA
                                            I due figli della defunta Udilla Peguri     Domenica 26 gennaio ore 16.30
I signori Patrizia e Gilberto Mason         hanno sottoscritto due azioni, pari a                MANUEL
hanno sottoscritto quasi mezza              € 100, per onorare la cara memoria                   Ingressi liberi
azione, pari a € 20.                        della loro madre.

ANNO 16 - N° 2 / Domenica 12 gennaio 2020                                                                                   11
Il punto di vista

                      Amiche e rivali
                      di don Fausto Bonini

È passato poco più di un mese dal      permetto di fare qualche rifles-                 lo amministrativo le specificità di
Referendum sulla separazione di        sione, perché essendo veneziano                 Mestre e della terraferma. Mestre
Venezia e Mestre con il risulta-       di nascita e mestrino di adozione               e terraferma devono essere rico-
to che tutti conosciamo bene. Si       sento di portare la responsabili-               nosciute nella loro specificità e
sono recati a votare solo il 21,75%.   tà dei problemi che riguardano                  avere un apparato amministrativo
Un flop grandioso. La lettura più       Venezia e anche di quelli di Me-                in parte diversificato. Le prossime
immediata è che i cittadini si sono    stre. Prima riflessione. Una volta               votazioni per l’elezione del sinda-
dichiarati ampiamente stanchi          “piccolo” era bello. Oggi non più.              co potrebbero essere una buona
di essere chiamati alle urne per       Solo l’unione fa la forza. Secon-               occasione per insistere sulle spe-
la quinta volta. Ci sarà una sesta     da riflessione. I mestrini devono                cificità dei nostri territori così di-
volta? Mi auguro proprio di no. An-    rendersi conto che Mestre non è                 versi l’uno dall’altro e proporre so-
che perché il risultato è già pre-     Marghera, non è Favaro, né Zela-                luzioni su come articolare l’unità
vedibile ed essere chiamati alle       rino, né Chirignago e che quindi                e la diversità. Quarta riflessione. I
urne costa molto. Dicono circa un      non possono parlare a nome di al-               “vecchi mestrini” devono rendersi
milione di euro. Che non è poco        tri. Terza riflessione. I problemi di            conto che ormai i “nuovi mestrini”
per le nostre finanze. In quella ri-    Mestre e del resto della terrafer-              sono sempre più numerosi e che
sicata partecipazione alle urne ha     ma veneziana sono diversi rispet-               quindi vanno coinvolti nelle scel-
prevalso il sì a Venezia e il no a     to a quelli di Venezia e delle isole            te che riguardano anche loro. Ma
Mestre e dintorni. Chiaro il risul-    e quindi hanno bisogno di risposte              questo aspetto ha bisogno di un
tato per quel che riguarda Mestre      diverse. A questo punto mi auguro               approfondimento ulteriore che
e dintorni. Il 79% non è andato a      che i sostenitori della specificità              rinvio a una prossima occasione.
votare e fra chi è andato ha pre-      di Mestre che tanto hanno dato in
valso il no. Ci mettiamo sopra una     termini di tempo e di intelligen-                      Notizie sui Saveriani
pietra tombale? Me lo auguro. Ma       za a sostegno del referendum non                  La comunità dei Saveriani si trova in
non possiamo mettere una pietra        vadano in vacanza, in attesa di un                via Visinoni a Zelarino. Per avere in-
tombale sui problemi di Mestre,        nuovo referendum (Dio ce ne libe-                 formazioni sui padri e le missioni se-
                                                                                         guite nel mondo è possibile consulta-
che sono diversi da quelli di Ve-      ri!), ma mettano le loro energie                  re il sito internet www.saveriani.it.
nezia. E su questi problemi mi         perché siano riconosciute a livel-

                                                                                              Il nostro settimanale
                                                                                         Ogni settimana L'incontro è di-
                                                                                         stribuito gratuitamente in 5 mila
                                                                                         copie in molte parrocchie e nei
                                                                                         posti più importanti della cit-
                                                                                         tà. È consultabile anche sul no-
                                                                                         stro sito www.centrodonvecchi.org

                                                                                                  Come donare
                                                                                                 alla Fondazione
                                                                                         Per sostenere la Fondazione
                                                                                         Carpinetum si può effettuare
                                                                                         un bonifico bancario al Mon-
                                                                                         te dei Paschi di Siena, agenzia
                                                                                         di Via San Donà, codice IBAN:
                                                                                         IT17R0103002008000001425348

                                       Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti
                                       a Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del
                                       5/2/1979 - Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; grafica: Maurizio Nardi - Via dei
                                       Trecento campi - Mestre (Ve), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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