L'EDUCAZIONE ALL'IMPRENDITORIALITÀ NELL'UNIONE EUROPEA1 - Alpeuregio

Pagina creata da Cristian Giannini
 
CONTINUA A LEGGERE
L'EDUCAZIONE ALL'IMPRENDITORIALITÀ NELL'UNIONE EUROPEA1 - Alpeuregio
L’EDUCAZIONE ALL’IMPRENDITORIALITÀ
                                      NELL’UNIONE EUROPEA1

                                                Stefania Chiomento2

1
  Il contenuto di questa relazione non riflette la posizione ufficiale della Provincia autonoma di Trento. Le informazioni
e le opinioni espresse in questa relazione sono esclusivamente di responsabilità dell’autore.
2
  Tirocinante presso l’Ufficio per i rapporti con l’Unione europea della Provincia autonoma di Trento. Laureata in
Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l’Università di Trieste.

                                                             1
L'EDUCAZIONE ALL'IMPRENDITORIALITÀ NELL'UNIONE EUROPEA1 - Alpeuregio
INDICE

Capitolo 1. La politica dell’Unione europea.……………………………………………………………………………….3
      1.1. La strategia Europa 2020………………………………………………………………………………………………3
      1.2. I principali atti delle istituzioni europee sull’educazione all’imprenditorialità……………….4
      1.3. Lo strumento di riferimento: Entrepreneurship Competence Framework…………………….6
      1.4. La promozione dell’imprenditoria sociale……………………………………………………………………11
      1.5. Gli sviluppi attesi nel breve periodo…………………………………………………………………………….12

Capitolo 2. I programmi di finanziamento dell’Unione europea…………………………………………………14
      2.1. Programma COSME e programma Erasmus per giovani imprenditori…………………………..14
      2.2. Programma Erasmus+…………………………………………………………………………………………………16
      2.3. Programma Interreg Central Europe……………………………………………………………………………18
      2.4. Programma Interreg Europe……………………………………………………………………………………….19

Capitolo 3. Le iniziative trentine in prospettiva europea……………………………………………………………21
      3.1. Le iniziative della Provincia Autonoma di Trento…………………………………………………………21
      3.2. Le iniziative di Hub Innovazione Trentino (HIT)……………………………………………………………22
      3.3. Le iniziative della Federazione Trentina della Cooperazione…………………………………………24
      3.4. Le iniziative dell’European Research Institute on Cooperative and Social Enterprises
      (Euricse)……………………………………………………………………………………………………………………………24

Bibliografia………………………………………………………………………………………………………………………………26
Allegati…………………………………………………………………………………………………………………………………….29

                                                2
L'EDUCAZIONE ALL'IMPRENDITORIALITÀ NELL'UNIONE EUROPEA1 - Alpeuregio
CAPITOLO 1: LA POLITICA DELL’UNIONE EUROPEA

1.1. La strategia Europa 2020
La comunicazione della Commissione “Europa 2020. Una strategia per una crescita intelligente,
sostenibile e inclusiva”3 fornisce il quadro di riferimento per le politiche dell’Unione europea nel
decennio 2010-2020. In particolare, si tratta della cosiddetta strategia Europa 2020 che mira a
lasciare alle spalle la crisi e a creare le condizioni favorevoli ad una crescita che sia al tempo stesso
intelligente, sostenibile ed inclusiva. In altre parole, questo significa sviluppare un’economia che sia
basata sulla conoscenza e sull’innovazione, che sia più attenta all’ambiente e che sia caratterizzata
da un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale.
Sulla base di queste tre priorità, distinte ma che si rafforzano reciprocamente, la strategia decennale
si impernia su cinque principali obiettivi che riguardano l'occupazione, l'innovazione, l'istruzione, la
riduzione della povertà nonché i cambiamenti climatici e l'energia. Per favorire la realizzazione di
questi obiettivi, dotati di un’ampia portata, l’Unione europea promuove sette iniziative faro,
ciascuna delle quali permette di catalizzare i progressi relativi a ciascun tema attraverso l’impegno
delle istituzioni comunitarie e degli Stati membri così come il coordinamento dei loro sforzi4.
Pur non essendoci un’iniziativa faro espressamente dedicata all’imprenditoria, e in particolar modo
alla sua promozione, essa emerge come componente fondamentale in molte di queste, dimostrando
di possedere un carattere decisamente trasversale. Per esempio, nella comunicazione della
Commissione relativa alla strategia Europa 2020, e più precisamente nella sezione dedicata alla
descrizione dell’iniziativa “L’Unione dell’innovazione”, si legge che la Commissione si adopererà per
“stimolare l’imprenditoria sostenendo le giovani imprese innovative” e che gli Stati membri
dovranno “imperniare i programmi scolastici su creatività, innovazione e imprenditoria”. Similmente,
nella panoramica dell’iniziativa “Youth on the move” si trova che la Commissione si impegnerà a
“studiare il modo di promuovere l’imprenditoria mediante programmi di mobilità per giovani
professionisti”5.
Non a caso l’imprenditoria è ritenuta cruciale per la ripresa economica, per la creazione di posti di
lavoro, per l’inclusione e la riduzione della povertà così come per l’innovazione e la competitività:
ossia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Pertanto essa è diventata una priorità a
livello europeo dove le istituzioni comunitarie e gli Stati membri stanno adottando delle misure per
incorporarla nei differenti settori, incluso quello dell’educazione6. Questa settore è di competenza
degli Stati membri e pertanto l’Unione europea agisce da catalizzatrice per la promozione
dell’educazione all’imprenditorialità7.

3
  COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA 2020 Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e
inclusiva, COM(2010) 2020 definitivo.
4
  Maggiori informazioni relative alle iniziative faro e all’attuazione della strategia Europa 2020 si possono trovare nella
COM(2010) 2020 definitivo.
5
  COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPA 2020 Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e
inclusiva, COM(2010) 2020 definitivo.
6
  JOINT RESEARCH CENTRE (2015), Entrepreneurship Competence: An overview of existing concepts, policies and
initiatives. Disponibile qui: https://ec.europa.eu/jrc/en/publication/entrepreneurship-competence-overview-existing-
concepts-policies-and-initiatives-final-report.
7
  https://ec.europa.eu/growth/smes/promoting-entrepreneurship/support/education/commission-actions_en.

                                                            3
L'EDUCAZIONE ALL'IMPRENDITORIALITÀ NELL'UNIONE EUROPEA1 - Alpeuregio
1.2. I principali atti delle istituzioni europee sull’educazione all’imprenditorialità
La prima occasione in cui un’istituzione comunitaria ha espresso l’importanza dell’educazione
all’imprenditorialità è stato nel 2003 quando la allora Commissione delle Comunità europee ha
rilasciato il “Libro verde. L’imprenditorialità in Europa”8 che ha tratteggiato nel suo complesso il
fenomeno. Qualche anno più tardi, nel 2006, la raccomandazione del Parlamento europeo e del
Consiglio relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente9 ha identificato il
“senso di iniziativa e di imprenditorialità” come una delle otto competenze chiave necessarie a tutti
i membri di una società fondata sulla conoscenza. Per trasmettere con chiarezza l’essenza di questa
competenza ne ha fornito innanzitutto una definizione dettagliata:
“Il senso di iniziativa e l’imprenditorialità concernono la capacità di una persona di tradurre le idee
in azione. In ciò rientrano la creatività, l'innovazione e l'assunzione di rischi, come anche la capacità
di pianificare e di gestire progetti per raggiungere obiettivi. È una competenza che aiuta gli individui,
non solo nella loro vita quotidiana, nella sfera domestica e nella società, ma anche nel posto di
lavoro, ad avere consapevolezza del contesto in cui operano e a poter cogliere le opportunità che si
offrono ed è un punto di partenza per le abilità e le conoscenze più specifiche di cui hanno bisogno
coloro che avviano o contribuiscono ad un’attività sociale o commerciale. Essa dovrebbe includere la
consapevolezza dei valori etici e promuovere il buon governo.”
Per lo stesso motivo, la raccomandazione ha anche indicato le conoscenze, le abilità e le attitudini
associate a tale competenza. Tra queste rientrano, per esempio: lo spirito di iniziativa; l’abilità di
identificare le opportunità disponibili; la capacità di lavorare individualmente e in gruppo, di
individuare i propri punti di forza e di debolezza e di soppesare, e all’occorrenza, assumere i rischi;
la motivazione e la determinazione a raggiungere obiettivi10.
Un successivo e parimenti fondamentale atto sul tema dell’educazione all’imprenditorialità è
rappresentato dalla comunicazione della Commissione “Piano d’azione imprenditorialità 2020.
Rilanciare lo spirito imprenditoriale in Europa”11 del gennaio 2013. In sostanza, essa insiste sul fatto
che l’imprenditorialità costituisce un potente volano per la crescita economica e per l’occupazione,
dal momento che è all’origine di nuove imprese e di nuovi posti di lavoro, apre nuovi mercati e
alimenta nuove competenze e capacità.
Allo stesso tempo, però, la comunicazione avverte di alcune criticità: a partire dal 2004 la
proporzione dei cittadini europei che preferiscono il lavoro autonomo a quello subordinato si è
ridotta, posizionandosi nettamente al di sotto di quelle di Stati Uniti e Cina, mentre le nuove imprese
europee crescono più lentamente di quelle statunitensi e di quelle situate nei Paesi emergenti. Oltre
a ciò, il documento riporta che, in generale, i potenziali imprenditori dell’Unione europea si trovano
in un contesto difficile caratterizzato da sistemi d’istruzione che non offrono le basi per una carriera
imprenditoriale, da difficoltà di accesso al credito e ai mercati, da ostacoli nel trasferimento di
imprese, dal timore di sanzioni punitive nell’eventualità di fallimento nonché da procedure

8
  LIBRO VERDE L’imprenditorialità in Europa, COM(2003) 27 definitivo.
9
  RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO relativa a competenze chiave per l’apprendimento
permanente, (2006, 962, CE).
10
   Ibidem.
11
   COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E
SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Piano d’azione imprenditorialità 2020. Rilanciare lo spirito
imprenditoriale in Europa, COM(2012) 795 final.

                                                   4
L'EDUCAZIONE ALL'IMPRENDITORIALITÀ NELL'UNIONE EUROPEA1 - Alpeuregio
amministrative onerose. Infine, riconosce la presenza di una diffusa cultura che non riconosce o non
compensa a sufficienza gli sforzi imprenditoriali.
Di conseguenza, per far fronte alle suddette sfide e per catalizzare un’azione incisiva e congiunta
volta a sprigionare le potenzialità imprenditoriali europee, il Piano d’azione imprenditorialità 2020
ha proposto tre ambiti di intervento immediato, il primo dei quali riguarda espressamente la
formazione all’imprenditorialità. Difatti, viene qui sottolineato che l’investimento nell’educazione
all’imprenditorialità rappresenta uno dei più produttivi che l’Europa possa fare. Si legge:
“Indipendentemente dal fatto che procedano poi a fondare una propria azienda o un'impresa sociale,
i giovani che beneficiano di un apprendimento per l'imprenditoria sviluppano la conoscenza del
mondo degli affari e competenze e attitudini essenziali tra cui creatività, spirito di iniziativa, tenacia,
lavoro di squadra, conoscenza dei rischi nonché senso di responsabilità. Questa è la forma mentis
imprenditoriale che aiuta gli imprenditori a trasformare idee in fatti e accresce inoltre notevolmente
l'occupabilità”12.
Questa concezione trova conferma nella comunicazione della Commissione “Una nuova agenda
per le competenze per l’Europa. Lavorare insieme per promuovere il capitale umano, l’occupabilità
e la competitività”13 pubblicata nel settembre 2016. Si tratta di un’iniziativa di grandissima rilevanza
che evidenzia l’importanza delle competenze per l’occupabilità, la prosperità e l’innovazione e che
riconosce la persistenza di molteplici ostacoli, quali, nel caso dell’imprenditorialità, la mancanza di
una concezione comune e di un’educazione consolidata nei sistemi di istruzione.
Pertanto, questa nuova agenda per le competenze si propone di rafforzare e, in alcuni casi, di
razionalizzare le iniziative esistenti per favorire ed accelerare il miglioramento auspicato,
concentrandosi su tre filoni di attività principali: i) accrescere la qualità e la pertinenza della
formazione delle competenze; ii) rendere le competenze e le qualifiche più visibili e comparabili; iii)
migliorare l’analisi del fabbisogno di competenze e le informazioni correlate per migliorare le scelte
professionali. Nel primo rientra la proposta della Commissione, prevista per il quarto trimestre del
2017, relativa alla revisione delle competenze chiave per l’apprendimento permanente, con
particolare attenzione alla promozione dello spirito imprenditoriale, e dei relativi quadri europei di
riferimento14.

 Box 1.2. Gli studi sull’educazione all’imprenditorialità promossi dalla Commissione
 Per contribuire alla promozione dell’imprenditorialità la Commissione sostiene studi sul tema.
 Due di questi risultano particolarmente significativi:
     •   “Entrepreneurship Education: A road to success. A compilation of evidence on the
         impact of entrepreneurship education strategies and measures”15 del 2015: si tratta di
         una mappatura degli studi condotti in Europa e altrove sull’impatto dell’educazione

12
   Ibidem.
13
   COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E
SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Una nuova agenda per le competenze per l’Europa. Lavorare insieme
per promuovere il capitale umano, l’occupabilità e la competitività, COM(2016) 381 final/2.
14
   Ibidem.
15
   Disponibile qui: http://ec.europa.eu/growth/tools-databases/newsroom/cf/itemdetail.cfm?item_id=8056&lang=en.

                                                      5
L'EDUCAZIONE ALL'IMPRENDITORIALITÀ NELL'UNIONE EUROPEA1 - Alpeuregio
all’imprenditorialità. Ciò che emerge è che questa ha un impatto positivo non solo sui
          partecipanti ma anche sugli istituti di istruzione, sull’economia e sulla società.
      •   “Entrepreneurship Education at School in Europe”16 del 2016: questa relazione si
          concentra sull’educazione all’imprenditorialità nell’istruzione primaria e secondaria
          nonché nella formazione professionale scolastica e fornisce informazioni dettagliate e
          aggiornate su strategie, programmi e risultati dell’apprendimento. Cerca inoltre di colmare
          le lacune riscontrate nella ricerca e nell’informazione affrontando temi come partenariati,
          valutazione dei risultati dell’apprendimento, formazione degli insegnanti e meccanismi di
          finanziamento.

1.3. Lo strumento di riferimento: Entrepreneurship Competence Framework
Nonostante il forte interesse attorno allo sviluppo delle capacità imprenditoriali, a distanza di dieci
anni dalla raccomandazione del 2006 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento
permanente mancavano ancora una comprensione completa e condivisa degli elementi distintivi
dell’imprenditorialità come competenza nonché degli esaurienti descrittori dei risultati
dell’apprendimento nel campo dell’educazione all’imprenditorialità.
Per ovviare a queste lacune e, più in generale, per dare un sostegno maggiore allo sviluppo di tale
competenza, nel giugno del 2016 il Centro comune di ricerca17, per conto della Direzione Generale
Occupazione, Affari sociali e Inclusione, ha rilasciato il cosiddetto Entrepreneurship Competence
Framework (EntreComp), ossia lo strumento comune di riferimento per ogni iniziativa intesa a
promuovere l’educazione all’imprenditorialità.
Composto da 3 aree di competenza, 15 competenze, un modello di progressione di 8 livelli e
un’esauriente lista di 442 risultati di apprendimento, tale strumento costituisce una fonte flessibile
di ispirazione che può essere adattata e successivamente applicata in diversi contesti. Per esempio,
può ispirare la riforma dei programmi nella formazione formale, la progettazione di esperienze
imprenditoriali pratiche in contesti formativi non formali e lo sviluppo di strumenti dedicati ai
cittadini per auto-valutare le proprie abilità imprenditoriali. Anzi, si insiste proprio sul fatto che
EntreComp rappresenta non uno strumento standard da applicare interamente, bensì uno
strumento di riferimento da consultare al bisogno e di cui appropriarsi, individuando e poi
sviluppando su misura le componenti più utili ai fini di ogni singola iniziativa18.

Box 1.3. Esempi di appropriazione di EntreComp
Se al momento della sua pubblicazione, EntreComp, che è il risultato di una solida metodologia di
ricerca e di numerose consultazioni di un vasto ed eterogeneo gruppo di esperti, non era stato
ancora adattato e testato in contesti reali, oggi, a distanza di un anno, si possono individuare alcuni

16
   Disponibile qui: http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/thematic_reports/135EN.pdf.
17
   Il Centro comune di ricerca, in inglese Joint Research Centre, è il servizio scientifico interno della Commissione europea
che fornisce supporto al processo decisionale dell’Unione europea mediante consulenze scientifiche indipendenti e
basate su prove concrete.
18
   EntreComp: The Entrepreneurship Competence Framework, JRC Science for Policy Report, 2016. Disponibile qui:
http://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/bitstream/JRC101581/lfna27939enn.pdf.

                                                             6
L'EDUCAZIONE ALL'IMPRENDITORIALITÀ NELL'UNIONE EUROPEA1 - Alpeuregio
esempi di appropriazione di tale strumento, ossia delle iniziative di educazione
all’imprenditorialità che si basano su di esso: un MOOC (Massive Open Online Courses) per
insegnanti sviluppato da European Schoolnet; un percorso formativo nelle carceri inglesi volto alla
creazione di imprese promosso da Sfedi Group; il dottorato in Educazione della University of Wales.
Questi esempi di appropriazione sono stati presentati in occasione di “DigComp and EntreComp
Stakeholders Event”, l’evento dedicato all’educazione digitale e imprenditoriale organizzato dalla
Commissione europea e svoltosi a Bruxelles nella giornata del 12 maggio 201719.

Primo passo per l’elaborazione dell’Entrepreneurship Competence Framework è stata la
concettualizzazione dell’imprenditorialità come competenza. Questa è intesa come una
competenza trasversale chiave applicabile ad individui e gruppi in tutte le sfere della vita e viene
definita come segue: “Imprenditorialità significa agire sulle opportunità e sulle idee per trasformarle
in valore per gli altri. Il valore che si crea può essere finanziario, culturale o sociale.”20 Tale definizione
si focalizza sulla creazione di valore, indipendentemente dal tipo di valore e dal contesto, che può
essere il privato, il pubblico e il terzo settore nonché qualsiasi combinazione ibrida dei tre, e di
conseguenza racchiude diversi tipi di imprenditorialità, inclusa quella sociale. La competenza
imprenditoriale permette ai cittadini di coltivare il loro sviluppo personale, di contribuire
attivamente allo sviluppo sociale, di (ri)entrare nel mercato del lavoro come dipendenti o come
lavoratori autonomi, di avviare o ingrandire imprese che possono avere uno scopo culturale, sociale
o commerciale.
Il modello concettuale di EntreComp è costituito da due dimensioni principali: i) le 3 aree di
competenza, “idee e opportunità”, “risorse” e “in azione”, che sottolineano la competenza
imprenditoriale come la capacità di trasformare idee e opportunità in azione attraverso la
mobilitazione di risorse, che possono essere personali (consapevolezza di sé, motivazione,
perseveranza), materiali (mezzi di produzione e risorse finanziarie) o immateriali (specifiche
conoscenze, abilità e attitudini); ii) le 15 competenze, ripartite nelle tre aree di competenza, che
insieme costituiscono i mattoni dell’imprenditorialità e che vengono dettagliatamente descritte
nella tabella 1 in allegato che per ciascuna di esse fornisce un suggerimento o un’esortazione a
metterla in pratica e un descrittore che la scompone nei suoi aspetti fondamentali.

19
     Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina dell’evento al seguente link
http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=88&eventsId=1209&furtherEvents=yes dove sono reperibili le
presentazioni dei tre esempi di appropriazione (Parallel Session 2).
20
   FFE-YE. (2012). Impact of Entrepreneurship Education in Denmark – 2011. In L. Vestergaard, K. Moberg & C. Jørgensen
(Eds.). Odense: The Danish Foundation for Entrepreneurship – Young Enterprise. Disponibile qui:
http://www.cise.es/wp-content/uploads/2013/03/5.-impact_of_entrepreneurship_education_in_denmark_2011.pdf.

                                                          7
L'EDUCAZIONE ALL'IMPRENDITORIALITÀ NELL'UNIONE EUROPEA1 - Alpeuregio
Le 3 aree di competenza così come le 15 competenze sono strettamente intrecciate al proprio
interno e tra di loro e devono
essere trattate come parti del
tutto. Questo emerge visivamente
nel grafico a torta dove le sezioni
che     rappresentano       le     15
competenze, che sono colorate in
base all’area a cui appartengono
(in blu quelle in “Idee e
opportunità”, in arancione in
“Risorse” e in verde in “In azione”)
sono circondate da tre anelli, ossia
le tre aree di competenza, per
formare così la competenza
imprenditorialità. Ad esempio, la
creatività è presentata come una
delle competenze nelle idee e
opportunità, anche se il processo
creativo comporta sia l’uso delle
risorse che la capacità di agire sulle
idee per plasmare il loro valore.
Inoltre, l’Entrepreneurship Competence Framework fornisce un modello di progressione per lo
sviluppo della competenza imprenditoriale nonché degli esaurienti descrittori dei risultati di tale
apprendimento. Quanto al primo, esso è costituito da quattro livelli principali, suddivisi a loro volta
in due sottolivelli, come illustrato dalla tabella 2 in allegato. Tali livelli sono: i) base, quando il valore
imprenditoriale è creato con il sostegno esterno; ii) intermedio, quando il valore viene creato con
crescente autonomia; iii) avanzato, quando viene sviluppata la responsabilità di trasformare le idee
in azione; iv) esperto, quando il valore creato ha un impatto considerevole nel suo ambito di
riferimento. Questo modello di progressione vuole essere esaustivo e adattabile alle varie esigenze
ma non prescrittivo: infatti, non suggerisce che tutti gli allievi debbano acquisire il massimo livello
di conoscenza in ciascuna competenza o che debbano raggiungere lo stesso livello tra le diverse
competenze.
Per quanto riguarda i risultati di apprendimento, essi sono affermazioni di quanto un allievo sa,
capisce ed è in grado di fare al termine della formazione e sono considerati cruciali per rendere
effettivo il quadro di riferimento. I 442 risultati di apprendimento intendono fungere da base
esauriente per lo sviluppo di risultati di apprendimento specifici a ciascun contesto di applicazione21.
Per avere una visione d’insieme di questo esaustivo ma complesso quadro di riferimento si riporta
di seguito la tabella 3 riassuntiva, nella quale figurano le 3 aree di competenza e tutte le 15
competenze che vengono però sviluppate solamente sui primi tre livelli di conoscenza, dal momento
che quello esperto va ben oltre la media. Per il quadro di riferimento completo si rimanda alla tabella
4 in allegato.

21
     EntreComp: The Entrepreneurship Competence Framework, JRC Science for Policy Report, 2016.

                                                          8
L'EDUCAZIONE ALL'IMPRENDITORIALITÀ NELL'UNIONE EUROPEA1 - Alpeuregio
Tabella 3: EntreComp – l’overview del framework

                       9
L'EDUCAZIONE ALL'IMPRENDITORIALITÀ NELL'UNIONE EUROPEA1 - Alpeuregio
Fonte: EntreComp: The Entrepreneurship Competence Framework, JRC Science for Policy Report, 2016, pag 18-19.

                                                     10
1.4. La promozione dell’imprenditoria sociale
Ad oggi, la più completa iniziativa politica dell’Unione europea che mira a promuovere lo sviluppo
dell’imprenditoria sociale attraverso l’intero continente è rappresentata dall’“Iniziativa per
l’imprenditoria sociale. Costruire un ecosistema per promuovere le imprese sociali al centro
dell’economia e dell’innovazione sociale”22, lanciata dalla Commissione nell’ottobre del 2011. Data
la mancanza di una definizione universale di questa particolare tipologia di impresa e la molteplicità
delle normative da cui essa viene disciplinata (cooperative, fondazioni, associazioni, mutue...),
l’impresa sociale viene qui intesa come “un attore dell’economia sociale il cui principale obiettivo
non è generare utili per i suoi proprietari o azionisti, ma esercitare un impatto sociale. Essa opera sul
mercato producendo beni e servizi in modo imprenditoriale e innovativo e destinando i propri utili
principalmente alla realizzazione di obiettivi sociali. È gestita in modo responsabile e trasparente, in
particolare coinvolgendo dipendenti, clienti e altri soggetti interessati dalle sue attività
commerciali.”23
Inoltre, questa impresa è dotata di numerose potenzialità: ad esempio, è spesso più produttiva e
competitiva di quanto si creda grazie al fortissimo impegno personale dei dipendenti e alle migliori
condizioni di lavoro che offre. Oltre a ciò, si rivela particolarmente preziosa agli obiettivi della
strategia Europa 2020: rispondendo con l’innovazione sociale ai bisogni non ancora soddisfatti,
contribuisce ad una crescita intelligente; tenendo conto del suo impatto ambientale e della sua
visione di lungo termine, origina una crescita sostenibile; focalizzandosi sull’aspetto umano e sulla
coesione sociale, funge da motore per una crescita inclusiva.
Tuttavia, questo potenziale continua ad essere sottoutilizzato a causa di una serie di ostacoli a cui
l’imprenditoria sociale è confrontata e che sono essenzialmente riconducibili al suo scarso
riconoscimento, alle difficoltà che incontra nel reperire finanziamenti e ad un quadro normativo a
livello europeo e nazionale che non sempre tiene sufficientemente conto delle sue specificità.
È proprio per superare queste sfide che la Commissione ha promosso l’Iniziativa per l’imprenditoria
sociale che intende migliorare a livello pratico la situazione delle imprese sociali attraverso tre linee
d’intervento che mirano rispettivamente a dare loro maggiore visibilità, ad agevolare l’accesso ai
finanziamenti e ad ottimizzare il quadro giuridico. All’interno dell’azione per accrescere la visibilità
dell’imprenditoria sociale ricadono anche gli sforzi per promuovere questa forma di impresa, in
particolar modo presso le giovani generazioni, e per trasmettere le competenze necessarie alla
loro gestione e crescita24.
Anche il successivo “Piano d’azione imprenditorialità 2020. Rilanciare lo spirito imprenditoriale in
Europa”25 conferma questa visione, insistendo che bisogna far sì che diventare imprenditore sia una
prospettiva attraente per i cittadini europei. In ciò rientra anche l'imprenditoria sociale che, come

22
   COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E
SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Iniziativa per l’imprenditoria sociale, Costruire un ecosistema per
promuovere le imprese sociali al centro dell’economia e dell’innovazione sociale, COM(2011) 682 definitivo.
23
   Ibidem.
24
   Ibidem.
25
   COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E
SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Piano d’azione imprenditorialità 2020. Rilanciare lo spirito
imprenditoriale in Europa, COM(2012) 795 final.

                                                      11
riportato da questa comunicazione, presenta un’ulteriore potenzialità: quella di essere
maggiormente resiliente alla crisi rispetto alla situazione generale dell'economia26.

Box 1.4. Gli studi sull’imprenditoria sociale promossi dalla Commissione
Muovendosi in sintonia con la linea di intervento dell’Iniziativa per l’imprenditoria sociale relativa
al miglioramento della sua visibilità, la Commissione europea ha sostenuto una serie di studi che
approfondiscono e fanno chiarezza su questo fenomeno. Particolarmente significativi sono:
    • “Social economy and social entrepreneurship – Social Europe Guide Volume 4”27 del 2013:
        la guida descrive le tradizionali forme organizzative del settore dell’economia sociale e il
        recente fenomeno dell’imprenditoria sociale; spiega le principali sfide riscontrate in questo
        contesto nonché le azioni politiche e gli strumenti utilizzati dall’Unione europea; fornisce
        esempi di best practices rintracciabili nei Paesi membri.
    • “A map of social enterprises and their eco-systems in Europe”28 del 2015: l’indagine
        tratteggia le caratteristiche principali delle imprese sociali negli Stati membri utilizzando
        una definizione e un approccio comuni e riporta le politiche nazionali così come i quadri
        normativi riguardo le imprese sociali, presentando inoltre best practices per accelerare la
        crescita di tale settore. A questo studio è seguito “Social enterprises and their Eco-systems:
        Developments in Europe”29 del 2016 che ha migliorato la qualità di sette dei 29 rapporti
        nazionali, tra cui quello italiano.

1.5. Gli sviluppi attesi nel breve periodo
Al momento sembra esserci particolare attenzione attorno al tema dell’educazione
all’imprenditorialità, così come dimostrato dalle iniziative in programma nei prossimi mesi.
Innanzitutto, come già riportato sopra, nel quarto trimestre del 2017 è prevista dalla comunicazione
della Commissione “Una nuova agenda per le competenze per l’Europa. Lavorare insieme per
promuovere il capitale umano, l’occupabilità e la competitività” l’adozione di una proposta della
Commissione relativa alla revisione delle competenze chiave per l’apprendimento permanente,
che prevede di dedicare particolare attenzione alla promozione dello spirito imprenditoriale30.
Similmente, passi avanti sono attesi anche attorno al recentissimo quadro europeo di riferimento
per la competenza imprenditorialità. Infatti, in occasione dell’evento organizzato nel maggio 2017
dalla Commissione riguardo DigComp ed EntreComp è stato annunciato che entro la fine dell’anno
corrente verrà rilasciata una guida sviluppata per aiutare i diversi utenti ad applicare
l’Entrepreneurship Competence Framework. Inoltre, entro la metà del 2018 sarà pronto uno

26
   Ibidem.
27
   Disponibile qui: http://www.euricse.eu/wp-content/uploads/2015/03/social-economy-guide.pdf.
28
   Disponibile qui: http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=89&newsId=2149.
29
   Disponibile qui: http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=738&langId=en&pubId=7934&furtherPubs=yes.
30
   COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E
SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Una nuova agenda per le competenze per l’Europa. Lavorare insieme
per promuovere il capitale umano, l’occupabilità e la competitività, COM(2016) 381 final/2.

                                                     12
strumento di auto-valutazione della competenza imprenditorialità basato su EntreComp e
utilizzabile in vario modo per accertare le competenze e le attitudini degli individui31.

31
  Sviluppi annunciati in occasione del “DigComp and EntreComp Stakeholders Event”, l’evento dedicato all’educazione
digitale e imprenditoriale organizzato dalla Commissione europea e svoltosi a Bruxelles nella giornata del 12 maggio
2017. Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina dell’evento al seguente link
http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=88&eventsId=1209&furtherEvents=yes

                                                        13
CAPITOLO 2: I PROGRAMMI DI FINANZIAMENTO DELL’UNIONE EUROPEA

Oltre alla definizione delle linee politiche, un’altra modalità attraverso cui l’Unione europea
favorisce e sostiene l’educazione all’imprenditorialità è attraverso le diverse tipologie di programmi
di finanziamento. Di seguito vengono presentate le opportunità di finanziamento di progetti intesi a
promuovere e rafforzare l’educazione all’imprenditorialità all’interno dei programmi a gestione
diretta (COSME e Erasmus per giovani imprenditori; Erasmus+) e di quelli di cooperazione territoriale
(Interreg Central Europe; Interreg Europe).

2.1. Programma COSME e programma Erasmus per giovani imprenditori
COSME è il programma dell’Unione europea per la competitività delle imprese e le piccole medie
imprese, finalizzato in particolar modo a: i) agevolare l’accesso ai finanziamenti; ii) sostenere
l’internazionalizzazione e l’accesso ai mercati; iii) creare un ambiente favorevole alla competitività;
iv) incoraggiare l’imprenditorialità e la cultura imprenditoriale. Per quanto concerne quest’ultimo
obiettivo, particolarmente significativo ai fini della presente trattazione, il programma sostiene
un’ampia gamma di attività, tra cui le iniziative di mobilità e di scambio, la ricerca e la diffusione di
buone pratiche. In queste iniziative rientrano anche i progetti pilota in ambiti come l’educazione
all’imprenditorialità, il tutoraggio o lo sviluppo di servizi di orientamento per imprenditori nuovi e
potenziali32.
COSME, che copre il periodo 2014-2020, è dotato di un bilancio di 2,3 miliardi di euro e viene
implementato attraverso un programma di lavoro annuale strutturato in base alle quattro aree di
intervento sopra delineate. Quello per il 2017, così come quelli per gli anni precedenti, sono
disponibili al seguente link: https://ec.europa.eu/growth/smes/cosme/programming-monitoring-
evaluation_it.

Box 2.1.1. Un esempio di progetto finanziato dal programma COSME
Entrepreneurship Education Hub (EE-HUB)33 è un progetto di durata triennale (2015-2018)
promosso da quattro partner (Junior Achievement Young Enterprise Europe, Eurochambres, Seecel
e EuproVET) e finalizzato a generare almeno 25 buone pratiche e 85 attività di sensibilizzazione
nonché ad accrescere il numero dei suoi membri. La rete si propone di fungere da organo
consultabile da politici e istituzioni comunitarie al fine di diffondere le buone pratiche che
concernono le strategie nazionali. Vuole anche aumentare lo scambio di informazioni ed esperienze
e migliorare la coerenza e le sinergie delle numerose iniziative del settore. Infine, il progetto conta
di rendere possibile la collaborazione tra i vari stakeholder per accrescere la diffusione
dell’educazione all'imprenditorialità in Europa.
I progetti finanziati dal programma si possono consultare sul database disponibile al seguente link:
https://ec.europa.eu/easme/en/cosme-data-hub.

32
     “COSME Il programma europeo per le PMI” disponibile qui: http://ec.europa.eu/DocsRoom/documents/9783.
33
     Per maggiori informazioni consultare il seguente link: https://cosme.easme-web.eu/?p=653176.

                                                        14
Tra le molteplici attività che COSME sostiene nell’ambito della promozione dell’imprenditorialità e
della cultura imprenditoriale, grande rilievo è dato a Erasmus per giovani imprenditori34, un sistema
di scambio transfrontaliero volto ad aiutare i neo-imprenditori35 e gli aspiranti imprenditori36 ad
acquisire le competenze necessarie per gestire ed espandere un’impresa. Il programma offre loro
l’opportunità di recarsi in un altro Paese, per un periodo da uno a sei mesi, per lavorare accanto ad
un imprenditore già affermato. Ciò rafforza le loro competenze professionali e incoraggia il
trasferimento transfrontaliero di conoscenze ed esperienze tra imprenditori37. Inoltre, permette loro
di assimilare pratiche imprenditoriali innovative, sviluppare nuovi prodotti e servizi ed entrare in
nuovi mercati nazionali38.
Il compito di stabilire i contatti tra i nuovi imprenditori e quelli esperti è affidato alle organizzazioni
intermediarie (camere di commercio e industria, centri che aiutano le imprese in fase di avviamento,
incubatori ecc.), cioè a quegli enti impegnati a promuovere l’imprenditorialità a livello europeo,
nazionale o locale. Più precisamente, queste organizzazioni sono riunite in partenariati che sono
selezionati dalla Commissione europea tramite call for proposals e sono formati da numerosi partner
provenienti da diversi Stati membri. Tali partenariati hanno la responsabilità di facilitare relazioni di
successo tra imprenditori nuovi ed esperti e di offrire servizi di abbinamento, come la promozione,
il reclutamento e la convalida delle candidature, la facilitazione dei contatti, l’emissione dei contratti
e il supporto logistico. Ogni relazione tra un nuovo imprenditore e un imprenditore esperto necessita
di due organizzazioni intermediarie, una in qualità di ente di contatto per il primo e l’altra in qualità
di ente di contatto per il secondo, dal momento che i due imprenditori devono provenire da due
Paesi diversi.
Al fine di coprire i costi di viaggio e le spese di sostentamento durante l’intero periodo della visita, i
nuovi imprenditori beneficiano di un sostegno finanziario che viene pagato dall’organizzazione
intermediaria presso la quale hanno presentato la propria candidatura39.
È opportuno notare che, sebbene il beneficio maggiore di Erasmus per giovani imprenditori sia
logicamente pensato per i neo-imprenditori o aspiranti tali, anche gli imprenditori affermati
traggono importanti vantaggi da queste esperienze di scambio, per esempio, avendo l’occasione di
ottenere punti di vista diversi e idee innovative e di rafforzare le proprie imprese ed espanderle in
altri mercati nazionali.

34
   Il sito ufficiale del programma è raggiungibile qui: http://www.erasmus-entrepreneurs.eu/index.php?lan=it.
35
    La definizione di neo-imprenditore non pone limiti di età. Si riferisce a chiunque abbia avviato un’attività
imprenditoriale da massimo tre anni.
36
   È considerato tale chiunque non abbia avviato un’attività imprenditoriale ma abbia sviluppato un business plan.
37
   “COSME Il programma europeo per le PMI” disponibile qui: http://ec.europa.eu/DocsRoom/documents/9783.
38
    “Cinque anni di Erasmus per giovani imprenditori” disponibile qui: https://publications.europa.eu/fr/publication-
detail/-/publication/52d2df6f-fd5c-41dc-8f1c-1c18bf46defd.
39
       Erasmus for Young Entrepreneurs Programme Guide disponibile qui: http://www.erasmus-
entrepreneurs.eu/upload/Programme%20Guide%20EN%20May%202015.pdf.

                                                         15
Box 2.1.2. Esperienze individuali realizzate grazie ad Erasmus Giovani Imprenditori
Fin dal suo avvio nel 2009 il programma ha beneficiato migliaia di imprenditori, nuovi ed esperti.
Di seguito si riportano alcune storie di successo40.
    • Sébastien Aubert inizia la sua carriera con la creazione di Ad Astra Films, una casa di
         distribuzione con sede a Cannes. Ha imparato molto da solo, ma senza esperienza nel
         settore né formazione sul campo fa molti errori evitabili. Poi partecipa al programma che lo
         porta a Berlino dove, lavorando con un produttore di successo, capisce meglio i meccanismi
         di finanziamento, incontra persone chiave nel mondo del cinema e migliora le sue capacità
         di comunicazione. Ciò gli consente di realizzare vari lungometraggi, aumentare il fatturato
         annuo del 20%, assumere nuovi dipendenti e iniziare un’intensa collaborazione con
         l’imprenditore che lo ha ospitato.
    • Dimitra Didangelou è una specialista in psicologia. La scadenza del suo contratto di lavoro
         segna il momento giusto per creare la sua impresa volta ad offrire servizi di terapia ai
         disoccupati. Grazie allo scambio di tre mesi in una società di produzione di Nicosia (Cipro)
         acquisisce competenze nell’organizzazione di eventi e nella realizzazione di video, sviluppa
         la capacità di utilizzare le nuove tecnologie e costruisce una rete di contatti professionali.
         Tornata in Grecia, Dimitra apre PSY-CHE, un’impresa che offre servizi di assistenza
         psicologica virtuali mediante pubblicazioni e seminari online ed eventi che lei stessa
         organizza ad Atene. L’impresa ha assunto un dipendente e ha in programma di offrire i suoi
         servizi anche a Cipro.
    • Tim Lagerpusch è un imprenditore tedesco che ha co-fondato SugarTrends, un mercato
         online che offre prodotti di negozi locali di tutto il mondo. L’impresa, intenzionata a
         sviluppare ulteriormente l’attività, trova le abilità e le competenze che stava cercando nel
         neo-imprenditore di Lisbona, Diogo Cruz, laureato in ingegneria gestionale. Grazie allo
         scambio, SugarTrends amplia notevolmente la sua visibilità e attrae 35 nuovi negozi locali
         sulla piattaforma, con un incremento del fatturato del 300% nella fase iniziale. I due
         imprenditori continuano a lavorare allo sviluppo di SugarTrends per renderla un’impresa di
         livello internazionale.
Altre storie di successo del programma possono essere reperite sul sito del programma al seguente
link: http://www.erasmus-entrepreneurs.eu/page.php?cid=9.

2.2. Programma Erasmus+
Erasmus+ è il programma dell'Unione europea nei settori dell'istruzione, della formazione, della
gioventù e dello sport per il periodo 2014-2020 che combina e integra tutti i meccanismi di
finanziamento attivi fino al 2013 in questi settori. In questo modo esso si avvale dei risultati di oltre
25 anni di esperienza e permette di offrire una visione d’insieme delle opportunità di sovvenzione
disponibili, di facilitare l’accesso e promuovere le sinergie tra i diversi settori, di attrarre nuovi attori
dal mondo del lavoro e della società civile e di stimolare nuove forme di cooperazione. Con una
dotazione finanziaria complessiva di 14,7 miliardi di euro per sette anni (2014-2020), il programma

40
  “Cinque anni di Erasmus per giovani imprenditori” disponibile qui: https://publications.europa.eu/fr/publication-
detail/-/publication/52d2df6f-fd5c-41dc-8f1c-1c18bf46defd.

                                                          16
attua tre azioni chiave: i) mobilità individuale; ii) collaborazione in materia di innovazione e
scambio di buone pratiche; iii) sostegno alla riforma delle politiche.
Particolarmente rilevante per il tema in trattazione risulta la seconda azione chiave che intende
produrre un impatto positivo in diversi ambiti, incluso quello della promozione del senso di iniziativa
e dell’imprenditorialità. Questo obiettivo viene raggiunto attraverso tre delle azioni che tale azione
chiave sostiene.
La prima concerne i partenariati strategici, i quali, aperti ad ogni tipo di organizzazione attiva in
qualsiasi settore dell'istruzione, della formazione e della gioventù, nonché alle organizzazioni che
svolgono attività trasversali ai diversi settori (enti locali e regionali, centri di riconoscimento e
certificazione, camere di commercio, organizzazioni professionali…), mirano a sostenere lo sviluppo,
il trasferimento e/o l'attuazione di pratiche innovative, l'attuazione di iniziative congiunte e la
promozione dell'apprendimento tra pari e gli scambi di esperienze a livello europeo.
La seconda permette di creare delle alleanze per la conoscenza che intendono rafforzare la capacità
di innovazione dell'Europa e la promozione dell'innovazione nell'istruzione superiore, nel mondo del
lavoro e in un ambiente socioeconomico più ampio. Queste si prefiggono di raggiungere uno o più
dei seguenti obiettivi: sviluppare approcci nuovi, innovativi e multidisciplinari per l'insegnamento e
l'apprendimento; stimolare l'imprenditorialità e le abilità imprenditoriali del personale docente
dell'istruzione superiore e del personale delle imprese; facilitare lo scambio, il flusso e la creazione
congiunta delle conoscenze.
La terza riguarda lo sviluppo delle capacità nel settore della gioventù promuovendo la cooperazione
e gli scambi, migliorando la qualità e il riconoscimento delle varie attività e favorendo la mobilità
internazionale tramite progetti di cooperazione transnazionale basati su partenariati tra le
organizzazioni attive nel settore della gioventù, ma anche in quelli dell'istruzione, della formazione
e di altri settori socio-economici41.

Box 2.2. Esempi di progetti finanziati dal Programma Erasmus+
   • Competendo42: guidato da MitOst (Germania), il progetto vuole rispondere a queste
       domande: come si può ispirare lo sviluppo personale, professionale e della società? E come
       si possono favorire iniziative relative all’azione sociale e imprenditoriale? Il progetto mira
       ad accrescere la qualità della formazione e ad apportarvi ispirazione e autenticità,
       concentrandosi sull’educazione basata sulle competenze chiave e sviluppando metodi ed
       approcci innovativi per formatori, insegnanti e facilitatori. Ad oggi sono stati prodotti tre
       libri, disponibili online:
            - “Steps toward action: Empowerment for self-responsible initiative. Help your
                 learners to discover their vision and to turn it into concrete civic engagement”
            - “Holistic Learning: Planning experiential, inspirational and participatory learning
                 processes”

41
      Erasmus+        Guida     al   programma,       disponibile     qui:  http://ec.europa.eu/programmes/erasmus-
plus/sites/erasmusplus/files/files/resources/erasmus-plus-programme-guide_it.pdf.
42
   Practice into Policy: Entrepreneurial Learning! Collated Project Summaries, disponibile qui: https://bantani.com/wp-
content/uploads/2017/03/PiPEnt-2017-Project-Summaries.pdf.

                                                          17
-“Facilitation Step-by-step: A self-learning portfolio tool for facilitators in non-formal
                education”
    • EntrInno - Online Game for Entrepreneurship and Innovation43: affronta il bisogno di
       rivisitare le nozioni di imprenditorialità e innovazione come forze trainanti di una nuova
       cultura europea. Centre for Advancement of Research and Development in Educational
       Technology – CARDET è alla guida del progetto il cui obiettivo principale è sviluppare un
       gioco online per educare giovani adulti e fornire loro competenze trasversali come
       imprenditorialità e innovazione, così come competenze base quali alfabetizzazione digitale,
       comunicazione e abilità relazionali.
    • LIFE SKILLS – Learning Innovation through Foreign Languages and Entrepreneurship
       Skills44: guidato da Ville de Grand-Bourg, Marie Galante (Francia), il progetto promuove la
       mobilità dei giovani e l’apprendimento di nuove competenze (fiducia in se stessi,
       imprenditorialità, lingue straniere, mentalità aperta…) attraverso progetti imprenditoriali
       sviluppati in classe in lingua straniera.
Per individuare ulteriori progetti finanziati dal programma si rimanda al database ufficiale,
disponibile al seguente link: http://ec.europa.eu/programmes/erasmus-plus/projects/.

2.3. Programma Interreg Central Europe
Interreg Central Europe è un programma di cooperazione transnazionale che coinvolge nove Stati
situati nell’Europa centrale: Austria, Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia,
Ungheria, Germania (Baden-Württemberg, Bayern, Berlin, Brandenburg, Mecklenburg,
Vorpommern, Sachsen, Sachsen-Anhalt, Thüringen) e Italia (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia,
Liguria, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Provincia Autonoma di Trento, Provincia
Autonoma di Bolzano). Esso è finalizzato a favorire e sostenere la cooperazione transnazionale per
affrontare insieme le sfide comuni, che sono state tradotte nelle quattro seguenti priorità: i)
innovazione e sviluppo della conoscenza; ii) città e regioni a basse emissioni di carbonio; iii) risorse
naturali e culturali; iv) trasporti e mobilità.
All’interno della prima priorità si individua l’obiettivo specifico 1.2 che è espressamente volto a
migliorare le competenze imprenditoriali dei cittadini al fine di far progredire l’innovazione
economica e sociale di queste regioni. In particolare, grazie agli scambi e all’apprendimento
reciproci, la cooperazione transnazionale permette di sviluppare sistemi di apprendimento
innovativi che possono contribuire al rafforzamento e alla diffusione di una cultura, di una mentalità
e di competenze imprenditoriali e favorire così l’innovazione economica e sociale.
La partecipazione al programma avviene attraverso partenariati transnazionali che sono composti
da qualsiasi tipo di organizzazione, a condizione che vi siano almeno tre partner e che questi
provengano da almeno tre Paesi diversi, e che sviluppano progetti finanziati fino all’85% dal Fondo
europeo di sviluppo regionale45.

43
     Ibidem.
44
     Ibidem.
45
   Queste ed altre informazioni sono disponibili sul sito ufficiale del programma raggiungibile al seguente link:
http://www.interreg-central.eu/.

                                                       18
Box 2.3. Un esempio di progetto finanziato da Interreg Central Europe
 Riconoscendo la mancanza di una cultura e di una mentalità imprenditoriali, l’inadeguatezza dei
 percorsi formativi intesi a sviluppare le competenze imprenditoriali, nonché il ruolo del gioco
 come prima forma di apprendimento, il progetto CERIecon, guidato da Vienna Board of Education
 - European Office, risponde sviluppando e implementando ecosistemi innovativi regionali
 (chiamati Playparks) e una loro rete, al fine di far avanzare l’innovazione economica e sociale nella
 maggior parte dei Paesi del centro Europa. Più concretamente, il progetto intende creare un
 Playpark in ogni regione partecipante, dotato di almeno tre formatori specializzati, per addestrare
 un totale di almeno 210 start-up e giovani piccole e medie imprese grazie ad esperienze formative
 dalla durata di sei mesi46.
 Altri progetti che attuano l’obiettivo 1.2 del programma possono essere individuati e consultati
 qui: http://www.interreg-central.eu/Content.Node/SO1.2.html.

2.4. Programma Interreg Europe
Finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale con un budget totale di 359 milioni di euro per
il periodo 2014-2020, questo programma è finalizzato ad aiutare i governi locali e regionali di tutta
Europa a sviluppare e fornire politiche migliori. Per raggiungere questo obiettivo, Interreg Europe
offre loro la possibilità di scambiare pratiche e idee riguardanti l’attuazione delle politiche pubbliche,
contribuendo così al miglioramento delle loro strategie per i loro cittadini e le loro comunità.
Più concretamente, il programma si rivolge a tre tipi di organizzazioni - autorità locali e regionali;
autorità di gestione e organismi intermediari; agenzie, istituti di ricerca e organizzazioni senza scopi
di lucro - collocate nell’Unione europea, in Norvegia o in Svizzera e si concentra su quattro distinte
aree prioritarie: i) ricerca e innovazione; ii) competitività delle piccole e medie imprese; iii) economia
a basse emissioni di carbonio; iv) ambiente e efficienza delle risorse. All’interno della seconda, si
colloca l’obiettivo specifico 2.1 che sostiene la creazione, lo sviluppo e la crescita di piccole e medie
imprese, a cominciare proprio dalla promozione e dalla diffusione delle capacità imprenditoriali.
Attraverso il programma possono essere finanziati due tipi di azioni. I progetti di cooperazione
interregionale prevedono partnership composte da organizzazioni rilevanti provenienti da diversi
Paesi europei che lavorano insieme per un periodo compreso tra i tre e i cinque anni al fine di
condividere le loro esperienze riguardo una questione politica particolare. Ogni regione coinvolta
nel progetto elabora un piano d’azione, specificando ciò che verrà fatto in loco in modo tale da
assicurare che gli insegnamenti tratti dalla cooperazione vengano tradotti in azione. Similmente,
anche i progetti sono tenuti a monitorare i progressi dei loro piani d’azione per determinare
l’impatto della cooperazione. Le call for proposals sono lanciate durante l’intero periodo di
programmazione. L’altra azione finanziabile dal programma consiste in piattaforme di policy
learning, ossia degli spazi per l’apprendimento continuo dove qualsiasi organizzazione che ha a che

46
   Informazioni reperite sulla pagina di Interreg Central Europe dedicata al progetto, raggiungibile al seguente link:
http://www.interreg-central.eu/Content.Node/CERIecon.html.

                                                         19
Puoi anche leggere