L'EDUCAZIONE ALL'IMPRENDITORIALITÀ NELL'UNIONE EUROPEA1 - Alpeuregio
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L’EDUCAZIONE ALL’IMPRENDITORIALITÀ NELL’UNIONE EUROPEA1 Stefania Chiomento2 1 Il contenuto di questa relazione non riflette la posizione ufficiale della Provincia autonoma di Trento. Le informazioni e le opinioni espresse in questa relazione sono esclusivamente di responsabilità dell’autore. 2 Tirocinante presso l’Ufficio per i rapporti con l’Unione europea della Provincia autonoma di Trento. Laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l’Università di Trieste. 1
INDICE Capitolo 1. La politica dell’Unione europea.……………………………………………………………………………….3 1.1. La strategia Europa 2020………………………………………………………………………………………………3 1.2. I principali atti delle istituzioni europee sull’educazione all’imprenditorialità……………….4 1.3. Lo strumento di riferimento: Entrepreneurship Competence Framework…………………….6 1.4. La promozione dell’imprenditoria sociale……………………………………………………………………11 1.5. Gli sviluppi attesi nel breve periodo…………………………………………………………………………….12 Capitolo 2. I programmi di finanziamento dell’Unione europea…………………………………………………14 2.1. Programma COSME e programma Erasmus per giovani imprenditori…………………………..14 2.2. Programma Erasmus+…………………………………………………………………………………………………16 2.3. Programma Interreg Central Europe……………………………………………………………………………18 2.4. Programma Interreg Europe……………………………………………………………………………………….19 Capitolo 3. Le iniziative trentine in prospettiva europea……………………………………………………………21 3.1. Le iniziative della Provincia Autonoma di Trento…………………………………………………………21 3.2. Le iniziative di Hub Innovazione Trentino (HIT)……………………………………………………………22 3.3. Le iniziative della Federazione Trentina della Cooperazione…………………………………………24 3.4. Le iniziative dell’European Research Institute on Cooperative and Social Enterprises (Euricse)……………………………………………………………………………………………………………………………24 Bibliografia………………………………………………………………………………………………………………………………26 Allegati…………………………………………………………………………………………………………………………………….29 2
CAPITOLO 1: LA POLITICA DELL’UNIONE EUROPEA 1.1. La strategia Europa 2020 La comunicazione della Commissione “Europa 2020. Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”3 fornisce il quadro di riferimento per le politiche dell’Unione europea nel decennio 2010-2020. In particolare, si tratta della cosiddetta strategia Europa 2020 che mira a lasciare alle spalle la crisi e a creare le condizioni favorevoli ad una crescita che sia al tempo stesso intelligente, sostenibile ed inclusiva. In altre parole, questo significa sviluppare un’economia che sia basata sulla conoscenza e sull’innovazione, che sia più attenta all’ambiente e che sia caratterizzata da un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale. Sulla base di queste tre priorità, distinte ma che si rafforzano reciprocamente, la strategia decennale si impernia su cinque principali obiettivi che riguardano l'occupazione, l'innovazione, l'istruzione, la riduzione della povertà nonché i cambiamenti climatici e l'energia. Per favorire la realizzazione di questi obiettivi, dotati di un’ampia portata, l’Unione europea promuove sette iniziative faro, ciascuna delle quali permette di catalizzare i progressi relativi a ciascun tema attraverso l’impegno delle istituzioni comunitarie e degli Stati membri così come il coordinamento dei loro sforzi4. Pur non essendoci un’iniziativa faro espressamente dedicata all’imprenditoria, e in particolar modo alla sua promozione, essa emerge come componente fondamentale in molte di queste, dimostrando di possedere un carattere decisamente trasversale. Per esempio, nella comunicazione della Commissione relativa alla strategia Europa 2020, e più precisamente nella sezione dedicata alla descrizione dell’iniziativa “L’Unione dell’innovazione”, si legge che la Commissione si adopererà per “stimolare l’imprenditoria sostenendo le giovani imprese innovative” e che gli Stati membri dovranno “imperniare i programmi scolastici su creatività, innovazione e imprenditoria”. Similmente, nella panoramica dell’iniziativa “Youth on the move” si trova che la Commissione si impegnerà a “studiare il modo di promuovere l’imprenditoria mediante programmi di mobilità per giovani professionisti”5. Non a caso l’imprenditoria è ritenuta cruciale per la ripresa economica, per la creazione di posti di lavoro, per l’inclusione e la riduzione della povertà così come per l’innovazione e la competitività: ossia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Pertanto essa è diventata una priorità a livello europeo dove le istituzioni comunitarie e gli Stati membri stanno adottando delle misure per incorporarla nei differenti settori, incluso quello dell’educazione6. Questa settore è di competenza degli Stati membri e pertanto l’Unione europea agisce da catalizzatrice per la promozione dell’educazione all’imprenditorialità7. 3 COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA 2020 Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, COM(2010) 2020 definitivo. 4 Maggiori informazioni relative alle iniziative faro e all’attuazione della strategia Europa 2020 si possono trovare nella COM(2010) 2020 definitivo. 5 COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPA 2020 Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, COM(2010) 2020 definitivo. 6 JOINT RESEARCH CENTRE (2015), Entrepreneurship Competence: An overview of existing concepts, policies and initiatives. Disponibile qui: https://ec.europa.eu/jrc/en/publication/entrepreneurship-competence-overview-existing- concepts-policies-and-initiatives-final-report. 7 https://ec.europa.eu/growth/smes/promoting-entrepreneurship/support/education/commission-actions_en. 3
1.2. I principali atti delle istituzioni europee sull’educazione all’imprenditorialità La prima occasione in cui un’istituzione comunitaria ha espresso l’importanza dell’educazione all’imprenditorialità è stato nel 2003 quando la allora Commissione delle Comunità europee ha rilasciato il “Libro verde. L’imprenditorialità in Europa”8 che ha tratteggiato nel suo complesso il fenomeno. Qualche anno più tardi, nel 2006, la raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente9 ha identificato il “senso di iniziativa e di imprenditorialità” come una delle otto competenze chiave necessarie a tutti i membri di una società fondata sulla conoscenza. Per trasmettere con chiarezza l’essenza di questa competenza ne ha fornito innanzitutto una definizione dettagliata: “Il senso di iniziativa e l’imprenditorialità concernono la capacità di una persona di tradurre le idee in azione. In ciò rientrano la creatività, l'innovazione e l'assunzione di rischi, come anche la capacità di pianificare e di gestire progetti per raggiungere obiettivi. È una competenza che aiuta gli individui, non solo nella loro vita quotidiana, nella sfera domestica e nella società, ma anche nel posto di lavoro, ad avere consapevolezza del contesto in cui operano e a poter cogliere le opportunità che si offrono ed è un punto di partenza per le abilità e le conoscenze più specifiche di cui hanno bisogno coloro che avviano o contribuiscono ad un’attività sociale o commerciale. Essa dovrebbe includere la consapevolezza dei valori etici e promuovere il buon governo.” Per lo stesso motivo, la raccomandazione ha anche indicato le conoscenze, le abilità e le attitudini associate a tale competenza. Tra queste rientrano, per esempio: lo spirito di iniziativa; l’abilità di identificare le opportunità disponibili; la capacità di lavorare individualmente e in gruppo, di individuare i propri punti di forza e di debolezza e di soppesare, e all’occorrenza, assumere i rischi; la motivazione e la determinazione a raggiungere obiettivi10. Un successivo e parimenti fondamentale atto sul tema dell’educazione all’imprenditorialità è rappresentato dalla comunicazione della Commissione “Piano d’azione imprenditorialità 2020. Rilanciare lo spirito imprenditoriale in Europa”11 del gennaio 2013. In sostanza, essa insiste sul fatto che l’imprenditorialità costituisce un potente volano per la crescita economica e per l’occupazione, dal momento che è all’origine di nuove imprese e di nuovi posti di lavoro, apre nuovi mercati e alimenta nuove competenze e capacità. Allo stesso tempo, però, la comunicazione avverte di alcune criticità: a partire dal 2004 la proporzione dei cittadini europei che preferiscono il lavoro autonomo a quello subordinato si è ridotta, posizionandosi nettamente al di sotto di quelle di Stati Uniti e Cina, mentre le nuove imprese europee crescono più lentamente di quelle statunitensi e di quelle situate nei Paesi emergenti. Oltre a ciò, il documento riporta che, in generale, i potenziali imprenditori dell’Unione europea si trovano in un contesto difficile caratterizzato da sistemi d’istruzione che non offrono le basi per una carriera imprenditoriale, da difficoltà di accesso al credito e ai mercati, da ostacoli nel trasferimento di imprese, dal timore di sanzioni punitive nell’eventualità di fallimento nonché da procedure 8 LIBRO VERDE L’imprenditorialità in Europa, COM(2003) 27 definitivo. 9 RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente, (2006, 962, CE). 10 Ibidem. 11 COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Piano d’azione imprenditorialità 2020. Rilanciare lo spirito imprenditoriale in Europa, COM(2012) 795 final. 4
amministrative onerose. Infine, riconosce la presenza di una diffusa cultura che non riconosce o non compensa a sufficienza gli sforzi imprenditoriali. Di conseguenza, per far fronte alle suddette sfide e per catalizzare un’azione incisiva e congiunta volta a sprigionare le potenzialità imprenditoriali europee, il Piano d’azione imprenditorialità 2020 ha proposto tre ambiti di intervento immediato, il primo dei quali riguarda espressamente la formazione all’imprenditorialità. Difatti, viene qui sottolineato che l’investimento nell’educazione all’imprenditorialità rappresenta uno dei più produttivi che l’Europa possa fare. Si legge: “Indipendentemente dal fatto che procedano poi a fondare una propria azienda o un'impresa sociale, i giovani che beneficiano di un apprendimento per l'imprenditoria sviluppano la conoscenza del mondo degli affari e competenze e attitudini essenziali tra cui creatività, spirito di iniziativa, tenacia, lavoro di squadra, conoscenza dei rischi nonché senso di responsabilità. Questa è la forma mentis imprenditoriale che aiuta gli imprenditori a trasformare idee in fatti e accresce inoltre notevolmente l'occupabilità”12. Questa concezione trova conferma nella comunicazione della Commissione “Una nuova agenda per le competenze per l’Europa. Lavorare insieme per promuovere il capitale umano, l’occupabilità e la competitività”13 pubblicata nel settembre 2016. Si tratta di un’iniziativa di grandissima rilevanza che evidenzia l’importanza delle competenze per l’occupabilità, la prosperità e l’innovazione e che riconosce la persistenza di molteplici ostacoli, quali, nel caso dell’imprenditorialità, la mancanza di una concezione comune e di un’educazione consolidata nei sistemi di istruzione. Pertanto, questa nuova agenda per le competenze si propone di rafforzare e, in alcuni casi, di razionalizzare le iniziative esistenti per favorire ed accelerare il miglioramento auspicato, concentrandosi su tre filoni di attività principali: i) accrescere la qualità e la pertinenza della formazione delle competenze; ii) rendere le competenze e le qualifiche più visibili e comparabili; iii) migliorare l’analisi del fabbisogno di competenze e le informazioni correlate per migliorare le scelte professionali. Nel primo rientra la proposta della Commissione, prevista per il quarto trimestre del 2017, relativa alla revisione delle competenze chiave per l’apprendimento permanente, con particolare attenzione alla promozione dello spirito imprenditoriale, e dei relativi quadri europei di riferimento14. Box 1.2. Gli studi sull’educazione all’imprenditorialità promossi dalla Commissione Per contribuire alla promozione dell’imprenditorialità la Commissione sostiene studi sul tema. Due di questi risultano particolarmente significativi: • “Entrepreneurship Education: A road to success. A compilation of evidence on the impact of entrepreneurship education strategies and measures”15 del 2015: si tratta di una mappatura degli studi condotti in Europa e altrove sull’impatto dell’educazione 12 Ibidem. 13 COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Una nuova agenda per le competenze per l’Europa. Lavorare insieme per promuovere il capitale umano, l’occupabilità e la competitività, COM(2016) 381 final/2. 14 Ibidem. 15 Disponibile qui: http://ec.europa.eu/growth/tools-databases/newsroom/cf/itemdetail.cfm?item_id=8056&lang=en. 5
all’imprenditorialità. Ciò che emerge è che questa ha un impatto positivo non solo sui partecipanti ma anche sugli istituti di istruzione, sull’economia e sulla società. • “Entrepreneurship Education at School in Europe”16 del 2016: questa relazione si concentra sull’educazione all’imprenditorialità nell’istruzione primaria e secondaria nonché nella formazione professionale scolastica e fornisce informazioni dettagliate e aggiornate su strategie, programmi e risultati dell’apprendimento. Cerca inoltre di colmare le lacune riscontrate nella ricerca e nell’informazione affrontando temi come partenariati, valutazione dei risultati dell’apprendimento, formazione degli insegnanti e meccanismi di finanziamento. 1.3. Lo strumento di riferimento: Entrepreneurship Competence Framework Nonostante il forte interesse attorno allo sviluppo delle capacità imprenditoriali, a distanza di dieci anni dalla raccomandazione del 2006 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente mancavano ancora una comprensione completa e condivisa degli elementi distintivi dell’imprenditorialità come competenza nonché degli esaurienti descrittori dei risultati dell’apprendimento nel campo dell’educazione all’imprenditorialità. Per ovviare a queste lacune e, più in generale, per dare un sostegno maggiore allo sviluppo di tale competenza, nel giugno del 2016 il Centro comune di ricerca17, per conto della Direzione Generale Occupazione, Affari sociali e Inclusione, ha rilasciato il cosiddetto Entrepreneurship Competence Framework (EntreComp), ossia lo strumento comune di riferimento per ogni iniziativa intesa a promuovere l’educazione all’imprenditorialità. Composto da 3 aree di competenza, 15 competenze, un modello di progressione di 8 livelli e un’esauriente lista di 442 risultati di apprendimento, tale strumento costituisce una fonte flessibile di ispirazione che può essere adattata e successivamente applicata in diversi contesti. Per esempio, può ispirare la riforma dei programmi nella formazione formale, la progettazione di esperienze imprenditoriali pratiche in contesti formativi non formali e lo sviluppo di strumenti dedicati ai cittadini per auto-valutare le proprie abilità imprenditoriali. Anzi, si insiste proprio sul fatto che EntreComp rappresenta non uno strumento standard da applicare interamente, bensì uno strumento di riferimento da consultare al bisogno e di cui appropriarsi, individuando e poi sviluppando su misura le componenti più utili ai fini di ogni singola iniziativa18. Box 1.3. Esempi di appropriazione di EntreComp Se al momento della sua pubblicazione, EntreComp, che è il risultato di una solida metodologia di ricerca e di numerose consultazioni di un vasto ed eterogeneo gruppo di esperti, non era stato ancora adattato e testato in contesti reali, oggi, a distanza di un anno, si possono individuare alcuni 16 Disponibile qui: http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/thematic_reports/135EN.pdf. 17 Il Centro comune di ricerca, in inglese Joint Research Centre, è il servizio scientifico interno della Commissione europea che fornisce supporto al processo decisionale dell’Unione europea mediante consulenze scientifiche indipendenti e basate su prove concrete. 18 EntreComp: The Entrepreneurship Competence Framework, JRC Science for Policy Report, 2016. Disponibile qui: http://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/bitstream/JRC101581/lfna27939enn.pdf. 6
esempi di appropriazione di tale strumento, ossia delle iniziative di educazione all’imprenditorialità che si basano su di esso: un MOOC (Massive Open Online Courses) per insegnanti sviluppato da European Schoolnet; un percorso formativo nelle carceri inglesi volto alla creazione di imprese promosso da Sfedi Group; il dottorato in Educazione della University of Wales. Questi esempi di appropriazione sono stati presentati in occasione di “DigComp and EntreComp Stakeholders Event”, l’evento dedicato all’educazione digitale e imprenditoriale organizzato dalla Commissione europea e svoltosi a Bruxelles nella giornata del 12 maggio 201719. Primo passo per l’elaborazione dell’Entrepreneurship Competence Framework è stata la concettualizzazione dell’imprenditorialità come competenza. Questa è intesa come una competenza trasversale chiave applicabile ad individui e gruppi in tutte le sfere della vita e viene definita come segue: “Imprenditorialità significa agire sulle opportunità e sulle idee per trasformarle in valore per gli altri. Il valore che si crea può essere finanziario, culturale o sociale.”20 Tale definizione si focalizza sulla creazione di valore, indipendentemente dal tipo di valore e dal contesto, che può essere il privato, il pubblico e il terzo settore nonché qualsiasi combinazione ibrida dei tre, e di conseguenza racchiude diversi tipi di imprenditorialità, inclusa quella sociale. La competenza imprenditoriale permette ai cittadini di coltivare il loro sviluppo personale, di contribuire attivamente allo sviluppo sociale, di (ri)entrare nel mercato del lavoro come dipendenti o come lavoratori autonomi, di avviare o ingrandire imprese che possono avere uno scopo culturale, sociale o commerciale. Il modello concettuale di EntreComp è costituito da due dimensioni principali: i) le 3 aree di competenza, “idee e opportunità”, “risorse” e “in azione”, che sottolineano la competenza imprenditoriale come la capacità di trasformare idee e opportunità in azione attraverso la mobilitazione di risorse, che possono essere personali (consapevolezza di sé, motivazione, perseveranza), materiali (mezzi di produzione e risorse finanziarie) o immateriali (specifiche conoscenze, abilità e attitudini); ii) le 15 competenze, ripartite nelle tre aree di competenza, che insieme costituiscono i mattoni dell’imprenditorialità e che vengono dettagliatamente descritte nella tabella 1 in allegato che per ciascuna di esse fornisce un suggerimento o un’esortazione a metterla in pratica e un descrittore che la scompone nei suoi aspetti fondamentali. 19 Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina dell’evento al seguente link http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=88&eventsId=1209&furtherEvents=yes dove sono reperibili le presentazioni dei tre esempi di appropriazione (Parallel Session 2). 20 FFE-YE. (2012). Impact of Entrepreneurship Education in Denmark – 2011. In L. Vestergaard, K. Moberg & C. Jørgensen (Eds.). Odense: The Danish Foundation for Entrepreneurship – Young Enterprise. Disponibile qui: http://www.cise.es/wp-content/uploads/2013/03/5.-impact_of_entrepreneurship_education_in_denmark_2011.pdf. 7
Le 3 aree di competenza così come le 15 competenze sono strettamente intrecciate al proprio interno e tra di loro e devono essere trattate come parti del tutto. Questo emerge visivamente nel grafico a torta dove le sezioni che rappresentano le 15 competenze, che sono colorate in base all’area a cui appartengono (in blu quelle in “Idee e opportunità”, in arancione in “Risorse” e in verde in “In azione”) sono circondate da tre anelli, ossia le tre aree di competenza, per formare così la competenza imprenditorialità. Ad esempio, la creatività è presentata come una delle competenze nelle idee e opportunità, anche se il processo creativo comporta sia l’uso delle risorse che la capacità di agire sulle idee per plasmare il loro valore. Inoltre, l’Entrepreneurship Competence Framework fornisce un modello di progressione per lo sviluppo della competenza imprenditoriale nonché degli esaurienti descrittori dei risultati di tale apprendimento. Quanto al primo, esso è costituito da quattro livelli principali, suddivisi a loro volta in due sottolivelli, come illustrato dalla tabella 2 in allegato. Tali livelli sono: i) base, quando il valore imprenditoriale è creato con il sostegno esterno; ii) intermedio, quando il valore viene creato con crescente autonomia; iii) avanzato, quando viene sviluppata la responsabilità di trasformare le idee in azione; iv) esperto, quando il valore creato ha un impatto considerevole nel suo ambito di riferimento. Questo modello di progressione vuole essere esaustivo e adattabile alle varie esigenze ma non prescrittivo: infatti, non suggerisce che tutti gli allievi debbano acquisire il massimo livello di conoscenza in ciascuna competenza o che debbano raggiungere lo stesso livello tra le diverse competenze. Per quanto riguarda i risultati di apprendimento, essi sono affermazioni di quanto un allievo sa, capisce ed è in grado di fare al termine della formazione e sono considerati cruciali per rendere effettivo il quadro di riferimento. I 442 risultati di apprendimento intendono fungere da base esauriente per lo sviluppo di risultati di apprendimento specifici a ciascun contesto di applicazione21. Per avere una visione d’insieme di questo esaustivo ma complesso quadro di riferimento si riporta di seguito la tabella 3 riassuntiva, nella quale figurano le 3 aree di competenza e tutte le 15 competenze che vengono però sviluppate solamente sui primi tre livelli di conoscenza, dal momento che quello esperto va ben oltre la media. Per il quadro di riferimento completo si rimanda alla tabella 4 in allegato. 21 EntreComp: The Entrepreneurship Competence Framework, JRC Science for Policy Report, 2016. 8
Fonte: EntreComp: The Entrepreneurship Competence Framework, JRC Science for Policy Report, 2016, pag 18-19. 10
1.4. La promozione dell’imprenditoria sociale Ad oggi, la più completa iniziativa politica dell’Unione europea che mira a promuovere lo sviluppo dell’imprenditoria sociale attraverso l’intero continente è rappresentata dall’“Iniziativa per l’imprenditoria sociale. Costruire un ecosistema per promuovere le imprese sociali al centro dell’economia e dell’innovazione sociale”22, lanciata dalla Commissione nell’ottobre del 2011. Data la mancanza di una definizione universale di questa particolare tipologia di impresa e la molteplicità delle normative da cui essa viene disciplinata (cooperative, fondazioni, associazioni, mutue...), l’impresa sociale viene qui intesa come “un attore dell’economia sociale il cui principale obiettivo non è generare utili per i suoi proprietari o azionisti, ma esercitare un impatto sociale. Essa opera sul mercato producendo beni e servizi in modo imprenditoriale e innovativo e destinando i propri utili principalmente alla realizzazione di obiettivi sociali. È gestita in modo responsabile e trasparente, in particolare coinvolgendo dipendenti, clienti e altri soggetti interessati dalle sue attività commerciali.”23 Inoltre, questa impresa è dotata di numerose potenzialità: ad esempio, è spesso più produttiva e competitiva di quanto si creda grazie al fortissimo impegno personale dei dipendenti e alle migliori condizioni di lavoro che offre. Oltre a ciò, si rivela particolarmente preziosa agli obiettivi della strategia Europa 2020: rispondendo con l’innovazione sociale ai bisogni non ancora soddisfatti, contribuisce ad una crescita intelligente; tenendo conto del suo impatto ambientale e della sua visione di lungo termine, origina una crescita sostenibile; focalizzandosi sull’aspetto umano e sulla coesione sociale, funge da motore per una crescita inclusiva. Tuttavia, questo potenziale continua ad essere sottoutilizzato a causa di una serie di ostacoli a cui l’imprenditoria sociale è confrontata e che sono essenzialmente riconducibili al suo scarso riconoscimento, alle difficoltà che incontra nel reperire finanziamenti e ad un quadro normativo a livello europeo e nazionale che non sempre tiene sufficientemente conto delle sue specificità. È proprio per superare queste sfide che la Commissione ha promosso l’Iniziativa per l’imprenditoria sociale che intende migliorare a livello pratico la situazione delle imprese sociali attraverso tre linee d’intervento che mirano rispettivamente a dare loro maggiore visibilità, ad agevolare l’accesso ai finanziamenti e ad ottimizzare il quadro giuridico. All’interno dell’azione per accrescere la visibilità dell’imprenditoria sociale ricadono anche gli sforzi per promuovere questa forma di impresa, in particolar modo presso le giovani generazioni, e per trasmettere le competenze necessarie alla loro gestione e crescita24. Anche il successivo “Piano d’azione imprenditorialità 2020. Rilanciare lo spirito imprenditoriale in Europa”25 conferma questa visione, insistendo che bisogna far sì che diventare imprenditore sia una prospettiva attraente per i cittadini europei. In ciò rientra anche l'imprenditoria sociale che, come 22 COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Iniziativa per l’imprenditoria sociale, Costruire un ecosistema per promuovere le imprese sociali al centro dell’economia e dell’innovazione sociale, COM(2011) 682 definitivo. 23 Ibidem. 24 Ibidem. 25 COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Piano d’azione imprenditorialità 2020. Rilanciare lo spirito imprenditoriale in Europa, COM(2012) 795 final. 11
riportato da questa comunicazione, presenta un’ulteriore potenzialità: quella di essere maggiormente resiliente alla crisi rispetto alla situazione generale dell'economia26. Box 1.4. Gli studi sull’imprenditoria sociale promossi dalla Commissione Muovendosi in sintonia con la linea di intervento dell’Iniziativa per l’imprenditoria sociale relativa al miglioramento della sua visibilità, la Commissione europea ha sostenuto una serie di studi che approfondiscono e fanno chiarezza su questo fenomeno. Particolarmente significativi sono: • “Social economy and social entrepreneurship – Social Europe Guide Volume 4”27 del 2013: la guida descrive le tradizionali forme organizzative del settore dell’economia sociale e il recente fenomeno dell’imprenditoria sociale; spiega le principali sfide riscontrate in questo contesto nonché le azioni politiche e gli strumenti utilizzati dall’Unione europea; fornisce esempi di best practices rintracciabili nei Paesi membri. • “A map of social enterprises and their eco-systems in Europe”28 del 2015: l’indagine tratteggia le caratteristiche principali delle imprese sociali negli Stati membri utilizzando una definizione e un approccio comuni e riporta le politiche nazionali così come i quadri normativi riguardo le imprese sociali, presentando inoltre best practices per accelerare la crescita di tale settore. A questo studio è seguito “Social enterprises and their Eco-systems: Developments in Europe”29 del 2016 che ha migliorato la qualità di sette dei 29 rapporti nazionali, tra cui quello italiano. 1.5. Gli sviluppi attesi nel breve periodo Al momento sembra esserci particolare attenzione attorno al tema dell’educazione all’imprenditorialità, così come dimostrato dalle iniziative in programma nei prossimi mesi. Innanzitutto, come già riportato sopra, nel quarto trimestre del 2017 è prevista dalla comunicazione della Commissione “Una nuova agenda per le competenze per l’Europa. Lavorare insieme per promuovere il capitale umano, l’occupabilità e la competitività” l’adozione di una proposta della Commissione relativa alla revisione delle competenze chiave per l’apprendimento permanente, che prevede di dedicare particolare attenzione alla promozione dello spirito imprenditoriale30. Similmente, passi avanti sono attesi anche attorno al recentissimo quadro europeo di riferimento per la competenza imprenditorialità. Infatti, in occasione dell’evento organizzato nel maggio 2017 dalla Commissione riguardo DigComp ed EntreComp è stato annunciato che entro la fine dell’anno corrente verrà rilasciata una guida sviluppata per aiutare i diversi utenti ad applicare l’Entrepreneurship Competence Framework. Inoltre, entro la metà del 2018 sarà pronto uno 26 Ibidem. 27 Disponibile qui: http://www.euricse.eu/wp-content/uploads/2015/03/social-economy-guide.pdf. 28 Disponibile qui: http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=89&newsId=2149. 29 Disponibile qui: http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=738&langId=en&pubId=7934&furtherPubs=yes. 30 COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Una nuova agenda per le competenze per l’Europa. Lavorare insieme per promuovere il capitale umano, l’occupabilità e la competitività, COM(2016) 381 final/2. 12
strumento di auto-valutazione della competenza imprenditorialità basato su EntreComp e utilizzabile in vario modo per accertare le competenze e le attitudini degli individui31. 31 Sviluppi annunciati in occasione del “DigComp and EntreComp Stakeholders Event”, l’evento dedicato all’educazione digitale e imprenditoriale organizzato dalla Commissione europea e svoltosi a Bruxelles nella giornata del 12 maggio 2017. Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina dell’evento al seguente link http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=88&eventsId=1209&furtherEvents=yes 13
CAPITOLO 2: I PROGRAMMI DI FINANZIAMENTO DELL’UNIONE EUROPEA Oltre alla definizione delle linee politiche, un’altra modalità attraverso cui l’Unione europea favorisce e sostiene l’educazione all’imprenditorialità è attraverso le diverse tipologie di programmi di finanziamento. Di seguito vengono presentate le opportunità di finanziamento di progetti intesi a promuovere e rafforzare l’educazione all’imprenditorialità all’interno dei programmi a gestione diretta (COSME e Erasmus per giovani imprenditori; Erasmus+) e di quelli di cooperazione territoriale (Interreg Central Europe; Interreg Europe). 2.1. Programma COSME e programma Erasmus per giovani imprenditori COSME è il programma dell’Unione europea per la competitività delle imprese e le piccole medie imprese, finalizzato in particolar modo a: i) agevolare l’accesso ai finanziamenti; ii) sostenere l’internazionalizzazione e l’accesso ai mercati; iii) creare un ambiente favorevole alla competitività; iv) incoraggiare l’imprenditorialità e la cultura imprenditoriale. Per quanto concerne quest’ultimo obiettivo, particolarmente significativo ai fini della presente trattazione, il programma sostiene un’ampia gamma di attività, tra cui le iniziative di mobilità e di scambio, la ricerca e la diffusione di buone pratiche. In queste iniziative rientrano anche i progetti pilota in ambiti come l’educazione all’imprenditorialità, il tutoraggio o lo sviluppo di servizi di orientamento per imprenditori nuovi e potenziali32. COSME, che copre il periodo 2014-2020, è dotato di un bilancio di 2,3 miliardi di euro e viene implementato attraverso un programma di lavoro annuale strutturato in base alle quattro aree di intervento sopra delineate. Quello per il 2017, così come quelli per gli anni precedenti, sono disponibili al seguente link: https://ec.europa.eu/growth/smes/cosme/programming-monitoring- evaluation_it. Box 2.1.1. Un esempio di progetto finanziato dal programma COSME Entrepreneurship Education Hub (EE-HUB)33 è un progetto di durata triennale (2015-2018) promosso da quattro partner (Junior Achievement Young Enterprise Europe, Eurochambres, Seecel e EuproVET) e finalizzato a generare almeno 25 buone pratiche e 85 attività di sensibilizzazione nonché ad accrescere il numero dei suoi membri. La rete si propone di fungere da organo consultabile da politici e istituzioni comunitarie al fine di diffondere le buone pratiche che concernono le strategie nazionali. Vuole anche aumentare lo scambio di informazioni ed esperienze e migliorare la coerenza e le sinergie delle numerose iniziative del settore. Infine, il progetto conta di rendere possibile la collaborazione tra i vari stakeholder per accrescere la diffusione dell’educazione all'imprenditorialità in Europa. I progetti finanziati dal programma si possono consultare sul database disponibile al seguente link: https://ec.europa.eu/easme/en/cosme-data-hub. 32 “COSME Il programma europeo per le PMI” disponibile qui: http://ec.europa.eu/DocsRoom/documents/9783. 33 Per maggiori informazioni consultare il seguente link: https://cosme.easme-web.eu/?p=653176. 14
Tra le molteplici attività che COSME sostiene nell’ambito della promozione dell’imprenditorialità e della cultura imprenditoriale, grande rilievo è dato a Erasmus per giovani imprenditori34, un sistema di scambio transfrontaliero volto ad aiutare i neo-imprenditori35 e gli aspiranti imprenditori36 ad acquisire le competenze necessarie per gestire ed espandere un’impresa. Il programma offre loro l’opportunità di recarsi in un altro Paese, per un periodo da uno a sei mesi, per lavorare accanto ad un imprenditore già affermato. Ciò rafforza le loro competenze professionali e incoraggia il trasferimento transfrontaliero di conoscenze ed esperienze tra imprenditori37. Inoltre, permette loro di assimilare pratiche imprenditoriali innovative, sviluppare nuovi prodotti e servizi ed entrare in nuovi mercati nazionali38. Il compito di stabilire i contatti tra i nuovi imprenditori e quelli esperti è affidato alle organizzazioni intermediarie (camere di commercio e industria, centri che aiutano le imprese in fase di avviamento, incubatori ecc.), cioè a quegli enti impegnati a promuovere l’imprenditorialità a livello europeo, nazionale o locale. Più precisamente, queste organizzazioni sono riunite in partenariati che sono selezionati dalla Commissione europea tramite call for proposals e sono formati da numerosi partner provenienti da diversi Stati membri. Tali partenariati hanno la responsabilità di facilitare relazioni di successo tra imprenditori nuovi ed esperti e di offrire servizi di abbinamento, come la promozione, il reclutamento e la convalida delle candidature, la facilitazione dei contatti, l’emissione dei contratti e il supporto logistico. Ogni relazione tra un nuovo imprenditore e un imprenditore esperto necessita di due organizzazioni intermediarie, una in qualità di ente di contatto per il primo e l’altra in qualità di ente di contatto per il secondo, dal momento che i due imprenditori devono provenire da due Paesi diversi. Al fine di coprire i costi di viaggio e le spese di sostentamento durante l’intero periodo della visita, i nuovi imprenditori beneficiano di un sostegno finanziario che viene pagato dall’organizzazione intermediaria presso la quale hanno presentato la propria candidatura39. È opportuno notare che, sebbene il beneficio maggiore di Erasmus per giovani imprenditori sia logicamente pensato per i neo-imprenditori o aspiranti tali, anche gli imprenditori affermati traggono importanti vantaggi da queste esperienze di scambio, per esempio, avendo l’occasione di ottenere punti di vista diversi e idee innovative e di rafforzare le proprie imprese ed espanderle in altri mercati nazionali. 34 Il sito ufficiale del programma è raggiungibile qui: http://www.erasmus-entrepreneurs.eu/index.php?lan=it. 35 La definizione di neo-imprenditore non pone limiti di età. Si riferisce a chiunque abbia avviato un’attività imprenditoriale da massimo tre anni. 36 È considerato tale chiunque non abbia avviato un’attività imprenditoriale ma abbia sviluppato un business plan. 37 “COSME Il programma europeo per le PMI” disponibile qui: http://ec.europa.eu/DocsRoom/documents/9783. 38 “Cinque anni di Erasmus per giovani imprenditori” disponibile qui: https://publications.europa.eu/fr/publication- detail/-/publication/52d2df6f-fd5c-41dc-8f1c-1c18bf46defd. 39 Erasmus for Young Entrepreneurs Programme Guide disponibile qui: http://www.erasmus- entrepreneurs.eu/upload/Programme%20Guide%20EN%20May%202015.pdf. 15
Box 2.1.2. Esperienze individuali realizzate grazie ad Erasmus Giovani Imprenditori Fin dal suo avvio nel 2009 il programma ha beneficiato migliaia di imprenditori, nuovi ed esperti. Di seguito si riportano alcune storie di successo40. • Sébastien Aubert inizia la sua carriera con la creazione di Ad Astra Films, una casa di distribuzione con sede a Cannes. Ha imparato molto da solo, ma senza esperienza nel settore né formazione sul campo fa molti errori evitabili. Poi partecipa al programma che lo porta a Berlino dove, lavorando con un produttore di successo, capisce meglio i meccanismi di finanziamento, incontra persone chiave nel mondo del cinema e migliora le sue capacità di comunicazione. Ciò gli consente di realizzare vari lungometraggi, aumentare il fatturato annuo del 20%, assumere nuovi dipendenti e iniziare un’intensa collaborazione con l’imprenditore che lo ha ospitato. • Dimitra Didangelou è una specialista in psicologia. La scadenza del suo contratto di lavoro segna il momento giusto per creare la sua impresa volta ad offrire servizi di terapia ai disoccupati. Grazie allo scambio di tre mesi in una società di produzione di Nicosia (Cipro) acquisisce competenze nell’organizzazione di eventi e nella realizzazione di video, sviluppa la capacità di utilizzare le nuove tecnologie e costruisce una rete di contatti professionali. Tornata in Grecia, Dimitra apre PSY-CHE, un’impresa che offre servizi di assistenza psicologica virtuali mediante pubblicazioni e seminari online ed eventi che lei stessa organizza ad Atene. L’impresa ha assunto un dipendente e ha in programma di offrire i suoi servizi anche a Cipro. • Tim Lagerpusch è un imprenditore tedesco che ha co-fondato SugarTrends, un mercato online che offre prodotti di negozi locali di tutto il mondo. L’impresa, intenzionata a sviluppare ulteriormente l’attività, trova le abilità e le competenze che stava cercando nel neo-imprenditore di Lisbona, Diogo Cruz, laureato in ingegneria gestionale. Grazie allo scambio, SugarTrends amplia notevolmente la sua visibilità e attrae 35 nuovi negozi locali sulla piattaforma, con un incremento del fatturato del 300% nella fase iniziale. I due imprenditori continuano a lavorare allo sviluppo di SugarTrends per renderla un’impresa di livello internazionale. Altre storie di successo del programma possono essere reperite sul sito del programma al seguente link: http://www.erasmus-entrepreneurs.eu/page.php?cid=9. 2.2. Programma Erasmus+ Erasmus+ è il programma dell'Unione europea nei settori dell'istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport per il periodo 2014-2020 che combina e integra tutti i meccanismi di finanziamento attivi fino al 2013 in questi settori. In questo modo esso si avvale dei risultati di oltre 25 anni di esperienza e permette di offrire una visione d’insieme delle opportunità di sovvenzione disponibili, di facilitare l’accesso e promuovere le sinergie tra i diversi settori, di attrarre nuovi attori dal mondo del lavoro e della società civile e di stimolare nuove forme di cooperazione. Con una dotazione finanziaria complessiva di 14,7 miliardi di euro per sette anni (2014-2020), il programma 40 “Cinque anni di Erasmus per giovani imprenditori” disponibile qui: https://publications.europa.eu/fr/publication- detail/-/publication/52d2df6f-fd5c-41dc-8f1c-1c18bf46defd. 16
attua tre azioni chiave: i) mobilità individuale; ii) collaborazione in materia di innovazione e scambio di buone pratiche; iii) sostegno alla riforma delle politiche. Particolarmente rilevante per il tema in trattazione risulta la seconda azione chiave che intende produrre un impatto positivo in diversi ambiti, incluso quello della promozione del senso di iniziativa e dell’imprenditorialità. Questo obiettivo viene raggiunto attraverso tre delle azioni che tale azione chiave sostiene. La prima concerne i partenariati strategici, i quali, aperti ad ogni tipo di organizzazione attiva in qualsiasi settore dell'istruzione, della formazione e della gioventù, nonché alle organizzazioni che svolgono attività trasversali ai diversi settori (enti locali e regionali, centri di riconoscimento e certificazione, camere di commercio, organizzazioni professionali…), mirano a sostenere lo sviluppo, il trasferimento e/o l'attuazione di pratiche innovative, l'attuazione di iniziative congiunte e la promozione dell'apprendimento tra pari e gli scambi di esperienze a livello europeo. La seconda permette di creare delle alleanze per la conoscenza che intendono rafforzare la capacità di innovazione dell'Europa e la promozione dell'innovazione nell'istruzione superiore, nel mondo del lavoro e in un ambiente socioeconomico più ampio. Queste si prefiggono di raggiungere uno o più dei seguenti obiettivi: sviluppare approcci nuovi, innovativi e multidisciplinari per l'insegnamento e l'apprendimento; stimolare l'imprenditorialità e le abilità imprenditoriali del personale docente dell'istruzione superiore e del personale delle imprese; facilitare lo scambio, il flusso e la creazione congiunta delle conoscenze. La terza riguarda lo sviluppo delle capacità nel settore della gioventù promuovendo la cooperazione e gli scambi, migliorando la qualità e il riconoscimento delle varie attività e favorendo la mobilità internazionale tramite progetti di cooperazione transnazionale basati su partenariati tra le organizzazioni attive nel settore della gioventù, ma anche in quelli dell'istruzione, della formazione e di altri settori socio-economici41. Box 2.2. Esempi di progetti finanziati dal Programma Erasmus+ • Competendo42: guidato da MitOst (Germania), il progetto vuole rispondere a queste domande: come si può ispirare lo sviluppo personale, professionale e della società? E come si possono favorire iniziative relative all’azione sociale e imprenditoriale? Il progetto mira ad accrescere la qualità della formazione e ad apportarvi ispirazione e autenticità, concentrandosi sull’educazione basata sulle competenze chiave e sviluppando metodi ed approcci innovativi per formatori, insegnanti e facilitatori. Ad oggi sono stati prodotti tre libri, disponibili online: - “Steps toward action: Empowerment for self-responsible initiative. Help your learners to discover their vision and to turn it into concrete civic engagement” - “Holistic Learning: Planning experiential, inspirational and participatory learning processes” 41 Erasmus+ Guida al programma, disponibile qui: http://ec.europa.eu/programmes/erasmus- plus/sites/erasmusplus/files/files/resources/erasmus-plus-programme-guide_it.pdf. 42 Practice into Policy: Entrepreneurial Learning! Collated Project Summaries, disponibile qui: https://bantani.com/wp- content/uploads/2017/03/PiPEnt-2017-Project-Summaries.pdf. 17
-“Facilitation Step-by-step: A self-learning portfolio tool for facilitators in non-formal education” • EntrInno - Online Game for Entrepreneurship and Innovation43: affronta il bisogno di rivisitare le nozioni di imprenditorialità e innovazione come forze trainanti di una nuova cultura europea. Centre for Advancement of Research and Development in Educational Technology – CARDET è alla guida del progetto il cui obiettivo principale è sviluppare un gioco online per educare giovani adulti e fornire loro competenze trasversali come imprenditorialità e innovazione, così come competenze base quali alfabetizzazione digitale, comunicazione e abilità relazionali. • LIFE SKILLS – Learning Innovation through Foreign Languages and Entrepreneurship Skills44: guidato da Ville de Grand-Bourg, Marie Galante (Francia), il progetto promuove la mobilità dei giovani e l’apprendimento di nuove competenze (fiducia in se stessi, imprenditorialità, lingue straniere, mentalità aperta…) attraverso progetti imprenditoriali sviluppati in classe in lingua straniera. Per individuare ulteriori progetti finanziati dal programma si rimanda al database ufficiale, disponibile al seguente link: http://ec.europa.eu/programmes/erasmus-plus/projects/. 2.3. Programma Interreg Central Europe Interreg Central Europe è un programma di cooperazione transnazionale che coinvolge nove Stati situati nell’Europa centrale: Austria, Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Germania (Baden-Württemberg, Bayern, Berlin, Brandenburg, Mecklenburg, Vorpommern, Sachsen, Sachsen-Anhalt, Thüringen) e Italia (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Provincia Autonoma di Trento, Provincia Autonoma di Bolzano). Esso è finalizzato a favorire e sostenere la cooperazione transnazionale per affrontare insieme le sfide comuni, che sono state tradotte nelle quattro seguenti priorità: i) innovazione e sviluppo della conoscenza; ii) città e regioni a basse emissioni di carbonio; iii) risorse naturali e culturali; iv) trasporti e mobilità. All’interno della prima priorità si individua l’obiettivo specifico 1.2 che è espressamente volto a migliorare le competenze imprenditoriali dei cittadini al fine di far progredire l’innovazione economica e sociale di queste regioni. In particolare, grazie agli scambi e all’apprendimento reciproci, la cooperazione transnazionale permette di sviluppare sistemi di apprendimento innovativi che possono contribuire al rafforzamento e alla diffusione di una cultura, di una mentalità e di competenze imprenditoriali e favorire così l’innovazione economica e sociale. La partecipazione al programma avviene attraverso partenariati transnazionali che sono composti da qualsiasi tipo di organizzazione, a condizione che vi siano almeno tre partner e che questi provengano da almeno tre Paesi diversi, e che sviluppano progetti finanziati fino all’85% dal Fondo europeo di sviluppo regionale45. 43 Ibidem. 44 Ibidem. 45 Queste ed altre informazioni sono disponibili sul sito ufficiale del programma raggiungibile al seguente link: http://www.interreg-central.eu/. 18
Box 2.3. Un esempio di progetto finanziato da Interreg Central Europe Riconoscendo la mancanza di una cultura e di una mentalità imprenditoriali, l’inadeguatezza dei percorsi formativi intesi a sviluppare le competenze imprenditoriali, nonché il ruolo del gioco come prima forma di apprendimento, il progetto CERIecon, guidato da Vienna Board of Education - European Office, risponde sviluppando e implementando ecosistemi innovativi regionali (chiamati Playparks) e una loro rete, al fine di far avanzare l’innovazione economica e sociale nella maggior parte dei Paesi del centro Europa. Più concretamente, il progetto intende creare un Playpark in ogni regione partecipante, dotato di almeno tre formatori specializzati, per addestrare un totale di almeno 210 start-up e giovani piccole e medie imprese grazie ad esperienze formative dalla durata di sei mesi46. Altri progetti che attuano l’obiettivo 1.2 del programma possono essere individuati e consultati qui: http://www.interreg-central.eu/Content.Node/SO1.2.html. 2.4. Programma Interreg Europe Finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale con un budget totale di 359 milioni di euro per il periodo 2014-2020, questo programma è finalizzato ad aiutare i governi locali e regionali di tutta Europa a sviluppare e fornire politiche migliori. Per raggiungere questo obiettivo, Interreg Europe offre loro la possibilità di scambiare pratiche e idee riguardanti l’attuazione delle politiche pubbliche, contribuendo così al miglioramento delle loro strategie per i loro cittadini e le loro comunità. Più concretamente, il programma si rivolge a tre tipi di organizzazioni - autorità locali e regionali; autorità di gestione e organismi intermediari; agenzie, istituti di ricerca e organizzazioni senza scopi di lucro - collocate nell’Unione europea, in Norvegia o in Svizzera e si concentra su quattro distinte aree prioritarie: i) ricerca e innovazione; ii) competitività delle piccole e medie imprese; iii) economia a basse emissioni di carbonio; iv) ambiente e efficienza delle risorse. All’interno della seconda, si colloca l’obiettivo specifico 2.1 che sostiene la creazione, lo sviluppo e la crescita di piccole e medie imprese, a cominciare proprio dalla promozione e dalla diffusione delle capacità imprenditoriali. Attraverso il programma possono essere finanziati due tipi di azioni. I progetti di cooperazione interregionale prevedono partnership composte da organizzazioni rilevanti provenienti da diversi Paesi europei che lavorano insieme per un periodo compreso tra i tre e i cinque anni al fine di condividere le loro esperienze riguardo una questione politica particolare. Ogni regione coinvolta nel progetto elabora un piano d’azione, specificando ciò che verrà fatto in loco in modo tale da assicurare che gli insegnamenti tratti dalla cooperazione vengano tradotti in azione. Similmente, anche i progetti sono tenuti a monitorare i progressi dei loro piani d’azione per determinare l’impatto della cooperazione. Le call for proposals sono lanciate durante l’intero periodo di programmazione. L’altra azione finanziabile dal programma consiste in piattaforme di policy learning, ossia degli spazi per l’apprendimento continuo dove qualsiasi organizzazione che ha a che 46 Informazioni reperite sulla pagina di Interreg Central Europe dedicata al progetto, raggiungibile al seguente link: http://www.interreg-central.eu/Content.Node/CERIecon.html. 19
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