Chiesa di Pentecoste - Il Centro Don Vecchi
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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM ANNO 15 - N° 22 / Domenica 2 giugno 2019 Chiesa di Pentecoste di don Gianni Antoniazzi La comunità cristiana lavora come un’orchestra. Il direttore coordina strumenti diversi, scandisce i tem- pi ed interpreta il brano. La sua bacchetta muta conduce l’opera. Direttore, nella Chiesa, è lo Spirito di Cristo. È Lui la guida e il pasto- re. Chi pensa di sostituirlo diventa un mercenario. Chiarito il princi- pio, restano diversi modi per strut- turare la comunità. In Occidente, la Chiesa romana ha sviluppato una gerarchia con papa, vescovi, clero e diaconi. Funziona a patto che sia una gerarchia di servizio, secondo il Vangelo, dove i primi non cercano interessi personali, ma rimangono servi. Questa struttura è figlia del- la Pasqua. Nella Risurrezione, infat- ti, c’è un movimento verticale. Per dare salvezza Gesù va dal sepolcro alla destra del Padre. Intorno a lui ci sono ruoli precisi: le donne, Pie- tro, gli apostoli e i discepoli. Esiste, però, una comunità di Pentecoste: lo Spirito, per il bene del corpo, as- segna carismi e doni a ciascuno, ma senza specifici incarichi istituzionali. Questa è una realtà più orizzontale. Di fatto la Chiesa d’Oriente e quel- la Protestante – Evangelica sono più orizzontali di quella romana: poche istituzioni e maggiore presenza di figure carismatiche. Ora, la Croce ha due braccia: uno verticale e uno orizzontale. Così la comunità cristia- na deve tenere unita Pasqua e Pen- tecoste, la dimensione verticale, pur nel servizio, e quella orizzontale, più fraterna. Qui in Italia abbiamo dimenticato un poco la Pentecoste e bisogna riprenderla in fretta perché essa è il compimento della Pasqua.
Il bello della vita Pieni di Spirito Santo di Plinio Borghi Il ciclo pasquale si completa nella Pentecoste in cui si concretizzano i doni grandi del Padre Come cristiani siamo invitati a tradurre la teoria in pratica a partire anzitutto dall'Amore Provo sempre imbarazzo, inesperto tiamo nella Messa): "Lo Spirito Santo che il Padre prova per il Figlio. Ora, come sono, a parlare dello Spirito che è Signore e dà la vita, e procede se ogni nostro atto è conscio di que- Santo. Sarebbe troppo banale limitar- dal Padre e dal Figlio....". Argomen- sta Presenza, ben difficilmente do- si alle formule del catechismo, incisi- to ostico, che è pretesto di divisione vrebbe essere immorale e, se riferito ve ed esaustive, ma spesso inafferra- fra cristiani. Salendo al cielo, è festa a essa, diventa preghiera costante. bili se non rendiamo palpabile l’Og- di oggi, il nostro Salvatore promise Attenti infine a un pericolo, latente getto di cotante qualità. E allora, per l’invio del Paraclito, del Consolato- un po' in tutti: quello di impossessarsi flash, parto quasi dall’inizio: il Padre re, che ci avrebbe aiutato a capire, dello Spirito in via esclusiva, agendo infonde il suo spirito nella materia e ma non potevamo non fare i conti come se solo noi fossimo gli ispirati, crea l’uomo. Quel soffio dà origine con la nostra umanità, che nelle di- gli eletti, quelli con la verità in tasca. alla creatura nuova e tutti, credenti o visioni rivela tutta la sua debolezza. Ne sortirebbe esattamente l’opposto. no, diventiamo dimora dello Spirito e Per i cattolici, ad ogni modo, il Dio in Ci spetta solo affidarci, con umiltà, depositari dei suoi doni. Sta a noi vo- noi rimane la fonte delle virtù con- magari recitando ogni tanto quella lerli valorizzare, il potenziale c’è: sa- template nel Catechismo, da quelle bella sequenza che accompagna la pienza, intelletto, consiglio, fortezza, teologali (fede, speranza e carità) a liturgia di Pentecoste e della quale scienza, pietà e timore di Dio. Faccia- quelle umane (prudenza, giustizia, riporto, a corollario, alcuni tra i versi mo un bel salto in avanti e ritroviamo fortezza e temperanza), che si tra- più significativi: “Vieni Santo Spirito, Gesù che alita sugli Apostoli dicendo ducono nelle azioni comuni che eser- manda un raggio della tua luce. Vie- loro: “Ricevete lo Spirito Santo…”. Lo citiamo, in noi e con gli altri. Come? ni datore dei doni, Consolatore per- spirito va coltivato e fortificato: inve- Per mezzo dei frutti che sono propri fetto, ospite e sollievo dell’anima. stiture e potere non possono che de- dello Spirito, parte dei quali la Chie- Nella fatica, riposo; nella calura, ri- rivare da Lui. Da qui partono i passi sa individua in: amore, gioia, pace, paro; nel pianto, conforto. Senza la più importanti della nostra vita e del- pazienza, longanimità, bontà, bene- tua forza, nulla è nell’uomo. Lava ciò la fede: i Sacramenti, a cominciare volenza, mitezza, fedeltà, modestia, che è sordido, bagna ciò che è arido, dal Battesimo. Infatti, una percezione continenza, castità. Ce n’è per tutti, sana ciò che sanguina. Piega ciò che fisica della terza Persona della Trinità ma basterebbe il primo, vissuto ve- è rigido, scalda ciò che è gelido, driz- avviene proprio al battesimo di Gesù, ramente, a comprenderne ancora di za ciò ch’è sviato. Donaci i tuoi sacri quando appare in forma di colom- più. E infatti, è proprio quello l’alias sette doni. Dona virtù e premio, dona ba. I due momenti descritti rivelano con cui lo Spirito Santo è conosciu- morte santa, dona gioia eterna.” uno dei fondamenti del nostro Credo to: l’Amore; fatto persona perché la Certo, cantata in latino è tutt’altra cattolico (quello di Nicea, che reci- sua “genesi” è proprio il sentimento poesia, ma la sostanza è impagabile. Testamento a favore della Fondazione Carpinetum La Fondazione Carpinetum ha come scopo il supporto alle persone anziane accolte nei sei Centri don Vecchi pre- senti tra Carpenedo, Marghera, Cam- palto e gli Arzeroni e l’aiuto ai soggetti più fragili che vivono in città. Si so- stiene solo con le offerte e i contributi della gente di buona volontà che ven- gono tutti destinati ad azioni di be- neficienza. Per sostenerla è possibile fare testamento a suo favore: chi non avesse eredi o chi volesse comunque lasciare un legato, sappia che il suo grande gesto di generosità si tradurrà in carità concreta, per fare del bene a vantaggio del prossimo che ha bisogno. 2 ANNO 15 - N° 22 / Domenica 2 giugno 2019
Pensieri a voce alta La forza di un soffio di Federica Causin Lo Spirito Santo è l'abbraccio paterno di Dio che ci fa sentire suoi figli e ci cambia la vita È una ventata di aria nuova capace di farci prendere il largo a patto di volerla accogliere Nel giorno di Pentecoste i discepoli dice “ricevete lo Spirito”, ci invita e poi a rifugiarci di nuovo nelle no- se ne stanno chiusi in casa, attana- ad accoglierlo come un dono e a non stre abitudini, perché la conversione gliati dalla paura di essere accusati e rifiutarlo. Ci domanda di aprire il permanente ci spaventa. Il terzo è imprigionati com’è successo a Gesù. cuore e di fare spazio a qualcosa che “il complesso della serialità” ossia Nel loro cuore, e spesso anche nel ci regalerà uno sguardo nuovo, capa- la predilezione per tutto ciò che è nostro, paura e fede si fronteggia- ce di riconoscere l’azione di Dio nel- costruito in serie. Lo Spirito, invece, no, però lo Spirito Santo che scende, la nostra storia. Quanta importanza spariglia le carte e ci esorta a cam- il Consolatore che il Signore aveva ha avuto per me voltarmi indietro e biare, a salpare sospinti da un vento promesso sarebbe venuto, riempie il vedere i segni della Sua presenza al nuovo, a metterci in cammino pa- vuoto lasciato dalla Sua scomparsa e mio fianco! Certo, non è stato sem- gando il prezzo delle scelte, ad ac- li rende più forti. Il soffio che rice- pre facile e per imparare a farlo ci cettare e a rispettare la diversità e vono li assolve dai peccati e li rende sono voluti tempo e volontà di af- la molteplicità rifiutando gli integra- capaci di assolverli a loro volta ri- fidarsi e di lasciarsi condurre, però lismi. Giovanni Paolo II ha rammen- velando la missione alla quale sono poi le fatiche hanno trovato un senso tato che il Paraclito sparge i “semi chiamati: perdonare e annunciare il e la gioia è diventata più autentica e del Verbo” e ci dispone ad ascolta- perdono. Enzo Bianchi sottolinea che forse anche più contagiosa. Ma cosa re gli altri e la Parola. Tuttavia, per questa è l’unica esperienza di Dio e potrebbe spingerci a respingere il l’efficacia dell’annuncio, è decisiva del suo amore che possiamo fare, dono che lo Spirito Santo ci offre? Per la testimonianza, perché “solo il prima d’incontrarlo faccia a faccia, rispondere a questo interrogativo mi credente che vive ciò che professa al termine della nostra esperienza sono venute in aiuto le parole di Don con le labbra, ha speranza di trovare terrena. Lo Spirito trasforma l’incre- Tonino Bello. Il vescovo di Molfetta ascolto”. Mai come oggi, sono con- dulità degli apostoli in gioia, perché infatti, in una sua omelia, ha affer- vinta che è importante ribadire che consente loro di riconoscere Gesù e mato che soffriamo di tre complessi la coerenza tra fede e vita è ciò che di sentirlo vicino. Con un’immagine che potrebbero spiegare la nostra dà spessore alla nostra credibilità suggestiva, il priore della comunità iniziale “impermeabilità”: il primo è di cristiani e che dovrebbe indurci di Bose paragona questo soffio a un quello che lui chiama il “complesso a prendere posizione di fronte alla abbraccio che ci stringe al Padre e ci dell’ostrica” ossia la tendenza ad ag- strumentalizzazione della Buona No- fa sentire non più orfani ma amati, grapparci alle nostre sicurezze e il tizia: una speranza di vita vera per destinatari di un amore immeritato. timore di prendere il largo; il secon- tutti non può essere trasformata in Quello che più mi ha colpito di que- do è “il complesso dell’una tantum” un vessillo da sbandierare o in un sta riflessione è che, quando Gesù che ci spinge a correre per un tratto distintivo da appuntare sul petto. C'è bisogno di vestiti per i poveri della città Nei sotterranei del Centro don Vecchi di Carpenedo è aperto il magazzino San Martino dove vengono distribuiti gli indumenti ai bisognosi, a fronte di un contributo simbolico di solidarie- tà. Da quando, per motivi burocratici, sono stati ritirati dal suolo pubblico i cassonetti blu per la raccolta, le scor- te si sono ridotte e a lungo andare c'è il rischio concreto di non riuscire ad aiutare tutti. Chiunque avesse dei capi in buono stato da donare a chi da vestire non ha, è pregato di recapitar- li direttamente ai magazzini in via Dei Trecento campi. Il suo gesto si tramu- terà sicuramente in un'opera di carità. ANNO 15 - N° 22 / Domenica 2 giugno 2019 3
Considerazioni Sottovoce di don Gianni Antoniazzi I doni dello Spirito Santo volta va per strade diverse. Padre credito alle buone intenzioni. Non Pio, Madre Teresa e altri santi spes- ci capiti di trovarci contro Dio. Poi, Lo Spirito di Cristo è sempre più ve- so sono stati equivocati. In alcuni certo, per il caso dei contatori, re- loce dei progetti dell’uomo. Noi sia- casi la Chiesa ha dovuto ricreder- sterebbero da pagare gli arretrati mo convinti di annunciare il Vangelo si. Basta tempo e intelligenza: dai di circa 300 mila euro: la giustizia a gente lontana, ma già da tempo lo frutti di un uomo si comprende se viene prima della carità. Ma anche Spirito opera nella loro coscienza. Il è figlio dello Spirito. Da parte mia, in questo sono assolutamente cer- protagonista è sempre Lui, non noi, fino a prova contraria, darei sempre to che la soluzione è già in opera. che dobbiamo semplicemente com- pletare il bene già compiuto da Dio. Purtroppo qualche volta è difficile distinguere l’opera dello Spirito da quella del maligno. Spesso vestono allo stesso modo e solo il tempo fa chiarezza. Molti, per esempio, chie- dono se l’intervento dei giorni scor- si dell’elemosiniere del Papa, che a Roma ha tolto i sigilli ai contatori e riattivato la corrente a chi non pa- gava da tempo, sia stato secondo lo Spirito. È servizio agli ultimi oppure è concessione a gente capricciosa? Presto detto: chi segue lo Spirito so- miglia a Gesù, vive nella conversio- ne, segue criteri di pace, giustizia e gioia (Rm 14). Chi cerca secondi fini e non il bene degli ultimi, poco per atteggiamenti di giocondità, gaiezza e spensieratezza, In punta di piedi come pure il divertimento dello spettacolo. Così anche oggi alcuni ritengono che la fede cristiana porti con sé un oscurantismo grigio, una tristezza funebre, nel solco di Lo Spirito e la gioia piena uno squallido memento mori, "ricordati che morirai". Ma le cose non stanno in questo modo. Ci sono i 7 doni dello Chi ha letto Il nome della rosa di Umberto Eco, avrà os- spirito Santo, imparati a memoria col catechismo: sapien- servato che, nel Medioevo, i cristiani condannavano gli za, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio. Giusto. Chi però va a leggersi il Vangelo scopre che lo Spirito è anzitutto letizia, esultanza del cuore e pace. Certo, non parliamo di frivolezze superficiali, ma di una felicità profonda e stabile, frutto di una vita realizzata. Così, per esempio, nella sinagoga di Nazaret Gesù annun- cia: “Lo Spirito di Dio è su di me, mi ha inviato a porta- re un messaggio di gioia ai poveri, un anno di grazia del Signore”. E ai Galati, l’apostolo Paolo scrive che il frutto dello Spirito "è amore, gioia, pace, pazienza, benevolen- za, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé" (Gal 5,22-23). In effetti papa Benedetto amava ripetere che questo è uno dei criteri per riconoscere i veri cristiani: dalla gioia della vita. Quanto è distante certe volte l’immagine che la Chie- sa offre di sé! Triste al punto da deprimere chi viene a ce- lebrare l’Eucaristia della domenica. Dov’è lo Spirito Santo? 4 ANNO 15 - N° 22 / Domenica 2 giugno 2019
Il punto di vista Le nostre responsabilità di don Fausto Bonini Noi che abitiamo in questa parte del mondo godiamo senza merito di tante buone cose Molti che dall'altra parte soffrono ci chiedono un aiuto e non possiamo restare indifferenti La fortuna e il merito la fortuna che ho avuto io e cerca quella fortuna. E Sono nato a Venezia, la città più bella del mondo in as- noi che abitiamo in questa lunga striscia di terra che soluto: una fortuna! Davanti alle finestre della mia ca- si protende verso l’Africa siamo la prima spiaggia di mera, a tre-quattrocento metri in linea d’aria, avevo le approdo di queste migliaia di disgraziati che hanno cupole e i campanili della Madonna della Salute: altra avuto la sfortuna di nascere nella miseria. Che sen- fortuna! Non ho subito i bombardamenti della guerra so ha distinguere chi scappa dalla guerra da chi scap- perché Venezia è stata risparmiata. Ho patito la fame pa dalla miseria, i cosiddetti migranti economici? Si come tutti in quel periodo di guerra, ma non tanto da può morire per le bombe, ma si può morire anche morire: una fortuna! Ho potuto studiare perché una per la fame. Tutti quelli che scappano non cercano buona signora, ricca, mi ha pagato la retta del Semina- “la pacchia”, ma cercano di sopravvivere. Quello che rio durante tutti gli anni di formazione: un'altra fortuna abbiamo fatto anche noi italiani in epoche non lonta- ancora! A differenza dei miei fratelli (eravamo in otto) ne: migranti economici anche noi. Invece nella parte ho avuto la fortuna di poter studiare e sono diventato ricca del Mediterraneo sembra prevalere l’arroganza. sacerdote. Poi mi sono laureato in Lingua e Letteratura francese a Ca’ Foscari perché c’era bisogno di un inse- Cuori chiusi, prima che porti chiusi gnante di francese in Seminario. Tanti colpi di fortuna Troppo spesso anche il nostro cuore. Ma dove è andata che mi hanno portato ad essere quello che sono. Anche la compassione? Ha fatto trasloco? E’ stata dimentica- dal punto di vista della salute fisica non posso che dir- ta la misericordia? Eppure questi sono i valori fondan- mi contento e fortunato. Nessun merito. Tutta fortuna. ti del messaggio cristiano. Il Vangelo non va tenuto solo in mano, ma va anche letto, meditato e vissuto. E se io fossi nato in Africa? Ecco che cosa sta scritto: “Avevo fame e mi avete dato Me lo chiedo spesso in questo periodo segnato da da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero muri che dividono, da barriere di filo spinato, da por- in carcere e siete venuti a trovarmi, ero forestiero e ti chiusi, ma soprattutto da cuori chiusi. Forse sarei mi avete ospitato, ero nudo e mi avete vestito”. Ma anch’io uno di quelle migliaia e migliaia di giovani che quando e dove è successo tutto questo? “Ogni vol- scappano dalla miseria, dalla fame, dalla guerra e ta che avete fatto queste cose a uno solo di questi poi spesso, troppo spesso, trovano la morte nel trat- miei fratelli, l’avete fatto a me”. Messaggio chiaro e to di mare che separa la terra sognata, quella dove inequivocabile. Questo dovrebbe essere l’obiettivo di abito io e tutti noi, dalla terra sfortunata e impove- fondo di chi tiene in mano il Vangelo e lo vuol fare rita anche per colpa nostra. Chi scappa non ha avuto diventare punto di riferimento delle proprie scelte. Camere disponibili al Centro don Vecchi 6 Al Centro don Vecchi numero 6 de- gli Arzeroni, a non molta distanza dalla zona commerciale Aev del Terraglio e dall’ospedale dell’An- gelo, può esserci la disponibilità di qualche stanza per chi dovesse trascorrere un certo periodo a Me- stre per lavorare oppure, ad esem- pio, per assistere i propri parenti ricoverati in città. Queste stanze sono a disposizione anche di chi abbia per qualsiasi motivo una ne- cessità abitativa di carattere tem- poraneo. Per prenotare una stan- za cosiddetta di "Formula Uno" è possibile chiamare lo 0413942214. ANNO 15 - N° 22 / Domenica 2 giugno 2019 5
Botteghe storiche L'orologiaio vecchio stile di Francesca Bellemo Di padre in figlio da decenni gli Andrioletti riparano gli orologi dei mestrini in via Caneve "Ma le case madri non danno più i pezzi di ricambio e la categoria rischia di estinguersi" Stefano Andrioletti è chino sul banco di lavoro e sta riparando l’ingranaggio di un orologio automatico. Rotelle, viti, pezzi minuscoli di grande valore che solo in pochi ormai sanno rimet- tere assieme. Il suo laboratorio è tap- pezzato fino al soffitto di cassettiere profonde e sottili, tutte meticolosa- mente ordinate per tipologia di pezzi di ricambio, per tipologia di orologi, dimensione, forma, marca. Un vero e proprio patrimonio accumulato negli anni, arricchito dalla presenza di nu- merosi e curiosi macchinari profes- sionali per la pulizia degli ingranaggi. Un mestiere, quello dell’orologiaio, che ha appreso dal padre Franco, Da sinistra, Stefano Andrioletti e suo padre Franco oggi ottantenne, da sempre un punto di riferimento nel cuore di Mestre con spiega – è nel rapporto con le gran- ma siamo come Davide di fronte a la sua piccola bottega in via Caneve, di case madri, soprattutto svizzere, Golia". Stefano mette a frutto, oltre nella quale, oltre ad orologi, insie- che non ci forniscono più dei pezzi di i suoi studi specifici, perfezionati a me alla moglie Liliana vende anche ricambio, costringendo la clientela a Milano e in Svizzera, il suo ingegno piccole sveglie, cornici, argenteria rivolgersi esclusivamente al loro cen- meccanico e la sua abilità manuale e oggettistica da regalo. "La mia fa- tro assistenza. In questo modo non nel costruire egli stesso alcune com- miglia abitava lì ancor prima che co- solo danneggiano la nostra categoria, ponenti. "Questo è un mestiere arti- struissero quel palazzo, nelle vecchie ma soprattutto obbligano i clienti gianale unico a metà tra arte e mec- casette a due piani – racconta Stefa- a spendere cifre astronomiche per canica – aggiunge – Un mestiere che no – Poi decisero di aprire il negozio poter riparare un orologio. L’alter- richiede enorme passione ma che proprio lì sotto. Inizialmente mio pa- nativa? Comprarne un altro". Potere purtroppo oggi, se questa è la situa- dre si occupava solo di riparazioni. delle lobby, leggi economiche, con- zione del mercato globale, non con- Dopo la gavetta negli anni Quaranta sumismo, civiltà dell’usa e getta si siglierei a nessun giovane. Un gran e Cinquanta in un'altra bottega, de- riflettono così anche in quell’affasci- peccato, perché quando un domani cise d'intraprendere un’attività tutta nante mondo fatto di piccoli equilibri mancheranno queste professionalità sua. Erano altri anni, si riparavano e rotelle dentellate al millimetro che mancherà un pezzo della nostra sto- non solo orologi, ma anche tassame- è l’orologeria. "La nostra categoria, ria, della nostra cultura. Gli italiani tri, manometri di Porto Marghera, supportata dall’associazione degli ar- si distinguono da sempre in questa cronometri delle navi". E poi la tec- tigiani, si è mossa da tempo anche arte, in molti Paesi è un mestiere nologia ha attraversato anche questo a livello istituzionale, appellandosi ormai scomparso, ma noi abbiamo la mestiere senza però intaccarlo nella all’Unione Europea contro il mono- possibilità di resistere, anche se non sua essenza. Perché l’orologio conti- polio di queste grandi case, ma non so fino a quando". Quale contributo nua ad essere un accessorio di valore siamo stati ascoltati. Il mercato, per può dare la cittadinanza alla conser- e la sua riparazione ancora richiesta. quanto ridimensionato dall’ingresso vazione di questa categoria? "Il no- Stefano, 50 anni, rappresenta la più della tecnologia e degli smartphone, stro destino è appeso all’Unione Eu- giovane generazione di orologiai in continua ad esserci. Io ad esempio la- ropea – conclude Stefano Andrioletti città, poco più di una manciata ormai voro sempre, sei giorni su sette, tutto – alla volontà politica di salvaguar- quelli rimasti a svolgere questa pro- il giorno. La domanda da parte della dare questa nostra tradizione. Ma fessione che nel giro di una decina clientela c’è, ma in alcuni casi ci è ogni persona può fare la differenza, d’anni potrebbe rischiare di scompa- impossibile soddisfarla. Cerchiamo magari anche solo scegliendo di rivol- rire. E non per assenza di mercato. di aiutarci tra di noi, collaborando gersi a noi orologiai prima di spedire "Il vero problema che affrontiamo – nello scambio di pezzi di ricambio, un orologio in un centro assistenza". 6 ANNO 15 - N° 22 / Domenica 2 giugno 2019
Mondo volontariato Al fianco della persona di Matteo Riberto Una storia che inizia nell’Ottocento. facendo uno screening mirato per E i valori sono sempre gli stessi: pro- l’Hiv in collaborazione con l’Ulss”. teggere la vita, difendere la salute e far rispettare la persona umana, do- Vi occupate anche di diritto inter- vunque. La Croce Rossa Italiana na- nazionale umanitario. sce a Milano per soccorrere i feriti e “Per noi questo è un aspetto mol- i malati in guerra. È un’associazione to importante anche perché siamo di promozione sociale, che fa parte presenti praticamente in tutto il dell’organizzazione Croce Rossa e mondo. Qui a Venezia, facciamo per Mezzaluna internazionale, la quale esempio dei corsi anche alle Forze opera in tutto il mondo soccorren- dell’ordine che operano all’estero in- do le persone a prescindere dalla centrando gli incontri sui diritti pre- nazionalità, l’etnia, la religione, la Francesca Battan visti dalla Convenzione di Ginevra”. condizione sociale e l’appartenen- za politica. L’associazione svolge Ci fa qualche esempio di cosa fate? Qual è la componente giovanile al le sue attività supportando gli enti “Ci sono il servizio di ambulanza, gli vostro interno? e le istituzioni pubbliche, ma con- infermieri, i medici e gli operatori "Molto rilevante. Tanti volontari sono serva la sua autonomia rimanendo formati che prestano aiuto durante persone giovani a cui dedichiamo una da sempre fedele ai suoi principi le emergenze, le calamità, i grandi corsia, diciamo, preferenziale. Il no- e ideali. È presente in modo capil- eventi, le gare sportive. Diamo an- stro consiglio direttivo è infatti com- lare su tutto il territorio nazionale che supporto alle persone senza fis- posto da 4 membri, di cui uno eletto e ovviamente anche a Venezia e in sa dimora. Ricordo che l’area salute solamente dai nostri volontari più provincia. Quando si pensa alla Cro- organizza corsi di formazione per i giovani, che vanno dai 14 ai 32 anni”. ce Rossa, molti l’associano ai servi- nostri operatori che sono tutti molto zi sanitari e alla cura della salute. preparati: non c’è attività che non E promuovete anche molte attività Ma l’associazione svolge tantissime sia svolta dai nostri volontari dopo rivolte ai ragazzi? attività sociali per aiutare le per- aver seguito un corso di formazio- “Sì, andiamo per esempio nelle sone in difficoltà: dalla raccolta di ne. Abbiamo inoltre un servizio di scuole dove proponiamo corsi di for- generi alimentari alle iniziative di psicologi e gli sportelli d’ascolto mazione, informazione ma facciamo difesa e tutela dei diritti umani. che gestiamo in alcuni comuni. E tanto altro ancora. Alcuni dei no- Presidente della Croce Rossa Comi- ci occupiamo della distribuzione di stri volontari giovani, per esempio, tato di Venezia è Francesca Battan. generi alimentari a famiglie in dif- vanno fuori dalle discoteche e fan- ficoltà, andiamo a fare letture negli no provare ai ragazzi degli occhiali Dove opera la nostra Croce rossa? ospedali o seguiamo gli ospiti delle particolari tramite cui si vede allo “Abbiamo sei sedi tra Venezia e case di riposo facendo loro com- stesso modo di come si vedrebbe se provincia: siamo presenti a Mestre, pagnia o accompagnandoli in gite si avesse bevuto. Così i giovani pos- Venezia-Lido, Mirano, Riviera del all’esterno della struttura. Ma sono sono capire quanto l’alcol annebbi Brenta, Chioggia e Noale. Abbiamo veramente tante le attività: in que- la vista, quanto sia pericoloso met- circa 780 volontari che dedicano il sto momento, per esempio, stiamo tersi al volante dopo aver bevuto”. loro tempo libero mettendosi a di- sposizione per aiutare il prossimo”. La scheda La Croce Rossa, un baluardo di volontariato in tutta la provincia Quali sono le vostre attività? “Tantissime. Nell'immaginario co- La Croce Rossa Comitato di Venezia è molto attiva sul nostro territorio. Ha sei sedi dislocate tra Venezia e provincia. Quella di Mestre si trova in via Napoli 3 mune molti ci associano soltanto ai ed è contattabile, per qualsiasi informazione, allo 041982333 o scrivendo una servizi sanitari. È così ma abbiamo mail a venezia@cri.it. Per essere a conoscenza delle diverse attività e dei tanti sei aree strategiche di intervento: servizi offerti dall’associazione è possibile visitare il sito ww.crivenezia.it o l’area salute, la sociale, l’emergen- consultare la pagina facebook Croce Rossa-Comitato di Venezia che è costante- za, il diritto umanitario e interna- mente aggiornata con notizie sulle diverse attività svolte. Il Comitato di Venezia zionale, l’area giovani e quella dello può contare su circa 780 volontari. Chiunque può dare una mano ed entrare nel- sviluppo e comunicazione dedica- la grande famiglia della Croce Rossa che mette a disposizione, tra gli altri, corsi di primo soccorso e utilizzo di defibrillatore, manovre di disostruzione pedia- ta alla gestione di grandi eventi e, trica, corsi per aspiranti infermieri volontarii e corsi sulla sicurezza sul lavoro. per esempio, alla raccolta fondi”. ANNO 15 - N° 22 / Domenica 2 giugno 2019 7
Proverbi africani La discrezione di padre Oliviero Ferro, missionario saveriano Se l’indiscrezione viene considerata scosti soltanto per un breve periodo e mai a una donna” dicono Fang del come un atteggiamento pericoloso di tempo. E qui mi piace ricordare Gabon. Qualcuno direbbe che an- per la vita individuale e comuni- una situazione che ho vissuto diver- che gli uomini non sono da meno… taria, la discrezione è ovviamente se volte riguardo il tipo di udito che I Basonge del Congo Rdc aggiungo- molto apprezzata come caratteri- hanno gli africani. Quando si passa no la loro riflessione: “Quanto riveli stica della persona. L’uomo discre- in un luogo, specialmente vicino alla all’innocente, l’innocente comunica to è affidabile. E’ una garanzia per foresta o in un campo, loro riescono a un suo confidente”, per sottolinea- il mantenimento di fatti delicati e subito a sentire se nei paraggi c’è un re che è illusorio mantenere i segre- forse strategici per la sopravviven- serpente. Diverse volte me l’hanno ti in questo mondo. Quante volte si za dell’individuo e della comunità. fatto notare, io naturalmente non dice “attenzione che i muri hanno le Le persone, il cui cuore è come una me ne ero accorto. Così pure da cer- orecchie”. I Bakwa cienze del Con- tomba, vengono ricercate e consa- ti gesti o situazioni riescono a capi- go Rdc così lo trasformano: “Quello crate dalla società come protettori re quello che succede e che è nasco- che fai di notte, le mura lo vedono”. della vita degli altri. E ora veniamo sto. E questo proverbio che segue lo A volte, qualcuno inizia a parlare ai proverbi. Ne abbiamo molti che spiega meglio: “Il pesce morto viene perché ha un po’ di carburante in fanno riflettere bene. Cominciamo a galla”, vale a dire che un segreto corpo, ha bevuto troppa birra tradi- dai Libinza del Congo Rdc. “La gal- rivelato ad una seconda persona vie- zionale o quella in bottiglia. Tutti si lina non produce le uova mentre la ne sempre a conoscenza degli altri, mettono a ridere, ma il giorno dopo guardano”, dicono, che vuol dire: è secondo i Mongo del Congo Rdc. Le qualcuno gli fa notare che ha detto bene essere discreti nel fare certe grandi cose si realizzano in silenzio. quello che non doveva dire e allora cose delicate di fronte alla gente. Questo è quello che pensano i Tou- cominciano i problemi. Per questo Mantenere il segreto professionale couleur del Senegal dicendo che “il gli Hutu del Rwanda ce lo ricordano: è segno di serietà, perché “l’uccello leone a caccia di bestie non ruggi- “Non nascondere nulla a colui che di non dice mai dove depone le uova”, sce”. E’ meglio lavorare con calma, casa tua sa tutto” ossia dal momen- ci insegnano i Malinke del Senegal. ma con continuità e allora si possono to che hai rivelato un tuo segreto a Questo proverbio si potrebbe met- realizzare delle grandi cose, invece una persona, hai ormai le mani lega- terlo vicino a un altro del Congo: di dire che si farà e poi ci si ferma a te nei suoi confronti. Quindi bisogna “Hakuna moshi bila moto” ossia non metà. Non si deve pensare che i se- essere prudenti anche nei confronti c’è fumo senza fuoco. Qui sono gli greti possono essere mantenuti. Già degli amici più intimi. Non si devono Ekondo, sempre del Congo RDC che lo diceva il Vangelo: “Quello che è rivelare tutti i propri segreti. Con- affermano: “Puoi lavorare la terra detto in segreto, verrà proclamato cludiamo con questa riflessione dei in segreto, ma il rumore della zap- sui tetti”. E qui abbiamo diversi altri Malinke del Congo Rdc: “E’ il fatto pa ti tradirà” per ricordarci che i proverbi che lo ricordano. “Se vuoi di mantenere il segreto che mise sentimenti discreti rimangono na- tenere un segreto, affidalo al vento al mondo il segreto”. (25/continua) La grande squadra dei volontari in servizio I volontari all'opera nei diversi ambi- ti d'impegno della Fondazione Car- pinetum sono oltre mezzo migliaio. Quelli che intendono prestare servi- zio nel futuro Ipermercato solidale agli Arzeroni sono circa 130, iscritti nel registro dell'associazione Il Pros- simo che gestirà la futura struttura. Confidiamo che il numero possa sali- re: ad essi possono aggiungersi altre realtà che già collaborano con noi e che potrebbero entrare nell’Ipermer- cato solidale. Quanti ancora il Signo- re sta chiamando a questa impresa? Chi leggendo si sentisse chiamato venga a lasciare la propria adesione. 8 ANNO 15 - N° 22 / Domenica 2 giugno 2019
Tradizioni popolari Le streghe di don Sandro Vigani Un po’ di storia prostitute o donne vedove e sole. to la mano del carnefice che le Tra la gente dei campi nella prima Questo il racconto di un processo lega al palo? Udite gli urli che già metà del Novecento e oltre c’era contro le streghe che si svolse a non hanno più nulla di umano, coi ancora chi, nelle campagne vene- Trento nel 1505: “Dicesi che la bi- quali annunciano i primi assalti te, credeva nell’esistenza delle blioteca civica di Trento possegga delle fiamme? Erano streghe, vale streghe. Il termine strega deriva gli atti di un processo dell’anno a dire, sventurate ignoranti cadu- probabilmente dal greco stryx, 1505 contro parecchie donniccio- te nelle mani di belve, ree forse strygòs che significa barbagianni, le imputate di stregoneria, delle di malafede, non certo di morte”. uccello notturno. La figura della quali otto vennero condannate ad strega ha radici antichissime, che essere arse vive. La sentenza fu Le tre categorie precedono di molto il cristianesi- eseguita in Cavalese il 15 marzo Nella raccolta dell’anno 1893 del- mo. A partire dal tardo Medioevo 1505. Le infelici portavano nomi la Rivista delle Tradizioni popolari e con l'inizio del Rinascimento, la strani e fantastici, Zog, donna Italiane troviamo una dettaglia- Chiesa cattolica vide nelle stre- Benzog, ed altri simili, assunti ta distinzione di tre categorie di ghe delle figure dedite al culto del probabilmente per colpire l’imma- streghe. Le prime sono nate stre- maligno, in continuo dialogo con il ginazione del popolino e così pro- ghe: se la madre strega appartie- demonio, da combattere con tutti cacciare alle pretese malie. Quel ne alla communità delle streghe e i mezzi, anche la morte. La caccia giorno le vittime furono otto; ma fa voto al diavolo prima del parto, alle streghe ebbe due grandi mo- nessuno può dire a quante centi- la figlia nasce con il segno del dia- menti: dal 1480 al 1520 e dal 1560 naia ascendano mandate a morte volo, una macchia nera in un parte al 1650. La stregoneria divenne per la stessa causa. Ve le figura- del corpo ed è essa stessa strega. reato da condannare con il rogo: te voi sotto lo strazio della tortu- Le seconde sono divenute streghe la Chiesa processava le presunte ra, che dilaniava loro le carni, in senza saperlo: sono quelle toccate streghe attraverso l’Inquisizione atto di balbettare la confessione da una strega prima di ricevere il e le consegnava al braccio seco- di una colpa che esisteva solo nel- battesimo, oppure battezzate con lare che procedeva all’esecuzione. le zucche asinine dei loro giudici? qualche errore rituale da parte del Le vedete sfatte, livide, coi capelli prete. Una bambina poteva diven- Il loro profilo irti, colle mani legate al dorso e tare strega senza saperlo anche se Le presunte streghe apparteneva- tutto il corpo ravvolto nella cap- una strega la toccava appena com- no a classi sociali povere. Erano pa nera, condote al supplizio con piuto il settimo anno di età. Infine, spesso erboriste, i cui intrugli pre- apparato di funebre teatralità. le terze sono streghe volontarie: parati per guarire venivano consi- Le vedete contorcersi, ribellarsi e cioè donne che in età matura si derati pozioni magiche, levatrici, finalmente piegare affrante sot- sono date al diavolo. (31/continua) Pranzo della domenica per anziani soli Ogni prima e terza domenica del mese la Fondazione Carpinetum in- vita a pranzo tutti gli anziani della città che vivono da soli e tutte le persone che non hanno compagnia. L'appuntamento è al Senior Restau- rant del Centro don Vecchi 1, al quale si può accedere da via dei Trecento campi a Carpenedo, dietro viale Don Sturzo. È necessario soltanto preno- tare il posto telefonicamente in ora- rio d'ufficio contattando la segrete- ria al Don Vecchi allo 0415353000. Il prossimo pranzo è fissato per domenica 2 giugno, alle ore 12.30. ANNO 15 - N° 22 / Domenica 2 giugno 2019 9
La nostra storia L'illuminazione pubblica di Sergio Barizza Nel ripercorrere le tappe del "farsi confronto non solo con Venezia ma bacino del canale, dopo di esservisi città", ho spesso sottolineato l’im- anche coi "limitrofi paesi, alcuni dei staccato un ramo, che percorrendo portanza della partecipazione dei quali di minor importanza di Me- il borgo dei Cappuccini perviene alla cittadini non solo all’amministrazio- stre", dove da tempo si era passati chiesa di San Carlo". Più di trent'an- ne pubblica e all’attività sociale, ma all'alimentazione con olio minerale ni dopo Mestre era sostanzialmen- anche, specie negli anni a cavallo che, costando di meno, permetteva, te ancora quella, raccolta attorno tra Otto e Novecento, a quella eco- a parità di spesa, di estendere mag- agli assi stradali che confluivano su nomica che produceva lavoro per i giormente i benefici della pubblica piazza Maggiore e piazza Barche: si cittadini meno abbienti e nuovi ser- illuminazione. Si sprecarono a lun- mossero un po' tutti per reclamare vizi per tutti. Ciò si è verificato con go, come il solito, le lamentele e le un nuovo sistema, ma solo sotto la la costruzione di edifici scolastici proteste. I punti luce erano ancora i decisiva pressione dei "notabili del (la De Amcis nel 1902 e la Cesare 34 fissati da Giovanni Battista Giuin paese" si arrivò alla stipula di un re- Battisti nel 1922), con l’attivazio- Manocchi, all'inizio degli anni Trenta golare contratto con l'Impresa Vene- ne (1891) e il progressivo ammo- dell’Ottocento per "tutte le strade ta per l'illuminazione ad olio di schi- dernamento e allargamento della fiancheggiate da fabbriche" che co- sto'(il cui stabilimento di distillazio- linea del tram, con la costruzione stituivano in quel momento il centro ne era a Valdagno), che contempla- dell’acquedotto (1912) e con l’illu- di Mestre, predisposti secondo una va l'abbandono dell’olio d'oliva per minazione pubblica e la società del sua ben dettagliata descrizione che passare all’alimentazione con olio di gas di cui dirò di seguito. Alla vigilia ci fa chiaramente comprendere, an- origine minerale e il contemporaneo dell'annessione al regno d'Italia del che oggi, quale fosse l’estensione innalzamento a cinquanta del nu- 1866, quando nella vicina Venezia dell’abitato d Mestre. Scriveva Ma- mero dei fanali, che dovevano esse- la società Lionese aveva attivato e nocchi che i fanali erano posizionati re sempre tenuti accesi nottetempo via via allargato, da più di vent'anni, ai lati della "carriera regia postale nell'ambito del territorio cittadino. l'erogazione del gas prodotto nell'of- selciata a sassi, che comincia nella Furono i deputati Girolamo Allegri ficina di San Francesco della Vigna punta del Terraglio, nel principio e Pietro Berna a firmare il relativo per provvedere progressivamente del borgo dei Tedeschi passa sotto contratto, il 5 maggio 1865, con An- all’illuminazione notturna di tutta la torre detta di Belfreddo, si piega tonio Casolo "socio e rappresentan- la città, a Mestre le poche decine ad angolo dov'è il palazzo comunale, te dell'impresa", che aveva vinto la di fanali, destinati a illuminare quasi passa contigua alla torre dell'Orolo- concorrenza della società Lionese esclusivamente piazza Barche, piaz- glio, segue nella piazza dell'Orolo- operante a Venezia, ma soprattutto za Maggiore e l'accesso alla stazione glio, si allunga nella piazza Maggio- anche di due intraprendenti impren- ferroviaria, erano ancora alimenta- re, si rivoglie a lato della caserma ditori mestrini: Giuseppe Ruggia e ti con l'olio d'oliva. Troppo facile il e va nella piazza delle Barche e al Ferdinando Gobbato. (59/continua) Domanda per entrare ai Centri don Vecchi Ai Centri don Vecchi gli appartamen- ti si liberano frequentemente perché il turnover è costante. Chi pensasse dipresentare domanda d’inserimen- to, mettendosi in lista d'attesa, può consegnarla in direzione al Centro don Vecchi 2 di via dei 300 campi a Carpe- nedo dov’è già aperta una lista d’atte- sa. Per richiedere un alloggio occorre: non avere meno di 65 anni e più di 83; trovarsi in una condizione econo- mica modesta; essere normalmente autosufficienti; disporre di un garan- te che si assuma la responsabilità di intervenire qualora la persona abbia necessità di una diversa collocazione, in seguito alla perdita dell’autonomia. 10 ANNO 15 - N° 22 / Domenica 2 giugno 2019
Per trasparenza Per realizzare l'Ipermercato solidale Sottoscrizione cittadina: tutti i fondi a favore della costruzione della nuova opera di bene I familiari del defunto Mario È stata sottoscritta quasi mezza hanno sottoscritto quasi mezza azione, pari a € 20, in memoria 5 per mille azione, pari a € 20, per ricordare dei defunti: Caterina, Valerio, Un modo concreto per aiutare il loro caro congiunto. Bruno e Luigino. Il 5 per mille è una parte delle no- stre tasse a cui lo Stato "rinuncia" Le figlie della defunta Malvina La moglie del defunto Mirco per sostenere un ente benefico che Barbin hanno sottoscritto Silvestri, in occasione del 3° aiuta il prossimo in difficoltà. Non un’azione, pari a € 50, per anniversario della morte di suo costa nulla e se non si sceglie di do- onorare la memoria della loro marito, ha sottoscritto due azioni, narlo rimane comunque allo Stato. madre. pari a € 100, per onorarne la Il 5 per mille non sostituisce l’8 per memoria. mille destinato alle confessioni reli- La signora Natalina Michielon giose. Sono due opportunità diverse di destinare le proprie imposte per ha sottoscritto dieci azioni, La moglie del defunto Salvatore fini differenti. Amici lettori vi chie- pari a € 500, per festeggiare il ha sottoscritto quasi mezza diamo di impiegare bene le tasse compleanno di don Armando. azione, pari a € 20, per onorarne scegliendo, nella dichiarazione dei la memoria. redditi, come destinare il 5 per mille. Il nipote della defunta Maria Luigia Rigo ha sottoscritto due È stata sottoscritta mezza azione, Tre possibilità di scelta azioni, pari a € 100, per onorare pari a € 25, in suffragio di Ernesto Se credete opportuno il lavoro fat- la memoria della zia. e dei defunti della famiglia to con gli anziani e le famiglie in Grigoletto. difficoltà proponiamo di dare il 5 I familiari della defunta Maria permille alla Fondazione Carpine- Comaron hanno sottoscritto Il signor Franco Barbon di Spinea tum dei Centri don vecchi: codi- quasi mezza azione, pari a € ha sottoscritto un’azione, pari a ce fiscale 94064080271. Se invece preferite sostenere i bambini si 20, in memoria della loro cara € 50. può aiutare il Centro Infanzia Il congiunta. Germoglio che da più di 100 anni Le signore Anna ed Enza De si occupa della formazione e del- Il dottor Paolo Trovò, per Leo hanno sottoscritto quattro la crescita dei bambini in via Ca’ festeggiare gli 80 anni di sua quinti di azione, pari a € 40, per Rossa: codice fiscale 90178890274. madre, ha sottoscritto due azioni, festeggiare il compleanno di don Da ultimo invece, per chi ritiene pari a € 100. Armando. di sostenere le donne in difficoltà da secoli c’è l’Associazione Pia- vento: codice fiscale 90017970279. La sorella e il cognato del defunto I membri della compagnia Renzo Rainato hanno sottoscritto teatrale Altinate hanno Come destinarlo cinque azioni, pari a € 250, per sottoscritto tre azioni e mezza, Se compili il Modello 730 o il Mo- onorare la memoria del loro caro pari a € 175, per onorare la dello Redditi, nel riquadro “So- congiunto. memoria del loro caro collega stegno del volontariato…” firma Paolo Sivori. e scrivi il codice fiscale dell'ente La dottoressa Chiara Rossi prescelto. Se non sei tenuto a pre- ha destinato nel testamento Il fratello del defunto Paolo sentare la dichiarazione dei redditi € 15.000 del suo patrimonio Sivori ha sottoscritto un’azione puoi comunque donare il tuo 5 per alla Fondazione Carpinetum abbondante, pari a € 60, per mille: nella scheda fornita insieme sottoscrivendo 300 azioni. onorare la memoria del fratello. alla Certificazione Unica dal tuo datore di lavoro o dall’ente che eroga la pensione, firma nel riqua- La famiglia De Rossi ha I figli Nico e Katia Collorio hanno dro “Sostegno del volontariato…” e sottoscritto quattro azioni, pari sottoscritto quasi mezza azione, scrivi nel riquadro il codice fisca- a € 200, per onorare la memoria pari a € 20, per ricordare la loro le dell'ente prescelto. Inserisci la della defunta Carla Salmistrari. cara madre Alice Raffael. scheda in una busta chiusa e scrivi- ci “Destinazione 5 per mille Irpef” È stata sottoscritta quasi mezza Sono stati sottoscritti quattro insieme al tuo cognome, nome e codice fiscale, consegnala poi gra- azione, pari a € 20, per ricordare quinti di azione, pari a € 40, in tuitamente ad un ufficio postale, al i defunti: Annamaria, Antonio e memoria dei defunti: Franca, Caf oppure al tuo commercialista. Leda. Marcello, Bruno e Rosa. ANNO 15 - N° 22 / Domenica 2 giugno 2019 11
La storia dei Centri don Vecchi Il Don Vecchi di Marghera di don Armando Trevisiol Dopo l'apertura del secondo Cen- pastorale della sua comunità fu ventura. E i soldi per tirarlo su? In tro don Vecchi, la stessa dotto- più propenso a pensare ai ragaz- quell'occasione disponevo dell'ere- ressa Francesca Corsi, benemerita zi che agli anziani. Però lo stesso dità della villetta all'inizio di via funzionaria del Comune di Vene- architetto, che a quel tempo sta- Santa Maria dei Battuti, che la si- zia, mi fece osservare ch'era op- va realizzando la chiesa dei Santi gnora Maria Gianmanco mi aveva portuno "coprire" tutti i quartieri Francesco e Chiara a Marghera, la destinato. E disponevo altresì di della città in modo da permettere cui edificazione era rimasta bloc- un'altra eredità lasciatami da un'an- agli anziani di vivere il più vicino cata a metà per mancanza di fon- ziana di Marghera, persona che mi possibile ai luoghi nei quali erano di, mi disse che il relativo parroco, aveva aiutato in precedenza tante sempre vissuti, per poter mantene- don Ottavio Trevisanato, avrebbe altre volte e che ha concluso la sua re le relazioni già consolidate nel potuto mettermi a disposizione vita buona e generosa lasciandomi tempo. Mi parve quindi opportuno un'area prospiciente la chiesa in per opere di bene l'appartamento pensare anche ad altre zone della costruzione, purché io l'avessi aiu- in cui abitava e un grande negozio. città, nelle quali il problema della tato a portare avanti la costruzio- Un farmacista, anch'egli di Marghe- casa per gli anziani poveri era allo ne della sua chiesa. L'approccio fu ra, acquistò questi due immobili e stesso modo presente e urgente. subito positivo e la conclusione fu sapendo come avrei impegnato il Conobbi per caso l'architetto Gio- uno dei più begli esempi di "affari" ricavato, mi offrì una somma più vanni Zanetti, che a quel tempo tra preti. Lui mi disse che avreb- che generosa. Le cose andarono aveva costruito la scuola materna be avuto bisogno di quattrocento- un po' per le lunghe e io andai in della Gazzera, il quale mi infor- cinquanta milioni di vecchie lire e pensione alla fine di quell'anno, mò che quella parrocchia avrebbe io, senza contrattare per nulla, gli il 2005. Mi subentrò in parrocchia avuto del terreno per costruire una diedi questa somma. Lui, pur sen- don Danilo Barlese, al quale la- struttura del genere. Alla Gazzera za contrattare, mi diede in cambio sciai tutta la somma occorrente era allora parroco monsignor Lui- quattromila metri quadri di terre- per pagare la nuova struttura che gi Stecca, mio compagno di classe, no per costruire quello che sarebbe comprendeva e avrebbe messo motivo per cui mi fu facile aprire diventato il Don Vecchi ter. L'archi- a disposizione degli anziani ben un dialogo, anche perché egli mi tetto fu giustamente Giovanni Za- 57 alloggi. Inaugurò il fabbricato, sembrò favorevole a una iniziativa netti, persona alla quale sempre la poi denominato "Don Vecchi tre", del genere. Sennonché il progetto Provvidenza aveva dato il compito l'allora Patriarca, il cardinale An- andò a monte perché il Consiglio di portare avanti questa nuova av- gelo Scola, nel 2008. (8/continua) Come poter donare alla Fondazione Per sostenere la Fondazione Carpine- tum si può effettuare un bonifico ban- cario al Monte dei Paschi di Siena - agenzia di Via San Donà, codice IBAN: I T17 R 0103 0 0 20 0 8 0 0 0 0 0142 53 4 8 o effettuare un versamento sul conto corrente postale numero 12534301. Il nostro settimanale L'incontro è distribuito gratuitamente in città in 5 mila copie: è consultabile an- che sul sito www.centrodonvecchi.org Una volta letta la copia anziché es- sere buttata può essere donata a un parente, un amico o un conoscente. Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti a Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del 5/2/1979 Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; caporedattore: Alvise Sperandio; grafica: Maurizio Nardi Via dei Trecento campi - Mestre (Ve), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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