Chiesa di Pentecoste - Il Centro Don Vecchi

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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM    ANNO 15 - N° 22 / Domenica 2 giugno 2019

Chiesa di
Pentecoste
di don Gianni Antoniazzi

La comunità cristiana lavora come
un’orchestra. Il direttore coordina
strumenti diversi, scandisce i tem-
pi ed interpreta il brano. La sua
bacchetta muta conduce l’opera.
Direttore, nella Chiesa, è lo Spirito
di Cristo. È Lui la guida e il pasto-
re. Chi pensa di sostituirlo diventa
un mercenario. Chiarito il princi-
pio, restano diversi modi per strut-
turare la comunità. In Occidente,
la Chiesa romana ha sviluppato una
gerarchia con papa, vescovi, clero
e diaconi. Funziona a patto che sia
una gerarchia di servizio, secondo
il Vangelo, dove i primi non cercano
interessi personali, ma rimangono
servi. Questa struttura è figlia del-
la Pasqua. Nella Risurrezione, infat-
ti, c’è un movimento verticale. Per
dare salvezza Gesù va dal sepolcro
alla destra del Padre. Intorno a lui
ci sono ruoli precisi: le donne, Pie-
tro, gli apostoli e i discepoli. Esiste,
però, una comunità di Pentecoste:
lo Spirito, per il bene del corpo, as-
segna carismi e doni a ciascuno, ma
senza specifici incarichi istituzionali.
Questa è una realtà più orizzontale.
Di fatto la Chiesa d’Oriente e quel-
la Protestante – Evangelica sono più
orizzontali di quella romana: poche
istituzioni e maggiore presenza di
figure carismatiche. Ora, la Croce
ha due braccia: uno verticale e uno
orizzontale. Così la comunità cristia-
na deve tenere unita Pasqua e Pen-
tecoste, la dimensione verticale, pur
nel servizio, e quella orizzontale,
più fraterna. Qui in Italia abbiamo
dimenticato un poco la Pentecoste e
bisogna riprenderla in fretta perché
essa è il compimento della Pasqua.
Il bello della vita

                        Pieni di Spirito Santo
                        di Plinio Borghi

Il ciclo pasquale si completa nella Pentecoste in cui si concretizzano i doni grandi del Padre
Come cristiani siamo invitati a tradurre la teoria in pratica a partire anzitutto dall'Amore
Provo sempre imbarazzo, inesperto           tiamo nella Messa): "Lo Spirito Santo      che il Padre prova per il Figlio. Ora,
come sono, a parlare dello Spirito          che è Signore e dà la vita, e procede      se ogni nostro atto è conscio di que-
Santo. Sarebbe troppo banale limitar-       dal Padre e dal Figlio....". Argomen-      sta Presenza, ben difficilmente do-
si alle formule del catechismo, incisi-     to ostico, che è pretesto di divisione     vrebbe essere immorale e, se riferito
ve ed esaustive, ma spesso inafferra-        fra cristiani. Salendo al cielo, è festa   a essa, diventa preghiera costante.
bili se non rendiamo palpabile l’Og-        di oggi, il nostro Salvatore promise       Attenti infine a un pericolo, latente
getto di cotante qualità. E allora, per     l’invio del Paraclito, del Consolato-      un po' in tutti: quello di impossessarsi
flash, parto quasi dall’inizio: il Padre     re, che ci avrebbe aiutato a capire,       dello Spirito in via esclusiva, agendo
infonde il suo spirito nella materia e      ma non potevamo non fare i conti           come se solo noi fossimo gli ispirati,
crea l’uomo. Quel soffio dà origine           con la nostra umanità, che nelle di-       gli eletti, quelli con la verità in tasca.
alla creatura nuova e tutti, credenti o     visioni rivela tutta la sua debolezza.     Ne sortirebbe esattamente l’opposto.
no, diventiamo dimora dello Spirito e       Per i cattolici, ad ogni modo, il Dio in   Ci spetta solo affidarci, con umiltà,
depositari dei suoi doni. Sta a noi vo-     noi rimane la fonte delle virtù con-       magari recitando ogni tanto quella
lerli valorizzare, il potenziale c’è: sa-   template nel Catechismo, da quelle         bella sequenza che accompagna la
pienza, intelletto, consiglio, fortezza,    teologali (fede, speranza e carità) a      liturgia di Pentecoste e della quale
scienza, pietà e timore di Dio. Faccia-     quelle umane (prudenza, giustizia,         riporto, a corollario, alcuni tra i versi
mo un bel salto in avanti e ritroviamo      fortezza e temperanza), che si tra-        più significativi: “Vieni Santo Spirito,
Gesù che alita sugli Apostoli dicendo       ducono nelle azioni comuni che eser-       manda un raggio della tua luce. Vie-
loro: “Ricevete lo Spirito Santo…”. Lo      citiamo, in noi e con gli altri. Come?     ni datore dei doni, Consolatore per-
spirito va coltivato e fortificato: inve-    Per mezzo dei frutti che sono propri       fetto, ospite e sollievo dell’anima.
stiture e potere non possono che de-        dello Spirito, parte dei quali la Chie-    Nella fatica, riposo; nella calura, ri-
rivare da Lui. Da qui partono i passi       sa individua in: amore, gioia, pace,       paro; nel pianto, conforto. Senza la
più importanti della nostra vita e del-     pazienza, longanimità, bontà, bene-        tua forza, nulla è nell’uomo. Lava ciò
la fede: i Sacramenti, a cominciare         volenza, mitezza, fedeltà, modestia,       che è sordido, bagna ciò che è arido,
dal Battesimo. Infatti, una percezione      continenza, castità. Ce n’è per tutti,     sana ciò che sanguina. Piega ciò che
fisica della terza Persona della Trinità     ma basterebbe il primo, vissuto ve-        è rigido, scalda ciò che è gelido, driz-
avviene proprio al battesimo di Gesù,       ramente, a comprenderne ancora di          za ciò ch’è sviato. Donaci i tuoi sacri
quando appare in forma di colom-            più. E infatti, è proprio quello l’alias   sette doni. Dona virtù e premio, dona
ba. I due momenti descritti rivelano        con cui lo Spirito Santo è conosciu-       morte santa, dona gioia eterna.”
uno dei fondamenti del nostro Credo         to: l’Amore; fatto persona perché la       Certo, cantata in latino è tutt’altra
cattolico (quello di Nicea, che reci-       sua “genesi” è proprio il sentimento       poesia, ma la sostanza è impagabile.

                                                                                         Testamento a favore della
                                                                                          Fondazione Carpinetum
                                                                                        La Fondazione Carpinetum ha come
                                                                                        scopo il supporto alle persone anziane
                                                                                        accolte nei sei Centri don Vecchi pre-
                                                                                        senti tra Carpenedo, Marghera, Cam-
                                                                                        palto e gli Arzeroni e l’aiuto ai soggetti
                                                                                        più fragili che vivono in città. Si so-
                                                                                        stiene solo con le offerte e i contributi
                                                                                        della gente di buona volontà che ven-
                                                                                        gono tutti destinati ad azioni di be-
                                                                                        neficienza. Per sostenerla è possibile
                                                                                        fare testamento a suo favore: chi non
                                                                                        avesse eredi o chi volesse comunque
                                                                                        lasciare un legato, sappia che il suo
                                                                                        grande gesto di generosità si tradurrà
                                                                                        in carità concreta, per fare del bene a
                                                                                        vantaggio del prossimo che ha bisogno.

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Pensieri a voce alta

                             La forza di un soffio
                             di Federica Causin

Lo Spirito Santo è l'abbraccio paterno di Dio che ci fa sentire suoi figli e ci cambia la vita
È una ventata di aria nuova capace di farci prendere il largo a patto di volerla accogliere
Nel giorno di Pentecoste i discepoli          dice “ricevete lo Spirito”, ci invita    e poi a rifugiarci di nuovo nelle no-
se ne stanno chiusi in casa, attana-          ad accoglierlo come un dono e a non      stre abitudini, perché la conversione
gliati dalla paura di essere accusati e       rifiutarlo. Ci domanda di aprire il       permanente ci spaventa. Il terzo è
imprigionati com’è successo a Gesù.           cuore e di fare spazio a qualcosa che    “il complesso della serialità” ossia
Nel loro cuore, e spesso anche nel            ci regalerà uno sguardo nuovo, capa-     la predilezione per tutto ciò che è
nostro, paura e fede si fronteggia-           ce di riconoscere l’azione di Dio nel-   costruito in serie. Lo Spirito, invece,
no, però lo Spirito Santo che scende,         la nostra storia. Quanta importanza      spariglia le carte e ci esorta a cam-
il Consolatore che il Signore aveva           ha avuto per me voltarmi indietro e      biare, a salpare sospinti da un vento
promesso sarebbe venuto, riempie il           vedere i segni della Sua presenza al     nuovo, a metterci in cammino pa-
vuoto lasciato dalla Sua scomparsa e          mio fianco! Certo, non è stato sem-       gando il prezzo delle scelte, ad ac-
li rende più forti. Il soffio che rice-         pre facile e per imparare a farlo ci     cettare e a rispettare la diversità e
vono li assolve dai peccati e li rende        sono voluti tempo e volontà di af-       la molteplicità rifiutando gli integra-
capaci di assolverli a loro volta ri-         fidarsi e di lasciarsi condurre, però     lismi. Giovanni Paolo II ha rammen-
velando la missione alla quale sono           poi le fatiche hanno trovato un senso    tato che il Paraclito sparge i “semi
chiamati: perdonare e annunciare il           e la gioia è diventata più autentica e   del Verbo” e ci dispone ad ascolta-
perdono. Enzo Bianchi sottolinea che          forse anche più contagiosa. Ma cosa      re gli altri e la Parola. Tuttavia, per
questa è l’unica esperienza di Dio e          potrebbe spingerci a respingere il       l’efficacia dell’annuncio, è decisiva
del suo amore che possiamo fare,              dono che lo Spirito Santo ci offre? Per   la testimonianza, perché “solo il
prima d’incontrarlo faccia a faccia,          rispondere a questo interrogativo mi     credente che vive ciò che professa
al termine della nostra esperienza            sono venute in aiuto le parole di Don    con le labbra, ha speranza di trovare
terrena. Lo Spirito trasforma l’incre-        Tonino Bello. Il vescovo di Molfetta     ascolto”. Mai come oggi, sono con-
dulità degli apostoli in gioia, perché        infatti, in una sua omelia, ha affer-     vinta che è importante ribadire che
consente loro di riconoscere Gesù e           mato che soffriamo di tre complessi       la coerenza tra fede e vita è ciò che
di sentirlo vicino. Con un’immagine           che potrebbero spiegare la nostra        dà spessore alla nostra credibilità
suggestiva, il priore della comunità          iniziale “impermeabilità”: il primo è    di cristiani e che dovrebbe indurci
di Bose paragona questo soffio a un             quello che lui chiama il “complesso      a prendere posizione di fronte alla
abbraccio che ci stringe al Padre e ci        dell’ostrica” ossia la tendenza ad ag-   strumentalizzazione della Buona No-
fa sentire non più orfani ma amati,           grapparci alle nostre sicurezze e il     tizia: una speranza di vita vera per
destinatari di un amore immeritato.           timore di prendere il largo; il secon-   tutti non può essere trasformata in
Quello che più mi ha colpito di que-          do è “il complesso dell’una tantum”      un vessillo da sbandierare o in un
sta riflessione è che, quando Gesù             che ci spinge a correre per un tratto    distintivo da appuntare sul petto.

                                                                                            C'è bisogno di vestiti
                                                                                           per i poveri della città
                                                                                        Nei sotterranei del Centro don Vecchi
                                                                                        di Carpenedo è aperto il magazzino
                                                                                        San Martino dove vengono distribuiti
                                                                                        gli indumenti ai bisognosi, a fronte di
                                                                                        un contributo simbolico di solidarie-
                                                                                        tà. Da quando, per motivi burocratici,
                                                                                        sono stati ritirati dal suolo pubblico i
                                                                                        cassonetti blu per la raccolta, le scor-
                                                                                        te si sono ridotte e a lungo andare
                                                                                        c'è il rischio concreto di non riuscire
                                                                                        ad aiutare tutti. Chiunque avesse dei
                                                                                        capi in buono stato da donare a chi da
                                                                                        vestire non ha, è pregato di recapitar-
                                                                                        li direttamente ai magazzini in via Dei
                                                                                        Trecento campi. Il suo gesto si tramu-
                                                                                        terà sicuramente in un'opera di carità.

ANNO 15 - N° 22 / Domenica 2 giugno 2019                                                                                           3
Considerazioni

                       Sottovoce
                       di don Gianni Antoniazzi

I doni dello Spirito Santo               volta va per strade diverse. Padre        credito alle buone intenzioni. Non
                                         Pio, Madre Teresa e altri santi spes-     ci capiti di trovarci contro Dio. Poi,
Lo Spirito di Cristo è sempre più ve-    so sono stati equivocati. In alcuni       certo, per il caso dei contatori, re-
loce dei progetti dell’uomo. Noi sia-    casi la Chiesa ha dovuto ricreder-        sterebbero da pagare gli arretrati
mo convinti di annunciare il Vangelo     si. Basta tempo e intelligenza: dai       di circa 300 mila euro: la giustizia
a gente lontana, ma già da tempo lo      frutti di un uomo si comprende se         viene prima della carità. Ma anche
Spirito opera nella loro coscienza. Il   è figlio dello Spirito. Da parte mia,      in questo sono assolutamente cer-
protagonista è sempre Lui, non noi,      fino a prova contraria, darei sempre       to che la soluzione è già in opera.
che dobbiamo semplicemente com-
pletare il bene già compiuto da Dio.
Purtroppo qualche volta è difficile
distinguere l’opera dello Spirito da
quella del maligno. Spesso vestono
allo stesso modo e solo il tempo fa
chiarezza. Molti, per esempio, chie-
dono se l’intervento dei giorni scor-
si dell’elemosiniere del Papa, che a
Roma ha tolto i sigilli ai contatori e
riattivato la corrente a chi non pa-
gava da tempo, sia stato secondo lo
Spirito. È servizio agli ultimi oppure
è concessione a gente capricciosa?
Presto detto: chi segue lo Spirito so-
miglia a Gesù, vive nella conversio-
ne, segue criteri di pace, giustizia e
gioia (Rm 14). Chi cerca secondi fini
e non il bene degli ultimi, poco per

                                                             atteggiamenti di giocondità, gaiezza e spensieratezza,

In punta di piedi                                            come pure il divertimento dello spettacolo. Così anche
                                                             oggi alcuni ritengono che la fede cristiana porti con sé un
                                                             oscurantismo grigio, una tristezza funebre, nel solco di
Lo Spirito e la gioia piena                                  uno squallido memento mori, "ricordati che morirai". Ma
                                                             le cose non stanno in questo modo. Ci sono i 7 doni dello
Chi ha letto Il nome della rosa di Umberto Eco, avrà os-     spirito Santo, imparati a memoria col catechismo: sapien-
servato che, nel Medioevo, i cristiani condannavano gli      za, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore
                                                             di Dio. Giusto. Chi però va a leggersi il Vangelo scopre che
                                                             lo Spirito è anzitutto letizia, esultanza del cuore e pace.
                                                             Certo, non parliamo di frivolezze superficiali, ma di una
                                                             felicità profonda e stabile, frutto di una vita realizzata.
                                                             Così, per esempio, nella sinagoga di Nazaret Gesù annun-
                                                             cia: “Lo Spirito di Dio è su di me, mi ha inviato a porta-
                                                             re un messaggio di gioia ai poveri, un anno di grazia del
                                                             Signore”. E ai Galati, l’apostolo Paolo scrive che il frutto
                                                             dello Spirito "è amore, gioia, pace, pazienza, benevolen-
                                                             za, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé" (Gal 5,22-23).
                                                             In effetti papa Benedetto amava ripetere che questo è uno
                                                             dei criteri per riconoscere i veri cristiani: dalla gioia della
                                                             vita. Quanto è distante certe volte l’immagine che la Chie-
                                                             sa offre di sé! Triste al punto da deprimere chi viene a ce-
                                                             lebrare l’Eucaristia della domenica. Dov’è lo Spirito Santo?

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Il punto di vista

                             Le nostre responsabilità
                             di don Fausto Bonini

Noi che abitiamo in questa parte del mondo godiamo senza merito di tante buone cose
Molti che dall'altra parte soffrono ci chiedono un aiuto e non possiamo restare indifferenti
La fortuna e il merito                                       la fortuna che ho avuto io e cerca quella fortuna. E
Sono nato a Venezia, la città più bella del mondo in as-     noi che abitiamo in questa lunga striscia di terra che
soluto: una fortuna! Davanti alle finestre della mia ca-      si protende verso l’Africa siamo la prima spiaggia di
mera, a tre-quattrocento metri in linea d’aria, avevo le     approdo di queste migliaia di disgraziati che hanno
cupole e i campanili della Madonna della Salute: altra       avuto la sfortuna di nascere nella miseria. Che sen-
fortuna! Non ho subito i bombardamenti della guerra          so ha distinguere chi scappa dalla guerra da chi scap-
perché Venezia è stata risparmiata. Ho patito la fame        pa dalla miseria, i cosiddetti migranti economici? Si
come tutti in quel periodo di guerra, ma non tanto da        può morire per le bombe, ma si può morire anche
morire: una fortuna! Ho potuto studiare perché una           per la fame. Tutti quelli che scappano non cercano
buona signora, ricca, mi ha pagato la retta del Semina-      “la pacchia”, ma cercano di sopravvivere. Quello che
rio durante tutti gli anni di formazione: un'altra fortuna   abbiamo fatto anche noi italiani in epoche non lonta-
ancora! A differenza dei miei fratelli (eravamo in otto)      ne: migranti economici anche noi. Invece nella parte
ho avuto la fortuna di poter studiare e sono diventato       ricca del Mediterraneo sembra prevalere l’arroganza.
sacerdote. Poi mi sono laureato in Lingua e Letteratura
francese a Ca’ Foscari perché c’era bisogno di un inse-      Cuori chiusi, prima che porti chiusi
gnante di francese in Seminario. Tanti colpi di fortuna      Troppo spesso anche il nostro cuore. Ma dove è andata
che mi hanno portato ad essere quello che sono. Anche        la compassione? Ha fatto trasloco? E’ stata dimentica-
dal punto di vista della salute fisica non posso che dir-     ta la misericordia? Eppure questi sono i valori fondan-
mi contento e fortunato. Nessun merito. Tutta fortuna.       ti del messaggio cristiano. Il Vangelo non va tenuto
                                                             solo in mano, ma va anche letto, meditato e vissuto.
E se io fossi nato in Africa?                                Ecco che cosa sta scritto: “Avevo fame e mi avete dato
Me lo chiedo spesso in questo periodo segnato da             da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero
muri che dividono, da barriere di filo spinato, da por-       in carcere e siete venuti a trovarmi, ero forestiero e
ti chiusi, ma soprattutto da cuori chiusi. Forse sarei       mi avete ospitato, ero nudo e mi avete vestito”. Ma
anch’io uno di quelle migliaia e migliaia di giovani che     quando e dove è successo tutto questo? “Ogni vol-
scappano dalla miseria, dalla fame, dalla guerra e           ta che avete fatto queste cose a uno solo di questi
poi spesso, troppo spesso, trovano la morte nel trat-        miei fratelli, l’avete fatto a me”. Messaggio chiaro e
to di mare che separa la terra sognata, quella dove          inequivocabile. Questo dovrebbe essere l’obiettivo di
abito io e tutti noi, dalla terra sfortunata e impove-       fondo di chi tiene in mano il Vangelo e lo vuol fare
rita anche per colpa nostra. Chi scappa non ha avuto         diventare punto di riferimento delle proprie scelte.

                                                                                      Camere disponibili
                                                                                    al Centro don Vecchi 6
                                                                                  Al Centro don Vecchi numero 6 de-
                                                                                  gli Arzeroni, a non molta distanza
                                                                                  dalla zona commerciale Aev del
                                                                                  Terraglio e dall’ospedale dell’An-
                                                                                  gelo, può esserci la disponibilità
                                                                                  di qualche stanza per chi dovesse
                                                                                  trascorrere un certo periodo a Me-
                                                                                  stre per lavorare oppure, ad esem-
                                                                                  pio, per assistere i propri parenti
                                                                                  ricoverati in città. Queste stanze
                                                                                  sono a disposizione anche di chi
                                                                                  abbia per qualsiasi motivo una ne-
                                                                                  cessità abitativa di carattere tem-
                                                                                  poraneo. Per prenotare una stan-
                                                                                  za cosiddetta di "Formula Uno" è
                                                                                  possibile chiamare lo 0413942214.

ANNO 15 - N° 22 / Domenica 2 giugno 2019                                                                                5
Botteghe storiche

                       L'orologiaio vecchio stile
                       di Francesca Bellemo

Di padre in figlio da decenni gli Andrioletti riparano gli orologi dei mestrini in via Caneve
"Ma le case madri non danno più i pezzi di ricambio e la categoria rischia di estinguersi"
Stefano Andrioletti è chino sul banco
di lavoro e sta riparando l’ingranaggio
di un orologio automatico. Rotelle,
viti, pezzi minuscoli di grande valore
che solo in pochi ormai sanno rimet-
tere assieme. Il suo laboratorio è tap-
pezzato fino al soffitto di cassettiere
profonde e sottili, tutte meticolosa-
mente ordinate per tipologia di pezzi
di ricambio, per tipologia di orologi,
dimensione, forma, marca. Un vero e
proprio patrimonio accumulato negli
anni, arricchito dalla presenza di nu-
merosi e curiosi macchinari profes-
sionali per la pulizia degli ingranaggi.
Un mestiere, quello dell’orologiaio,
che ha appreso dal padre Franco,           Da sinistra, Stefano Andrioletti e suo padre Franco
oggi ottantenne, da sempre un punto
di riferimento nel cuore di Mestre con     spiega – è nel rapporto con le gran-        ma siamo come Davide di fronte a
la sua piccola bottega in via Caneve,      di case madri, soprattutto svizzere,        Golia". Stefano mette a frutto, oltre
nella quale, oltre ad orologi, insie-      che non ci forniscono più dei pezzi di      i suoi studi specifici, perfezionati a
me alla moglie Liliana vende anche         ricambio, costringendo la clientela a       Milano e in Svizzera, il suo ingegno
piccole sveglie, cornici, argenteria       rivolgersi esclusivamente al loro cen-      meccanico e la sua abilità manuale
e oggettistica da regalo. "La mia fa-      tro assistenza. In questo modo non          nel costruire egli stesso alcune com-
miglia abitava lì ancor prima che co-      solo danneggiano la nostra categoria,       ponenti. "Questo è un mestiere arti-
struissero quel palazzo, nelle vecchie     ma soprattutto obbligano i clienti          gianale unico a metà tra arte e mec-
casette a due piani – racconta Stefa-      a spendere cifre astronomiche per           canica – aggiunge – Un mestiere che
no – Poi decisero di aprire il negozio     poter riparare un orologio. L’alter-        richiede enorme passione ma che
proprio lì sotto. Inizialmente mio pa-     nativa? Comprarne un altro". Potere         purtroppo oggi, se questa è la situa-
dre si occupava solo di riparazioni.       delle lobby, leggi economiche, con-         zione del mercato globale, non con-
Dopo la gavetta negli anni Quaranta        sumismo, civiltà dell’usa e getta si        siglierei a nessun giovane. Un gran
e Cinquanta in un'altra bottega, de-       riflettono così anche in quell’affasci-       peccato, perché quando un domani
cise d'intraprendere un’attività tutta     nante mondo fatto di piccoli equilibri      mancheranno queste professionalità
sua. Erano altri anni, si riparavano       e rotelle dentellate al millimetro che      mancherà un pezzo della nostra sto-
non solo orologi, ma anche tassame-        è l’orologeria. "La nostra categoria,       ria, della nostra cultura. Gli italiani
tri, manometri di Porto Marghera,          supportata dall’associazione degli ar-      si distinguono da sempre in questa
cronometri delle navi". E poi la tec-      tigiani, si è mossa da tempo anche          arte, in molti Paesi è un mestiere
nologia ha attraversato anche questo       a livello istituzionale, appellandosi       ormai scomparso, ma noi abbiamo la
mestiere senza però intaccarlo nella       all’Unione Europea contro il mono-          possibilità di resistere, anche se non
sua essenza. Perché l’orologio conti-      polio di queste grandi case, ma non         so fino a quando". Quale contributo
nua ad essere un accessorio di valore      siamo stati ascoltati. Il mercato, per      può dare la cittadinanza alla conser-
e la sua riparazione ancora richiesta.     quanto ridimensionato dall’ingresso         vazione di questa categoria? "Il no-
Stefano, 50 anni, rappresenta la più       della tecnologia e degli smartphone,        stro destino è appeso all’Unione Eu-
giovane generazione di orologiai in        continua ad esserci. Io ad esempio la-      ropea – conclude Stefano Andrioletti
città, poco più di una manciata ormai      voro sempre, sei giorni su sette, tutto     – alla volontà politica di salvaguar-
quelli rimasti a svolgere questa pro-      il giorno. La domanda da parte della        dare questa nostra tradizione. Ma
fessione che nel giro di una decina        clientela c’è, ma in alcuni casi ci è       ogni persona può fare la differenza,
d’anni potrebbe rischiare di scompa-       impossibile soddisfarla. Cerchiamo          magari anche solo scegliendo di rivol-
rire. E non per assenza di mercato.        di aiutarci tra di noi, collaborando        gersi a noi orologiai prima di spedire
"Il vero problema che affrontiamo –         nello scambio di pezzi di ricambio,         un orologio in un centro assistenza".

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Mondo volontariato

                             Al fianco della persona
                             di Matteo Riberto

Una storia che inizia nell’Ottocento.                                                        facendo uno screening mirato per
E i valori sono sempre gli stessi: pro-                                                      l’Hiv in collaborazione con l’Ulss”.
teggere la vita, difendere la salute e
far rispettare la persona umana, do-                                                         Vi occupate anche di diritto inter-
vunque. La Croce Rossa Italiana na-                                                          nazionale umanitario.
sce a Milano per soccorrere i feriti e                                                       “Per noi questo è un aspetto mol-
i malati in guerra. È un’associazione                                                        to importante anche perché siamo
di promozione sociale, che fa parte                                                          presenti praticamente in tutto il
dell’organizzazione Croce Rossa e                                                            mondo. Qui a Venezia, facciamo per
Mezzaluna internazionale, la quale                                                           esempio dei corsi anche alle Forze
opera in tutto il mondo soccorren-                                                           dell’ordine che operano all’estero in-
do le persone a prescindere dalla                                                            centrando gli incontri sui diritti pre-
nazionalità, l’etnia, la religione, la           Francesca Battan                            visti dalla Convenzione di Ginevra”.
condizione sociale e l’appartenen-
za politica. L’associazione svolge               Ci fa qualche esempio di cosa fate?         Qual è la componente giovanile al
le sue attività supportando gli enti             “Ci sono il servizio di ambulanza, gli      vostro interno?
e le istituzioni pubbliche, ma con-              infermieri, i medici e gli operatori        "Molto rilevante. Tanti volontari sono
serva la sua autonomia rimanendo                 formati che prestano aiuto durante          persone giovani a cui dedichiamo una
da sempre fedele ai suoi principi                le emergenze, le calamità, i grandi         corsia, diciamo, preferenziale. Il no-
e ideali. È presente in modo capil-              eventi, le gare sportive. Diamo an-         stro consiglio direttivo è infatti com-
lare su tutto il territorio nazionale            che supporto alle persone senza fis-         posto da 4 membri, di cui uno eletto
e ovviamente anche a Venezia e in                sa dimora. Ricordo che l’area salute        solamente dai nostri volontari più
provincia. Quando si pensa alla Cro-             organizza corsi di formazione per i         giovani, che vanno dai 14 ai 32 anni”.
ce Rossa, molti l’associano ai servi-            nostri operatori che sono tutti molto
zi sanitari e alla cura della salute.            preparati: non c’è attività che non         E promuovete anche molte attività
Ma l’associazione svolge tantissime              sia svolta dai nostri volontari dopo        rivolte ai ragazzi?
attività sociali per aiutare le per-             aver seguito un corso di formazio-          “Sì, andiamo per esempio nelle
sone in difficoltà: dalla raccolta di              ne. Abbiamo inoltre un servizio di          scuole dove proponiamo corsi di for-
generi alimentari alle iniziative di             psicologi e gli sportelli d’ascolto         mazione, informazione ma facciamo
difesa e tutela dei diritti umani.               che gestiamo in alcuni comuni. E            tanto altro ancora. Alcuni dei no-
Presidente della Croce Rossa Comi-               ci occupiamo della distribuzione di         stri volontari giovani, per esempio,
tato di Venezia è Francesca Battan.              generi alimentari a famiglie in dif-        vanno fuori dalle discoteche e fan-
                                                 ficoltà, andiamo a fare letture negli        no provare ai ragazzi degli occhiali
Dove opera la nostra Croce rossa?                ospedali o seguiamo gli ospiti delle        particolari tramite cui si vede allo
“Abbiamo sei sedi tra Venezia e                  case di riposo facendo loro com-            stesso modo di come si vedrebbe se
provincia: siamo presenti a Mestre,              pagnia o accompagnandoli in gite            si avesse bevuto. Così i giovani pos-
Venezia-Lido, Mirano, Riviera del                all’esterno della struttura. Ma sono        sono capire quanto l’alcol annebbi
Brenta, Chioggia e Noale. Abbiamo                veramente tante le attività: in que-        la vista, quanto sia pericoloso met-
circa 780 volontari che dedicano il              sto momento, per esempio, stiamo            tersi al volante dopo aver bevuto”.
loro tempo libero mettendosi a di-
sposizione per aiutare il prossimo”.                        La scheda
                                                  La Croce Rossa, un baluardo di volontariato in tutta la provincia
Quali sono le vostre attività?
“Tantissime. Nell'immaginario co-                 La Croce Rossa Comitato di Venezia è molto attiva sul nostro territorio. Ha sei
                                                  sedi dislocate tra Venezia e provincia. Quella di Mestre si trova in via Napoli 3
mune molti ci associano soltanto ai
                                                  ed è contattabile, per qualsiasi informazione, allo 041982333 o scrivendo una
servizi sanitari. È così ma abbiamo               mail a venezia@cri.it. Per essere a conoscenza delle diverse attività e dei tanti
sei aree strategiche di intervento:               servizi offerti dall’associazione è possibile visitare il sito ww.crivenezia.it o
l’area salute, la sociale, l’emergen-             consultare la pagina facebook Croce Rossa-Comitato di Venezia che è costante-
za, il diritto umanitario e interna-              mente aggiornata con notizie sulle diverse attività svolte. Il Comitato di Venezia
zionale, l’area giovani e quella dello            può contare su circa 780 volontari. Chiunque può dare una mano ed entrare nel-
sviluppo e comunicazione dedica-                  la grande famiglia della Croce Rossa che mette a disposizione, tra gli altri, corsi
                                                  di primo soccorso e utilizzo di defibrillatore, manovre di disostruzione pedia-
ta alla gestione di grandi eventi e,
                                                  trica, corsi per aspiranti infermieri volontarii e corsi sulla sicurezza sul lavoro.
per esempio, alla raccolta fondi”.

ANNO 15 - N° 22 / Domenica 2 giugno 2019                                                                                                 7
Proverbi africani

                      La discrezione
                      di padre Oliviero Ferro, missionario saveriano

Se l’indiscrezione viene considerata    scosti soltanto per un breve periodo      e mai a una donna” dicono Fang del
come un atteggiamento pericoloso        di tempo. E qui mi piace ricordare        Gabon. Qualcuno direbbe che an-
per la vita individuale e comuni-       una situazione che ho vissuto diver-      che gli uomini non sono da meno…
taria, la discrezione è ovviamente      se volte riguardo il tipo di udito che    I Basonge del Congo Rdc aggiungo-
molto apprezzata come caratteri-        hanno gli africani. Quando si passa       no la loro riflessione: “Quanto riveli
stica della persona. L’uomo discre-     in un luogo, specialmente vicino alla     all’innocente, l’innocente comunica
to è affidabile. E’ una garanzia per      foresta o in un campo, loro riescono      a un suo confidente”, per sottolinea-
il mantenimento di fatti delicati e     subito a sentire se nei paraggi c’è un    re che è illusorio mantenere i segre-
forse strategici per la sopravviven-    serpente. Diverse volte me l’hanno        ti in questo mondo. Quante volte si
za dell’individuo e della comunità.     fatto notare, io naturalmente non         dice “attenzione che i muri hanno le
Le persone, il cui cuore è come una     me ne ero accorto. Così pure da cer-      orecchie”. I Bakwa cienze del Con-
tomba, vengono ricercate e consa-       ti gesti o situazioni riescono a capi-    go Rdc così lo trasformano: “Quello
crate dalla società come protettori     re quello che succede e che è nasco-      che fai di notte, le mura lo vedono”.
della vita degli altri. E ora veniamo   sto. E questo proverbio che segue lo      A volte, qualcuno inizia a parlare
ai proverbi. Ne abbiamo molti che       spiega meglio: “Il pesce morto viene      perché ha un po’ di carburante in
fanno riflettere bene. Cominciamo        a galla”, vale a dire che un segreto      corpo, ha bevuto troppa birra tradi-
dai Libinza del Congo Rdc. “La gal-     rivelato ad una seconda persona vie-      zionale o quella in bottiglia. Tutti si
lina non produce le uova mentre la      ne sempre a conoscenza degli altri,       mettono a ridere, ma il giorno dopo
guardano”, dicono, che vuol dire: è     secondo i Mongo del Congo Rdc. Le         qualcuno gli fa notare che ha detto
bene essere discreti nel fare certe     grandi cose si realizzano in silenzio.    quello che non doveva dire e allora
cose delicate di fronte alla gente.     Questo è quello che pensano i Tou-        cominciano i problemi. Per questo
Mantenere il segreto professionale      couleur del Senegal dicendo che “il       gli Hutu del Rwanda ce lo ricordano:
è segno di serietà, perché “l’uccello   leone a caccia di bestie non ruggi-       “Non nascondere nulla a colui che di
non dice mai dove depone le uova”,      sce”. E’ meglio lavorare con calma,       casa tua sa tutto” ossia dal momen-
ci insegnano i Malinke del Senegal.     ma con continuità e allora si possono     to che hai rivelato un tuo segreto a
Questo proverbio si potrebbe met-       realizzare delle grandi cose, invece      una persona, hai ormai le mani lega-
terlo vicino a un altro del Congo:      di dire che si farà e poi ci si ferma a   te nei suoi confronti. Quindi bisogna
“Hakuna moshi bila moto” ossia non      metà. Non si deve pensare che i se-       essere prudenti anche nei confronti
c’è fumo senza fuoco. Qui sono gli      greti possono essere mantenuti. Già       degli amici più intimi. Non si devono
Ekondo, sempre del Congo RDC che        lo diceva il Vangelo: “Quello che è       rivelare tutti i propri segreti. Con-
affermano: “Puoi lavorare la terra       detto in segreto, verrà proclamato        cludiamo con questa riflessione dei
in segreto, ma il rumore della zap-     sui tetti”. E qui abbiamo diversi altri   Malinke del Congo Rdc: “E’ il fatto
pa ti tradirà” per ricordarci che i     proverbi che lo ricordano. “Se vuoi       di mantenere il segreto che mise
sentimenti discreti rimangono na-       tenere un segreto, affidalo al vento        al mondo il segreto”. (25/continua)

                                                                                       La grande squadra
                                                                                     dei volontari in servizio
                                                                                   I volontari all'opera nei diversi ambi-
                                                                                   ti d'impegno della Fondazione Car-
                                                                                   pinetum sono oltre mezzo migliaio.
                                                                                   Quelli che intendono prestare servi-
                                                                                   zio nel futuro Ipermercato solidale
                                                                                   agli Arzeroni sono circa 130, iscritti
                                                                                   nel registro dell'associazione Il Pros-
                                                                                   simo che gestirà la futura struttura.
                                                                                   Confidiamo che il numero possa sali-
                                                                                   re: ad essi possono aggiungersi altre
                                                                                   realtà che già collaborano con noi e
                                                                                   che potrebbero entrare nell’Ipermer-
                                                                                   cato solidale. Quanti ancora il Signo-
                                                                                   re sta chiamando a questa impresa?
                                                                                   Chi leggendo si sentisse chiamato
                                                                                   venga a lasciare la propria adesione.

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Tradizioni popolari

                             Le streghe
                             di don Sandro Vigani

Un po’ di storia                              prostitute o donne vedove e sole.       to la mano del carnefice che le
Tra la gente dei campi nella prima            Questo il racconto di un processo       lega al palo? Udite gli urli che già
metà del Novecento e oltre c’era              contro le streghe che si svolse a       non hanno più nulla di umano, coi
ancora chi, nelle campagne vene-              Trento nel 1505: “Dicesi che la bi-     quali annunciano i primi assalti
te, credeva nell’esistenza delle              blioteca civica di Trento possegga      delle fiamme? Erano streghe, vale
streghe. Il termine strega deriva             gli atti di un processo dell’anno       a dire, sventurate ignoranti cadu-
probabilmente dal greco stryx,                1505 contro parecchie donniccio-        te nelle mani di belve, ree forse
strygòs che significa barbagianni,            le imputate di stregoneria, delle       di malafede, non certo di morte”.
uccello notturno. La figura della             quali otto vennero condannate ad
strega ha radici antichissime, che            essere arse vive. La sentenza fu        Le tre categorie
precedono di molto il cristianesi-            eseguita in Cavalese il 15 marzo        Nella raccolta dell’anno 1893 del-
mo. A partire dal tardo Medioevo              1505. Le infelici portavano nomi        la Rivista delle Tradizioni popolari
e con l'inizio del Rinascimento, la           strani e fantastici, Zog, donna         Italiane troviamo una dettaglia-
Chiesa cattolica vide nelle stre-             Benzog, ed altri simili, assunti        ta distinzione di tre categorie di
ghe delle figure dedite al culto del          probabilmente per colpire l’imma-       streghe. Le prime sono nate stre-
maligno, in continuo dialogo con il           ginazione del popolino e così pro-      ghe: se la madre strega appartie-
demonio, da combattere con tutti              cacciare alle pretese malie. Quel       ne alla communità delle streghe e
i mezzi, anche la morte. La caccia            giorno le vittime furono otto; ma       fa voto al diavolo prima del parto,
alle streghe ebbe due grandi mo-              nessuno può dire a quante centi-        la figlia nasce con il segno del dia-
menti: dal 1480 al 1520 e dal 1560            naia ascendano mandate a morte          volo, una macchia nera in un parte
al 1650. La stregoneria divenne               per la stessa causa. Ve le figura-      del corpo ed è essa stessa strega.
reato da condannare con il rogo:              te voi sotto lo strazio della tortu-    Le seconde sono divenute streghe
la Chiesa processava le presunte              ra, che dilaniava loro le carni, in     senza saperlo: sono quelle toccate
streghe attraverso l’Inquisizione             atto di balbettare la confessione       da una strega prima di ricevere il
e le consegnava al braccio seco-              di una colpa che esisteva solo nel-     battesimo, oppure battezzate con
lare che procedeva all’esecuzione.            le zucche asinine dei loro giudici?     qualche errore rituale da parte del
                                              Le vedete sfatte, livide, coi capelli   prete. Una bambina poteva diven-
Il loro profilo                               irti, colle mani legate al dorso e      tare strega senza saperlo anche se
Le presunte streghe apparteneva-              tutto il corpo ravvolto nella cap-      una strega la toccava appena com-
no a classi sociali povere. Erano             pa nera, condote al supplizio con       piuto il settimo anno di età. Infine,
spesso erboriste, i cui intrugli pre-         apparato di funebre teatralità.         le terze sono streghe volontarie:
parati per guarire venivano consi-            Le vedete contorcersi, ribellarsi e     cioè donne che in età matura si
derati pozioni magiche, levatrici,            finalmente piegare affrante sot-        sono date al diavolo. (31/continua)

                                                                                         Pranzo della domenica
                                                                                            per anziani soli
                                                                                       Ogni prima e terza domenica del
                                                                                       mese la Fondazione Carpinetum in-
                                                                                       vita a pranzo tutti gli anziani della
                                                                                       città che vivono da soli e tutte le
                                                                                       persone che non hanno compagnia.
                                                                                       L'appuntamento è al Senior Restau-
                                                                                       rant del Centro don Vecchi 1, al quale
                                                                                       si può accedere da via dei Trecento
                                                                                       campi a Carpenedo, dietro viale Don
                                                                                       Sturzo. È necessario soltanto preno-
                                                                                       tare il posto telefonicamente in ora-
                                                                                       rio d'ufficio contattando la segrete-
                                                                                       ria al Don Vecchi allo 0415353000.
                                                                                       Il prossimo pranzo è fissato per
                                                                                       domenica 2 giugno, alle ore 12.30.

ANNO 15 - N° 22 / Domenica 2 giugno 2019                                                                                        9
La nostra storia

                         L'illuminazione pubblica
                         di Sergio Barizza

Nel ripercorrere le tappe del "farsi         confronto non solo con Venezia ma        bacino del canale, dopo di esservisi
città", ho spesso sottolineato l’im-         anche coi "limitrofi paesi, alcuni dei    staccato un ramo, che percorrendo
portanza della partecipazione dei            quali di minor importanza di Me-         il borgo dei Cappuccini perviene alla
cittadini non solo all’amministrazio-        stre", dove da tempo si era passati      chiesa di San Carlo". Più di trent'an-
ne pubblica e all’attività sociale, ma       all'alimentazione con olio minerale      ni dopo Mestre era sostanzialmen-
anche, specie negli anni a cavallo           che, costando di meno, permetteva,       te ancora quella, raccolta attorno
tra Otto e Novecento, a quella eco-          a parità di spesa, di estendere mag-     agli assi stradali che confluivano su
nomica che produceva lavoro per i            giormente i benefici della pubblica       piazza Maggiore e piazza Barche: si
cittadini meno abbienti e nuovi ser-         illuminazione. Si sprecarono a lun-      mossero un po' tutti per reclamare
vizi per tutti. Ciò si è verificato con       go, come il solito, le lamentele e le    un nuovo sistema, ma solo sotto la
la costruzione di edifici scolastici          proteste. I punti luce erano ancora i    decisiva pressione dei "notabili del
(la De Amcis nel 1902 e la Cesare            34 fissati da Giovanni Battista Giuin     paese" si arrivò alla stipula di un re-
Battisti nel 1922), con l’attivazio-         Manocchi, all'inizio degli anni Trenta   golare contratto con l'Impresa Vene-
ne (1891) e il progressivo ammo-             dell’Ottocento per "tutte le strade      ta per l'illuminazione ad olio di schi-
dernamento e allargamento della              fiancheggiate da fabbriche" che co-       sto'(il cui stabilimento di distillazio-
linea del tram, con la costruzione           stituivano in quel momento il centro     ne era a Valdagno), che contempla-
dell’acquedotto (1912) e con l’illu-         di Mestre, predisposti secondo una       va l'abbandono dell’olio d'oliva per
minazione pubblica e la società del          sua ben dettagliata descrizione che      passare all’alimentazione con olio di
gas di cui dirò di seguito. Alla vigilia     ci fa chiaramente comprendere, an-       origine minerale e il contemporaneo
dell'annessione al regno d'Italia del        che oggi, quale fosse l’estensione       innalzamento a cinquanta del nu-
1866, quando nella vicina Venezia            dell’abitato d Mestre. Scriveva Ma-      mero dei fanali, che dovevano esse-
la società Lionese aveva attivato e          nocchi che i fanali erano posizionati    re sempre tenuti accesi nottetempo
via via allargato, da più di vent'anni,      ai lati della "carriera regia postale    nell'ambito del territorio cittadino.
l'erogazione del gas prodotto nell'of-       selciata a sassi, che comincia nella     Furono i deputati Girolamo Allegri
ficina di San Francesco della Vigna           punta del Terraglio, nel principio       e Pietro Berna a firmare il relativo
per provvedere progressivamente              del borgo dei Tedeschi passa sotto       contratto, il 5 maggio 1865, con An-
all’illuminazione notturna di tutta          la torre detta di Belfreddo, si piega    tonio Casolo "socio e rappresentan-
la città, a Mestre le poche decine           ad angolo dov'è il palazzo comunale,     te dell'impresa", che aveva vinto la
di fanali, destinati a illuminare quasi      passa contigua alla torre dell'Orolo-    concorrenza della società Lionese
esclusivamente piazza Barche, piaz-          glio, segue nella piazza dell'Orolo-     operante a Venezia, ma soprattutto
za Maggiore e l'accesso alla stazione        glio, si allunga nella piazza Maggio-    anche di due intraprendenti impren-
ferroviaria, erano ancora alimenta-          re, si rivoglie a lato della caserma     ditori mestrini: Giuseppe Ruggia e
ti con l'olio d'oliva. Troppo facile il      e va nella piazza delle Barche e al      Ferdinando Gobbato. (59/continua)

                                                                                          Domanda per entrare
                                                                                          ai Centri don Vecchi
                                                                                       Ai Centri don Vecchi gli appartamen-
                                                                                       ti si liberano frequentemente perché
                                                                                       il turnover è costante. Chi pensasse
                                                                                       dipresentare domanda d’inserimen-
                                                                                       to, mettendosi in lista d'attesa, può
                                                                                       consegnarla in direzione al Centro don
                                                                                       Vecchi 2 di via dei 300 campi a Carpe-
                                                                                       nedo dov’è già aperta una lista d’atte-
                                                                                       sa. Per richiedere un alloggio occorre:
                                                                                       non avere meno di 65 anni e più di
                                                                                       83; trovarsi in una condizione econo-
                                                                                       mica modesta; essere normalmente
                                                                                       autosufficienti; disporre di un garan-
                                                                                       te che si assuma la responsabilità di
                                                                                       intervenire qualora la persona abbia
                                                                                       necessità di una diversa collocazione,
                                                                                       in seguito alla perdita dell’autonomia.

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Per trasparenza

Per realizzare l'Ipermercato solidale
Sottoscrizione cittadina: tutti i fondi a favore della costruzione della nuova opera di bene
I familiari del defunto Mario              È stata sottoscritta quasi mezza
hanno sottoscritto quasi mezza             azione, pari a € 20, in memoria                  5 per mille
azione, pari a € 20, per ricordare         dei defunti: Caterina, Valerio,        Un modo concreto per aiutare
il loro caro congiunto.                    Bruno e Luigino.
                                                                                 Il 5 per mille è una parte delle no-
                                                                                 stre tasse a cui lo Stato "rinuncia"
Le figlie della defunta Malvina             La moglie del defunto Mirco           per sostenere un ente benefico che
Barbin hanno sottoscritto                  Silvestri, in occasione del 3°        aiuta il prossimo in difficoltà. Non
un’azione, pari a € 50, per                anniversario della morte di suo       costa nulla e se non si sceglie di do-
onorare la memoria della loro              marito, ha sottoscritto due azioni,   narlo rimane comunque allo Stato.
madre.                                     pari a € 100, per onorarne la         Il 5 per mille non sostituisce l’8 per
                                           memoria.                              mille destinato alle confessioni reli-
La signora Natalina Michielon                                                    giose. Sono due opportunità diverse
                                                                                 di destinare le proprie imposte per
ha sottoscritto dieci azioni,              La moglie del defunto Salvatore
                                                                                 fini differenti. Amici lettori vi chie-
pari a € 500, per festeggiare il           ha sottoscritto quasi mezza           diamo di impiegare bene le tasse
compleanno di don Armando.                 azione, pari a € 20, per onorarne     scegliendo, nella dichiarazione dei
                                           la memoria.                           redditi, come destinare il 5 per mille.
Il nipote della defunta Maria
Luigia Rigo ha sottoscritto due            È stata sottoscritta mezza azione,          Tre possibilità di scelta
azioni, pari a € 100, per onorare          pari a € 25, in suffragio di Ernesto   Se credete opportuno il lavoro fat-
la memoria della zia.                      e dei defunti della famiglia          to con gli anziani e le famiglie in
                                           Grigoletto.                           difficoltà proponiamo di dare il 5
I familiari della defunta Maria                                                  permille alla Fondazione Carpine-
Comaron hanno sottoscritto                 Il signor Franco Barbon di Spinea     tum dei Centri don vecchi: codi-
quasi mezza azione, pari a €               ha sottoscritto un’azione, pari a     ce fiscale 94064080271. Se invece
                                                                                 preferite sostenere i bambini si
20, in memoria della loro cara             € 50.                                 può aiutare il Centro Infanzia Il
congiunta.                                                                       Germoglio che da più di 100 anni
                                           Le signore Anna ed Enza De            si occupa della formazione e del-
Il dottor Paolo Trovò, per                 Leo hanno sottoscritto quattro        la crescita dei bambini in via Ca’
festeggiare gli 80 anni di sua             quinti di azione, pari a € 40, per    Rossa: codice fiscale 90178890274.
madre, ha sottoscritto due azioni,         festeggiare il compleanno di don      Da ultimo invece, per chi ritiene
pari a € 100.                              Armando.                              di sostenere le donne in difficoltà
                                                                                 da secoli c’è l’Associazione Pia-
                                                                                 vento: codice fiscale 90017970279.
La sorella e il cognato del defunto        I membri della compagnia
Renzo Rainato hanno sottoscritto           teatrale Altinate hanno                         Come destinarlo
cinque azioni, pari a € 250, per           sottoscritto tre azioni e mezza,
                                                                                 Se compili il Modello 730 o il Mo-
onorare la memoria del loro caro           pari a € 175, per onorare la          dello Redditi, nel riquadro “So-
congiunto.                                 memoria del loro caro collega         stegno del volontariato…” firma
                                           Paolo Sivori.                         e scrivi il codice fiscale dell'ente
La dottoressa Chiara Rossi                                                       prescelto. Se non sei tenuto a pre-
ha destinato nel testamento                Il fratello del defunto Paolo         sentare la dichiarazione dei redditi
€ 15.000 del suo patrimonio                Sivori ha sottoscritto un’azione      puoi comunque donare il tuo 5 per
alla Fondazione Carpinetum                 abbondante, pari a € 60, per          mille: nella scheda fornita insieme
sottoscrivendo 300 azioni.                 onorare la memoria del fratello.      alla Certificazione Unica dal tuo
                                                                                 datore di lavoro o dall’ente che
                                                                                 eroga la pensione, firma nel riqua-
La famiglia De Rossi ha                    I figli Nico e Katia Collorio hanno    dro “Sostegno del volontariato…” e
sottoscritto quattro azioni, pari          sottoscritto quasi mezza azione,      scrivi nel riquadro il codice fisca-
a € 200, per onorare la memoria            pari a € 20, per ricordare la loro    le dell'ente prescelto. Inserisci la
della defunta Carla Salmistrari.           cara madre Alice Raffael.              scheda in una busta chiusa e scrivi-
                                                                                 ci “Destinazione 5 per mille Irpef”
È stata sottoscritta quasi mezza           Sono stati sottoscritti quattro       insieme al tuo cognome, nome e
                                                                                 codice fiscale, consegnala poi gra-
azione, pari a € 20, per ricordare         quinti di azione, pari a € 40, in
                                                                                 tuitamente ad un ufficio postale, al
i defunti: Annamaria, Antonio e            memoria dei defunti: Franca,          Caf oppure al tuo commercialista.
Leda.                                      Marcello, Bruno e Rosa.

ANNO 15 - N° 22 / Domenica 2 giugno 2019                                                                               11
La storia dei Centri don Vecchi

                      Il Don Vecchi di Marghera
                      di don Armando Trevisiol

Dopo l'apertura del secondo Cen-       pastorale della sua comunità fu                       ventura. E i soldi per tirarlo su? In
tro don Vecchi, la stessa dotto-       più propenso a pensare ai ragaz-                      quell'occasione disponevo dell'ere-
ressa Francesca Corsi, benemerita      zi che agli anziani. Però lo stesso                   dità della villetta all'inizio di via
funzionaria del Comune di Vene-        architetto, che a quel tempo sta-                     Santa Maria dei Battuti, che la si-
zia, mi fece osservare ch'era op-      va realizzando la chiesa dei Santi                    gnora Maria Gianmanco mi aveva
portuno "coprire" tutti i quartieri    Francesco e Chiara a Marghera, la                     destinato. E disponevo altresì di
della città in modo da permettere      cui edificazione era rimasta bloc-                     un'altra eredità lasciatami da un'an-
agli anziani di vivere il più vicino   cata a metà per mancanza di fon-                      ziana di Marghera, persona che mi
possibile ai luoghi nei quali erano    di, mi disse che il relativo parroco,                 aveva aiutato in precedenza tante
sempre vissuti, per poter mantene-     don Ottavio Trevisanato, avrebbe                      altre volte e che ha concluso la sua
re le relazioni già consolidate nel    potuto mettermi a disposizione                        vita buona e generosa lasciandomi
tempo. Mi parve quindi opportuno       un'area prospiciente la chiesa in                     per opere di bene l'appartamento
pensare anche ad altre zone della      costruzione, purché io l'avessi aiu-                  in cui abitava e un grande negozio.
città, nelle quali il problema della   tato a portare avanti la costruzio-                   Un farmacista, anch'egli di Marghe-
casa per gli anziani poveri era allo   ne della sua chiesa. L'approccio fu                   ra, acquistò questi due immobili e
stesso modo presente e urgente.        subito positivo e la conclusione fu                   sapendo come avrei impegnato il
Conobbi per caso l'architetto Gio-     uno dei più begli esempi di "affari"                   ricavato, mi offrì una somma più
vanni Zanetti, che a quel tempo        tra preti. Lui mi disse che avreb-                    che generosa. Le cose andarono
aveva costruito la scuola materna      be avuto bisogno di quattrocento-                     un po' per le lunghe e io andai in
della Gazzera, il quale mi infor-      cinquanta milioni di vecchie lire e                   pensione alla fine di quell'anno,
mò che quella parrocchia avrebbe       io, senza contrattare per nulla, gli                  il 2005. Mi subentrò in parrocchia
avuto del terreno per costruire una    diedi questa somma. Lui, pur sen-                     don Danilo Barlese, al quale la-
struttura del genere. Alla Gazzera     za contrattare, mi diede in cambio                    sciai tutta la somma occorrente
era allora parroco monsignor Lui-      quattromila metri quadri di terre-                    per pagare la nuova struttura che
gi Stecca, mio compagno di classe,     no per costruire quello che sarebbe                   comprendeva e avrebbe messo
motivo per cui mi fu facile aprire     diventato il Don Vecchi ter. L'archi-                 a disposizione degli anziani ben
un dialogo, anche perché egli mi       tetto fu giustamente Giovanni Za-                     57 alloggi. Inaugurò il fabbricato,
sembrò favorevole a una iniziativa     netti, persona alla quale sempre la                   poi denominato "Don Vecchi tre",
del genere. Sennonché il progetto      Provvidenza aveva dato il compito                     l'allora Patriarca, il cardinale An-
andò a monte perché il Consiglio       di portare avanti questa nuova av-                    gelo Scola, nel 2008. (8/continua)

                                                                                                     Come poter donare
                                                                                                      alla Fondazione
                                                                                               Per sostenere la Fondazione Carpine-
                                                                                               tum si può effettuare un bonifico ban-
                                                                                               cario al Monte dei Paschi di Siena -
                                                                                               agenzia di Via San Donà, codice IBAN:
                                                                                               I T17 R 0103 0 0 20 0 8 0 0 0 0 0142 53 4 8
                                                                                               o effettuare un versamento sul conto
                                                                                               corrente postale numero 12534301.

                                                                                                     Il nostro settimanale
                                                                                               L'incontro è distribuito gratuitamente
                                                                                               in città in 5 mila copie: è consultabile an-
                                                                                               che sul sito www.centrodonvecchi.org
                                                                                               Una volta letta la copia anziché es-
                                                                                               sere buttata può essere donata a un
                                                                                               parente, un amico o un conoscente.

                                       Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti a
                                       Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del 5/2/1979
                                       Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; caporedattore: Alvise Sperandio; grafica: Maurizio Nardi
                                       Via dei Trecento campi - Mestre (Ve), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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