Nostro Redentore - Il Centro Don Vecchi
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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM ANNO 15 - N° 29 / Domenica 21 luglio 2019 Nostro Redentore di don Gianni Antoniazzi Domenica 21 luglio Venezia cele- bra il Redentore. La festa ricorda la fine della peste del 1575, quan- do la Serenissima Repubblica per- se circa un terzo di abitanti in due anni appena. In quell’occasione il Senato fece voto di un tempio e di un pellegrinaggio annuale a perpe- tua memoria della grazia ricevuta. In quella circostanza Venezia non si affidò ad un Santo o a una celebre reliquia. I nostri padri, non più colti di noi nella fede, andarono al cuore del Vangelo: Gesù Signore, Reden- tore dalla morte. Ai nostri giorni c’è chi si appoggia a miracoli o Santi, a doveri morali o regole. Per carità: cose nobili, ma non decisive. Anzi: qualche volta ci conducono dalla parte sbagliata e qualcuno immagi- na di salvarsi da solo, senza alcun Redentore. La possibilità di rialzar- si viene da Gesù Cristo, crocifisso e risorto, non da bravure umane. Tal- volta si affrontano grandi sfide con atteggiamenti superficiali. A livello demografico, per esempio, si profi- la un crollo e c’è chi invoca leggi o finanziamenti capaci di invertire la rotta. Ma a poco giovano gli artifici della finanza o qualche nuova rego- letta sociale. C’è bisogno di un pen- siero alto, di una proposta che scal- di il cuore e incoraggi ad affrontare generosamente la fatica del vivere. Il Vangelo è un seme dirompen- te. Se chi dice di essere credente lo vivesse con fedeltà ed entusia- smo, già porterebbe nell’ambiente in cui viviamo un vantaggio stra- ordinario. La festa del Redentore non è uno stimolo alla trasgres- sione, ma a riconoscere Gesù Si- gnore come motore per il futuro.
L'opinione Ritornare alle radici di Alvise Sperandio Il Redentore rischia di diventare una festa solo pagana e appannaggio esclusivo dei turisti Quest'anno ci si impegni a riscoprire la dimensione spirituale e popolare della ricorrenza Barche addobbate, rive che si riem- miglia che abita alla Giudecca e ho che nell’immaginario collettivo il Re- piono, cene con piatti tipici, musica, incontrato di recente. Un'espressione dentore è il sabato notte mentre la brindisi, risate. E poi, a cavallo del- corroborata dal racconto di numerosi domenica, che pure è il cuore vero la mezzanotte, i fuochi d’artificio dettagli: ristoranti che sparano prezzi della festa, è quasi messa da parte. che illuminano a giorno il bacino di altissimi per una cena del tutto nor- La frequentazione della Messa solen- San Marco, salutati dagli “oh” e da- male, bar che ci fanno la cresta ven- ne del Patriarca, che si conclude con gli applausi della folla assiepata dap- dendo bottigliette d’acqua da mezzo la benedizione eucaristica alla città pertutto. Sabato 20 luglio ritorna la litro a 5 euro, esagerazioni e schia- impartita dal sagrato, e quella delle "Notte famossissima". In tanti parlano mazzi dovunque fino al giorno dopo. altre celebrazioni festive, appaiono di magia per identificare la festa che E grossi problemi d’igiene, con incivili via via in riduzione a fronte, peraltro, ritorna ogni terza domenica di luglio. che non esitano a fare i propri bisogni di un’età media dei presenti piuttosto Eppure la ricorrenza non è per niente nelle calli della grande isola posta di alta. In conclusione: al Redentore è magica, ma profondamente spiritua- fronte alle Zattere. Domanda: è una giustissimo, "doveroso" divertirsi, ma le. I credenti vanno alla basilica del festa di fede, pur con l’accettabilissi- almeno quest’anno si provi a riscopri- Palladio, alla Giudecca, a sciogliere mo corollario pagano (anzitutto il pia- re il senso più vero della festa che è l’antico voto per la liberazione dalla cere del desco condiviso nel contesto insieme spirituale e popolare. Postil- pestilenza. Certo, i fuochi d’artificio eccezionale del bacino di San Marco) la: ricorre il trentesimo anniversario regalano un fascino straordinario, o è un pretesto per spennare i clienti del “mitico” concerto dei Pink Floyd ma non si può dimenticare che la fe- e per trasgredire, senza rispetto per che nel 1989 proprio per il Redentore sta del Redentore è prima di tutto il Venezia? Si dirà che tutto ciò è l’altra mise in ginocchio la città. Quella sera rinnovarsi della gratitudine al Padre faccia della medaglia di ogni grande arrivarono 200 mila persone, trovan- per aver salvato la città da una ma- festa. Però non si può non prendere do una città gravemente imprepa- lattia che l’aveva decimata. Dunque: atto che al rischio di smarrire la di- rata. Non si dimentichi la lezione e ben venga il divertimento, nessuno mensione religiosa, sembra si aggiun- non si indugi oltre a fare il necessario sostiene il contrario. Tuttavia, quan- ga sempre più quello di “espropria- per contenere ogni giorno gli arrivi di do si afferma “andiamo al Redento- re” i residenti dalla partecipazione massa di un turismo mordi e fuggi che re”, non si dimentichi qual è la vera di una festa tradizionalmente popo- non porta ricchezza se non a qualche matrice della celebrazione. C’è, poi, lare, lasciando campo aperto ad al- categoria, gravando però su tutti i cit- un secondo aspetto da considerare. tri obiettivi, di business tout court, tadini contribuenti. Lo si faccia prima “El Redentor non xe più ea festa dei certamente legittimi, ma meno nobili che sia troppo tardi, altrimenti non ci venessiani, chi che pol, ch’el giorno se parametrati all’origine autentica resterà che fare un altro voto al Re- scampa via”, mi ha confidato una fa- della ricorrenza. Non sarà un caso dentore, chiedendo un’altra salvezza. Testamento a favore della Fondazione Carpinetum La Fondazione Carpinetum ha come scopo il supporto alle persone anziane accolte nei sei Centri don Vecchi pre- senti tra Carpenedo, Marghera, Cam- palto e gli Arzeroni e l’aiuto ai soggetti più fragili che vivono in città. Si so- stiene solo con le offerte e i contributi della gente di buona volontà che ven- gono tutti destinati ad azioni di be- neficienza. Per sostenerla è possibile fare testamento a suo favore: chi non avesse eredi o chi volesse comunque lasciare un legato, sappia che il suo grande gesto di generosità si tradurrà in carità concreta, per fare del bene a vantaggio del prossimo che ha bisogno. 2 ANNO 15 - N° 29 / Domenica 21 luglio 2019
Il bello della vita Misericordia del Padre di Plinio Borghi La parola "redenzione" significa ricomprare ciò che si è perduto e Dio lo fa a un prezzo alto Andare in pellegrinaggio al tempio votivo vuol dire anche interrogarsi sul proprio cammino La festa del Redentore, che celebria- spunto di riflessione: la sopravviven- tamente a Gesù e nientemeno che in mo ogni anno la terza domenica di za di questo impegno, preso dalla Se- qualità di Redentore non ci devono luglio, ci offre l’occasione per due, renissima e mantenuto dalle ammini- essere slabbrature o fraintendimen- tre spunti di riflessione. Prima di tut- strazioni locali che si sono succedute, ti nel ritrovarsi in pieno protagonisti to sulla misericordia di Dio, che nello pur nelle mutate condizioni storiche del progetto di riscatto dianzi citato. stesso momento in cui riceve dall’uo- e sociali. Non è cosa da poco, se pen- Questo il popolo l’ha compreso per- mo il grave atto di disobbedienza e lo siamo a quante ricorrenze significa- fettamente e la terza riflessione non caccia dal paradiso terrestre, pensa tive e importanti hanno fatto il loro può che rivolgersi alla ricchezza del già a recuperarlo e a riscattarlo dal tempo o tengono viva la memoria solo risvolto popolare che la festa assume, peccato. Redimere ha infatti nella per una questione culturale. Questa aspetto assolutamente non seconda- sua etimologia il senso di ricompra- continuità, tuttavia, non è fine a sé rio, se osserviamo come la parteci- re per riavere ciò che si era perduto. stessa, bensì un’occasione per analiz- pazione abbia sempre mantenuto Come sappiamo, il prezzo sarà molto zare le situazioni in cui ci troviamo ad consistenza. Anche tale espressione è alto: il sacrificio del suo stesso Figlio. operare; in che modo siamo ancora in devozione, è alimentata da una ten- Perché? Non bastava anche meno per grado di dimostrare una coerenza con sione che avverte l’impegno storico la presunzione di quattro piccoli mor- i motivi di fondo che hanno mosso i e la sua portata, tant’è vero che è tali? Evidentemente no. Il Padre non nostri padri; dove siamo mancati e una delle kermesse più partecipate voleva che ci fossero margini di sco- manchiamo rispetto alle promesse. E e che non trova altrove riscontri così pertura, tali da mettere in discussio- bene hanno fatto i Patriarchi che si pittoreschi e originali. Bella forza, si ne la sua magnanimità e l’infinita (e sono succeduti a cogliere l’occasione dirà, cos’è che a Venezia non assume non poteva essere altrimenti) valen- di questa commistione tra religioso e livelli di tal fatta? Non è vero, perché za di un progetto così ambizioso. Al civile per far emergere alcune con- le caratteristiche di altre manifesta- quale si riconducono tutte le “figure” traddizioni, ma anche per spronare zioni, pur prestigiose come potrebbe di Gesù: Figlio dell’uomo, Cristo, Mes- l’azione amministrativa a rimettere essere la Regata storica, non coinvol- sia, Salvatore, Maestro, Risorto ecc... sempre nel giusto ordine le priorità, gono la spiritualità dei partecipanti Forse è per questo che i veneziani, la centralità dell’uomo in primis. Ho e non hanno pertanto la capacità di nella loro grandezza e nel momento conservato parecchi di questi inter- mantenere nel tempo un crescendo del pregnante bisogno sono ricorsi al venti, soprattutto quelli degli anni del di questo tipo. Chi viene da fuori ne massimo della Sua rappresentazione cardinale Angelo Scola, che ho trova- resta positivamente coinvolto, per- e in segno di riconoscenza hanno vo- to molto incisivi allora e, rileggendo- ché avverte una densità di parteci- luto dedicargli il tempio votivo inti- li, lo sono tuttora. Quando si bypas- pazione che solo un “trainer” come tolato al Redentore. Da qui un altro sano i Santi patroni e ci si vota diret- il nostro Redentore può sollecitare. C'è bisogno di vestiti per i poveri della città Nei sotterranei del Centro don Vecchi in via dei 300 campi a Carpenedo è aperto il magazzino San Martino dove vengono distribuiti gli indumenti ai bi- sognosi, a fronte di un contributo sim- bolico di solidarietà. Da quando sono stati ritirati dal suolo pubblico i cas- sonetti blu per la raccolta, le scorte si sono ridotte e c'è il rischio concreto di non riuscire ad aiutare tutti. Chiun- que avesse dei capi in buono stato da donare a chi da vestire non ha, è pregato di recapitarli direttamente ai magazzini sempre in via dei 300 campicampi. Il suo gesto si tramute- rà sicuramente in un'opera di carità. ANNO 15 - N° 29 / Domenica 21 luglio 2019 3
Sottovoce I volti della trasgressione di don Gianni Antoniazzi Nella festa del Redentore si infran- chi affronta la vita all’insegna della gliarità serena delle relazioni. Ser- gono le regole. Molti fra noi pensa- trasgressione. Il territorio, tutta- ve allora un clima più festoso. Chi no che il territorio venga rovinato via, viene rovinato anche da chi si impedisce di gioire dell’esistenza, da chi si concede troppe libertà: ripiega su sé stesso, s’irrigidisce nel non concorre a creare un futu- se ne sta fuori la notte, gozzoviglia l'esclusivo rispetto delle regole, si ro pieno di speranza, esattamen- senza equilibrio, dissipa la vita e la erge a giudice e distrugge la fami- te come accade con i fannulloni. salute. È vero e bisogna dirlo con coraggio: non è così che si coltiva una vera speranza per l’avvenire. Allo stesso modo, nella parabola del Padre misericordioso, il figlio più giovane viene condannato perché se ne va di casa e sperpera le risor- se vivendo da dissoluto. Bisogna ri- conoscere, però, che anche il "figlio maggiore" ha qualche responsabili- tà nel rovinare l’ambiente. Crea un clima insopportabile fatto solo di doveri, parla di ordini e comandi da eseguire e non riconosce le re- lazioni d’affetto. Giunge ad accu- sare anche il Padre che porta la fe- sta fra le mura di casa. Davvero al minore non resta altro che cercare vita altrove. Torniamo a noi. Certo, l’ambiente viene appesantito da In punta di piedi Il segreto è fare contenti gli altri Il Signore Gesù non ci incontra per renderci tristi. Il alcuni fra il popolo protestano perché è andato a man- Vangelo di Giovanni chiarisce: “Vi ho detto queste cose giare coi peccatori. Così pure ci sono farisei e scribi perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” che da distante rimproverano Gesù di essere festaio- (Gv 15,11). Chi non sa festeggiare è lontano dal Reden- lo. Ebbene: proprio costoro alla fine si trovano esclu- tore. Per esempio: quando Gesù è in casa con Zaccheo si. La gioia deve appartenere alla fede. Il problema è capire il segreto per essere contenti. Non sta certo nell’eccitazione di un momento passeggero. Il segreto per una letizia autentica l’ha indicato qualche tempo fa anche Baden Powell, il fondatore degli scout: per essere felici bisogna far contenti gli altri. Ai campi di Gosaldo gli animatori più sereni sono quelli che di con- tinuo sanno trovare le strade per far festa coi bambini e i ragazzi. Altrettanto avviene ai Centri don Vecchi: le persone più liete sono quelle che prima cercano di mettere il buon umore nella giornata altrui. Il Vange- lo non è la condanna del buon umore. Al rovescio. Il Signore che ci ha creati sa di che cosa abbiamo biso- gno perché la nostra vita splenda di serenità e sia in pienezza di pace. Peccato non dargli troppo ascolto! 4 ANNO 15 - N° 29 / Domenica 21 luglio 2019
Pensieri a voce alta Città dei ponti Lente d'ingrandimento di don Gianni Antoniazzi La peste di Federica Causin che non si vede La vocazione di Venezia e l'importanza di venirsi incontro Nei tempi antichi, pestilenze di origine sconosciuta decimavano la L'invito a rileggere l'omelia del Patriarca Moraglia del 2018 popolazione. Da quando la medici- L’estate in cui sono tornata a Mestre, ca Marco Ce’ nel 2001, l’altra dal pa- na ha scoperto quali fossero i mor- nell’ormai lontano 1995, gli amici mi triarca Francesco Moraglia nel 2018 e bi responsabili, si è presto trovata hanno proposto di andare a Venezia sono rimasta colpita dalle assonanze la strada per porre rimedio. Oggi per il Redentore ed è stata l’uni- tra i due messaggi a distanza di quasi sembra che la popolazione venga ca volta in cui ho visto i fuochi “dal vent’anni. Il patriarca Ce’ affermava decimata da sola: vi è un virus in- vivo”. In seguito, infatti, nonostante che non si può celebrare la festa del visibile, una sorta di tristezza del l’ottima compagnia, l’atmosfera fe- Redentore senza scoprire nel volto vivere. Questo morbo rende stanco stosa e la magia dello spettacolo pi- di Cristo crocifisso le sembianze del il popolo, tarpa le ali della speran- rotecnico, ho preferito non ripetere fratello che soffre e richiamava le za e non viene voglia di guardare l’esperienza, perché stare pigiati tra situazioni di fragilità e di solitudine al futuro e mettere al mondo figli. la folla sapendo di essere all’altezza che si acuiscono durante l’estate. Il L’Istat certifica che per l’ennesimo dei gomiti degli altri mi mette sempre patriarca Moraglia, invece, ha defini- anno il nostro Paese è in decremen- un po’ a disagio. Anche al Don Vecchi, to Venezia la “città dei ponti” e ha to. E non si tratta questa volta di un fino a qualche anno fa, si festeggiava detto che “essere ponte” è la sua vo- allarme passeggero perché la dena- la ricorrenza con una cena, però con cazione. L’immagine è senz’altro sug- talità diventa adesso "invincibile". l’assottigliarsi del gruppo dei promo- gestiva e pregnante, soprattutto in un Nel senso che ormai sono diventa- tori dell’iniziativa, la tradizione si è momento storico nel quale s’inneggia te poche anche le persone fertili interrotta. Una volta mi sono unita spesso alla costruzione di muri. I pon- e per andare in controtendenza all’allegra combriccola e rammento ti diventano il simbolo della volontà e i pochi in età fertile dovrebbero di aver trascorso una serata piacevo- della necessità di aprirsi, di riscoprire avere un numero di figli davvero le all’insegna della convivialità e del la ricchezza degli incontri. Ripensan- elevato rispetto agli ultimi 40 anni. buon cibo. Mentre il ricordo di una do a com’è nata la chiesa del Reden- Venezia è stata particolarmente persona che era l’anima della festa tore, costruita come ex voto dopo colpita da questo virus. Non c’è mi strappa un sorriso, rifletto sul fat- la liberazione dalla peste, mi sono natalità che tenga. L’anagrafe non to che l’allegria e lo svago sono l’altra chiesta anche: cosa faremmo oggi in rende davvero giustizia alla situa- faccia di una solidarietà che rimanda un frangente simile? Com’è cambiato zione reale. I dati comunali, infat- al significato più strettamente reli- il nostro modo di rendere grazie? Il ti, parlano di circa 53.000 residenti gioso e che dovrebbe derivare dalla nostro credere è meno elementare, nel centro storico, ma dal punto consapevolezza per ciascuno di noi disponiamo di maggiori strumenti di vista della realtà gli asili nido, di essere figli dello stesso Padre e, d’introspezione e della capacità di le scuole materne e le parrocchie di conseguenza, fratelli. Nell’intento andare oltre la mera osservanza del riflettono uno specchio peggiore. di trovare qualche altro spunto di ri- precetto, però forse siamo meno di- Pare che in tutto il centro storico ci flessione, sono andata a rileggere due sposti ad affidarci e, a volte, perdia- siano state meno prime Comunioni omelie, una pronunciata dal patriar- mo di vista il legame tra fede e vita. di quante ve ne siano state nella sola parrocchia di Carpenedo, che pure è invecchiata molto. Se dal- la peste Venezia si è ripresa alla grande adesso pare proprio che non possa più rialzarsi, per lo meno non a medio termine. Quello che la peste non ha saputo fare, l'ha fatto la cultura del tempo presente. Bi- sognerebbe trovare uno strumento per vedere distintamente quale sia il virus e provare a combatterlo. Per le questioni chimico – fisiche forse un microscopio basta. Qui è neces- saria, piuttosto, un’analisi ben più complessa e una sapienza che for- se ancora non abbiamo raggiunto. ANNO 15 - N° 29 / Domenica 21 luglio 2019 5
Mondo volontariato e terzo settore Per una città migliore di Matteo Riberto Difendere i piccoli esercenti, i nego- po' tutti. Per i piccoli esercenti c’è zi di quartiere, che da anni devono da affrontare la concorrenza feroce affrontare la concorrenza dei gran- dei grandi centri commerciali. Ne di centri commerciali. Ma anche nascono di nuovi in continuazione promuovere il dialogo tra i cittadini e così è sempre più difficile anda- cercando di creare un ponte con le re avanti. In alcuni luoghi, poi, si istituzioni per riqualificare gli spazi sommano situazioni di degrado che comuni e renderli più vivibili e ac- spingono i residenti a non fare acqui- cessibili a tutti. Questi sono alcuni sti nel negozio sotto casa. In molti degli obiettivi del Comitato di vo- hanno dovuto chiudere in questi lontariato spontaneo e libero città anni. Noi vogliamo dare una mano". di Mestre, nato poco più di un mese fa. Presidente è Antonio Ferrara, In che modo agite? persona che conosce molto bene la Antonio Ferrara "Promuovendo un dialogo tra i citta- realtà mestrina e veneziana, il suo dini e sollecitando le istituzioni a in- tessuto sociale ed economico, an- Una situazione difficile per i com- teressarsi il più possibile a questi pro- che grazie a un passato lavorativo mercianti che si ripercuote sulla blemi per elaborare insieme soluzio- all’interno delle forze dell’ordine. qualità di vita nei quartieri. ni condivise per riqualificare alcune "È così. I piccoli negozi sono la base aree, prevedendo interventi specifici Ci spiega la realtà del Comitato? del tessuto sociale ed economico di a sostegno del piccolo commercio". "Il nome completo è “Comitato di una città. Senza i piccoli negozi, i volontariato spontaneo e libero cit- quartieri si svuotano e perdono in Vi è poi il sostegno ai più deboli. tà di Mestre, a difesa dei negozi di un certo senso la loro anima e quel- "Vogliamo essere vicini alle persone prossimità urbana, baluardo del de- la dimensione di socialità. Il nego- che vivono situazioni di difficoltà, per coro, legalità e sicurezza”. Si tratta zio di prossimità è infatti non solo esempio gli anziani soli. Siamo dispo- di un Comitato apartitico e apolitico. un luogo dove acquistare prodotti, nibili ad ascoltare qualsiasi problema- È composto da un direttivo di 19 per- ma dove si vive anche il quartiere, tica per capire che tipo di supporto sone, in buona parte commercianti". dove ci si può fermare a fare quat- possiamo offrire. Siamo aperti anche tro chiacchiere e rinsaldare legami alle segnalazioni di giovani e adole- Di cosa vi occupate? tra persone che vivono gli stessi scenti, categorie che spesso vivono "La finalità del Comitato è quella di spazi. Non solo, ci tengo a sottoli- problemi e difficoltà, ma rischiano di facilitare il dialogo e le forme di col- neare che i piccoli negozi sono an- non avere nessuno a cui rivolgersi". laborazione tra cittadini e istituzioni che un baluardo di decoro, legali- per arrivare a concordare azioni con- tà e sicurezza per la nostra città". Insomma, vi impegnate per prova- crete per la cura e la rigenerazione re a rendere la città migliore. dei beni comuni. Vogliamo sostenere Non sono anni facili per il settore, "Siamo a disposizione per essere un i negozi di prossimità urbana e tu- colpito da parecchi problemi. supporto a chi non trova orecchie di- telare le categorie più deboli: bam- "Per nulla. Anzitutto c’è stata la sposte ad ascoltarlo per poi adoperarci bini, anziani, diversamente abili". crisi economica che ha travolto un per trovare delle soluzioni concrete". Diceva che particolare attenzio- La scheda ne è dedicata ai negozi di pros- Un Comitato a difesa del commercio di vicinato e dei più deboli simità... Il Comitato di volontariato spontaneo e libero città di Mestre nasce il 4 giugno scor- "I piccoli commercianti sono l’anima so dall’iniziativa di alcuni commercianti e privati cittadini decisi ad unirsi per spen- della nostra città, ma da anni affron- dersi in prima persona al fine di riqualificare alcune aree del territorio di Mestre. tano una situazione difficile. In parte Il Comitato non ha alcuna connotazione politica né alcun fine di lucro. L’obiettivo dovuta alla crisi economica, ma anche è rendere più vivibili gli spazi cittadini sostenendo il commercio e promuovendo a situazioni di degrado e insicurez- azioni che riportino i cittadini a vivere luoghi da tempo abbandonati oppure inter- venendo dove si verifichino problemi di sicurezza e di degrado. Nonostante sia nato za presenti in determinati quartieri solo da poco più di un mese, il Comitato che è presieduto da Antonio Ferrara sta che spingono i residenti a non pas- già operando attraverso la segnalazione all’Amministrazione comunale di proble- seggiare per le strade e quindi a non matiche e possibili interventi. Per chi volesse reperire ulteriori informazioni sulle acquistare nel negozio sotto casa". iniziative in cantiere può mandare una mail a comitatocittadimestre@gmail.com 6 ANNO 15 - N° 29 / Domenica 21 luglio 2019
L'intervista Vedere lontano di Francesca Bellemo Un furto, una raccolta fondi lancia- babilmente senso. La nostra orga- ta nel giro di un pomeriggio, le let- nizzazione vive grazie alla fiducia tere e i messaggi delle istituzioni, di tante persone che ci affidano un ma soprattutto l’affetto dimostrato dono prezioso. E il legame tra noi e da tante persone. Una prova in più i medici e gli infermieri che lavorano che lavorare insieme al proprio ter- in prima linea ha bisogno di fiducia, ritorio è l'aspetto più importante, insieme alle associazioni lavoriamo anche nei momenti difficili. Ne par- con fiducia reciproca nel territorio". la Enrico Vidale, Responsabile della Comunicazione e della Raccolta Fon- La seconda parola? di di Fondazione Banca degli Occhi "La seconda parola è “insieme”. L’ec- del Veneto Onlus, dove lo scorso 27 cellenza che possiamo vantare non marzo ignoti sono entrati facendo viene mai dal lavoro del singolo o di man bassa delle apparecchiature spe- pochi operatori ma è un grande gioco cialistiche dell’area ambulatoriale. Enrico Vidale di squadra dove ognuno mette la pro- Fortunatamente l’intera struttura Parlare di Fondazione Banca degli pria professionalità e anche tanta sen- legata alla conservazione dei tessu- Occhi significa innanzitutto parlare sibilità. Non a caso il nostro motto è ti per il trapianto è stata preserva- di donazione e trapianto. Quanto è “insieme per ridare la gioia di vedere”. ta, come pure i laboratori di ricerca. sensibile la nostra società a questi temi? Esistono ancora delle riserve? Da professionista della comunica- Vidale, qual è oggi la situazione nel- "Mi colpisce sempre il numero molto zione, qual è l’aspetto più arric- la sede della Banca degli Occhi? alto di donazioni di tessuti oculari chente del suo lavoro in Fondazio- "Grazie al sostegno di tanti cittadini, che ogni giorno arrivano in Fondazio- ne Banca degli Occhi? istituzioni e aziende siamo riusciti ne. Segno di una cultura del dono che "Sicuramente il costruire relazioni. a ripartire abbastanza rapidamen- si è radicata nella popolazione. Un Questo lavoro ti dà la possibilità di co- te cercando di continuare a dare seme che negli anni, grazie al lavo- struire e coltivare tanti rapporti con risposte ai bisogni di salute di tanti ro di tante persone, ha germogliato. persone tra le più varie e con mondi pazienti che si rivolgono alla no- Solidarietà e generosità hanno messo apparentemente lontani. Sono nume- stra struttura. Certo, non nascondo profonde radici nel nostro territorio". rosi gli aspetti e i momenti che arric- un primo forte smarrimento alla vi- chiscono le mie giornate lavorative. sta degli ambulatori completamenti Intorno alla Fondazione si muove Vivo il mio lavoro con molta passione svuotati. Poi, però, guardandoci ne- una grande solidarietà, qual è il se- e anche con molta gratitudine perché gli occhi, ci siamo detti: “Dobbiamo greto per costruire e mantenere il incontro persone e vite straordinarie". ripartire e in fretta”. Sono passati dialogo con la popolazione intorno ormai tre mesi, stiamo affrontan- al tema del dono, che è così delicato? Quali sfide per il futuro? do sicuramente una sfida difficile, "Ci sono due parole chiave. La pri- "Abbiamo superato un momento diffi- ma grazie ai fondi raccolti il nostro ma parola è "fiducia". Mi piace mol- cile e siamo ripartiti. Il nostro obiet- Centro Diagnosi sta ritornando una to questa parola, perché ha un si- tivo è di fare sempre di più e sempre struttura altamente efficiente e ac- gnificato profondo e senza di essa meglio per la nostra missione e la salu- coglie decine di pazienti al giorno". il nostro lavoro non avrebbe pro- te delle persone che si affidano a noi". Qual è stata la reazione dei pa- La scheda zienti, dei medici e del territorio? La Fondazione Banca degli Occhi: per i trapianti e per la ricerca "Una fortissima reazione di grande solidarietà davvero da parte di tutti, 3.000 volte sì. Nel 2018 in Veneto e Friuli Venezia Giulia tremila famiglie hanno ac- consentito con generosità alla donazione di tessuti oculari di un proprio caro che è direi dell’intera società civile. Mi lasci venuto a mancare. Questo il dato di partenza dell’attività di Fondazione Banca degli dire che mi hanno colpito molto anche Occhi del Veneto Onlus, ente no profit, con sede al padiglione Rama dell'ospedale le tante donazioni di singoli cittadini, dell'Angelo, Centro di riferimento per i trapianti di cornea di Veneto e Friuli Venezia segno di una profonda gratitudine nei Giulia e Centro di ricerca sulle malattie oculari. Realtà che ha potuto distribuire lo confronti della Fondazione. Abbiamo scorso anno 3.655 tessuti oculari a scopo di trapianto e di cura a 165 centri di trapian- to, In Italia e all'estero. Accanto all'attività principale, la Fondazione opera anche veramente sentito la solidarietà e la nell’ambito della ricerca sulle malattie oculari, con 14 progetti di ricerca attivi per vicinanza delle istituzioni, dei pazien- il miglioramento delle tecniche di trapianto e conservazione dei tessuti, della tera- ti, del mondo sanitario e associativo. pia cellulare e negli ultimi anni pure nel cruciale settore delle ricerche sulla retina. ANNO 15 - N° 29 / Domenica 21 luglio 2019 7
Proverbi africani La cura della salute di padre Oliviero Ferro, missionario saveriano Cos’è la salute? La potremmo defini- Le ricevevano del tipo: ho bisogno, ad allargare i vestiti. "E’ triste aver re come il funzionamento armonioso pago e me ne vado. Poi alla sera an- fame e noioso essere sazio”, secondo o l’esercizio senza dolori ed ostacoli davano dal guaritore o dallo stregone gli Attie della Costa d’Avorio. "La sa- delle funzioni della vita organica, con che faceva la medesima cosa, però lute è un bene supremo che l’uomo tutto il suo corollario, l’igiene, cioè i lo contornava con una specie di te- non potrebbe né vendere né compra- mezzi per conservarla e proteggerla atro e guariva prima lo spirito della re a nessun prezzo”: ce lo rammen- contro le malattie. Nella prospettiva persona... E ora via con i proverbi. tano gli esperti Hutu che in effetti africana, l’accento viene messo sul- Cominciamo dai Peul del Senegal: sono contadini, ma vedono cosa fan- la prevenzione, sulla riduzione dei “Quando il ventre è pieno, i polmoni no i Tutsi del Burundi quando affer- rischi, sulla promozione della salute avranno sonno”, per dire che quando mano che “la salute non si scambia con l’implicazione degli usi e costu- si è in buona salute fisica, si sta bene nemmeno con centinaia di mucche”. mi, dei medici tradizionali, dei sacer- anche psicologicamente e viceversa. La salute non è ingozzarsi, cedere doti… Non è un affare di soli esperti, Chi lavora eccessivamente, rovina la alla gola, riempirsi di cibo. Per stare ma è di tutti, della famiglia, del clan, propria salute. E’ la considerazione bene bisogna dare importanza anche del paese. Tutti controllano la salute degli Hutu del Burundi che dicono: ad altre dimensioni della vita. Sono di ognuno e di tutti. Non è solo l’as- “Quando lavori troppo, lavori con- gli Attiè della Costa d’Avorio che ci senza di malattia, ma è anche uno tro te stesso”. Gli Hutu del Rwanda mettono in guardia: “Il goloso non ha stare bene psicologicamente, moral- la pensano in questo modo: “Si tarda forza”. Vediamo che intorno a noi ci mente, religiosamente e socialmen- a nascere, non si tarda a morire”, a sono delle persone fanatiche della te. E’ uno star bene nei rapporti con sottolineare che la salute dell’uo- salute e che curano spesso e volen- la propria coscienza, con Dio, con mo è una realtà effimera e fragile. tieri solo l’aspetto esterno, seguendo gli antenati, con gli amici, i familia- C’è sempre un modo di pensare che le ultime mode. Gli Agni della Costa ri. E’ il più prezioso dei beni della guarda all’esterno, come ci ricorda d’Avorio si rivolgono a loro quan- terra. Anche noi lo diciamo: almeno questo proverbio dei Tutsi del Rwan- do sostengono che “la salute rende c’è la salute! E’ fonte di ricchezza, da: “La piccolezza non è malattia”. matti, il ventre fa errare”. Tutti que- la garanzia della felicità, anche se è Alcuni pensano che sia molto impor- sti consigli e attività concrete nelle un bene molto fragile. Richiede una tante mangiare per vivere e morire missioni sono le suore che cercano buona cura affinché ci sia benessere felici. Questo è il modo di pensare di insegnarlo alle mamme con i corsi nel corpo, nello spirito e nelle re- dei Basonge del Congo RDdc: “Chi di economia domestica. L'obiettivo lazioni sociali. Una cosa che mi ha muore sazio, riempie la tomba”. è far capire loro che è importante sempre colpito è che quando qualcu- Naturalmente non bisogna eccedere utilizzare tutte le possibilità che ci no in Africa era ammalato, veniva al nell’alimentazione, si rischia di avere sono, anzitutto sul piano dell'alimen- dispensario o all'ospedale per avere degli inconvenienti. Ma non si tratta tazione affinché sia sana, equilibrata le medicine o per fare delle analisi. solo di fare dieta e di essere costretti e, appunto, salutare. (30/continua) La grande squadra dei volontari in servizio I volontari all'opera nei diversi ambi- ti d'impegno della Fondazione Car- pinetum sono oltre mezzo migliaio. Quelli che intendono prestare servi- zio nel futuro Ipermercato solidale agli Arzeroni sono circa 130, iscritti nel registro dell'associazione Il Pros- simo che gestirà la futura struttura. Confidiamo che il numero possa sali- re: ad essi possono aggiungersi altre realtà che già collaborano con noi e che potrebbero entrare nell’Ipermer- cato solidale. Quanti ancora il Signo- re sta chiamando a questa impresa? Chi leggendo si sentisse chiamato venga a lasciare la propria adesione. 8 ANNO 15 - N° 29 / Domenica 21 luglio 2019
Tradizioni popolari La paura delle streghe di don Sandro Vigani La figura della strega venne tra- re ancestrali della vita. Come ogni che perché ci credevano realmen- mandata oralmente di generazio- forma di magia e superstizione, te: in questo modo contribuivano ne in generazione ed elaborata in la credenza nelle streghe aveva ad alimentare la credenza nelle rapporto alla cultura e alle tradi- a che fare con la religiosità, an- streghe. Leggiamo nel fascicolo zioni dei singoli luoghi. In Veneto che se deviata dal suo autentico de I Quaderni de l’Illustrazione erano chiamate strighe. Erano fi- significato. Essa rappresentava un del Medico (1940-50) dedicato alle gure legate al Maligno, diaboliche, tentativo di spiegare e controllare tradizioni popolari, che riporta le che agivano di notte, di solito in il divino percepito come presente credenze della gente: “Esercitano notti dell’anno stabilite, difese nella natura e nel cosmo. Si legge, i loro segreti sul bambino cui tol- dall’oscurità. Coi capelli bianchi nell’inchiesta del governo napole- gono il sonno, suggono il sangue o le trecce, zoppe, guerce, de- onico del 1811: "Della campagna e sono causa di rachina (rachiti- formi, si credeva che operassero moltissimi sono quelli che veden- smo); fanno inoltre le loro fatture magie e incantesimi, gettassero do improvvisamente per febbre od sulla giovane e rigogliosa colona malocchio ed fossero artefici di altro malore a dimagrare o inaridi- che, dal giorno in cui ebbe donato altre malvagità. Guai a chi fosse re un fanciulletto, danno ad esse i suoi capelli ad un’amica astiosa, preso di mira da una striga: se non (alle streghe, ndr) la colpa di aver- perdé il suo bel colorito, addiven- riusciva a liberarsene la sua vita lo ammaliato, ed alle volte le ol- ne pallida e smunta e morì uccisa era inevitabilmente compromes- traggiano non solo con parole, ma dalla tisi”. Anche l’inchiesta del sa. Le streghe avevano le proprie anche con percosse. Tengono poi 1811 attribuisce la responsabili- leggi e continuavano a legiferare per certo essere streghe quelle tà della nascita di queste super- nei Concilii che tenevano "ai cro- povere vecchierelle, che sono viz- stizioni alle madri e nutrici che cicchi delle strade". Si muovevano ze, rugose, appassite e cascatic- raccontano tali cose ai bambini a cavallo di manici di scopa o di cie. Vi sono dei giovinotti, i quali per acchetarli quando piangono: covoni di frumento. La gente di cercano di fare delle malie con fil- “Si rileva che in qualche villaggio campagna cercava di dar spiega- tri per rendersi benevolo l'oggetto vi sono ancora molti di tali erro- zione a fenomeni ed eventi che amato”. Ma la striga nel Veneto ri infetti; e questo perché molte risultava più difficile e complesso non era sempre brutta, vecchia e madri e nutrici seguitano a fare interpretare come avvenimenti vestita di stracci. In alcuni luoghi ai fanciulletti dei racconti prodi- naturali o dipendenti dalla volon- le streghe erano chiamate anche giosi di apparizioni, di spettri, di tà o dalla responsabilità umana, bele butele (belle ragazze), zubia- vampiri, di folletti e dell'ombre attraverso la credenza nelle stri- ne, genti beate. Le donne la sera degli estinti, e gli assuefano ad ghe ed altre superstizioni simili. nelle stalle raccontavano ai figlio- aver paura delle potenze inferna- La figura della striga dava forma letti storie paurose di streghe e li, facendo bau bau per acchetarli nell’inconscio collettivo alle pau- orchi, per farli stare buoni ma an- quando piangono”. (33/continua) L'icona per il Don Vecchi 7 La signora Flavia Stella, in occasione dell’inaugurazione del Don Vecchi 7, agli Arzeroni, ha donato una magnifica icona di grandi dimensioni dipinta dal defunto marito Sandro, che era quan- to mai esperto in questa produzione artistica particolarmente impegnati- va. Suddetta icona è stata collocata proprio all’ingresso del Don Vecchi 7 e ne diventa quasi un segno di acco- glienza fraterna, di sacralità di questa struttura, che trae la sua origine da motivazioni squisitamente religiose. Il Consiglio d’amministrazione della Fon- dazione Carpinetum esprime tutta la propria riconoscenza per questo dono quanto mai gradito e prezioso. (d.A.) ANNO 15 - N° 29 / Domenica 21 luglio 2019 9
Vita al Don Vecchi Avvisi importanti 5 per mille Un modo concreto per aiutare Il 5 per mille è una parte delle no- stre tasse a cui lo Stato "rinuncia" Un vasto assortimento di La solidarietà assomiglia per sostenere un ente benefico che aiuta il prossimo in difficoltà. Non mobili e arredi per la casa molto poco alle elemosine costa nulla e se non si sceglie di do- Rendiamo noto ai cittadini che ai ma- Io prete novantenne sono in crisi e narlo rimane comunque allo Stato. gazzini San Giuseppe in via Dei Tre- angosciato perché poca gente viene a Il 5 per mille non sostituisce l’8 per cento campi a Carpenedo è disponi- messa la domenica, quasi più nessuno mille destinato alle confessioni reli- bile un vasto assortimento di mobili si sposa e i confessionali sono pieni di di ogni stile, genere ed epoca, e lo ragnatele perché più nessuno li ado- giose. Sono due opportunità diverse stesso dicasi per l'arredo della casa. pera. Vi confesso però che sono in cri- di destinare le proprie imposte per Questo magazzino, gestito dall’asso- si e angosciato ancora di più perché fini differenti. Amici lettori vi chie- ciazione di volontariato Il Prossimo, pochissimi tengono conto che quan- diamo di impiegare bene le tasse s’è imposto favorevolmente nell’opi- do si presenteranno al Signore, Egli scegliendo, nella dichiarazione dei nione pubblica della città e dispone di comincerà così l’interrogatorio per redditi, come destinare il 5 per mille. una organizzazione quanto mai effi- emettere la sentenza: “Avevo fame, ciente, motivo per cui l’offerta di mo- ero senza vestiti e senza casa e tu?” Tre possibilità di scelta bilio è quanto mai vasta così da poter In questo periodo di ferie non sappia- Se credete opportuno il lavoro fat- rispondere a tutti i gusti e a ogni tipo mo dove voltarci perché qualcuno ci to con gli anziani e le famiglie in di desiderio. L’abbondanza di mobili dia una mano per andare a prendere e difficoltà proponiamo di dare il 5 e la prospettiva di trasferirsi presto distribuire gli alimenti, poiché i poveri permille alla Fondazione Carpine- nel nuovo Ipermercato solidale, ha non solo non possono andare in vacan- za, ma per vivere debbono pur man- tum dei Centri don vecchi: codi- determinato la direzione a richiedere un’offerta irrisoria, basta che per- giare nonostante il caldo! Concittadi- ce fiscale 94064080271. Se inve- metta di recuperare le piccole spese ni, vi supplico, dateci una mano! Ecco a ce preferite sostenere i bambini di gestione. Invitiamo i concittadini a voi il mio cellulare: 3349741275. (d.A.) si può aiutare il Centro Infanzia Il visitare i magazzini che sono aperti Germoglio che da più di 100 anni dal lunedì al venerdì dalle 15,30 alle si occupa della formazione e del- 18,30. Chi volesse contattare preven- Come entrare nei 56 la crescita dei bambini in via Ca’ tivamente la direzione non ha che da nuovi appartamenti Rossa: codice fiscale 90178890274. telefonare al 0415353204, nelle ore del Centro don Vecchi 7 Da ultimo invece, per chi ritiene di apertura alla signora Luciana, che Le notizie apparse sulla stampa e nel- di sostenere le donne in difficol- coordina il ritiro e la consegna del materiale richiesto. In ogni caso una le televisioni locali hanno informato tà da secoli c’è l’Associazione Pia- visita ai magazzini offre già l’occasio- in maniera veramente esemplare su vento: codice fiscale 90017970279. ne di conoscere il luogo dove si può questa nuova struttura della Fonda- Come destinarlo trovare il materiale richiesto. (d.A.) zione Carpinetum che ha realizzato i Centri don Vecchi, tanto che nume- Se compili il Modello 730 o il Model- rosi concittadini, che si trovano in lo Redditi, nel riquadro “Sostegno I volontari dello spaccio difficoltà nei riguardi della casa, chie- del volontariato…” firma e scrivi il alimentare e dei cibi dono in gran numero chiarimenti sulle codice fiscale dell'ente prescelto. possibilità e le modalità che si devono prossimi alla scadenza osservare per ottenere un alloggio. Il Se non sei tenuto a presentare la I volontari dello spaccio alimentare dichiarazione dei redditi puoi co- primo suggerimento è di ritirare un sono presenti ogni giorno dalle 15 alle modulo di richiesta in segreteria al munque donare il tuo 5 per mille: 18 per distribuire i generi alimenta- Don Vecchi in via dei Trecento campi nella scheda fornita insieme alla ri che raccolgono dagli ipermercati: 6 dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18. Per Certificazione Unica dal tuo da- Cadoro, Alì, Despar, Val Gardena e la chi pensa di aver bisogno di informa- tore di lavoro o dall’ente che ero- Coop di piazzale Roma, che ringrazia- zioni particolari può domandare un ga la pensione, firma nel riquadro mo di cuore. In occasione dell’inau- appuntamento alle persone incaricate “Sostegno del volontariato…” e gurazione del Don Vecchi 7, hanno di svolgere questo compito: la dotto- scrivi nel riquadro il codice fisca- promosso una colletta tra di loro per ressa Cristina Mazzucco e la dottores- le dell'ente prescelto. Inserisci la regalare due magnifiche piante che sa Rosanna Cervellin. La Fondazione scheda in una busta chiusa e scrivi- sono state collocate nella struttura. è determinata ad assegnare il prima Non mi mancano le croci, le preoccu- possibile tutti e 56 gli alloggi, confi- ci “Destinazione 5 per mille Irpef” pazioni e le delusioni, ma talvolta rac- dando di concludere la selezione en- insieme al tuo cognome, nome e colgo dei gesti cari e generosi che mi tro la fine di luglio: Il numero di tele- codice fiscale, consegnala poi gra- confortano e mi aprono l’animo a quel- fono della segreteria della Fondazione tuitamente ad un ufficio postale, al la speranza e a quella fiducia. (d.A.) a cui rivolgersi è lo 0415353000. (d.A.) Caf oppure al tuo commercialista. 10 ANNO 15 - N° 29 / Domenica 21 luglio 2019
Per trasparenza Per realizzare l'Ipermercato solidale Sottoscrizione cittadina: tutti i fondi a favore della costruzione della nuova opera di bene La moglie del defunto Alessandro, La signora Emanuela Brusaferro ha I coniugi Pinelli hanno sottoscritto in occasione del primo anniversario sottoscritto un’azione, pari a € 50, per quasi mezza azione, pari a € 20, in della morte di suo marito, ha ricordare i suoi cari genitori: Edvige e memoria di Renzo. sottoscritto quasi mezza azione, Antonio. pari a € 20, per onorarne la È stata sottoscritta mezza azione memoria. I due figli della defunta Itaca Carriglio abbondante, pari a € 30, in ricordo hanno sottoscritto un’azione, pari a € dei defunti Norma e Vittorio. Il papà del defunto Luca Bisceglie ha 50, in memoria della loro madre. sottoscritto un’azione, pari a € 50, per È stata sottoscritta quasi mezza ricordarlo. La figlia della defunta Margherita azione, pari a € 20, per ricordare tutti Toch ha sottoscritto tre azioni e i defunti delle famiglie Scarabel e I familiari del defunto Corrado hanno mezza, pari a € 175, per onorare la Zaccariotto. sottoscritto un’azione, pari a € 50, in memoria della sua cara madre. sua memoria. Il figlio dei coniugi Francesco e Il marito della defunta Giuseppina Natalina ha sottoscritto quasi mezza È stata sottoscritta un’azione, pari Piccardi, in occasione del terzo azione, pari a € 20, per ricordare i a € 50, in ricordo dei defunti delle anniversario della morte di sua suoi genitori. famiglie Pasqualetto e Bozzao. moglie, ha sottoscritto un’azione, pari a € 50, per onorarne la memoria. I familiari dei defunti Augusto, Lina e È stata sottoscritta quasi mezza Remigio hanno sottoscritto un’azione, azione, pari a € 20, in memoria del La moglie e i figli del defunto Wilder pari a € 50, in suffragio dei loro cari defunto Sergio. Carraretto hanno sottoscritto quattro congiunti. azioni, pari a € 200, per onorare la La famiglia Bommarco ha sottoscritto memoria del loro caro congiunto. L’avvocato Maurizio Colangelo ha un’azione, pari a € 50, per ricordare sottoscritto un’azione, pari a € 50, per la loro cara madre. È stata sottoscritta quasi mezza onorare la memoria del suo assistito azione, pari a € 20, per ricordare i Marcello Degan. La signora Pierro ha sottoscritto defunti: Romeo, Giuseppe, Vittoria e quasi mezza azione pari a € 20, per Aldo. I tre figli del defunto Renato Diana ricordare i suoi cari defunti: Ignazio, hanno sottoscritto un’azione, pari a € Maria e Vincenzo. È stata sottoscritta quasi mezza 50, in memoria del loro genitore. azione, pari a € 20, in memoria dei Il marito della defunta Giorgina defunti: Maria, Antonio, Ennio e I familiari dei defunti Carla e Scarpa ha sottoscritto quasi mezza Mario. Antonino hanno sottoscritto oltre azione, pari a € 20, per ricordare sua mezza azione, pari a € 30, per moglie. I due figli della defunta Maria Bolla onorarne la memoria. hanno sottoscritto un’azione, pari a € I coniugi Vittoria Trevisan e Guido 50, in memoria della loro madre. I familiari dei defunti: Olga, Piero, Cestaro hanno sottoscritto un’azione, Bianca, Tino, Gina e Ida hanno pari a € 50, per onorare la memoria La moglie del defunto dott. Paolo sottoscritto oltre mezza azione, pari a dei defunti delle loro due famiglie. Zonelli ha sottoscritto tre azioni, pari € 30, in loro memoria. a € 150, per onorare la memoria del È stata sottoscritta un’azione, pari a marito. I coniugi Bianca e Amedeo Sambugaro € 50, in suffragio dei defunti Agnese hanno sottoscritto quasi mezza Magro, Primo Giacomazzo e Pietro I familiari della defunta Silvana azione, pari a € 20. Faggian. Bortolin hanno sottoscritto un’azione, pari a € 50, per ricordarla. I signori Flavia Zennaro Stella e Sante È stata sottoscritta mezza azione Fregonese hanno sottoscritto 6 azioni, abbondante, pari a € 30, per onorare I figli della defunta Fernanda Sachet pari a €300, per festeggiare le nozze la memoria dei defunti: Rossella, hanno sottoscritto un’azione, pari a € d'oro dei coniugi Luciana Mazzer e Pina, Dante, Lucio e Roberto. 50, in memoria della loro madre. Sandro Merelli. La figlia della defunta Guglielmina ha La sorella della defunta Stefania ha La moglie del defunto Michele Scarpa sottoscritto un’azione, pari a € 50, in sottoscritto due azioni, pari a € 100, ha sottoscritto un’azione, pari a € 50, memoria della sua cara madre. per onorarne la memoria. in ricordo del marito. ANNO 15 - N° 29 / Domenica 21 luglio 2019 11
La storia dei Don Vecchi Il settimo Centro di don Armando Trevisiol All'inizio del 2017 tutti i Centri vi- a cui devono servire. E' nato così il Mestre, Milena e Giulio Rocchini, han- vevano una vita ormai serena e, più sogno di una struttura ad hoc che no lasciato in eredità alla Fondazio- o meno bene, s'erano create del- possa rispondere a questo scopo. La ne il loro appartamento, un garage le équipes di responsabili per ogni Fondazione, amante come me delle e contanti per un totale di quasi un struttura. Migliorare è sempre possi- parole e delle immagini in grande, ha milione e mezzo di euro. La signora bile e doveroso, ma il Consiglio del- cominciato a parlare di un Ipermer- Malvestio ci ha donato quasi mezzo la Fondazione Carpinetum poteva cato della solidarietà. Per arrivare milione di euro. A queste donazioni si "dormire sonni" abbastanza tranquil- a realizzare questo sogno c'erano e aggiungono le "azioni" che i mestrini li. V'era tuttavia un problema estre- ci sono tantissimi problemi, uno dei continuano a sottoscrivere, il contri- mamente impegnativo e urgente da quali è il terreno per fabbricare una buto delle associazioni di volontaria- risolvere. Infatti, fortunatamente, al struttura del genere. Andate a monte to, ancora qualche offerta, quale un Don Vecchi di Carpenedo in maniera alcune trattative, si è cominciato ad lascito della signora De Rio, e il dono sorprendente era cresciuto un com- ipotizzare che tale struttura potesse del parziale arredo da parte dell'As- plesso di associazioni di volontariato realizzarsi in località Arzeroni pres- sociazione "Vestire gli ignudi". Il pro- che, passo dopo passo, era diventato so i due Centri già esistenti. C'erano getto è sempre quello dell'architetto una splendida realtà e che io ho chia- anche problemi per l'acquisto, per il Giovanna Mar e delle sue giovani col- mato con enfasi "Il polo solidale del cambio di uso dell'area e infine c'era leghe Francesca Cecchi e Anna Ca- Don Vecchi". Infatti si sono reclutati il pericolo di andare alle calende gre- saril, le quali hanno destinato quasi un paio di centinaia di volontari, s'è che. Quindi il Consiglio della Fonda- tutto lo spazio ad abitazione, mentre creata una struttura efficiente, s'è zione decise di procedere prima con hanno ritenuto opportuno utilizzare aperto un vasto numero di "fornito- il settimo fabbricato, già che tutto gli spazi del sesto Centro, quanto mai ri" e uno ancora maggiore di "clienti". era pronto. Questo Centro sarebbe abbondanti, per la socializzazione e Mi riferisco ai gruppi di volontariato stato praticamente il prolungamento la vita comunitaria. La città sappia che gestiscono la raccolta e la distri- del fabbricato numero 6 sempre in che sono a disposizione questi altri buzione di indumenti, mobili, arredi località Arzeroni e si prevedevano 56 56 appartamenti per anziani, giovani per la casa, ausili per i disabili, gene- appartamentini bilocali con terrazza coppie e una dozzina di stanze per ri alimentari, frutta e verdura e ogni e ripostiglio destinati ad anziani po- soggiorni temporanei di persone di altro bene che può dare risposta alle veri e autonomi, più una dozzina di altre città che lavorano a Mestre o attese dei poveri. In parole povere è stanze singole "formula uno". Questo per chi abbia una necessità tempo- sbocciata una bella primavera della Centro don Vecchi sette è stato inau- ranea. Anche questa avventura, per carità nel Centro di Carpenedo. Ini- gurato lo scorso 29 giugno. Anche per gloria di Dio, per la generosità dei zialmente gli spazi, seppur angusti, questa struttura l'intervento della mestrini e per la bravura del Consi- erano sufficienti. Ora però sono as- Provvidenza è stato pronto, genero- glio della Fondazione Carpinetum, solutamente inadeguati all'attività so ed efficace. Due anziani coniugi di è giunta a lieto fine. (12/continua) Come donare alla Fondazione Per sostenere la Fondazione Carpine- tum si può effettuare un bonifico ban- cario al Monte dei Paschi di Siena - agenzia di Via San Donà, codice IBAN: I T17 R 0103 0 0 20 0 8 0 0 0 0 0142 53 4 8 o effettuare un versamento sul conto corrente postale numero 12534301. Messa in lingua spagnola Martedì 16 luglio, festa della Vergine del Carmelo, alle ore 19 don Danilo Bianco, parroco italo venezuelano, ce- lebrerà a Santa Maria Goretti la Messa per tutte le persone di lingua spagnola. Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti a Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del 5/2/1979 Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; caporedattore: Alvise Sperandio; grafica: Maurizio Nardi Via dei Trecento campi - Mestre (Ve), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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