Nostro Redentore - Il Centro Don Vecchi

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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM   ANNO 15 - N° 29 / Domenica 21 luglio 2019

Nostro
Redentore
di don Gianni Antoniazzi

Domenica 21 luglio Venezia cele-
bra il Redentore. La festa ricorda
la fine della peste del 1575, quan-
do la Serenissima Repubblica per-
se circa un terzo di abitanti in due
anni appena. In quell’occasione il
Senato fece voto di un tempio e di
un pellegrinaggio annuale a perpe-
tua memoria della grazia ricevuta.
In quella circostanza Venezia non si
affidò ad un Santo o a una celebre
reliquia. I nostri padri, non più colti
di noi nella fede, andarono al cuore
del Vangelo: Gesù Signore, Reden-
tore dalla morte. Ai nostri giorni c’è
chi si appoggia a miracoli o Santi, a
doveri morali o regole. Per carità:
cose nobili, ma non decisive. Anzi:
qualche volta ci conducono dalla
parte sbagliata e qualcuno immagi-
na di salvarsi da solo, senza alcun
Redentore. La possibilità di rialzar-
si viene da Gesù Cristo, crocifisso e
risorto, non da bravure umane. Tal-
volta si affrontano grandi sfide con
atteggiamenti superficiali. A livello
demografico, per esempio, si profi-
la un crollo e c’è chi invoca leggi o
finanziamenti capaci di invertire la
rotta. Ma a poco giovano gli artifici
della finanza o qualche nuova rego-
letta sociale. C’è bisogno di un pen-
siero alto, di una proposta che scal-
di il cuore e incoraggi ad affrontare
generosamente la fatica del vivere.
Il Vangelo è un seme dirompen-
te. Se chi dice di essere credente
lo vivesse con fedeltà ed entusia-
smo, già porterebbe nell’ambiente
in cui viviamo un vantaggio stra-
ordinario. La festa del Redentore
non è uno stimolo alla trasgres-
sione, ma a riconoscere Gesù Si-
gnore come motore per il futuro.
L'opinione

                       Ritornare alle radici
                       di Alvise Sperandio

Il Redentore rischia di diventare una festa solo pagana e appannaggio esclusivo dei turisti
Quest'anno ci si impegni a riscoprire la dimensione spirituale e popolare della ricorrenza
Barche addobbate, rive che si riem-       miglia che abita alla Giudecca e ho        che nell’immaginario collettivo il Re-
piono, cene con piatti tipici, musica,    incontrato di recente. Un'espressione      dentore è il sabato notte mentre la
brindisi, risate. E poi, a cavallo del-   corroborata dal racconto di numerosi       domenica, che pure è il cuore vero
la mezzanotte, i fuochi d’artificio        dettagli: ristoranti che sparano prezzi    della festa, è quasi messa da parte.
che illuminano a giorno il bacino di      altissimi per una cena del tutto nor-      La frequentazione della Messa solen-
San Marco, salutati dagli “oh” e da-      male, bar che ci fanno la cresta ven-      ne del Patriarca, che si conclude con
gli applausi della folla assiepata dap-   dendo bottigliette d’acqua da mezzo        la benedizione eucaristica alla città
pertutto. Sabato 20 luglio ritorna la     litro a 5 euro, esagerazioni e schia-      impartita dal sagrato, e quella delle
"Notte famossissima". In tanti parlano    mazzi dovunque fino al giorno dopo.         altre celebrazioni festive, appaiono
di magia per identificare la festa che     E grossi problemi d’igiene, con incivili   via via in riduzione a fronte, peraltro,
ritorna ogni terza domenica di luglio.    che non esitano a fare i propri bisogni    di un’età media dei presenti piuttosto
Eppure la ricorrenza non è per niente     nelle calli della grande isola posta di    alta. In conclusione: al Redentore è
magica, ma profondamente spiritua-        fronte alle Zattere. Domanda: è una        giustissimo, "doveroso" divertirsi, ma
le. I credenti vanno alla basilica del    festa di fede, pur con l’accettabilissi-   almeno quest’anno si provi a riscopri-
Palladio, alla Giudecca, a sciogliere     mo corollario pagano (anzitutto il pia-    re il senso più vero della festa che è
l’antico voto per la liberazione dalla    cere del desco condiviso nel contesto      insieme spirituale e popolare. Postil-
pestilenza. Certo, i fuochi d’artificio    eccezionale del bacino di San Marco)       la: ricorre il trentesimo anniversario
regalano un fascino straordinario,        o è un pretesto per spennare i clienti     del “mitico” concerto dei Pink Floyd
ma non si può dimenticare che la fe-      e per trasgredire, senza rispetto per      che nel 1989 proprio per il Redentore
sta del Redentore è prima di tutto il     Venezia? Si dirà che tutto ciò è l’altra   mise in ginocchio la città. Quella sera
rinnovarsi della gratitudine al Padre     faccia della medaglia di ogni grande       arrivarono 200 mila persone, trovan-
per aver salvato la città da una ma-      festa. Però non si può non prendere        do una città gravemente imprepa-
lattia che l’aveva decimata. Dunque:      atto che al rischio di smarrire la di-     rata. Non si dimentichi la lezione e
ben venga il divertimento, nessuno        mensione religiosa, sembra si aggiun-      non si indugi oltre a fare il necessario
sostiene il contrario. Tuttavia, quan-    ga sempre più quello di “espropria-        per contenere ogni giorno gli arrivi di
do si afferma “andiamo al Redento-         re” i residenti dalla partecipazione       massa di un turismo mordi e fuggi che
re”, non si dimentichi qual è la vera     di una festa tradizionalmente popo-        non porta ricchezza se non a qualche
matrice della celebrazione. C’è, poi,     lare, lasciando campo aperto ad al-        categoria, gravando però su tutti i cit-
un secondo aspetto da considerare.        tri obiettivi, di business tout court,     tadini contribuenti. Lo si faccia prima
“El Redentor non xe più ea festa dei      certamente legittimi, ma meno nobili       che sia troppo tardi, altrimenti non ci
venessiani, chi che pol, ch’el giorno     se parametrati all’origine autentica       resterà che fare un altro voto al Re-
scampa via”, mi ha confidato una fa-       della ricorrenza. Non sarà un caso         dentore, chiedendo un’altra salvezza.

                                                                                       Testamento a favore della
                                                                                        Fondazione Carpinetum
                                                                                      La Fondazione Carpinetum ha come
                                                                                      scopo il supporto alle persone anziane
                                                                                      accolte nei sei Centri don Vecchi pre-
                                                                                      senti tra Carpenedo, Marghera, Cam-
                                                                                      palto e gli Arzeroni e l’aiuto ai soggetti
                                                                                      più fragili che vivono in città. Si so-
                                                                                      stiene solo con le offerte e i contributi
                                                                                      della gente di buona volontà che ven-
                                                                                      gono tutti destinati ad azioni di be-
                                                                                      neficienza. Per sostenerla è possibile
                                                                                      fare testamento a suo favore: chi non
                                                                                      avesse eredi o chi volesse comunque
                                                                                      lasciare un legato, sappia che il suo
                                                                                      grande gesto di generosità si tradurrà
                                                                                      in carità concreta, per fare del bene a
                                                                                      vantaggio del prossimo che ha bisogno.

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Il bello della vita

                              Misericordia del Padre
                              di Plinio Borghi

La parola "redenzione" significa ricomprare ciò che si è perduto e Dio lo fa a un prezzo alto
Andare in pellegrinaggio al tempio votivo vuol dire anche interrogarsi sul proprio cammino
La festa del Redentore, che celebria-            spunto di riflessione: la sopravviven-      tamente a Gesù e nientemeno che in
mo ogni anno la terza domenica di                za di questo impegno, preso dalla Se-      qualità di Redentore non ci devono
luglio, ci offre l’occasione per due,             renissima e mantenuto dalle ammini-        essere slabbrature o fraintendimen-
tre spunti di riflessione. Prima di tut-          strazioni locali che si sono succedute,    ti nel ritrovarsi in pieno protagonisti
to sulla misericordia di Dio, che nello          pur nelle mutate condizioni storiche       del progetto di riscatto dianzi citato.
stesso momento in cui riceve dall’uo-            e sociali. Non è cosa da poco, se pen-     Questo il popolo l’ha compreso per-
mo il grave atto di disobbedienza e lo           siamo a quante ricorrenze significa-        fettamente e la terza riflessione non
caccia dal paradiso terrestre, pensa             tive e importanti hanno fatto il loro      può che rivolgersi alla ricchezza del
già a recuperarlo e a riscattarlo dal            tempo o tengono viva la memoria solo       risvolto popolare che la festa assume,
peccato. Redimere ha infatti nella               per una questione culturale. Questa        aspetto assolutamente non seconda-
sua etimologia il senso di ricompra-             continuità, tuttavia, non è fine a sé       rio, se osserviamo come la parteci-
re per riavere ciò che si era perduto.           stessa, bensì un’occasione per analiz-     pazione abbia sempre mantenuto
Come sappiamo, il prezzo sarà molto              zare le situazioni in cui ci troviamo ad   consistenza. Anche tale espressione è
alto: il sacrificio del suo stesso Figlio.        operare; in che modo siamo ancora in       devozione, è alimentata da una ten-
Perché? Non bastava anche meno per               grado di dimostrare una coerenza con       sione che avverte l’impegno storico
la presunzione di quattro piccoli mor-           i motivi di fondo che hanno mosso i        e la sua portata, tant’è vero che è
tali? Evidentemente no. Il Padre non             nostri padri; dove siamo mancati e         una delle kermesse più partecipate
voleva che ci fossero margini di sco-            manchiamo rispetto alle promesse. E        e che non trova altrove riscontri così
pertura, tali da mettere in discussio-           bene hanno fatto i Patriarchi che si       pittoreschi e originali. Bella forza, si
ne la sua magnanimità e l’infinita (e             sono succeduti a cogliere l’occasione      dirà, cos’è che a Venezia non assume
non poteva essere altrimenti) valen-             di questa commistione tra religioso e      livelli di tal fatta? Non è vero, perché
za di un progetto così ambizioso. Al             civile per far emergere alcune con-        le caratteristiche di altre manifesta-
quale si riconducono tutte le “figure”            traddizioni, ma anche per spronare         zioni, pur prestigiose come potrebbe
di Gesù: Figlio dell’uomo, Cristo, Mes-          l’azione amministrativa a rimettere        essere la Regata storica, non coinvol-
sia, Salvatore, Maestro, Risorto ecc...          sempre nel giusto ordine le priorità,      gono la spiritualità dei partecipanti
Forse è per questo che i veneziani,              la centralità dell’uomo in primis. Ho      e non hanno pertanto la capacità di
nella loro grandezza e nel momento               conservato parecchi di questi inter-       mantenere nel tempo un crescendo
del pregnante bisogno sono ricorsi al            venti, soprattutto quelli degli anni del   di questo tipo. Chi viene da fuori ne
massimo della Sua rappresentazione               cardinale Angelo Scola, che ho trova-      resta positivamente coinvolto, per-
e in segno di riconoscenza hanno vo-             to molto incisivi allora e, rileggendo-    ché avverte una densità di parteci-
luto dedicargli il tempio votivo inti-           li, lo sono tuttora. Quando si bypas-      pazione che solo un “trainer” come
tolato al Redentore. Da qui un altro             sano i Santi patroni e ci si vota diret-   il nostro Redentore può sollecitare.

                                                                                                 C'è bisogno di vestiti
                                                                                                per i poveri della città
                                                                                             Nei sotterranei del Centro don Vecchi
                                                                                             in via dei 300 campi a Carpenedo è
                                                                                             aperto il magazzino San Martino dove
                                                                                             vengono distribuiti gli indumenti ai bi-
                                                                                             sognosi, a fronte di un contributo sim-
                                                                                             bolico di solidarietà. Da quando sono
                                                                                             stati ritirati dal suolo pubblico i cas-
                                                                                             sonetti blu per la raccolta, le scorte
                                                                                             si sono ridotte e c'è il rischio concreto
                                                                                             di non riuscire ad aiutare tutti. Chiun-
                                                                                             que avesse dei capi in buono stato
                                                                                             da donare a chi da vestire non ha, è
                                                                                             pregato di recapitarli direttamente
                                                                                             ai magazzini sempre in via dei 300
                                                                                             campicampi. Il suo gesto si tramute-
                                                                                             rà sicuramente in un'opera di carità.

ANNO 15 - N° 29 / Domenica 21 luglio 2019                                                                                                3
Sottovoce

                       I volti della trasgressione
                       di don Gianni Antoniazzi

Nella festa del Redentore si infran-     chi affronta la vita all’insegna della     gliarità serena delle relazioni. Ser-
gono le regole. Molti fra noi pensa-     trasgressione. Il territorio, tutta-      ve allora un clima più festoso. Chi
no che il territorio venga rovinato      via, viene rovinato anche da chi si       impedisce di gioire dell’esistenza,
da chi si concede troppe libertà:        ripiega su sé stesso, s’irrigidisce nel   non concorre a creare un futu-
se ne sta fuori la notte, gozzoviglia    l'esclusivo rispetto delle regole, si     ro pieno di speranza, esattamen-
senza equilibrio, dissipa la vita e la   erge a giudice e distrugge la fami-       te come accade con i fannulloni.
salute. È vero e bisogna dirlo con
coraggio: non è così che si coltiva
una vera speranza per l’avvenire.
Allo stesso modo, nella parabola del
Padre misericordioso, il figlio più
giovane viene condannato perché
se ne va di casa e sperpera le risor-
se vivendo da dissoluto. Bisogna ri-
conoscere, però, che anche il "figlio
maggiore" ha qualche responsabili-
tà nel rovinare l’ambiente. Crea
un clima insopportabile fatto solo
di doveri, parla di ordini e comandi
da eseguire e non riconosce le re-
lazioni d’affetto. Giunge ad accu-
sare anche il Padre che porta la fe-
sta fra le mura di casa. Davvero al
minore non resta altro che cercare
vita altrove. Torniamo a noi. Certo,
l’ambiente viene appesantito da

In punta di piedi

Il segreto è fare contenti gli altri
Il Signore Gesù non ci incontra per renderci tristi. Il       alcuni fra il popolo protestano perché è andato a man-
Vangelo di Giovanni chiarisce: “Vi ho detto queste cose       giare coi peccatori. Così pure ci sono farisei e scribi
perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”   che da distante rimproverano Gesù di essere festaio-
(Gv 15,11). Chi non sa festeggiare è lontano dal Reden-       lo. Ebbene: proprio costoro alla fine si trovano esclu-
tore. Per esempio: quando Gesù è in casa con Zaccheo          si. La gioia deve appartenere alla fede. Il problema
                                                              è capire il segreto per essere contenti. Non sta certo
                                                              nell’eccitazione di un momento passeggero. Il segreto
                                                              per una letizia autentica l’ha indicato qualche tempo
                                                              fa anche Baden Powell, il fondatore degli scout: per
                                                              essere felici bisogna far contenti gli altri. Ai campi di
                                                              Gosaldo gli animatori più sereni sono quelli che di con-
                                                              tinuo sanno trovare le strade per far festa coi bambini
                                                              e i ragazzi. Altrettanto avviene ai Centri don Vecchi:
                                                              le persone più liete sono quelle che prima cercano di
                                                              mettere il buon umore nella giornata altrui. Il Vange-
                                                              lo non è la condanna del buon umore. Al rovescio. Il
                                                              Signore che ci ha creati sa di che cosa abbiamo biso-
                                                              gno perché la nostra vita splenda di serenità e sia in
                                                              pienezza di pace. Peccato non dargli troppo ascolto!

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Pensieri a voce alta

                              Città dei ponti                                                Lente d'ingrandimento
                                                                                                di don Gianni Antoniazzi
                                                                                                      La peste
                              di Federica Causin                                                   che non si vede
La vocazione di Venezia e l'importanza di venirsi incontro                                 Nei tempi antichi, pestilenze di
                                                                                           origine sconosciuta decimavano la
L'invito a rileggere l'omelia del Patriarca Moraglia del 2018
                                                                                           popolazione. Da quando la medici-
L’estate in cui sono tornata a Mestre,         ca Marco Ce’ nel 2001, l’altra dal pa-      na ha scoperto quali fossero i mor-
nell’ormai lontano 1995, gli amici mi          triarca Francesco Moraglia nel 2018 e       bi responsabili, si è presto trovata
hanno proposto di andare a Venezia             sono rimasta colpita dalle assonanze        la strada per porre rimedio. Oggi
per il Redentore ed è stata l’uni-             tra i due messaggi a distanza di quasi      sembra che la popolazione venga
ca volta in cui ho visto i fuochi “dal         vent’anni. Il patriarca Ce’ affermava        decimata da sola: vi è un virus in-
vivo”. In seguito, infatti, nonostante         che non si può celebrare la festa del       visibile, una sorta di tristezza del
l’ottima compagnia, l’atmosfera fe-            Redentore senza scoprire nel volto          vivere. Questo morbo rende stanco
stosa e la magia dello spettacolo pi-          di Cristo crocifisso le sembianze del        il popolo, tarpa le ali della speran-
rotecnico, ho preferito non ripetere           fratello che soffre e richiamava le          za e non viene voglia di guardare
l’esperienza, perché stare pigiati tra         situazioni di fragilità e di solitudine     al futuro e mettere al mondo figli.
la folla sapendo di essere all’altezza         che si acuiscono durante l’estate. Il       L’Istat certifica che per l’ennesimo
dei gomiti degli altri mi mette sempre         patriarca Moraglia, invece, ha defini-       anno il nostro Paese è in decremen-
un po’ a disagio. Anche al Don Vecchi,         to Venezia la “città dei ponti” e ha        to. E non si tratta questa volta di un
fino a qualche anno fa, si festeggiava          detto che “essere ponte” è la sua vo-       allarme passeggero perché la dena-
la ricorrenza con una cena, però con           cazione. L’immagine è senz’altro sug-       talità diventa adesso "invincibile".
l’assottigliarsi del gruppo dei promo-         gestiva e pregnante, soprattutto in un      Nel senso che ormai sono diventa-
tori dell’iniziativa, la tradizione si è       momento storico nel quale s’inneggia        te poche anche le persone fertili
interrotta. Una volta mi sono unita            spesso alla costruzione di muri. I pon-     e per andare in controtendenza
all’allegra combriccola e rammento             ti diventano il simbolo della volontà e     i pochi in età fertile dovrebbero
di aver trascorso una serata piacevo-          della necessità di aprirsi, di riscoprire   avere un numero di figli davvero
le all’insegna della convivialità e del        la ricchezza degli incontri. Ripensan-      elevato rispetto agli ultimi 40 anni.
buon cibo. Mentre il ricordo di una            do a com’è nata la chiesa del Reden-        Venezia è stata particolarmente
persona che era l’anima della festa            tore, costruita come ex voto dopo           colpita da questo virus. Non c’è
mi strappa un sorriso, rifletto sul fat-        la liberazione dalla peste, mi sono         natalità che tenga. L’anagrafe non
to che l’allegria e lo svago sono l’altra      chiesta anche: cosa faremmo oggi in         rende davvero giustizia alla situa-
faccia di una solidarietà che rimanda          un frangente simile? Com’è cambiato         zione reale. I dati comunali, infat-
al significato più strettamente reli-           il nostro modo di rendere grazie? Il        ti, parlano di circa 53.000 residenti
gioso e che dovrebbe derivare dalla            nostro credere è meno elementare,           nel centro storico, ma dal punto
consapevolezza per ciascuno di noi             disponiamo di maggiori strumenti            di vista della realtà gli asili nido,
di essere figli dello stesso Padre e,           d’introspezione e della capacità di         le scuole materne e le parrocchie
di conseguenza, fratelli. Nell’intento         andare oltre la mera osservanza del         riflettono uno specchio peggiore.
di trovare qualche altro spunto di ri-         precetto, però forse siamo meno di-         Pare che in tutto il centro storico ci
flessione, sono andata a rileggere due          sposti ad affidarci e, a volte, perdia-       siano state meno prime Comunioni
omelie, una pronunciata dal patriar-           mo di vista il legame tra fede e vita.      di quante ve ne siano state nella
                                                                                           sola parrocchia di Carpenedo, che
                                                                                           pure è invecchiata molto. Se dal-
                                                                                           la peste Venezia si è ripresa alla
                                                                                           grande adesso pare proprio che
                                                                                           non possa più rialzarsi, per lo meno
                                                                                           non a medio termine. Quello che la
                                                                                           peste non ha saputo fare, l'ha fatto
                                                                                           la cultura del tempo presente. Bi-
                                                                                           sognerebbe trovare uno strumento
                                                                                           per vedere distintamente quale sia
                                                                                           il virus e provare a combatterlo. Per
                                                                                           le questioni chimico – fisiche forse
                                                                                           un microscopio basta. Qui è neces-
                                                                                           saria, piuttosto, un’analisi ben più
                                                                                           complessa e una sapienza che for-
                                                                                           se ancora non abbiamo raggiunto.

ANNO 15 - N° 29 / Domenica 21 luglio 2019                                                                                           5
Mondo volontariato e terzo settore

                        Per una città migliore
                        di Matteo Riberto

Difendere i piccoli esercenti, i nego-                                                    po' tutti. Per i piccoli esercenti c’è
zi di quartiere, che da anni devono                                                       da affrontare la concorrenza feroce
affrontare la concorrenza dei gran-                                                        dei grandi centri commerciali. Ne
di centri commerciali. Ma anche                                                           nascono di nuovi in continuazione
promuovere il dialogo tra i cittadini                                                     e così è sempre più difficile anda-
cercando di creare un ponte con le                                                        re avanti. In alcuni luoghi, poi, si
istituzioni per riqualificare gli spazi                                                    sommano situazioni di degrado che
comuni e renderli più vivibili e ac-                                                      spingono i residenti a non fare acqui-
cessibili a tutti. Questi sono alcuni                                                     sti nel negozio sotto casa. In molti
degli obiettivi del Comitato di vo-                                                       hanno dovuto chiudere in questi
lontariato spontaneo e libero città                                                       anni. Noi vogliamo dare una mano".
di Mestre, nato poco più di un mese
fa. Presidente è Antonio Ferrara,                                                         In che modo agite?
persona che conosce molto bene la           Antonio Ferrara                               "Promuovendo un dialogo tra i citta-
realtà mestrina e veneziana, il suo                                                       dini e sollecitando le istituzioni a in-
tessuto sociale ed economico, an-           Una situazione difficile per i com-             teressarsi il più possibile a questi pro-
che grazie a un passato lavorativo          mercianti che si ripercuote sulla             blemi per elaborare insieme soluzio-
all’interno delle forze dell’ordine.        qualità di vita nei quartieri.                ni condivise per riqualificare alcune
                                            "È così. I piccoli negozi sono la base        aree, prevedendo interventi specifici
Ci spiega la realtà del Comitato?           del tessuto sociale ed economico di           a sostegno del piccolo commercio".
"Il nome completo è “Comitato di            una città. Senza i piccoli negozi, i
volontariato spontaneo e libero cit-        quartieri si svuotano e perdono in            Vi è poi il sostegno ai più deboli.
tà di Mestre, a difesa dei negozi di        un certo senso la loro anima e quel-          "Vogliamo essere vicini alle persone
prossimità urbana, baluardo del de-         la dimensione di socialità. Il nego-          che vivono situazioni di difficoltà, per
coro, legalità e sicurezza”. Si tratta      zio di prossimità è infatti non solo          esempio gli anziani soli. Siamo dispo-
di un Comitato apartitico e apolitico.      un luogo dove acquistare prodotti,            nibili ad ascoltare qualsiasi problema-
È composto da un direttivo di 19 per-       ma dove si vive anche il quartiere,           tica per capire che tipo di supporto
sone, in buona parte commercianti".         dove ci si può fermare a fare quat-           possiamo offrire. Siamo aperti anche
                                            tro chiacchiere e rinsaldare legami           alle segnalazioni di giovani e adole-
Di cosa vi occupate?                        tra persone che vivono gli stessi             scenti, categorie che spesso vivono
"La finalità del Comitato è quella di        spazi. Non solo, ci tengo a sottoli-          problemi e difficoltà, ma rischiano di
facilitare il dialogo e le forme di col-    neare che i piccoli negozi sono an-           non avere nessuno a cui rivolgersi".
laborazione tra cittadini e istituzioni     che un baluardo di decoro, legali-
per arrivare a concordare azioni con-       tà e sicurezza per la nostra città".          Insomma, vi impegnate per prova-
crete per la cura e la rigenerazione                                                      re a rendere la città migliore.
dei beni comuni. Vogliamo sostenere         Non sono anni facili per il settore,          "Siamo a disposizione per essere un
i negozi di prossimità urbana e tu-         colpito da parecchi problemi.                 supporto a chi non trova orecchie di-
telare le categorie più deboli: bam-        "Per nulla. Anzitutto c’è stata la            sposte ad ascoltarlo per poi adoperarci
bini, anziani, diversamente abili".         crisi economica che ha travolto un            per trovare delle soluzioni concrete".

Diceva che particolare attenzio-                       La scheda
ne è dedicata ai negozi di pros-             Un Comitato a difesa del commercio di vicinato e dei più deboli
simità...
                                             Il Comitato di volontariato spontaneo e libero città di Mestre nasce il 4 giugno scor-
"I piccoli commercianti sono l’anima         so dall’iniziativa di alcuni commercianti e privati cittadini decisi ad unirsi per spen-
della nostra città, ma da anni affron-        dersi in prima persona al fine di riqualificare alcune aree del territorio di Mestre.
tano una situazione difficile. In parte        Il Comitato non ha alcuna connotazione politica né alcun fine di lucro. L’obiettivo
dovuta alla crisi economica, ma anche        è rendere più vivibili gli spazi cittadini sostenendo il commercio e promuovendo
a situazioni di degrado e insicurez-         azioni che riportino i cittadini a vivere luoghi da tempo abbandonati oppure inter-
                                             venendo dove si verifichino problemi di sicurezza e di degrado. Nonostante sia nato
za presenti in determinati quartieri         solo da poco più di un mese, il Comitato che è presieduto da Antonio Ferrara sta
che spingono i residenti a non pas-          già operando attraverso la segnalazione all’Amministrazione comunale di proble-
seggiare per le strade e quindi a non        matiche e possibili interventi. Per chi volesse reperire ulteriori informazioni sulle
acquistare nel negozio sotto casa".          iniziative in cantiere può mandare una mail a comitatocittadimestre@gmail.com

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L'intervista

                             Vedere lontano
                             di Francesca Bellemo

Un furto, una raccolta fondi lancia-                                                         babilmente senso. La nostra orga-
ta nel giro di un pomeriggio, le let-                                                        nizzazione vive grazie alla fiducia
tere e i messaggi delle istituzioni,                                                         di tante persone che ci affidano un
ma soprattutto l’affetto dimostrato                                                           dono prezioso. E il legame tra noi e
da tante persone. Una prova in più                                                           i medici e gli infermieri che lavorano
che lavorare insieme al proprio ter-                                                         in prima linea ha bisogno di fiducia,
ritorio è l'aspetto più importante,                                                          insieme alle associazioni lavoriamo
anche nei momenti difficili. Ne par-                                                           con fiducia reciproca nel territorio".
la Enrico Vidale, Responsabile della
Comunicazione e della Raccolta Fon-                                                          La seconda parola?
di di Fondazione Banca degli Occhi                                                           "La seconda parola è “insieme”. L’ec-
del Veneto Onlus, dove lo scorso 27                                                          cellenza che possiamo vantare non
marzo ignoti sono entrati facendo                                                            viene mai dal lavoro del singolo o di
man bassa delle apparecchiature spe-                                                         pochi operatori ma è un grande gioco
cialistiche dell’area ambulatoriale.          Enrico Vidale                                  di squadra dove ognuno mette la pro-
Fortunatamente l’intera struttura             Parlare di Fondazione Banca degli              pria professionalità e anche tanta sen-
legata alla conservazione dei tessu-          Occhi significa innanzitutto parlare            sibilità. Non a caso il nostro motto è
ti per il trapianto è stata preserva-         di donazione e trapianto. Quanto è             “insieme per ridare la gioia di vedere”.
ta, come pure i laboratori di ricerca.        sensibile la nostra società a questi
                                              temi? Esistono ancora delle riserve?           Da professionista della comunica-
Vidale, qual è oggi la situazione nel-        "Mi colpisce sempre il numero molto            zione, qual è l’aspetto più arric-
la sede della Banca degli Occhi?              alto di donazioni di tessuti oculari           chente del suo lavoro in Fondazio-
"Grazie al sostegno di tanti cittadini,       che ogni giorno arrivano in Fondazio-          ne Banca degli Occhi?
istituzioni e aziende siamo riusciti          ne. Segno di una cultura del dono che          "Sicuramente il costruire relazioni.
a ripartire abbastanza rapidamen-             si è radicata nella popolazione. Un            Questo lavoro ti dà la possibilità di co-
te cercando di continuare a dare              seme che negli anni, grazie al lavo-           struire e coltivare tanti rapporti con
risposte ai bisogni di salute di tanti        ro di tante persone, ha germogliato.           persone tra le più varie e con mondi
pazienti che si rivolgono alla no-            Solidarietà e generosità hanno messo           apparentemente lontani. Sono nume-
stra struttura. Certo, non nascondo           profonde radici nel nostro territorio".        rosi gli aspetti e i momenti che arric-
un primo forte smarrimento alla vi-                                                          chiscono le mie giornate lavorative.
sta degli ambulatori completamenti            Intorno alla Fondazione si muove               Vivo il mio lavoro con molta passione
svuotati. Poi, però, guardandoci ne-          una grande solidarietà, qual è il se-          e anche con molta gratitudine perché
gli occhi, ci siamo detti: “Dobbiamo          greto per costruire e mantenere il             incontro persone e vite straordinarie".
ripartire e in fretta”. Sono passati          dialogo con la popolazione intorno
ormai tre mesi, stiamo affrontan-              al tema del dono, che è così delicato?         Quali sfide per il futuro?
do sicuramente una sfida difficile,              "Ci sono due parole chiave. La pri-            "Abbiamo superato un momento diffi-
ma grazie ai fondi raccolti il nostro         ma parola è "fiducia". Mi piace mol-            cile e siamo ripartiti. Il nostro obiet-
Centro Diagnosi sta ritornando una            to questa parola, perché ha un si-             tivo è di fare sempre di più e sempre
struttura altamente efficiente e ac-            gnificato profondo e senza di essa              meglio per la nostra missione e la salu-
coglie decine di pazienti al giorno".         il nostro lavoro non avrebbe pro-              te delle persone che si affidano a noi".

Qual è stata la reazione dei pa-                        La scheda
zienti, dei medici e del territorio?           La Fondazione Banca degli Occhi: per i trapianti e per la ricerca
"Una fortissima reazione di grande
solidarietà davvero da parte di tutti,         3.000 volte sì. Nel 2018 in Veneto e Friuli Venezia Giulia tremila famiglie hanno ac-
                                               consentito con generosità alla donazione di tessuti oculari di un proprio caro che è
direi dell’intera società civile. Mi lasci     venuto a mancare. Questo il dato di partenza dell’attività di Fondazione Banca degli
dire che mi hanno colpito molto anche          Occhi del Veneto Onlus, ente no profit, con sede al padiglione Rama dell'ospedale
le tante donazioni di singoli cittadini,       dell'Angelo, Centro di riferimento per i trapianti di cornea di Veneto e Friuli Venezia
segno di una profonda gratitudine nei          Giulia e Centro di ricerca sulle malattie oculari. Realtà che ha potuto distribuire lo
confronti della Fondazione. Abbiamo            scorso anno 3.655 tessuti oculari a scopo di trapianto e di cura a 165 centri di trapian-
                                               to, In Italia e all'estero. Accanto all'attività principale, la Fondazione opera anche
veramente sentito la solidarietà e la          nell’ambito della ricerca sulle malattie oculari, con 14 progetti di ricerca attivi per
vicinanza delle istituzioni, dei pazien-       il miglioramento delle tecniche di trapianto e conservazione dei tessuti, della tera-
ti, del mondo sanitario e associativo.         pia cellulare e negli ultimi anni pure nel cruciale settore delle ricerche sulla retina.

ANNO 15 - N° 29 / Domenica 21 luglio 2019                                                                                                  7
Proverbi africani

                         La cura della salute
                         di padre Oliviero Ferro, missionario saveriano

Cos’è la salute? La potremmo defini-         Le ricevevano del tipo: ho bisogno,        ad allargare i vestiti. "E’ triste aver
re come il funzionamento armonioso          pago e me ne vado. Poi alla sera an-       fame e noioso essere sazio”, secondo
o l’esercizio senza dolori ed ostacoli      davano dal guaritore o dallo stregone      gli Attie della Costa d’Avorio. "La sa-
delle funzioni della vita organica, con     che faceva la medesima cosa, però          lute è un bene supremo che l’uomo
tutto il suo corollario, l’igiene, cioè i   lo contornava con una specie di te-        non potrebbe né vendere né compra-
mezzi per conservarla e proteggerla         atro e guariva prima lo spirito della      re a nessun prezzo”: ce lo rammen-
contro le malattie. Nella prospettiva       persona... E ora via con i proverbi.       tano gli esperti Hutu che in effetti
africana, l’accento viene messo sul-        Cominciamo dai Peul del Senegal:           sono contadini, ma vedono cosa fan-
la prevenzione, sulla riduzione dei         “Quando il ventre è pieno, i polmoni       no i Tutsi del Burundi quando affer-
rischi, sulla promozione della salute       avranno sonno”, per dire che quando        mano che “la salute non si scambia
con l’implicazione degli usi e costu-       si è in buona salute fisica, si sta bene    nemmeno con centinaia di mucche”.
mi, dei medici tradizionali, dei sacer-     anche psicologicamente e viceversa.        La salute non è ingozzarsi, cedere
doti… Non è un affare di soli esperti,       Chi lavora eccessivamente, rovina la       alla gola, riempirsi di cibo. Per stare
ma è di tutti, della famiglia, del clan,    propria salute. E’ la considerazione       bene bisogna dare importanza anche
del paese. Tutti controllano la salute      degli Hutu del Burundi che dicono:         ad altre dimensioni della vita. Sono
di ognuno e di tutti. Non è solo l’as-      “Quando lavori troppo, lavori con-         gli Attiè della Costa d’Avorio che ci
senza di malattia, ma è anche uno           tro te stesso”. Gli Hutu del Rwanda        mettono in guardia: “Il goloso non ha
stare bene psicologicamente, moral-         la pensano in questo modo: “Si tarda       forza”. Vediamo che intorno a noi ci
mente, religiosamente e socialmen-          a nascere, non si tarda a morire”, a       sono delle persone fanatiche della
te. E’ uno star bene nei rapporti con       sottolineare che la salute dell’uo-        salute e che curano spesso e volen-
la propria coscienza, con Dio, con          mo è una realtà effimera e fragile.          tieri solo l’aspetto esterno, seguendo
gli antenati, con gli amici, i familia-     C’è sempre un modo di pensare che          le ultime mode. Gli Agni della Costa
ri. E’ il più prezioso dei beni della       guarda all’esterno, come ci ricorda        d’Avorio si rivolgono a loro quan-
terra. Anche noi lo diciamo: almeno         questo proverbio dei Tutsi del Rwan-       do sostengono che “la salute rende
c’è la salute! E’ fonte di ricchezza,       da: “La piccolezza non è malattia”.        matti, il ventre fa errare”. Tutti que-
la garanzia della felicità, anche se è      Alcuni pensano che sia molto impor-        sti consigli e attività concrete nelle
un bene molto fragile. Richiede una         tante mangiare per vivere e morire         missioni sono le suore che cercano
buona cura affinché ci sia benessere          felici. Questo è il modo di pensare        di insegnarlo alle mamme con i corsi
nel corpo, nello spirito e nelle re-        dei Basonge del Congo RDdc: “Chi           di economia domestica. L'obiettivo
lazioni sociali. Una cosa che mi ha         muore sazio, riempie la tomba”.            è far capire loro che è importante
sempre colpito è che quando qualcu-         Naturalmente non bisogna eccedere          utilizzare tutte le possibilità che ci
no in Africa era ammalato, veniva al        nell’alimentazione, si rischia di avere    sono, anzitutto sul piano dell'alimen-
dispensario o all'ospedale per avere        degli inconvenienti. Ma non si tratta      tazione affinché sia sana, equilibrata
le medicine o per fare delle analisi.       solo di fare dieta e di essere costretti   e, appunto, salutare. (30/continua)

                                                                                            La grande squadra
                                                                                          dei volontari in servizio
                                                                                        I volontari all'opera nei diversi ambi-
                                                                                        ti d'impegno della Fondazione Car-
                                                                                        pinetum sono oltre mezzo migliaio.
                                                                                        Quelli che intendono prestare servi-
                                                                                        zio nel futuro Ipermercato solidale
                                                                                        agli Arzeroni sono circa 130, iscritti
                                                                                        nel registro dell'associazione Il Pros-
                                                                                        simo che gestirà la futura struttura.
                                                                                        Confidiamo che il numero possa sali-
                                                                                        re: ad essi possono aggiungersi altre
                                                                                        realtà che già collaborano con noi e
                                                                                        che potrebbero entrare nell’Ipermer-
                                                                                        cato solidale. Quanti ancora il Signo-
                                                                                        re sta chiamando a questa impresa?
                                                                                        Chi leggendo si sentisse chiamato
                                                                                        venga a lasciare la propria adesione.

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Tradizioni popolari

                              La paura delle streghe
                              di don Sandro Vigani

La figura della strega venne tra-               re ancestrali della vita. Come ogni     che perché ci credevano realmen-
mandata oralmente di generazio-                forma di magia e superstizione,         te: in questo modo contribuivano
ne in generazione ed elaborata in              la credenza nelle streghe aveva         ad alimentare la credenza nelle
rapporto alla cultura e alle tradi-            a che fare con la religiosità, an-      streghe. Leggiamo nel fascicolo
zioni dei singoli luoghi. In Veneto            che se deviata dal suo autentico        de I Quaderni de l’Illustrazione
erano chiamate strighe. Erano fi-               significato. Essa rappresentava un       del Medico (1940-50) dedicato alle
gure legate al Maligno, diaboliche,            tentativo di spiegare e controllare     tradizioni popolari, che riporta le
che agivano di notte, di solito in             il divino percepito come presente       credenze della gente: “Esercitano
notti dell’anno stabilite, difese              nella natura e nel cosmo. Si legge,     i loro segreti sul bambino cui tol-
dall’oscurità. Coi capelli bianchi             nell’inchiesta del governo napole-      gono il sonno, suggono il sangue
o le trecce, zoppe, guerce, de-                onico del 1811: "Della campagna         e sono causa di rachina (rachiti-
formi, si credeva che operassero               moltissimi sono quelli che veden-       smo); fanno inoltre le loro fatture
magie e incantesimi, gettassero                do improvvisamente per febbre od        sulla giovane e rigogliosa colona
malocchio ed fossero artefici di                altro malore a dimagrare o inaridi-     che, dal giorno in cui ebbe donato
altre malvagità. Guai a chi fosse              re un fanciulletto, danno ad esse       i suoi capelli ad un’amica astiosa,
preso di mira da una striga: se non            (alle streghe, ndr) la colpa di aver-   perdé il suo bel colorito, addiven-
riusciva a liberarsene la sua vita             lo ammaliato, ed alle volte le ol-      ne pallida e smunta e morì uccisa
era inevitabilmente compromes-                 traggiano non solo con parole, ma       dalla tisi”. Anche l’inchiesta del
sa. Le streghe avevano le proprie              anche con percosse. Tengono poi         1811 attribuisce la responsabili-
leggi e continuavano a legiferare              per certo essere streghe quelle         tà della nascita di queste super-
nei Concilii che tenevano "ai cro-             povere vecchierelle, che sono viz-      stizioni alle madri e nutrici che
cicchi delle strade". Si muovevano             ze, rugose, appassite e cascatic-       raccontano tali cose ai bambini
a cavallo di manici di scopa o di              cie. Vi sono dei giovinotti, i quali    per acchetarli quando piangono:
covoni di frumento. La gente di                cercano di fare delle malie con fil-     “Si rileva che in qualche villaggio
campagna cercava di dar spiega-                tri per rendersi benevolo l'oggetto     vi sono ancora molti di tali erro-
zione a fenomeni ed eventi che                 amato”. Ma la striga nel Veneto         ri infetti; e questo perché molte
risultava più difficile e complesso              non era sempre brutta, vecchia e        madri e nutrici seguitano a fare
interpretare come avvenimenti                  vestita di stracci. In alcuni luoghi    ai fanciulletti dei racconti prodi-
naturali o dipendenti dalla volon-             le streghe erano chiamate anche         giosi di apparizioni, di spettri, di
tà o dalla responsabilità umana,               bele butele (belle ragazze), zubia-     vampiri, di folletti e dell'ombre
attraverso la credenza nelle stri-             ne, genti beate. Le donne la sera       degli estinti, e gli assuefano ad
ghe ed altre superstizioni simili.             nelle stalle raccontavano ai figlio-     aver paura delle potenze inferna-
La figura della striga dava forma               letti storie paurose di streghe e       li, facendo bau bau per acchetarli
nell’inconscio collettivo alle pau-            orchi, per farli stare buoni ma an-     quando piangono”. (33/continua)

                                                                                        L'icona per il Don Vecchi 7
                                                                                        La signora Flavia Stella, in occasione
                                                                                        dell’inaugurazione del Don Vecchi 7,
                                                                                        agli Arzeroni, ha donato una magnifica
                                                                                        icona di grandi dimensioni dipinta dal
                                                                                        defunto marito Sandro, che era quan-
                                                                                        to mai esperto in questa produzione
                                                                                        artistica particolarmente impegnati-
                                                                                        va. Suddetta icona è stata collocata
                                                                                        proprio all’ingresso del Don Vecchi 7
                                                                                        e ne diventa quasi un segno di acco-
                                                                                        glienza fraterna, di sacralità di questa
                                                                                        struttura, che trae la sua origine da
                                                                                        motivazioni squisitamente religiose. Il
                                                                                        Consiglio d’amministrazione della Fon-
                                                                                        dazione Carpinetum esprime tutta la
                                                                                        propria riconoscenza per questo dono
                                                                                        quanto mai gradito e prezioso. (d.A.)

ANNO 15 - N° 29 / Domenica 21 luglio 2019                                                                                          9
Vita al Don Vecchi

Avvisi importanti                                                                                  5 per mille
                                                                                        Un modo concreto per aiutare
                                                                                        Il 5 per mille è una parte delle no-
                                                                                        stre tasse a cui lo Stato "rinuncia"
 Un vasto assortimento di                   La solidarietà assomiglia                   per sostenere un ente benefico che
                                                                                        aiuta il prossimo in difficoltà. Non
 mobili e arredi per la casa                molto poco alle elemosine
                                                                                        costa nulla e se non si sceglie di do-
 Rendiamo noto ai cittadini che ai ma-      Io prete novantenne sono in crisi e         narlo rimane comunque allo Stato.
 gazzini San Giuseppe in via Dei Tre-       angosciato perché poca gente viene a
                                                                                        Il 5 per mille non sostituisce l’8 per
 cento campi a Carpenedo è disponi-         messa la domenica, quasi più nessuno
                                                                                        mille destinato alle confessioni reli-
 bile un vasto assortimento di mobili       si sposa e i confessionali sono pieni di
 di ogni stile, genere ed epoca, e lo       ragnatele perché più nessuno li ado-        giose. Sono due opportunità diverse
 stesso dicasi per l'arredo della casa.     pera. Vi confesso però che sono in cri-     di destinare le proprie imposte per
 Questo magazzino, gestito dall’asso-       si e angosciato ancora di più perché        fini differenti. Amici lettori vi chie-
 ciazione di volontariato Il Prossimo,      pochissimi tengono conto che quan-          diamo di impiegare bene le tasse
 s’è imposto favorevolmente nell’opi-       do si presenteranno al Signore, Egli        scegliendo, nella dichiarazione dei
 nione pubblica della città e dispone di    comincerà così l’interrogatorio per         redditi, come destinare il 5 per mille.
 una organizzazione quanto mai effi-          emettere la sentenza: “Avevo fame,
 ciente, motivo per cui l’offerta di mo-     ero senza vestiti e senza casa e tu?”             Tre possibilità di scelta
 bilio è quanto mai vasta così da poter     In questo periodo di ferie non sappia-      Se credete opportuno il lavoro fat-
 rispondere a tutti i gusti e a ogni tipo   mo dove voltarci perché qualcuno ci         to con gli anziani e le famiglie in
 di desiderio. L’abbondanza di mobili       dia una mano per andare a prendere e
                                                                                        difficoltà proponiamo di dare il 5
 e la prospettiva di trasferirsi presto     distribuire gli alimenti, poiché i poveri
                                                                                        permille alla Fondazione Carpine-
 nel nuovo Ipermercato solidale, ha         non solo non possono andare in vacan-
                                            za, ma per vivere debbono pur man-          tum dei Centri don vecchi: codi-
 determinato la direzione a richiedere
 un’offerta irrisoria, basta che per-        giare nonostante il caldo! Concittadi-      ce fiscale 94064080271. Se inve-
 metta di recuperare le piccole spese       ni, vi supplico, dateci una mano! Ecco a    ce preferite sostenere i bambini
 di gestione. Invitiamo i concittadini a    voi il mio cellulare: 3349741275. (d.A.)    si può aiutare il Centro Infanzia Il
 visitare i magazzini che sono aperti                                                   Germoglio che da più di 100 anni
 dal lunedì al venerdì dalle 15,30 alle                                                 si occupa della formazione e del-
 18,30. Chi volesse contattare preven-        Come entrare nei 56                       la crescita dei bambini in via Ca’
 tivamente la direzione non ha che da          nuovi appartamenti                       Rossa: codice fiscale 90178890274.
 telefonare al 0415353204, nelle ore         del Centro don Vecchi 7                    Da ultimo invece, per chi ritiene
 di apertura alla signora Luciana, che
                                            Le notizie apparse sulla stampa e nel-      di sostenere le donne in difficol-
 coordina il ritiro e la consegna del
 materiale richiesto. In ogni caso una      le televisioni locali hanno informato       tà da secoli c’è l’Associazione Pia-
 visita ai magazzini offre già l’occasio-    in maniera veramente esemplare su           vento: codice fiscale 90017970279.
 ne di conoscere il luogo dove si può       questa nuova struttura della Fonda-
                                                                                                   Come destinarlo
 trovare il materiale richiesto. (d.A.)     zione Carpinetum che ha realizzato i
                                            Centri don Vecchi, tanto che nume-          Se compili il Modello 730 o il Model-
                                            rosi concittadini, che si trovano in        lo Redditi, nel riquadro “Sostegno
     I volontari dello spaccio              difficoltà nei riguardi della casa, chie-     del volontariato…” firma e scrivi il
       alimentare e dei cibi                dono in gran numero chiarimenti sulle       codice fiscale dell'ente prescelto.
                                            possibilità e le modalità che si devono
      prossimi alla scadenza                osservare per ottenere un alloggio. Il
                                                                                        Se non sei tenuto a presentare la
 I volontari dello spaccio alimentare                                                   dichiarazione dei redditi puoi co-
                                            primo suggerimento è di ritirare un
 sono presenti ogni giorno dalle 15 alle    modulo di richiesta in segreteria al        munque donare il tuo 5 per mille:
 18 per distribuire i generi alimenta-      Don Vecchi in via dei Trecento campi        nella scheda fornita insieme alla
 ri che raccolgono dagli ipermercati:       6 dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18. Per   Certificazione Unica dal tuo da-
 Cadoro, Alì, Despar, Val Gardena e la      chi pensa di aver bisogno di informa-       tore di lavoro o dall’ente che ero-
 Coop di piazzale Roma, che ringrazia-      zioni particolari può domandare un          ga la pensione, firma nel riquadro
 mo di cuore. In occasione dell’inau-       appuntamento alle persone incaricate        “Sostegno del volontariato…” e
 gurazione del Don Vecchi 7, hanno          di svolgere questo compito: la dotto-       scrivi nel riquadro il codice fisca-
 promosso una colletta tra di loro per      ressa Cristina Mazzucco e la dottores-      le dell'ente prescelto. Inserisci la
 regalare due magnifiche piante che          sa Rosanna Cervellin. La Fondazione
                                                                                        scheda in una busta chiusa e scrivi-
 sono state collocate nella struttura.      è determinata ad assegnare il prima
 Non mi mancano le croci, le preoccu-       possibile tutti e 56 gli alloggi, confi-     ci “Destinazione 5 per mille Irpef”
 pazioni e le delusioni, ma talvolta rac-   dando di concludere la selezione en-        insieme al tuo cognome, nome e
 colgo dei gesti cari e generosi che mi     tro la fine di luglio: Il numero di tele-    codice fiscale, consegnala poi gra-
 confortano e mi aprono l’animo a quel-     fono della segreteria della Fondazione      tuitamente ad un ufficio postale, al
 la speranza e a quella fiducia. (d.A.)      a cui rivolgersi è lo 0415353000. (d.A.)    Caf oppure al tuo commercialista.

10                                                                                            ANNO 15 - N° 29 / Domenica 21 luglio 2019
Per trasparenza

Per realizzare l'Ipermercato solidale
Sottoscrizione cittadina: tutti i fondi a favore della costruzione della nuova opera di bene
La moglie del defunto Alessandro,           La signora Emanuela Brusaferro ha          I coniugi Pinelli hanno sottoscritto
in occasione del primo anniversario         sottoscritto un’azione, pari a € 50, per   quasi mezza azione, pari a € 20, in
della morte di suo marito, ha               ricordare i suoi cari genitori: Edvige e   memoria di Renzo.
sottoscritto quasi mezza azione,            Antonio.
pari a € 20, per onorarne la                                                           È stata sottoscritta mezza azione
memoria.                                    I due figli della defunta Itaca Carriglio   abbondante, pari a € 30, in ricordo
                                            hanno sottoscritto un’azione, pari a €     dei defunti Norma e Vittorio.
Il papà del defunto Luca Bisceglie ha       50, in memoria della loro madre.
sottoscritto un’azione, pari a € 50, per                                               È stata sottoscritta quasi mezza
ricordarlo.                                 La figlia della defunta Margherita          azione, pari a € 20, per ricordare tutti
                                            Toch ha sottoscritto tre azioni e          i defunti delle famiglie Scarabel e
I familiari del defunto Corrado hanno       mezza, pari a € 175, per onorare la        Zaccariotto.
sottoscritto un’azione, pari a € 50, in     memoria della sua cara madre.
sua memoria.                                                                           Il figlio dei coniugi Francesco e
                                            Il marito della defunta Giuseppina         Natalina ha sottoscritto quasi mezza
È stata sottoscritta un’azione, pari        Piccardi, in occasione del terzo           azione, pari a € 20, per ricordare i
a € 50, in ricordo dei defunti delle        anniversario della morte di sua            suoi genitori.
famiglie Pasqualetto e Bozzao.              moglie, ha sottoscritto un’azione, pari
                                            a € 50, per onorarne la memoria.           I familiari dei defunti Augusto, Lina e
È stata sottoscritta quasi mezza                                                       Remigio hanno sottoscritto un’azione,
azione, pari a € 20, in memoria del         La moglie e i figli del defunto Wilder      pari a € 50, in suffragio dei loro cari
defunto Sergio.                             Carraretto hanno sottoscritto quattro      congiunti.
                                            azioni, pari a € 200, per onorare la
La famiglia Bommarco ha sottoscritto        memoria del loro caro congiunto.           L’avvocato Maurizio Colangelo ha
un’azione, pari a € 50, per ricordare                                                  sottoscritto un’azione, pari a € 50, per
la loro cara madre.                         È stata sottoscritta quasi mezza           onorare la memoria del suo assistito
                                            azione, pari a € 20, per ricordare i       Marcello Degan.
La signora Pierro ha sottoscritto           defunti: Romeo, Giuseppe, Vittoria e
quasi mezza azione pari a € 20, per         Aldo.                                      I tre figli del defunto Renato Diana
ricordare i suoi cari defunti: Ignazio,                                                hanno sottoscritto un’azione, pari a €
Maria e Vincenzo.                           È stata sottoscritta quasi mezza           50, in memoria del loro genitore.
                                            azione, pari a € 20, in memoria dei
Il marito della defunta Giorgina            defunti: Maria, Antonio, Ennio e           I familiari dei defunti Carla e
Scarpa ha sottoscritto quasi mezza          Mario.                                     Antonino hanno sottoscritto oltre
azione, pari a € 20, per ricordare sua                                                 mezza azione, pari a € 30, per
moglie.                                     I due figli della defunta Maria Bolla       onorarne la memoria.
                                            hanno sottoscritto un’azione, pari a €
I coniugi Vittoria Trevisan e Guido         50, in memoria della loro madre.           I familiari dei defunti: Olga, Piero,
Cestaro hanno sottoscritto un’azione,                                                  Bianca, Tino, Gina e Ida hanno
pari a € 50, per onorare la memoria         La moglie del defunto dott. Paolo          sottoscritto oltre mezza azione, pari a
dei defunti delle loro due famiglie.        Zonelli ha sottoscritto tre azioni, pari   € 30, in loro memoria.
                                            a € 150, per onorare la memoria del
 È stata sottoscritta un’azione, pari a     marito.                                    I coniugi Bianca e Amedeo Sambugaro
€ 50, in suffragio dei defunti Agnese                                                   hanno sottoscritto quasi mezza
Magro, Primo Giacomazzo e Pietro            I familiari della defunta Silvana          azione, pari a € 20.
Faggian.                                    Bortolin hanno sottoscritto un’azione,
                                            pari a € 50, per ricordarla.               I signori Flavia Zennaro Stella e Sante
È stata sottoscritta mezza azione                                                      Fregonese hanno sottoscritto 6 azioni,
abbondante, pari a € 30, per onorare        I figli della defunta Fernanda Sachet       pari a €300, per festeggiare le nozze
la memoria dei defunti: Rossella,           hanno sottoscritto un’azione, pari a €     d'oro dei coniugi Luciana Mazzer e
Pina, Dante, Lucio e Roberto.               50, in memoria della loro madre.           Sandro Merelli.

La figlia della defunta Guglielmina ha       La sorella della defunta Stefania ha       La moglie del defunto Michele Scarpa
sottoscritto un’azione, pari a € 50, in     sottoscritto due azioni, pari a € 100,     ha sottoscritto un’azione, pari a € 50,
memoria della sua cara madre.               per onorarne la memoria.                   in ricordo del marito.

ANNO 15 - N° 29 / Domenica 21 luglio 2019                                                                                     11
La storia dei Don Vecchi

                         Il settimo Centro
                         di don Armando Trevisiol

All'inizio del 2017 tutti i Centri vi-      a cui devono servire. E' nato così il                 Mestre, Milena e Giulio Rocchini, han-
vevano una vita ormai serena e, più         sogno di una struttura ad hoc che                     no lasciato in eredità alla Fondazio-
o meno bene, s'erano create del-            possa rispondere a questo scopo. La                   ne il loro appartamento, un garage
le équipes di responsabili per ogni         Fondazione, amante come me delle                      e contanti per un totale di quasi un
struttura. Migliorare è sempre possi-       parole e delle immagini in grande, ha                 milione e mezzo di euro. La signora
bile e doveroso, ma il Consiglio del-       cominciato a parlare di un Ipermer-                   Malvestio ci ha donato quasi mezzo
la Fondazione Carpinetum poteva             cato della solidarietà. Per arrivare                  milione di euro. A queste donazioni si
"dormire sonni" abbastanza tranquil-        a realizzare questo sogno c'erano e                   aggiungono le "azioni" che i mestrini
li. V'era tuttavia un problema estre-       ci sono tantissimi problemi, uno dei                  continuano a sottoscrivere, il contri-
mamente impegnativo e urgente da            quali è il terreno per fabbricare una                 buto delle associazioni di volontaria-
risolvere. Infatti, fortunatamente, al      struttura del genere. Andate a monte                  to, ancora qualche offerta, quale un
Don Vecchi di Carpenedo in maniera          alcune trattative, si è cominciato ad                 lascito della signora De Rio, e il dono
sorprendente era cresciuto un com-          ipotizzare che tale struttura potesse                 del parziale arredo da parte dell'As-
plesso di associazioni di volontariato      realizzarsi in località Arzeroni pres-                sociazione "Vestire gli ignudi". Il pro-
che, passo dopo passo, era diventato        so i due Centri già esistenti. C'erano                getto è sempre quello dell'architetto
una splendida realtà e che io ho chia-      anche problemi per l'acquisto, per il                 Giovanna Mar e delle sue giovani col-
mato con enfasi "Il polo solidale del       cambio di uso dell'area e infine c'era                 leghe Francesca Cecchi e Anna Ca-
Don Vecchi". Infatti si sono reclutati      il pericolo di andare alle calende gre-               saril, le quali hanno destinato quasi
un paio di centinaia di volontari, s'è      che. Quindi il Consiglio della Fonda-                 tutto lo spazio ad abitazione, mentre
creata una struttura efficiente, s'è          zione decise di procedere prima con                   hanno ritenuto opportuno utilizzare
aperto un vasto numero di "fornito-         il settimo fabbricato, già che tutto                  gli spazi del sesto Centro, quanto mai
ri" e uno ancora maggiore di "clienti".     era pronto. Questo Centro sarebbe                     abbondanti, per la socializzazione e
Mi riferisco ai gruppi di volontariato      stato praticamente il prolungamento                   la vita comunitaria. La città sappia
che gestiscono la raccolta e la distri-     del fabbricato numero 6 sempre in                     che sono a disposizione questi altri
buzione di indumenti, mobili, arredi        località Arzeroni e si prevedevano 56                 56 appartamenti per anziani, giovani
per la casa, ausili per i disabili, gene-   appartamentini bilocali con terrazza                  coppie e una dozzina di stanze per
ri alimentari, frutta e verdura e ogni      e ripostiglio destinati ad anziani po-                soggiorni temporanei di persone di
altro bene che può dare risposta alle       veri e autonomi, più una dozzina di                   altre città che lavorano a Mestre o
attese dei poveri. In parole povere è       stanze singole "formula uno". Questo                  per chi abbia una necessità tempo-
sbocciata una bella primavera della         Centro don Vecchi sette è stato inau-                 ranea. Anche questa avventura, per
carità nel Centro di Carpenedo. Ini-        gurato lo scorso 29 giugno. Anche per                 gloria di Dio, per la generosità dei
zialmente gli spazi, seppur angusti,        questa struttura l'intervento della                   mestrini e per la bravura del Consi-
erano sufficienti. Ora però sono as-          Provvidenza è stato pronto, genero-                   glio della Fondazione Carpinetum,
solutamente inadeguati all'attività         so ed efficace. Due anziani coniugi di                  è giunta a lieto fine. (12/continua)

                                                                                                               Come donare
                                                                                                              alla Fondazione
                                                                                                    Per sostenere la Fondazione Carpine-
                                                                                                    tum si può effettuare un bonifico ban-
                                                                                                    cario al Monte dei Paschi di Siena -
                                                                                                    agenzia di Via San Donà, codice IBAN:
                                                                                                    I T17 R 0103 0 0 20 0 8 0 0 0 0 0142 53 4 8
                                                                                                    o effettuare un versamento sul conto
                                                                                                    corrente postale numero 12534301.

                                                                                                      Messa in lingua spagnola
                                                                                                    Martedì 16 luglio, festa della Vergine
                                                                                                    del Carmelo, alle ore 19 don Danilo
                                                                                                    Bianco, parroco italo venezuelano, ce-
                                                                                                    lebrerà a Santa Maria Goretti la Messa
                                                                                                    per tutte le persone di lingua spagnola.

                                            Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti a
                                            Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del 5/2/1979
                                            Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; caporedattore: Alvise Sperandio; grafica: Maurizio Nardi
                                            Via dei Trecento campi - Mestre (Ve), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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