CSV FC - Assiprov domenica, 27 ottobre 2019

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domenica, 27 ottobre 2019
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                                                    domenica, 27 ottobre 2019

Prime Pagine

 27/10/2019    Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena)                                                                                        3
 Prima pagina del 27/10/2019

ambiente e protezione civile

 26/10/2019    Forli Today                                                                                                                   4
 Esce di casa e sparisce nel nulla, si cerca un anziano in zona Vecchiazzano: anche l' elicottero in volo
 27/10/2019    Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 6                                                                               5
 Anziano disperso Giornata di ricerche

csv e scenario locale

 26/10/2019    Forli Today                                                                                                                   6
 Terra del Sole, due quintali di mele solidali per la "Fuga Forrest 2019"

salute e assistenza

 26/10/2019    Cesena Today                                                                                                                  7
 Donatori Avis, 46 volontari ricevono gli attestati di gratitudine
 26/10/2019    Forli Today                                                                                           ANDREA RICCARDI         9
 Dal Round Table 800 euro per la Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica
 27/10/2019    Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 12                                                   SERENA DELLAMORE           10
 Donatori sangue: Avis ringrazia i 46 che vanno "in pensione"

volontariato

 27/10/2019    Avvenire Pagina 19                                                                                ANTONIO MARIA MIRA          11
 Donne, 50 anni, laureate Ecco gli 'invisibili del bene'
 27/10/2019    Avvenire (Diocesane) Pagina 76                                                               DI ALBERTO COLAIACOMO            12
 Donne, laureati: ecco l' identikit dei volontari
 27/10/2019    Avvenire Pagina 35                                                                              PIERFRANCO REDAELLI           13
 Monza, un rifugio per i poveri
 27/10/2019    Avvenire Pagina 16                                                                                          FULVIO FULVI      14
 Viaggio tra i malati lasciati soli È l' Italia che non si cura più
 27/10/2019    Avvenire (Diocesane) Pagina 103                                                                                               16
 Volontari cercansi: chiamata all' azione
 27/10/2019    Corriere della Sera Pagina 1                                                        di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi   17
 CORREGGERE LA SOCIETÀ INGIUSTA
 27/10/2019    Corriere della Sera Pagina 30                                                ALBERTO ALESINA E FRANCESCO GIAVAZZI             18
 CORREGGERE LA SOCIETÀ INGIUSTA
CSV FC - Assiprov domenica, 27 ottobre 2019
[ § 1 § ]

            domenica 27 ottobre 2019
                                       Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena)

                                           Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 3
CSV FC - Assiprov domenica, 27 ottobre 2019
[ § 1 4 9 0 5 5 0 4 § ]

                          sabato 26 ottobre 2019

                                                                                  Forli Today
                                                                           ambiente e protezione civile

                          Esce di casa e sparisce nel nulla, si cerca un anziano in zona Vecchiazzano:
                          anche l' elicottero in volo
                          Sparito nel nulla. Dalla tarda serata di venerdì sono scattate le ricerche di Vigili del Fuoco, della Protezione Civile,
                          del Soccorso Alpino e delle forze dell' ordine con le unità cinofile

                          Un anziano sparito nel nulla. Dalla tarda serata di venerdì sono scattate le
                          ricerche, che hanno visto coinvolte squadre dei Vigili del Fuoco, della
                          Protezione Civile, del Soccorso Alpino e delle forze dell' ordine con le
                          unità cinofile, per un uomo anziano che nella serata di venerdì si sarebbe
                          allontanato da solo da casa in zona Vecchiazzano. Subito è partito il
                          dispositivo di ricerca persona coordinato dalla Prefettura. Le ricerche,
                          che stanno proseguendo anche nella mattinata di sabato, si concentrano
                          in particolar modo a Vecchiazzano nei pressi del campo vicino alla
                          Farmacia, dove tra l' altro è stato allestito il campo base. Presente anche
                          l' elicottero dei Vigili del Fuoco e si sta valutando anche l' utilizzo del
                          gommone per la ricerca nel fiume Rabbi. Sul posto anche la Croce
                          Rossa. Ancora non note le generalità dell' uomo ARTICOLO IN CORSO
                          DI AGGIORNAMENTO.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 4
CSV FC - Assiprov domenica, 27 ottobre 2019
[ § 1 4 9 0 5 5 1 3 § ]

                          domenica 27 ottobre 2019
                          Pagina 6

                                                        Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena)
                                                                           ambiente e protezione civile

                          Anziano disperso Giornata di ricerche
                          Un 77enne con problemi di memoria non ha fatto ritorno nella sua casa di Vecchiazzano venerdì sera

                          FORLÌ Una intera giornata di ricerche non è servita a trovare un 77enne
                          che da venerdì si è allontanato da casa facendo perdere le sue tracce. L'
                          anziano vive a Vecchiazzano. A dare l' allarme è stato un familiare che
                          intorno alle 20 non l' ha visto rientrare. Da quel momento è scattato il
                          protocollo di ricerca persone che ha avuto come base proprio
                          Vecchiazzano, in via Magellano, e che ha visto impegnati Vigili del
                          Fuoco, Protezione civile, Soccorso alpino, unità cinofile, Polizia e
                          Carabinieri. Le perlustrazioni Già ieri mattina era possibile vedere in
                          cielo, tra San Martino in Strada, Grisignano e la zona del fiume Montone
                          lungo il parco urbano, l' elicottero dei Vigili del Fuoco che ha contribuito
                          alle ricerche dall' alto. Non solo, maso no stati fatti intervenire anche i
                          gommoni del 115 per seguire il fiume alla ricerca di tracce. Per tutto il
                          giorno sono andate avanti le battute di ricerca, senza però ottenere indizi
                          per rintracciare l' anziano, che venerdì mattina è stato visto da diverse
                          persone, già identificate dalla Polizia. Il 77enne soffrirebbe di disturbi di
                          memoria. L' apparato di ricerca è andato avanti anche con lo scendere
                          della sera e se non ci saranno novità nelle ore notturne ripartirà oggi.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019     Pagina 5
CSV FC - Assiprov domenica, 27 ottobre 2019
[ § 1 4 9 0 5 5 0 7 § ]

                          sabato 26 ottobre 2019

                                                                                  Forli Today
                                                                               csv e scenario locale

                          Terra del Sole, due quintali di mele solidali per la "Fuga Forrest 2019"
                          Due quintali di mele che fanno bene! Sono quelle dei produttori di Campagna Amica-Coldiretti Forlì-Cesena che ora
                          riprendono a "marciare" al fianco dell' Associazione sportiva 'Corri Forrest'.

                          Due quintali di mele che fanno bene! Sono quelle dei produttori di
                          Campagna Amica-Coldiretti Forlì-Cesena che ora riprendono a
                          "marciare" al fianco dell' Associazione sportiva 'Corri Forrest'. Domani,
                          domenica 27 ottobre torna, infatti, a Terra del Sole la 'Fuga Forrest 2019',
                          la manifestazione podistica solidale che quest' anno raccoglierà fondi in
                          favore dell' Unità Operativa di Pediatria dell' ospedale di Forlì con l'
                          obiettivo di sostenere il progetto di musicoterapia: uno strumento di
                          evasione e sollievo per mitigare i disagi e le sofferenze dei piccoli
                          pazienti. Con parte dell' incasso della manifestazione, infatti, si andranno
                          ad acquistare gli strumenti musicali da utilizzare nei reparti di Pediatria
                          dell' Ausl Romagna e per sostenere i costi di gestione dell' attività.
                          Coldiretti, fin dalla partenza della podistica, in programma alle ore 9.30 da
                          piazza D' Armi, sarà presente con due punti per la distribuzione delle
                          mele a km zero e nei vari punti ristoro disseminati lungo il percorso. I
                          partecipanti potranno rifocillarsi gustando una buona mela, frutta genuina
                          e ad origine garantita che poi, insieme a pacchi di pasta offerti dal
                          Pastificio Ghigi, sarà anche donata alla tradizionale pesca di beneficenza
                          che si terrà al termine della gara.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019     Pagina 6
CSV FC - Assiprov domenica, 27 ottobre 2019
[ § 1 4 9 0 5 5 0 6 § ]

                          sabato 26 ottobre 2019

                                                                               Cesena Today
                                                                                salute e assistenza

                          Donatori Avis, 46 volontari ricevono gli attestati di gratitudine
                          La sala del Consiglio comunale ha ospitato sabato mattina la consegna da parte dell' Avis Cesena degli 'attestati di
                          gratitudine' ai 46 volontari che nel corso del 2018 hanno concluso il loro impegno come donatori di sangue

                          La sala del Consiglio comunale ha ospitato sabato mattina la consegna
                          da parte dell' Avis Cesena degli 'attestati di gratitudine' ai 46 volontari che
                          nel corso del 2018 hanno concluso il loro impegno come donatori di
                          sangue per raggiunti limiti di età o per motivi sanitari. Nel corso della
                          cerimonia - a cui hanno partecipato il sindaco Enzo Lattuca e l' ssessore
                          ai Servizi Sociali Carmelina Labruzzo - il Presidente dell' Avis cesenate
                          Fausto Aguzzoni ha fornito alcuni dati dell' attività dell' associazione e
                          tracciato le principali linee guida dell' attività del sodalizio. "Non siamo noi
                          come amministrazione comunale a dover ricevere i ringraziamenti - ha
                          commentato il sindaco - ma siamo noi grati ad Avis e a tutti i volontari
                          per continuare con questo bellissimo impegno di volontariato e d i
                          donazione che fa della gratuità il suo dato fondamentale. Questo gesto
                          continua ad essere uno dei più belli per la nostra città perché non si
                          conosce il destinatario. Anche io sono donatore ed è stata anche per me
                          un' esperienza bellissima: sono consapevole di quella che è l' importanza
                          di chi riceve e di chi si mette a disposizione della propria comunità per
                          donare". Avis Cesena è da oltre 60 anni un' associazione attiva e
                          presente nel territorio malatestiano, che garantisce l' autosufficienza di
                          sangue e plasma per tutte le necessità della comunità locale. Nel 2019
                          Avis Cesena può contare al 30 settembre su 4075 donatori attivi, che
                          hanno permesso di raccogliere, sempre 4.356 sacche di sangue intero,
                          1.223 sacche di plasma e 18 sacche di piastrine per un totale di 5.597
                          donazioni. La compagine di donatori si è arricchita nei primi nove mesi
                          del 2019 di 153 nuovi donatori, che sono la differenza positiva fra i 428 nuovi donatori ed i 275 donatori che sono
                          stati dimessi in quanto hanno cessato per vari motivi la loro attività donazionale. Positivo è il contributo nei nuovi
                          donatori delle fasce di età più giovani, sia maschi che femmine, che subentrano a chi deve concludere il suo percorso
                          da donatore, dando speranza al nostro futuro. Insieme ai donatori attivi vanno a formare quella sinergia vincente che
                          determina gli ottimi risultati che Avis Cesena sta ottenendo, un "esercito" di volontari associativi, non meno di 100
                          persone, che con impegno, dedizione e disponibilità costituiscono l' ossatura organizzativa della nostra Avis. Molte di
                          queste non donano sangue, ma tempo, risorsa anch' essa essenziale nella vita di una associazione di volontariato. L'
                          attività di Avis Cesena sul territorio non sarebbe completa se fosse rivolta verso la sola attività di raccolta del sangue.
                          Per questo con costruisce ed organizza una vivace propaganda basata su una molteplicità di attività rivolte a tutta le
                          fasce di età della popolazione perché la cultura del dono si radichi su profonde radici che non possono essere
                          disgiunte da stili di vita sani ed attenti alla propria salute, al benessere di ciascuno che poi diventa prosperità per l'
                          intera società. Per questo ci rivolgiamo alle Scuole Medie inferiori con un concorso annuale di arte grafica con un
                          tema legato al sangue, per poi reincontrare questi alunni alle Scuole superiori attraverso il concorso Carlo Carli, già
                          donatore e dirigente Avis prematuramente scomparso. Il Suo esempio vuole essere ricordato tramite un concorso
                          letterario ed artistico fra tutte le scuole superiori del Cesenate, organizzato grazie alla partecipazione di insegnanti,
                          giornalisti e professionisti del territorio che formano la giuria e diverse aziende che si rendono disponibili a fornire i
                          premi per i vincitori. Si invitano i partecipanti a raccontare Avis, il dono del sangue ed il volontariato nelle forme
                          espressive più varie attraverso temi specifici che vengono assegnati di anno in anno. Grazie poi all' indirizzo ed alla
                          collaborazione con l' AUSL della Romagna tutti gli anni Avis e le altre principali associazioni

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 7
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                          sabato 26 ottobre 2019

                                                                               Cesena Today
                                                                                salute e assistenza

                          del dono, Admo e Aido, incontra i ragazzi delle classi quinte delle scuole superiori con il progetto che "Salute e
                          Donazione", che consiste in attività di incontri frontale dedicate alla promozione non solo della donazione ma
                          soprattutto della salute e della cura della propria persona attraverso uno stile di vita sano. Il 22 ottobre, aperto a tutta
                          la cittadinanza, è stato attivato un nuovo progetto, in collaborazione con Acistom, rivolto a tutti i cittadini intitolato
                          "Ben-essere per noi". Questo non è altro che una programmazione di incontri di formazione ed informazione che
                          presentano possibilità e servizi offerti nel territorio per la prevenzione in generale ed il miglioramento dello status di
                          ciascuna persona. Fondamentale è la collaborazione fra l' Ausl locale e le associazioni di volontariato del territorio
                          per trasmettere come arrivare ad "imparare" ed a mettere in atto quei comportamenti virtuosi che all' apparenza
                          possono sembrare sacrifici, ma che altro non sono che passi di avvicinamento ad un sempre migliore e salutare
                          equilibrio personale. Il prossimo incontro è organizzato per il 25 novembre e tratterà le tematiche ed i problemi legati
                          alla ludopatia. Avis, ha visto riconosciuta la sua storia ed il suo forte radicamento sul territorio da parte della Ausl
                          della Romagna con l' affidamento della responsabilità della raccolta di sangue ed emoderivati presso il Centro
                          Trasfusionale all' ospedale Bufalini di Cesena. Già da tempo Avis Cesena si occupava della raccolta nei comuni
                          limitrofi, collaborando con la Ausl e con le 11 sezioni del comprensorio, che insieme contano al 30.09 3373 donatori
                          che fanno raccogliere 3.638 sacche di sangue, 1.262 sacche di plasma e 6 sacche di piastrine. Quindi a partire dal
                          1/12 Avis Cesena avrà la responsabilità di canalizzare ed organizzare i 7448 donatori dell' intero comprensorio,
                          consolidare i risultati delle 7.994 sacche di sangue, 2.485 sacche di plasma, 24 sacche di piastrine complessivamente
                          raccolte e che, tutte insieme, formano il patrimonio delle 10.503 sacche (al 30/9) raccolte che permettono di garantire
                          l' autosufficienza locale ed aiutare quella regionale e nazionale Avis Cesena sta realizzando un sogno: la creazione
                          della Casa del Donatore, ossia una nuova sede a Case Missiroli che sostituirà quella a Calisese, perché più moderna
                          e con migliori e maggiori servizi per i donatori e volontari. Anche se attualmente i lavori sono fermi a causa di
                          accertamenti in corso da parte della Sovraintendenza alle Belle Arti sul ritrovamento di presunti reperti etruschi. Si
                          confida che per gli inizi del 2020 si possa iniziare ad utilizzare la nuova sede. Per poter realizzare questo sogno la
                          nostra Avis si è caricata di uno sforzo finanziario importante, che ritiene potrà in parte essere mitigato dalla
                          generosità di molti, donatori e non, che con un piccolo contributo sosterranno questo progetto, che va a beneficio
                          dell' intero tessuto sociale del nostro territorio. Per questo Avis lancia un appello a tutta la cittadinanza e a tutti i
                          donatori, volontari ed a tutti i cittadini: chiunque voglia sostenere ed aiutare Avis in questa impresa di rinnovamento
                          può fare una donazione diretta in danaro o può accollandosi il costo di uno specifico arredamento o materiale
                          sanitario. Tutti possono donare, sia aziende che privati, sia in modo autonomo che con il 5x1000. Per chiunque
                          interessato può contattare la sede di Avis Cesena (05478613193) o visitare il nostro sito www.aviscesena.it .

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 8
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                          sabato 26 ottobre 2019

                                                                                   Forli Today
                                                                                 salute e assistenza

                          Dal Round Table 800 euro per la Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica
                          Distribuito anche materiale informativo Avis per la donazione del sangue

                                                                                                                              ANDREA RICCARDI
                          Il sostegno da parte della Round Table 6 Forlì in favore della Fondazione
                          Ricerca Fibrosi Cistica - Onlus, si è ripetuto anche quest' anno, con la
                          raccolta di oltre ottocento euro. I fondi sono stati reperiti sabato, grazie al
                          banchetto allestito in piazza Falcone Borsellino a Forlì sin dal mattino alle
                          9, dove si sono turnati i soci della Round Table n. 6 Forlì per proporre l'
                          acquisto dei ciclamini pro ricerca. Sono diversi anni che la Round Table
                          6, club service nato in città nel 1966 e che riunisce giovani imprenditori e
                          professionisti fino ai quarant' anni, sostiene l' impegno della Fondazione
                          Ricerca Fibrosi Cistica - Onlus. E quest' anno al service è stata aggiunta
                          anche la divulgazione di materiale informativo dell' Avis, per
                          sensibilizzare le persone alla donazione del sangue. La Fibrosi Cistica è
                          la malattia genetica grave più diffusa in Italia. Colpisce prima di tutto i
                          polmoni, oltre ad altri organi, portando all' impossibilità di respirare e
                          quindi alla morte. Per ulteriori informazioni è consultabile il sito
                          www.fibrosicisticaricerca.it corredato di diverse notizie riguardanti l'
                          impegno per trovare una cura alla malattia. Nella foto, da sinistra:
                          Giovanni De Capua, Francesco Valpiani (vicepresidente RT6), Riccardo
                          Sgarzani, Roberto Antonelli (presidente RT6), Niccolò Riccardi, Andrea
                          Romagnoli e Riccardo Lombardi.

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019         Pagina 9
CSV FC - Assiprov domenica, 27 ottobre 2019
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                          domenica 27 ottobre 2019
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                                                         Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena)
                                                                                salute e assistenza

                          CERIMONIA IN MUNICIPIO

                          Donatori sangue: Avis ringrazia i 46 che vanno "in pensione"
                          L' associazione ha avuto in 9 mesi 428 nuovi aderenti contro 275 dimessi Le quantità raccolte garantiscono l'
                          autosufficienza e aiutano altre zone

                                                                                                                             SERENA DELLAMORE
                          CESENA Consegnati ieri mattina, nella sala del consiglio comunale, gli
                          "attestati di gratitudine" a 46 donatori e donatrici Avis che hanno concluso
                          il loro impegno come tali per aver raggiunto i limiti di età oppure per
                          motivi sanitari. Come «segno di gratitudine dall' intera città di Cesena per
                          tutto quello che avete dato in questi anni», come ha dichiarato il
                          presidente dell' Avis Fausto Aguzzoni, sono stati firmati dal sindaco Enzo
                          Lattuca, anche lui donatore di sangue. Avis Cesena opera da oltre 60
                          anni, con oltre 100 volontari associati, e grazie ai sui 4.075 donatori (dato
                          rilevato il 30 settembre scorso) riesce non solo a raccogliere il sangue e il
                          plasma che serve per l' Emilia-Romagna, ma aiuta anche a garantire l'
                          autosufficienza di sangue per l' intera nazione. Dati e valore di un gesto
                          ra raccolto 4.356 sacche di sangue intero, 1.223 di plasma e 18 di
                          piastrine, per un totale di 5.597 donazioni. «Nei primi nove mesi dell'
                          anno - ha continuato Aguzzoni - il nostro gruppo si è arricchito di 153
                          nuovi donatori, che sono la differenza positiva fra i428 nuovi e i 275
                          dimessi per motivi d' età o di salute. Questi nuovi donatori danno
                          speranza al nostro futuro, ma è importante che chi smette di essere
                          donatore continui ad essere un volontario Avis, perché c' è bisogno di
                          autisti, di persone che stiano aibanchetti e anche di dirigenti. Inoltre li
                          invito a continuare a sensibilizzare le persone sull' importanza del
                          diventare donatori, perché in Italia non siamo ancora autosufficienti per
                          quello che riguarda il plasma e quindi puntiamo ad aumentare questo tipo
                          di donazioni». Il grande valore etico e sociale del donare sangue e
                          plasma è stato sottolineato anche da Rino Biguzzi, nuovo direttore di
                          Medicina trasfusionale, che ha spiegato come dal plasma si producano
                          anche farmaci emodinamici, che «la nostra Regione può acquistare a costi più bassi, così da avere fondi per altre
                          pratiche sanitarie». L' attività di Avis Cesena sul territorio include l' azione di sensibilizzazione rivolta ai più giovani,
                          con progetti e concorsi nelle scuole medie e superiori. Dal 1° dicembre prossimo, l' associazione avrà inoltre la
                          responsabilità di canalizzare e organizzare i 7.448 donatori delle 11 sezioni del comprensorio, che nel loro complesso
                          e sommate a quella di Cesena al 30 settembre scorso hanno raccol to ben 10.503 sacche (7.994 di sangue, 2.485 di
                          plasma e 24 di piastrine). Ostacolo per la nuova sede Questi numeri «garantiscono l' autosufficienza locale e aiutano
                          a raggiungere quella regionale e nazionale. Da dicembre, grazie alla fiducia e alla collaborazione con l' Ausl
                          Romagna, diventeremo unità di raccolta ospedaliera, con nostro personale che prenderà sangue e plasma al Bufalini.
                          Il tutto in attesa divedere ripartirei lavori a Casa Missiroli per la nostra nuova sede, che sostituirà quella attuale di
                          Calisese. Lavori che oggi sono fermi per accertamenti in corso da parte della Sopraintendenza archeologica e alle
                          belli arti, a seguito del ritrovamento, dopo l' abbattimento del vecchio edificio che sorgeva su quel terreno, di reperti
                          presumibilmente di epoca etrusca. Confidiamo che per il 2020 si potrà iniziare ad usare la nuova sede», ha concluso
                          Aguzzoni.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 10
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                          domenica 27 ottobre 2019
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                                                                                    Avvenire
                                                                                     volontariato

                          Donne, 50 anni, laureate Ecco gli 'invisibili del bene'

                                                                                                                             ANTONIO MARIA MIRA
                          L' IDENTIKIT DEI VOLONTARI DELLA CARITAS DI ROMA Donna, tra i
                          36 e i 65 anni, laureata, lavoratrice dipendente (ma anche pensionata o
                          casalinga), e per il 15% straniera. Consapevole di essere necessaria, di
                          vivere una bella esperienza umana, ma senza nascondere le difficoltà. È
                          l' identikit che emerge tra i 1.618 volontari della Caritas di Roma che
                          hanno frequentato i Corsi di formazione promossi negli ultimi 5 anni e
                          analizzati nel primo rapporto «Occhi, cuore, mani» presentato ieri nel
                          corso della Giornata del volontario. «In un momento in cui sembriamo
                          esistere solo in quanto le nostre vite vengono esibite e le nostre parole
                          urlate sui mezzi di comunicazione - scrive nell' introduzione il direttore
                          don Benoni Ambarus - c' è ancora un mondo di donne e uomini silenziosi
                          e generosi che operano il bene senza grida». Il volontariato, aggiunge, «è
                          l' esercito degli invisibili del bene» e «costituisce un patrimonio
                          inestimabile di energie positive e di civiltà per la nostra città». Il rapporto
                          ce lo racconta. Le donne sono le più numerose, il 66%, percentuale negli
                          ultimi anni un po' scesa, ma conferma di «una sensibilità legata al ruolo
                          che le donne svolgono all' interno della famiglia e della società». Sono
                          aumentati i giovani sotto i 35 anni, arrivati al 30%, ma la fascia più
                          rappresentata, col 53%, è quella tra i 36 e i 65. Il 48% sono laureati, il
                          42% diplomati. Molti lavorano ma troviamo anche un 18% di pensionati e
                          un 14% di casalinghe. C' è un 15% di stranieri, dato in aumento. Alcuni
                          hanno conosciuto la Caritas perché sono stati aiutati in passato. Ora, dopo aver trovato una stabilità, hanno deciso di
                          partecipare attivamente al servizio. Ben il 75,7% è consapevole di essere un soggetto necessario. Il 60,6% descrive i
                          rapporti con gli utenti come una bella esperienza umana, ma non tace momenti di difficoltà. Il 78,7% dichiara che l'
                          esperienza ha migliorato i suoi rapporti umani anche all' esterno, l' 89,3% sente che li aiuta ad avere maggiore
                          consapevolezza rispetto al territorio e ai suoi problemi. L' esperienza ha migliorato nettamente i rapporti con la
                          stessa Caritas (54,4%); anche la fede risulta migliorata per una percentuale importante (36,7%); meno incisiva
                          (24,1%) nel rapporto con la Chiesa. Il volontario sente una forte appartenenza al servizio (51,2%), una buona alla
                          Caritas (29%), mentre solo il 16,8% sente di appartenere alla Chiesa. A conferma di questi dati troviamo che appena
                          un quarto (26,9%) ritiene che sia migliorato anche il rapporto con la parrocchia. Ma alla domanda se il servizio
                          Caritas possa essere definito una testimonianza di fede, il 63% ha risposto di sì; il 24% dichiara di aver vissuto in
                          Caritas la sua spiritualità. Strettamente legata è la relazione tra la Caritas e il messaggio di Papa Francesco. Il 57,4%
                          ritiene che la continuità sia molto alta e il 20,7% abbastanza forte. Il 26,2% afferma che il Papa sta aiutando il mondo
                          a traghettare da un' epoca a un' altra ed il 22,2% che tale attività riguarda anche la Chiesa al suo interno. Infine oltre il
                          30% ritiene che Francesco stia realizzando un forte avvicinamento di molte persone alla Chiesa. Solo il 6% afferma
                          che, essendo uomo di rottura, può creare disorientamenti. RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 11
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                                                                                      volontariato

                          Donne, laureati: ecco l' identikit dei volontari

                                                                                                                              DI ALBERTO COLAIACOMO
                          Per due terzi sono donne, la metà è laureata (48%) e il 15% sono di
                          origine straniera. Oltre la metà (53%) ha un' età compresa tra i 36 e i 65
                          anni, mentre gli anziani sono il 16%. È il quadro che emerge tra le 1.618
                          persone che hanno frequentato i corsi base di formazione al volontariato
                          promossi dalla Caritas di Roma negli ultimi cinque anni e che l' organismo
                          diocesano ha analizzato nel primo rapporto sul volontariato dal titolo
                          "Occhi, cuore mani". Lo studio è stato presentato ieri nel corso della
                          "Giornata del volontario" che si è svolta presso la Cittadella della carità a
                          Ponte Casilino. «In un momento in cui sembriamo esistere solo in quanto
                          le nostre vite vengono esibite e le nostre parole urlate sui mezzi di
                          comunicazione, c' è ancora un mondo di donne e uomini silenziosi e
                          generosi che operano il bene senza grida e senza rumore, che non si
                          rassegnano all' individualismo e all' esibizionismo senza pudori, e che
                          non cercano in un "like" conferma all' intensità del loro vivere», ha detto
                          don Benoni Ambarus, direttore della Caritas, presentando il lavoro. Per
                          queste persone «il dialogo non si riduce certo ad un cinguettio, ma è un
                          faticoso sforzo di ascolto e comprensione. "Condividi" per loro non è un
                          tasto su uno smartphone, ma un imperativo morale ed etico che li fa
                          volgere verso chi ha bisogno e tendere loro la mano». Oltre la metà dei
                          volontari è impegnata nel mondo del lavoro o nello studio, il 18% sono
                          pensionati mentre il 14% sono casalinghe. Molti hanno lavorato o stanno
                          lavorando in diversi ambiti: scuola, ospedali, aziende pubbliche e privati. Alcuni vogliono mettere a disposizione le
                          loro competenze, altri cercano relazioni diverse dal loro lavoro e dal loro ruolo. Il volontario è consapevole di essere
                          un soggetto necessario (75,7%). Solo una ristretta minoranza sente di essere poco rilevante. Analizzando i rapporti
                          con gli utenti li descrivono come una bella esperienza umana ma non tacciono momenti di difficoltà (60,6%). Il 78,7%
                          dichiara che l' esperienza Caritas ha migliorato i suoi rapporti umani anche all' esterno: nella vicinanza dei problemi
                          dell' altro trova la chiave di lettura per interpretare le proprie difficoltà, per ridimensionarle, per leggerle in una luce più
                          equilibrata. Quasi tutti sentono che l' esperienza in Caritas li ha aiutati ad avere maggiore consapevolezza rispetto al
                          territorio e alle sue problematiche (89,3%). L' 87,4% afferma che l' esperienza di volontariato in Caritas l' ha aiutato a
                          capire meglio le fragilità della città. «Dalla ricerca - ha spiegato don Ambarus - emerge con chiarezza una circolarità
                          positiva attivata dall' azione di volontariato. Chi si china per alleviare le sofferenze dei fratelli in difficoltà riceve a sua
                          volta una carica di energia positiva di tipo affettivo attraverso un sorriso, una parola di riconoscenza, anche un
                          semplice grazie». Per il direttore «il volontario è una persona che sa quale direzione e quale senso dare alla propria
                          vita. Ma è anche una persona che non ha paura di voltarsi a guardare chi è rimasto indietro. Un gesto, semplice e
                          profondamente umano, che racchiude la forza e le speranze per una società più giusta».

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019                Pagina 12
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                                                                                     volontariato

                          SOLIDARIETÀ

                          Monza, un rifugio per i poveri

                                                                                                                             PIERFRANCO REDAELLI
                          Da ieri e sino al prossimo 23 aprile Monza accoglie 30 senza tetto a 'Lo
                          Spazio 37' in via Borgazzi 37. Una struttura completamente rinnovata, un
                          luogo di accoglienza e di ascolto gestito dai City Angeles e dalla Croce
                          Rossa, che può contare sulla disponibilità del volontariato e s u l l a
                          generosità dei monzesi. L' assessore alle politiche sociali Desireè Merlini
                          ricorda che in questi locali, ristrutturati e imbiancati durante i mesi estivi
                          dai volontari e dai ragazzi della Comunità Sirio di Monza, con 30 letti
                          donati dalla 'Chiesa di Cristo dei santi degli ultimi giorni', i cittadini in
                          situazione di estrema fragilità e senza fissa dimora, presenti sul territorio,
                          disporranno di servizi igienici, che favoriscono la cura delle persona e
                          con il sostegno di operatori, iniziare un percorso di inclusione sociale. Il
                          presidio notturno dell' edificio è affidato ai referenti di City Angels e
                          Croce Rossa. Qui gli ospiti hanno l' opportunità di gustare un piatto caldo,
                          guardare la Tv, chiac- chierare con i volontari, cambiarsi gli abiti e sentirsi
                          accolti, come avviene normalmente in una casa. Ogni sera saranno
                          presenti 8 volontari dalle 20,15 alle 23. Dalle 23 alle 8,30 del mattino, a
                          gestire la nottata degli ospiti, che dovranno firmare il "Patto di buona
                          convivenza", saranno altri volontari che potranno contare sui controlli
                          delle forze dell' ordine e della polizia locale. «In questo luogo - ha
                          sottolineato Merlini - come amministrazione comunale, ci facciamo
                          carico e riconosciamo il bisogno di fasce deboli, cerchiamo di individuare
                          processi utili ad includere queste persone in un contesto sociale, territoriale ed umano. Preziosa è la collaborazione
                          della rete del volontariato che si riconosce nel tavolo di Monza.Con che unisce oltre ai City Angels, Cri, Agesci,
                          Fraternità Francescana, Caritas, gruppi Evangelici, Ortodossi, Scout, parrocchie». Un piano del freddo che prevede
                          uscite serali sul territorio per attivare percorsi di prossimità anche a tutte quelle persone che non vorranno essere
                          ospitati a 'Lo Spazio37, distribuendo loro una bevanda calda, una coperta, un sacco a pelo. Don Augusto Panzeri
                          responsabile della Caritas di Monza si sofferma sulla positività di questo lavoro in rete, una interreligiosità che
                          coinvolge le associazioni anche il segretariato Musulmano, la chiesa Ortodossa. 'Lo Spazio37' - ha aggiunto don
                          Panzeri - si affianca all' Asilo Notturno di via Raiberti, gestito dalla San Vincenzo, che offre un tetto ad una quarantina
                          di persone in difficoltà. Siamo inoltre impegnati a creare alla stazione un punto di incontro e di ascolto per quanti la
                          frequentano. Una presenza che si affiancherà alle forze dell' ordine. Trattative per disporre di spazi adeguati sono in
                          corso con Ferrovie dello stato». RIPRODUZIONE RISERVATA

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 13
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                                                                                      volontariato

                          Viaggio tra i malati lasciati soli È l' Italia che non si cura più

                                                                                                                                      FULVIO FULVI
                          Un carcinoma alla prostata diagnosticato a maggio, decine di esami
                          clinici effettuati in laboratori sempre diversi, altre visite mediche e quindi l'
                          estenuante attesa della chiamata per l' intervento di rimozione del tumore.
                          Una telefonata che, a distanza di quasi sei mesi, non è ancora arrivata.
                          Anzi, Giovanni (caso vero, nome di fantasia) non risulterebbe nemmeno
                          nella lista predisposta dal primario del reparto ospedaliero che, secondo
                          lui, dà «la precedenza ai suoi pazienti, e gli altri come me rimangono
                          indietro». È così che l' ansia e lo stress, condizioni quasi sempre
                          correlate al cancro, si possono trasformare in rassegnazione. Ci si sente
                          affaticati, privi di energie, incapaci di prendere iniziative da soli.
                          «Giovanni si sta lasciando andare - racconta la moglie - non vuole essere
                          operato in altre strutture pubbliche perché dice di fidarsi solo del suo
                          specialista, non va più nemmeno dal dentista perché pensa che sia inutile
                          spendere quei soldi.... Portarlo in una clinica privata? Non ce lo possiamo
                          permettere e io non so proprio cosa fare per aiutarlo». Giovanni è un
                          operaio in pensione, ha 68 anni e vive in una modesta casa di Pioltello,
                          nell' hinterland milanese, un esempio di come può succedere anche al
                          Nord, dove la Sanità è quasi sempre un' eccellenza, che il sistema delle
                          prenotazioni nei grandi ospedali si ingolfi, con tempi di attesa delle
                          degenze che in qualche caso possono anche superare i 300 giorni.
                          «Adesso mi sento bene, faccio fatica a urinare ma non ho ancora dolori -
                          spiega Giovanni - però mi sono stancato di chiedere, di telefonare, di fare visite e prelievi, non ne posso più, a
                          questo punto sarà quello che Dio vuole...». Giovanni è uno dei sei milioni di italiani (il 12% della popolazione) che,
                          almeno una volta, hanno rinunciato a curarsi, e non solo per ragioni economiche, come risulta dall' indagine
                          presentata a gennaio dall' Istat e realizzata per Ehis ( European Health Interview Survey). C' è chi non va dallo
                          specialista perché è troppo lontano da casa e non ha nessuno che lo accompagni, e chi non assume i farmaci
                          prescritti (il 4,4% in media della popolazione, poco più di 2,3 milioni) perché costano troppo o perché, vivendo da
                          solo, nessuno gli ricorda quando deve prenderli. Sono soprattutto anziani, da 65 anni in su: circa 3,5 milioni, secondo
                          i dati, più del 60% del totale dei "rinunciatari". Tra le cause che portano a trascurare la propria salute ci sono
                          solitudine, mancanza di comunicazioni, carenza o disorganizzazione di servizi sanitari sul territorio. In una sperduta
                          frazione del comune di Filiano, poco meno di tremila abitanti in provincia di Potenza, un pastore ammalato di tumore
                          in stato avanzato ha vissuto da solo nell' unica stanza della casa, attaccata alla stalla, mentre il figlio era fuori tutto il
                          giorno a pascolare le pecore: sono dovuti intervenire gli addetti dell' Adi (Assistenza domiciliare integrata) su
                          segnalazione di un vicino, per poterlo curare con le necessarie terapie. E sono arrivati lassù con l' aiuto della
                          Protezione civile, perché nevicava. Mancano i medici (oltre 10mila tra chirurghi, anestesisti e pediatri) e gli infermieri
                          (53mila in meno rispetto alle necessità) e questo allunga i tempi complicando le modalità della cura. «Il Sistema
                          sanitario nazionale sta andando verso l' abbattimento delle competenze: non si assumono tanti medici quanti ne
                          servirebbero e anche quelli di famiglia sono insufficienti - commenta Roberto Messina, presidente di Federanziani -
                          con la conseguenza che quasi tutti diventano "massimalisti", raggiungono cioè la quota massima dei 1.500 pazienti:
                          troppi, così il tempo e la dedizione per ognuno di loro diminuisce notevolmente... i sintomi si ascoltano al volo,
                          insomma, e si rimanda allo specialista anche quando non ce ne sarebbe bisogno ». Come nel caso di Mario, 73 anni,
                          che vive da solo in un borgo del rodigino:

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                                                                                     volontariato

                          ha un sospetto enfisema polmonare e il medico di base gli ha detto di andare dallo pneumologo per approfondire il
                          quadro diagnostico e stabilire la terapia. Ma in provincia di Rovigo gli pneumologi negli ospedali pubblici
                          scarseggiano e non è facile prendere un appuntamento. «Mi hanno detto che devo aspettare mesi, e poi io come ci
                          arrivo a Rovigo? E se devo andare da un' altra parte? Non guido e non ho parenti: chi mi accompagna? Finché ho
                          soltanto la tosse posso andare avanti, quando arriveranno disturbi più fastidiosi, si vedrà». È disorientato, Mario.
                          Perché anche l' assenza di informazioni adeguate può spingere a chiudersi in se stessi, a non curarsi o a chiedere
                          aiuto alle associazioni di volontariato. «Le difficoltà di accesso alle terapie spingono a lasciarsi andare, soprattutto se
                          uno è anziano e, per esempio, dipende dai figli o dai nipoti per i trasporti e l' assistenza - spiega Roberto Messina -
                          ma è proprio così che ci si abitua a convivere con la malattia o con piccoli dolori cronici che però possono essere dei
                          campanelli d' allarme che annunciano, in alcuni casi, lesioni precancerose». Un recente studio del Consorzio per la
                          Ricerca Economica Applicata elaborato per l' università Tor Vergata di Roma, invece, ha analizzato i tempi medi di
                          attesa per gli esami clinici nelle strutture pubbliche: 22 giorni per la radiografia a una mano e fino a 96 per una
                          colonscopia; le medesime prestazioni nel settore privato hanno tempi molto inferiori, ovvero 3 giorni per la lastra e 10
                          per l' indagine all' intestino. Ma i costi delle prestazioni per alcune patologie possono essere una ragione
                          insormontabile della rinuncia a curarsi per chi percepisce una pensione al minimo, è disoccupato o non ha un reddito
                          da lavoro che gli consente di sopravvivere. Ecco il caso di A.L., che vive nella Città metropolitana di Roma, ha 50
                          anni ed è affetta, tra le altre cose, da fibromialgia. «Ho invalidità 34% (che non mi dà diritto a niente) - racconta - e la
                          Regione Lazio riconosce la malattia ma non mi aiuta in nessun modo, nemmeno con una esenzione ticket che so
                          esiste invece in altre Regioni. Non riesco più a lavorare per via della malattia, e non so davvero come fare per vivere
                          in maniera dignitosa. Pago per far parte di una associazione che mi consiglia e assiste, poi pago anche per le visite
                          mediche e per spostarmi e non ce la faccio: comincio a essere depressa ». Farsi aiutare da uno psicologo? «Ma con
                          quali soldi? Sono questi i diritti dei malati? Perché queste differenze, solo perchè abito nella Regione sbagliata?
                          Adesso sono a casa, ma-lata, senza lavoro, sfiduciata e senza speranze e ho rinunciato anche alle cure e alle visite
                          che ho da fare. Mi sento impotente e molto limitata». Per tutelare i suoi diritti A.L. si è rivolta a Cittadinanzattiva.
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                                                                                    volontariato

                          Volontari cercansi: chiamata all' azione

                          M odena è un terreno fertile per il terzo settore, con 1600 associazioni
                          attive sul territorio, impegnate negli ambiti più diversi: salute, infanzia,
                          ambiente e animali, servizi alla persona, cultura e tempo libero. Per far
                          crescere ancora questo mondo che dà tanto a chi dona quanto a chi
                          riceve, il Centro Servizi Volontariato ha fatto partire su tutto il territorio
                          modenese una nuova campagna di comunicazione, «100 + 1 modi di fare
                          volontariato», con l' obiettivo di aumentare il numero di cittadini che
                          possono dedicare qualche ora del proprio tempo a servizio della
                          comunità, scegliendo tra le tante realtà e opportunità di volontariato
                          presenti tra Modena e provincia, ma anche quello di rimettere al centro un
                          servizio preziosissimo che, troppe volte, si tende a dare per scontato. «In
                          un periodo in cui viene messo in discussione il valore dell' impegno per gli
                          altri, ci sembra importante ribadire che fare il bene è una cosa buona e
                          indispensabile - afferma il presidente del Csv Alberto Caldana - "100 + 1
                          modi di fare volontariato" è una vera e propria chiamata all' azione, un
                          modo per stimolare le persone ad assumere, per una piccola parte del
                          proprio tempo, un servizio volontario. Perché i volontari sono, appunto,
                          persone come tutte che scelgono di "regalare" un poco di tempo a favore
                          della comunità». La campagna è partita a metà ottobre e durerà per tutto
                          il mese di novembre e riguarderà sia i social media che altri canali più
                          tradizionali. In questo periodo, inoltre, si sta perfezionando la fusione tra
                          il Centro Servizi per il Volontariato di Modena e quello di Ferrara, prevista dalla Riforma del Terzo Settore. In Emilia-
                          Romagna, da 9 Csv presenti si passerà a 4: uno tra Piacenza, Parma e Reggio Emilia, quello di Bologna città
                          metropolitana, uno romagnolo con Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e, appunto, quello di Modena e Ferrara, che dal
                          2020 diventerà Csv Terre Estensi. «Il percorso di fusione ci ha visto collaborare con il Csv di Ferrara con cui abbiamo
                          trovato grande sintonia e disponibilità - spiega la direttrice del Csv Chiara Rubbiani -. Questa sarà per entrambi l'
                          occasione per scambiarci le buone pratiche che nel corso di questi ultimi 20 anni i diversi Csv hanno sviluppato. Per
                          le associazioni che abitualmente si rivolgono a noi non ci saranno modifiche dei servizi che forniamo, ma speriamo
                          un arricchimento in termini di progettualità condivise». I cittadini desiderosi di saperne di più sulle opportunità di
                          volontariato del territorio possono telefonare allo 059/212003, scrivere a info@volontariamo.it e consultare il sito
                          www.volontariamo.it. Luca Beltrami Una campagna per aumentare il numero di chi presta servizio in associazioni del
                          territorio.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019            Pagina 16
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                                                                                     volontariato

                          CORREGGERE LA SOCIETÀ INGIUSTA

                                                                                                               di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi
                          C i sono tre tipi di disuguaglianza: fra Paesi, all'interno di uno stesso
                          Paese e fra diverse generazioni. Negli ultimi decenni la disuguaglianza
                          nel mondo è diminuita, grazie al commercio internazionale ed alla
                          globalizzazione. Paesi poveri, come Cina e India, e più recentemente
                          anche molti Paesi africani e dell'America Latina, oggi crescono più delle
                          nazioni ricche. Quarant'anni fa il reddito pro capite degli Stati Uniti era 24
                          volte maggiore di quello indiano, e questo anche tenendo conto del fatto
                          che in India la maggior parte dei prodotti costa molto meno che in
                          America. Oggi, nonostante l'India continui a restare relativamente povera,
                          la distanza con gli Stati Uniti si è molto ridotta. La differenza nel reddito
                          pro capite tra un cittadino statunitense e uno indiano si è dimezzata: da
                          24 a 12 volte. Il risultato è ancora più straordinario per la Cina: da 24
                          volte a 5. All'interno dei Paesi, invece, la disuguaglianza è salita.
                          Soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in molti altri Paesi, compresa la
                          Cina. In particolare è molto aumentato il reddito dell'1 per cento più
                          benestante dei cittadini, il cosiddetto «top 1 per cent». Negli Stati Uniti
                          quarant'anni fa il 10 per cento del reddito nazionale prima delle tasse
                          andava al top 1 per cent, oggi quella quota è salita al 20 per cento
                          (sebbene la tassazione la riduca al 16 per cento). Il fenomeno è ancora
                          più accentuato per il «top 0,01 per cent»

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019                Pagina 17
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                          domenica 27 ottobre 2019
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                                                                                     volontariato

                          Disuguaglianze

                          CORREGGERE LA SOCIETÀ INGIUSTA

                                                                                                     ALBERTO ALESINA E FRANCESCO GIAVAZZI
                          Il reddito di questo piccolo gruppo (solo 23 mila persone su una
                          popolazione di oltre 230 milioni) in 40 anni si è moltiplicato di quasi 5
                          volte (+450 per cento, +420 per cento dopo le tasse). Il reddito della
                          metà più povera della popolazione nello stesso arco di tempo è
                          aumentato solo dell' un per cento (sebbene tasse e redistribuzione
                          abbiano fatto salire quella quota al 21%. ) L' aumento della
                          disuguaglianza è stato molto inferiore in Europa: in quarant' anni, prima di
                          tasse e redistribuzione, la quota dei top 1 per cent è salita dal 7,5 per
                          cento all' 11 per cento, a fronte di un aumento dal 10 al 20 negli Stati
                          Uniti. In Italia l' aumento di questa misura di diseguaglianza è stato ancor
                          meno accentuato: dal 7,5 al 9,4 per cento. (Per tutti questi numeri si veda
                          il « World Inequality Database ». ) La disuguaglianza è particolarmente
                          inaccettabile quando si accompagna a immobilità sociale, cioè quando i
                          ricchi rimangono ricchi per generazioni anche se fanno poco o nulla,
                          mentre i poveri rimangono affossati nella povertà anche se si impegnano
                          per uscirne. Una ricerca di uno di noi (Alberto Alesina, con Armando
                          Miano e Stefanie Stantcheva «Social mobility and preferences for
                          redistribution») evidenzia come europei e americani siano
                          particolarmente avversi alla disuguaglianza e disposti a combatterla
                          quando essa si accompagna a immobilità sociale. E di immobilità sociale
                          ce n' è molta, e persiste anche per secoli. La ricerca di Guglielmo Barone
                          e Sauro Mocetti, in un lavoro recente presso la Banca d' Italia
                          («Intergenerational Mobility in the very long run: Florence 1427-2011»), ha
                          dimostrato come le famiglie fiorentine oggi più ricche abbiano lo stesso
                          cognome delle famiglie più ricche nella Firenze del '500. Una caratteristica evidente soprattutto in alcune professioni
                          (avvocati, orafi, banchieri) dove pare esistere un «pavimento di vetro» che da una generazione all' altra protegge chi
                          ha avuto la fortuna di nascere in queste famiglie dal rischio di diventare povero. Il terzo tipo di disuguaglianza è quello
                          fra generazioni. Sistemi pensionistici sbilanciati ridistribuiscono reddito dai giovani che lavorano agli anziani che
                          ricevono una pensione senza avervi concorso a sufficienza con i loro contributi. Certo, un po' di questa
                          redistribuzione fra generazioni è «compensata» all' interno della famiglia, nel senso che spesso la pensione dei
                          genitori contribuisce a sostenere i figli che ancora non lavorano. Ma questa compensazione crea inutili dipendenze
                          economiche infra-familiari che ritardano l' emancipazione dei giovani dalla famiglia e soprattutto interferiscono con la
                          mobilità geografica e sociale. Chi oggi è giovane non potrà permettersi i benefici pensionistici dei suoi genitori. Oltre
                          ad ereditare il macigno del debito pubblico. Che cosa fare dunque? Prima di tutto rifiutare il protezionismo che
                          ricaccerebbe i Paesi emergenti nella povertà senza aiutare (anzi danneggiandola) la crescita dei Paesi più ricchi. I
                          cittadini delle nazioni danneggiate dalla globalizzazione, che ha trasferito posti di lavoro all' estero, devono essere
                          aiutati: ma non impedendo il libero commercio che resta il maggior fattore di crescita nel mondo. Per arginare la
                          disuguaglianza all' interno di un Paese, e aumentare la mobilità sociale, a noi pare che una delle strade da seguire
                          possa essere quella di tassare, con opportuni accorgimenti legati al reddito e con aliquote progressive, eredità e
                          donazioni infra-familari «inter vivos». E usare il gettito per finanziare politiche che favoriscano le pari opportunità. A
                          questo andrebbe accompagnata la detassazione delle quote di eredità destinate a enti no-profit (ospedali, scuole,
                          università) per finanziare,

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019            Pagina 18
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                          domenica 27 ottobre 2019

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                                                                                     volontariato

                          ad esempio, borse di studio per i meno abbienti. Così si ridurrebbe il trasferimento diretto di ricchezza fra
                          generazioni di ricchi, finanziando al contempo spese che aumentano le pari opportunità, e quindi favorendo la
                          mobilità sociale. Certo, le tasse sull' eredità, così come tutte le imposte, hanno effetti distorsivi: riducono il risparmio
                          dei più ricchi. Ma è un costo che val la pena sopportare, soprattutto oggi che più del risparmio serve il consumo. E
                          non c' è dubbio che tasse sulle eredità siano meno distorsive di aliquote elevatissime sul reddito della parte più ricca
                          della popolazione. Infine, per le disuguaglianze generazionali, la ricetta è ovvia. Si deve legare l' età pensionabile all'
                          aspettativa di vita, rafforzando una norma già in vigore in Italia dal 2012. Così l' età della pensione cresce
                          parallelamente alla speranza di vita, altrimenti i giovani, con il loro lavoro, dovranno sostenere anziani che vivono
                          sempre più a lungo e lavorano per una parte sempre più breve della loro vita. Esattamente il contrario degli effetti di
                          Quota 100. Sul debito pubblico ormai il danno è stato fatto. Il debito c' è, e rimarrà una montagna sulle spalle delle
                          nuove generazioni. Ma almeno non rendiamola più pesante.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 19
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