CSV FC - Assiprov domenica, 27 ottobre 2019
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CSV FC - Assiprov domenica, 27 ottobre 2019 Prime Pagine 27/10/2019 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) 3 Prima pagina del 27/10/2019 ambiente e protezione civile 26/10/2019 Forli Today 4 Esce di casa e sparisce nel nulla, si cerca un anziano in zona Vecchiazzano: anche l' elicottero in volo 27/10/2019 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 6 5 Anziano disperso Giornata di ricerche csv e scenario locale 26/10/2019 Forli Today 6 Terra del Sole, due quintali di mele solidali per la "Fuga Forrest 2019" salute e assistenza 26/10/2019 Cesena Today 7 Donatori Avis, 46 volontari ricevono gli attestati di gratitudine 26/10/2019 Forli Today ANDREA RICCARDI 9 Dal Round Table 800 euro per la Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica 27/10/2019 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 12 SERENA DELLAMORE 10 Donatori sangue: Avis ringrazia i 46 che vanno "in pensione" volontariato 27/10/2019 Avvenire Pagina 19 ANTONIO MARIA MIRA 11 Donne, 50 anni, laureate Ecco gli 'invisibili del bene' 27/10/2019 Avvenire (Diocesane) Pagina 76 DI ALBERTO COLAIACOMO 12 Donne, laureati: ecco l' identikit dei volontari 27/10/2019 Avvenire Pagina 35 PIERFRANCO REDAELLI 13 Monza, un rifugio per i poveri 27/10/2019 Avvenire Pagina 16 FULVIO FULVI 14 Viaggio tra i malati lasciati soli È l' Italia che non si cura più 27/10/2019 Avvenire (Diocesane) Pagina 103 16 Volontari cercansi: chiamata all' azione 27/10/2019 Corriere della Sera Pagina 1 di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi 17 CORREGGERE LA SOCIETÀ INGIUSTA 27/10/2019 Corriere della Sera Pagina 30 ALBERTO ALESINA E FRANCESCO GIAVAZZI 18 CORREGGERE LA SOCIETÀ INGIUSTA
[ § 1 § ] domenica 27 ottobre 2019 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 3
[ § 1 4 9 0 5 5 0 4 § ] sabato 26 ottobre 2019 Forli Today ambiente e protezione civile Esce di casa e sparisce nel nulla, si cerca un anziano in zona Vecchiazzano: anche l' elicottero in volo Sparito nel nulla. Dalla tarda serata di venerdì sono scattate le ricerche di Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, del Soccorso Alpino e delle forze dell' ordine con le unità cinofile Un anziano sparito nel nulla. Dalla tarda serata di venerdì sono scattate le ricerche, che hanno visto coinvolte squadre dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, del Soccorso Alpino e delle forze dell' ordine con le unità cinofile, per un uomo anziano che nella serata di venerdì si sarebbe allontanato da solo da casa in zona Vecchiazzano. Subito è partito il dispositivo di ricerca persona coordinato dalla Prefettura. Le ricerche, che stanno proseguendo anche nella mattinata di sabato, si concentrano in particolar modo a Vecchiazzano nei pressi del campo vicino alla Farmacia, dove tra l' altro è stato allestito il campo base. Presente anche l' elicottero dei Vigili del Fuoco e si sta valutando anche l' utilizzo del gommone per la ricerca nel fiume Rabbi. Sul posto anche la Croce Rossa. Ancora non note le generalità dell' uomo ARTICOLO IN CORSO DI AGGIORNAMENTO. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 4
[ § 1 4 9 0 5 5 1 3 § ] domenica 27 ottobre 2019 Pagina 6 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) ambiente e protezione civile Anziano disperso Giornata di ricerche Un 77enne con problemi di memoria non ha fatto ritorno nella sua casa di Vecchiazzano venerdì sera FORLÌ Una intera giornata di ricerche non è servita a trovare un 77enne che da venerdì si è allontanato da casa facendo perdere le sue tracce. L' anziano vive a Vecchiazzano. A dare l' allarme è stato un familiare che intorno alle 20 non l' ha visto rientrare. Da quel momento è scattato il protocollo di ricerca persone che ha avuto come base proprio Vecchiazzano, in via Magellano, e che ha visto impegnati Vigili del Fuoco, Protezione civile, Soccorso alpino, unità cinofile, Polizia e Carabinieri. Le perlustrazioni Già ieri mattina era possibile vedere in cielo, tra San Martino in Strada, Grisignano e la zona del fiume Montone lungo il parco urbano, l' elicottero dei Vigili del Fuoco che ha contribuito alle ricerche dall' alto. Non solo, maso no stati fatti intervenire anche i gommoni del 115 per seguire il fiume alla ricerca di tracce. Per tutto il giorno sono andate avanti le battute di ricerca, senza però ottenere indizi per rintracciare l' anziano, che venerdì mattina è stato visto da diverse persone, già identificate dalla Polizia. Il 77enne soffrirebbe di disturbi di memoria. L' apparato di ricerca è andato avanti anche con lo scendere della sera e se non ci saranno novità nelle ore notturne ripartirà oggi. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 5
[ § 1 4 9 0 5 5 0 7 § ] sabato 26 ottobre 2019 Forli Today csv e scenario locale Terra del Sole, due quintali di mele solidali per la "Fuga Forrest 2019" Due quintali di mele che fanno bene! Sono quelle dei produttori di Campagna Amica-Coldiretti Forlì-Cesena che ora riprendono a "marciare" al fianco dell' Associazione sportiva 'Corri Forrest'. Due quintali di mele che fanno bene! Sono quelle dei produttori di Campagna Amica-Coldiretti Forlì-Cesena che ora riprendono a "marciare" al fianco dell' Associazione sportiva 'Corri Forrest'. Domani, domenica 27 ottobre torna, infatti, a Terra del Sole la 'Fuga Forrest 2019', la manifestazione podistica solidale che quest' anno raccoglierà fondi in favore dell' Unità Operativa di Pediatria dell' ospedale di Forlì con l' obiettivo di sostenere il progetto di musicoterapia: uno strumento di evasione e sollievo per mitigare i disagi e le sofferenze dei piccoli pazienti. Con parte dell' incasso della manifestazione, infatti, si andranno ad acquistare gli strumenti musicali da utilizzare nei reparti di Pediatria dell' Ausl Romagna e per sostenere i costi di gestione dell' attività. Coldiretti, fin dalla partenza della podistica, in programma alle ore 9.30 da piazza D' Armi, sarà presente con due punti per la distribuzione delle mele a km zero e nei vari punti ristoro disseminati lungo il percorso. I partecipanti potranno rifocillarsi gustando una buona mela, frutta genuina e ad origine garantita che poi, insieme a pacchi di pasta offerti dal Pastificio Ghigi, sarà anche donata alla tradizionale pesca di beneficenza che si terrà al termine della gara. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 6
[ § 1 4 9 0 5 5 0 6 § ] sabato 26 ottobre 2019 Cesena Today salute e assistenza Donatori Avis, 46 volontari ricevono gli attestati di gratitudine La sala del Consiglio comunale ha ospitato sabato mattina la consegna da parte dell' Avis Cesena degli 'attestati di gratitudine' ai 46 volontari che nel corso del 2018 hanno concluso il loro impegno come donatori di sangue La sala del Consiglio comunale ha ospitato sabato mattina la consegna da parte dell' Avis Cesena degli 'attestati di gratitudine' ai 46 volontari che nel corso del 2018 hanno concluso il loro impegno come donatori di sangue per raggiunti limiti di età o per motivi sanitari. Nel corso della cerimonia - a cui hanno partecipato il sindaco Enzo Lattuca e l' ssessore ai Servizi Sociali Carmelina Labruzzo - il Presidente dell' Avis cesenate Fausto Aguzzoni ha fornito alcuni dati dell' attività dell' associazione e tracciato le principali linee guida dell' attività del sodalizio. "Non siamo noi come amministrazione comunale a dover ricevere i ringraziamenti - ha commentato il sindaco - ma siamo noi grati ad Avis e a tutti i volontari per continuare con questo bellissimo impegno di volontariato e d i donazione che fa della gratuità il suo dato fondamentale. Questo gesto continua ad essere uno dei più belli per la nostra città perché non si conosce il destinatario. Anche io sono donatore ed è stata anche per me un' esperienza bellissima: sono consapevole di quella che è l' importanza di chi riceve e di chi si mette a disposizione della propria comunità per donare". Avis Cesena è da oltre 60 anni un' associazione attiva e presente nel territorio malatestiano, che garantisce l' autosufficienza di sangue e plasma per tutte le necessità della comunità locale. Nel 2019 Avis Cesena può contare al 30 settembre su 4075 donatori attivi, che hanno permesso di raccogliere, sempre 4.356 sacche di sangue intero, 1.223 sacche di plasma e 18 sacche di piastrine per un totale di 5.597 donazioni. La compagine di donatori si è arricchita nei primi nove mesi del 2019 di 153 nuovi donatori, che sono la differenza positiva fra i 428 nuovi donatori ed i 275 donatori che sono stati dimessi in quanto hanno cessato per vari motivi la loro attività donazionale. Positivo è il contributo nei nuovi donatori delle fasce di età più giovani, sia maschi che femmine, che subentrano a chi deve concludere il suo percorso da donatore, dando speranza al nostro futuro. Insieme ai donatori attivi vanno a formare quella sinergia vincente che determina gli ottimi risultati che Avis Cesena sta ottenendo, un "esercito" di volontari associativi, non meno di 100 persone, che con impegno, dedizione e disponibilità costituiscono l' ossatura organizzativa della nostra Avis. Molte di queste non donano sangue, ma tempo, risorsa anch' essa essenziale nella vita di una associazione di volontariato. L' attività di Avis Cesena sul territorio non sarebbe completa se fosse rivolta verso la sola attività di raccolta del sangue. Per questo con costruisce ed organizza una vivace propaganda basata su una molteplicità di attività rivolte a tutta le fasce di età della popolazione perché la cultura del dono si radichi su profonde radici che non possono essere disgiunte da stili di vita sani ed attenti alla propria salute, al benessere di ciascuno che poi diventa prosperità per l' intera società. Per questo ci rivolgiamo alle Scuole Medie inferiori con un concorso annuale di arte grafica con un tema legato al sangue, per poi reincontrare questi alunni alle Scuole superiori attraverso il concorso Carlo Carli, già donatore e dirigente Avis prematuramente scomparso. Il Suo esempio vuole essere ricordato tramite un concorso letterario ed artistico fra tutte le scuole superiori del Cesenate, organizzato grazie alla partecipazione di insegnanti, giornalisti e professionisti del territorio che formano la giuria e diverse aziende che si rendono disponibili a fornire i premi per i vincitori. Si invitano i partecipanti a raccontare Avis, il dono del sangue ed il volontariato nelle forme espressive più varie attraverso temi specifici che vengono assegnati di anno in anno. Grazie poi all' indirizzo ed alla collaborazione con l' AUSL della Romagna tutti gli anni Avis e le altre principali associazioni Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 7
[ § 1 4 9 0 5 5 0 6 § ] sabato 26 ottobre 2019 Cesena Today salute e assistenza del dono, Admo e Aido, incontra i ragazzi delle classi quinte delle scuole superiori con il progetto che "Salute e Donazione", che consiste in attività di incontri frontale dedicate alla promozione non solo della donazione ma soprattutto della salute e della cura della propria persona attraverso uno stile di vita sano. Il 22 ottobre, aperto a tutta la cittadinanza, è stato attivato un nuovo progetto, in collaborazione con Acistom, rivolto a tutti i cittadini intitolato "Ben-essere per noi". Questo non è altro che una programmazione di incontri di formazione ed informazione che presentano possibilità e servizi offerti nel territorio per la prevenzione in generale ed il miglioramento dello status di ciascuna persona. Fondamentale è la collaborazione fra l' Ausl locale e le associazioni di volontariato del territorio per trasmettere come arrivare ad "imparare" ed a mettere in atto quei comportamenti virtuosi che all' apparenza possono sembrare sacrifici, ma che altro non sono che passi di avvicinamento ad un sempre migliore e salutare equilibrio personale. Il prossimo incontro è organizzato per il 25 novembre e tratterà le tematiche ed i problemi legati alla ludopatia. Avis, ha visto riconosciuta la sua storia ed il suo forte radicamento sul territorio da parte della Ausl della Romagna con l' affidamento della responsabilità della raccolta di sangue ed emoderivati presso il Centro Trasfusionale all' ospedale Bufalini di Cesena. Già da tempo Avis Cesena si occupava della raccolta nei comuni limitrofi, collaborando con la Ausl e con le 11 sezioni del comprensorio, che insieme contano al 30.09 3373 donatori che fanno raccogliere 3.638 sacche di sangue, 1.262 sacche di plasma e 6 sacche di piastrine. Quindi a partire dal 1/12 Avis Cesena avrà la responsabilità di canalizzare ed organizzare i 7448 donatori dell' intero comprensorio, consolidare i risultati delle 7.994 sacche di sangue, 2.485 sacche di plasma, 24 sacche di piastrine complessivamente raccolte e che, tutte insieme, formano il patrimonio delle 10.503 sacche (al 30/9) raccolte che permettono di garantire l' autosufficienza locale ed aiutare quella regionale e nazionale Avis Cesena sta realizzando un sogno: la creazione della Casa del Donatore, ossia una nuova sede a Case Missiroli che sostituirà quella a Calisese, perché più moderna e con migliori e maggiori servizi per i donatori e volontari. Anche se attualmente i lavori sono fermi a causa di accertamenti in corso da parte della Sovraintendenza alle Belle Arti sul ritrovamento di presunti reperti etruschi. Si confida che per gli inizi del 2020 si possa iniziare ad utilizzare la nuova sede. Per poter realizzare questo sogno la nostra Avis si è caricata di uno sforzo finanziario importante, che ritiene potrà in parte essere mitigato dalla generosità di molti, donatori e non, che con un piccolo contributo sosterranno questo progetto, che va a beneficio dell' intero tessuto sociale del nostro territorio. Per questo Avis lancia un appello a tutta la cittadinanza e a tutti i donatori, volontari ed a tutti i cittadini: chiunque voglia sostenere ed aiutare Avis in questa impresa di rinnovamento può fare una donazione diretta in danaro o può accollandosi il costo di uno specifico arredamento o materiale sanitario. Tutti possono donare, sia aziende che privati, sia in modo autonomo che con il 5x1000. Per chiunque interessato può contattare la sede di Avis Cesena (05478613193) o visitare il nostro sito www.aviscesena.it . Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 8
[ § 1 4 9 0 5 5 0 5 § ] sabato 26 ottobre 2019 Forli Today salute e assistenza Dal Round Table 800 euro per la Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica Distribuito anche materiale informativo Avis per la donazione del sangue ANDREA RICCARDI Il sostegno da parte della Round Table 6 Forlì in favore della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica - Onlus, si è ripetuto anche quest' anno, con la raccolta di oltre ottocento euro. I fondi sono stati reperiti sabato, grazie al banchetto allestito in piazza Falcone Borsellino a Forlì sin dal mattino alle 9, dove si sono turnati i soci della Round Table n. 6 Forlì per proporre l' acquisto dei ciclamini pro ricerca. Sono diversi anni che la Round Table 6, club service nato in città nel 1966 e che riunisce giovani imprenditori e professionisti fino ai quarant' anni, sostiene l' impegno della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica - Onlus. E quest' anno al service è stata aggiunta anche la divulgazione di materiale informativo dell' Avis, per sensibilizzare le persone alla donazione del sangue. La Fibrosi Cistica è la malattia genetica grave più diffusa in Italia. Colpisce prima di tutto i polmoni, oltre ad altri organi, portando all' impossibilità di respirare e quindi alla morte. Per ulteriori informazioni è consultabile il sito www.fibrosicisticaricerca.it corredato di diverse notizie riguardanti l' impegno per trovare una cura alla malattia. Nella foto, da sinistra: Giovanni De Capua, Francesco Valpiani (vicepresidente RT6), Riccardo Sgarzani, Roberto Antonelli (presidente RT6), Niccolò Riccardi, Andrea Romagnoli e Riccardo Lombardi. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 9
[ § 1 4 9 0 5 5 1 4 § ] domenica 27 ottobre 2019 Pagina 12 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) salute e assistenza CERIMONIA IN MUNICIPIO Donatori sangue: Avis ringrazia i 46 che vanno "in pensione" L' associazione ha avuto in 9 mesi 428 nuovi aderenti contro 275 dimessi Le quantità raccolte garantiscono l' autosufficienza e aiutano altre zone SERENA DELLAMORE CESENA Consegnati ieri mattina, nella sala del consiglio comunale, gli "attestati di gratitudine" a 46 donatori e donatrici Avis che hanno concluso il loro impegno come tali per aver raggiunto i limiti di età oppure per motivi sanitari. Come «segno di gratitudine dall' intera città di Cesena per tutto quello che avete dato in questi anni», come ha dichiarato il presidente dell' Avis Fausto Aguzzoni, sono stati firmati dal sindaco Enzo Lattuca, anche lui donatore di sangue. Avis Cesena opera da oltre 60 anni, con oltre 100 volontari associati, e grazie ai sui 4.075 donatori (dato rilevato il 30 settembre scorso) riesce non solo a raccogliere il sangue e il plasma che serve per l' Emilia-Romagna, ma aiuta anche a garantire l' autosufficienza di sangue per l' intera nazione. Dati e valore di un gesto ra raccolto 4.356 sacche di sangue intero, 1.223 di plasma e 18 di piastrine, per un totale di 5.597 donazioni. «Nei primi nove mesi dell' anno - ha continuato Aguzzoni - il nostro gruppo si è arricchito di 153 nuovi donatori, che sono la differenza positiva fra i428 nuovi e i 275 dimessi per motivi d' età o di salute. Questi nuovi donatori danno speranza al nostro futuro, ma è importante che chi smette di essere donatore continui ad essere un volontario Avis, perché c' è bisogno di autisti, di persone che stiano aibanchetti e anche di dirigenti. Inoltre li invito a continuare a sensibilizzare le persone sull' importanza del diventare donatori, perché in Italia non siamo ancora autosufficienti per quello che riguarda il plasma e quindi puntiamo ad aumentare questo tipo di donazioni». Il grande valore etico e sociale del donare sangue e plasma è stato sottolineato anche da Rino Biguzzi, nuovo direttore di Medicina trasfusionale, che ha spiegato come dal plasma si producano anche farmaci emodinamici, che «la nostra Regione può acquistare a costi più bassi, così da avere fondi per altre pratiche sanitarie». L' attività di Avis Cesena sul territorio include l' azione di sensibilizzazione rivolta ai più giovani, con progetti e concorsi nelle scuole medie e superiori. Dal 1° dicembre prossimo, l' associazione avrà inoltre la responsabilità di canalizzare e organizzare i 7.448 donatori delle 11 sezioni del comprensorio, che nel loro complesso e sommate a quella di Cesena al 30 settembre scorso hanno raccol to ben 10.503 sacche (7.994 di sangue, 2.485 di plasma e 24 di piastrine). Ostacolo per la nuova sede Questi numeri «garantiscono l' autosufficienza locale e aiutano a raggiungere quella regionale e nazionale. Da dicembre, grazie alla fiducia e alla collaborazione con l' Ausl Romagna, diventeremo unità di raccolta ospedaliera, con nostro personale che prenderà sangue e plasma al Bufalini. Il tutto in attesa divedere ripartirei lavori a Casa Missiroli per la nostra nuova sede, che sostituirà quella attuale di Calisese. Lavori che oggi sono fermi per accertamenti in corso da parte della Sopraintendenza archeologica e alle belli arti, a seguito del ritrovamento, dopo l' abbattimento del vecchio edificio che sorgeva su quel terreno, di reperti presumibilmente di epoca etrusca. Confidiamo che per il 2020 si potrà iniziare ad usare la nuova sede», ha concluso Aguzzoni. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 10
[ § 1 4 9 0 5 5 0 8 § ] domenica 27 ottobre 2019 Pagina 19 Avvenire volontariato Donne, 50 anni, laureate Ecco gli 'invisibili del bene' ANTONIO MARIA MIRA L' IDENTIKIT DEI VOLONTARI DELLA CARITAS DI ROMA Donna, tra i 36 e i 65 anni, laureata, lavoratrice dipendente (ma anche pensionata o casalinga), e per il 15% straniera. Consapevole di essere necessaria, di vivere una bella esperienza umana, ma senza nascondere le difficoltà. È l' identikit che emerge tra i 1.618 volontari della Caritas di Roma che hanno frequentato i Corsi di formazione promossi negli ultimi 5 anni e analizzati nel primo rapporto «Occhi, cuore, mani» presentato ieri nel corso della Giornata del volontario. «In un momento in cui sembriamo esistere solo in quanto le nostre vite vengono esibite e le nostre parole urlate sui mezzi di comunicazione - scrive nell' introduzione il direttore don Benoni Ambarus - c' è ancora un mondo di donne e uomini silenziosi e generosi che operano il bene senza grida». Il volontariato, aggiunge, «è l' esercito degli invisibili del bene» e «costituisce un patrimonio inestimabile di energie positive e di civiltà per la nostra città». Il rapporto ce lo racconta. Le donne sono le più numerose, il 66%, percentuale negli ultimi anni un po' scesa, ma conferma di «una sensibilità legata al ruolo che le donne svolgono all' interno della famiglia e della società». Sono aumentati i giovani sotto i 35 anni, arrivati al 30%, ma la fascia più rappresentata, col 53%, è quella tra i 36 e i 65. Il 48% sono laureati, il 42% diplomati. Molti lavorano ma troviamo anche un 18% di pensionati e un 14% di casalinghe. C' è un 15% di stranieri, dato in aumento. Alcuni hanno conosciuto la Caritas perché sono stati aiutati in passato. Ora, dopo aver trovato una stabilità, hanno deciso di partecipare attivamente al servizio. Ben il 75,7% è consapevole di essere un soggetto necessario. Il 60,6% descrive i rapporti con gli utenti come una bella esperienza umana, ma non tace momenti di difficoltà. Il 78,7% dichiara che l' esperienza ha migliorato i suoi rapporti umani anche all' esterno, l' 89,3% sente che li aiuta ad avere maggiore consapevolezza rispetto al territorio e ai suoi problemi. L' esperienza ha migliorato nettamente i rapporti con la stessa Caritas (54,4%); anche la fede risulta migliorata per una percentuale importante (36,7%); meno incisiva (24,1%) nel rapporto con la Chiesa. Il volontario sente una forte appartenenza al servizio (51,2%), una buona alla Caritas (29%), mentre solo il 16,8% sente di appartenere alla Chiesa. A conferma di questi dati troviamo che appena un quarto (26,9%) ritiene che sia migliorato anche il rapporto con la parrocchia. Ma alla domanda se il servizio Caritas possa essere definito una testimonianza di fede, il 63% ha risposto di sì; il 24% dichiara di aver vissuto in Caritas la sua spiritualità. Strettamente legata è la relazione tra la Caritas e il messaggio di Papa Francesco. Il 57,4% ritiene che la continuità sia molto alta e il 20,7% abbastanza forte. Il 26,2% afferma che il Papa sta aiutando il mondo a traghettare da un' epoca a un' altra ed il 22,2% che tale attività riguarda anche la Chiesa al suo interno. Infine oltre il 30% ritiene che Francesco stia realizzando un forte avvicinamento di molte persone alla Chiesa. Solo il 6% afferma che, essendo uomo di rottura, può creare disorientamenti. RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 11
[ § 1 4 9 0 5 5 0 9 § ] domenica 27 ottobre 2019 Pagina 76 Avvenire (Diocesane) volontariato Donne, laureati: ecco l' identikit dei volontari DI ALBERTO COLAIACOMO Per due terzi sono donne, la metà è laureata (48%) e il 15% sono di origine straniera. Oltre la metà (53%) ha un' età compresa tra i 36 e i 65 anni, mentre gli anziani sono il 16%. È il quadro che emerge tra le 1.618 persone che hanno frequentato i corsi base di formazione al volontariato promossi dalla Caritas di Roma negli ultimi cinque anni e che l' organismo diocesano ha analizzato nel primo rapporto sul volontariato dal titolo "Occhi, cuore mani". Lo studio è stato presentato ieri nel corso della "Giornata del volontario" che si è svolta presso la Cittadella della carità a Ponte Casilino. «In un momento in cui sembriamo esistere solo in quanto le nostre vite vengono esibite e le nostre parole urlate sui mezzi di comunicazione, c' è ancora un mondo di donne e uomini silenziosi e generosi che operano il bene senza grida e senza rumore, che non si rassegnano all' individualismo e all' esibizionismo senza pudori, e che non cercano in un "like" conferma all' intensità del loro vivere», ha detto don Benoni Ambarus, direttore della Caritas, presentando il lavoro. Per queste persone «il dialogo non si riduce certo ad un cinguettio, ma è un faticoso sforzo di ascolto e comprensione. "Condividi" per loro non è un tasto su uno smartphone, ma un imperativo morale ed etico che li fa volgere verso chi ha bisogno e tendere loro la mano». Oltre la metà dei volontari è impegnata nel mondo del lavoro o nello studio, il 18% sono pensionati mentre il 14% sono casalinghe. Molti hanno lavorato o stanno lavorando in diversi ambiti: scuola, ospedali, aziende pubbliche e privati. Alcuni vogliono mettere a disposizione le loro competenze, altri cercano relazioni diverse dal loro lavoro e dal loro ruolo. Il volontario è consapevole di essere un soggetto necessario (75,7%). Solo una ristretta minoranza sente di essere poco rilevante. Analizzando i rapporti con gli utenti li descrivono come una bella esperienza umana ma non tacciono momenti di difficoltà (60,6%). Il 78,7% dichiara che l' esperienza Caritas ha migliorato i suoi rapporti umani anche all' esterno: nella vicinanza dei problemi dell' altro trova la chiave di lettura per interpretare le proprie difficoltà, per ridimensionarle, per leggerle in una luce più equilibrata. Quasi tutti sentono che l' esperienza in Caritas li ha aiutati ad avere maggiore consapevolezza rispetto al territorio e alle sue problematiche (89,3%). L' 87,4% afferma che l' esperienza di volontariato in Caritas l' ha aiutato a capire meglio le fragilità della città. «Dalla ricerca - ha spiegato don Ambarus - emerge con chiarezza una circolarità positiva attivata dall' azione di volontariato. Chi si china per alleviare le sofferenze dei fratelli in difficoltà riceve a sua volta una carica di energia positiva di tipo affettivo attraverso un sorriso, una parola di riconoscenza, anche un semplice grazie». Per il direttore «il volontario è una persona che sa quale direzione e quale senso dare alla propria vita. Ma è anche una persona che non ha paura di voltarsi a guardare chi è rimasto indietro. Un gesto, semplice e profondamente umano, che racchiude la forza e le speranze per una società più giusta». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 12
[ § 1 4 9 0 5 5 1 0 § ] domenica 27 ottobre 2019 Pagina 35 Avvenire volontariato SOLIDARIETÀ Monza, un rifugio per i poveri PIERFRANCO REDAELLI Da ieri e sino al prossimo 23 aprile Monza accoglie 30 senza tetto a 'Lo Spazio 37' in via Borgazzi 37. Una struttura completamente rinnovata, un luogo di accoglienza e di ascolto gestito dai City Angeles e dalla Croce Rossa, che può contare sulla disponibilità del volontariato e s u l l a generosità dei monzesi. L' assessore alle politiche sociali Desireè Merlini ricorda che in questi locali, ristrutturati e imbiancati durante i mesi estivi dai volontari e dai ragazzi della Comunità Sirio di Monza, con 30 letti donati dalla 'Chiesa di Cristo dei santi degli ultimi giorni', i cittadini in situazione di estrema fragilità e senza fissa dimora, presenti sul territorio, disporranno di servizi igienici, che favoriscono la cura delle persona e con il sostegno di operatori, iniziare un percorso di inclusione sociale. Il presidio notturno dell' edificio è affidato ai referenti di City Angels e Croce Rossa. Qui gli ospiti hanno l' opportunità di gustare un piatto caldo, guardare la Tv, chiac- chierare con i volontari, cambiarsi gli abiti e sentirsi accolti, come avviene normalmente in una casa. Ogni sera saranno presenti 8 volontari dalle 20,15 alle 23. Dalle 23 alle 8,30 del mattino, a gestire la nottata degli ospiti, che dovranno firmare il "Patto di buona convivenza", saranno altri volontari che potranno contare sui controlli delle forze dell' ordine e della polizia locale. «In questo luogo - ha sottolineato Merlini - come amministrazione comunale, ci facciamo carico e riconosciamo il bisogno di fasce deboli, cerchiamo di individuare processi utili ad includere queste persone in un contesto sociale, territoriale ed umano. Preziosa è la collaborazione della rete del volontariato che si riconosce nel tavolo di Monza.Con che unisce oltre ai City Angels, Cri, Agesci, Fraternità Francescana, Caritas, gruppi Evangelici, Ortodossi, Scout, parrocchie». Un piano del freddo che prevede uscite serali sul territorio per attivare percorsi di prossimità anche a tutte quelle persone che non vorranno essere ospitati a 'Lo Spazio37, distribuendo loro una bevanda calda, una coperta, un sacco a pelo. Don Augusto Panzeri responsabile della Caritas di Monza si sofferma sulla positività di questo lavoro in rete, una interreligiosità che coinvolge le associazioni anche il segretariato Musulmano, la chiesa Ortodossa. 'Lo Spazio37' - ha aggiunto don Panzeri - si affianca all' Asilo Notturno di via Raiberti, gestito dalla San Vincenzo, che offre un tetto ad una quarantina di persone in difficoltà. Siamo inoltre impegnati a creare alla stazione un punto di incontro e di ascolto per quanti la frequentano. Una presenza che si affiancherà alle forze dell' ordine. Trattative per disporre di spazi adeguati sono in corso con Ferrovie dello stato». RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 13
[ § 1 4 9 0 5 5 1 1 § ] domenica 27 ottobre 2019 Pagina 16 Avvenire volontariato Viaggio tra i malati lasciati soli È l' Italia che non si cura più FULVIO FULVI Un carcinoma alla prostata diagnosticato a maggio, decine di esami clinici effettuati in laboratori sempre diversi, altre visite mediche e quindi l' estenuante attesa della chiamata per l' intervento di rimozione del tumore. Una telefonata che, a distanza di quasi sei mesi, non è ancora arrivata. Anzi, Giovanni (caso vero, nome di fantasia) non risulterebbe nemmeno nella lista predisposta dal primario del reparto ospedaliero che, secondo lui, dà «la precedenza ai suoi pazienti, e gli altri come me rimangono indietro». È così che l' ansia e lo stress, condizioni quasi sempre correlate al cancro, si possono trasformare in rassegnazione. Ci si sente affaticati, privi di energie, incapaci di prendere iniziative da soli. «Giovanni si sta lasciando andare - racconta la moglie - non vuole essere operato in altre strutture pubbliche perché dice di fidarsi solo del suo specialista, non va più nemmeno dal dentista perché pensa che sia inutile spendere quei soldi.... Portarlo in una clinica privata? Non ce lo possiamo permettere e io non so proprio cosa fare per aiutarlo». Giovanni è un operaio in pensione, ha 68 anni e vive in una modesta casa di Pioltello, nell' hinterland milanese, un esempio di come può succedere anche al Nord, dove la Sanità è quasi sempre un' eccellenza, che il sistema delle prenotazioni nei grandi ospedali si ingolfi, con tempi di attesa delle degenze che in qualche caso possono anche superare i 300 giorni. «Adesso mi sento bene, faccio fatica a urinare ma non ho ancora dolori - spiega Giovanni - però mi sono stancato di chiedere, di telefonare, di fare visite e prelievi, non ne posso più, a questo punto sarà quello che Dio vuole...». Giovanni è uno dei sei milioni di italiani (il 12% della popolazione) che, almeno una volta, hanno rinunciato a curarsi, e non solo per ragioni economiche, come risulta dall' indagine presentata a gennaio dall' Istat e realizzata per Ehis ( European Health Interview Survey). C' è chi non va dallo specialista perché è troppo lontano da casa e non ha nessuno che lo accompagni, e chi non assume i farmaci prescritti (il 4,4% in media della popolazione, poco più di 2,3 milioni) perché costano troppo o perché, vivendo da solo, nessuno gli ricorda quando deve prenderli. Sono soprattutto anziani, da 65 anni in su: circa 3,5 milioni, secondo i dati, più del 60% del totale dei "rinunciatari". Tra le cause che portano a trascurare la propria salute ci sono solitudine, mancanza di comunicazioni, carenza o disorganizzazione di servizi sanitari sul territorio. In una sperduta frazione del comune di Filiano, poco meno di tremila abitanti in provincia di Potenza, un pastore ammalato di tumore in stato avanzato ha vissuto da solo nell' unica stanza della casa, attaccata alla stalla, mentre il figlio era fuori tutto il giorno a pascolare le pecore: sono dovuti intervenire gli addetti dell' Adi (Assistenza domiciliare integrata) su segnalazione di un vicino, per poterlo curare con le necessarie terapie. E sono arrivati lassù con l' aiuto della Protezione civile, perché nevicava. Mancano i medici (oltre 10mila tra chirurghi, anestesisti e pediatri) e gli infermieri (53mila in meno rispetto alle necessità) e questo allunga i tempi complicando le modalità della cura. «Il Sistema sanitario nazionale sta andando verso l' abbattimento delle competenze: non si assumono tanti medici quanti ne servirebbero e anche quelli di famiglia sono insufficienti - commenta Roberto Messina, presidente di Federanziani - con la conseguenza che quasi tutti diventano "massimalisti", raggiungono cioè la quota massima dei 1.500 pazienti: troppi, così il tempo e la dedizione per ognuno di loro diminuisce notevolmente... i sintomi si ascoltano al volo, insomma, e si rimanda allo specialista anche quando non ce ne sarebbe bisogno ». Come nel caso di Mario, 73 anni, che vive da solo in un borgo del rodigino: Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 14
[ § 1 4 9 0 5 5 1 1 § ] domenica 27 ottobre 2019 Avvenire volontariato ha un sospetto enfisema polmonare e il medico di base gli ha detto di andare dallo pneumologo per approfondire il quadro diagnostico e stabilire la terapia. Ma in provincia di Rovigo gli pneumologi negli ospedali pubblici scarseggiano e non è facile prendere un appuntamento. «Mi hanno detto che devo aspettare mesi, e poi io come ci arrivo a Rovigo? E se devo andare da un' altra parte? Non guido e non ho parenti: chi mi accompagna? Finché ho soltanto la tosse posso andare avanti, quando arriveranno disturbi più fastidiosi, si vedrà». È disorientato, Mario. Perché anche l' assenza di informazioni adeguate può spingere a chiudersi in se stessi, a non curarsi o a chiedere aiuto alle associazioni di volontariato. «Le difficoltà di accesso alle terapie spingono a lasciarsi andare, soprattutto se uno è anziano e, per esempio, dipende dai figli o dai nipoti per i trasporti e l' assistenza - spiega Roberto Messina - ma è proprio così che ci si abitua a convivere con la malattia o con piccoli dolori cronici che però possono essere dei campanelli d' allarme che annunciano, in alcuni casi, lesioni precancerose». Un recente studio del Consorzio per la Ricerca Economica Applicata elaborato per l' università Tor Vergata di Roma, invece, ha analizzato i tempi medi di attesa per gli esami clinici nelle strutture pubbliche: 22 giorni per la radiografia a una mano e fino a 96 per una colonscopia; le medesime prestazioni nel settore privato hanno tempi molto inferiori, ovvero 3 giorni per la lastra e 10 per l' indagine all' intestino. Ma i costi delle prestazioni per alcune patologie possono essere una ragione insormontabile della rinuncia a curarsi per chi percepisce una pensione al minimo, è disoccupato o non ha un reddito da lavoro che gli consente di sopravvivere. Ecco il caso di A.L., che vive nella Città metropolitana di Roma, ha 50 anni ed è affetta, tra le altre cose, da fibromialgia. «Ho invalidità 34% (che non mi dà diritto a niente) - racconta - e la Regione Lazio riconosce la malattia ma non mi aiuta in nessun modo, nemmeno con una esenzione ticket che so esiste invece in altre Regioni. Non riesco più a lavorare per via della malattia, e non so davvero come fare per vivere in maniera dignitosa. Pago per far parte di una associazione che mi consiglia e assiste, poi pago anche per le visite mediche e per spostarmi e non ce la faccio: comincio a essere depressa ». Farsi aiutare da uno psicologo? «Ma con quali soldi? Sono questi i diritti dei malati? Perché queste differenze, solo perchè abito nella Regione sbagliata? Adesso sono a casa, ma-lata, senza lavoro, sfiduciata e senza speranze e ho rinunciato anche alle cure e alle visite che ho da fare. Mi sento impotente e molto limitata». Per tutelare i suoi diritti A.L. si è rivolta a Cittadinanzattiva. RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 15
[ § 1 4 9 0 5 5 1 2 § ] domenica 27 ottobre 2019 Pagina 103 Avvenire (Diocesane) volontariato Volontari cercansi: chiamata all' azione M odena è un terreno fertile per il terzo settore, con 1600 associazioni attive sul territorio, impegnate negli ambiti più diversi: salute, infanzia, ambiente e animali, servizi alla persona, cultura e tempo libero. Per far crescere ancora questo mondo che dà tanto a chi dona quanto a chi riceve, il Centro Servizi Volontariato ha fatto partire su tutto il territorio modenese una nuova campagna di comunicazione, «100 + 1 modi di fare volontariato», con l' obiettivo di aumentare il numero di cittadini che possono dedicare qualche ora del proprio tempo a servizio della comunità, scegliendo tra le tante realtà e opportunità di volontariato presenti tra Modena e provincia, ma anche quello di rimettere al centro un servizio preziosissimo che, troppe volte, si tende a dare per scontato. «In un periodo in cui viene messo in discussione il valore dell' impegno per gli altri, ci sembra importante ribadire che fare il bene è una cosa buona e indispensabile - afferma il presidente del Csv Alberto Caldana - "100 + 1 modi di fare volontariato" è una vera e propria chiamata all' azione, un modo per stimolare le persone ad assumere, per una piccola parte del proprio tempo, un servizio volontario. Perché i volontari sono, appunto, persone come tutte che scelgono di "regalare" un poco di tempo a favore della comunità». La campagna è partita a metà ottobre e durerà per tutto il mese di novembre e riguarderà sia i social media che altri canali più tradizionali. In questo periodo, inoltre, si sta perfezionando la fusione tra il Centro Servizi per il Volontariato di Modena e quello di Ferrara, prevista dalla Riforma del Terzo Settore. In Emilia- Romagna, da 9 Csv presenti si passerà a 4: uno tra Piacenza, Parma e Reggio Emilia, quello di Bologna città metropolitana, uno romagnolo con Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e, appunto, quello di Modena e Ferrara, che dal 2020 diventerà Csv Terre Estensi. «Il percorso di fusione ci ha visto collaborare con il Csv di Ferrara con cui abbiamo trovato grande sintonia e disponibilità - spiega la direttrice del Csv Chiara Rubbiani -. Questa sarà per entrambi l' occasione per scambiarci le buone pratiche che nel corso di questi ultimi 20 anni i diversi Csv hanno sviluppato. Per le associazioni che abitualmente si rivolgono a noi non ci saranno modifiche dei servizi che forniamo, ma speriamo un arricchimento in termini di progettualità condivise». I cittadini desiderosi di saperne di più sulle opportunità di volontariato del territorio possono telefonare allo 059/212003, scrivere a info@volontariamo.it e consultare il sito www.volontariamo.it. Luca Beltrami Una campagna per aumentare il numero di chi presta servizio in associazioni del territorio. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 16
[ § 1 4 9 0 5 5 1 6 § ] domenica 27 ottobre 2019 Pagina 1 Corriere della Sera volontariato CORREGGERE LA SOCIETÀ INGIUSTA di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi C i sono tre tipi di disuguaglianza: fra Paesi, all'interno di uno stesso Paese e fra diverse generazioni. Negli ultimi decenni la disuguaglianza nel mondo è diminuita, grazie al commercio internazionale ed alla globalizzazione. Paesi poveri, come Cina e India, e più recentemente anche molti Paesi africani e dell'America Latina, oggi crescono più delle nazioni ricche. Quarant'anni fa il reddito pro capite degli Stati Uniti era 24 volte maggiore di quello indiano, e questo anche tenendo conto del fatto che in India la maggior parte dei prodotti costa molto meno che in America. Oggi, nonostante l'India continui a restare relativamente povera, la distanza con gli Stati Uniti si è molto ridotta. La differenza nel reddito pro capite tra un cittadino statunitense e uno indiano si è dimezzata: da 24 a 12 volte. Il risultato è ancora più straordinario per la Cina: da 24 volte a 5. All'interno dei Paesi, invece, la disuguaglianza è salita. Soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in molti altri Paesi, compresa la Cina. In particolare è molto aumentato il reddito dell'1 per cento più benestante dei cittadini, il cosiddetto «top 1 per cent». Negli Stati Uniti quarant'anni fa il 10 per cento del reddito nazionale prima delle tasse andava al top 1 per cent, oggi quella quota è salita al 20 per cento (sebbene la tassazione la riduca al 16 per cento). Il fenomeno è ancora più accentuato per il «top 0,01 per cent» Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 17
[ § 1 4 9 0 5 5 1 5 § ] domenica 27 ottobre 2019 Pagina 30 Corriere della Sera volontariato Disuguaglianze CORREGGERE LA SOCIETÀ INGIUSTA ALBERTO ALESINA E FRANCESCO GIAVAZZI Il reddito di questo piccolo gruppo (solo 23 mila persone su una popolazione di oltre 230 milioni) in 40 anni si è moltiplicato di quasi 5 volte (+450 per cento, +420 per cento dopo le tasse). Il reddito della metà più povera della popolazione nello stesso arco di tempo è aumentato solo dell' un per cento (sebbene tasse e redistribuzione abbiano fatto salire quella quota al 21%. ) L' aumento della disuguaglianza è stato molto inferiore in Europa: in quarant' anni, prima di tasse e redistribuzione, la quota dei top 1 per cent è salita dal 7,5 per cento all' 11 per cento, a fronte di un aumento dal 10 al 20 negli Stati Uniti. In Italia l' aumento di questa misura di diseguaglianza è stato ancor meno accentuato: dal 7,5 al 9,4 per cento. (Per tutti questi numeri si veda il « World Inequality Database ». ) La disuguaglianza è particolarmente inaccettabile quando si accompagna a immobilità sociale, cioè quando i ricchi rimangono ricchi per generazioni anche se fanno poco o nulla, mentre i poveri rimangono affossati nella povertà anche se si impegnano per uscirne. Una ricerca di uno di noi (Alberto Alesina, con Armando Miano e Stefanie Stantcheva «Social mobility and preferences for redistribution») evidenzia come europei e americani siano particolarmente avversi alla disuguaglianza e disposti a combatterla quando essa si accompagna a immobilità sociale. E di immobilità sociale ce n' è molta, e persiste anche per secoli. La ricerca di Guglielmo Barone e Sauro Mocetti, in un lavoro recente presso la Banca d' Italia («Intergenerational Mobility in the very long run: Florence 1427-2011»), ha dimostrato come le famiglie fiorentine oggi più ricche abbiano lo stesso cognome delle famiglie più ricche nella Firenze del '500. Una caratteristica evidente soprattutto in alcune professioni (avvocati, orafi, banchieri) dove pare esistere un «pavimento di vetro» che da una generazione all' altra protegge chi ha avuto la fortuna di nascere in queste famiglie dal rischio di diventare povero. Il terzo tipo di disuguaglianza è quello fra generazioni. Sistemi pensionistici sbilanciati ridistribuiscono reddito dai giovani che lavorano agli anziani che ricevono una pensione senza avervi concorso a sufficienza con i loro contributi. Certo, un po' di questa redistribuzione fra generazioni è «compensata» all' interno della famiglia, nel senso che spesso la pensione dei genitori contribuisce a sostenere i figli che ancora non lavorano. Ma questa compensazione crea inutili dipendenze economiche infra-familiari che ritardano l' emancipazione dei giovani dalla famiglia e soprattutto interferiscono con la mobilità geografica e sociale. Chi oggi è giovane non potrà permettersi i benefici pensionistici dei suoi genitori. Oltre ad ereditare il macigno del debito pubblico. Che cosa fare dunque? Prima di tutto rifiutare il protezionismo che ricaccerebbe i Paesi emergenti nella povertà senza aiutare (anzi danneggiandola) la crescita dei Paesi più ricchi. I cittadini delle nazioni danneggiate dalla globalizzazione, che ha trasferito posti di lavoro all' estero, devono essere aiutati: ma non impedendo il libero commercio che resta il maggior fattore di crescita nel mondo. Per arginare la disuguaglianza all' interno di un Paese, e aumentare la mobilità sociale, a noi pare che una delle strade da seguire possa essere quella di tassare, con opportuni accorgimenti legati al reddito e con aliquote progressive, eredità e donazioni infra-familari «inter vivos». E usare il gettito per finanziare politiche che favoriscano le pari opportunità. A questo andrebbe accompagnata la detassazione delle quote di eredità destinate a enti no-profit (ospedali, scuole, università) per finanziare, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 18
[ § 1 4 9 0 5 5 1 5 § ] domenica 27 ottobre 2019 Corriere della Sera volontariato ad esempio, borse di studio per i meno abbienti. Così si ridurrebbe il trasferimento diretto di ricchezza fra generazioni di ricchi, finanziando al contempo spese che aumentano le pari opportunità, e quindi favorendo la mobilità sociale. Certo, le tasse sull' eredità, così come tutte le imposte, hanno effetti distorsivi: riducono il risparmio dei più ricchi. Ma è un costo che val la pena sopportare, soprattutto oggi che più del risparmio serve il consumo. E non c' è dubbio che tasse sulle eredità siano meno distorsive di aliquote elevatissime sul reddito della parte più ricca della popolazione. Infine, per le disuguaglianze generazionali, la ricetta è ovvia. Si deve legare l' età pensionabile all' aspettativa di vita, rafforzando una norma già in vigore in Italia dal 2012. Così l' età della pensione cresce parallelamente alla speranza di vita, altrimenti i giovani, con il loro lavoro, dovranno sostenere anziani che vivono sempre più a lungo e lavorano per una parte sempre più breve della loro vita. Esattamente il contrario degli effetti di Quota 100. Sul debito pubblico ormai il danno è stato fatto. Il debito c' è, e rimarrà una montagna sulle spalle delle nuove generazioni. Ma almeno non rendiamola più pesante. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 19
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