CSV FC - Assiprov domenica, 26 gennaio 2020

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Prime Pagine

 26/01/2020    Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena)                                                          3
 Prima pagina del 26/01/2020
 26/01/2020    Il Resto del Carlino (ed. Forlì)                                                                4
 Prima pagina del 26/01/2020
 26/01/2020    Il Resto del Carlino (ed. Cesena)                                                               5
 Prima pagina del 26/01/2020

ambiente e protezione civile

 26/01/2020    Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 7                         ELEONORA VANNETTI       6
 Il gruppo di "gilet gialli ecologici" ripulisce la città dai rifiuti abbandonati

 26/01/2020    Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 47                                     Oscar Bandini    7
 S. Sofia, fondi in arrivo per lo storico muro

csv e scenario locale

 26/01/2020    Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 43                                                8
 Le arance della prevenzione

 25/01/2020    Forli Today                                                                                     9
 Dallo spettacolo teatrale una generosa donazione per la Pediatria di Forlì e Cesena
 26/01/2020    Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 49                                                     10
 Avo, volontari nelle case di cura
 26/01/2020    Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 94                                                     11
 Anche lo sport scende in campo

salute e assistenza

 26/01/2020    Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 8                                                12
 Progetto di "Musicoterapia" Consegnati a Pediatria giocattoli, dolci e 4mila euro
 26/01/2020    Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 49                          GIORGIO MAGNANI      13
 Spinta all' arte-terapia per 10 bambini autistici
 26/01/2020    Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 12                                Federico Del Prete   14
 Troppi ragazzini nel tunnel delle scommesse

volontariato

 26/01/2020    Il Sole 24 Ore Pagina 7                                                        Paolo Bricco    16
 «Niente moralismi contro il profitto, la finanza serve al Terzo Settore»
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                                       Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena)

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                                    Il Resto del Carlino (ed. Forlì)

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                                                              Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena)
                                                                           ambiente e protezione civile

                          Il gruppo di "gilet gialli ecologici" ripulisce la città dai rifiuti abbandonati
                          Nella zona ovest, un gruppo di persone si ritrova ogni due giorni per ripulire alcune aree

                                                                                                                              ELEONORA VANNETTI

                          FORLÌ Anche a Forlì ci sono i gilet gialli, ma ecologici. Un gruppo di volontari
                          della zona ovest, capitanate dal Comitato quartiere dei Romiti, infatti, dal
                          febbraio scorso ogni due giorni si ritrova per ripulire alcune aree della città dai
                          rifiuti abbandonati e da allo rane hanno già raccolti circa 40 tonnellate. Solo ieri
                          sono stati 8,5 quintali. «Quando sono stati tolti i cassonetti e la nuova raccolta
                          differenziata porta a porta muoveva i suoi primi passi, ci siamo accorti che il
                          fenomeno dell' abbandono era molto diffuso - dice il coordinatore Maurizio
                          Naldi -. Da qui l' idea di costituire questo gruppo divolontari, di diverse età, per
                          ripulire le nostre vie dai rifiuti che deturpano l' ambiente e danno un' immagine
                          degradata della città». Senza pensarci troppo sono nati i gilet gialli ecologici
                          che, armati di guanti e pinze, ogni due giorni si ritrovano per ripulire le nostre
                          strade dai rifiuti abbandonati che poivengono differenziati e raccolti in accordo
                          con Alea. Di tanto in tantovengono organizzate le giornate ecologiche insieme
                          al Wwf, un' occasione che fa crescere il gruppo di volontari anche fino a venti
                          unità. «Solitamente le zone più colpite da questo fenomeno sono le aree meno
                          abitate-prosegue Naldi-. Ad esempio, tra il quartiere Cava e i Romiti le vie
                          maggiormente interessate sono la via Consolare, via Tevere e via del Braldo. Tutte strade che portano verso le
                          campagne, nei fossi troviamo molti sacchetti, una volta nel fossato abbiamo rinvenuto anche dei monitor di qualche
                          computer. Altri rifiuti che spesso si trovano sono assorbenti e pannolini. Tra le zone che monitoriamo anche il fiume
                          all' altezza di Schiavonia e sopratutto gli svincoli e le uscite della tangenziale, lisi trova veramente di tutto». Un
                          impegno che questo gruppo di persone in autonomia porta avanti da più di un anno. «Siamo persone di tutte le età,
                          anzi colgo l' occasione per ringraziare Alex, Erika, Stefano e Giuliano che, insieme a me, un paio d' ore ogni due giorni
                          si muovono per compiere un gesto di generosità in alcuni punti circoscritti e oggetto di abbandono di rifiuti -aggiunge
                          il coordinatore -. Un fenomeno che pensavamo dimi nuisse una volta che la raccolta differenziata fosse entrata a
                          regime». Purtroppo sono ancora diversi i "furbetti" che decidono di lanciare dall' auto in corsa odi lasciare per strada
                          la propria im mondizia. «Bisogna trovare una soluzione e insistere con le foto trappole - conclude Maurizio Naldi -.
                          Troppo comodo sempre delegare agli altri, è facile così. Una comunità matura, secondo noi, si deve sporcare un po'
                          le man, intervenire e darsi da fare. Con la nostra azione speriamo di riuscire a sensibilizzare i cittadini, anche i più
                          giovani, ad avere rispetto del proprio territorio».

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019           Pagina 6
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[ § 1 5 3 2 8 8 6 7 § ]

                          domenica 26 gennaio 2020
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                                                                         ambiente e protezione civile

                          S. Sofia, fondi in arrivo per lo storico muro
                          Stanziati gli attesi 130mila euro per la messa in sicurezza in via Doberdò Il sindaco: «Altro tassello della
                          riqualificazione del Parco della Resistenza»

                                                                                                                                    Oscar Bandini

                          di Oscar Bandini Sono stati confermati dalla Regione Emilia Romagna al
                          Comune di Santa Sofia i 130mila euro di stanziamento per la messa in
                          sicurezza del muro perimetrale di via Doberdò, nello storico rione della
                          Croce che fiancheggia il Parco della Resistenza. Sarà la stessa
                          amministrazione del capoluogo, attraverso l' Agenzia Regionale per la
                          sicurezza Territoriale e la Protezione Civile, che si occuperà della
                          progettazione e della direzione dei lavori. La struttura in questione è un
                          muro a secco risalente alla fine dell' Ottocento, quando la famiglia Giorgi
                          decise di delimitare l' area di pertinenza della filanda posta dove ora è
                          collocata la biblioteca. Il muro in pietra, che ha spessore dai 40 ai 60 cm
                          circa e che in alcuni punti raggiunge un' altezza di circa 3 metri mezzo, ha
                          subìto alcuni anni fa un crollo per un tratto di circa 25 metri. «Il muro di
                          via Doberdò delimita il Parco della Resistenza recentemente rimesso a
                          nuovo - precisa il sindaco santasofiese Daniele Valbonesi - . Ovviamente
                          abbiamo già ricevuto l' autorizzazione da parte della Soprintendenza
                          archeologica a belle arti e paesaggio e, una volta eseguite le pratiche burocratiche, partiremo con la progettazione
                          curata dall' Agenzia regionale, con cui molto spesso abbiamo collaborato proficuamente. Grazie al finanziamento
                          regionale - specifica il sindaco - possiamo così proseguire nell' opera di riqualificazione dell' area del Parco della
                          Resistenza, inserito nel progetto Vias Animae, e ci auguriamo di potere procedere nei tempi più brevi possibili,
                          ovviamente meteo permettendo».

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019                Pagina 7
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                          domenica 26 gennaio 2020
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                                                            Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena)
                                                                              csv e scenario locale

                          NELLE PIAZZE

                          Le arance della prevenzione

                          L' Associazione Romagnola Ricerca Tumori, grazie all' impegno dei suoi
                          Volontari sarà anche oggi nelle piazze di Cesena (galleria Urtoller), Cesenatico
                          (corso Garibaldi angolo Via Saffi), Savignano sul Rubicone (piazza Borghesie
                          piazza Falcone), Montiano (piazza Garibaldi), in occasione delle "arance della
                          prevenzione". Con un contributo di 10 euro riceverai 4 kg (2 retine) di arance
                          biologiche. Il ricavato è destinato ai progetti di prevenzione oncologica.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 8
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                          sabato 25 gennaio 2020

                                                                                   Forli Today
                                                                               csv e scenario locale

                          Dallo spettacolo teatrale una generosa donazione per la Pediatria di Forlì e Cesena
                          Il progetto di "Musicoterapia, è stato avviato nelle due pediatrie di Forlì- Cesena dalla fine del mese di dicembre,
                          grazie alla collaborazione con il Conservatorio Bruno Maderna di Cesena

                          Sono stati consegnati al reparto di Pediatria dell' ospedale Pierantoni-
                          Morgagni giocattoli e dolci di cioccolato, da regalare ai bambini ricoverati
                          nelle aree pediatriche di Cesena e Forlì, insieme ad un assegno di importo
                          pari a 4.000 euro, frutto dei fondi raccolti in occasione dello spettacolo
                          benefico "Il bimbo che suonava la stufa", andato in scena il 23 dicembre
                          scorso al Teatro Diego Fabbri. La piece teatrale, tratta da un racconto di Luca
                          Bollini con la Regia di Luca Coralli e la partecipazione di Gabriele Graziani,
                          Marco Sabiu, Mattia Filippelli e Tita Ruggieri è stata organizzata da Hal9000
                          Aps, con la partnership di Ammp - Associazione Morgagni Malattie Polmonari
                          e dell' Associazione di Volontariato "Il giardino dei ciliegi - Odv", ed era
                          finalizzata a sostenere il Progetto di "Musicoterapia" dell' Ausl della Romagna
                          per i Reparti di Pediatria di Forlì e Cesena. "A nome dell' Ausl e delle due
                          equipe di Forlì-Cesena - afferma Enrico Valletta, direttore del dipartimento
                          Materno-Infantile, presente alla consegna insieme alla dottoressa Elisabetta
                          Montesi - desidero esprimere la mia più sincera gratitudine a tutti quanti si
                          sono prodigati per la riuscita della serata e per aver generosamente
                          contribuito al raggiungimento dell' obiettivo di raccolta fondi, nonché per i doni offerti. In particolare si ringraziano:
                          Ammp, Il Giardino dei Ciliegi, Ceracarta, Studio Sacem, Maria Paola Zenzani, Hal9000 Aps, Cristiana e Cristiano
                          Flamigni ToysCenter, F.lli Gardini per la cioccolata, Valentina Bandini Cercarta, Avis associazione per i quaderni,
                          Binney&Smith (Crayola) Giulia Guernery del customer service". Obiettivo dunque raggiunto, grazie alla partecipazione
                          di privati cittadini e alla collaborazione dei molti partner e aziende sponsor che hanno generosamente contribuito all'
                          evento, dedicato a portare un sorriso a tutti i bambini lontani dalle proprie case, non solo a Natale, ma durante tutto l'
                          anno. Il tutto, grazie ad una collaborazione di rete, che vede impegnate differenti realtà del terzo settore delle città al
                          fianco dell' Ausl Romagna, per dimostrare che insieme è possibile raggiungere traguardi ancora più importanti come
                          regalare un sorriso e migliorare la qualità della vita in ospedale grazie alle potenzialità "terapeutiche" della musica. Il
                          progetto di "Musicoterapia, è stato avviato nelle due pediatrie di Forlì- Cesena dalla fine del mese di dicembre, grazie
                          alla collaborazione con il Conservatorio Bruno Maderna di Cesena e si articola in incontri di musicoterapia
                          individuale da svolgersi, nelle stanze di degenza dei bambini ricoverati nei reparti pediatrici. Il progetto fa parte del più
                          ampio percorso di umanizzazione delle cure, avviato ormai da anni nei diversi ospedali dell' Ausl Romagna.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019               Pagina 9
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                          domenica 26 gennaio 2020
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                                                                   Il Resto del Carlino (ed. Forlì)
                                                                              csv e scenario locale

                          Avo, volontari nelle case di cura

                          SARSINA La Giunta comuna le di Sarsina ha autorizzato anche per l'
                          anno in corso l' Associazione Volontari Ospedalieri (Avo) 'Sezione Laura
                          Calzolari' di Cesena, allo svolgimento del servizio di assistenza volontaria
                          presso la Casa residenza per anziani Barocci, in attività nel capoluogo
                          plautino. L' associazione opera nel settore del volontariato già da
                          moltissimi anni, e nella Casa di Riposo di Sarsina da circa 26.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 10
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                          domenica 26 gennaio 2020
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                                                                   Il Resto del Carlino (ed. Forlì)
                                                                              csv e scenario locale

                          PER I GIOVANI

                          Anche lo sport scende in campo

                          Diffondere la cultura della prevenzione nei giovani per proteggere gli
                          occhi. Nasce su queste basi AIOS (Associazione Italiana Occhi e Sport)
                          onlus presieduta da Maria Elisa Scarale, medico oculista del Gruppo CLK.
                          «Abbiamo avviato accordi con le giovanili della Juventus e dell' Inter per
                          effettuare screening e visite nei giovani sportivi - ha dichiarato la
                          presidente a Torino in occasione del congresso di oftalmologia (info
                          www.oftatodate2019.it) - l' auspicio è di convolgere sempre più le nuove
                          generazioni». Secondo Aios vederci bene non basta, occorre anche
                          salvaguardare il campo visivo, testare la percezione delle forme, dei
                          colori, misurare l' abilità nel valutare le distanze, agire sul coordinamento
                          posturale e l' equilibrio. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 11
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                          domenica 26 gennaio 2020
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                                                             Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena)
                                                                                salute e assistenza

                          IMPEGNO PER I PICCOLI PAZIENTI

                          Progetto di "Musicoterapia" Consegnati a Pediatria giocattoli, dolci e 4mila euro

                          FORLÌ Sono stati consegnati ai dottori Enrico Valletta ed Elisabetta Montesi, nel
                          reparto di Pediatria dell' ospedale "Pierantoni-Morgagni", giocattoli e dolci di
                          cioccolato, da regalare ai bambini ricoverati nelle aree pediatriche di Cesena e
                          Forlì, insieme ad un assegno di importo paria 4.000 euro, frutto dei fondi raccolti
                          in occasione dello spettacolo benefico " Il bambino che suonava la stufa",
                          andato in scena il 23 dicembre al teatro "Diego Fabbri" di Forlì. La piece teatrale,
                          tratta da un racconto di Luca Bollini con la regia di Luca Coralli e la
                          partecipazione di Gabriele Graziani, Marco Sabiu, Mattia Filippelli e Tita Ruggieri,
                          è stata organizzata da "Hal9000 aps", con la partnership dell' Associazione
                          Morgagni Malattie Polmonari e dell' associazione di volontariato "Il giardino dei
                          ciliegi-odv", ed era finalizzata a sostenere il progetto di "Musicoterapia" dell'
                          Ausl della Romagna per i Reparti di Pediatria di Forlì e Cesena. Il progetto è
                          stato avviato nelle due pediatrie di Forlì -Cesena dalla fine del mese di dicembre,
                          grazie alla collaborazione con il Conservatorio Bruno Maderna di Cesena. «A
                          nome dell' Azienda Usl e delle due equipe di Forlì -Cesena - afferma Enrico
                          Valletta, direttore del dipartimento Materno -Infantile - desidero esprimere la mia
                          più sincera gratitudine a tutti quanti si sono prodigati per la riuscita della serata e per aver generosamente contribuito
                          al raggiungimento dell' obiettivo di raccolta fondi, nonché per i doni offerti».

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019            Pagina 12
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                          domenica 26 gennaio 2020
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                                                             Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena)
                                                                                salute e assistenza

                          Spinta all' arte-terapia per 10 bambini autistici
                          Le tombole di "Gambettola Eventi" hanno permesso di raccogliere fondi necessari per un progetto prezioso

                                                                                                                             GIORGIO MAGNANI

                          GAMBETTOLA Le tombole di Natale hanno portato un prezioso assegno di
                          beneficenza per aiutare bimbi autistici. L' associazione "Gam bettola Eventi" ha
                          destinato una parte del ricavato per il progetto "L' arte di incontrasi" Aiuto a 10
                          bimbi autistici In questo modo è stato coperto il costo del progetto per
                          coinvolgere 10 alunni, con la previsione di almeno 6 incontri. È stato
                          consegnato ieri in municipio un assegno di 1.554 euro a favore del progetto a
                          cura della scuola primaria "Giovanni Pascoli" di Gambettola. All' appuntamento
                          erano presenti dirigente scolastica, sindaca e vice di Gambettola, oltre alla
                          mamma che ha proposto il progetto. Si tratta di Luciana Valente e ha due bimbi,
                          tra cui Davide, che ha di 8 anni ed è ben integrato nella sua classe ma necessita
                          di un' attenzione particolare e si rilassa con l' arte. La sua richiesta di aiuto ha
                          trovato sponda sia nella dirigente scolastica sia nella sindaca: la prima ha
                          confezionato il progetto; la seconda ha chiesto il sostegno della "Gambettola
                          Eventi". Il progetto «"L' arte di incontrarsi" è un progetto rivolto agli alunni con
                          autismo - spiega la dirigente scolastica Angelini - Si tratta di una disabilità
                          caratterizzata da un deficit nella comunicazione e nell' interazione sociale.
                          Sono molte le strade che si percorrono per integrare questi bambini e una di queste è l' arte-terapia: l' arte è infatti
                          una forma efficace di comunicazione, capace di attivare canali espressivi e relazionali. Il setting ipotizzato è uno
                          spazio in grado di accogliere i bambini che possano così lavorare da "veri artisti" su cavalletti e tele, elaborando le
                          proprie emozioni sotto la guida di un' arte terapeuta che ha il ruolo di facilitare l' espressione personale, stimolare la
                          creatività e garantire l' interazione». I volontari e la sindaca «Siamo un' associazione di volontariato - ha rimarcato
                          Christian Capeti, presidente della "Gambettola Eventi - e ci met tiamo a disposizione della nostra società. La
                          manifestazione di maggior prestigio e richiamo per la nostra cittadina a cui ci associano è il Carnevale di
                          Gambettola. Ma questa volta ci siamo voluti dedicare alla promozione di valori di inclusione, altruismo, sostegno.
                          Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato alle tombole, aderendo indirettamente all' iniziativa, in quanto senza
                          la loro partecipazione non avremmo potuto raggiungere la somma». La sindaca Letizia Bisacchi è orgogliosa di
                          quanto è stato fatto: «Questo progetto ci è sembrato davvero interessante e Gambettola si conferma la città dell'
                          inclusione e della solidarietà, dove tutti vengono ascoltati e se possibile aiutati».

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019            Pagina 13
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                                                                                salute e assistenza

                          Troppi ragazzini nel tunnel delle scommesse
                          Aumentano i giocatori nella fascia tra i 15 e i 19 anni. Più di 1 milione e 300mila italiani soffrono di ludopatia, solo
                          12mila in cura

                                                                                                                                 Federico Del Prete

                          di Federico Del Prete BOLOGNA Fino a quando faremo finta di niente? I
                          numeri della ludopatia in Italia sono talmente impressionanti, che
                          chiudere gli occhi di fronte al fenomeno è sempre più complicato. Un
                          milione e 300mila gli italiani malati patologici, appena 12mila quelli in
                          cura da specialisti del settore, un volume di gioco da oltre 100 miliardi di
                          euro, un danno alla società, invece, incalcolabile. I dati del 'Libro Blu'
                          pubblicato la scorsa estate parlano da soli. Fotografano un' emergenza
                          sociale e sanitaria che non viene ancora combattuta a dovere. Certo,
                          alcune regioni hanno introdotto nuove leggi che limitano la presenza di
                          sale slot entro 500 metri da luoghi sensibili come centri aggregativi,
                          parrocchie o scuole. Ma non è ancora abbastanza. Le macchinette
                          continuano a proliferare in bar e tabacchi (a volte ne sono la prima voce
                          di finanziamento) e soprattutto aumentano le giocate online, dove il
                          controllo su minori e soggetti a rischio è praticamente nullo. Si fa troppo
                          poco, insomma. Lo conferma il trend del 2018. Secondo il 'Libro Blu' sul
                          gioco d' azzardo (la pubblicazione che riporta i dati ufficiali riguardo al fenomeno), gli italiani hanno giocato il 5% in
                          più rispetto all' anno precedente. Si tratta del volume di denaro complessivo, perché la spesa è sostanzialmente
                          stabile, mentre l' incasso erariale (ovvero la percentuale che va nelle casse dello Stato) risulta in leggero aumento. Il
                          dato è in crescita esponenziale negli ultimi anni: nel 2006 non arrivava a 40 miliardi e solo nel 2015, il volume era di
                          88 miliardi, ma successivamente ha potuto godere di un boom della presenza di sale. D' altronde, il tasso di slot
                          machine in Italia per abitante è il più alto d' Europa: una ogni 151 cittadini, davanti alla Spagna (una ogni 245) e
                          Germania (una ogni 261). Insomma, è come se ogni persona scommettesse ogni anno 1.780 euro e considerato che
                          la maggior parte della gente ancora non si è fatta travolgere dalla febbre del gioco è, dunque, facile comprendere
                          come i racconti di chi sperpera uno stipendio in poche ore non siano esagerazioni. Secondo le ultime analisi, però,
                          nel 2017 almeno 17 milioni di italiani (quasi uno su due nella fascia 15-64 anni) aveva giocato almeno una volta. È
                          quasi il doppio rispetto al 2014 con un preoccupante aumento tra i 15 e i 19 anni. Ma non si tratta dell' allarme
                          peggiore: si stima che almeno in 400mila tra i 7 e i 9 anni siano stati introdotti al gioco dai genitori (che sia un gratta e
                          vinci o una puntata su una partita di calcio). Resta da sperare che le modifiche normative introdotte negli ultimi anni
                          abbiano un effetto positivo. Già nel 2016 era stata disposta una riduzione del 30% delle nuove slot, mentre dal 2018 è
                          stato introdotto un aumento del prelievo fiscale sulle giocate.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 14
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                          domenica 26 gennaio 2020

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                                                                               salute e assistenza

                          All' interno del Decreto Dignità, poi, fu inserito lo stop alla pubblicità e l' accesso ai maggiorenni, con l' obbligo di
                          rimozione per i macchinari che non hanno un meccanismo di controllo tramite tessera sanitaria da inizio 2020.
                          Basterà? Senza una rivoluzione culturale, probabilmente no. I centri di recupero per la ludopatia stanno nascendo in
                          tutta Italia, alle prese con una dipendenza nuova e ancora da studiare e approfondire. E il mito per cui a giocare siano
                          soprattutto le persone meno ricche è stato sfatato dalla presenza massiccia di pazienti dal reddito medio-alto. «Le
                          famiglie si disgregano, perché questa patologia spinge alla disperazione - sottolinea Luciano Gualzetti, direttore di
                          Caritas Ambrosiana -: occorre una riflessione pubblica seria, prima che la situazione sia troppo compromessa». ©
                          RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 15
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                          domenica 26 gennaio 2020
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                                                                                   volontariato

                          A TAVOLA CONElena Casolari

                          «Niente moralismi contro il profitto, la finanza serve al Terzo Settore»

                                                                                                                                      Paolo Bricco

                          «Esistono, anche nel Terzo Settore, l' ego e la vanità. Il potere e le
                          cooptazioni. I vecchi capi carismatici che non sanno quando è il tempo di
                          cedere il passo. Le governance che non funzionano. Il denaro è ancora un
                          tabù: nelle fonti di finanziamento e nei livelli retributivi, così bassi da
                          allontanare i talenti. Misuriamoci con questi difetti. Così valorizzeremo le
                          qualità». Elena Casolari dice, in maniera gentile e senza toni impositivi,
                          cose contrarian in un ambiente fintamente solare e popolare, in realtà
                          ovattato e in non pochi casi segnato da una sorta di elitarismo moralistico.
                          Elena, classe 1966, ha conosciuto più mondi: la finanza e, ora, il Terzo
                          Settore. Sa bene che la realtà - ogni realtà - è un amalgama di buono e di
                          cattivo, di umiltà e di vanità, di morbidezze e di durezze, di miseria e di
                          nobiltà: «Il bene non è tutto da una parte. E il male non è tutto dall' altra.
                          Riconoscere i problemi di un mondo come il nostro, che lavora per gli ultimi
                          e che opera per costruire una società migliore e più giusta, è essenziale per
                          migliorarlo». Siamo alla Brisa, uno dei ristoranti classici della borghesia
                          milanese che fa della finanza e delle professioni uno dei suoi tratti
                          identitari, di proprietà di Piero Maranghi, il figlio del Vincenzo delfino di Enrico Cuccia in Mediobanca. Il ristorante è
                          pieno. Ci sediamo in una posizione un poco sacrificata, nella rientranza a fianco dell' ingresso. Di antipasto lei
                          sceglie acciughe del Cantabrico, con mugnoli selvatici, cedro, polvere di cappero e salsa al tuorlo. Io, invece, prendo
                          del culatello di zibello del podere Cadassa. Lo scorso 17 dicembre la Banca d' Italia ha dato l' autorizzazione a Opes
                          Italia Spa, uno spin-off di Fondazione Opes-Lcef di cui lei è presidente esecutivo e amministratore delegato, per
                          operare come Sicaf. Il fondo varrà 40 milioni di euro. È previsto entro la metà di febbraio il primo closing della
                          raccolta fondi. Venti milioni saranno versati per il 60% dal Fondo Europeo degli Investimenti e per il 40% dalla Cassa
                          Depositi e Prestiti. Gli altri venti milioni arriveranno da fondazioni ex bancarie, fondazioni di famiglia e family office.
                          Hanno manifestato interesse a versare quote degli altri 20 milioni di euro la Fondazione Vismara, la Compagnia di
                          San Paolo, la Fondazione Sviluppo e Crescita CRT e la Fondazione Social Venture Giordano Dell' Amore (Cariplo).
                          Casolari, che in questa atmosfera è tranquillamente a suo agio senza avere la sicurezza ostentata di molti altri
                          commensali della Brisa, non è nata in una famiglia benestante. E, questo, quando si parla di bene e di male, di
                          ricchezza e povertà, non è cosa da poco. Non ha, infatti, il distacco impositivo e il passo manageriale che possono
                          esprimere gli esponenti dei ceti affluenti del Nord quando vengono

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                          domenica 26 gennaio 2020

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                                                                                    volontariato

                          fulminati sulla via di Damasco del "bene": «Fino all' età di dieci anni ho vissuto a Ligonchio, un paese di 400 abitanti
                          in provincia di Reggio Emilia. Mia madre Maria Luisa ha sempre fatto la casalinga. Mio padre Umberto ha lavorato
                          tutta la vita come vigile urbano. Le scuole erano lontane e, quando sull' Appennino nevicava, Ligonchio rimaneva
                          isolata. In prima media io e mia sorella Valentina siamo andate in collegio a San Sepolcro, vicino ad Arezzo. I miei
                          venivano a trovarmi una volta al mese. Io tornavo a casa tre volte all' anno». Arriva il cameriere: «No, grazie, niente
                          vino, nemmeno un rosso giovane», dice Elena che prosegue nel racconto standard di tanti ragazzi e di tante ragazze
                          brillanti, di provincia e di origini non benestanti: università Bocconi, convitto e borse di studio. Per sei mesi, nel 1989,
                          è alla International University of Japan di Urasa, dove si occupa di modelli organizzativi d' impresa. Dopo la laurea,
                          torna in Giappone. È, per due anni, ricercatrice in organizzazione aziendale alla Hitotsubashi University di Tokyo:
                          «Vivevo in diciotto metri quadrati. Fra il lavoro all' università e le lezioni per affinare il mio giapponese non staccavo
                          mai. Nel 1994, ho iniziato a lavorare a Milano alla Nikko Securities. Seguivo l' apertura dei mercati emergenti. Cina,
                          Hong Kong e India. I miei clienti erano i fondi italiani. Poi, nel 1998 sono passata alla Dresdner Bank, come managing
                          director sulle vendite Asia. Era la bolla degli anni Novanta. A un certo punto, rifiutai un bonus da un milione di euro all'
                          anno garantito per tre anni per andare in Morgan Stanley. Dal 2002 al 2004, passai in Hsbc». Come piatto principale,
                          lei sceglie una crema di porcini con orzo mantecato alla nocciola, robiola di Roccaverano e zucca all' agro: «Spesso
                          a mezzogiorno non mangio. In ufficio siamo quasi tutte donne e lavoriamo molto, spesso tutto di filato». Io, invece,
                          prendo del maialino da latte croccante, con marasciuoli, macco di fave e mostarda di mele. Il punto di rottura nel suo
                          rapporto emotivo e professionale con la finanza («il mio inflection point», dice ripetutamente) si verifica quando
                          Elena va in India alla Icici bank (Industrial Credit and Investment Corporation of India), la più grande banca privata
                          Indiana per asset e la seconda per capitalizzazione: «La sede era nell' area di Banra Kurla. Il grattacielo sorgeva in
                          mezzo allo slum di Dharavi, dove allora vivevano, e dove ancora oggi vivono, 700mila persone. Nei viaggi di lavoro,
                          era capitato spesso che prendessi un taxi e chiedessi di visitare i quartieri più poveri. Ma, quella volta, fu
                          sconvolgente». Il problema della transizione da un mondo all' altro è complesso: «Ancora oggi, mio figlio Edoardo mi
                          chiede: "Mamma, perché sei passata dalla finanza a un posto dove quasi non ti pagano?". Mio marito Giampaolo
                          proviene da una famiglia benestante, io in finanza ho guadagnato bene, so che non è replicabile il modello
                          anglosassone in cui gli stipendi sono oggettivamente alti, ma i salari medi e i compensi della dirigenza del Terzo
                          Settore sono assurdamente bassi, basta pensare al

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 17
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                                                                                    volontariato

                          meccanismo dei donatori che considerano un indicatore di efficienza la compressione, nei costi di struttura, degli
                          stipendi, una sorta di perversa indicazione di bontà». La transizione fra mondi diversi mostra - in retrospettiva, avendo
                          frequentati l' uno e l' altro per molto anni - la differenza fra aspettative e realizzazioni: «Non ho mai lavorato nella
                          finanza speculativa. Non mi sono mai occupata di derivati e di prodotti strutturati. Mi sono sempre dedicata all'
                          economia reale, perché le mie scelte di investimento riguardavano imprese già quotate o che dovevano diventarlo.
                          Ma, certo, quando ho iniziato a pensare di lasciarla, idealizzavo il Terzo Settore». Il primo approdo è Acra: «Ho preso
                          l' elenco delle associazioni riconosciute dal ministero degli Esteri e ho telefonato al primo nome. Mi hanno assunto
                          come responsabile della finanza e dell' amministrazione. Dopo un anno sono diventata direttore generale e
                          amministratore delegato. Occuparsi subito di numeri è stato molto utile: perché, a fronte di progetti bellissimi e di una
                          grande carica e idealità umana, ho saggiato una struttura finanziaria inefficiente. Una inefficienza che, anche se non
                          era il caso particolare di Acra, può assumere in generale nel settore alcuni tratti patologici per la dipendenza dai
                          sussidi pubblici e per il rapporto malato con la politica. In Acra, insieme ai fondatori, abbiamo istituzionalizzato il Cda,
                          introdotto i revisori e i sindaci e stilato i bilanci per competenza e non per cassa». Il tema della governance, che nel
                          Terzo Settore è complesso, fa il paio con quello della qualità degli interventi. «L' altro punto di rottura nella mia
                          esperienza è nel 2011. Con fondi europei finanziamo la costruzione di pozzi nella regione di Mayo Danai, nel nord del
                          Camerun, al confine con il Ciad. Nel villaggio principale, il giorno dell' inaugurazione, è tutta una grande festa. Gli
                          anziani ci regalano i polli vivi per ringraziarci. A un certo punto vedo una serie di donne che camminano in fila con
                          delle taniche. Chiedo che cosa stia succedendo. E mi spiegano che stanno andando a prendere l' acqua in un
                          ruscello del fiume Mbere. Un pezzo delle pompe dei pozzi si è rotto e non si trova sul mercato locale. Ecco perché
                          quelle donne sono in fila. Fino ad allora noi avevamo finanziato associazioni e organismi simili a noi. In quel
                          momento ho capito che bisognava puntare sugli imprenditori. Imprenditori sociali, ma imprenditori. Occorre investire
                          in imprese per avere sostenibilità di medio e lungo periodo e per dare efficacia all' azione». Dal 2013 al 2017 Opes ha
                          compiuto otto investimenti in Africa e in India. Nel 2017 si è fusa con Lcef, un trust inglese specializzato in basso
                          impatto ambientale, assommando in tutto 17 investimenti e un valore di libro delle partecipazioni di 4,5 milioni di
                          euro. «Abbiamo fatto una uscita parziale o totale da quattro società. I numeri sono piccoli. Come, rispetto alla
                          finanza, sono piccoli i numeri della nuova Sicaf per gli investimenti nelle imprese sociali. L' importante è contaminare
                          i metodi. Anche rompendo i tabù. Il dibattito ideologico che c' è in Italia sul fare o non fare profitto non esiste nel
                          mondo anglosassone: gli utili vanno sempre ottenuti, semmai la questione

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 18
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                          domenica 26 gennaio 2020

                                                                                Il Sole 24 Ore
                                                                                   volontariato

                          è come reimpiegarli. E, questo dibattito, non esiste neppure in Africa. Il profitto è per definizione buono. Grazie al
                          profitto puoi continuare a investire in nuovi progetti. In Uganda abbiamo il 18% di Afripads che, con una fabbrica con
                          150 addetti a Masaka, realizza assorbenti lavabili. La gestione del ciclo mestruale, con quelli tradizionali, costa a una
                          donna ugandese 72 dollari all' anno. Là sono una enormità. Con il prodotto di Afripads il costo è ridotto a 2,5 dollari e
                          mezzo. Se ti sembra poco...». No - intanto che arrivano i caffè, decaffeinato macchiato caldo per lei e normale per
                          me, e i commensali escono dalla Brisa, mentre fuori una ragazza africana vende un libro di poesie in italiano e in
                          inglese - annuisco ad Elena Casolari, ora passata - senza conversioni retoriche - nel Terzo Settore: non mi sembra
                          poco. @PaoloBricco © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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