CSV FC - Assiprov domenica, 26 gennaio 2020
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CSV FC - Assiprov domenica, 26 gennaio 2020 Prime Pagine 26/01/2020 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) 3 Prima pagina del 26/01/2020 26/01/2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) 4 Prima pagina del 26/01/2020 26/01/2020 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) 5 Prima pagina del 26/01/2020 ambiente e protezione civile 26/01/2020 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 7 ELEONORA VANNETTI 6 Il gruppo di "gilet gialli ecologici" ripulisce la città dai rifiuti abbandonati 26/01/2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 47 Oscar Bandini 7 S. Sofia, fondi in arrivo per lo storico muro csv e scenario locale 26/01/2020 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 43 8 Le arance della prevenzione 25/01/2020 Forli Today 9 Dallo spettacolo teatrale una generosa donazione per la Pediatria di Forlì e Cesena 26/01/2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 49 10 Avo, volontari nelle case di cura 26/01/2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 94 11 Anche lo sport scende in campo salute e assistenza 26/01/2020 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 8 12 Progetto di "Musicoterapia" Consegnati a Pediatria giocattoli, dolci e 4mila euro 26/01/2020 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 49 GIORGIO MAGNANI 13 Spinta all' arte-terapia per 10 bambini autistici 26/01/2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 12 Federico Del Prete 14 Troppi ragazzini nel tunnel delle scommesse volontariato 26/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 7 Paolo Bricco 16 «Niente moralismi contro il profitto, la finanza serve al Terzo Settore»
[ § 1 § ] domenica 26 gennaio 2020 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 3
[ § 2 § ] domenica 26 gennaio 2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 4
[ § 3 § ] domenica 26 gennaio 2020 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 5
[ § 1 5 3 2 8 8 7 1 § ] domenica 26 gennaio 2020 Pagina 7 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) ambiente e protezione civile Il gruppo di "gilet gialli ecologici" ripulisce la città dai rifiuti abbandonati Nella zona ovest, un gruppo di persone si ritrova ogni due giorni per ripulire alcune aree ELEONORA VANNETTI FORLÌ Anche a Forlì ci sono i gilet gialli, ma ecologici. Un gruppo di volontari della zona ovest, capitanate dal Comitato quartiere dei Romiti, infatti, dal febbraio scorso ogni due giorni si ritrova per ripulire alcune aree della città dai rifiuti abbandonati e da allo rane hanno già raccolti circa 40 tonnellate. Solo ieri sono stati 8,5 quintali. «Quando sono stati tolti i cassonetti e la nuova raccolta differenziata porta a porta muoveva i suoi primi passi, ci siamo accorti che il fenomeno dell' abbandono era molto diffuso - dice il coordinatore Maurizio Naldi -. Da qui l' idea di costituire questo gruppo divolontari, di diverse età, per ripulire le nostre vie dai rifiuti che deturpano l' ambiente e danno un' immagine degradata della città». Senza pensarci troppo sono nati i gilet gialli ecologici che, armati di guanti e pinze, ogni due giorni si ritrovano per ripulire le nostre strade dai rifiuti abbandonati che poivengono differenziati e raccolti in accordo con Alea. Di tanto in tantovengono organizzate le giornate ecologiche insieme al Wwf, un' occasione che fa crescere il gruppo di volontari anche fino a venti unità. «Solitamente le zone più colpite da questo fenomeno sono le aree meno abitate-prosegue Naldi-. Ad esempio, tra il quartiere Cava e i Romiti le vie maggiormente interessate sono la via Consolare, via Tevere e via del Braldo. Tutte strade che portano verso le campagne, nei fossi troviamo molti sacchetti, una volta nel fossato abbiamo rinvenuto anche dei monitor di qualche computer. Altri rifiuti che spesso si trovano sono assorbenti e pannolini. Tra le zone che monitoriamo anche il fiume all' altezza di Schiavonia e sopratutto gli svincoli e le uscite della tangenziale, lisi trova veramente di tutto». Un impegno che questo gruppo di persone in autonomia porta avanti da più di un anno. «Siamo persone di tutte le età, anzi colgo l' occasione per ringraziare Alex, Erika, Stefano e Giuliano che, insieme a me, un paio d' ore ogni due giorni si muovono per compiere un gesto di generosità in alcuni punti circoscritti e oggetto di abbandono di rifiuti -aggiunge il coordinatore -. Un fenomeno che pensavamo dimi nuisse una volta che la raccolta differenziata fosse entrata a regime». Purtroppo sono ancora diversi i "furbetti" che decidono di lanciare dall' auto in corsa odi lasciare per strada la propria im mondizia. «Bisogna trovare una soluzione e insistere con le foto trappole - conclude Maurizio Naldi -. Troppo comodo sempre delegare agli altri, è facile così. Una comunità matura, secondo noi, si deve sporcare un po' le man, intervenire e darsi da fare. Con la nostra azione speriamo di riuscire a sensibilizzare i cittadini, anche i più giovani, ad avere rispetto del proprio territorio». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 6
[ § 1 5 3 2 8 8 6 7 § ] domenica 26 gennaio 2020 Pagina 47 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) ambiente e protezione civile S. Sofia, fondi in arrivo per lo storico muro Stanziati gli attesi 130mila euro per la messa in sicurezza in via Doberdò Il sindaco: «Altro tassello della riqualificazione del Parco della Resistenza» Oscar Bandini di Oscar Bandini Sono stati confermati dalla Regione Emilia Romagna al Comune di Santa Sofia i 130mila euro di stanziamento per la messa in sicurezza del muro perimetrale di via Doberdò, nello storico rione della Croce che fiancheggia il Parco della Resistenza. Sarà la stessa amministrazione del capoluogo, attraverso l' Agenzia Regionale per la sicurezza Territoriale e la Protezione Civile, che si occuperà della progettazione e della direzione dei lavori. La struttura in questione è un muro a secco risalente alla fine dell' Ottocento, quando la famiglia Giorgi decise di delimitare l' area di pertinenza della filanda posta dove ora è collocata la biblioteca. Il muro in pietra, che ha spessore dai 40 ai 60 cm circa e che in alcuni punti raggiunge un' altezza di circa 3 metri mezzo, ha subìto alcuni anni fa un crollo per un tratto di circa 25 metri. «Il muro di via Doberdò delimita il Parco della Resistenza recentemente rimesso a nuovo - precisa il sindaco santasofiese Daniele Valbonesi - . Ovviamente abbiamo già ricevuto l' autorizzazione da parte della Soprintendenza archeologica a belle arti e paesaggio e, una volta eseguite le pratiche burocratiche, partiremo con la progettazione curata dall' Agenzia regionale, con cui molto spesso abbiamo collaborato proficuamente. Grazie al finanziamento regionale - specifica il sindaco - possiamo così proseguire nell' opera di riqualificazione dell' area del Parco della Resistenza, inserito nel progetto Vias Animae, e ci auguriamo di potere procedere nei tempi più brevi possibili, ovviamente meteo permettendo». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 7
[ § 1 5 3 2 8 8 7 2 § ] domenica 26 gennaio 2020 Pagina 43 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) csv e scenario locale NELLE PIAZZE Le arance della prevenzione L' Associazione Romagnola Ricerca Tumori, grazie all' impegno dei suoi Volontari sarà anche oggi nelle piazze di Cesena (galleria Urtoller), Cesenatico (corso Garibaldi angolo Via Saffi), Savignano sul Rubicone (piazza Borghesie piazza Falcone), Montiano (piazza Garibaldi), in occasione delle "arance della prevenzione". Con un contributo di 10 euro riceverai 4 kg (2 retine) di arance biologiche. Il ricavato è destinato ai progetti di prevenzione oncologica. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 8
[ § 1 5 3 2 8 8 6 5 § ] sabato 25 gennaio 2020 Forli Today csv e scenario locale Dallo spettacolo teatrale una generosa donazione per la Pediatria di Forlì e Cesena Il progetto di "Musicoterapia, è stato avviato nelle due pediatrie di Forlì- Cesena dalla fine del mese di dicembre, grazie alla collaborazione con il Conservatorio Bruno Maderna di Cesena Sono stati consegnati al reparto di Pediatria dell' ospedale Pierantoni- Morgagni giocattoli e dolci di cioccolato, da regalare ai bambini ricoverati nelle aree pediatriche di Cesena e Forlì, insieme ad un assegno di importo pari a 4.000 euro, frutto dei fondi raccolti in occasione dello spettacolo benefico "Il bimbo che suonava la stufa", andato in scena il 23 dicembre scorso al Teatro Diego Fabbri. La piece teatrale, tratta da un racconto di Luca Bollini con la Regia di Luca Coralli e la partecipazione di Gabriele Graziani, Marco Sabiu, Mattia Filippelli e Tita Ruggieri è stata organizzata da Hal9000 Aps, con la partnership di Ammp - Associazione Morgagni Malattie Polmonari e dell' Associazione di Volontariato "Il giardino dei ciliegi - Odv", ed era finalizzata a sostenere il Progetto di "Musicoterapia" dell' Ausl della Romagna per i Reparti di Pediatria di Forlì e Cesena. "A nome dell' Ausl e delle due equipe di Forlì-Cesena - afferma Enrico Valletta, direttore del dipartimento Materno-Infantile, presente alla consegna insieme alla dottoressa Elisabetta Montesi - desidero esprimere la mia più sincera gratitudine a tutti quanti si sono prodigati per la riuscita della serata e per aver generosamente contribuito al raggiungimento dell' obiettivo di raccolta fondi, nonché per i doni offerti. In particolare si ringraziano: Ammp, Il Giardino dei Ciliegi, Ceracarta, Studio Sacem, Maria Paola Zenzani, Hal9000 Aps, Cristiana e Cristiano Flamigni ToysCenter, F.lli Gardini per la cioccolata, Valentina Bandini Cercarta, Avis associazione per i quaderni, Binney&Smith (Crayola) Giulia Guernery del customer service". Obiettivo dunque raggiunto, grazie alla partecipazione di privati cittadini e alla collaborazione dei molti partner e aziende sponsor che hanno generosamente contribuito all' evento, dedicato a portare un sorriso a tutti i bambini lontani dalle proprie case, non solo a Natale, ma durante tutto l' anno. Il tutto, grazie ad una collaborazione di rete, che vede impegnate differenti realtà del terzo settore delle città al fianco dell' Ausl Romagna, per dimostrare che insieme è possibile raggiungere traguardi ancora più importanti come regalare un sorriso e migliorare la qualità della vita in ospedale grazie alle potenzialità "terapeutiche" della musica. Il progetto di "Musicoterapia, è stato avviato nelle due pediatrie di Forlì- Cesena dalla fine del mese di dicembre, grazie alla collaborazione con il Conservatorio Bruno Maderna di Cesena e si articola in incontri di musicoterapia individuale da svolgersi, nelle stanze di degenza dei bambini ricoverati nei reparti pediatrici. Il progetto fa parte del più ampio percorso di umanizzazione delle cure, avviato ormai da anni nei diversi ospedali dell' Ausl Romagna. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 9
[ § 1 5 3 2 8 8 6 9 § ] domenica 26 gennaio 2020 Pagina 49 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) csv e scenario locale Avo, volontari nelle case di cura SARSINA La Giunta comuna le di Sarsina ha autorizzato anche per l' anno in corso l' Associazione Volontari Ospedalieri (Avo) 'Sezione Laura Calzolari' di Cesena, allo svolgimento del servizio di assistenza volontaria presso la Casa residenza per anziani Barocci, in attività nel capoluogo plautino. L' associazione opera nel settore del volontariato già da moltissimi anni, e nella Casa di Riposo di Sarsina da circa 26. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 10
[ § 1 5 3 2 8 8 6 8 § ] domenica 26 gennaio 2020 Pagina 94 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) csv e scenario locale PER I GIOVANI Anche lo sport scende in campo Diffondere la cultura della prevenzione nei giovani per proteggere gli occhi. Nasce su queste basi AIOS (Associazione Italiana Occhi e Sport) onlus presieduta da Maria Elisa Scarale, medico oculista del Gruppo CLK. «Abbiamo avviato accordi con le giovanili della Juventus e dell' Inter per effettuare screening e visite nei giovani sportivi - ha dichiarato la presidente a Torino in occasione del congresso di oftalmologia (info www.oftatodate2019.it) - l' auspicio è di convolgere sempre più le nuove generazioni». Secondo Aios vederci bene non basta, occorre anche salvaguardare il campo visivo, testare la percezione delle forme, dei colori, misurare l' abilità nel valutare le distanze, agire sul coordinamento posturale e l' equilibrio. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 11
[ § 1 5 3 2 8 8 7 3 § ] domenica 26 gennaio 2020 Pagina 8 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) salute e assistenza IMPEGNO PER I PICCOLI PAZIENTI Progetto di "Musicoterapia" Consegnati a Pediatria giocattoli, dolci e 4mila euro FORLÌ Sono stati consegnati ai dottori Enrico Valletta ed Elisabetta Montesi, nel reparto di Pediatria dell' ospedale "Pierantoni-Morgagni", giocattoli e dolci di cioccolato, da regalare ai bambini ricoverati nelle aree pediatriche di Cesena e Forlì, insieme ad un assegno di importo paria 4.000 euro, frutto dei fondi raccolti in occasione dello spettacolo benefico " Il bambino che suonava la stufa", andato in scena il 23 dicembre al teatro "Diego Fabbri" di Forlì. La piece teatrale, tratta da un racconto di Luca Bollini con la regia di Luca Coralli e la partecipazione di Gabriele Graziani, Marco Sabiu, Mattia Filippelli e Tita Ruggieri, è stata organizzata da "Hal9000 aps", con la partnership dell' Associazione Morgagni Malattie Polmonari e dell' associazione di volontariato "Il giardino dei ciliegi-odv", ed era finalizzata a sostenere il progetto di "Musicoterapia" dell' Ausl della Romagna per i Reparti di Pediatria di Forlì e Cesena. Il progetto è stato avviato nelle due pediatrie di Forlì -Cesena dalla fine del mese di dicembre, grazie alla collaborazione con il Conservatorio Bruno Maderna di Cesena. «A nome dell' Azienda Usl e delle due equipe di Forlì -Cesena - afferma Enrico Valletta, direttore del dipartimento Materno -Infantile - desidero esprimere la mia più sincera gratitudine a tutti quanti si sono prodigati per la riuscita della serata e per aver generosamente contribuito al raggiungimento dell' obiettivo di raccolta fondi, nonché per i doni offerti». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 12
[ § 1 5 3 2 8 8 7 4 § ] domenica 26 gennaio 2020 Pagina 49 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) salute e assistenza Spinta all' arte-terapia per 10 bambini autistici Le tombole di "Gambettola Eventi" hanno permesso di raccogliere fondi necessari per un progetto prezioso GIORGIO MAGNANI GAMBETTOLA Le tombole di Natale hanno portato un prezioso assegno di beneficenza per aiutare bimbi autistici. L' associazione "Gam bettola Eventi" ha destinato una parte del ricavato per il progetto "L' arte di incontrasi" Aiuto a 10 bimbi autistici In questo modo è stato coperto il costo del progetto per coinvolgere 10 alunni, con la previsione di almeno 6 incontri. È stato consegnato ieri in municipio un assegno di 1.554 euro a favore del progetto a cura della scuola primaria "Giovanni Pascoli" di Gambettola. All' appuntamento erano presenti dirigente scolastica, sindaca e vice di Gambettola, oltre alla mamma che ha proposto il progetto. Si tratta di Luciana Valente e ha due bimbi, tra cui Davide, che ha di 8 anni ed è ben integrato nella sua classe ma necessita di un' attenzione particolare e si rilassa con l' arte. La sua richiesta di aiuto ha trovato sponda sia nella dirigente scolastica sia nella sindaca: la prima ha confezionato il progetto; la seconda ha chiesto il sostegno della "Gambettola Eventi". Il progetto «"L' arte di incontrarsi" è un progetto rivolto agli alunni con autismo - spiega la dirigente scolastica Angelini - Si tratta di una disabilità caratterizzata da un deficit nella comunicazione e nell' interazione sociale. Sono molte le strade che si percorrono per integrare questi bambini e una di queste è l' arte-terapia: l' arte è infatti una forma efficace di comunicazione, capace di attivare canali espressivi e relazionali. Il setting ipotizzato è uno spazio in grado di accogliere i bambini che possano così lavorare da "veri artisti" su cavalletti e tele, elaborando le proprie emozioni sotto la guida di un' arte terapeuta che ha il ruolo di facilitare l' espressione personale, stimolare la creatività e garantire l' interazione». I volontari e la sindaca «Siamo un' associazione di volontariato - ha rimarcato Christian Capeti, presidente della "Gambettola Eventi - e ci met tiamo a disposizione della nostra società. La manifestazione di maggior prestigio e richiamo per la nostra cittadina a cui ci associano è il Carnevale di Gambettola. Ma questa volta ci siamo voluti dedicare alla promozione di valori di inclusione, altruismo, sostegno. Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato alle tombole, aderendo indirettamente all' iniziativa, in quanto senza la loro partecipazione non avremmo potuto raggiungere la somma». La sindaca Letizia Bisacchi è orgogliosa di quanto è stato fatto: «Questo progetto ci è sembrato davvero interessante e Gambettola si conferma la città dell' inclusione e della solidarietà, dove tutti vengono ascoltati e se possibile aiutati». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 13
[ § 1 5 3 2 8 8 7 0 § ] domenica 26 gennaio 2020 Pagina 12 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) salute e assistenza Troppi ragazzini nel tunnel delle scommesse Aumentano i giocatori nella fascia tra i 15 e i 19 anni. Più di 1 milione e 300mila italiani soffrono di ludopatia, solo 12mila in cura Federico Del Prete di Federico Del Prete BOLOGNA Fino a quando faremo finta di niente? I numeri della ludopatia in Italia sono talmente impressionanti, che chiudere gli occhi di fronte al fenomeno è sempre più complicato. Un milione e 300mila gli italiani malati patologici, appena 12mila quelli in cura da specialisti del settore, un volume di gioco da oltre 100 miliardi di euro, un danno alla società, invece, incalcolabile. I dati del 'Libro Blu' pubblicato la scorsa estate parlano da soli. Fotografano un' emergenza sociale e sanitaria che non viene ancora combattuta a dovere. Certo, alcune regioni hanno introdotto nuove leggi che limitano la presenza di sale slot entro 500 metri da luoghi sensibili come centri aggregativi, parrocchie o scuole. Ma non è ancora abbastanza. Le macchinette continuano a proliferare in bar e tabacchi (a volte ne sono la prima voce di finanziamento) e soprattutto aumentano le giocate online, dove il controllo su minori e soggetti a rischio è praticamente nullo. Si fa troppo poco, insomma. Lo conferma il trend del 2018. Secondo il 'Libro Blu' sul gioco d' azzardo (la pubblicazione che riporta i dati ufficiali riguardo al fenomeno), gli italiani hanno giocato il 5% in più rispetto all' anno precedente. Si tratta del volume di denaro complessivo, perché la spesa è sostanzialmente stabile, mentre l' incasso erariale (ovvero la percentuale che va nelle casse dello Stato) risulta in leggero aumento. Il dato è in crescita esponenziale negli ultimi anni: nel 2006 non arrivava a 40 miliardi e solo nel 2015, il volume era di 88 miliardi, ma successivamente ha potuto godere di un boom della presenza di sale. D' altronde, il tasso di slot machine in Italia per abitante è il più alto d' Europa: una ogni 151 cittadini, davanti alla Spagna (una ogni 245) e Germania (una ogni 261). Insomma, è come se ogni persona scommettesse ogni anno 1.780 euro e considerato che la maggior parte della gente ancora non si è fatta travolgere dalla febbre del gioco è, dunque, facile comprendere come i racconti di chi sperpera uno stipendio in poche ore non siano esagerazioni. Secondo le ultime analisi, però, nel 2017 almeno 17 milioni di italiani (quasi uno su due nella fascia 15-64 anni) aveva giocato almeno una volta. È quasi il doppio rispetto al 2014 con un preoccupante aumento tra i 15 e i 19 anni. Ma non si tratta dell' allarme peggiore: si stima che almeno in 400mila tra i 7 e i 9 anni siano stati introdotti al gioco dai genitori (che sia un gratta e vinci o una puntata su una partita di calcio). Resta da sperare che le modifiche normative introdotte negli ultimi anni abbiano un effetto positivo. Già nel 2016 era stata disposta una riduzione del 30% delle nuove slot, mentre dal 2018 è stato introdotto un aumento del prelievo fiscale sulle giocate. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 14
[ § 1 5 3 2 8 8 7 0 § ] domenica 26 gennaio 2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) salute e assistenza All' interno del Decreto Dignità, poi, fu inserito lo stop alla pubblicità e l' accesso ai maggiorenni, con l' obbligo di rimozione per i macchinari che non hanno un meccanismo di controllo tramite tessera sanitaria da inizio 2020. Basterà? Senza una rivoluzione culturale, probabilmente no. I centri di recupero per la ludopatia stanno nascendo in tutta Italia, alle prese con una dipendenza nuova e ancora da studiare e approfondire. E il mito per cui a giocare siano soprattutto le persone meno ricche è stato sfatato dalla presenza massiccia di pazienti dal reddito medio-alto. «Le famiglie si disgregano, perché questa patologia spinge alla disperazione - sottolinea Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana -: occorre una riflessione pubblica seria, prima che la situazione sia troppo compromessa». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 15
[ § 1 5 3 2 8 8 6 6 § ] domenica 26 gennaio 2020 Pagina 7 Il Sole 24 Ore volontariato A TAVOLA CONElena Casolari «Niente moralismi contro il profitto, la finanza serve al Terzo Settore» Paolo Bricco «Esistono, anche nel Terzo Settore, l' ego e la vanità. Il potere e le cooptazioni. I vecchi capi carismatici che non sanno quando è il tempo di cedere il passo. Le governance che non funzionano. Il denaro è ancora un tabù: nelle fonti di finanziamento e nei livelli retributivi, così bassi da allontanare i talenti. Misuriamoci con questi difetti. Così valorizzeremo le qualità». Elena Casolari dice, in maniera gentile e senza toni impositivi, cose contrarian in un ambiente fintamente solare e popolare, in realtà ovattato e in non pochi casi segnato da una sorta di elitarismo moralistico. Elena, classe 1966, ha conosciuto più mondi: la finanza e, ora, il Terzo Settore. Sa bene che la realtà - ogni realtà - è un amalgama di buono e di cattivo, di umiltà e di vanità, di morbidezze e di durezze, di miseria e di nobiltà: «Il bene non è tutto da una parte. E il male non è tutto dall' altra. Riconoscere i problemi di un mondo come il nostro, che lavora per gli ultimi e che opera per costruire una società migliore e più giusta, è essenziale per migliorarlo». Siamo alla Brisa, uno dei ristoranti classici della borghesia milanese che fa della finanza e delle professioni uno dei suoi tratti identitari, di proprietà di Piero Maranghi, il figlio del Vincenzo delfino di Enrico Cuccia in Mediobanca. Il ristorante è pieno. Ci sediamo in una posizione un poco sacrificata, nella rientranza a fianco dell' ingresso. Di antipasto lei sceglie acciughe del Cantabrico, con mugnoli selvatici, cedro, polvere di cappero e salsa al tuorlo. Io, invece, prendo del culatello di zibello del podere Cadassa. Lo scorso 17 dicembre la Banca d' Italia ha dato l' autorizzazione a Opes Italia Spa, uno spin-off di Fondazione Opes-Lcef di cui lei è presidente esecutivo e amministratore delegato, per operare come Sicaf. Il fondo varrà 40 milioni di euro. È previsto entro la metà di febbraio il primo closing della raccolta fondi. Venti milioni saranno versati per il 60% dal Fondo Europeo degli Investimenti e per il 40% dalla Cassa Depositi e Prestiti. Gli altri venti milioni arriveranno da fondazioni ex bancarie, fondazioni di famiglia e family office. Hanno manifestato interesse a versare quote degli altri 20 milioni di euro la Fondazione Vismara, la Compagnia di San Paolo, la Fondazione Sviluppo e Crescita CRT e la Fondazione Social Venture Giordano Dell' Amore (Cariplo). Casolari, che in questa atmosfera è tranquillamente a suo agio senza avere la sicurezza ostentata di molti altri commensali della Brisa, non è nata in una famiglia benestante. E, questo, quando si parla di bene e di male, di ricchezza e povertà, non è cosa da poco. Non ha, infatti, il distacco impositivo e il passo manageriale che possono esprimere gli esponenti dei ceti affluenti del Nord quando vengono Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 16
[ § 1 5 3 2 8 8 6 6 § ] domenica 26 gennaio 2020 Il Sole 24 Ore volontariato fulminati sulla via di Damasco del "bene": «Fino all' età di dieci anni ho vissuto a Ligonchio, un paese di 400 abitanti in provincia di Reggio Emilia. Mia madre Maria Luisa ha sempre fatto la casalinga. Mio padre Umberto ha lavorato tutta la vita come vigile urbano. Le scuole erano lontane e, quando sull' Appennino nevicava, Ligonchio rimaneva isolata. In prima media io e mia sorella Valentina siamo andate in collegio a San Sepolcro, vicino ad Arezzo. I miei venivano a trovarmi una volta al mese. Io tornavo a casa tre volte all' anno». Arriva il cameriere: «No, grazie, niente vino, nemmeno un rosso giovane», dice Elena che prosegue nel racconto standard di tanti ragazzi e di tante ragazze brillanti, di provincia e di origini non benestanti: università Bocconi, convitto e borse di studio. Per sei mesi, nel 1989, è alla International University of Japan di Urasa, dove si occupa di modelli organizzativi d' impresa. Dopo la laurea, torna in Giappone. È, per due anni, ricercatrice in organizzazione aziendale alla Hitotsubashi University di Tokyo: «Vivevo in diciotto metri quadrati. Fra il lavoro all' università e le lezioni per affinare il mio giapponese non staccavo mai. Nel 1994, ho iniziato a lavorare a Milano alla Nikko Securities. Seguivo l' apertura dei mercati emergenti. Cina, Hong Kong e India. I miei clienti erano i fondi italiani. Poi, nel 1998 sono passata alla Dresdner Bank, come managing director sulle vendite Asia. Era la bolla degli anni Novanta. A un certo punto, rifiutai un bonus da un milione di euro all' anno garantito per tre anni per andare in Morgan Stanley. Dal 2002 al 2004, passai in Hsbc». Come piatto principale, lei sceglie una crema di porcini con orzo mantecato alla nocciola, robiola di Roccaverano e zucca all' agro: «Spesso a mezzogiorno non mangio. In ufficio siamo quasi tutte donne e lavoriamo molto, spesso tutto di filato». Io, invece, prendo del maialino da latte croccante, con marasciuoli, macco di fave e mostarda di mele. Il punto di rottura nel suo rapporto emotivo e professionale con la finanza («il mio inflection point», dice ripetutamente) si verifica quando Elena va in India alla Icici bank (Industrial Credit and Investment Corporation of India), la più grande banca privata Indiana per asset e la seconda per capitalizzazione: «La sede era nell' area di Banra Kurla. Il grattacielo sorgeva in mezzo allo slum di Dharavi, dove allora vivevano, e dove ancora oggi vivono, 700mila persone. Nei viaggi di lavoro, era capitato spesso che prendessi un taxi e chiedessi di visitare i quartieri più poveri. Ma, quella volta, fu sconvolgente». Il problema della transizione da un mondo all' altro è complesso: «Ancora oggi, mio figlio Edoardo mi chiede: "Mamma, perché sei passata dalla finanza a un posto dove quasi non ti pagano?". Mio marito Giampaolo proviene da una famiglia benestante, io in finanza ho guadagnato bene, so che non è replicabile il modello anglosassone in cui gli stipendi sono oggettivamente alti, ma i salari medi e i compensi della dirigenza del Terzo Settore sono assurdamente bassi, basta pensare al Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 17
[ § 1 5 3 2 8 8 6 6 § ] domenica 26 gennaio 2020 Il Sole 24 Ore volontariato meccanismo dei donatori che considerano un indicatore di efficienza la compressione, nei costi di struttura, degli stipendi, una sorta di perversa indicazione di bontà». La transizione fra mondi diversi mostra - in retrospettiva, avendo frequentati l' uno e l' altro per molto anni - la differenza fra aspettative e realizzazioni: «Non ho mai lavorato nella finanza speculativa. Non mi sono mai occupata di derivati e di prodotti strutturati. Mi sono sempre dedicata all' economia reale, perché le mie scelte di investimento riguardavano imprese già quotate o che dovevano diventarlo. Ma, certo, quando ho iniziato a pensare di lasciarla, idealizzavo il Terzo Settore». Il primo approdo è Acra: «Ho preso l' elenco delle associazioni riconosciute dal ministero degli Esteri e ho telefonato al primo nome. Mi hanno assunto come responsabile della finanza e dell' amministrazione. Dopo un anno sono diventata direttore generale e amministratore delegato. Occuparsi subito di numeri è stato molto utile: perché, a fronte di progetti bellissimi e di una grande carica e idealità umana, ho saggiato una struttura finanziaria inefficiente. Una inefficienza che, anche se non era il caso particolare di Acra, può assumere in generale nel settore alcuni tratti patologici per la dipendenza dai sussidi pubblici e per il rapporto malato con la politica. In Acra, insieme ai fondatori, abbiamo istituzionalizzato il Cda, introdotto i revisori e i sindaci e stilato i bilanci per competenza e non per cassa». Il tema della governance, che nel Terzo Settore è complesso, fa il paio con quello della qualità degli interventi. «L' altro punto di rottura nella mia esperienza è nel 2011. Con fondi europei finanziamo la costruzione di pozzi nella regione di Mayo Danai, nel nord del Camerun, al confine con il Ciad. Nel villaggio principale, il giorno dell' inaugurazione, è tutta una grande festa. Gli anziani ci regalano i polli vivi per ringraziarci. A un certo punto vedo una serie di donne che camminano in fila con delle taniche. Chiedo che cosa stia succedendo. E mi spiegano che stanno andando a prendere l' acqua in un ruscello del fiume Mbere. Un pezzo delle pompe dei pozzi si è rotto e non si trova sul mercato locale. Ecco perché quelle donne sono in fila. Fino ad allora noi avevamo finanziato associazioni e organismi simili a noi. In quel momento ho capito che bisognava puntare sugli imprenditori. Imprenditori sociali, ma imprenditori. Occorre investire in imprese per avere sostenibilità di medio e lungo periodo e per dare efficacia all' azione». Dal 2013 al 2017 Opes ha compiuto otto investimenti in Africa e in India. Nel 2017 si è fusa con Lcef, un trust inglese specializzato in basso impatto ambientale, assommando in tutto 17 investimenti e un valore di libro delle partecipazioni di 4,5 milioni di euro. «Abbiamo fatto una uscita parziale o totale da quattro società. I numeri sono piccoli. Come, rispetto alla finanza, sono piccoli i numeri della nuova Sicaf per gli investimenti nelle imprese sociali. L' importante è contaminare i metodi. Anche rompendo i tabù. Il dibattito ideologico che c' è in Italia sul fare o non fare profitto non esiste nel mondo anglosassone: gli utili vanno sempre ottenuti, semmai la questione Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 18
[ § 1 5 3 2 8 8 6 6 § ] domenica 26 gennaio 2020 Il Sole 24 Ore volontariato è come reimpiegarli. E, questo dibattito, non esiste neppure in Africa. Il profitto è per definizione buono. Grazie al profitto puoi continuare a investire in nuovi progetti. In Uganda abbiamo il 18% di Afripads che, con una fabbrica con 150 addetti a Masaka, realizza assorbenti lavabili. La gestione del ciclo mestruale, con quelli tradizionali, costa a una donna ugandese 72 dollari all' anno. Là sono una enormità. Con il prodotto di Afripads il costo è ridotto a 2,5 dollari e mezzo. Se ti sembra poco...». No - intanto che arrivano i caffè, decaffeinato macchiato caldo per lei e normale per me, e i commensali escono dalla Brisa, mentre fuori una ragazza africana vende un libro di poesie in italiano e in inglese - annuisco ad Elena Casolari, ora passata - senza conversioni retoriche - nel Terzo Settore: non mi sembra poco. @PaoloBricco © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 19
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