Polo logistico del ferro a Piacenza

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Polo logistico del ferro a Piacenza
18 Giugno 2020 -

Polo logistico del ferro a Piacenza

PIACENZA – Il Polo logistico del ferro, il nuovo hub intermodale di Piacenza,
è un progetto strategico a livello nazionale, che disegna ancora di più per
la città il ruolo di capitale della logistica del Nord Italia, con forti
sinergie con l’Europa: una logistica di seconda generazione, sempre più
sostenibile a livello ambientale e con positive ricadute in quanto ad
attrattività e sviluppo economico del territorio.

Guidati da questo filo conduttore sono intervenuti a Piacenza nel convegno
“La logistica piacentina prende il treno…” i principali attori del progetto i
cui primi lavori di realizzazione inizieranno a breve a Le Mose, grazie al

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forte investimento di Piacenza intermodale, società del Gruppo svizzero
Hupac, Mercitalia Logistics e Rete ferroviaria italiana.

La valenza e la strategicità del progetto è stata sottolineata dal ministro
delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, che ha concluso i
lavori dopo gli interventi dell’Ambasciatrice svizzera a Roma, Rita Adam, di
Marco Gosso, ad e direttore generale di Mercitalia Logistics di Bernhard
Kunz, Ceo del Gruppo Hupac, e di Maurizio Gentile, ad e direttore generale di
Rete ferroviaria italiana, nonché di Regione Emilia-Romagna con la
consigliera Katia Tarasconi.

“Con oltre 11 mila addetti, una superficie di 5 milioni di metri quadrati di
cui la metà nel polo di Le Mose e un fatturato complessivo di 1,1 miliardi di
euro -ha detto il sindaco e presidente della Provincia di Piacenza, Patrizia
Barbieri– il comparto della logistica e dei trasporti è una delle realtà
economiche in maggiore sviluppo e con enormi ulteriori potenzialità che
potranno concretizzarsi con la realizzazione del Polo del ferro, su cui
l’amministrazione è fortemente impegnata”.

Particolarmente significativa la partecipazione Adam, che ha dichiarato: “Il
trasporto delle merci su rotaia è un fattore di fondamentale importanza per
la crescita economica e per la sostenibilità ambientale dell’Europa.
Occasioni come quella odierna attestano l’intensa e proficua collaborazione
tra Italia e Svizzera, sia a livello pubblico che privato, in ambito di
politica dei trasporti. Piacenza si posiziona sempre più come punto focale
per il trasporto sostenibile a livello europeo.”

Prima del termine, Comune di Piacenza, ministero dei Trasporti, Regione
Emilia-Romagna, Rfi e Fs sistemi urbani (Gruppo FS Italiane) con l’ad Umberto
Lebruto, hanno sottoscritto il protocollo d’intesa che definisce gli
obiettivi e le modalità attuative del nodo intermodale “Polo logistico del
ferro”, un’operazione strategica che apre non solo per Piacenza, ma per il
sistema economico del Nord Italia una nuova stagione di sviluppo legata a una
logistica sostenibile e con forte interconnessioni con il tessuto economico e
produttivo europeo.

“Con la firma di questo protocollo -ha dichiarato Gentile- Rete ferroviaria
italiana conferma il proprio impegno per lo sviluppo dell’infrastruttura
ferroviaria di questo territorio a servizio del trasporto merci. Potenziare

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la rete per consentire la circolazione di treni con maggiore volume di
carico, rafforzare i collegamenti con i porti, migliorare il trasporto
nell’ultimo miglio da e per i distretti produttivi e i terminali intermodali
sono infatti gli strumenti con cui Rfi intende contribuire allo shift modale
dalla gomma al ferro nel trasporto delle merci e a una mobilità sostenibile
per il nostro Paese. Piacenza si trova in posizione privilegiata rispetto ai
4 corridoi europei ten-t e il traffico merci da e per la stazione ferroviaria
è in continua crescita. Grazie allo scambio di aree con il Comune sarà quindi
possibile da un lato incrementare la fruibilità dei poli logistici,
migliorare l’accesso all’infrastruttura, offrire servizi integrati, e
dall’altro implementare i servizi della stazione cittadina, potenziandone il
ruolo di hub intermodale a vantaggio delle tante persone che ogni giorno la
frequentano”.

“Piacenza -ha concluso la De Micheli- ha anticipato i tempi rispetto al
progetto di Polo del ferro, oggi ci riappropriamo di una strategia per il
nostro territorio, per le imprese e anche per il lavoro perché la logistica
di qualità porta investimenti produttivi e anche servizi tecnologici. Siamo
arrivati ad una gestione più ordinata del polo logistico del ferro superando
alcuni problemi e oggi Rfi è in grado di anticipare gli investimenti per
avviare la realizzazione, non sussistono più problemi burocratici. Con i
tempi certi di questo progetto abbiamo raggiunto un obiettivo, ma dobbiamo
già porcene un altro: occorre tornare per Piacenza a parlare di sviluppo,
senza consumare altro suolo ma attraendo nuove imprese. Solo così la
logistica può essere quella opportunità di crescita economica e sociale per
il nostro territorio”.

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Ponti e viadotti toscani: chiesti al
Mit 60 milioni

FIRENZE – Nel corso dell’incontro di ieri tra il presidente della Regione
Enrico Rossi, l’assessore regionale alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli e
il ministro alle Infrastrutture Paola De Micheli, si è parlato anche di ponti
e viadotti toscani.
Al centro del confronto gli interventi per la manutenzione straordinaria di

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queste infrastrutture, spesso situate lungo strade di competenza non
regionale.

La ministra si è dimostrata disponibile a collaborare anche sul fronte della
manutenzione dei ponti e viadotti toscani di competenza statale o comunque di
Anas, Autostrade o altri enti.
“La Regione Toscana -spiega Rossi- a inizio Settembre 2018, subito dopo il
tragico crollo del Ponte Morandi a Genova, ha avviato un’indagine sullo stato
di salute dei ponti e dei viadotti presenti sul territorio regionale, a
prescindere dagli enti di competenza. È stato un lavoro lungo e portato
avanti con la collaborazione delle Province, dei Comuni e degli ordini
professionali, ma è stato anche un lavoro egregio che è rimasto un caso
isolato sul piano nazionale. Nessuna altra Regione ha fatto altrettanto. Ad
oggi abbiamo un quadro più o meno definito della situazione e sappiamo che ci
sono 164 ponti e viadotti toscani che, pur non trovandosi in situazioni di
rischio, necessitano di interventi di manutenzione”.
Rossi ha sottolineato che l’assessore Ceccarelli ha già scritto al Ministero
chiedendo risorse per ben 60 milioni, in modo da poter intervenire secondo
priorità e urgenza.

“La Toscana su questo fronte sta procedendo anche in maniera autonoma a
garanzia della sicurezza degli utenti -ha aggiunto l’assessore- come
dimostrano gli interventi di manutenzione straordinaria sul viadotto della
Fi-Pi-Li tra Ginestra Fiorentina e Montelupo o il recentissimo finanziamento
della progettazione di un intervento urgente sul ponte di Calambrone sul
canale Navicelli a Pisa, ma con i 60 milioni chiesti al Ministero potremo
progressivamente sanare tutte le situazioni che necessitano di manutenzione”.

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Ieri a Roma l’assemblea di FerCargo

ROMA – Si è svolta ieri a Roma l’assemblea di FerCargo, l’Associazione delle
imprese ferroviarie operanti nel settore del trasporto merci, alla quale
aderiscono: Adriafer, Captrain Italia, Compagnia Ferroviaria Italiana, DB
Cargo Italia, Dinazzano PO, Ferrotramviaria, Ferrovie della Calabria, GTS
Rail, Hupac, Interporto Servizi Cargo, Fuorimuro, InRail, Medway, Oceanogate,
Rail Cargo Carrier Italia, Rail Traction Company, Sangritana e SBB Cargo

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Italia.

In particolare, durante l’assemblea FerCargo sono stati discussi i seguenti
temi: piano accelerato per implementazione del sistema di segnalamento ERTMS,
connessioni ultimo miglio ferroviario, effetti concreti del recepimento 4
Pacchetto ferroviario, nuovo ruolo di ANSFISA ed ERA.

La questione che maggiormente accomuna tutte le imprese ferroviarie del
settore merci, è la necessità di proroga nella prossima legge di bilancio
degli incentivi per la formazione del personale addetto alla circolazione
ferroviaria, con particolare riferimento alla figura dei macchinisti. Tutto
il comparto cargo ferroviario nei prossimi 3 anni ha bisogno di circa 3000
addetti alla circolazione ferroviaria, già 2000 sono stati assunti nel
precedente triennio 2017-18-19.

Il contributo alla formazione del personale è fondamentale per soddisfare la
domanda del mercato del lavoro.

L’assemblea FerCargo, sotto la presidenza di Luigi Legnani, ha votato
all’unanimità il rinnovo del Comitato Esecutivo, composto da: Giacomo Di
Patrizi, Mauro Pessano, Guido Porta, Marco Terranova ed Emanuele Vender.

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La logistica piacentina prende il
treno

PIACENZA – “La logistica piacentina prende il treno…”, è il titolo
dell’interessante convegno in programma sabato 30 Novembre, alle 9.30,
nell’Appartamento del Duca (Sala 7) di Palazzo Farnese a Piacenza.

Al centro del dibattito, il progetto del Polo del Ferro a Piacenza, come
passo verso una logistica sempre più su rotaia e sostenibile.

A fare gli onori di casa e ad aprire i lavori sulla logistica piacentina, che
vedranno le conclusioni della ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti,

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Paola De Micheli, sarà il sindaco e presidente della Provincia di Piacenza,
Patrizia Barbieri, che precederà l’intervento del vice presidente e assessore
ai Trasporti e Reti Infrastrutture materiali e immateriali, Programmazione
territoriale e Agenda digitale della Regione Emilia Romagna, Raffaele Donini.

A seguire, l’intervento dell’Ambasciatrice Svizzera a Roma, Rita Adam, su “Le
grandi opere ferroviarie svizzere per l’Italia” anticiperà le relazioni
dell’Ing. Bernhard Kunz, direttore di Hupac Intermodal SA e dell’Ing. Marco
Grosso, amministratore delegato Mercitalia Logistic, sul tema: “Inizio dei
lavori del nuovo terminale intermodale e prospettive di sviluppo”, nonchè
quella dell’Ing. Maurizio Gentile, amministratore delegato RFI Spa.

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Black Friday: la logistica del
capriccio

ROMA – Il Black Friday e il lungo week end di shopping scontato che sta
arrivando farà muovere circa 82mila furgoni – la maggior parte dei quali
diesel – che consegneranno gli 8 miliardi di euro in beni acquistati solo nel
Regno Unito. Infatti, nonostante l’iniziativa sia seguita anche dai negozi
tradizionali e centri commerciali, oltre l’80% degli acquisti verrà fatto
online.

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Un mare di consegne a domicilio che genererà un super lavoro per i corrieri:
in Gran Bretagna, si stima che, nelle ore più calde, ogni 93 secondi parta un
camion dai magazzini dei maggior player dell’e-commerce. Gli ordini online,
inoltre, aumenteranno il traffico e la congestione nelle nostre città e
portano con sé un maggiore carico di imballaggi: il Black Friday genera il
più grande volume di rifiuti dell’anno. Secondo alcune stime, consumerebbe
circa 35% di tutta la plastica prodotta in Italia. Senza contare il numero
crescente di resi che stanno aumentando del 75% da un anno all’altro in un
settore che emette il 5% delle emissioni globali di CO2. Un trend che mette
in pericolo il nostro pianeta. Il fenomeno è in crescita anche in Italia: lo
scorso anno, secondo i dati del Politecnico di Milano, la corsa agli sconti
del Black Friday è cresciuta del 35% rispetto al 2017, superando il miliardo
di euro di fatturato e coinvolgendo circa 20 milioni di e-shopper.

Secondo un’analisi del presidente del Freight Leaders Council, Massimo
Marciani, “L’e-commerce sta rivoluzionando la logistica che da servizio per
l’industria si sta trasformando in un terreno di competizione tra i grandi
big del commercio online con forti ricadute sulla vita quotidiana. La corsa
allo shopping alimenta la cosiddetta “Logistica del capriccio”, mettendo
sotto stress l’intero sistema distributivo costretto a rispondere a tempi di
consegna molto ristretti, spesso assolutamente non necessari. Le conseguenze
ricadono inoltre su tutti noi perché la corsa alle consegne a casa sta
generando livelli di inquinamento, di imballaggi, di congestione, di
incidentalità crescenti. I consumatori dovrebbero essere consapevoli dei
rischi di assecondare ritmi veloci, mentre sarebbe opportuno considerare
modelli di consegne più sostenibili per il sistema economico e per
l’ambiente”.

Quali sono le conseguenze di un click con consegna veloce?

Uno studio pubblicato nel 2017 da Brain & Company spiega come, soprattutto
nelle aree urbane, cioè dove risiede la maggior parte della popolazione
mondiale, l’e-commerce si riveli più inquinante del commercio tradizionale a
causa di due fattori: i consumatori ordinano spesso piccole quantità di merce
che richiedono comunque un viaggio e una consegna ad hoc (spesso gratuita);
il costo della ingola consegna aumenta a causa di imballaggi aggiuntivi e
alla movimentazione dei veicoli commerciali nei centri urbani. Da vari studi
condotti negli Stati Uniti risulta che, dove il numero dell’online giunge al

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50% delle vendite complessive, la congestione urbana aumenta del 34% con
evidenti ricadute in termini di inquinamento e tempi di percorrenza. Infine,
uno studio di Dimitri Weideli del MIT (Massachusetts Institute of Technology)
ha dimostrato che l’impronta ambientale dell’acquisto online è doppia
rispetto al canale tradizionale e, se si chiede la consegna rapida, diventa
addirittura tripla.

La consegna sostenibile

“Occorre rendere i consumatori consapevoli dell’impatto che genera l’acquisto
compulsivo online, la consegna istantanea e il reso gratuito – conclude
Marciani – Tutto questo non è gratis né ininfluente in termini di
inquinamento e sviluppo sostenibile del nostro pianeta. La logistica del
capriccio ha un costo che per il momento rimane ancora strutturalmente
nascosto, ma deve essere quantificato e sostenuto da opera in questo
business. Una soluzione intermedia potrebbe essere quella di tornare a
consolidare gli ordini, se non in partenza, almeno in consegna tramite
l’utilizzo di lockers o dei negozi di prossimità. Inoltre, è assolutamente
necessario sensibilizzare i clienti, metterli nella condizione di svolgere
una scelta consapevole utilizzando gli operatori logistici onesti, etici e
attenti all’ambiente, retribuiti il giusto prezzo per il servizio reso. Solo
così possiamo augurare un futuro di successo al canale di vendita online”.

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Continuità territoriale: Solinas, da
De Micheli

ROMA – Il presidente della Regione, Christian Solinas, e l’assessore dei
Trasporti, Giorgio Todde, hanno incontrato ieri a Roma il ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli per illustrare il nuovo
modello di continuità territoriale aerea.

“Abbiamo da tempo avviato un confronto produttivo con il Governo per
accelerare i tempi – ha spiegato il presidente Solinas – e oggi è stato fatto
un altro passo avanti. La nostra proposta è chiara e moderna, tiene conto del
diritto dei sardi alla mobilità e più in generale del diritto di tutti i
passeggeri all’accessibilità alla nostra Isola, valutando attentamente
l’offerta di servizi e la scelta delle tariffe. La continuità territoriale è
un tema fondamentale per la Sardegna e per il suo sviluppo e di assoluta
rilevanza anche per l’Italia e l’Europa”.

Il piano prevede una tariffa unica per residenti e turisti e l’allargamento
della continuità anche agli scali minori di Bologna, Torino, Verona, Firenze,
Napoli e Palermo.

Il ministro Paola De Micheli si è impegnata a sostenere la proposta a
Bruxelles, a cominciare dal Consiglio dei Trasporti in programma il 2
dicembre prossimo. Il presidente Solinas e l’assessore Todde si sono
dimostrati ottimisti, e sono sicuri che arriverà presto il via libera
definitivo

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Federlogistica preoccupata per la
situazione del settore

ROMA – Rimbalza da tutte le associazioni del settore l’allarme per la
situazione che il maltempo ha provocato in questi giorni in particolare in
Liguria, ma anche nel resto del Paese; questa volta la voce è quella del
presidente di Federlogistica–Conftrasporto che aderisce a Confcommercio,
Luigi Merlo che era già intervenuto nei giorni scorsi per riportare
l’attenzione sul tema dell’innalzamento dei mari e delle conseguenze per

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l’Italia, all’indomani dell’acqua alta che ha “invaso” Venezia.
Stavolta la richiesta è di un intervento urgente, a partire da una delle zone
maggiormente colpite, appunto la Liguria, per evitare il rischio di un’Italia
isolata con il Natale alle porte.

“Il sistema portuale di Genova e Savona -spiega Merlo- rappresenta buona
parte del traffico portuale di destinazione finale del sistema italiano
diretto in Nord Italia e in Svizzera.
Si tratta di traffico che circola quasi esclusivamente su gomma, anche per la
grande responsabilità politica di chi in passato ha bloccato e rallentato la
realizzazione del Terzo valico”.
“Se -prosegue il presidente della federazione– parte del traffico, a causa
dell’assenza di collegamenti autostradali, fosse dirottato su altri scali
europei, sarebbe un disastro economico destinato a durare nel tempo”.

In questo   scenario, si avrebbero ricadute importanti anche sull’erario:
“Infatti,   se il 30% del traffico transitasse non più negli scali italiani ma
in quelli   nord europei, lo Stato perderebbe 1 miliardo e mezzo di Iva e
accise in   un solo anno” evidenzia Luigi Merlo.

Ma non solo: il sistema portuale ligure è nel suo complesso il più importante
a livello nazionale per il crocierismo e fondamentale per il traffico
traghetti, occorre dunque un’attenzione straordinaria, ma anche una
accelerazione di tutti gli interventi in essere: “Sarebbe ora -conclude il
presidente di Federlogistica-Conftrasporto- che la politica italiana capisse
il valore della portualità e la ponesse al centro della sua azione”.

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Alessandro Albertini presidente Anama
2020-2022

MILANO – Decisione unanime del nuovo Consiglio direttivo di Anama
(Associazione nazionale agenti merci aeree, sezione aerea di Fedespedi) i cui
membri sono stati eletti contestualmente, nell’ambito dell’Assemblea generale
di ieri a Milano: Alessandro Albertini è il nuovo presidente
dell’Associazione.

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Country freight manager di Ups-Scs, guiderà Anama per il triennio 2020-2022,
insieme alla squadra composta dai vicepresidenti Simone Gherardini (Savino
del Bene) e Paolo Maderna (Unitransports).
“Raccolgo il testimone -ha detto Albertini salutando il presidente uscente,
Marina Marzani– di un presidente molto amato e che ha moltiplicato negli anni
la partecipazione alla vita dell’associazione da parte delle imprese. È un
testimone importante e credo che sia fondamentale continuare in questo
percorso”.

Sulle prime azioni da intraprendere, Alessandro Albertini ha aggiunto:
“Intendo riunire già tra qualche giorno il prossimo Consiglio per definire
insieme il programma di lavoro dei prossimi anni. Sicuramente posso già
anticipare quali saranno le priorità: continuare l’interlocuzione con il
Governo, chiedendo subito un incontro alla ministra De Micheli, per
realizzare gli obiettivi fissati nel Position paper sul Cargo aereo,
presentato dal ministero Infrastrutture e Trasporti nell’Ottobre 2017.

Lavoreremo anche per offrire il nostro contributo alla realizzazione del
nuovo Piano nazionale aeroporti; sarà infine importante proseguire il lavoro
sui singoli aeroporti, per migliorare insieme le condizioni del trasporto
aereo merci, e lavorare per dare sempre maggiore visibilità al nostro settore
partecipando ad esempio a fiere importanti come il Transport Logistic di
Monaco”.

Prima della chiusura dell’incontro anche il Past president Marzani, ha voluto
rivolgere i suoi migliori auguri alla nuova guida di Anama: “Si tratta di una
posizione che porta con sé grandi responsabilità e che necessita di grande
impregno e grande dedizione. Ma sono grandi anche le soddisfazioni e la
possibilità di arricchire il proprio bagaglio personale e professionale. Anni
di esperienze e di rapporti durevoli nel tempo e la possibilità di fare
qualcosa di utile e concreto per la crescita del proprio settore: questo è il
valore di un’associazione di categoria come Anama”.

Questi i nomi dei nuovi eletti come Consiglieri dell’associazione per il
triennio 2020-2022: Carlo De Ruvo, Federico Fuochi, Marina Marzani, Lucia
Padoan, Tommaso Rizzitelli, Fabio Vescera.

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Laghezza: “Un Piano Marshall per le
infrastrutture liguri”

LA SPEZIA – Sono tanti gli appelli che in queste ore si alzano dal mondo
della logistica e dei trasporti, a seguito dell’emergenza che sta vivendo
soprattutto la Regione Liguria; il presidente di Confetra Liguria Alessandro
Laghezza parla addirittura della necessità di un Piano Marshall per le
infrastrutture liguri.

“La chiusura contemporanea di A6 ed A26 ha messo infatti drammaticamente a

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nudo la fragilità e l’inconsistenza del sistema delle infrastrutture della
Regione” dicono da Confetra Liguria.
Tuttora priva di connessioni ferroviarie moderne e adeguate, la Liguria
dipende in larga misura da 4 direttrici autostradali che la attraversano e la
connettono con il resto d’Italia ed Europa.

“Congestionate, prive della terza corsia e in molti casi anche della corsia
di emergenza, strutturalmente antiquate e con molte situazioni di rischio
potenziale, in quanto l’età di costruzione dei viadotti è pericolosamente
vicina a quello che si sta rivelando il limite di durata del cemento armato,
se non sottoposto a regolari interventi di manutenzione”. Così si esprime il
presidente Laghezza, come si trattasse di uno scenario post bellico, che
spinge a chiedere la messa a punto di un vero e proprio Piano Marshall per la
Liguria.

“Se vogliamo che la nostra portualità diventi l’hub logistico d’Europa -
afferma Laghezza- ma anche semplicemente che le nostre merci e i nostri
cittadini viaggino liberamente, occorre porre in essere un vero e proprio
piano straordinario, di magnitudo pari a quello post secondo conflitto
mondiale, per le infrastrutture liguri, sia ferroviarie che stradali”.
“È necessario -prosegue- mettere in campo un piano che travalichi il rapido
completamento del Terzo Valico e che comprenda sin da subito, sempre restando
in ambito ferroviario, il raddoppio della Ferrovia con la Francia e della
Ferrovia Pontremolese.
Per quanto riguarda le autostrade, queste vanno assoggettate ad imponenti
lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, che arrivino anche alla
definizione e realizzazione di tratte alternative che sostituiscano quelle
maggiormente inadeguate per progettazione e conservazione.
Il nuovo Morandi e la Gronda sono indispensabili, ma come rivelano le
tragiche vicende di questi giorni, non sufficienti. La Liguria potrà rialzare
la testa solo quando sarà dotata di una rete viaria e ferroviaria all’altezza
del proprio ruolo nell’economia italiana”.

“Le risorse -conclude il presidente Laghezza- ci sono, occorre mobilitarle
nella consapevolezza che il crollo del Morandi e le vicende di questi giorni
sono solo il primo segnale dell’isolamento che, in assenza di interventi
risolutivi, ci attende in futuro”.

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Conferenza del traffico e della
circolazione Aci

ROMA – Lo spunto per la 74ma Conferenza del traffico e della circolazione, è
partito dallo studio realizzato da Fondazione Caracciolo–Centro studi
dell’Aci, Enea e Cnr “Per una transizione energetica eco-razionale della
mobilità automobilistica”.

Lo studio evidenzia come grazie agli sforzi congiunti tra industria dell’auto
e dell’energia, e ai significativi risultati già conseguiti dai veicoli

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benzina e diesel in fatto di riduzione delle emissioni inquinanti, l’Italia
riuscirà a sfiorare l’obiettivo 2030 di ridurre a 49 milioni di tonnellate di
CO2 equivalenti le emissioni di “gas serra”, in uno scenario tendenziale che
non prevede politiche incentivanti.
Il settore automobilistico, infatti, contribuirà per 54,5 Mt di CO2 eq,
sforando l’obiettivo solo dell’11%. Per ridurre i 5 milioni di tonnellate di
CO2 eq in eccesso, occorrerà, invece, adottare politiche che incentivino la
sostituzione dei mezzi di trasporto più vecchi e più inquinanti, sia pubblici
che privati, e promuovano il trasporto pubblico e la mobilità condivisa e
ciclopedonale.

“Lo studio ci consegna un chiaro e reale scenario sul futuro della nostra
mobilità” ha dichiarato il presidente Aci, Angelo Sticchi Damiani. “Grazie
alla costante evoluzione delle tecnologie, alla naturale crescita
dell’elettrificazione dei veicoli e alle spontanee scelte del mercato,
progressivamente e senza forzature, è possibile raggiungere una nuova
mobilità sostenibile, che salvaguardi il diritto universale alla mobilità,
specie nelle aree metropolitane, e garantisca un significativo miglioramento
della qualità dell’aria e la tenuta del forte settore automotive italiano. La
transizione eco-razionale della mobilità -ha proseguito- consentirà di
raggiungere il contenimento delle emissioni di C02 su livelli prossimi agli
obiettivi fissati dall’Europa al 2030. Un’ulteriore auspicabile accelerazione
di questo percorso potrà arrivare dal sostegno a rottamare le vecchie auto da
Euro 0 a 3, le più inquinanti, con auto più sicure e avanzate, quali,
ovviamente, le ultimissime Euro 6d e come anche le recenti e più accessibili
Euro 4 e Euro 5.”

Tra gli interventi, anche quello del ministro delle Infrastrutture e dei
Trasporti, Paola De Micheli che, scusandosi per il ritardo dovuto
all’incontro urgente per la riapertura dell’A26, ha sottolineato come dal Mit
si debbano dare risposte non solo sul fronte normativo ma anche su altri due
aspetti. “Dobbiamo dare -ha detto- un indirizzo chiaro sul fronte degli
investimenti infrastrutturali e indicare le linee guida sulle quali vogliamo
investire mettendo a disposizione le risorse per trasformare la mobilità in
ambientalmente e socialmente sostenibile”.

L’aumento delle persone e delle merci, infatti, determina difficoltà nei
grandi centri urbani e nei nodi di svincolo come i porti, cosa che provoca

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                                  2020 -
18 Giugno 2020 -

non solo un effetto sull’ambiente, ma anche sul peggioramento della qualità
della vita delle persone.
“Stiamo lavorando su importanti misure per il trasporto pesante, è vero,
diminuiamo gli incentivi però ne introduciamo di potenti, quasi 100 milioni,
per il cambio mezzi”.
Questo aspetto è fondamentale non solo sotto il profilo ambientale, ma anche
per la competitività delle imprese perchè “abbiamo Paesi che non sono più
disposti ad accettare mezzi Euro 3 o Euro 4 che transitano nelle loro
strade”.
In tutto questo, sottolinea la De Micheli, ci sta la sicurezza, non un tema
collaterale alle decisioni, ma che viene prima, durante e dopo, anche quando
si parla di infrastrutture: ”Spesso in passato è stata trascurata, oggi
vogliamo invece che ogni azione sia orientata a una manutenzione che metta in
campo gli strumenti perchè sia garantita la sicurezza”. Per un intervento
serio, ha concluso, servono almeno 5 anni, cosi come la scelta di aprire un
cantiere che deve avvenire una volta “ sicuri che la progettazione è
all’altezza dei target per non doverci tornare dopo”.

A prendere la parola dopo la De Micheli, è stato il presidente del Consiglio
Giuseppe Conte: “Siamo a lavoro da una parte per il progetto “green new deal”
per un Paese più verde, digitalizzato e connesso, ma con la consapevolezza
che dobbiamo stare attenti a progettare la svolta e orientare il sistema
produttivo con grande lungimiranza. Se sbagliassimo i tempi degli interventi,
rischieremmo di rendere inefficace il tutto e pregiudicare sistema
produttivo”.

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