Fedepiloti al Genoa Shipping Week

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Fedepiloti al Genoa Shipping Week
31 Marzo 2021 -

Fedepiloti al Genoa Shipping Week

ROMA – Anche la Federazione Italiana Piloti dei Porti parteciperà al prossimo
Genoa Shipping Week, in programma da oggi e fino al 30 Giugno.

Il Consiglio direttivo di Fedepiloti sarà presente per tornere a riunirsi, a
due mesi dall’Assemblea nazionale di Aprile a Roma, e per prendere parte,
venerdì 28, dalle 9 alle 13 a Palazzo Ambrogio Di Negro in Banchi, alla
conferenza sulla “Maritime Safety: la sicurezza della navigazione e delle
attività in ambito marittimo e portuale”.

Un tema composito che vedrà confrontarsi progettisti, operatori della nave,
gli enti preposti alla regolamentazione del traffico e della sicurezza
marittima. Un’attenzione particolare, anche alla luce degli ultimi eventi

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(Venezia ed Ancona su tutti), verrà rivolta ai movimenti interni al porto e
alla fase di approccio alle banchine e all’ancoraggio.

Dopo la sessione d’apertura dedicata all’Agenzia europea per la sicurezza
marittima (Emsa), ne seguirà una generale durante la quale prenderà la
parola, tra gli altri, anche il presidente della Federazione, Francesco
Bandiera, cogliendo lo “slogan” lanciato dagli autorevoli relatori
intervenuti proprio in Assemblea, “Senza sicurezza non c’è sviluppo!”.

“In un mondo che vuole essere sempre più globale, più veloce e produttivo –
sottolinea Bandiera -, la sicurezza delle persone, dell’ambiente e dei beni
non può accettare compromessi. Buone pratiche di comunicazione operativa,
prevenzione dei rischi e addestramento del personale, faranno sempre di più
la differenza tra il business sostenibile e quello fine a se stesso!”.

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”La piattaforma Europa si deve fare”

LIVORNO – Riceviamo dal presidente della Cpl, Enzo Raugei, una netta presa di
posizione in merito alla polemica che in questi giorni sta opponendo il
Terminal Darsena Toscana al Terminal Lorenzini.

”Preso visione degli articoli apparsi sulla stampa locale e non, relativi
alle problematiche del porto di Livorno con particolare riferimento alla
piattaforma Europa, mi sento in dovere di intervenire perché appare concreto
il rischio che il progetto venga messo in discussione, sento farsi avanti
molti “se”, “ma” “a patto che”, io credo che prima di tutto la piattaforma
Europa si deve fare ed Enti, Istituzioni e Autorità debbono mettere al primo
posto le condizioni perché questo avvenga, sarebbe un delitto imperdonabile
per la città di Livorno, per le giovani generazioni, rinunciare ad un simile

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volano di sviluppo che creerebbe centinaia di posti di lavoro e farebbe di
Livorno un porto centrale per l’intero bacino mediterraneo, diversamente
Livorno sarebbe destinata ad un inesorabile declino anche in quella che è
rimasta come l’unica attività di una certa dimensione, ancora viva.

Dopo aver speso fiumi di parole, un numero di ore incommensurabili per studi,
dibattitti e confronti pensare, anche solo lontanamente, di rimettere tutto
in discussione è una cosa inqualificabile. Riprendo una frase dichiarata dal
presidente di Federagenti Gian Enzo Duci, del quale condivido molto anche ciò
che ha dichiarato sulla belt and road, che cita: ’Lo scalo labronico sarebbe
potuto diventare il primo porto d’Italia, l’asso pigliatutto, perché è
l’unico oggi in grado di servire contemporaneamente le due direttrici del
Brennero e del Gottardo, avendo un impianto ferroviario con le sagome
corrette’ e ancora ’L’autolesionismo del sistema livornese ha fatto sì che
Livorno non si sia potuto affermare come competitor di livello anche nei
confronti degli stessi scali portuali del Nord Europa. È un vero peccato’.

Il problema – prosegue Raugei – è che Livorno è diventato il palcoscenico di
una guerra nella quale i livornesi non c’entrano quasi nulla. In uno degli
interventi viene richiamata una intesa, a cui è seguita una delibera di
giunta della Regione Toscana, quasi a significare che quell’atto avesse come
conseguenza naturale il potenziamento del Terminal Lorenzini. Credo sia
giusto specificare che quell’intesa è dell’Aprile del 2014 nella quale si
elencano una serie di interventi immediati per il porto di Livorno, ma con
preciso ed inequivocabile riferimento al Piano Regolatore Portuale,
successivamente approvato. In tale intesa/delibera si fa riferimento ad un
impegno della linea armatoriale MSC di incrementare i propri traffici in
import/export di contenitori in ordine al 40% dei volumi, in cambio di una
serie di interventi e opere (tunnel sottomarino, illuminazione e dragaggio
del canale di accesso per aumentare la manovrabilità, ove possibile una
riduzione dei servizi tecnico-nautici).

Nella delibera non è scritto da nessuna parte che per realizzare l’intesa si
deve potenziare il Terminal Lorenzini (contro il quale non ho assolutamente
nulla da dire) anzi si fa specifica menzione che MSC è primario cliente del
porto di Livorno e che risulta (all’epoca) cliente del terminal TDT e
Lorenzini.

Quindi la Regione Toscana ha agito in piena legittimità di Ente pubblico che

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si è fatto promotore di iniziative tese a rafforzare la presenza di un
cliente importante sul porto di Livorno, nell’ottica di quanto avrebbe
previsto il Piano Regolatore Portuale in ordine alla realizzazione della
piattaforma Europa. Un’altra riflessione che mi viene spontanea è che il
progetto piattaforma Europa ha passato l’esame della spending review in
quanto trasferimento a mare delle attività di terminal contenitori e non come
‘nuova infrastruttura terminalista’, quindi l’idea di pensare ad un futuro
che vede Livorno con due terminal contenitori è pura follia, mettere in
predicato la realizzazione della piattaforma Europa rispetto a chi pensa di
realizzare il proprio ‘terminalino su misura’ credo non stia né in cielo né
in terra.

Le preoccupazioni rispetto a definire, giustamente prima, le ricadute sul
territorio e comunque le convenienze socio-politiche conseguenti alla
realizzazione di una tale opera vanno percorse ma ovviamente non debbono
essere ostative alla realizzazione, i livornesi sanno farsi valere, è un
popolo coriaceo come gli scogli della sua costa e comunque un’opera di tale
dimensione non potrà mai portare lavoro precario, al contrario penso che
porterà lavoro sempre più professionalizzato e qualificato.

Dubbi quindi – conclude il presidente di Cpl – non debbono essercene, si
rispettino le regole e gli atti di pianificazione previsti dal Piano
Regolatore del Porto. I tempi attuativi dovranno consentire a tutti di
continuare a fare il proprio lavoro e a creare le condizioni alternative per
le eventuali delocalizzazioni. Credo di poter interpretare il pensiero di
tantissime famiglie che traggono di che vivere dall’attività portuale, oggi
prendiamo atto dalle dichiarazioni di Giulio Schenone che c’è un progetto
presentato in Autorità di Sistema portuale si parta da li per gareggiare o
trovare, come io auspico, accordi ma imperativo deve essere di fare la
piattaforma Europa”.

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MedCruise Awards domani a Genova

GENOVA – Si terrà domani a Genova la prima edizione dei MedCruise Awards.

Nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, verrà celebrato uno dei
principali eventi dell’industria crocieristica organizzato in collaborazione
con uno dei soci fondatori dell’associazione, il porto di Genova.

Lo scalo, oggi amministrato dall’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure
occidentale, fa parte di un sistema portuale ormai riferimento per il settore
crociere nel cuore del Mediterraneo.

Parteciperanno ai MedCruise Awards i soci membri dell’associazione,
professionisti del settore, responsabili delle principali linee di
navigazione nonché rappresentanti della stampa internazionale.

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Saranno premiati le compagnie, le organizzazioni e i professionisti che sono
impegnati attivamente nel settore crocieristico nell’ambito del Mar
Mediterraneo e aree limitrofe promuovendo una crescita sostenibile.

Questa prima edizione riunisce differenti categorie e differenti giurie
composte dai massimi esperti del settore. Mentre alcuni premi sono stati
assegnati in base all’opinione dei giurati, altri sono stati assegnati in
base a dati oggettivi.

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Grande successo del Salone Nautico
Venezia

VENEZIA – Ieri si è chiuso il sipario sul Salone Nautico Venezia, con estrema
soddisfazione di organizzatori, espositori e pubblico.

Gli obiettivi delle premesse, riassunti nel claim che ha animato la settimana
“L’arte navale torna a casa”, sono stati raggiunti con piena soddisfazione.
Il Salone Nautico Venezia entra a pieno titolo nel novero delle
manifestazioni dedicate alla nautica da diporto da visitare. E lo fa con un
approccio nuovo, dimostrando una forte vocazione culturale, come merita il
luogo che lo accoglie.

I visitatori sono rimasti stupiti dalle atmosfere e non poteva essere
diversamente: l’arte dei camuffi che dal 1200 ha popolato i muri, i moli e il
bacino si sente ancora. Durante il Salone, nelle diverse sedi dedicate ai
convegni, si sono svolti 43 incontri in cui è stato possibile discutere tutti
gli aspetti della navigazione: dall’ambiente alla sostenibilità, allo yacht
design, accompagnati da 8 mostre sui temi della nautica, del mare e del
trasporto.

Come ha dichiarato il sindaco Luigi Brugnaro: “Venezia è tornata regina dei
mari nel senso culturale più aperto possibile. Abbiamo mostrato le nostre
capacità nel design e nell’architettura della costruzione, recuperando anche
le attività tradizionali”.

La manifestazione ha posato una prima pietra solida, importante, segnando un
totale cambio di passo e di marcia rispetto al passato delle manifestazioni
dedicate al diporto che non erano riuscite a uscire dalla dimensione locale.

L’Arsenale vive: arte con la Biennale e arte navale con il Salone Nautico
Venezia. Una nuova vita che merita in pieno: è un pontile verso il futuro
dell’Adriatico e del Mediterraneo. Una risposta alle esigenze dei cantieri
che hanno le loro unità produttive in Adriatico, a chi naviga percorrendo il
corridoio turistico che da Venezia porta a Istanbul passando per la Croazia,
il Montenegro, l’Albania, la Grecia.

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Un Salone che non c’era e che servirà al futuro della nautica da diporto,
sviluppando anche il tema delle propulsioni ibride ed elettriche.

La nautica da diporto italiana è un settore industriale di grande qualità, un
ambasciatore del made in Italy, che ha un valore aggiunto di 11,8 miliardi di
euro che ha segnato una crescita dell’8,9% tra il 2015 e il 2018.

La regione Veneto è recentemente cresciuta intensamente infatti se la
Lombardia con 2,2 miliardi di euro è al primo posto, il Veneto è al secondo
con 1,57 miliardi.

Nei prossimi giorni, dopo una accurata valutazione e consultazioni con gli
espositori e gli operatori coinvolti, saranno comunicate le date della
prossima edizione e le novità per il 2020.

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Primo scalo di “Troy Seaways” a
Trieste

TRIESTE – Dopo “Ephesus”, è arrivato “Troy”. Nel pomeriggio di ieri (domenica
23 Giugno) intorno alle 18, ”Troy Seaways” ha effettuato la sua prima toccata
al terminal Ro-Ro di Trieste, ai comandi del capitano Ercan Cilli.
Si tratta del secondo dei sei “mega” traghetti merci dell’armatore DFDS
previsti in attività sulla linea che collega Trieste alla Turchia.

”Troy Seaways” ha 60.465 tonnellate di stazza lorda (38.119 tons la stazza
netta), è lunga 237 metri e larga 33 metri. Partita dal terminal ro-ro di

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Pendik (Istanbul) con 522 unità di carico, ha concluso a Trieste il suo
viaggio inaugurale, sbarcando circa 490 unità di carico.

Dopo le operazioni di imbarco eseguite in mattinata, in serata è prevista la
partenza per Pendik.

Dopo la “Ephesus Seaways” che ha compiuto il suo viaggio inaugurale lungo la
stessa rotta a metà Marzo, questa è la seconda nave DFDS di tale stazza che
scala il porto di Trieste.

Il presidente della Samer & Co. Shipping, Enrico Samer ha espresso ”grande
soddisfazione” per aver accolto ”la ro-ro Troy Seaways. Il secondo traghetto
di queste dimensioni conferma il ruolo sempre più centrale del terminal ro-ro
del porto di Trieste”.

“Come la Ephesus Seaways, anche questa nave è estremamente avanzata dal punto
di vista tecnologico e della sicurezza marittima. Essa garantisce maggiore
efficienza e una capacità di carico quasi doppia rispetto alle navi
tradizionalmente impegnate sull’Autostrada del mare Trieste/Turchia”.

Troy Seaways – così battezzata da DFDS, che ha scelto di nominare le nuove
navi dedicate alla rotta Turchia-Trieste celebrando i siti archeologici
turchi che sono Patrimonio dell’Unesco – è la seconda di una nuova flotta di
sei traghetti merci ad alta capacità di carico.

La disposizione interna dei ponti e delle tre rampe di accesso permette di
ridurre in maniera considerevole i tempi di carico e scarico. La nave è
equipaggiata con sistemi anti – inquinanti di ultima generazione con
l’obiettivo di ridurre le emissioni, in particolare quelle di ossido di
zolfo, ed è già in regola con le nuove normative Imo che entreranno in vigore
dal Gennaio 2020.

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Ports of Genoa: accordo su servizi
ferroviari

GENOVA – L’ Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure occidentale e Rfi
hanno messo a punto gli elementi finali per l’accordo di interoperabilità tra
la Pic (Piattaforma Integrata di Circolazione) e il Pcs (Port Community
System).

Grazie a tale interoperabilità si potrà gestire ed anticipare, tramite un
dialogo telematico strutturato ed organizzato, una serie di informazioni e
documenti, quali ad esempio la posizione del treno sulla rete, da sempre

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ritenuti particolarmente “pregiati” da parte dell’utenza portuale.

L’accordo, condiviso con le imprese ferroviarie operanti negli scali del
Sistema si inquadra in una più ampia strategia di sviluppo delle componenti
infrastrutturali e immateriali di ultimo miglio ferroviario che rappresentano
un elemento chiave per lo sviluppo futuro delle attività portuali.

AdSp e UIRNet (soggetto attuatore unico del Mit per la realizzazione e la
gestione della Piattaforma logistica nazionale) in cooperazione con i vari
stakeholders coinvolti, stanno da tempo sviluppando un progetto di
digitalizzazione, automazione e riorganizzazione del processo ferroviario
portuale.

Il progetto nasce dall’esigenza di intervenire in un settore che, almeno a
livello portuale, risulta ancora poco evoluto sotto il profilo dello scambio
informativo.

Scopo del progetto è una migliore programmazione e gestione delle operazioni
ferroviarie di tutti gli attori coinvolti nella filiera, finalizzata ad un
aumento della competitività del trasporto ferroviario ed intermodale da/per
il porto, in una logica di allargamento inland del bacino di traffico del
sistema portuale.

Il complessivo progetto del nuovo “modulo ferroviario” beneficerà anche di
fondi europei Cef nel quadro del progetto E-Bridge (coordinatore Mit) e si
fonda sull’interoperabilità con i differenti sistemi Ict ferroviari per uno
scambio organizzato di dati e documenti che riguardano l’intera filiera.

Più in prospettiva le attività progettuali comprenderanno lo sviluppo della
gate automation ferroviaria con l’obiettivo di offrire agli operatori la
possibilità di beneficiare di procedure logistiche e doganali evolute, quali
ad esempio il pre-clearing ferroviario.

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Ue premia Regione Toscana con 47,5 mln

FIRENZE – Anche il Programma operativo del Fondo Europeo di Sviluppo
Regionale (Por Fesr) toscano è stato premiato dalla Commissione europea con
47,5 milioni di euro per i risultati ottenuti al 31 Dicembre 2018. Si tratta
della terza premialità conquistata dalla Regione Toscana nel mese di giugno
dopo i 57 milioni del Programma di Sviluppo Rurale e i 44 milioni di euro del
Fondo Sociale Europeo.

La riunione del Comitato di sorveglianza del programma, tenutasi a Firenze,
ha infatti attestato il raggiungimento dei target di realizzazione intermedi
previsti dal programma per il periodo 2014-2020, sia per quanto riguarda
l’attuazione fisica che finanziaria, e conferma la capacità di spesa dei
fondi europei della Regione Toscana, una tra le regioni italiane più

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virtuose. Dall’inizio del Programma (Luglio 2014) fino a tutto il 2018 sono
stati finanziati 3.621 progetti, per un totale di 638,9 milioni di risorse
stanziate che rappresentano l’81% della dotazione totale del Por.

”Il premio da 47,5 milioni – che permette di mantenere la dotazione
complessiva del programma di 792,4 milioni – contribuirà ulteriormente alla
crescita e allo sviluppo dell’economia e del territorio toscano”, ha
dichiarato il presidente Enrico Rossi. ”Il Por Fesr, è infatti il principale
strumento di programmazione delle risorse e degli interventi per una crescita
intelligente, sostenibile e inclusiva. In Toscana finanzia e supporta gli
investimenti in innovazione, crescita, competitività, sostenibilità
ambientale e nella valorizzazione della coesione sociale. Mi piace infine
sottolineare – ha concluso – come in appena tre settimane la Commissione
abbia premiato i tre maggiori Programmi europei della Regione. Si tratta di
un attestato importante che certifica e dà lustro al lavoro serio e
professionale della pubblica amministrazione regionale”.

Durante il Comitato di sorveglianza si è anche discusso dei negoziati in
corso per il prossimo periodo di programmazione 2021-2027. A Maggio 2018 la
Commissione europea ha infatti pubblicato le proposte dei regolamenti e del
quadro finanziario pluriennale per il prossimo settennato.

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APM Terminals a Genoa Shipping Week

VADO LIGURE – Anche APM Termials Vado Ligure parteciperà alla quarta edizione
della Genoa Shipping Week, in programma a Genova dal 24 al 30 Giugno che
riunisce operatori portuali, marittimi e logistici provenienti da tutto il
mondo.

La prossima settimana la città della Lanterna ospiterà iniziative,   eventi
divulgativi e approfondimenti tecnici rivolti al settore e pensati   per
promuovere la cultura portuale in città: workshop e seminari, open   day di
storiche realtà portuali, momenti istituzionali, serate di gala ed   eventi
sportivi per favorire le relazioni e il networking.

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In particolare, nell’ambito di questa importante manifestazione, APM
Terminals Vado Ligure è Silver Sponsor della undicesima edizione di
”Port&ShippingTech”, la main conference in programma i giorni 26, 27 e 28
Giugno, forum internazionale sull’innovazione e la cooperazione per lo
sviluppo del cluster marittimo del Mediterraneo.

APM Terminals parteciperà attivamente al forum con due interventi:

#Technology trend del settore marittimo-portuale che si terrà giovedì 27,
dalle ore 9 alle 18 nella Sala del Capitano a Palazzo San Giorgio. Raffaello
Cioni, Chief operating officer presenterà la sua relazione ”Innovazione
tecnologica nel nuovo terminal Vado Gateway”.

Il giorno dopo, venerdì 28, invece, Claudio Costa, Head of Health safety
security environment, parlerà di ”Safety Differently” nell’ambito di
#Maritime safety: la sicurezza della navigazione e delle attività in ambito
marittimo e portuale, dalle 9 alle 13 nel Salone di Rappresentanza del
Palazzo Ambrogio Di Negro in Banchi.

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AdSp incontra operatori di Venezia e
Chioggia

VENEZIA – Una delegazione composta da una trentina di rappresentanti e
operatori delle comunità portuali veneziana e chioggiotta ha incontrato il
presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico
settentrionale, Pino Musolino e il segretario generale, Martino Conticelli.

Nel corso dell’incontro privato si è tenuta una discussione particolarmente
costruttiva su alcuni dei temi più urgenti che interessano sia i traffici
mercantili sia quelli passeggeri di entrambi gli scali lagunari.

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Traffici

A questo proposito, i presenti sono stati concordi nell’affermare con forza
la necessità di sostenere la vocazione commerciale-industriale di entrambi i
porti lagunari a fianco e in sinergia con la vocazione turistica, nella
convinzione, sostenuta dai dati e dai recenti accordi e operazioni
finanziarie – commerciali, che sia il porto di Venezia sia il porto di
Chioggia possono e devono continuare a crescere in termini di competitività
internazionale sul fronte dei traffici – particolarmente nei settori delle
rinfuse, container, project cargo e ro-ro – esprimendo appieno la loro
predisposizione eminentemente multi-purpose e sfruttando le possibilità
offerte dalla nuova Via della Seta.

Grandi navi

L’incontro si è rivelato un’utile occasione per aggiornare gli imprenditori e
i gestori presenti sulle recenti riunioni ministeriali in tema di grandi navi
e sui possibili risvolti per il porto di Chioggia, nell’eventualità che Val
da Rio si rivelasse la località prescelta per il nuovo terminal
crocieristico. Sempre su Chioggia, il presidente ha ricordato che la
questione “impianto Gpl” può, a questo punto, trovare una soluzione solo a
Roma, dove il Mit e il Mise devono istituire delle commissioni autorizzative
che possono intervenire decidendo nel merito.

Dragaggi

La discussione si è poi concentrata sul tema fondamentale dell’escavo dei
sedimenti che interessa tutte le attività di dragaggio manutentivo dei canali
portuali di Venezia e di Chioggia. La posizione condivisa dai presenti è che
serve una forte accelerazione per superare l’attuale situazione di impasse
provocata dalla mancata sostituzione del cosiddetto “Protocollo fanghi”, un
documento redatto nel 1993 e che oggi non è in grado di garantire la
necessaria operatività, particolarmente in riferimento a una laguna che ha
progressivamente modificato i profili dei sedimenti, oggi molto meno
inquinanti di quanto riscontrato negli scorsi decenni.

Questa discrepanza si ripercuote sulle manutenzioni ordinarie del porto che
diventano economicamente insostenibili, poiché i fanghi dragati devono essere
spesso trattati come pericolosi rifiuti speciali, anziché essere utilizzati

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per ricostituire le barene e ripianare le casse di colmata.

Inoltre, è stata riaffermata l’urgenza del problema del conferimento dei
sedimenti: i siti normalmente utilizzati hanno ormai una capacità residua
quasi nulla e occorre individuare subito nuove aree dedicate a quest’attività
che è continua e fondamentale per il mantenimento dell’operatività degli
oltre 60 km di canali portuali gestiti dall’AdSp.

Piani regolatori portuali

La discussione ha toccato anche il tema del nuovo DPSS, il Documento di
Programmazione Strategica di Sistema, in fase di redazione e che sarà
prodromico poi alla revisione dei Piani regolatori portuali di entrambi i
porti lagunari. La definizione precisa delle aree con funzione di interazione
porto-città è, a seguito della riforma del 2016, un passo fondamentale per
poi procedere a finalizzare i due Prp, per questo l’AdSp sta interagendo con
le amministrazioni comunali competenti al fine di giungere a un’intesa in
tempi rapidi, permettendo di progettare e rilanciare al più presto lo
sviluppo delle aree portuali.

Nuova Compagnia Lavoratori Portuali

Sul tema della vertenza sindacale che interessa la Nuova Compagnia Lavoratori
Portuali, l’AdSp ha ribadito l’impegno costante nel tentare di ricomporre il
contrasto in seno alla cooperativa, per quanto l’ordinamento non permetta
all’Autorità di intervenire direttamente nelle questioni finanziarie e
interne della società ma consenta solo di svolgere un ruolo di regolatore,
controllore e, in questa fase, di “stanza di compensazione” per le parti
interessate.

Terminal di Fusina

Il presidente Musolino, infine, ha condiviso con i presenti gli ottimi
risultati registrati nell’ultimo anno da tutti i comparti dei porti lagunari
che impiegano oltre 19.000 lavoratori complessivamente. Un focus particolare
è stato dedicato al terminal di Fusina e al traffico ro-ro e ro-pax che
continua a crescere a doppia cifra e che promette un ulteriore raddoppio
dell’attività con la prossima entrata in funzione della seconda darsena.

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Porto di Trieste e la Via della Seta

TRIESTE – Giuseppe Nicoli, capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale
del Friuli Venezia Giulia, ha espresso alcune preoccupazioni sulle ricadute
che la ”Belt & Road Initiative” (B&R) potrebbe avere sul porto di Trieste.

”Nessuno sembra più preoccuparsi – dichiara – del destino del porto di
Trieste nell’ambito degli accordi Italia-Cina, mentre Forza Italia continua a

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manifestare forti perplessità: le vaghe risposte del governo Conte in merito
non fanno che rafforzare le nostre convinzioni, che ci avevano portati, a
marzo, a depositare una mozione in consiglio regionale di contrarietà alla
Nuova Via della Seta”.

Il viceministro dello Sviluppo economico Dario Galli, rispondendo a
un’interrogazione del senatore Franco Dal Mas (Forza Italia) – continua
Nicoli – ha ripercorso gli obiettivi della partnership tra Italia e Cina,
ricordando le intese già sottoscritte, ma nello specifico, sul porto di
Trieste e altri scali nazionali ha sottolineato che ”non sono citati nel
memorandum, essendo soggetti autonomi che possono definire appositi programmi
e progetti di cooperazione con la controparte cinese nei tempi e nei modi che
riterranno opportuni. Una risposta – osserva il consigliere regionale – da
cui traspare una programmazione inesistente, da parte del governo, sullo
sviluppo portuale locale”.

Nicoli ricorda che la mozione depositata a Marzo metteva in evidenza proprio
”i precedenti pericolosi di acquisizioni cinesi e di accordi con porti e
Autorità portuali europee”, ricordando il caso del porto del Pireo e le
tattiche cinesi di ”colonialismo economico nei confronti del Vecchio
continente”.
Senza dimenticare l’aggressiva politica di acquisizioni – parte della
strategia B&R – avviata da anni in Africa e Asia: ”Non vogliamo – continua
Nicoli – che la comunità regionale un giorno si ritrovi depredata delle sue
infrastrutture più importanti, nel nome dello sviluppo di accordi dai quali
ancora, a tre mesi dalle firme, non sappiamo con esattezza che conseguenze
attenderci”.

Nel testo della mozione forzista – primo firmatario lo stesso Nicoli – si
osserva quanto la partita sia fondamentale per il Friuli Venezia Giulia e in
particolare per Trieste, ”in quanto con l’occasione del Porto Franco vi è la
possibilità per le aziende italiane di rilanciare l’economia e quindi è
interesse della comunità regionale arginare il nuovo colonizzatore, il quale
dopo aver distrutto la microeconomia del nostro Paese, andando a rilevare i
piccoli negozi e vendendo prodotti sottoprezzo schiavizzando la manodopera
cinese, ora vuole impadronirsi della grande economia e sfruttare l’enorme
quantità di capitali a disposizione del Politburo cinese e comprare il porto
di Trieste, visto da Pechino come la testa di ponte per l’assalto cinese

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all’Ue”.

Il mercato europeo ”verrebbe letteralmente demolito – conclude la mozione –
dall’arrivo delle merci del Dragone, che riesce a essere maggiormente
competitivo risparmiando sui costi sociali dell’attività economica e
rovinando la società non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sotto
il profilo umano, dove le parole ’diritti umani’ non sono incluse nel
vocabolario mandarino”.

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