La sacra rappresentazione del rivive - Cronache Salerno
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
La sacra rappresentazione del “Cristo ‘ncroce” rivive stasera alle 19 a Maiori di Monica De Santis Con le voci recitanti di Alfonso Liguori, Nicola Mansi, Giovanni Lembo, Angela Di Lieto, Maria Claudia Di Lauro, Anna Capone, Martina Marciano, e l’interpretazione di Antonio Del Pizzo, Trofimena Sarno, Alessia Sarno, Alfonso Di Bianco, Nazario Di Bianco, Maurilio Taiani, Raffaele Scannapieco, rivive oggi alle 19 a Maiori il grande dramma del Calvario che ispirò poeti, musicisti, pittori ed artisti di ogni genere e di ogni epoca: la Passione di Cristo. Una rievocazione in modalità digitale come richiede il momento, messa in scena per continuare a tenere vive le tradizioni della cittadina costiera, nonostante tutto. Una rievocazione digitale promosso dal Maiori Festival con l’Associazione Atellana di Maiori, l’Associazione Dancing in the Moonlight di Maiori, l’Associazione A Croce e’Majur, il Forum dei Giovani di Maiori e l’Associazione gruppo teatrale “La Ribalta” di Ravello e resa possibile anche grazie al patrocinio del Comune di Maiori. Anche le tradizioni più radicate della Pasqua, saranno rivoluzionate dalle misure per il contenimento e la gestione dell’emergenza sanitaria da COVID-19, ma saranno mantenute grazie alle tecnologie e i media. Lungo i vicoli caratteristici e i luoghi autentici della Città di Maiori, nella cornice del quartiere Lazzaro e del Casale dei Cicerali rinasce la Sacra rappresentazione dal titolo “Cristo ‘ncroce”. Le emozioni e i momenti di fede verranno mostrati grazie all’ausilio dei media attraverso un cortometraggio realizzato dal giovane regista maiorese Walter Della Mura con la regia di Costantino Amatruda. Le scene verranno supportate dalle voci recitanti degli attori di “Atellana” e del gruppo teatrale “La Ribalta” di Ravello, i quali daranno vita al dramma della
Passione di Cristo attraverso il registro linguistico del popolo. Infatti, saranno drammatizzati i momenti più salienti della via Crucis in dialetto napoletano dell’800: il Vangelo di Matteo assumerà toni più cupi grazie alle voci degli ultimi, degli emarginati, al fine di sentire più vicino a loro la figura di Cristo, consolatore delle loro afflizioni. Il cortometraggio verrà accompagnato da musiche evocative del patrimonio polifonico rinascimentale e commistionato con l’ancestrale canto dei battenti di Maiori che portano avanti una tradizione ormai ben radicata nel tessuto sociale del luogo. Sarà possibile vedere la Sacra rappresentazione “Cristo ‘ncroce”, sui canali Facebook e YouTube del Maiori Festival e sulla pagina ufficiale del Comune di Maiori. Come da antica tradizione, la Sacra rappresentazione è un evento che ogni anno sa impreziosirsi, per emozionare sempre di più. Viviamola con la speranza che questo momento difficile finisca quanto prima e il desiderio di un luogo migliore dove poter goderepienamente la bellezza e la gioia di vivere. Ogni scena è stata realizzata rispettando le normative vigenti in materia di contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Sulle tracce della Scuola Medica Salernitana di Monica De Santis Nuove attività patrocinate dall’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Salerno guidato da Nino Savastano. Nonostante la zona rossa non frena, questa stessa, stimola l’impegno del Centro per la Legalità della cooperativa sociale Galahad. Nell’ambito del laboratorio audiovisivo – educazione civica applicata che, salvo che in zona rossa, si svolge nei
locali del centro di aggregazione di Matierno, i giovani utenti stanno ora prendendo parte ad approfondimenti sulla storia e le origini della nostra città, soffermandosi sulle leggende del nostro territorio, con una particolare attenzione alla Scuola Medica Salernitana. Calandosi nei personaggi della Salerno antica e contando sui costumi artigianali realizzati ad hoc per ciascuno di loro, dunque, gli utenti del Centro studiano e interpretano i protagonisti del passato, scoprendo e promuovendo i tesori artistici e storici che caratterizzano la nostra città, al fine di conoscerli, valorizzarli e sensibilizzare la comunità tutta alla bellezza made in Salerno, attraverso la realizzazione e la diffusione di video tematici. Al via, dunque, i video storici realizzati in scenari naturali quali i luoghi simbolo della Salerno medievale, patrocinati dalle Politiche Sociali del Comune. Primo fra questi, il prodotto multimediale dedicato alla leggenda sulla nascita della Scuola Medica Salernitana, in occasione della candidatura del sito a Patrimonio Unesco. Notevole l’interesse, da parte non solo dei giovani salernitani, ma anche degli stranieri ospiti delle case famiglia del territorio che partecipano alle attività del Centro di Galahad. La zona rossa e le relative limitazioni, dunque, hanno rappresentato lo spunto per organizzare “gite” all’aperto nella Salerno antica, nel rispetto del distanziamento e delle norme anti-Covid: grazie a questa nuova esperienza dinamica, i giovani hanno acquisito conoscenze importanti e, come da mission del Centro per la Legalità, ora fungono da ambasciatori di saperi preziosi per la valorizzazione del nostro territorio. Va ricordato, infine, che nell’ambito dei laboratori creativi e sartoriali del Centro per la Legalità, gli stessi utenti continuano a realizzare souvenir e mascherine, molti dei quali ispirati proprio alla Scuola Medica, che vengono di volta in volta esposti presso il mercato coperto della Coldiretti, a Sant’Apollonia. L’intero ricavato delle creazioni artigianali viene, quindi, devoluto agli stessi utenti. L’impegno della cooperativa Galahad continua. Per vedere il video clicca sul
link: https://youtu.be/et4PlDdp-5Y Vito Nocera, la classe operaia, la politica e il futuro di Erika Noschese Lunedì 29 marzo alle ore 18,30 in video conferenza, con diretta FB e tramite i canali del proprio sito, l’Associazione Memoria in Movimento ha presentato il libro Senza Classe di Vito Nocera, uno dei maggiori esponenti della sinistra napoletana, fra i fondatori di Democrazia Proletaria e Rifondazione Comunista, molto presente nel dibattito pubblico. Il volume, è il racconto disincantato di un protagonista della sinistra e che in assenza dei risultati che si aspettava cerca di voler leggere la nuova società che fuori dai riferimenti sociali vede una politica compretamente assente è edito dall’associazione “Il quaderno Edizioni”. “Senza Classe è, insieme, la descrizione del lavoro di un tempo, oggi profondamente cambiato, e il tentativo di individuare le tracce del nuovo lavoro, del lavoro contemporaneo frammentato e precarizzato. Questo libro nasce dal tentativo di riflettere sulla condizione del lavoro contemporaneo fatto di estrema frammentazione e precarietà. Il lavoro oggi c’è ma, i protagonisti sono invisibili, privi di soggettività. Una situazione completamente differente rispetto a ciò che erano prima Napoli, l’Italia ma anche l’Europa. Non è un volume incentrato sul passato – ha continuato – offre spunti su come la nostra nazione possa tornare ad essere fondata realmente sull’attività lavorativa che, di sicuro in questi anni ha
subìto dei cambiamenti radicali, ma che resta comunque fondamentale ed essenziale. Il tema principale è la ricomposizione del lavoro, esercitato negli ultimi anni solamente nella sua accezione economica, abbiamo messo da parte la componente politica, basterebbe osservare con attenzione i conflitti urbani a Napoli o quello che sta accadendo in America, si tratta di una condizione disperata, priva di indirizzo reale, di una direzione precisa che, un tempo era tracciata dagli operai, come quelli di Bagnoli o Napoli Est. Una ricerca per contribuire alla ricostruzione di una coscienza di classe, cosa certo complicata e difficile. Ma il primo sciopero dei lavoratori Amazon, contro ritmi massacranti e sfruttamento, ci dice che non è una impresa impossibile”. Così Vito Nocera sul suo ultimo libro “Senza Classe”. L’evento è stato introdotto da Nello De Luca, in rappresentanza dell’associazione Memoria in Movimento. A discuterne con l’autore, Vito Nocera, Marcello D’Ambrosio, giornalista e ingegnere, i docenti universitari Vittorio Dini e Mario Raffa, e Piero Lucia autore tra le tante opere diversi volumi sulla storia dell’industrializzazione della nostra provincia. Il dibattito è stato moderato dalla giornalista Monica De Santis. Il teatro scuola viaggia sul “Tappeto volante” Domenico Corrado, è il direttore artistico della Tappeto Volante, una società specializzata nella creazione, progettazione, produzione, organizzazione e realizzazione di grandi eventi, di natura artistica spettacolare e culturale. Risulta essere una delle pochissime società italiane specializzate nel settore ‘servizi per lo spettacolo’,
fornendo difatti tutta quella serie di attività – segreteria organizzativa, ufficio stampa, comunicazione a livello locale, nazionale e internazionale – che garantiscono l’alto livello degli eventi da loro curati Il nome, ‘Tappeto volante’, solletica la nostra immaginazione con suggestioni da mille e una notte, ma come nasce tutto ciò? “Bisogna fare un po’ di ordine. ‘Tappeto volante’ è il marchio operativo con il quale la società di produzione ‘I mercanti d’arte’, in buona sostanza, lavora. La società ‘I mercanti d’arte’ nasce nel 1991 e da sempre si occupa della realizzazione di spettacoli site specific, ossia eventi che associano la valorizzazione del bene culturale nei quali questi vengono messi in scena alla spettacolarizzazione ad essi finalizzata. Abbiamo allestito, ad esempio, l’Eneide di Virgilio negli scavi di Ercolano; abbiamo portato Molière alla corte dei Borboni di Caserta; abbiamo portato Eduardo dal Rione Sanità al Palazzo reale di Napoli; l’Inferno di Dante nelle Grotte di Castelcivita; il Purgatorio nella Certosa di Padula; il Paradiso al Castello Arechi; l’Orlando furioso nel castello svevo di Rocca Imperiale. Insomma, questa è la specialità della nostra società, con la quale, però, ci occupiamo, in un’ottica di multitasking – se così si può dire – anche di editoria: pensa che nel ‘98 abbiamo dato alle stampe l’opera editoriale di Edoardo De Filippo a fumetti. Abbiamo, poi, organizzato – e organizziamo – degli eventi di natura turistico/spettacolare, come può essere, ad esempio la Bitus (Borsa Italiana del Turismo Scolastico e della Didattica non formale), la cui ultima e più recente edizione avrebbe dovuto essere quella salernitana dello scorso Ottobre, che, a causa dello scoppio della pandemia, è stata rinviata a data da destinarsi. Gestiamo il ‘Museo dell’orgoglio italiano’ a Sorrento, proponendo una mostra itinerante sulla vita e le opere di Leonardo Da Vinci che, tra le altre cose, abbiamo anche portato a Salerno tre anni fa, a Palazzo Fruscione col titolo ‘Leonardo Da Vinci, il genio del bene’, che ebbe un successo incredibile”. Un florilegio di iniziative davvero lodevoli e senza dubbio interessantissime il cui germe –
adesso siamo curiosi di saperlo – quando è stato depositato e perché? “Per rispondere a questa domanda, devo innanzitutto dirti che è dall’83 che faccio questo lavoro, quello dell’attore: ho frequentato la ‘Bottega Teatrale di Firenze’ di Gassman, ho lavorato con una serie di grossi personaggi: da Giorgio Strehler a Mario Pisciroli; da Armando Pugliese a Ugo Gregoretti. Sono stato diretto dai fratelli Giuffrè, da Mario Scarpetta; insomma: ho avuto il privilegio di partecipare a diverse esperienze teatrali le quali, ognuna di esse, mi hanno reso maggiormante consapevole delle possibilità offerte dal teatro, già trent’anni fa. Diciamo che però, il teatro, in quanto tale, già allora era vittima di quei meccanismi televisivi che piano piano hannpo spinto le persone ad assistere ad un qualsiasi allestimento non perché si trattasse, ad esempio, di un allestimento della Divina Commedia, ma, piuttosto, perché vi recitava, o era diretto, da un grande nome. Ecco quindi che, nella mia testa, prese a formarsi, a poco a poco, l’idea di metter su un gruppo di talenti che sì, portassero sulla scena comunque uno spettacolo teatrale degno di tale nome, ma che al posto del grande nome, fosse il luogo stesso in cui questo allestimento prendeva vita ad offrire quelle stesse suggestioni che, ad esempio, Muti trasferisce al suo pubblico quando dirige la terza di Beethoven. Quindi, sostanzialmente, niente grandi nomi, invero, ma vere e proprie esperienze in grado di coinvolgere il pubblico in un modo che, in teatro, seduto in poltroncina, non sarebbe stato possibile. In sintesi: quella di creare questa nuova formula di spettacolo site specific nasce dall’esigenza di voler intercettare una fetta di pubblico più grande e galvanizzata di quella che afferisce, solitamente, ad uno spettacolo teatrale tradizionale e dall’idea, poi, di dirottarne l’attenzione verso luoghi, come ad esempio le Grotte di Castelcivita, che meritano di essere valorizzati e fatti conoscere e praticare da un pubblico certamente più vasto ed eterogeneo di quello locale, regionale o persino nazionale. Eh sì, perché pensa che, ad esempio, dal 2006 ad oggi abbiamo registrato circa un milione di spettatori per i
soli allestimenti della Divina Commedia, ottocentomila dei quali non conoscevano le Grotte. Sono numeri, questi, che un pò ti spingono a riflettere sull’impatto che queste rapprsentazioni potrebbro avere nella comunicazione di un luogo al di fuori dei confini entro i quali è circoscritto”. C’è una voce, nel menù primario del vostro sito web, evidenziata in rosso che recita ‘Progetto scuole’. Abbiamo dato un’occhiatina approfondita alla brossura illustrativa delle iniziative contemplate per le scuole e dobbiamo dire di essere rimasti piuttosto sbalorditi da ciò che abbiamo appreso: da viaggi organizzati a spettacoli teatrali sino ad esperienze in realtà aumentata come, ad esempio, la “Pompeii Experience”: non si può certo dire che manchiate di adeguare la vostra offerta ai trend del momento. “Sì, perché pensa che sino a poco tempo prima dello scoppio della pandemia, con le nostre proposte intendevamo rivolgerci anche – e soprattutto – a una utenza dal respiro internazionale desiderosa di vivere delle esperienze sui generis ma che però presentassero delle caratteristiche che le rendessero appetibili sia in ambito scoalstico che in ambito turistico”. Lo scoppio della pandemia da Covid-19, nel 2020, immaginiamo abbia potuto nuocere non poco ai vostri progetti… “Assolutamente sì. Ma ciò non toglie che siamo, nonostante tutto, riusciti, anche in questo caso, a illuminare il lato oscuro della luna con una versione rivisitata del nostro ‘Inferno di Dante’ proponendolo in formula di webinar. Sono inoltre in cantiere una pluralità di progetti interessanti, fra cui, sicuramente, la BITUS di cui già ti accennavo prima; stiamo attuandoci per accedere una una serie di finanziamenti stanziati dalla Comunità Europea per aprire il primo ‘Museo della sabbia’ italiano in Campania. Infine, in collaborazione con il Mann di Napoli stiamo realizzando un docu-film dal titolo ‘Il viaggio di Dante in Campania’ per il quale ci avvarremo della professionalità di attori anche piuttosto noti perché recitino i versi di dante in alcune delle località più suggestive della Campania”. Gaetano Del Gaiso
Cinque giovani e la loro officina artistica. Compie un anno la casa di produzione cinematografica “Vitruvio Entertainment” di Monica De Santis Compie un anno l’officina artistica e casa di produzione cinematografica “Vitruvio Entertainment”. Il gruppo fondato da cinquesalernitani, Davide Bottiglieri (scrittore), Luigi Di Domenico (regista), Salvatore Parola (fumettista), Luigi Risi (fotografo), Danilo Napoli (attore), non ha avuto paura della pandemia e proprio in pieno lockdown, ha iniziato a muovere i primi passi riuscendo in questi 12 mesi davvero “diversi” a farsi conoscere, a suon di lavori e collaborazioni. La Vitruvio Enterteinment è una riproposizione in chiave moderna delle antiche botteghe rinascimentali, alveari di artisti, in cui studio, creatività, innovazione, disciplina e sperimentazione davano vita a molteplici forme d’arte. E i quattro fondatori sono davvero riusciti, in poco tempo, a dare vita a tutto ciò. Ben otto le partership siglate, tra cui il Picentia Short Film Festival, la Saggese Editori e la Brassotti Agency. Hanno partecipato a ..incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo, organizzato da Alfonso Bottone, in qualità di Main Partner. In occasione della XV edizione della kermesse letteraria, è stata affidata loro la comunicazione e il restyling dell’evento, dando così occasione alla Vitruvio Entertainment di mostrare subito la sua impronta. Booktrailer, presentazioni,
recensioni, book fotografici, cortometraggi e spot, sono solo alcuni dei servizi che l’officina artistica ha realizzato nell’arco dell’ultimo anno, tutti raccolti all’interno de Il Novelliere, il magazine online della Vitruvio Entertainment, distribuito gratuitamente ogni tre mesi su tutte le piattaforme. “Abbiamo aperto i battenti, consapevoli del momento storico, ma con la forte volontà di lanciare un messaggio di speranza e andare controcorrente.” commenta Bottiglieri “All’alba del primo compleanno, ci guardiamo indietro e siamo fieri del percorso fatto, una strada ben più lunga di quella che avevamo pronosticato: otto partner, oltre trenta progetti realizzati e tanti altri da portare a termine. Vogliamo dire grazie ai clienti che ci hanno scelto, ai collaboratori che ci affiancano e alle realtà con cui abbiamo siglato una partnership. È solo il primo anno, ma abbiamo fame di crescere e dire la nostra ancora e ancora. L’agenda è piena, Covid o non Covid, noi ci saremo. La nostra bottega rimarrà aperta e sarà sempre un avamposto a difesa dell’arte. Siamo contro l’idea della cultura come bene d’elite”, continua Bottiglieri, “ed è per questo che il nostro magazine è gratuito. Ogni copertina è un richiamo a una storica locandina cinematografica, al suo interno è possibile vedere i nostri ultimi lavori e qualche chicca, come la rubrica storica che abbiamo appena introdotto, con la preziosa collaborazione di Miguel Enrique Sormani.” È con questo spirito che è stato istituito il Premio delle Arti Vitruvio Entertainment, consegnato nel mese di ottobre al regista Francesco D’Antonio per il cortometraggio La triste vita del mago, in occasione della serata finale della rassegna Salerno inCortocircuito. Il riconoscimento è stato assegnato al lavoro che maggiormente si è avvicinato alla filosofia dell’officina artistica.
Dietro le quinte di un matrimonio con Rosy Landi di Monica De Santis Rosy Landi è la titolare da dieci anni della “Wedding & Events Planner”. Nei giorni scorsi ha ricevuto il premio Wedding Award 2021 per la categoria Wedding Planner. Un importante riconoscimento, sia per la sua carriera che per il suo grande lavoro e che l’accredita come uno dei migliori fornitori di nozze del Paese. Residente a Fisciano, ha scelto di aprire la sua attività a Salerno in Via Lungomare Trieste, 26, dopo aver lavorato per anni nel settore del catering… “Tutto è iniziato ai tempi dell’Università. In attesa di completare gli studi decisi di fare qualche lavoretto per guadagnare qualcosina. Ho sempre avuto uno spirito organizzativo e creativo, così ho iniziato a lavorare prima nel settore Banqueting, poi con i migliori catering. In quel periodo la figura del “wedding planner” era una professione assente sul nostro territorio. Dopo aver terminato gli studi in giurisprudenza, campo, quello giuridico, che ha fatto crescere ed arricchire la mia professionalità e conoscenza, ho portato avanti la mia passione di “event organizer”, completandola con corsi specifichi. Ma i veri corsi sono stati l’esperienza sul campo prima, poi come wedding planner”. Si definisce un’artista, visionaria, viaggiatrice, il contatto con le persone è sempre stato per lei fondamentale, e le dà la possibilità di crescere sia professionalmente che umanamente. Dei matrimoni ama curare tutto nei minimi particolari, nulla viene lasciato al caso, dalla location alla chiesa… “Quelli che organizzo sono matrimoni evento. Chi mi sceglie come wedding planner punta ad un servizio di lusso. Diciamo che ciò che organizzo io sono eventi di nicchi che vengono svolti in location molto particolari” Un esempio? “Alcuni anni fa per una coppia di sposi ho fittato un “Minuetto” elettrico di Trenitalia. A
bordo vi sono saliti 100 invitati che da Battipaglia sono stati accompagnati a Pietrarsa/Portici dove ha sede il Museo della Locomotiva e lì sono state celebrate le nozze. ”. C’è qualche sposa che le ha fatto qualche richiesta bizzarra? “No, in realtà gli sposi che vengono da me si fidano dei miei consigli e di conseguenza si affidano completamente a me” Creare emozioni significa? “Creare emozioni è un compito delicato e complesso, che si basa sulla capacità di realizzare, nel dettaglio, tutto ciò che il cliente ha sognato per mesi (o per una vita). Solo l’eccellenza nella realizzazione di un evento può portare ad un risultato straordinario, suscitare quelle emozioni che rimarranno per sempre impresse nella mente”. Ma lei non organizza solo matrimoni? “No, organizzo ogni tipo di evento dai battesimi alle lauree, alle prime comunioni, alle feste di compleanno”. E per un bambino di nome Armando ha organizzato una prima comunione davvero speciale, non è così? “Si, abbiamo organizzato la festa all’interno di un circo. Una comunione decisamente insolita e sorprendente, con tanto di tendone, animali, pagliacci e tavoli dove far accomodare gli invitati”. Quello che stiamo vivendo non è di certo un periodo facile per attività come la sua? “Per nulla, siamo praticamente fermi da 13 mesi. E’ vero nei tre mesi estivi siamo riusciti a fare qualche evento, ma non è stato facile. Adeguarsi alle norme anticovid ha creato non molti problemi. Tante coppie hanno rinviato le nozze proprio per questi motivi non volevano festeggiare il loro matrimonio con solo 50 invitati. Altre invece si sono adeguate ma sono state davvero poco. Sicuramente non abbiamo recuperato, in termini economici ciò che abbiamo perso”. In percentuale le sue perdite economiche sono? “Quasi dell’ 80%. Senza contare che oltre al danno la beffa perchè le tasse e le altre spese le abbiamo pagate comunque. Lo dico sempre il Covid ha fermato tante attività e non solo del mondo del weeding, ma non ha fermato lo Stato che invece ha preteso le nostre tasse comunque”. Persa la stagione primaverile ci stiamo avviando verso quella estiva, lei crede che si potranno riprendere le cerimonie? “Tutte le cerimonie
che erano in programma per aprile e maggio sono state rinviate da tempo. Quelle in programma per l’estate invece per il momento restano confermate. Sono ottimista e quindi devo dire che sicuramente in estate torneremo a lavorare. Certamente ci saranno regole e restrizioni, questo è scontato, ma stavolta siamo preparati. A differenza dello scorso anno dove tutti ci siamo dovuti improvvisare, se voglio dire così, per riuscire ad organizzare gli eventi e rispettare le norme, ora siamo preparati e quindi il lavoro sarà sicuramente più facile”. Si aspetta un’estate ricca di cerimonie? “Ovviamente si, ma bisogna essere realistici. Ci sono coppie di sposi che non vogliono rinunciare ad avere una festa con tanti ospiti, altre che non voglio vedere gli ospiti e il personale di sala indossare le mascherine, ecco queste saranno le cerimonie che verranno sicuramente rinviate”. Lo striscione del Ccsc al Mary Rose Lo striscione del Ccsc al Mary Rose per sostenere la Salernitana in vista della gara con il Lecce Detenzione arma, arrestato nel Cilento ex consigliere
comunale Ercolano Mario Oliviero, ex consigliere comunale di Ercolano (Napoli), e’ stato arrestato in un albergo del Cilento, nel Salernitano. L’accusa nei suoi confronti e’ di detenzione abusiva di arma. L’operazione e’ stata effettuata dai militari della Guardia di Finanza di Vallo della Lucania, coordinati dalla Procura della Repubblica vallese, diretta dal procuratore capo Antonio Ricci. Oliviero e’ stato trovato in possesso di una pistola, di alcuni coltelli ed assegni. Sull’attivita’ investigativa vige il massimo riserbo. Iscrizioni ed esami falsi in Ateneo Salerno, due arresti Due dipendenti dell’ Universita’ di Salerno sono stati messi agli arresti domiciliari e 42 persone sono indagate nell’ ambito di una indagine su false attestazioni di esami universitari ed irregolarita’ nell’ iscrizione alla facolta’ di Medicina. Le indagini della Guardia di Finanza di Salerno sono partite da una denuncia della stessa Universita’, che aveva rilevato anomalie nella procedura di immatricolazione di due studenti di Medicina, iscritti pur non essendo in posizione utile nella graduatoria nazionale dei test d’ ingresso. Ad aver effettuato l’ iscrizione – secondo quanto emerso dalle indagini – sarebbe stato un dipendente dell’ Ateneo salernitano, Carmine Leo, entrato abusivamente nel sistema informatico. L’ impiegato avrebbe piu’ volte utilizzato le proprie credenziali anche per attestare esami universitari mai sostenuti in cambio di regali (anche fumetti da collezione). Determinante per le indagini dei finanzieri e’
stato il contributo del secondo dipendente messo agli arresti domiciliari Carmine Cioffi, 53 anni , che indirizzava al collega gli studenti universitari che chiedevano di essere “aiutati”. Leo avrebbe anche inserito studenti in fasce di reddito di favore, senza tener conto delle reali condizioni economiche delle famiglie, per fare ottenere loro un risparmio nelle tasse di iscrizione. Le indagini dei finanzieri del Nucleo PEF di Salerno hanno ricostruito 34 carriere universitarie falsificate, molte delle quali con il conseguimento della laurea. L’ Universita’ di Salerno ha sospeso Leo e ha bloccato il sistema informatico, per consentire l’ acquisizione delle prove. Oltre ai due dipendenti ai domiciliari sono indagati altri 42 tra studenti e familiari – accusati di accesso abusivo al sistema informatico e frode informatica. La Fondazione Ravello celebra il Rito delle tenebre con Haydn Saranno le prime parti del Teatro San Carlo ad eseguire “Le ultime sette parole di Cristo sulla croce” nella trascrizione per quartetto d’archi, tra le antiche pietre della chiesa di San Giovanni del Toro Di Olga Chieffi La celebrazione del Venerdì Santo era detta “delle Tenebre” in ricordo degli antichi riti notturni attraverso i quali si intendeva rievocare l’oscurità che discese sulla terra alla morte di Cristo e l’immagine della Chiesa che brancola nel buio senza il suo Dio. La Fondazione si affiderà per celebrare
in musica il triduo pasquale, alla musica di Franz Joseph Haydn e al suo celeberrimo oratorio, che ascolteremo dagli archi del Teatro San Carlo, in forma di quartetto, “Le ultime sette parole di Cristo sulla Croce”, il 2 aprile alle ore 18.00 sui siti ufficiali www.ravellofestival.com, www.fondazioneravello.it, sulle pagine Facebook della Fondazione e sul portale cultura.regione.campania.it. Haydn compose queste pagine su richiesta di un canonico di Cadice che cercava la colonna sonora per l’emozionale officio delle tenebre. L’ opera del genio tedesco, nacque così per il gran teatro della Passione, di estrazione spagnola, che noi campani abbiamo ereditato: “Circa quindici anni fa – scriveva Haydn – mi fu chiesto da un canonico di Cadice di comporre della musica per Le ultime sette Parole del Nostro Salvatore sulla croce. Nella cattedrale di Cadice era tradizione produrre ogni anno un oratorio per la Quaresima, in cui la musica doveva tener conto delle seguenti circostanze. I muri, le finestre, i pilastri della chiesa erano ricoperti di drappi neri e solo una grande lampada che pendeva dal centro del soffitto rompeva quella solenne oscurità. A mezzogiorno le porte venivano chiuse e aveva inizio la cerimonia. Dopo una breve funzione il vescovo saliva sul pulpito e pronunciava la prima delle sette parole (o frasi) tenendo un discorso su di essa. Dopo di che scendeva dal pulpito e si prosternava davanti all’altare. Questo intervallo di tempo era riempito dalla musica. Allo stesso modo il vescovo pronunciava, poi, la seconda parola, poi la terza e così via, e la musica seguiva al termine ogni discorso. La musica da me composta dovette adattarsi a queste circostanze e non fu facile scrivere sette Adagi di dieci minuti l’uno senza annoiare gli ascoltatori”. Un evento, questo promosso dal Ravello Festival che si attaglia perfettamente ai tempi che stiamo vivendo. L’analisi musicale di “Le sette parole di Cristo” di Haydn, tratte dai Vangeli di Luca e Giovanni, da “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno” a “Padre nelle tue mani consegno il mio spirito”, sarà svolta da Eduardo Savarese il giovedì santo alle 16, in Villa Rufolo, un preludio al concerto, che
saluterà protagonista il quartetto d’archi del Teatro San Carlo, formato da Cecilia Laca e Giuseppe Carotenuto al violino, Antonio Bossone alla viola e Luca Signorini al violoncello, che si esibiranno tra le antiche pietre di San Giovanni del Toro, il giorno successivo. Le parole cedono, successivamente, il posto alla musica che, dal maestoso iniziale, attraverso sette stazioni, arriva al vertiginoso “Terremoto” in Do minore, dove raggiunge vette sublimi, grazie anche a un linguaggio strumentale che riesce a penetrare, nel profondo, il dramma di una umanità intera. L’opera è ispirata alle sette frasi pronunziate da Cristo prima di morire. «Pater, dimitte illis quia nesciunt quid faciunt». Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno. La parola- chiave è la prima, «pater», evocata dai violini, con un tono contemplativo e malinconico in cui si coglie, oltre alla richiesta di perdono, il disincanto sulla natura di «quelli», di noi esseri umani. «Hodie mecum eris in paradiso». In verità ti dico: oggi sarai con me in paradiso. L’oggi, è l’oggi perfetto: un “Hodie” eterno, che indica quello che sta per accadere nel giro di poche ore e nello stesso tempo dà la misura dell’eternità. Infatti, le note sono: “do-mi-re-si-do”, Haydn parte dal do e torna al do, e poi “sol-do-si-la-sol”, si parte dal sol e torna al sol — quindi si formano come due cerchi”, appunto il simbolo dell’infinito: “Idea consapevole oppure mistero del genio?”. “Mulier, ecce filius tuus”; Donna, ecco tuo figlio. Qui la parola-chiave è “ecce”. Particolarmente toccante è “Deus meus, Deus meus, ut quid derelequisti me?”; Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Per restituire la frase più drammatica, la musica deve esprimere un senso di trascinamento; il suono a un tratto si ferma, come fossero singhiozzi. Mancano le parole riferite da Matteo riguardanti il “Terremoto”, in assenza della Resurrezione. C’è qualche via d’uscita? Quando la parola rivela la sua impotenza, bisogna pensare per immagini. Se le immagini vacillano nel voler catturare il non raffigurabile, rimane la musica. Il grido non è più afono, riacquista la voce mediante la “tavolozza sonora” di un musicista come Franz
Josef Haydn, che ha composto le sette suonate nel 1786 per le sette ultime parole del Cristo in croce. I suoni sono i mezzi più immateriali di cui disponiamo per comunicare, dopo i pensieri. Ma è difficile comunicare da pensiero a pensiero. Allora la musica ci viene in aiuto. Haydn crea una composizione dove realizza un perfetto equilibrio tra parole e musica, senza perdere il senso della drammaticità della Crocifissione. Così, nella quinta sonata che si fonda sulla richiesta del Cristo, “Sitio”, ho sete, la musica ci trasporta in questo mondo dove la realtà irrompe con tutta la sua forza e implacabilità. Possiamo, nei tempi oscuri di quest’epoca, trasfigurare dolore e amore in musica? Noi lo crediamo fermamente. Il dolore si può esprimere attraverso il colore o attraverso la musica, c’è infatti chi sostiene che il colore lo si possa ascoltare, come il silenzio. Interpretare significa, scoprire il suono, sia della parola che del colore, tanto l’opera haydniana riesce a conferire al silenzio una ispirazione mistica, un modo di trasfigurare il dramma in elemento musicale e di trasformare il mistero della Croce nel mistero della fede.
Puoi anche leggere