PRODUZIONI 2020/2021 TEATRO MORLACCHI PERUGIA AVANPROGRAMMA SETTEMBRE DICEMBRE 2020
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PRODUZIONI 2020/2021 TEATRO MORLACCHI PERUGIA AVANPROGRAMMA SETTEMBRE > DICEMBRE 2020
Il Teatro Stabile dell’Umbria presenta il progetto produttivo 2020/2021 e l’avanprogramma del Teatro Morlacchi, composto da quattro spettacoli che andranno in scena da settembre a dicembre. “Una stagione da ricordare quella del Teatro Stabile dell’Umbria, che nasce dalla necessità di ridare voce agli artisti, di far rivivere gli splendidi teatri della nostra regione e mantenere la relazione con un pubblico che, anno dopo anno, si rinnova e cresce insieme a noi. Per farlo ci siamo confrontati con registi, attori, amministratori, tecnici e maestranze, per lavorare insieme a un progetto artistico che possa far riscoprire la potenza del teatro e che sia capace di misurarsi con le più qualificate esperienze nazionali e internazionali, come nella migliore tradizione della nostra regione fertile e creativa. Abbiamo coinvolto per la riapertura importanti istituzioni culturali, dai musei alle accademie, all’università, abbiamo sperimentato nuove strade nella scrittura e nella forma, chiesto ad affermati artisti di accompagnare i nostri giovani attori umbri. E abbiamo osato portando in scena per un mese un'opera maestosa come Guerra e Pace in un maestoso e inedito palcoscenico: un’immersione nel capolavoro di Tolstoj che solo il teatro può restituire. Abbiamo lavorato per offrire la possibilità a giovani registi e autori di concorrere con il meglio del teatro internazionale, dandogli l’occasione di proporre i propri lavori in prestigiosi e importanti teatri e festival come la Biennale di Venezia. La nostra azione è come sempre mirata a coniugare arte e crescita artistica collettiva intervenendo anche in luoghi apparentemente più marginali, come il carcere e le aree del terremoto. Insomma, ci siamo preparati come si fa per le grandi occasioni, per accogliere pubblico e cittadini e riscoprire insieme, sempre nel rispetto dei protocolli sanitari, la gioia e il piacere di tornare a teatro.” Nino Marino Direttore Teatro Stabile dell'Umbria
2020/2021 VORREI SCRIVERE IN TRATTI DI FUOCO GUERRA E PACE LA TRAGEDIA È FINITA, PLATONOV LA CITTÀ MORTA NIENTE DI ME uno studio RAFFAELLO IL FIGLIO DEL VENTO CORALE 2020 PER ASPERA AD ASTRA CHI HA PAURA DI VIRGINA WOOLF?
Perugia* settembre > ottobre Vorrei scrivere in tratti di fuoco Guerra e Pace — Ritratti sonori Uno tra gli infiniti modi in cui si può leggere Guerra e a cura di Andrea Baracco Pace, è da molto vicino. Non è neanche necessario un sonorizzazione Giacomo Vezzani particolare sforzo degli occhi, sono loro, i personaggi, che coordinamento drammaturgico Andrea Baracco e Caroline Baglioni ti vengono addosso, ognuno con i propri inconfondibili con Giordano Agrusta, Caroline Baglioni, e perturbanti tratti e tu che sei prima di tutto un lettore, Michele Balducci, Andrea Iarlori, non puoi fare altro che accoglierli ed assecondare questa Daphne Morelli, Ludovico Röhl volontà di potenza, o meglio, questa che si può definire una vera e propria presunzione del protagonista. Ed in I RITRATTI SONORI quest'opera di Tolstoj, tale presunzione sembra colpire Come ti senti Napoleone? di Caroline Baglioni gran parte dei personaggi, anche quelli che in qualsiasi con Caroline Baglioni, Andrea Iarlori, Ludovico Röhl altro romanzo si sarebbero serenamente accontentati di Lysye Gory essere “secondari”. di Ludovico Röhl Allora, abbiamo deciso di dedicargli dei veri e propri con Giordano Agrusta, Michele Balducci, Caroline Baglioni, ritratti ad alcuni di questi personaggi, di omaggiarli Dafne Morelli, Ludovico Röhl con dei primissimi piani in cui far risaltare quelli che ci Prima notte di nozze sono sembrati gli aspetti più sensuali della loro vicenda di Caroline Baglioni letteraria. con Giordano Agrusta, Caroline Baglioni Pierre, il Principe Andrej, e Nataša, poi Nikolaj, il Austerliz? Comandante in capo Kutuzov, Helene, ed ancora di Andrea Iarlori con Giordano Agrusta, Andrea Iarlori Napoleone, Marja, Lize, Bolkonskij padre, per finire con il buffone Natas'ja Ivanovna, che compare solo Il mio corpo è nuovo di zecca di Dafne Morelli fugacemente in due pagine tra le circa duemila del con G. Agrusta, D.Morelli romanzo, che non dice quasi nulla, ma che lascia un M'ama non m'ama segno feroce; sono questi i personaggi, dell'immenso di Dafne Morelli, Caroline Baglioni romanzo tolstojano, che abbiamo cercato di dipingere con Michele Balducci, Dafne Morelli, Ludovico Röhl attraverso parole, suoni, musiche, azioni e rumori. Urrà per l'imperatore Vorrei scrivere in tratti di fuoco, è una frase che il di Michele Balducci, Caroline Baglioni giovane, non ancora ventenne, Tolstoj appuntava su uno con Michele Balducci, Dafne Morelli dei suoi quaderni, e più che in parte, ci siamo lasciati Je suis un batard guidare dalla potenza e dall'immenso desiderio che di Gordano Agrusta con Giordano Agrusta, Andrea Iarlori sprigiona questa frase, nella composizione del lavoro. In questi ritratti, ci si può ritrovare, la mano di Hopper, e poi voltato l'angolo quella di Bacon, per cadere * Spettacolo non tradizionale che verrà presentato nelle principali sedi culturali di Perugia: subito dopo davanti ad un corpo di Lucien Freud, ogni Museo civico di Palazzo della Penna personaggio in definitiva è andato alla ricerca della Galleria Nazionale dell’Umbria propria “lingua”, del proprio carattere, ma tutti, proprio Museo Archeologico Nazionale tutti, sembrano essere quei “tratti di fuoco” che il giovane dell’Umbria Tolstoj tanto sperava, forse addirittura sognava, di far Rettorato dell’Università degli Studi uscire un giorno dalla propria penna incendiaria. Andrea di Perugia Baracco Accademia Belle Arti di Perugia
Teatro Morlacchi, Perugia da mercoledì 28 ottobre a domenica 22 novembre Guerra di Lev Tolstoj riscrittura Letizia Russo regia Andrea Baracco con Stefano Fresi e Pace e Giordano Agrusta, Dario Cantarelli, Caroline Baglioni, Carolina Balucani, Denis Fasolo, Ilaria Genatiempo, Lucia Lavia, Emiliano Masala, Alessandro Pezzali, Ludovico Röhl, Emilia Scarpati, Aleph Viola, Oskar Winiarski scene e costumi Marta Crisolini Malatesta luci Simone De Angelis Mi sono convinto più che mai che la Russia deve musiche originali Giacomo Vezzani soccombere o trasformarsi completamente... produzione Teatro Stabile dell'Umbria con il contributo Lev Tolstoj speciale della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli Andrea Baracco e Letizia Russo dopo lo dei luoghi più significanti ed emblematici straordinario successo de Il maestro e del romanzo, tant'è che apri il libro e ti ci Margherita ci accompagneranno nel magico ritrovi subito immerso. Siamo a casa di mondo di uno dei più grandi capolavori della Anna Pavlovna, lei apre la porta, dà il via al letteratura mondiale Guerra e Pace di Tolstoj. romanzo, ed è un incipit sensazionale: ora un La platea del Teatro Morlacchi diventerà un personaggio parla russo, ora francese: parole grande palcoscenico, gli spettatori potranno russe si frammischiano in discorsi francesi, assistere allo spettacolo unicamente dai parole francesi si insinuano in discorsi russi, palchi. parole francesi sono trascritte in russo, e il gioco delle due lingue, condotto con una "Se ti chiedono di parlare di Guerra e Pace meravigliosa felicità, viene accompagnato dai non sai che dire, e se ci provi hai la frustrante suoni delle forchette e dei coltelli, dal tintinnio consapevolezza di balbettare delle banalità. I dei bicchieri, dal passo discreto dei camerieri, personaggi, tutti, proprio tutti, se ne stanno dal nome delle portate e dei vini rossi. Mai, ostinatamente distanti da qualunque tipo di forse, qualcuno ha rappresentato con più definizione, i temi sono talmente “alti” da grazia e potenza insieme, l'inconsistente. non sognare neanche lontanamente di farsi precipitare a terra. E quindi non si può che Nota a margine procedere per contradditorie impressioni, Le prove, l'allestimento e le repliche di Guerra oppure provare a dare della carne e delle ossa e Pace si svolgeranno al Teatro Morlacchi a quei personaggi, a quei temi, farli un poco che per l'occasione riapre al pubblico dopo circolare tra la vita, nel teatro, indicargli la mesi di chiusura. Abbiamo pensato che strada della sala e mettersi ad osservarli agire. oggi, in questo momento, è assolutamente Ma l'ingombro è davvero sproporzionato, necessario festeggiare il teatro, e non si vanno fuori quinta di continuo, il palco non può fare una festa e non invitare chi negli riesce proprio a contenere tanta maestosità, anni quel luogo lo ha abitato, frequentato, tanta volontà di grandezza e allora via tutto, trasformato, insomma chi ha fatto sì che via le quinte, via la platea, Austerlitz, Lisie quel luogo sia oggi quello che è. Useremo Gory, la casa di Anna Pavlovna, Mosca, la quindi, per la composizione della scenografia, trincea, Pietroburgo, le carrozze, le feste, elementi e oggetti ideati e costruiti per altri Andrej e il cielo, Pierre e la massoneria, hanno spettacoli, da Castri a Ronconi; così a questa bisogno di spazio. “festa”, ci sarà anche chi ha creato momenti A sproporzione non si può che rispondere memorabili di vita in quel luogo, e noi ci con sproporzione, ed il teatro è il luogo ideale, attaccheremo con ferocia a quella vita nel unico, per ingigantire o rimpicciolire, per tentativo di costruirne un'altra." Andrea Baracco mostrare in primissimo piano i turbamenti sui volti di Marja, di Lize, di Nikolaj per poi, immediatamente dopo staccare nei campi Guerra e Pace, tratto dai primi due libri del lunghissimi delle strade di Mosca, dei campi romanzo di Lev Tolstoy, è composto da due di battaglia, dei ricevimenti che sono uno spettacoli distinti e autoconclusivi.
Biennale Venezia Teatro — Teatro delle Tese domenica 20 settembre La tragedia è finita, Platonov Come può un’opera d’arte influenzare una vita? di Liv Ferracchiati Platonov, inteso come testo drammaturgico, sempre e con scene dal Platonov di Anton Čechov solo letto, mai pensato da rappresentarsi, per me è stato con (in ordine alfabetico) Francesca Fatichenti, Liv Ferracchiati, Riccardo Goretti, Alice un incontro. Spisa, Petra Valentini, Matilde Vigna Negli anni ho continuato a pensare al suo personaggio aiuto regia Anna Zanetti principale, alle sue fragilità, al suo fascino che è una dramaturg di scena Greta Cappelletti voragine e alle altre figure che ruotano intorno a lui. costumi Francesca Pieroni Figure che, in qualche modo, sono entrate a far parte del ideazione e realizzazione costumi in carta e costumista assistente mio immaginario. Il confronto con la tipologia umana di Lucia Menegazzo Platonov è stato un dialogo con una una vera e propria luci Emiliano Austeri materia organica. suono Giacomo Agnifili Insomma, una lettura ha influenzato una vita, la mia. lettore collaboratore Emilia Soldati Trovavo rifugio nell’inazione di Platonov, nella sua paralisi consulenza linguistica Tatiana Olear tra attrazione e repulsione, tra paura e eccitazione, nel foto di scena Luca Del Pia suo non agire e nel suo sottrarsi. Nel non scegliere tra produzione Teatro Stabile dell’Umbria le quattro donne che gli si offrono, come se ognuna potesse dare una soluzione alla sua esistenza. Non sceglie perché, alla fine, non si può. Come si può scegliere solo una possibilità? Una definizione identitaria non fluida? E come si argina, allora, il Caos liberato se questo può portare, come accade a Platonov, all’autodistruzione? Tutto è confuso, imbrogliato, forse conviene osservare con indulgenza Platonov, perché nei suoi slanci, nelle sue miserie, nelle sue paure e nei suoi inconsolabili dolori, ritroviamo i nostri. Liv Ferracchiati
Biennale Venezia Teatro — Teatro Goldoni martedì 22 settembre La città morta Fake D’Annunzio da Gabriele D’Annunzio Che cosa c’entrano Little Tony e Bobby Solo nella prima adattamento e regia Leonardo Lidi opera teatrale del Vate? con Christian La Rosa, Mario Pirrello, E perché un improbabile Gabriele D’Annunzio si aggira Giuliana Vigogna scene Nicolas Bovey vestito da Dennis Zucco nella gradinata di una scena di costumi Aurora Damanti Grease per attirare le attenzioni della sua Sandy? suono Dario Felli La risposta, per fare i moderni, si potrebbe ritrovare nella parola dell’anno: Fake. produzione Teatro Stabile dell'Umbria, Il Fake è qualcuno che falsifica la propria identità La Corte Ospitale mentendo sulla propria condizione, sulle proprie competenze professionali, qualcuno che assume un nome diverso dal proprio per ottenerne vantaggi. È così che un D’Annunzio senza freni, ridicolo e violento, si approccia al Teatro. Riscrivendo la Tragedia, buttando sul palcoscenico le sue pulsioni personali e condendole di Antigone, Ifigenia e Cassandra, di Grecia e delitti fratricidi e, ovviamente, incesti e fiumane d’amore estivo. Summertime! Il risultato “fa ridere”, La Città Morta è un testo che nessuno – neppure la Duse – è riuscito a prendere sul serio in prima battuta ed ha collezionato nel tempo pochi e sporadici fallimenti fino ad essere quasi dimenticato. Ma è proprio da qui che il regista Leonardo Lidi è partito e, dopo aver reso Candy Pop l’intrappolato Zoo di Vetro, sfida il testo e la nomea teatrale dell’autore per permettere a se stesso e allo spettatore un personalissimo viaggio tra inaspettato divertimento e pura poesia.
Biennale Venezia Teatro — Teatro Piccolo Arsenale mercoledì 23 settembre Niente di Arne Lygre traduzione e regia Jacopo Gassmann con Sara Bertelà, Michele Di Mauro, Giuseppe Sartori luci Gianni Staropoli di me produzione Tpe - Teatro Piemonte Europa, Teatro Stabile dell'Umbria, Centro Teatrale Bresciano I diritti dell’opera Niente di Me di Arne Lygre sono concessi da Zachar International, Milano. A seguito del generale ridimensionamento delle attività teatrali, lo spettacolo verrà uno studio presentato in forma di studio. Come può un’opera d’arte influenzare una evitarla –, è un’illusione che ha in sé il segno vita? dell’impossibilità. Uno spazio vuoto. Una donna e un uomo più Mi sono imbattuto nell'opera di Arne Lygre giovane di lei. Si apre su una scena spoglia il attraverso le traduzioni francesi dei suoi testi, testo di Lygre. Sono lì, loro due, soli, entrambi messi più volte in scena da Braunschweig lontani da un passato che si illudono di poter negli anni della sua direzione artistica alla rimuovere. È un limbo sospeso fra ciò che è Colline, e prima ancora da Claude Régy accaduto e ciò che sarà. Che potrebbe essere. all'Odéon. Ogni cosa che l’uomo e la donna nominano Arne Lygre è un autore di difficile collocazione. prima o poi prende corpo: un tavolo, un Non solo per quella porzione di mistero che divano, una camera con vista, il semplice aleggia nei suoi testi tanto sfuggenti, eppure desiderio di raggiungere il mare. Non è facile così profondamente quotidiani, ma soprattutto distinguere fra ciò che avviene per davvero per la forma anomala del suo teatro e della e ciò che è solo affabulazione. Come nei scrittura. Lo stile ellittico, scarnificato, processi onirici, la parola lascia alcune tracce sembrerebbe avvicinarlo all'opera di Jon in scena per poi cancellarle. Ma presto l'idillio Fosse, ma sono vari i rimandi e le possibili d'amore si spezza. E il passato ricompare, associazioni: «La prima forte influenza è stata costringendoli a fare i conti con le proprie quella di Werner Schwab» afferma Lygre. ferite. «Rimasi impressionato dal linguaggio nelle sue L’amore, come la vita, è fatto di zone cieche, di opere, in particolare Sterminio. Più tardi ho parole non dette. E invece sembrerebbe non ritrovato un utilizzo simile del linguaggio nei esistere censura nel rapporto fra Io e lui, ma romanzi di Thomas Bernhard. Ci sono alcune anzi, il costante tentativo di dire, portare in cose che ho preso a prestito da Beckett: lo superficie ciò che si usa tacere. I protagonisti spazio chiuso, la demarcazione fra il mondo di Niente di me si affidano al dialogo anche esteriore e lo spazio del gioco... ma c'è senza quando è il tempo dell’azione e così rivangano dubbio nei miei lavori l'influenza di Brecht.» e presagiscono, scompongono, nel tentativo Nei testi di Lygre i personaggi si esprimono di esercitare un controllo. Dicono. Nominano su più piani linguistici e temporali. Spesso tutto e nominando si illudono di dare forma parlano di loro in terza persona, si guardano al mondo. Ma è una forma che non riesce dall'esterno. Declinano le loro relazioni al a neutralizzare la censura perché il rimosso presente, ma allo stesso tempo sono abitati continua a vivere sotto la superficie. Dentro da voci del passato e proiettati verso un futuro di loro. Come ognuno di noi, Io e lui abitano che sembrano già conoscere, desiderare, la realtà e, insieme, la interpretano. Sono temere. Non esiste possibilità di catarsi nelle dentro il qui e ora, ma anche oltre, nelle loro opere di Lygre. I suoi personaggi seguono proiezioni, nelle paure, e un passo indietro, il filo di un destino tragico, rinunciando a immersi nel proprio passato. Molti sono i qualsiasi tipo di sublimazione. Nel tentativo rimedi al dolore, alla solitudine di essere adulti, di scrivere la propria biografia, queste nessuno è quello definitivo. È in questa zona identità così fragili sono in perenne fuga da grigia, inesplorata e irriducibile, che si situa loro stesse. Tutto ruota intorno al potere l’azione censoria. Comprendere ciò che non della parola e alla sua capacità di influire sul si può comprendere è una sfida da cui si destino di ognuno. Niente di me è, in questo esce sconfitti. Sottrarsi al tipo più inflessibile senso, uno dei suoi testi più rappresentativi e di censura, quella che avviene a nostra struggenti. Jacopo Gassmann insaputa – senza che si possa fare nulla per
Teatro Sanzio di Urbino venerdì 16 ottobre Raffaello Il figlio del vento Un racconto avvincente e poetico su un grande genio di e con Matthias Martelli dell’umanità: Raffaello Sanzio. Considerato simbolo di musiche originali Matteo Castellan grazia e perfezione, la vita del pittore divino esplode disegno luci Loris Spanu non solo di arte pura ma anche di felicita, eros, sfide, produzione Teatro Stabile dell'Umbria e Doc contraddizioni e perfino polemiche con l’autorità e il senso Servizi morale del tempo. in collaborazione con Comune di Urbino, Regione Matthias Martelli, accompagnato dalle musiche dal Marche e AMAT nell’ambito del progetto delle vivo del Maestro Castellan, riprende la tradizione del Celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio teatro giullaresco e di narrazione e trascina lo spettatore all’interno di un viaggio appassionante, rendendo vivi i personaggi, entrando con le immagini e le parole dentro i capolavori di Raffaello, scoprendo le curiosità, i suoi amori e immergendosi nel clima dell’epoca. Uno spettacolo che vuole essere celebrazione della vita di un genio, ma anche risposta ad un'esigenza del presente: oggi, come non mai, e necessario puntare a un nuovo Rinascimento dell'arte e della cultura nel nostro Paese.
Roma > Preci 15 > 30 agosto Corale un progetto di Carolina Balucani, Michele Bandini, Angelo Carchidi, Leonardo Delogu, Hélène Gautier, Ettore Guerriero, Daria Menichetti, Mael Veisse, Serena Olcuire e Alberto Marzo 2020 progetto filmico Arianna Lodeserto e Annalisa Gonnella progetto editoriale Lilia Angela Cavallo produzione Teatro Stabile dell’Umbria con il sostegno della Regione Umbria e del MiBact, in collaborazione con il Comune di Preci UN FIUME viaggio a piedi tra Roma e Preci Corale 2020 è stato in cammino. Un'azione organizzando azioni estemporanee volte a collettiva/esplorativa che ha percorso 169 rinforzare la relazione tra Corale e i paesani, km tra Roma e Preci su sentieri antichi e manifestando e condividendo le motivazioni nuovi che collegano la capitale al paese dei che hanno spinto ad intraprendere questo Monti Sibillini. Un viaggio a piedi pensato, viaggio. Un Fiume è la conclusione di una desiderato e immaginato come traccia nella fase, di un percorso pluriennale su Preci che terra, come solco che segna quell’urgenza di ha visto il rito come elemento connettivo e mettere in relazione, di condurre al dialogo intimo, come pratica di attraversamento del il centro e la periferia, la città e il paese, la dolore e delle dinamiche di relazione provocate capitale e le aree interne. Una camminata dal sisma. Un'idea di viaggio coerente e intesa come gesto artistico/politico (nella necessaria all’interno dell’elaborazione più alta accezione del termine), processo di concettuale e artistica del processo creativo attraversamento e sperimentazione volto ad di questi anni, proprio perché attivato in un una progettualità futura, ma anche viaggio momento di grande fragilità del collettivo nella memoria recente di cosa è stato il stesso, molto provato dalle restrizioni e dalle progetto Corale in questi anni. L'edizione di sospensioni dovute al Covid 19. La condizione Corale 2020, Un Fiume, è stata un viaggio di artisti incerta e delicata da un lato, e la di riscoperta e traduzione del progetto, con prospettiva di dover lavorare in un contesto l'obiettivo di creare una restituzione editoriale pieno di restrizioni e impedimenti dall’altro, e filmica grazie ad una scrittura corale che sia ha posto Corale difronte all’impossibilità di al tempo stesso opera di narrazione, ma di per pensare di lavorare come gli anni scorsi in sé esperienza artistica e umana. Una ricerca una modalità che appariva fuori luogo e fuori di sintesi che nel processo creativo cerca tempo. Il viaggio a piedi tra Roma e Preci di connettere arte e paesaggio, comunità è stato un modo per andare ad incontrare locale e comunità temporanea di viaggiatori, la comunità di Preci in una forma nuova: il donne, uomini e luoghi, umano e selvatico, profondo legame che lega Corale a questo sperimentando e lavorando sulle tematiche luogo e a suoi abitanti meritava un atto che del viaggiare lento e dell’ospitalità. Al gruppo potesse suscitare interesse e che aprisse a di lavoro composto da artiste e artisti, si sono delle questioni irrisolte. L'attraversamento di aggiunte infatti alcune figure necessarie allo periferie, aree naturali, piccoli borghi e mete di sviluppo dell’idea di restituzione e racconto del turismo è stato un gesto radicale, una dedica progetto (dalla nascita nel 2017 all'edizione a Preci con l'intento di porre l’attenzione sulle di quest'anno) che, grazie a competenze aree interne di un paese già provato dal sisma specifiche negli ambiti dell’editoria e della ed ora aggravato dalla pandemia, portando un produzione video, sono stati scelti per vissuto e segnando una via metaforica e reale restituire un immaginario, un processo, un che potesse porre l’attenzione sulla necessità desiderio e una complessità, che hanno di connettere i luoghi del potere centrale a caratterizzato le azioni di Corale in questi 4 quelle aree interne del nostro Appennino. anni di lavoro a Preci. L'edizione 2020 si è conclusa con l’arrivo a Preci dopo 12 giorni di camminata e con due giorni di residenza, d’incontro e di condivisione con la comunità del paese,
Casa circondariale - Nuovo complesso penitenziario Capanne di Perugia Per aspera ad astra Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura 2020-21 Teatro Stabile dell’Umbria con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e di ACRI - Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio TERRA NULLIUS di Vittoria Corallo Partiamo da una lettura de Gli Uccelli di Aristofane insieme ai partecipanti del corso di teatro della sezione penale maschile, ci mettiamo in cammino; nei laboratori di teatro si cammina sempre tanto, forse per ricordarci che stiamo andando verso qualcosa. Ci accompagnano anche alcune alunne del professor Pasquale Guerra, del quinto ginnasio del Liceo Classico Mariotti. Incontriamo i temi che da questo testo emergono e risuonano dentro di noi. Li sentiamo tutti molto vicini e allo stesso tempo ci sfuggono. Il camminare diventa correre, a volte con affanno. Poi ci si ferma. Anche questo è un tipico gioco che si fa a teatro, correre e poi senza dire niente fermarsi tutti insieme, nessuno conduce, è un istinto, lo sentiamo tutti insieme nello stesso momento. Stavolta è stato così per tutti, non solo per noi che correvamo per gioco e per conoscere i significati di un testo antico, tutto il mondo intorno a noi si è fermato. A settembre 2020 vorremmo ripartire dalle domande che abbiamo lasciato sospese. Terra Nullius è la scrittura emersa dal nostro cammino con Aristofane, dalle visioni sull’individuo incastrato nei reticolati urbani e sociali che abita, al legame, o all’assenza di esso, fra sé e una città e fra sé e una società. Terra Nullius, osserva le strade, i palazzi, prova ad entrare nella loro pancia, come una ripresa dall’alto che scende e si avvicina sempre di più: dal cielo alla cellula uomo. Sembra che le architetture fisiche, sociali e psichiche del mondo possano far sentire soli, o possano farci sentire abitanti di una terra di nessuno. La abitiamo ma non è nostra, ci sentiamo poco determinanti e molto determinati. Allora pensiamo a una via d’uscita. Ci chiediamo se per essere liberi si debbano tagliare tutte quelle trame, e ripartire dallo zero, da una terra di nessuno.
Teatro Nuovo di Spoleto Chi ha paura di Virginia Woolf? Non posso non partire dal titolo per instancabile per l’emancipazione femminile. affrontare questo testo che ancora una volta Una donna che insegnò alle donne ad mi riporta all’America e alla drammaturgia uccidere le loro madri, come per gli uomini americana. Molti critici hanno detto che Edipo ci insegnò ad uccidere i nostri padri, questo titolo è solo un gioco ironico, un o meglio un’idea di padre, come la Woolf rimando intellettualistico alle paure di vivere uccise un’idea di madre, quella che vedeva una vita priva di delusioni. Una canzoncina nella donna “l’angelo del focolare”. Credo che la nostra protagonista dissemina per che tanto di tutto questo si trovi nel testo, tutto il testo, che riprende la melodia per la Woolf è presente nei due protagonisti che bambini, e non solo, “Who’s Afraid of fanno da specchio alla giovane coppia scelta the big bad Wolf?” ovvero: “Chi ha paura come sacrificio di questo violentissimo e del lupo cattivo?”. La paura del lupo, quel disperato amore, questo: “jeu de massacre”. lupo che fin da piccoli è fuori dalla porta La Woolf è presente anche in una idea di pronto a sbranarci, pronto a punirci nel narrazione che riguarda lo stesso Albee: momento in cui non stiamo nelle regole che “Ogni volta che entra la morte, bisogna la società ci impone. Eppure, non posso inventare, mentire, ricostruire. La morte credere che questa scelta, in un autore la puoi vincere solo con l’invenzione”. Ed attento come Edward Albee, sia solo un è proprio quello che fa fare Albee ai suoi vezzo intellettualistico, dal momento che protagonisti, prende spunto da questa frase per sostituire la parola “lupo” scomoda una della Woolf e porta questa coppia, ormai delle figure intellettuali più importanti del morente, a inventare per ricrearsi, per restare novecento, Virginia Woolf. in vita, a scegliere di inventare un figlio mai Perché lo fa? Non può essere casuale per esistito, ed è spiazzante che lo faccia proprio uno come lui, che fu adottato da piccolo lui che fu adottato. Bisogna scegliere di da una famiglia di teatranti che non poteva spiazzare la morte, di vincere la depressione, avere figli, una famiglia talmente fuori dalle la paura, forse anche di anticiparla proprio righe che lui aveva sempre sperato che quelli come fece la grande Virginia Woolf. non fossero i suoi veri genitori. Infatti la Tutto accade in una notte, perché anche per scoperta della verità dell’adozione più che Albee, come per la stessa Woolf, il tempo gettarlo in uno stato di depressione lo aiutò è circolare, non invecchia mai. Il tempo a crescere e a vivere meglio. resta giovane. Nel tempo va cercata la Virginia Woolf è un’autrice che crea un sospensione, l’attimo, ed è per questo che nuovo modo di narrare, un nuovo linguaggio. la Woolf affermava che non si può scrivere a Una vera visionaria, una combattente trama, bisogna scrivere a ritmo, l’attimo è nel
domenica 21 marzo di Edward Albee traduzione Monica Capuani regia Antonio Latella con Sonia Bergamasco, Leonardo Lidi, Barbara Chichiarelli scene Annelisa Zaccheria costumi Graziella Pepe musiche e suono Franco Visioli luci Simone De Angelis assistente al progetto artistico Brunella Giolivo produzione Teatro Stabile dell'Umbria ritmo, è una sospensione. Ed è strano che tradimento all’immaginario, un atto-attore ancora un parallelismo mi porti a pensare ad contro il fattore molesto della civiltà, che una non casualità del titolo: anche Albee è Albee ha ben conosciuto, come ci sottolinea ossessionato dal ritmo, che incide con una nella scelta del titolo. Chi ha paura di Virginia scelta maniacale della punteggiatura, forse Woolf? Se c’è qualcuno alzi la mano. oltre al linguaggio la sua vera ricerca. Le Antonio Latella cronache raccontano che quando dirigeva gli attori pretendeva un rispetto totale della punteggiatura che aveva scelto, un rispetto della partitura, e quindi del ritmo. Tutto ciò mi porta ad una nuova avventura, un testo realistico, ma che diventa visionario per la potenza del linguaggio, per la maniacalità della punteggiatura e per la visionarietà, dovuta ai fumi dell’alcool e alle vertiginose risate che divorano e fagocitano i protagonisti di questo testo. Albee, nel rifuggire ogni sentimentalismo, applica una sua personale lente di ingrandimento al linguaggio che sente parlare intorno a sé, ne svela i meccanismi di ripetizione a volte surreali che portano ad uno svuotamento di significato, ma come spesso accade in questo testo, parallelamente mostra come il linguaggio sia un’arma efferata per attaccare e ridurre a brandelli l’involucro in cui ciascuno di noi nasconde la propria personalità e le proprie debolezze. Per fare tutto questo ho voluto circondarmi di un cast non ovvio, non scontato, un cast che possa spiazzare e aggiungere potenza a quella che spesso viene sintetizzata come una notturna storia di sesso ed alcool. Un cast che avesse già nei corpi degli attori un
TEATRO MORLACCHI PERUGIA STAGIONE DI PROSA 2020/2021 settembre > dicembre VORREI SCRIVERE IN TRATTI DI FUOCO settembre > ottobre GUERRA E PACE 28 ottobre > 22 novembre DALL’INFERNO ALL’INFINITO 4 > 9 dicembre MOVING WITH PINA 18 > 19 dicembre Il Teatro Stabile dell’Umbria ha attuato tutte le necessarie misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 a salvaguardia degli spettatori, degli artisti e dei tecnici: — Saranno aperti tre ingressi separati per evitare assembramenti — La capienza del teatro è ridotta a 200 posti, con una disposizione a posti e file alternate in platea e con i posti nei palchi destinati solo ai congiunti — All’ingresso verrà effettuato il controllo della temperatura corporea, nel caso si registrassero più di 37,5 gradi, non sarà consentito l’accesso in teatro — Gli spettatori dovranno presentarsi con una propria mascherina indossata che potranno togliere solo una volta seduti al proprio posto, troveranno all’interno del teatro erogatori di gel igienizzante per le mani e dovranno sempre rispettare la distanza di almeno 1 metro, ad eccezione di familiari e congiunti — Il teatro verrà sanificato interamente dopo ogni replica
4 > 9 dicembre Dall'inferno all'infinito Nella mia intenzione, il desiderio forte di sradicare parole, di e con Monica Guerritore testi, versi altissimi dalla loro collocazione “conosciuta” per restituirgli un “senso” originario e potente, sicura produzione Dante 2021 - Compagnia che la forza delle parole di Dante, togliendole dal canto e Orsini Verso le celebrazioni per il VII centenario della morte dalla storia, ci avrebbe restituito un senso originario, ci di Dante avrebbe condotto all’interno delle zone più dense, oscure e magnifiche dell’animo umano. Sicura che, seguendo un percorso di incontro con le sue figure di riferimento (Virgilio, il suo super-Io, Beatrice/Francesca e gli aspetti del Femminile, il Caos dell’Inferno, Ugolino, il Padre) si sarebbe potuta avvicinare intimamente l’ispirazione originale di Dante nell’affrontare la Divina Commedia. Senza paura dei tagli e senza paura di proseguire quel racconto con parole, e testi altissimi di altri autori, più vicini a noi, come Morante, Pasolini, Valduga. A noi solo il merito di “esserci” e “dire” e “ascoltare”. A voce alta… Col cuore e con la testa… E alla fine “e naufragar m’è dolce in questo mare (…) e quindi uscimmo a riveder le stelle”. Forse... Monica Guerritore 18 > 19 dicembre Moving with Pina Nella conferenza danzata Moving With Pina Cristiana Una conferenza danzata Morganti, per più di vent’anni storica interprete sulla poetica, la tecnica, del Tanztheater di Wuppertal, propone un viaggio la creatività di Pina Bausch nell’universo di Pina Bausch, visto dalla prospettiva del danzatore. di e con Cristiana Morganti Com’è costruito un assolo? Qual è la relazione foto Ursula Kaufmann direttore tecnico Simone Mancini dell’emozione con il movimento? Quand’è che il gesto diventa danza? Qual è la relazione tra il danzatore e la produzione il Funaro - Pistoia scenografia? E soprattutto, come si crea il misterioso e distribuzione in Italia Roberta Righi magico legame tra l’artista e il pubblico? con l'appoggio e il sostegno della Pina Bausch Foundation - Wuppertal Eseguendo dal vivo alcuni estratti del repertorio del Tanztheater, Cristiana Morganti racconta il suo percorso artistico e umano con la grande coreografa tedesca e ci fa scoprire quanta dedizione, fantasia e cura del dettaglio sono racchiusi nel linguaggio di movimento creato da Pina Bausch.
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